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CASTELVECCHIO

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Castelvecchio Subequo in copertina La città dei Superequani Castelvecchio Subequo Foto Luca Del Monaco Progetto editoriale Massimo Colangelo Progetto di comunicazione Coordinamento editoriale Amministrazione comunale Riziero Zaccagnini Assessorato beni e Attività Culturali Comunicazione e promozione del territorio Progetto grafico e impaginazione Assessorato al Turismo Mac Edizioni di Castelvecchio Subequo

Fotografie Si ringraziano Luca Del Monaco 4,5, 10-16, 18, 20-28, Vittorio Bianchi 30, 31, 34-36, 39, 40, 43-50, 52-56, 62 Francesca Cardone Gianfranco Calcagni, 8, 32 Massimo Santilli Andrea Padovani 3, 6, 17, 19, 37, 38, 58, Fania Tronca 60 Proloco Castelvecchio Subequo Massimo Santilli 61 Archivio Tradizioni Popolari Valle Subequana (Castelvecchio Subequo) Prima edizione maggio 2014 ©MAC EDIZIONI (AQ) Tutti i diritti sono riservati. Senza il consenso Testi e schede dell’editore non sono consentite la riprodu- zione, l’archiviazione in un sistema di recu- Massimo Santilli MS pero, anche parziale, in alcun modo e con Riziero Zaccagnini RZ Claudio Varagnoli CV Volume realizzato con il contributo dei fondi qualsiasi mezzo (elettronico, meccanico, mi- APQ Parco Regionale Sirente Velino crofilmatura, fotocopiatura) senza il consenso Clara Verazzo CVE scritto dell’autore e degli aventi diritto.

ISBN 978-88-905801-5-4 GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:28 Pagina 3

CASTELVECCHIO SUBEQUO La città dei Superequani

SOMMARIO

PRESENTAZIONE 5 RACCONTARE UN PAESE 7 INQUADRAMENTO STORICO ED EVOLUZIONE DELLE STRUTTURE INSEDIATIVE 9 UNA PASSEGGIATA NEL BORGO 15 UN PO’ DI STORIA 15 I PALAZZI CASA GIORGI 16 CASA CON BOTTEGHE 17 PALAZZO TESONE 19 PALAZZO VALERI 20 PALAZZO BARONALE (CASTELLATO) 25 CASA CON BIFORA 26 PALAZZO ANGELONE 27 PALAZZO GINNETTI-LUCCHINI 29

FUORI LE MURA 33 DA SUPERAEQUUM A CASTELVECCHIO: L’ORIGINE DI UN NOME 36 DAGLI SCAVI AL PROGETTO DEL MUSEO 38 CHIESA E CONVENTO DI SAN FRANCESCO 41 MUSEO DI ARTE SACRA 51 DA NON PERDERE RITI E FESTIVITÀ RELIGIOSE 57 IL CIBO 62 23 CHIESA DEI SS. GIOVANNI INFORMAZIONI UTILI 63 BATTISTA ED EVANGELISTA BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE 64 30 SANT’ELISABETTA 34 SANT’AGATA 38 LA CATACOMBA 39 SUPERAEQUUM 52 IL RELIQUIARIO 59 I MINATORI E SANTA BARBARA GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:29 Pagina 4 GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:29 Pagina 5

DAGIATO nella parte centrale della Valle Subequana, area incontaminata che offre allo sguardo di chi la osserva l'ormai raro spettacolo di un paesaggio privo di cemento e scempi ambientali, Castelvecchio Subequo è da sempre il centro principale della vallata. Municipio in età romana, attraversato dalla via Claudia Valeria, vede una continuità di Asviluppo nel corso dei secoli: ne è testimonianza la catacomba paleocristiana e la presenza di edifici di culto legati a tradizioni antichissime, come ad esempio la chiesa di Sant'Agata. Centro fiorente in età medievale, è in quest’epoca che vede la costruzione del convento e della chiesa dedicata a San France- sco d'Assisi, dove oggi è esposta la reliquia del sangue di San Francesco. Castelvecchio rimane un punto di riferimento per viandanti e per i commerci che si svolgevano lungo le vie tratturali, come te- stimoniano molti dei palazzi antichi del centro storico. Un centro oggi purtroppo non accessibile, a causa dei danni provocati dal sisma del 2009, ma che si spera tornerà presto a mostrare i suoi gioielli, i palazzi e le chiese incastonati nella pietra, e a rivivere, insieme alle stradine ed alle antiche case. Oggi Castelvecchio si presenta al visitatore in tutta la sua genuina bellezza, lasciandosi scoprire lenta- mente, tra i vicoli e i sentieri di campagna, tra il profumo del pane nelle strade del paese, i campi dove si coltiva la solina, il nostro grano di montagna, e i boschi, dove funghi e tartufi crescono in abbondanza. Insomma, visitare Castelvecchio è un'esperienza multisensoriale: gli occhi, la mente, lo spirito, ma anche il gusto godono di questo piccolo grande paese incastonato nel Parco del Sirente Velino, dove la natura, l'arte e le tradizioni sono non solo protette, ma esaltate e celebrate.

Pietro Salutari Sindaco Comune di Castelvecchio Subequo

L RACCONTO DI UN PAESE può avere molte letture, la presente guida prende ispirazione dalla storia, dalle chiese, dalle case, dai palazzi; dalle loro pietre, dalla spiritualità, dall’arte, dalla bellezza, dal lavoro, dalla festa, dai cittadini. IL’idea di questa guida nasce dalla volontà di dare voce alla memoria di tutto ciò, per non perdere di vista la ricchezza del patrimonio culturale e per contribuire a consolidare e affermare un’identità comune, un’identità fatta di particolari apparentemente disarticolati ma in grado di rivelare ampi orizzonti e forti legami. Attraverso alcuni itinerari, la lettura offre spunti e approfondimenti, invitando a non fermarsi in superficie ma a leggere con attenzione tutto ciò che ci è stato lasciato, piccoli segni, dettagli, sfumature, colori, opere che hanno attraversato secoli di storia; è così che scopriamo uno dei borghi più belli d’, dove la storia, l’arte, la natura e le tradizioni, possono essere ancora vissute. Inoltre, l’esigenza di far conoscere comunque il patrimonio storico artistico e culturale del nostro piccolo centro fortemente segnato dal terremoto del 2009 vuole, altresì, rappresentare un omaggio a Castelvecchio e alla sua comunità mostrando l’impegno a conoscere e rispettare il territorio, un invito partecipe alla responsabilità a far sì che si conservi la bellezza del nostro luogo.

Andrea Padovani Assessore Beni e Attività Culturali GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:29 Pagina 6

6 GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:29 Pagina 7

Raccontare un paese

Raccontare un paese è impresa semplice e ardua al contempo. Ancor di più quando si è spinti dal dichiarato intento di proporre una lettura leggera che accompagni il visitatore ad un primo incontro con luoghi spesso poco conosciuti, evitando di avventurarsi in ricostruzioni storiche pedanti o di cedere a eccessive semplificazioni.

ELL’INDICARE TRE PERCORSI all’ombra dei portici del chiostro, cercando di possibili alla scoperta di Castelvecchio restituire in maniera semplice i riferimenti NSubequo, abbiamo scelto di lasciare che storico-culturali che nei secoli hanno disegnato il paese si racconti da sé, che a parlare siano i l’identità di Castelvecchio. monumenti, le chiese, i palazzi con il loro Alcune delle emergenze architettoniche e corredo di opere, arredi e decori. monumentali del paese hanno purtroppo subìto 7 Un itinerario per immagini, accompagnate danni ingenti a causa del terremoto del 2009, e da parole essenziali che aiuteranno il oggi all’interno non sono fruibili. Pur visitatore a ricostruire le storie piccole seriamente segnate dal sisma, molte e grandi custodite tra le mura di hanno fortunatamente resistito al questo borgo dal passato antico. violento agitarsi della terra: abbiamo Abbiamo raccontato una vera per questo scelto di presentarle passeggiata tra strade e vicoli del ugualmente, testimoni vive di quanto centro, nelle campagne ai piedi del accaduto, nella speranza che presto paese, tra le navate della chiesa possano tornare ad aprire le loro monumentale di San Francesco o porte.

Il paese Posto a 496 m. Castelvecchio Subequo, Qui natura e cultura si fondono in un sul colle di San Giovanni, con le espan- dal nome dell’antico centro peligno ambiente di rilievo interessato da sioni lungo gli assi viari principali. L'im- noto come Superæquum, domina la un'eccezionale continuità della pre- portanza del centro nel corso dei secoli valle del fiume Aterno, denominata senza umana fin dal paleolitico, atte- è testimoniata dal convento di San Valle Subequana, a circa 45 km da stata dalla ricchezza dai ritrovamenti Francesc e dal cospicuo numero di L'Aquila. archeologici. chiese e palazzi nobiliari, la cui pre- Il paese oggi conta circa 1050 abitanti In epoca preromana Superaequum fu senza attuale riguarda soprattutto edi- ed è uno dei comuni più importanti del una delle tre città dei Peligni, divenuta fici realizzati nei secoli XIII e XVIII che Parco Regionale Sirente Velino, un'area poi municipio romano. Vi sono anche hanno sostituito il tessuto di edilizia protetta istituita nel 1989, la quarta testimonianze ipogee del primo cristia- minore di epoca precedente, che oggi più importante della regione dopo i nesimo in Abruzzo. si configura con una trama urbana in- parchi nazionali d'Abruzzo Lazio e Mo- Il paese oggi conserva la struttura in- teressante per la ricchezza di partico- lise, del Gran Sasso e della Maiella. sediativa imperniata attorno al nucleo lari stratificati nel tempo. GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:29 Pagina 8 GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:29 Pagina 9

Inquadramento storico ed evoluzione delle strutture insediative

ASTELVECCHIO SUBEQUO, sito a Ercole Vincitore ha riconsegnato nu- Nella bolla di papa Lucio III del 1183 496 m di altezza costa del merosi bronzetti ed iscrizioni votive. La sono nominate le chiese le chiese allora CMonte Urano, ricade assieme ai fortuna complessiva della civitas è poi esistenti in “Castello Vetulo”: «S. Johannis, Comuni di , Goriano testimoniata dai resti di un acquedotto, S. Marie, S. Panphili, S. Marie, S. Agate, Sicoli, e nel ter- di un complesso termale e da frammenti S. Andree, SS. Angeli, S. Cosme, S. Pietri, ritorio della Valle Subequana e fa parte di statue marmoree, rocchi di colonne, S. Jacobi, S. Thome, S. Pauli, S. Agabitis, del Parco Naturale Regionale Sirente - capitelli, armi, monete ed epigrafi, S. Tusci, S. Potentii». Le stesse chiese Velino, istituito nel 1989 dalla L.R. n. mentre mura urbiche in opus reticulatum sono confermate dalla bolla di Clemente 54 del 13 luglio 1989. Il suo territorio, sono state rinvenute sul colle Caprelle, III che descrive la diocesi valvense. in parte pianeggiante, caratterizzato sul versante nord di Macrano; sul Colle Con il XIII secolo ha principio la da una rete di rii che si dirama dalle Moro, ovvero sul lato opposto, si trova forte ripresa economica e sociale che valli circostanti fino a confluire nel- invece la Catacomba Paleocristiana del durerà sino alla metà del Cinquecento 9 l’Aterno, possiede i tratti peculiari dei IV-VII secolo d.C, una delle rari esempi e che produrrà un’architettura ricca centri montani, ove nello scenario na- del tipo in Abruzzo. e varia. L’organismo urbano, originato turale si alternano le testimonianze del La disgregazione dello stato romano dal nucleo costituito dal complesso lavoro agricolo, le case rurali e le chiese comportò l’abbandono e la conseguente del palazzo Castellato e dalla chiesa campestri, ma altrettanta importanza scomparsa di Superæquum. La nuova di s. Giovanni ed impostato lungo un riveste il patrimonio archeologico del- organizzazione amministrativa e militare asse principale longitudinale, era cir- l’antica Superæquum. imposta dei longobardi necessitava in- condato da mura i cui bastioni sono Dal periodo più lontano sino al pe- fatti di luoghi arroccati e perciò mag- ancora parzialmente riconoscibili. L’ac- riodo preromano il territorio era occu- giormente difendibili; di conseguenza, cesso al castello era assicurato da pato da varie tribù, come rivelano i probabilmente tra VII e VIII secolo, gli due porte, una delle quali (Porta del numerosi ritrovamenti archeologici ri- abitanti della città romana si spostarono Fonte) risulta distrutta all’inizio del salenti a differenti epoche e la docu- sui due rilievi contigui a Macrano, XX secolo, mentre l’altra risulta ancora mentata presenza di antichi centri for- dando vita al villaggio in contrada visibile a lato della chiesa; Porta Ro- tificati e necropoli sulle alture della Nuffoli od Onuffolo (Colle Castelluccio) mana è ancora parzialmente visibile Comunità Montana Sirentina. ed un borgo sul Colle San Giovanni, lungo il percorso delle mura. Durante il periodo romano la fre- entrambi assoggettati al Duca di Spoleto. Nel 1216 la tradizione vuole che quentazione di tale territorio da parte È in questa fase che la comunità Francesco d’Assisi venga ospitato dai di popoli quali Peligni e Vestini è invece inizia a ricompattarsi su di un nuovo conti di nel loro castello di Ga- documentata dalla civitas di Superæ- organismo urbano incentrato sul ca- gliano, ricevendo in dono un terreno e quum, dalla mansio di , stello e sulla chiesa, in continuo sviluppo. la piccola chiesa di santa Maria Pie’ di dai pagi di Bœdinus di Gagliano Aterno Intorno all’anno, Mille Odorisio, conte Potano in Castello Vetulo. Di lì a sei e Vacellanus di , dai di Valva e signore di quelle valli, dota anni si inizia la costruzione del convento templi di e di Castel d’Ieri. per la prima volta la chiesa dei SS. francescano, che verrà consacrato nel L’origine di Castelvecchio Subequo Giovanni Battista ed Evangelista di 1288 dal cardinale Gerardo di Parma è connessa all’insediamento romano Suprequo o Castellum (castrum) Vetus. assieme al nuovo edificio sacro, con sito nella piana di Macrano, fatto coin- Nel 1076 il conte Teodino III, residente bolla di Nicola IV. La realizzazione del cidere con Superæquum, uno dei tre nel castello di Castelvecchio, dona al cenobio francescano, inoltre, va pro- municipii Peligni nella IV Regio Augustea monastero di Farfa tutti i beni che babilmente collegata anche al patrocinio (oltre a e Sulmo), di cui sono aveva nel territorio di Gagliano, della dei Conti di Celano: un loro rappre- stati scoperti resti di abitazioni con Valle Subequana e della . Nel sentante, Rubertus Paganus, è attestato pavimenti mosaicati di pregiata qualità, Catalogo dei Baroni, voluto dal re Rug- in Castelvecchio nel 1271. Tuttavia, lacerti di strade lastricate e spoglie di gero nel 1150, Suprequo figura fra i quando nel 1279 Carlo d’Angiò, re di edifici sacri, tra cui quello intitolato ad territori assegnati ai feudatari normanni. Napoli dal 1266, impone il pagamento GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:29 Pagina 10

