42) Il traffico sulla Strada Regina nei pressi della chiesa arcipretale intorno al 1920. Si notano due rudimentali pali di sostegno per le condutture elettriche.

43) Fotografia risalente agli anni Dieci del secolo scorso: lo sbocco della Strada Regina nella piazza di provenendo da Gera. Sul lato verso il lago, in quell’epoca, non c’erano altri edifici.

piuto quello che veniva loro imputato: certo che avevano preso Il deputato Cerfoglio da Sorico l’8 agosto 1849 scriveva all’i. L’incarcerato non era uno sfaticato, lo scorso luglio - dichia- l’uva, “per compensarsi di alcune giornate da essi impiegate a r. commissario distrettuale di Gravedona questa dichiarazione ra - “colla famiglia passai la maggior parte dei giorni sui monti lavorare per conto del padre, senza che mai venissero loro che è lo specchio della mentalità di chi, ben integrato nella di Bugiallo per segar fieno e spesse volte mi recava in paese per pagate”. Il figlio e la nuora aggiunsero che “il rispettivo loro comunità, è indotto a sospettare di chi non lo è: far le provviste di farina, pane ed altro...” infatti “vivo col pro- padre e suocero aveva per costume di tenerli in propria casa, e dotto dei miei fondi coi quali mantengo anche il mio pargolet- mantenerli in famiglia finché gli conveniva tenerli per farli lavo- “Li autori di questo furto dubitasi essere i seguenti cioé: to”. Conosce Guglielmo Tamola, ma non lo frequenta; frequenta rare, ma cessato questo bisogno, sia con un pretesto, sia col- Tamola Francesco detto Franceschino; et Gismont Francesco invece Francesco Tamola e “Francesco Hysmond” che - dice - l’altro, li cacciava fuori di casa, ed essi erano costretti andar ambedue di Bugiallo; Borzo Giuseppe q. Giacomo detto “furono a lavorare presso di me nella primavera scorsa allorché altrove a guadagnarsi la sussistenza”. Cucha e Tamola Gulielmo di Gulielmo ambedue di Sorico27 e si raccoglieva la foglia dei bachi da seta, e siccome ambedue Il padre-padrone “ammise che... convivevano con lui in ciò per li seguenti riflessi: riguardo ai primi due non pose- sono miserabili, così di tratto in tratto si presentano alla mia famiglia e che in occasione di questo furto vennero a chiedergli dendo essi alcuno stabile e non mai cercando di procurarsi casa, onde li sovvenga del necessario mantenimento... scusa ed a pregarlo di riceverli tuttora in di lui casa. Al che si quotidiani favori nel proprio sostentamento, si vedono inve- L’Hysmond l’ho veduto otto o dieci giorni prima del mio arresto mostrò egli disposto e dichiarò di volere ai propri figli perdo- ce girare di note tempo qua e là dovunque e sempre di bon mentre discendeva dai monti con una carica di legna”. 26 42 nare il loro trascorso” . matino compaiono in Gera con grosso carico di legna da Quest’ultimo personaggio, quando viene interrogato, per vendere. prima cosa precisa il proprio cognome, che tutti storpiano: non potendosi “neanche dire che il Cresta veramente occultasse Riguardo li altri due se bene posecano qualche picolo sta- “Sono Francesco Ghismot e non Hysmond del fu Francesco e il reperimento”, perché ne fece partecipe l’agente comunale, si Pregiudizi sociali e dura realtà dei “miserabili” bile et anche questo di poco prodoto, sieguono essi pure in della fu Maria Cadena, nativo e abitante in Bugiallo, ho 29 anni, escluse il caso di truffa a danno della proprietà in quanto “nel compagnia dei primi, ed insieme con loro si son veduti più nubile, contadino, nulla possidente” e viene descritto di “statu- concreto... le monete a nessuno appartenevano”. Perciò il 23 Giacomo Antonio Spelzini del fu Giuseppe di Sorico, di 42 volte gozzoviliare in private case in luoghi foresti, mangian- ra piccola, corporatura snella - aveva la dieta facile, possiamo luglio 1831 il pretore Bernareggi ritornava “le monete di conio anni, vedovo con sei figli, contadino possidente, in grado di scri- do a crepa panza, e bevendo modo tale da vederli tutti ubria- dire oggi - con capelli, ciglia, sopracciglia, barba e favoriti casta- antico” sequestrate23. vere e mai processato, il 10 dicembre 1849 vide sospeso per chi, fatto osservare che nesuno di questi po avere nella pro- no neri, occhi castani, naso grande, bocca media, mento tondo Purtroppo non è indicato di quali monete si trattasse, né in difetto di prove il procedimento contro Francesco Tamola detto pria casa una gocola di vino. e viso oblungo, colorito bruno-olivastro. Veste camicia di tela quale fondo fosse avvenuta la scoperta del tesoro24. Franceschino di Bugiallo. Riguardo poi al solo Tamola Gulielmo non avendo esso cottonata logorissima e lurida, gilet e pantaloni di fustagno tutti Il 25 luglio scorso lo Spelzini si trovava in Isola “alla custo- alcuna bestia bovina, pure dicesi che in Gera vendette butir- logori e rattoppati e scarpe in piedi rotte”. Come gli altri sospet- dia delle bestie bovine” quando da Antonio Andreoli del fu ro cotto a Galoni Domenica e Lucrezia Balzaretti, e a De tati appartiene, se riprendiamo il titolo di un film interpretato da Padri padroni e lavoro giornaliero Giuseppe gli fu portata la notizia che alla Selvetta di Sorico gli Carli Carlo, e ne ofrì anco a Beltramini Teodolinda, quel Nino Manfredi, alla serie dei “brutti, sporchi e... cattivi”. Infatti era stata distrutta col fuoco la porta di casa e rubati vino, for- butiro volsi essere a ponto quello derubato al sudetto otto o nove anni prima era stato condannato a otto giorni di car- Nella notte tra il 25 e il 26 settembre 1831 Giuseppe Tamola maggio e altro. Il danneggiato dovette lasciare al più presto la Spelzini Giovanni Giacomo”. cere per furto di legna. Ci dice come riesce a star al mondo: di S. Miro sopra Sorico subì il furto dell’uva nel fondo Fossà25 Val San Giacomo per riuscire il 27 luglio a far scattare la denun- “guadagno al giorno complessivamente quaranta soldi coi lavo- presso San Miro, per un danno di L. 18 milanesi. Incolpò suo cia del furto di: Il sospetto cadeva su gente che viveva nell’indigenza, dispo- ri alla campagna e nel trasporto di carbone”. Non ha un alibi per figlio Guglielmo, sua nuora Marianna Tamola e Bartolomeo brente 10 di vino, che valeva L. 16 milanesi a brenta L. 24 sta a lavorare a giornata, purché trovasse un padrone, altrimen- il giorno del furto: i giorni dal 29 giugno al 25 luglio “secondo Cerfoglio, nipote di Marianna. 10 libbre di burro cotto per L. 2 milanesi la libbra L. 20 ti sopravvivendo con espedienti. Che si trattasse di poveri lo il mio solito li avrò passati trasportando dai monti bisacche di “Egli non aveva veduto, né sapeva chi avesse potuto vedere li libbre 4 di formaggio magro L. 4.10 dimostra la descrizione fatta nel carcere di Gravedona il 31 ago- carbone e legna secca a Gera”. suddetti a commettere quel furto, ma... tanto egli sospettava per- due brentini di legno cerchiati in ferro L. 14 sto 1849 di Giuseppe Borzo del fu Giovanni di Albonico, ma L’altro arrestato Guglielmo Tamola di Guglielmo e della fu ché il curato di Bugiallo aveagli comunicato essersi a lui recati un fiasco d’acciaio contenente libbre 1 d’olio di noce L. 7 domiciliato a Sorico, di 37 anni, vedovo con un figlio di tre anni, Maria Rossotti, di Sorico, sposato e padre di quattro figli, il mag- gli imputati cercandogli in prestito dei recipienti onde riporre uomo “di statura ordinaria e corporatura complessa, veste un giore quattordicenne, di “statura piccola e corporatura comples- dell’uva, più che non necessitasse ai medesimi per la poca quan- Dal “colore della cenere rimasta” si arguiva che era recente giacchetto di panno misto assai logoro e rattoppato, senza gilet, sa, con capelli, ciglia, sopracciglia, barba e favoriti castani, occhi tità d’uva che essi potessero avere di loro ragione”. l’incendio procurato per rubare. camicia in tela canape assai grossa, pantaloni di fustagno e scar- pure castani28, naso e bocca regolare, mento tondo e viso oblun- Interrogati, i denunciati non negarono affatto di aver com- pe in piedi. / Esso ha capelli, ciglia, sopracciglia, mustacchi e go, color bruno-olivastro, veste una camicia di tela, gilet di vellu- ceffo sottoposto castano biondi, occhi pure castani, naso picco- to color ulivo logoro, pantaloni di fustagno, con scarpe...”; ______lo, bocca media, mento tondo e viso oblungo, colorito olivastro dichiara: “so fare il mio nome... possiedo un piccolo fondo e col 23) Le cose andrebbero diversamente oggi, perchè, se l’art. 932 del Codice Civile e senza marche particolari,... incensurato”. Interrogato raccon- mio lavoro e col prodotto del mio podere il mio guadagno gior- riafferma il vecchio principio circa l’appartenenza al proprietario del fondo del ta di essere stato arrestato in casa sua il 24 di agosto. Gli chie- naliero è complessivamente di milanesi L. 2 al giorno colle quali tesoro rinvenutovi, stabilendo che se l’inventore è un terzo gli spetta la metà, nel dono se conosca lo Spelzini e risponde: mantengo la mia famiglia”. Anch’egli lavorava i suoi fondi e face- caso delle cose mobili di pregio ascrivibili alle categorie di cui all’art. 1 della va trasporti di carbone. Era stato condannato dodici anni prima legge 1089 del 1º giugno 1939, esse appartengono allo Stato, e al proprietario spetta semplicemente un premio da convenirsi. “Nella scorsa primavera fui a lavorare dallo Spelzini in qua- a due mesi di carcere per attentato alla sicurezza della “squadri- 24) “Norme ed istruzioni sulle scoperte di effetti preziosi e monete” dal 1816 al lità di giornaliero una sola giornata... alla Selvetta”. glia di finanza”. Questa volta fu arrestato a Gera. 1841 sono in ASCo, Prefettura post-unitaria, categoria 27, cart. 23, fasc. 1, con disposizioni sui restauri ai monumenti 1882-1903. ______25) Il toponimo non è fra quelli attestati dai catasti. 27) Rispettivamente di anni 47, 29, 37, 43. 26) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 22, fasc. 1491. 28) Notare che queste persone di condizione disagiata hanno tutti o quasi i favoriti, la pelle bruno olivastra, cioé abbronzata, gli abiti logori.

43 190 191 44) Attività agro-pastorale: mungitura delle capre.

In carcere a si trovava allora in abiti da carcerato mo in rissa io, mio fratello ed il di lei figlio Pietro” e che la urtò Però la rissa del 1862 non c’entrava coi furti, era una ven- Francesco Tamola del fu Francesco di Bugiallo, uomo di “statu- essendo stato spinto. Maria Sciaini del fu Bernardo, vicina di detta dei Tamola per le botte date al loro fratello Carlo da Pietro ra ordinaria, corporatura corrispondente, capelli castani, barba casa, attirata dal rumore della rissa vide “Giuseppe e Santino Pilati. Si erano presentati la mattina a casa sua chiedendo alla castana alla capuccina, fronte alta, occhi castani chiari, naso Tamola che tenevano sotto Pietro Pilati figlio di Pietro che per- madre di chiamarglielo e quando lui si affacciò sulla porta non regolare profilato, bocca media, viso oblungo, mento tondo. Il deva sangue dal naso”, chiamò il marito Serafino Colombo, con- ebbe neanche il tempo di spiegare come erano andati i fatti, Tamola si dichiarava: “nubile et militare, ora contadino, immu- tadino di 63 anni (era nato a , ma abitava a Sorico). Egli avrebbe voluto dire: Carlo Tamola “mi lanciò una gleba33 di terra ne da penali pregiudizi se si eccettua la detenzione per otto nove arrivò mentre la donna cadeva: la “vidi stramazzare in terra, nella vita, io a quell’atto diedi al Tamola un cappone34 e nulla giorni... nelle carceri della Pretura di Gravedona per sospetto pareva quasi morta, la madre del giovane Pietro, Caterina più”, ma fu lui ad essere malmenato senza poter fiatare. furto di una capra, ma sono sortito innocente”. Andreoli”. Il padre di Pietro, Pietro Pilati, di 55 anni, nato a L’antefatto era del sabato 5 aprile 1862 quando si trovavano “nel Campo sul lago di Mezzola, aveva già saggiato le carceri della fondo Roggio nel Pian di Spagna Tamola Carlo e Pilati Pietro in Il personaggio corrisponde quasi per certo a quel Francesco Pretura di Chiavenna per diciotto giorni di detenzione a causa di una con altri giornalieri intenti alla piantumazione sotto la dire- Tamola29, accusato nel 1830 del furto di cinque pecore dall’ovi- una rissa, era intervenuto per difendere il figlio, un ventiquat- zione di Copes Bernardo ed assoldati dal medesimo... Il Tamola le, situato in aperta campagna, di Giovanni Antonio Andreoli, trenne ancora “impregiudicato”. Era stato aggredito dai fratelli slanciò al Pilati un cespo senza che questi potesse vedere chi accusa impostata sull’indizio della “carne dilaniata” dai cani, Tamola, Giuseppe Tamola del fu Guglielmo ventiseienne celibe e mai fosse stato, avvertito però da taluno degli altri giornalieri trovata in un capannetto appena costruito dove avrebbe trovato 44 analfabeta di Sorico, e il citato Santino, che già aveva incontrato voleva risentirsi dell’offesa ricevuta, ed infatti dopo scambiate rifugio l’uomo. Il fatto era accaduto nella notte fra il 2 e il 3 gli uffici giudiziari quando fu accusato di furto di un secchio e parole reciproche furono ambidue alle mani e caddero stromi- novembre 1830. Arrestato, Francesco Tamola di Bugiallo non fu Leopoldo Castelli di Mantello, per di cui conto lavorava sulle pub- insulti a Gabriele Mosca nel 1847, furto di uva nel 1852 a danno goni35 in terra”. giudicato dal tribunale di Como, che si dichiarò incompetente bliche strade, ebbe a darmi a pagamento di giornate circa 30 o 40 di Cristoforo Copes, ma siccome era “impubere” in entrambi i Non è detto che cosa piantumassero in quel terreno di qua- (6 dicembre 1830) perché l’accusato risultava essere disertore soldi”. Insomma, per quel Castelli di Mantello il Tamola faceva casi fu rimesso alla correzione domestica; ma non si corresse: lità "prato in piano" oppure "palude da strame", che fronteggia delle Imperial Regie Armate austriache, nel reggimento Bernon diversi lavori, non solo, ma il legame era antico, infatti sul suo nel 1859 fu imprigionato per otto giorni per furto di legna a gli isolotti dell’emissario del fiume , come indicano i regi- Geppert di stanza a Lodi, da dove Francesco era fuggito30. Doveva conto il 1º dicembre 1849 a Morbegno fu interrogato certo Lorenzo Curti, e ancora fu accusato di furto nel 1859, ma poi stri catastali lombardo-veneti. Il lavoro meccanico e noioso avere 28 anni, ne aveva infatti 47 nel 1849 quando si dichiara Giovanni Antonio Corti che disse: “[...] conosco un uomo di prosciolto. portò allo scherzo cui si reagì in maniera esagerata36. “militare, ora contadino”. Il Tamola dimostra lealtà verso i suoi Bugiallo che mi disse essere stato il supplente militare di compagni: quando sa che i suoi amici sono stati arrestati si pre- Leopoldo Castelli”, aveva cioè svolto al suo posto, dietro paga- senta anche lui, dichiarandosi innocente, e si sottopone all’in- mento, il servizio sotto le armi, com’era allora consentito. Al terrogatorio. Gli chiedono come si sia procurato da vivere tra Castelli, che aveva in appalto i lavori alla “Regia strada”, si era ulti- giugno e ottobre. Risponde: mamente rivolto il Tamola; il Castelli lo mandò dal suo assistente Amedeo Scarsi che glielo rispedì indietro perché in quel momen- “Quasi tutti i giorni... dietro permesso speciale del sig. to non c’era lavoro per lui, allora il Castelli gli diede da tagliare il Leopoldo Francesco Castelli di Mantello, giurisdizione della fieno per “soldi 10 di Milano per ciascun giorno oltre il vitto”. Dal Pretura di Morbegno, mi recava sul di lui Alpe posto nel territorio che si comprende quanto magre fossero le paghe dei giornalieri del mio paese e denominato Pescé a raccogliere legna secca. Ogni che ricevevano poco più che da sfamarsi per quella giornata31. giorno ne raccoglievo otto, nove pesi, che passava in vendita e riceveva i 20 ed anche 30 soldi al giorno”. Quando poi gli capita- va di lavorare per altri guadagnava 25/30 soldi al giorno. “Nello Risse e scherzi sul lavoro scorso mese di luglio vendetti all’Eleonora Trincavelli due libbre e qualche oncia di butiro gittato, ossia cotto verso il corrispettivo Ci sono episodi in sé tristi per la violenza che coinvolge di soldi 30 per ciascuna libbra. Detto butirro era contenuto in un uomini e talora anche donne, ma che diventano interessanti per piccolo caldaro di rame con manico di ferro della tenuta di un le espressioni riportate dal dialetto. boccale e mezzo e che ebbi da Guglielmo Tamola nel giugno... in Il 6 aprile 1862 presso la Casa dei Coppi (toponimo rilevato compenso ed a parziale pagamento di quattro giornate...” Il burro anche dai catasti), Caterina Andreoli sposata Pilati di Sorico32 è invece veniva da Delebio dove lo acquistò fresco alla fine di mag- coinvolta in una rissa e rimane ferita da Santino Tamola del fu gio per farlo “poscia gittare e che gittato vendetti alla Trincavelli”. Guglielmo, abitante “alla Codera” frazione di Sorico, il quale a Gli inquirenti vogliono sapere da dove arrivavano i soldi per com- sua volta è ferito da Pietro Pilati del fu Pietro. perare il burro: “Sugli ultimi giorni di maggio p. p. il nominato Santino Tamola dice che la donna “era caduta mentre erava-

______29) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D 1, cart 7, fasc. 979. 33) Zolla. 30) Questo non è l’unico disertore di Bugiallo, si veda oltre Guglielmo Cerfoglio detto il Desertore a p. 200. 34) La parola non è registrata né da Pietro Monti per i dialetti comaschi, né dal Cherubini per il Milanese, potrebbe significare schiaffo, spinta. 31) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 434, fasc. 85. 35) La parola non è registrata né da Pietro Monti per i dialetti comaschi, né dal Cherubini per il Milanese, ma è vivacissima e facilmente comprensibile. 32) Si vedano i toponimi, negli atti catastali alla Casa dei Coppi risulta abitante proprio Pietro Pilati. 36) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I A, cart. 988, fasc. 329.

