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Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano

“Speciale ” Evento Giornata ecologica all’Isola di Giannutri: 03 Aprile 2011

Il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano è il più grande parco marino d'Europa, tutela 56.766 ettari di mare e 17.887 ettari di terra. Comprende tutte le sette isole principali dell'Arcipelago Toscano e alcuni isolotti minori e scogli. Come le perle di una collana, ogni isola è diversa dall'altra. Ogni isola conserva le tracce della sua storia, ogni isola è unica, originale, con un solo tratto in : la bellezza della sua natura.

L'Area Protetta: Carta d'identità

 Superficie a terra (ha): 17.887,00  Superficie a mare (ha): 56.776,00  Regioni: Toscana  Province: ,  Comuni: Campo nell', , Isola, , Livorno, , , , , Rio Marina, Rio nell'Elba  Provv.ti istitutivi: L 305 28/8/89 - DD MM 21/7/89, 29/8/90, DPR 22/7/96  Elenco Ufficiale AP: EUAP0010 Ente Gestore: Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano.

L'ARCIPELAGO TOSCANO L'Arcipelago Toscano include le sette isole dell'Arcipelago Toscano: Elba, Capraia, , , , Giglio, Giannutri. Si tratta di isole di formazione geologica assai diversa: Capraia é vulcanica, il Giglio e l'Elba sono prevalentemente granitiche. Una grande varietà geologica che influenza forma e paesaggio di ciascuna isola. L'antichissima presenza dell'uomo, testimoniata dai ritrovamenti e dalla lunga tradizione di lavorazione dei minerali, ha prodotto profondi cambiamenti nella vegetazione originaria e i boschi di leccio restano solo in alcune parti dell'Elba, mentre la macchia mediterranea é la vegetazione dominante.

LA TERRA La storia geologica dell'Arcipelago toscano inizia 230-240 milioni di anni fa, anche se le rocce che costituiscono la penisola di Calamita all'Elba sono un frammento del continente africano vecchio almeno 400-500 milioni di anni. Nella formazione delle isole dell'Arcipelago il magmatismo ed i vulcani hanno avuto un grande ruolo.

IL MARE L'Arcipelago toscano è il più grande Parco Marino d'Europa. La più estesa area protetta dei mari europei. Il Parco è caratterizzato da una grande varietà di habitat, popolati da svariate forme di vita, una miriade di specie vegetali ed animali vivono in ogni anfratto di uno dei più affascinanti ambienti naturali: il mare.

LA FLORA I fattori principali che influenzano la vegetazione dell'Arcipelago Toscano sono il clima di tipo mediterraneo e l'insularità. Dominano le piante sempreverdi, che possiedono foglie coriacee, protette da un'epidermide robusta e praticamente impermeabile; oppure piante con foglie ridottissime, talora trasformate in spine, o del tutto mancanti, come nel caso delle ginestre. la formazione vegetale più diffusa nel parco è la profumatissima macchia mediterranea, tra le cui molteplici specie ricordiamo: il corbezzolo, l'alaterno, il lentisco, il ginepro fenicio, il mirto, le eriche, il rosmarino, la lavanda, le splendide ginestre e i coloratissimi cisti.

LA FAUNA Le isole sono caratterizzate dalla presenza di numerosi endemismi. Interessanti sono le presenze del venturone, del sordone, della raganella tirrenica, del discoglosso sardo e del geco tirrenico o tarantolino. I mammiferi terrestri sono quelli tipici dell'ambiente mediterraneo con la rilevante presenza della martora; diffusa e visibile è anche la presenza del coniglio selvatico. Estinto sin dall'inizio dell'Ottocento il cinghiale maremmano, è stato introdotto una trentina di anni fa il cinghiale centroeuropeo, questa specie si è riprodotta a dismisura all'Elba divenendo un problema per la tutela degli endemismi floristici e la salvaguardia delle colture agricole. L'Arcipelago è un punto di sosta e di nidificazione per molti uccelli migratori. Presenti colonie di berte e gabbiani tra cui il raro gabbiano corso che è stato scelto quale simbolo del parco.