10 delle tasse a molte famiglie del territorio Interessante a proposito risulta la e Secinaro. La valle Subequana conti- di Castrum Vetus, il castello in quello descrizione riportata nelle Brevi notizie nuava a rivestire un importante ruolo stesso 1279 è possedimento del francese storiche di padre Egidio Ricotti (1961): territoriale e strategico: infatti, durante Adamo di Ausi. Alla fine del secolo, il la campagna militare per la conquista centro subequano ospita un’altra im- «Le botteghe poi erano costruite con del Regno di Napoli, Alfonso d’Aragona portante figura: nel 1294 Pietro da le porte a metà tutta luce, e l’altra si insediò nel 1438 in Castelvecchio, Morrone, nel corso del viaggio da Sul- metà, parte con luce e parte con fabbrica dove ricevette Renato d’Angiò. mona all’Aquila, ove sarebbe stato in- e quest’ultima parte serviva come tavolo Con l’ascesa al trono della dinastia coronato papa col nome di Celestino per esporre e vendere oggetti. Alla fine aragonese si aprì un periodo tormentato, V, manifesta la volontà di fermarsi a del secolo passato di queste caratteri- durante il quale la Contea di Celano Castelvecchio per rendere omaggio stiche botteghe se ne vedevano diverse, passò al principe Antonio d’Aragona alla chiesa di s. Francesco. Sempre nel quasi in tutto il paese e specialmente (conferma nel 1484), per- convento francescano, al principio del nella piazza e sue adiacenze, mentre i sonaggio di spicco della corte di Ferrante Trecento, si sviluppa una scuola teologica loggiati erano da tempo scomparsi, per I, Gran Giustiziere del Regno e gover- e filosofica di grande importanza. farne moderne botteghe o negozi (…)». natore degli Abruzzi nel 1480. Sotto la Nel frattempo la popolazione sta- nuova casata si provvede principalmente bilita all’interno del castello era ac- Nel 1322 Castelvecchio è possedi- ad opere di sistemazione e restauro, cresciuta, e bisognava di nuovi spazi mento del conte Tommaso di Celano, come in S. Francesco (interventi attestati anche e soprattutto per gli scambi insieme a Gagliano e . Nel corso dagli stemmi con le cinque lune della commerciali; la rinascita del com- del Trecento si stabilizza il rapporto famiglia). A seguito della decadenza mercio, rinvigorita dalla felice con- con la potente contea marsicana, so- della chiesa parrocchiale di S. Panfilo, giuntura, determinò così l’espansione prattutto con Ruggero II, che nel 1392 nel 1500 l’arciprete trasferisce la propria dell’organismo urbano imperniata sul- si ritira dalla vita mondana nel convento sede prima nella chiesa della Madonna l’area del mercato localizzata presso di san Francesco e al quale è riferita la delle Rivera, nota anche come santa la chiesa di san Francesco, decentrata committenza degli affreschi nella cap- Elisabetta, e poi, con il consenso vescovile, rispetto al primitivo nucleo a causa pella di san Francesco, e con Nicolò, nella collegiata di san Giovanni. della necessità di percorso e manovra che donò una croce e alcuni reliquiari Con l’avvento di Carlo V, nel 1527 dei carri attirati a Castelvecchio dalle allo stesso cenobio: alla sua morte, nel Castelvecchio, viene nuovamente as- fiere che ivi si svolgevano, nonché 1419, si estinse la casata. Il loro stemma segnato al contado di Celano; dal cen- dal grande afflusso di persone pro- si ritrova in numerose case del centro simento eseguito nel medesimo anno, venienti dai centri vicini. Sorsero quindi subequano, soprattutto presso la chiesa risultano numerati 170 fuochi nel nuove abitazioni ospitanti tra l’altro di san Francesco. centro, al cui nome, nei documenti le botteghe artigiane, la cui architettura Al 1423 risale l’assegnazione di Ca- dell’epoca, viene spesso affiancato l’ap- era caratterizzata da loggiati e bifore, stelvecchio alla città dell’Aquila, insieme pellativo “de Supreco” o “de Subrego”. tuttora visibili nella casa Giorgi. a Carapelle, Rocca , S. Stefano Nel 1530 si inizia la modifica del GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:29 Pagina 11

al presente aperto dove è la piazza con chiostro trecentesco del convento di s. dominazione spagnola. Il dato più si- 11 Francesco, primo episodio di una con- gnificativo riguarda la popolazione, botteghe, nel qual luogo anticamente sistente trasformazione dell’intero or- che diminuita notevolmente (nel 1650 si faceva il mercato dove concorrevano ganismo architettonico. Nel XVI secolo i fuochi sono scesi a circa 130), ab- le terre vicine oggi dimesso. Castelvecchio gode di una condizione bandona il borgo e si ritira all’interno Sono le abitazioni fabbricate di pietre positiva, tanto che nel censimento del del nucleo originario. vive in piani 2-3-e 4 con molte case 1595 raggiunge i 179 fuochi. Il Seicento La “terra” di Castelvecchio viene ef- palaziali al numero di dodici incirca, è invece un periodo di stagnazione e ficacemente descritta a metà secolo grandi e commode con finimenti e or- decadenza per la cittadina che, durante dall’Archivista Giuseppe Mercurio, in- namenti alle porte e finestre di pietre il secolo, è proprietà del principe di caricato nel 1651 dalla Regia Camera lavorate, coverte tutte con tetti e soffitti Gallicano Pompeo Colonna (1633), e di redigere un apprezzo dello «stato e di tavole e li primi ordinariamente a per breve tempo dei principi Di Cola di dell’Illust.mo Principe di Gallicano». Il lamia. (…) (1657). Nel 1662, documento attesta che la “terra” di Tiene acque abbondanti con due Maffeo Barberini acquistò il feudo Castelvecchio era organizzata come fontane sorgenti, una sotto detta terra comprendente Castelvecchio dalla Regia “Universitas” ed era amministrata da con abbeveratoio, della quale se ne Corte, a cui era passato a seguito della due Massari e da “eletti”. Altre indicazioni serve la terra e l’altra poi distante con morte di Pompeo Colonna, ma nel riguardano l’assetto edilizio del centro: lavatori; vi sono altre fontane di buona 1695 Castelvecchio venne nuovamente qualità e leggere, che sono nelli giardini infeudato ai Colonna, che lo tennero «È la terra suddetta racchiusa parte e territori di particolari e molte piscine per circa quindici anni. dalle medesime abitazioni e parte con nelle case dentro la terra. Tra le scarne notizie di opere che muraglie, s’entra da due porte, una Seguono le Chiese: la chiesa madre interessano il patrimonio sacro vi è dalla parte di Ponente e l’altra verso sotto il titolo di s. Giovanni Battista ed l’erezione nel 1621 della Compagnia Tramontana con altre due porte l’una Evangelista, comoda a tre navi. In questa della Morte e Orazione nella chiesa appresso l’altra, e si rende forte in caso vi è l’altare maggiore con custodia di della Madonna delle Grazie e la rico- di guerra o assalto (…), dividendosi da legno indorato per custodire il SS. Sa- struzione della facciata di S. Francesco, più strade comode e parte anguste, cramento: ha il frontespizio di fabbrica avvenuta nel 1647. piane e poco pendenti con brecci e e pietre lavorate con detti santi titolari I dati documentari sembrano indicare piane. di rilievo indorati, Crocifisso di rilievo che lo sviluppo economico legato al- Fuori di detta terra è un borgo con S. Caterina e Nostra Signora. Nella nave l’attività commerciale del secolo pre- molte abitazioni al numero di circa destra sono tre cappelle, la prima della cedente si sia indebolito durante il XVII duecentocinquanta, però disabitate, e Nunziata la 2a della Schiodazione del secolo sino quasi a dissolversi del tutto li abitanti che abitano dentro la Terra Signore e la 3a di S. Antonio Abbate e a causa del generale stato di sofferenza se ne servono per stalle Nostra Signora del Soccorso: nella nave dell’Italia meridionale determinato dalla Era detto borgo racchiuso antica- sinistra altre tre cappelle, della Passione forte pressione fiscale imposta dalla mente con muraglie e abitazioni, però di Nostro Signore, la 2a la Madonna del GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:29 Pagina 12

Carmine, la 3a di Nostra Signora di di fabbrica con Nostro Signore di rilievo, delta Madonna della Rivera con sagrestia 12 Loreto di pietra lavorata. Ha il fonte con Crocifisso ed altri Santi di rilievo; a e campane beneficiata e si ufficia e ce- battesimale, pulpito, coro a lamia, sa- mano sinistra di detto altare e una lebra tutti i giorni. E più contigua al grestia, campanile con tre campane cappella a lamia con ferriata pittata a Borgo un’altra cappella della Madonna due grandi e una piccola: sei calici, in- fresco intitolata a S. Francesco con delle Grazie con Confraternita della cenziere e navetta d’argento, baldacchino statua di rilievo di detto Santo miraco- Morte, e quattro altre cappelle piccole e lanternini per uscire col SS. Sacramento, loso, particolarmente guarisce l’indisposti circonvicine. (…) ». vesti camici, due compagnie del SS. di mal caduco, dove ci concorrono da Sacramento, viene servita ed ufficiata lontani paesi essendovi molte reliquie. Il XVIII secolo si apre con una ten- dal suo Arciprete con quattro altri sa- Alla mano destra, un’altra cappella si- denza positiva per Castelvecchio, che cerdoti con pagamento del detto Ill.mo milmente a lamia nuovamente rifatta tra l’altro vede mutato il proprio nome Principe con titoli di canonici al numero con l’altare di S. Antonio da Padova di da “Superequo” a “Subequo” in un di sei, sebbene al presente ne mancano rilievo, tutta pittata con i miracoli del documento del 1701 conservato presso due, con proventi di docati quindici santo e vi è eretta la Confraternita di S. l’Archivio di Stato dell’Aquila, secondo per ciascheduno consistenti in tanti Antonio; vi è l’organo da riporsi in una notizia menzionata da Splendore. tenitori concessi anticamente dalli an- chiesa; dietro l’altare maggiore vi è il Ai primi del secolo l’economia sembra tecessori del Principe. coro, con la sagrestia e campanile con dare segni di risveglio, così come torna Fuori di detta terra nel luogo del quattro campane, una grande tre mez- attivo il saldo demografico; vengono Borgo avanti la piazza vi è un Convento zane, tengono comodità di calici, croci, pertanto costruiti nuovi palazzi nei con Chiesa nuovamente riedificata a navetta e incensiere d’argento, vesti e siti ancora inedificati tra il castello ed tre navi con quattro altari per lato non panni d’altari secondo l’uso della chiesa, il borgo contiguo alla chiesa di san compiti; la detta Chiesa è Convento e vi è la Compagnia del SS. Rosario. Francesco. Viene così a formarsi il de’ PP. Francescani della Scarpa, in testa Laterale alla chiesa vi è il Convento rione detto “Case nuove”, ove vanno è l’altare maggiore con custodia di claustrale con chiostro nuovo quadrato, ad insediarsi le residenze signorili di legno indorato, nella quale del continuo parte pittato a fresco con la vita e mi- famiglie ricche e nobili quali quella assiste il SS. Sacramento, con frontespizio racoli di S. Francesco; con molte stanze dei baroni Tomassetti di . Tale in piano per l’officine e con altri chiostri espansione collega tutto l’abitato, non appresso e sopra d’esso sono li dormitori più distinto in quello “dentro” e l’altro dei Frati, commodi e sufficienti dove “fuori” le mura che vengono anzi ab- risiedono quattordici Frati tra Sacerdoti battute nei tratti che ostacolavano e Laici, e vivono con le loro entrale di l’espansione urbana. docati seicento incirca. In quello stesso periodo, nel 1712, E più in detto Borgo vi sono altre i baroni Pietropaoli prendono possesso chiese, una nominata il Salvatore, ove del paese e pongono la loro residenza si celebra tutte le domeniche, un’altra nel palazzo baronale che, dopo il ma- GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:29 Pagina 13

trimonio di Paola Pietropaoli con Mi- Nell’Ottocento non si riscontrano Monte Tabor); Caprareccia (slargo 13 chele Colabattista di , interventi di rilevo all’interno del centro compreso tra le attuali via Fonte, rua prende il nome di Palazzo Colabattista. antico, se non per le modifiche funzionali San Giorgio, via Macello Vecchio, rua Ai Barberini rimase lo juspatronato necessarie all’evoluzione della vita quo- Macello, riservato al raduno mattutino della Collegiata dei SS. Giovanni Bat- tidiana, con i conseguenti livellamenti delle capre da condurre al pascolo); tista ed Evangelista, che venne ab- ed abbassamenti delle quote stradali Colle (attorno all’attuale via omonima); battuta e ricostruita nel 1745 su com- che hanno generato nuove aperture Via Lata (sulle mura di raccordo per missione del principe Giulio Cesare ed ingressi agli edifici. le zone Colle-Caprareccia-Porta Ro- Barberini, ad opera di un non meglio Documenti conservati presso l’Ar- mana); Porta Romana (lungo l’attuale precisato architetto Fontana. La ripresa chivio Storico comunale ed un ma- via omonima); Colle Granato (lungo economica che caratterizza la prima noscritto custodito nell’Archivio Par- l’attuale via omonima); San Francesco metà del Settecento favorisce inoltre rocchiale testimoniano come alla metà (attorno alla chiesa e convento di san fenomeni di concentrazione fondiaria del secolo gli abitanti di Castelvecchio Francesco). da parte dei proprietari terrieri; di Subequo siano circa 1520, distribuiti Di grande importanza risulta però qui, rilevanti trasformazioni ed am- nei seguenti rioni o zone: San Giovanni nel 1872, la realizzazione della nuova pliamenti operate sul patrimonio edi- (abitazioni circostanti la chiesa omo- Tiburtina Valeria, che modifica sostan- lizio esistente, con interventi di ac- nima); Campo dei Fiori (intorno alla zialmente la piazza Vittorio Emanuele corpamento di cellule preesistenti, ri- piazza omonima); Castello (lungo la II sia per le demolizioni operate che per facimento di prospetti, in un generale via omonima); Capo Croce (all’incrocio la superficie sottratta al tessuto ur- rinnovamento del decoro urbano. tra le attuali via Castello e via di Porta bano. Inoltre la costruzione della Verso la fine del secolo (1789) il Romana); Santa Caterina (lungo la nuova strada ha dato avvio ad un’eco- principe Urbano Barberini è feudatario via omonima); Porta del Ponte (lungo nomia basata sulle nuove vie di comu- di Castelvecchio Subequo, che risente la parte superiore dell’attuale rua del nicazione, rafforzando il ruolo dei grandi rivolgimenti del quadro po- Sacco); Riva del Sacco (lungo l’attuale baricentrico della piazza attuale ma nel litico nazionale. Nel dicembre 1798 rua del Sacco); Case Nuove (tra l’inizio contempo indirizzando l’espansione è arriva infatti nella cittadina l’ufficiale dell’attuale via Umberto I e l’attuale stata indirizzata dal nuovo asse viario di artiglieria Gaetano Salomone con il rua Macello); Forno Nuovo (con vertice verso la Fonte e sotto l‘Aia. compito di placare la popolazione; all’inizio dell’attuale rua San Giorgio); L’ultima consistente modifica al dopo l’occupazione di Popoli da parte Piazza (attorno all’attuale piazza Vit- tessuto esistente si verifica tra il 1950 dei Francesi, Castelvecchio si schierò torio Emanuele II); Aia (attorno alle ed il 1960, allorquando nell’area del- dalla parte di Giuseppe Pronio, nativo attuali sedi scolastiche e municipali, l’Aia vengono costruiti il Municipio, le di , che aveva raccolto gio- che all’epoca erano spazi per la treb- Scuole, l’Asilo d’Infanzia e le case po- vani, prevalentemente agricoltori, per biatura del grano); Macello (all’incrocio polari. contrastare l’invasione straniera e le dell’attuale rua Macello con via Fonte); CV-CVE truppe repubblicane. Monte Taborre (attorno all’attuale via GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:29 Pagina 14

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Una passeggiata nel borgo

ASTELVECCHIO SUBEQUO è luogo dalla storia millenaria. Su un costone di roccia, lì dove la valle Subequana si apre a ri- Cdosso delle gole dell’Aterno, il nucleo centrale dell’abitato con- serva ancora la struttura medievale dell’antica Castrum Vetus. La via Ti- burtina Valeria attraversa il paese e riporta alla mente i tempi in cui Castelvecchio era tappa obbligata per chi da Roma si metteva in viaggio verso il litorale abruzzese.

