COPIA GRATUITA IN EDICOLA CON IL ROMA

La Città - La Squadra – Gli Eventi numero 7 del 03 Marzo 2019

ANTONIO SASSO LALA UNA VITA DA DIRETTORE

CIRO COZZOLINO SFIDSFIDAA ETON: IL SUO SUCCESSO

DINO ZOFF IL CAMPIONE E L’UMILTÀ

PATRIZIO RISPO FOTO MOSCA IL SUO POSTO AL SOLE Agenzia per il Lavoro S.p.A. +39 06 83654635 Via G. Palumbo 12 - 00195 - Roma +39 340 8563012 L’ EDITORIALE Al San Paolo con la Juve pensando al Salisburgo di Giovanni Gaudiano

nizia stasera una settimana League. È una importante per il Napoli di p a r t i t a d a IA n c e l o t t i . A r r i v a l a prendere con Juventus al San Paolo, si l e m o l l e , giocherà per il morale, per dare ricordando il una gioia ai tifosi e forse per d o p p i o cambiare un'inerzia che dura da confronto con troppi anni. La gara con i la Lazio dello bianconeri è sempre molto scorso anno. sentita, si sperava di essere più La squadra vicini in classifica per provare a azzurra dovrà giocare al meglio, stasera e giovedì sia strapieno, creare qualche preoccupazione senza distrazioni e senza che la società faccia uno sforzo, ad una squadra costruita anno sprecare sotto porta per andare valutando il doppio impegno per anno con investimenti avanti nella competizione. Una ravvicinato, e che i tifosi non importanti, che però anche vittoria con la Juve potrebbe facciano mancare il loro quest'anno potrebbe mancare servire da lancio e potrebbe soste gn o. An cel otti , pu r l'obiettivo europeo se non confermare che le incertezze continuando nel suo lavoro riuscirà a ribaltare a Torino il 2 a degli ultimi tempi sono alle proiettato al futuro, sembra aver 0 subito dall'Atletico Madrid al spalle. Poi doppia trasferta: oramai scelto, al netto delle Wanda Metropolitano. Poi il ancora in terra emiliana, dopo forzate assenze di Albiol e Mario Napoli ospiterà giovedì il Parma, a Reggio Emilia per Rui, una formazione base da Salisburgo nella gara d'andata affrontare il Sassuolo e quindi m a n d a r e i n c a m p o c o n degli ottavi di finale di Europa ritorno di E.L. in Austria nella c o n t i n u i t à . È n e c e s s a r i o splendida città sostenerlo, considerando che mozartiana; poi la qualche giocatore appare logoro gara in casa con per i tanti anni di buon l'Udinese prima rendimento e che il Presidente della sosta per la dovrà decidere quale tipo nazionale. Ci si d'investimento fare ad inizio a u g u r a p e r i l estate per tentare ancora una momento che lo volta l'assalto proprio ai stadio San Paolo bianconeri.

3 “NAPOLI” – IL SITO

NASCE: WWW.NAPOLIMAGAZINE.IT 'avevamo detto che saremmo arrivati anche sul web ed eccoci pronti a offrire il nostro lavoro a tutti coloro che volessero leggere, consultare in ogni momento la nostra rivista. Questo numero Lche oggi avete trovato in edicola è contemporaneamente visibile sul sito. Abbiamo cercato di offrire un prodotto chiaro, leggibile, attuale, aderente alla nostra formula volta all'analisi, all'approfondimento. “Napoli” non ha la pretesa di sfidare chi si occupa della notizia momento per momento, non è il nostro obiettivo. Al contrario pensiamo di poter offrire a tutti quelli che avranno la

bontà di seguirci dei servizi che consentano riflessioni, approfondimenti su quanto pubblicato sulla rivista cartacea e che raccontino storie e in qualche caso diano magari delle indicazioni a chi volesse conoscere meglio la città e gli eventi che vi si organizzano. Seguiremo la squadra con servizi di approfondimento ed interviste. Il sito che nasce oggi offre anche la possibilità di entrare nell'archivio storico della nostra pubblicazione. Nella gerenza sono presenti due indirizzi e.mail, ai quali potrete scrivere per suggerimenti, richieste, informazioni, spiegazioni o quello che riterrete più opportuno. Troverete ovviamente “Napoli” anche sui social. Un saluto a tutti ed un ringraziamento speciale a tutti coloro che hanno reso possibile questo ulteriore sviluppo dell'iniziativa in così breve tempo. di Giovanni Gaudiano ‘‘Napoli’’ La città, la squadra e gli eventi Consulenza Amministrativa: Francesco Marchionibus Aut. Tribunale di Napoli n. 50 del 8/11/2018 Stampa, Grafica e Pubblicità: Sport and Marketing Srl Mensile a distribuzione Gratuita Progetto Grafico ed Impaginazione: Daniela Altruda Numero 7 del 03 Marzo 2019 Redazione: Lorenzo Gaudiano, Bruno Marchionibus Direttore Responsabile: Giovanni Gaudiano Sede: Viale V. Lamberti - Trav. Spinelli Direzione Editoriale della Soc. Editoriale Napoli Srls Area Ex Saint Gobain - Caserta Sede Via F. Cilea, 129 Napoli - P.IVA 09045371219 Collaboratori: Marco Boscia, Marina Topa Tel. +39 0823 1490340 Con interventi di: Pier Paolo Cattozzi [email protected] - [email protected] Fotografie: Foto Agenzia Mosca Sito Web: www.magazinenapoli.it Illustrazioni: Giancarlo Covino

“NAPOLI” SARÀ NUOVAMENTE IN EDICOLA CON IL QUOTIDIANO “ROMA” DOMENICA 31 MARZO 2019 4

dooa.it IN QUESTO NUMERO

IN PRIMO PIANO

9 Antonio Sasso - Una vita da Direttore

14 Caro Fulvio: ‘‘Stiamo sereni’’

17 Quando Zoff mi offrì un piatto bianconero

VERSO NAPOLI - JUVE

20 Volpecina: il sinistro della presa di Torino

25 Fulvio Collovati: un campione del mondo

30 Napoli - Juve: Una rivalità infinita

33 Ancelotti ed Allegri dal centrocampo alla panchina

37 Napoli - Juve: La difficile sfida dei numeri

40 Al Circolo Nautico Posillipo si parla del Napoli

LA STRADA PER BAKU

45 Tutti a Salisburgo

48 Europa League: Si comincia al San Paolo

LA CITTÀ

51 Eton Textile: Dalla Campania all’Europa

56 Patrizio Rispo: L’anima di ‘‘Un posto al sole’’

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IN PRIMO PIANO Antonio Sasso Una vita da Direttore di Lorenzo Gaudiano Al “Roma” si batte per tenere in vita una testata storica e l'idea di un giornalismo che resta alla base dell'informazione

Del resto, il Roma è la testata giornalistica più antica del M e z z o g i o r n o , un'importante componente di una storia che dal 1862 ad oggi ha per protagonista la Napoli post-unitaria. Dalla sede al numero 7 di Vico Luperano, dove tutto ha avuto inizio il 22 agosto di quasi 157 anni fa, è a via Le pareti tappezzate di prime pagine di vecchia Chiatamone oggi che il cuore della testata data, riconoscimenti di ogni tipo sugli scaffali continua a battere, nonostante le difficoltà tra coppe e targhe al merito, foto d'epoca con dell'epoca governata dall'immediatezza del web personaggi famosi, pile di giornali e libri sulla a discapito della cultura e, per rimanere in tema, scrivania con il computer che occupa il posto un della carta stampata stessa. È proprio qui che la tempo riservato alla macchina da scrivere. parola passa al direttore Antonio Sasso, che “Tutto scorre”, diceva il filosofo Eraclito di oggi mette la sua esperienza al nostro servizio Efeso. Il tempo scorre inesorabile, l'evoluzione per rimembrare il passato, riflettere sulle procede incessante ma certe cose difficilmente avversità del presente e guardare al futuro con cambiano per davvero. La “sacralità”, ad speranza e ottimismo. - Direttore, come si è esempio, della stanza del direttore in una avvicinato a questa professione? «Ho scritto il redazione giornalistica non svanisce mai, primo articolo a 17 anni. Avevo superato il soprattutto con tutti questi richiami al passato. quarto anno del liceo scientifico al Vincenzo 9 IN PRIMO PIANO

Un giovane Antonio Sasso e Maradona Con Vincenzo Matarrese

Cuoco. Siccome mio padre era funzionario dove ho avuto tanti allievi come: Mario della flotta Lauro ed io ero un grande Orfeo; Paolo Prestisimone; Gianfranco appassionato di calcio, chiesi di poter Lucariello e Angelo Rossi». - Ha qualche collaborare con la redazione sportiva del aneddoto di quel periodo da condividere con Roma e così iniziai dal basso, dalla Seconda noi? «Uno dei miei allievi, Angelo Rossi, era Cat e gor i a . E ra l a v i gi l i a d e l m i o diventato molto amico di Maradona. Dopo diciottesimo compleanno e ricevetti la partita con la Sampdoria vinta dal Napoli l'incarico di seguire la sfida Calciatori grazie proprio ad un gol di Diego, in Porto-Anacapri. Arbitro era quell'Esposito redazione stavamo chiudendo la prima Liberato di Torre del Greco che fece una pagina del quotidiano con un titolo che nobile carriera tra e partite richiamava al rocambolesco colpo di testa internazionali, diventando in seguito messo a segno dall'argentino. In quel Presidente del Comitato Arbitri Regionale. momento Angelo arrivò con Maradona, il Quello fu l'inizio, poi la mia carriera quale dichiarò che in realtà l'aveva spinta in progredì. Il periodo lavorativo più bello per porta con il pugno. Un altro invece riguarda me risale all'epoca di Maradona. Prima fui l'ultima partita di Diego con la maglia del capo della redazione sportiva di “Napoli Napoli. Dopo la sfida con il Bari, ai tempi in Notte”, poi passai a “Il Giornale di Napoli” cui ero direttore del Roma al Centro Direzionale, il capo della redazione sportiva di allora Francesco Degni si presentò con Maradona e per me fu una grande gioia, perché tutti gli aneddoti legati all'argentino per me hanno un sapore speciale». - Quanto è cambiata la professione di giornalista sportivo dal passato ad oggi? «Nell'ultimo decennio c'è stata una rivoluzione. Fare giornalismo sportivo prima significava frequentare ogni giorno 10 l'ambiente, adesso invece c'è una lontananza con le società di calcio dovuta alla grande abbondanza di p r o f e s s i o n i s t i e all'immediatezza dei social network. Ai tempi di Maradona all'allenamento presenziavano anche i g i o rn a l i s t i , ch e c o s ì potevano anche farsi un'idea sulla formazione che la Domenica sarebbe stata schierata in campo dall’allenatore di turno. Ora le porte sono fase superabile oppure il totalmente chiuse ed il nostro lavoro si dominio del web si allargherà limita a quanto si può ammirare durante le ancora di più? «Sto lottando partite e alle conferenze stampa. Tornando c o n l a c o o p e r a t i va d e i indietro a 50 anni fa, l'arbitro faceva persino giornalisti del “Roma” per accomodare in campo in alcune occasioni i tenere in vita la testata giornalisti. Addirittura quando gli addetti giornalistica più antica del della società ospitante portavano il tè ai Mezzogiorno. Si tratta di una giocatori, lo offrivano anche a noi». - La battaglia perché i giovani non carta stampata è in crisi da qualche anno. Una acquistano e non leggono il quotidiano. Il presente è nero, il futuro è nerissimo ma secondo la teoria vichiana dei corsi e ricorsi storici credo nell'esistenza di una strada per rivalutare la carta stampata. Per esempio, si potrebbe riportare la notizia qualche giorno dopo con opinioni di esperti del settore e interventi di approfondimento, Con il Presidente del CONI Giovanni Malagò cosa che i siti attualmente non fanno. 11 IN PRIMO PIANO

