Una Counselor Alla Corte Di Maria
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ACCADEMIA PER LA RIPROGRAMMAZIONE CORSO IN COUNSELING DELLA RIPROGRAMMAZIONE EMS DIRETTORE DOTT . MARIO PAPADIA T E S I D I D I P L O M A I N C O U N S E L I N G D E L L A R I P R O G R A M M A Z I O N E ESISTENZIALE Una telespettatrice particolare: una counselor alla corte di Maria di Pasqua Legrottaglie ANNO ACCADEMICO 2012-2013 INDICE INTRODUZIONE ............................................................................... pag. 1 CAPITOLO 1 LA TELEVISIONE E IL “MONDO” DI MARIA DE FILIPPI 1.1 Dalla paleotelevisione alla tv 2.0 ................................................... » 3 1.2 Due generi del nuovo contesto televisivo: il talk show e il reality show ............................................................................... » 8 1.3 La televisione di Maria De Filippi .................................................... » 12 CAPITOLO 2 “AMICI DI MARIA DE FILIPPI” 2.1 La struttura spazio-temporale del programma ............................... » 17 2.2 I protagonisti ................................................................................... » 20 2.3 Le dinamiche................................................................................... » 23 CAPITOLO 3 UNA NUOVA VISIONE DEL COUNSELING 3.1 Il counseling professionale secondo il modello della Riprogrammazione Esistenziale ................................................. » 29 3.2 L’analisi di “Amici di Maria De Filippi” in termini di counseling......... » 37 3.3 Il counseling popolare .................................................................... » 47 CONCLUSIONI .................................................................................. » 51 BIBLIOGRAFIA ................................................................................. » 54 Alla mia famiglia. Con immenso amore. INTRODUZIONE Perché scrivere una tesi su “Amici di Maria De Filippi”? Per sfida, innanzitutto con me stessa, perché ho sempre condiviso le tesi popperiane di “Cattiva maestra televisione” 1 e, aprioristicamente, mi sono definita un’ “antiMaria”, e anche perché amo andare a fondo nelle cose che mi incuriosiscono. Nel momento in cui mi è stata proposta questa tematica ho avvertito un brivido e, probabilmente, avrò fatto qualche smorfia, dato che il Professor Papadia mi ha apostrofata dicendo “Ah già, tu sei un’intellettuale!”. Ebbene sì, sono una persona che non tollera la tv trash, quella diseducativa, fatta di battibecchi, linguaggio volgare e mercificazione del corpo, ma sto terminando un percorso di formazione in Counseling per la Riprogrammazione e questa prova sarà lo strumento del mio nuovo programma 2. Ho investito tempo ed energie nella mia laurea da educatrice professionale e nel percorso dei miei studi pedagogici e credo fermamente nella formazione delle persone, per cui mi sono chiesta come tutto questo potesse collimare con la televisione della De Filippi e, quest’ultima, con il counseling. Quando ho cominciato la mia indagine, il programma si avviava verso la fase conclusiva, ma grazie al sito web ufficiale, a facebook, twitter, ai vari forum e 1 La critica che Karl Popper rivolge alla televisione si incentra soprattutto sulla violenza presente nelle diverse trasmissioni, che induce i più giovani e i più deboli ad adottare comportamenti antisociali. La televisione, infatti, fa parte dell’ambiente che viviamo quotidianamente e, proprio per questo, è in grado di influenzarci. “Di questo si dovranno rendere conto, volenti o nolenti, tutti coloro che sono coinvolti dal fare televisione: agiscono come educatori perché la televisione porta le sue immagini sia davanti ai bambini e ai giovani che agli adulti. Chi fa televisione deve sapere di aver parte nella educazione degli uni e degli altri”. K. Popper, Cattiva maestra televisione , Marsilio Editore, 2002, Venezia. 2 Secondo il modello della Riprogrammazione: serie di istruzioni che stabiliscono l’ordine e i modi in cui devono accadere una serie di eventi per ottenere un determinato risultato. M. Papadia, La riprogrammazione esistenziale. Psicoterapia, counseling, medicina naturale , Armando Editore, 2001, Roma. - 1 - ai canali youtube ho potuto ricostruire la programmazione di Amici 12 (l’ultima edizione) e rivedere qualche spezzone delle scorse edizioni, al fine di avere una panoramica della storia e dell’evoluzione del programma stesso. Dopo aver cominciato ad osservare è stato naturale spaziare all’interno dell’intero “mondo De Filippi”, perché le produzioni della conduttrice/autrice sono rami di un unico albero: “Amici”, che nasce negli anni ’90. Il talk show spopolò tra i giovani per la novità che portava nel contesto della neotelevisione italiana, finalmente una trasmissione che parlasse ai ragazzi e alle ragazze, di loro e tra loro. Nell’elaborato