Associazione Nazionale Alpini - Sezione di Como

Como - Anno XLIII - Ottobre-Dicembre 2017 - Numero 4

L’ultimo Natale

Numero 4 - Anno XLIII - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46), art. 1, comma 2, DCB 1, comma Como n° 46), art. in L. 27/02/2004 (conv. 353/2003 - D.L. postale in abbonamento - Spedizione SpA Italiane 4 - Anno XLIII - Poste Numero di guerra La massa degli sbandati si muoveva lentamente sul dosso della collina verso Nikolajewka. […] Nella valle si era fatto silenzio che soffocava il cuore nell’attesa. […] D’improvviso si scatenò l’inferno, rabbiosamente. La neve appariva chiazzata di nero e di sangue sotto le raffiche delle mitraglie, le sventagliate dei parabellum, l’esplodere dei proiettili di mortai e di anticarro. Padre Narciso Crosara, cappellano del battaglione Tirano

Nikolajewka 75° anniversario

Commemorazioni sezionali 2018 Cavallasca, sabato 20 gennaio

Lenno, domenica 28 gennaio AQUATTI/SHUTTERSTOCK.COM SOMMARIO In questo numero EDITORIALE Il mio augurio per Natale 2 DAL DIRETTORE L’insopprimibile bisogno di speranza 3 TERREMOTO in copertina L’Ippopotamo di Cresta Croce Vicino alla gente 4 (Foto Alberto Nardi) Como - Anno XLIII - Numero 4 LE MEDAGLIE D’ORO Ottobre-Dicembre 2017 Teresio Olivelli, un santo di casa 8 Associazione Nazionale Alpini Sezione di Como MESSA SEZIONALE Via Zezio, 53 - 22100 Como (CO) Tel. 031.304180 Memoria, gioia, preghiera, meditazione 10 www.alpinicomo.it - [email protected] Direttore responsabile SOLENNITÀ Piergiorgio Pedretti [email protected] Quando arriva il 4 Novembre 12 Caporedattore Tiziano Tavecchio 2° RAGGRUPPAMENTO Redazione Il passaggio della stecca 16 Enrico Bianchi, Enrico Gaffuri, Mario Ghielmetti, Carlo Pedraglio NON TUTTI SANNO CHE Progetto grafico e impaginazione Cos’è la stecca QG Project - Alessandro Villa 19 Stampa CENT’ANNI FA Bieffe SpA Industria Grafica Via Mariano Guzzini, 38 Il falò della speranza 20 62019 Recanati (MC) Registrazione al Tribunale di Como IN COPERTINA n. 21 del 7/10/1976. Poste Italiane SpA - Sped. in abb. postale - Un’impresa leggendaria 22 D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46), art. 1, comma 2, DCB Como SPORT Hanno collaborato a questo numero Assemblea annuale dello sport 24 Paolo Adamoli, Giorgio Battisti, Enrico Bianchi, Marta Bianchi, Giampaolo Bergna, Luca Boschini, SOLIDARIETÀ Oscar Cantoni Vescovo, Alberto Castelletti, Amelio Castelli, Mariolina Cattaneo, In carcere per donare speranza 26 Alessandro Clerici, Flaminio Colombo, Lorenzo Cordiglia, Angela Corengia, IL RACCONTO Luca Delle Vedove, Andrea Fogari, Luciano Forni, Alessandro Fumagalli, 1917, un Natale di guerra, un inno alla pace 28 Enrico Gaffuri, Renzo Gatti, Mario Ghielmetti, Silvia Gorla, Maurizio Invernizzi, Paola Marzorati, Padre Giovanni Milani, IN GRIGIOVERDE Massimiliano Molteni, Carlo Pedraglio, Piergiorgio Pedretti, Alfredo Rizzi, Marco Rolando, Ritorno in trincea 30 Marco Roncalli, Emanuele Roncoroni, Lorenzo Sala, Marco Schinzari, Tiziano Tavecchio, Camillo Volontè Buona fortuna, Comandante! 33 VIVERE IL TERRITORIO Un gioiello in riva al lago 34 TANTO DI CAPPELLO Notizie alpine intra moenia ed extra moenia 37 DALLA PENNA DEI GRUPPI A tutti coloro che abbiano salvaguardato, aiutato, Fatti col cappello alpino 42 accresciuto la Patria, è assegnata in cielo una sede ben determinata, dove nella beatitudine possano godere di una vita eterna RECENSIONI Omnibus, qui patriam servaverint, adiuverint, auxerint, certum est in caelo definitum locum, Finito di stampare 53 ubi beati aevo sempiterno fruantur Marco Tullio Cicerone, De Re Publica, Somnium Scipionis, 6, 13 La versione digitale del Baradèll è pubblicata sul sito internet www.alpinicomo.it EDITORIALE Il mio augurio per Natale A tutti voi splendidi operatori di pace

Enrico Gaffuri

e gli auguri di pace che ci scambia- Sarebbe sufficiente pensare al pianto in- Il Natale di quei ragazzi si è fermato tanti mo per Natale non si limitassero a consolabile delle tante mamme che non anni fa, mentre il nostro continua ad ar- essere belle parole, ma si traduces- li videro mai tornare a casa. Invece no, rivare ogni anno. sero in realtà, allora sì che rende- tutto quel dolore non è servito a mettere E allora mi piacerebbe che il primo pen- Sremmo davvero onore a quegli Alpini e a le cose a posto, a partire dalla testa e dal siero della mattina di Natale fosse rivolto tutti gli altri Soldati d’Italia che cent’anni cuore degli uomini. proprio a loro, ai nostri Caduti, che han fa si sono spesi fino all’ultima goccia di Anche quest’anno abbiamo visto e senti- fatto tutto il possibile e anche di più per sangue sull’Ortigara, a Caporetto e in tut- to di tutto, dagli attentati terroristici che conquistare la Pace, quella con la P maiu- te le altre zone in cui si combatté. Perché colpiscono nel mucchio, ai venti di guerra scola e non quella di cui si parla e basta. quegli uomini, pur inconsapevolmente, che soffiano forte da tante direzioni. Cri- E con questo pensiero, mi auguro che sia sono morti per darci un’Italia e un mondo minalità e mille forme insopportabili di davvero un Natale buono, capace di aprire in pace. Un enorme sacrificio per un risul- violenza. Parafrasando il titolo di un film mente e cuore di tutti coloro che hanno le tato durato ben poco tempo, visto che poi degli anni Cinquanta, mi verrebbe da dire grandi responsabilità nazionali e interna- è ricominciato tutto daccapo. Peccato che che “Non c’è pace tra gli ulivi”. zionali, di coloro che, a volte solo per un non si riesca mai a far tesoro delle espe- E intanto i nostri Caduti, che più di capriccio, riescono a scatenare le tempe- rienze vissute, soprattutto quelle terribili chiunque altro avrebbero apprezzato e ste più violente. della guerra. difeso la pace vera, sono rimasti là sulle A voi cari Alpini, Amici e famiglie, a voi Sarebbe sufficiente pensare a quei poveri linee del fronte e sono a malapena ricor- che siete splendidi operatori del bene e ragazzi, dilaniati dagli shrapnel o dalle raf- dati sugli elenchi di nomi incisi sui monu- della pace, auguro un Natale stracolmo di fiche della mitraglia, abbandonati a mori- menti dei nostri paesi. E, per fortuna, ci tutto il bene che meritate. re sul filo spinato in uno dei tanti assalti. siamo ancora noi e pochi altri a ricordarli. Un abbraccio veramente fraterno.

2 ottobre-dicembre 2017 DAL DIRETTORE L’insopprimibile bisogno di speranza Quel sentimento di attesa fiduciosa

Piergiorgio Pedretti

iviamo in un’epoca caratteriz- zata da un clima di precarietà così diffuso da indurci a crede- re in un futuro incognito e im- prevedibile.V Poche prospettive sorreggo- no la nostra esistenza e anche loro sono messe a dura prova da molti fattori nega- tivi: la violenza diffusa, le squallide riva- lità a tutti i livelli sociali, il mito del più bello e del più forte, il lavoro che manca, l’idolo del libero mercato che arricchisce pochi e impoverisce molti. È il mondo stesso che sembra essere sfuggito al con- trollo dell’uomo: la paura e l’angoscia per le molte situazioni di guerra e oppressio- ne hanno portato l’occidente non tanto ad aver paura della morte, quanto ad aver paura della vita. È venuta a mancare la speranza, quel sentimento di attesa fi- duciosa in qualcosa che si desidera. Ma ha scritto Alexandre Dumas padre: «fino al giorno in cui Dio si degnerà di svela- re all’uomo l’avvenire, tutta la saggezza umana consisterà in queste due parole: attendere e sperare». Perché la speranza Ghielmetti Mario Foto non è fantasia e non è perduta come po- Il crocifisso nella splendida cornice della basilica di Galliano a Cantù. trebbe sembrare; è ancora viva perché in- sita nell’animo umano e si rende visibile male; la speranza di libertà per coloro che Alpini sono portatori di speranza quando quando l’uomo – oggi – ricerca ciò che sono trattenuti in carcere. E il Baradèll ha si rimboccano le mani per lenire, in mille domani sarà realtà. scelto come simbolo un’opera particola- modi e con grande umiltà di cuore, le sof- La speranza ci invita a non darci per vin- re: un crocifisso realizzato dall’Alpino ferenze dei fratelli. Il premio Nobel per ti, a non accettare passivamente i mali Gabriele Migliorini di Cantù; un crocifis- la pace Martin Luther King ha scritto: del mondo; ci esorta a fare ogni tentati- so scolpito in un tronchetto di ulivo del «anche se avrò aiutato una sola persona vo per trasformarli e dar loro nuova vita lago di Como, senza braccia a significare a sperare non avrò vissuto invano». e nuovo respiro. «Quando il mondo dice le distruzioni del terremoto, fissato su E allora gli auguri di Natale che siamo “rinuncia” la speranza sussurra “prova un piano di legno raffigurante le crepe prossimi a scambiarci, siano veramente ancora una volta...” c’è qualcosa den- provocate dalla terra che trema; un cro- un segno di speranza per tutti noi, per le tro di te che nessuno ti può toccare né cifisso che sarà donato alla chiesa di uno nostre care famiglie, per i nostri figli e il togliere, se tu non vuoi: si chiama spe- dei paesi terremotati. Ma perché questa loro non sempre facile futuro. ranza». In prossimità del Natale immi- scelta? Perché il crocifisso è il simbolo in E un augurio particolare alla nostra ama- nente, il Baradèll ha voluto rinnovare il assoluto della speranza; ricorda quel Dio tissima Associazione affinché, pur nelle senso della speranza, ricordando alcune Padre che, a Natale, ha assunto la natura difficoltà che si incontrano ogni giorno, situazioni del passato o del nostro tempo umana in forma di bambino, è diventato riesca a mantenere intatta tutta la ric- che, meglio di altre, rappresentano quel pastore di tutte le genti fino a compiere chezza di quei valori che sono racchiusi «quel sentimento di attesa fiduciosa»: la il gesto supremo di morire per la salvez- in quelle tre parole “Per non dimenti- speranza di arrestare il nemico dopo la za del mondo intero che, da quel giorno, care” della colonna mozza dell’Ortigara disfatta di Caporetto; la speranza per le vive nella sua speranza. che, da novantasette anni, è simbolo di popolazioni terremotate di tornare, in E non possiamo chiudere questa breve speranza per tutti gli Alpini. un futuro non lontano, a una vita nor- riflessione senza ricordare che anche gli Buon Natale!

ottobre-dicembre 2017 3 TERREMOTO Vicino alla gente Campotosto è realtà

Sopra, Campotosto: Lorenzo Cordiglia l’alzabandiera. Il nuovo edificio polifunzionale.

icini alla gente. È questo lo spirito con cui l’Associazione Nazionale Alpini ha avviato i progetti a Campotosto, Ar- quataV del Tronto, Preci e Accumoli per sostenere le popolazioni del Centro Italia colpite dal terremoto. Gli interventi, come già comunicato, sono stati decisi dopo aver consultato i sindaci, la gente e gli Alpini del posto e prevedono la realizzazione di strutture polifunzionali permanenti a scopo ag- gregativo, in modo da rispondere con- cretamente e il più tempestivamente possibile alle esigenze della popolazione. Gli edifici, dopo la loro ultimazione, ver- ranno donati ai rispettivi Comuni. Sabato 25 novembre è stato inaugurato l’edificio polifunzionale per la popolazio- ne di Campotosto (AQ). Erano presenti toriale e il Mezzogiorno Claudio De Vin- zi Pietro D’Alfonso, il comandante delle il presidente Sebastiano Favero e diversi centi, il commissario straordinario per la Truppe Alpine generale Federico Bonato e consiglieri nazionali a scortare il Labaro ricostruzione del Centro Italia Paola De il sindaco di Campotosto Luigi Cannavicci. dell’Ana, il ministro per la Coesione Terri- Micheli, il presidente della Sezione Abruz- Fotografie Marco Rolando

4 ottobre-dicembre 2017 L’edificio di Campotosto inaugurato il 25 novembre ll territorio ambientale montano nel quale si trova il Comune di Campo- Campotosto sorge a 1.420 metri di quota, a monte del più tosto. Un’attenzione particolare è stata rivolta all’ambiente e grande bacino idrico dell’Abruzzo, il secondo più grande d’Eu- all’autonomia energetica poiché sulla falda del tetto esposta a ropa. Il paese già colpito dal sisma dell’aprile 2009 e dell’a- sud sono stati montati dei pannelli fotovoltaici ad alta densità. gosto 2016 è stato gravemente ferito dal terremoto del 18 gennaio 2017. Il rischio dello spopolamento, soprattutto da Il progetto parte dei più giovani, incide sul delicato equilibrio economico Il progetto esecutivo elaborato è stato redatto in conformità e sociale del territorio. Oltre alla ricostruzione è importante alle norme edilizie, igienico-sanitarie e di sicurezza vigen- ricreare un’economia per dar la possibi- ti. Sono stati rispettati i risultati dello lità alle persone di poterci vivere. L’in- studio geologico, geotecnico e sismico tervento dell’Associazione Nazionale e sono state rispettate le prescrizioni Alpini, con la realizzazione di questo contenute negli strumenti della pia- edificio polivalente, s’innesta in questo nificazione territoriale, urbanistica e contesto poiché sarà adibito ad uso so- dei piani stralcio di bacino. Sottolineo ciale ed è inteso come valido contributo che, durante l’esecuzione dei lavori, per aiutare i suoi abitanti a continuare sono state osservate tutte le norme a vivere nel proprio paese. Il fabbricato vigenti in materia di costruzioni in s’inserisce perfettamente nel contesto zona sismica. L’edificio polifunzionale di Campotosto è una nuova costruzio- Sopra, i bambini ne a un solo piano, la superficie interna in costume; sotto, è di 224 metri quadrati con una grande momenti della sala polivalente di 123 metri quadrati, cerimonia una cucina e altri tre locali multiuso e la benedizione del Centro. più servizi. La parte esterna compren- de oltre 110 metri quadrati di porticato coperto e un’area di circa 70 metri quadrati dedicata alla ricreazione e al gioco per bambini […].

I lavori Il 3 agosto 2017 è stata la data di inizio dei lavori eseguito da parte di una di una locale impresa di costruzioni per la re- alizzazione delle fondazioni in cemento armato e delle strut- ture in elevazione. A partire dal 3 settembre hanno prestato la loro opera, incessantemente in turni con squadre ognuna composta da 7 a 10 volontari, in totale autonomia - cuoco compreso, gli Alpini della Sezione Ana di Pordenone coadiu- vati da alcuni della Sezione di Conegliano e della Sezione Abruzzi, in particolare dello stesso Gruppo di Campotosto. Hanno realizzato tutte le opere di tamponamento interno ed esterno, la posa dei cartongessi e le opere di stuccatura. Quindi, con l’aiuto di artigiani sempre di Pordenone, hanno eseguito tutte le tinteggiature interne ed esterne e infine hanno posato tutti i pavimenti ed i rivestimenti interni. Per ultimo i volontari della Sezione di Vicenza hanno posato a tempo di record il porfido per la pavimentazione dei mar- ciapiedi esterni. Il tutto per un totale di circa 450 giornate/ uomo lavorative. La Sezione di ha provveduto al fi- nanziamento, alla progettazione e alla costruzione del tet- to dell’edificio, tetto che copre una superficie di circa 365 metri quadrati. I lavori per la sua costruzione sono iniziati in cantiere il 20 settembre a opera di una squadra di volon- tari della stessa Sezione e poi completamente ultimati il 12 ottobre 2017, per un totale di 17 giorni operativi effettivi. Oltre che con l’impegno dei volontari dell’Associazione Na- zionale Alpini si è deciso di far eseguire buona parte della struttura da imprese e artigiani locali, con l’intento di dare un concreto aiuto per la ripresa delle attività e dell’economia del posto. Mi riferisco alla struttura portante in cemento armato, gli impianti tecnologici - riscaldamento, elettrico e idrico-sanitario - i serramenti interni ed esterni e gli arredi. Tutti lavori collaudati e certificati.

ottobre-dicembre 2017 5 TERREMOTO Grazie del niente Promesse non mantenute, ritardi inammissibili, burocrazia insopportabile

Piergiorgio Pedretti

Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. Cesare Pavese

razie del niente. Tre parole riportate su un muro all’ingresso di un paese terre- motato; una frase che, nella sua Glapidaria semplicità, interpreta l’amarezza per una situazione che, dopo sedici mesi dalle prime scosse del 24 agosto 2016, è ancora lontanissima da una soluzione. Soprattutto da quelle soluzioni false e su- perficiali sbandierate nelle prime settima- ne successive alla tragedia da coloro che possiedono le chiavi decisionali; promes- Due scritte che dimostrano il se non mantenute, discorsi altisonanti “poco o niente” fatto finora. pronunciati solo per “mettersi in mostra” senza minimamente preoccuparsi della precedente a quello dell’ago- povera gente che, con dignità esemplare sto 2016 ha visto i riflettori resiste e va avanti come può sapendo che spegnersi così velocemente, “nel paese, nella gente, nelle piante, nella salvo qualche raro lampo di terra c’è qualcosa di tuo, che anche quan- luce in occasione di visite do non ci sei resta ad aspettarti […]”. Sono importanti: il Presidente del le stesse cifre a parlare: a giugno 2017 il Consiglio, il principe Carlo 90% dei detriti caduti a causa delle scos- d’Inghilterra e il premier se si trovavano ancora nelle strade; delle canadese Justin Troudeau. tremilaseicento casette ordinate, solo Per il resto è buio quasi as- trecento circa sono state consegnate e nel soluto. Ha scritto don Luigi totale dei cinquantuno Comuni danneg- Sturzo: “ho sentito la vita giati, solo una trentina di case sono state politica come un dovere e il dovere dice In queste località, di comune accordo con oggetto di lavori di ripristino. speranza[…]”. E un barlume di speranza i sindaci, sorgeranno quattro centri poli- La burocrazia è tale che, per richiedere si è insinuato in questo deserto “del nien- funzionali affinché le popolazioni abbiano una casetta, un cittadino deve affrontare te”: gli Alpini si sono rimboccati le mani in luogo dove “sentirsi ancora paese”. Al- un iter lungo fino a undici passaggi; per subito, addirittura poche ore dopo le pri- tre iniziative sono in corso, come la stalla procedere invece alla ristrutturazione del me scosse. E, all’interno della loro orga- a Visso in fase di avvio o altre già portate a proprio immobile occorre fare richiesta nizzazione fatta di dovere e di efficienza, termine da singole Sezioni o Gruppi. Nelle di sopralluogo, compilare schede e incar- non hanno perso tempo a raccogliere fon- immense necessità che attendono soddi- tamenti e aspettare i tempi tecnici per di elargiti non solo dagli associati ma, e sfazione, il lavoro degli Alpini è modesto; l’approvazione della domanda; insomma ciò dimostra la grande fiducia riposta in ma è un segno importantissimo di atten- mesi di attesa. Un sindaco, esasperato loro, da privati, enti, scuole, associazioni, zione verso chi ha perso tutto; è un lavoro dalla situazione ha esclamato: “non ci addirittura da amministrazioni comunali. dettato dal cuore perché la voce del cuore siamo proprio, i ritardi sono evidenti, a Successivamente hanno contattato le Se- non pronuncia menzogne e non promet- dieci mesi dal primo sisma siamo ancora zione Ana delle zone terremotate: Abruz- te il falso, ma accresce la speranza come invasi dalla devastazione, sia in città che zi, Marche, Roma, Firenze e sono stati ha scritto Khalil Gibran “nulla impedirà al nelle frazioni […]”. Tra sindaci e governo individuati quattro comuni sedi di altret- sole di sorgere ancora, nemmeno la notte centrale è lotta aperta e intanto i ritardi tanti Gruppi Alpini; nell’ordine Campoto- più buia, perché oltre la nera cortina della si sommano ai ritardi; nessun terremoto sto, Arquata del Tronto, Accumoli, Preci. notte c’è un’alba che ci aspetta”.