Q u a n d o m i r e c o dall'edicolante della mia zona la domenica, non mi capita mai di incontrare un g i o v a n e c h e s t i a acquistando un quotidiano, Alle scolaresche in visita alla redazione chiedo se in famiglia qualcuno legge il quotidiano. Nel passato qualcuno rispondeva mio padre, ora al massimo si parla dei nonni. Gli sviluppi al momento sono negativi ma da direttore di un quotidiano cartaceo nutro sempre grande speranza nel futuro». - Un suo pensiero sul nuovo corso della Figc. «Dopo il disastro degli anni precedenti, si è aperto questo spiraglio con il presidente Gravina ed il Con il Vicepresidente vicario Cosimo Sibilia Vicepresidente Sibilia, che ho seguito sin da quando giocava a calcio. Mi riempie di gioia vedergli ricoprire quel ruolo e soprattutto alimenta la mia speranza nel futuro». - Da tifoso appassionato, che momento sta vivendo il Napoli di De Laurentiis? «Il lavoro del presidente va apprezzato perché consente tuttora alla tifoseria di avere una squadra ad alto livello sia nazionale che internazionale. A mio parere stiamo vivendo un momento negativo, considerando che con un grande allenatore la squadra sta avendo difficoltà a ripetere i risultati della passata stagione. Mi sono illuso in parte che potesse bastare la bravura di Ancelotti, ma i limiti di questa rosa sono evidenti». - Cosa è cambiato con 12 l'arrivo di Ancelotti? «L'anno scorso il Napoli ha incantato con il suo calcio- spettacolo. Ancelotti invece è un allenatore di vecchio stampo e più pragmatico. Sta rivoluzionando lo schema di Sarri, anche se noto finalmente che il Napoli comincia ad avere un undici base». - L'addio di Hamsik è il frutto di una programmazione? «È da apprezzare il comportamento della società nei confronti di Hamsik e viceversa. Con Papa Francesco Impossibile rifiutare 27 milioni a 32 anni (nove milioni per tre anni). Dispiace tanto perché il capitano ha dichiarato che ama Napoli e i napoletani ma è stata comunque brava la società a monetizzare dalla sua cessione. Spero solo che non stia nascendo un caso Mertens. Le sue prestazioni non sono sui livelli degli anni scorsi ed è probabile che anche lui abbia avuto qualche contatto dall'estero, anche se la società non gli ha aperto le porte». - Napoli-Juve è sempre una sfida molto sentita da tutto l'ambiente. Considerando che qualche giorno dopo ci sarà la gara d'andata degli ottavi di Europa League, può rappresentare per il Napoli rispetto al passato un fastidio verso quello che attualmente è l'unico obiettivo perseguibile? «Sicuramente sarà una gara senza significato in termini di classifica. Però è sempre un big match che la tifoseria aspetta con interesse. Io sarei per una maggiore attenzione alla sfida di E.L. ma lo sfizio di battere i bianconeri c'è sempre». - Il ricordo più bello legato a questa sfida?«Ce ne sono tanti. Ad esempio, la vittoria in Supercoppa nel 1990 per 5 a 1 in un San Paolo pieno è uno dei ricordi più belli che ho vissuto da giornalista e tifoso. Anche il successo in trasferta nell'anno del primo Scudetto fu ricordevole. Vedere il napoletano Volpecina segnare a Torino è stata una gran bella soddisfazione». Antonio Sasso con Fabian Ruiz 13 L’OPINIONE

A pagina 25 l’intervista a Fulvio Collovati Caro Fulvio "stiamo sereni" di Pier Paolo Cattozzi

aro Fulvio, stai sereno. Sì, proprio come Enrico Letta che fu Presidente del Consiglio e oggi dirige l'Istituto di studi Cpolitici di Parigi. Non spaventarti (so che già lo sei) per il paragone, ma Tu come Lui sei persona seria ed educata. Lo fu Lui accettando lo sgambetto con battuta di un "amico", lo devi essere Tu che dopo lo sgambetto sei stato sommerso di battute, per la verità, non tutte consapevolmente pertinenti. È vero, Lui è un Professore e Accademico che ha frequentato Università di Le Scuse mezzo Mondo per mettere a disposizione del suo Paese il suo di Fulvio Collovati: sapere. Mi pare altrettanto vero che Tu, amico Fulvio, per il tuo Paese hai alzato una Coppa del Mondo come Pelé (ai suoi ‘‘Mi scuso se le frasi pronunciate tempi si chiamava Rimet), Maradona e Cannavaro. Facile in chiusura di trasmissione a dire che tutto quel che di prezioso custodisci lo hai portato al ‘‘Quelli del calcio’’, pure in un massimo del valore non solo sportivo se, come ormai dicono tutti, proprio il gioco del calcio è metafora della vita. Così ha clima goliardico, abbiano urtato fatto Letta con quel che di prezioso ha messo nel suo la sensibilità delle donne. bagaglio di conoscenza anche se, al momento, si è fermato Me ne dispiaccio, ma non era solo (ovvio che si fa per dire!) a una Presidenza del Consiglio e a un Seggio in Europa: "Chiaro che non finirà qui, mia intenzione offendere professore". Ho scelto questo parallelo politico-sportivo nel nessuno, chi mi conosce sa considerare quanto il dibattito intorno a quese due primarie quanto io rispetti l’universo categorie (la politica e lo sport) sia nel nostro Paese caduto in basso. Meglio sarebbe a dire "precipitato", visto quanto femminile velocemente gli onnipresenti social prediligano le voci meno serie e meno educate. Sul fatto delle competenze culturali basti citare il dilagare delle fake-news. Caro Fulvio so bene che dopo il Mondiale hai fatto anche molto altro e, ad esempio, sei stato manager di imprese televisive e hai diretto TV private fino ad arrivare alla RAI (credimi, non è poco e non è facile!). Non hai il sacro fuoco della battuta come un Gene Gnocchi (comico dai piedi buoni), né l'iconoclastico sorriso di Luca Bizzarri (montanaro di

14 di origine, ma marinaio ligure per navigazione verbo forbita). Di Elena Santarelli: entrambi non devi avere nemmeno gli autori visto che sei scivolato di ‘‘Se avesse detto: brutto su una battuta e, perdipiù, facendo di ogni erba un fascio, mescolando l'Inclita e la Profana. Facendo poi ricorso alla prima «Preferisco che alcune persona dell'indicativo presente, hai vanamente consumato una sorta persone che non si di "imperativo categorico" più somigliante ad un istintivo sfogo che a intendono di calcio non una sentenza definitiva. Fosse solo per solidarietà di classe (pedatoria, s'intende) non era proprio necessaria la difesa d'ufficio della esprimano pareri sulla Grande (brava e intelligente in campo e fuori) tattica», sarebbe stato né quella della Dirigente Federale Milena Bertolini (un poco meglio’’ meno brava come calciatrice, ma preparata come Dirigente e preparatissima come allenatrice). Più che la fama poté il ...... Discorso a parte per quel che riguarda le frequentatrici degli sgabelli e dei divani e divanetti TV, aduse più a mostrare il tacco 18 che la fiera consapevolezza del proprio patrimonio cognitivo sul Gioco del Pallone e non solo. Quanto alle giornaliste, di categoria e non, non vorrei sbagliare, ma ritengo di poter ritenere che la più preparata (lo era anche in cronaca in redazione) e autorevole sia Ilaria D'Amico, che non si permetterebbe mai di dire a Gianluigi Buffon (il Campione del mondo a Berlino) se uscire sui piedi di un lanciato CR7 con falcata stretta o a gambe e braccia aperte. Inevitabile la censura RAI, caro Fulvio, fattene una ragione considerando che si tratta della più importante azienda culturale del Paese, forte di professionisti e tecnici ammirati e invidiati in tutto il Mondo tanto da garantirsi un posto fisso sul podio delle comunicazioni internazionali. Chiaro che i migliori frequentano più gli studi e i laboratori che non l'Ufficio Censura pressoché perennemente intasato non solo per il regolamento di conti interni, ma anche e PS - TATTICA s. f. ... soprattutto grazie all'attenzione degli "esperti" che ogni Stagione politica accredita (secondo diritto!) in via Mazzini. Chissà quanti, comportamento abile e immagino, "stai sereno" avrai ricevuto dentro e fuori dagli studi. Sappi, accorto, necessario in comunque, che tu sei e sarai per me, ora e sempre, il mio Campione del determinate circostanze Mondo preferito (insieme a Pelé, Maradona, Cannavaro e qualche altro appena, ma pochissimo, più sotto di Voi). Se lo conosci, per ottenere da altri quel presentami Enrico Letta: ci tengo a incontrare persone serie ed che si desidera (Devoto- educate. Lunga vita a "Quelli che il calcio", quello dallo zoccolo duro, quello con Collovati. Con immutata stima (e smettila di dire che non Oli). Chi meglio di una hai Amici!) un caro saluto a te e alla tua bella famiglia. donna. O no?

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TESTIMONE DEL TEMPO di Mimmo Carratelli Quando passato alla Juve mi offrì un piatto bianconero

dal 1967 al 1972, per Dino Zoff, 143 presenze di cui 141 di fila mentre invecchiavano in panchina Pacifico Cuman, un pel di carota di Varese di sette anni più anziano di Zoff, e Marcello Trevisan, un vicentino di Pontecchio, alto appena 1,73, che riuscì a giocare sette partite perché il Dinosauro si fermò per un infortunio. Capitò a metà marzo del 1972 quando, in allenamento, Zoff mise il piede in una buca. Frattura del perone, 40 giorni di gesso. 'ultimo giorno di febbraio, Vinicio ha spento 87 Lcandeline e Dino Zoff, nella sua casa romana, ne ha spente 77. Il vecchio, brontolone friulano, quanti r i c o r d i ! I l p o r t i e r o n e m a i spettacolare, ma essenziale, campione del mondo a 40 anni dopo avere inchiodato sulla linea di porta il colpo di testa del brasiliano Oscar aprendo la strada, con i gol di Pablito, alla finale di Madrid sotto la pipa di Pertini e davanti al viso ancora più scavato dall'emozione di , l'altro friulano, a r t e f i c e d i u n c a m p i o n at o memorabile con la squadra azzurra più bella. Cinque anni napoletani, Bearzot, Pertini e le loro pipe

