“Sorveglianza e monitoraggio delle popolazioni residenti in siti contaminati ” Torino, 10 novembre 2011

La contaminazione della catena alimentare nei siti contaminati piemontesi

Giuseppe Ru, Elisa Baioni, Rosanna Desiato BEAR - Biostatistica, epidemiologia, analisi del rischio Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta Secondo lo studioso Ulrich Bech il rischio rappresenta uno degli aspetti caratterizzanti della società contemporanea e la produzione di ricchezza è sempre più legata alla produzione dei rischi (Bech, 1999). episodi di contaminazione da diossine e PCB diossino-simili (dl-PCB) in Piemonte

Acciaio → Bassa Val Susa Nei pressi di due (2004) fonderie di seconda fusione Alluminio → Vercellese (2008) Un piccolo Bignami (1/2) 1. Diossine. Non prodotte intenzionalmente dall’uomo. Si tratta di 210 composti aromatici (congeneri) con proprietà chimico-fisiche e tossicologiche simili: le policloroparadibenzodiossine (PCDD o diossine) e i policlorodibenzofurani (PCDF o furani). 17 congeneri in particolare sono considerati tossicologicamente rilevanti. 2. PCB (Policlorobifenili). Prodotti di sintesi autorizzati per uso industriale fino agli anni ’90. Si tratta di 209 composti aromatici di cui 12 congeneri con rilevanza tossicologica analoga a quella delle diossine (PCB diossina-simili, dl-PCB). Un piccolo Bignami (2/2) 1. Diossine. La più tossica è la tetracloro-para-dibenzo-diossina (TCDD, quella di Severo): lo IARC l’ha classificata come “cancerogena per l’uomo” (gruppo 1). Le altre diossine e i furani sono stati inseriti nel gruppo 3 cioè tra le sostanze classificabili in termini di cancerogenicità. 2. dl-PCB: classificati come probabili cancerogeni per l’uomo (Gruppo 2A). 3. Sono inseriti tra i “perturbatori endocrini”, hanno effetti epato- neuro-tossici e sul sistema immunitario 4. In entrambi i casi si tratta di sostanze estremamente persistenti, lipofile, insolubili in acqua, non biodegradabili e che si accumulano lungo la catena alimentare. 5. E’ stimato che il 95% dell’esposizione dell’uomo alle diossine derivi dalla dieta: 90% di tale esposizione da alimenti di origine animale. Modello di trasferimento & esposizione

Modificato da: Committee on the Implications of Dioxin in the Food Supply, National Research Council (2003) scaletta

• Diossine e catene alimentari: quali obiettivi ci siamo dati • Guai da fonderie di seconda fusione: (1) la contaminazione in Bassa Val Susa (2) Un accenno a un nuovo fronte a Carisio in provincia di Vercelli • strategie in Regione Piemonte Quali obiettivi ci siamo dati

z Descrivere la contaminazione

z Spazio

z Tempo z Discriminare tra fonti diffuse e puntiformi:

z Studio geografico

z Studio dei congeneri z Estendere e orientare i controlli in base all'esperienza accumulata L'area: Bassa val Susa (23 comuni)

Bussoleno

Bruzolo

San Didero

G. Cuttica, ARPA Rocciamelone

Acciaieria

Lago di

G. Cuttica, ARPA L'identificazione del problema • Negli anni le evidenti emissioni diffuse (fumi) dell’AFV Acciaierie Beltrame SpA, posta a cavallo dei comuni di e , avevano creato un clima di preoccupazione • Su sollecitazione degli abitanti e dei sindaci dei comuni di Bruzolo e San Didero il Polo Microinquinanti ARPA avvia i primi studi nel 2003. • Tra 2003 e 2004 vengono studiati le emissioni, i suoli circostanti e la salute degli abitanti della Bassa Val Susa. Ubicazione Ditta A.F.V. Acciaierie Beltrame