192 193 UOMINI AL MARGINE Alessandro, era composta dalla mamma Margherita Borzi, RITRATTO DI SILVESTRO SILVANI CON FALCETTO dalle sorelle Maria e Caterina38 e dal fratello Giovanni. La E SCHIOPPO A TROMBONE Alberto Rovi donna dichiara che suo marito tiene due case in Bugiallo, quella dove abita ed un’altra che usa come rispostiglio per gli Nel 1846 si sospettò il furto di un maiale di pelo nero mac- IL MATTO DI PELLIO. Di questo incendio, come quasi tutti quelli rilevati nel fondo attrezzi rurali. chiato bianco mentre era al pascolo sul monte Gremosé, a archivistico su Bugiallo e Sorico, causato da fattori umani acci- Avvenne che in un giorno che non so più precisare, ma danno di Margherita Andreoli, vedova Sciaini. Furono imputati Agosto 1832. In località Masina di Sorico un “corpo di caseg- dentali, e come gli altri impunito, rimasero i danni ai Copes; ma del mese di febbraio 1858 “di buona mattina comparve in Silvestro e Agostino Silvani di Albonico. Silvestro Silvani, abitan- giati” di Pietro Copes era stato distrutto da un incendio che l’a- a noi giunge la bella scena di una famiglia che offre, fuori ora- mia casa... mio marito e tutto piangente mi raccontò che la te a Piazza Gagé lamentava che il maiale gli aveva mangiato “un gente comunale di Sorico attribuì a Giovan Battista Grasso detto rio, in un pomeriggio d’agosto, il conforto di una tazza di mine- notte scorsa gli avevano rubato un baule di legno con entro gerlo di castagne che teneva in mucchio sul monte Prestolin, e Matt Grass o anche il Matto di Pellio. stra a una persona debole, neppure del paese, probabilmente molti panni e dei danari senza però precisarmi la quantità che l’aveva perciò allontanato con sassi in direzione del monte senza dimora fissa, ben nota per certe abitudini, ma evidente- degli uni e degli altri... Lo teneva... sopra un solaio... la porta Gramosé”. L’indicazione del gerlo era un’indicazione di quan- Questa è la sintesi dei fatti redatta dagli inquirenti: mente ritenuta non cattiva: non lo avrebbero invitato in casa, né l’aveva trovata chiusa...”. Dubitava che fosse stato fatto uso di tità, perché le castagne erano raccolte in “meda”, tenute in muc- “... Giuseppe Roboe, portinaio al passo d’, narrò che il capofamiglia ve l’avrebbe lasciato per scendere all’Adda al suo grimaldelli “... Nella foga del dolore non si espresse mai su chio sotto le foglie. Si sospettava che il maiale fosse stato ucciso nelle ore pomeridiane del giorno 5 prossimo passato agosto fu lavoro di traghettatore. chi faceva cadere il suo sospetto... solo era commosso e “mazzato con una sciopetata di fucile”, affermava Guglielmo alla di lui casa con un bastone il suddetto Giovan Battista Grassi, piangeva, ed io pure partecipando del suo cordoglio mi cade- Sciaini l’8 settembre 1846, perciò l’agente comunale di il quale, dopo aver accettata una tazzina di minestra, se ne andò Si desisteva dall’investigare, mancando gli estremi del delitto va del pari le lacrime dagli occhi... Dopo due o tre giorni mio Bugiallo, Carlo Sambuga, ordinò “una perquisizione all’abituro con un tizzone acceso, mentre il Roboe era passato a prestar di appiccato incendio, il 14 novembre 1832. marito ricomparve in mia casa a darmi l’ultimo addio giac- dell’imputato Silvani”. servizio a qualche forastiero, che volea tragittar l’Adda. Venendo ché stava per andare in America, ed io tutta dolente mossa Dalla dichiarazione del Sambuga al commissario di al suo ritorno avvertito della fuga del Grassi da una sua nipote... dalla compassione gli regalai 4 o 5 lire in tanta moneta erosa, Gravedona (20 novembre 1846), sembra confermarsi che il di circa 12 anni, accorse colla nipote stessa in traccia di colui, IL BAULE DELL’EMIGRANTE IN AMERICA. AMORI, AFFETTI, e poscia partì spatriando, recandosi in America senza più dar soprannome di Drago fosse riferito ad entrambi i fratelli affinché non avesse a dar fuoco a qualche catasta di legna, ch’i- CRISI MATRIMONIALE. contezza”. Silvestro e Agostino Silvani, definiti “pessimi soggetti”, colpevoli vi esiste; ma non poté più rinvenirlo. Alla mattina successiva poi, di “una infinità di misfatti, quest’ultimo fu sfrattato dalla avendo osservato che la casa di certi Copes, poste al luogo Guglielmo Spelzini di Bugiallo denunciò il furto di un baule Guglielmo Spelzini nella sua denuncia, scritta con molta Valtellina, e vincolato già da molti anni da rigorosi precetti di Masina, erano in preda alle fiamme, corse tosto a darne avviso contenente panni, che aveva preparato per partire per approssimazione, non disse cose belle della moglie: “separata polizia, alieno dal lavoro, e non si sa dove tragga la di lui sussi- all’agente comunale Giacomo Montani, ma il radunato soccorso l’America, scomparso nella notte fra il 21 e il 22 febbraio dal suo marito... una donna quasi di mala condota ora con tizio stenza, essendo ora inquisito per furto di capre, essendo fra essi di persone non giunse più in tempo a frenare l’incendio. 1858. Era “un bavulle cerchiato di ferro di color tencio ora con altri così vagabondagine... quasi un scandalo in fratelli in piena relazione”. Da ciò quindi indusse il Roboe che l’incendio stesso potes- [scuro] pieno di panni nuovi di fustagno, camicie di tela coto- Comune. Quindi si prega codesta I. R. Pretura acciò che vi sia se essersi sviluppato ad opera del Giovan Battista Grassi, che lo nata, scarpe n. 2... un paio di scarpe nuove, marzinino di fusta- fatta una perlustrazione in casa della sudeta.. e in casa dei suoi “Non vi rinvenni - disse il Sambuga - il corpo del delitto, ma qualificò per uomo affatto alterato nelle facoltà mentali”. Di gno, n. 3 gilet, n. 3 calzoni di fustagno e uno di stofa e n. 6 compagni e amici... tanto in Bugiallo come nei monti di ragione solo l’arma da fuoco ad uso di trombone, carico a 5 palle”, che qui derivava il soprannome. Era infatti “di lui costume” accen- camicie”. Al guardaroba si aggiungono due strumenti da lavo- di Biocca Francesco fu Giovanni Antonio di Bugiallo... «suo veniva sequestrato. Era “un fucile ad una sola canna molto gros- dere il fuoco “per far cuocere delle poma e delle patate” ro nuovi: una zappa di ferro e un segurino di ferro, strumenti patrigno»... e in casa di Deghi Giuseppe e... di Tamola Giovanni sa e della lunghezza di circa once 9 avente nella sua parte supe- abbandonandolo poi senza cura di spegnerlo. Il sacrista di da contadino e da boscaiolo; manca il falcetto che si usava Antonio q. Giovanni li quali sono li più vicini”39. riore un orlo a rialzo, con calcio di legno assai corto e rotto Sorico aveva trovato “al momento dell’incendio, ed in quelle portare indosso. Il danno di tanta roba perduta è denunciato nella sua parte superiore, il quale abbraccia la canna fino all’or- vicinanze, dei rimasugli di poma e di patate”, trovati anche da per L. 200. lo ed è fermato da una vera di ferro assai grossa, e con acciari- Antonio Buzzi Cantone e da Carlo Antonio Villa presso un Leggiamo ora le due versioni dei fatti portate dall’uomo e LE IMPRESE DEL DRAGO DI SORICO, AGOSTINO SILVANI no a pietra focaia”. Il proprietario era Silvestro Silvani detto il casotto già bruciato quando l’incendio era in corso alle vicine da sua moglie, Cecilia Andreoli del fu Giuseppe di Bugiallo, DETTO IL DRAGO O DRAGHET. Draghet, al quale fu ritrovato indosso anche un falcetto ripro- case: il Matto di Pellio aveva cotto mele e patate nel casotto ed donna di trent’anni, contadina analfabeta, che ammette: “nel- dotto con uno schematico disegno a penna negli atti: era un fal- era uscito a mangiarle, non curante di spegnere il fuoco, che l’anno scorso fui condannata da questo Pretore a giorni 7 d’ar- La sera del 31 dicembre 1843 Giuseppe Bosio di Novate cetto montato su un manico di legno, la cui lama si sviluppava prima aveva distrutto il casotto per propagarsi poi agli edifici resto” per rissa e riconosce i dissapori con la famiglia del riporta ferite al volto infertegli a “colpi di folcino” ad opera di quasi diritta per un buon tratto, incurvandosi solo all’estremità. di Masina. marito, con la quale conviveva, che l’avevano indotta, dice, Agostino Silvani, detto Drago, di Sorico. Il medico dott. Messa di Il Drago viene così descritto il 9 dicembre 1846, e non c’è dub- anche su consiglio del curato, ad andarsene da quella casa. Gera in prima istanza giudica gravi le ferite allo zigomo sinistro, bio che tra tutte le persone descritte è davvero la più originale: Le autorità furono messe nelle condizioni di non perseguire Così, comperata una casa in poca distanza dalla famiglia di “ma dalla regolare ispezione e perizia assuntasi e in corso dai l’indiziato, accertato che il Grassi, sottoposto “a medica ispezio- mio marito 40 o 50 passi circa vi entrai, ma il mio marito si medici De Girolami e Pollavini il giorno 12 gennaio” risultò “Un uomo dall’apparente età di 35 o 40 anni, statura ne, fu dichiarato assentatamente in istato di demente, ciò che fu rifiutò per l’amore che portava alla propria madre, fratello e “leggero il ferimento” e pertanto “non qualificato per la proce- media, corporatura poco proporzionata, viso ovale, fronte indicato anche dalla Deputazione Comunale di Pellio, ove tene- sorella, per cui dovetti star sola, e ciò avvenne un anno ora dura criminale”; ne conseguì una dichiarazione di incompeten- regolare, naso corto, bocca media, mento ovale, capegli va il suo domicilio”. scorso. La famiglia del marito Guglielmo Spelzini, del fu za a procedere del pretore di Gravedona (Como, 12 feb- castano scuri, sopracciglia, barba, favoriti e mustacchi casta- braio1844)40. no scuri, occhi castano chiari, colorito vivace, con annellini ______37) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 36, fasc. 217. ______38) Potrebbe essere la Caterina Spelzini che nel 1862 era moglie di Guglielmo Paggi, allora di 22 anni, di Prata, abitante ai Prati Meriggi (ASCo, Tribunale Preunitario, fasci- 39) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 534, fasc. 224. coli penali, Serie I D, cart. 672, fasc. 211.). 40) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 226, fasc. 429.

194 195 di metallo giallo nelle orecchie e senza marche particolari, CACCIA ALL’UOMO. I CARABINIERI E LE ARMI DEI CONTADINI. ragione di Giuseppe Erman, ed entrato in quella stalla gli balza- Nella colluttazione attorno al Draghet, Giovanni Raviscioni vestito con marsinetto con falde di panno grosso colore grig- rono ambedue i fratelli alla vita, afferrandolo stretto... e gettan- infatti ricevette “contro” di sé “il palo mentre il Balasio col tri- gio ad uso dei montanari, calzoni corti pure di panno griggio “Aiuto portato ai delinquenti mediante opposizione all’arre- dolo a terra senza più arrecargli la benché minima offesa, e dente dimenò una percossa alla vita del fratello Agostino. In e gilet di stoffa simile, camicia di tela grossa di canape suci- sto dell’inquisito” è il titolo di una pratica 1846-1847. mentre stavano legandolo per le braccia capitò a quella stalla la questo mentre entrarono nella stalla Lorenzo Borzo e Giuseppe da, stivaletti lunghi in gamba di lana a calzette e scarpe gros- Protagonista Agostino Silvani detto Draghet di Albonico, imputa- moglie dell’oste Francesco Erman, che conduceva osteria a Curti, i quali parimenti diedero opera alla liberazione del se in piedi di bulgaro, e cappello a bassa testiera e larga ala ti Francesca Erman, Giovanni Battista Balasio, Lorenzo Borzo, circa 15 o 20 passi..., che si fece a chiamare gente perché si Draghet, trascinando fuori dalla stalla” il Raviscioni “e il fratel- di panno in mano”. Giuseppe Curti. arrestava il Drago ed in subito si presentarono il figlio munito di lo e lasciando evadere il Draghet”. Questi i fatti: Giuseppe Antonio Vitali, comandante il posto di un palo e... Battista Balasio armato di un tridente”. Qualche testimone disse che la fune per legare il Draghet L’uomo dichiara di avere 39 anni, di essere vedovo di gendarmeria in Gravedona, aveva ordinato l’arresto di Lorenzo I due, incaricati dalla gendarmeria, mostrarono il documen- era stata fornita direttamente dalla gendarmeria. Tutta Dascio Margherita Raviscioni, con tre figli: Maria di quattro anni, Raviscioni detto Pocc e del Silvani detto Drago o Draghetto, to, ma senza risultato perché il figlio dell’ostessa si oppose, era da tempo informata del mandato di cattura di Agostino Anna di tre, Silvestro Gregorio di uno; di essere “possidente entrambi di Albonico, per un furto commesso nel precedente anche se sua madre tentò di allontanarlo e di levargli di mano il Silvani per il furto di una capra e per furto di pesce. Ma chi si di due piccoli pezzi di fondi a coltivo, non che di un bosco, di autunno 1846. Il comandante probabilmente ci perdeva il sonno palo. La donna, Margherita Baluvio nata a Novate quarant’anni era messo veramente nei pasticci non era né il ladro, né i com- un prato, di due case e di una stalla” in Bugiallo, ma di dimo- perché, “ottenuto l’arresto del primo, e non potendo effettuare prima, illetterata, come gli altri, disse che il documento mostra- paesani che l’avevano liberato. Infatti “il contegno irregolare rare a Piazza Gagé nella casa dei figli, eredi della madre. Si quello del secondo, siccome individuo girovago, e senza alcuno to poco valeva per loro che non sapevano leggere e racconta: del gendarme Giuseppe Antonio Vitali, che incaricò persone dichiara, come tutti, cattolico, e illetterato, ammettendo: “Ho stabile domicilio, e latitante da alcuni mesi, interessò Guglielmo “Trovandomi sulla porta della mia cucina al mezzo giorno... estranee dell’esecuzione di ordini giudiziali impostigli, avreb- sofferto una sola detenzione... 18 anni fa circa per... stupro Raviscioni e i di lui figli Agostino e Giovanni a rendergli noto il intesi che piangevano i tre miei piccoli figliuoli che erano nel be potuto portare delle conseguenze sinistre, massime nel violento”. In quest’occasione fu arrestato da “un gendarme e luogo di dimora del Draghet” e “per ottenere più facilmente cortile, e, volto l’occhio verso una stalla che è annessa alla mia caso concreto in cui sussistessero motivi d’odio e di vendetta da due soldati” giunti col cursore di Bugiallo presso la “mia l’arresto li munì d’una lettera ostensibile all’evenienza”. osteria e che appartiene in comunione a mio marito e al di lui fra il Silvani e i fratelli Raviscioni”. E i motivi c’erano, perché cascina” a Cresta41 dove stava badando a una “bestia bovina” “La notte dal 6 al 7 gennaio 1847 i figli del Raviscioni fratello Giuseppe, mi venne dato di osservare che... erano il Draghet aveva minacciato i Raviscioni di uccidere il loro e ammette che gli fu sequestrata “un’arma da fuoco, così detto andarono in traccia del Draghet, e di ritorno a casa dopo il entrati i due fratelli Pocc Agostino e Giovanni, i quali armato il padre accusandolo, non è detto quanto fondatamente, di esser- pestone o trombone”; “il trombone apparteneva al defunto mezzogiorno del 7 gennaio... raccontarono... di aver sorpre- primo di una scure ed il secondo di un falcetto, che avevano si appropriato di beni suoi. Analogo tipo di accusa il Draghet mio fratello Pietro, che lo abbandonò nella casa paterna so il Draghet in quella mattina nella vicinanza di una stalla manomesso, eransi avventati addosso alla persona avrebbe mosso ad altri nel 186143. allorquando venne arruolato al militare saranno sedici o posta in Dascio di Giuseppe Erman a poca distanza dall’oste- dell’Agostino Silvani detto Draghett il quale stava... a trasporta- diciassettte anni fa”, arma di provenienza ignota; del falcetto ria condotta da Francesco Erman, che riuscirono a legarlo re letame per conto del... mio cognato... Temendo che fosse per invece poteva dire di averlo comperato alla fiera di Gravedona con una fune, quando la moglie dell’oste diede avviso di quan- succedere qualche grave delitto... mi feci a gridare... soprag- IL DRAGHET: TERRE PERDUTE E SOGNI D’AMERICA. il 25 aprile scorso. Il bosco delle Zocche era il luogo dove to accadeva al figlio Francesco, che munito di bastone, ed aiu- giunsero... Luigi Borzo, sagristano di Albonico, Giuseppe Curti aveva preso a sassate il maiale ricacciandolo, diceva, nel folto tato da Giovan Battista Balasio, munito di tridente, non che da pure di Albonico e Guglielmo Buzzetti, fabbro ferraio domici- Il 2 agosto 1861 risulta detenuto Agostino Silvani di del bosco. Lorenzo Borzo e Giuseppe Curti si oppose all’arresto, ed i liato in Gera,... e tutti contemporaneamente, e cioé mio fratello Giuseppe, per il reato di lesioni corporali inflitte ad Agostino Raviscioni dovettero cedere alla forza maggiore. Avuta tale e mio figlio per primi entrarono in quella stalla intimando... di Paggi di Agostino e Caterina Rossotti, di 59 anni, nato a Isola in A differenza di quanto dichiarava il Sambuga sui due “pes- notizia si recò sopra luogo con un gendarme ed un soldato, e desistere”. Val San Giacomo, domiciliato in Albonico, contadino, piccolo simi soggetti”, il deputato Falcinella confermava il giudizio mentre si avvicinava all’osteria dell’Erman, vide uscire e fug- possidente, sposato con Domenica Raviscioni e con due figlie. negativo solo su Agostino (che davvero ci risulta protagonista gire precipitoso il Draghet, che potè raggiungere, e nella oste- Si avvalse della facoltà di non rispondere il marito della Per una pretesa restituzione di danaro l’imputato aveva feri- di diverse altre imprese), dando del fratello una valutazione ria trovandosi oltre all’ostessa il figlio Francesco, il Balasio, donna, l’“oste e contadino” Erman Francesco del fu to la vittima al capo, all’orecchio sinistro ed alla schiena utiliz- più temperata. Silvestro, afferma, “non si po dire di cattiva Borzo, Curti, Buzzi Pollini e Guglielmo Buzzetti i quali tutti Francesco, nato e domiciliato in Dascio, di anni 49, che zando una scure... dalla parte non tagliente. condotta poiché possiede dei beni in fondi stabili di sua pro- ammisero il fatto”. dichiarava soltanto le generalità, ammettendo: “so fare il mio prietà ed anche di suoi figli minori” e si mantiene pure “col nome e fui una volta condannato da questa Pretura a giorni 6 Agostino Silvani del fu Silvestro, di 53 anni, era nato a lavoro delle sue braccia”, mentre Agostino “nulla possiede Il trentenne Agostino Raviscioni abitante a Piazza Gaggé e suo o 7 d’arresto per maltrattamenti”. Che tipo fosse l’oste lo dice Bugiallo e vi risiedeva in località Baso. Aveva un soprannome: affatto e non si sa d’onde ne tragga la sussistenza”. Agostino fratello, il ventiquattrenne Giovanni, di Guglielmo, detti Pocc, in breve il deputato politico Falzinella il 1º febbraio 1847: “è Drago o Draghet. Celibe, contadino, illetterato, ammette di aver era il vero sbandato, e forse riusciamo anche ad immaginar- abitanti a Caggione (Albonico) furono incaricati dal comandan- furiosello quando è alterato dal vino”. Ma neppure dei con- subito diverse condanne per furto e per offesa. Dice di cono- lo: se il ritratto del fratello era tanto pittoresco, il suo, che te di gendarmeria di rintracciare il Draghet. Il secondo dichiara trapposti fratelli può dire bene: “la condotta, carattere e pub- scere il Paggi, ma solo di vista: lo vede a messa ad Albonico e a purtroppo manca, non doveva essere da meno. Da questi atti che quando lo vide era munito “di una piccola scure con mani- blica opinione di Agostino e Giovanni fratelli Raviscioni detti Sorico. si ricorda che Agostino Silvani fu accusato dell’omicidio di co corto che teneva appesa ad una cintura al di dietro del mar- Pocc del vivente Guglielmo di Caggione non è per voce pubbli- Domenico Pensotti (1834), di furto a Maria Andreoli (1839), sinetto”. Quella scure, o altra simile, nella vicenda qui descritta ca soddisfacente al pubblico”. Il Drago aveva una lunga serie di precedenti penali: nel e di altro furto a Giuseppe Andreoli (1839). Ma uno stinco di non entrò in gioco, ma fu impiegata anni più tardi in altra occa- Il qual Falzinella nell’occasione scrive anche che non si può 1835 fu imputato di insulti e minacce a Bernardo Silvani e nel santo non era neppure Silvestro, accusato del tentato omici- sione nel 1861. appurare l’età delle persone di Sorico “non essendovi registri 1837 scontò un mese di carcere; nel 1839 fu di nuovo impu- dio di Giuseppe Conti Persini (1829) e di “stupro violento”, Lo vide così: “... il Draghet... stava ad un’ora circa pomeri- battesimali regolari presso il parroco di Sorico”, condizione che tato per minacce a Silvestro Silvani; fu indagato per furto e per com’egli stesso ricordava42. diana trasportando il letame da una stalla in un fondo vicino di non è chiaro se attribuire alla negligenza dei parroci o a qual- leggere offese a Giovanni Borzo, che condonò; nel 1843 mal- ______che alluvione del torrente di Sorico. trattò Caterina Colombini; nel 1844 fu imputato di ferimento di 41) Infatti dal Catasto Lombardo Veneto la località Cresta, al f. 25, sopra Creste, era un’area di una pertica a castagneto (6085) di proprietà Silvani Domenica q. Silvestro maritata Morelli. Probabilmente proprio la figlia dell’accusato. ______42) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 291, fasc. 787. 43) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 297, fasc. 12.

