Democrazia e libertà. Problemi e immagini dello Stato nella riflessione di Francesco Saverio Nitti

giuseppe mecca

1. Dalla periferia all’esilio volontario la libertà di espatrio a tutti i cittadini, sot- toponeva ad una rigida regolamentazione l’attività degli agenti e dei subagenti che La libertà è il solo regime di sano vigore, che per- svolgevano attività d’intermediazione degli mette i contrasti e fa dischiudere tutte le nuove energie. Ogni restrizione di libertà che non sia emigranti. L’opera era dedicata a Giustino giustificata da un pericolo imminente o da una Fortunato, deputato lucano dal 1880, suo necessità inevitabile è un danno, perché ogni po- mentore e protettore nel cui salotto Nitti ve- tere autoritario tende a soffocare la varietà che è niva a contatto con numerosi intellettuali4. la causa di tutte le più vaste trasformazioni e di Parlare dei rapporti tra Nitti e Fortunato tutte le grandi opere dello spirito umano. La li- significa tenere anche in considerazione il bertà non si eredita, si conquista, e ogni perdita di libertà è diminuzione del carattere e delle at- contesto in cui operavano e la fitta rete di titudini1. relazioni personali e culturali. Tra Napoli e la Lucania, comune terra di origine, si era Queste parole sono state scritte da Fran- formato un ceto intellettuale, in gran parte cesco Saverio Nitti a Parigi durante l’esilio di formazione giuridica, che suscitò l’am- dall’Italia fascista. Era nel 1868 a mirazione di Vittorio Emanuele Orlando5. 2 da una famiglia dal passato repubblicano . La generazione è quella del menzionato Sin dalla giovinezza fu d’ingegno vivace Don Giustino, del costituzionalista France- come ricorderà . All’età di sco Racioppi, figlio dello storico Giacomo vent’anni (1888) aveva dato già prova di una di cui Fortunato fu grandissimo estimatore, grandissima sensibilità ed originalità pub- Pietro Lacava, Pasquale Grippo, Emanuele blicando un interessante lavoro su L’emigra- Gianturco, i fratelli Nicola e Leonardo Co- zione italiana e i suoi avversari3. Il saggio fu viello, solo per citarne alcuni. scritto all’indomani della riforma crispina A ventiquattro anni (il 31 luglio 1890) (legge n. 5866 del 1888) che, garantendo Nitti si laureava in Giurisprudenza all’U- giornale di storia costituzionale / journal of constitutional history 39 / I 2020, pp. 85-99 85 issn 1593-0793 / isbn 978-88-6056-654-6 / © eum 2020 Ricerche niversità di Napoli e completava la pratica senza bisogno di consiglio di famiglia o garanzia forense il 20 marzo 18926. Entrato come di magistrato. In altri termini il fanciullo ricco, collaboratore nello studio legale di Ema- solo perché ricco, ha diritto a ogni difesa e tutela, quasi la ricchezza non fosse per lui tutela e difesa, nuele Gianturco, lo sosteneva nella cam- mentre il fanciullo povero, solo perché povero, pagna elettorale del 1889 per un seggio in può condannarsi ai lavori più duri e entrare in Parlamento7. La comunanza d’idee tra i due miniere o in fabbriche dove il suo debole organi- è evidente se si prende in considerazione smo si logora, il suo sviluppo mentale si arresta, che entrambi contestavano le teorie indi- la sua capacità vitale diminuisce sotto un pesante lavoro e sotto le privazioni più dure11. vidualistiche di stampo borghese sottese alla legislazione civile. Nel 1891 Gianturco Il 1894 fu un anno importante. Nitti ac- pronunciava la notissima prolusione L’in- cettava la direzione della rivista Rassegna di dividualismo e il socialismo nel diritto con- scienze sociali e politiche, trasformandone il trattuale, letta in occasione del suo primo nome ne La Riforma sociale e con gradissimo corso ufficiale di diritto civile all’Università impegno e capacità culturale ne modificò la di Napoli, attraverso cui denunciava l’arre- struttura e l’impianto sul modello della ri- tratezza del codice in materia di contratti vista inglese Economic Journal12. Frattanto in quanto si ispirava al principio di mera nel 1895 partecipava e risultava sconfitto da uguaglianza formale tra i contraenti8. Nitti Maffeo Pantaleoni nel concorso per Ordi- rifletteva sui medesimi argomenti duran- nario di Economia politica presso la facoltà te l’elaborazione della tesi di laurea revi- giuridica napoletana, sebbene avesse il fa- sionata e pubblicata nel fortunato volume vore di alcuni illustri membri del consiglio Il socialismo cattolico nel quale criticava il di facoltà tra cui il futuro suocero, Federico vecchio liberalismo che aveva diffuso l’il- Persico, docente di diritto amministrati- lusoria credenza che l’uguaglianza civile vo. Dovrà attendere il 1898 per conquista- e l’uguaglianza politica avrebbero cancel- re, nella medesima facoltà, la cattedra di lato ogni ingiustizia sociale9. Per Nitti la Scienze delle Finanze. questione non si poteva racchiudere es- Ad alcuni discenti della facoltà giuridi- clusivamente in un problema economico, ca di Napoli che gli chiedevano di dedicarsi ma aveva implicazioni di natura morale. alla politica ed entrare in Parlamento face- In un’altra sede, rimarcava l’inadeguatezza va notare che: «alla vita politica si accede della legislazione sociale italiana e l’«influ- attraverso due porte: una meno faticosa, enza deleteria del diritto romano» sul dir- difficile, cioè apprendendo all’arte di sa- itto privato10. Evidenziava i tratti borghesi lutare, di sorridere, di parlare con accenti del codice Pisanelli notando che mistici od eroici, di adattarsi alla adunan- non riconosce ne’ fanciulli quasi nessuna za della folla e saperne incensare la parte capacita giuridica. Il pupillo, che resta erede di un meno buona; per la seconda porta si passa, patrimonio più o meno vistoso, non può far nulla invece, acquistando preventivamente un senza il consiglio di famiglia […] Invece il codice nome rispettabile»13. Bisognerà attende- civile italiano trova perfettamente logico che un re il 1904 per l’avvio della carriera politica fanciullo di 9 anni, solo perché appartenente alle classi povere […] possa disporre delle sue forze, come deputato eletto nel collegio di Muro del suo corpo, del suo lavoro, scegliere il mestie- Lucano. La prima esperienza di governo la re che più gli piace, accettare il salario offertogli, ebbe nel 1911 durante il quarto Ministero

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Francesco Saverio Nitti durante la sua missione negli Stati Uniti nel corso della Prima guerra mondiale

guidato da allorquando 2. La ‘dimensione costituzionale’ nel pensiero fu nominato Ministro dell’Agricoltura, In- di uno studioso eclettico dustria e Commercio. Il 23 giugno 1919, a seguito della fine del governo Orlando, nel Di cultura vasta, suffragata da letture dotte quale ricoprì la carica di Ministro del Te- e variegate, Nitti è stato correttamente con- soro, diventava Presidente del Consiglio, il siderato come un esponente dell’ultima primo della Basilicata14. Dovette gestire le generazione di studiosi eclettici in grado di trattative post‑belliche e la difficile situa- concepire diritto ed economia come aspet- zione di Fiume che gli causò le rimostranze ti rilevanti dei più ampi problemi sociali15. di Gabriele D’Annunzio. Con la fine del suo Nel 1932, dalla casa di rue Vavin a Parigi, un governo, la devastazione della casa da parte luogo d’incontro per gli antifascisti, dava degli squadristi fascisti, l’esilio volontario alle stampe, inizialmente in lingua spagno- prima nella villa di Acquafredda, situa- la, poi nel ’33 in lingua francese ed italiana, ta nella suggestiva Maratea, poi a Zurigo e La Democrazia. Una versione in forma di Parigi, iniziava una nuova fase per la sal- compendio usciva in lingua portoghese nel vaguardia delle istituzioni liberali, per una 1937. L’autore dichiarava di aver pensato e corretta partecipazione alla vita democrati- lavorato all’edizione sin dal 1902. L’opera, ca e per la costruzione di un’Europa fondata che supera il migliaio di pagine, è scritta in sulla pace e sulla libertà. occasione dei cent’anni dalla pubblicazione