6 ottobre-dicembre 2017 Maurizio, Margherita...... e la solidarietà alpina

Enrico Gaffuri

aurizio e Margherita sono una coppia di Visso, cono- sciuta da pochissimo tem- po. Sono allevatori e hanno Mperso tutto a fine ottobre dell’anno scor- so, quando il terremoto ha spazzato via la loro casa, la stalla e un po’ di bestiame. Maurizio e Margherita sono vissuti dieci mesi in una roulotte insieme ai tre figli, poi sono riusciti a trasferirsi da parenti, in una porzione di casa ancora in piedi. Sono le persone che abbiamo deciso di aiutare a ripartire, in collaborazione con le Sezioni consorelle di Lecco, Monza e Valtellinese, oltre la Fondazione Nova- caritas di Appiano Gentile, che si fida degli Alpini e ha deciso di sostenerci La chiesa di Sant’Antonio di Visso: a quando la ricostruzione? generosamente. Sotto, Margherita e Maurizio con gli ideatori del “progetto stalla”. Siamo andati a trovarli all’inizio del mese di ottobre, per confermare il no- che ne impediscono l’accesso. In uno una forza che nasce dalla consolazione di stro impegno a finanziare la costruzione slargo della strada fa quasi tenerezza essere scampati almeno fisicamente alla di una nuova stalla, che dia la possibilità trovare un piccolo container, di quelli che tragedia. Mi è venuto da fare un parago- di ricoverare il bestiame. si usano come baracche di cantiere, con ne con i Reduci, sopravvissuti all’orrore A Visso e nelle sue frazioni è rimasto l’insegna luminosa verde della farmacia. dei tanti teatri di battaglia. Uomini che, ben poco, tra case crollate e costruzioni E, poco distante, un altro fa da bar. D’al- pur segnati profondamente dalla soffe- talmente lesionate da non permetterne tra parte, non serve molto di più, perché renza, hanno rimboccato le maniche e il riutilizzo. Doveva essere un bel paese, Maurizio ci ha raccontato che gli abitanti affrontato la vita con volontà ed energia. posto tra l’altro in un ambiente splen- sono ridotti a una quarantina di perso- Non penso che per fine anno si riesca a dido, tra monti, valli, boschi e praterie. ne. Sono le famiglie degli allevatori, che consegnare la stalla finita, ma mi piace Uno di quegli ambienti in cui rilassarsi, non possono abbandonare il bestiame. considerare che si tratti del nostro regalo godendo panorami inaspettati, passeg- In origine gli abitanti erano circa mille- di Natale. giando e scattando fotografie. E proprio cento e adesso sono quasi tutti alloggiati Un regalo che Maurizio e Margherita per queste ragioni, lo stridore tra le bel- sulla costa. ci ricambiano, dandoci la possibilità di lezze naturali e l’effetto del terremoto è Ma l’aspetto più incredibile, quasi miste- fare del bene. Perché esprimere genero- ancora più forte, insopportabile. rioso, di questa vicenda è la serenità che samente solidarietà è qualcosa che ar- È un paese quasi deserto; ai lati delle vie non ci si aspetterebbe da persone così ricchisce forse più chi la compie, di chi le case sono compartimentate da reti, provate dagli eventi, probabilmente è invece la riceve.

ottobre-dicembre 2017 7 LE MEDAGLIE D’ORO Un santo di casa La beatificazione di Teresio Olivelli diventa per gli Alpini dovere di vivere la vita con piena dignità

Il vescovo di Vigevano, monsignor Maurizio Gervasoni ha annunciato ufficialmente che Papa Francesco, accogliendo l’istanza del Postulatore avanzata in accordo con la diocesi di Vigevano «ha disposto che il rito di beatificazione del Venerabile Teresio Olivelli, martire ucciso in odio alla fede cristiana abbia luogo a Vigevano sabato 3 febbraio 2018». La cerimo- nia sarà presieduta dal prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il cardinale Angelo Amato, in qualità di rappresentante del Papa. L’evento si svolgerà nel Palazzetto dello Sport di Vigevano la mattina con inizio alle ore 10.30.

Luciano Forni

spetto con ansia il 3 febbraio 2018 quando il venerabile ser- vo di Dio Teresio Olivelli, a Vi- gevano, sarà proclamato beato. IlA processo di canonizzazione ha avuto un itinerario difficile fino a quando Papa Francesco, commosso dal desiderio fer- voroso di molti cattolici di Como e Lo- mellina ha, con la sua autorità, ricono- sciuto che Teresio Olivelli era un martire per la difesa della fede e per una carità eroica a favore dei fratelli. Nato a Bellagio il 7 gennaio 1916 da genitori della Lomellina (il padre era cu- Il venerabile servo di Dio Teresio Olivelli. Sotto, il monumento a Teresio di Tremezzo. stode di una grande villa a Bellagio) fu battezzato nella chiesa di San Giacomo giovani e infine universitari), lo rimase dallo zio materno don Rocco Invernizzi, proprio negli anni in cui Benito Musso- arciprete di Tremezzo, al quale Teresio lini cercò di eliminare le organizzazioni resterà legato per tutta la sua breve esi- cattoliche che “distraevano” la gioventù stenza, riconoscendo in lui non solo un dai gruppi paramilitari fascisti. Iscritto familiare premuroso ma anche una guida alla facoltà di giurisprudenza fu ammes- spirituale per il suo avvenire di studioso so come allievo al prestigioso collegio e di cristiano. Tornato a Zeme in Lomel- Ghislieri di Pavia di cui diverrà poi ret- lina con la famiglia dopo le elementari e tore. Durante l’università mantenne l’a- le medie frequentò il liceo classico Cai- desione all’Azione Cattolica portandone roli di Vigevano. Si fece notare per la sua sempre il segno distintivo. intelligenza e assiduità nello studio, per Volle iscriversi anche alla Gioventù Uni- il suo carattere aperto e generoso che lo versitaria Fascista (GUF) con l’inten- fecero diventare un capo riconosciuto zione di portare all’interno del regime i dai suoi compagni. Iscritto fin dall’in- principi della dottrina sociale cristiana. fanzia nell’Azione Cattolica (aspiranti, Fu amante dello sport e delle ricerche Foto Mario Ghielmetti Mario Foto

8 ottobre-dicembre 2017 in campo giuridico. Laureatosi con lode Muore tra atroci sofferenze nella notte mane il ricordo della sua fede e della sua nell’ottobre del 1938 divenne assistente del 17 gennaio 1945 invocando il nome carità. Era l’alba di una vita nuova per l’I- alla cattedra di diritto amministrativo di Gesù. Il giorno seguente il suo corpo talia che Teresio, ribelle per amore, non all’università di Torino. Nel 1939 scrisse trasportato in un bosco vicino al campo ha potuto vedere; a noi e in particolare i littoriali di e come “lettore” girò viene bruciato e le ceneri disperse dal per i suoi compagni Alpini tocca il dove- l’Italia per testimoniare i principi etici vento, mentre lo spirito ne spinge l’ani- re di vivere in dignità il nostro tempo di dei cattolici soprattutto sui temi spinosi ma in cielo ove è solo luce. Quaggiù ri- vita. Teresio: un santo di casa! della “razza”. Nel 1940 è arruolato nel corpo degli Al- pini e il 26 gennaio 1941 chiede di parti- re volontario per la Russia. Il suo scopo La misericordia è quello di stare vicino ai suoi compagni, ai suoi allievi in un momento difficile, che poi si rivelerà tragico, per portare, che vince il male assieme a una virtù generosa, il confor- to della fede. In quel periodo compone ra il 17 gennaio 1945, una manciata possa essere esistito in tutto quell’orrore la preghiera per l’Alpino per interpretar- Edi giorni prima della fine della guer- un essere umano come l’uomo Teresio ne lo spirito di servizio. ra. Quel giorno si spezzava la vita di un Olivelli. Si è trattato di un uomo. Un Il 16 marzo 1941 in procinto di partire santo, come subito capì don Primo Maz- uomo speciale il quale, privilegiato, riuscì per la Russia scrive alla mamma “siamo zolari: “Il nome di santo è quello che più ad adoperare il suo stesso privilegio per venuti al mondo per morire, ciò che im- conviene a Teresio Olivelli e io mi augu- combattere il male e per soccorrere il suo porta è morire bene: non è forse bella ro che tutti i ribelli cristiani, i fuorilegge prossimo fino a sacrificare la sua stessa la morte che uno incontra compiendo cristiani, ne facciano presto domanda a esistenza. La misericordia di un essere il proprio dovere di cristiano e di italia- quella Chiesa ch’egli ha amato e servi- per il suo prossimo può essere passiva no? Si muore in terra ma si vive in cielo”. to sine modo”. Ricordava poche settima- nel compatire il misero e può essere at- Nella spedizione di Russia svolge compi- ne fa Paola Focherini, settimogenita del tiva nell’offrire la propria vita per quella ti organizzativi, sempre attento ai biso- beato Odoardo Focherini, il quale con- gni dei compagni, soprattutto durante la divise con Teresio la prigionia in tutti i ritirata del gennaio 1943. vari campi (a Fossoli, Focherini salvò la Matura nel frattempo il rifiuto delle idee vita a Teresio, sfamandolo di nascosto; ad fasciste divenute senza futuro e intrise Hersbruck, invece, Odoardo fu assistito di falsità. Rientrato a Torino nel 1943 da Olivelli che ne raccolse le ultime frasi, partecipa ai movimenti della resistenza riferite poi a un altro prigioniero Salva- a Brescia e a Milano dove fonda e colla- tore Becciu, e da questi trasmesse alla fa- bora al giornale Il ribelle. miglia) “entrambi sempre stati santi, ma A seguito della delazione di un amico il mi fa piacere che anche la Chiesa abbia 27 aprile 1944 viene arrestato, recluso riconosciuto quanto io pensavo...”. a San Vittore e condannato a morte. Da sempre Paola ha desiderato che come Per l’intervento del cardinale Alfredo quella di suo padre, anche la figura di Oli- Ildefonso Schuster la fucilazione viene velli fosse maggiormente conosciuta (“il sospesa. Inizia però il lungo viaggio di babbo aveva sette figli che parlavano con- prigionia verso la Germania, da Fossoli tinuamente di lui, Olivelli non ha avuto il a Gries fino a Flossemburg, in carri be- tempo per potere avere chi tramandasse stiame. Nel campo di arrivo è sottoposto la sua splendida memoria”. a duri maltrattamenti e severe punizioni Ma c’è un’altra voce alla quale vogliamo corporali poiché assisteva e difendeva i lasciare spazio. Quella di Vittore Boc- compagni più deboli, conservando però chetta (classe 1918) l’unico superstite, verso i suoi aguzzini un atteggiamento ancora in vita, che con Olivelli, a cui deve di perdono e carità cristiana. la sua salvezza, condivise il campo di Il 30 giugno 1944 trasferito al campo Hersbruck, e prima ancora la prigionia di sterminio di Hersbruck per qualche a Flossenburg. Pochi giorni fa all’amico settimana, conoscendo il tedesco, fa da Emanuele Gallotti, esponente del mondo di un altro. Questo, a mio parere, si può interprete con i carcerieri, poi chiede di cattolico pavese […], scriveva: “La me- chiamare martirio. Questo, a mio parere, essere assegnato ai lavori forzati nelle moria collettiva dei sopravvissuti dei Kz si deve dire di Teresio Olivelli. Teresio, nel cave di pietra per essere da sostegno ai nazisti porta sempre a un solo e logico mio caso specifico, usò il suo talento per compagni più deboli per i quali si priva risultato: inconcepibilità! Io, ogni vol- salvarmi sapendo di farlo. Ciò, però, che anche del pasto. ta che cerco di raccontare la mia storia, nessuno dei sopravvissuti può rammen- All’inizio di gennaio 1945 fa da scudo sono cosciente di questo e cesso di farlo tare è quanti e quali furono i suoi salvati. col proprio corpo per difendere dagli riconoscendo la mia incapacità di spiegare Per Olivelli la misericordia non era opera aguzzini un prigioniero ucraino e riceve quello che non posso chiarire. Se, però, pubblica, ma cosa personale e privata. un tremendo colpo allo stomaco che lo è estremamente impossibile capire l’orro- Questo merita la memoria di Teresio!”. costringe al ricovero in infermeria dove re di quei fatti, altrettanto e più, molto Marco Roncalli giunge ormai moribondo. di più, è quello di non riuscire a dire che Avvenire, giovedì 7 gennaio 2016

ottobre-dicembre 2017 9 MESSA SEZIONALE Memoria, gioia, preghiera, meditazione Quattro momenti hanno scandito un unico evento

Piergiorgio Pedretti ripreso successivamente dall’architetto rita dell’orario – la santa Messa era stata Giuseppe Terragni – gli Alpini e le auto- anticipata – la gente era numerosa lungo rità si sono schierati in modo impecca- il percorso e il suono delle due fanfare ha e il desiderio degli Alpini era quello bile o – come direbbe il generale Cesare attirato altri curiosi che non si aspetta- di offrire un momento di familia- Di Dato – secondo la ferrea disciplina vano, attraverso il centro cittadino, una rità ai comaschi e, dal canto loro, prussiana, con le Fanfare alpine di Asso sfilata di Alpini che ha fatto ricordare i comaschi un momento di fami- e Olgiate Comasco ai lati; il vessillo se- “aprite le porte che passano, aprite le Sliarità agli Alpini, tutto ciò è avvenuto zionale al centro; gli striscioni “Siamo gli porte che passano i baldi Alpin…!”. magnificamente nel tardo pomeriggio di stessi di cento anni fa” e “Ricordiamo i E così di applauso in applauso, di nota in sabato 11 novembre, quando il sole lascia morti aiutando i vivi”; il pannello flore- nota, di colpi secchi di tamburi al rullare il posto al crepuscolo o, come ha scritto ale di Griante “145 anni di fede”; più di di tamburelli e, forse, anche di qualche la- Bepi De Marzi quando “l’ombra che vie- cento gagliardetti di Gruppi e i vessilli di crimuccia che l’animo gentile degli Alpini ne azzurra le colline…”. Tre ore trascorse altre Associazioni. Quando la fanfara ha non riesce a trattenere, tra due ali di folla all’insegna della solennità, della sfilata intonato La leggenda del Piave la corona plaudente la sfilata ha raggiunto la meta. gioiosa, della musica che unisce, della d’alloro – opera d’arte del consigliere se- preghiera e della meditazione. zionale Pietro Re – ha salito la scalinata Il terzo momento: accompagnata dalle autorità per essere la magia della musica che unisce Il primo momento: deposta davanti al saccello. Giunti in piazza del Duomo il corteo ha la solennità per fare memoria assunto uno schieramento degno della ce- “Con le pietre del Carso la città esalta Il secondo momento: rimonia del giuramento. E qui è avvenuto la gloria dei suoi figli”. Davanti a queste la sfilata gioiosa il miracolo della musica che magicamen- parole scritte sulla facciata del monu- Dal monumento ai Caduti fino in piazza te unisce in un abbraccio ideale. Le due mento ai Caduti di Como – realizzato su del Duomo si è avverato il momento più fanfare, a turno, hanno riempito di suoni un primo disegno di Antonio Sant’Elia, gioioso della manifestazione; forse favo- gioiosi la piazza; e gli storici palazzi che

Gli Alpini schierati davanti al Duomo. Nella pagina accanto la resa degli onori al monumento ai Caduti e la pergamena dell'Unicef.

10 ottobre-dicembre 2017 fanno da corona al Broletto e alla bianca pergamena per l’importante traguardo che viene sottolineata la differenza tra facciata del Duomo che si eleva sulla cit- raggiunto di millequindici “Pigotte”, le le vergini “sagge” che avvedutamente tà antica, segno di devozione religiosa, caratteristiche bambole di pezza vendu- hanno preso con sé dell'olio di scorta e hanno amplificato le note degli ottoni e te, che ha permesso di salvare altrettanti le cinque “stolte” che invece non ci han- il potente ritmo dei tamburi. Un momen- bambini nel mondo. E l’impegno conti- no pensato. È qui il fulcro della parabola to emozionante che ha unito idealmente nua perché i bambini sono il futuro. che richiama l’attenzione sul comporta- Como ai suoi Alpini e gli Alpini ai coma- mento saggio di ciascuno in vista della schi raggiungendo il culmine quando è sta- Il quarto momento: salvezza; le lampade accese sono simbolo to intonato “Sventola il Tricolore, simbolo la preghiera e la meditazione di vigilanza; l'olio indica la fedeltà e la di civiltà e amor […] sventola dai monti al E poi l’ingresso in Duomo per la santa perseveranza nel ben operare. mare, sventola sul patrio nostro suol…” al Messa celebrata da don Renato Lanzetti Ed è doveroso ricordare che gli Alpini quale si è unito il canto corale degli Alpini, vicario generale della Diocesi che, all’ini- sono uomini di fede nel Signore: “145 orgogliosi di gridare che l’Italia è una sola, zio, ha letto il messaggio di saluto del ve- anni di fede” diceva il pannello floreale nata dal sacrificio supremo delle genera- scovo monsignor Oscar Cantoni. di Griante; ma anche nell’alpinità che li zioni passate e che il Tricolore è l’unico All’omelia egli si è soffermato sul signi- unisce soprattutto quando è necessario simbolo che accomuna tutti gli italiani. ficato del Vangelo del giorno che rac- accorrere in aiuto. E anche gli Alpini han- E mentre la piazza viveva questo momen- contava la parabola delle vergini sagge no il loro olio: quello che ogni anno viene to festoso, la Sezione di Como ha ricevuto e di quelle stolte. Alla vigilia delle nozze, offerto alla Madonna del Don, un’icona un graditissimo riconoscimento: il presi- al tramonto, il fidanzato si reca con gli russa raffigurante Maria Madre del Figlio dente del Comitato Unicef di Como Enri- amici alla dimora della fidanzata che at- di Dio, recuperata fra le macerie di Bele- co Ganzerla ha consegnato al presidente tende con le compagne della sua giovi- goroije e portata Italia da un Alpino in li- degli Alpini di Como Enrico Gaffuri una nezza, le vergini della parabola. Ed ecco cenza, al quale era stata affidata da Padre Narciso Crosara, cappellano del battaglio- ne Tirano. È diventata un simbolo per gli Alpini ed è conservata nella chiesa di Cap- Il saluto del Vescovo puccini a Mestre. Ogni anno, a turno, una sezione Ana dona l'olio per tenere accesa entilissimo Presidente Enrico Gaffuri, una lampada perpetua che “[...] arderà per nell’impossibilità di presiedere la santa Messa in suffragio di tutti gli Al- G tutto l'anno a nome di tutti gli Alpini ca- pini defunti, mi permetto di farvi giungere un messaggio di saluto e di com- duti sui diversi campi per l'adempimento memorazione. Se prezioso è il servizio che ancora oggi ciascuno di voi presta del dovere e di quelli che servono ora la a vantaggio della società ed anche, in tante occasioni, della Chiesa, ancora patria nelle molteplici opere di pace [...]” più prezioso è stato l’impegno profuso da tanti Alpini per la difesa delle no- (dall’Atto di affidamento degli Alpini alla stre terre e la custodia della pace. A cento anni dalla conclusione della prima Madonna del Don). guerra mondiale, la Grande Guerra, che ci ha visti così da vicino coinvolti, La santa Messa è stata animata dal coro non possiamo non ricordare il sacrificio di tante vite umane e l’impegno, in sezionale “Sandro Marelli” di Fino Mor- condizioni spesso vicino al limite del sopportabile, di tanti uomini, in gran nasco. Al termine il presidente Enrico parte giovani, costretti ad intervenire in un progetto di morte nella speranza Gaffuri ha letto, emozionatissimo, la di trasformarlo in un futuro di pace. Auspico che questa celebrazione serva Preghiera dell’Alpino ricordando che l’an- a rinnovare in tutti il desiderio di contribuire positivamente all’edificazione no prima era stata letta dal comandante della città dell’uomo e confido che sia, per Voi, fonte di rinnovato entusiasmo generale Luigi Morena. nel Vs umile, ma fruttuoso servizio. All’uscita dal Duomo, saluti cordiali, sor- Oscar Cantoni, vescovo di Como risi e l’immancabile… “alla prossima”. Como, 11 novembre 2017 Fotografie Mario Ghielmetti

ottobre-dicembre 2017 11 SOLENNITÀ Quando arriva il 4 Novembre Memoria di eroici caduti, memoria di sacrifici e di gloria

La malinconia è mitigata dalla dolcezza della neve nel piccolo cimitero di guerra di Anghebeni, in Vallarsa.