196 197 Giuseppe Busio di Novate e di offese corporali a Giuseppe Oltre ai testimoni che più o meno direttamente potevano dir implorò: “Liberatemi ancora da lui. Giunsero al casino sopra il aver ceduto il passaporto al cugino Giuseppe di Sorico e spiega Berni e si fece settanta giorni di carcere; nel 1844 rubò una qualcosa per aver percorso la strada del Passo d’Adda, c’era ponte dove prima di cominciare la salita per Albonico mi diede che fu lo zio Guglielmo, padre di Giuseppe, a chiedergli di dar- capra ad Agostino Raviscioni, che subì da lui lo stesso danno anche chi aveva visto tutto dal lago: era il portulano del Passo l’ultimo colpo sulle spalle”46. glielo. In un primo tempo egli si era rifiutato, ma poi, dietro le nel 1846; nel 1846 minacciò Giovanni Maria Fallini e rubò d’Adda, Tommaso Ferrario di Battista, un ventenne di Gera, celi- insistenze di uno zio che “è quello che fa tutti gli affari di mia anche cinque libbre di pesci; nel 1846 rubò una capra a be, che dichiara di saper scrivere il proprio nome: famiglia”, non se la sentì di continuare a resistere. Guglielmo Borzo e, di nuovo, un’altra capra ad Agostino “Conosco il Paggio. Nel giorno 26... mi trovava come al soli- DISERZIONE, FALSO PASSAPORTO, EMIGRAZIONE IN AMERICA Il padre Guglielmo, interrogato su dove fosse nascosto il Raviscioni; nel 1847 fu imputato per maltrattamenti a Giorgio to al Passo d’Adda e stava in battello a far colare dell’acqua, figlio disertore, rispose: “Non lo so”, dicendo che se n’era anda- Curti di Dascio e fu condannato per furto a sei mesi di carce- quando sentii sulla strada un colpo, alzai gli occhi e vidi il sud- Nel 1861, in una condanna per falso passaporto, con cessio- to da 25 giorni, “però ho sentito dire per pubblica voce che si re duro e nel 1850 per lesioni corporali fu condannato a tren- detto Paggio, che teneva la persona rivolta in terra45, e sopra di ne ed uso dello stesso ai fini di diserzione, furono coinvolti trovi a Genova per imbarcarsi in America”; sulla questione del ta giorni d’arresto. lui vicino stava certo Agostino N. detto il Drago... sentii il Paggio Guglielmo Curti, suo figlio Giuseppe e suo nipote Guglielmo. passaporto nega tutto. che diceva al Drago: - Lasciami la vita per amore di Dio - ed il Guglielmo Curti del fu Tommaso, di anni 48, marito di Guglielmo Curti fu condannato a due mesi e sei giorni di car- Dopo tre lustri molto intensi, l’ultimo decennio sembra, da Drago rispondeva: - Ma tu sei ubriaco o pazzo -. Dopo queste Domenica Silvani, aveva cinque figli: Giacomina, Giuseppe (pure cere che riuscì a farsi prorogare una prima volta, la seconda gli quanto risulta agli atti, fosse stato tranquillo. Ma quel giorno di parole il Drago continuò il suo cammino, ed il Paggio gli teneva imputato), Domenico, Martina e Tommaso; il nipote Guglielmo fu negata. Il 4 luglio 1861 motivava la sua richiesta alla nume- Santo Stefano era finito in una nuova avventura. Interrogato, dietro, ma ad ogni fermata del Drago, il Paggio gridava aiuto, e Curti di Francesco di Bugiallo era in carcere dal 22 dicembre rosa famiglia e al fatto che “nella calamità che da molti anni col- così raccontò: il 26 dicembre verso le ore 11 antimeridiane... domandava la vita. Quando il Paggio mi scorse gridò: - Voi fare- 1860 per aver ceduto il proprio passaporto al cugino e coscrit- pisce l’uva e i bigatti abbisogna di un assiduo e forte lavoro”. mi portai a Sorico a messa grande... Sortii dalla chiesa verso te da testimonio -... Il Drago nulla rispose e proseguì il suo to Giuseppe Curti (nato a Sorico il 7 febbraio 1840), figlio di Aveva una precedente condanna: una “contravvenzione mezzogiorno e mi recai a Gera che resta distante un quarto cammino sin a che raggiunto certo Giulio Sambuga di Gera lo Guglielmo, assegnato al 51º Reggimento di Fanteria, chiamato boschiva nel 1858 per pascolo abusivo con cavalli in territorio d’ora circa da Sorico, a comperare tabacco da naso44, ed in fermò a chiacchierare... A tale fermata il Paggio prese tempo e alle armi il 6 febbraio 1861, ma partito per l’America col passa- comunale” una multa di L. 6, che “per essere insolvente espiò” quell’occasione bevetti due soldi d’aquavita. Dopo ritornai a se la diede a gambe. Il portulano Ferrario nulla sapeva dire circa porto di Guglielmo, il 20 febbraio è dichiarato disertore. con “la pena del carcere per ore dieci”. Eppure il parroco diede Sorico, e trattenutomi per una qualche ora, partii recandomi a le relazioni tra i protagonisti della vicenda, essendo di un altro Quando viene tradotto in carcere il ventenne Guglielmo, di lui un giudizio positivo (16 giugno 1861): “Guglielmo q. Baso dove abito. Non dice di aver pranzato, sembra si sia paese”. figlio di Francesco Curti e di Maddalena Spelzini, abitante a Tommaso Curti, nato e domiciliato in questa parrocchia, non ha accontentato di tabacco e grappa dopo la messa di Santo Bugiallo, contadino in grado di firmare, viene descritto di statu- mai dato occasione di pubblico o privato lamento pel proprio Stefano, santo titolare della chiesa di Sorico dove è sceso a Il 30 dicembre 1861 Agostino Paggi raccontò la sua disav- ra media regolare, corporatura complessa, capelli e occhi casta- agire, è un savio, edificante e religioso padre di famiglia, e la sua sentir messa. Non ricorda chi incontrò, afferma di non aver ventura: no chiari, bocca e naso regolari, “vestito con giacchetto e cal- condotta non solamente è irreprensibile, ma essa è commende- bevuto altra acquavite, e nemmeno vino, e alla domanda se “Mercoledì giorno di S.Stefano, partendomi dalla chiesa di zoni di panno nostrano, cappello pure di panno, gilé a colori vole”. portasse con sè qualche oggetto, nega. Sorico, aveva appena oltrepassato il ponticello mobile sull’acqua rossi o varii, ha camicia bianca di tela lino nostrana, e giacchet- L’11 febbraio 1861 le autorità di Gravedona prendevano atto del torrente di Sorico che attraversa la strada per condurmi to bianco sotto, porta scarpe di pelle”. Il giovane ammette di che il giovane disertore era emigrato in America47. Racconta il testimone Giuseppe Silvani fu Giuseppe, contadi- verso il Passo, quando fui raggiunto da Silvani Agostino fu no di Gravedona, che quel giorno “retrocedeva da Sorico insie- Silvestro uomo d’età matura e contadino abitante al Baso su in me a sua moglie in sulle ore pomeridiane, quando giunto al Albonico. Passo d’Adda sentimmo in lontananza alle nostre spalle un Egli teneva in mano una scure di ferro di quelle di cui si ser- grido... si voltammo... e vidimo delle persone.., poco dopo li vono i carbonai, ma ancora senza manico. Mi disse se volese raggiunse Agostino Paggi che era stato battuto con la mazza di andare in America al che mi mostrai aderente. Egli soggiunse: - una scure”. Pochi giorni dopo, il 6 gennaio, il medico Riccardo Anderei anch’io se avessi i denari: datemeli voi-. Io risposi che Mola certificava che l’uomo si era “alzato dal letto e che i movi- volentieri glieli avrei prestati se ne avessi avuto... Ci avanzammo menti del tronco e dell’arto superiore si fanno ora liberamente... sulla strada più dirimpetto ad una cappelletta che resta a mano con qualche dolentezza”. sinistra di riva al Passo d’Adda senza che incontrassimo perso- na viva. A questo punto il Silvani d’un tratto passando in un Illuminante è la testimonianza del calzolaio di Gera, Giulio discorso del tutto estraneo: - Ma quel fondo non me l’avete Sambuga fu Carlo, che conosce il Paggi e sa che è stato malme- pagato quello che valeva -. nato dal “Drago”: “Io retrocedeva da Dascio, quando giunto Si trattava di un terreno venduto trent’anni prima con rogito sopra il Passo d’Adda venni in contatto dal detto Drago, il quale del notaio Bianchini di Novate alla Strada Grande sotto Bugiallo. mi venne addosso per farmi un bacio, io ne lo allontanai dicen- E mentre diceva di volerlo far di nuovo stimare alzando la mano dogli: - Statemi lontano che puzzate d’acquavite -. Il Drago con cui afferrava la scure di ferro mi percosse con forza sul ubbidì, ma a quanto parve a me era matto ubriaco perché dovet- dorso un otto o dieci volte almeno tenendo però all’infuori la ti tenerlo in piedi altrimenti cadeva, non potendo star fermo parte tagliente della scure”. Il battibecco e le percosse conti- sulle gambe”. nuarono per un po’ finché la vittima, avvistate due persone, le ______44) Sulle merci disponibili a Gera risultano diversi atti notarili. ______45) Espressione del linguaggio burocratico dei carabinieri, certo non è traduzione letterale dalla parlata del barcaiolo. Vedi sopra il verbo “retrocedere” tipico dei verbali di 46) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I A, cart. 941, fasc 35. polizia. 47) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I A, cart. 903, fasc. 295.

198 199 STORIE DI PREGIUDIZIO E VIOLENZA DAGLI ATTI DEL TRIBUNALE “Fu sentito anche il testimonio Giuseppe Cerfoglio ed egli Interrogato, il Sambuga raccontò “che un giorno del mese pure dichiara d’avere udito un’esplosione... alla casa del parro- d’agosto 1829 di compagnia al Tamola si recasse al crotto di Alberto Rovi co, la quale fece cadere dei vetri da una finestra della sua stan- Domenico Fontana, ed entrati in cucina vide il parroco di za da letto... il parroco per un sospetto contro la persona di Bugiallo, quello di Gera, e Giuseppe Fontana. Il parroco visto LA CATTIVA FAMA di Battista, Giovanni Biocca di Francesco, Giovanni Antonio Borzo Gaetano Tamola accampa qualche disturbo col medesimo avuto accedere il Tamola prese una schioppetta, che trovavasi appog- detto Mangino del fu Guglielmo e Giacomo Rasero del fu nel giorno antecedente, per un mezzo di vino, che lo stesso par- giata ad un angolo di qualche stanza” e gli gridò “che dove eravi Il 24 agosto 1830, per un valore di L. 42, si registra un furto, Alessandro, tutti di Bugiallo. Gli accertamenti si svolsero in feb- roco rifiutò di somministrargli... mentre non ignorava che ad il Tamola non vi stava esso, intimando a quest’ultimo di stargli con scasso, di formaggio, burro e vino, ai danni del parroco di braio, il 17 maggio si fecero ulteriori indagini per mancanza di altri aveva somministrato del vino protestando che per tale lontano”. Dimostrandosi molto alterato il parroco di Bugiallo Bugiallo Ambrogio Donadini. Il prete accusava Gaetano Tamola, estremi a carico degli imputati, poi la pratica si fermò per incer- affronto gie l’avrebbe fatta pagare, senza spiegarsi del modo. // veniva invitato dal parroco di Gera a placarsi. Pietro Spelzini e Bartolomeo Cerfoglio di Bugiallo. Perché pro- tezza sulla definizione dei confini di proprietà50. Il deputato politico di Bugiallo... dichiara che tra la Borzo e il Il contegno del Tamola fu molto rispettoso e quieto, cercan- prio loro? Perché “sono persone di cattiva fama” e perché quan- Tamola... esisteva una tresca amorosa, ignorando se per questo do di persuadere il detto parroco, che egli nulla aveva con esso do li incontrava “gli fissavano gli occhi in faccia”. Il deputato venisse ammonito il detto Tamola”. e che il sacerdote si sbagliava ritenendolo autore degli spari. Cerfoglio, però, ribaltava il giudizio con quello della gente sul UN PESSIMO PARROCO. Fu sentito l’imputato. Il Tamola raccontò “che la giornata del Fu allora riascoltata la nominata Maria Borzo e la medesima parroco, “uomo assai poco religioso motivo per cui non gode 16 agosto 1829 la passasse in Bugiallo” dove assistette “alle fun- appoggiando il deposito del Tamola dichiara che “il parroco di buon concetto” e “soggiunse che lo Spelzini e Tamola hanno Nell’agosto 1829 qualcuno sparò nella camera da letto del zioni parrocchiali” e che “alla sera non avendo egli vino in casa Bugiallo Donadini avesse a tentare alcune volte al di lei pudore, sufficienti mezzi di vivere, né sono persone capaci di commette- parroco di Bugiallo, Ambrogio Donadini. Interrogato, il sacer- sua per averlo trasportato ai Monti, si recasse alla cantina dell’o- facendola perfino introdurre in una cantina ove dopo sommini- re furti”. La denuncia si arena contro la parola dei sospettati48. dote dichiarava di trovarsi in “buona armonia con tutti li par- ste Gio. Rasero, ove passasse di chiacchiere alcune ore, e partito strato del vino ed estinto il lume cercasse di goderla carnal- rocchiani”, eccetto che con la persona sulla quale ricadevano i dalla medesima prendesse la direzione dei Monti, e prima di giun- mente”. suoi sospetti: Gaetano Tamola. Lo accusava di essere “perseve- gere ai medesimi, appena arrivato in situazione di godere dell’a- La servente del parroco di Bugiallo Carolina Larghi di anni DENUNCIA FACILE rante nella sua cattiva condotta, coll’andare armato d’archibug- ria salubre, si coricasse sotto una pianta ove preso dal sonno si 15... fu sentita riferire del fatto dell’esplosione; affermò che gio e nel mantenere la tresca amorosa com Maria Borza”. Maria svegliasse dopo giorno fatto, essendo arrivato ai monti di Peledo Gaetano Tamola è amico... di Maria Borzo. 1831, 29 marzo, alla denuncia di pubblica violenza contro Borza era donna sposata con l’“agente Giovanni Antonio rinvenisse colà Gio. Erman dal quale ricevette del vino. L’ultimo interrogato fu il parroco di Gera Giovanni Medici, il Agostino Pozzi, accusato Guglielmo Raviscioni, segue quasi subi- Guglielmana”. Ammise di possedere in quell’epoca due fucili vecchi di casa quale ricordò di essere stato al Crotto Fontana in Gera di com- to la cessazione dell’azione penale per mancanza di indizi49. Fu convocato come testimone Giovanni Rasero “per provare che teneva ancora, come anche una carabina di ragione comu- pagnia al parroco Donadini a bere qualche bicchiere di vino, il possesso nel Tamola di un archibuggio”; egli “depose che due nale, avendo cessato nel novembre ultimo scorso d’esser guar- quando entrò il Tamola che suscitò le reazioni del parroco di o tre ore avanti il giorno del 17 agosto trovandosi nel suo letto dia di Bugiallo. Si ricorda d’essersi portato nel dopo pranzo del- Bugiallo... LE VITI E IL DESERTORE addormentato, venne svegliato da un colpo d’un arme da fuoco l’istesso giorno 16 agosto alla Casa del Parroco “al qual per Il Tribunale d’Appello di Milano, visti gli atti a carico di esplosa in poca distanza dalla sua casa, che alzatosi la mattina di essere venditore di vino” domandò “un mezzo che gli venne Gaetano Tamola per attentato omicidio, poiché l’unico indizio Per pubblica violenza perpetrata in Bugiallo il 20 gennaio buon’ora andasse ai Monti da dove facesse ritorno alla sera del rifiutato... chiedendogli daprima il pagamento di otto scudi per contro di lui poteva essere l’animosità suscitata dal rifiuto di 1836 ai danni di Caterina Rasero furono imputati i fratelli medesimo giorno avendo nel paese inteso che quella antece- foglia vendutagli a conto dei quali egli diede una svanzica”. vendergli del vino, dichiara doversi cessare dall’investigazione Giacomo, Cristoforo, Stefano Rossi di Sorico. dente notte fu mandata una archibuggiata alla finestra della stan- Nega che il parroco gli avesse a tenere alcun discorso intor- ulteriore... e ripose gli atti all’Archivio51. Guglielmo Cerfoglio del fu Giuseppe di Bugiallo, detto il za da letto del parroco il quale poco mancò rimanere ucciso. no all’amicizia con Maria Borzo moglie dell’agente Giovanni Desertore, di 40 anni, marito di Caterina Rasero, denuncia i fratel- Propponendosi dalla pubblica voce autore il predetto Gaetano Antonio Guglielmana, verso la quale deve nutrire lo stesso par- Quanto alla presenza dell’archibugio, un’arma da fuoco anti- li Rossi “dimoranti ora a Novate, ora al Vallate, frazione del Tamola il quale a quell’epoca possedeva un archibuggio come roco dell’animosità, a motivo d’essersi rifiutata di vendergli un ca, ci si può chiedere se non fosse un residuo di quegli archi- Comune di Sorico”, i quali il 20 gennaio 1836 “circa le ore 20... intese dalla gente: ammise d’avere anch’egli veduto due o tre pezzetto di terra, soggiungendo che per vendicarsi nell’occasio- bugi acquisiti per la comunità di Bugiallo nel corso del Seicento tagliarono” in un fondo di ragione di sua moglie “nel territorio di anni sono il Tamola ad andare munito di simile arma”. “Narra ne che fece incontro con la medesima avesse a tacciarla da e distribuiti a L. 18 l’uno a diversi uomini tra cui un Giacomo Bugiallo ove dicesi nella Motta di Gusbano n.º 20 piedi di viti d’una che dopo le ore 22 del giorno antecedente alla notte in cui seguì porca, scacciandola per fino dalla sua casa ove erasi recata a Tamola e un Giovanni Tamola, forse antenati di Gaetano pergola, parte di queste viti contavano l’età di trentacinque anni, ed la detta esplosione, essendosi trovato nella casa di certo chiamarlo acciò andasse a visitare la di lei servente amalata; Tamola52. in parte dell’età d’anni 11 ai 35; più atterrarono tutti i paloni di Giuseppe Cerfoglio, ivi capitò il Tamola, il quale si fece a dirgli disse che nel sentirsi in tale modo ‘apostrofata’ la Borzo avesse Per contestualizzare invece l’abitudine della gente di Bugiallo sostegno e relativi legnami d’intravatura, avendogliene derubati che avendo in quel giorno chiesto al Parroco un mezzo di vino a rispondergli, che la porca non ebbe a farla con alcuno né che a comperare vino dal parroco contribuisce la notizia del torchio due e trasportati alla loro casa d’abitazione al Vallate; quali viti pro- contro il corrispondente pagamento // esso parroco si rifiutas- a ciò pure fosse stata forzata, come fece esso”. parrocchiale che anni prima non si sapeva se riparare o elimi- ducevano un 2 brente uva del peso complessivo di circa libbre 135 se, soggiungendo che per tale affronto giel’avrebbe fatta pagare, Quanto all’eplosione d’arma da fuco il Tamola si dichiarava nare: annue che a centesimi 11 formerebbero L. 19,25 oltre il danno dei dacché sapeva che aveva dato del vino ad altri”. innocente, concludendo che il “parroco nel giorno 18 agosto 1818, 13 ottobre, in Bugiallo il sacerdote Sebastiano Gibezzi legnami che hanno rotti e resi inservibili”. Numerosi furono i testi- nell’occasione che fece d’esso incontro gli intimasse di stare da e i due fabbricieri Poledrotti e Rasero chiedono di ottenere lo moni che confermarono a carico degli indiziati l’accusa di aver Interrogata, Maria Borzo “pianse del fatto accaduto al parro- lui lontano mentre in caso diverso lo avrebbe egli ucciso come svincolamento dal livello (rogito 30 ottobre 1761 di Gaetano tagliato “le viti chi con scure chi con falcino”: Giuseppe Cerfoglio co per voce pubblica”. di ciò furono testimoni... Giuseppe Fontana e Carlo Sambuga Cesare Feloi di ), che gravava sui defunti Giovan Battista, agente comunale”. Guglielmo, Agostino, Giuseppe e Francesco fratelli Sciaini con la ______48) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 8, fasc. 1001. ______49) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart 7, fasc. 984. 51) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, fascicoli penali, Serie I D, cart. 7, fasc, 970. 50) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 95, fasc. 1881. 52) ASCo, Notarile, cart. 1248, notaio Anchise Preboni, 7 gennaio 1611.