87 Ricerche della Démocratie en Amérique di Tocqueville Qual è la via d’uscita dall’egoismo indi- il quale – sosteneva Nitti – aveva già pre- vidualistico? In questa sede prenderò in visto che la trasformazione democratica si considerazione questi ed altri quesiti con sarebbe verificata in tutto civile16. lo scopo di dare forma alla teoria costituzio- I due volumi si possono considera- nale di Nitti da intendersi come peculiare re come la sintesi dell’intera esperienza costruzione di una dottrina dello Stato in culturale, scientifica e politica. In questo una prospettiva liberale18. Tale dimensione ampio lavoro, pieno di ripetizioni e non si- andrà a coincidere con il suo programma stematico, si coglie, inoltre, tutto il dram- politico ed istituzionale. Per comprendere ma di uomo che si faceva interprete del suo questi aspetti si dovrà tener conto, inoltre, tempo. Nitti prendeva una posizione chiara della cultura di assoluto livello europeo ac- contro la catastrofe di una guerra dalla por- compagnata dai numerosi viaggi all’estero tata mondiale, parlando delle sue cause e e mediata dalle sue notevoli competenze contro ogni forma di regime autoritario di- linguistiche. Nitti parlava, infatti, fluente- fendeva la libertà e la pace. mente inglese, francese e tedesco. La metodologia usata si basava sull’os- servazione diretta delle forme politico- costituzionali. I fenomeni erano indagati ed interpretati alla luce del contesto di ri- 3. Le condizioni di esistenza della democrazia ferimento e le argomentazioni erano spes- so corroborate per il tramite di accadimenti Il 31 luglio 1925 Nitti fu invitato a Cambridge storici. Attento osservatore della realtà, dalla Liberal Summer School per pronuncia- Nitti non riconosceva come efficace il me- re un discorso sulla libertà. Egli dichiarava todo che Orlando inaugurava alla fine degli che la generazione nata prima della Grande anni Ottanta con la prolusione I criteri tecni- guerra era stata educata al rispetto della li- ci per la ricostruzione giuridica del diritto pub- bertà e alla fede nella democrazia tanto che blico (1889)17. Secondo lui non era possibi- era un sentimento diffuso ritenere che non le, come pretendeva il ‘metodo giuridico’, ci potesse essere progresso senza libertà19. tenere nettamente divisi diritto e politica, La libertà era considerata un elemento ne- ordine giuridico e ordine politico, trattare cessario alla vita e la regola di condotta delle delle istituzioni politiche escludendo ogni nazioni. riferimento alla storia, alla società, all’eco- Consapevole che la concezione moderna nomia e alla morale. era nell’essenza differente da quella degli Tra le numerose questioni che il libro si antichi, Nitti aveva pienamente metabo- pone vi sono: in che cosa consiste la demo- lizzato la lezione contenuta nel più celebre crazia? Quali sono le forze che operano al dei discorsi di Benjamin Constant il quale suo sviluppo? Cosa determina la decadenza contestava lo stereotipo, trasmesso dall’i- delle istituzioni democratiche? Come in- deologia giacobina, in base al quale il regi- cidono le trasformazioni economiche sui me rappresentativo e le liberta politiche dei processi di democratizzazione? In che rap- moderni sarebbero presenti in embrione porto si devono porre gli interventi dello nelle istituzioni degli antichi20. Nel discor- Stato in relazione alla libertà individuale? so del 1819, pronunciato nell’Athénée Royal,

88 Mecca il giurista di Losanna chiariva, infatti, che la democrazia è quella forma di governo in cui ciò che gli antichi chiamavano libertà si tutti gli uomini sono cittadini e hanno uguaglian- fondava sulla «partecipazione attiva e co- za di diritti, e tutti i cittadini, senza distinzione sociale, di nascita o di ricchezza, esprimono con stante al potere collettivo» e consisteva il suffragio la loro volontà sovrana e hanno diritto nell’esercitare direttamente la sovrani- uguale di partecipazione alla vita pubblica22. tà nazionale che non era affatto, come lo e oggi, una astratta supposizione. La libertà Era, inoltre, convinto che la forma de- dei moderni si fondava, invece, «sul pacifi- mocratica si affermasse solo alla presenza co godimento dell’indipendenza privata». di alcune condizioni e tra queste vi era la La libertà dei moderni era quella indivi- dipendenza dalle leggi e non dagli indivi- duale e la libertà politica ne era la garanzia; dui. Tuttavia, «democrazia non vuol dire la sovranità si esercitava per il tramite di uguaglianza di uomini, né uguaglianza di 23 rappresentanti. ricchezze, né uguaglianze di situazioni» . Questa riflessione era filtrata per il In ultima istanza la democrazia rispondeva tramite di autori come lo stesso Alexis de ad un bisogno generale delle società pro- Tocqueville, , James Bryce, gredite ed era un «fatto nuovo», un pro- 24 Benedetto Croce e il dibattito nel pensiero dotto non voluto e non previsto . liberale dell’Ottocento. Nitti distingueva, Nitti contestava l’idea che Voltaire, inoltre, tra la concezione inglese e quella Rousseau e gli enciclopedisti fossero stati i francese della libertà: primi teorizzatori della moderna democra- zia. Era convinto che nell’opera di Rousseau per gli inglesi la libertà più che una concezione vi era indubbiamente la critica al dispoti- politica, è stata un fatto storico: indipendente- smo e l’esaltazione della libertà, ma l’autore mente da ogni formulazione teorica essi hanno costituito una per una le loro franchigie e le loro francese giungeva alla circoscritta conclu- immunità, che sono diventate la base dei loro sione che, ad esclusione dei piccoli Stati, ordinamenti. Per i francesi la libertà è stata un non era mai esistita una vera democrazia e concetto di ragione, un’affermazione di principi non esisterà mai. In sostanza – diceva Nit- al disopra di ogni contingenza storica, un’affer- ti – Rousseau era convinto dell’inevitabile mazione della personalità umana, sciolta dai suoi vincoli. Ma le due concezioni si erano fuse nel necessità delle monarchie nei grandi stati nostro spirito in una sintesi e la esperienza delle e non vedeva il modo di poterla sostitui- libertà ci aveva abituati a considerare la intangi- re25. La democrazia moderna – sostiene bilità di ciò che costituiva il sacro retaggio di uno 21 sempre Nitti – aveva, invece, origini tutte sforzo secolare di emancipazione umana . americane: iniziava con la dichiarazione del La libertà era, dunque, posta a fonda- 1774, culminava con la Dichiarazione d’in- mento della democrazia la cui essenza si dipendenza e la costituzione federale del compendia nel fatto che ciascuno è libero 1787. Prima di questi accadimenti storici di vivere come vuole. Nitti chiariva che non si poteva far cenno alla democrazia se non con riferimento ad esempi antichi. La la parola democrazia è una parola usata spesso stessa Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del nei diversi significati e ciò dà luogo ai maggiori equivoci; anche le critiche sono spesse basate su cittadino promulgata nella Francia del 1789 errori d’interpretazione o su equivoci inerenti al era considerata una parafrasi dei princìpi concetto di democrazia […] Nei tempi moderni americani.