al 1872 il nuovo tracciato due archi è posto lo stemma dei in un arco a sesto acuto, impre- 15 della strada consolare co- Berardi, conti di Celano. ziosiscono la facciata e il lato si- Dsteggia piazza Vittorio Lo spazio che si apre su nistro dell’edificio. Su una delle Emanuele II, cuore del paese, piazza Vittorio Emanuele segna colonne, appena visibile, ancora pronta ad ospitare, con l’arrivo l’ingresso al centro antico. Due lo scudo dei conti. della bella stagione, i tavoli dei arcate, di cui una murata che ac- Portali, bifore decorate, bar e dei locali intorno che si co- coglie un piccolo portale d’in- grandi archi, stemmi gentilizi, lorano di voci, come un tempo gresso, disegnano il piano ter- come un filo rosso ci accompa- accadeva con i contadini e gli ar- reno di Casa Giorgi, edificio gnano mentre, costeggiando tigiani che qui portavano in ven- tardo gotico prospiciente la l’antica bottega, seguiamo corso dita le proprie mercanzie. piazza, mentre due bifore con Umberto I ed entriamo nel Osservare gli edifici che si colonnina centrale, incorniciate borgo. proiettano sulla piazza è già Curiosare tra i vicoli sof- un tuffo nel passato. fermandosi sui particolari è la In un vicolo, quasi ap- maniera migliore per scoprire partato, scopriamo il piccolo le tante testimonianze sto- portale d’ingresso sormon- rico-artistiche spesso nasco- tato dallo stemma della fa- ste tra le mura dei palazzi e miglia Ricotti. delle abitazioni più umili. Epi- L’edificio all’angolo della grafi, cornici, fregi incastonati Valeria (casa con botteghe) si come materiale di riuso nelle apre all’esterno su via Roma, secolari continue ricostruzioni dove mostra due archi ogi- dell’abitato, come tessere vali che probabilmente, nella sparse di un mosaico: al- costruzione originaria, deli- cune, ormai, silenziose mitavano la piazza anti- tracce di un passato senza stante la fabbrica, nella nome, altre capaci ancora di quale si svolgevano attività raccontarci un pezzo della commerciali. Al centro dei storia di Castelvecchio. GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:30 Pagina 16

16 Ne è un esempio lo scudo con banda obliqua scolpito su pietra, emblema dei conti Be- rardi, che ritroviamo sui portali di palazzi e chiese, sui muri delle case più antiche, memoria dei secoli in cui Castelvecchio fa- ceva parte della contea celanese. Possiamo metterci alla ricerca delle numerose epigrafi romane e medievali, nascoste nel reti- colo di vicoli e gradinate che si diramano dal corso, si inse- guono, si perdono in angoli cie- chi, proiettandoci in un conti- nuo gioco di ombre e luci,

Casa Giorgi Casa Giorgi, in piazza Vittorio Ema- sia il prodotto di differenti interventi medesimo capitello, si rileva la pre- nuele II, presenta un impianto a eseguiti nel corso dei secoli. La fac- senza dello stemma dei Berardi, conti blocco,prevalentemente rettangolare, ciata su via Fonte mostra al prima or- di Celano: lo scudo gotico con guig- disposto perpendicolarmente alla dine Ia presenza di due arcate a tutto gia, cinghia di cuoio usata per ap- strada in modo da esibire su questa sesto, che nella costruzione origina- pendere lo scudo al chiodo, in il lato più corto, con il portico a due ria delimitavano Ia piazza antistante armeria o al palo posto davanti alia arcate, di cui una richiusa, e una bi- Ia fabbrica, al secondo ordine una bi- tende da campo del cavaliere. fora trilobata con cornice d'imposta fora trilobata con cornice d'imposta Sui prospetto orientale e riconosci- ed ampio risvolto a sesto acuto. La ed ampio archivolto a sesto acuto bile una copia semplificata della bi- fabbrica mostra di aver conservato in con il capitello a crochet (uncino), ti- fora trilobata a sesto acuto. buona parte i tratti originali, sebbene pico dell'architettura cistercense. Sul CVE GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:30 Pagina 17

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scorci, sorprendenti aperture sul bosco roccioso, sui borghi vicini, Casa con botteghe in via Roma - piazza San Francesco sulla vallata assolata e sul Si- La casa con botteghe in piazza S. cate a tutto sesto, che nella costru- rente maestoso. Francesco rappresenta un significa- zione originaria delimitavano Ia Dalla sommità della scali- tivo esempio di edilizia tardo-tre- piazza antistante Ia fabbrica, nella nata di via Macello scorgiamo in centesca, mostrando di aver quale si svolgevano attività com- lontananza il borgo di Gagliano conservato in buona parte i tratti merciali. originali, sebbene sia il prodotto di Si rileva, sul prospetto principale, la Aterno. Sulla destra, via Santa differenti interventi eseguiti nel presenza dello stemma dei Berardi, Barbara sembra gettarsi sulla corso dei secoli. La fabbrica presenta conti di Celano: lo scudo gotico con roccia bianca della collina di un impianto a blocco, disposto per- guiggia, cinghia di cuoio usata per fronte. Più avanti, in rua San pendicolarmente alla strada in modo appendere lo scudo al chiodo, in ar- Giorgio, un dipinto murale in cui da esibire su questa il lato più corto, meria o al palo posto davanti alia è rappresentato il santo, di con il portico a due arcate, di cui una tende da campo del cavaliere. Tutto fronte un palazzo con loggia ca- richiusa. l’edificio ha subito pesanti interventi ratterizza il vicolo che scende in La facciata su via Roma mostra al di rifacimento. basso. primo ordine Ia presenza di due ar- CVE GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:30 Pagina 18 GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:30 Pagina 19

Palazzo Tesone Situato lungo via Colle, palazzo Te- con l'arco centrale racchiuso tra sone nasce grazie alla ripresa edilizia due volute e sormontato da un arco verificatasi nel corso del XVIII secolo, mistilineo. Da qui si entra nella corte quando s'iniziano a saturare gli spazi interna, mentre il secondo e il terzo inedificati all'esterno del castello. ordine presentano finestre con mo- L'edificio sorge dalla fusione di or- stre in pietra lavorata. Sempre al- ganismi preesistenti, a cui è stata l'esterno degni di nota appaiono il conferita l'impostazione tipologica portale in pietra squadrata e la scala del palazzo signorile, isolato nel tes- circolare a sette alzate sul prospetto suto urbano, con prospetti caratte- orientale. rizzati da aperture regolari e ambienti All'interno del palazzo è stato rilevato razionalmente distribuiti su più lo stemma parlante della famiglia, livelli. La facciata principale variante dello scudo sannitico, e quella orientale conservano che presenta su un fondo az- elementi architettonici e zurro, una fascia rossa che decorativi di particolare sostiene un nastro d'argento pregio. L'impianto plani- con un tosone d'oro, ac- metrico ricalca quello ori- compagnato nella parte su- ginario di palazzetto gen- periore da sei stelle a punta tilizio. Nella facciata prin- sempre d'oro. Il tosone è il cipale, disposta a seguire nome arcaico del velo che l'andamento stradale, si vive ancora nell'espressione nota il portale barocco, toson d'oro. CVE

Da questo punto in poi, alle cati assieme dal silenzio di un con il suo pregevole portale, in- 19 superfetazioni che ricordano un luogo svuotato e dalla speranza vitandoci a proseguire dritti. A tempo recente in cui ancora il che presto vicoli e palazzi, dan- destra e a sinistra edifici pesan- centro di Castelvecchio era den- neggiati ma ancora in piedi, temente danneggiati dal sisma, samente abitato e le necessità possano tornare ad animarsi. In- completamente avvolti da im- quotidiane prendevano spesso il tanto, nel tempo incerto dell’at- palcature, gabbie e tiranti, si sopravvento sull’accortezza ar- tesa, la comunità locale torna aprono laddove corse Umberto chitettonica, si aggiunge la pre- periodicamente a far risuonare si allarga quasi a formare una senza di pontili, gabbie in legno, le piazze del centro storico con piazza. Da un lato i tetti delle inferriate, armature di prote- spettacoli e allestimenti artistici piccole case e i vicoli scoscesi zione: ferite profonde che che restituiscono il fascino degradano verso il dirupo scava- hanno cambiato il volto di nu- pieno del borgo vecchio. to dal Rio Grande lo sguardo si merosi paesi d’Abruzzo dopo il Una grata d’acciaio chiude apre sul bosco e sulla luce rifles- terremoto del 2009. È come en- oggi l’accesso a via Colle, dove si sa dalla roccia, per poi stringersi trare in un grande cantiere, toc- affaccia il palazzetto dei Tesone immediatamente appena ci si GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:30 Pagina 20

20 volta alle spalle e si è sovrastati dall’immensa mole di palazzo Palazzo Valeri Valeri. Nonostante i gravi danni Situato lungo corso Umberto I, palazzo condo gli ambienti della residenza e del subìti e la necessaria gabbia di Valeri, parzialmente incompiuto, nasce lavoro domestico. Nella facciata, dispo- contenimento che ne sorregge la grazie alla ripresa edilizia verificatasi nel sta a seguire l’andamento stradale, si struttura, il palazzo si staglia alto corso del XVIII secolo, quando s’iniziano nota il portale, con bugne e cornice a a saturare gli spazi inedificati all’esterno toro riferibile al XVII secolo, da cui si con il suo doppio ordine di fine- del castello. Alcuni documenti ci indi- entra nella della corte interna in cui è stre e balconate e una decorazio- cano che il palazzo era di proprietà dei collocato il pozzo. Sempre all’esterno ne “a drappi” in cornice, quasi a baroni Tomassetti di Pescina che, con degni di nota appaiono le paraste late- lanciare una sfida al tempo e alla istrumento del 20 giugno 1803, lo ven- rali in pietra squadrata che serrano i natura. Il portale bugnato spezza dettero per mille ducati a Francesco Va- prospetti ed il cornicione di corona- leri. Anche in questo caso di tratta di un mento con fasce modanate ed eleganti l’imponente facciata intonacata edificio sorto dalla rifusione di cellule gocciolatoi in ferro battuto. Nell’edificio che, leggermente ricurva, accom- preesistenti, a cui è stata conferita l’im- è presente lo stemma della famiglia To- pagna il percorso risalendo la postazione tipologica del palazzo si- massetti, uno scudo ovale, accartoc- strada. gnorile, isolato nel tessuto urbano, con ciato, timbrato da una corona formata prospetti caratterizzati da aperture re- da un gemmato con cinque golari ed ambienti razionalmente distri- punte cimate da perle. Nell'ovale cen- buiti su più livelli: al piano terra i trale è presente una serpe avvolta in- magazzini e locali di lavoro, al primo torno ad un albero in un paesaggio piano i locali di rappresentanza, al se- campestre. CVE

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22 Senza soluzione di continuità quest’abitazione: un corpo ag- smici, San Giovanni conserva ci troviamo dinanzi alle pietre giunto al complesso del Palazzo all’interno due pregevoli tele faccia vista di un’abitazione rina- Castellato, la cui struttura irrego- raffiguranti la Madonna Addolo- scimentale ristrutturata recente- lare, rimodellata più volte nei se- rata e le Anime Sante, un batti- mente. Una gradinata erta a de- coli, occupa la sommità del colle. stero del XVIII secolo in pietra e stra e un loggiato sulla sinistra In effetti, le case e i diversi edifici marmi intarsiati su cui è scolpito permettono l’accesso all’edificio. I che nel tempo si sono aggregati lo stemma araldico tra i più an- due archi che affacciano su stra- cingendo il palazzo, hanno costi- tichi del paese e un prestigioso da, sorretti da una colonna sono tuito un agglomerato che, visto organo del Fedeli. Costruito in- il particolare più suggestivo di dall’alto, si presenta come un torno al 1750, l’organo è posto corpo unico. sopra l’ingresso principale in Un passaggio voltato difeso una cantoria a base trapezoidale da feritoie, oggi sorretto da con parapetto ligneo. L’organo un’imponente impalcatura, se- conserva la maggior parte degli gna l’accesso a piazza San Gio- elementi originali, tra i quali la vanni, poco più di uno slargo pedaliera a leggio di 9 tasti corti occupato dalla doppia rampa di e la cassa lignea con la facciate scale che dà accesso alla chiesa. reale di 22 canne di stagno. L’edificio di culto si presenta con Una porta medievale a sesto una facciata e una struttura in- acuto sulla sinistra della chiesa terna a tre navate tardo-baroc- immette in un cortile cieco su cui che. Si tratta dell’ultima riedifi- si apre il portone d’ingresso al cazione della chiesa, sorta come Palazzo Castellato. Un sottarco cappella del Palazzo Castellato e ribassato accoglieva la cancellata poi assurta a parrocchia, abbat- a ghigliottina che chiudeva o tuta e ricostruita dall’architetto dava accesso al varco, il cui at- Fontana nel 1745 per volere dei traversamento, dopo il terre- Barberini. Momentaneamente moto, è stato impedito da una inagibile a causa degli eventi si- robusta protezione. Dietro le im- GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:30 Pagina 23