200 201 somma offerta di L. 422,12 italiane, siccome “la nominata chie- Giacomina Borzo di Giovan Giacomo di Bugiallo, vedova di perché resto circondata da cattive persone, che mi colgono Maggi di Gravedona - è pari a quella degli altri abitanti di sa possiede un torchio da vino, il quale col rovesciamento di una Giovanni Biocca. Fu convocata nella Pretura di Gravedona con all’impensata sui monti, ed io non so resistere alla forza mag- Albonico e adiacenze, cioé dissoluta”. muraglia e porzione di tetto s’è reso assolutamente inservibile, l’accusa di “delitto di attentato aborto... nella persona di Borzo giore – come mi è seguito ultimamente che mi trovava addor- Non c’era bisogno di fermare il Colombini, era già finito in per cui gli amministratori di codesta veneranda fabbriceria col Giacomina.... per opera di se medesima”. Eppure il deputato mentata in cassina mi si presentarono due persone; abusarono carcere “per ferimento leggero in rissa”. suggerimento anche dal proprio parroco e comunisti sarebbero politico di Bugiallo “non ha trovato alcuna prova di procurato di me, che non voleva, tenendomi l’uno ferma, e l’altro a vicen- L’aggressore era entrato furtivamente nella casa della donna del subordinato sentimento di accettare la vantaggiosa offerta ed aborto sospettato... costei si è da sgravare di un bambino il da senza mai parlare, cosicché non li ho potuti nemmeno cono- mentre dormiva nella stessa camera con il fratello di quindici impiegarle nel riattamento del bisognoso edifizio, il quale ripa- quale verrà trasmesso al Civico Spedale di Como a spese di essa; scere, e così restai ancora incinta come sono”. anni, testimone del tentato stupro. Il Colombini avrebbe tentato rato produrrebbe alla chiesa vistoso lucro, mentre la Comune di e quanto ai precedenti parti, egli afferma che due di detti bam- violenza alla ragazza, ma questa si sarebbe difesa tenacemente Bugiallo attualmente è priva di un sì necessario comodo”. bini vennero formalmente inviati al denominato ospedale a L. 6, La interrogano per sapere se d’essa del quarto suo ingravi- respingendo l’aggressore che sarebbe crollato sul letto, vinto Considerati da un lato l’onere non indifferente per i fabbri- e che il primo che la Borzo diede alla luce nel mese di febbraio damento abbia fatto qualche sforzo per liberarsene. Risponde: dall’ubriachezza, risvegliandosi solo il mattino seguente. Nella cieri nel riscuotere il dovuto, vista la parcellizzazione del livello, 1829 fu esposto in Domaso per opera di due individui di quel Oibò; mi rassegno al destino: ho un’anima sola, e non voglio camera vicina dormiva la mamma, Maria Andreoli, che fu risve- e dall’altro la vantaggiosa offerta, il Subeconomo dei Benefici Comune, Cerfoglio Bartolomeo q. Giovanni Antonio e Biocca vedermi doppiamente colpevole di quel che sono57. La donna fu gliata sentendo rumore e vedendosi la figlia entrare nella sua Vacanti, Taroni, esprimeva alla Delegazione Provinciale il suo Giacomo q. Giovanni, ora militare” scriveva in Gravedona il allora sottoposta a visita medica dai periti nominati dal tribuna- stanza “tutta pallida e tremante raccontandole il fatto del consenso allo svincolo, ma disapprovava l’impiego del capitale commissario distrettuale C. Maggi all’Intendenza Politica di le, il dottor Emilio Parravicini e la levatrice Maddalena Mornaghi Colombini”. Dalla descrizione dei fatti si capisce che la ragazza nel recupero del torchio “primo perché anche riattato, il torchio Gravedona il 18 febbraio 1837. di Gravedona, che la dichiararono sana, al settimo mese di gra- portava le trecce e che vestiva un busto stretto da cordoni. da vino in quel Comune non darà mai il fitto del cinque per La Borzo era una donna di 38 anni, contadina “nulla possi- vidanza, senza nessuna vestigia di contraffazione od offesa od Il commissario distrettuale Maggi l’11 agosto 1839 scriveva cento del capitale che si impiegherà per il riattamento, secondo dente”, “senza soprannome”, cattolica, analfabeta. Interrogata il altro distentato aborto. Ciononostante licenziati li periti, venne all’I. R. Intendenza Politica di Gravedona: “la condotta della perché dall’ispezione fatta fare dal perito Riella le dette L. 21 dicembre 1836 dichiarava: fatta ammonizione alla nominata Giacomina Borzo di conserva- Raviscioni Cattarina... è licenziosa segretamente in amoreggia- 422,12 non sono sufficienti per il riattamento, terzo perché detti “... In vivenza di mio marito ebbi a partorire quattro volte, la re lo stato del suo ventre pregnante, e di non portar pregiudizio menti notturni”. La fonte di questa notizia è assolutamente taciu- edifizi sono particolarmente sottoposti a continui deterioramen- prima aveva nome Maria, il secondo Giovanni, il terzo Stefano ed per nessun verso alla fatura esistente del suo feto. ta, e sembra una riprova di atteggiamenti preconcetti nei con- ti, per cui anzichè un vantaggio ne nascerebbe a quella chiesa il quarto Giacomo. Di questi quattro minori figli sono rimasta Nella serie dei fascicoli penali di Sorico e Bugiallo per il fronti delle donne che subivano violenza. Del resto il 16 agosto una spesa continua. L’interesse poi della suddetta chiesa vorreb- tutrice dopo il decesso del marito nell’anno 1824 circa. In periodo preunitario, questo è l’unico di tale argomento. 1839, sentita la levatrice che dichiarava che la ragazza non era be anzi, prima che fossero dispersi, si vendessero ad asta pub- seguito mi sono morti tre dei suddetti figli, e mi è rimasto sola- La triste storia si appesantisce al confronto con le altre: qui più vergine, si trovava un cavillo per scagionare il violentatore: blica i rimasugli del cadente coperto, unitamente all’in parte mente il Giacomo che può avere circa anni 14, il quale vive con manca notizia di un accusatore; stando alle carte l’azione parte “... trattasi di conoscere se per commettere essa pubblica vio- rovinato locale per reimpiegarne il ricavo e liberare la chiesa me, lavorando quei pochi fondi suoi, di cui la provenienza è del dal commissario distrettuale di Gravedona che il 17 dicembre lenza occorre che l’autore si munisca appositamente dell’arma dall’imposta censuaria....”53. marito”; a questo punto del verbale d’interrogatorio è scritto a 1836 segnala alla Pretura la donna indicandola come nubile, onde commetterla, e con essa entri nella casa altrui, o se anche margine: “si mise a piangere dirottamente”; quindi prosegue la quand’era vedova con quattro figli legittimi58. trovasi accidentalmente munito di uno strumento ossia folcino deposizione: “Con mio rossore devo pure dire che ho avuto a di assai piccole dimensioni, usuale ai contadini, come sarebbe L’ATTENTATO A UN PRETE partorire altre tre volte illegittimamente, ed ora mi trovo incinta quello che indossava il Colombini, di esso ne abbia fatto uso del quarto, da sei mesi in poi”. Quei figli nacquero rispettiva- FURTO DI DANARO entrato che fu nell’abitazione di Caterina Raviscioni... Per levare Un altro presunto attentato a Sorico (15 giugno 1859), ad un mente nel 1827, nel 1829, nel 1832 e tutti li fece battezzare “per il fatto a delitto occorre che chi ingredisca nella casa altrui vi prete, don Giuseppe Ferrario, con sospetti a carico di Pietro mano del cursore comunale... l’ho tenuto alcuni giorni, e poi la Il 30 dicembre 1839 Bernardo Copes detto Vedova di Sorico ingredisca con arma appositamente disposta a sostenere la vio- Montani, per “esplosione d’un’arma da fuoco contro una fine- medesima Deputazione55 mi obbligò di portarlo all’ospitale subì un furto di denaro per L. 495. Si sospettò il già latitante lenza, e che come tale non si abbia a ritenere il caso del preve- stra di sua abitazione” e per un successivo “slancio di sassi”, fu anch’esso, ed io stessa, col soccorso di sette od otto lire austria- Filippo Brigola di Giovanni, vetturale di Milano nativo di Lugano. nuto Giacomo Colombini”60. però, per gli inquirenti, “tale da fondare il supposto che l’auto- che, che mi diede la Deputazione, mi sono «portata» all’Ospitale La pratica si arenò subito, per mancanza di prove59. re fosse mosso non da altro che dall’intenzione di eccitare timo- di Como, e l’ho consegnato al detto luogo, ritirando la ricevuta, re ed inquietudine o di danneggiare la proprietà” e, mancando che pure riportai alla Deputazione stessa56. Non so né leggere, MASONE CON CARRO ALLA CASCINA MARIOTT “dati positivi per attribuire quei due fatti al Montani” si archiviò né scrivere per cui non so dire che nome venisse annotato. I COSTUMI DISSOLUTI E IPOCRISIA il caso (25 aprile 1860)54. ricapiti lo indicheranno, sempreché se ne faccia la ricerca alla DELLE ISTITUZIONI CONTRO LE DONNE Tra il 1º e il 2 gennaio 1840 Guglielmo Andreoli subì il furto detta autorità comunale. Dell’ultimo soltanto posso dire il sesso, di due ruote d’un carro che possedeva in un masone, della cate- che era maschio, e non altro. Del quarto che tengo ancora nelle Una notte del luglio 1839 “armato di falcetto e con gravi na che teneva unite tutte quattro le ruote e del lucchetto. Il dia- ISTITUZIONI SENZ’ANIMA: INFANZIA E MATERNITÀ NEGATE mie viscere, ne seguirà l’esito eguale”. minacce” Giacomo Colombini di Dascio detto Fanito costrinse la metro delle ruote misurava un braccio e mezzo, con teste di Continuava a “piangere dirottamente”, quindi soggiunse: venticinquenne Caterina Raviscioni del fu Guglielmo di Dascio legno munite internamente alle due estremità d’un così detto Non fu un regalo di Natale quello del 21 dicembre 1836 per “Io mi trovo disonorata non già per mia cattiva condotta, ma “a cedere alle libidinose sue voglie”. “La condotta di lui però, bussolotto di ferro: avevano raggi di legno coi capelli pure di ______per quanto mi venne riferito - scrive il commissario distrettuale legno, con un danno di L. 90 austriache. 53) ASCo, Prefettura, cart. 3444. Bugiallo; ivi: 1819, 8 marzo, Milano. Dal Governo giunge l’ammissione dell’affrancamento dal canone con l’obbligo alla fabbriceria dell’“utile e conto impiego di detta somma” e dell’“alienazione dei materiali componenti un torchio reso ora assolutamente inservibile e che non sarebbe conveniente restaurare”; ______1819, 24 luglio, è approvata l’asta che ha visto la vendita dei materiali del torchio di Bugiallo a Giovan Giacomo Rasero per L. 157,70. 57) La donna vive come una colpa quella che è una somma di violenze subite. 54) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D 3, cart. 584, fasc. 228. 58) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 109, fasc. 2152. 55) Il Comune. 59) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 162, fasc. 363. 56) Vedi G. Petazzi, Bambini esposti e abbandonati nel territorio lariano: l’Ospizio provinciale degli Esposti a Como, in “P.S.S.C.”, LXIII, 2001, pp. 91-125. 60) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 152, fasc. 140.

