Quaderni Camilleriani 9 Il Telero Di Vigàta
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
LE COLLANE DI RHESIS Le Collane di Rhesis Quaderni camilleriani 9 Il telero di Vigàta Comitato Scientifico MASSIMO ARCANGELI (Università di Cagliari), ANTONIO ÁVILA MUÑOZ (Universidad de Málaga), LORENZO BLINI (Università degli Studi Internazionali di Roma), FRANCESCA BOARINI (Università di Cagliari), GIOVANNI BRANDIMONTE (Università di Messina), CESÁREO CALVO RIGUAL (Universidad de Valencia), DUILIO CAOCCI (Università di Cagliari), GIOVANNI CAPRARA (Universidad de Málaga), SIMONA COCCO (Università di Cagliari), CAMILLO FAVERZANI (Université Paris 8), RAFAEL FERREIRA (Universidade Federal do Ceará, Fortaleza), MARÍA DOLORES GARCÍA SÁNCHEZ (Università di Cagliari), ALESSANDRO GHIGNOLI (Universidad de Málaga), ANTONIO JIMÉNEZ MILLÁN (Universidad de Málaga), DAIANA LANGONE (Università di Cagliari), JORGE LEIVA ROJO (Universidad de Málaga), SABINA LONGHITANO (Universidad Nacional Autónoma de México, México, D.F.), STEFANIA LUCAMANTE (Università di Cagliari), SIMONA MAMBRINI (Università di Cagliari), GIUSEPPE MARCI (Università di Cagliari), BELÉN MOLINA HUETE (Universidad de Málaga), ESTHER MORILLAS GARCÍA (Universidad de Málaga), MARÍA DE LAS NIEVES BLANCA MUÑIZ MUÑIZ (Universidad de Barcelona), HÉCTOR MUÑOZ CRUZ (Universidad Autónoma Metropolitana-Iztapalapa, México, D.F.), MARCO PIGNOTTI (Università di Cagliari), IGNAZIO E. PUTZU (Università di Cagliari), MARIA ELENA RUGGERINI (Università di Cagliari), MATTEO SANTIPOLO (Università di Padova), JUAN VILLENA PONSODA (Universidad de Málaga), DANIELA ZIZI (Università di Cagliari) Direzione GIOVANNI CAPRARA ([email protected]), GIUSEPPE MARCI ([email protected]) Coordinamento redazionale DUILIO CAOCCI, SIMONA DEMONTIS, FEDERICO DIANA, MARIA ELENA RUGGERINI, VERONKA SZŐKE (Sede italiana) VIVIANA ROSARIA CINQUEMANI, MIQUEL EDO JULIÁ, ANNACRISTINA PANARELLO (Sede spagnola) Impaginazione e grafica FEDERICO DIANA I contributi compresi nella sezione Saggi sono sottoposti a doppia revisione anonima Le Collane di Rhesis Quaderni camilleriani 9 Oltre il poliziesco: letteratura/multilinguismo/traduzioni nell’area mediterranea Il telero di Vigàta A cura di Simona Demontis Grafiche Ghiani Le Collane di Rhesis Quaderni camilleriani 9 Oltre il poliziesco: letteratura /multilinguismo /traduzioni nell’area mediterranea Il telero di Vigàta ISBN: 978-88-943068-7-3 2019 Grafiche Ghiani © Copyright Università degli Studi di Cagliari Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni culturali QUADERNI CAMILLERIANI 9 7 Premessa g.m. 8 Il telero di Vigàta GIUSEPPE MARCI Testimonianze 23 Andrea Camilleri, un treno ancora in corsa: l’opera tradotta e il successo internazionale GIOVANNI CAPRARA 37 Un affetto sorprendente GIUSEPPE FABIANO Saggi 45 Sull’intertestualità e le sue funzioni ne Il re di Girgenti. Il caso de I Beati Paoli SABINA LONGHITANO 59 Camilleri entre film et littérature. Conception d’une unité didactique pour étudiants universitaires dans un contexte d’italien langue étrangère CATERINA CARLINI 81 Brevi note su un romanzo poliziesco libanese: al-Waǧh al-Tālit li-l-ḥubb (La terza faccia dell’amore) di Nuhà Ṭabbāra Ḥammūd ANGELA DAIANA LANGONE 89 L’identità mediterranea nella sfida traduttiva dell’italiano regionale: dai romanzi di Montalbano alla sottotitolazione LUISANNA FODDE 104 Il metodo traduttivo di Stephen Sartarelli: una prospettiva diacronica sulla resa in inglese delle opere di Andrea Camilleri ELENA SANNA Premessa L’opera di Andrea Camilleri, che abbiamo fin qui osservato nel suo fecondo fluire, richiede ora l’avvio di considerazioni di sintesi – e l’articolo che segue vuole essere un primo tentativo – che prendano in esame non più le singole parti, quanto e piuttosto l’insieme che romanzi, racconti, saggi e poesie hanno formato nel tempo intercorso tra le pubblicazioni giovanili e Il cuoco dell’Alcyon, ultimo dato alle stampe mentre l’Autore era ancora in vita; ma non ultimo, visto che siamo in attesa dei titoli già annunciati: la ‘conversazione’ Fabbrica di una scrittura e, soprattutto, Riccardino, destinato a svelare la conclusione delle inchieste di Montalbano. I primi contributi del volume 9 rispondono a questa esigenza e tracciano una sorta di iniziale bilancio che non riguarda solo la produzione, ma anche la personalità di chi attraverso la scrittura ha voluto e saputo costruire un saldo rapporto con il lettore. Seguono poi cinque articoli che sondano altrettanti vasti ambiti da approfondire in futuro: le tessiture intertestuali; le potenzialità didattiche implicite nei romanzi camilleriani che vivono nelle pagine dei libri e nelle trasposizioni cinematografiche; l’inesauribile filone della traduzione, e quello, altrettanto ampio, del genere investigativo e della fortuna di cui gode nel mondo, in particolare nell’area