Enrico Gaffuri S’intonavano i canti patriottici imparati ben inquadrate alle cerimonie. Davanti al un po' a casa, un po' a scuola e si prova- monumento, i bambini leggevano ad alta va il piacere di sentirsi tutti Italiani. Viva voce i nomi dei soldati morti in guerra e he fascino il 4 Novembre di l'Italia! e La leggenda del Piave e Monte imparavano a farlo con affetto, con amo- quand'ero bambino! Quando le Grappa diventavano la colonna sonora di re. Il 4 Novembre di qualche decennio strade erano una festa di Trico- tutte le celebrazioni. fa era una vera festa di popolo. Era una lore, perché ne sventolava quasi Non c'era paese in cui gli abitanti non giornata carica di buoni sentimenti. Cuno per finestra, o per balcone. Quando arrivassero davanti al monumento ai Ca- Peccato che il tempo riesca a far sbiadire a scuola gli insegnanti dedicavano gior- duti per una benedizione, una preghiera i colori e a stemperare i sapori. Peccato nate intere al racconto dei fatti principali e per ascoltare le parole del sindaco. Pa- davvero, perché avendo smarrito certi va- della Grande Guerra, parlando ai bambi- role che un tempo erano intrise d'amor di lori siamo diventati tutti più poveri. ni dei Caduti e dei mutilati. E parlava- Patria e che facevano bene allo spirito, fa- Oggi l'organizzazione della cerimonia del no di eroismo, di Cesare Battisti, Fabio cendo provare l'orgoglio d'essere gli eredi 4 Novembre si è ridotta quasi a un obbli- Filzi, Enrico Toti. Erano nomi che face- di chi era stato tanto generoso e corag- go al quale non ci si può sottrarre. I par- vano lavorare la fantasia degli alunni e gioso da sacrificarsi per la Patria e la Ban- tecipanti sono sempre meno numerosi. Ci ognuno cercava di calarsi in quelle storie, diera. E gli insegnanti riuscivano a coin- sono gli Alpini, se il paese ha un Gruppo, immaginando di viverle da protagonista. volgere le scolaresche, che partecipavano e ben pochi altri. Sono rimasti pochissimi

12 ottobre-dicembre 2017 Ripristinare la “vera” festa

a festività del 4 novembre è stata Listituita nel 1919 ed è durata fino al 1976: è l’unica festa nazionale che sia stata celebrata dall’Italia prima, durante e dopo il fascismo. Dal 1977, dopo una riforma del calendario, si cominciò a fe- steggiare la giornata dell’unità nazionale e delle forze armate nella prima dome- nica di novembre. Negli anni Ottanta e Novanta l’importanza della festa diminuì progressivamente, rispetto ai vent’anni precedenti, non per gli Alpini che, proprio nella giornata del 4 Novembre, continua- Nazionale, per ridare la giusta dignità al 4 no caparbiamente a ricordare i tanti Cadu- Novembre e a tutto ciò che rappresenta. ti, gli invalidi e tutte le sofferenze causate La redazione del Baradèll ha raccolto in dalla Grande Guerra. questa pagina le testimonianze delle ce- L’Associazione Nazionale Alpini intendere lebrazioni del 4 Novembre a Como e in farsi promotrice del ripristino della Festa alcuni Gruppi della nostra Sezione. La celebrazione a Como

gni anno, nella ricorrenza del 4 No- che la ricorrenza del 4 Novembre è stata Ovembre, il Comune di Como e la Pre- in parte dimenticata. Sulle note del Cor- fettura organizzano la manifestazione per po musicale San Bartolomeo nelle Vigne della Giornata dell’Unità Nazionale e delle di Tavernola sono stati resi gli onori al Forze Armate. Prefetto di Como dottor Bruno Corda; ha Quest’anno – la giornata cadeva di sabato fatto seguito l’alzabandiera, la deposizione – il Comando Militare Esercito Lombar- delle corone ai Caduti e la lettura del Bol- dia, Centro Documentale di Como, agli lettino della Vittoria. ordini del colonnello comandante Mar- Il Prefetto dottor Bruno Corda ha letto co Schinzari, ha curato lo svolgersi degli il messaggio del presidente della Repub- eventi in ogni minimo particolare. Come blica, Sergio Mattarella. Sono quindi in- di consueto, il ritrovo è previsto presso il tervenuti il colonnello Marco Schinzari monumento ai Caduti in viale Puercher, e il sindaco di Como Mario Landriscina alla presenza di autorità cittadine, di com- invitando i cittadini, ma soprattutto gli ponenti delle Forze Armate, di associazio- studenti presenti, a coltivare la memo- ni d’Arma con le loro insegne e una nutri- ria, ricordando i Caduti di tutte guerre. ta rappresentanza di studenti comaschi. In chiusura il prefetto Bruno Corda e il Purtroppo è doveroso segnalare la scarsis- comandante Schinzari hanno passato in

Foto Annalisa Broz Annalisa Foto sima presenza di cittadini a dimostrazione rassegna il picchetto d’onore. anche i Reduci di guerra, l'anagrafe non guarda in faccia a nessuno e continua ad assottigliare le file. I pochi superstiti ri- mangono in casa. Ricordo bene gli amici Reduci che un tempo partecipavano alla celebrazione. Erano i più composti di tutti e avevano sempre gli occhi lucidi. Ricor- davano con profonda tristezza gli amici rimasti là, nei piccoli cimiteri di guerra da cui non avrebbero più fatto ritorno. Penso che un cimitero di guerra dovrebbe sempre essere coperto dalla neve, soffice, uniforme e cristallina, proprio come l'e- roismo di chi è arrivato al punto di dona- re addirittura la vita. Quando arriva il 4 Novembre penso tutte queste cose.

ottobre-dicembre 2017 13 SOLENNITÀ Le celebrazioni in alcune nostre località

Gruppo di Albate Gruppi di Drezzo e Parè È stata una scelta felice quella del Gruppo di Albate di anticipare La celebrazione della Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze la celebrazione a sabato 4 novembre per avere la gradita pre- Armate si è svolta davanti al monumento ai Caduti di Parè. senza degli alunni della Scuola Media accompagnati da alcuni Le inseganti delle scuole avevano chiesto di organizzare la ce- insegnanti e dal dirigente scolastico Valeria Cornelio, nipote del lebrazione il sabato 4 novembre, richiesta gradita e accettata. presidentissimo Camillo Cornelio reduce dell’Ortigara. Gli alunni sono convenuti puntuali al monumento di Parè, Una celebrazione sobria ma molto partecipata alla quale gli alun- accompagnati dalle maestre e dai volontari del locale Nucleo ni hanno conferito un segno di freschezza cantando l’Inno di Ma- di protezione civile. meli e La leggenda del Piave. Il Corpo musicale Albatese, seppur Presenti anche il Parroco, una rappresentanza del Comune e in formazione ridotta per la concomitanza di altre celebrazioni, gli Alpini di Drezzo e di Parè. Il Corpo musicale di Rebbio ha ha ottimamente scandito i vari momenti. svolto il servizio musicale.

Gruppo di Cavallasca Il Gruppo Alpini di Cavallasca – oggi Comune di San Fermo della Battaglia – lo scorso 1 novembre ha ricordato con una cerimo- nia pubblica i Caduti di tutte le guerre, alla presenza di tutte le autorità cittadine. È stata deposta una corona d’alloro al monumento ai Caduti nel cimitero locale e una coccarda tricolore sulla lapide toponoma- stica in Cavallasca dedicata al caporale Alpino Roberto Sarfatti, Gruppo di Erba volontario, caduto durante la Grande Guerra a soli diciotto anni. La manifestazione è stata celebrata nella data esatta indi- La ristrutturazione e la posa della nuova lapide è stata effettuata pendentemente dal giorno della settimana in cui quest’anno dal Gruppo Alpini di Cavallasca. è caduta. Dopo la deposizione di una corona al monumento del parco Majnoni è stata celebrata la santa Messa nella chie- sa di Santa Maria Nascente da monsignor Angelo Pirovano, prevosto di Erba. In corteo, le autorità, i ragazzi dell’istituto San Vincenzo e della scuola media Puecher, i rappresentanti delle Associazioni d’Arma e di volontariato, i cittadini, hanno raggiunto il vicino monumento ai Caduti, opera razionalista di Giuseppe Terragni. Qui si è proceduto all’alzabandiera e alla resa degli onori ai Caduti. Ha fatto seguito il discorso del sindaco Veronica Airoldi che ha ricordato l’importanza della memoria di questo giorno. Dopo il sindaco alcuni alunni dell’istituto San Vincenzo hanno letto brani riferiti alla Grande Guerra mentre il discorso ufficiale è stato tenuto dall’Alpino Achille Gregori, presidente emerito della Sezione Ana di Como. Egli ha ricordato le vicende legate a Caporetto, e l’importanza di trovare le vicende vissute dai militari anche attraverso i diari riscoperti anni dopo. A chiusura di giornata, presso la sala consiliare, è avvenuto l’incontro con i neo diciottenni a ciascuno dei quali il Sindaco ha consegnato la Costituzione

14 ottobre-dicembre 2017 Italiana insieme a un Tricolore. Simpatico è stato l’abbinamen- Domenica 5 novembre gli Alpini, con le altre Associazioni, to con cui Veronica Airoldi ha paragonato i ragazzi nati nel hanno reso onore ai Caduti le cui spoglie riposano presso il 1899, ultimi chiamati alla guerra cento anni fa, con questi cimitero di Maslianico e successivamente, dopo la santa Messa nati nel 1999, fortunatamente convocati solo per ricevere un di suffragio, hanno partecipato alla deposizione delle corone al documento importante. monumento ai Caduti.

Gruppo di Faloppio Gruppo di Pognana Lario A Faloppio ci sono due frazioni: Camnago e Gaggino con due Nonostante la pioggia battente il Grup- monumenti ai Caduti. Sono quindi due i momenti della celebra- po Alpini, con il capogruppo Giorgio zione che si sono svolti, a distanza di qualche ora l’una dall’altra. Rigamonti, il consigliere sezionale È stato letto l’elenco dei Caduti e il sindaco Giuseppe Prestinari Florio Durini e numerosi Alpini, han- ha tenuto un discorso commemorativo. no partecipato alla celebrazione della Dopo la deposizione della corona, gli alunni della Scuola Ele- ricorrenza del 4 Novembre, festa delle mentare hanno letto alcuni pensieri e il parroco don Giovanni ha Forze Armate e dell’Unità Nazionale, su impartito la benedizione. È seguita la celebrazione della Messa. invito del sindaco Giuseppe Gandola. Il tutto sotto un’insistente pioggia autunnale. Gruppi di Sormano e Caglio-Rezzago Come ormai accade negli ultimi anni, i Gruppi Alpini dei tre paesi dei “Monti di Sera” hanno celebrano unitamente la com- memorazione del 4 Novembre. Quest’anno la manifestazione si è tenuta a Caglio alla presenza dei sindaci dei tre paesi: Vittorio Molteni di Caglio; Sergio Binda di Rezzago e il vicesindaco di Sormano Stefania Rizzi. Gli Alpini erano accompagnati dagli alunni delle Scuole Elementari con le insegnanti. Era presente anche il parroco don Walter Anzani. La celebrazione è avvenu- ta al monumento dell’Alpino con la deposizione di una corona. Dopo la lettura di alcuni pensieri da parte degli alunni, i Sindaci hanno tenuto i discorsi commemorativi.

Gruppo di Maslianico Il Gruppo Alpini di Maslianico ha collaborato con l’Ammini- strazione comunale per la celebrazione della Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Nella sala consiliare è stata allestita una mostra con cimeli della Grande Guerra.

ottobre-dicembre 2017 15 2° RAGGRUPPAMENTO Il passaggio della stecca Alla Sezione di Como che organizzerà il Raduno nel 2018

Enrico Gaffuri con quel suo stile che sta tra il liberty e un non so che di orientale. Ma il pezzo forte è indubbiamente la he bella, la città di Salsomaggio- gente, assolutamente in linea con l’ac- re! Molti di noi l’han vista per la coglienza, l’affabilità e la simpatia pro- prima volta grazie al Raduno del verbiali della terra dell’Emilia-Romagna. 2° Raggruppamento. Una città Basta ascoltare la parlata dalla cadenza Cricca di verde, con splendidi viali albera- marcatissima, per sentire il bisogno di ti, ovunque ti giri. Sono prevalentemen- diventare amici. te ippocastani, che producono quel frut- E non dimentichiamo l’ottima cucina di to che qualcuno chiama castagna matta, quella terra, capace di accontentare pro- oppure castagna dei frati. prio tutti. Tra l’altro, si tratta di una loca- Quel frutto che secondo la tradizione lità raggiungibilissima, per la vicinanza popolare, se tenuto in tasca, protegge all’autostrada. Particolare di cui è sempre di muovere un numero incredibile di Al- da raffreddori e tossi. E poi bei parchi e bene tener conto nell’organizzazione di pini, grossomodo quindicimila. giardini, che si mischiano alla bella ar- questi eventi. A benedire la scelta è poi intervenuto chitettura di splendide costruzioni. La Ottima scelta quindi, quella di Salso- il Padre Eterno, che ha donato a tutti i più affascinante è proprio quella delle maggiore, con tutte le carte in regola per partecipanti due giornate di sole, gior- Terme, capace di incantare l’osservatore, ospitare un raduno importante, capace nate di un caldo incredibilmente fuori

16 ottobre-dicembre 2017 Pagina a fianco, il passaggio della stecca. Alcuni momenti significativi del raduno del 2° Raggruppamento a Salsomaggiore Terme.

ottobre-dicembre 2017 17 Il generale Santo Chichi, tenente ai tempi della naja, con Flaminio Colombo e l’Alpino Giuseppe Bracchi. A destra, la stecca tra le Sezioni di Parma e di Como con il Gruppo di Mariano Comense. stagione. Regalo apprezzatissimo. Il ri- tuale è stato più o meno quello consueto, Da Salsomaggiore 2017 a Mariano Comense 2018 con la riunione dei Presidenti di Sezione del Raggruppamento, che ha aperto uf- I Raduni di Raggruppamento sono le manifestazioni alpine che, per importanza, ficialmente le attività, alla presenza del sono secondi solo alle Adunate nazionali. Si svolgono ogni anno in differenti città presidente nazionale Sebastiano Favero. d’Italia e richiamano moltissimi Alpini. Nel frattempo sono iniziati gli arrivi e le Sono vere e proprie feste di popolo che coinvolgono migliaia di persone e inte- strade hanno iniziato a popolarsi, dando re provincie offrendo una varietà di appuntamenti: mostre, concerti, spettacoli. via via la colorazione alpina alla città. L’Associazione è divisa in quattro Raggruppamenti: Il pomeriggio è iniziato con la resa degli - I Raggruppamento: Sezioni del Piemonte, Liguria, Val d’Aosta onori al Labaro nazionale e con la sfilata, - II Raggruppamento: Sezioni della Lombardia, Emilia-Romagna che ha portato al monumento ai Caduti, - III Raggruppamento: Sezioni del Triveneto dove sono avvenuti l’alzabandiera e la - IV Raggruppamento: Sezioni del Centro Italia, Isole resa degli onori. A seguire, incontro con Ogni anno i quattro Raggruppamenti organizzano il raduno in una città diversa le autorità e relativo scambio di saluti situata nel territorio di competenza cui partecipano moltissimi Alpini, Amici e nel salone che fa da ingresso al palazzo familiari. Per quanto riguarda il II Raggruppamento, i Raduni più recenti si sono delle Terme Berzieri. tenuti nel 2009 a Fiorano (MO); nel 2010 a Darfo Boario Terme (BS); nel 2011 a Verso sera santa Messa e poi spettacoli Palazzolo sull’Oglio (BS); nel 2012 a Sondrio (SO); nel 2013 a Castel San Pietro musicali, mentre la città si popolava in Terme (BO); nel 2014 a Monza (MB); nel 2015 a Busto Arsizio (VA); nel 2016 a modo ben visibile. Desenzano del Garda (BS); nel 2017 a Salsomaggiore Terme (PR). L’ammassamento della domenica mat- Al termine della cerimonia ufficiale, avviene il passaggio della stecca: il Presiden- tina ha dato subito l’idea dei numeri in te della Sezione che ha ospitato il Raduno, consegna la stecca al Presidente della campo. Come sempre, incredibile il nu- Sezione scelta per il Raduno dell’anno successivo. Quindi, per il II Raggruppa- mero degli Alpini bergamaschi e delle mento, da Salsomaggiore 2017 a Mariano Comense 2018. valli bresciane. D’altra parte son tanti più di noi e le proporzioni parlan chiaro. A dir la verità, non abbiamo scherzato nultimi, in quanto a fine percorso ci sa- Perché quasi? Ve lo spiego subito. A Sal- nemmeno noi comaschi. I gagliardetti rebbe stata la cerimonia del passaggio somaggiore, per la prima volta nella mia erano pochi, solo settantasei, ma gli Al- della stecca. Dietro di noi solo la Sezione vita, ho provato a tenermi in tasca una pini, contati veramente con cura, erano di Parma, organizzatrice 2017. castagna dei frati. Non si sa mai... intorno ai novecento. Un numero di tut- E così, sulla piazza delle Terme di Salso- Beh, sono tornato a casa con una forte to rispetto. Nella seconda parte del per- maggiore, davanti al palco delle autorità, costipazione durata giorni e giorni. corso abbiamo avuto il piacere di avere la nostra Sezione ha ricevuto la stecca, Vai a fidarti delle tradizioni popolari... a con noi il generale C.A. Giorgio Battisti, che l’anno prossimo consegnerà al suc- meno che non funzionino in una località che aveva già sfilato con Milano. cessivo organizzatore. già di per sé termale. Come previsto, abbiamo sfilato per pe- Bene, sono soddisfatto quasi di tutto. Foto Amelio Castelli e Mario Ghielmetti

18 ottobre-dicembre 2017 NON TUTTI SANNO CHE Cos’è la stecca Da un piccolo strumento in legno di noce…

Giorgio Battisti ca” ai “Cappelloni” del I anno. Il passaggio to, venne fissata in tre anni la avviene in occasione della Cerimonia durata dei Corsi, durata che in del Mak π 100, durante la quale il Capo precedenza non era ben definita a stecca nasce in tempi lontani Corso degli Anziani consegna la stecca a ma variava secondo circostanze come oggetto utilizzato dai mili- quello dei “Cappelloni” e rivolge, a questi di diversa natura. tari per lucidare i bottoni metalli- ultimi, parole d’incitamento e augurio Il decreto stabiliva tassativamente ci delle giubbe prima di recarsi in per l’anno che devono ancora trascorrere il periodo di svolgimento degli esa- Llibera uscita. nell’Istituto. mi e definiva in maniera univoca la La stecca, in uso tra il 1820 e il 1940, era La tradizione di festeggiare il Mak π 100 data di promozione a Ufficiale. un piccolo strumento in legno di noce nacque nel 1840 all’Accademia Militare di Durante la lettura del nuovo regolamento (delle dimensioni di centimetri 30,5 x Torino; in quell’anno, con apposito decre- agli Allievi, uno di questi, l’Allievo Ema- 4,5 x 0,5) con un occhiello a nuele Balbo Bertone di Sambuy, una delle estremità da cui pro- appresa la data di fine corso, seguiva una fessura per tutta esclamò ironicamente, in dialet- la sua lunghezza ove inserire e to piemontese, mac pi tre anni!, far scivolare i bottoni, che in tal ovvero mancano appena tre anni. modo potevano essere lucidati L’esclamazione suscitò grande senza sporcare il tessuto. ilarità e fu così ripetuta periodi- Nel tempo è diventato simbolo camente riducendo man mano di passaggio, soprattutto nelle il periodo che mancava alla no- Accademie e Scuole Militari, tra mina a Ufficiale; ebbe così inizio i Corsi anziani e i Corsi giovani, la tradizione di contare i giorni come emblema di continuità apponendo scritte e disegni delle tradizioni. sulle lavagne delle aule e sulle Questa consuetudine si è poi porte delle camerate. Particolari estesa ai militari di leva che si festeggiamenti venivano orga- passavano vari oggetti tra il sol- nizzati nelle date corrisponden- dato anziano e il giovane; pote- ti a 300, 200 e 100 giorni dalla va essere un basco, una giacca consegna dei gradi, ma quella di mimetica o qualsiasi altra più attesa era la data del mac pi cosa che poteva diventare una cent. Tra il 1859 e il 1865, l’allo- stecca da passarsi. ra Comandante dell’Accademia La stecca faceva parte un tempo Militare di Torino, il Generale della dotazione dell’Allievo Uffi- Actis, proibì queste manifesta- ciale. Oggi i bottoni non hanno zioni. Nonostante il divieto, la più necessità di una periodica tradizione rimase radicata nello lucidatura, ma la stecca ha con- spirito goliardico degli Allievi. servato il suo valore simbolico Nel 1863 il “pi” piemontese si di ordine, di precisione e di di- trasformò in “π” (p greca) e così sciplina e come tale è traman- fece per la prima volta la sua dato da un Corso all’altro. apparizione la sigla Mak π 100. La stecca è costituita da una ta- Nel 1875, con grande delusione vola di legno di dimensioni smi- degli Allievi, furono nuovamen- surate rispetto allo strumento te proibiti i festeggiamenti, ma originario ma che ne riproduce qualche anno dopo la tradizio- fedelmente la forma. È custodi- ne fu ripresa, limitatamente ta dal Corso anziano. Su di essa alle celebrazioni per gli ultimi ogni Corso appone una targhet- cento giorni. ta metallica con sopra inciso il Nel 1891 tale usanza si trasfe- proprio numero e nome, affin- rì dall’Accademia Militare di ché resti traccia nel tempo di Torino, dove se ne era persa questo passaggio generazionale. la consuetudine, all’Accademia Gli Allievi del II anno, al termi- Militare di Modena, dove si è ne del biennio accademico, tra- Il passaggio della stecca: alla Scuola Teuliè di Milano, invece tramandata sino ai no- dizionalmente “lasciano la stec- alla Nunziatella di Napoli e all’Accademia di Modena. stri giorni.