17 TESTIMONE DEL TEMPO

Goriziano di Mariano del Friuli, classe 1942, Zoff era costato al Mantova 30 milioni nel 1963 dopo che aveva giocato due anni a Udine. Quattro anni dopo il Napoli lo prese dal Mantova per 120 milioni, dando anche il portiere Bandoni. Zoff debuttò al “San Paolo” in un'amichevole contro l'Independiente con parate prodigiose. Fu Dino Zoff al Napoli battezzato “Nembo Kid”. “Che esagerazione” c o m m e n t ò . S e r i o , silenzioso, con due grandi mani, diceva: «Sono un uomo dei c a m p i , s o n o u n contadino, parlo poco. Da ragazzo mi sono già sentito un uomo di mezza età». Fu ceduto alla Juventus in cambio di Carmignani più 320 milioni. Andai a trovarlo a Torino alla vigilia della partita che il Napoli di Vinicio perse 1-2 col gol decisivo di Altafini, passato anch'egli alla Juve dopo gli anni Zoff para il colpo di testa di Oscar azzurri, e Zoff parò un gran tiro di Juliano quando il match era sull'uno a uno. La moglie Anna aveva nostalgia di Napoli, della bella casa in via Petrarca spalancata sull'azzurro del golfo. Dino mi disse: «Mi sarebbe piaciuto restare a Napoli. Non ho fatto nulla per passare alla Juve. Hanno fatto tutto gli altri». Mi raccontava: «Con le mani che ho, se non avessi fatto il portiere di calcio, avrei fatto il contadino. Avrei potuto fare anche il motorista. Mi piaceva e le mani erano buone per farlo. I motori mi sono sempre piaciuti e mi sono sempre piaciute le mani sporche

18 di grasso che frugano nei cuori delle macchine. Ho lavorato in una officina, a Mariano, il mio paese. Lavoravo per trentamila lire al mese, per il resto mi buttavo nel calcio. Mangiavo più mele che il resto. Non c'era tanto da scialare a quei tempi». A pranzo, Dino mi fece uno scherzo dicendo alla moglie di preparare un piatto speciale per me. Quando il piatto arrivò in tavolo mi accorsi che si trattava di pesce in bianco e olive nere. I colori della Juventus! ‘‘Ho sempre desiderato essere portiere, forse perché in campo il portiere è un uomo solo ed a me piacciono gli sport individuali

19 PAGINE AZZURRE Giuseppe Volpecina: il sinistro che rmò la presa di Torino di Bruno Marchionibus Nato a Caserta, cresciuto nelle giovanili del Napoli resterà nella storia della società azzurra per il suo attaccamento alla maglia e per quella rete che siglò il risultato nel 1986 novembre 1986. Dopo 29 anni il Napoli, guidato da Maradona, torna a 9battere la Juventus al Comunale, in una sfida che si rivelerà poi fondamentale nel percorso verso il primo storico Tricolore partenopeo. A mettere il sigillo sul successo napoletano, dopo che le reti di Ferrario e Giordano avevano ribaltato il vantaggio bianconero di Laudrup, è il sinistro di Giuseppe Volpecina, terzino sinistro cresciuto tra Casertana e Napoli ed a Napoli tornato per volere di Allodi nell'estate dell'86, giusto in tempo per laurearsi Campione d'Italia, che grazie a quel gol, in quel pomeriggio d'autunno, entra di diritto in una delle pagine più belle del romanzo della storia azzurra. Giuseppe, non possiamo che partire dall'1 a 3 del 9 novembre '86. Che ricordo ha di quel giorno? «Un ricordo bellissimo; quella al Comunale fu una giornata indimenticabile che ci regalò una vittoria decisiva, non solo per i punti conquistati sul campo ma anche dal punto di vista del morale. Il 9 novembre '86, insomma, è una data che non si potrà mai dimenticare». Fu il riuscire a battere la Juve nello scontro diretto, dunque, che vi diede la consapevolezza definitiva di poter vincere il campionato? «Sì, ma tale consapevolezza non venne solo dalla vittoria in sé e dai due punti guadagnati, ma anche e soprattutto dal fatto che portammo a casa il risultato vincendo in maniera schiacciante, dominando e creando almeno dieci palle gol, con Tacconi costretto in più di un'occasione agli straordinari. Quella Juve era una squadra molto forte, ma noi scendemmo in campo desiderosi di 20 PROFILI

conquistare la vittoria, e demmo una un po' di contestazione contro la società, dimostrazione di forza nel riuscirci così come è da considerare che ad oggi, con nonostante lo svantaggio». Passando alla la possibilità di guardare le partite in TV, c'è sfida tra Napoli e Juve in programma il 3 marzo, chi preferisce la comodità di casa. Infine, che partita si aspetta? «Assisteremo anche se in piccola parte, possono influire sicuramente ad una bella sfida; al San Paolo i anche le condizioni non ottimali dello match tra queste due squadre hanno sempre stadio».Tornando al Napoli del primo regalato spettacolo. Partita difficile sia per Scudetto, quella squadra era forte, oltre che dei gli azzurri che per i bianconeri, alla quale tanti fuoriclasse acquistati da Ferlaino, anche di però è un peccato arrivare con un tale gap in molti giovani napoletani provenienti dal vivaio. classifica, che permette alla Juve di poter Secondo Lei, che tra l'altro ha lavorato per anni anche perdere senza veder messo in pericolo coi giovani, investire nel settore giovanile il proprio primato. Ci fosse stato qualche potrebbe essere il modo giusto per colmare nei punto in meno di distacco, infatti, una prossimi anni il gap con la Juve? «Investire vittoria del Napoli avrebbe potuto sulle giovanili è sempre importante, anche significare una riapertura del campionato, perché avere in squadra ragazzi formatisi in ma bisogna essere sportivi ed ammettere casa permette di risparmiare molti soldi, che gli uomini di Allegri sono un'ottima però c'è da dire che in tutti questi anni la squadra e stanno meritando questo primo società non ha mai mostrato l'intenzione di posto». Può essere proprio il notevole distacco in classifica dai bianconeri la causa della scarsa affluenza di pubblico al San Paolo dell'ultimo periodo? «È sicuramente uno dei motivi. Il campionato ormai chiuso non invoglia i tifosi ad andare allo stadio, e tra l'altro a causa dell'alto numero di partite disputate per molti seguire la squadra da vicino rappresenta una spesa notevole, anche se ultimamente c'è stata una diminuzione del costo dei biglietti. C'è anche, a dire il vero, 21 PAGINE AZZURRE

Volpecina racconta quell'impresa

“Ogni tanto si avvicina qualcuno e mi dice che quel giorno era a Torino, e poi mi racconta il gol. Comincio a pensare che avrei dovuto segnarmi tutti i loro nomi in questi trent'anni, perché non c'erano così tanti napoletani allo stadio “Sono un uomo fortunato a cominciare da quel gol, nato dall'egoismo di Andrea Carnevale: che parte e non la scambia con me nonostante gli avessi chiamato il pallone, e poi è costretto a darmela. Se avesse passato prima, cambiava tutto, e si sarebbe ritrovato solo davanti alla porta. Invece, ha tergiversato e per questo finisco in fuorigioco. Alla fine, sul limite dell'area, finalmente, la tocca, io mi fermo e tiro “Dopo il gol, non vedevo l'ora che l'arbitro fischiasse la fine. Correvo e sapevo di aver fatto una cosa importante, non pensavo, però, che durasse tanto

“Il ricordo più bello di quell'anno rimane quello legato al pullman che ci portava allo stadio per la partita con la Fiorentina, c'era tutta la città per strada. Ricordo un fiume di macchine e sopra la gente che ci camminava sopra per toccare il pullman 22 metter su un centro sportivo ad hoc per il proprio settore giovanile, cosa che invece hanno quasi tutte le big in Italia e in Europa». Lei tornò a Napoli per volontà di Allodi, conquistato dalla perfetta marcatura che riservò a Maradona in un Pisa-Napoli. È d'accordo con chi sostiene che non esistono più i difensori di una volta o il gioco si è semplicemente evoluto causando modifiche n e l l ' i n t e r p r e t a z i o n e d e l r u o l o ? «Personalmente ho avuto modo di giocare a zona fin da subito, però mi è capitato anche peggiorati nella marcatura; diciamo che a tal di disputare partite in cui mi venivano proposito ci sarebbe da lavorare un po'». Da affidate marcature ad uomo, come nel caso ex terzino sinistro, crede che Ghoulam possa di Diego. Adesso sicuramente ai difensori tornare ad esprimersi sui livelli precedenti al v i e n e r i c h i e s t o m a gg i o r m e n t e d i doppio infortunio? «Ghoulam si è infortunato partecipare alla manovra, però è anche vero proprio nel momento migliore della sua che gli attaccanti avversari vanno marcati, carriera, sia dal punto di vista fisico che perché giocare a zona non vuol dire lasciare mentale. Adesso fisicamente è recuperato, l'uomo libero; molte volte, ad oggi, capita di però bisogna avere pazienza, perché questi vedere giocatori in area soli con il marcatore infortuni si assorbono completamente solo distante due metri, cosa impensabile nel col passare dei mesi. Penso che tornerà calcio di una volta. I difensori attuali sono l'ottimo giocatore che avevamo ammirato migliorati nel far girare la palla e nel prima dello stop e ci darà ancora grandi partecipare al gioco ma sono, in generale, soddisfazioni».

23 BPMed – Banca Popolare del Mediterraneo S.c.p.a. Via Agostino Depretis N° 51 Napoli 80133 - Tel. 081 5521603 - Fax 081 5516704 - E-mail: [email protected][email protected] Filiale Palma Campania (NA) Via Nuova Nola, 16A - Tel. 081 8241120 L'INTERVISTA Fulvio Collovati: campione del mondo come il nostro Diego Armando Maradona di Pier Paolo Cattozzi

e qualche editore avesse a chiedermi di all'Inter nello stesso anno in cui ha vinto, mettere insieme una "Enciclopedia del Gioco meglio ancora, sollevato la Coppa Rimet 1982 e Sdel calcio", senza esitazione alcuna ha continuato a giocare (Udinese, Roma, Genoa sceglierei come coautore FULVIO COLLOVATI. e, naturalmente, Nazionale) fino a trentasei Messe a tacere le polemiche sulle recenti pseudo anni. Passo pertanto alla prima domanda invero diatribe socioparacalcistiche tra salottieri da 21 piuttosto ordinaria: perché di questi tempi vince pollici e in attesa di un editore sportivamente sempre la Juventus? - Perché è la più forte. coraggioso, chiedo al Campione del mondo 1982 la Anche se i perché sono più di uno: primo ha massima sincerità per una intervista sull'italica una Società forte per risorse ed esperienze, pedata da girare in esclusiva a NAPOLI, il la qual cosa si trasmette in altrettanta forza periodico della città che si gloria della cittadinanza sul campo; secondo si può permettere di onoraria del suo collega Campione del mondo Diego comprare i migliori e addirittura CR7 il Armando Maradona. migliore al mondo da 30 milioni 30; perché è - Allora, facciamo una Enciclopedia del calcio? - strategica e, nonostante stia vincendo il suo Nooooo, questo mi pare troppo. - Non poteva ottavo scudetto consecutivo, sta già esserci risposta diversa da parte di chi è pianificando la campagna acquisti per le cresciuto nei ragazzi del ed è poi passato prossime stagioni. Nel contempo le altre, 25 L'INTERVISTA