AutostradaAutostrada

Diossine e PCB diossino-simili

• nei fumi e nei suoli furono riscontrati entrambi • Nel frattempo gli studi epidemiologici (ARPA) evidenziavano un eccesso di mortalità generale e, in misura limitata, di quella tumorale (anche se più tipica per esposizione ad alcol e fumo) Le indagini sugli alimenti • Tra il dicembre 2004 e il febbraio 2005 fu avviata la prima indagine dell’ASL5 su campioni di latte e (a giugno) di carne. • Furono prelevati un'ottantina di campioni da 43 allevamenti della Valle • Il riscontro di alcuni campioni sopra i limiti di legge, allora in vigore, determinarono il blocco dell'attività di 6 allevamenti (Bruzolo, San Didero, , Sant'Ambrogio e ). • Sempre nel 2005, rientro nei limiti e sblocco Concentrazioni e norme

• Il regolamento comunitario allora in vigore fissava per il latte e derivati e le carni bovine limiti per le sole diossine (PCDD + PCDF) pari a 3 pg OMS-PCDD/F-TEQ/g grasso (nessun limite per i PCB) • mentre tra 2 e 3 pg veniva fissato il range corrispondente al cosiddetto livello di azione per il latte • NB 1 pg = 1 miliardesimo di mg! Le indagini sugli alimenti • Tra il dicembre 2004 e il febbraio 2005 fu avviata la prima indagine dell’ASL5 su campioni di latte e (a giugno) di carne. • Furono prelevati un'ottantina di campioni da 43 allevamenti della Valle • Il riscontro di alcuni campioni sopra i limiti di legge, allora in vigore, determinarono il blocco dell'attività di 6 allevamenti (Bruzolo, San Didero, Condove, Sant'Ambrogio e Almese). • Sempre nel 2005, rientro nei limiti e sblocco

Le indagini sugli alimenti • Tra il dicembre 2004 e il febbraio 2005 fu avviata la prima indagine dell’ASL5 su campioni di latte e (a giugno) di carne. • Furono prelevati un'ottantina di campioni da 43 allevamenti della Valle • Il riscontro di alcuni campioni sopra i limiti di legge, allora in vigore, determinarono il blocco dell'attività di 6 allevamenti (Bruzolo, San Didero, Condove, Sant'Ambrogio e Almese). • Sempre nel 2005, rientro nei limiti e sblocco Anno 2006: una novità per i PCB diossino-simili • Una nuova norma comunitaria, dal novembre 2006, riconoscendo la pericolosità dei PCB diossino-simili, introduce un nuovo limite • Il limite aggiunto è quello dato dalla somma di diossine a PCB diossino-simili – 4,5 pg/g grasso per carni e prodotti bovini – 6,0 pg/g grasso per latte e derivati.

22 I campioni del 2007

• Prelievi di latte • 14 aziende selezionate in 6 comuni sulla base del rischio suggerito dalla precedente tornata di controlli e dai nuovi limiti di legge • 2 campioni oltre i valori per la sommatoria (PCBd+Dx): questo ha determinato il blocco di due allevamenti nel periodo giugno – novembre 2007 • superati i livelli d'azione per i dl-PCB dalla quasi totalità dei campioni esaminati Prosecuzione dei controlli fino ad oggi I controlli nel periodo 2004 - 2010: 51 aziende bovine 99 campioni di latte di massa 24 campioni di muscolo di bovini del territorio

Risultati complessivi La distribuzione geografica (2004-2010)

pcddf pcb-dl

valori di mediana riscontrati nel latte di massa per azienda campionata Scatter plot dei valori di diossine e PCB nel latte (2005-2007) in base alla distanza tra le aziende zootecniche e l’acciaieria 5 15 4 10 3 2 5 1 PCB PCDDDF

0 10000 20000 30000 40000 0 10000 20000 30000 40000 DIST DIST

diossine PCB 26 L'evoluzione nel tempo (2004-2010)

Sommatoria pcddf+pcb pcddf & pcb ripetuti su 6 aziende Uno studio geografico esplorativo

la provenienza dei foraggi per descrivere la distribuzione territoriale della contaminazione

si riesce in questo modo a capire l'origine geografica dei microinquinanti presenti nel latte? Materiali e metodi

29 MATERIALI

Sono stati utilizzati: • i dati di concentrazione di diossine e PCB nel latte di massa in 27 allevamenti sottoposti a controllo ufficiale tra il 2005 e il 2007; • l’elenco delle particelle catastali dei terreni utilizzati dai 27 allevatori per la produzione dei foraggi; • i dati di georeferenziazione di tutte le particelle catastali dei 23 comuni interessati (Bassa Val di Susa in provincia di Torino).