ottobre-dicembre 2017 19 CENT’ANNI FA Il falò della speranza Il carattere dei soldati italiani riemerse e fece la differenza

Mariolina Cattaneo sangue e di fuoco o si cade nell’abisso e nel disonore…. Voi non saprete mai, né potete immaginare il nostro stato. Sap- autunno del 1917 era iniziato piate essere tutti ricostruttori coscien- da qualche giorno appena e ziosi dell’onore e della grandezza della nessuno immaginava cosa si Patria…”. Francesco Bianchi era del III sarebbe consumato di lì a poco. Reparto d’Assalto. Nato a Melzo (Milano) L’Tra Tolmino e Plezzo correva la linea del- il 15 gennaio 1895 aveva conseguito il di- la fronte, una zona tranquilla che non de- ploma di ragioniere. Morì all’ospedaletto stava alcun interesse negli avversari, que- da campo la sera del 19 ottobre 1918 in sta almeno era la convinzione. Eppure i seguito a un incidente automobilistico soldati del Regio Esercito espressero più e a una polmonite violenta che lo colse volte un senso d’irrequietezza, di dubbio quando era ricoverato. e persino di denuncia per essere stati la- La memorialistica ci aiuta a comprende- sciati a combattere in trincee incomplete re lo stato d’animo della truppa che ben e con poche munizioni. In questo clima poco conosceva della situazione generale, di stanchezza e disillusione si giunse a al contrario viveva confinata nel proprio Caporetto. “Ho invocato la morte non tratto di trincea, come in una bolla. Agli per debolezza o egoismo, ma perché mi occhi dei soldati, murati sulle proprie po- schiacciava la vergogna, ma perché la sizioni, si apriva uno scorcio ristretto che credo utile a lavare la macchia che ha in- guardava alla “terra di nessuno”, cimitero fangato tutti, anche chi non ha colpa né di amici e avversari. E lì, il campo di tiro responsabilità. È ora di azione, di sacri- Il generale . visuale e dunque di comprensione s’inter- ficio, di dovere. Qui, o si salva l’Italia o Sotto, [...] la truppa viveva confinata rompeva, come finisse il mondo, lascian- si muore, o si risorge con un lavacro di nel proprio tratto di trincea [...]. do l’aldilà all’immaginazione.

20 ottobre-dicembre 2017 “Sarebbe troppo lungo ora darvi una de- “scappare”. Giunto a Spilimbergo, riuniti Il nuovo comandante dell’esercito italia- scrizione della rovina, delle vergogne, una cinquantina di Alpini assieme ad un no, Armando Diaz si preoccupò di rin- delle viltà alle quali ho assistito impoten- altro sottotenente, mi presentai a Gradi- cuorare l’animo dei soldati grazie anche te e fremente di rabbia e di sdegno, non sca a un capitano che aveva lui pure una all’appoggio della popolazione e del go- lo avrei mai detto, ne parlo ora perché ottantina di alpini e formammo una spe- verno Orlando. E l’avanzata austrotede- sento che coll’eroismo di oggi noi soldati cie di compagnia. Questo di mia iniziati- sca fu fermata sul Piave. Lo stesso fiume sapremo cancellare le vergogne di ieri”. va, perché a me da un generale era stato che aveva visto, all’inizio della guerra, i Era il dicembre 1917 e così scriveva il te- dato l’ordine di ritirarmi. Composta la fanti marciare muti in una notte di mag- nente Antonio Locatelli del 5º Alpini. “Il compagnia offrimmo i nostri servigi a un gio. Ma gli austriaci attaccarono ancora 26 ottobre ero stato a Udine, ero torna- magnifico ufficiale, il generale Ciconetti sul basso Piave e dall’11 novembre in to al reggimento di marcia il 27, la sera comandante la Brigata Lario e con lui re- poi tentarono inutilmente di spezzare la stessa partimmo tutti assieme stabilendo sistemmo cinque giorni sul Tagliamento linea difensiva diventata un muro incrol- una testa di ponte a Bonzicco sul Taglia- fra un inferno di cannonate, la fame, il labile. Sul Grappa e sul Montello i nostri soldati, ai primi del 1918 riuscirono a rovesciare le sorti della guerra e con un contrattacco impetuoso si impossessa- rono dei punti più importanti dell’Alto- piano di Asiago. Alla fine di agosto Diaz approntò un piano di attacco sulla zona del Monte Grappa, dal Brenta al Piave, per tagliare in due l’esercito austriaco at- testato sulla riva sinistra del Fiume. Il 24 ottobre 1918 nella zona di Vittorio Vene- to gli italiani, in un ultimo sforzo collet- tivo costrinsero gli austriaci a ripiegare. E venne l’armistizio. Quell’esercito straccione, disorganizza- to, smarrito, tacciato di tradimento da Cadorna, aveva fermato l’avversario alle porte di casa, sulla montagna che segnava l’ultimo confine di quel mondo civile or- mai lontano quasi dimenticato. Gli Alpi- ni combatterono per difendere le proprie case, la propria terra, insomma quella vita che ormai non ricordavano più ma che rappresentava la loro identità. Il ca- rattere degli uomini di montagna, sfiniti, consumati da tre anni di sforzi estremi, riemerse come per miracolo e fece la dif- ferenza. Senza queste unicità, forse, non ci sarebbe stata Vittorio , un epilo- go gonfio di speranza che mischiata all’or- goglio fu proverbiale. Diceva Vitaliano Pe- duzzi, geniale Alpino del 7º a Pljevlja, che la speranza non è l’ultima dea alla quale affidarsi, ma piuttosto la prima. E aveva ragione. Ogni qualvolta iniziamo una strada in salita, è a lei che ci affidiamo. Così nelle sfide, quel sentimento ci rassi- cura e ci rende più forti. “Come fare per impedire al passato di al- lontanarsi troppo? Come fare per tenere in vita i morti che, al di là del tempo e Sopra, [...] quell’esercito di straccioni [...] aveva fermato l’avversario della parola, ci chiamano non per tormen- sulle porte di casa [...]. Sotto, il passaggio sul Piave. tarci, ma per rassicurarci, per confermarci che ci rimproverano non di aggrapparci mento. Lì restammo fino al 30, giorno sonno, ogni sorta di disagi; ma eravamo alla vita, ma di vivere nell’oblio?” (Elie in cui facemmo una disastrosa ritirata felici di essere dei pochissimi che osava- Wiesel, 1928-2016, Premio Nobel per la varcando il Tagliamento al ponte di Pin- no stare di fronte al nemico, questo sarà Pace nel 1986). zano, quello forzato poi dal nemico. Qui il mio orgoglio per tutta la vita”. Cadrà Semplicemente ricordandoli, come l’As- io perdetti tutti, soldati e comandanti, il 26 maggio 1918 per ferite riportate in sociazione Nazionale Alpini fa da quasi restai solo con pochissimi uomini, tre combattimento sul ghiacciaio del Presena un secolo. o quattro in tutto, la parola d’ordine era con una Medaglia d’Argento al petto. Foto www.esercito.difesa.it

ottobre-dicembre 2017 21 IN COPERTINA Un’impresa leggendaria

Cosa ci fa un cannone a 3.276 metri di altitudine? Foto Stefano Torrione Stefano Foto

Lo chiamarono Ippopotamo gli stessi Piergiorgio Pedretti a battere le posizioni dei Kaiserjager. Alpini, per il suo peso, le dimensioni Noi non sappiamo come reagirono gli Al- e la gran fatica a muoverlo. Figuria- pini quando fu loro comandato il trasporto moci poi trasportarlo a Cresta Croce, er gli Alpini non esiste l’impossibi- micidiale di quel cannone dal peso disu- a 3.276 metri di altitudine. le. È una frase scolpita nella roccia; mano, costruito nel 1896 dall’arsenale di Abbiamo scelto di usare la sua im- frase che il Consiglio Direttivo Na- artiglieria di Torino e utilizzato per la pri- magine come copertina di fine anno zionale ha scelto quale motto per ma volta nella guerra italo-turca negli anni per rappresentare diversi messaggi. Pla 91ª Adunata degli Alpini che si terrà a 1911-1912. Ma, ben conoscendoli siamo Immagine di un’opera a prima vista Trento dal 10 al 13 maggio 2018. Parole certi che, dopo aver esternato a voce forte impossibile, che però gli Alpini riu- incise nel 1943, durante i lavori del Di- e chiara una fila di moccoli diversamen- scirono a portare a termine proprio staccamento Autonomo Lavoratori Trup- te colorati, imposero simpaticamente al cent’anni fa nel giugno del 1917, a for- pe Alpine impiegato sul Doss Trento, la bestione l’azzeccatissimo soprannome di za di braccia, ma soprattutto di capar- montagna “della memoria” del territorio. Ippopotamo. E mai un nome si dimostrò bia volontà. Immagine di un’arma che Ma, ancora prima che fosse incisa nella così appropriato perché il cannone pesava tuonò per l’ultimo Natale di guerra, roccia, quella frase era già divenuta il sim- complessivamente 6.050 chilogrammi; con rimanendo poi a ricordarne gli orrori bolo della testardaggine degli Alpini per- una canna lunga 3.980 millimetri di cali- e come monito a difendere la pace. ché, dal 1872 in poi, essi hanno compiuto bro 49,1 millimetri; una gittata massima Proprio per questa ragione è stata opere che definire impossibili è riduttivo. 9,6 chilometri e robusti cingoli sulle due scelta per la nostra copertina una Una di queste, certamente tra le più esclu- ruote necessari per contenere il rinculo. fotografia estiva e non una di gelo sive, è il trasporto del cannone 149G da Si trattava in pratica di un cannone cor- invernale come quella pubblicata in Temù fino al passo Venerocolo nel Grup- to a retrocarica, su affusto rigido a ruote, alto in questa pagina. po dell’Adamello a quota 3.236 metri nel canna in ghisa acciaiosa – ecco spiegato la Una bella immagine in pieno sole rap- 1916; successivamente spostato per mo- G finale – otturatore da 69 chilogrammi, presenta meglio di ogni altra quanto tivi strategici nel 1917 a Cresta Croce, a ruote in ruote in legno a 12 razze di 1.560 sia luminosa la pace. 3.276 metri, dalla cui sommità continuò millimetri di diametro.

22 ottobre-dicembre 2017 All’inizio del primo conflitto mondiale nes- quota. Per il successivo tratto, a causa della suno pensava che la guerra potesse spin- neve abbondante, si rese necessario smon- gersi fino a quote elevate ma, dopo i primi tare il cannone: canna, affusto e ruote fu- mesi di ostilità, il fronte alpino si spostò rono divisi in carichi separati, montati su verso l’Adamello, il Passo del Tonale e il slitte preparate appositamente e trainate Gruppo dell’Ortles Cevedale. dalla forza di oltre duecento uomini. Apparve subito evidente la necessità di po- La destinazione del cannone era Passo del sizionare pezzi di artiglieria sulle cime più Venerocolo – 3.236 metri di quota – con elevate per avere un miglior controllo della tappa intermedia al Rifugio Garibaldi in linea di fronte e appoggiare le azioni degli val d’Avio. L’impresa del traino fu duris- Alpini battendo le postazioni nemiche da sima e piena d’imprevisti; per esempio, Crozzon di Folgorida. Come scrisse Anto- posizioni dominanti. durante il traino, il cannone fu seppellito nio Mautone nel suo libro Fronte di ghiac- Le notevoli difficoltà di trasporto dei pezzi da un’enorme valanga e si temette il peg- cio: “Tutto andò bene. Il cannone funzionò di artiglieria a quote molto elevate erano gio. Ma gli Alpini non si persero d’animo e se ne sarebbero accorti molto presto gli già note per cannoni di piccolo calibro; ma e con pale, bastoni e financo con le mani, austriaci che razza di sventole avrebbe spa- portare un pezzo di medio calibro a quote riuscirono a recuperarlo dopo giorni di du- rato!…”. Nel 1917 si progettò l’attacco per così elevate era ritenuta un’impresa non rissimo lavoro. la conquista del Corno di Cavento; da qui tanto ardua, quanto impossibile. Il tratto più impegnativo fu in prossimi- la necessità di avanzare ulteriormente la I Comandi italiani del settore adamellino tà del ripido sentiero soprannominato “il postazione del cannone per poter battere non si dettero comunque per vinti e, nel calvario” che adduceva al rifugio Garibal- con maggior precisione le postazioni au- gennaio 1916, cominciarono a progettare di. Ma, nonostante tutte queste difficoltà, striache di Cavento-Folletto. Venne per- il trasporto di un cannone da 149 mm in il 17 di aprile l’Ippopotamo raggiunse la tanto preparata una nuova postazione su prossimità della linea del fronte a oltre tre- meta intermedia a 2.535 metri di quota. una selletta in prossimità di Cresta della mila metri di quota. L’impresa venne deci- Al completamento dell’impresa mancava Croce a 3.276 metri di quota e, nella sola sa e finalmente, il mattino del 9 febbraio un’ultima benché sovrumana fatica. Final- notte del 6 giugno duecento tra Artiglieri arrivò a Temù dalla stazione ferroviaria di mente, dopo altri dieci giorni, il 27 aprile, ed Alpini attraversando il Passo della Tre- Edolo un vecchio cannone in ghisa reduce il cannone arrivò alla destinazione stabilita dicesima trainarono il cannone sulla sua dalla campagna di Libia. Possiamo imma- di Passo del Venerocolo. L’incredibile im- nuova posizione. ginare la grande impressione suscitata ne- presa era pienamente riuscita. In settan- Il 15 giugno del 1917 il cannone aprì a gli abitanti di quel piccolo paese camuno totto giorni il colosso di ghisa aveva supe- sorpresa il fuoco contro le postazioni del nel vedere un simile colosso; ma anche gli rato 1.500 metri di dislivello ed era stato Corno di Cavento appoggiando il vittorio- Alpini rimasero non poco scombussolati sistemato sulla piazzola già pronta, pronto so assalto degli Alpini contro le postazioni perché, prima d’allora, non avevano mai a far sentire il suo tremendo rombo. Qui dei Kaiserjager comandati dal valoroso visto un’arma così gigantesca. venne approntata la postazione e il mat- tenente austriaco Felix Echt Von Eleda L’Ippopotamo partì da Temù quello stes- tino del 29 aprile il pezzo sparò la sua pri- che perse la vita proprio in questa azio- so giorno trainato da cavalli e verso sera ma granata contro il nemico appoggiando ne, difendendo accanitamente la posizio- raggiunse Malga Caldea a 1.580 metri di il vittorioso attacco degli Alpini contro il ne. Dalla sua postazione di Cresta Croce l’Ippopotamo, con la sua possente voce, accompagnerà fino alla fine del conflitto tutte le azioni e gli attacchi degli Alpini al limite della propria gittata di nove chilo- metri. Il cannone dell’Adamello fu il pezzo di medio calibro posizionato più in alto su tutti i fronti europei. Più volte restaurato da volontari Alpini, il cannone domina tutt’ora dalla sua vecchia postazione di Cresta Croce il massiccio dell’Adamello. Nonostante il passare degli anni e la rug- gine che lo ricopre interamente, il cannone dell’Adamello continua a essere meta nella stagione estiva di comitive di alpinisti ed escursionisti che, arrivati sulla cima dopo aver apprezzato lo stupendo panorama, non disdegnano una foto ricordo in com- pagnia del leggendario amico.

Fonti: www.tiscali.it/voneleda Wikipedia Luciano Viazzi, I diavoli dell’Adamello,

Foto Franco Brevini Franco Foto Editore Mursia Lo scenario della catena dell’Adamello, in primo piano Cresta Croce con l’Ippopotamo. Antonio Mautone, Fronte di ghiaccio, In alto l’immane fatica del trasporto. Edizioni Persico

ottobre-dicembre 2017 23 SPORT Assemblea annuale dello sport Presentati i Campionati nazionali 2018 di tutte le discipline

Massimiliano Molteni posto su sessanta Sezioni e il 25° posto 5 chilometri gara di mountain nel Trofeo Caleppio riservato agli Amici bike e gara di tiro con carabina degli Alpini. ad aria compressa o scorso 11 novembre, organiz- Queste le date le località dei Campionati • 8-9 settembre, Gara di Tiro zata dalla Sezione Bolognese- Nazionali Alpini per l’anno 2018. a segno per carabina e pistola, Romagnola e ospitata dal Grup- • 4 febbraio, Sci Slalom al Monte Sezione di Pisa-Lucca-Livorno, po Alpini di Rimini, si è tenuta Pora, Castione della Presolana (BG), presso il poligono di Lucca Ll’Assemblea annuale dello Sport presso Sezione di Bergamo • 30 settembre, Mountain bike la Sala del Giudizio dei Musei di Rimini. • 18 febbraio, Sci Fondo a Pragelato (TO), a Perinaldo (IM), Sezione di Imperia. A questo incontro sono invitati i presi- Sezione di Pinerolo Ringrazio il Consiglio sezionale per l’ap- denti sezionali e i referenti delle attività • 18 marzo, Sci Alpinismo a Ponte poggio fornito durante il 2017 e gli atleti sportive ai quali viene fatto un resoconto di Legno (BS), Sezione Valle Camonica Alpini e Amici che, con il loro impegno, dell’annata sportiva alpina appena con- • 7-10 giugno, Alpiniadi Estive, hanno permesso di ben rappresentare la clusa e vengono presentati i campionati Sezione di Bassano del Grappa. Sezione di Como. Ricordo che per par- dell’anno successivo da parte delle sezio- I campionati estivi riuniti in un’unica tecipare occorre essere in regola con il ni organizzatrici. La Sezione di Como, manifestazione: tesseramento Ana, essere in possesso di anche nel 2017 ha partecipato a tutti i • Marcia di regolarità a Possagno (TV) certificato di idoneità medica all’attività nove Campionati nazionali schierando • Corsa in montagna individuale sportiva rilasciato da un centro di medi- ben quarantaquattro Alpini e quattro a Breganze (VI) cina sportiva (fornendone una copia che Amici e ottenendo, sia nel Trofeo del Pre- • Corsa in montagna a staffetta deve essere trattenuta in Sede sezionale) sidente Nazionale che nel Trofeo Tenen- a Bassano del Grappa (VI) e dare la propria adesione per tempo in te Antonio Scaramuzza De Marco, il 21° • Prova sperimentale di Duathlon, modo da poter organizzare le trasferte. Campionato di Marcia di regolarità

n una splendida giornata di sole, do- Imenica 10 settembre 2017 si è dispu- tato il 45° Campionato di Marcia di rego- larità per pattuglie. La Sezione di Torino, unitamente alla Commissione Sportiva Nazionale Ana ottimamente capeggiata da Mauro Buttigliero, ha organizzato in località Giaveno-Valgioie una manifesta- zione che ha visto iscritte ben centoven- tisei pattuglie di Alpini ed Amici prove- nienti da trentatre sezioni Ana. La Sezione di Como ha schierato due pattuglie composte, come da regola- mento, da tre atleti ciascuna. La pattu- glia composta da Elio Origoni, Marco Estersini e Stefano Aliverti ha scelto di gareggiare con media alta, la seconda composta da Pasquale Luraschi, Cristia- no Martin e Corrado Rossetti ha scelto di gareggiare con media bassa. Un buon percorso, non molto impegna- tivo secondo il commento dei parteci- panti, che hanno concluso la loro prova Grazie all’impegno dei sei atleti la Sezio- rispettivamente in sessantaquattresima ne di Como ha conseguito il ventritree- e settantanovesima posizione nella clas- simo posto nella particolare graduatoria sifica generale. riservata alle sezioni.