Chiesa dei SS. Giovanni Battista ed Evangelista La chiesa dei SS. Giovanni Battista ed docati quindici per ciascheduno consi- L’interno della chiesa si compone di tre Evangelista, predominante sulla piazza stenti in tanti tenitori concessi antica- navate con transetto e impianto absidale omonima, è la chiesa più antica di Ca- mente dalli antecessori del Principe». retto; le navate sono divise da tre pilastri stelvecchio nata assieme al castello. Al Il progetto di trasformazione commis- contenenti due valichi, mentre l’accesso secolo XI risale la notizia della dote con- sionato nel 1745 dal principe Barberini, al transetto avviene attraverso due piccoli cessa alla chiesa da Odorisio, conte di patrono della collegiata, all’architetto archi delle navatelle e l’arco trionfale Valva, dote confermata nel 1114 da Rai- Fontana rese necessaria la demolizione della navata centrale. Le navate laterali mondo, figlio di Berardino, conte dei di una casa contigua, con due cantine sono coperte da volte a vela che 23 Marsi. Come si è detto, attorno al 1500, ed altrettante botteghe; la riedificazione fanno da preparazione, con i loro quando andò in rovina la chiesa par- dell’edificio modificò la facciata con pennacchi, a cupolette circolari molto rocchiale di s. Panfìlo, oggi scomparsa l’aggiunta di una scala a doppia rampa, ribassate; la navata centrale contiene ma tradizionalmente localizzata fuori occupando una parte dell’attuale piazza una volta a botte con unghie per la fi- del paese tra la fontana e la chiesa di S. s. Giovanni. nestratura superiore. L’intersezione tra Agata, l'arciprete trasferì la sede in s. La chiesa presenta una facciata tripartita il transetto e l’aula comporta la costitu- Giovanni, elevata a Collegiata e dotata da lesene con ali laterali a volute: le pa- zione dei quattro archi che reggono la di sei canonici. raste a libretto, che assieme a quelle cupola, finestrata con quattro luci. Il succitato apprezzo del 1650 così de- d’angolo, creano una divisione ritmica Il braccio destro del transetto contiene scrive «la chiesa madre sotto il titolo di della facciata, e il cornicione intermedio un altare dedicato a Maria Salvatrice ed s. Giovanni Battista ed Evangelista, co- che divide la parte inferiore, compren- è composto secondo i canoni stilistici moda a tre navi (…). In questa vi è dente le tre navate, dalla parte superiore, barocchi: paraste ricche di elementi or- l’altare maggiore con custodia di legno che comprende la sola navata centrale, namentali, compresi due scudi, che ter- indorato per custodire il SS. Sacramento: risolvono le esigenze ornamentali della minano con volti di cherubini; la cornice ha il frontespizio di fabbrica e pietre la- facciata che non poteva contenere altro superiore che si movimenta con sguinci vorate con detti santi titolari di rilievo arredo fisso oltre al portale, anch’esso estremi; il ètimpano ricurvo al centro, indorati, Crocifisso di rilievo S. Caterina semplificato nella sua struttura, ma i sopra al quale è posto un pannello a e Nostra Signora. Nella nave destra sono cui elementi richiamano motivi stilistici edicola, introdotto da due angeli. Il com- tre cappelle, la prima della Nunziata la barocchi, al quale sono stati aggiunti plesso è definito da due statue a stucco 2° della Schiodazione del Signore e la due stemmi. A destra del portale lo poste ai lati dell’altare stesso, mentre la 3° di S. Antonio Abbate e Nostra Signora stemma parlante della famiglia Colonna, tela all’interno dell’impianto raffigura del Soccorso: nella nave sinistra altre a sinistra lo stemma di parentela dei la Madonna con il Bambino in braccio tre cappelle, della Passione di Nostro Barberini-Panphili-Giustiniani, con lo che viene supplicata dai dannati del- Signore, la 2° la Madonna del Carmine, scudo diviso in tre parti uguali da due l’Inferno. la 3° di Nostra Signora di Loreto di linee parallele; nella prima parte le tre Il braccio di sinistra del transetto contiene pietra lavorata: Ha il fonte battesimale, api dei Barberini, nella seconda una co- un altro altare, composto stilisticamente pulpito, coro a lamia, sagrestia, campanile lomba con ramo d'ulivo nel becco per i e architettonicamente come quello di con tre campane due grandi e una pic- Panphili e nella terza un castello turrito destra, con, all’interno, una tela che rap- cola: sei calici, incenziere e navetta d'ar- con aquila coronata per i Giustiniani. presenta la Pietà. La scena è raffigurata gento, baldacchino e lanternini per uscire Memorie probabilmente di Superæquum su due piani: in quello superiore la col SS. Sacramento, vesti camici, due si trovano sugli altri prospetti; sulla Vergine tiene sulle sue ginocchia il corpo compagnie del SS. Sacramento, viene scarpa della facciata laterale sono visibili del Cristo, in una posa efficacemente servita ed ufficiata dal suo Arciprete infatti alcuni fregi di età romana, mentre plastica e forte di immagine, mentre, in con quattro altri sacerdoti con pagamento sul retro della chiesa, a destra dell’ingresso basso, ai suoi piedi, un papa santo e un del detto Ill.mo Principe con titoli di ca- della canonica, è collocata un’epigrafe vescovo, tutti e due oranti, guardano nonici al numero di sei, sebbene al pre- riferita all’acquedotto romano scavato verso quella scena con dolore. sente ne mancano due, con proventi di nelle vicine Gole di S. Venanzio. 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palcature, un’epigrafe incasto- 25 nata nel muro a destra ricorda la Palazzo Baronale (Castellato) riparazione dell’acquedotto ro- L’imponente volume di palazzo Ca- squadrata per poi adottare l’opera mano che portava acqua a Corfi- stellato, con l’ingresso arretrato rispetto incerta. La grande scala dell’edificio è nio. Una testimonianza preziosa alla chiesa di S. Giovanni, costituisce rivelata nell’altro prospetto, ove la il culmine architettonico del nucleo cortina lapidea, parzialmente into- dell’età antica, quando Superae- antico, sebbene le continue trasfor- nacata, viene bucata da poche aperture quum era, con Corfinium e mazioni da questo subite nel corso tra cui una bifora, mentre la loggia a Sulmo, una delle tre città peligne del tempo ne abbiano in parte alterato doppio arco aggettante rispetto al della IV regio augustea. l’originario assetto medievale, ancora filo di facciata appartiene ad una Lasciando piazza San Gio- evidente nella facciata a sinistra della fase successiva, corrispondente al- chiesa e nelle due facciate verso nord. l’acquisizione della funzione di resi- vanni e prima di imboccare via Nato probabilmente come mastio nel denza e rappresentanza da parte del Santa Caterina, sulla destra un corso del secolo XI, e quindi riferibile castello, a scapito di quella stretta- vicolo scosceso in un passaggio alla fase normanna, sulla sommità mente difensiva. L’edificio fu infatti voltato ci porta su Campo dei del colle di s. Giovanni, diviene ben la dimora di tutti i feudatari di Ca- fiori, piazzale discreto, comple- presto il nucleo attorno al quale si stelvecchio sino al XVIII secolo: i conti tamente all’ombra del possente sviluppa l’intero abitato. Nella facciata di Celano, i Piccolomini, i Colonna, i a sinistra della chiesa, eseguita in Barberini ed i Pietropaoli. Poche e ri- palazzo. La geometria precisa dei conci di pietra squadrata, si apre un servate all’interno sono le testimo- tre ordini di finestre incorniciate, arco a sesto acuto destinato origina- nianze di tali presenze, anche perché a cui si aggiungono le inferriate riamente ad ospitare la porta del ca- il palazzo ha subito rimaneggiamenti del pian terreno, mette ancor più stello, di cui restano le tracce delle e trasformazioni, fino ad un lungo in risalto la preziosa bifora tre- saracinesche di chiusura. Interessante periodo di abbandono. L’edificio ha però conservato la vo- centesca di ispirazione aquilana l’impostazione costruttiva della mu- ratura che, profonda circa tre metri cazione a svolgere un ruolo di primo posta in alto a destra: due ar- alla base, si sviluppa per cinque livelli piano nella vita del centro di Ca- chetti ogivali trilobati sotto una come è possibile vedere a ridosso di stelvecchio, ospitando varie funzioni lunetta scolpita e decorata con corso Umberto. Su questo lato si pubbliche: nella prima metà del No- maestria, rilucenti per la bicro- legge la sequenza dell’opera muraria: vecento le scuole elementari, at- mia della pietra. Sul lato opposto la superficie in grossi conci in pietra tualmente un centro di aggregazione squadrata che parte dal basamento multimediale. Nel 2003 è stata infine del piazzale, affacciato sulla valle termina con una sottile modanatura inaugurata negli ambienti del primo sottostante, Palazzo Angelone curvilinea alla quota di circa tre metri piano una pinacoteca dedicata ad segnata da un leggero restringimento; opere di pittori locali. gli apparecchi proseguono in pietra CVE GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:30 Pagina 26

mostra i segni profondi del ter- remoto. Riprendiamo il passo, dopo esser tornati su piazza San Gio- vanni. Il terrazzo che illumina a metà percorso via Santa Cate- rina è al momento l’ultima sta- zione del nostro itinerario al- l’interno del borgo antico di Castelvecchio. Da qui possiamo affacciarci sulla piana di Ma- 26 crano, distesa di campi coltivati a tratti interrotta da pochi ag- glomerati di case e da una pic- cola zona di espansione del paese, su quella che fu l’area occupata dall’antica città dei Peligni e dei Romani. Possiamo ammirare il , di- verso ad ogni cambio di luce, e cogliere con un colpo d’occhio lo spettacolo di colori della valle Subequana. Vista da qui,

Casa con bifora - piazza Campo dei Fiori La casa con bifora trilobata con decorazioni in Campo dei Fiori ha un impianto a blocco ed è assem- blato per una altezza di quattro piani. La fabbrica, databile proba- bilmente al XIV secolo, sembra aver conservato in parte i tratti originali, nonostante sia il frutto di diversi interventi eseguiti nel corso dei secoli. L’edificio, assem- blato per una altezza di quattro piani, è fortemente caratterizzato dalla presenza della bifora trilo- bata, costituita da elementi lapidei scolpiti a motivi geometrici. CVE GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:31 Pagina 27

Palazzo Angelone II palazzo, con accesso posto in Campo Tra le vicende costruttive emerge la tra- concentrati nei livelli superiori, incen- dei Fiori, mutua il nome dalla famiglia sformazione operata tra Sei e Sette- trati attorno alla corte con un ampio degli Angelone documentata a Castel- cento, che diede luogo ad una loggiato rivolto verso il Sirente, mentre vecchio Subequo sin dal 1596 e dalla risistemazione complessiva degli spazi negli spazi seminterrati sono ospitati gli metà del XVII secolo, di cui conserva largamente condizionata dalle preesi- ambienti per la lavorazione dell'uva col- uno stemma al proprio interno. Oltre stenze. legati, medianti collettori in argilla, a che agli Angelone, esso appartenne L'edificio, impostato su 4 livelli, è frutto due ampie cantine per la vinificazione. anche ai Semperlotti, ai Colabattista ed di fusioni successive che hanno dato All'interno viene rilevata la presenza di agli Orsatti. vita ad un complesso architetonico uno stemma, caratterizzato da uno Il complesso edilizio è costruito in varie piuttosto articolato. Sul prospetto prin- scudo ovale accartocciato diviso a metà fasi, evidenti nell'articolazione planime- cipale le finestre del piano terra e di da una linea orizzontale. Nella parte su- trica, che hanno portato a inglobare quello nobile hanno semplici mostre in periore è presente un'aquila e in quella parte del sistema difensivo medioevale masselli di pietra. Dei tre portali, quello inferiore una sbarra con due montanti, all'interno della fabbrica stessa, come ri- centrale è a tutto sesto, con semplice quarti di luna con le punte rivolte verso vela la piccola torre che si eleva sul ver- mostra in pietra e chiave d'arco scolpita. l'alto dello scudo. sante occidentale. l locali destinati alla residenza sono CVE GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:31 Pagina 28 GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:31 Pagina 29

emana tutto il fascino di un pae- 29 saggio fortunatamente poco Palazzo Ginnetti-Lucchini compromesso dal passare del L'edificio localizzato nella parte troduce al salone: si sviluppa con una tempo e dall’azione dell’uomo. I estrema del nucleo originale, in via S. rampa centrale assiale rispetto all’in- borghi in contatto visivo tra loro, Caterina, è incluso all’interno del cen- gresso, dotata di balaustra e cornici tro storico con un impianto frutto lapidee che definiscono lo spazio la- come voleva la distribuzione di- della ricostruzione settecentesca, vo- terale del piano nobile, illuminato fensiva delle fortificazioni in luta dai Ginnetti, di proprietà preesi- dalle tre finestre di facciata. Gli in- epoca medievale, conservano stenti, ed è stato ampliato in più fasi. terni non rivelano la medesima ele- una conformazione compatta e Esso rappresenta uno dei pochi casi ganza della facciata, probabilmente una presenza non invadente. di architettura manierista nel territo- perché determinati dall’adattamento Scorgiamo Castel di Ieri e, sul rio subequano. alle strutture murarie preesistenti. L’edificio si presenta attualmente con Tuttavia, dalle suggestive cantine con fronte opposto, Gagliano Aterno. l’ingresso posto ad una quota infe- vasche in pietra per la lavorazione In mezzo si stende la valle. riore rispetto al livello della strada, dell’uva si accede ai giardini pensili Oltre il piazzale, il centro sto- cui è collegato mediante una rampa impostati su due livelli sul fronte op- rico di Castelvecchio promette a gradoni in acciottolato. posto della casa, cui sembra riferirsi scorci e presenze architettoniche La facciata, costretta tra due ali ag- il Catasto Onciario di Castelvecchio gettanti, è suddivisa in tre ordini: il Subequo quando nel 1744, censendo di grande interesse. Palazzo primo presenta un portale ad archi- la casa Ginnetti, cita le «cantine tre e Lucchini (un tempo della fami- volto in pietra lavorata, il secondo ed orticelli due contigui murati». glia Ginnetti) la cui facciata “pe- il terzo una sequenza di tre finestroni Lo stemma parlante è caratterizzato scolana”, arretrata su un cortile sovrastati da timpani triangolari e ad da un ginetto o ginnetto, razza esterno, presenta un importante arco. In particolare la finestra cen- equina dalla massiccia corporatura, portale in pietra sotto due ordini trale del secondo livello presenta lo con la banda ribassata, caricata in stemma gentilizio dei Ginnetti posto alto da una stella a sei punte, e in di finestre tardo rinascimentali al centro del timpano curvilineo: di basso da un bisante o torta. In punta, con timpano e archivolto, e il cui rilievo anche il prospetto che si svi- nel cantone destro, vi è un oggetto di interno conserva una splendida luppa sul lato dell’ingresso, a due li- difficile identificazione che rimanda scalinata barocca; poco distante, velli con fasce marcapiano, cornicioni ad un cappello rovesciato pieno di un belvedere sulla vallata sotto- e cornici lapidee. All’età barocca va carbone. anche riferito l’inserimento della CVE stante,rue strette e archi che scala nell’ingresso del palazzo che in- s’intrecciano tra vicoli e stradine, GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:31 Pagina 30

Chiesa di Santa Elisabetta La piccola chiesa di Santa Elisabetta (o al periodo barocco, a circa un metro e l'altare con decorazioni floreali, co- Madonna della Rivera) in via Fonte ha mezzo da terra, si aprono ai lati di un lonne rudentate, fregio dentellato e un impianto rettangolare, con pareti interessante portale in pietra con fre- trionfato sembra rimandare ad un appena articolate da paraste che indi- gio e coronamento a tabella. La fac- gusto cinquecentesco. I capitelli, viduano le due campate più grandi del- ciata con terminazione a capanna è pseudo compositi, reggono dei dadi l'aula. L'edificio, isolato rispetto al tes- chiusa da due paraste in pietra. Sul che si conformano come un fastigio suto edilizio circostante, si trova prospetto principale si rilevano: frazionato al di sopra del quale una su un terreno in pendio, progres- il portale in pietra con fregio e cornice definisce la parte terminale sivamente digradante da pa- coronamento a tabella dell’altare con una edicola dove è lazzo castellato, alla che contiene un fasti- scolpito il Padre Eterno che regge il sommità del borgo, verso gio con, scolpito, un mondo. Le due parti del fastigio tra le l'antica Tiburtina Valeria. II volto di cherubino con due colonne contengono un volto di piccolo complesso, for- ali; sopra, tra volute in cherubino mentre la parte centrale mato dalla chiesa ad aula pietra, l’edicola con so- contiene una colomba rappresen- unica e dalla canonica, vrastante timpano leg- tante lo Spirito Santo che scende sul mostra di aver conser- germente ricurvo in cui trionfo di due angeli con corona tesi vato in buona parte i è scolpita la figura di verso l’immagine inferiore, purtroppo tratti originali, sebbene Maria con il Bambino. non riconoscibile. sia il prodotto di diffe- La facciata presenta, Negli interspazi esterni all’ asse sono renti interventi eseguiti inoltre, due finestre da- presenti due nicchie con voltine a con- nel corso dei secoli. tabili al periodo barocco, chiglia dove sono contenute due statue Il carattere di semplicità a circa un metro e mezzo raffiguranti santa Caterina, con gli ele- dell'interno sembra ri- da terra e due paraste menti del suo martirio, e un santo 30 scattarsi in facciata, dove in pietra che serrano abate. Non si rilevano iscrizioni, lapidi le due finestre databili Ia facciata. All'interno e stemmi. CVE

slarghi minuscoli da cui si scor- ammirando dabbasso la cinta di- semplice facciata pone in risalto gere una bifora dagli archi trilo- fensiva, la torre di avvistamento il portale in pietra e gli originali bati decorata con raffigurazioni e le archibugiere in alto. Pur- motivi decorativi, tra cui i parti- arcaiche e simboliche dal sapore troppo, dopo il terremoto del colarissimi profili delle due fi- orientale, motivi floreali, figure 2009, questo versante del paese gure antropomorfe lavorate a stilizzate. Sarebbe questo il tra- è stato danneggiato profonda- bassorilievo, affiancate nei pie- gitto da seguire per uscire, sul mente rendendone inagibili an- dritti che sorreggono una cor- lato opposto del borgo, scen- che le strade e i vicoli di passag- nice decorata con un cherubino dendo per via Porta Romana e gio. Fortunatamente le scolpito e, sopra, un timpano emergenze architettoniche sono con all’interno una scultura della ancora lì, piegate dall’evento si- Madonna con Bambino. smico ma presenti, ed è realistica La navata unica coperta con la speranza che tornino presto a volta a botte conduce su un al- poter essere visitate. tare monumentale finemente la- Per uscire dal borgo ripercor- vorato, con quattro colonne che riamo, dunque, all’inverso il tra- ne sorreggono il basamento, de- gitto fatto, dirigendoci nuova- corate con motivi vegetali e mente verso piazza Vittorio tralci di vite, capitelli compositi Emanuele II. Non prima, però, di e un’edicola con scolpito Dio aver deviato su via Macello e, che regge il mondo. scesa la gradinata, aver preso a Di nuovo all’esterno, pochi sinistra via della Fonte per rag- passi ancora e siamo di ritorno giungere la chiesa di Santa Eli- sulla piazza principale. sabetta (o della Madonna della RZ Rivera), databile al XVII secolo. La GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:31 Pagina 31 GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:31 Pagina 32 GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:31 Pagina 33

Fuori le mura

La piana di Macrano è una suggestione, uno scrigno aperto e chiuso troppo in fretta, una pagina densa di storia. I campi coltivati, tra le case ai piedi dell’abitato storico di Castelvecchio, hanno nascosto e custodito per secoli le preziose testimonianze dell’antica Civitas Superaequum, re- stituendone di tanto in tanto tracce più o meno vistose.