dietro, dormono. - Per questo il Napoli alla fine è sempre secondo? - Certo. Fermo restando che per questo Napoli il secondo posto è un successo, tutti sanno che solo ai tempi di Maradona si vincevano gli scudetti. Lo scorso anno c'era stata la possibilità di arrivare in alto o almeno di tentare: bastava rinforzare la squadra a gennaio. Non si è avuto il coraggio o le possibilità di andare sul mercato e ci si è accontentati, si fa per dire, del secondo posto. Pur sempre un gran risultato, ripeto. - Diciamo, quindi, che Ancelotti non basta. - Ancelotti ha preso la squadra dopo tre anni di Sarri che, diciamolo, era più integralista nel senso che ha sempre insistito sul solito schema e i soliti uomini e ha messo in carriera gli onorevoli secondi posti ai quali si accennava prima. Ancelotti da quando è arrivato, in ossequio anche alle richieste della Società, da cinque sei anni, dai tempi di Mazzarri e ha subito cercato di valorizzare tutti. Si sono poi Benitez, ha vinto una Supercoppa e da finalmente visti anche i Ruiz, Hysaj, Milik, tre anni arriva seconda. Tanto di cappello, ma sta pagando lo scotto di quelli che io ma bisogna riconoscere che a Napoli chiamo i figli di Benitez. Mi riferisco non vogliono lo scudetto. Vogliono quel passo in solo ad Hamsik che se ne è già andato, ma più che al momento il Presidente non fa anche a Callejon, Albiol, Mertens e via perché lui, certo a ragione, guarda ai conti dicendo. - È tempo di ringiovanire. Tempi duri della Società che non vuole ritorni al per il presidente. - Parliamoci chiaro: Napoli è passato. - Può essere proprio l'allenatore da anni l'anti Juve. Non è cosa da poco. Se tu italiano più quotato al mondo a significare il pensi che Milan e Inter arrancano e la Roma vero valore aggiunto per la squadra al via del fa fatica a stare in alto. De Laurentiis ha dato prossimo campionato. - Al momento una identità alla Società e alla squadra che Ancelotti ha fatto quel che voleva il Presidente e non aveva fatto Sarri: valorizzazione del patrimonio giocatori della Società. Non poco. Penso anche a Malcuit. - Quindi l'Ancelotti napoletano ... - Il curriculum parla per lui: ha vinto in Italia, in Inghilterra, in Spagna, in Francia, in Germania. Però allenare il Napoli è una cosa diversa. Il Paris Saint Germain non aveva bisogno di Ancelotti: vinceva già alla 26 grande. Anche il Bayern di Monaco vinceva alla Juve e di questo bisogna dargli merito. - prima e dopo di lui. Sono talmente grandi le Ai tuoi tempi i Presidenti erano chiamati distanze da queste Squadre e, ripeto, da (firmato ndr) "ricchi scemi": queste Società nei confronti di tutte le altre, grandi amministratori delle loro aziende, mani in casa e in Europa, che l'allenatore conta bucate, diciamo così, quando si interessavano come gli altri. A Napoli, invece, per delle Società di calcio, piccole o grandi. Oggi confermare il secondo posto e pensare in tutt'altra impresa e tutt'altri imprenditori. - grande, ci vuole la bravura della Società, Non ricchi scemi, ma benefattori dello certo, ma anche la bravura dell'allenatore. sport. Mi vengono in mente i Colombo, i Proprio sotto questo aspetto Ancelotti è la Fraizzoli, i Farina, gli Agnelli: imprenditori persona giusta. Non esito a dire che è una che facevano i Presidenti per i colori non vera e propria garanzia. A lui il compito di solo sportivi della propria città. Ci dimostrarlo. - ... se a gennaio fosse arrivato mettevano del proprio perché potevano Piatek, forse si poteva giocare d'anticipo sul contare solo sugli abbonamenti e qualche rinnovamento. - Il Napoli mi risulta che è "réclame" (sponsor e pubblicità verranno stato sulle tracce di Piatek. Il problema è che dopo) da parte di amici e appassionati che trenta o quaranta milioni di euro De poi diventavano soci sostenitori. Oggi oltre Laurentiis a gennaio non li spende: deve fare agli abbonati ci sono i diritti TV, gli impianti uscire Mertens e qualche altro giocatore di e stadi di proprietà che consentono di pregio per far quadrare i conti. Peraltro non sottoscrivere contratti pubblicitari è un mistero che a Napoli lo incolpano di pluriennali e multimiliardari. Tanti soldi, avere il braccino corto. - Un po' ingeneroso calciatori con contratti fuori controllo, ma tacciarlo di braccino corto. Da un neofita del pronti a lasciare in qualsiasi momento, calcio, forse ci si aspettava di meno. - Su questo anche durante il campionato, a fronte di hai perfettamente ragione. Quando ha proposte faraoniche. - Meglio quando si stava venduto giocatori come Lavezzi, come peggio, si fa per dire. - Ai miei tempi non solo i Cavani, come Higuain ha sempre mantenuto giornalisti, ma anche i tifosi entravano nello la rosa a livelli di eccellenza. Seconda solo spogliatoio. Il calcio era calore e passione e, 27 L'INTERVISTA

lo confermo, anche attaccamento e appartenenza alla maglia e alla Società. Oggi si parla di calciatori di ventura. Però non voglio apparire troppo fuori tempo. Per i calciatori che guadagnano di più, meglio per loro. Diciamo che quanto a rapporti umani ... ci sarebbe da discuterne. - ... a proposito di ventura con V maiuscola: come la mettiamo con la Nazionale? - Mancini è la scelta giusta, la migliore. Per esperienza e tanto altro. È chiaro che è normale che conosca il calcio, sarebbe anormale se non lo conoscesse. La macchina da riavviare è arrugginita e non è sbagliato puntare sui giovani. Ci sono giocatori come Verratti, Zaniolo, Romagnoli, Chiesa che sono già fuoriclasse. Chiaro che ci vuole pazienza e saperli far crescere. - Si può davvero mettere insieme una vera Nazionale senza i cosiddetti Senatori? - Chiaro che l'esperienza è fondamentale. Si cresce imparando dagli errori che si commettono. Io ho costruito la carriera imparando proprio dagli errori. - In Nazionale, però, non si può sbagliare. - Hai perfettamente ragione. Da qui però si deve partire ... - Magari anche da Balotelli, che non è più un ragazzino. - Io, sinceramente, non sono un fan di Balotelli. Balotelli però ha una fortuna. Noi abbiamo bravi portieri perché la nostra scuola è tornata grande. Difensori e centrocampisti ce ne possono anche essere, anche bravi. Il problema è che non ci sono attaccanti. Tanto che oggi, tanto in campionato che in Nazionale, va di moda il "falso 9". Mancini ha fatto giocare Insigne centravanti. Non avendo punte, può servire anche Balotelli. - Detto della Nazionale, non possiamo tacere sulla VAR. - Per me al momento è usata male. Poteva esser indispensabile sul fuorigioco, ma oggi la si usa secondo discrezione di chi è designato, senza regole. Si ignorano o si scoprono contatti in area al limite del regolamento. - In sostanza: da eliminare o da migliorare. - Indietro non si torna. Certamente da migliorare e mi auguro lo si faccia al più presto. - Calciatore, dirigente, amministratore e infine manager televisivo di TV private e opinionista in RAI, come giudichi il calcio spettacolo in TV? - Vedo stanchezza in giro. Gli spettatori e tanto più i tifosi rincorrono sempre più l'evento. Certe trasmissioni e rubriche andranno a scomparire e, non sempre, saranno 28 sostituite. - Visto che a Piacenza hai fatto il La carriera del campione del mondo Direttore sportivo, cosa pensi del 20 a 0 in serie FULVIO COLLOVATI - Nasce a Teoz C. - Io non grido allo scandalo e alla (Friuli) il 9 maggio 1957. Giovanissimo, si vergogna dei ragazzini che comunque vanno trasferisce a Milano. Si narra che a vederlo in campo quando qualcuno li chiama. Lo mentre giocava sul campo della Parrocchia di scandalo è che ormai da anni la Federazione Limbiate fu nientemeno che Giovanni non controlla le iscrizioni delle Società, Trapattoni. Dal 1970 passa alle giovanili del arrivando ad accettare fideiussioni false e Milan per debuttare in serie A nel 1976. Sotto dichiarazioni e documenti fasulli. Naturale la guida di Pippo Marchioro vince la sua conseguenza: fallimenti di ogni genere, prima . Gioca 158 partite (3 gol). campionati da dimenticare, tifoserie prese Resta al Milan anche quando retrocede in B per i fondelli, squadre un tempo gloriose una prima volta, ma non la seconda volta impietosamente retrocesse fra i dilettanti. quando, conquistata la Coppa Rimet nel 1982, Occorrono nuove regole, anche fiscali, per decide di passare all'Inter. 109 le partite in un calcio più gradito ai tifosi, dal sud al nerazzurro (3 gol). Nel 1986 passa nord. - Largo ai cinesi ... - Non sono un all'Udinese (un anno 20 partite 2 gol) poi alla economista. Credo di capire che i cinesi non Roma per tre stagioni (45 partite 1 gol), quindi sono gli arabi che danno l'impressione di al Genoa (72 partite 0 gol) fino al 1993 fare sfoggio della loro ricchezza anche a quando smette di giocare. In "Carriera" ha dispetto dei risultati economici. Dalla Cina, vestito 8 volte (0 gol) la maglia della come stiamo vedendo a Milano, arrivano Nazionale U21 e 50 volte (3 gol) quella della imprenditori intenzionati a investire e a Nazionale maggiore conquistando nel 1982 in seguire i loro business, sia che si tratti di Spagna il Titolo di Campione del mondo. Dal imprese commerciali che di Società sportive 2001 al 2004 è stato Direttore sportivo del come quelle di calcio. Il nostro campionato Piacenza. Come comproprietario e dirigente ha in Cina è seguitissimo e il ritorno gestito la Pro Patria in serie C. Da anni in pubblicitario garantito. veste di manager dirige aziende televisive private (Canale Italia, Telenord, Odeon TV e Avevo chiesto sincerità: missione compiuta. Grazie. altre). Collaboratore RAI ( Notti mondiali, Quanto ai cinesi, un tempo più noti come "pericolo DS, telecronache, Quelli che il calcio). Nella sua giallo", penso che ... avremo modo di riparlarne. attività imprenditoriale è affiancato dalla moglie signora Caterina Cimmino, conduttrice TV. Col Milan ha conquistato uno Scudetto, una Coppa Italia, un Campionato di serie B, una Mitropa Cup. Nel 1982 è Campione del Mondo. Nel dicembre 2017 viene insignito del Collare d'oro al Merito sportivo. In carriera ha avuto come allenatori Pippo Marchioro, , Mario Corso, Franco Scoglio, e Enzo Bearzot. 29 LA SFIDA Napoli - Juve: Una rivalità innita Una gara mai banale, molto sentita dalle due tifoserie ma priva di significato per la classifica, con gli ottavi di Europa League alle porte di Bruno Marchionibus A Fuorigrotta i rivali per eccellenza Fermare la Juventus e contrattaccare Quella tra Napoli e Juventus non è solo una partita Dal punto di vista tattico la Juventus, sotto la di calcio. È la sfida tra due filosofie e di modi di porsi gestione di Allegri, si è rivelata camaleontica e alla vita totalmente agli antipodi, l'incontro tra due capace di adattarsi a più sistemi di gioco. CR7 si sta città, l'una bagnata da un fiume e l'altra abbracciata dimostrando senza dubbio l'uomo in più per i dal mare, quanto mai differenti anche se ugualmente bianconeri, ed il supporto di uomini quali centrali nella storia d'Italia. La squadra bianconera, Mandzukic, Dybala, Bernardeschi e Douglas Costa al San Paolo, è da sempre accolta come l'avversario non può che aumentare il potenziale del portoghese. per eccellenza, ed anche per la Vecchia Signora la Il Napoli, dunque, dovrà essere innanzitutto bravo a rivalità con i partenopei si è decisamente accentuata disinnescare le tante soluzioni offensive della negli ultimi anni, nel corso dei quali gli azzurri si Juventus grazie alla solidità del suo 4-4-2, che nel sono rivelati gli unici ad essere in grado di tener corso del campionato ha regalato stabilità ed seriamente testa alla Juve, fino ad arrivare allo scorso torneo, quando solo la controversa ed ormai celebre partita di San Siro spense i sogni Tricolore APOLI UVENTUS napoletani. È anche per il ricordo ancora fresco del N - J finale di stagione passato che i ragazzi di Ancelotti CAMPIONATO – SERIE A saranno senza dubbio motivati al massimo nel GIRONE DI RITORNO cercare di battere la corazzata juventina, 7^ GIORNATA “vendicando” anche lo 0 a 1 dell'ultimo campionato, firmato dal “core 'ngrato” Higuain.