Giannutri

Zone tutelate • A terra: il 100% del territorio (zona 2). • A mare: in parte (zona 1 e zona 2), esclusi due corridoi di accesso per le imbarcazioni. In zona 1 sono vietati l’accesso, la navigazione, la sosta, l’ancoraggio, la pesca e l’immersione. In zona 2 la pesca è regolamentata dall’Ente Parco. Accesso: regolamentato in alcune zone a terra e a mare. L'isola è quasi esclusivamente privata e abitata nel periodo estivo. E' priva di servizi ed esercizi pubblici tranne che per il periodo estivo.

Breve descrizione

La più piccola delle isole dell’arcipelago toscano, già nota ai Greci con il nome di Artemisia, fu chiamata Dianum dai Romani per la sua forma a falce di luna, sacra alla dea Diana. Oggi è parte integrante del Parco Nazionale dell’Arcipelago.

E' la più meridionale delle isole di Toscana essendo situata a 18 km a S-SO da , lungo la costa meridionale del , e a 14 km a SE dell'Isola del Giglio. Risulta la penultima isola per estensione territoriale con una superficie di 2,6 kmq: Giannutri.

Due sono gli approdi situati in prossimità delle principali insenatura dell'isola: Cala Spalmatoio, sul versante orientale dell'isola, esposta a Sud-Est, riparata dai venti occidentali e settentrionali e Cala Maestra , dalla parte opposta, esposta a Nord Ovest.

Il territorio isolano presenta una natura selvatica e rocciosa, caratterizzata da calcari cavernosi, antiche rocce sedimentarie vecchie di 200 milioni di anni, addolcite però dalla macchia mediterranea che copre col suo verde manto i colli rocciosi e le asperità. Tre sono i rilievi principali, di modeste altitudine: a Nord è il Poggio del Cannone 68 m slm, al centro è Monte Mario 78 m slm e a Sud è il Poggio del Capel Rosso 88 m slm.

La sua straordinaria bellezza è esaltata dalla trasparenza delle acque che la circondano e dalle vestigia del passato, immerse in uno scenario naturalistico che offre uno dei più singolari esempi di biodiversità.

Molte sono le specie vegetali presenti (l’elicrisio, il senecio, il rosmarino, il cisto, l’erica, la scilla marina, il lentisco, l’euforbia arborea, la timerea, l’alaterno, il mirto, il corbezzolo, la fillirea, l’olivo, il pino d’aleppo e il ginepro fenicio), mentre la fauna stanziale annovera una cospicua presenza di rettili, con esclusione delle specie velenose. L’isola è inoltre frequentata da numerosi uccelli migratori; tra le specie stanziali è importante sottolineare la presenza del gabbiano reale, che da sempre colonizza le coste dell’isola, chiamata per questo anche “isola dei gabbiani”.

Nonostante sia sprovvista di fonti perenni di acqua dolce, l’isola fu frequentata almeno a partire dall’età Neolitica. I ritrovamenti effettuati nella vallata di Vigna Vecchia, costituiti da frammenti di ceramica d’impasto, strumenti in selce, punte e lame in ossidiana, oltre ad attestare la presenza di insediamenti, forse occasionali, inseriscono Giannutri nelle rotte dei traffici marittimi di III-II millennio e nel circuito di distribuzione dell’ossidiana, che dalle zone di origine (Lipari, Sardegna, Palmarola) veniva diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo occidentale.

In epoca romana Giannutri è punto di riferimento per i traffici marittimi verso la Gallia e la Spagna e, a partire dalla prima età imperiale, è dotata di infrastrutture portuali organiche, realizzate dalla famiglia senatoria dei Domizi Enobarbi, che elegge l’isola a residenza privilegiata costruendovi la splendida villa marittima, la più bella dell’arcipelago toscano. La frequentazione dell’isola subisce un arresto nel periodo di decadenza dell’impero romano (V secolo d.C.).

In età Carolingia è possesso dell’Abbazia delle Tre Fontane di Roma, unitamente all’isola del Giglio e al comprensorio del Monte Argentario. Si susseguono poi nei secoli numerosi cambi di dominio: dagli Aldobrandeschi (1269) ai conti Orsini (1358) alla Repubblica di (1452), fino al passaggio allo Stato dei Presidi (1557), ai Lorena (1814) e infine al Regno d’Italia (1860).

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