202 203 Il danneggiato sospetta il fratello Giuseppe Andreoli sposato sera verso le ore due di notte ha percosso con due colpi di occasione della segatura dei fieni vi sono sempre delle questio- Dei possibili testimoni cui si chiese di deporre, si rifiutarono con Maria Copes, domiciliato alla “Cassina detta dei Mariotti” bastone” Battista Rossotti “e con tanta violenza che cadde tra- ni sui confini... L’estate scorsa... siamo venuti alle mani... ed il di farlo la madre dell’accusato e il cugino Pietro Antonio (dov’erano proprietari i Copes, come attestano gli atti catastali)61. mortito al suolo, e trovasi ora agli estremi di vita”. Battista aveva Raviscioni rimase ferito in un braccio ed io... incolpato... fui Raviscioni. Si resero disponibili invece Guglielmo Fattarelli (di Un altro fratello, Antonio Andreoli del fu Giuseppe, di 28 27 anni e abitava in Albonico. La visita fiscale, tenutasi il giorno condannato...”. 46 anni) e sua moglie Maria del Giorgio, abitanti a San Cassano, anni, di Sorico, già imprigionato per 12 giorni per furto, con- seguente, 8 marzo 1843, dai medici Giosué Latragni (?) e i quali dichiararono di conoscere “certo Agostino del Baso” o ferma che il fratello Gugliemo possedeva un carro che adopera- Francesco Taroni, verificò che la lesione, “prodotta da corpo Battista Rossotti non era uno stinco di santo; neppure suo “Basel”, così detto dal luogo di domicilio in Sorico, e di averlo va per condurre nei campi, e lo teneva custodito “in una maso- contundente”, andava dall’orecchio destro “all’osso temporale e fratello Giacomo Antonio, testimone dell’aggressione e accusa- visto “nella primavera”, quando “si recò due volte a S. Cassano na aperta posta a Priorini frazione di Sorico assicurato però... parietale destro”; il giovane stava meglio, aveva “libere le facoltà tore del Raviscioni, era pienamente credibile; entrambi avevano per dare il concime e per nettare il suo prato, impiegando com- con una catena che lo circumcingeva”. Anch’egli pensa che l’au- intellettuali”, “meno i polsi piuttosto pieni e duri per cui si è precedenti; Battista per aver già scontato una breve condanna plessivamente circa cinque giorni”. “In giugno o luglio, e set- tore del furto possa essere stato Giuseppe che dimostrò molto passato a praticare un salasso”. I medici iscrissero “l’offesa per “offese corporali”, Giacomo Antonio per furto (nel 1842). tembre” andava in Val Chiavenna “a raccogliere il fieno”. In dispiacere per la testamentaria disposizione del fratello Agostino nella classe delle gravi” per via della prognosi, stabilita in venti In considerazione di ciò e siccome il ferito, dopo venti giorni di genere “dormiva nella sua stalla sul fieno”, ma “in una di quel- talché ebbe più volte a propalare che voleva appropriarsi esso giorni. malattia, era perfettamente guarito, la pena poteva oscillare fra le notti di aprile o del maggio... dormì nella mia stalla sul fieno pure parte di quella sostanza. uno e cinque anni di reclusione. Il tribunale di Como propose - attesta il Fattarelli - e non nella sua un po’ più lontana “perché Martino Spelzini d’anni 36 conferma gli attriti: sono già tre o Lazzaro Agostino Raviscioni fu perciò arrestato nella pro- una condanna a quattordici mesi di carcere e un risarcimento di si era trattenuto in detta mia abitazione nella sera fino a notte quattro anni che vanno continuamente sossopra i tre fratelli pria abitazione all’una di notte del 6 giugno 1843 dal “capora- lire 100 (31 luglio 1843). “Agostino Raviscioni detto Sasso o fitta”. Il Raviscione “è uomo di media statura, piuttosto corpu- Andreoli per causa della separazione... Dalle fonti catastali sap- le Perini Giovan Battista coi gendarmi Pensini Giovan Stefano e Basell” vide confermata la pena dal Tribunale di Appello di lento, della apparente età di anni 30, nubile, che aveva un fra- piamo che Martino Spelzini possedeva un prato (mappale n. Rudella Giovanni, coi cacciatori Schender Giovanni e (?) Milano il 7 settembre 1843 e il giorno 11 fu tradotto nella casa tello più vecchio di lui di nome Antonio pure nubile che morì in 2009) al Piot delle Mariott, area attraversata dalla strada tra Francesco” della compagnia dell’I. R. Battaglione di di correzione di Milano. altro dei giorni della Settimana Santa”: così lo descrive il Priorino e Loco Fontana fra castagneti e coltivi da vanga vitati, Campagna. Fattarelli. Gli atti lo descrivono della stessa età di “statura e cor- perlopiù di proprietà Copes62. Fu tradotto nelle carceri di Como il 14, dove “dichiarò di Gli inquirenti chiesero al Raviscioni se avesse perduto un poratura media, capelli neri piuttosto ricci, e barba dello stesso ignorare il motivo del suo arresto e di non ricordarsi” del “grave cappello. Sul luogo dell’aggressione, presso la cascina di colore, occhi e sopracciglia nere, naso regolare, bocca grande, ferimento a danno di Battista Rossotti”, ammettendo “di aver Agostino Paggi, era stato ritrovato un cappello. Glielo mostraro- mento acuto”. L’interessato, interrogato a Como, si dichiara IL CENSORE DI GRAVEDONA avuto con lui una quistione” in passato edi averlo denunciato no. Negò che fosse il suo. Era “un cappello di panno nero usato figlio “del fu Antonio Maria, nato a Sorico, e domiciliato nello alla Pretura di Gravedona perché era stato “percosso dal sud- con ali grandi, e testiera bassa, e bindello di veluto all’intorno stesso luogo, e precisamente al Baso d’anni 24, contadino, nubi- Nel 1843 per truffa mediante falso giuramento in cause civi- detto Rossotti”, ma che “ebbe poi a perdonargli”.”I fratelli con fibbia di piombo” (Como, 7 luglio 1843). Egli asserì che le, cattolico, mai processato”. Ammette di aver avuto qualche li a proprosito di canoni arretrati sui fondi boschivi e silvati alla Rossotti” per contro “sono falsi” sbottò il Raviscioni. “due erano i cappelli che possedeva... quello che portava al suo litigio col Rossotti per il passaggio “con alcune bestie bovine sui Motta era detenuto Pietro Pizzala. Sul testimone Agostino Paggi entrare in questa prigione criminale, ed un altro assai vecchio, suoi fondi onde farle abbeverare”. c’è una pesante dichiarazione di un personaggio che in varie Quando fu interpellato, il Rossotti si dichiarò ventisettenne che aveva a casa, e che già da qualche tempo veniva portato da occasioni si rivela un censore pronto a giudicare il prossimo: il “nubile, contadino e possidente” e ammise la passata rissa: sua madre”. In casa della madre, Margerita Silvani, “nella “Il Raviscioni si mantenne quieto in carcere, e rispettoso... il commissario distrettuale C. Maggi di Gravedona che di lui dice “sono stato una sol volta negli arresti della pretura di Gravedona Cassina di Bazo” a Dascio, erano stati gli investigatori alle 10 suo fisico sembra sano, il suo carattere rozzo, e la sua mente aver “consumato quasi tutta la poca sostanza nell’ozio e nel ove fui condannato a 20 giorni d’arresto per rissa”, ma spiegò della mattina del 29 giugno mandativi “pel rinvenimento del poco aperta”. 1843, 24 luglio,Como, il medico carcerario certi- vizio...” Col nome Agostino Paggi si ritrovano altre pratiche, ma di avere ora denunciato l’aggressore “per amore del vero”. Così cappello alquanto basso di testiera, che li costringe all’estremità fica che Agostino Raviscioni “essendo uomo sano e robusto non è accertabile che sia la stessa persona63. racconta: “... il 6 del corrente di buon mattino mi portai nella superiore, su ali mediocri, senza fodera e cordone, così descrit- potrà senza pregiudizio della di lui salute sostenere gli inaspri- Valle St. Giacomo sopra Chiavenna a prendere le nostre bestie to nella pregiata rogatoria...” Descrivono anche la casa “consi- menti di pena”64. bovine per condurle nell’altra stalla, che abbiamo qui a Dascio stente in un canevotto, o cantina al piano terreno, in una stanza BASTONATE ai piedi di questi monti. Regolate in quella stalla le bestie, io e da letto, ed altra stanza attigua ora occupata dai bigatti...”: del DAL VIGNETO ALL’ERGASTOLO DI MANTOVA PER OMICIDIO mio fratello Giacomo Antonio ci siamo avviati sulla strada gran- cappello neanche l’ombra, ma “nella stanza da letto della Il 7 marzo 1843 il medico Francesco Taroni denuncia alla de che da Dascio conduce a questo paese. A metà strada circa e Margerita Raviscioni... trovò finalmente sopra un alquanto Il 22 aprile 1848 fu ucciso a Sorico Giovanni Raviscioni. Pretura di Gravedona: “Questa mattina ò visitato certo Rossotti precisamente a 30 o 40 passi prima di giungere alla cassina di elevato presso il muro tre cappelli, e cioè uno di paglia popola- Furono imputati i fratelli Giacomo e Giuseppe Raviscioni figli di Battista di Guglielmo, il quale giaceva nel proprio letto” con “il Agostino Paggi procedendo io da solo avanti mio fratello fui sor- no, altro di contadino, alto e largo, con cinta di velluto nero Giovanni, suoi lontani cugini. Fu condannato soltanto Giacomo, naso e le labbra intrise di sangue, il quale proveniva dalle cavità preso da Agostino Raviscione il quale senza proferir parola mi usato, fibbia di stagno, e cordone con fiocchetti d’oro falso, ma dal tribunale di Como a cinque anni di carcere duro e il paga- nasali”. Una “lesione al capo grave e pericolosa” gli aveva pro- slanciò alla testa una potentissima legnata per la quale poi caddi non somiglianti per niente al cappello... descritto”. mento del danno alla figlia orfana dell’ucciso, aggravato dal giu- vocato una “emorragia cerebrale e ciò veniva provato dal vomi- a terra semimorto... Potevano essere... le ore 8 circa pomeri- dizio del Tribunale d’Appello di Milano (22 dicembre 1848) a to, dall’emorragia, dalla sonnolenza, e dall’essere caduto a diane”. Suo fratello testimonia che l’aggressore infierì “coi piedi Con un bastone era avvenuto il ferimento. L’accusato affermò sette anni di carcere duro da scontare nell’ergastolo di Mantova terra”. Suo padre Guglielmo alle 9 della stessa mattina sotto- sul petto” del caduto e spiega la possibile causa del misfatto: “... “di non essere mai stato solito portare bastone”. Dichiarò “d’ave- e al pagamento dei danni anche alla vedova. scriveva l’accusa: “Agostino Raviscioni, q. Antonio Maria, ieri i Raviscioni... possiedono fondi a Peschiera su questi monti... in re passato tutto il tempo fra il marzo e l’epoca in cui venne arre- stato, parte al monte a curarvi il bestiame, parte a casa, e parte a L’ultimo atto della pratica è un estremo, vano tentativo del- ______S. Cassano a spargere il concime nei prati di sua ragione”. l’avvocato difensore di dimostrare che si trattò solo di legittima 61) La distanza da Gravedona a Sorico è di 4 miglia da Sorico alla Cascina dei Mariott ci sono altre 4 miglia. 62) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 162, fasc. 360.ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I A, cart. 197, fasc. 106. ______63) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I A, cart. 188, fasc. 55. 64) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I A, cart. 405, fasc. 244.

204 205 difesa e, in seconda istanza, che in ogni caso si doveva ridurre confinante vigna del Catterina Raviscioni. Cadetti a terra ed egli Questi documenti ruotano intorno a un episodio che oggi fatto tenuto sì gelosamente nascosta dall’infermo, il quale ogno- la pena perché quella tra l’assassino e il morto non era paren- mi si avvicinò come in istato di prender vendetta contro di me. diremmo di cronaca nera. La storia rimane senza conclusione, ra rispondeva di non essere stato offeso né maltrattato da alcu- tela stretta, condizione di appesantimento delle sanzioni. Avendo nelle mani la zappa e vanga” l’aggredito lo ricacciò aperta e oscura come un giallo, con inquietanti interrogativi sul- no, e che la sua malattia unicamente originava da una punta, L’avvocato Antonio Doles sosteneva che Giacomo aveva impu- “indietro ed in quel mentre passò nella vigna il fratello Giuseppe l’efferatezza di un mondo contadino sempre in bilico sul bara- fece sorgere quelle congetture di accusa verso la sua fidanzata”. gnato il coltello che portava con sé per potare le viti, che non si e senza che lo avesse a maltrattare ne minacciò con detti o fatti... tro della fame. Si riportano diverse testimonianze perché ricche era armato intenzionalmente; che il cugino invece l’avea “qual- levò il Giovanni di sopra il proprio falcetto e viddi che lo minac- di notazioni di costume nel senso più ampio, di economia e di L’autorità politica arresta anche Antonio Erman, già amante che giorno prima minacciato nella propria casa di volerlo sagri- ciava nella sicurezza della vita avendo vibrato un colpo che per riferimenti a persone e a luoghi. della Borzo, definendolo “implicato come complice”, perché si ficare, venne a cercarlo nel suo fondo, in cui tranquillamente caso andò fallato a tagliare la saccoccia de’suoi calzoni, ed una riteneva fosse nella casa della donna quando fu visitata dal fidan- lavorava, lo provocò, lo investì, e togliendogli ogni via di scam- parte della fascia de’medesimi. In seguito abbandonato il fratel- 1847, 29 settembre. Dagli atti di investigazione emerge que- zato. Tuttavia il 29 settembre 1847 i due indiziati vennero scar- po coll’afferrarlo pel collo, cercava col falcetto, di cui erasi lo si rivolse contro di me ed inarcò il braccio col falcetto in alto sta sintesi dei fatti: cerati per mancanza di prove aprendosi il “dubbio che forse per appositamente armato, di togliergli la vita”. In più si era portato a volermi pregiudicare la vita... per difendermi da maggior “Da alcun tempo l’Andrea Raviscioni aveva stretta relazione motivi affatto sconosciuti non si abbia il Raviscioni da se stesso appresso il fratello in aiuto. Ma il morto c’era stato, per “ferita oltraggi e maltrattamenti levai da una calza un coltello fermo in amorosa colla nubile Domenica Borzo, e le cose erano avanza- procurato una simile lesione”. d’arme da taglio e punta riportata al ventre”, asseriva il referto manico, che teneva colà nascosto, e preselo nelle mani lo ho te a tanto, che già l’aveva regalata delle gioie, e già nel 2 luglio del medico legale. vibrato contro il ventre del cugino Giovanni Raviscione, avendo- p. p. erasi portato dal proprio parroco per... le nozze. Se non Il sospetto degli inquirenti prese corpo appurando che la lo anche ivi colpito. Dopo di che ho abbandonato sul terreno il che all’indomani cadde gravemente ammalato, e dopo una fidanzata si rifiutò di andarlo a trovare durante la malattia e Giacomo Raviscione fu così descritto dal custode carcerario coltello e mi diedi alla fuga nel timore che esso avesse a reagire malattia di cinque giorni venne nell’8 luglio a morire. Egli con- acquisendo la testimonianza di Domenica Rossotti, la donna che il 28 giugno 1848: di “apparente età di 26 anni”, castano d’oc- contro di me. Colà ho lasciato il fratello Giuseppe e nella confu- viveva colla sorella Maria, la quale in quel tempo era assente a si prendeva cura di rifargli il letto durante la breve e fatale malat- chi e capelli, “fronte bassa, naso regolare, bocca piuttosto gran- sione ho pure abbandonato la scarpa dritta... Mi diressi con lavorare sull’Alpe, dove giorni prima era stato anche l’Andrea tia: “Sentendolo lamentarsi gliene chiesi il motivo ed egli rispo- de, mento tondo, viso oblungo, con colore smorto verdastro”: il passo celere verso Dascio e strada facendo ho incontrato Raviscioni. se, che si sentiva un forte dolore al petto aggiungendo le preci- poveretto non era certo in condizioni invidiabili. Anche l’abbi- Lorenzo ed Agostino miei cugini Raviscioni coi quali non tenni Una moltitudine di testimoni suoi vicini di casa, che lo visita- se «parole»: - Ah! Madonna, aiutatemi, la causa della mia morte gliamento lo svela in questa breve nota di costume: “Veste giac- alcun discorso”. rono nella malattia, altri che lo assistettero, il medico dott. è quella donna -. Tuttavia ignorava di qual donna intendesse”. chetta di fustagno, color ulivo, logora”, “gilet di panno color Incontrò anche lo zio Guglielmo che gli chiese perché cor- Bosatta che lo curò, il sacerdote Costa66 che gli apprestava i marron pure logoro, camicia di tela ritorta, calzoni di panno resse, ma tirò dritto senza rispondergli. Andò a cercare la sorel- conforti di religione... ritennero che la malattia... fosse una La sorella della vittima, Maria Raviscioni, del fu Tommaso, color scuro corti con cinta di corame a sostegno, calze di lana la Caterina, sposata a Carlo Guglielmo Borzo, deputato, e lerac- cosiddetta punta [pneunomia]67, poiché l’infermo accusava nata a Isola in Campodolcino in Val San Giacomo, d’anni 40, bianca in piedi e scarpe di bulghero, e cappello di panno logo- contò dell’aggressione subita senza far cenno della coltellata dolori di petto, tosse e sputo di sangue, e la febbre... presenta- nubile e contadina, impegnata sui monti nei giorni della disgra- ro in testa”. inferta all’avversario. La sorella era “diretta alla riva di va... i caratteri di tale malattia, a segno che venne anche salas- ziata vicenda, sostiene che suo fratello “doveva sposare la Borzo Chiavenna col proprio bestiame ed io mi accompagnai a lei. Nel sato. nella mattina di sabbato 3 corrente luglio... Mi si disse che il L’imputato si dichiarava figlio del fu Giovanni e della vivente passare dal luogo detto la Riva Bianca sulla sponda del Lago di Tuttavia in alcuni ingenerò sospetto il repentino cambiamen- mattino del venerdì era andato dall’arciprete di Sorico68 interes- Domenica Raviscioni, “nativo ed abitante di Caggione Comune di Mezzola ebbi ad incontrare mio fratello Agostino Raviscioni che to di salute... Ritornato... in prospero stato dai monti, ed acce- sandolo a ritardare di qualche momento la messa nel giorno Sorico, domiciliato ora nel Comune di Sorico, ora nel Comune di mi portò la scarpa da me perduta sul luogo della mischia e che duto nella sera 2 luglio di buon umore nella casa della sua successivo, volendo egli presentarsi per sposarsi colla Borzo... Bugiallo, in Albonico”, dove risiedeva con più frequenza, “d’an- mi disse avergliela consegnata mio fratello Giuseppe. In allora fidanzata, ove passava la notte, la mattina appresso fu veduto Aveva già corredato la sposa di tutti quegli abiti e regali, che ni 27, nubile, contadino, piccolo possidente, cattolico” affer- poteva essere quasi l’Ave Maria. Mi trattenni alla Riva di partire di là tutto pallido e stravolto, e tosto si mise a letto aggra- soglionsi fare in simili circostanze”. mando: “So scrivere il mio nome e cognome”. Ammetteva di Chiavenna tutta la notte dal martedì al mercoledì... tornato dalla vato dalla malattia che lo condusse a morte. essersi costituito per evitare il disonore di farsi vedere arrestato parte dei monti sono giunto al mio monte detto La Foppa. Colà Guidato da simili sospetti il deputato Colombini promosse L’arciprete di Sorico, don Amatore Baserga, così descrive il e che tra le due famiglie Raviscioni da qualche anno intercorre- trovai l’altro fratello Eugenio che mi raccontò essere morto il con una denuncia la visita giudiziale del cadavere, ed un tal atto povero promesso sposo: “Era un buon galantuomo... con il vano “delle dispiacenze dipendenti da pretese ereditarie per la cugino” accoltellato. recò in luce una circostanza impreveduta; poiché non solo si difetto di lasciarsi qualche volta impadronire dal vino... dive- morte di Catterina Raviscioni sorella di mio padre intendendo il Gli disse anche che per questo lo stavano cercando65. trovò quell’individuo già rovinato negli organi respiratori per nendo ciarlatore ed un po’insolente era facile a provocare per zio Guglielmo e i suoi figli di voler coltivare e far proprio alcuni vizi polmonari, ma che inoltre aveva riportato una lesione per cui ebbe qualche volta a riportare delle percosse. Il Raviscioni fondi che io ritengo essere di spettanza della stessa eredità”. abbruciatura tanto allo scroto quanto ai testicoli e alle loro però e per debolezza fisica e per attitudine dell’animo era inca- IL MISTERIOSO OMICIDIO DEL PROMESSO SPOSO: dipendenze, non che ai corpi cavernosi del pene, lesione che si pace di percuotere altri”. Per contro il parroco non conosceva L’imputato così racconta il fatto: “Appena che io stava rivol- MISERIA, PUDORE, CRUDELTÀ. ritenne prodotta da un ferro arroventato o carbone o tizzone la promessa sposa Domenica Borzo, di cui ci viene fornito un gendo colla mia vanga il formenton e... mio fratello Giuseppe si ardente, piuttosto che da un corpo fiammifero, di fresca data... ritratto dagli inquirenti: era “una giovane dall’apparente età occupava in altre operazioni sopraggiunse il cugino Giovanni 1847, 8 luglio, omicidio di Andrea Raviscioni di Albonico. Nessuna traccia di violenza si rilevava ai calzoni che tuttavia d’anni 23, statura piuttosto alta, corporatura scarna, capelli Raviscioni”. Nacque un alterco e Giacomo “con buona maniera” Imputati Domenica Borzo e Giacomo Antonio Erman detto indossava il cadavere, e che al dire della sorella Maria erano gli biondi, colorito bruno giallastro, fronte media, occhi celesti, lo invitata a rivolgersi in Pretura. “Te la do io la giustizia” gli Giobet “detenuti politici”. unici effetti d’indumento ch’egli avesse... La scoperta di un tal bocca e naso regolari. avrebbe risposto Giovanni “con molta rabbia”. Allora “mi diede Il 9 luglio i medici Emilio Parravicini e Giosué Salzagni effet- un forte urto nella persona e mi cacciò giù dal murello nella tuarono l’autopsia (L. 69,50). ______66) Cappellano di Albonico. 65) Non mancarono i fatti di criminalità nel secolo precedente: 1769, 23 novembre il dottor Ottavio Calcaterra è pagato dalla Comunità di Sorico L. 10 “per una visita fatta 67) Per mal di punta si intendevano diverse patologie relative all’apparato respiratorio, dalla pleurite alla tisi (F. CHERUBINI, Vocabolario Milanese-Italiano, Milano 1841, ad un cadavere di morte repentina”. Di L. 10 era la tariffa stabilita per il medico legale per “visite dei cadaveri che accadono ritrovarsi per omicidio o per naufragio”. alla voce “punta”). Il Raviscioni soffriva di una “infiammazione ai polmoni” con “forte dolore alla parte sinistra del petto”. Inoltre il Calcaterra “serve in qualità di medico e chirurgo li carcerati che si trovano detenuti nel Pretorio di Gravedona”, ASCo, Prefettura, cart. 430, fasc. 1. 68) Il parroco era allora Amatore Baserga, nativo di .