GHOULAM ZIELINSKI MERET KOULIBALY

FABIAN RUIZ MAKSIMOVIC INSIGNE

ALLAN HYSAJ

MILIK ST ADIO SAN P MANDZUKIC

MATUIDI APOLI N AOLO ALLENATORE AANCELOTTI

STADIO SAN PAOLO - 03 MARZO 2019 - ORE 20.30

30 equilibrio agli azzurri, per poi provare a punire la r e t r o g u a r d i a av ve r s a r i a c o n l ' e s t r o e l'imprevedibilità dei suoi giocatori più talentuosi come Insigne, ed all'intelligenza tattica di elementi come Callejon, che nel passato ha più volte punito la Signora con i suoi celeberrimi tagli. NAPOLI - JUVENTUS JUVENTUS ALLENATORE ALLEGRI

ZIELINSKI Precedenti in parità per i due tecnici INSIGNE Non sono molti i precedenti tra Ancelotti ed Allegri, dal momento che la carriera del mister DYBALA livornese è decollata proprio quando l'allenatore

RONALDO BENTANCUR CANCELO della “Decima” del Real ha temporaneamente salutato la Serie A per cominciare il suo peregrinare MANDZUKIC PJANIC BONUCCI tra i massimi campionati europei, che l'ha portato ad arricchire il proprio palmarés con titoli nazionali ed MATUIDI CHIELLINI SZCZESNY internazionali alla guida di squadre di quattro Paesi diversi. Sono solo tre, infatti, le volte in cui il tecnico ALEX SANDRO JUVENTUS 4-3-3 emiliano ha incrociato sulla sua strada quello della Juve, ed il bilancio è in perfetta parità, con una vittoria in favore di Ancelotti ed un pareggio nella stagione 2008/09, quando Carletto guidava il Milan e Max il Cagliari, ed il successo in favore di Allegri dello scorso 29 settembre. Una parità perfetta, STADIO SAN PAOLO - 03 MARZO 2019 - ORE 20.30 questa, che potrebbe spezzarsi proprio nella notte del San Paolo. 31

LA COPERTINA

Ancelotti ed Allegri dal centrocampo alla panchina di Marco Boscia Due stili diversi ma convergenti nella ricerca della vittoria. L'emiliano ed il toscano di fronte per una sfida mai banale

n passato da centrali di centrocampo ed un presente da allenatori di due tra i club più Uprestigiosi d'Italia: Napoli e Juventus. Il primo, , a 16 anni, grazie alle innate qualità, espresse già con la maglia del Reggiolo, approda a Parma, dove esplode grazie all'avvento in panchina di . Viene reinventato trequartista, ruolo che lo porterà a fare le fortune dei gialloblù e che gli permetterà di disputare una gloriosa carriera nelle file di Roma prima e Milan poi. Il secondo, “Quando smetterò mi dovranno , ha una carriera meno brillante e spiegare cosa vuol dire giocare bene. Se cambia più volte casacca prima di essere notato da Pierpaolo vogliamo divertirci possiamo giocare Marino nel 1991, allora dirigente del Pescara. Max viene per quello, però poi se non si vince allenato da quello che poi definirà il suo maestro, Giovanni qualcuno si lamenterebbe. Nell'albo Galeone: debutta in massima serie e dimostra anch'egli di essere un ottimo centrocampista centrale con spiccate d'oro viene ricordato chi vince, non chi proprietà offensive. Dopo stagioni con il Cagliari, il Perugia gioca meglio. A me piace vincere, anche ed il Padova, disputa le sue ultime partite in massima serie se si gioca male proprio con la maglia del Napoli. Chiude la carriera in Serie D Massimiliano Allegri con l'Aglianese. Divenuti allenatori, dimostrano di essere meno maniacali di altri ma con una magnifica capacità di gestire la rosa ed i grandi campioni: amano far ruotare i “Ci sono diversi modi per calciatori, sfruttando l'intero organico a arrivare alla vittoria, ma se propria disposizione. Apparentemente giochi bene senz'altro è più simili, ma invece profondamente diversi: silenzioso, pacato e “leader facile vincere. Il mio calmo” Carlo, più frizzante e fumantino obiettivo è quello, far Max. Entrambi uomini di stile e sempre giocare bene la squadra, far eleganti nel vestire, ma se da un lato rendere al massimo i miei Ancelotti mantiene il suo “aplomb” anche dinanzi le telecamere, non sempre calciatori Allegri riesce a contenersi, finendo in Carlo Ancelotti qualche occasione per esagerare. Così diversi, così uguali, Ancelotti ed Allegri sono nati per vincere. 33 LA COPERTINA Ancelotti I Signori della panchina

A N C E L O T T I : I L P I Ù VINCENTE A CUI MANCA L'EUROPA LEAGUE opo essere stato il vice di in nazionale ai mondiali Ddel 1994, comincia la sua carriera da allenatore con la Reggiana in Serie B. Passa poi al Parma, dove resta per due anni. Tra il 1999 ed il 2001 allena la Juventus, con due secondi posti, e nelle successive otto stagioni si consacra con il Milan, con cui vince praticamente tutto. Attira quindi le attenzioni dei più grandi club europei, allenando in ordine Chelsea, Psg, Real Madrid e Bayer Monaco prima di arrivare al Napoli la scorsa estate. É considerato uno dei migliori allenatori al mondo: soprannominato Carlo Magno dalla stampa spagnola, nel 2014 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano. In carriera ha vinto: 1 Coppa Italia, 1 Campionato italiano, 1 Supercoppa italiana, 1 Community Shield, 1 Premier League, 1 Fa Cup, 1 Ligue 1, 1 Coppa del Re in Spagna, 2 Supercoppe di Germania, 1 Bundesliga, 3 Champions League, 3 Supercoppe europee e 2 mondiali per club, 1 Coppa Intertoto. Carlo Ancelotti: nato a Reggiolo, età 59 anni, altezza 179 cm, peso 81 kg 34 Foto Mosca Allegri di Marco Boscia con la vittoria nel dna

ALLEGRI: IL TOSCANO CHE GRAZIE A RONALDO SOGNA LA CHAMPIONS i n c e c o n l ' A g l i a n e s e , d a calciatore, il campionato di Serie VD nel 2002, venendo assunto come allenatore per la stagione successiva. Gavetta sulle panchine di Spal, Grosseto e Lecco nei cinque anni successivi. Approda nel 2007 al Sassuolo, raggiungendo la storica prima promozione in Serie B del club. Lo chiama il Cagliari ed in due anni raggiunge altrettante salvezze. In Sardegna lo chiama il Milan, che gli affida la panchina nel 2010. Dopo quattro ottime stagioni, vince uno scudetto con i rossoneri, arriva alla Juventus per sostituire . È l'unico tecnico ad aver raggiunto un double nazionale (coppa e campionato con la Juve) per quattro stagioni consecutive. In carriera ha vinto: 1 Campionato italiano di Serie C1, 1 Supercoppa di Serie C1, 5 Campionati italiani, 3 Supercoppe italiane e 4 Coppe Italia. Dopo aver raggiunto due finali di Champions League, poi perse, sogna di consacrarsi definitivamente al di fuori dei confini nazionali. Massimiliano Allegri: nato a Livorno, età 51 anni, altezza 183 cm, peso 75 kg 35 Via Gian Lorenzo Bernini, 68, 80129 Napoli NA Tel. 081 558 1970 Aperto dal lunedì al sabato dalle 09.00 alle 22.00 L'APPROFONDIMENTO Napoli – Juve La sda più difcile è quella dei numeri di Francesco Marchionibus a partita tra Napoli e Juventus Il De Laurentiis pensiero: rappresenta oramai da anni la Lprincipale sfida di vertice del calcio “Forse non riusciremo a battere la italiano, ed infatti a prendere in esame la classifica complessiva degli ultimi dieci Juventus, chi lo sa, ma con quel campionati ci si rende conto che alle spalle dei fatturato dieci scudetti li avrei vinti “cannibali” bianconeri, avviati con ogni anch'io probabilità verso l'ottavo titolo consecutivo, si trova proprio la squadra azzurra. La distanza in “Vincere i campionati è difficilissimo, termini di punti tra Juve e Napoli nell'ultimo ma anche continuare a fare meglio di decennio è senz'altro notevole (ad oggi di poco club come l'Inter e il Milan. Sono superiore ai novanta), ma considerando l'ampio società forti, che investono, fanno più arco di tempo preso in esame non è poi così incassi di noi allo stadio, eppure noi abissale. Laddove invece il divario tra le due società aumenta enormemente è dal punto di siamo davanti in classifica vista economico/finanziario. È cosa nota che i bilanci dei bianconeri presentino mediamente “Oggi il Napoli fattura un terzo della ricavi almeno doppi rispetto a quelli della Juve, ma i nostri c o n t i s o n o società partenopea, e che la Juventus può migliori dei l o r o . L a permettersi di pagare ai propri giocatori Juventus p e r ò ingaggi che sono per la quasi totalità al di fuori appartie ne alla della portata del Napoli (basti pensare che famigli a p i ù Bernardeschi, riserva bianconera, percepisce circa 4 milioni all'anno, così come solo alcuni dei potente d'Italia titolari azzurri). Ma questo è solo l'aspetto più da 100 anni evidente ed immediato dello strapotere economico/finanziario della società juventina, che rispetto al Napoli può beneficiare di un altro fattore decisivo, che le ha consentito di effettuare l'acquisto monstre di CR7 e che le da la possibilità di provare ad avvicinarsi ai top clubs europei: la Juventus ha una grossa capacità di attirare risorse finanziarie, indispensabili per elevare il livello degli 37 L'APPROFONDIMENTO