24 ottobre-dicembre 2017 Campionato di Tiro a segno Trofeo Albisetti

a Sezione di Verona posto nella speciale clas- Lha ricevuto il testimo- sifica per sezioni sia degli ne dalla Sezione di Como Alpini sia degli Amici. Da nell’organizzazione dei segnalare gli ottimi piaz- Campionati nazionali Ana zamenti nella specialità di Tiro a Segno specialità carabina nelle classifiche Carabina libera a terra e individuali per categoria Pistola standard. Sette conseguiti da Carlo Freso- gli Alpini e tre gli Amici li quarto, da Natale Cana- impegnati nella gara di vesi quinto per gli Alpini tiro con la carabina e tre e il quarto posto di Anto- gli Alpini impegnati nel- nio Fresoli nella categoria la gara di tiro con la pistola standard. I Amici. Solamente un punto la differenza nostri forti tiratori sono rientrati dalla con la Sezione di Verona classificata al città scaligera con un invidiabile quarto secondo posto.

Domenica 29 ottobre al poligono di Varese, i tiratori della Sezione di Como hanno vinto la gara individuale piazzando tre atleti ai primi tre posti al 44° Trofeo “Capitano Dorlingo Al- bisetti” organizzato dal Gruppo Alpi- ni di Tradate. Di grande rilievo la prestazione indi- viduale dove, nella categoria Master, al primo al secondo ed al terzo posto si sono classificati Natale Canavesi, Carlo Fresoli e Luca Prizzon, un po- dio tutto targato Sezione di Como. Importante è stata anche la presta- zione di alcuni Gruppi della Sezione di Como nella classifica a squadre dove incontriamo al 4° posto il Grup- po di Olgiate Comasco e al 6° posto il Gruppo di Camnago Faloppio.

Campionato di Corsa in montagna a staffetta

na staffetta formata da tre atleti del UGruppo di Appiano Gentile, Elio Ori- goni, Stefano Aliverti e Marco Estersini, ha rappresentato la Sezione di Como a Valdobbiadene. Seicentotrenta i parteci- panti di trentavove sezioni. La due giorni di festa è iniziata sabato 21 ottobre con la consegna dei pettorali nella sede degli Alpini di Valdobbiadene, cui è seguito l’ammassamento in piazza del 7° Reggimento Alpini e la sfilata per le vie del centro. Il presidente nazionale della commissione sport Mauro Buttigliero ha acceso il tripode. Dopo la celebrazione in Duomo della santa Messa, è avvenuto in piazza il taglio di una porchetta gigante. Nella gara i nostri Alpini ancora una vol- ta hanno dato il massimo ottenendo un brillante piazzamento.

ottobre-dicembre 2017 25 SOLIDARIETÀ In carcere per donare speranza Ero in carcere e siete venuti a trovarmi Foto Luigi Zanfrini Foto

Padre Giovanni Milani preparato per voi fin dalla creazione del possibili: sì, proprio Dio ci insegna così a mondo, perché ho avuto fame e mi avete essere più uomini e più umani. Ho vissuto dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete tredici anni il ministero di cappellano nel arissimi amici del Baradèll, è con dato da bere, ero straniero e mi avete ac- carcere di Como, sono rimasto fino a alla gioia che arrivo a voi con questo colto, nudo e mi avete vestito, malato e mi fine di settembre 2017 e ora ho lasciato il articolo per ringraziarvi per il la- avete visitato, ero in carcere e siete venuti posto a padre Michele, anche lui francesca- voro che come Gruppo Alpini ave- a trovarmi”. Gesù si fa trovare nei luoghi e no. Erano ospitati quattrocentotrenta de- Cte svolto silenziosamente a favore del car- nelle situazioni da cui gli uomini scappa- tenuti. La struttura del carcere è comples- cere. […] Una delle domande più frequenti no per costringerci a guardarle in faccia, a sa, ci sono varie realtà; sezioni chiamate che fanno a noi preti, quando sanno che stare dentro le nostre disumanità, a volte “comuni”, sezione protetti, osservazione, andiamo in carcere, è: “Ma cosa andate a subìte a volte procurate, e imparare con infermeria, femminile. Ogni cappellano perdere tempo lì, con tutto quello che c’è Lui sentieri di umanità, umanamente im- dovrebbe essere “inquieto” in questo luo- da fare fuori… Se la sono cercata, ora si ar- rangino”; altri dicono: “Ma che fa padre? Tanto è tutto inutile: quelli non cambiano mai! È colpa loro, è tutto inutile…”. E sa- remmo falsi nel rispondere che è facile, che puoi fidarti di tutti, che le persone cam- biano… Forse sì, forse no. Il carcere infatti ti sbatte in faccia la realtà del male nelle sue diverse facce: la violenza e l’ingiustizia legale e illegale; il sopruso e la prepotenza; la povertà e la marginalità. A questo pun- to potremmo guardarci in faccia e sincera- mente dirci: “ma chi ce lo fa fare…?”. Eppure c’è una parola che ci interpella, è quella di Gesù che dice: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno

26 ottobre-dicembre 2017 Due momenti di “Leggevamo ad Albate”; sotto, Alpini e volontari della Protezione Civile dopo l’intervento di pulizia. Nella pagina accanto, sopra, lo splendore del sole inonda di speranza il carcere; sotto, i partecipanti a “Leggevamo ad Albate”. go, perché è espressione della Chiesa pre- il detenuto è persona e come ogni persona rapporto personale con il detenuto. Il cap- sente in questa realtà che non è altro che porta in sé il desiderio irrefrenabile della pellano si occupa oggi in modo specifico una porzione di Chiesa che vive un mo- libertà della comunione. Solo una risposta della cura del culto religioso […] ma svolge mento particolarmente difficile. Come dice positiva a questo desiderio può migliorare anche compiti di assistenza sociale e mate- San Paolo “è il membro debole del corpo” a l’uomo e può fargli prendere coscienza del riale, aiutato in questo dai tanti volontari. cui la Chiesa deve prestare particolare at- male commesso. In carcere, quindi, la presenza del cappella- tenzione. Il cappellano, nel momento più È in questa realtà del carcere che noi come no è ben vista dai detenuti, sia cattolici che importante della sua presenza, che è quel- Chiesa siamo chiamati a portare l’annun- di altre religioni. Naturalmente tutto ciò lo della celebrazione dell’Eucaristia, rende cio della liberazione che inizia sempre dalla dipende dalla disponibilità e dalla capacità presente il segno del Cristo che è il segno liberazione interiore. I disagi dei carcerati di ascoltare i detenuti e dal tempo che vie- di salvezza e speranza. nascono, credo, proprio dall’impossibilità ne loro dedicato. Sicuramente l’ambiente Nel carcere di Como, tanti sono i progetti di riscoprire la parte positiva della propria chiuso e opprimente del carcere, lo scorre- pastorali: la catechesi per le sezioni comu- umanità. Questo potrebbe essere possibi- re lento del tempo, quando non generano ni due volte la settimana, il mercoledì e il le attraverso progetti di “socializzazione”. depressione e l’appiattimento morale ed venerdì, con l’aiuto di due volontari; il lu- Il recupero della persona o avviene attra- emotivo della persona, favoriscono la ri- nedì nella sezione protetti, un volontario verso l’incontro vero e disinteressato con flessione e il pentimento; la fede religiosa, e una suora; presso, la sezione femminile il l’altro o non avviene. È proprio la mancan- sollecitata e incoraggiata costantemente, lunedì, una suora. […] Ecco allora la bellez- za di attività, che costringe a stare chiusi può quindi apparire come l’unica ed estre- za dell’aiuto delle suore e dei volontari che tutto il giorno, il primo grande disagio e ma ancora di salvezza; costruire una nuo- in carcere sono forse l’unica realtà che ri- di conseguenza i problemi psichici, la facile va speranza di vita, in questo il ruolo del chiama alla mente il mondo libero. I dete- irritabilità, anche il malanno più comune cappellano nelle carceri è profondamente nuti, dal prete e dalla presenza della Chie- come un mal di testa, o un mal di denti in essenziale per riportare la pace nel cuore di sa nel carcere, si attendono che qualcuno carcere possono diventare una tragedia. Il questi nostri fratelli. creda in loro, che dia loro fiducia; e questo ruolo del cappellano è indubbiamente Dobbiamo sentirci in comunione con chi, vale molto di più di qualsiasi rieducazione. complesso e richiede, oltre a una parti- condannato dalla giustizia umana, non Alla base stessa dell’evangelizzazione ci colare preparazione umana e religiosa, la cessa di essere membra del corpo di Cristo deve essere innanzitutto una risposta a disponibilità a trascorrere del tempo dietro che è la Chiesa, membra sofferenti e do- questa attesa di fiducia; solo così si riesce le sbarre per incontrare, parlare e conosce- loranti a causa del male e del peccato, ma a far breccia nei cuori di tanti di loro per re i detenuti. La presenza del cappellano proprio per questo bisognosi di particola- poi iniziare anche un cammino di fede. non è soltanto legata “all’annuncio di Cri- ri cure. Pregare per questi nostri fratelli e Oggi tutti i disagi sembrano provenire dal sto”, ma ha anche un risvolto di dimen- sorelle è credere nella forza della preghiera sovraffollamento, perché si dimentica che sione umana, di conforto morale e di un che attraversa le mura e le sbarre, per rag- giungere i cuori e portare salvezza e guari- gione. Ma non basta pregare per loro: biso- gna anche pregare con loro; sì perché nelle carceri c’è una chiesa che prega, che celebra l’Eucaristia, che innalza a Dio invocazioni, lodi, richieste di perdono, ringraziamenti, che presenta le attese, le ansie, le speran- ze di una umanità sofferente. È in questa preghiera che tutta la comunità cristiana deve inserirsi, facendo proprio il balbettio del pubblicano al tempio: “abbi pietà di me peccatore” e prendendo le distanze dalla preghiera del fariseo, che si erge a giudice del fratello nel momento più sacro dell’in- contro col Padre. Grazie di cuore. Fotografie Gruppo Alpini Albate

ottobre-dicembre 2017 27 IL RACCONTO 1917, un Natale di guerra, un inno alla pace La pace vera nasce nei cuori e si diffonde attorno a noi...

ra il 1917, uno dei terribili anni della prima guerra mondiale. Sulle trincee spirava un vento gelido e c’era tanta neve. I solda- Eti si muovevano cauti, la notte era senza luna, ma serena e tutti avevano paura di incontrare delle pattuglie nemiche, per- ché il nemico era lì davanti a loro. A un tratto un caporale disse sotto voce: “È nato!”. “Eh?” – fece un altro senza af- ferrare l’allusione. “Deve essere la mezza- notte passata perbacco. – riprese il primo – La notte di Natale! Al mio paese mia moglie, mia madre e mia sorella saranno era perché aveva gli occhi pieni di lacrime. se di tasca un mozzicone di candela, l’ac- già in chiesa”. Il più vecchio del gruppo si tolse i guan- cese e la pose vicino all’insolita culla. Poi Un altro compagno osservò: “Guardate là, toni, raccolse un po’ di terra umida e ma- sottovoce cominciò a recitare: “Padre no- c’è una grotta. Andiamo dentro un mo- nipolandola qualche minuto le diede la stro che sei nei cieli…”. Tutti continuaro- mento, saremo riparati dal vento”. forma approssimativa di un bambinello no e avevano il cuore grosso da far male. Entrarono nella grotta e il più giovane del da presepio. Poi stese il fazzoletto nell’el- Il raccoglimento durò ancora dopo la pre- gruppo si tolse l’elmetto, si sfilò il passa- metto del compagno e vi depose il Gesù ghiera. Nessuno voleva spezzare l’atmo- montagna e s’inginocchiò in un cantuc- bambino. Si scorgeva appena nella fioca sfera che si era creata. cio. Il caporale rimase all’entrata e voltò luce delle stelle riflessa dalla neve. Improvvisamente alle loro spalle una voce le spalle all’interno con fare superiore: ma Il caporale trascurando ogni prudenza tol- disse: “Fröhliche Weihnachten” (buon Na-

28 ottobre-dicembre 2017 Adamello, Pizzo dei Tre Legionari, pattuglia di Alpini 1917, un Natale di guerra, un inno alla pace skiatori.

da neonato. Doveva essere quella del suo bambino e se la teneva sul cuore, e dopo averla baciata la depose accanto al bam- bino Gesù rimanendo per alcuni attimi in preghiera. Poi si voltò di scatto e seguito dai compagni si allontanò voltando le spalle, senza timore, e scomparve nella notte di quel gelido Natale di guerra.

hissà se si tratta di un fatto realmente Caccaduto, o se è solo frutto della fan- tasia di qualche novelliere particolarmen- te sensibile? Non ha importanza, per noi è comunque tutto vero, soprattut- to perché abbiamo le testimonianze di tanti fatti del genere accaduti sul serio. Lo scambio di sigarette, o di una bottiglia di grappa da una trincea all'altra. Le voci di soldati nemici che si univano in uno stesso canto e tante altre tale). Una pattuglia austriaca li aveva colti a cantare “Stille Nacht”, la bella melodia occasioni di vera condivisione. alla sprovvista. Con le armi puntate sta- natalizia che tutti conoscevano. Soldati nemici solo per caso; solo perché vano all’imboccatura della grotta. Mentre Tutti si unirono al coro, anche se si canta- gli era stata fatta indossare un'uniforme, i soldati scattavano in piedi la voce ripeté va in lingue diverse. Poi, quando si spense invece di un'altra. Ma in certe circostanze con dolcezza: “Buon Natale”. l’ultima nota del canto, il caporale si avvi- saltava fuori prepotentemente il deside- I nemici abbassarono le armi e guarda- cinò a uno dei giovani nemici e gli tese la rio di pace, di fraternità, il desiderio di un rono la povera culla. Erano tre giovani e mano che l’altro strinse con calore. Tutti sorriso e di una stretta di mano. Il deside- avevano bisogno anche loro di un po’ di fecero altrettanto, augurandosi il buon rio di sentirsi solo uomini. presepio, anche se povero. Si guardarono Natale. Poi uno degli austriaci trasse da E il Natale è indubbiamente l'occasione

confusi, poi si segnarono e cominciarono dentro il pastrano una piccola scarpina più bella. n. 101793 A. - fotografia Monelli Statale - Archivio Baldini - Biblioteca e del Turismo Culturali dei Beni e delle Attività del Ministero Su concessione

ottobre-dicembre 2017 29 IN GRIGIOVERDE Ritorno in trincea

Gli allievi della Scuola Teulié in visita alle fortificazioni della linea Cadorna

e prime sfumature d’autunno, con Emanuele Roncoroni ambientale di rigogliosa bellezza, ha le delicate striature color pastello subito conquistato lo spirito degli Allie- del bosco, hanno piacevolmente vi della scuola militare, perfettamente a accolto il tenente colonnello Ro- cazioni della Linea Cadorna nel percorso loro agio nella divisa mimetica, i cui colori Lberto Farinelli, comandante del battaglio- che va da Cavallasca a Cardina, scollinan- si inserivano in elegante sintonia con la ne Allievi della Scuola Militare Teulié di do per Monte Olimpino, che quest’anno vegetazione e i manufatti della Grande Milano, e la 2a Compagnia “Turatello”, si è svolta il 27 settembre. Guerra. Ragazzi che esattamente cent’an- agli ordini del capitano Andrea Fogari, Il susseguirsi di trincee, camminamenti, ni dopo la costruzione della Linea Cador- nella ormai tradizionale visita alle fortifi- gallerie e bunker, inserite in un contesto na, ne hanno ripercorso strade e sentieri,

30 ottobre-dicembre 2017 A fianco il momento di presentazione della forza; Ritorno in trincea sotto, in marcia.

le basi per la “TV dei Ragazzi” portata poi al successo dalla Rai. Proprio come una riconciliazione postuma del destino con i ragazzini, che contribuirono alla costru- zione della Linea Cadorna. Negli ampi locali che ospitavano questo storico labo- ratorio, è stato servito uno spettacolare rancio alpino, che ha stretto ancora di più il legame di amicizia tra la Scuola Militare Teulié a gli Alpini della Sezione di Como. Graditissima sorpresa finale degli Allievi è stato il canto della Marcia degli Alpini, con il colonnello Farinelli e il Capitano così come i loro coetanei di un secolo fa ascoltando con intensa attenzione gli in- Fogari, entrambi Penne Nere, registi sor- facevano quotidianamente lavorando con terventi del presidente Enrico Gaffuri e ridenti della brillante operazione. il Genio Militare, per guadagnare qualco- del generale dei Bersaglieri Luigi Scollo, Ma ancora la giornata non era finita. La sa in quegli anni di privazioni, mentre i che hanno approfondito in ogni dettaglio 2a Compagnia si è rimessa in marcia e loro fratelli maggiori erano al fronte. Vi- i siti storici raggiunti. Hanno poi appreso ha raggiunto la vicina Villa Pisani Dos- sitare il Fortino di Monte Sasso, scendere dalle parole di Pierluigi Mascetti, anima si, magnifica dimora costruita in stile dalla ripida galleria nella roccia alla parete della Associazione Culturale Spindler, che Liberty di Carlo Pisani Dossi, letterato della Porta Sasso con i bunker a strapiom- a Cardina, vicino alle postazioni d’artiglie- milanese protagonista della Scapigliatura bo nel vuoto, raggiungere la batteria d’ar- ria, nei primi anni Sessanta con il nome Lombarda, e fine diplomatico al seguito tiglieria di Cardina, sono momenti che “Collina del Cinema”, era sorto un labora- di Francesco Crispi. Dopo aver percorso il hanno immedesimato gli Allievi in quella torio sperimentale dove Bruno Munari, viale di sontuosi cipressi, Allievi e Alpini che era la dura vita di trincea di allora, con il socio Marcello Picardo, aveva creato sono stati accolti dall’avvocato Beno Re-

ottobre-dicembre 2017 31 IN GRIGIOVERDE Una giornata da Alpini con gli Alpini

l 27 settembre scorso gli Allievi della 2a ICompagnia “Turinetto” della Scuola Mi- litare Teulié hanno effettuato una visita alla Linea Cadorna, tra i paesi di Cavalla- sca e Monte Olimpino. Quella che segue è la cronaca fatta dai ragazzi e dalle ragazze stesse di quella che, almeno a sentir loro, dev’essere stata una giornata molto parti- colare: non sui banchi di scuola, ma nelle trincee che, un secolo fa, erano popolate da giovani – più o meno – della loro età. Giunti nella prima località, dopo il saluto del colonnello Marco Schinzari, comandante del Centro Documentale di Como, e del presiden- te della Sezione Ana Enrico Gaffuri, al quale siamo grati per il cortese invito, iniziamo il cammino verso il sistema difensivo per- correndo i sentieri del parco “Spina verde”. Grazie ai racconti degli Alpini dell’Ana che guidano nella visita, ci immedesimiamo nei verdini e da sua moglie Giosetta, nipote soldati, spesso nostri coetanei, che trascor- dello scrittore, che hanno aperto con ca- revano intere giornate nella precarietà delle lorosa amicizia questo luogo magnifico e trincee e nell’umidità dei ricoveri in galleria. di immensa valenza culturale. La prima Durante il nostro tragitto ci soffermiamo pietra della villa venne posata nel 1897, al “Fontanin della Pobbia”, un antico abbe- abitata dal 1900 da Carlo Pisani Dossi e veratoio realizzato in quegli anni dal Genio conclusa definitivamente nel 1910, anno Militare. È incredibile pensare al divario tec- della morte dello scrittore. nologico tra chi poteva impiegare solamente Regia organizzativa della giornata a cura i muli, gli operai e i militari per realizzare del Gruppo Alpini Monte Olimpino, che un’opera così poderosa, e gli attuali mezzi di ha curato ogni istante della visita degli trasporto che spesso diamo per scontati. Allievi, supportato dai Volontari del Nu- Oltre alle opere in sé e per sé, anche il cam- cleo di Protezione Civile sezionale, e da mino tra un sito e l’altro è stimolante, per- alcuni Alpini dei Gruppi di Parè e Drezzo, ché ci permette di rinfrescare la disciplina di volta ospitavano quattro obici da 149 mm. con l’immancabile Bruno Albini. Ospite marcia e delle comunicazioni radio, e perché Grazie alla generosità dei proprietari, visitia- d’onore il colonnello Mario Schinzari, co- si snoda in un territorio splendido, con un mo infine la villa Pisani Dossi, voluta e co- mandante della Caserma De Cristoforis. paesaggio così in contrasto con i palazzi di struita da Carlo Pisani Dossi, scrittore e uomo Quando la 2a Compagnia “Turatello” si è Milano tra i quali viviamo quotidianamente. politico dell’Ottocento, dalla quale si ammira messa in marcia, per scendere dalla bat- In località Cardina avviene il momento più un impagabile panorama della città di Como. teria di Cardina verso i bus dell’Esercito sentito della giornata, l’alzabandiera. Con Ma non sono solo gli aspetti storici e del per il rientro alla Scuola Militare Teulié, l’esperta guida del generale Luigi Scollo visi- paesaggio a colpire gli Allievi. Tra una po- il pensiero è andato a quei soldati che tiamo la Batteria, ossia le postazioni che una stazione e l’altra, gustiamo l’ottimo pranzo cent’anni fa, nell’agosto del 1917, aveva- a base di polenta, preparato dagli Alpini no lasciato per sempre la Linea Cadorna, dell’Ana e consumato tutti insieme in pieno scendendo dalle stesse postazioni, chia- spirito alpino. L’accoglienza nei nostri con- mati al fronte per l’imminente, ultima, fronti ci ha particolarmente colpiti, e ci viene tragica offensiva sull’Isonzo, che portò a spontaneo salutarli cantando a squarciago- Caporetto e all’eroica resistenza sul Pia- la – forse anche troppo – il “33”, l’inno degli ve. A loro, ai nostri Caduti, gli Alpini della Alpini che spesso intoniamo al mattino per Sezione di Como hanno dedicato queste recarci all’alzabandiera. Ricorderemo questa grandi opere di recupero strutturale e am- giornata con grande entusiasmo, perché ci ha bientale, per la visita delle giovani gene- permesso – e ogni tanto ci vuole – di lasciare razioni, a perenne memoria di quei giorni almeno per un giorno i banchi di scuola per ormai lontani. vivere un’esperienza che ricorderemo a lungo Fotografie Mario Ghielmetti con piacere. Grazie, Alpini!

