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Quaderni della Scuola Medica Ospedaliera Segreteria: B.go S. Spirito, 3 - 00193 Roma Tel. 06.688.02.626-683.52.411 Fax 06.688.06.712 n° 1 ~ Supplemento al n° 36 ottobre-dicembre 2015 del Trimestrale S.M.O. - Bollettino della Scuola Medica Ospedaliera Autorizzazione Tribunale di Roma n. 86/95 del 18/02/95 Sped. in abb. post. comma 20 lettera C art.2 Legge 662/96 - Roma Sito web della Scuola Medica Ospedaliera www.smorrl.it LA STORIA DELL’OSPEDALE “SANTO SPIRITO IN SASSIA”

Religione, Arte, Medicina nel più antico ospedale di Europa

A CURA DI: MICHELE RAJA

STORIA DELL’AREA ...... 4

LA SCHOLA SAXONUM ...... 5

LA COSTRUZIONE DELL’OSPEDALE ...... 6

L’ASSISTENZA MEDICA NELL’ANTICA ROMA ...... 7

L’AFFIDAMENTO DELL’OSPEDALE ALL’ORDINE DI SANTO SPIRITO ...... 8

LA LEGGENDA DELLA FONDAZIONE DELL’OSPEDALE ...... 10

LA RUOTA DEGLI ESPOSTI ...... 12

LA MISSIONE DELL’OSPEDALE ...... 13 1. Le cure mediche ...... 14 2. Cura, educazione e inserimento sociale dei bambini abbandonati ...... 16 3. Scuola di musica ...... 18

IL FINANZIAMENTO DELLE ATTIVITÀ LE TRASFORMAZIONI DELL’OSPEDALE L’OSPEDALE SISTINO ...... 21

IL TEATRO ANATOMICO L’ESPANSIONE DELL’OSPEDALE NEL XVI SECOLO ...... 30

LA CHIESA DELL’OSPEDALE ...... 41

IL SACCO DEI LANZICHENECCHI LA CRISI DELL’OSPEDALE ...... 43

NUOVE ESPANSIONI DELL’OSPEDALE ...... 46

2 QUADERNI SMO I CONTRIBUTI DELL’OSPEDALE S ALLA SCIENZA MEDICA ...... 50 BARTOLOMEO EUSTACHIO (1500-1574) ...... 51 O BERNARDINO GENGA (1620 -1690) ...... 52 (1668 -1707) ...... 53 M GIOVANNI MARIA LANCISI (1654 -1720) ...... 54 BERNARDO RAMAZZINI (1633-1714) ...... 56 M ANTONIO PACCHIONI (1665 -1726) ...... 57 GIUSEPPE FLAIANI (1739-1808) ...... 57 A GUIDO BACCELLI (1830-1916) ...... 58 ETTORE MARCHIAFAVA (1847-1935) ...... 59 R AMICO BIGNAMI (1862-1929) ...... 60

GIUSEPPE BASTIANELLI (1862-1959) ...... 61 I

IL PRESENTE ...... 62 O

Referenze ...... 64

NUMERO 1 3 LA STORIA DELL’OSPEDALE “SANTO SPIRITO IN SASSIA” Religione, Arte, Medicina nel più antico ospedale di Europa

 STORIA DELL’AREA trasportato al centro dell’attuale piazza San Pietro da Papa Sisto Ager Vaticanus era destinato V, dove si trova tuttora. (Fig. 1) alla pastorizia e all’agricoltura fi- In seguito il circo e gli Horti pas- no alla fine del primo secolo a.C., sarono a Nerone che li usò sia per L’ quando lo sviluppo di varie strade ospitare le vittime del grande in- nell’area, come la Via Cornelia cendio di Roma del 64 d.C., sia (che conduceva al porto di Cere), per eseguire le sentenze di tortura la Via Trionfale (che arrivava a e morte dei Cristiani accusati del- Veio) e la Via Aurelia (che arriva- lo stesso incendio. Il nome popo- va a Genova), indusse molte fa- lare dell’area, “Prati di Nerone”, miglie benestanti ad acquistare si è mantenuto fino alla fine del terreni nella zona per costruire Medio Evo. suntuose residenze suburbane pri- Qui il corpo di San Pietro fu se- vate (Horti). polto dopo la sua crocifissione Qui Vipsania Agrippina, nipote di avvenuta sotto Nerone. Qui, nel Augusto e moglie di Germanico, quarto secolo, Costantino iniziò aveva una delle sue dimore (Hor- la costruzione della basilica dedi- ti Agrippinae). Questi Horti anda- cata a San Pietro, sopra la sua rono in eredità a suo figlio, l’im- tomba, sul lato nord del Circus peratore Caligola, che costruì un Gaianus. ippodromo (Circus Gaianus), al La venerata tomba dell’apostolo centro del quale eresse un obeli- divenne subito la meta di pelle- sco portato dall’Egitto, che fu poi grinaggi sempre più numerosi.

4 QUADERNI SMO Figura 1 Piazza San Pietro con l’obelisco egizio del Circus Gaianus

Almeno dall’ottavo secolo d.C. dalla stessa regione, che parla la l’afflusso di pellegrini da ogni stessa lingua e difende comuni parte di Europa determinò la pre- interessi.1 In una di queste Scho- senza permanente di varie istitu- lae, Carlo Magno fu accolto nel- zioni nelle aree adiacenti la basi- l’aprile 774. Le Scholae Franco- lica, con l’occupazione stabile di rum, Frisonorum, Saxonum e vari edifici organizzati per acco- Longobardorum erano le più vi- gliere pellegrini di diversi popoli, cine alla tomba dell’Apostolo. le Scholae peregrinorum.1 Le milizie di queste Scholae cercarono invano di difendere questi posti sacri, situati al di  LA SCHOLA SAXONUM fuori delle mura Aureliane, dai Saraceni che, nell’agosto 846 Il termine Schola deve essere in- d.C., ne presero possesso, profa- teso come gente proveniente nando le tombe dei martiri e di-

NUMERO 1 5 struggendo lo stesso altare co- nel XII secolo, l’ospedale di struito sopra la tomba di Pietro.1 Santo Spirito “in Saxia” o “in A difesa di questi posti, dal 847 Sassia” (SSS), cioè nell’area dei al 852, Papa Leone IV, aiutato Sassoni.1 dall’imperatore Lotario, costruì Fin dalla fine del X secolo le una cerchia di mura che racchiu- Scholae iniziarono il loro decli- deva ciò che era considerata una no dopo l’inizio delle crociate nuova piccola città, la Civitas che spinse le masse dei pellegri- Leoniana.1 ni verso altre destinazioni. Solo All’interno di essa c’era la le chiese nazionali sopravvisse- Schola Saxonum, anche cono- ro. Rimase attiva solo la Schola sciuta come Burgus Anglorum. Saxonum, che fu poi trasformata Il termine nordico “Burg” dette in ospedale dal Papa Innocenzo il nome all’intero distretto, che è III nel 1198. ancora oggi chiamato “Borgo”. Le Scholae, dotate di ammini- strazioni finanziarie indipenden-  LA COSTRUZIONE ti, fornivano assistenza materia- DELL’OSPEDALE le e spirituale ai pellegrini, of- frendo accoglienza giorno e not- La Schola Saxonum e l’ospizio te, cibo, vestiario, assistenza adiacente, distrutti da due incendi medica e, persino, protezione nell’817 e nell’852, andarono in- militare. Esse erano dotate di contro ad una progressiva deca- ospizi, case di cura e di riposo, denza dopo il 1006, a seguito del- come anche di una chiesa e di la battaglia di Hastings tra le un cimitero per coloro che erano truppe di Aroldo II, Re degli an- colpiti dalla morte lontano dalla glosassoni e Guglielmo il Con- loro patria. quistatore, Duca di Normandia, La Schola Saxonum fu fondata per il dominio dell’Inghilterra. da Ina, Re del Wessex, nel 717, L’ospedale di Santa Maria in Sas- con il consenso di Papa Grego- sia e la nuova chiesa sorta sul sito rio II, e ampliata da Offa, Re di dello xenodochium furono fatte Mercia, nel 794, con la costru- costruire sul terreno ancora pos- zione di uno xenodochium (ospi- seduto dal Re Giovanni Senzater- zio) che sarebbe poi divenuto, ra (1167-1216), da Papa Innocen-

6 QUADERNI SMO zo III, che commissionò l’esecu-  L’ASSISTENZA MEDICA zione all’architetto Marchionne NELL’ANTICA ROMA d’Arezzo. Il nome dell’ospedale cambiò poi in SSS, che è rimasto Nell’antica Roma, l’assistenza fino ai giorni nostri. medica era praticata nei templi All’inizio della sua esistenza mo- dedicati al dio Esculapio, figlio di numentale la nuova struttura era Apollo e allievo del centauro Chi- costituita solo da una corsia ret- rone, da cui aveva appreso l’arte tangolare, dotata di piccole fine- della medicina. Questi posti man- stre e capace di assistere 300 ma- tennero tale funzione di acco- lati e 600 poveri. L’ospedale rice- glienza e cura dei pazienti per veva grandi donazioni, come millenni. Uno dei più antichi tem- quelle di Giovanni Senzaterra, Re pli dedicati ad Esculapio in Roma di Inghilterra, che concedeva la era situato sull’Isola Tiberina, donazione della chiesa Ecclesia un’isola a forma di nave nel tratto omnium sanctorum of Writtel/Es- del fiume che scorre nella città, sex e i suoi vitalizi come doti per dove oggi sorge l’ospedale reli- l’ospedale.2 gioso Fatebenefratelli.3 (Fig. 2)

Figura 2 Isola Tiberina con l’Ospedale Fatebenefratelli

NUMERO 1 7 Altri posti di assistenza medica  L’AFFIDAMENTO DEL- erano le medicatrinae, o taber- L’OSPEDALE ALL’ORDINE nae medicae, botteghe adiacenti DI SANTO SPIRITO alle case dei medici che funzio- navano come ambulatori e le va- SSS fu il primo ospedale in Ro- letudinaria (dal nome “Valetu- ma, costruito sulle rovine dell’an- do”, la dea della buona salute), tica Schola Saxonum.3 infermerie adiacenti a fattorie, Lotario dei Conti di Segni, il fu- palestre e caserme per curare turo Papa Innocenzo III, aveva contadini, atleti o soldati amma- incontrato Guido dei Conti di lati o feriti. Guillaume di Montpellier durante Con l’avvento della Cristianità, la sua permanenza in Francia, do- che predicava l’aiuto materiale e ve aveva viaggiato in gioventù spirituale al prossimo in stato di per studiare teologia. Guido era necessità, sorsero anche a Roma un Cavaliere Templare fondatore xenodochi, ospizi, generalmente dell’Ordine dei Fratelli Ospeda- situati lungo le principali vie di lieri nel 1170 e della casa di acco- comunicazione che fornivano ci- glienza Saint Esprit in Montpel- bo, ospitalità, cure mediche, lier nel 1174, dedicata alla cura aperti a tutti i pellegrini e viag- dei malati, dei bambini abbando- giatori che ne avevano bisogno, nati e di tutti coloro che avevano ma anche ad orfani e vedove. bisogno di assistenza e cura. In- Il termine “xenodochio” fu so- nocenzo III, con la sua bolla Inter stituito da quello di “ospitale” opera pietatis del 19 giugno (riportato per la prima volta in 1204, definì la natura, i doveri ed un atto di donazione di pro- i privilegi dell’Ordine e assegnò a prietà alla chiesa di San Quirico Guido e ai suoi confratelli la di Capannoli, vicino Lucca, in chiesa di Santa Maria in Sassia e Toscana).3 l’adiacente xenodochium (Hospi- Il termine “ospitale” o “ospeda- talitas Anglorum).4 Innocenzo III le”, derivato dal latino “hospes” nominò Guido come Direttore e (ospite), indicava la principale questi rese l’ospedale il fulcro ed funzione di queste strutture che il centro di irradiazione e di pro- era quella di accogliere e assiste- gresso di altri ospedali a Roma, re gli ospiti. in Italia e nel mondo.