30 Francia

Torino

31 32 METODI I valori di diossine e PCB riscontrati nel latte sono stati attribuiti ai terreni utilizzati dai 27 allevatori. Con una tecnica particolare (KRIGING) i valori di diossine e PCB attribuiti ai terreni sono stati usati per spalmare (stimare) la contaminazione sulle aree vicine

33 RISULTATI

34 35 La distribuzione della diossina è differente

36 Studio dei congeneri diossine nel latte della valle di susa: un'unica fonte? OBIETTIVI

1. stabilire se i congeneri dei campioni prelevati in Piemonte appartengano a un gruppo le cui caratteristiche sono differenti da quelli prelevati nel resto d’Italia. 2. Stabilire se i campioni del Piemonte mostrano uno o più profili di congeneri diversi da quelli di campioni prelevati in altre regioni italiane. MATERIALI

70 campioni di latte, di cui: 45 dati analitici sul latte prelevato nel corso dell’attività veterinaria ufficiale tra il 2004 e il 2007 con il dettaglio dei congeneri. 25 dati nazionali relativi a campioni di latte di massa contaminati derivanti dal piano nazionale residui negli anni 2006-2008. METODI 1

• Cluster analysis: usata per verificare la presenza di gruppi omogenei di campioni. • Si costruiscono dendrogrammi nei quali la lunghezza dei rami è il criterio che valuta quanto i gruppi siano diversi. . METODI 2

• Analisi per componenti pricipali (PCA): usata per ridurre il numero delle variabili e generare combinazioni lineari di congeneri (dette componenti) in grado di spiegare la varianza dei profili dei campioni. • Le componenti principali risultanti dall’analisi si possono considerare concettualmente sovrapponibili a profili chimici caratteristici di diverse fonti inquinanti RISULTATI

42 La distribuzione dei congeneri nel latte

PCDDF DL- PCB (17 congeneri) (12 congeneri)

Val Susa

PNR Risultati della cluster analysis Diossine nel latte - Metodo di Ward

PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE LOMBARDIA PIEMONTE LIGURIA EMILIA ROMAGNA PIEMONTE LOMBARDIA PIEMONTE LOMBARDIA PIEMONTE EMILIA ROMAGNA ABRUZZO VENETO VENETO UMBRIA LOMBARDIA PIEMONTE UMBRIA FRIULI VENEZIA GIULIA VENETO LOMBARDIA PIEMONTE LOMBARDIA FRIULI VENEZIA GIULIA ABRUZZO VENETO CAMPANIA PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE VENETO MOLISE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE FRIULI VENEZIA GIULIA UMBRIA PIEMONTE PCB nel latte - Metodo di Ward PIEMONTE LIGURIA VENETO PIEMONTE ABRUZZO UMBRIA EMILIA ROMAGNA PIEMONTE LOMBARDIA PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE UMBRIA CALABRIA VENETO VENETO LOMBARDIA UMBRIA VENETO MOLISE LOMBARDIA VENETO ABRUZZO FRIULI VENEZIA GIULIA PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE CAMPANIA FRIULI VENEZIA GIULIA PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE LOMBARDIA LOMBARDIA PIEMONTE PIEMONTE EMILIA ROMAGNA PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE LOMBARDIA PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE PIEMONTE FRIULI VENEZIA GIULIA PIEMONTE PIEMONTE Risultati dell'analisi per componenti principali Diossine nel latte – PCA per regione PCB nel latte – PCA per regione Conclusioni dei due studi

Studio geografico: Le mappe prodotte sono state utili per descrivere la distribuzione della contaminazione sul territorio (con un gradiente con la distanza dall'acciaieria) e per orientare controlli ed eventuali misure di mitigazione del rischio. Studio dei congeneri: I risultati analoghi delle due differenti tecniche statistiche suggeriscono che la medesima miscela alla base del problema ricorresse nella maggioranza degli allevamenti coinvolti Complessivamente i risultati indicano che alla base del fenomeno ci sia stata un'unica sorgente.