mediterranea. Siamo certi che, nei prossimi anni, si svilupperà un percorso di studio destinato a illuminare meglio la produzione di Andrea Camilleri, la coerenza civile e letteraria, la visione della vita e dello scrivere dispiegate dall’inizio alla fine con ininterrotta ricerca stilistica e inesausta passione: che la sua opera continuerà ad attirare l’attenzione degli studiosi e a suggerirci campi limitrofi di indagine. (g.m.) Il telero di Vigàta GIUSEPPE MARCI Ora che la morte dell’Autore ha asciugato la fonte perenne dalla quale le opere sgorgavano, e mentre ancora attendiamo la pubblicazione di inediti – in parte eventuali; in parte certi, quale è Riccardino, titolo con cui è conosciuto il più volte annunciato ultimo volume del commissario Montalbano di cui, nel 2005, “Stilos” offriva un’anticipazione1 –, è necessario sviluppare ragionamenti che provino a misurarsi col monumentale insieme composto, nel corso di molti anni, da Andrea Camilleri. Impresa invero non da poco e al limite del temerario: la bibliografia delle opere registrata nel sito del Camilleri Fans Club2 comprende, infatti, 111 titoli pubblicati tra il 19593 e il 20194. A questo elenco vanno poi aggiunti i racconti e le poesie dati alle stampe quando era «molto giovane»5, come si legge nella nota Mani avanti, stesa a corredo dell’edizione Sellerio de Il corso delle cose: è un elenco significativo, e tuttavia non completo perché, per citare almeno un caso, non comprende la poesia Morte di Garcia Lorca6, del 1950, una poesia ‘civile’, potremmo dirla, anticipando così un aggettivo sul 1 Leggibile all’indirizzo: ˂http://www.vigata.org/bibliografia/riccardino_stilos210605.shtml˃ [11 marzo 2019]. Non meno intensa è l’attesa di Fabbrica della scrittura. Conversazione con Valentina Alferj, in cui – come annuncia l’editore Sellerio – Camilleri racconta sé stesso, nel rapporto con la scrittura iniziato con le aste e proseguito nei gradi successivi rappresentati dal rapido apprendimento del leggere e dello scrivere; nell’avvio, per divertimento infantile, consistente nel «raccontarsi storie», nel «giocare con le parole», come continuerà a fare per tutta la vita. 2 <http://www.vigata.org/bibliografia/biblios.shtml> [29 maggio 2019]. 3 A. CAMILLERI, I teatri stabili in Italia (1898-1919), Bologna, Cappelli editore, 1959. 4 A. CAMILLERI, Il cuoco dell’Alcyon, Palermo, Sellerio, 2019. 5 A. CAMILLERI, Mani avanti, in Il corso delle cose, Palermo, Sellerio, [1978] 1998, p. 141. 6 Con questo titolo il componimento è citato ne «Il Lavoro» (15 dicembre 1950) che dà conto dell’assegnazione del premio per le Olimpiadi nazionali della cultura. Su «L’Unità» (16 dicembre 1950) la cronaca dello stesso evento, firmata da Kino Marzullo, riporta: «Per la poesia vi erano quattro primi classificati ex aequo: Gino Baglio, di Alessandria, con Un semplice nome; Andrea Camilleri, di Porto Empedocle, con In morte di Garcia Lorca; Giovanni Geppetti, di Livorno, con Melissa e Amina De Angelis, di Perugia, con Purezza». La poesia è pubblicata in C. BETTELLI, Il secondo ’900. Panorama di poeti italiani dell’ultima generazione (Padova, Amicucci, 1957), che propone cinque componimenti di Andrea Camilleri (pp. 77-80): il primo, intitolato, appunto, Poesia prima, ha come epigrafe “In morte di Garcia Lorca” (p. 77). Dario PUCCINI ne parla nella sua Introduzione al Romancero della Resistenza spagnola: «ai cronisti curiosi di cose letterarie segnalo la poesia di Raffaele Carrieri, García Lorca, quella di Andrea Camilleri, Morte di Garcia Lorca, del 1950, e quella di Mario Socrate, Spagna fra noi, uscita nel primo numero de “Il Canzoniere”, Roma, 15 giugno 1951» (D. PUCCINI, Introduzione, in ID., Romancero della Resistenza spagnola (1936-1959), Milano, Feltrinelli, 1960, p. 58). Il testo della poesia è leggibile nel sito del Camilleri Fans Club (˂http://www.vigata.org/bibliografia/mortedigarcialorca.shtml˃ [24 giugno 2019]). Il componimento è richiamato anche da Mauro NOVELLI (in “Il teatrino della morte. Funzioni e finzioni del cadavere nella narrativa di Andrea Camilleri”, in S. S. NIGRO, a cura di, Gran Teatro Camilleri, Palermo, Sellerio, 2015, pp. 152-166) che non limita l’analisi agli inevitabili cadaveri nei quali s’imbatte il commissario Montalbano, ma fonda il ragionamento su una ben più ampia ricognizione che si spinge fino a ricordare «i toni truculenti esibiti in Morte di Garcia Lorca» (ivi p. 157). Atteggiamento coerente, questo di Novelli, con un concetto da lui espresso quando, riflettendo sull’iniziale produzione poetica camilleriana, aveva colto una linea di continuità con i romanzi che sarebbero seguiti a distanza di decenni: «Il vero mistero, che si cercherà di chiarire, è come persino la prova più audace, Il re di Girgenti, felicemente riesca nell’intento di «arrivare al massimo di comprensione, però senza tradire il suono