8 QUADERNI SMO Da allora in poi, il Direttore del- fatto circa 500 succursali, sparse l’Ospedale fu sempre nominato in tutto il continente europeo, direttamente dal Papa fino alla trassero ispirazione da esso.2 presa di Roma da parte del Regno L’emblema dell’Ospedale, la fa- d’Italia nel 1870. mosa asta a doppia croce, corri- Dal 1218 il direttore dell’Ospeda- sponde esattamente allo stemma le fu chiamato “Rector”, dal 1322 di Guido di Montpellier. (Fig. 3) “Preceptor” e infine, dal 1536, “Commendatore”.5 Il Commen- Figura 3 datore sovrintendeva a tutte le at- Stemma di Santo Spirito tività dell’Ospedale e ammini- strava i suoi beni, di cui era diret- tamente responsabile. Egli viveva in un palazzo immediatamente adiacente alla corsia dell’Ospeda- le. Aveva il potere di nominare i monaci e le suore dell’Ospedale romano e di tutti gli altri ospedali in Italia e all’estero che apparte- Lo stesso nome “Santo Spirito” è nevano al Santo Spirito.6 un gallicismo, un’eredità del pri- Quando l’Ordine aveva il suo mo Direttore dell’Ospedale, il quartier generale in Montpellier, francese Guido di Montpellier. la case di accoglienza non erano Infatti, in tutte le lingue neo-lati- più di sei, elencate nella bolla Re- ne la parola “Spirito” si pronun- ligiosam Vitam di Innocenzo III cia prima della parola “Santo” (in del 25 novembre 1198. Immedia- italiano: Spirito Santo; in spagno- tamente dopo il trasferimento a lo: Espìritu Santo, in portoghese: Roma l’Ordine iniziò la sua Espirito Santo; in rumeno: Duhul espansione e, già nel XIII secolo, Sfânt; in catalano: Esperit Sant; si potevano contare gli ospedali in maltese: Ispirtus-Santu), tranne di Amiens, Besançon, Calci, Cla- che in francese: Saint Esprit. pier, Confuillet, Dijon, Dole, Fo- La regola dell’Ordine, descritta in venco, Lausanne, Montevalenti, un manoscritto del XIV secolo, Neuf-Chatel, Orange, St-Sever, Liber Regulae ospitalis Sancti Tonerre, Toule Vaucouleurs. Di Spiritus, ora conservato nell’Ar-

NUMERO 1 9 Figura 4 7 chivio di Stato, era ispirata ai I resti del Ponte di Nerone principi della Scuola Medica Sa- sotto il moderno ponte Vittorio lernitana. Il motto consisteva nel- Emanuele II le parole attribuite allo stesso Guido: “Il paziente è il signore, medici e infermieri sono i suoi servitori”.

 LA LEGGENDA DELLA FONDAZIONE In un manoscritto illustrato del V DELL’OSPEDALE secolo degli Archivi dell’ospeda- le di Dijon (manoscritto A H 4), La tradizione vuole che Innocen- che racconta la storia della fonda- zo III abbia deciso la costruzione zione dell’Ospedale dedicato al dell’Ospedale, prima di tutto, per Santo Spirito in Roma e Dijon, accogliere i neonati abbandonati 22 illustrazioni descrivono la leg- dalle madri dopo il parto e preve- genda e la storia dell’Ospedale nire l’annegamento volontario nel romano SSS.8 Tevere, nei pressi del vecchio Nella terza illustrazione del ma- Ponte Trionfale, dei neonati ex noscritto due donne gettano dal dannato coitu e dei neonati mala- ponte nel fiume i loro bambini, ti o malformati. mentre una terza, di rango sociale Vicino all’Ospedale, proprio sotto più elevato, come si può inferire il moderno ponte Vittorio Ema- dai suoi abiti, si avvicina cauta- nuele II, costruito nel 1911, quan- mente al ponte preparandosi a do il livello del Tevere è basso, compiere il medesimo gesto. Nel- ancor oggi, è possibile vedere i la quinta illustrazione il Papa rac- resti del vecchio Ponte di Nerone conta la rivelazione, ricevuta da o Ponte Trionfale, costruito sotto un angelo in un sogno, a cardinali l’imperatore Nerone nel I secolo, e dottori: alcuni pescatori hanno per favorire i collegamenti con le ritrovato nelle loro reti i minusco- sue proprietà sul banco destro del li corpi di neonati affogati. fiume (compresa la villa di sua In un’illustrazione successiva un madre Agrippina). (Fig. 4) religioso inginocchiato presenta

10 QUADERNI SMO Figura 5 al Papa, seduto sul suo trono e Santa Veronica con l’omonimo velo, circondato da cardinali, un piat- dipinto di Hans Memling to dorato che contiene i corpi inanimati di tre bambini, mentre il pescatore che li ha trovati ri- mane rispettoso sulla soglia del- la stanza. Nell’illustrazione se- guente, un angelo rivela a Inno- cenzo III che nel punto in cui la sua mula si sarebbe inginocchia- ta, lì avrebbe dovuto costruire un ospedale. In una successiva illustrazione Innocenzo III, se- duto sul trono, circondato da cardinali, distribuisce ai religio- si dell’Ordine il mantello nero con l’emblema dell’Ospedale, la croce bianca con doppia asta, cucita sul lato sinistro, il lato del cuore. I confratelli generalmente indossavano una toga azzurra, ma, uscendo all’esterno dell’O- spedale, sovrapponevano un mantello nero.8 In quest’illustrazione uno dei zione della Veronica” all’Ospeda- Cardinali sostiene la Veronica, il le SSS e istituì una processione panno di lino bianco con cui, se- annuale durante la quale il sacro condo la tradizione, Cristo, prima Sudarium era trasportato da San della sua passione, avrebbe pulito Pietro all’Ospedale che egli ave- il suo sacro viso, da cui sudore e va fondato, dove il Papa celebra- copiose gocce di sangue caddero va la messa. Questo avvenimento al suolo. (Fig. 5) assicurava indulgenza plenaria ed Nel 1208, Innocenzo III, il fonda- era l’occasione per assegnare tre tore del culto della Veronica, con- denari, uno per il pane, uno per il cesse il privilegio di ”Sacra Sta- vino ed uno per la carne, a ognu-

NUMERO 1 11 no dei 300 pazienti ricoverati e ai dogli di por termine alla carnefi- 1000 poveri della città che rag- cina. (Fig. 6) giungevano l’ospedale per la ceri- Anche l’episodio della mula è ri- monia. preso in un affresco nella grande Nella corsia Sistina dell’Ospedale sala del Commendatore: Innocen- grandi affreschi descrivono gli zo III, in groppa ad una mula stessi temi di questa antica leg- bianca, incontra l’architetto Mar- genda. Nella grande sala del chionne d’Arezzo. (Fig. 7) Commendatore, affreschi del XVI secolo ripropongono la leg- genda raffigurando pescatori  LA RUOTA DEGLI ESPOSTI sconvolti che presentano al Papa i piccoli corpi dei bambini ritrovati Sulla parete esterna dell’Ospe- senza vita nelle loro reti, chieden- dale, la Ruota degli esposti, che

Figura 6 Salone del Commendatore: affreschi Pescatori del Tevere mostrano i corpi dei neonati affogati trovati nelle loro reti

12 QUADERNI SMO esiste tuttora, sebbene non sia  LA MISSIONE più attiva, permetteva alle ma- DELL’OSPEDALE dri, che volevano rimanere sco- nosciute, di mettere il loro bam- Il SSS fu il primo ospedale, nel bino all’interno di una piccola senso moderno del termine, in botte di legno, attraverso un fo- Europa, perché la sua principale ro, e di far suonare una campa- funzione, anche se non unica, di- nella per avvertire gli addetti venne la cura dei malati, accettati dell’Ospedale. Questi dall’inter- e curati gratuitamente. no giravano la ruota e, attraver- Questo cambiamento di funzioni, so lo stesso foro, che ora era ri- da luogo di ospitalità e assistenza volto al’interno dell’Ospedale, per i bisognosi a luogo di cura dei prendevano il bambino in malati, ebbe luogo nel XIV seco- affidamento. lo durante un’epidemia di peste

Figura 7 Salone del Commendatore: affreschi Innocenzo III in groppa a una mula bianca incontra l’architetto Marchionne d’Arezzo

NUMERO 1 13 che devastò l’Europa. Da allora Ogni mattina e ogni sera, il pri- solo gli infirmi erano ricoverati mario medico visitava i quattro mentre i pauperes communes non distretti dell’Ospedale: i pazienti potevano più essere ospitati.9 delle corsie mediche, le balie ed i L’Ospedale aveva un reparto ma- neonati, suore e ragazze, frati e ternità per donne gravide, centri ragazzi. L’assistente medico col- di isolamento per i lebbrosi e per laborava con il primario e doveva i malati contagiosi e ambulatori sempre rimanere all’interno del- medici per la cura dei malati, ar- l’Ospedale per le emergenze. rivando a curare più di mille pa- I primari chirurghi, oltre a prati- zienti al giorno. care la Chirurgia, tenevano lezio- ni di anatomia all’Accademia, 1. Le cure mediche dove gli studenti ottenevano i di- Nell’Ospedale oltre alle corsie plomi che gli permettevano di mediche e agli edifici per ospitare esercitare la professione negli al- monaci, suore, balie e orfani di tri ospedali. entrambi i sessi, c’erano una far- Il responsabile della farmacia si macia, cucine, refettori, giardini occupava dei medicamenti prepa- per la coltivazione di piante me- rando sciroppi, decotti, infusi, dicinali e piante comuni, spazi farmaci e unguenti.11 per gli animali domestici, un pa- Il farmacista capo, ogni mattina, nificio, una macelleria e, all’e- dopo la visita dei dottori ai mala- sterno, un cimitero.10 ti, consegnava al Priore la lista A metà del XV secolo lavoravano che gli era stata prescritta per nell’ospedale molti professionisti, quel giorno.12 compresi un primario medico, un Nel XV secolo il numero dei me- assistente medico, due chirurghi dici aumentò in modo considere- primari, parecchi assistenti chi- vole per migliorare la qualità del- rurghi, un farmacista, responsabi- l’assistenza medica. le della ben dotata e rinomata far- Il medico personale del Papa era macia, con sei assistenti, un bar- quasi sempre il primario dell’O- biere responsabile dei salassi, spedale SSS. l’ontonario (il massaggiatore) ed Senza dubbio era il più grande il cristeraro, responsabile dei cli- ospedale di Roma arrivando ad steri. ospitare fino ad 800-1000 malati.