Iscrizioni, epigrafi, pietre deco- mana gareggiava per impor- tale d’accesso situato sul fianco 33 rate oggi sparse tra le mura dei tanza e influenza con e e non sulla facciata, nell’origi- palazzi e delle chiese del centro, Sulmona, eppure una breve nale fascia in pietra che gira as- recuperate a nuovi utilizzi, più escursione nell’area a valle del sieme alla lunetta, nell’affresco, volte in passato rimosse e ab- centro storico di Castelvecchio nella doppia scala, frontale e la- bandonate dai contadini im- conserva la suggestione del terale. Sant’Agata ha subìto mersi nel duro mestiere di contatto con le origini. Non solo danni ingenti durante l’ultimo lavorare la terra. Superaequum, ma anche emer- terremoto e oggi è sostenuta da Tratti di mura, mosaici, cippi genze architettoniche legate a numerose travi di contenimento sacri e bronzetti votivi, spesso ve- culti e tradizioni che si perdono che ne rendono impraticabile nuti alla luce casualmente, hanno nel tempo. l’aula. Lo stesso affresco dai co- documentato ciò che i testi anti- Seguendo la Tiburtina in di- lori particolarmente lucenti rap- chi già sottolineavano: doveva rezione Castel di Ieri e deviando presentante la martire cristiana, dunque sorgere qui Superae- a destra sulla strada per Ga- una palma e i seni recisi tra le quum, la vivace città dei Peligni. Il gliano Aterno, ci troviamo nella mani, è oggi nascosto da un telo sito, chiaramente identificato da zona di Macrano. Da qui (in a protezione delle infiltrazioni Antonio De Nino che lo indagò prossimità della caserma dei Ca- che hanno indebolito la coper- tra il 1898 e il 1902, è stato og- rabinieri) si può prendere una tura e l’altare sottostante. getto di campagne di scavo negli delle strade interpoderali dove L’edificio conserva nel basa- anni ottanta ma non è mai stato lungo il percorso troviamo la mento lapideo a lastroni moda- delimitato in maniera definitiva. piccola chiesa di Sant’Agata, nati il segno evidente della pree- Probabilmente per l’impossibilità posta di fronte a un’antica fonte sistente presenza di un tempio di garantirne la conservazione e medievale. Ci avviciniamo al- dedicato ad Ercole. Qui furono la manutenzione, una volta docu- l’edificio dalla parte retrostante, recuperate alcune statue in mentato lo scavo e prelevati i re- dove i ruderi di mura perimetrali bronzo raffiguranti la divinità di perti, si è provveduto al rinterro, lasciano ipotizzare un amplia- origine ellenica al cui culto si ri- ripristinando in tal modo la voca- mento mai concluso. La chiesa, chiama la stessa tradizione devo- zione agricola del territorio. risalente agli inizi del XII secolo, zionale legata alla santa siciliana. Oggi nulla è visibile dei resti mostra i segni di interventi suc- Come spesso accadde nel periodo dell’antica città che in età ro- cessivi (XVI-XVII secolo) nel por- di espansione del Cristianesimo, GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:31 Pagina 34

Chiesa di sant’Agata La chiesa, documentata dalla prima alla presenza del portale principale in L'interno versa in un completo stato metà del XII secolo, mostra di aver pietra databile intorno al XVI-XVII se- di abbandono attribuibile all'incuria e conservato in buona parte i tratti ori- colo, nella cui lunetta sono ancora alla mancata manutenzione nel corso ginali dell'impianto benedettino ad leggibili tracce di un affresco proba- dei secoli. Ciononostante è ancora aula unica, edificato sul podio di un bilmente raffigurante sant'Agata, leggibile nel catino absidale un affre- tempio pagano, intitolato ad Ercole, ipotesi suffragata dalla dedicazione sco raffigurante sant'Agata con gli le cui tracce sono ancora visibili negli del manufatto architettonico ma non attributi del suo martirio, la palma e i elementi lapidei modanati presenti dai lacerti rinvenuti, che versano in seni. nella zona basamentale dell'abside un cattivo stato di conservazione e La chiesa nel tempo ha subito una circolare. non consentono una chiara lettura serie di trasformazioni rintracciabili L’ingresso originario della chiesa era iconografica. nel tentativo di ampliamento dell'im- in facciata, ad una quota superiore ri- Lungo il prospetto absidale si aprono pianto da una a tre navate, opera- spetto all’attuale piano di campagna, due finestre di semplice fattura, una zione iniziata e mai conclusa. successivamente posto lungo il fronte più ampia, l'altra più piccola probabil- Il progetto prevedeva un portale prin- laterale, accessibile mediante una mente risultante dal tamponamento cipale in asse con l'abside e due por- doppia scala. Il carattere di semplicità di una porta di accesso, ancora visibile tali laterali, che avrebbero scandito dell'edificio sembra riscattarsi grazie nella controparete interna. così anche in facciata la tripartizione interna, come testimoniano i ruderi dei maschi murari presenti sul retro della chiesa che conservano uno dei due portali minori in pietra. Di fronte alla chiesa ritroviamo la Fonte trecentesca in cui avviene il rito 34 taumaturgico della “immersione” delle pagnotte di sant'Agata il 4 di febbraio. Le virtù curative dell’acqua della Fonte e il rinvenimento di tracce di edifici della prima età imperiale, di un acquedotto e di canalizzazioni in- torno al tempio lasciano ipotizzare la presenza di un complesso termale dove si praticava l'idroterapia. CVE

la figure “eroica” portata dalla fosse in epoca romana un im- nuova religione si accompagnò pianto per l’idroterapia. presto a riti e simbologie legate L’ubicazione della chiesa e al culto preesistente. La tradi- l’abbeveratoio dinanzi alla fonte zione dell’immersione delle pa- inducono a collocare Sant’Agata gnotte di sant’Agata, evoluzione tra le numerosissime chiese ru- del più antico bagno del seno rali disseminate nei territori di delle donne, è certamente una montagna. Piccoli luoghi di trasposizione di un rito pagano culto che fungevano anche da che attribuiva alle acque della vi- stazioni di ristoro, tappe lungo il cina fonte proprietà taumaturgi- cammino di pastori, mercanti e che e purificatrici. Luogo del ri- contadini che giungevano dalla tuale religioso, che si ripete il 4 campagna o, viceversa, si mette- febbraio e il 20 agoosto di ogni vano in viaggio dal paese, quasi anno, è l’antico fontanile posto di sempre a piedi. fronte alla chiesa, dove secondo Era, ad esempio, la funzione alcuni studiosi è ipotizzabile vi cui assolvevano le due piccole GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:31 Pagina 35

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Da Superaequum a Castelvecchio: l’origine di un nome Il nome di un paese spesso ne racconta legato al passato e la comparsa di un La comparsa dell’appellativo di Su- la storia. È Plinio il Vecchio che, nel pre- nome nuovo. Il Catalogo dei Baroni, vo- perequo, esplicito richiamo all’antica sentare il territorio dei Peligni, identi- luto da re Ruggero, ci ricorda che nel popolazione, ha una data ben precisa: fica Superaequum tra le tre città 1150 il territorio di Subreqo è feudo Nor- è il 1527 e a regnare è Carlo V. Ma, principali della regione, nodo di colle- manno. come già avvenuto nei secoli passati, la gamento viario tra Roma e le zone in- Pochi anni dopo, nel 1183, una bolla dizione popolare trasforma ben presto terne abitate da Vestini, Marrucini e di papa Lucio III elenca le numerose il toponimo in “Sprequm”, “Sobrieto” e Marsi, caduto nell’oblio contempora- chiese presenti in Castello Vetulo. È que- così via. neamente al dissolvimento dell’Impero. sto il nome del borgo nel cui territorio Nel 1650, in una relazione del su- Saranno il villaggio di Nuffoli o leggenda vuole che i conti di Celano do- periore del convento di San Francesco, Onuffolo prima, e il borgo di Colle San nassero a san Francesco, loro ospite, il il paese è chiamato col nome di “Castel- Giovanni poi, i due centri abitativi at- terreno per edificare la chiesa di Santa vecchio Sobreco”, per poi, con una evo- torno a cui si ritroverà la popolazione lo- Maria, nucleo originario del futuro con- luzione fonetica paradossale, cale durante il dominio longobardo. vento, e sarà Castrum Vetus il nome rovesciarsi definitivamente nel 1701 - Documenti storici nominano, all’epoca usato dal vescovo di Sulmona nel docu- come riporta il Catasto conservato di Odorisio I, la chiesa di San Giovanni in mento con cui concedeva a fra’ Giovanni nell’archivio di Stato a L’Aquila - pas- Suprequo o Castrum Vetus. Tra il X e l’XI Antonio la concessione per costruire il sando dall’originario “Super-aequm” secolo abbiamo dunque testimonianza monastero e la chiesa dedicata al santo (sopra il piano o sopra la zona degli di una prima distorsione del toponimo di Assisi. Equi) a “Subequo”.

36 chiese di San Rocco e Sant’Aga- propiziarsi la benevolenza del pito, poste a breve distanza l’una santo. dall’altra, lungo un tracciato che Siamo in cima a una piccola dal nucleo di case della piana di collina. Di fronte il borgo di Ca- Macrano si allontana in direzione stelvecchio ci appare compatto e di Gagliano Aterno. All’interno solido, i colpi inferti dal terre- della prima chiesa, un affresco moto sembrano più leggeri. Da del Cinquecento raffigura il qui, probabilmente, i pastori “santo pellegrino”, il cui culto è pronti a una lunga stagione lon- particolarmente caro e diffuso tano dalle proprie case, lancia- nella valle Subequana, legato vano un ultimo saluto al paese. com’è alla protezione dalla peste, RZ per secoli incubo delle popola- zioni locali. Più in alto, appena fuori dal- l’abitato della contrada “Silva- pune”, troviamo Sant’Agapito. L’attuale impianto della chiesa, databile al XVI secolo, è di certo venuto a sostituire una costru- zione più antica risalente almeno all’XI secolo. Sant’Agapito viene infatti menzionata in una bolla di papa Clemente III del 1188. La piccola aula con facciata a coro- namento orizzontale è stata per secoli punto di riferimento della vita quotidiana nei campi, meta di pellegrinaggio dei fedeli del circondario e luogo di rituali per GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:31 Pagina 37

Gli insediamenti di altura I villaggi di Forca Caruso, "Case della Valle Subequana, nota come strada cia, corte comune antistante e il fie- Cona" e "Case Colananni", sono l'unica vicinale Ortona dei Marsi-Castelvec- nile o la residenza al piano superiore. testimonianza di insediamento agro- chio Subequo, sulla quale si posizio- I materiali costruttivi sono la pietra e pastorale d'altura all'interno del terri- nano i due abitati. il legno, con un sistema costrut tivo torio di Castelvecchio Subequo. La Delle "Case Colanannì", si ha notizia semplice, essenziale e privo di deco- loro localizzazione deriva dal sistema già dal Catasto Onciario del 1744: la razioni. produttivo montano, che consentiva presenza dell'acqua sorgiva di Fonte L'aia centrale è l'elemento comune a di sfruttare i terreni in quota, seppur Rava, è l’elemento aggregante in- tutto l'insediamento, spazio di lavoro distanti dai centri abitati. torno al quale si strutturerà l'insedia- e di aggregazione sociale. I due insediamenti si inseriscono in mento. Gli edifici sono costruiti Il villaggio "Case La Cona" ha una di- un territorio storicamente caratteriz- addossati al pendio, con orienta- stribuzione meno definita. zato e segnato da una forte presenza mento rivolto a mezzogiorno a difesa Gli edifici più antichi hanno la stessa pastorale, dovuta al tracciato del dai venti di tramontana. Hanno una tipologia delle “Case Colananni”, Regio Tratturo Celano-, dal tipologia a schiera su due livelli con mentre altri, posizionati su un forte quale si diramava la strada seconda- quote differenziate, con la stalla al dislivello, vengono costruiti a tre ria di collegamento tra la Marsica e la piano seminterrato, scavata nella roc- piani. GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:31 Pagina 38

Dagli scavi archeologici al museo

Se in epoca romana, e in particolar modo nel periodo che va dalla fine del I secolo a.C. all’inizio del I d.C., Superaequum raggiunse il suo massimo splendore, va comunque ricordato che la città peli- gna sorgeva su un territorio in cui la presenza organizzata dell’uomo era molto risalente. Il dato ar- cheologico documenta, ad esempio, frammenti ceramici riconducibili all’età del ferro su muri in- globati nelle fondazioni di edifici romani, resti di un muro in ciottoli della fase arcaica sotto un portico sempre di età romana, una necropoli del VI-V secolo a.C., buche con materiale risalente ad- dirittura al III millennio a.C. nascoste da un mosaico. Di tali testimonianze sparse tra la piana di Macrano e i colli vicini è oggi impossibile per il visitatore individuare la localizzazione, perse tra rovi e arbusti o, più spesso, reinterrati dopo averne documentato la presenza. Stessa sorte, come si ricordava, è toccata ai numerosi resti di strutture della Superaequum romana: costruzioni decorate da intonaci, pavimenti a mosaico, un portico, spazi piastrellati in marmo, un complesso edilizio databile all’età imperiale e altro ancora. L’area tra la chiesa e la fonte di Sant’Agata era sicuramente di grande importanza: che si trattasse della zona su cui insisteva il foro, di uno spazio termale o di un’area totalmente vo- tata al culto, gli scavi archeologici hanno comunque messo in luce un patrimonio rilevante. Al- cune scoperte di pregio, come un cippo dedicato ad Ercole con duplice iscrizione attorno a cui 38 si rinvennero numerosi bronzetti votivi raffiguranti la divinità, vennero considerate di va- lore tale da essere trasferite presso il Museo dell’Urbe a Roma. Nonostante ciò, sul territo- rio è rimasta una documentazione importante dal punto di vista storico-archeologico. La- pidi, bronzetti, testine in marmo, pezzi di mosaico, materiale di sicuro interesse per appassionati, studiosi, turisti, che il Comune e la Soprintendenza ai Beni Archeologici hanno intenzione di valorizzare e rendere fruibili allestendo un museo nella zona di Macrano.

La catacomba A poca distanza dalla chiesa di San- Era il 1943 e le autorità, che presero 40 metri le cui pareti sono piene di se- t’Agata, nei pressi di un’area verde di immediatamente possesso dell’area per polcri, per lo più intatti, ancora chiusi recente realizzazione, una breve gra- evitare manomissioni e furti, la chiu- da una solida muratura su cui, in al- dinata che costeggia campi coltivati ci sero in attesa della conclusione del cuni casi, un graffito riporta il nome porta dinanzi a un cancello, accesso a conflitto mondiale in corso. Nel ‘49 la del defunto e la data di morte. Si una delle più sorprendenti scoperte Pontificia commissione di archeologia tratta, dunque, di un luogo di sepol- degli ultimi decenni nel territorio di sacra avviò i lavori di restauro, recupe- tura di persone comuni, il cui valore Castelvecchio. La curiosità di alcuni ra- rando vasi, croci uncinate, lucerne in sta nella testimonianza storica del- gazzi che, aggirandosi per la campa- creta di varie dimensioni con segni cri- l’espansione del Cristiane- gna, s’imbatterono in una buca nel stiani e pezzi di marmo con iscrizioni simo e nella suggestiva terreno e vi si infilarono per scoprire di che testimoniano una continuità di atmosfera che accoglie chi cosa si trattasse, portò alla luce una utilizzo del cunicolo, probabilmente in scende nel cu- catacomba del IV secolo, testimo- epoche precedenti un cimitero pagano. nicolo, visita- nianza rarissima della diffusione del Oggi la catacomba si presenta con una bile solo su Cristianesimo nel territorio subequano. conformazione a L, una galleria di circa prenotazione. GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:31 Pagina 39