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Distante dalla ‘democrazia conserva- zione di tutti i cittadini alla politica. Allora trice’ la quale riteneva di poter escludere il sistema si doveva reggere su una classe le masse dalla partecipazione elettorale, la media con una minima e diffusa istruzione posizione di Nitti sulla rappresentanza po- e cioè composta di cittadini consapevoli. Da litica fu articolata. Era dell’avviso che de- qui l’importanza che era attribuita al ruolo mocrazia e forme parlamentari formassero della stampa nei governi rappresentativi e i un binomio inscindibile, né era possibile timori per un certo tipo di giornali che ecci- disgiungere tra le due condizioni. Fin dal tava gli animi a basse passioni30. primo giorno di governo affrontava in Par- lamento la battaglia sulla proporzionale che il governo Orlando aveva lasciato sul tappe- to senza alcuna soluzione. Il figlio Vincenzo 4. La costituzione sociale riferiva che il Primo Ministro considerava la proporzionale una necessità, ma sen- Lo Stato era considerato la più alta delle 26 za entusiasmo . Egli era consapevole che forme di cooperazione sociale avente per base molti più gravi e imminenti problemi di o una nazione, o un popolo, o un aggrega- politica interna ed estera affliggevano l’Ita- to storico31. Nitti precisava che la parola lia, ma prendeva atto che le parti politiche nazione era recente ed era «anch’essa una concordavano sul fatto che non si potesse creazione della democrazia moderna»32. continuare con il collegio uninominale e Era definita «un aggregato storico di uomi- fosse necessario introdurre il metodo del- ni che vivono sullo stesso territorio e sot- 27 la proporzionale . In questo clima appog- to le stesse leggi, per cui si considerano un giava la riforma nella consapevolezza che solo popolo, anche se di razze diverse e di le leggi elettorali sono meccanismi che diversa origine»33. Storicamente la com- traducono un gran complesso di relazioni, parsa del termine in documenti legali era di maggioranza e minoranza, e da sole non da ricondursi alla Costituzione francese del cambieranno la struttura di un Paese28. 1791 e, in generale, la circolazione delle pa- L’idea che proponeva non era quella di role nazionalità e nazionale alla Rivoluzione governo del popolo, ma piuttosto quella francese. In Italia la definizione più esatta di governo con il consenso del popolo, affer- risaliva a Pasquale Stanislao Mancini, ma lo mando che «democrazia vuol dire governo statista lucano rimarcò come anche prima di maggioranza liberamente espresso»29. vi fosse nella Penisola italiana un’abbon- Precisava che la maggioranza non equiva- dante letteratura sul principio di naziona- leva all’intera nazione e non sempre era lità34. L’autore di riferimento sul tema era la parte migliore di essa. Riprendendo la però il francese Ernest Renan con il suo ce- riflessione di Tocqueville, il governo del- lebre discorso Qu’est-ce qu’une nation?35 nel la maggioranza era considerato comunque quale sosteneva che una nazione si fondas- una forma di tirannia, ma più tollerabile se sul consenso e la volontà di appartener- rispetto al dispotismo di uno solo o di pochi vi. Ripercorrendo il pensiero del francese, individui. Se democrazia non equivaleva a Nitti stabiliva che il concetto di nazione era governo di tutti, il fenomeno delle demo- diverso da quello di Stato, patria e razza e crazie moderne presupponeva la partecipa- rimarcava che lo Stato era «la rappresenta-

90 Mecca zione giuridica di patria» che, a sua volta, bitrio sociale fa in modo che (senza impedire che indicava più semplicemente il Paese in cui individui che hanno interessi simili si associno per lottare con quelli che hanno interessi contra- si era nati o di cui si era cittadini. Sulla base ri) le vertenze fra gli interessi coalizzati si risol- di questa impostazione Nitti si dimostrò vano con mezzi di conciliazione38. contrario alla geopolitica dei vincitori del primo conflitto mondiale che ridisegnaro- Fortemente influenzato dal solidarismo no la cartina europea. Nel contempo criti- di Achille Loria, considerato il più profon- 39 cò aspramente l’idea alla base della Società do economista italiano , poneva come ele- delle nazioni, posta a vigilare sulla pace e gli mento cardine nei rapporti sociali il con- equilibri del vecchio continente. A suo pa- cetto di solidarietà mutuandolo da quello rere si trattava di una Società di Stati e non di solidarietà organica che in fisiologia im- di Nazioni venendo meno la base ideologica plica una relazione costante, anzi una mu- su cui si doveva fondare la congregazione36. tua dipendenza, tra le parti e il tutto degli 40 Profondamente distante dalle teorie organismi viventi . La solidarietà sociale dello Stato-persona, Nitti si opponeva alle era considerata il principio regolatore della concezioni che tendevano a porre l’indivi- costituzione sociale, l’ideale a cui dovevano duo in antitesi allo Stato o all’identificazio- conformarsi i comportamenti degli indi- ne di esso con l’intera società benché fosse vidui e delle nazioni. Lo sviluppo di que- la forma superiore di organizzazione37. Alla sto principio in seno alla società moderna base della società non vi vedeva un patto tra era conseguenza stessa dell’accrescimento gli individui, ma piuttosto relazioni insta- della produzione e degli scambi. Allo stes- bili e continuamenti mutevoli. so tempo le forme di solidarietà permette- Si interrogava a più riprese se fosse sta- rebbero uno sviluppo migliore della liberta, ta veramente benefica la diffusione dello cosa che altrimenti non sarebbe possibile. spirito individualistico, derivato della Ri- voluzione francese, che determinò lo sra- dicamento dei corpi collettivi della società. Senza negare la libertà individuale, riteneva 5. Le principali cause di decadenza della che i diritti di stampo borghese andassero democrazia regolati quando tendevano alla degenera- zione trasformandosi in «assolutismo in- Dopo aver studiato a fondo il problema della dividuale». Proponeva la sostituzione dei democratizzazione delle società moderne, principi individualistici con: Nitti indicava tra i principali problemi che le moderne democrazie devono affrontare, Il principio della responsabilità sociale [che] mira ad ottenere dalle varie classi e dagli enti collettivi pena la decadenza, la guerra e la coesistenza l’adempimento di quei doveri la cui trascuranza della ‘democrazia economica’ con la libertà. (anche non criminosa) sarebbe danno alla col- Alla guerra Nitti dedicava numerose lettività. Il principio della giustizia sociale [che] pagine a partire dalla notissima trilogia: si esplica nella creazione e conservazione di pub- L’Europa senza pace (1921), La decadenza blici istituti, che offrono a tutti il modo di espli- care la propria personalità, e nella esplicazione di dell’Europa. Le vie della ricostruzione (1922) equità, nel reperire gli oneri che derivano ai cit- e La tragedia dell’Europa. Che farà l’Ameri- tadini dalle spese pubbliche. Il principio dell’ar- ca? (1924) aventi ad oggetto gli effetti della

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Vittorio Emanuele Orlando, e Francesco Saverio Nitti siedono nei banchi dell’Assemblea Costituente