14 QUADERNI SMO Figura 8 La assistenza ai malati era affida- Soccorso di un malato in strada ta principalmente a frati e suore. Essi non dovevano solo accoglie- re i pazienti ma avevano il com- pito di andarli a cercare. In una miniatura del XIV secolo, in cui era raffigurata la regola del Santo Spirito, ora conservata nell’Ar- chivio di Stato, è raffigurato un prototipo di ambulanza, un car- retto con quattro ruote, sul quale un monaco ed una suora del SSS distendono un malato, raccolto La disciplina era severa. Le Re- per strada, per trasportarlo in gole che devono essere osservate Ospedale.13 (Fig. 8) nel Santo e Apostolico Arcispeda- Appena ricoverati i pazienti rice- le di SSS in Roma, pubblicate nel vevano i sacramenti della Confes- 1751, descrivono le caratteristi- sione e della Comunione, erano che operative dell’Ospedale ed i lavati, nutriti, messi a letto e assi- comportamenti che si dovevano stiti. Ogni martedì, le suore dove- osservare. vano lavare i capelli di tutti i ri- Per mancanze minori era prevista coverati e, ogni martedì, i piedi. la “contumacia”, cioè il digiuno, Periodicamente, in base alle ne- l’esclusione dal refettorio. Per cessità, si preoccupavano, con cattive condotte più serie (ritardi l’aiuto delle “zitelle” di lavare, o omissioni nei doveri di guardia, cucire, tessere e ricucire la bian- errori nella somministrazione del- cheria.14 le diete, omissioni o negligenze Il ricovero in ospedale durava 8 di altro genere), era prevista l’u- giorni per tutti i pazienti, anche miliante punizione del “tavolo”, se il Commendatore poteva con- ovvero l’obbligo di stare nel re- cedere deroghe per i casi più gra- fettorio, mentre gli altri mangia- vi. Periodicamente, erano anche vano, di fronte ad una tavola su distribuiti indumenti ai malati po- cui erano poggiati una bottiglia veri, scelti tra i vecchi abiti dei d’acqua ed un pezzo di pane che monaci o dei pazienti deceduti. non dovevano essere toccati.

NUMERO 1 15 Per condotte incompatibili con I maschi, ospitati in un settore l’istituzione (blasfemia, ubria- dell’Ospedale chiamato Schola chezza, disubbidienza ai superio- proiectorum, assistiti dai frati, ri, introduzione di donne all’in- erano avviati ad apprendere un terno dell’ospedale a visitare ma- mestiere e poi affidati a famiglie lati che non fossero familiari, di artigiani. molestie o abusi a danno dei pa- Le ragazze, ospitate in un settore zienti, ripetute assenze alle visite separato del’Ospedale, chiamato mediche o alle lezioni nella bi- Conservatorio, anche noto come blioteca), era previsto il licenzia- “Edificio delle zitelle” erano assi- mento.15 stite da monache e supervisionate da una Gubernatrix proiectarum 2. Cura, educazione e inseri- et puellarum. Esse erano educate mento sociale dei bambini ab- ai lavori domestici o erano man- bandonati date a servizio di famiglie nobili, L’Ospedale, come si è detto, ospi- o preferibilmente di nobili vedo- tava anche bambini orfani o ab- ve, che ne facevano richiesta al bandonati e li cresceva, pagando Preceptor, con la promessa di co- balie. Le balie potevano essere stituire per loro una dote equiva- interne all’Ospedale, generalmen- lente a quella fornita dallo stesso te donne povere non sposate, ta- Ospedale e di trovare per loro un lora madri di bambini ammessi adatto marito. Quando le ragazze all’Ospedale che allattavano i tro- erano in età da marito uscivano in vatelli in cambio di un modesto processione fuori dall’Ospedale salario o per ottenere l’assistenza tre volte all’anno, la domenica ai loro stessi figli. Più frequente- dopo l’Ottava dell’Epifania, la fe- mente i neonati erano affidati a sta di S. Marco (25 aprile) e la se- balie che vivevano nelle campa- conda festa di pentecoste. Si trat- gne possedute dall’Ospedale, nei tava di una processione, stabilita dintorni della città. I bambini era- al tempo del Papa Pio II, che era no affidati alle balie fino all’età aperta da un drappello di Guardie di 7 anni. A quell’età ritornavano Svizzere, seguito dai trovatelli, nell’Ospedale dove rimanevano da cantanti e musicisti dell’Ospe- fino all’età di 12 anni, ricevendo dale, dalle ragazze, seguite dai un’educazione. frati dell’Ospedale e, infine, da

16 QUADERNI SMO altre Guardie Svizzere che chiu- suonatori, il Priore dell’Ospedale devano la processione.16 Era que- e religiosi che portavano i doni sta la “processione delle zitelle”, del Papa.16 (Fig. 9) attentamente osservata da uomini Tuttavia un discreto numero di che cercavano moglie. In tali oc- ragazze, che erano state “esposte” casioni le “zitelle” potevano esse- all’Ospedale in quanto affette da re scelte da un pretendente, a cui serie malattie o deformità conge- l’Ospedale pagava, se la ragazza nite, non riuscivano a sposarsi o a lo accettava, la dote per il matri- lavorare al di fuori dell’Ospedale. monio. Celebrato il matrimonio Un documento datato 1742 ripor- nella Cappella di Santa Tecla, al- ta che, nei precedenti anni, 365 di l’interno dell’Ospedale, e ricevu- 583 “zitelle” ospitate nel “Con- ta la dote c’era una processione di servatorio” erano sane mentre matrimonio cui partecipavano 218 (37%) erano invalide.17

Figura 9 Ingresso della Cappella di Santa Tecla, in un cortile interno dell’Ospedale

NUMERO 1 17 3. Scuola di musica un’altra forma di educazione che La musica offriva sollievo ai pa- offriva future opportunità di lavo- zienti ospedalizzati sia nell’Ospe- ro sia per i bambini che per le dale di SSS (al centro della corsia bambine e offriva nuove voci al Sistina un grande organo allietava coro dell’annessa chiesa. con le sue note le giornate dei pa- Inoltre, la musica serviva a ravvi- zienti ricoverati) che nell’adia- vare i matrimoni delle “zitelle” e, cente ospedale psichiatrico Santa secondo una leggenda descritta in Maria della Pietà, allora diretta- un affresco della gran sala del mente gestito dall’Ospedale SSS. Commendatore (Fig. 10), a facili- L’insegnamento della musica ai tare la lattazione delle balie. trovatelli, menzionato in un docu- Le attività musicali del SSS co- mento del 1390 relativo al mae- nobbero un momento di partico- stro Zaccara da Teramo, maestro lare fortuna nel XVII secolo di cappella dell’Ospedale,18 era quando esimi maestri di cappella

Figura 10 Salone del Commendatore: affreschi

18 QUADERNI SMO e organisti operarono nella Cap- Girolamo Frescobaldi, anch’egli pella.16 Tra quanti fornirono un si- nato a Ferrara, organista nella gnificativo contributo artistico chiesa di SSS dal 1620 al 1628, devono essere menzionati i se- suonava l’organo e l’arpicorda, guenti. essendone uno dei più famosi vir- Ercole Pasquini, nato a Ferrara, tuosi del tempo. Compose nume- organista nella chiesa di SSS dal rose opera di musica vocale in la- 1600 al 1604, compose mottetti, tino e italiano, oltre a numerosi madrigali, toccate, canzoni e lavori strumentali. messe. Gregorio Allegri, maestro di Cap- Vincenzo de Grandis, maestro di pella alla chiesa di SSS dal 1628 Cappella in varie corti d’Italia e al 1630, fu autore del famoso Mi- di Europa, compresa la chiesa di serere, composto quando serviva SSS nel 1604, compose salmi, alla Cappella Sistina, tenuto in mottetti, un’opera, vari oratori e così gran riguardo che era stato opere vocali non religiose. Le sue proibito ai musici della Cappella, opere furono tenute in grande sotto pena di scomunica, di por- considerazione per la qualità e tarne fuori alcuna parte, di rico- l’espressività della composizione. piarlo o di consegnarlo a chiun- Giovanni Francesco Anerio, mae- que e che Mozart, dopo averlo stro di Cappella alla chiesa di ascoltato una sola volta trascrisse SSS dal 1606/7 al 1608/9, allievo a memoria. di Palestrina, compose più di 320 Orazio Benevoli, maestro di opere di musica sacra e profana, Cappella e organista alla chiesa come madrigali, canzoni e opere di SSS dal 1630 al 1636, compo- di musica strumentale. Egli era, sitore particolarmente rappresen- tra le altre cose, maestro di Cap- tativo dello stile policorale ro- pella dell’Arciduca Leopoldo Gu- mano del XVII secolo, si dedicò glielmo di Austria. particolarmente alla produzione Cesare Zoilo, maestro di Cappel- di musica sacra, in gran parte la alla chiesa di SSS dal 1610 al perduta perché non pubblicata a 1621, è principalmente conosciu- stampa. to come il compositore del famo- Bernardo Caffi, organista alla so mottetto Domine Rex Omnipo- chiesa di SSS, fu autore di orato- tens (1607). ri, 12 sonate da camera, per solo

NUMERO 1 19 voce e basso continuo, come an- con la chiusura della Cappella che di arie e canzoni. musicale (1737), la proibizione Francesco Berretta, maestro di della processione delle zitelle, la Cappella alla chiesa di SSS dal rimozione e la rottamazione del- 1669 al 1691, compose messe, l’organo della corsia Sistina, alla salmi, mottetti, inni. fine del secolo. Pompeo Cannicciari, maestro di Gli inestimabili archivi musicali Cappella alla chiesa di SSS dal della cappella di SSS, una delle 1694 al 1709, fu autore di mes- più importanti fonti della musica se,offertori, antifone, salmi, inni, religiosa in Roma del XVII seco- responsori, mottetti. lo e delle primi decadi del XIII Nel XVIII secolo la grande tradi- secolo, andò perduta e, più tardi, zione musicale del SSS si estinse solo in parte recuperata.