50 Carisio (Vc) Nuovo episodio legato alla presenza di uno stabilimento di produzione di alluminio (fonderia di seconda fusione) In attività da 1974, ha fatto domanda di autorizzazione ambientale integrata nel 2004: grazie ad ARPA tra 2005 e 2007 identificata importante emissione di microinquinanti

Imposti all'azienda interventi migliorativi Avviato monitoraggio nell'area circostante l'azienda Provincia di Vercelli Molto riso - pochi bovini

CARISIO Monitoraggio su uova da allevamenti rurali (2010 e 2011) Distanze... dalla fonderia da un impianto chimico 20 20 15 15 diossine 10 10 PCDDF PCDDF 5 5 0 0

0 2000 4000 6000 8000 10000 4000 6000 8000 10000 12000 distanza dallo stabilimento di seconda fusione distanza dall'azienda farmaceutica 80 80 60 60 40 40 dl-PCB PCB-DL PCB-DL 20 20 0 0

0 2000 4000 6000 8000 10000 4000 6000 8000 10000 12000 distanza dallo stabilimento di seconda fusione distanza dall'azienda farmaceutica La strategia in Piemonte L'episodio della Val Susa ha spinto gli assessorati sanità, agricoltura e ambiente a dotarsi di strategia e strumenti comuni. Strategia: – favorire circolazione delle informazioni e – Il coordinamento delle azioni per migliorare risk communication e risk management

55 La strategia in Piemonte Strumenti: - coinvolgimento di autorità competenti attivando Coordinamenti Tecnici Regionali su episodi specifici - attivazione di un Gruppo di Progetto Integrato - finanziamento a progetti di ricerca regionali dedicati - partecipazione a progetti nazionali (CCM): “Progetto CCM (Cod IZS: 8 ARE) - Sorveglianza epidemiologica attraverso il bio-monitoraggio animale di sostanze contaminanti in aree a rischio ambientale” - il potenziamento delle possibilità analitiche in ARPA e IZS (filiera per gli alimenti e sperimentazione Calux)

56 Amministratori e tecnici DGR in cui si prevede: - possibilità di attivazione Coordinamenti Tecnici Regionali delle autorità competenti per ciascuna crisi locale - composti da rappresentanti di ciascuno dei tre assessorati, della provincia, dei comuni coinvolti + tecnici ASL, ARPA, IZS - temporanei - con compiti di favorire condivisione delle informazioni tra gli attori coinvolti e di coordinare gestione e comunicazione del rischio - due ad oggi: CTR Valle di Susa, CTR Carisio - istituzione di Gruppo di Progetto Integrato: composto da epidemiologi ARPA e IZS (+ esperti su temi specifici), permanente, con compiti di approfondimento scientifico e partecipazione alle riunioni dei CTR.

57 prodotti...

58 Mappe di rischio per orientare i controlli

59 Buone pratiche per gli allevatori

60 Ultimo tassello: la costruzione di alleanze

Tra figure professionali veterinari – medici - epidemiologi – chimici – ecc. sanità Tra assessorati agricoltura ambiente

Tra enti di ricerca locali ARPA

IZS Università Tra gruppi di lavoro nazionali Piemonte CCM Lazio E. Romagna 61 Grazie per l'attenzione! E un ringraziamento ai tanti, in primis i colleghi sul territorio, che non ho menzionato direttamente ma che hanno concorso alle attività descritte.

Secondo lo studioso Ulrich Bech il rischio rappresenta uno degli aspetti caratterizzanti della società contemporanea e la produzione di ricchezza è sempre più legata alla produzione dei rischi (Bech, 1999).

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