32 ottobre-dicembre 2017 Buona fortuna, Comandante! Continueremo a considerarti un caro amico

Enrico Gaffuri La collaborazione reciproca tra CE.DOC. che avresti potuto dedicare alla tua fami- e Sezione Alpini è stata la cosa più natu- glia. Più di una volta ci hai indirizzati alle rale del mondo, proprio come avviene in soluzioni migliori dei nostri problemi. Di er un militare, il trasferimento ad famiglia, dove ci si aiuta a vicenda in ogni tutto questo ti siamo grati. Gli Alpini co- altro incarico in una nuova locali- occasione di necessità. Proprio così, il co- maschi ti augurano un futuro sfolgoran- tà è cosa più che normale. Si trat- lonnello Marco Schinzari è diventato uno te, pieno delle soddisfazioni che meriti e ta di qualcosa che sta già scritto di famiglia, come noi siamo diventati per stai certo che continueranno a conside- Pnei programmi di chi decide di intrapren- lui. Caro Marco, conoscerti e frequentarti rarti un caro amico. Nella speranza che le dere quella carriera. Qualcosa che si accet- è stato un vero privilegio. Senza assumere nostre strade possano incrociarsi di nuo- ta di buon grado, anche se comporta una l’aria del maestro ci hai insegnato molte vo, ti giungano settemila abbracci, tanti serie di scomodità. Per noi uomini stan- cose e te ne siamo grati. Sei stato sem- quanti sono i tuoi amici Alpini. ziali la questione è diversa; normalmen- pre al nostro fianco, dando prestigio alle Buona fortuna, Guastatore, o ancora me- te abbiamo le radici ben piantate in un nostre tante attività, sacrificando tempo glio the Sapper! luogo che difficilmente abbandoniamo. È per questa ragione che facciamo fatica a digerire il fatto che un amico militare, con Carissimi Alpini comaschi il quale abbiamo un profondo legame d’a- lla vigilia della mia partenza dalla Caserma “Cap. Carlo De Cristoforis”, micizia, cambi destinazione di punto in per il nuovo incarico di Comandante del Reggimento di Supporto Tattico bianco. Ci sembra quasi di essere traditi, A Logistico al (HQ) NRDC-ITA in Solbiate Olona (VA), che mi sarà affidato dal anche se non è affatto vero. E la situazio- 30 novembre prossimo, il mio pensiero vola leggero ai due anni trascorsi a ne, già vissuta in passato con altri amici Como e agli Amici che qui ho incontrato. Due anni, un breve lasso di tempo, in uniforme, si ripete con il colonnello specialmente per chi è abituato, per carattere, a guardare sempre avanti e ai del Genio Guastatori Marco Schinzari, il futuri impegni. Ma nel momento in cui la vita professionale mi impone que- comandante del Centro Documentale di sto significativo cambiamento, peraltro inatteso, d’istinto avverto l’esigenza Como, che lascia la De Cristoforis per un di soffermarmi a riflettere su come ho trascorso questi 787 giorni. Sempre in altro incarico altrove. L’amico Marco va compagnia dei miei Amici Alpini della Sezione di Como, superlativamente ad assumere il comando del Reggimento rappresentati dal loro illuminato Presidente 1° Cap. Enrico Gaffuri. Questi miei Amici Alpini, che naturalmente non conoscevo prima di giungere a Como, mi hanno salutato sin dal primo giorno come fossi “uno di loro”, facendomi sentire “a casa” da subito e dimo- strandomi la loro genuina generosità, lo spiccato spirito di altru- ismo e l’altissimo senso di solidarietà, di cui solo loro son capaci. Hanno saputo essere vicini agli uomini del Centro Documentale e al loro Comandante in ogni circostanza. Sempre pronti ad aiutare, quando necessario, anche se la loro opera non veniva richiesta esplicitamente. Sono molto grato per il preziosissimo e impareg- giabile aiuto ricevuto. Ma sono ancor più riconoscente per l’affetto dimostratomi con disinteressata discrezione, in ognuno dei giorni trascorsi insieme, sia in Caserma e sia durante la partecipazione ai momenti celebrativi più significativi della grande storia degli Alpini e della vita sociale della Città. Certo, mi mancherà anche la vista del Baradello, silente compagno dei miei giorni di lavoro all’interno delle austere mura della nobile “De Cristoforis”. E quella del Monumento ai Caduti, somma sentinella dei “più valorosi” e mentore di Supporto a NRDC-ITA a Solbiate Olo- delle Genti Lariane, per non dimenticare la retta via e i valori morali di cui, na, un ruolo prestigioso che sicuramente oggi, abbiamo tanto bisogno. Ma ancor di più, carissimi Chicco, Enrico, Ma- merita di rivestire. Siamo tutti contenti rio, Piergiorgio, Tiziano, Gianni, Silvano, Cesare, Pierantonio e tutti gli altri per lui, ma con un po’ di amaro in boc- Alpini Comaschi, mi mancherà il riflesso di luce dei vostri occhi, sempre gio- ca, perché ci mancherà di sicuro. Dal suo vani, che illumina i volti temprati dalla vita. Presto sarò tristemente lontano arrivo a Como è bastato ben poco tem- dalla “De Cristoforis”, ma andrò via da Como arricchito della Vostra sincera po per capire che tipo d’uomo fosse e e fraterna Amicizia e con la consapevolezza che tutti i 7.009 Alpini della per apprezzarlo. Ci sono piaciute subito Sezione di Como saranno sempre nei miei migliori ricordi di tutta una vita. le sue qualità umane, la sua esperienza, Arrivederci Amici miei! il suo equilibrato rigore militare e la sua Col. g. (gua.) Marco Schinzari grande disponibilità. E, dalla conoscenza Como, 13 novembre 2017 all’amicizia, il passo è stato molto breve.

ottobre-dicembre 2017 33 VIVERE IL TERRITORIO Un gioiello in riva al lago Un grande esempio di romanico comasco dove in tanti hanno lasciato un segno, anche gli Alpini...

“Non può dir di aver visto il lago chi non la conosce...” Riccardo Bacchelli, Italia per terra e per mare, 1952

Carlo Pedraglio Santa Maria del Tiglio, con la vicina San Vincenzo. La chiesa non è per nulla na- scosta, anzi è visibile in riva al lago, fuori ell’infinita serie di citazioni dal centro del paese, discosta dal lungo- riguardanti i paesi del lago di lago turistico. Un verde curatissimo, con Como, questa è dedicata a Gra- alberi e percorsi pedonali, la evidenzia. Si vedona. È un po’ datata, chissà trova di fianco alla più ingombrante San Nquale Gravedona ha visto l’autore, poeta e Vincenzo, di cui era battistero prima di scrittore, nei primi anni Cinquanta! diventare chiesa a sua volta. Di certo oggi è tutto cambiato, ma resta- Santa Maria del Tiglio è più snella e ten- no la bellezza e l’armonia dei monumen- dente al cielo con il suo caratteristico ti antichi, inseriti oggi come allora nella campanile in facciata. cornice naturale del lago. Chiese e palazzi Tanto è squadrata, un monoblocco, all’e- sono diffusi anche in Alto Lago, piccoli sterno, tanto è agile e variata all’interno, gioielli a volte da ricercare con pazienza, in modo inaspettato. Nello spessore dei a volte evidenti e noti a tutti. muri interni sono ricavate piccole absidi e A Gravedona, uno di questi gioielli è spazi vuoti che alleggeriscono la struttu-

34 ottobre-dicembre 2017 Arcipelago verde

n Alto Lago la struttura dei Gruppi alpini non è lineare, ma subisce una Idistinzione fra due Sezioni, quella di Como e quella di Colico. Dal 1973 alcuni Gruppi, una quindicina, si sono uniti a Colico, altri sono ri- masti con la Sezione di Como. Oggi ci sono cinque isole comasche: Dongo, Garzeno, Germasino, Gravedona, Stazzona, cinque Gruppi con circa trecento Soci e cinquanta Aggregati. Tutto intorno i Gruppi della Sezione di Colico: da Domaso verso nord, da Musso verso sud. Ciò potrebbe essere solo una curiosità, a cui aggiungere le complicanze de- rivate dalle strutture amministrative locali, anche dopo le recenti fusioni fra Comuni. Gravedona e Uniti è ora un Comune con Gruppi alpini di Sezioni di- verse: Consiglio di Rumo è infatti con Colico, Germasino con Como. Garzeno è Sezione di Como, la sua frazione Catasco è con Colico. Perciò le iniziative dei Gruppi si intrecciano e gli accordi per non sovrapporre le manifestazioni fra vicini di... lago, sono all’ordine del giorno. I contatti sezionali sono più semplici con Colico, un po’ più complessi con Como: c’è di mezzo la Statale Regina… Gli ideali e i valori di riferimento sono comuni e non ci sono problemi, la collaborazione c’è, ma anche campanilismo e voglia di fare meglio dei vicini. La situazione è comunque stabile da più di quarant’anni e un equilibrio è stato trovato e finora mantenuto.

Legenda ◀ Sezione di Como ▶ ▶ Sezione di Colico ◀

▶ ◀ ◀ ◀ ▶

▶ Dati cartografici ©Google 2017 cartografici Dati Foto Paolo Adamoli Paolo Foto

ra, matronei praticabili alti sulle fiancate. ro arrivare; le poche parole che si colgono Evidente, sospeso accostato alla parete sono esclamazioni di ammirazione mor- nord, un grande Crocifisso, scolpito nel morate in più lingue. legno quasi novecento anni fa. Ancora ci Nell’atmosfera sobria ed essenziale colpi- colpisce per la sua figura scarna e linea- sce a prima vista l’assenza di colori, ma re, per l’aspetto severo un po’ nordico e l’occhio ormai allenato vede il bianco e freddo, unico nella tradizione lariana. Per nero delle pietre interrotto da affreschi. gli storici dell’arte risponde a schemi te- Risalgono al XIII e XV secolo e raffigurano deschi. L’occhio, catturato dall’arte, vede momenti della storia di Giovanni Battista ora il soffitto di legno e per terra il segno e dei Re Magi. Ci sono anche un Giudizio dell’antico fonte battesimale a ottagono. Universale in stile giottesco, il racconto Questi scarsissimi arredi interni contri- dei sette Vizi e delle sette Virtù e una vi- buiscono a dare spazio, uno spazio dove sione di Gerusalemme, che assomiglia un Crocifisso ligneo in pioppo e ontano; in alto, luminosa veduta primaverile non pochi turisti si aggirano, naso all’aria. po’ a Gravedona… Anche all’esterno resta dal lago; a sinistra, controfacciata È una frequenza con il contagocce: mai af- una “Pietà” nella lunetta della porta late- con affresco del Giudizio Universale. follato, mai vuoto. Il silenzio frena anche i rale. Quindi la chiesa, come le altre chie- commenti che spontaneamente potrebbe- se romaniche, era molto più ricca di colo-

ottobre-dicembre 2017 35 Prende nome da un tiglio, chi dice cresciuto vicino, chi dice cresciuto dentro il campanile re di quanto non appaia oggi: un affresco continuo che occupava le pareti fin dove visibile. La nostra sensibilità di uomini moderni vede suggestione e spiritualità nel grigio delle pietre, quando invece, all’epoca della costruzione, si faceva di tutto per coprirle di colore. Era la “Bibbia dei poveri”, figure che dovevano colpire con la suggestione e non con la compren- sione razionale. L’uomo medievale tro- vava rifugio e consolazione nelle chiese; fuori guerre, carestie, invasioni, epidemie. Mutati i tempi, si è assistito nelle chiese romaniche alla copertura degli affreschi con intonaci anonimi o nuovi dipinti o decorazioni a stucco… Fino a rimuovere di nuovo il tutto e tornare a vedere le pie- tre e gli affreschi rimasti. La vicina cripta di San Vincenzo è rag- giungibile anche se la chiesa è circondata da un cantiere di lavoro e la visita diventa un tutt’uno. A pochi metri dal portale di Santa Maria scendi alcuni gradini per en- trare nella cripta, in quella che una volta era la primitiva chiesa. Ora c’è una fitta serie di colonne e ancora interessanti af- freschi, concentrati nell’abside al di là del muro che pare chiudere lo spazio. Cam- peggia all’interno una lapide a ricordo del lavoro degli Alpini di Gravedona, che han- no reso agibile la cripta con impegno tra il manuale e l’artistico. Erano gli anni Set- Foto Martin M. Miles tanta e già allora tra noi Alpini si parlava (poco, soprattutto si faceva…) di impegno sociale per la comunità, secondo una an- cor oggi consolidata usanza alpina. A quel tempo, Mario Belloni e gli altri immagina- vano gli effetti del loro lavoro sul turismo locale? Di certo se li auguravano e altret- tanto certo è che durano ancora oggi!

Riporto il testo inciso a ricordo dei lavori: Il silenzio solenne e la possente armonia Delle lapidee strutture millenarie Ridonate all’arte ed alla storia Dalla tenacia e dal lavoro Degli Alpini di Gravedona Tramandino nei secoli il ricordo Di quanti donarono la vita In guerra e in pace Nell’ adempimento del dovere Gruppo ANA Gravedona 1/7/1979

36 ottobre-dicembre 2017 Tanto di cappello Notizie alpine intra moenia ed extra moenia

Cerimonia sullo Stelvio accolgono, da tanti anni, come graditissimo ospite. Presenti le autorità civili e militari della zona (sindaci, carabinieri, vi- gili urbani e associazioni varie) una partecipata santa Messa celebrata presso la cappellina di Guello dedicata alla “Regi- na Pacis”, ha chiuso la sua presenza ufficiale in provincia di Como; l’accompagnamento del Corpo musicale di Lezzeno ha arricchito la celebrazione eucaristica. Non poteva certamente mancare una folta delegazione dei Gruppi alpini di Civenna, Bellagio, Lezzeno e altri paesi confinanti, nonché una rap- presentanza del consiglio sezionale, con alla testa il nostro presidente Enrico Gaffuri. Enrico Bianchi

Trento, cambio del Comandante al 2° Reggimento Genio Guastatori

 Due anni fa la Sezione Ana di Como, in occasione della con-  Domenica 6 agosto il Gruppo di Bormio della Sezione Valtel- segna del materiale raccolto tra i Gruppi per la missione in linese ha organizzato una celebrazione a ricordo dei Caduti di Centro Africa, aveva avuto l’occasione di incontrare ed esse- tutte le guerre. Il ritrovo dei partecipanti è avvenuto in prossi- re accolti a Trento dal comandante del 2° Reggimento Genio mità della terza Casa Cantoniera dello Stelvio per poi raggiun- Guastatori colonnello Luigi Musti. Lo scorso primo settembre, gere, lungo i sentieri che furono teatro degli eventi bellici della dopo tre anni di comando, Luigi Musti ha salutato la Bandiera Grande Guerra, il sacrario dei Caduti dello Stelvio. Era presen- di Guerra destinato ad altri incarichi. Al suo posto è subentra- te il vessillo della Sezione di Como, scortato dal consigliere to il colonnello Gaetano Celestre proveniente dal Comando Florio Durini e dai gagliardetti di Lipomo, Monte Olimpino, delle Truppe Alpine di Bolzano. Alla cerimonia ha partecipato Bellagio e Pognana Lario. Era presente anche l’ex consigliere anche una rappresentanza sezionale guidata dal presidente nazionale Cesare Lavizzari, bormino di nascita. Purtroppo il Enrico Gaffuri e dal vicepresidente vicario Enrico Bianchi. cattivo tempo ha in parte rovinato la manifestazione. Dopo Presieduta dal generale Paolo Fabbri, comandante della Bri- la deposizione di una corona ai Caduti nel cimitero più alto gata Alpina Julia, con i reparti schierati in perfetto ordine, la d’Europa, è stata celebrata la santa Messa nella chiesetta San cerimonia di cambio del comandante è avvenuta alla presenza Ranieri officiata dall’arciprete don Alessandro Alberti che, con di numerose autorità civili e militari. A rappresentare l’Associa- le sue toccanti riflessioni, ha suscitato grandi emozioni in tutti zione Nazionale Alpini erano presenti il presidente nazionale i presenti. La cerimonia è stata animata dal Corpo musicale Sebastiano Favero e il vicepresidente vicario Giorgio Sonzogni. Santa Cecilia di Valdidentro e dal coro La Bajona di Bormio.

Una benedizione cardinalizia

 Anche quest’anno, l’ultima domenica di agosto, il cardina- le Gianfranco Ravasi, al termine delle sue vacanze estive in quel di Civenna, ha salutato gli oramai fedeli “habitué” che lo

Col Morbegno al Pian delle Betulle

 Domenica 3 settembre la Sezione Ana di Lecco ha organiz- zato l’annuale cerimonia al Pian delle Betulle per ricordare il 58° anniversario di consacrazione e inaugurazione della chie- setta votiva “la Tenda dell’Anima” del battaglione Morbegno,

ottobre-dicembre 2017 37 Tanto di cappello

alla fattiva collaborazione della figlia Benedetta e del nipote Nicolò, oggi può essere a disposizione di tutta la comunità di studiosi, di archeologi, di appassionati di storia locale e costu- mi lariani, nonché di tematiche di storia militare. L’unione dei due archivi, quello di Mariuccia Zecchinelli studiosa di storia, arte e tradizioni, a lungo direttrice del museo storico “Giusep- pe Garibaldi” di Como, e quello di Luigi Mario Belloni, studioso e scopritore di antichi resti archeologici sull’Isola Comacina e nel territorio lariano, nonché docente e ricercatore presso il Politecnico di Milano, è composto da settecentonovanta fasci- coli originali che nell’anno 2007 sono stati inventariati e orga- nizzati in cinque serie, suddivise per argomento. Da ricordare che il 31 maggio 2013 fu inaugurato e intitolato ai coniugi Belloni-Zecchinelli il museo dell’Isola Comacina sotto il cam- panile gotico di Ossuccio, alla presenza di autorità locali, di esponenti della cultura lariana e degli amati Alpini, di cui Lu- voluta da un gruppo di Alpini superstiti di questo glorioso bat- igi Mario Belloni fu un rappresentante di spicco sul territorio taglione, nei primi giorni del gennaio 1941 in Albania. La chie- lariano. Proprio nella giornata di presentazione dell’Archivio, setta venne consacrata nel 1959 dal cardinal Giovanni Battista in qualità di relatore ho avuto l’onore di ricordare la figura di Montini – futuro Papa Paolo VI – e inaugurata dal presidente Luigi Mario Belloni come Alpino nell’Associazione Nazionale della Associazione Nazionale Alpini Ettore Erizzo. Per onorar- e Sezionale. All’evento erano presenti anche il past president ne il ricordo, al suo interno ogni anno, vengono murate delle Achille Gregori, il generale Cesare Di Dato, amici della famiglia “marmette” incise con i nomi dei tanti reduci del Morbegno Belloni, partecipi con Luigi Mario a tante iniziative alpine. andati avanti. La bella giornata ha favorito la manifestazione Renzo Gatti e sono stati molti gli Alpini convenuti per la cerimonia. Anche il Vessillo della Sezione di Como era presente accompagnato da un buon numero di gagliardetti. Dopo l’ingresso delle inse- Con la Sezione di Varese… gne nello schieramento, è avvenuta l’alzabandiera cui è seguito l’intervento di Marco Magni presidente della Sezione di Lecco che ha ricordato l’importanza di questa cerimonia. Quindi la santa Messa, celebrata dal vescovo di Lodi monsignor Giuseppe Merisi. A conclusione, all’interno della chiesetta sono state be- nedette otto nuove marmette tra la commozione dei presenti.