Figura 11 Chiesa di Santo Spirito in Sassia, sulla destra l’organo

20 QUADERNI SMO  IL FINANZIAMENTO Spirito, inclusi il quartier genera- DELLE ATTIVITÀ le di Montpellier, come anche il diretto possesso dei vasti beni in L’onere finanziario di tutte queste Italia, Francia, Spagna, Inghilter- attività era sostenuto da rendite ra e Polonia. La maggior parte di stabilite dal Papa oltre a continue queste proprietà erano donazioni generose donazioni di privati che da membri di tutte le classi socia- accrescevano considerevolmente li che si sentivano di ringraziare il patrimonio dell’Ospedale. per le cure ricevute o che avreb- Un Istituto finanziario, il Banco di bero ricevuto o da quanti voleva- Santo Spirito, esistente fino a po- no sostenere l’attività dell’Ospe- chi anni fa e poi assorbito in una dale e potevano quindi essere an- fusione interbancaria, aveva il noverati nel Liberannualium dei compito di amministrare i beni e le benefattori e membri della Fra- proprietà dell’Ospedale. Guidata ternitas Sancti Spiritus. dalla sua missione cristiana ed È stata ipotizzata una rifondazio- umanitaria ed immune da qualsiasi ne dell’Ospedale durante il ponti- ideologia economicistica, l’ammi- ficato di Giovanni XXII (1316- nistrazione dell’Ospedale si muo- 1334) ma di essa non è rimasta veva in modo prudente ed irre- alcuna traccia.19 prensibile e garantiva la piena au- tonomia funzionale del complesso.  L’OSPEDALE SISTINO

 LE TRASFORMAZIONI L’Ospedale tornò al suo grande DELL’OSPEDALE splendore durante il Rinascimen- to con Papa Sisto IV della Rove- L’Ospedale seguiva le vicissitudi- re, che lo fece ricostruire dopo un ni del papato. Fu in declino du- devastante incendio. Sisto IV, “il rante il periodo di Avignone, grande costruttore”, che ordinò la quando i Papi furono lontani da costruzione della Cappella Sistina Roma. Tuttavia, proprio in quel in Vaticano, del ponte Sisto di periodo, l’Ospedale romano SSS fronte al quartiere di Trastevere e ottenne la supremazia ufficiale su della magnifica chiesa di Santa tutte le filiali dell’Ordine Santo Maria del Popolo, commissionò

NUMERO 1 21 la ricostruzione dell’Ospedale per dale è rimasto intatto fino ad oggi onorare il prossimo Giubileo del e costituisce la più importante 1475. In tali nuove forme l’Ospe- Opera architettonica del XV se-

Figura 12 Corsia Sistina

22 QUADERNI SMO Figura 13 colo a Roma. In tale occasione fu Esterno dell’Ottagono costruita la magnifica corsia Si- stina, giudicata da un pellegrino inglese venuto a Roma per il Giu- bileo del 1475, “l’ottava meravi- glia del mondo”.20 Nel 1510, Martin Lutero, che venne a Roma su incarico del- l’Ordine Agostiniano, visitò l’O- spedale e rimase impressionato dall’efficienza delle strutture: “Gli ospedali in Italia sono dotati di ogni cosa di cui si possa avere bisogno, sono costruiti bene, of- frono ottimi cibi e bevande ed ec- Figura 14 cellenti cure mediche...”, egli Interno dell’Ottagono scrisse.21 Fortemente voluta da Si- sto IV la Corsia Sistina è l’edifi- cio principale dell’Ospedale. (Fig. 12) Sormontata da una torre ottagona- le, la corsia è un’enorme sala, lun- ga 120 m e larga 12 m, divisa in due distinte sezioni da una lanter- na: i due ambienti erano chiamati braccio di sotto e braccio di sopra. La lanterna, che connette i due am- bienti, è divisa in due livelli. All’esterno si possono ammirare le bifore e trifore attribuite all’archi- tetto Giovanni Pietro Parma Ghir- landucci (Fig. 13), mentre all’inter- no ci sono nicchie contenenti le statue degli Apostoli, attribuite a Giovannino de’ Dolci. (Fig. 14)

NUMERO 1 23 Figura 15 Altare al centro della Corsia Sistina

24 QUADERNI SMO Al centro della lanterna, si eleva malati nel corso del loro ricovero. un altare (Fig. 15) attribuito tradi- Nel vestibolo della lanterna c’era zionalmente ad Andrea Palladio. una delle due principali entrate Su questo altare, al centro della nell’Ospedale con un doppio por- corsia, facilmente visto da tutti i tale: l’interno, magnifico, del XV pazienti nei loro letti, si celebrava secolo, chiamato “Portale del Pa- giornalmente la messa per la con- radiso”, è attribuito ad Andrea solazione dei malati. Bregno (Fig. 16); l’esterno fu di- All’inizio, dietro l’altare, c’era un segnato da Gian Lorenzo Bernini organo, il cui suono allietava i (1664). (Fig. 17)

Figura 16 Figura 17 Portale del Paradiso Il Portale esterno

NUMERO 1 25 Fuori il portale esterno c’è la L’altra entrata dell’Ospedale, la Ruota degli esposti, commissio- facciata verso il fiume, fu re- nata per l’accoglimento dei bam- staurata nel 1926-28, dopo l’i- bini abbandonati. (Fig. 18) naugurazione del Lungotevere. Lungo la corsia erano allineati i Sulle pareti della corsia, 69 af- letti che sembravano troni. Quan- freschi, 46 episodi, intervallati do il numero dei pazienti cresce- con 22 profeti ed una sibilla, di- va per le epidemie, altri letti era- pinti nel 1478, illustrano le ori- no aggiunti al centro della corsia, gini dell’Ospedale ed i più im- chiamati “carriole”: da cui l’in- portanti episodi della vita di In- vettiva dialettale romana, ancora nocenzo III e, soprattutto, di Si- usata ai nostri giorni “mortacci sto IV. tua e di tu’ nonno in carriola”, Furono dipinti da artisti della cioè in eccesso. scuola Umbro-Romana e da di-

Figura 18 La Ruota degli Esposti

26 QUADERNI SMO scepoli di Melozzo da Forlì, Al centro di ognuno dei due Ghirlandaio, Pinturicchio ed chiostri c’è una fontana; la più Antoniazzo Romano. bella è quella del Chiostro delle Oltre alla Corsia Sistina, Sisto Suore, chiamata la Fontana dei IV fece erigere il Chiostro dei Delfini (Fig. 21), un esempio di Frati, il Chiostro delle Suore ed raffinata eleganza del XVI seco- il Chiostro del Pozzo. lo, presumibilmente opera di I Chiostri dei Frati (Fig. 19) e Baccio Pontelli. delle Suore (Fig. 20), che con- Il terzo chiostro (Fig. 22), al- dividevano il refettorio e la cu- l’interno delle arcate dell’antico cina, sono chiostri rettangolari Conservatorio, è circondato da circondati da un doppio portico un giardino con al centro un con archi che poggiano su co- elegante pozzo. lonne ioniche.

Figura 19 Il Chiostro dei Frati

NUMERO 1 27 Figura 20 Il Chiostro delle Suore

Figura 21 Chiostro delle Suore: la fontana di B. Pontelli

28 QUADERNI SMO Figura 22 Il Chiostro del Pozzo

NUMERO 1 29  IL TEATRO ANATOMICO scovo Bernardino Cirillo, Com- mendatore dal 1556 al 1575, Adiacente alla Corsia Sistina, considerato uno dei più impor- fu costruita una sala, usata co- tanti Commendatori dell’Istitu- me teatro anatomico, della qua- to. La magnificenza del palazzo le, sfortunatamente, non è rima- fu criticata come sfrontatamen- sto nulla. Qui, sin dal 1514, pri- te sontuosa, con stanze troppo ma di Vesalio (1514-1564), fu- eleganti, non adatte ad un luogo rono compiuti i primi studi di di sofferenza come un ospedale. anatomia da parte di Leonardo La costruzione è quadrangolare da Vinci, che, tuttavia, si la- con un doppio portico con archi mentava con Giuliano de’ Me- sostenuti da colonne, i cui capi- dici di essere ostacolato nei telli sono di ordine dorico per il suoi studi di anatomia nel SSS. portico al piano terra e di ordi- Infatti, malgrado le autopsie ne ionico per il portico al primo fossero permesse negli ospeda- piano. Il soffitto è con volte a le romani, Leonardo era critica- vele nel portico inferiore ed in to in Vaticano per la sua insi- legno nel portico superiore, stenza eccessiva nello scortica- mentre il cortile ha una forma a re cadaveri. Qui, Bartolomeo spartiacque simile a quello tipi- Eustachio (1500-1574) studio e co delle antiche case romane. insegnò anatomia umana. Nell’arco centrale della loggia inferiore c’è una fontana (Fig. 25) costruita su mandato di  L’ESPANSIONE Paolo V per decorare la Guar- DELL’OSPEDALE NEL dia delli Sguizzeri nel Palazzo XVI SECOLO del Vaticano e poi trasferita nel Palazzo del Commendatore per Il Palazzo del Commendatore volere di Papa Alessandro VII, (Figg. 23-24), l’espansione del- quando Bernini costruì il colon- l’Ospedale avvenuta nel XVI nato di San Pietro.22 secolo, fu costruita nel 1568 In corrispondenza della fonta- dall’architetto Nanni di Baccio na, al livello della loggia supe- Bigio, durante il pontificato di riore c’è un grande orologio, Pio V e fu dedicata all’Arcive- posto al centro dello stemma

30 QUADERNI SMO Figura 23 Palazzo del Commendatore

Figura 24 Palazzo del Commendatore

NUMERO 1 31 Figura 25 Palazzo del Commendatore - Loggia inferiore: Fontana

32 QUADERNI SMO del Commendatore Ludovico Alla sinistra dell’entrata principa- Gazzoli. (Fig. 26) le del cortile c’è la porta di in- Su entrambi i lati del quadran- gresso alla Spezieria (farmacia) te, circondata dalla figura di un (Fig. 27) che, recentemente re- serpente che tocca la sua stessa staurata, ancora conserva magni- coda, un simbolo di eternità, è fici vasi pervenuti fino a noi, in- posta una croce con due assi sieme ad una ricca collezione di orizzontali, l’emblema del San- preziosi dipinti. (Fig. 28) to Spirito.

