UNIVERZITA PALACKÉHO V OLOMOUCI FILOZOFICKÁ FAKULTA KATEDRA ROMANISTIKY Dott.Ssa Barbara Tonzar Immagini Letterarie Delle Colo

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UNIVERZITA PALACKÉHO V OLOMOUCI FILOZOFICKÁ FAKULTA KATEDRA ROMANISTIKY Dott.Ssa Barbara Tonzar Immagini Letterarie Delle Colo UNIVERZITA PALACKÉHO V OLOMOUCI FILOZOFICKÁ FAKULTA KATEDRA ROMANISTIKY Dott.ssa Barbara Tonzar Immagini letterarie delle colonie: narrazioni e contro-narrazioni dalla fine del sogno imperiale agli anni Sessanta Literary Image of the Colonies: Narrations and Counter-Narrations from the End of the Imperial Dream to the Sixties Disertační práce Školitel: Doc. Mgr. Jiří Špička, Ph.D Olomouc 2016 Prohlašuji, že jsem disertační práci vypracovala samostatně s využitím uvedených pramenů a literatury. V Olomouci 19.7.2016 ……………………………. Barbara Tonzar Ringraziamenti Giunta al termine di questo percorso, vorrei sinceramente ringraziare tutti coloro che hanno gentilmente contribuito alla stesura di questo lavoro: in primo luogo il mio relatore, il prof. Jiří Špička, per le preziose indicazioni metodologiche e la generosa disponibilità con cui mi ha seguito in questa avventura; quindi il prof. Francesco Bianco, il dott. Marcello Bolpagni e la dott.ssa Claudia Zavaglini, per i consigli, il confronto e lo scambio di idee; il prof. Jozef Matula per la consulenza filosofica, il prof. Gianluca Frenguelli e il prof. Armando Gnisci per i suggerimenti e i materiali di lavoro. Vorrei inoltre ringraziare per la cortese disponibilità la dott.ssa Elisabetta Nencini, dell’Archivio della Biblioteca Umanistica dell’Università di Siena, dove ho avuto modo di consultare il Fondo Cesarini, e la dott.ssa Ilaria Spadolini, dell’Archivio Bonsanti di Firenze; inoltre la dott.ssa Diana Rüesch, dell’Archivio Prezzolini di Lugano, per avermi fornito materiali e suggerimenti in relazione al Fondo Flaiano e al Fondo Emanuelli; la dott.ssa Maria Comerci, della Biblioteca della Fondazione Novaro di Genova, per le indicazioni e i materiali relativi all’opera di Emanuelli. Un ringraziamento anche alla sig.ra Denise Bevilacqua della Biblioteca Statale Stelio Crise di Trieste. INDICE GENERALE 1. INTRODUZIONE …………………………………………………………………………… 5 2. STATO ATTUALE DELLA LETTERATURA SULL’ARGOMENTO ………………………………. 9 3. IL COLONIALISMO ITALIANO: DALL’ETÀ LIBERALE AL FASCISMO ………………………… 16 3.1 PREMESSA: IL COLONIALISMO DELL’ETÀ LIBERALE …………………………… 16 3.2 DALL’ASCESA DEL FASCISMO ALLA PERDITA DELLE COLONIE …….………....... 20 4. L’ “IMMAGINARIO COLONIALE” DEGLI ITALIANI …………………………………………. 27 4.1 “DISCORSO COLONIALE” E PROPAGANDA ……………………………............... 27 4.2 IL ROMANZO COLONIALE DI CONSUMO ………………………………................ 37 5. LA “DECOLONIZZAZIONE DALL’ALTO” E IL MANCATO DIBATTITO SUL COLONIALISMO …… 39 6. L’AFRICA DI PAOLO CESARINI TRA CRONACA, MEMORIALISTICA E FINZIONE NARRATIVA .. 47 6.1 MODULI ORIENTALISTICI E ASPETTI PROPAGANDISTICI IN UN UOMO IN MARE….. 47 6.2 DAL MAL D’AFRICA AL “DECAMERON”AFRICANO …………………………… 53 7. ENNIO FLAIANO: TEMPO DI UCCIDERE (1947) ……………………………………………. 63 7.1 TEMPO DI UCCIDERE E LA PROSPETTIVA POSTCOLONIALE …………………….. 63 7.2 LA RAPPRESENTAZIONE DELL’ALTERITÀ: DALLA CRISI DELL’ORIENTALISMO AL DIRITTO ALL’OPACITÀ …………………………………………………………. 