Superaequum Gli scavi archeologici, condotti sulla invece, riporta a un ambito più pro- decorate da intonaci dipinti e pavimenti base di una lunga serie di ritrovamenti priamente specifico di Ercole, come mosaicati, tra le quali un portico da casuali, hanno consentito di delineare già è stato sottolineato dagli epigrafisti cui sono leggibili almeno due fasi co- meglio il quadro topografico di Supe- che hanno studiato gli importanti cippi struttive. raequum, dopo il 49 a.C. municipium iscritti provenienti da questo complesso Nello stesso sito, durante le ricerche peligno della Valle Subequana. sacro. archeologiche, è stato individuato un La città romana fu organizzata in una Il sito di Superaequum, già noto nel ambiente di vaste dimensioni pavi- pianura intervalliva delimitata a nord XVII secolo, e ubicato con certezza mentato con un mosaico con il motivo e a sud da due torrenti, il Rio dagli scavi di Antonio de Nino (1898- delle stelle di otto rombi. In posizione San Marino e il Rio San- 1902), ha restituito una notevole quan- eccentrica, racchiuso entro un motivo t’Agata, conosciuta con tità di documenti epigrafici e di mate- a treccia policroma a tre capi, è un il toponimo di Macrano, riale archeologico riferibile, per la mag- emblema ad opus sectile, realizzato ai piedi dell’attuale centro gior parte, al periodo giulio-claudio con piastrelle in marmo giallo antico di Castelvecchio Subequo. (fine I secolo a.C.- inizi I d.C.). legate da listelli di cipollino; il bordo In connessione con la lo- Certamente questa fase rappresentò esterno del tappeto musivo, bordura calizzazione della città ro- il momento in cui Superaequum ebbe dell’emblema, è caratterizzato dal mo- mana va posto, almeno a il maggior impulso edilizio, documentato tivo delle pelte nere. La tecnica muraria partire dal II secolo a.C., da varie epigrafi che si riferiscono ad e la decorazione musiva, nonché i dati un santuario di opere compiute nella prima età impe- dello scavo, consentono di datare il Hercules Vìc- riale, come la lastricatura di una strada complesso alla prima età imperiale. tor ubicato ad opera dei cinque liberti addetti alla Gli elementi archeologici sembrerebbero vicino a cura viarum del municipium, come si definire un’area pubblica costruita nel 39 una copio- legge nell’epigrafe (Buonocore, Sup- corso del I secolo d.C., caratterizzata sa sorgen- plementa Italica, Superaequum, 8) di da un’ampia aula monumentale, aperta te sul luogo Q. Ottavio Sagitta che parla del restauro su un portico; un altro edificio, collegato della chiesa di edifici pubblici porticati, di strade e a questa da un lato posteriore all’in- medioe- della costruz!one del tempio di Roma gresso, raccordava quote diverse e do- vale di e Augusto voluto da un illustre perso- veva funzionare anch’esso come portico. naggio di origine locale al suo rientro Certo non va sottaciuta la coincidenza in patria dopo la carriera di procuratore delle caratteristiche planimetriche del negli anni precedenti il14 d.C.; sempre sito e la loro pertinenza cronologica di età augustea è l’iscrizione (CIL con quelle dell’edificio descritto nel- IX, 3307) del magistrato Tito l’epigrafe di Tito Pompullio Lappa, che Pompullio Lappa che fece co- in una suggestiva ipotesi poterebbe struire per disposizione te- essere identificato nelle costruzioni stamentaria un mercato scavate. La loro prossimità alla chiesa coperto (atrium auctio- di Sant’Agata, antico luogo di culto di narum) destinato alle Ercole, potrebbe inoltre avvalorare vendite all’asta e agli ap- l’ipotesi, già avanzata, che riferisce gli palti, dove era esposta un’im- edifici ricordati nell’iscrizione di Q. Ot- magine di Mercurio Augusto. È stato tavio Sagitta alla sottolineato il particolare legame tra i monumen- S a n - superequani e la famiglia imperiale, talizzazione t’Agata. testimoniato da una dedica all’impe- del santua- La con- ratrice Livia e da un gruppo statuario rio repubbli- tinuità che rappresentava i membri della fa- cano. La con- di culto è docu- miglia Giulio-Claudia. Nello stesso pe- tinuità di vita mentata dalla riodo Q. Vario Gemino, proveniente da del centro dedica a una una delle più importanti famiglie locali, romano non santa connessa fu il primo peligno a far parte del Se- è purtroppo do- con la funzione nato. cumentata; nel IV purificatrice Le fonti epigrafiche concordano con secolo d.C. trovia- dell’acqua; il le evidenze archeologiche emerse negli mo la presenza del legame con anni Ottanta del Novecento, periodo cristianesimo, te- il mondo in cui sono stati individuati i resti con- stimoniata da una dei mer- sistenti di costruzioni anche pubbliche catacomba. catores, realizzate in opera reticolata e finemente GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:31 Pagina 40 GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:31 Pagina 41

La chiesa e il convento di San Francesco

Le mura esterne del convento di San Francesco danno il benvenuto a chi giunge a Castelvecchio dalle strette e sug- gestive gole di San Venanzio. Lambiscono con solidi con- trafforti, feritoie e monofore slanciate il tracciato attuale della via Tiburtina Valeria, accompagnando lo sguardo verso l’alto ad osservare la torre campanaria. La facciata della chiesa, sul fronte opposto, occupa l’intera visuale appena voltato l’an- golo con via Roma, su una piazza semplice e raccolta.

Il complesso conventuale di nella loro residenza di Ga- frati a richiedere al vescovo di 41 San Francesco è la presenza gliano Aterno. Da lì il frate in- Valva l’autorizzazione all’edi- monumentale più importante dicò in lontananza l’area su ficazione di una chiesa più del paese, sia per la pregevo- cui avrebbe voluto edificare il ampia e di un vero e proprio lezza architettonica, la ric- convento, a ridosso dell’antica convento. Nel 1267 la comu- chezza delle decorazioni e chiesa di Santa Maria piè di nità francescana entrò nella degli arredi, sia per la pro- Potano in Castelvecchio. Fu nuova “casa”. fonda spiritualità che vi si re- allora che i conti donarono a Raro esempio di architet- spira, alimentata da storie e Francesco la chiesa e il ter- tura religiosa francescana tri- racconti risalenti all’epoca dei reno circostante, suggellando navata, la chiesa, consacrata lunghi pellegrinaggi del pove- così un legame strettissimo nel 1288, fu radicalmente tra- rello di Assisi. con la comunità francescana sformata nel 1647. L’intero Del passaggio di France- che caratterizzerà per secoli complesso conventuale fu più sco tra la Marsica e la valle l’intero territorio posto sotto volte ristrutturato e ampliato. Subequana abbiamo riscontro il loro dominio. La struttura conserva ancora nella biografia scritta da Tom- Tra il 1221 e il 1261 intorno le tracce della prima edifica- maso da Celano. Su questa a Santa Maria fu costruito il zione nei basamenti in pietra base si è sostenuta da sempre primo nucleo del convento: dei pilastri (portati alla luce l’antichissima tradizione che uno dei tanti “loci Sancti Fran- durante l’importante restauro vuole il convento castelvec- cisci”, poco più di una chiesetta del 1973), nell’abside, nelle fi- chiese fondato per espresso per il riposo e la preghiera dei nestre sovrastanti, nella cap- desiderio dell’Assisiate. Si rac- frati al rientro dalle giornate pella dallo stile gotico conta infatti che Francesco, trascorse errando per paesi e dedicata al santo d’Assisi, co- transitato in Abruzzo almeno campagne a divulgare il mes- struita lì dove sorgeva l’origi- in due occasioni, la prima nel saggio francescano. naria chiesa di Santa Maria, 1216 e la seconda nel 1222, Presto l’esigenza di una si- negli affreschi della cappella e fu ospite dei conti di Celano stemazione migliore portò i in quelli trecenteschi rinve- GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:31 Pagina 42

Storia e architettura della chiesa e convento di San Francesco L’insediamento francescano di Castelvecchio Subequo fa parte trale si sviluppi senza archi trasversali. Come afferma Lorenzo di quei conventi abruzzesi - quali Palena, Corvaro, Celano - la Bartolini Salimbeni, alla fase tardo-duecentesca, vanno riferite cui fondazione, tradizionalmente attribuita all’intervento per- le parti relative al coro ed alla cappella di S. Francesco, come sonale del Santo, non è suffragata da documenti. Il convento, confermato in quest’ultimo caso dalle testimonianze pittoriche, che godeva di una collocazione strategica nel cuore della Valle mentre all’intervento del 1647 va attribuita una la trasformazione Subequana, fu uno dei più importanti della custodia Aquilana, complessiva dello spazio interno dell’edificio. Lo stesso autore fondato all’inizio della penetrazione francescana nella regione. ricorda infatti quanto afferma a proposito la relazione innocen- Il complesso è di grande rilievo storico ed artistico e mostra di ziana: «Fù risarcita, et ampliata la sudetta Chiesa, per maggior aver conservato in buona parte i tratti originali, sebbene sia il capacità de’ Popoli, stante la frequenza grande che vi è, l’anno prodotto di differenti interventi eseguiti nel corso dei secoli, 1647 e ridotta a forma moderna, con tre ale, vi sono fin’hora spesso di difficile lettura. È tra i pochi esempi abruzzesi di fon- nove cappelle, e si faranno dell’altre corrispondenti al corpo dazioni urbane dei primi secoli che abbiano mantenuto la fun- della chiesa». La chiesa duecentesca a croce latina fu dunque zione originaria, come S. Bernardino dell’Aquila e gli altri conventi ampliata in questa fase, inglobando vani secondari appartenenti di Chieti, Lanciano, . Storici francescani come Chiap- al convento; fu quindi necessario costruire un ulteriore arco per pini e Ricotti affermano che l’insediamento di Castelvecchio si mettere in comunicazione la cappella di S. Francesco con la na- sarebbe sviluppato sulla chiesetta di S. Maria Pie’ di Potano di vata destra. proprietà di Rainaldo di Celano, che questi avrebbe donato di- L’importanza della fase medievale è attestata dalla grande rettamente al Santo ospite dei Conti di Celano presso il castello qualità degli affreschi trecenteschi della cappella di S. Francesco, di Gagliano. Un dato certo è che nel convento si celebrava il Ca- esemplati sui modelli giotteschi di Assisi. Di grande rilievo gli pitolo Provinciale già nel 1236. Alcuni decenni dopo frate Gio- altari barocchi in pietra e legno scolpiti, ed in particolare l’altare vanni Antonio da Castelvecchio fu incaricato da Giacomo, ve- maggiore con il monumentale tabernacolo intagliato in legno scovo di Valva e Sulmona, di riedificare chiesa e convento. di noce riferito alla metà del Seicento. Sebbene Antinori affermi che i lavori fossero conclusi nel 1267, Come rivela la data 1647 incisa sull’architrave del portale e la nuova chiesa viene consacrata il 29 agosto 1288 dal cardinale sul finestrone, alla fase seicentesca vien fatta risalire la facciata 42 Gerardo di Parma, vescovo della Sabina, alla presenza dei vescovi della chiesa, aperta da un portale con timpano spezzato pog- di Aquila, Chieti, Atri e Teramo, nonché del rappresentante del giante su piedritti antropomorfi. Nell’intervento di risistemazione Re di Napoli. La visita di Pietro da Morrone durante il viaggio furono sagacemente reimpiegati elementi appartenenti all’edi- verso l’Aquila (1294) per l’incoronazione ed al miracolo da lui ficio preesistente, tra i quali le due colonnine con leoni stilofori compiuto ha concesso poi nella chiesa di S. Francesco, nei giorni collocate ai lati del finestrone e lo stemma di età medievale dei della Perdonanza Celestiniana, si ottengano le medesime indul- Conti di Celano posto sull’edicola del portale. Un infelice restauro genze della chiesa di S. Maria di Collemaggio. Nella statistica del 1927 ha ridotto la facciata a tre spioventi, modificandone contenuta nel Provinciale di Paolino da Venezia, vescovo di Poz- anche le aperture; tale vicenda accomuna la chiesa di Castel- zuoli, redatto tra il 1334 ed il 1344, il convento di Castrum Vetus vecchio alle consorelle francescane di Chieti, Tagliacozzo, Sul- ricade nella Provincia Pinnensis (IX) e nella Custodia Aquilensis. mona e Pescina, la cui facciata, piana in origine, è stata modificata Va poi ricordato come nella cappella di S. Francesco, che la tra- tra XVIII e XX secolo. dizione fa coincidere con la chiesa di S. Maria Pie’ di Potano, fu L’esame di alcuni tra i maggiori conventi, Castelvecchio Su- sepolto Ruggero II di Celano, morto nel 1393. bequo come Sulmona, ha confermato l’ipotesi di uno sviluppo Sotto il profilo architettonico la chiesa francescana di Ca- per fasi successive, a partire da un corpo allungato perpendicolare stelvecchio è l’unico esempio in Abruzzo (e tra i pochi in Italia all’asse della chiesa, solo in seguito proseguito fino a costituire centrale) di edifici mendicanti a tre navate con transetto e l’usuale pianta quadrilatera. A Castelvecchio fu realizzato per coro coperti a volta. Lo schema presenta notevoli anomalie primo il braccio orientale, costruzione massiccia rafforzata da sia in pianta che in alzato, in quanto il transetto sporge speroni, e solo nel XIV secolo furono edificati i corpi a nord e dalle navate laterali che sporge solo sulla destra, con la ad ovest, completando il primo chiostro. Nel Cinquecento, nel cappella di S. Francesco che come la campata del coro pre- medesimo chiostro si realizzarono le volte a crociera del piano senta una pianta quadrata ed è coperta da una volta a cro- terra ed il loggiato in quello superiore, mentre l’intervento sei- ciera costolonata. La campata di sinistra, più stretta, allineata centesco sulla chiesa interessò anche il convento, con la co- sul filo esterno della navatella corrispondente, e la crociera, struzione di un nuovo chiostro a nord e di numerosi altri am- rialzata tanto da formare una sorta di tiburio al di sopra bienti, come l’ampia sala capitolare. A seguito delle dell’altare maggiore, sono invece coperte da volte prive leggi di soppressione, il convento di Castelvecchio di costoloni. L’aula è invece divisa in tre navate da fu abbandonato e parzialmente acquistato da pri- quattro archi a sesto pieno poggianti su pilastri vati, ma grazie all’interessamento con- ottagonali; sia le navate laterali, tinuo della popolazione il complesso suddivise in quattro campate da non ha subito nel tempo alterazioni archi trasversali che terminano su sostanziali, tanto da poter riacquistare, semipilastri addossati alle pareti, sebbene nella parte più antica, funzioni che la navata centrale sono co- compatibili con la sua natura di edificio perte con volte a crociera prive di sacro. nervature, sebbene lo spazio cen- CV-CVE GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:31 Pagina 43

nuti sulle pareti dell’abside, pian terreno del magnifico colarmente curate ma di si- 43 oggi difficilmente visibili. chiostro a doppio loggiato. La cura suggestione. Osservando Negli anni, diversi inter- vita e i miracoli di san France- attentamente è facile notare il venti hanno contribuito a faci- sco erano raccontati negli af- reimpiego di elementi preesi- litare la lettura storico-archi- freschi che un tempo stenti, come le colonnine con tettonica del complesso riempivano le volte a crociera due leoni laterali al finestrone francescano: le opere di puli- dei porticati. Di questi, resta e, ancora una volta, lo stemma tura e l’eliminazione di tutti i una splendida pittura raffigu- dei conti di Celano. La facciata tamponamenti e i riempimenti rante la Vergine in trono con del Seicento terminava con un nella zona del chiostro e del due santi, scoperta agli inizi taglio orizzontale tipico delle convento; il ripristino del piano del Novecento e ricollocata chiese abruzzesi dell’epoca: i originale che ha riportato alla nel refettorio del convento. due spioventi che l’innalzano, luce la cisterna e il pozzo otta- Seicentesco è anche il invece, sono il risultato di un gonale; il rifacimento, nel log- campanile, struttura comple- intervento tardo, databile al giato, dei tetti in legno a vista. tamente decontestualizzata ri- 1927. La creazione di un accesso a spetto all’intero complesso. Anche l’interno fu forte- botola lungo la scala che porta L’influenza barocca, del resto, mente rivisitato tra XIV e XV alla loggetta e al campanile ha fu assai rilevante per la chiesa secolo. La volta a capriata fu permesso di ammirare le varie di San Francesco. Lo vediamo sostituita con una volta a zone affrescate tra Settecento sin dall’ingresso, osservando la mattoni e furono eretti 13 al- e Ottocento, riscoperte sui facciata. L’antico portale fu so- tari. L’altare gotico fu rimpiaz- muri dell’intercapedine che stituito con quello esistente zato nel 1653 da un corre tra il tetto in legno non a sormontato da un quadro di monumentale altare barocco. vista e l’estradosso delle sotto- pietra in rilievo raffigurante Capolavoro di ebanisteria in stanti volte seicentesche. l’Immacolata. Il timpano spez- noce, l’altare maggiore è alto Tra il XIV e il XV secolo è zato poggia su piedritti antro- otto metri, finemente inta- databile la realizzazione del pomorfi di fattezze non parti- gliato e corredato di 27 statue GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:31 Pagina 44 GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:31 Pagina 45