Figura 26 Palazzo del Commendatore: l’orologio

NUMERO 1 33 Figura 27 Ingresso della Spezieria

Figura 28 Spezieria: interno

34 QUADERNI SMO Alla destra dell’entrata principale che porta al primo piano dell’edi- ci sono l’Accademia Lancisiana ficio ed alla loggia superiore. (Figg. 29-30) ed una scalinata

Figura 29 Accademia Lancisiana: interno

Figura 30 Lapide all’ingresso della Accademia Lancisiana

NUMERO 1 35 Figura 31 Palazzo del Commendatore: Scala di accesso al piano superiore

Figura 32 Scala di accesso al piano superiore: Lezione di Anatomia

36 QUADERNI SMO Sulla parete fronteggiante la sca- cede attraverso un doppio in- linata c’è un gesso di un prezioso gresso all’appartamento del bassorilievo di Antonio Canova Commendatore, consistente di raffigurante una lezione di anato- varie stanze adornate da magni- mia. (Figg. 31- 32-33) fiche tappezzerie, mobili antichi Le pareti della loggia superiore e sculture, compresi una Ma- sono completamente decorate con donna con Bambino di Andrea affreschi commissionati dal Com- del Verrocchio. mendatore Teseo Aldrovandi ad La più prestigiosa delle stanze è Ercole Pelillo, pittore della scuola senza dubbio la sala dei ricevi- di Salerno. (Figg. 34-35) menti, nota come il Salone del Direttamente dalla loggia si ac- Commendatore. (Figg. 36-37)

Figura 33 Palazzo del Commendatore - Scala di accesso al piano superiore: nel vano, dopo la porta, sono appesi i ritratti dei Rettori, Precettori e Commendatori dell’Ospedale, a partire da Guido di Montpellier

NUMERO 1 37 Figura 34 Palazzo del Commendatore - Loggia superiore: affreschi

Figura 35 Palazzo del Commendatore - Loggia superiore: affreschi

38 QUADERNI SMO Figura 36 Palazzo del Commendatore - Loggia superiore Prima porta a sinistra: entrata nel Salone Seconda porta a sinistra: entrata alla Biblioteca Lancisiana

Figura 37 Vetrata della porta di ingresso al Salone del Commendatore

NUMERO 1 39 Il salone fu completamente affre- te lo stemma dell’Ospedale SSS scato con affreschi tradizional- con la tipica croce con due assi mente attribuite ai fratelli France- orizzontali, detta croce di Lorena, sco and Jacopo Zucchi, sebbene e lo stemma della famiglia Aldro- siano stati recentemente proposti vandi. Agli angoli della stanza, ci i nomi di Lorenzo Sabatini and sono effigi di festoni e frutta. Baldassare Croce.23 A fianco alla Sala del Commen- I dipinti descrivono la storia del- datore, c’è la biblioteca Lancisia- l’Ospedale, il sogno di Innocenzo na, fondata nel 1711 da Giovanni III, la visita di Sisto IV ai siti di Maria Lancisi, che fece della bi- costruzione dell’Ospedale e la blioteca l’anima del suo piano per complessa attività di opere carita- la promozione della cultura scien- tevoli portate avanti dall’Istituto. tifica. (Fig. 38) Ogni scena presenta l’aspetto di Inaugurata nel 1714, alla presenza arazzo incorniciato da drappeggi di Papa Clemente XI, la biblioteca su cui sono dipinti alternativamen- contiene preziosi manoscritti di di-

Figura 38 Palazzo del Commendatore: l’accesso alla Biblioteca

40 QUADERNI SMO verse ere dal XIV al XX secolo, celebrazioni religiose si svolgesse- inclusi 2 codici pergamena di Avi- ro nella chiesa di SSS in modo re- cenna, scritti in latino e il Liber golare e adeguato, attraverso una Sancti Spiritus Fraternitatis. Su piccola finestra che si affacciava una parete della biblioteca c’è una dalla sua cappella privata all’inter- piccola finestra che si affaccia sul- no della chiesa. Nel 1569, lo stes- la Corsia Sistina dove erano rico- so Nanni di Baccio iniziò la rico- verati i pazienti. Attraverso questa struzione dell’edificio delle Zitelle finestra, dal suo appartamento, il destinato ad ospitare le orfanelle. Commendatore poteva controllare, giorno e notte, il lavoro dei sanita- ri che curavano gli infermi. Al  LA CHIESA DELL’OSPEDALE centro della biblioteca ci sono due magnifici mappamondi del 1600. Nel XII secolo fu costruita una Il Commendatore poteva anche chiesa (Fig. 39) che prese il nome vedere, udire e controllare che le di Santa Maria in Sassia dalla

Figura 39 Chiesa di Santo Spirito in Sassia

NUMERO 1 41 cappella costruita nel 726/728 da dei Penintenzieri, perché la pre- Ina, il re sassone del Wessex. cedente chiesa, distrutta prima La chiesa, situata all’angolo dell’apertura di via dei Peniten- dell’edificio ospedaliero più vi- zieri, aveva un allineamento cino alla basilica di San Pietro, differente. fu rinominata SSS. La facciata, probabilmente ope- Nel 1475, la chiesa fu unita al- ra di Ottavio Mascherino, ha l’adiacente ospedale SSS, per due livelli con pilastri corinzi ordine di Sisto IV. che dividono il livello inferiore Il sacco di Roma (1527) causò in 5 campate ed il livello supe- gravi danni alla chiesa, che fu riore in 3 campate. poi ricostruita da Antonio da Un rosone circolare si apre al Sangallo il Giovane nel 1538- livello superiore e sovrasta lo 1545, su mandato del Papa Pao- stemma di Papa Sisto V. lo III, con il contributo del pa- All’interno la navata singola è triarca Giulio Cesare Gonzaga. fiancheggiata da 10 cappelle. L’asse della chiesa fu allineato Ci sono affreschi dei secoli con quello della nuova strada, XVI-XVII, che includono capo- via dei Penintenzieri, costruita lavori di Livio Agresti (la Gua- nello stesso periodo, che pro- rigione del paralitico, la Guari- lungava la via della Lungara, gione del cieco, Resurrezione), che portava dal quartiere Tra- Guidobaldo Abbatini (Storie stevere, attraverso la porta San- della Schola saxonum) e Jacopo to Spirito, all’interno del di- Zucchi (Pentecoste). stretto di Borgo. Dal lato dell’ingresso di via dei Le decorazioni furono eseguite Penintenzieri, sopra la cappella sotto Pio V (1566-72) e la fac- centrale del corridoio destro, ciata sotto Sisto V (1585-90). c’è un organo monumentale, Il campanile, di stile completa- commissionato dal Commenda- mente toscano, risale al tempo tore Guidiccioni, disegnato da di Sisto IV (1471) ed è attribui- Andrea Palladio, così come la to a Baccio Pontelli. È uno dei cupola del ciborio di fronte al- campanili più belli di Roma. l’abside. (Vedi pag. 20 - Fig.12) Il campanile non è allineato con (Fig. 40) l’asse della chiesa e con la via

42 QUADERNI SMO Figura 40 Chiesa di Santo Spirito in Sassia: interno

 IL SACCO DEI nate e violentate ed i monaci uc- LANZICHENECCHI cisi. I Lanzichenecchi danneggia- rono gravemente l’Ospedale ed L’Ospedale fu gravemente dan- ancor più la Chiesa, utilizzando neggiato durante il sacco dei Lan- queste strutture come baluardo zichenecchi. Il 6 maggio 1527, difensivo nel loro attacco all’a- l’Ospedale fu colpito dall’assalto diacente Castel Sant’Angelo, do- dei Lanzichenecchi, dopo il mas- ve Papa Clemente VII si era rifu- sacro di circa 1000 romani che giato. Ulteriori danni furono arre- avevano invano tentato la difesa cati dalle truppe capitanate da della città. Napoleone Orsini, che riuscì a La maggior parte dei Lanziche- spodestare i Lanzichenecchi nel necchi era costituita da tedeschi febbraio 1528. luterani animati da un profondo odio per la Roma dei Papi. Tutti coloro che furono trovati al-  LA CRISI DELL’OSPEDALE l’interno dell’Ospedale furono massacrati. Molti malati furono Seguì un periodo di crisi del- gettati nel Tevere, le suore profa- l’Ospedale aggravato dalla con-

NUMERO 1 43 Figura 41 Sant’Ignazio di Loyola temporanea crisi socio-econo- mica dell’Italia e dell’Europa. Alla metà degli anni ’50 del XVI secolo, a causa di sciagure dovute a povertà ed altre cause, i 30 letti dell’Ospedaletto, riser- vati ai feriti e le centinaia di let- ti della Corsia Sistina riservate ai malati febbricitanti erano as- solutamente insufficienti, spe- cialmente in estate quanto le epidemie di tifo rendevano ne- cessaria l’aggiunta di quattro fi- la di letti oltre alle due normal- mente presenti nella corsia.24 Al vertice dell’Istituzione presero Figura 42 piede disonestà, brama di pote- Guido Reni: San Filippo Neri re, raccomandazioni, protezio- nismo di ogni genere che favo- rirono inettitudine, inefficienza, indifferenza e negligenza e por- tarono ad un drammatico peg- gioramento del servizio.24 A quel punto, Ignazio di Loyola (Fig. 41), Filippo Neri (Fig. 42) e Camillo de Lellis (Fig. 43) si resero conto che era divenuta necessaria una vigorosa azione correttiva. Costituirono un’or- ganizzazione di volontariato nel contesto di una struttura religio- sa. Novizi e laici andarono in ospedale a compiere operazioni di beneficenza, preziose da un punto di vista sanitario e, pur-

44 QUADERNI SMO Figura 43 troppo, ormai trascurate dai sa- Pierre Hubert Subleyras, nitari (pulire i letti e gli abiti dei San Camillo de Lellis salva pazienti, portare cibo ai malati, gli ammalati dell’ospedale Santo aiutarli a mangiare, muoversi e Spirito, 1746, olio su tela lavarsi se non erano in grado di farlo autonomamente).24 La Chiesa riconobbe il grande valore etico del loro lavoro, fino a proclamarli Santi. Papa Paolo IV decise di ripristinare l’antica figura del Commendatore (che era stata sostituita da un esecu- tivo di sei membri per scelta del Papa Giulio III, con risultati di- prete cattolico, Gregory Martin, sastrosi) affidando il compito a descriveva in modo entusiasta il Bernardino Cirillo.24 Cirillo funzionamento dell’Ospedale, comprese che l’impegno e lo considerandolo simile all’ospe- stile di San Filippo e dei suoi dale ideale immaginato da Tho- seguaci poteva rappresentare un mas More nella sua Utopia.25 esempio per i sanitari dell’O- Durante la prima metà del XVII spedale.24 Proprio questo esem- secolo i letti erano circa un mi- pio, assai più che ricompense e gliaio, gestiti in modo impecca- punizioni, poteva aiutare i sani- bile. Un contemporaneo di fede tari dell’Ospedale a ritrovare protestante definì il SSS “una l’impegno, la motivazione, l’a- delle istituzioni caritatevoli più more e la diligenza smarriti nel degne mai viste”.26 tempo. Soltanto una trasforma- Nel corso dei secoli, oltre zione delle coscienze, stimolata Sant’Ignazio de Loyola, San Fi- dal basso, testimoniata dal ful- lippo Neri e San Camillo de gido esempio di uomini di buo- Lellis, altri famosi Santi forni- na volontà poteva debellare il rono la loro assistenza in Ospe- flagello della negligenza, lassi- dale, tra cui San Carlo Borro- smo, arroganza e abuso di pote- meo, San Giovanni Calasanzio, re. I risultati si videro in poco San Giovanni Bosco e Santa tempo. Alcuni anni più tardi un Agostina Pietrantoni. (Fig. 44)