Grande guerra sul vecchio continente e i re- re federazione di Stati, l’Europa ne usciva lativi trattati di pace. «largamente balcanizzata» con danno per Per Nitti la guerra non era in assoluto un tutta l’economia mondiale42. male e in qualche caso poteva essere con- Inoltre, il sistema dei trattati di pace dizione di vita e di progresso. Un giudizio non solo aveva aggravato ulteriormente le poteva essere espresso solo dopo aver con- divisioni nel continente, ma determinava siderato i sentimenti che determinavano i uno stato di guerra permanente. In partico- conflitti armati. Ad esempio, era conside- lare, il Trattato di Versailles e gli altri accor- rata perfettamente legittima una guerra per di contraddicevano il principio di naziona- conquistare la liberta politica e religiosa o, lità43. La situazione che si veniva a creare in generale, tutte le guerre di nazionalità, era assolutamente artificiale. Ai vinti non guerre d’indipendenza, guerre per l’uni- solo erano state tolte larghe porzioni di ter- tà41. Nello specifico, lo statista riteneva ritorio, senza necessita e in offesa ai prin- che la Grande guerra non era stata solo di cipi di nazionalità e di autodecisione, ma dimensioni mondiali, ma, nelle sue conse- erano state imposte condizioni impossibili guenze, minacciava di essere una delle peg- e pagamenti enormi senza alcuna possibi- giori dei tempi moderni. Lungi da prepara- lità di adempimento44. Queste condizioni

92 Mecca spaventose erano contrarie ad ogni pre- Lo statista notava, in ultimo, che «le cedente storico. La riparazione dei danni guerre dei paesi democratici sono quindi era il frutto di un equivoco sorto durante le tanto più pericolose in quanto alimentano riunioni parigine del 1918, su richiesta del- un maggior numero di odi e lasciano depo- la Francia e per volontà di Clemenceau45. Il siti di rancore molto più resistenti e dure- risarcimento dei danni da guerra diventava voli»48. Il messaggio straordinariamente una vera indennità che per essere pagata attuale per gli Stati d’Europa era di ritrovare non sarebbero più bastati, come in passa- una pace rispondente ai principi di giustizia to, pochi mesi ma interi decenni. Diveniva e ristabilire la solidarietà infranta in quan- così il modo indiretto, insieme alla occu- to senza questi presupposti non avrebbero pazione sul Reno, per creare una situazione potuto esserci neppure libertà e democra- di vassallaggio della Germania che perdeva zia. le principali caratteristiche di Stato sovra- Le conclusioni appena raggiunte con- no46. sentono di introdurre la questione attinen- Ciò aveva causato lo scoppio di vecchi te alla ‘democrazia economica’, e cioè come e nuovi nazionalismi, una rinascita di an- le trasformazioni economiche, i fattori di tichi rancori tra le varie potenze europee. produzione e le azioni sindacali incidano In questo clima, il sentimento d’odio si era sulla democrazia. Si tratta, invero, di te- diffuso ovunque rendendo più difficili i matiche multiformi che toccano in modo rapporti fra le classi sociali e la vita econo- trasversale tutta la riflessione dello stati- mica di ciascun Paese. I sentimenti di odio, sta. Nitti si interrogava su quali limitazioni la violenza di linguaggio erano passati da un della liberta individuale erano accettabili popolo all’altro e da una classe sociale ad in vista dello sviluppo dell’insieme, cioè un’altra. La conseguenza era stata la rottura quando, per effetto dello spirito di soli- dei legami di solidarietà economica, mora- darietà, le contrazioni della libertà privata le, delle più nobili aspirazioni che caratte- non sono una manifestazione arbitraria, rizzavano l’Europa. ma sono una condizione necessaria. Non da Il realismo di Nitti emerge quando no- ultimo ragionava sugli interventi dello Stato tava che in materia economica e le inevitabili impli- cazioni sulla sfera privata. le grandi guerre sono come i terremoti. Chi ha Prima di tutto Nitti era convinto che i assistito in zona di terremoti allo stato di disordi- problemi sociali italiani si potevano risol- ne e di depressione che segue per alcuni anni, si spiega molti dei fenomeni della guerra. Le popo- vere solo affrontando inizialmente le que- lazioni colpite dai terremoti hanno, in generale, stioni fondiarie e cioè intervenendo sui per parecchi anni dopo i disastri, poco interesse contratti agrari che disciplinavano i rap- nella produzione, lavorano mal volentieri e sono porti tra proprietari e coltivatori49. A tal prese spesso da una sete di vita e di godimenti. proposito Nitti precisava che Piuttosto indifferenti a ciò che accade, hanno una facile eccitazione e si dimostrano quasi inette a una buona legislazione industriale potrà miglio- provvedere ai loro più urgenti bisogni. Tutte le rare le condizioni di un gran numero di operai; grandi guerre, come i terremoti, sconvolgono la ma una riforma profonda e sostanziale non sarà terra, sconvolgono gli ordinamenti politici e gli possibile se non trasformando radicalmente i animi47. contratti agrari. Per quanto la cosa possa sem-

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brare esagerata, gli operai rappresentano in Ita- tà di manifestazione) che sono alla base di lia una vera aristocrazia di fronte ai contadini: ogni civiltà morale55. Egli auspicava una essi stessi si ritengono come una classe superio- «democrazia industriale» che, spogliata re. Certo il loro genere di vita, il loro salario e la loro alimentazione sono di gran lunga superiori delle vecchie, astratte formule, riunisse gli a quelli dei contadini, che in molte province vi- elementi migliori del partito liberale e gli vono una vita quasi bestiale e che l’asservimento elementi più utili dei partiti socialisti rin- atavico, il patto colonico e la grande ignoranza novando la politica. Una democrazia che li rendono tolleranti verso qualunque sopruso e fosse in grado di contribuire allo sviluppo incapaci di forte organizzazione e di lunga resi- stenza50. della cultura e dell’istruzione, all’aumento della produzione, ad una migliore distri- A livello industriale riteneva che i sinda- buzione della ricchezza e al miglioramento cati, le cooperative e le forme di mutualismo delle condizioni generali di lavoro56. favorissero la formazione di classi operaie, via via più numerose, sempre più prepara- te tanto nell’amministrazione quanto nelle funzioni politiche. Con l’associazionismo 6. Conclusione di classe si favoriva, in sostanza, non sola- mente la vita economica, ma anche la vita Nitti aveva la convinzione che nonostan- sociale delle democrazie. Le lotte di classe te tutto il fenomeno democratico avrebbe e il sindacalismo non erano – diceva Nitti avuto un’inevitabile espansione. L’idea di 51 – d’ostacolo alla democrazia . Il diritto di una costituzione politica stabile e definiti- sciopero era considerato «un’arma di dife- va era un’illusione. Le forme politiche teo- sa» per i lavoratori, ma anche una «guerra rizzate da politologi e costituzionalisti non economica» basata su un sistema di con- esistevano nella realtà o, comunque, erano correnza disordinato ed anarchico che do- presenti in forma molto approssimativa. vrà con il tempo essere sostituito da sistemi La democrazia, alla quale pensava, era una 52 di cooperazione più ordinata . In questo forma che non si poteva prevedere né defi- senso veniva a prefigurarsi una ‘democrazia nire. Le sembianze erano determinate «dal del lavoro’. genio nazionale di ciascun popolo, dall’im- Laddove gli individui non fossero nella menso movimento ascensionale dei lavora- condizione di soddisfare i bisogni indi- tori, dai grandi contrasti di interessi e dalle viduali e collettivi, si ammetteva l’azione nuove concezioni della vita sociale»57. dello Stato e degli enti di diritto pubblico53. Lo studio realistico della democrazia, Ma come conciliare le forme di cooperazio- con il suo presupposto di libertà, era inte- ne economica, lo Stato-imprenditore54, con grato da una dottrina generale della società. le forme politiche di libertà? Secondo Nitti, Le forze sociali agivano sulla democrazia il punto di equilibrio tra il bisogno d’accre- determinandone le crisi. I fattori produt- scimento della produzione, degli scambi, e tivi, i grandi interessi, le lotte dei lavora- le libertà civili era individuabile nel divieto tori, il costume e la morale, l’istruzione, la assoluto di sacrificare, a vantaggio delle ra- disoccupazione erano solo alcune di queste. gioni economiche, alcune libertà (la libertà Niente può eliminare le forze sociali e, se si di coscienza, la libertà di pensiero, la liber- tentasse di soffocarle, risorgerebbero più