Un angelo nella decorazione dell’arco della navata centrale riproduce il borgo antico di Castelvecchio

lignee raffiguranti, nella gran museo del convento, parte, angeli che reggono tra opera del trecento che le mani i simboli della passione doveva appartenere al- l’al- di Cristo: c’è l’Immacolata, san l’antica chiesa. tare, quasi a Giovanni Battista, san Giu- Furono sempre i baroni proteggere il seppe, i santissimi Pietro e Pietropaoli a commissionare dipinto. I volti, Paolo con vari santi e sante la realizzazione del primo al- gli sguardi pe- francescani, mentre in alto do- tare che incontriamo sulla netranti, la plasti- mina la statuetta del Cristo ri- destra, appena entrati in cità con cui l’autore lascia 45 sorto. Ognuna di queste statue chiesa. L’altare è scolpito in percepire il delicato abbraccio è posta in una piccola nicchia pietra bianca, è sormontato della santa attorno al corpo ornata di fregi e di elegantis- da un pregevole dipinto a della piccola Maria, rivelano la sime colonnine. L’opera, voluta olio su tela, opera databile grande capacità pittorica di un dai baroni Pietropaoli che in nel XVI secolo, raffigurante artista (sconosciuto) in grado quel tempo dimoravano a Ca- l’Assunta (“la Cintura”, com’è di rendere emozionante un di- stelvecchio, vede scolpiti i loro chiamata in paese) con i do- pinto in fondo molto semplice. stemmi sopra le porte che im- dici Apostoli, san Francesco e Non tutte le tele nella mettono nel coro in legno. sant’Antonio da Padova chiesa di San Francesco pre- La scelta della sostituzione (opera attribuita alla scuola sentano motivi di pregio arti- dell’altare gotico portò al suo umbra anche se ci sono evi- ricollocamento nella cappella denti influenze della bottega di Sant’Antonio, posta sul veneta). La maestria nell’uso braccio sinistro del transetto. del pennello, la delicatezza L’opera è un autentico capola- nel definire i lineamenti della voro per la grandiosità delle Vergine, la cura nella compo- sue colonne e per la finezza sizione, fanno del dipinto la dei suoi intagli. Al centro vi è tela di maggior livello arti- una nicchia con la statua, stico custodita nella chiesa. scolpita in legno, di San Fran- Di fronte, all’inizio della cesco sopra le nuvole che, con navata sinistra, un piccolo espressione estatica, innalza al quadro raffigura sant’Anna cielo il crocefisso. Nella nicchia con la Madonna bambina tra più in alto era posizionata una le braccia. statuetta di San Ludovico, at- La bimba è nuda, come gli tualmente custodita nel angeli scolpiti in cornice sul- GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:32 Pagina 46 GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:32 Pagina 47 GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:32 Pagina 48

stico. Esempi minori sono il dalla Vergine del Rosario con 1393, e fu sepolto in questa quadro che riproduce san- in braccio il bimbo e un ba- cappella (in un sarcofago fu t’Agapito, la Natività, la Ver- stone in mano, affiancata da rinvenuto un anello d’oro con gine Incoronata. Altre, invece, san Pietro e san Nicola. inciso il sigillo dei Conti, oggi contribuiscono ad arricchire Numerose, dunque, le custodito nel piccolo museo la chiesa grazie al tocco non opere d’arte presenti in San di arte sacra). comune degli artisti che nel Francesco, che ci accompa- Nelle vele della volta, su Seicento impreziosirono gli gnano e ci preparano alla vi- uno sfondo scuro penetrante, altari con quadri di indubbio sione di quello che per valore sono affrescati i simboli dei valore. È il caso della Ma- artistico e architettonico, ri- quattro Evangelisti, inseriti donna degli Angeli, posta vi- chiamo storico e potere evo- all’interno di clipei quadrilo- cino alla cappella di San cativo è da ritenersi il bati, perfettamente conser- Francesco, della Vergine del capolavoro della chiesa. La vati. Sulle pareti, gli affreschi rosario, curioso dipinto di cui cappella dei Berardi è quel trecenteschi, ritenuti a lungo un esemplare identico si trova che rimane della struttura di scuola giottesca e recente- nella chiesa di Gagliano della chiesa antica, con le sue mente attribuiti da Cristiana Aterno, o della Vergine del volte gotiche e le pareti affre- Pasqualetti al Maestro di Soccorso, colori nitidi per una scate quando Ruggiero II, , ricoprono composizione semplice e dalla conte di Celano, si ritirò a vita l’intera cappella riprodu- forte capacità evocativa, in monastica nel convento cendo gli episodi salienti cui il demonio sconfitto ai (1392). Il conte morì qualche della vita del santo: il sogno piedi del quadro è sopraffatto anno dopo, il 27 febbraio di Innocenzo III e la visione GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:32 Pagina 49

del Laterano cadente, l’ap- zione. Ancora oggi, le succes- di gran valore alla struggente provazione della Regola, la sive opere che hanno contri- bellezza della cappella dedi- predica davanti al sultano, buito a impreziosire la chiesa cata al Santo. l’incontro con Chiara, e così (dal pulpito con l’inquietante RZ via fino alla scena della mano all’angolo che brandi- morte di Francesco. sce un crocefisso, allo stu- Non tutti gli affreschi si pendo organo settecentesco) sono conservati intatti: di al- sono al massimo una cornice cuni è rimasto solo qualche accenno di colore, altri sono stati compromessi dai rima- neggiamenti della cappella durante i secoli. Sapere che, prima dei rifacimenti susse- guitisi tra XVI e XVII secolo, anche altre parti della chiesa erano dipinte e coperte di af- freschi, ci da l’idea della bel- lezza e ci conferma come il complesso conventuale dedi- cato a Francesco d’Assisi ha avuto sin dalla sua fonda- GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:32 Pagina 50 GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:32 Pagina 51

IL museo di arte sacra

Dopo essere stati sorpresi dallo spettacolo d’arte e suggestione che è la cappella dei Berardi, una sosta nell’ampio e solare chiostro alleggerisce la visita del convento, prima di entrare nelle sale del museo d’arte sacra, dove è custodito quello che per tutti è il “Tesoro di San Francesco”.

Il Museo custodisce una colle- bati recanti gli stemmi smaltati mente da una piastra d’ar- 51 zione preziosa di opere lignee, dei conti di Celano, ha al centro gento, su cui è incisa la figura sculture, reliquari tra cui una del fusto un nodo cesellato de- di un angelo orante, in smalto fiala protetta in un prisma ot- corato da piccole foglie e da sei azzurro pallido. La Vergine, col tagonale che, secondo la tra- piccoli rosoni. Le quattro estre- capo coronato e vestita di tu- dizione, contiene il sangue mità della croce terminano con nica e manto, tiene ritto sul gi- uscito dalle stimmate di San formelle quadrilobate e sono nocchio sinistro il Bambino Francesco. decorate da grani d’ambra e di benedicente a cui mostra forse Assieme al sangue delle corallo infissi nei bordi, simili in un fiore, come attesta un pic- stimmate, una serie di reliquie entrambi i lati; le formelle po- colo fusto a innesto, che sor- custodite nel monastero sor- steriori sono forate per la vista regge con la mano destra. Il reggono la straordinaria devo- delle reliquie. Nell’incrocio e nel gruppo divino è fiancheggiato zione per il Santo di Assisi: mezzo della parte inferiore vi da due angeli in adorazione. frammenti della tunica, della sono altre due reliquie chiuse Da ricordare è anche il reli- corda, del cilicio, dei capelli, da dischi di vetro. quario a tempietto d’argento della pelle relativa alla piaga Altra autentica opera d’arte e rame dorato, sicuramente tra del petto e del panno con il è la “Pasquarella”, gruppo di i più eleganti esempi di orefice- sangue di san Francesco. Tutti argento sbalzato e dorato raffi- ria sulmonese della fine del XIV custoditi in reliquari, di cui al- gurante la Vergine col Bambino secolo. Le figure della Ma- cuni di indubbio pregio. e due angeli. L’opera fu ese- donna col Bambino, di san Lu- La croce da altare in ar- guita da Fra Bartolomeo nel dovico da Tolosa, santa gento dorato, eseguita dal- 1412, in memoria di Donna Caterina d’Alessandria, san Se- l’orafo Nicola Piczulo (1403), Margarita Prignani contessa di bastiano, san Francesco d’As- ne è uno stupendo esempio. Celano. La base presenta nel sisi e, presumibilmente, santa Sostenuta da un alto piede a bordo una serie di trentasei Chiara emergono dai rosoni a base esagonale le cui facce nicchie ad archi acuti, ciascuna smalto che decorano gli angoli sono decorate con rosoni trilo- delle quali è chiusa interna- del piede. Il fusto esagonale è GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:32 Pagina 52

Il reliquiario del sangue di san Francesco Il reliquiario del sangue di san Fran- alla suggestiva storia che porta con disse «nel suo Palazzo [...] con gran- cesco è composto da un prisma otta- sé. Documenti storici raccontano, in- dissima devotione et veneratione [...] gonale, sorretto da due piedistalli, fatti, di una duplice donazione di poiché stando detto prezioso sangue con le estremità rivestite da plac- parte della reliquia del sangue di san [...] in ogni altro tempo, sodo, non li- chette di argento ornate con finissimi Francesco custodito nel convento di quefatto, et congelato (...), nella Vigi- smalti la cui lavorazione nei colori, Castelvecchio. Nel 1591 Francesco lia della detta Festività delle Sacre blu, verdi, rossi, violacei richiama la Bonfigli da Gualdo, padre generale Stigmate, cioè sotto li 16 di settem- scuola senese. Una delle placche rap- dei frati minori conventuali, donò di bre su l’hora di Vespero [...] si è sem- presenta la scena dell’Annunciazione una pezzolina bagnata del sangue pre liquefatto». Una testimonianza con la Vergine e l’angelo posizionati delle stimmate estratto dal reliquiario storica, dunque, del prodigio della li- ai lati di uno stemma non identifi- di Castelvecchio ai duchi di Acqua- quefazione del sangue che, nelle cato interpretato come una variante sparta, cardinale diacono Bartolomeo stesse modalità, si ripeteva ogni anno dello scudo dei conti di Celano. Cesi e suo fratello Federico. a Castelvecchio durante la ricorrenza Più volte manomesso, il reliquiario Essi, nel 1624, ne fecero dono alla delle Sacre Stigmate. Tale fenomeno non ha perso di pregio artistico e, so- chiesa delle Stimmate in Roma. Si trova documentazione scritta e orale prattutto, conserva inalterata nel narra che il Duca, prima di conse- dal Cinquecento agli anni Sessanta tempo la sua forza evocativa, legata gnare la reliquia alla chiesa, la custo- del secolo scorso.

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ornato in ciascun lato da una uno "a tempietto” in argento, figura di drago a smalto verde ottone e cristallo del 1556 su fondo blu; nella parte supe- contenente il sacro dente di riore le figure di un’aquila, un san Domenico Abate, una giovane, un leone, un bue, croce di cristallo di rocca del sembrano essere i simboli XVI secolo, un cofanetto dei quattro evangeli- in stagno lavorato sti. Il prisma che del XV secolo, unisce il piede al pianete e pi- guscio su cui viali, statue e posa l’urna che croci liegnee. chiude la reliquia, è La comunità france- cinto al centro con un scana, inoltre, custodisce inal- grosso anello ornato all’in- tre sale alcuni reperti torno da sei medaglioni circo- archeologici che ci riportano lari, entro i quali sono alla Superaequum antica e raffigurati a smalto traspa- altri provenienti dalle Cata- rente quattro santi e due combe. stemmi (uno certamente dei Ancora un pezzo di storia, 53 conti di Celano). La teca, lavo- dunque, a ricordarci le anti- rata a traforo, è a forma di che origini di questi luoghi e tempietto esagonale e termina la forte presenza di una fede con una cupola con le facce radicata sin dagli albori del ornate di rosoni pregevol- cristianesimo, su cui nei se- mente smaltati. coli si è costruita l’identità Il piccolo museo conserva ancora viva di Castelvecchio anche altri reliquari e dei castelvecchiesi. ammirevoli, tra i quali RZ GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:32 Pagina 54 GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:32 Pagina 55 GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:32 Pagina 56

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Riti e festività

Il patrimonio di tradizioni popolari legate ai giorni di festa e, in particolar modo, alla venerazione dei santi conserva a Castelvecchio una straordinaria vivacità. Ancora poche decine di anni fa le festività segnavano il passare delle stagioni, interrompendo il fluire ciclico del tempo del lavoro. Oggi i riti de- vozionali, con cui si affidavano “anima e corpo” ai santi affinché li protegges- sero e assicurassero insieme tutta la comunità, si vestono di ulteriori richiami simbolici. Sono il segno della continuità culturale, di radici vive pur nel pro- fondo cambiamento della società, di rifugio consapevole. Ma sono anche il momento in cui il paese si ritrova unito e si proietta all’esterno, invita “l’ospite” che oggi è diventato il turista, o il pellegrino, si fa conoscere.

Apre il calendario la festa di Risalente a culti preesi- l’iconografia raffigura con i 57 sant’Antonio Abate, il cui stenti, il rituale legato a san- due seni recisi durante le tor- culto legato alla protezione t’Agata ha radici antichissime. ture che le furono inflitte. Il degli animali domestici è tra i La devozione per la santa ca- pane composto a forma di più diffusi in Abruzzo. Nel po- tanese sembra infatti essersi seno (le pagnotte) ne è da meriggio del 17 gennaio si ri- sovrapposta, come spesso ac- sempre il simbolo, accrescendo pete il rituale della cadde agli albori del Cristiane- così il potere propiziatorio del benedizione degli animali, af- simo, alla venerazione di rituale teso a favorire la salute fiancati, con la modernità, dai Ercole, sul cui tempio fu edifi- e assieme l’abbondanza. mezzi agricoli. Dal pomeriggio cata la piccola chiesetta fuori Sant’Agata era infatti invocata di vigilia fino a sera la musica le mura. Il rito che si ripete anche per conservare il pre- dei ddu’ bòtte, la chitarra, la ogni anno il 4 e 5 febbraio è zioso latte materno. Latte a cui fisarmonica e i tamburelli ac- particolarmente intenso e sug- in passato era legato anche il compagnano i canti di que- gestivo. I devoti, soprattutto culto di sant’Antonio da Pa- stua intonati da giovani del donne e bambine, si recano dova, con la partecipazione paese che, in abiti di travesti- nel pomeriggio presso l’antica delle “mugnarole“ (mucche, mento teatrale, mettono in fonte antistante la chiesa e pecore, capre) nell’antico ceri- scena la lotta tra il santo e il qui, dopo la cerimonia di be- moniale della “prucedienze“ di diavolo tentatore. La messin- nedizione, immergono le pa- cui resta oggi solo qualche scena itinerante bussa alle gnotte votive nell’acqua memoria residuale. Sempre a porte delle case dei paesani: “miracolosa” propiziando l’al- sant’Agata, infine, i castelvec- una “benedizione” in cambio lontanamento delle malattie. chiesi dedicano una giornata di offerte in natura, salsicce, Un tempo ad essere bagnati di festeggiamenti il 20 di ago- formaggio e, tradizione locale, nell’acqua “santa” erano le sto. chicchi di mais bollito (le “cia- «mammelle» delle donne, a ciotte” o “ranati”) un tempo protezione delle quali era chia- L’apertura del Santo Se- propiziatori di abbondanza. mata la vergine siciliana che polcro da inizio a quattro GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:32 Pagina 58

58 giorni di cerimonie con cui la Il venerdì è giorno di pas- Barbara. Una festa particolar- tradizione cattolica ricorda la sione: nella notte le fiaccole mente sentita dalle famiglie passione, la morte e la resur- seguono in processione la che ricordano ancora le fati- rezione di Cristo. Il Giovedì Croce accompagnate dal sus- che e i sacrifici dei tanti pae- Santo nella cappella di san surro delle preghiere e dai sani emigrati per cercare Francesco si rievoca il ban- canti del coro. Sabato l’at- fortuna lavorando in miniera, chetto dell’ultima cena, con i tesa, attorno al “fuoco santo” eroi di una tradizione che nel tradizionali vasi in cui si con- acceso dinanzi alla chiesa di secolo scorso fece di Castel- servano germogli di grano san Francesco, simbolo di vecchio il paese dei minatori. resi biancastri con la conser- nuova luce. Si entra poi in Il legame della festa di Santa vazione in un luogo buio. nella chiesa, resa buia per Barbara con la Pasqua è stori- l’occasione e, al momento in- camente datato al 1956, dicato, si fanno ardere tutte quando fu portata in paese assieme le fiaccole portate l’immagine sacra della santa dall’esterno. Il sacerdote si- commissionata da un comi- stema il nuovo cero e ini- tato di minatori castelvec- ziano i canti che annunciano chiesi. Le feste Pasquali erano la resurrezione, prima di salu- occasione di rientro a casa dei tarsi con la benedizione delle lavoratori, e ciò avrebbe per- uova. Ci si troverà il mattino messo a tutti di partecipare seguente, invitati dalle cam- alla collocazione dell’icona, pane a festa, per la messa nella chiesa di san Giovanni. pasquale. A quest’ultimo santo è de- dicato il 24 giugno, giorno del La Settimana Santa ha a solstizio estivo coincidente Castelvecchio un’appendice con la nascita del Battista. Così nel lunedì, dedicato a santa tra retaggi pagani e nuove li- GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:32 Pagina 59