investimenti e dunque, in un circolo virtuoso, migliorare ulteriormente i risultati sportivi. Basti pensare che la società bianconera (che è quotata in borsa) al solo diffondersi delle voci sull'acquisto di Ronaldo ha registrato un aumento di valore delle proprie azioni di oltre il 100%, e in due mesi ha visto accresciuto di oltre 800 milioni il proprio valore di borsa. È poi recentissima la notizia dell'emissione da parte della Juventus di un bond per 175 milioni di euro: in pratica la società bianconera per poter ulteriormente potenziare la squadra ha emesso titoli di debito, raccogliendo in cambio liquidità dai sottoscrittori dei titoli che prevedono la restituzione delle somme dopo cinque anni con un tasso di interesse. E se pensiamo che il bond Juventus ha avuto tra Europa e Asia ordini per un ammontare superiore a 250 milioni, comprendiamo appieno come la società bianconera rappresenti (per prestigio, dimensioni e potenza economica) una opportunità di investimento estremamente appetita sul mercato finanziario, dal quale ha la possibilità di attingere cospicue risorse. Purtroppo, la capacità di attrarre investimenti del Napoli (che peraltro non è una società quotata in borsa) è di gran lunga inferiore rispetto a quella bianconera: per preparare il prossimo mercato, la società azzurra ha reperito (e reperirà) risorse incassando da alcune cessioni e alleggerendo il monte ingaggi. Si tratta insomma di un confronto tra Davide e Golia, in cui il Napoli per competere deve seguire necessariamente la via molto complicata di cedere giocatori, mantenendo nello stesso tempo elevata la cifra tecnica della squadra. In questo contesto, il merito della società azzurra è evidente: se lo strapotere economico della Juventus non si è tradotto in un analogo strapotere tecnico/sportivo, è stato negli ultimi anni prevalentemente per merito del Napoli e dei criteri di conduzione e gestione della società azzurra che, sebbene spesso criticati, hanno consentito di mantenere nel tempo la squadra partenopea ad alti livelli di competitività. Ed in questo senso, considerando la diversa portata economica e la diversa “forza complessiva” delle due società, il fatto di avere comunque vinto nell'ultimo decennio tre trofei (di cui due proprio contro i bianconeri) e di avere sfiorato nella passata stagione la conquista del campionato deve rappresentare, oltre che un motivo di soddisfazione ed orgoglio, anche la base di partenza per non arrendersi e provarci ancora nel futuro. 38 CENNAMO A R R E D A M E N T I

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Napoli – Juventus è l'occasione per stilare un primo bilancio Al Circolo Nautico Posillipo per parlare del Napoli, di Ancelotti, dell'Europa League e di una partita sempre tanto attesa di Giovanni Gaudiano

apoli – Juventus non è stata, non è oggi e non sarà mai una partita banale. A volte la tifoseria partenopea attribuisce a questo confronto un'importanza esagerata che non tiene conto della Nposizione occupata in classifica dalle due squadre. In ogni caso resta una partita di cartello, come si diceva quando non esisteva l'attuale calcio spezzatino ma tutte le partite si giocavano di pomeriggio in contemporanea. L'occasione è stata quindi propizia per pensare di raccogliere qualche parere alla vigilia, facendolo magari al Circolo Posillipo, un ambiente dove si respira sport, passione, competenza e disponibilità al dialogo, grazie anche all’ illuminata presidenza di Vincenzo Semeraro. Cinque domande per inquadrare la stagione calcistica, il lavoro di Carlo Ancelotti e la partita. Eccole:

1 – Gli scudetti a ripetizione della Juventus hanno affievolito l'interesse per il campionato? 2 – Quale per lei negli anni il Napoli più bello contro la Juve al San Paolo? 3 – Cosa ne pensa del lavoro di Ancelotti sino ad ora? 4 – Come si concluderà Napoli – Juve stasera? 5 – Può il Napoli raggiungere la finale di Europa League?

40 Vincenzo Semeraro Massimo Costa

Ex Imprenditore e Presidente del Circolo Medico, primario dell'Ospedale Cardarelli Posillipo dal 2017 e socio del circolo

1)Sì. È evidente che questa continuità di vittorie 1)Di fatto sì. Se c'è una squadra che vince hanno finito per rendere la competizione poco costantemente e lo fa con un distacco affascinante e quindi è calato l'interesse del consistente a metà campionato, l'interesse tende pubblico. 2)Non sono particolarmente tifoso di a scemare. Il campionato di calcio è bello calcio. Ho praticato altri sport e mi sono quando c'è l'incertezza. 2)Vorrei ricordare dedicato da dirigente ad altre discipline. Seguo quando vincemmo con la punizione di le vicende del calcio e del Napoli ma non ho un Maradona nel 1985. Un'invenzione assoluta ricordo particolare di una partita. 3)Ancelotti e degna del grandissimo campione che è stato De Laurentiis stanno facendo il massimo l'argentino. 3)Ancelotti è un grande tecnico, possibile con i mezzi a disposizione che non preparato, esperto. Ha cercato di valorizzare al sono paragonabili a quelli della Juventus. meglio l'intera rosa che De Laurentiis gli ha I n o l t r e To r i n o p u ò c o n t a r e s u u n a messo a disposizione. Mi sento di dire che la organizzazione perfetta. 4)Mi auguro che vinca prima stagione è da ritenere comunque positiva. il Napoli per la città, per i tifosi ed anche nella 4)Speriamo di vincere per dare una speranza che si possa ridare un minimo di soddisfazione alla intera città. Ricordo che interesse al campionato. 5)Non sarà facile. Le storicamente una vittoria sulla Juve compensa competizioni interazionali presentano difficoltà le difficoltà di un'intera stagione. 5)Credo e insidie difficili da valutare a priori. La squadra proprio di sì. Se si riesce a mantenere la lucidità avrebbe i numeri per raggiungere il traguardo e la calma, il Napoli ce la può fare ed a quel punto ed Ancelotti ha l'esperienza necessaria. Mi per molti la valutazione sulla prima stagione di auguro che ce la faccia. Ancelotti cambierebbe completamente. 41 LE IDEE

Nunzia Marciano Francesco Rispoli

Giornalista, scrittrice e responsabile Avvocato, Responsabile per i rapporti con dell'Area Comunicazione le Istituzioni

1)Penso che più che l'interesse si sia affievolito 1)Penso proprio di sì. Il dominio di questa lo spirito agonistico con cui si gioca. La squadra squadra non si era mai visto se si considera che mostra la sua professionalità scendendo in perdono raramente. 2)Il mio ricordo più bello si campo sempre per vincere. Per quanto riguarda riferisce al periodo in cui il Napoli giocava al i tifosi, hanno la sensazione che esista un Vomero. Il 20 aprile del 1958 gli azzurri campionato a doppia velocità. 2)Ricordo il 2 a 0 batterono la Juventus 4 a 3 con un gol in mischia del 2014 con la Juventus imbattuta in di Bertucco al 42' del secondo tempo. Fu una campionato sino a quel momento. Ero allo partita epocale. Ero piccolino e ricordo che per stadio e quello che mi stupì fu l'incredulità dei guardare la partita stavo in piedi su uno tifosi. 3)È un grandissimo allenatore. A Napoli sgabello. Era un altro calcio. 3)Forse ad oggi è partito da quanto fatto dal suo predecessore quella di Sarri era andata un tantino meglio. La per poi cambiare. Ha operato dei cambiamenti di squadra di Ancelotti gioca ma sta attraversando formazione continui, è stata una sorpresa per un periodo non fortunato. Ancelotti sta tutti. Non parlerei, come altri, di una stagione rivalutando tutta la rosa come voleva De fallimentare. 4)È una partita secca, spero si Laurentiis. 4)Mi auguro che il Napoli vinca. La possa replicare quel 2 a 0 e mi aspetto un San Juve non è simpatica e poi la squadra lo Paolo strapieno. 5)Il Napoli può fare un meriterebbe. 5)Riconosco che Ancelotti è un cammino importante in Europa League e un leader e se la squadra lo seguirà con un po' più di buon risultato in campo internazionale attenzione e maggiore determinazione il Napoli inciderebbe sulla valutazione finale della può fare molta strada. Il sorteggio che ci vede stagione. opposti al Salisburgo è stato benevolo. 42 Filippo Smaldone Marco De Ruggiero

Agente di commercio, Resp. dei rapporti Ex dirigente di azienda, con i soci e delle sezioni cultura e musica socio del Circolo

1)Credo che più che la Juventus sia la 1)Certamente sì, rovescerei però il problema. televisione ad avere inciso sull'interesse Credo che i costi e la gestione dei giocatori generale. Ero abbonato quando si giocava di hanno bisogno di disponibilità che solo le domenica, era un appuntamento che si grandi aziende, i grandi marchi, possono attendeva e che si poteva programmare. sostenere. La Juventus è quindi di fatto l'unica 2)L'inaugurazione del San Paolo nel 1959 che società di calcio italiana che può competere a coincise con una vittoria proprio contro la livello internazionale. 2)Quello dei tempi di Juventus per 2 a 1. In quell'occasione andai allo Maradona, quando la società riuscì ad avvalersi stadio con mio fratello, che era più grande di me, oltre che di giocatori impor tanti di e il ricordo è ancora vivo oggi. 3)Credo che un'organizzazione efficiente. Questo non è il Ancelotti sia un ottimo allenatore e che abbia sistema adottato da De Laurentiis, anche se con trovato una squadra con un modulo ben preciso l'arrivo di Ancelotti qualcosa potrebbe e che stia facendo fare al Napoli un passo in cambiare. 3)Fa un buon fuoco con la legna di cui avanti. 4)Spero che il Napoli possa restituire ai dispone. Riesce con una rosa di medio livello bianconeri l' 1 a 0 dello scorso anno che gli grazie alla sua esperienza ad ottenere dei buoni azzurri non riuscirono a recuperare. risultati. 4)Credo che il Napoli stia 5)Bisognerà vedere gli incroci che il sorteggio attraversando un periodo di scarsa condizione proporrà. Il Napoli a mio parere ha quella atletica. Alla fine andrebbe bene anche non struttura e quell'organizzazione tali da potersi perdere. 5)Non saprei dirlo. Penso che sia battere con le squadre più importanti ancora in necessario avere in rosa tutti giocatori di buon corsa. livello ed almeno un paio di fuoriclasse . 43

LA STRADA PER BAKU

Tutti a Salisburgo di Lorenzo Gaudiano Patria di Mozart e sede di importanti monumenti in Barocco italiano, la “Roma delle Alpi” con la sua squadra divide il Napoli dai quarti di finale di Europa League

a passeggiata a Zurigo si è rivelata Salisburgo, la “Roma delle Alpi” particolarmente piacevole visto il Dietro al soprannome “Roma delle Alpi” si cela Lrisultato. Dalla città elvetica, la storia di una città che oggi conta circa 152 percorrendo 450 km ad est, ci si trova in mila abitanti. In un primo momento Austria, al confine con la Germania. Salisburgo, insediamento di tribù celtiche ed illiriche, nel I una splendida città, è pronta ad accogliere il d.C. Salisburgo, conosciuta allora come Napoli, alla sua seconda tappa in questo Juvavum, da semplice oppidum romano fu affascinante e tortuoso viaggio europeo. Il elevata a municipio per volere dell'imperatore percorso della squadra di Ancelotti in Europa Claudio. Successivamente le devastazioni League è partito nel migliore dei modi con due barbariche, poi una nuova fondazione nel 696 discrete prestazioni contro una squadra con protagonista il vescovo di Worms Rupert comunque decisamente inferiore sulla carta. Il von Salzburg, che diede alla nuova città proprio capolinea Baku, nel lontano Azerbaijan, però è il nome Salzburg, ossia città del sale. Principato ancora lontano. Per raggiungerlo, le partite da a partire dal XIII secolo, Salisburgo ha visto nei disputare saranno tante, almeno sei, soprattutto secoli successivi crescere il suo prestigio grazie contro avversari a mano a mano sempre più ad arcivescovi che, impressionati dallo sfarzo forti e blasonati. della Roma pontificia dell'epoca, convocarono

45 LA STRADA PER BAKU

alla loro corte architetti ed artisti italiani per riprodurre lo splendore della sede della cristianità. Così edifici, chiese e giardini furono realizzati in stile Barocco, che ancora oggi caratterizza in maniera unica questa città. Infine, l'annessione all'Austria nel 1816 e la Seconda Guerra Mondiale, con l'ingresso delle truppe tedesche determinate a dettare legge, l'arresto dei cittadini ebrei e degli oppositori politici e i 15 bombardamenti di aerei americani. Si tratta, quindi, di una storia caratterizzata da momenti non solo bui ma anche illustri, ambientati nella suggestiva cornice delle Alpi e del fiume Salzach, che costituiscono un panorama meraviglioso, immune allo scorrere del tempo e sempre affascinante da ammirare.