66 7.3 COLONIALISMO E MALATTIA: “UN IMPERO CONTAGIOSO” …………………….. 82 7.4 ALCUNE CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE ………………………………...…….. 92 8. L’IMMAGINE DELLA LIBIA NEL “ROMANZO” DI MARIO TOBINO ………………………….. 96 8.1 PREMESSA FILOLOGICA …………………………………………………….. 96 8.2 IL LIBRO DELLA LIBIA (1945) ………………………………………………. 97 8.2.1 I VIZI DEGLI ITALIANI …………………………………………… 97 8.2.2 FENOMENOLOGIA DEL DESERTO…………………………………. 99 8.2.3 LA RAPPRESENTAZIONE DELL’ALTERITÀ ………………………… 101 8.3 IL DESERTO DELLA LIBIA (1952) ……………………………………………. 104 9. SETTIMANA NERA DI ENRICO EMANUELLI: LO SMASCHERAMENTO DELLA VIOLENZA COLONIALE ..............…………………………………………………………………........ 117 9.1 BREVE NOTA BIOGRAFICA …………………………………………………. 117 9.2 PREMESSA ………………………………………………………………..... 117 9.3 LA CENTRALITÀ DELLA COSCIENZA ………………………………………… 119 9.4 IL “COLORE DELLA VIOLENZA”: LA VIOLENZA DI GENERE …………………...124 10. CONCLUSIONI …………………………………………………………………………. 130 SHRNUTÍ ………………………………………………………………………………. 138 SUMMARY …………………………………………………………………………….. 140 BIBLIOGRAFIA …………………………………………………………………………. 141 ANOTACE ……………………………………………………………………………… 155 ANNOTATION ………………………………………………………………………….. 156 1 Introduzione Il presente lavoro intende fornire un contributo allo studio del rapporto tra questione coloniale e letteratura italiana, solo in un tempo relativamente recente assurto a oggetto di indagine critica, focalizzando l’attenzione sull’immagine letteraria delle colonie nella fase storica compresa tra la fine del sogno imperiale e gli anni Sessanta. Va in primo luogo evidenziato che la persistente rimozione, anche in ambito storiografico, fino agli anni Settanta del passato coloniale nazionale dal dibattito pubblico e dalla memoria collettiva ha influenzato l’orientamento della critica letteraria, portando da una parte all’esclusione dal canone di autori e testi legati tematicamente alla problematica del colonialismo e, dall’altra, ad un’interpretazione non attenta alla specificità coloniale di opere come Tempo di uccidere di Ennio Flaiano. Gli studi critici, recenti e non – tra cui si segnala L’Africa tra mito e realtà. Storia della letteratura coloniale italiana di Giovanna Tomasello1 – volti ad indagare un capitolo per molto tempo trascurato dell’italianistica (soprattutto di ambito italiano), hanno tratteggiato le linee di una periodizzazione della letteratura di argomento coloniale: in primis va segnalata la produzione “orientalista” ottocentesca, consistente essenzialmente in scritti di viaggio di esploratori e missionari, di cui Daniele Comberiati, nel recente saggio “Affrica”. Il mito coloniale africano attraverso i libri di viaggio di esploratori e missionari dall’Unità alla sconfitta di Adua (1861-1896)2, ha evidenziato la valenza di strumento di consenso all’impresa coloniale, addirittura precedente ad essa, e il carattere di convergenza con la costruzione dell’identità nazionale, nel creare dei modelli di alterità a cui contrapporsi e ritrovare il senso della propria comunanza. A questa prima fase segue una battuta d’arresto nella produzione letteraria e culturale di argomento coloniale, conseguente alla sconfitta di Adua, che poi riprende alla vigilia dell’impresa libica con autori quali Pascoli, D’Annunzio, Marinetti3; durante il