94 Mecca violentemente dopo la repressione. Tutte alla fine quello di poter scrivere delle leggi queste opposte energie presenti nelle so- e degli ordinamenti di un’Europa unita dal- cietà contemporanee devono però esse- la solidarietà, dalla pace e nel rispetto delle re governate. Nitti direbbe che non è una liberta dei popoli. questione di fini ma di metodo. Resterebbe a questo punto solamente l’enigma delle forme politiche e sociali dell’avvenire e il giudizio sui risultati raggiunti. Il Nostro coglie lucidamente alcuni nodi problematici delle società democratiche, le tendenze in atto e precorre il proprio tem- po. Il suo più grande desiderio resterà sino

1 F.S. Nitti, La Democrazia, Tomo della Nuova Italia, a cura di San- meridionali: il caso lucano 1861- I: La Formazione delle democrazie tino G. Bonsera e con Appendice 2016, Venosa, Calice editore, 2017, moderne e i nuovi aspetti della rea- bibliografica di Eva Bonitatibus, pp. 143-156; F.M. Sirignano, Il zione democratica, Tomo II: L’anti- Potenza, Circolo Silvio Spaventa grande esule di Acquafredda: Fran- democrazia e i problemi delle nuove Filippi, 2008 (ristampa condotta cesco Saverio Nitti tra pedagogia, società democratiche, Roma-Bari, sull’edizione originale: Napoli, politica e impegno civile, Milano, Laterza, 2003, II, p. 1245. L’ope- Conte Editore, 1956), pp. 269- Franco Angeli, 2017; M. Cento, ra è stata ripubblicata anche nel 300; D. Fiorot, Il giovane Nitti Tra capitalismo e amministrazio- Volume XII dell’Edizione nazionale (1888-1905). Una rilettura critica ne. Il liberalismo atlantico di Nitti, delle opere di F.S. Nitti, Sezione III. delle opere giovanili nittiane, Mi- Bologna, il Mulino, 2017 e per un Scritti politici, La Democrazia, 2 lano, Edizioni di Comunità, 1983; profilo più sintetico Id., Francesco tomi, Roma-Bari, Laterza, 1976- l’ampia e dettagliata monografia Saverio Nitti, in «il Mulino. Rivi- 1977. di F. Barbagallo, Francesco S. Nitti, sta bimestrale di cultura e di poli- 2 Per indicare la sua provenienza Torino, Utet, 1984; Francesco Sa- tica», n. 3/2019, pp. 501-507. amava dire che era nato «extra verio Nitti. Meridionalismo e Euro- 3 F.S. Nitti, L’emigrazione italiana e limen Apuliae nella terra di Ora- peismo. Atti del convegno di Potenza i suoi avversari, Torino-Napoli, L. zio». Il nonno medico a Veno- 27-28 settembre 1984, Roma-Bari, Roux, 1888, ora compreso nell’E- sa fu carbonaro, trucidato nella Laterza, 1985; Nitti e il Mezzogiorno dizione nazionale delle opere di reazione borbonica del 1861; il d’Italia, Quaderno di storia della Francesco Saverio Nitti, Scritti sulla padre Vincenzo fu membro della deputazione patria per la Lucania questione meridionale, I, Saggi sul- Giovine Italia e si arruolò come a cura di A. Lerra, Venosa, Osanna la storia del Mezzogiorno, Emigra- volontario di guerra a sedici anni edizione, 2009; Francesco Saverio zione e lavoro, Bari, Laterza, 1958. per combattere sotto il comando Nitti. Atti del Convegno nazionale Su questi specifici aspetti si veda di Giuseppe Garibaldi nella guer- di studi, Napoli, 5-7 giugno 2008, a D. Freda, Governare i migranti. La ra per la liberazione dell’Italia cura di F. Barbagallo e P. Barucci, Legge sull’emigrazione del 1901 e la dalla dominazione straniera. Un Napoli, Istituto per gli studi filo- giurisprudenza del Tribunale di Na- ritratto di famiglia e dell’attivi- sofici, 2011; G. Vetritto, Francesco poli, Torino, Giappichelli, pp. 182 tà politica di Francesco S. Nitti Saverio Nitti. Un Profilo, Soveria ss. è pubblicato dal giovane figlio: Mannelli, Rubbettino, 2013; G. 4 Nato a Rionero in Vulture (Pz) da V. Nitti, L’opera di Nitti, Torino, Barone, Nitti, Francesco Saverio, Pasquale ed Antonia Rapolla, fu Pietro Gobetti, 1924 (rist. Melfi, in Dizionario biografico degli italia- giornalista e storico prolifico. Si Litostampa Ottaviano, 2004). Per ni, Roma, Edizione Treccani, 78, era formato a Napoli ove conseguì maggiori ragguagli sulla biografia 2013; G. Melis, Nitti Francesco Sa- la laurea in Giurisprudenza. De- e l’attività di Nitti cfr. S. Cili- verio, in D. Verrastro, E. Vigilante, nunciò con vari scritti e discorsi brizzi, I Grandi lucani nella storia Per una storia delle classi dirigenti l’arretratezza economica e le con-