Il Barocco italiano, Mozart e la ricca cultura Meta d'interesse per una visita, Salisburgo si presta per una trasferta non solo sportiva. Il centro storico, ad esempio, nel 1997 è stato dichiarato dall'UNESCO patrimonio universale della cultura per i suoi numerosi luoghi di interesse. Il castello di Mirabell, fatto costruire dal vescovo Wolf Dietrich von Raitenau per la

46 sua concubina Salomé von Alt, splendido per i suoi scenografici giardini all'italiana ornati con statue che rappresentano eroi dell'antichità; il Duomo, risalente all'VIII secolo e riedificato nel 1600 da Santino Solari su ordine del principe- vescovo Markus Sittikus, che favorì così nella città austriaca la penetrazione del Barocco italiano; il Castello di Hellbrunn, famoso per i sue fontane ed i loro giochi d’acqua, residenza Una gara da non sottovalutare estiva voluta sempre dal principe-vescovo, Rispetto ai sedicesimi, il Napoli in questi ottavi costituiscono soltanto una parte del ricco di finale di E. L. affronterà il Salisburgo prima al patrimonio culturale che ha da offrire San Paolo, poi alla Red Bull Arena. La gita Salisburgo, nota soprattutto in quanto patria necessiterà di un buon risultato d'andata per del più grande genio della musica classica di essere vissuta senza particolari patemi. tutti i tempi: Wolfgang Amedeus Mozart, che L'avversario non andrà assolutamente dà il nome tra l'altro ad una delle più importanti sottovalutato, considerando che nella passata accademie europee di musica, a caffè, ristoranti stagione la Lazio fu eliminata dalla e alle squisite sfere di cioccolato farcite di competizione proprio dagli austriaci. La marzapane. Questa località affascinante, superiorità del Napoli è evidente, ma seducente e, soprattutto, magica può l'importante sarà affrontare la sfida con rappresentare per il tifoso-turista partenopeo personalità e determinazione per incrementare una splendida meta magari bagnata da un i proventi societari e, soprattutto, continuare ad risultato positivo per i propri colori. accumulare punti utili al ranking europeo.

47 LA PRESENTAZIONE

Napoli – Red Bull Salisburgo: si comincia al San Paolo di Marco Boscia Gli azzurri, per accedere ai quarti di finale, sono attesi da una prova importante contro un avversario non semplice da battere

Le difficoltà per gli Azzurri

N o n s a r à s e m p l i c e affrontare il Salisburgo, squadra che negli ultimi anni si è affermata, oltre che in campionato, anche in Europa League. Unica f o r m a z i o n e a d a ve r superato tre volte il p r o p r i o g i r o n e a p u n t e g g i o p i e n o , riuscendovi nelle stagioni 2009-2010, 2013-2014 ed La Red Bull Arena di Salisburgo in quella in corso, dove ha battuto Celtic, Lipsia e Rosenborg. Ai sedicesimi Quali formazioni al San Paolo? di finale ha poi eliminato il Club Brugge: dopo Napoli e Salisburgo si schierano a specchio: aver perso 2 a 1 in Belgio, il Salisburgo è riuscito partono entrambe da un 4-4-2 che spesso a strapazzare gli avversari al ritorno per 4 a 0 in muta nel corso della partita. Per il Napoli la casa dimostrando la propria pericolosità sul sfida arriva dopo quella di stasera contro la terreno amico. Questo sarà un aspetto da non Juventus, distante troppi punti per poter sottovalutare per gli azzurri, che giovedì si pensare di riaprire la corsa scudetto. Quindi, giocano una fetta importante di qualificazione con l'Europa League divenuta obiettivo tra le mura amiche, visto che gli austriaci non primario, Ancelotti deciderà quasi perdono in casa loro in Europa dal 2016. Il certamente di schierare tutte le frecce a ritorno è previsto infatti il 14 marzo nel disposizione del proprio arco anche giovedì caldissimo Stadion Wals-Siezenheim, sera. Il Salisburgo in campionato si avvia a riconosciuto come Red Bull Arena, da quando la vincere il suo sesto titolo consecutivo e dopo nota azienda di bevande è divenuta proprietaria aver perso in semifinale d'Europa League, contro il del club austriaco. Marsiglia, solo ai supplementari lo scorso anno, vuole certamente ben figurare anche stavolta,

48 stavolta, affidandosi all'estro dell'attuale Red Bull Salisburgo: la maledizione capocannoniere della competizione, il Champions ventiseienne l'israeliano Munas Dabbur, capace di timbrare il cartellino già 7 volte che nelle ultime L'attuale club fu fondato nel 1933 come due stagioni con il Salisburgo ha realizzato Sportverein Austria. Ha poi cambiato diverse volte cinquantacinque reti. nome e colori sociali per motivi legati agli sponsor: l'ultima nel 2005, col passaggio di proprietà alla Red Bull. Questo ha creato non pochi malcontenti fra i tifosi, tanto da spingere i più nostalgici a fondare un'altra squadra con il nome di Sportverein Austria Salzburg, che milita in Regionalliga. Il Salisburgo ha un recente palmarès essendo diventato campione d'Austria 12 volte, di cui 8 nelle ultime 10 stagioni. Questi risultati gli hanno permesso di accedere quasi ogni anno agli spareggi di Champions - da regolamento difatti nessuna squadr a austriaca è ammessa direttamente alla fase a gironi. Sono stati undici i tentativi della compagine austriaca, a cui sono corrisposte altrettante eliminazioni: l'ultima quest'anno contro la Stella Rossa, poi avversario del Napoli nei gironi di Champions.

NAPOLI - RED BULL SALISBURGO

EUROPA LEAGUE GARA D’ANDATA 8° DI FINALE RED BULL SALISBURGO ALLENATORE ROSE

GHOULAM ZIELINSKI MERET KOULIBALY

FABIAN RUIZ MILIK MAKSIMOVIC

ALLAN MALCUIT SCHLAGER DAKA CALLEJON LAINER INSIGNE WOLF DABBUR ST PONGRACIC ADIO SAN P SAMASSEKOU

APOLI JUNUZOVIC ONGUENE WALKE N AOLO ALLENATORE AANCELOTTI ULMER SALISBURGO 4-4-2

RED BULL

STADIO SAN PAOLO - 07 MARZO 2019 - ORE 21.00 49

STORIE NAPOLETANE

Eton Textile Dalla Campania all'Europa L'azienda di famiglia guidata da Ciro Cozzolino, che dai foderami si è specializzata nei tessuti di abbigliamento maschile, ha raggiunto nel corso degli anni una dimensione internazionale dopo aver consolidato quella sul mercato interno di Lorenzo Gaudiano uori fa freddo, un vento forte ha abbassato vertiginosamente la Ftemperatura atmosferica. Entriamo nel deposito di Eton Textile al Cis di Nola ed immediatamente l'accoglienza di Ciro Cozzolino, titolare dell'azienda insieme alla sua famiglia, ci restituisce un po' di calore. Tra le presentazioni di routine, qualche risata e un viaggio nel passato con i vecchi ricordi che straripano come un fiume in piena inizia la passeggeri e di merci ndr). I chiacchierata con il Sig. Ciro, che affabilmente ci m e r a v i g l i o s i t r a n s a t l a n t i c i dedica il suo tempo nonostante l'ennesima Michelangelo e Raffaello, vanto della giornata lavorativa sia giunta al termine. marineria italiana, erano il nostro fiore Ercolanese doc, è proprio con lui che all'occhiello». Quindi da marittimo ad ripercorriamo le origini di un'azienda capace imprenditore. «Mio padre era nel non soltanto di affermarsi sul territorio settore delle pelli, faceva l'ambulante. campano, ma anche di estendere il proprio Io lavoravo sulle navi da crociera, raggio d'azione nei confini sia nazionali che mentre mio fratello Vincenzo era internazionali. «È dal 1975 che sono nel dipendente di concerie. Quando scesi campo dei tessuti. Prima lavoravo per la dalle navi e mio fratello lasciò il settore Società Italia (la compagnia di navigazione di pelletteria, cominciammo ad aiutare di bandiera italiana leader nel trasporto di nostro padre nella sua attività». Da qui comincia la storia di Eton Textile. «Per necessità abbiamo iniziato come ambulanti. Ad Ercolano vendevamo una vasta gamma di tessuti acquistati grazie all'amicizia, alla fiducia e al sostegno di persone del posto. In seguito ci siamo specializzati

51 STORIE NAPOLETANE

nel foderame, perché i fratelli di nostro padre erano grossisti conosciuti e ben introdotti in questo settore. È così che la nostra avventura è cominciata nel nostro primo deposito, un 6x6, ad Ercolano». L'azienda si occupa della produzione e distribuzione di tessuti da uomo. Come ‘‘Vorrei disporre di una mai vi siete specializzati bella palla di cristallo che soltanto nel settore di mi rivelasse che l’anno abbigliamento maschile? prossimo saremo una «Come ho già detto, azienda premiata con prima di dedicarci ai g r o s s i f a t t u r a t i . tessuti ci occupavamo Purtroppo per il vento di di foderami. Nella questi giorni è caduta nostra progressiva dalla scrivania e si è rotta t r a s f o r m a z i o n e c u r a v a m o s i a l ' a b b i g l i a m e n t o maschile che quello femminile. Quest'ultimo, però, portava con sé tanti fattori di rischio a causa delle stampe, dei colori e della moda. Abbiamo preferito intraprendere prevalentemente la strada dell'abbigliamento maschile, dove le percentuali di rischio sono sicuramente più limitate. Del resto, rispetto alla varietà stilistica e cromatica delle donne, gli uomini abitualmente tendono a vestirsi sempre in blu, grigio e nero con trame ricorrenti a quadri o righe. La moda maschile per consuetudine ripropone ciclicamente gli stessi modelli». Questa scelta naturalmente ha pagato. «In Campania e nel territorio nazionale abbiamo costruito il nostro fatturato e nel corso degli anni siamo riusciti grazie alla nostra determinazione ad acquisire una dimensione sempre più europea. Nel mondo dell'imprenditoria è assolutamente vietato fermarsi. Di conseguenza abbiamo dovuto ampliare il nostro raggio d'azione al di fuori dei nostri confini, elevandoci dal nostro status di azienda locale. L'ambizione di crescere non c'è mai mancata e i nostri figli e nipoti in questo senso ci hanno dato una grande mano». Ha parlato di giovani. L'azienda ha