NUMERO 1 45 Figura 44 San Carlo Borromeo, San Giovanni Bosco. San Giovanni Calasanzio, Suor Agostina Pietrantoni

 NUOVE ESPANSIONI una nuova corsia, in estensione DELL’OSPEDALE della Corsia Sistina, come anche un nuovo teatro anatomico, una Un nuovo ingrandimento dell’O- sala per conferenze ed una scuola spedale avvenne al tempo di per giovani medici, infermieri e Alessandro VII e Benedetto XIV farmacisti. Nello stesso periodo che dettero nuovo impulso alla ri- (1744-1748), fu costruito un nuo- cerca ed all’insegnamento scien- vo cimitero, più distaccato dall’O- tifico nell’Ospedale. spedale, in una posizione più alta Nel 1742, per volere di Benedetto rispetto al livello del Tevere, sul XIV, Ferdinando Fuga aggiunse pendio del Gianicolo, anticipando

46 QUADERNI SMO Figura 45 quelle misure igieniche che carat- Lapide commemorativa di Suor Agostina, terizzeranno le tecniche della se- all’interno della Chiesa di Santo Spirito in Sassia poltura nei secoli successivi.27 Dopo la conquista di Roma da parte delle truppe italiane nel 1870 e la fine dello Stato Pontifi- cio, l’Ospedale fu sottratto al Pa- pa e divenne un ospedale del Re- gno d’Italia. Le pratiche religiose furono rese difficili in Ospedale. I frati Cappuccini furono espulsi ed i crocefissi furono banditi. So- lo le suore rimasero, con il divie- to di parlare di religione ai mala- ti. Una di esse, Livia Pietrantoni, “Suor Agostina”, assistendo bam- Figura 46 bini, contrasse la tubercolosi. Ina- Lapide di ricordo nel luogo dell’assassinio spettatamente guarita, decise di all’interno dell’Ospedale Santo Spirito in Sassia prestare assistenza agli adulti ma- lati di tubercolosi. Qui un pazien- te violento e profano, Giuseppe Romanelli, fu espulso dall’Ospe- dale per comportamento indegno. Il 13 novembre1894 il Romanelli volle vendicarsi e scelse la sua vittima, Suor Agostina. La sor- prese e la uccise a pugnalate su alcune scale interne dell’Ospeda- le, dove ora c’è una lapide di commemorazione. (Fig. 46) Le ultime parole della vittima fu- rono di perdono per il suo assas- sino. Suor Agostina fu beatificata Paolo II nel 1999 e proclamata da Papa Paolo VI nel 1972, pro- patrona degli infermieri italiani clamata Santa da Papa Giovanni nel 2003.

NUMERO 1 47 Figura 47 Interno dell’ala dell’Ospedale SSS eretta da F. Fuga in corso di demolizione, sono ben visibili gli affreschi. Da Immagini – Sodalizio di S. Michele Arcangelo www.operapiasanmichelearcangelo.it

Figura 48 Facciata dell’Ospedale

48 QUADERNI SMO La Corsia Benedettina fu demo- stata dipinta la vecchia facciata. lita nelle prime decadi del XX È preceduta da una grande ve- secolo (1908-1928) durante i la- randa con archi che poggiano su vori di risistemazione delle ban- pilastri ottagonali. (Fig. 48) chine del Tevere intraprese do- L’ultimo ingrandimento dell’O- po la proclamazione di Roma spedale fu compiuto nel 1926 come Capitale d’Italia. (Fig. 47) con la costruzione di un grande Nel 1926, la vecchia facciata fabbricato da parte dell’inge- dell’Ospedale fu restaurata nelle gnere Gaspare Lenzi e di suo forme che aveva nel XV secolo, fratello, l’architetto Luigi Len- suggerite da pochi elementi ar- zi. La nuova costruzione fron- chitettonici di quel periodo so- teggia il Lungotevere in Sassia pravissuti e dall’affresco dipinto ed ospita la maggior parte delle da Sandro Botticelli nella Cap- strutture sanitarie del moderno, pella Sistina (La purificazione tuttora funzionante, ospedale di del lebbroso, 1481-2), dove era SSS. (Fig. 49)

Figura 49 Il nuovo Ospedale

NUMERO 1 49 I CONTRIBUTI DELL’OSPEDALE ALLA SCIENZA MEDICA

Ospedale ha dato un grande Grazie alla rivelazione di questi contributo alla scoperta dell’e- segreti medici ad un soldato tiologia, della fisiopatogenesi, spagnolo, la corteccia fu usata L’ della patologia e della terapia per curare la Contessa di Cin- della , una malattia che chon, moglie del Viceré del era molto diffusa nella campa- Perù. Da qui, in seguito, Linneo gna romana. chiamò questo albero con il no- In questo ospedale fu introdotto me generico di Cinchona nel in terapia, sin dal 1632, il pri- 1735. L’importazione di cortec- mo rimedio efficace contro la cia di cinchona dal Perù per malaria, l’estratto cinchona. opera del gesuita Alonso Mes- Medici europei del XVII secolo sias Venegas nel 1632 permise tramandavano che in un lago alla farmacia del SSS di diveni- del Perù, vicino Loxa, colpito re il centro di diffusione del da un violento terremoto, alberi nuovo farmaco nella campagna caduti nel lago avevano dato romana, dove il flagello della straordinarie proprietà terapeu- malaria aveva fatto vittime per tiche alle sue acque. Un indige- secoli.12 no identificò la sostanza guari- Molti rinomati medici lavoraro- trice nella corteccia di questi no nell’Ospedale, compresi i alberi, che fu da allora usata seguenti. nella pratica medica del luogo.

50 QUADERNI SMO Bartolomeo Eustachio (1500- stachio e Pini “sono chiare e molto 1574) (Fig. 50), medico di Papa accurate. Esse descrivono i risulta- Paolo III, studiò ed insegnò ana- ti delle effettive dissezioni ed han- tomia umana. Seguendo l’opera no una qualità schematica che ne di Leonardo da Vinci, Eustachio facilita la comprensione ed il ri- per primo introdusse l’autopsia cordo. Sono le antesignane dei sistematica ed il sezionamento successive atlanti anatomici che dei cadaveri negli ospedali roma- hanno aiutato intere generazioni di ni, studiando a fondo la loro chirurghi nell’insegnamento e nel- struttura. la pianificazione delle operazio- Figura 50 ni”.28 In Urbino, Lancisi ottenne le Bartolomeo Eustachio incisioni di Eustachio dagli eredi di Paolo Pini cui Eustachio aveva lasciato una collezione di libri e manoscritti. Lancisi stampò le in- cisioni nel 1714, illustrandoli in un libro chiamato Tabulae anato- micae Clarissimi Viri Bertholo- maei Eustachi, libro che suscitò molto interesse e di cui furono fat- te molte ristampe. (Fig. 51)

Figura 51 Frontespizio delle Tabulae anatomicae

Sulla base della sua esperienza Eustachio, con il suo assistente Matteo Pini, creò le Tabulae ana- tomicae (1552), famose nel mon- do, per le quali ottenne il titolo onorifico di “Principe dell’Anato- mia”. Le incisioni originali furono perdute per 140 anni, dopo la mor- te di Eustachio. Le incisioni di Eu-

NUMERO 1 51 Eustachio descrisse per la prima anche “a quelli che non conosco- volta, la tromba dell’orecchio, no il latino, cioè i barbieri-chirur- che prese il suo nome, identificò ghi che operano negli ospedali”. il muscolo stapedio, ne studiò la Un anno dopo la sua morte, Ana- funzione, scoprì la disposizione tomia per Uso et Intelligenza del della coclea, del modiolo, dell’ac- Disegno, scritto da Genga in quedotto, l’origine e la termina- stretta collaborazione con Lanci- zione della chorda tympani. Nel si, fu pubblicato da De Rossi in suo trattato De Dentibus, fornì Roma nel 1691 ed illustrata da 56 una magistrale discussione sulla bellissimi fogli numerati incisi su genesi e la trasformazione dei lastra. Il libro è considerato uno denti descrivendo, tra l’altro, il dei migliori testi medici stampati canale e la polpa dentale. Inoltre in Italia nel XVII secolo.30 Eustachio accertò l’esistenza di Grazie alla fama ottenuta il Re quattro vene polmonari, descrisse Luigi XIV – il Re Sole – nominò il decorso delle vene superficiali Genga Professore di Anatomia del braccio, e studiò la vena azy- della Accademia Reale di Francia gos. Identificò le valvole corona- a Roma. riche, descrisse, per la prima vol- Figura 52 ta, le ghiandole surrenali e la ve- Bernardino Genga na alba, ora conosciuta come dot- to toracico.

Bernardino Genga (1620 – 1690) (Fig. 52), chirurgo dell’O- spedale, pubblicò Anatomia Chi- rurgica nel 1672, un testo cruciale nella storia della medicina che fondò l’anatomia chirurgica, cioè l’anatomia concepita e descritta in funzione dell’attività chirurgica.29 In questo testo Genga descrisse le nuove acquisizioni sulla circola- zione del sangue in italiano per insegnare non solo ai dottori ma

52 QUADERNI SMO Giorgio Baglivi Figura 53 (Fig. 53) nac- Giorgio Baglivi que in Ragusa di Dalmazia (oggi, Dubrovnik). All’età di 15 anni, nel 1668, andò a Lecce dopo la morte dei suoi genitori dove fu adottato da un facoltoso dottore, Pietro Angelo Baglivi che gli det- te il suo nome ed i suoi beni.31 Studiò medicina a Napoli e si lau- reò, forse a Salerno. Studiò anato- mia a Pisa con grandi maestri, Giovanni Alfonso Borelli e Mar- cello Malpighi e frequentò gli ospedali di Padova, Venezia, Fi- tem e la ricerca fisiologica con- renze e Bologna. Nel 1694, eseguì dotta sugli animali. Fedele alle l’autopsia di Malpighi e identificò sue convinzioni egli fu un uomo la causa della sua morte nell’apo- di vasta cultura, fine semiologo, plessia cerebrale. Ottenne la catte- valente anatomico, attento studio- dra di Medicina e Chirurgia all’U- so dei fenomeni naturali e dell’a- niversità La Sapienza di Roma nel natomia comparata. 1696 e fu nominato membro della Nel suo libro De fibra motrice et Royal Society nel 1697. Fu il me- morbosa, presentò brillanti intui- dico personale dei Papi Innocenzo zioni sulla organizzazione dei ri- XII e Clemente XI. flessi, la funzione del sistema ner- Baglivi fu un eccellente clinico voso vegetativo e gli aspetti neu- che, distinguendo la pratica dalla rali della funzione vasomotoria.32 teoria, condannò il filosofare Nella sua opera principale, De astratto e le vuote speculazioni Praxi Medica, fu influenzato dal- dei medici del suo tempo e diede la tradizione ippocratica e soprat- nuovamente grande valore all’an- tutto dall’approccio olistico alla tico empirismo ippocratico, basa- terapia basato sull’idea di un in- to sull’esperienza e sul ragiona- nato potere guaritore del corpo.33 mento. Con fermezza ribadì l’im- Nel De Praxi Medica, fornì pre- portanza dell’osservazione clini- gevoli descrizioni di alcune ma- ca, l’esame autoptico post mor- lattie, come la febbre tifoide, la