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dizioni sociali in cui versava il Sud deva l’artista. E rimaneva sempre centenari, Avigliano, Pisani Teo- d’Italia. Fu eletto Deputato nella una bontà fondamentale che dava dosio Edizioni, 2013, pp. 24-26. XIV legislatura (1880) sino alla al suo spirito e alle sue espressio- Per i rapporti tra Gianturco e Giu- XXII legislatura (1909). Il 4 apri- ni una vera luminosità». Cfr. F.S. stino Fortunato si veda il racconto le 1909 fu nominato Senatore del Nitti, Prefazione a E. Gianturco, di quest’ultimo: «Quando Ema- Regno. Su v. Opere giuridiche, I, Roma, La Li- nuele Gianturco si laureò in legge, Cilibrizzi, I grandi lucani nella sto- breria dello Stato, 1947. venne da mio Fratello Ernesto e ria della Nuova Italia cit., pp. 251- 8 «La libertà astratta e un nome gli disse, cupo e tragico: – Ora è 267; M. Griffo, Fortunato Giustino, vano, a cui sono stati sacrificati i il momento della grande decisio- in Dizionario biografico degli italia- più sacri interessi. È un’amara ir- ne. Ho il diploma di San Pietro a ni, Roma, Istituto dell’Enciclope- risione dire a chi muore di fame, Majella e la laurea in legge. Che dia italiana, 49, 1997; Id., Profilo che in diritto, egli è eguale a Van debbo fare? Darmi alla musica o di Giustino Fortunato. La vita e il de Bilt o a Rothschild. Non creda alle leggi? – E mio fratello scop- pensiero politico, Firenze, Centro alcuno, che io sogni la perfetta piando in una grande risata gli Editoriale Toscano, 2000; Giusti- uguaglianza di fatto che nessuna consigliò: – Lascia da parte l’arte. no Fortunato e il Senato. Carteggio legge, e tanto meno alcuna voce Tu devi fare l’avvocato. – Abitava (1909-1930), con introduzione di professore, potrà mai stabilire nei primi tempi dietro il museo, di M. Griffo, Soveria Mannelli, nel mondo: nasciamo, viviamo e alle cavaiole, e dietro la scrivania Rubbettino, 2003; Repertorio bio- moriamo disuguali d’ingegno, di dove studiava, si scorgeva un’al- grafico dei senatori dell’Italia libe- fortuna, di amicizie, e chi sognas- tra stanzetta, nella quale erano rale, a cura di F. Grassi Orsini e E. se il contrario distruggerebbe nel appesi caciocavalli e prosciutti. Campochiaro, Roma, Bibliopolis, letto di Procuste ogni varietà di Ed Ernesto quando si recava da 2009, 9 voll., ad vocem; F. Barba- vita, di arti, di liberta e attitudini lui per la nostra causa, gli diceva: gallo, Giustino Fortunato. L’Unita individuali». Cfr. E. Gianturco, – Perché non ci mangiamo prima italiana e il Mezzogiorno, in «Stu- L’individualismo e il socialismo nel un po’ di quel prosciutto? – An- di Storici», LII, 2011, 577-586; diritto contrattuale, Napoli, Luigi che lui, Gianturco, venne dal suo D. Sacco, Fortunato Giustino, in Pierro editore, 1891, p. 16 (ora villaggio di con la cop- Dizionario del liberalismo italiano, pubblicata anche in Opere giuri- pola. Il fratello maggiore, Don II, Soveria Mannelli, Rubbettino, diche, II, cit.). Su questo saggio Peppino, insegnava al ginnasio di 2015, pp. 500-503; E. Vigilante, si vedano le osservazioni di F. Catanzaro. Un giorno mi scrisse: Fortunato Giustino, in Verrastro, Treggiari, Scienza ed insegnamen- – Sono fratello di Emanuele, al Vigilante, Per una storia delle classi to del diritto tra due secoli: l’opera quale voglio molto bene. Perché dirigenti meridionali: il caso lucano e la fortuna di Emanuele Giantur- non mi fate traslocare a Napoli, 1861-2016, cit., pp. 89-97. co, in A. Mazzacane (a cura di), ove potrò aiutare i miei fratelli? 5 Cilibrizzi, I grandi lucani cit., p. L’esperienza giuridica di Emanuele Ed io lo feci traslocare a Napoli. 210. Gianturco, Napoli, Liguore, 1987, Gianturco sposò molto modesta- 6 Barbagallo, Francesco S. Nitti cit., pp. 55 ss.; C. Vano, I “problemi del mente a Portici. Io fui compare p. 16. lavoro” e la civilistica italiana alla dell’anello. Gli sposi si recarono a 7 Nitti lo ricordava così: «Gian- fine dell’Ottocento: il contributo di passare la luna di miele nella fo- turco fu invece in Basilicata un Emanuele Gianturco, in ivi, pp. 171 resteria di Montecassino. Quando fenomeno unico […]. Vi era in ss.; P. Grossi, “La scienza del diritto si operò a Roma, in via Basilicata, lui una funzione di qualità e di privato”. Una rivista-progetto nel- nord, volle che io e Falconi assi- attività che raramente si trovano la Firenze di fine secolo 1893-1896, stessimo all’operazione. Io non insieme, il giurista, il professore, Milano, Giuffrè, 1988, pp. 55 ss.; mi sentivo più sangue nelle vene. l’avvocato, l’uomo politico e, cosa P. Passaniti, Storia del diritto del Immaginate quando dalla stanza del tutto eccezionale, l’artista… lavoro. I. La questione del contratto vicina udii il grido che egli mandò In tanta varietà di lavoro non vi di lavoro nell’Italia liberale (1865- quando il chirurgo gli ebbe reciso era mai in lui ne esuberanza, ne 1920), Milano, Giuffè, 2006, p. la lingua! E l’avv. Granacci pre- incompostezza. Egli sapeva an- 122; L. Gaeta, Emanuele Giantur- sente aggiunge che egli ha sem- che, qualità rara nei professori, co, il lavoro e il codice mancato, in pre negli occhi donna Remigia, rarissima negli avvocati, frequen- Visioni del diritto e impegno politico inginocchiata sulla loggetta della te nei più grandi giuristi, dire il in Emanuele Gianturco, Avigliano, casa, quando ne fu portato via il maggior numero di cose con il Tipografia Tre Esse, 2007, pp. 41 cadavere del marito. E Fortunato minor numero di parole[…]. Il ss. Sul socialismo di Gianturco aggiunge: – Gianturco, come An- giurista non soffocava l’avvocato, ora anche F. Treggiari, Un profilo gelo Maiorana, ma con maggiori il professore non eliminava l’uo- biografico, in Id. (a cura di), Ema- simpatie, era già Presidente del mo politico; l’erudito non ucci- nuele Gianturco. Nuovi studi per i Consiglio se la morte non lo aves-