206 207 È vestita alla foggia contadinesca con abito di mezzalana sterlo nella malattia che lo affliggeva. / Siccome però questa do associato a Giovan Antonio Borzo, che ora trovasi in Isola, porta nella tomba il segreto della violenza oltraggiosa subita, color marrone, grembiale di tela blu a righe, scarpe nere in ragazza sembrava che fosse per deridermi né io accettavo di era venuto con questo a diverbio e mia madre li aveva strapaz- senza lasciare indizi di colpevolezza, istillando negli inquiren- piedi.” andare nella casa di un uomo, cui nessun vincolo ancora mi zati cacciandoli anche fuori di casa”. Si sospetta che l’uomo ti il dubbio grottesco che si sia procurato da solo quelle atro- L’imputata dichiarava invece di avere 27 anni e ricostruiva univa, così io rifiutai di portarmi colà dicendo che aveva vergo- abbia aggredito il povero Raviscioni, ma la donna lo nega. ci lesioni. Forse è un’eroica storia di perdono verso quella così i fatti: era a letto quando arrivò il Raviscioni, nella stanza gna. / Nella sera dello stesso giorno una simile proposizione mi donna, che doveva essere sua compagna per la vita, che non lo c’erano anche sua madre e sua sorella. Venne per proporle di fu tenuta da Lorenzo Rossotti, il quale trovatami quand’ero con Nel tentativo di ricostruire i fatti venne interrogato Giacomo va neppure a visitare nella malattia mortale. Forse è una tragi- sposarla la mattina dopo, al che rispose di essere d’accordo. Il mia madre in Dascio dissemi che il Raviscioni desiderava che Rossotti q. Pietro (11 agosto 1847), che era vicino di casa della ca storia d’amore. fidanzato le disse che “non poteva apprestare il pasto nuziale andassi da lui e che voleva sposarmi nel mattino del lunedì pros- Borzo; ma non poteva testimoniare perché quella notte non sentì solito a tenersi in simile occasione. Io lo scusava dicendo che simo”, ma saputo che le sue condizioni erano addirittura peg- nulla “giacché i bigatti che in allora si educavano richiedevano avessimo fatto come meglio si poteva ed intanto levatami a sede- giorate disse di rispondergli che lo avrebbe sposato quando la nostra presenza in altro locale... lontano dalla nostra... abita- VITI, GELSI E GALLINE re sul mio letto mi vestivo spiacendomi a stare in letto svestita fosse guarito. zione. Quando sul far della sera io con mia moglie lasciai l’or- quando un uomo era presente nella stanza... Mia madre era “Intanto - continua a raccontare Domenica Borzo - in fami- dinaria abitazione per recarmi colà dove mi richiamava la cura Nel 1849 Agostino Raviscioni di Giovanni denunciò danni levata già dal letto per aprir l’uscio al Raviscioni quando era glia si erano consumate tutte quelle poche provigioni di cibo che dei bigatti e passando innanzi alla casa del Giobett, lo vidi assi- “maliziosi” alla proprietà e furto di galline a Cagione, frazione di entrato in istanza essendosi annuntiato nel batter all’uscio. Dopo avevamo raccolte e non vi restava quindi altro partito se non so sulla sua porta, come di costume facciamo noi contadini Sorico. entrato la madre era tornata a letto in cui giaceva anche la mia quello di recarmi insieme a mia madre e l’altra sorella in Valle attendendo l’ora in cui ci rechiamo a dormire”. Le accuse si orientano sul cugino Lorenzo Raviscioni di sorella. Io invece dormiva sola in un letto separato sebbene S. Giacomo, ove erano già le bestie e dove ci avevano preceduto Guglielmo e su Battista Rossotti perché “sempre inclinati a per- nella stessa stanza. Ancorché fosse oscuro e per mancanza di il fratello e l’altra sorella. In un giorno pertanto successivo alla Quando interrogarono l’imputato Giacomo Antonio Erman, seguitarlo, nella notte dal 6 e al 7 gennaio (1849) gli avrebbero combustibile e di lume ci fosse tolto di rischiarare la nostra domenica ora indicata partimmo dai Prati di Albonico mia questi si scagionò dicendo “che fra i diversi giovinotti, che con- tagliato cinque piedi di vite ed un ramo di gelso... vicino alla sua stanza dopo la venuta del Raviscioni, compresi però che il madre, la sorella ed io, non sapendo bene se questo giorno venivano alla casa delle sorelle Borzo per amoreggiarle e che casa... domenica 14... mentre trovasi in chiesa ad assistere alla medesimo si era assiso su di uno scranno. Non andò però molto fosse il lunedì od il martedì... Due giorni dopo essere giunti nell’inverno scorso usavano di lanciare dei sassi forse per allon- messa gli furono... rubate tre galline... l’autore del furto era lo che il medesimo si lagnò come fosse travagliato da una febbre all’Alpe giunse ai miei orecchi che era morto”. tanare altri individui che potessero disturbare le loro tresche, vi stesso Raviscioni, come gli fu partecipato da un ragazzo d’anni ed in fatti io sentiva i brividi pei quali tremava tutto... Onde pro- fossero anche Battista Rossotti q. Lorenzo, Tommaso Rossotti q. 9 Pietro Antonio Raviscioni di Antonio Maria... testimonio ocu- curargli qualche ristoro io che mi era come dissi vestita di miei Quando la Borzo venne interrogata sulla scottatura ritrovata Battista, Battista Rossotti q. Battista e Pietro Rossotti q. lare... le viti erano tutte sul bello della vegetazione cioé dell’età panni invitai il Raviscioni a coricarsi vicino a me ed esso in fatti sul cadavere, rispose che il Raviscioni non se n’era lamentato e Guglielmo”. di circa quattro anni e quindi potevano valere L. 5 cadauna, ed vi venne esendosi sdraiato nel mio letto accanto a me ed avendo che non avrebbe potuto procurarsela nella casa di lei, dove Il primo dei nominati era detto Tuada e aveva 20 anni, di il ramo di gelso oltre L. 6 giacché dava il prodotto annuo d’un io procurato, coprendolo con due o tre lenzuoli, di fargli passa- mancavano fuoco e lume. Gli inquirenti vollero sapere che cosa Pietro Rossotti precisa che era detto l’Abaa; i figli del fu Battista peso e mezzo... L. 6 ciascuna gallina”71. re quel freddo e quei brividi con cui la febbre si era annunciata il Raviscioni avesse fatto prima di arrivare a casa di lei. La gio- precisano, dietro insistenze degli inquisitori, rettificando che in lui. Senza che alcuno glielo chiedesse il Raviscioni sortì a dire vane donna raccontò che le disse che “era stato a Gera dove sono figli del vivente Battista e che il figlio Battista è detto che era passata la mezza notte e che aveva passata la Valle aveva trovato Alessandro Erman, oste in Dascio, al quale aveva Militrach, il quale, interrogato come gli altri dichiara: “Questo FRA STALLA E CUCINA dell’Acqua Marcia e ciò a proposito della sete di cui si lagnava portato tre svanziche per tanto pane. Disse che successivamente matrimonio era notorio in paese, a me poi lo disse lo stesso essere in allora tormentato. Mia madre gli disse che nulla pote- era andato a casa sua e che, venendo alla sua abitazione, era Raviscioni”70. Al che non resta che riconoscere come causa Giuseppe Cerfoglio del fu Marco, in una sera imprecisata del va offrirgli, giacché non aveva in casa altro che farina per far passato da un luogo detto Saleccio”. La ragazza dichiarò che il prima di certe tragedie la miseria: la mancata suocera teneva in 1851, uscito momentaneamente di casa, dove stava solo, per polenta. Il Raviscioni si fermò in tutto per circa tre quarti d’ora fidanzato verso di lei “non aveva tentato atti libidinosi” e che casa solo un po’di farina per la polenta, la mancata moglie recarsi “nella vicina stalla a regolare le bestie, udì vari colpi alla e dopo vedendo che la febbre non gli passava disse che sarebbe “era sempre vestito”. L’interrogatorio passò sul coimputato, il dichiarò che dopo due giorni dovettero far fagotto per raggiun- sua porta motivo per cui si recò di nuovo in casa ove con sor- stato impossibile recarsi nel vegnente mattino alla chiesa onde suo ex-moroso, Giacomo Antonio Erman, detto Giobett, abitante gere all’alpe i fratelli perché lì non c’era più nulla da mangiare, presa trovò la porta della cucina che era stata forzata e ritorto il sposarsi ed anzi pregava mia madre perché ne rendesse avverti- ai Prati di Albonico, “lontano circa venti passi dalla mia «casa» mentre il defunto, mancato sposo, si era ridotto la sera prima catenaccio e levate le ase di ferro in modo che non si potesse to il parroco di Sorico. Mia madre però si scusava di questo che tengo in quella località... con questo non ho però nessuna delle previste nozze ad andare in casa della sposa per dichia- chiudere... nella cucina poi vide Guglielmo Raviscioni di Sorico incarico dicendo di non aver tempo ed io gli dissi che se non lo particolare relazione. Vicino alla casa del Giobett evvi quella di rarle che non ci sarebbe stato pranzo nuziale, e poi, c’è da chie- q. Guglielmo, Barilani Antonio e Corti Antonio di S. Agata arma- poteva in quel mattino ci saremmo sposati nel mattino del suc- Antonio Maria Borzo”. Le chiesero allora se conoscesse altra dersi, quale festa poteva prevedersi in quella stagione estiva ti tutti e due di falcetto, ed il Guglielmo Raviscioni preso un cessivo lunedì. Se ne andò il Raviscioni essendosi in tutto fer- persona soprannominata Giobett, che agli inquirenti risultava quando tutto il paese era in montagna? Non era la stessa scelta legno che trovavasi in cucina gli vibrò un colpo alla testa cau- mato circa un’ora e mezza in casa mia ed io non mi levai nem- noto come Giacomo Antonio Gossi, e la donna chiarì che si chia- del giorno delle nozze, fatta dal povero Raviscioni, una scappa- sandogli grave contusione all’occhio destro e tramortito cadde a meno dal letto alla sua partenza, per cui ignoro per qual parte mava così “imperciocché quell’Erman ha appunto il gozzo e toia per sfuggire a spese insostenibili? E con quale abito di nozze terra ove tutti e tre col folcino e un legno gli arrecarono le sud- si dirigesse. Osservo che mia madre fu sempre desta durante la potrà essere indicato col cognome perciò di Gosso”69, ma è la si sarebbe presentato lui che aveva solo quel paio di pantaloni, dette lesioni”: “ferite da taglio alla sommità del capo e diverse presenza del Raviscioni... Per tutto il sabbato 3 luglio nulla più stessa persona: “Io non ho mai fatto all’amore coll’Erman come aveva testimoniato la sorella? contusioni”. seppi del mio promesso sposo e solo alla domenica successiva Giacomo Antonio... Cinque o sei mesi sono il medesimo... veni- Questa storia di povertà, che rimane un giallo insoluto, bril- Il fascicolo non fornisce altre notizie utili se non il sospet- venne Caterina Rossotti, figlia di Giovanni, che presentemente si va qualche volta per casa nostra, ora per prender fuoco, ora per la della dignità di quell’uomo che, non importa se per malin- to che si trattasse di una vendetta per un’aggressione subita troverà al Prato dell’Oro sopra Albonico e questa mi invitò per qualche altro oggetto, come si costuma tra vicini,... ma si era teso pudore, non importa se per vergogna o per orgoglio, si all’osteria72. parte del mio fidanzato a recarmi nella di lui casa onde assi- «poi» astenuto... perché in una sera dello scorso inverno, essen- ______70) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 307, fasc. 291. ______71) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 336, fasc. 40. 69) Col cognome Gossi e Gosso sono attestati alcuni proprietari di terreni nel Catasto Teresiano a Sorico e Bugiallo. 72) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 387, fasc. 92.

208 209 LA FAME DELL’ORFANO trentina”74 e dichiarando di avere diciassette anni e di essere dal loro fratello Giovanni Antonio del fu Battista e di Giacomina INFANZIA NEGATA AL CASELLO DEL LATTE: illetterato sintetizza così la sua storia: Paggi, venticinquenne, contadino, celibe, piccolo possidente, BAMBINI E FUOCHI. Per un furto avvenuto il 14 febbraio 1851 ai suoi danni, “Fino all’età di 11 anni io rimasi a Chiavenna e quindi fui rice- analfabeta, nativo di Sirana ed abitante “promiscuamente” lì e Maria Borzo di Bugiallo, di 50 anni, denuncia il fatto alla Pretura vuto dalla mia cugina Borza in sua casa ove rimasi fino all’anno a Teolo. A seguito di un incendio alla stalla e fienile di Giovan Battista di Gravedona, firmando con un segno di croce: 14º di mia età, e siccome detta mia cugina nulla mi dava da man- Il 25 luglio Cristoforo Curti di Giorgio e Giuditta Borzi, Cerfoglio sul monte detto Labbi78 in territorio di Bugiallo si reca- “La sera del giorno 14 andante febbraio... è stato rubato giare, così io abbandonai quella casa, e mi recai in casa del mio diciottenne nativo di Sirana e domiciliato “promiscuamente ivi rono sul luogo il dott. Alessandro Galetti, lo “scrittore diurnista” all’esponente Maria Borza q. Agostino di Bugiallo circa L. 4 for- tutore Giuseppe Guglielmana, abitante a Dolo, ove anche attual- ed in Isola”, celibe, contadino nulla possidente, analfabeta e Alberto Trivioli, il perito agrimensore Giovanni Stampa di maggio, circa un staio vino nero, e circa staia 3 castagne secche mente convivo... La vidi anche l’altro ieri, ma siccome anch’essa senza pregiudizi penali testimonia: “Circa ad un’ora innanzi Gravedona, così verbalizzando: in tutto complesso sarà il valore di circa L. 27 milanesi”. I non mi ama così non mi fermo mai a parlare con lei”. notte del giorno 6 andante mese reduce io dal monte Rosura “Sul monte sovrastante al paese di Bugiallo vi ha una località sospetti cadono su Giovanni Spelzini di Giacomo, Battista Borzo passava in Sirana distante circa 20 passi dalla casa del prativa con qualche pianta di alto fusto denominata Labbi... un di Guglielmo e sopra tutti su Battista Pesenti (registrato più volte Il figlio della derubata, Giovanni Guglielmana del fu Giovanni Bianconi”, portando “un pesante legno sugli omeri”, quando piccolo casolare formante due ambienti, l’uno piccolo denomi- come Piesenti), fu Carlo, già suo “familio” licenziato per infe- Antonio, di 27 anni, di Bugiallo, così parla di sua madre: sentì “il rumore alquanto risentito come di una cassa aperta... nato casello del latte, l’altro grande ad uso stalla con soprastan- deltà e introdottosi in casa a prendere la chiave della cantina “Vive da sola in una casa di Dolo e nel giorno 14 scorso feb- svellendone l’imposta... quel rumore proveniva dalla casa del te fienile. Il casello nulla presentava da rimarcare. Invece... stal- “poco inanzi della sua casa in Dolo”. braio stavasene a letto per indisposizione. Essendomi io recato Bianconi, ma siccome pioveva dirottamente ed il legno mi la e fienile... in parte demolite e mancanti di tutto e le pietre che La derubata risponde con arguzia alla domanda degli inqui- a trovarla vidi nella di lei stanza anche Battista Piesente, e la pesava più che mai sulle spalle così non mi presi cura... e pro- servivano ad uso tegole79 si trovavano in parte ammucchiate renti: “... è impossibile che io possa dare una descrizione qua- madre, essendo notte, mi ordina di portar il gatto nella sua vici- seguii il mio cammino fino alla mia casa che è l’ultima di quel- entro la stalla ed in parte all’esterno... Da ogni lato... tracce di lunque del vino, delle castagne e del formaggio essendo generi na cantina... a prendere i sorci che le danneggiavano i comme- le di Sirana... non abbadai... se o meno la porta... di esso un recente incendio. Nella stalla vi hanno cinque travi che ser- affatto eguali agli altri, meno poi sarei in grado di riconoscerli stibili... Eseguii infatti quell’incarico e, chiuso il gatto nella can- Bianconi fosse aperta... Oltre tre giorni dopo trovatomi col vono di soffitto per la maggior parte abbruciate e davanti al se avessi a rivederli”. tina, ritornai dalla madre ed appesi la chiave al solito posto vici- Bianconi Giovanni Antonio egli mi narrò come il giorno 7” gli casolare vari assi, cantili, travi e travicelli la maggior parte con- Il nipote della Borzo, Giovanni Biocca del fu Pietro, mentre no al di lei letto, che vidde pure il Piesenti, e poco dopo seco lui avessero rubato “4 Napoleoni che non mi disse se d’argento o sunte dal fuoco... le mura interne del casolare tutte annerite... si recava a Gera, vide la zia che lo fermò per raccontargli del partii di là dirigendomi a casa mia”. Il Pesenti vide dove si tene- d’oro, 12 svanziche ed uno specchio... Mi confidava poi di aver nessun indizio... da qual parte sia stato appiccato l’incendio”. Il furto e dei suoi sospetti e s’incamminò quindi con lei verso Gera va la chiave della cantina, ma forse lo sapeva già, perché anche sospetto che autori del patito furto possano essere i fratelli di danno fu valutato in 274 lire. per i suoi affari. Lungo la strada videro in località La Porta il la donna ammette che il ragazzo - “la di lui madre è figlia di una lui...”. sospettato Pesenti “che proveniva dai campi con una gerla in sorella di mio padre” - visse con lei, a servizio, circa quattro Il 17 settembre 1855 “esaminati gli atti, osservato che il Il danneggiato, Giovan Battista Cerfoglio del fu Giovan Battista spalla”; allora lo fermarono e la Borzo lo accusò del furto pro- anni, e che poi lo licenziò perché sospettava che le rubasse. di Bugiallo, di 45 anni, sposato a Faustina Tamola, con otto figli, denunciante non volle essere esaminato onde esimersi dall’os- mettendogli che non lo avrebbe denunciato se egli lo avesse Ma di quel furto nessuno potè essere incolpato mancando possidente, capace di scrivere, il 23 dicembre 1858 dichiarava servare i propri fratelli da esso imputati... osservato che non vi ammesso. “Il Pesenti sulle prime stentava a rispondere, ma sol- prove certe. Furono prosciolti (15 maggio 1851) anche gli altri alla Pretura di Gravedona che il precedente giorno 18 la “casci- ha alcuna traccia d’indizi...” si chiudeva la pratica76. lecitato dalla Borzo, e anche da me - intervenne il nipote - a con- due indiziati e comunque “impregiudicati”: il diciannovenne na era intatta e da nessuno abitata: verso le ore 5 pomeridiane fessare il suo fallo, soggiunse: Ebbene, vi confesso d’avervi Battista Borzo di “corporatura conplessa, statura media, capelli ero reduce da un’altra cascina sul Monte detto Godone a lavo- rubato in compagnia di Giovanni Spelzini, di Borzo Battista castano oscuri, senza barba, occhi griggi, naso e bocca regola- rare in quel bosco, quando giunsi vicino al mio monte Labbi vidi detto Zof figlio di Guglielmo, un poco di formaggio, e due re, e mento tondo, colorito rubicondo” che “veste giacchetta e LO ZIO E LA NIPOTE con mio stupore e rincrescimento80 quel cascinale tutto investi- zucche di vino73 della vostra cantina, ma protesto che noi calzoni di fustagno color oliva, gilet di lana rosso, camicia di tela to dal fuoco e quasi tutto distrutto. Ivi rinvenni molte persone non abbiamo portato via delle castagne”. canapa nostrano, con cappello di feltro alla villica in testa, e Gravi lesioni corporali inferte da Giacomo Borzo alla nipote accorse per spegnere quell’incendio ma... mi dissero che i loro Il Pesenti disse che una di quelle zucche era stata portata dal scarpe grosse di pelle nera ai piedi”, il quale si dichiara di Maria Sciaini di Bugiallo il 5 agosto 1856. Alle insolenze di lui, sforzi furono inutili... Il primo ad accorrere... mi fu risposto che compagno Giovanni Spelzini e aggiunse che avevano sottratto Bugiallo, figlio del vivente Guglielmo; il compare Giovanni la donna avrebbe risposto con un pugno nello stomaco, ma lo era stato Deghi Giuseppe fu Guglielmo di Bugiallo... Mi raccontò anche una “semuta o formaggio bianco”. Spelzini, di 24 anni, “di statura alta, corporatura complessa, zio fece di peggio: che al suo comparire a quel cascinale... rinvenne li giovanetti L’accusato era un ragazzo di diciotto anni. Di lui il parroco senza barba, con capegli castani oscuri, veste giacchetta e pan- “La mattina del 5 agosto... trovandosi nella sua cascina detta Spelzini Guglielmo e Giuseppe del vivo Desiderio di Bugiallo che Ambrogio Donadini non era in grado di fornire notizie certe, taloni nuovi di fustagno color oliva, gilet di stoffa rosso e cami- la Piana in comunione con Giacomo Borzo vi pervenne lo stes- stavano poco discosti dall’incendio e che piangevano per quella perché non era registrato nei suoi libri parrocchiali: dapprima cia di tela canapa nostrano, con cappello di feltro alla villica in so intimandogli con termini ingiuriosi di sgombrare da quella disgrazia per aver acceso il fuoco in essa onde riscaldarsi. Io il prete comunica all’autorità civile che il Pesenti è nato nel 1830 testa e scarpe di pelle nera ai piedi”75. cascina che era tutta sua. Che volendo ella ripetere qualche ritengo che il fatto sia avvenuto accidentalmente per incuria di a Samolaco, poi si corregge e lo dice di Prata presso Chiavenna. cosa, il medesimo dato di piglio ad una scure le vibrò un colpo quei ragazzi, scevro da dolo, giacché io non tengo inimicizia di Il giovane viene descritto come di “media corporatura, snello di alla testa colla medesima dalla parte opposta alla tagliente sic- sorta né con essi né con altri”. persona, capelli castani, imberbe, occhi grigi, naso e bocca FRATELLI ché cadde a terra tramortita, e poi se ne fuggì”77. I due colpevoli erano bambini di otto e quattro anni, che regolare, mento oblungo” vestito con “giacchetto e pantaloni di fustagno color ulivo, gilett di stoffa a righe e lacero, camicia di Nel 1855 per il furto di quattro Napoleoni d’argento ______grossa tela di lino, scarpe di cuoio... porta un cappello nero alla Battista, Guglielmo e Domenico Bianconi furono denunciati 76) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 479 bis, fasc. 286. 77) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 494, fasc. 265. ______78) Il toponimo Labbi non compare negli atti catastali. 73) Zucche usate come borracce. 79) Il termine denuncia l’interpretazione dei fatti da parte di funzionari che vengono da altre zone d’Italia o anche solo della provincia, dove è la tegola in cotto a definire la 74) Costume quasi identico a quello degli altri due, notare che sono tutti senza barba. tecnica di copertura dei tetti, altrimenti si sarebbe detto tranquillamente “piota”. 75) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 388, fasc. 101. 80) Un po’ tiepido è il grado dei sentimenti nel lessico dello scrivano, che verbalizza.