proporrò una visione generale di “Amici”, “Uomini e donne” e “C’è posta per te” e dedicherò il secondo capitolo ad un’analisi più dettagliata di “Amici di Maria De Filippi”, delle dinamiche interne e del ruolo della conduttrice. In chiusura presenterò la professione del counselor e prospetterò l’osservazione del format televisivo dal punto di vista del counseling, i punti di forza e i limiti, che si combinano e creano un nuovo approccio: il counseling popolare . La conclusione sarà il cambio di punto di vista per me e per il lettore, perché abbandonando i preconcetti e ascoltando attivamente, senza filtri, la realtà che ci circonda, si scoprono possibilità alternative che consentono la propria crescita personale e la pratica di modi innovativi con cui affrontare ogni giorno l’esistenza. - 2 - CAPITOLO 1 LA TELEVISIONE E IL MONDO DI MARIA DE FILIPPI 1.1 DALLA PALEOTELEVISIONE ALLA TV 2.0 Nel 1931, in Italia, cominciano i primi esperimenti televisivi, che, a causa del succedersi di vari avvenimenti, come la seconda guerra mondiale, vengono interrotti, concentrando l’attenzione sui mezzi di comunicazione già esistenti (ad es. la radio). Al termine del conflitto mondiale la Rai (Radio Audizioni Italia) decise di riprendere le sperimentazioni nel tentativo di metterle finalmente in pratica, acquistando tutte le costose attrezzature tecniche, basilari per la trasmissione e la diffusione dei programmi televisivi. Tra il 1952 e il 1953 la Rai diede il via alle prove generali della programmazione, con un palinsesto quotidiano di trasmissioni televisive, che potevano essere viste solo in poche case nell’area vicino a Roma. La televisione nasce ufficialmente il 3 gennaio 1954 con un palinsesto fruibile sull’intero territorio nazionale. Vi è una netta distinzione tra paleotelevisione e neotelevisione (termini coniati da Umberto Eco, in un articolo nella rubrica la “Bustina di Minerva”, inserita su L’Espresso nel 1983 1). 1 Umberto Eco afferma: “Il modello classico televisivo ha subito dei profondi cambiamenti a causa della moltiplicazione dei canali, della privatizzazione, dell’avvento di nuove diavolerie elettroniche”. - 3 - La paleotelevisione, dal 1954 fino alla metà degli anni '70, era la televisione di Stato, che mirava a svolgere la funzione di servizio pubblico, sociale e di divulgazione culturale, instaurando un rapporto paternalistico e pedagogico con il telespettatore. La sua struttura, quindi, era: informazione, intrattenimento e cultura . Nella sua programmazione essa vide una continuità con la radio fascista, come per quest’ultima, infatti, anche per la televisione le due parole fondamentali erano educazione ed intrattenimento (lo slogan del periodo era “educare divertendo”). L’intrattenimento divenne il genere televisivo più seguito dal popolo italiano (il Festival di Sanremo e gli eventi sportivi determinarono l’aumento delle vendite di televisori) e in esso si registrò la presenza di molte restrizioni, poiché, anche in questo genere, vi erano fini educativi, per questo motivo non si poteva utilizzare un linguaggio trasgressivo, non si potevano fare allusioni alla sfera sessuale, i costumi e le scenografie dovevano essere molto casti, le donne non dovevano far vedere le proprie gambe, ecc. Nel corso degli anni questi limiti cominciarono a venir meno, ma la trasgressione era comunque molto limitata rispetto a ciò che si vede oggi in televisione. L’intento educativo era molto presente anche nell’informazione, infatti, anche in questo genere non si poteva usare un linguaggio scurrile, i costumi erano sempre molto casti, non si potevano fare riferimenti a fatti molto scabrosi e soprattutto riferimenti di carattere più o meno espliciti alla sfera sessuale 2. 2 Un esempio di tutto ciò è il modo in cui lo speaker annunciò l’approvazione della legge Merlin: nel testo, da lui letto, non compaiono mai i termini “prostituzione” e “case chiuse”. - 4 - Coloro che facevano televisione non dimenticarono mai l’importanza dell’educazione e, quindi, il ruolo pedagogico sul quale avevano voluto costruire il mezzo di comunicazione. Fino al 1975 esistevano solo Rai uno e Rai due e le trasmissioni andavano in onda, esclusivamente, in determinate fasce orarie: dalle 12:00 all’ora di pranzo e dalle 17:00 a mezzanotte. Il progetto di “mamma RAI” era chiaro, guidare l’Italia verso la ricostruzione, proponendo dei modelli comunicativi improntati a una logica pedagogica e moralistica. Nella pratica questo si traduceva in una netta separazione dei generi televisivi per fasce orarie e pubblico, pensando a sigle che scandivano l’alternarsi dei programmi. La televisione di allora stabiliva con i telespettatori una relazione che era la diretta divulgazione della cultura cattolica (in quel periodo al governo del paese). Il nuovo mezzo era amato dal popolo, ma temuto dallo Stato,