L’Archivio Belloni-Zecchinelli

 In concomitanza delle celebrazioni del 90° anno di fonda- zione dell’Ente Villa Carlotta – 1927-2017 – lo scorso 10 set- tembre si è tenuta la presentazione dell’archivio e dell’attività dei coniugi Belloni, evento promosso per celebrare un doppio anniversario: cento anni della nascita della dottoressa Mariuc- cia Zecchinelli (1917-2011) e novanta da quello dell’architetto Luigi Mario Belloni (1927-2004). L’Archivio trova la sua giusta collocazione dopo un percorso  Domenica 10 settembre il vessillo sezionale, scortato dal iniziato tre anni or sono, con l’allora direttrice di Villa Carlotta, consigliere Mario Ghielmetti e da alcuni Alpini del Gruppo di dottoressa Serena Bertolucci, e con il sottoscritto in rappresen- Solbiate ha partecipato al Raduno sezionale di Varese. tanza del comitato “Archivio Belloni-Zecchinelli” che, grazie In quella giornata gli Alpini varesini festeggiavano gli ottan- tacinque anni dalla fondazione della sezione che raggruppa settantotto Gruppi nell’ambito della provincia, da Origgio fino a Laveno e Brinzio. Nonostante le cattive condizioni meteo, sono state tante le Penne Nere, provenienti dalla Lombardia, che si sono ammas- sate nel piazzale Kennedy insieme alle rappresentanze dei Co- muni della provincia. Erano presenti anche il generale Giorgio Battisti, il consigliere nazionale Lorenzo Cordiglia e il direttore generale Ana Adriano Crugnola. Il corteo ha successivamente sfilato per le vie cittadine fino a piazza Repubblica dove sono avvenuti i momenti solenni: l’alzabandiera, la deposizione del- la corona in onore ai Caduti e i discorsi ufficiali. Il corteo ha poi ripreso la marcia sfilando nuovamente per le vie del centro fino ai magnifici Giardini Estensi dove è avvenuta l’ammaina- bandiera, atto conclusivo della manifestazione.

38 ottobre-dicembre 2017 … e con quella di Salò ha brillantemente portato a termine il compito affidatogli. La domenica mattina è avvenuta la cerimonia ufficiale sotto la guida di un altro cerimoniere della nostra Sezione, Roberto Fontana, coordinatore del Nucleo sezionale di Protezione Civi- le. All’alzabandiera è seguita la sfilata per le vie di Valmadrera adornata di Tricolori, al passo delle festose note della Fanfara Alpina di Asso, che si è conclusa al monumento ai Caduti con la deposizione di una corona in onore dei Caduti di tutte le guerre. Dopo i discorsi ufficiali, è stata celebrata la santa Messa nella chiesa parrocchiale. Lunga vita al Gruppo Alpini di Valmadrera!

Sull’Ortigara con gli Alpini di Vigolzone

 Per una serie di circostanze e di conoscenze personali il Ba- radèll (numero 2, aprile-giugno 2017) è giunto al Gruppo di  La 65a Adunata sezionale dalla Sezione di Salò “Monte Suel- Vigolzone (PC) che, a sua volta, lo ha consegnato alla locale lo” di Brescia che si è svolta il 17 settembre a San Felice di Scuola Secondaria di Primo Grado e precisamente alle clas- Benaco (BS), organizzata dai Gruppi di San Felice e Portese, si terze che, nell’ambito del programma di storia, avevano in ha visto la partecipazione del Gruppo Alpini di Lurago d’Erba programma una gita sull’Ortigara. Dopo aver letto gli articoli la della Sezione di Como. scuola, tramite gli Alpini del Gruppo, ha chiesto di poter avere La manifestazione si è svolta sfilando tra i due paesi e si è altre copie del Baradèll che la Sezione di Como ha prontamente conclusa nel bellissimo santuario del Carmine, basilica in stile provveduto a spedire. gotico-romanico, con affreschi attribuiti al Mantegna, corona- Gli alunni, in segno di affettuoso ringraziamento, hanno in- mento dell’ottima giornata. viato una lettera al presidente Enrico Gaffuri che riportiamo Le parole di benvenuto delle autorità presenti, che hanno pre- ceduto la santa Messa, hanno sottolineato i grandi valori mo- rali e civili che caratterizzano da sempre l’operato degli Alpini. Flaminio Colombo

I sessant’anni del Gruppo di Valmadrera

 Grande successo per la celebrazione del 60° di fondazione del Gruppo di Valmadrera, della Sezione di Lecco. Nella sera- ta di sabato 16 settembre, presso il Centro Culturale Fatebe- nefratelli, gremito di Alpini e di amici, il capogruppo Mario Nasatti e il sindaco Donatella Crippa hanno portato il saluto istituzionale. In particolare il Sindaco, dopo aver ricordato con commozione un volontario tragicamente scomparso nel po- meriggio, ha ringraziato gli Alpini per l’impegno continuo a sostegno della comunità. È seguito il concerto del Coro Adda di Olginate intervallato da letture tratte da La guerra dei nostri nonni di Aldo Cazzullo. A presentare la serata è stato chiamato il cerimoniere della Sezione Ana di Como Tiziano Tavecchio che, con la professionalità che da sempre lo contraddistingue, Il ringraziamento degli alunni

oi, alunni delle classi terze della Scuola Secondaria Ndi Primo Grado di Vigolzone desideriamo ringrazia- re gli Alpini di Como per averci donato le copie del gior- nale Baradèll che abbiamo letto con grande interesse. Rebecca Rech, Simona Argante, Azzurra Cordami, Se- rena Hehe, Sofia Castellani, Alex Scola, Giacomo Gal- letti, Riccardo Marchesini, Gemma Mascolo, Manpreet Singh, Giada Di Pietro, Tommaso Morino, Alessia Cel- cima, Tommaso Cordani, Jasser Chaniour, Simone Pina, Luca Scafiti, Massa, Erta Sinhg, Samuele Coronati, Matteo Rizzi, Kevin Delfini, Emma Meli, Gabriele Re- petti, Rebecca Calamari, Giorgia Carini, Asia Scaglia, Emma Baldini, Luca Ziliani, Lorenzo Poretti, Sdiq Villy, Bonacini, Mattia Burgi, AZ.

ottobre-dicembre 2017 39 Tanto di cappello con gioia integralmente. Quando si dice che la Penna Nera annulla le distanze… Un grazie sincero all’insegnante Emanuela Sbordi e a Gaetano Morosoli capogruppo di Vigolzone. Nella foto, gli alunni sulle pendici dell’Ortigara accompagnati dagli Alpini. Bravi ragazzi!

Interarma 2017

la targa da parte dei parenti del tenente Cosimo Aleo, appo- sitamente giunti da Palermo per l’occasione. A conclusione si sono tenuti i discorsi delle autorità civili e militari presenti.

Manifestazione a Marlengo

 Il Gruppo Alpini di Albate e quello di Marlengo (BZ) sono  La prima domenica di ottobre, ininterrottamente da tren- gemellati dal 1977. Quest’anno, precisamente lo scorso 22 tasei anni, si è tenuta a Como la sfilata di tutte le associazioni ottobre, il Gruppo di Marlengo ha ricordato ufficialmente gli provinciali aderenti ad Interarma. Partendo da Porta Torre, ottantacinque anni della propria fondazione con una solenne con ammassamento lungo il viale dove abitualmente si tiene cerimonia. Per l’occasione sono partiti da Albate alla volta il mercato degli ambulanti comaschi, un lungo corteo ricco di di Marlengo sette Alpini e quattro Amici degli Alpini che, bandiere, simboli e vessilli rappresentanti la storia militare accompagnati da numerosi familiari e portando il vessillo delle nostre associazioni d’arma, sostenuto dalle note festose sezionale di Como, hanno potuto così riconsolidare il gemel- dei Corpi musicali “Alessandro Volta” di Capiago Intimiano, laggio ormai quarantennale. “Cavalier Pietro Masciadri” di Ponte Lambro e “La Trionfale” Nel cortile antistante la Casa delle Associazioni il generale in di Orsenigo, ha attraversato la città murata ed è confluito pas- pensione Willibald Schenk, attuale vicecapogruppo di Mar- sando sul lungolago fino al monumento ai Caduti. lengo, ha ordinato l’alzabandiera. Ha fatto seguito il corteo Dopo gli onori al Tricolore e ai Caduti di tutte le guerre, i tra- verso la chiesa per la celebrazione della santa Messa officiata dizionali discorsi di rappresentanza – quest’anno l’organizza- dal cappellano militare della Guardia di Finanza di Merano. Il zione era a carico della Cavalleria – la santa Messa ha chiuso Gruppo di Albate ha successivamente partecipato al pranzo la manifestazione. Il nostro vessillo non è mancato a questo alpino preparato per oltre duecento invitati, durante il quale è importante appuntamento e ha reso lustro alla Sezione, scor- stato effettuato lo scambio dei doni. tato da oltre una ventina di Alpini. Il commento di un partecipante “nonostante il tempo incerto

Una targa per Cosimo Aleo, il finanziere ucciso in Val Mulini

 Il vessillo sezionale scortato dai vicepresidenti Enrico Bian- chi e Silvano Miglioretto, diversi gagliardetti e molti Alpini hanno partecipato sabato 21 ottobre alla cerimonia per lo scopertura di una targa a ricordo del finanziere Cosimo Aleo. I militari in pensione della sezione “Finanziere Giorgio Ar- dizzone”, presieduta da Rinaldo Salvatelli hanno infatti inau- gurato, a Camnago Faloppio, una targa apposta a un cippo per ricordare il tenente Cosimo Aleo, deceduto il 22 ottobre 1970, dopo una lunga e dolorosa agonia causata da una fe- rita riportata nel corso di un’operazione anticontrabbando, avvenuta nella zona della Val Mulini. Dopo il ritrovo presso il centro civico di Camnago, è avvenu- ta l’alzabandiera cui è seguito il corteo fino al monumento ai Caduti. Dopo la deposizione di una corona, è stata scoperta

40 ottobre-dicembre 2017 abbiamo trascorso un’ottima giornata che ci ha permesso di Marco, il sindaco di Linguaglossa Salvatore Puglisi, il diret- rinsaldare l’amicizia con gli Alpini del Gruppo di Marlengo”. tore de L’Alpino don Bruno Fasani, il presidente della Croce La giornata è terminata – e non poteva essere diversamente Nera d’Austria della regione Stiria colonnello Dieter Allesch, – con una visita alla birreria Forst di Lagundo per un assaggio il cavalier Diego D’Agostino rappresentante della Croce Nera di ottimi piatti tirolesi accompagnati dall’eccellentissima birra in Italia, autorità e tanti Alpini. prodotta tra quelle mura. La giornata ha avuto come titolo “Il ricordo delle guerre deve servire a fortificare la pace”. Prezioso è stato il contributo del- la Fanfara alpina Abruzzi e del Coro Alpino Orobica che, con Bepi il grande musiche e canti, hanno dettato i tempi della cerimonia. Prima della scopertura del monumento il cerimoniere Domenico In- terdonato ha chiamato sul palco, per ringraziarli, tutti coloro che, con il loro contributo, hanno permesso la realizzazione del “Ceppo della Memoria”. Don Bruno Fasani nel suo inter- vento ha ricordato che “l’ultima colata lavica aveva portato via la Madonna delle Nevi, oggi grazie alla tenacia degli Alpi- ni di Linguaglossa, essa ritorna scolpita nella pietra lavica, un importante segno cristiano e della nostra millenaria civiltà, voluto dagli Alpini e dalla città di Linguaglossa, che emerge da questa enorme distesa di lava”. Con la Fanfara e il Coro Alpino Orobica, erano presenti i ves- silli delle Sezioni di Sicilia, di Verona con il Gruppo di Marano Valpolicella e di Padova con il Gruppo di Arcella e la Sezione dell’Associazione Nazionale Artiglieri di Schio. Erano inoltre presenti i gagliardetti dei Gruppi di Linguaglossa, Messina, Noventa Vicentina, Isola del Gran Sasso, Morroni, Palermo, Nicolosi, Catania, Enna, Bronte e una rappresentanza del-

 Il canto si fa arte, si esaltano le note di un’armoniosità indescrivibile, a volte dissonante, senza urli né strepiti ma ca- paci di infondere, in chi le ascolta, emozioni e brividi. Questo ci ha trasmesso l’esibizione del coro dei Crodaioli cantandoci voci e musiche di quel “mostro sacro” che è Bepi de Marzi che magistralmente li dirige. La sua voce che descrive le “cante” durante la presentazione è ugualmente musica suadente. Lo splendido pomeriggio di sabato 28 ottobre nella basilica di Sant’Abbondio ha regalato ai numerosissimi presenti uno spettacolo che difficilmente dimenticheranno. Un velo di tristezza avvolge la gran parte delle note, fino a sconfinare nella disperazione in Nokinà, ninna nanna che le mamme ebree cantavano ai propri bimbi mentre si avviavano al for- no crematorio. Grande emozione ha suscitato nei parecchi Alpini presenti Bepi quando, vedendo un cappello alpino in prima fila, ha citato Mario Rigoni Stern suo grande amico e ispiratore di alcune canzoni e con lui i compagni di sven- la Protezione Civile della Sezione Abruzzi. Nel pomeriggio tura in Russia che tante volte gli hanno dato spunto per le sono state deposte corone di alloro al monumento ai Caduti sue creazioni. Un doveroso ringraziamento al Coro Voci del di Linguaglossa ed è stata celebrata la santa Messa da Don Lario che ha organizzato l’evento per festeggiare il decimo Bruno Fasani e dall’arciprete di Linguaglossa don Orazio anniversario dalla fondazione. Barbarino; il Coro Alpino Orobica ha animato la liturgia. Al Enrico Bianchi termine della celebrazione, il corteo si è trasferito a Casa San Tommaso; nell’ampio piazzale si è esibita la Fanfara Abruzzi e quindi, nella cappella adiacente, il Coro Alpino Orobica. Il Coro Alpino Orobica in Sicilia I festeggiamenti per i trentacinque anni del Gruppo Alpini di Linguaglossa si sono così conclusi in un clima di allegria  Nelle giornate del 28 e 29 ottobre, a Piano Provenzana Lin- e canti. Per il Coro Alpino Orobica è stata l’ennesima occa- guaglossa Etna Nord, in occasione del 35° anniversario del sione per riunire i coristi e cantare in ricordo dell’indimen- locale Gruppo Alpini, è stato inaugurato il “Ceppo della Me- ticabile don Bruno Pontalto; ma, in particolare nel viaggio moria” dedicato ai Caduti di tutte le guerre e di tutte le nazio- in Sicilia, aver cantato sulle pendici dell’Etna ha suscitato nalità, a cento anni dagli eventi di Caporetto. La giornata del un’emozione fortissima; il vento impetuoso di quei mo- centenario è iniziata di primo mattino a Piano Provenzana, a menti, sembrava raccogliere fra le sue ali le dolci armonie e 1.800 metri di altitudine, con una marcia sui crateri dell’Etna trasportarle fin lassù, ben oltre la cima del vulcano, fino alle accompagnati dal Gruppo delle Guide Vulcanologiche, che si è montagne del Paradiso dove, dal 3 luglio 2016, don Bruno conclusa in tarda mattinata davanti al “Ceppo della Memoria”. dirige il Coro degli Angeli. Erano presenti il capogruppo di Linguaglossa Antonino Di Alfredo Rizzi

ottobre-dicembre 2017 41 Dalla penna dei Gruppi Fatti col cappello alpino

GRUPPO DI ALBATE Santa Messa per San Basilide protettore delle Guardie Carcerarie

a qualche anno gli Alpini del Gruppo di Albate sono invitati Da partecipare alle ricorrenze all’interno del carcere del Bas- Ha scritto la direttrice sone. L’ultimo invito in ordine di tempo è stato per la santa Mes- sa in onore di San Basilide, patrono delle Guardie Carcerarie, La mattinata di martedì 31 ottobre siamo stati in Valba- celebrata dal nuovo cappellano del carcere padre Michele nella sca accompagnati dagli Alpini per una passeggiata. Gli chiesa parrocchiale di Sant’Antonio. San Basilide era nativo di Alpini avevano appena tagliato il prato così abbiamo Alessandria d'Egitto e visse all'epoca delle persecuzioni contro i potuto giocare e rincorrerci. Poi, grazie alla giornata cristiani da parte dell'imperatore Settimio Severo e frequentò la tiepida di sole, ci siamo seduti per terra e abbiamo con- Scuola di Alessandria nella quale il teologo Origene insegnava ai sumato il nostro spuntino mattutino. Abbiamo immagi- pagani, attratti dalla sua sapienza e dalla sua esegesi evangelica. nato di essere il Piccolo Principe tra i pianeti dello spa- Fra loro anche Basilide che era un semplice soldato dell'esercito zio e abbiamo soffiato tanti pianeti leggeri e iridescenti romano; l’insegnamento di Origene maturò in lui i primi semi di facendo bolle di sapone di tutte le dimensioni; ci siamo conversione. Infuriando la persecuzione anticristiana egli, che divertiti tutti…piccoli e grandi. Ha scritto Antoine de rivestiva l’incarico di guardia carceraria, fu un giorno incarica- Saint-Exupéry: “tutti i grandi sono stati bambini una to di accompagnare al patibolo la bella vergine Potamiena che volta, ma pochi di essi se ne ricordano…” . si rifiutava di abiurare la propria fede. Egli eseguì l'ordine ma Silvia, la Direttrice impedì che la vittima venisse oltraggiata dalla folla. Potamiena si commosse e promise a Basilide che, una volta giunta in para- diso, avrebbe interceduto per lui. Pochi giorni dopo Basilide fu rettrice e di alcune insegnanti, l’allegra brigata ha attraversato chiamato a giurare di fronte agli idoli civili ma egli rifiutò, di- in perfetto ordine il centro di Albate e si è diretto verso la meta. chiarandosi cristiano. Fu così condotto davanti a un giudice per Lungo il percorso molti bambini non hanno saputo trattenere confermare la propria fede cristiana, Fu quindi gettato in prigio- la tipica curiosità della loro età, e così hanno rivolto numerose ne e, a chi gli faceva visita in carcere raccontava che la vergine domande agli Alpini: “Come ti chiami?... Perché sul tuo cap- e martire Potamiena gli era apparsa in sogno tre giorni dopo il pello c’è una penna?... Mi fai provare il tuo cappello?...”. Giunti suo martirio, ponendogli una corona sulla testa e dicendogli che in Valbasca i bambini hanno trovato un prato accogliente, con aveva pregato per lui e aveva ottenuto da Dio la grazia della con- l’erba tagliata di fresco, sul quale hanno potuto correre libera- versione. Basilide fu battezzato in prigione e il giorno successivo mente. Poi, invitati dalle insegnanti, si sono seduti sull’erba decapitato, all'incirca nell'anno 202 d.C. Alla santa Messa hanno formando un grande cerchio; è stato distribuito uno spuntino assistito il prefetto dottor Bruno Corda, il vicesindaco di Como e poi tutti a soffiare nei tubetti per fare le bolle di sapone, una dottoressa Alessandra Locatelli, il comandante del CE.DOC di più bella dell’altra! Al termine, stanchi ma contentissimi, sono Como colonnello Marco Schinzari e altre autorità. stati riaccompagnati a scuola per il pranzo di mezzogiorno. Gli Alpini del Gruppo di Albate Giampaolo Bergna

L’allegra brigata GRUPPO DI ALBAVILLA

ra i non pochi impegni del Gruppo Alpini di Albate c’è an- Solidarietà alla scuola di Norcia Tche quello di accompagnare le scolaresche in quel piccolo angolo di paradiso verde che è la Valbasca. L’ultima uscita è a vicinanza degli Alpini a chi ha subito le conseguenze del stata lo scorso 31 ottobre con i bambini della Scuola Materna Lterremoto non si è spenta con il trascorrere dei mesi. A più Sant’Antonino. Sotto lo sguardo attento degli Alpini, della di- di un anno di distanza dal disastroso sisma che ha danneggia-