210 211 furono interrogati nella Pretura di Gravedona il 23 dicembre che la chiamava. La violenza, avvenuta sulla paglia di un fienile, LESIONI PER FURTO DI LEGNA Nella versione del giovanissimo imputato c’è un’ombra di reti- 1858, ma “non si poté avere alcun risultato, anzi non rispose era stata vista e descritta dai due testimoni, suoi cugini, che, incu- cenza quando dice: “Io voleva recarmi alla casa del povero neppure una parola” il fratellino maggiore, Guglielmo Spelzini riositi dal protrasi dell’assenza della ragazzina, che prima stava Nel fascicolo, aperto con l’imputazione di lesioni volontarie, Sciaini a fare le mie condoglianze colla famiglia, e per significa- di Desiderio, nato il 10 aprile 1850, e andò peggio con Giuseppe con loro a giocare in un vicino prato di Dascio, erano saliti al fie- le poche carte non chiariscono se Giuseppe e Pietro Colombini re loro che la disgrazia... era... del tutto accidentale e che non vi (nato il 22 marzo 1854) il quale “dietro opportune domande nile e avevano visto quanto avveniva attraverso le fessure di una si macchiarono di quella colpa. Sembra che nel 1860 fosse era né colpa né dolo da parte mia. Ma avendomi mio padre ordi- non rispose nulla, per cui si dovette introdurre nell’aula il padre porta. accusata di furto di legna Maria Spavioli del fu Carlo, moglie di nato di stare a monte a custodire del bestiame non potei recar- Desiderio Spelzini” di 33 anni, marito di Maria Cerfoglia, con tre Davvero incredibile è la motivazione con la quale si liquida un Guglielmo Borzo, di Bugiallo, ma il 6 settembre l’I. R. Delegato mi alla casa dei Sciaini, ed invece vi andò lo stesso mio padre, e figli (il più piccolo aveva un anno). Desiderio si dichiara anal- fatto tanto grave: “... osservato che tanto la Raviscioni, che raccoglie informazioni sulla sua buona fama e condotta, dicen- fu da lui soltanto che seppi con mio sommo dispiacere che il fabeta: “fui tre volte condannato da questa Pretura due volte per Costante e Giovanni Sciaini sono qualificati d’immorale condotta dola non... proclive a commettere reato di furto ed in caso di povero Sciaini in causa del colpo riportato in quel giorno aveva furto, ed altre per rissa... comprendo quanto mi si fa presente e e di poca fede, mentre sul Ruffatti si hanno favorevoli informazio- condanna... capace a pagare le spese processuali. dovuto soccombere”. dichiaro di non voler essere esaminato”: l’omertà come regola, ni”, si lascia tranquillo il calzolaio. La reazione del pastorello era stata un po’ diversa secondo le visti i precedenti guai con la giustizia, e come dimostra la L’indagine si conclude non sui fatti ma su opinioni di comodo, testimonianze dei fratelli del morto, Tommaso di 26 anni e seguente testimonianza. gettando fango sulla vittima, una ragazzina che gli atti stessi defi- UN PARROCO IRREQUIETO Antonio di 14: il pastore, accortosi di quel ch’era accaduto, La vigilia di Natale davanti al pretore Galetti comparve il testi- niscono ancora “impubere” (la visita medica sconfessa però “discese precipitosamente alla riva, e mentre stava per allonta- mone Giuseppe Deghi del fu Guglielmo, di 39 anni, sposato con qualsiasi violenza alla ragazzina) e fatto ancor più vergognoso, 1859, 24 agosto, perturbazione della pubblica tranquillità in narsi sul lago gridò verso di noi che pure discendevamo dal bosco Maria Biocca, con quattro figli, capace di scrivere e incensurato. destituendo di credibilità i due testimoni perché definiti di con- Sorico ad opera di quel parroco Giuseppe B. Si rinvia al tribu- che a cagione di quel fatto non voleva più lasciarsi vedere”. Il 18 dicembre, raccontò, “mi trovavo in vicinanza al monte detto dotta immorale. Manca però qualsiasi attestato di immoralità a nale di Milano. Il più giovane racconta: “... mi accorsi che dal sentiero... Labbi intento a coltivare il terreno, quando tutto in un momento loro carico, che di solito accompagna questi atti. C’è solo l’appel- Non si ricava nulla dagli atti84. precipitava un sasso rottolando sul pendio. Spaventato rialzai lo udii le grida di ragazzi che dicevano piangendo le precise parole: lativo di “toccarei” riportato dall’imputato. Che cosa mai avranno sguardo a quella parte ed ho veduto che un macigno balzava Oh Dio, cara madre, aiuto. Preso da curiosità mi inoltrai a quelle fatto quei due testi che erano bambini di dieci e undici anni, ancor direttamente nella località in cui trovavasi mio fratello Lorenzo. grida e vidi la cascina del Cerfoglio Giovan Battista di Bugiallo tutta più piccoli della cugina? Dall’analisi dei fatti, che non manca di INFANZIA NEGATA: LAVORO MINORILE, HANDICAP, Anche il fratello Tommaso alzò gli occhi... vedendo che andava investita dal fuoco, per cui rivoltomi a quei ragazzi li sgridai incol- particolari inequivocabili, la bambina era ignara di quanto vera- INCIDENTE MORTALE a cadere verso il Lorenzo esclamò verso il Giacomo faccia di una pandoli direttamente d’aver acceso il fuoco in quella cascina, ma mente le era stato fatto, ma era profondamente turbata. La prova putana tu ammazzi mio fratello. Corsimo subito per vedere se... essi continuarono a piangere, ma non vollero mai confessare della sua ingenuità sta nella risposta data sul perché avesse parla- Un grave incidente sul lavoro (29 ottobre 1860, verso le ore Lorenzo fosse stato offeso e purtroppo lo trovammo che giaceva d’esser stati autori. Allora colla mia zappa di cui ero munito mi to dell’accaduto: “Nel giorno dopo sul timore che i ragazzi sud- 11,30 della mattina) è registrato come omicidio involontario di supino sul terreno mentre dalla testa e dalla bocca spargeva san- posi ad aprire qualche porta coll’idea di salvare qualche cosa, ma detti ne parlassero a mio padre io volli prevenirlo e raccontai a lui Lorenzo Sciaini di Verceia ucciso dalla caduta accidentale di un gue... era sordo e muto fin dalla nascita”. Ecco indicata la con- indarno. Accorsero... varie persone coll’idea filantropica di spe- il caso occorsomi. A dir vero, se quei ragazzi non fossero stati macigno non lontano dalla riva del Lago di Mezzola. Imputato è causa dell’incidente, se avesse potuto sentire il rumore del prin- gnere quel fuoco, ma tutti gli sforzi furono vani e nello spazio di informati dell’accaduto io non ne avrei fatto parola con alcuno, Giacomo Rossotti di Albonico. L’aspetto più drammatico della cipio di frana forse si sarebbe salvato. tre quarti d’ora era tutto distrutto quel casolare”. Ad incendio in giacché per verità il Rufatti non mi aveva fatto tanto male”. La vicenda sta nel constatare che si trattava di due ragazzi. L’evento Più circostanziata è la ricostruzione del fratello maggiore corso la porta era aperta, lasciata così dal proprietario per “sua ragazza in sostanza aveva percepito l’inganno e la violenza, ma drammatico si contestualizza nella condizione minorile del Tommaso, nato a Sert presso Verceia: spiega che la sua famiglia comodità entrare e sortire per riporvi le stramaglie che suole rac- non aveva compreso a pieno la natura della violenza. secolo XIX, aggravata da un pesante handicap. abita a Verceia ma possiede un vasto bosco a Bugiallo che “si cogliere in queste giornate”. Fu interrogata sua madre, Maddalena Sciaini di Lorenzo, nati- Così deponeva l’imputato, dell’età di 15 o 16 anni alle ore 12 estende per un tratto considerevole dalla riva del lago fin quasi Il fuoco fu acceso dai bambini proprio sulla porta aperta dove va ed abitante a “Montebello” (Mombello) di Bugiallo, che aveva dell’8 dicembre 1860: “In un giorno che ora più non ricordo alla sommità del pendio del monte e quivi è attraversato da un si erano messi per meglio ripararsi dal freddo. “Attesa... l’età” la quattro figli, la quale non era a Dascio quel giorno di febbraio verso la fine di ottobre ultimo scorso, io mi sono recato al luogo angusto sentiero che mette dal lato destro ad Albonico e dal Procura di Stato di Como l’11 gennaio 1859 giudicava non impu- perché il 27 gennaio era partita per la Val San Giacomo “a cura- denominato Al Balzo passando dal sito Pozzo Modrone, in terri- sinistro a Samolaco”. Lì sotto i tre fratelli Sciaini stavano tabili i colpevoli81. Ma, ci chiediamo, la responsabilità del padre? re il mio bestiame ivi trasferito per la pascolazione e nel 19 marzo torio di Bugiallo per accudire alla cura delle capre. Passando “facendo bruchi”, cioè stavano raccogliendo sterpi85, quando rimpatriai”: fu suo marito a informarla del fatto. dal... Pozzo Modrone sfortuna volle che essendomi sdruciolato “capitò certo Giacomo, giovane sui 17-18 anni - dovette perciò Ma il calzolaio come se la cavò nell’interrogatorio? Disse di un piede cadessi fra mezzo a que’dirupi e strisciando colla vita sembrargli più maturo di quanto non fosse - di cui ignoro il INNOCENZA VIOLATA E IPOCRISIA DELLE ISTITUZIONI essere affittuario di un Erman per la stalla e fienile dove negava su quei sassi altri di questi si mossero e precipitarono giù su cognome preciso, ma mi pare sia Rossotti.... lo vidi alla riva del fosse avvenuto il fatto, di avere 46 anni e che quel giorno era mala- quel erto pendio... mi feci male un braccio e la vita, ma essen- lago presso il suo battello che chiamava le capre, le quali L’8 febbraio 1859 si consumò violenza a danno di una ragaz- to, con un mal di schiena che gl’impedì di uscire, rimase in came- do il mio male lieve io non mi sono fatto visitare dal medico”. Il pascolavano sopra un balzo non molto discosto dal mio bosco, zina di tredici anni, Maria Raviscioni di Bugiallo, dimorante a ra tutto il giorno, scese in cucina solo per prepararsi una minestra. ragazzo sapeva che sotto stavano i fratelli Sciaini e mai avrebbe onde condurle via. Siccome le capre alla sua chiamata non “Montebello” (Mombello) frazione di Bugiallo. Fu denunciato dal Quanto ai testimoni li liquida dicendo di conoscerli e che sono noti voluto metterli in pericolo, tantopiù che erano in ottime relazio- discendevano, egli salì per dar loro la volta passando in mezzo padre della bambina il cinquantenne Francesco Ruffatti, nativo di come “toccarei”; quanto alla ragazza ammette che la conosce ni. Venne a sapere da Tommaso Sciaini che aveva colpito suo fra- al mio bosco e quando mi fu vicino mi disse... Bisogna che vada Prata presso Chiavenna, da vent’anni calzolaio in Dascio, che benissimo perché sua cliente, con un padre che ce l’ha proprio tello e successivamente che il ragazzo, dodicenne, era morto. a fugar le capre poiché ho premura. Io lo pregai che nel discen- aveva approfittato dell’assenza degli adulti, tutti a messa in giorno con lui perché non gli fa credito nel suo lavoro di ciabattino. Si ______82 di festa, per attirare Maria Raviscioni dicendo che c’era suo padre preferiva credere a queste illazioni che alla voce dell’innocenza . 83) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 601, fasc. 613. 84) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 566, fasc. 363. Potrebbe trattarsi del parroco di Bugiallo don Giuseppe Boschi. ______85) “Brùgh” è l’erica che cresce nelle brughiere, impiegata per fare scope, ma usata anche in sostituzione della frasca per allevare i bachi da seta (F. CHERUBINI, Vocabolario 81) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 551, fasc. 12. Milanese-Italiano, I, Milano 1839, ad vocem). In documenti notarili cinque-seicenteschi comaschi si trova la dizione “far brugo”. In quest’atto la dizione, a seconda 82) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 562, fasc. 229. della registrazione della testimonianza, è variata: “fare brucchi”, “far dei braghi”, “facendo bruchi”.