52 saputo far fronte all'evoluzione del settore anche grazie a loro apporto? «Se non ci si adegua al progresso dei tempi, qualcosa poi si paga. Grazie al contributo di forze giovani ed idee nuove siamo riusciti ad affrontare i cambiamenti nel nostro settore in maniera adeguata, riuscendo a dare vigore a quella che si sarebbe potuta trasformare in una mentalità di commercio antico, se non gestita al passo con i tempi. L'alternativa era tornare in quel famoso deposito 6x6 da cui tutto ha avuto inizio». grandi marche, ma le aziende che Obiettivi futuri? «Vorrei disporre di una realizzano ancora un prodotto made in bella palla di cristallo che mi rivelasse che Italy si trovano lì. In Puglia abbiamo aperto l'anno prossimo saremo un'azienda quella vetrina per essere presenti e offrire premiata con grossi fatturati. Purtroppo un servizio che localmente diamo anche in per il vento di questi giorni è caduta dalla Campania». A Bari si è stanziato anche il scrivania e si è rotta». Una curiosità, perché presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Eton? «“Manifattura Foderami Cozzolino «Sono un grande tifoso del presidente, Spa” era in precedenza il nome della nostra anche se a volte non lo condivido. azienda storica di famiglia, che limitava il Diventerò tifoso del Bari (ride ndr). De nostro raggio d'azione alla Campania. Laurentiis si sta rivelando un grande Fuori dalla nostra regione, purtroppo, imprenditore, un grande manager. A mio suonava malissimo. È stato durissimo per parere, sta sbagliando a non prendere in noi abbandonare la nostro tradizionale considerazione, per far crescere la società, denominazione e il nostro cognome, che l'idea di un azionariato popolare. portiamo sempre con orgoglio, per Nonostante dopo la sconfitta con l'Atletico trovarne una adeguata ai tempi. Ed è qui abbia visto le sue azioni crollare che spuntò fuori Eton, l'unione dei nomi vertiginosamente, la Juventus, quotata in Enzo e Toni. Ci accorgemmo però che c'era Borsa, dispone di una notevole forza già un'altra società che portava questo economica. Il Napoli con il sostegno del nome, la Eton Shirts, un marchio suo popolo avrebbe la potenzialità non solo internazionale specializzato soprattutto per eguagliare, ma anche per superare la nel settore delle camicie. Probabilmente forza della famiglia Agnelli. In Italia non quest'affiancamento ci ha portato vedo per le altre squadre lo stesso trasporto fortuna». Eton dispone anche di una filiale a della tifoseria partenopea. È vero che la Bari. «I mercati e le zone di produzione di f a m i gl i a A g n e l l i c o s t i t u i s c e u n a abbigliamento sono la Campania e la superpotenza, ma oggi la ricchezza si può Puglia, dove affluiscono tutte le richieste creare anche virtualmente». De Laurentiis delle griffe. È vero che oggi ci sono le quindi non ha abbastanza coraggio? «Io credo

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che bisogna dargli merito. Tutti viviamo di paure ma chi ha alle spalle tanti successi non dovrebbe averla. Per esempio, la mossa di acquistare il Bari dopo l'esperienza Napoli conferma che quell'operazione è stata fatta a occhi chiusi senza paura». Un giudizio sul lavoro di Ancelotti. «Ammetto di essere un sarrista. Il gioco che il Napoli ha fatto vedere con Sarri resterà per sempre nella nostra storia. Ciò nonostante, Ancelotti è un grande uomo, un grande professionista. Le critiche nei suoi c o n f r o n t i s o n o a s s o l u t a m e n t e ingiustificate». Siamo alle porte di Napoli- Juve, una sfida sempre molto sentita dalla tifoseria nonostante il grande distacco in classifica. Considerando che tra qualche come se si vincesse lo Scudetto». Il ricordo giorno ci sarà la gara d'andata degli ottavi di più bello legato a questa sfida? «Con mio Europa League, può costituire rispetto al cognato, che era juventino, in occasione di passato un fastidio? «È una partita diversa tale appuntamento andavo quasi sempre al dalle altre, che dovrebbe incentivare a San Paolo. Lui era di Lecce e naturalmente giocare bene e vincere. Un buon risultato gli raccomandavo di non esultare in caso di con la Juve, anche se non cambierà nulla in eventuale gol dei bianconeri, anche perché termini di classifica, può solo contribuire sugli spalti non l'avrebbero di certo presa ad incrementare le certezze e la fiducia bene. Non ho un ricordo preciso. Una ferita della squadra. L'obiettivo è uno solo: aperta ad esempio me l'ha lasciata il gol di vincere, perché quando si batte la Juve è Altafini nel '75».

54 Ÿ Filler labbra 3D Ÿ Mastoplastica additiva Ÿ Rio filler (naso ) Ÿ Tecnica RAS per infoltimento capelli Ÿ Blefaroplastica non chirurgica Ÿ Ginecomastia Ÿ Rinoplastica Ÿ Blefaroplastica chirurgica Ÿ Fusiomed per rimodellamento corpo

Studio Piazza Sannazaro Napoli Via Salvator Allende - Baronissi (SA) Via Zumbrini - Portici (NA) Info: +39 331 336338846 IL PERSONAGGIO

Patrizio o Raffaele? Un bravissimo attore di Giovanni Gaudiano

Foto di Annalisa Carbone Patrizio Rispo parla del suo personaggio televisivo, della sua formazione, del teatro e del cinema che ama tanto e della sua passione per la squadra della sua città embra ieri che dal centro di produzione grande successo? «È una lotteria vinta perché della Rai di Napoli venne annunziata la riuscire a recitare per 300 giorni all'anno è Srealizzazione e la messa in onda di una una cosa che capita a pochi attori durante la fiction tutta partenopea ed invece sono passati carriera. Basta considerare che con “Un più di vent'anni. In questo periodo tanti Posto al Sole” io ho girato l'equivalente di personaggi hanno affollato la prima soap 1800 film. È stata una palestra infinita che italiana. Dal 21 ottobre del 1996 ad oggi sono difficilmente capita ad un attore. È un però solo cinque i personaggi ed i relativi attori impegno quotidiano che in alcuni casi mi che non sono mai mancati nelle tante stagioni di impegna sino a 12 ore tra esterni ed interni una storia sviluppatasi in uno dei posti più belli saltando da un set all'altro». Dall'attualità della città. Tra questi c'è lui, Raffaele Giordano, agli inizi, come ha pensato Patrizio Rispo di il portiere factotum, il simbolo di “Un Posto al diventare attore? «Ho trasformato una sorta Sole”, al secolo Patrizio Rispo. Partiamo proprio di bonaria schizofrenia nel mio lavoro, da questo, che sensazione procura essere uno perché io sono stato sempre incuriosito dei fili conduttori di una serie così lunga e di così dagli altri fin da bambino. Ero assetato di

56 altre vite, non mi bastava la mia e s e m b r a v o a p p a r e n t e m e n t e influenzabile: l'amico giocava a pallone ed io anche, quell'altro faceva vela ed io lo seguivo e poi il paracadute ed altro ancora. In realtà ho sempre cercato di pormi molti perché, poi ho capito e lo h a n n o c a p i t o b e n e i m i e i insegnanti, che erano i barnabiti, che il mio talento era quello di fare l'attore». È stato tanto lontano da Napoli, come mai? «Ho vissuto vent'anni a Roma, sono andato via molto presto per fare l'attore. A quei tempi non c'erano alternative, bisognava andare nella capitale, le produzioni partivano tutte da lì. Avevo poi già lavorato con praticamente tutte le compagnie napoletane e non volevo essere solo un attore napoletano. Allora ho iniziato a studiare dizione, recitazione, ho lavorato con i più grandi in teatro e quando non lavoravo giocavo a fare altro, diverse cose che per me erano come dei film perché entravo in tanti e svariati personaggi e mi divertivo ad interpretarli. Ho dedicato di fatto una vita alla recitazione ma senza esserne vittima». Tra la televisione, il cinema ed il teatro Patrizio Rispo quale indicherebbe come la sua scelta preferita? «La cosa che amo di più è il cinema ed è quella che ho fatto di meno. È un gioco, si lavora sulle espressioni ed è quello che come approccio di lavoro mi affascina di più. Si tratta comunque di tre lavori completamente diversi. È come la fotografia in bianco e nero e quella a colori che sono due cose completamente diverse. Ci sono sfumature diverse. Il teatro è fatto di voce, di evocazione, laddove nel cinema basta uno sguardo mentre la televisione è una via di mezzo tra tutti e due con la possibilità di approfondire in maniera particolare il personaggio, specie nella lunga serialità. Sono insomma tre mondi diversi ma egualmente affascinanti». Tenuto conto dei

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tanti anni passati in televisione e della caratterizzazione del suo personaggio, le capita di essere chiamato Raffaele? «Certo soprattutto nei primi tempi. D'altra parte è giustificato, io sono per 12 ore al giorno Raffaele e ritorno Patrizio due ore la sera. È normale d'altronde che per il pubblico io esista come quello che vedono in televisione. In fondo questa cosa mi aiuta, perché rende la mia comunicazione più semplice. Il pubblico mi vuole bene e quindi va benissimo anche se mi chiamano Raffaele». Lei preferisce il cinema, fa tanta televisione, eppure seguendola sembra soprattutto un grande attore di teatro … «Mi fa piacere sentirlo. Io ho sempre amato il teatro anche perché è una palestra necessaria, per chi voglia fare l'attore, che ti mette a confronto con il pubblico dal vivo. Diciamo in estrema sintesi che è come l'accordatore per lo strumentista. È sul palcoscenico che s'impara il mestiere». Sappiamo che lei è un tifoso appassionato, che partita sarà quella di questa sera con la Juventus? «È una partita che va al di là del calcio. È una sfida tra due città, tra due diversi poteri economici. Il Napoli non è ancora all'altezza dei bianconeri per tanti motivi. Però va detto che, nonostante fossero già forti, hanno ingaggiato Ronaldo per mettersi al sicuro, attenti come sono a rinnovare e tenere la squadra sempre al vertice. Noi veniamo invece da un Sarri che aveva dato tantissimo ma affidandosi ad una rosa ristretta. Ora invece Ancelotti ha utilizzato tutti ma si aspetta i giusti interventi sul prossimo mercato perché va detto la squadra appare un po' spremuta». Che idea si è fatto di Ancelotti? «A me piace molto l'approccio che lui ha avuto con la città, con la squadra e con i tifosi. Credo che Ancelotti debba avere maggiore margine di manovra con l'appoggio della società. È un grandissimo allenatore, bisogna assecondare le sue richieste per puntare al massimo nella prossima stagione, visto l'attuale distacco in campionato». Come vedrà la partita domenica sera Patrizio Rispo? «Con mio padre ed i miei fratelli in casa. In fondo è anche un motivo per stare insieme».

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