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se ucciso!». Cfr. P. Borraro, Car- 2018, pp. 209-276. M. Fioravanti, Popolo e Stato negli teggio Floriano Del Secolo - Giustino 15 Su questi aspetti ampiamente Ve- scritti giovani di Vittorio Emanuele Fortunato (con appunti di un diario tritto, Francesco Saverio Nitti. Un Orlando, in Id., La scienza del di- inedito di F. Del Secolo), in Studi profilo cit., pp. 53-63. Sull’eclet- ritto pubblico. Dottrine dello Stato e Lucani e Meridionali, Galatina, tismo giuridico si veda L. Lacchè, della Costituzione tra Otto e Nove- Congedo Editore, 1978, p. 194. Il canone eclettico. Alla ricerca di cento, Milano, Giuffrè, 2001, pp. 9 F.S. Nitti, Il socialismo cattolico, uno strato profondo della cultura 133 ss.; P. Grossi, Scienza giuridica Torino, L. Roux, 1891. Ripubbli- giuridica italiana dell’Ottocento, in italiana. Un profilo storico 1860- cato nel volume V dell’Edizione «Quaderni fiorentini per la storia 1950, Milano, Giuffrè; A. Mazza- nazionale degli scritti, Scritti di del pensiero giuridico», n. 39, cane (a cura di), I giuristi e la crisi economia e finanza, I, a cura di 2010, pp. 153-228. dello stato liberale tra Otto e Nove- L. Dal Pane, Bari, Laterza, 1971. 16 Nella sua monumentale biogra- cento, Napoli, Liguori editore, Sull’opera e il ‘socialismo etico’ di fia su Nitti, Barbagallo dedicò a 1986; G. Cianferotti, Il pensiero di Nitti si vedano le osservazioni di quest’opera poche pagine. Il giu- V.E. Orlando e la giuspubblicistica Barbagallo, Francesco Saverio Nitti, dizio non è dei più lusinghieri: italiana fra Otto e Novecento, Mi- cit., pp. 26 ss. «il limite principale è nell’an- lano, Giuffrè, 1980; D. Quaglioni, 10 Nitti, La legislazione sociale in damento largamente compilativo Ordine giuridico e ordine politico in Italia e le sue difficoltà, in Scritti che accostava, senza particolare Vittorio Emanuele Orlando, in «Le sulla questione meridionale cit., approfondimento, Aristotele e Carte e La storia», n. 1, 2007, pp. I, p. 184. Su questo contributo v. Tucidide, Platone e Plutarco, Ci- 17-26. L. Martone, Le prime leggi sociali cerone e Tito Livio, Machiavelli 18 È stato osservato che Nitti get- nell’Italia liberale (1883-1886), in e Bacone, e Toc- tava le basi per una nuova forma «Quaderni fiorentini per la storia queville, Hegel e Marx, Thierry e di liberalismo. Egli prendeva le del pensiero giuridico», n. 3-4, Guizot, Croce e Arturo Labriola. distanze del liberalismo indi- 1974-75, pp. 109, 121. Nel 1892 il La vasta conoscenza dei classici vidualista e rifuggiva dall’ani- ministro di Agricoltura, industria si nutriva della convinzione di ma materialista e rivoluzionaria e commercio, il lucano Pietro La- trarre dal passato lezioni per il del socialismo dando forma ad cava, nominava Francesco Nitti presente: “ho compreso la guerra un «socialismo liberale» o un membro della commissione con- europea meditando e rileggendo «liberal socialismo». Più cor- sultiva per le istituzioni di previ- la storia del Peloponneso in Tuci- rettamente si è parlato, a questo denza e lavoro. dide”». Cfr. Barbagallo, Francesco proposito, di «liberalismo so- 11 Nitti, La legislazione sociale in Ita- Saverio Nitti cit., p. 511. Diversa è cietario» evidenziando che Nitti lia e le sue difficoltà cit., pp. 207- l’opinione di Luigi Firpo il quale ridefiniva alcuni concetti della 208. dichiarava: «si tratta di un libro tradizione societaria e si appro- 12 Una rivista all’avanguardia. La unico e che chiude un’epoca, col priava di altri appartenenti alla «Riforma sociale» 1894-1911, a suo intreccio di cultura umani- tradizione socialista. Cfr. Cento, cura di C. Malandrino, Firenze, stica non professionale, assorbita Tra capitalismo e amministrazione Leo S. Olschki, 2000 e I. Magna- nelle buone vecchie scuole, e di cit., pp. 44-65. ni, La Riforma sociale nella forma- una eccezionale esperienza poli- 19 F.S. Nitti, La Libertà, in Scritti poli- zione di Nitti economista, in «Sto- tica diretta». Cfr. Prefazione, in La tici, II, a cura di G. De Rosa, Bari, ria del pensiero economico», n. Democrazia, cit., I, p. XIX. Per una 1961, p. 173 (Edizione nazionale 1, 2009, pp. 21-44. prima ricostruzione sui contenuti delle opere di F.S. Nitti, volume XI). 13 O. Ferrara, Prefazione, in Nitti, di quest’opera si rinvia al saggio 20 B. Constant, Discorso sulla liberta Scritti politici, vol. I, cit., pp. XI- di A. Colombo, Nitti e il concetto degli antichi paragonata a quella XII. di democrazia, in Francesco Saverio dei moderni, Roma, Ed. Riuniti 14 Sull’esperienza governativa oltre Nitti. Meridionalismo e Europeismo 1992 (trad. it.). alla già citata letteratura si vedano cit., pp. 21-40. Recentemente 21 F.S. Nitti, La Libertà, in Scritti specificamente le osservazioni di anche S. Rolando, La democrazia, politici, II, cit., p. 174. Per i rife- C. Ghisalberti, Storia costituzio- in Letture nittiane. Sette riflessioni rimenti essenziali cfr. S. Rodotà, nale d’Italia 1848/1994, Roma- in pubblico sulle principali opere di La libertà e i diritti, in Storia dello Bari, Laterza, 2002, pp. 329-336 Francesco Saverio Nitti, a cura di Stato italiano dall’Unità a oggi, e F. Rossi, Le crisi di governo dalla S. Rolando e G. Vetritto, Soveria a cura di R. Romanelli, Roma, guerra al fascismo (1915-1922), in Mannelli, Rubbettino 2018, pp. Donzelli, 1995; Id., Diritti e liber- «Amministrare, Rivista qua- 107-139. tà nella storia d’Italia. Conquiste drimestrale dell’Istituto per la 17 Il testo fu pubblicato in «Archivio e conflitti 1861-2011, Roma, Don- Scienza dell’Amministrazione giuridico», n. 62, 1889, pp. 107- zelli, 2011; M. Fioravanti, Le tre pubblica», n. 1 (supplemento), 124. Sulla prolusione Orlandina v. fondazioni teoriche della libertà, in