212 213 dere mi portasse una cappellata d’acqua della sorgente che è INGIURIE ciava, il 13 ottobre 1861, la madre del ragazzo, Giuseppina ragazzo - vidi che il Guglielmo Borzo si era alzato e, venuto al sopra il Pozzo Modrone ed egli rispose che se avesse avuto Cerfoglia fu Battista, moglie di Giovanni Rasero, “assente”, fuori punto del mio passaggio, estraeva dall’acqua e portava con sé tempo me la porterebbe... Quando fu in posizione più elevata Non si sa a quale proposito nel 1860 corsero ingiurie e mal- paese per lavoro, probabilmente emigrante. Il fatto era avvenu- un’ascia o scure lucente, indizio che era affilata di fresco, con del balzo in cui trovavansi le capre incominciò a gittare loro trattamenti reciproci tra Guglielmo Borzi del fu Giovanni e Agostino to mentre il giovane si guadagnava da vivere. manico rotto, cioé lungo mezzo braccio... La Martina... gli contro dei sassi onde farle discendere, e quand’ebbe raggiunto Paggi del fu Agostino di Albonico. La pratica non ha sviluppo87. “Suo figlio... Rasero Michele di Giovanni... passava per un disse... che non era quello il sito dove porre una scure”, ma il l’intento discese egli pure e... sul sentiero.... camminava a sentiero in un luogo denominato al Boggio in un passo che que- Borzo se ne andò senza dir nulla. passo celere e cantarellando... /. Sebbene io fossi a non molta sto sentiero traversava una valena d’acqua... suo figlio si era L’accusato, descritto come “un giovinetto di statura piuttosto distanza da mio fratello Lorenzo, pure... un rialzo di terreno MALINTESA COMPROPRIETÀ caricato a spalla un sacco di carbone per trasportarlo a Gera per alta, vestito di fustagno con cappello in testa e scarpe in piedi, m’impediva di vederlo. Il fratello Antonio invece mi era più vici- guadagnare la sua giornata... In un luogo stretto di questo sen- capelli castani e camicia di tela”, diede ovviamente una versione no. Pochi istanti dopo che aveva veduto il Giacomo a passar pel Giuseppe Borzi del fu Guglielmo di 24 anni, di Peledo, celibe, tiero vi era un certo Borzi Guglielmo di Giacomo di Bugiallo il divergente quando fu sentito in Pretura l’11 novembre 1861. sentiero, sentii il fracasso d’un macigno che rotolava giù dal senza precedenti, in grado di scrivere, denuncia che il 29 aprile quale, così, per dispetto e scherzando, vedendo a venire questo Aveva lasciato una fascina di legna, appena tagliata, sopra un pendio, e spaventato avendo alzati gli occhi verso il sentiero... 1861 Pietro Spelzini del fu Giovan Giacomo detto Peder di 55 figlio ed altre persone, tutti caricati di carbone per recarsi a muretto e si era abbassato per bere l’acqua al ruscello. Per faci- vidi un sasso assai grosso che balzava nella località... in cui tro- anni, sposato senza figli, arbitrariamente entrò nella sua stalla e Gera, il Borzi maligno per disprezzo a costoro” sistemò il suo litare il movimento - dichiarava - “slacciai dalla cinta la piccola vavasi... Lorenzo. Gridai subito verso il Giacomo Faccia d’una fienile rompendo cardini e porta e asportando i battenti della “segurino” (piccola scure) nel ruscello “commesso in una scure” proprio allora gli apparve accanto il ragazzo che si acca- putana te me copet ’l fradel, ed egli quasi contemporaneamen- stessa. Nella stalla furono rubate nel frattempo le 2 centenara di maniera tale che il primo di questi che passava in quel luogo sciò a terra, e vistolo ferito sarebbe subito corso a cercare te esclamò Povero me cos’ho mai fatto”. “fieno magente” del valore di L. 30 italiane. L’accusato si dichia- stretto nell’acqua doveva cadere nel filo del segurino per forza “ragnatele per stagnare il sangue”. I due fratelli si precipitarono in soccorso del fratellino sor- rava comproprietario con altri dello stabile, dal quale, diceva, senza vederlo... Poteva cadere tanto uno come l’altro.... è cadu- Una nota sulla condotta del Borzi, che lo dice “incapace a ciascuno portava via qualcosa per sé. Perché non prendersi la domuto. Il maggiore ricorda: “Avendogli fatto segno di tirarsi 88 to... Rasero Michele e si è spezzato di mezzo il piede sinistro... collocare scuri od altra qualunque istrumento tagliente o pun- sulle mie spalle onde poterlo trasportare, egli si sollevò e mes- porta? Giudicato incapace di commettere furto, fu assolto . in un taglio immenso da mezzo il piede... il quale... caduto a gente sopra sentieri nell’intenzione di recar danni ai passanti” lo semi le braccia attraverso il collo lo portai in questa marina terra con il sacco stesso, dei gran dolori fu svanito quasi a morte scagionò dall’accusa, facendo ritenere imprudenza o trascura- nella barca alla riva del lago” distante dal luogo dell’incidente e allora il Borzo si è fugito a gran passi... vedendo questo fatto tezza quella che la madre della vittima, la vittima e la sua com- FURTO DI CALCE circa duecento passi. Per circa cento passi egli stette stretto al così grande...”. pagna di lavoro avevano giudicato uno scherzo crudele dettato mio collo ma poi improvvisamente la presa gli mancò e dovetti Il ferito era un ragazzo di quindici anni. Erano presenti da malvagità90. Quale la verità? Guglielmo Borzi del fu Giovanni di Dascio fu querelato per portarlo in altra maniera. Fino a circa metà del lago continuò a Martina Rasero del fu Battista, di 18 anni, Francesco Tamola furto di calce dal cognato Agostino Colombini del fu Pietro di del fu Francesco, Giuseppe Fazzino, Maria di Guglielmo, tutti respirare, ma poi mi accorsi che era cessato in lui ogni segno Sirana, uomo di 52 anni, capace di scrivere, contadino possi- trasportavano sacchi di carbone, tutti giovani, ragazzi e anche di vita. Giunto alla riva opposta lo levai di barca e lo trasportai dente e impregiudicato. Lo si accusava di avere approfittato il 14 MATRIMONIO RIPARATORE ragazze. Il 25 ottobre una visita di controllo del dottor a casa che dista dalla... riva circa duecento passi.” I medici che marzo 1861 dell’assenza del proprietario, recatosi in Isola per stilarono il referto, i dottori Riva Francesco da Chiavenna e affari, per asportare calce da una foppa nel terreno... con entro Riccardo Mola verifica le due ferite prodotte “da arma taglien- 1861, 6 luglio, nel Tribunale di Como viene portato il dete- Attilio Bosatta, rilevarono la “ferita lacero-contusa” lunga un n. 22 centenara di calcina presso la casa del Colombini nel te... in vicinanza del punto di separazione tra il dito pollice ed nuto Giovanni Borzi, detto Pin, figlio di Giovanni, d’anni 25, nato pollice e un quarto, “al vertice del capo in direzione dall’avan- fondo detto Alle Pile. Il materiale era proprietà della moglie indice una nella parte dorsale, una nella parte palmare; la a Sorico, residente a Dascio, “ammogliato”, contadino, cattoli- ti all’indietro”, diversi graffi, danni a una gamba e la contusio- Maria Orsola Paggi del fu Giovanni Battista. La perdita dei 22 prima... quasi del tutto cicatrizzata... l’altra presenta ancora la co. È descritto di statura media, corporatura snella, faccia ne del costato che provava il ricordo dell’unico lamento del fasci di libbre 100 per cadaun fascio di calce era valutata in L. lunghezza di cinque centimetri con due di profondità ed uno di oblunga, colorito pallido, capelli neri, occhi castani, bocca, ragazzino sordomuto che fece segno ai fratelli indicando un 44 di Milano nella denuncia, aumentata poi dal medesimo larghezza, ed è tutta sanguinante”, il medico prevedeva alme- mento, fronte e naso regolari. fianco colpito. Colombini a L. 83 in sede d’interrogatorio. no dodici giorni perché la ferita si rimarginasse e trenta di Il giovane porta una barba intiera, nera come i capelli, veste I Carabinieri Reali della stazione di Chiavenna ipotizzarono Il denunciato Guglielmo Borzi aveva 46 anni, cinque figli ed inattività del giovane. Michele racconta il suo dramma ricor- una giacchetta “di puntorecc” [?], pantaloni e gilet di “stoffa che la caduta del masso potesse essere stata provocata tanto dal era sposato in seconde nozze con Caterina Raviscioni; la prima dando che era un sabato di settembre alle quattro del pome- oscura”, scarpe di pelle e un cappello “alla puff” di “colore pastore quanto dalle sue capre e raccolsero informazioni com- moglie Maria Orsola Colombini era morta 18 anni prima riggio e precisa: “Dopo quasi mezz’ora di cammino abbando- oscuro”. provanti i buoni rapporti tra le famiglie Sciaini e Rossotti, atte- lasciando le due figlie Maria e Domenica89. nai la strada comunale e presi per far più presto un sentiero... Giuseppe Curti fu Cristoforo di Sirana, detto Magher, il 4 state poi anche dal padre del ragazzo ucciso, che ricevette la di scorciatoia... che passa per un valloncello di solito asciut- luglio 1861 alla Pretura di Gravedona aveva firmato con una visita del padre di Giacomo Rossotti che lo pregò di perdonargli to... al Boggio. Senonché in quel momento essendo piovuto da semplice croce la denuncia a carico del Borzi perché lo “minac- il figlio. BAMBINI E CARBONE: SCHERZI CRUDELI poco” si era formato “ un rigagnolo profondo una spanna”. ciava della vita col falcetto”, indicando come testimoni Bernardo Un terreno di Pozzo Modrone in Comune di Bugiallo (mapp. PER UN’INFANZIA NEGATA Allora vide “un uomo presso l’acqua a non più di tre passi Silvani fu Bernardo di Bugiallo, Giulia Borzo fu Tommaso di Riva 8757, ceppo nudo, atti del 1873-1875) era di proprietà di un distante dal sentiero nel punto in cui io doveva camminando Bianca di Sorico, Giuseppe Borzo fu Giuseppe di Sorico. Lorenzo Sciani, figlio di Tommaso, nomi tradizionali di quella Guglielmo Borzo di Bugiallo fu accusato di avere provocato attraversare l’acqua... Era Guglielmo Borzo di Giacomo, giova- Tutte le persone coinvolte nella vicenda sono registrate come sfortunata famiglia trasferitasi a Verceia86. volontariamente ferite a Michele Rasero di Bugiallo. Lo denun- ne di 20 anni”. Michele proseguì “senza sospetto”, ma, “fatti contadini. quattro o cinque passi... d’improvviso mi sentii venir meno e ______caddi quasi senza sensi per terra...”. Fu soccorso da Martina L’imputato Borzi ammette: “Io tirai alcune pietre contro il 86) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 620, fasc. 176. Rasero che lo risollevò e “nell’aprire gli occhi - ricordava il Curti”. I testimoni Antonio Silvani fu Bernardo di Bugiallo, 87) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 614, fasc. 46. 88) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 634, fasc. 544. ______89) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 634, fasc. 544. 90) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I A, cart. 657, fasc. 1127.

214 215 Antonio Andreoli fu Nicola di Sirana, Anna Maria Oreggia lo que fra noi un diverbio, e vedendo io che il Giovanni Borzo vole- Il 21 febbraio 1862 il pretore di Gravedona, dott. Galletti, attenzione”; riuscì da sola a liberarsi la mattina dopo e andò a videro “dare un calcio... al Curti che cadde a terra”. va estrarre dalla tasca al petto un falcetto, io voleva impedirglie- ascolta la deposizione di Battista Spavioli del fu Lorenzo, nato ed liberare Eufrasia Polledrotti del fu Giovan Battista, una donna di lo - ed a tale scopo gli fermava la mano - e in più anche a toglier- abitante ai Prati Meriggi di Sorico, trentenne, contadino illette- ventinove anni, nubile, che conferma i fatti dichiarando: “so Fu riconosciuto dal tribunale il reato di percosse volontarie gli quell’arma. Indignato allora il Borzo per averlo io disarma- rato, il quale riferendosi alla notte tra il sabato 15 e la domeni- scrivere”. Era una tra le poche donne del paese in grado di farlo e lesioni dovute a “colpi di sasso” con “tre lievi ferite alla regio- to, mi menò un forte calcio ai testicoli... mi diede una spinta ca 16 febbraio “stavo a letto a dormire - racconta - quando udii a quell’epoca. ne auricolare destra” con “alterazione giudizialmente rilevataci tanto forte che mi gettò a terra... mi fu addosso... con un sasso verso la mezzanotte come del rumore alla mia porta, ritenendo Le case “sono munite di catenaccio esterno con manico cor- ai testicoli del Curti” per “ecchimosi allo scroto prodotta con un mi batteva all’orecchio destro”, quando arrivarono aiuti a divi- che fosse qualche gatto... non vi abbadai proseguendo a dormi- rispondente interno, ad eccezione di quella di Genera calcio” e impedimento al lavoro per dieci giorni. La diagnosi fu dere i litiganti “... distante da me circa tre passi mi slanciò una re. Alla mattina... mi alzai dal letto e recatomi alla porta per usci- Margherita”. redatta dal medico condotto Riccardo Mola, recatosi a Sirana il sassata che mi colpì alla schiena... altra sassata... al fianco..”. re... con mia sorpresa rilevai che era assicurata dall’esterno da Non solo ai Prati Meriggi si fece quello scherzo. Anche alla 5 maggio 1861, e inviata da Gera alla Pretura di Gravedona. qualche altro corpo che teneva il catenaccio esternamente”. Non Selvetta, dove abitava il ventiduenne Francesco Paggi del fu Causa di tutto fu una donna, la giovane Maria Oreggia fu L’imputato Borzo ovviamente dà una versione un po’diversa: riuscì in alcun modo ad aprire la porta. Non avendo altra solu- Giovanni nativo di Prada distretto di Chiavenna, sposato con Carlo, nuora del Curti. Insufficienti risultarono le scuse di legit- “... alle ore 5 pomeridiane passava.... in Sirana con in spalla zione disponibile, fu costretto a uscire dal tetto; ricorda: “Allora Caterina Spelzini e capace di scrivere: “Nella notte... io stavo a tima difesa, l’imputato fu condannato a dieci giorni di carcere e alcune pezze d’assa atte pei bigatti” che portava “alla propria mi recai sul soffitto della mia casa e, levato un asso, potei da letto con mia moglie a dormire saporitamente, quando fui sve- al risarcimento del danno in lire 20. casa”, e quando giunge “in un luogo dove v’è una fontana e quel vano evadervi, passato al di fuori... compresi che era spran- gliato da mio zio Paggi Guglielmo fu Guglielmo che dorme nella venni all’improvviso assalito”; il Curti lo avrebbe preso “per lo gata la mia porta con un palo di viti legato con un vimine ver- stanza superiore alla mia... mi disse che i nostri cani abbaiava- La rissa avvenne sabato 4 maggio 1861, nelle ore pomeridia- stomaco con una mano” brandendo “nell’altra un falcetto in atto deggiante a foggia di corda in vicinanza del catenaccio, da impe- no più del solito, e mi consigliava di andare a vedere... Indossai ne, allorché “Giovanni Borzi transitava con un carico di assi in di tagliarmi la gola... io gettai le assa in terra e li fermai la dire l’uscita... Rimossa quella difficoltà, aperta la mia porta.... qualche indumento ed unitomi... al mio zio siamo sortiti.. e vidi- Sirana, quando il Curti Giuseppe lo prendeva per gli abiti... addi- mano... non voleva cedere”. C’era lì per attingere acqua mia sorella Domenica vicina di casa mi chiamava perché le scio- mo 5 o 6 individui che si davano alla fuga... precipitandosi di tandogli un pargolo che portava sulle braccia Maria Orecchia Mariorsola91 Paggi maritata a Agostino Colombini di Sirana, la gliessi la porta che era impedita... Rilevai l’impedimento eguale basso del monte parte per il sentiero e parte pei limitrofi fondi”. nuora del Curti...”. quale avrebbe alzato la voce per farli desistere; allora “lui rimi- a quello che fu fatto alla mia porta”. Siccome si denunciava un sospetto tentativo di furto, ma se il falcino in saccoccia ed.... io presi le assa e continuai il mio La sorella, una quarantenne, ricorda a sua volta: “... Stavo a nulla era stato sottratto, si liquidò la faccenda molto sbrigativa- Non che il denunciante, Giuseppe Curti detto Magher, fosse viaggio. Fatto appena una quindicina di passi di nuovo sono letto a dormire, quando udii come delle pedate al di fuori, ma io mente affermando che non si può “dedurre nemmeno generica- senza macchia. Egli stesso, con l’età - “ho anni 48 o 49 “ -, e con assalito con maggior impeto... e schiacciato contro di un muro non vi feci riflessione...”. Liberata dal fratello “sortita che fui dalla mente la sussistenza di un tentativo di furto e di altre azioni puni- l’essere piccolo possidente, vedovo, con un figlio di nome a gran forza... mi ha levato... il mio falcino... vedendo che io fug- mia porta, visitai le altre vicine di casa, e rilevai che tale scherzo bili” [senza ipotizzare il reato di sequestro] “si propone desi- Giovanni al momento emigrante in Svizzera, dichiarava: “... fui givo è corso a casa a prendere il fucile per colpirmi... fui avvi- era avvenuto alle loro abitazioni per cui mi recai a svincolarle”. stenza”93. inquisito ma non condannato per titolo di lesioni in rissa or sato di questo da certo Agostino Colombini di Sirana”. Invece Guglielmo Paggi del fu Guglielmo, di trentatre anni, saranno circa 25 o 30 anni, una volta fui condannato a giorni 10 Così dichiarò, sottoscrivendo con la propria firma, Giovanni abitante ai Prati Meriggi, ricorda: “Stavo a letto, verso la mezza- per lo stesso titolo, saranno 18 o 20 anni”. E così deponeva: Borzi di Giovanni. notte, quando udii il latrato di un cane, per cui alzatomi col mio IL FUCILE DELLA GUARDIA NAZIONALE “Nello scorso anno 1859... Giovanni Borzo amoreggiava la cognato Franco Paggi e recatomi al di fuori scorgemmo 4 o 5 sua domestica Anna Maria Oreggia fu Carlo di , e la rese Questa versione, che non valse ad invocare la legittima dife- individui che si diedero alla fuga, senza che noi avessimo potu- Il 27 dicembre Giuseppe Sciaini denunciò per minacce anche incinta. Dopo circa tre mesi di gravidanza, mio figlio sa, fu in parte sostenuta dal teste Antonio Silvani. to conoscerli. Alla mattina... udimmo che i nostri vicini furono Francesco Paggi del fu Giovanni. Il 12 gennaio 1862 fu perqui- Giovanni Curti ora assente nella Svizzera, ignorando la gravidan- La donna che era parte in causa, sostenne decisamente la rinchiusi in casa mediante assicurazione dei loro catenacci all’e- sito il suo domicilio in Quessero dal cancelliere Crema che, par- za dell’Oreggia si pose in capo di sposarla, ed infatti nel giorno versione già data dal suocero, dichiarando di essere accorsa sul sterno con salici ed una stanga”. Lucia Spavioli del fu Carlo, di tito alle 7.00 del mattino da Gravedona, si era recato sul posto di settembre 1859 la condusse in moglie e questa dopo sei mesi luogo agli schiamazzi della rissa e ammise di essere stata messa ventisei anni, e già vedova, ma senza prole, pure abitante ai Prati compiendo miglia 8 di sola andata. Sequestrò un fucile, fece circa si sgravava di una ragazzina a cui fu posto il nome di Maria incinta dal Borzi92. Meriggi, ricorda: “Udii frugare vicino alla mia porta ma non posi rientro alle 3.00 pomeridiane e ricevette dalla Pretura L. 5,60. Anna, ragazzina che ora conta circa 14 mesi e che io allevo attenzione ulteriore. Alla mattina facevo per uscire ma invano”. Quel fucile, si giustificò il Paggi, era in suo possesso nella sua meco in mia casa colla nuora. Una sua vicina, Margherita “Gennera” (Gianera) di trentott’anni qualità di guardia nazionale”, ma ammise d’averlo portato altra Io mi sono adoperato diverse volte nello scopo di ottenere SEQUESTRO COLLETTIVO NEL SONNO dice: “Udii uno sfregamento alla mia porta, ma non vi feci altra volta fuori della sua abitazione, forse per minacciare lo Sciaini94. che il Borzi riconoscesse la ragazzina... come sua figlia, ma sem- pre inutilmente. Sabbato scorso nelle ore pomeridiane avendo- 1862, 18 febbraio, denuncia alla Pretura di Gravedona: per lo trovato quivi in Sirana mi avvicinai a lui, e con buone manie- furto ai danni di Francesco Paggi, del fu Giovanni, è sospettato re cercavo di persuaderlo a voler riconoscere come sua la Giuseppe Sciaini del fu Giovan Giacomo. La denuncia fatta da sei ragazzina Anna Maria ed a volermi sussidiare nel di lei manteni- persone, è firmata solo da Francesco Paggi, con la croce segna- mento. A quelle mie dichiarazioni esso mi rispose ch’io dovesse no le altre cinque persone, i fratelli Battista e Domenica Spavioli, pensare a mantenere i miei bastardi, volendo con ciò far com- Lucia Spavioli, Guglielmo Paggi e Margherita Gianera. prendere che quella ragazzina fosse mia e non sua. Allora nac- Seguì un sopraluogo alla Selvetta sotto Quessero.

______91) Nel testo è “Mariorzola”, per Maria Orsola. Il nome, cui non è estranea la presenza di una chiesa in Sorico dedicata alla santa martire Orsola, ricorre anche in altro atto ______giudiziario del 1861 ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I A, cart. 914, fasc, 413, per Maria Orsola Quattrini sposata a Guglielmo Rossi. 93) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 672, fasc. 211. 92) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I A, cart. 914, fasc. 405. 94) ASCo, Tribunale Preunitario, fascicoli penali, Serie I D, cart. 672, fasc. 221.

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