NUMERO 1 53 gotta, la sifilide, l’elmintiasi in- XII, Clemente XI, confermò Lan- fantile; descrisse i sintomi pro- cisi in tale posizione. Lancisi fu dotti dal morso della tarantola, membro di molte accademie com- distinse la pleurite in flemmono- prese l’Accademia dei Fisiocrati sa, secca e spuria ed indicò pre- di Siena, l’Accademia delle ziose regole per identificare le Scienze di Bologna, l’Accademia forme latenti; sostenne l’efficacia Germanica Curiosorum Naturae terapeutica dell’ipecacuana nella (Accademia Caesarea Leopoldi- dissenteria e nelle emorragie e ri- na) ed il Royal College of Physi- badì che le febbri maligne non cians di Londra. dovevano essere considerate pri- Nel 1691 entrò nell’Accademia mitive ma causate da alterazioni dell’Arcadia con il nome di Ersi- della linfa o del sangue.34 La sua lio Macariano. Morì a Roma il 20 fama si diffuse nell’intera Euro- gennaio 1720 e fu sepolto nella pa. Morì a Roma nel 1707 e fu chiesa di SSS. Lasciò in eredità la sepolto nella chiesa di San Mar- sua preziosa biblioteca di libri e cello al Corso.34 manoscritti all’Ospedale, insieme ad una rendita annuale che rese Giovanni Maria Lancisi (Fig. Figura 54 54), nato a Roma il 26 otto- Giovanni Maria Lancisi bre1654, si laureò in filosofia e medicina nel 1672. Nel 1676 di- venne assistente medico all’Arci- spedale di SSS. Nel 1685 gli fu conferita la Cattedra di Anatomia all’Università La Sapienza di Ro- ma, da lui tenuta fino al 1695. Al- lora ottenne la cattedra di medici- na teorica. Nel 1688 fu nominato archiatra papale da Innocenzo XI. Nel 1699 fu chiamato a consulto per curare il Papa Innocenzo XII. Il Collegio dei Cardinali gli chie- se di diventare Dottore del Con- clave. Il successore di Innocenzo

54 QUADERNI SMO possibile la fondazione della Bi- dove fornì un grande contributo blioteca Lancisiana. alla patofisiologia cardiovascola- In anatomia, il suo nome è legato re, distinguendo l’ipertrofia e la alla descrizione delle strie longi- dilatazione del cuore, studiando tudinali mediali del corpus callo- le origini degli aneurismi e mo- sum, i “nervi del Lancisi”, due strando che le lesioni cardiache sottili bande di fibre mielinizzate possono essere causate dalla sifi- che formano creste longitudinali lide.39 Oltre al suo lavoro medico nell’indusium griseum sulla parte Lancisi sviluppò “il metodo di superiore del corpo calloso.35 eliminazione”, l’eradicazione del- Lancisi apportò significativi con- le peste bovina in Europa, con tributi in molti campi della medi- speciali istruzioni per abbattere e cina. seppellire gli animali affetti, la Dall’estate del 1705 all’inverno proibizione di muovere gli ani- del 1706, si registrarono in Roma mali, l’adozione di speciali misu- numerose morti improvvise, che re igieniche e politiche.40 una diffusa diceria attribuiva ad Contribuì agli iniziali lavori di ri- una punizione divina. Al fine di cerca sulla malaria.36 evitare un’ondata di panico il Pa- Nel De Bovilla Peste (1712) e nel pa ordinò a Lancisi di approfon- De Noxiis Paludum Effluviis Eo- dire l’argomento, il che egli fece rumque Remediis (1717), sosten- eseguendo molte autopsie e poi ne la correlazione tra un’epide- pubblicando il libro De subita- mia di malaria occorsa in Roma neis mortibus (1707).36 Egli scris- nel 1695 con un simultaneo alla- se anche la Dissertatio de recta gamento del Tevere con ristagno ratione medicorum studiorum in- di acque nei prati e nei fossati at- stituenda (1715), il Tractatus de torno all’Ospedale SSS. Sostenne urinis, la prima discussione sul una stretta correlazione tra mala- meccanismo fisiologico della for- ria e paludi, specialmente in luo- mazione dell’urina,37,38 la De bo- ghi infestati da zanzare, che rite- villa peste (1715), illustrando le neva essere i portatori della ma- caratteristiche della peste del be- lattia. Conseguentemente consi- stiame e le opportune misure di gliò la bonifica della campagna controllo ed il postumo De motu romana per sradicare il male, ma cordis et aneurysmatibus (1728), rimase inascoltato.39

NUMERO 1 55 Bernardo Ramazzini (1633- ni che colpiscono i becchini e i 1714) (Fig. 55), dottore del SSS, pulitori di latrine, suggerendo studiò le malattie epidemiche e l’uso di maschere. Descrisse l’influenza del clima sulle ma- l’avvelenamento da mercurio dei lattie. chirurghi che spalmavano un- guenti mercuriali sulla pelle dei Figura 55 pazienti affetti da sifilide, sugge- Bernardo Ramazzini rendo di far applicare l’unguento autonomamente dal paziente su sé stesso. Studiò le malattie pol- monari che colpivano minatori e muratori dovute alla continua aspirazione della polvere. Stu- diando fornai e mugnai descrisse il quadro dell’asma allergica bronchiale attribuendone la cau- sa ad “animaculi”, oggi riferibili ad alcuni acari. Descrisse le ma- lattie dell’occhio che affliggeva- no fabbri e doratori per la pro- lungata esposizione a luci bril- Per primo descrisse i pozzi arte- lanti. Descrisse l’avvelenamento siani. Inventò il barometro a da piombo nei tipografi ed il mercurio e fu il precursore degli cancro scrotale negli spazzaca- studi che portarono alla scoperta mini per il contatto con il catra- dell’elettricità atmosferica, del- me. Descrisse i pericolosi effetti l’ossigeno e dell’ozono. Scrisse del fumo di tabacco di cui consi- il primo testo di medicina del la- gliava l’abolizione. voro, De morbis artificum diatri- Nel suo De morbis artificum, so- ba, pubblicato a Bologna nel steneva la necessità di protegge- 1700 e ristampato a Padova nel re la salute dei lavoratori con 1713, e può essere considerato il procedimenti medici intesi a pre- fondatore della medicina delle venire le malattie che potevano malattie professionali.41 Descris- essere contratte nell’esecuzione se gli avvelenamenti e le infezio- del lavoro.42

56 QUADERNI SMO Antonio Pacchioni (1665 - fondò il museo anatomico nel 1726) (Fig. 56), allievo di Malpi- 1771, vicino al teatro anatomico ghi, dottore del SSS, studiò la dell’Arcispedale, per fornire dimo- struttura delle meningi, descri- strazioni pratiche agli studenti che vendo per primo i piccoli noduli seguivano i corsi di anatomia e chi- che protrudono sulla superficie rurgia. Eseguì con abilità operazio- dell’aracnoide e che portano il ni chirurgiche di ogni tipo: ortope- suo nome, la cui funzione è il diche, urologiche, otorinolaringoia- riassorbimento del fluido cere- triche (tracheotomie ed estrazioni brospinale. In Roma pubblicò la di corpi estranei dall’esofago), of- Dissertatio Epistolaris de Glan- talmologiche (presentò riflessioni dulis Conglobatis Durae Menin- interessanti sulle malattie delle gis Humanae (1705), uno dei pri- ghiandole lacrimali, sullo ptery- mi studi dettagliati sulla struttura gium e sulle cataratte). anatomica delle meningi e delle loro funzioni.43 Figura 57 Giuseppe Flaiani Figura 56 Busto di A. Pacchioni, Chiostro del Pozzo, Ospedale Santo Spirito in Sassia

Nel 1800 fu tra i primi a descri- vere la malattia nota come gozzo esoftalmico, enfatizzando l’asso- ciazione tra iperplasia tiroidea e malattia cardiaca.44 Tuttavia egli Giuseppe Flaiani (1739-1808) non riportò l’esoftalmo che è uno (Fig. 57), chirurgo dell’ospedale dei sintomi caratteristici del goz- SSS, medico del Papa Pio VI, zo esoftalmico. La sindrome fu

NUMERO 1 57 poi completamente descritta da punto dove essi sono prodotti e Graves nel 1835 e da von Base- che essi si diffondono lungo la di- dow nel 1840 ed è ora general- rezione della corrente che li ha mente conosciuta come malattia generati. Scoprì che il primo tono di Flaiani-Graves–Basedow.45 cardiaco è sincrono con la chiu- sura della valvola mitrale, che la Guido Baccelli (1830-1916) diminuzione nel sollevamento del (Fig. 58) fu primario medico nel- diaframma durante l’inspirazione l’ospedale SSS dal 1862 fino alla è dovuta a lesioni del polmone morte. omolaterale, che i liquidi trasmet- Figura 58 tono vibrazioni fonetiche in pro- Guido Baccelli porzione inversa alla loro densità. Indicò un metodo per la diagnosi differenziale dei cancri pancreati- ci ed ovarici basato sulla percus- sione dell’osso iliaco quando la gamba del paziente è addotta. Baccelli localizzò l’infezione mala- rica all’interno dell’eritrocita. Nel- l’Ospedale SSS accolse due futuri premi Nobel, Alphonse Laveran (nel 1882) e Camillo Golgi (nel 1893), che ricercarono e trovarono Maestro di semeiotica dell’addo- conferma delle loro teorie sulla ge- me e del torace, identificò molti nesi ed evoluzione della malaria sia nuovi sintomi, compresa la perce- nella campagna romana che all’in- zione sillabica distinta delle paro- terno dell’Ospedale.46 Baccelli fu le sillabate in tono afono nei ver- un pioniere nell’uso terapeutico samenti pleurici, la diplofonia nei delle iniezioni endovenose di chini- casi di caverne interconnesse e co idrocloruro nel trattamento della identificò clinicamente l’“angina malaria (ottenendo alcune sensa- abdominis” e la febbre tifoide zionali guarigioni dalla malaria sub-continua. Dimostrò che i ru- perniciosa), di sublimato corrosivo mori patologici endocardici sono nel trattamento della sifilide, di meglio apprezzati ascoltando il strofantina nell’insufficienza car-