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Appunti di storia delle costituzioni 29 Nitti, La Democrazia cit., II, p. il numero monografico Il socia- moderne. Le libertà fondamentali, 748. lismo giuridico. Ipotesi e letture, in Torino, Giappichelli, 2014 (terza 30 Per una riflessione più ampia «Quaderni fiorentini per la storia edizione); A. Pace, Libertà e diritti sul rapporto tra stampa, opinio- del pensiero giuridico», n. 3-4, di libertà, in «Giornale di storia ne pubblica e governo rappre- 1974-75 (in particolare V. Gerra- costituzionale», n. 17, 2009, pp. sentativo rinvio alle riflessioni tana, Antonio Labriola di fronte al 11-39; L. Lacchè, Il nome della contenute in G. Mecca, Il governo socialismo giuridico, pp. 55-72). libertà. Tre dimensioni nel secolo rappresentativo. Cultura politica, 40 Nitti, Principi di scienze delle finan- della Costituzione (1848-1948,), in sfera pubblica e diritto costituziona- ze cit., p. 12. History & Constitution. Develop- le nell’Italia del XIX secolo, Macera- 41 F.S. Nitti, L’Europa senza pace, Fi- ments in European Constitutional- ta, eum, 2019. renze, R. Bemporad & Figli, 1922, ism: the comparative experience of 31 F.S. Nitti, Principi di scienza delle 2° ed., p. 32. , France, Switzerland and Bel- finanze, Napoli, Luigi Pierro edi- 42 F.S. Nitti, La decadenza dell’Eu- gium (19th-20th centuries), Frank- tore, 1922, 5° edizione, p. 20. ropa. Le vie della ricostruzione, Fi- furt am Main, Klostermann, 32 Nitti, La Democrazia cit., I, p. 127. renze, R. Bemporad & Figli, 1922, 2016, pp. 533-552. 33 Ivi, I, p. 452. p. 47. Più in generale su questi 22 Nitti, La Democrazia cit., I, p. 37. 34 Su questi aspetti si veda F.S. aspetti cfr. A. Monticone, Nitti e la 23 Ivi, I, p. 48. Nitti, Il principio di nazionalità grande guerra (1914-1918), Milano, 24 Ivi, I, p. 181. e i precursori di P.S. Mancini, in Giuffre, 1961. 25 Ivi, I, pp. 182-185. «Rassegna di scienze sociali e po- 43 Per una recente e accurata ri- 26 Nitti, L’opera di Nitti, cit., p. 120. litiche», 1889, A. VII, vol. I, pp. costruzione vedi G. Bernardini, 27 Su questo dibattito cfr. in par- 25-35. Sul tema v. in particolare Parigi 1919. La Conferenza di pace, ticolare M.S. Piretti, La giustizia C. Ghisalberti, Nazione liberale e Bologna, il Mulino, 2019. dei numeri. Il proporzionalismo in nazione democrazia, in Istituzioni 44 Nitti, La decadenza dell’Europa Italia (1870-1923), Bologna, il Mu- e società civile nell’età del Risorgi- cit., p. 50. lino, 1990; Id., La questione della mento, Roma-Bari, Laterza, 2005, 45 «La idea della reparation des dom- rappresentanza in Italia tra il 1919 e pp. 118-132; L. Mannori, La crisi mages entro per equivoco nella il 1923, in La rappresentanza politi- dell’ordine plurale. Nazione e co- preparazione dei patti di armisti- ca in Europa tra le due guerre, a cura stituzione in Italia tra Sette e Otto- zio il 2 novembre 1918. Risulta da di C. Carini, Firenze, Centro Edi- cento, in Opinione pubblica. Storia, verbali delle riunioni, che questa toriale toscano, 1995, pp. 59-68; politica, costituzione dal XVIII al idea da prima non accolta (e non S. Noiret, La nascita del sistema dei XX secolo, «Giornale di storia co- era possibile logicamente con- partiti nell’Italia contemporanea. stituzionale», n. 6, II semestre, siderarla come una condizione La proporzionale del 1919, Mandu- 2003, pp. 243-272; A.M. Banti, di armistizio), fu messa a richie- ria, Lacaita, 1994; Id., La riforma Nazione, in A.M. Banti, L. Chia- sta di Clemenceau per semplice elettorale del 1918-19, in «Meri- vistelli, L. Mannori, M. Meriggi compiacenza, senza misurare le diana. Rivista di storia e scienze (a cura di), Atlante culturale del conseguenze. Il 5 novembre pero sociali», n. 29, 1997, pp. 73-93. Risorgimento. Lessico del linguag- i primi ministri di Francia, Gran 28 «Si è detto che io non credo che gio politico dal Settecento all’Unità, Bretagna e Italia diressero una la riforma «cambierà il mondo». Roma-Bari, Laterza, 2011, pp. lettera al presidente Wilson, il cui Non è che un fatto procedurale 214-221. contenuto era che le parole «re- possa cambiare la struttura di un 35 V. l’edizione italiana Che cos’è una staurazione dei territori devasta- paese, ma questa è una riforma nazione?, introduzione di S. Lana- ti» dovessero intendersi «ripa- che tutti invocano, cattolici, so- ro, Roma, Donzelli, 2004. razione di ogni danno causato alla cialisti, liberali, associazione di 36 Cfr. Nitti, La Democrazia cit., I, popolazione civile e ai suoi beni combattenti … Noi dobbiamo pp. 452-453. Sul punto P. Costa, dall’aggressione tedesca»». Cfr. volere che questa riforma sia ap- Civitas. Storia della cittadinanza in Nitti, La decadenza dell’Europa provata; avrà il merito di portare Europa. 4. L’età dei totalitarismi e cit., p. 59. negli animi una certa serenità … della democrazia, Roma-Bari, La- 46 Ivi, p. 85. Il governo appoggerà la riforma terza, 2001, p. 435. 47 Ivi, p. 159. elettorale. Sì, l’appoggerà leal- 37 F.S. Nitti, Principi di scienze delle 48 Nitti, La Democrazia cit., II, p. mente, col fermo desiderio di finanze, Napoli, Luigi Pierro, 1922 843. portarla a termine». Cfr. Discorsi (5° edizione), pp. 21-22. 49 Cfr. Nitti, Agricultural Contracts in parlamentari di Francesco S. Nitti, 38 Ivi, pp. 26-27. South Italy, in Scritti sulla questio- Roma, Grafica editrice romana, 39 Sui rapporti con Loria cfr. Bar- ne meridionale cit., I, pp. 250 ss. e 1974, volume terzo, Comunica- bagallo, Francesco S. Nitti cit., pp. Id. I contratti agrari, in ivi, pp. 495 zione del 14 luglio 1919, p. 1256. 29 ss. Su Loria e il solidarismo v. ss. L’amico Emanuele Gianturco

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(Sottosegretario al Ministero di 55 La Democrazia, cit., II, p. 1247. Grazia e Giustizia) volle Nitti nel- «Non e che ogni forma di attività la commissione (1893) che do- dello Stato sia una diminuzio- veva studiare la riforma dei patti ne di liberta individuale: anzi vi agrari. Al termine dell’esperienza sono alcune liberta, le quali non governativa, vi entrò come esper- sono possibili se non mediante to lo stesso Gianturco. La consulta lo sviluppo delle forme superiori venne ricostituita nel 1901 con della cooperazione sociale. Tutte quasi gli stessi membri. Su que- le idee più alte, tutte le pratiche sto profilo v. Passaniti,Storia del più elevate non nascono se non diritto del lavoro cit., pp. 302-303; in una piccola élite; ora l’associa- Id., giuslavorista. Il zione libera e spesso inefficace a socialismo nelle origini del diritto diffonderle e rischiano di andare del lavoro, Manduria-Bari-Roma, disperse se un potere coattivo non Piero Lacaita Editore, 2008, p. ne determini l’applicazione spes- 68. so in forma coercitiva. In questo 50 Nitti, La legislazione sociale in Ita- caso lo Stato, lungi dall’ attentare lia e le sue difficoltà, in Scritti sulla alle liberta individuali, ne rende questione meridionale cit., I, pp. possibile l’applicazione». Cfr. 186-187. Nitti, Principi di scienze delle finan- 51 «Il sindacalismo si è presentato ze cit., p. 22. non come negazione, ma come 56 F.S. Nitti, Il partito radicale e la una forma di revisione delle de- nuova democrazia industriale. Pri- mocrazie: la formazione di uno me linee di un programma del parti- Stato sindacale, cioè formato da to radicale, Torino-Roma, Società interessi economici spontanea- Tipografico-editoriale nazionale, mente o coattivamente rappre- 1907, p. 96. sentati.». Cfr. Nitti, La Democra- 57 Nitti, La Democrazia, cit., II, p. zia cit., II, p. 1145. 1248. 52 Nitti, Gli scioperi in Italia, in Scritti sulla questione meridionale cit., I, pp. 468-473. 53 Nitti, Principi di scienze delle finan- ze cit., pp. 19 ss. (cap. II- L’azione economica dello Stato e degli enti lo- cali). Per approfondimenti cfr. G. Barone, Statalismo e riformismo nel primo dopoguerra. Nitti, Beneduce e la creazione dell’Opera nazionale combattenti (1917-1923), in Alberto Beneduce e i problemi dell’economia italiana del suo tempo, Roma, Edi- nord, 1985, pp. 19-51; G. Melis, Storia dell’amministrazione italia- na (1861-1993), Bologna, il Muli- no, 1996; pp. 194-196 e 277-284; di recente S. Potito, I precursori dell’intervento pubblico in Italia: Francesco Saverio Nitti e Alberto Be- neduce, in «Rivista economica del Mezzogiorno, Trimestrale della Svimez», n. 1, 2019, pp. 219-232. 54 Su «Lo Stato si fa industria» si veda l’efficace sintesi di S. Casse- se, Governare gli italiani, Storia del- lo Stato, Bologna, il Mulino, 2014, pp. 247-289.

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