Lo Spettatore Pagante 2015 2 on Line
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Lo Spettatore Pagante Anno 2015 Di Vittorio De Agrò e Roberto Sapienza a Tita, mia governante e fedele teledipendente I bravi assassini non tornano mai sul luogo del delitto. Paganini non ripete. Ebbene Roberto ed Io non siamo né gli uni né tanto meno aspiriamo ad essere talentuosi musicisti. Semmai rappresentiamo il trionfo del prevedibile e dello scontato. Un anno fa lanciammo l’avventura della #CasaDelloSpettatorePagante sostenendo che il blog http://ilritornodimelvin.wordpress.com/ avesse ormai compiuto il suo compito. Nonostante l’età, abbiamo visto giusto. E’ stato un anno davvero intenso, faticoso e ricco di soddisfazioni. Abbiamo accolto nella Casa dello Spettatore Pagante altri amici amanti dell’Arte che hanno dato il coloro contribuito alla crescita del nostro sogno. E non possiamo non ringraziare di cuore per il prezioso contributo reso : Lorenzo Dagnino, Remì, Lucas e Polifemo, Leon Sapienza e Mirella Frascolla Abbiamo visto, ascoltato, sentito e applaudito centinaia di spettacoli nei nostri cinema, teatri e in televisione e letto tanti bei romanzi di bravi scrittori.E anche intervistato giovani e talentuose promesse del nostro cinema. Lo Spettatore Pagante torna anche quest’anno con la raccolta di tutti i nostri articoli che ci auguriamo possa aver raccontato al meglio il 2015”artistico” in Italia. Lo Spettatore Pagante 2015 è composto da 333 articoli cosi suddivisi: 184 film, 3 interviste, 3 eventi speciali, 45 libri, 45 spettacoli televisivi, 41 spettacoli teatrali, 5 festival, 1 concerto Questo è il nostro dono per il 2016, certi che per noi tutti il meglio debba ancora venire. Con affetto e stima. Vittorio De Agrò Roberto Sapienza. CINEMA Tutto è relativo direbbe il buon Albert Einstein, figuriamoci nel campo della critica cinematografica. Noi italiani siamo tutti c.t della nazionale di calcio, sappiamo tutto noi e abbiamo la verità in tasca. Ci siamo chiesti quale fosse il criterio migliore per giudicare un film. Dopo lunghe riflessioni e anche grazie al prezioso consiglio dell’amico Giovanni abbiamo trovato la soluzione. Siamo spettatori paganti? Ebbene avremmo valutato ogni film consigliando che tipo di biglietto d’acquistare. Oggi andare al cinema è costoso,un biglietto può costare anche 11 euro per un film in 3D. Per una famiglia di quattro persone un cinema può significare accendere un piccolo mutuo se comprendiamo l’inevitabile acquisto di coca cola e popcorn. Ergo pensateci bene prima di acquistare un biglietto, ponderate con attenzione. Così ecco le nostre tipologie di biglietto: 1)Neanche regalato: Un film talmente brutto, noioso, mal scritto,insipido e recitato da cani che è da evitare anche se Belen Rodriguez o Raoul Bova vi proponessero una serata a due in un cinema deserto. 2)Omaggio: Film bruttino , scritto con i piedi, dialoghi inesistenti, regia scolastica, ma c’è un attore o un’attrice che vi ha salvato dalla serata con un interpretazione degna di nota e soprattutto vi ha evitato di addormentarvi e di russare provocando la risentita reazione del vostro compagno/a. 3)Di pomeriggio:Film dignitoso per trascorrere un pomeriggio altrimenti destinato a guardare in TV una replica della fiction del cuore. Una sceneggiatura povera, regia semplice, ma gli attori danno peso e anima al prodotto e magari il finale non è cosi prevedibile e scontato. 4)Ridotto: Film che merita anche un’uscita serale magari prendendo prima un buon caffè per paura di addormentarsi nel secondo tempo. Sceneggiatura interessante, regia di buon livello, recitazione di qualità, peccato per un finale al di sotto delle aspettative e per un ritmo non costante che alla fine sa di lentezza che fa pensare ad altro, magari alla bolletta da pagare il giorno dopo. 5)Sempre:Film che rivedresti anche il giorno dopo perche ti ha soddisfatto di pancia, mente e di cuore Sceneggiatura, recitazione, regia, ritmo e finale sono tutti perfetti e hanno dato vita a un prodotto talmente bello che non solo ti ha tenuto sveglio, ma dopo hai voglia di parlarne con gli amici e soprattutto con gli estranei. Hai visto un opera d’Arte e sei contento dei soldi spesi. Film (rigorosamente in ordine di uscita nelle sale italiane), biglietto: Sempre 1) “Still Alice”(Gennaio) è un film del 2014 scritto e diretto da Richard Glatzer, Wash Westmoreland, tratto dall’omonimo romanzo di Lisa Genova, con: Julianne Moore, Kristen Stewart (Lydia), Kate Bosworth, Alec Baldwin (John). Che cosa sarebbe la nostra vita senza ricordi? La memoria e l’esperienza sono i due capisaldi dell’esistenza di ogni persona rendendoci forti e vivi. La memoria è il nostro tesoro. Il nostro porto dove noi ci rifuggiamo quando la realtà ci appare sgradevole e ostile. Io vivo di ricordi e la mia memoria è stata per lungo tempo croce e delizia. Eppure esiste una malattia atroce che distrugge la nostra memoria e che ci priva del nostro tesoro di emozioni