58 QUADERNI SMO diaca (il grande patologo Virchow Con Angelo Celli, studiò il nuovo disse entusiasticamente di lui: “Ciò protozoo scoperto da Laveran nel che Lister fece per la superficie del 1881 e lo trovò nel sangue dei pa- corpo, Baccelli ha fatto per la com- zienti ammalati di malaria, rico- posizione del sangue”).46 noscendo nei vari stadi di svilup- Introdusse l’iniezione sub-cuta- po.47 Chiamò “Plasmodium” il nea di acido carbolico nel tratta- nuovo microrganismo agente pa- mento del tetano e la sommini- togeno della malaria. Nello stesso strazione di ossigeno ai pazienti periodo, Golgi completò i suoi con polmonite. Questa misura te- studi sui differenti tipi di malaria, rapeutica, per la prima volta ap- distinguendo tra “terziana beni- plicata da Baccelli al Re Vittorio gna”e “quartana”, e identificando Emanuele II nel 1878, prolungò i due rispettivi agenti etiologici, la vita del paziente per un breve plasmodium vivax e plasmodium tempo e ciò, si dice, permise al malariae. In seguito Marchiafava Re di avere il tempo per ricevere e Celli identificarono una terza i Sacramenti Cristiani.46 forma di malaria, che chiamarono “terziana maligna” o “febbre esti- Ettore Marchiafava (1847- vo-autunnale” causata da un 1935) (Fig. 59) fu medico di tre agente differente, il plasmodium Papi e della reale Casa di Savoia falciparum.47 Questo ceppo, molto e professore di anatomia patolo- frequente a Roma, presentava una gica. natura più violenta con esito fre- Figura 59 quente in forme comatose perni- Ettore Marchiafava ciose ed una tendenza ad accumu- larsi nei vasi cerebrali.47 Marchia- fava, Celli e Bignami pubblicaro- no i loro dati in monografie fon- damentali.48-50 Nel 1884, con Celli, Marchiafava identificò Neisseria meningitidis come l’agente causa- le di una forma di meningite bat- terica. Inoltre Marchiafava per primo descrisse le caratteristiche istopatologiche dell’arterite cere-

NUMERO 1 59 brale sifilitica. Nel 1897 osservò Pubblicò le Ricerche sull’anato- la demielinizzazione del corpo mia patologica delle perniciose calloso nel cervello di un paziente (1890-91), correlando i sintomi alcolista e nel 1903, con Bignami, clinici con le alterazioni anatomi- pubblicò una completa descrizio- che.51 Descrisse la patologia della ne della malattia ora nota come forma encefalitica della malaria Malattia di Marchiafava-Bignami. evidenziando anelli emorragici Fu il primo a sottolineare l’impor- intorno a tessuto necrotico, con al tanza della sclerosi delle arterie centro un piccolo vaso precapilla- coronarie nella patogenesi dell’in- re intasato di globuli rossi pieni farto miocardico. Nel 1926, de- di parassiti ed endotelio alterato scrisse una forma di ittero emoli- determinanti piccoli infarti emor- tico cronico acquisito chiamato ragici e consecutiva reazione “anemia emolitica con emosideri- gliale.52 Fornì la prima dimostra- nuria perpetua”.47 zione sperimentale che l’infezio- ne della malaria si trasmette al- Amico Bignami (1862-1929) l’uomo dalle zanzare. Nel 1898, (Fig. 60), medico del SSS, per un paziente ricoverato all’Ospe- primo descrisse in modo accura- dale SSS, che non aveva mai sof- to l’anatomia patologica della ferto di malaria, esposto alle pun- malaria. ture di zanzare raccolte nell’area di Maccarese, sviluppò una forma Figura 56 estivo-autunnale di malaria con Amico Bignami parassiti nel sangue.53,54 Con Marchiafava, Bignami de- scrisse tre casi di degenerazione alcolica del corpo calloso.55 All’Accademica Medica in Ro- ma, nel 1907, presentò un caso in cui, oltre alla degenerazione del corpo calloso, era presente una si- mile alterazione della commissu- ra anteriore e, per la prima volta, argomentò che c’era una degene- razione sistematica delle com-

60 QUADERNI SMO messure cerebrali. Nel 1911, Bi- Dopo l’introduzione del metodo gnami, con Marchiafava e Nazari, di colorazione di Romanowski, pubblicò dodici ulteriori casi che aveva reso più semplice (Monatschrift für Psychiat. Und l’osservazione dei parassiti, Ba- Neurol., XXIX, p. 181-334), e stianelli e Bignami chiarirono il nel 1915, con Nazari, pubblicò significato dei filamenti crescen- diciannove ulteriori casi, descri- tici e mobili da essi originati e vendo anche la degenerazione descrissero la morfologia dei mi- delle fibre associative subcortica- crogameti, convinti che l’ulterio- li (Rivista Sperimentale di Fre- re sviluppo dei crescenti si veri- niatria, XLI, 1, pp. 81-148).51 ficasse nelle zanzare.56 Lavorando sulle anofele, cattura- Giuseppe Bastianelli (1862- te ed inviate loro da Grassi e nu- 1959) (Fig. 61), primario medico trite con il sangue di pazienti del SSS all’età di 29 anni, studiò ammalati di malaria, Bastianelli il ciclo del parassita nell’anofele. e Bignami alla fine ottennero lo sviluppo del parassita.57 Figura 61 Così poterono descrivere tutte le Giuseppe Bastianelli fasi del ciclo sporogonico di Pla- smodium Vivax nelle susseguen- ti fasi, dall’oocista di 42 ore fino alla formazione ed al rilascio de- gli sporozoiti, e presentarono la loro relazione, con Grassi, al- l’Accademia dei Lincei58 e, più tardi, all’Accademia Medica di Roma.56

NUMERO 1 61 IL PRESENTE

ggi, SSS è un ospedale di zona con la grande tradizione dell’O- che svolge ancora un significa- spedale. La Chiesa di SSS, sede tivo ruolo sanitario al centro diaconale di Cardinali dal 1993, O della città specialmente durante è stata promossa a Centro della i grandi raduni di centinaia di Spiritualità della Divina Miseri- migliaia di fedeli nell’adiacente cordia, associata alla figura di Piazza San Pietro. Santa Faustina Kowalska e poi All’interno dell’ospedale la a sede presbiteriale di Cardinali. Scuola Medica Ospedaliera, La Chiesa però non ha più lega- rifondata il 5 giugno 1922 su mi con l’Ospedale con cui è vis- iniziativa di Galli, Bastianelli e suta integrata per secoli. Carducci, erede della Scuola L’Ospedale non ha più un’am- della Consolazione, fondata dal- ministrazione autonoma ma è la “famiglia medica ospedaliera” stato inserito in un’Azienda Sa- nel XVII secolo e della Scuola nitaria Locale, con le caratteri- Clinica dell’Arcispedale di SSS stiche e le logiche riorganizzati- del XIX secolo, ancora promuo- ve proprie dell’attuale Servizio ve corsi di insegnamento mante- sanitario nazionale (SSN). nendo viva la antica tradizione. In questa atmosfera, lo spirito Sfortunatamente, nelle recenti dell’Ospedale si è andato dete- decadi, profonde trasformazioni riorando malgrado lo sforzo di sociali hanno spezzato il legame molti medici e infermieri.

62 QUADERNI SMO Figura 62 La tensione religiosa, spirituale Salone del Commendatore: affreschi e morale, che ha mantenuto vi- vo l’Ospedale per secoli, è stata dissolta, ignorata e dimenticata. Fino alle recenti ristrutturazioni completate in occasione del Giubileo del 2000, la Corsia Si- stina era ancora un’attiva corsia di medicina generale. In seguito ha interrotto la sua funzione storica ed è stata tra- sformata in una sala per confe- renze o per eventi artistici o di affari di ogni tipo, compresi sfi- late di moda, esibizioni culina- rie, mostre di antiquariato e per- sino esibizioni equestri. Dipinte sulle pareti del Salone del Commendatore, ancora ri- splendono, più che mai inauditi, i nomi delle virtù che animaro- no la missione dell’antico Ospe- dale: Vigilantia, Custodia, Mi- sericordia, Pietas, Perseveran- tia, Providentia. (Fig. 62)

NUMERO 1 63 REFERENZE

1) L. Pani Ermini, La “Schola Saxo- 7) A. Tomei, Un capolavoro poco num” e le “Scholae peregrinorum” noto della miniatura trecentesca. In: nella “Civitas Leoniana”. In: L’an- L’antico ospedale di Santo Spirito tico ospedale di Santo Spirito dall’I- dall’Istituzione papale alla sanità stituzione papale alla sanità del ter- del terzo millennio (Roma: il Veltro zo millennio (Roma: il Veltro Editri- Editrice, 2001), II, 203-24. ce, 2001) I, 37-46. 8) P. Guerrini, La storia della fonda- 2) P. De Angelis, L’ospedale di San- zione dell’Ospedale Di Santo Spirito to Spirito in Saxia (Roma: Bibliote- in un manoscritto illustrato del XV ca della Lancisiana, 1960), I, 216. secolo. In: L’antico ospedale di San- Cited in P. Guerrini, La storia della to Spirito dall’Istituzione papale alla fondazione dell’Ospedale Di Santo sanità del terzo millennio, (Roma: il Spirito in un manoscritto illustrato Veltro Editrice, 2001), I, 143-62. del XV secolo. In: L’antico ospedale di Santo Spirito dall’Istituzione pa- 9) F. Colonna, L’ospedale di Santo pale alla sanità del terzo millennio, Spirito a Roma, 16-7. (Roma: il Veltro Editrice, 2001), I, 143-62. 10) Ibid., 43.

3) T. Bovi, I luoghi di cura a Roma. 11) Ibid., 54-55. In: L’antico ospedale di Santo Spiri- to dall’Istituzione papale alla sanità 12) L. Colapinto, La spezieria del- del terzo millennio (Roma: il Veltro l’ospedale Santo Spirito. In: L’anti- Editrice, 2001), I, 73-83. co ospedale di Santo Spirito dall’I- stituzione papale alla sanità del ter- 4) G. Drossbach, “Caritas” cristia- zo millennio (Roma: il Veltro Editri- na: Innocentius III fondatore dell’o- ce, 2001), II, 173-84. spedale e dell’ordine di Santo Spiri- to.In: L’antico ospedale di Santo 13) A. Esposito, Assistenza e orga- Spirito dall’Istituzione papale alla nizzazione sanitaria nell’ospedale sanità del terzo millennio, (Roma: il di Santo Spirito. In: L’antico ospe- Veltro Editrice, 2001), I, 85-94. dale di Santo Spirito dall’Istituzione papale alla sanità del terzo millen- 5) F. Colonna, L’ospedale di Santo nio (Roma, il Veltro Editrice, 2001), Spirito a Roma (Roma: Edizioni I, 201-13. Quasar, 2009), 3. 14) F. Colonna, L’ospedale di Santo 6) Ibid., 44. Spirito a Roma, 50.

64 QUADERNI SMO REFERENZE

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