ventennio, soprattutto fino alla guerra d’Etiopia, si assiste ad una ricca fioritura di romanzi coloniali di massa, a sfondo esotico, tendenti, spesso con l’appoggio esplicito del regime, a promuovere nel pubblico una “coscienza coloniale” attraverso una visione stereotipata e razzista dell’alterità, come hanno evidenziato i recenti e numerosi studi critici sulla questione. Il presente lavoro intende concentrare l’attenzione, tenendo conto del contesto storico e della tradizione appena delineata, sulle rappresentazioni letterarie delle colonie nella fase storica intercorrente tra la perdita delle stesse (1941-1943) e i primi anni Sessanta, in corrispondenza con la fine dell’amministrazione fiduciaria italiana in Somalia (1960). Gli autori analizzati in questa sede sono Paolo Cesarini, autore di un libro di racconti risalenti alla fine degli anni Trenta e ai primi anni Quaranta, Mohamed divorzia (pubblicato solo nel 1944), in cui già si coglie il senso della fine del sogno imperiale, nonostante la posizione ideologica dell’autore; quindi Ennio Flaiano, con Tempo di uccidere (1947), Mario Tobino, con Il libro della Libia (1945) e Il deserto della Libia (1952), ed infine Enrico Emanuelli, con Settimana nera (1961). 1 G. Tomasello, L’Africa tra mito e realtà. Storia della letteratura coloniale italiana, Palermo, Sellerio, 2004. 2 D. Comberiati, “Affrica”. Il mito coloniale africano attraverso i libri di viaggio di esploratori e missionari dall’Unità alla sconfitta di Adua (1861-1896), Firenze, Cesati, 2013. 3 Cfr. ad esempio A. Schiavulli, La guerra lirica. Il dibattito dei letterati italiani sull’impresa di Libia 1911-1912, Ravenna, Pozzi, 2009. 5 Nella scelta del corpus di testi ci si è orientati secondo criteri biografici, estetici e storico-cronologici: pertanto la scelta è caduta su autori che dell’Africa coloniale hanno avuto un’esperienza diretta e hanno scritto testi di indubbio valore letterario, non ascrivibili alla paraletteratura né riducibili ad una letteratura di propaganda, nel periodo appena definito. Se infatti la letteratura “coloniale” prodotta durante l’esistenza dell’impero è stata oggetto di numerosi studi, meno indagata, con l’eccezione di Tempo di uccidere di Ennio Flaiano, appare la produzione letteraria immediatamente successiva alla fine del colonialismo italiano. Parallelamente alla definizione del corpus, mi sono posta delle questioni teoriche relative ai metodi e agli approcci da utilizzare nell’indagine: il confronto con la letteratura critica sull’argomento, negli ultimi anni ispiratasi prevalentemente agli studi postcoloniali, e la necessità di approfondire storicamente il fenomeno coloniale mi hanno indotta a privilegiare una lettura interdisciplinare dei testi letterari, secondo modalità che verranno di seguito specificate, previa descrizione del quadro teorico di riferimento. Uno dei presupposti imprescindibili della presente ricerca è l’interpretazione del colonialismo, maturata in ambito storiografico grazie agli apporti dei teorici della decolonizzazione come Frantz Fanon e degli studi culturali e postcoloniali, quale fenomeno (anche) testuale, che coinvolge il piano della cultura, dell’ideologia e dell’immaginario. 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