I minatori di Castelvecchio e la speciale protezione di santa Barbara Con la ricorrenza festiva di santa nomica ottenuta dalla grande emigra- volte a ricostruire e modernizzare la Barbara, che a Castelvecchio si tiene zione d’oltreoceano (almeno per nazione nel periodo post-bellico. il giorno di Pasquetta, assistiamo al- quanto riguarda la comunità castel- I primi “cavatori” locali di cui si ha no- l’insorgenza di un evento religioso di vecchiese nel suo insieme, a differenza tizia risultano impiegati nella realizza- fondazione di un culto popolare che dei conterranei di Gagliano Aterno zione di alcune gallerie della linea oggi implica una sua rifunzionalizza- emigrati in massa in e Stati ferroviaria Sulmona-Roma inaugurata zione legata alla richiesta di “co- Uniti riportanti consistenti profitti nel 1888. Il caso vuole che altre mae- stante azione protettiva” nei luoghi dalla conseguente economia di ri- stranze castelvecchiesi trovino qui oc- di lavoro e nella propria comunità di torno) e le nuove esigenze della popo- cupazione e sono quelle dei nostri appartenenza rivolta dai minatori ca- lazione, obbligano i nostri alla scelta di “pinciari” e “fornaciari” che provve- stelvecchiesi verso questa santa mar- un lavoro ad alto rischio in grado di dono alla produzione di mattoni per il tire, protettrice di quanti si trovano aumentare la possibilità di risolvere rivestimento delle pareti dei suddetti nell’impiego di armi da fuoco e pol- con maggiore efficacia la propria mo- tunnel. veri da sparo. desta condizione al fine di “fabbricare” L’opera della compagine subequana I minatori di Castelvecchio Subequo la propria abitazione, di consentire gli raggiunge l’apice della propria qualifi- si ascrivono in quel contesto lavora- studi superiori ed universitari ai propri cata notorietà con la conquista del re- tivo che ha caratterizzato i destini figli, ecc. cord di avanzamento in galleria nelle comunitari di vari paesi abruzzesi e Non solo quindi soddisfazione dei 24 ore (m. 30,10) del 24 maggio 1935 del meridione italiano i quali, sacrifi- propri bisogni esistenziali ma eserci- nell’impianto sul Farfa. cando se stessi, hanno prestato ma- zio di un riscatto epocale e afferma- Trovandosi in cantieri sparsi in ogni nodopera specializzata in questo zione del senso di rivincita collettiva dove, i pionieri di questo qualificato faticoso e pericoloso comparto pro- sulla storia. compito lavorativo “mandano a chia- duttivo muovendo da una storica Ecco che i minatori ed i “fuochini” di mare” i propri congiunti, parenti, com- “attitudine alla mobilità stagionale Castelvecchio si trovano ad operare pari, ecc. dando prosecuzione ad degli uomini della montagna”, cosi nelle attività sotterranee di estra- un’avvincente e complessa esperienza 59 definita da Umberto Dante nella sua zione di carbone e minerali (in pochi) di vita per i castelvecchiesi e per Ca- introduzione al mio libro sull’argo- e di perforazione di gallerie sia fer- stelvecchio, unanimemente definito, mento del 1998. roviarie, sia autostradali che di con- per questo, il paese dei minatori. La generalizzata insoddisfazione eco- dotte per l’acqua potabile (in tanti) MS GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:32 Pagina 60

turgie, la notte di san Giovanni Rocco e sant’Agapito. Al razione della statua, adornan- si anima di suggestioni e di santo di Montpellier, venerato dola con il “tesoro” di cui sono mistero. Acqua e fuoco, purifi- per i suoi poteri taumaturgici, i custodi: un deposito votivo cazione e nascita a nuova vita: Castelvecchiesi dedicano una costituito da monili in oro e in molti paesi si trascorre la celebrazione particolarmente argento, collane di perle e co- notte a saltare fascine incen- sentita, di cui la processione rallo, anelli con pietre preziose 60 diate e a Castelvecchio si ha solenne e i fuochi pirotecnici raccolti in secoli di donazioni. ancora memoria di riti di ablu- sono solo la parte conclusiva. La chiusura dei festeggia- zioni. Oggi il patrono del paese La straordinaria magia dei menti, con un uomo che dan- si festeggia con una proces- gesti rituali si consuma prima, zava nascosto in una struttura sione solenne che scorta il durante la “vestizione” del cava dalle fattezze di una “santo” dalla chiesa parroc- santo, di cui è depositaria da “pupa” tra i fuochi e le giran- chiale a San Francesco per poi tempo immemore una sola fa- dole, è un lontano richiamo tornare indietro attraverso il miglia. Guidati dal più anziano, alla necessità del sole per la vicoli del centro storico. secondo una tradizione che si maturazione dei raccolti. vuole risalente alla prima metà Di sant’Agapito, tradizione Il 16 e il 17 agosto sono del Seicento, i Santilli si tra- vuole che si conservi come re- rispettivamente i giorni di san mandano i segreti della prepa- liquia un frammento della co- lonna su cui il martire fu deca- pitato. Il 17 agosto i fedeli si recano alla piccola chiesa fuori dal paese: un tempo era d’uso raccogliere in un sacchetto u po’ di terra posta lì attorno, credendo che a contatto con gli infermi o sotto il cuscino consentisse guarigioni dalle malattie. Attorno alla chiesetta campestre sorsero alcune leg- gende: Tra queste la presenza della “chioccia d’oro” con sette pulcini, sotterrata nei terreni adiacenti al luogo di culto. GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:32 Pagina 61

Settembre e ottobre sono i I cittadini più anziani ri- zione di poter lucrare nella mesi “francescani”. Il 16 si ri- cordano ancora antiche cre- chiesa di san Francesco l’in- corda Sant’Antonio da Padova denze popolari, come quella dulgenza plenaria concessa e il 17 le sacre Stimmate, dell’ebollizione del sangue di da Celestino V alla basilica di mentre tra il 3 e il 4 ottobre san Francesco, che si poteva Collemaggio a L’Aquila, a ri- si celebra il Transito di France- ascoltare introducendosi in cordo del passaggio di fra’ sco. Ogni anno ai riti religiosi una nicchia situata sotto l’al- Pietro da Morrone e di una 61 si affianca un programma nu- tare. Con il tempo, chiara- sua presunta concessione. trito di manifestazioni, spetta- mente, molte pratiche al MS-RZ coli, momenti culturali, limite della superstizione an- giornate di studio. Più che per darono perdute, mentre altre originalità, le celebrazioni in acquisirono sempre maggior onore di san Francesco assu- vigore giungendo fino ai no- mono particolare valore per il stri giorni. Tra queste è da richiamo storico e leggenda- tempo consolidata la tradi- rio alla presenza dell’Assisiate in terra Subequana e per il reliquario in cui si conserva il sangue delle stimmate. Por- tato in processione lungo le strade del paese, il reliquiario è oggetto di fervida venera- zione, legato com’è al feno- meno della liquefazione del sangue. Da diversi anni ormai è d’uso, la vigilia del 4 otto- bre, invitare un sindaco, di un paese vicino geograficamente o accomunato dalla devo- zione per san Francesco, a condividere il rito dell’offerta dell’olio per l’accensione della lampada votiva. GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:32 Pagina 62

Il cibo L’alimentazione tipica di Castelvecchio Subequo ha profonde radici nella società conta- dina e pastorale: oltre alle varie forme di pane, pagnotte e ciambelle legate alle pratiche rituali, nel paese si prepara occasionalmente la “miscischie” – la carne di pecora o di capra essiccata – e il marro – piatto molto elaborato a base di interiora di agnello. Si producono, inoltre, grano, farro, miele e tartufo. Tra i prodotti tipici si segnalano quelli preparati in occasione delle festività tra i quali le “ferratelle” e i “caucinetti”.

Le “taccòzze” (4 p.) Pizza di “mazzòcche” (pizza di mais) Le “ferratelle” Ingredienti: 1 Kg di farina, acqua quanto basta. Setacciare la farina di mais, impastare la farina Ingredienti: 1 limone, 3 uova,3 cucchiai di zuc- Impastare la farina con acqua tiepida fino ad con acqua bollente modellare la pizza veloce- chero, 3 cucchiai di olio, farina quanto basta, ottenere una massa omogenea. Stendere la mente e disporla sul piano del camino ben cotica di maiale (per il ferro). pasta con il matterello fino ad ottenere una caldo, coprire con il coppo coperto di brace; Sbattere le uova con lo zucchero unire il limone sfoglia piuttosto spessa, tagliare a mo’ di ta- cuocere per 20 minuti circa. grattugiato e la farina poco per volta fino ad gliatelle. Condire con sugo di pomodoro fresco ottenere l’impasto desiderato. Scaldare il ferro a pezzetti. I’ marre (il marro) unto con la cotica di maiale; far cadere la giusta Ingredienti: budella di agnello, coratella di dose d’impasto nel ferro e cuocere in entrambi Quéjéte e fésciuole (Pasta e fagioli) agnello, salsiccia, uova, rosmarino, aglio, pepe- le parti. Staccare la ferratella e continuare. Ingredienti: ½ Kg di farina, acqua quanto basta, roncino, sale. 300 gr. di fagioli, 100 gr. di lardo, aglio, sale. Cuocere la coratella, la salsiccia e lessare le Le pagnotte 62 Impastare la farina con acqua tiepida fino ad uova pulire le budella d’agnello. Stendere la Ingredienti: 8 uova, 250 gr di zucchero, la ottenere una massa omogenea. Stendere la rezza d’agnello e mettere sopra la coratella, la scorza grattugiata di limone e di un arancia,1/2 pasta con il matterello fino ad ottenere una salsiccia, le uova, il rosmarino, l’aglio, il pepe- l di latte, 5 cucchiai di evo, lievito madre qb (in sfoglia piuttosto spessa. Tagliare a fettuccine roncino, il sale. Avvolgere tutto e legare con le sostituzione due cubetti di lievito di birra), semi corte 5 cm. budella cuocere in un tegame di terracotta per di anice, un pizzico di sale, due patate lesse Lessare i fagioli; preparare un soffritto di lardo circa 2 ore a fuoco lento. schiacciate e farina qb. Fare una fontana con la e aglio. Cuocere la pasta nell’acqua bollente, farina e mettere dentro tutti gli ingredienti im- unirvi i fagioli e in ultimo il soffritto. La “Miscischie“ pastare, formare una palla e mettere e lievitare Nella ricca lista di prodotti tradizionali, trova per tre ore circa. Formare dei cilindri di pasta Riso, patate, fagioli e cicoria di campo collocazione un tipico alimento della trascorsa arrotolare e dare la forma di seno, porre nuo- Ingredienti: 200 gr. di fagioli, 4 patate medie, società pastorale pressoché dimenticato dalla vamente a lievitare spennellare con uovo bat- 300 gr. di riso, cicoria di campo, 250 gr. di pelati, gastronomia regionale e dagli studiosi di usi tuto ed infornare. mezza cipolla, olio, sale. popolari: la miscischie. Lessare i fagioli, lessare la verdura in un tegame La miscischie, cioè la carne di pecora o capra Ciambelletti di terracotta mettere olio, cipolla e pomodoro, (essiccata in vario modo) era un elemento im- Ingredienti: 500gr di farina, 5 uova, ½ bicchiere aggiungere le patate tagliate a pezzetti, ricoprire portante dal punto di vista nutrizionale nella di evo, ½ bicchiere di zucchero semi di anice qb. con acqua. A metà cottura aggiungere la cicoria povera alimentazione dei pastori transumanti. Impastare energicamente e ricavare delle ciam- e fagioli precedentemente cotti fare insaporire, La preparazione della miscischie, infatti, avviene belline, bollire per qualche minuto in acqua sa- in ultimo poi aggiungere il riso già cotto. con modalità diverse da zona a zona. A Castel- lata e porre su una teglia, infornare e una volta vecchio Subequo, la pecora o capra viene com- raffreddate si possono decorare con una glassa Cepullète (Cipollata) pletamente disossata e stesa per intero su un preparata con albume e zucchero a velo. Ingredienti: 1 Kg di cipolle, fette di pane abbru- piano in modo da condirla uniformemente con stolito, lauro, olio, sale. abbondante sale, pepe, aglio, finocchio e pe- In alcune case potete ancora assaggiare tante Cuocere le cipolle a pezzi con lauro, olio, sale e peroncino. La carne, arrotolata su se stessa, si ricette da riscoprire e valorizzare come: un po’ d’acqua. Servire calda con pezzetti di lascia riposare per 2-3 giorni in un recipiente. Pasta e ceci, Gnocchi al sugo di agnello, pane abbrustolito. Viene quindi distesa con delle stecche di legno Salsicce di carne, di fegato e di trippa, Co- ed esposta alla brina per 4 - 5 notti avendo tiche e fagioli, Baccalà, Sarache secche e Chèule stréscenéte (Cavoli strascinati) cura di riporla nelle prime ore della mattinata salate, Uovo all’acqua, Cicerchie e patate, Ingredienti: 1 cavolo di media grandezza, Aglio, in un locale asciutto, fresco, arieggiato e pro- Patate sotto il coppo, Patate arrangiate, Il Olio, Peperoncino, Sale. tetto da mosche ed altri insetti. Raggiunta così panecotto, “I Barruozz”, La pizza con gli Lavare e tagliare il cavolo. Fare soffriggere uno una ottimale essiccazione, la miscischie può “sfrizzi”, Le ciaciotte, Rape e patate, La spicchio d’aglio e peperoncino nell’olio in un essere mangiata a piccoli pezzetti o passata coppa, Polenta con fagioli olio e aglio, Le tegame abbastanza grande. Mettere i cavoli allo spiedo sulla brace. Il periodo migliore per cioffe, I ciambelletti, I caucinetti. gocciolanti e coprire il tegame; a metà cottura confezionare in questo modo la miscischie è spruzzare con poco vino, ultimare la cottura e compreso tra il mese di gennaio e marzo. servire caldi.

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Come raggiungere Castelvecchio Subequo Castelvecchio si trova lungo la strada statale Tiburtina Valeria. Dista circa 45 Km da L’Aquila, raggiungibile percorrendo la S.P. 261, e 25 Km da Sulmona percorrendo la S.S. 5. È possibile raggiungere il paese dall’ sia da che da Roma con uscita a Pratola-Sulmona.

NUMERI E INFORMAZIONI UTILI

Municipio Ufficio Informazioni Banca Popolare Agriturismo Casa via Roma, 64 del Parco dell’Emilia Romagna Sole tel. 0864 79117 Via Roma Piazza 1 Maggio Contrada Colannini 0864 797952 0864 790246 tel. 0864 79134 tel. 0864 797206 fax 0864 797223 368 7762557 www.castelvecchio-subequo.it Museo di Arte Sacra Dove mangiare email [email protected] Convento di San Notti al Sirente Francesco Antichi Sapori Via Superaequum, 81 Stazione Carabinieri 0864 79135 Via Superaequum, 81 tel. 0864 79157 Via Sant’Agata tel. 0864 79157 tel. 0864 79119 Museo Archeologico Fiere e mercati Via Sant’Agata Agriturismo Casa Ufficio postale Sole Fiera di sant’Agata Via Gran Sasso 1 Farmacia Contrada Colannini 5 Febbraio tel. 0864 79122 via Fonte, 9 tel. 0864 797206 20 Agosto tel. 0864 79118 368 7762557 Centro Sociale Fiera di San Francesco Lacetelene Guardia medica Dove dormire 17 settembre Biblioteca comunale via Nazionale 4 ottobre Piazza San Francesco tel. 0864 79393 B&B Calbi Il mercato settima- tel. 0864 790246 Via Fonte, 54 nale si svolge in Consultorio familiare tel. 333 4089994 piazza 1 maggio il tel. 0864 790722 martedi e il venerdi GUIDA_Castelvecchio_definitiva.qxp_Layout 1 22/07/14 12:32 Pagina 64

Bibliografia

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