e infine della vita stessa: l’Alzheimer. Una parola “brutta” anche dal solo dal punto di vista fonetico che rende un uomo lentamente e inesorabilmente un vegetale, uno zombie. La piaga Alzheimer è considerata un’emergenza nazionale negli Stati Uniti e invece da noi le costose cure per i malati di morbo sono a carico dei familiari. La malattia è come un buco nero che prima distrugge la mente e poi il corpo della persona colpita. Generalmente l’Alzheimer colpisce le persone anziane, ma tristemente i casi di pazienti”giovani” sono in forte aumento. E’ ancora una malattia misteriosa per molti aspetti e soprattutto difficile da prevenire magari con una vita senza stress e alimentazione sana. “Still Alice”è la cruda e amara storia di Alice (Moore), bella e atletica donna di cinquant’anni e stimata professoressa di Lingue in un’importante Università che improvvisamente si scopre malata di Alzhimer. Alice è una donna realizzata nel lavoro e felice nella vita privata con una bella famiglia: un marito, affermato medico, e tre bei figli. Alice intuisce che qualcosa non va nella sua mente quando durante una conferenza non ricorda le parole da pronunciare in un discorso o come durante un’abituale corsa non riesce più a capire dove si trova. Preoccupata consulta un neurologo che dopo gli approfonditi esami emette la drammatica sentenza: Alzheimer precoce e di origine genetica, una variazione del morbo se possibile ancora più devastante e veloce nello svilupparsi. La notizia ovviamente stravolge la vita di Alice e della sua famiglia. John (Baldwin) marito devoto cerca in tutti i modi di starle vicino e sostenerla e gli stessi figli seppure preoccupati di aver ereditato il morbo si stringono intorno alla madre. Per Alice, donna forte ed energetica che ha fatto della proprietà del linguaggio e delle parole l’essenza stessa della sua vita soffrire di Alzheimer è come subire la pena del contrappasso dantesco. La donna lotta con tutte le sue forze per evitare di perdersi e nello stesso tempo predispone un accurato piano qualora le tenebre calassero su di lei. Una malattia che se da una parte spegne Alice, dall’altra le permette di capire e soprattutto di appianare i conflitti con la ribelle e inquieta figlia Lydia (Stewart) che sogna di fare l’attrice piuttosto che il college preoccupando non poco la madre per il suo futuro. La sceneggiatura è asciutta, semplice, diretta e personalmente la ritengo precisa e rigorosa nel descrivere l’inizio della malattia e di come lei cambi non solo la vita del malato, ma anche quella dei familiari. Quando si racconta una malattia e le sofferenze di un malato di solito un testo tende a scivolare nel melenso e soprattutto alla lacrima facile. Qui invece gli autori hanno il pregio di portare il lettore per mano nella drammatica conoscenza di questa malattia senza far ricorso a scene eccessivamente caricate e forti per indurlo alla facile e scontata commozione. Il testo ti spinge a vedere il mondo dalla prospettiva di Alice e di fa comprendere quanto sia terribile e angoscioso perdere dopo giorno una parte di te. Gli stessi dialoghi sono sobri, credibili e comunque molto intesi e avvolgenti. La regia è di taglio televisivo pur restando un prodotto di buona qualità e attento a raccontare una storia con delicatezza ed eleganza riuscendo a creare un ponte emotivo tra lo schermo e il pubblico in sala garantendo un ritmo costante. Uno stile pulito e caloroso che esalta il già talentuoso cast. Se dovessimo dare retta ai rumors e ai premi assegnati dalla critica nelle ultime settimane il prossimo 25 febbraio Julianne Moore dovrebbe vincere l’Oscar come migliore attrice senza se e senza ma. Sappiamo bene però che la storia degli Oscar è ricca di colpi scena e di clamorosi e discutibili verdetti. Julianne Moore avrebbe meritato di vincere per la sua lunga e splendida carriera già da qualche tempo un paio di Oscar, eppure è ancora a mani vuote. La Sua Alice è davvero toccante, vera, forte, empatica, elegante e umana. Lo spettatore partecipa al suo drammatico e veloce declino. Si unisce alla sua lotta pur sapendo di essere una battaglia persa. Moore è un’Attrice completa e talentuosa negli anni ci hanno ridere e commuovere con i suoi personaggi riuscendo sempre a essere credibile. Quest’anno le concorrenti per l’Oscar sono davvero agguerrite e altrettanto di valore. Probabilmente quella della Mooore, pur essendo una performance intensa e degna di un forte plauso, non è la sua migliore in assoluto. Comunque ben venga l’Oscar per una delle poche attrici complete che ci sono ora in circolazione e che mostra con orgoglio la sua età senza vergogna e desiderio di alcun ritocco estetico. Menzione particolare per Kristen Stewart all’interno di cast solido e adeguato alla storia, la giovane “vampira” sta crescendo artisticamente e con tenacia e talento si sta togliendo gli abiti scomodi del personaggio d “Bella”e sta facendo conoscere allo spettatore il valore dell’attrice Kristen.