42 ottobre-dicembre 2017 to il Centro Italia le necessità sono ancora molte, soprattutto quelle che, per comprensibili motivi di emergenza, non sono comprese nelle operazioni di primo soccorso. Per questo motivi gli Alpini di Albavilla, che sono in contatto con le scuole e le insegnanti dell’Istituto Comprensivo don Milani di Tavernerio, hanno voluto dare un aiuto concreto al territorio umbro e in particolare agli studenti di Norcia, la cui scuola è stata danneggiata nell’agosto del 2016. Lo hanno fatto in modo un po’ particolare: la scuola di Ta- vernerio, con il supporto dell’Amministrazione comunale di Albavilla e del negozio di coiffeur Rosaria & C, ha raccolto una cospicua quantità di materiale didattico di ogni tipo da dona- re ai ragazzi dell’Istituto Comprensivo norcino intitolato ad Alcide De Gasperi. Il 30 settembre il capogruppo Angelo Proserpio, il sindaco dottoressa Giuliana Castelnuovo e il vicesindaco Roberto Bal- seguiti i discorsi del capogruppo Enrico Binda, del presiden- labio, si sono recati nella città di San Benedetto per incontrare te sezionale Enrico Gaffuri e del presidente dell’associazione ragazzi e insegnanti e donare il materiale didattico. “Noi genitori” alla quale sono stati devoluti gli introiti della Nel simpatico incontro è emersa la riconoscenza verso l’at- manifestazione. Dopo l’alzabandiera è avvenuta la spettacola- to compiuto dagli Alpini e dalla comunità albavillese, tanto re accensione del grande falò, preparato con maestria in mez- che la dirigente della scuola di Norcia professoressa Rosella zo alla radura. È seguita la suggestiva fiaccolata che scende al Tonti, fra le molte espressioni di gratitudine, ha consegnato paese dove, nella piazzetta principale sono stati distribuiti vin uno scritto nel quale ricorda il gesto; esprime commozione e brulé e pan mein e sono stati estratti i biglietti vincenti della sottolinea quale e quanta sia ancora la paura e il senso di im- lotteria. Alla manifestazione ha partecipato un grandissimo potenza affermando fra l’altro “[…] viviamo ogni giorno con numero di residenti e villeggianti. Una bellissima tradizione la paura che ci assale […] i bambini e i ragazzi attraversano che ogni anno vede promotori gli Alpini. uno dei momenti più complessi della loro vita […] il terremoto Maurizio Invernizzi non ha provocato crepe solo nei muri, ma le ha inferte alle nostre anime disorientandoci e togliendoci sicurezza […]”. Per questo ad Albavilla sono tutti soddisfatti del sostegno GRUPPO DI CANZO prestato, apparentemente di poco valore, ma importante per quella scuola e per i suoi alunni, per il sentimento di amicizia L’annuale castagnata e solidarietà che esprime e, in particolare, per la certezza che le difficoltà del dopo terremoto non sono cadute nell’oblio, ma annuale appuntamento con la tradizionale castagnata del suscitano ancora emozioni e tanta voglia di solidarietà. L’Gruppo Alpini Canzo ha registrato quest’anno un grande Gli Alpini del Gruppo di Albavilla successo. Nel ricco programma della due giorni ha fatto da padrona la finalissima del 4° Campionato Nazionale Palo della Cuccagna con la sfida di sei squadre provenienti da Bergamo, Venezia, Padova e Como, rappresentata dalla squadra di casa dei Lariani, che si sono classificati terzi a livello nazionale. La vittoria assoluta è andata alla Serenissima di Venezia. Come sempre ad arricchire la birollata vengono proposte atti- vità collaterali; quest’anno è stata la volta di un percorso arti- stico culturale, con mostre di ceramiche dipinte a mano, di pit- tura e di sculture, oltre a una carrellata fotografica sul Nucleo di Protezione Civile Ana Como e sul Gruppo Alpini di Canzo. E poi banchi vendita di associazioni diverse di volontariato, mo- menti di allegria con la fisarmonica durante la cena del sabato

GRUPPO DI CAGLIO-REZZAGO Falò e fiaccolata

annuale fiaccolata degli Alpini di Caglio-Rezzago, che era L’in programma per mercoledì 9 agosto, è stata posticipata alla successiva domenica 13 a causa delle condizioni atmo- sferiche avverse. L’appuntamento è stato per il pomeriggio presso il bellissimo castagneto con la merenda alpina. Sono

ottobre-dicembre 2017 43 Dalla penna dei Gruppi sera, il giro in carrozza per i più piccoli e la sfilata per le vie del paese. Anche la musica ha fatto parte del percorso culturale e Pensiero della madrina Marta Bianchi quest’anno, ad allietare la giornata di domenica, era ospitato il Corpo musicale Santa Maria Assunta di Parravicino d’Erba È un vero onore per me essere la madrina degli Alpini che si è esibito con bravura e sicurezza sotto la direzione del del gruppo di Capiago Intimiano - Senna Comasco e maestro Paolo Ferrucci. Molto gradita è stata anche la visita di gustare la loro capacità e la loro forza nell’essere uniti alcuni nostri amici, dal Gruppo Alpini Monticelli Brusati della per guardare al futuro senza mai arrendersi di fronte Sezione di Brescia a quelli del Gruppo di Brinzio della Sezione alle difficoltà della vita. È un grande insegnamento che di Varese, il presidente sezionale Enrico Gaffuri, il vicepresi- gli Alpini offrono al mondo attuale che sembra aver di- dente Enrico Bianchi accompagnato da alcuni consiglieri. menticato la disponibilità verso gli altri ed è molto più Ma un ringraziamento particolare lo vogliamo donare a tutti incline a pensare a se stesso. coloro che hanno aiutato gli Alpini permettendo ancora una Gli Alpini posseggono questa capacità di donarsi, di volta di proporre alla comunità una ricchissima castagnata. rendersi utili nei momenti di difficoltà e lo fanno in modo Prima di terminare ricordo a coloro che vorranno partecipare disinteressato perché la soddisfazione che si prova nel alla manifestazione del prossimo anno che la cucina del Grup- donare è molto più grande di quella che si avverte quan- po Alpini di Canzo sforna piatti deliziosi che possono essere do si riceve. Quando sono invitata a partecipare alle loro gustati comodamente serviti ai tavolo sotto i tendoni riscal- cerimonie sono emozionata perché mi sembra che anche dati. Vi aspettiamo quindi numerosi anche se farà freddo o ci mio papà sia in mezzo a loro; per lui i suoi Alpini era- sarà cattivo tempo. Arrivederci quindi. no molto importanti e guai a chi parlasse male di loro. Luca Delle Vedove Grazie di cuore per avermi chiamata a essere la vostra madrina; ne sono fiera e onorata! Grazie amici Alpini sarete sempre nel mio cuore. GRUPPO DI CAPIAGO I. - SENNA C. La vostra madrina Marta Bianchi Benedizione del nuovo gagliardetto è proprio degli Alpini, citando episodi di solidarietà durante la ritirata di Russia, con particolare riferimento alla figura di don Carlo Gnocchi, prodigo di umanità e altruismo durante quei terribili giorni. Al termine della liturgia, prima della benedizio- ne del gagliardetto, il capogruppo Luigi Maggioni ha raccontato come è nata l’idea di “unione” rispetto a quella alternativa di costituire un Gruppo a Senna Comasco. Ha poi concluso ricor- dando che il gagliardetto è la bandiera del gruppo, è l’elemento che lo rappresenta in tutti gli avvenimenti, dai più tristi come i funerali ai più festosi come le adunate e i raduni; è un simbolo così importante, per noi Alpini che siamo armati come siamo di fede e di amore, che non poteva prendere ufficialità senza la benedizione del Signore. Don Silvano, nel rispetto del cerimo- niale, ha benedetto il nuovo simbolo che è stato fissato sull’asta abato 30 settembre, con la benedizione del nuovo gagliar- dell’alfiere in sostituzione del precedente in un clima suggestivo Sdetto avvenuta nella chiesa parrocchiale di Senna Comasco ed emozionante che ha coinvolto i numerosi partecipanti alla dedicata a Santa Maria Assunta, il Gruppo Alpini di Capiago funzione religiosa. Successivamente hanno preso la parola i Intimiano - Senna Comasco, ha concluso un percorso inizia- rappresentanti delle amministrazioni dei due Comuni e infine to quattro anni fa quando, dall’incontro casuale di Alpini dei il presidente sezionale Enrico Gaffuri che ha ringraziato don due Gruppi desiderosi di iscriversi all’Ana (a Senna non è mai Silvano per i pensieri espressi ed ha anch’egli evidenziato l’im- esistito un Gruppo Alpini), nacque l’idea di unire in un’unica portanza del gagliardetto come simbolo del Gruppo, simbolo da entità gli Alpini dei due paesi. Nell’incerto futuro associativo rispettare e onorare perché rappresenta la nostra appartenenza, dell’Ana, l’unione e la collaborazione tra realtà alpine vicine ter- ci ricorda quali sono i nostri valori e ideali che vanno sempre ritorialmente, consente di guardare all’avvenire con maggior insegnati nei limiti delle nostre possibilità e capacità. Il canto serenità e di dare maggiore forza e organizzazione agli eventi corale di Signore della cime di Bepi de Marzi ha concluso la ceri- che gli Alpini propongono in ambito associativo. Per questi mo- monia cui ha fatto seguito un sostanzioso rinfresco all’oratorio tivi siamo convinti che la nostra sia stata una scelta vincente offerto dagli alpini. che ha portato una ventata di freschezza, nuovi e rinnovati Gli Alpini del Gruppo di Capiago Intimiano - Senna Comasco entusiasmi. Basti pensare alla realizzazione della nuova sede e al restauro del monumento dei Caduti di Intimiano, opere realizzate in uno spirito di collaborazione e di nuove amicizie. GRUPPO DI CASTELMARTE La cerimonia di sabato 30 settembre è iniziata con la deposi- zione di una corona di alloro al monumento dei Caduti a Senna La memoria nel cuore Comasco; è seguita la santa Messa celebrata alla presenza dei gagliardetti dei Gruppi limitrofi, Albate, Cantù, Vighizzolo e hi vive nel cuore di chi resta, non muore mai. Como Centro, che ringraziamo. CÈ con questo spirito che sabato 14 ottobre il Gruppo Alpini Nell’omelia il parroco don Silvano, prendendo spunto dal Van- di Castelmarte ha celebrato il 33° anniversario di fondazione, gelo, ha evidenziato lo spirito di fratellanza e disponibilità che con un concerto del Coro del Gruppo Alpini Canzo dedicato

44 ottobre-dicembre 2017 GRUPPO DI FINO MORNASCO Un anno ricco di ricorrenze

l 2017 rappresenta un anno molto importante per il IGruppo Alpini di Fino Mornasco. Ricorrono infatti set- tanta anni di fondazione del Gruppo, cinquanta anni del- la inaugurazione della Casa dell’Alpino e quaranta anni del

Foto Mario Rusconi Mario Foto coro Ana “Sandro Marelli”. I festeggiamenti sono iniziati la sera di sabato 23 settem- alla memoria, che si è svolto nella chiesa parrocchiale dedicata bre con una rassegna corale presso la chiesa parrocchiale di a San Giovanni Evangelista. Fino Mornasco da parte del coro Ana “Sandro Marelli” e del Memoria dell’Alpino Arnaldo Gilardi, recentemente scompar- coro “Hebel” di Saronno. Com’era logico aspettarsi, la serata so, e di tutti gli Alpini castelmartesi che sono andati avanti ha ottenuto un grande successo. La manifestazione di do- e che hanno raggiunto il paradiso di Cantore, a suffragio dei menica 24 è iniziata con l’ammassamento presso la “Casa quali è stata celebrata la santa Messa la mattina della successi- dell’Alpino”, alla presenza di circa trenta gagliardetti, nume- va domenica, partecipata dall’intera comunità. Memoria della rosi Alpini, delegati di associazioni locali e della Protezione battaglia dell’Ortigara, Calvario degli Alpini, di cui lo scorso Civile, autorità, il gonfalone del Comune di Fino Mornasco, giugno è ricorso il centenario. A meno di un anno dalla fine accompagnato dal sindaco Giuseppe Napoli e il sindaco di della Grande Guerra, circa duemila reduci scelsero proprio il Cassina Rizzardi Paolo De Cecchi. monte Ortigara come santuario della memoria alpina e vi po- Per gli Alpini di Fino Mornasco l’occasione era talmente im- sero una colonna mozza a ricordo di tutte le vite spezzate dei portante che hanno pensato a una sorpresa che ha stupito fratelli caduti. Sulla colonna vennero scolpite solo tre parole tutti facendo arrivare con un l’elicottero, atterrato nella vici- – “Per non dimenticare” – che da quel giorno sono incise nel na Oasi Verde, i quattro soci fondatori Bruno Oscar Minola, cuore di tutti gli Alpini. Il concerto, diretto dal maestro Mat- Remo Marcato, Silvano Gusatto, Dino Cereghini e il vessillo teo Castelli, è stato un viaggio nella memoria, con canti della prima e della seconda guerra mondiale, canti di montagna, canti della tradizione popolare, presentati con entusiasmo da Roberto Fontana, capogruppo di Canzo. Gli Alpini del Gruppo di Castelmarte

GRUPPO DI CIVIGLIO Castagnata per i bimbi li Alpini del Gruppo di Civiglio hanno invitato nella propria Gsede i bambini della Scuola dell’Infanzia Paritaria sacerdo- te G. Bernasconi, il cui presidente è l’Alpino Claudio Bianchi, accompagnati dall’insegnante, la signora Eleonora Militello, coadiuvata da due collaboratrici volontarie. Organizzare una sezionale accompagnato dall’Alpino Angelo Monti. castagnata per i bambini è sempre un momento meraviglioso Dopo l’ingresso nello schieramento del gonfalone comuna- perché la loro simpatia e la loro spontaneità fanno rivivere la le e del vessillo sezionale, è avvenuta l’alzabandiera. Ha poi nostra infanzia. Don Carlo Gnocchi, riferendosi ai bambini, ha preso la parola il capogruppo Lorenzo Artioli che si è detto scritto: “poche cose al mondo sono più belle e più care del fan- onorato di rappresentare il Gruppo in questa importante ciullo; se il mondo ne fosse privo ci parrebbe troppo oscuro…”. occasione che celebra ben tre anniversari. Sono succeduti Ed è proprio vero perché guardando quei visi sorridenti nella i discorsi del sindaco di Fino Mornasco Giuseppe Napoli e foto, il nostro cuore si apre alla vita e alla speranza. E poi le ca- del suo collega di Cassina Rizzardi Paolo De Cecchi. Per ul- stagne sono sempre una cosa nuova e attraente per I bambini timo ha parlato il presidente sezionale Enrico Gaffuri che che, gustandole, imparano sin da piccoli ad amare la natura. ha ricordato i precedenti capigruppo e ha lodato il lavoro Piergiorgio Pedretti degli Alpini di Fino. Poi, agli ordini del cerimoniere Tizia- no Tavecchio è stato inquadrato il corteo per raggiungere la chiesa parrocchiale. Il Corpo musicale Giuseppe Verdi di Fino Mornasco ha scandito il passo lungo il percorso. Giunti sulla bellissima scalinata della chiesa, dove c’è il monumen- to ai Caduti, è avvenuta la cerimonia della resa degli onori ai Caduti al suono della Leggenda del Piave. Il parroco don Giuseppe Negri, seguito da una schiera di chierichetti, ha accolto gli Alpini sulla porta della chiesa parrocchiale dedi- cata a Santo Stefano e li ha accompagnati all’interno per la celebrazione della santa Messa. Nell’omelia – il Vangelo ri- cordava la parabola degli operai nella vigna – don Giuseppe ha messo in risalto che Il Signore non ha fretta e ed è pa-

ottobre-dicembre 2017 45 Dalla penna dei Gruppi ziente fino all’ultima ora. La celebrazione si è conclusa con la Preghiera dell’Alpino, la benedizione e il tradizionale scam- bio dei doni, seguita dagli onori al gonfalone del Comune e al vessillo sezionale. Un ricco rinfresco ha completato in allegria la manifestazio- ne presso la Casa dell’Alpino, la sede del Gruppo. Gli Alpini del Gruppo di Fino Mornasco

GRUPPO DI GRIANTE Cerimonia alla cappella di San Carlo

“a braccetto” unitamente ai tanti figli, nipoti e pronipoti: cin- quantasei in tutto, comprese le rispettive famiglie. I quattro- cento metri che separano l’abitazione di nonna Ida dall’Albergo De Jean – il titolare Aldo Matteri ha di buon grado messo a di- sposizione la struttura dove si è organizzata la festa – sono la consueta passeggiata giornaliera della centenaria che, accom- pagnata dalla “muleta” cioè dal classico bastone di sostegno, si concede nel procedere una o due soste lungo il tragitto. Non c’è giorno in cui non la si incontri. È lucidissima ed è in gra- do di argomentare ancora su tante questioni con la saggezza tipica dei suoi anni. Ad attenderla al luogo della festa c’erano tutti: associazioni, bambini, la banda, tanta gente del paese e anche il “nipote acquisito” Alfredo Maffia, l’uomo più anziano di Garzeno con i suoi novantaquattro anni. Dopo i primi ap- l 4 novembre, a conclusione dei festeggiamenti del 95° an- plausi all’aperto nell’area belvedere, recentemente recuperata Iniversario di fondazione, gli Alpini di Griante sono saliti alla dal Comune, sono stati espressi gli auguri ufficiali, la consegna cappella di San Carlo. È stata l’occasione per ricordare tutti i dell’omaggio floreale e lo “scoppio” del grande pallone pressu- Caduti e gli Alpini nel 40° anniversario della ristrutturazione. rizzato contenente palloncini e coriandoli; e qui Ida ha rischia- La chiesetta, realizzata grazie all’iniziativa dei soci storici to l’infarto perché quell’esplosione non se l’aspettava di certo! Franconi Felice e Mainoni Leopoldo, fu inaugurata nel 1977 Poi la festa si è trasferita all’interno dell’albergo per gustare gli dopo diversi anni di lavoro, in concomitanza del 55° di fonda- squisiti dolci preparati per l’occasione dai due panifici-pasticce- zione del Gruppo. rie di Garzeno. Don Romano Trabucchi e don Eugenio Verga La cerimonia, di breve durata, è culminata con la deposizione hanno partecipato con gioia a tutto l’incontro e non hanno di una corona d’alloro alla base delle lapidi a ricordo dei nostri fatto mancare il loro sincero affetto alla festeggiata. Gli alunni Caduti. Subito dopo il parroco don Luca Giansante ha cele- della Scuola Elementare hanno cantato canzoni popolari che brato la santa Messa. La giornata è terminata con un rancio l’insegnante Elena Poncia – una delle nipoti di Ida – aveva fat- alpino presso la sede del gruppo to loro imparare. La stessa Elena, in chiusura della festa, ha Gli Alpini del Gruppo di Griante voluto ringraziare tutti a nome della nonna e della famiglia; anche il piccolo paese di Garzeno ha un grande cuore! La mag- gior soddisfazione è stata quella di vedere la popolazione par- GRUPPO DI GARZENO tecipare numerosa riuscendo a rendere manifesto quel senso di appartenenza, di spirito di comunità e quel “sentirsi parte La festa per i cento anni di nonna Ida di una grande famiglia”; nobili sentimenti che si vivono ancora nei paesini di mezza costa del lago più bello del mondo. o scorso 19 ottobre, per festeggiare i cento anni della non- Gli Alpini del Gruppo di Garzeno Lnina Ida Marta Mazzoni coniugata Poncia, mamma dell’Al- pino Gianni Poncia, si è mobilitato tutto il paese di Garzeno: l’Amministrazione comunale, la Pro-Loco, il Gruppo Alpini con GRUPPO DI INVERIGO alla testa il capogruppo Romolo Poncia, il Gruppo Fanteria, il Gruppo Parrocchiale e il Consiglio parrocchiale. Insieme hanno 60° di fondazione del Gruppo organizzato un grande evento aperto a tutta la popolazione. L’invito è stato poi esteso agli alunni della Scuola Primaria di rano anni che non si registrava a Inverigo un'affluenza così Garzeno e al Corpo musicale di Garzeno che, per allietare l’im- Enumerosa di Alpini, giunti per ricordare il 60° anniversa- portante compleanno con musica e canti, si è presentata con rio di fondazione del Gruppo. La bella giornata ha favorito ben quattordici musicanti nonostante fosse giorno lavorativo. la partecipazione offrendo la suggestiva atmosfera dei nostri Il Sindaco si è recato a casa della festeggiata per accompagnarla raduni. Filo conduttore della giornata è stato il ricordo del be-

46 ottobre-dicembre 2017 la baita degli Alpini di Inverigo dove, poco distante, è il mo- Don Carlo Gnocchi santo da sempre numento ai Caduti. Al canto dell’Inno degli Italiani vengono effettuati l’alzabandiera e gli onori ai Caduti con la deposizione Insieme con molti altri Alpini sono stato a Inverigo per ri- di una corona d’alloro. cordare i sessant’anni del Gruppo, ma in particolare don E poi di nuovo in sfilata fino al sagrato della chiesa parroc- Carlo Gnocchi che personalmente venero come santo da chiale dedicata a Sant’Ambrogio; qui hanno preso parola il vi- sempre. Appena arrivato alla “Rotonda” ho avuto parti- cecapogruppo degli Alpini di Inverigo, Mario Colombo, che ha colari sensazioni pensando a quanto fatto lì dentro da dato il benvenuto a tutti i partecipanti; il sindaco di Inverigo, don Carlo. Svolgendo poi il gagliardetto del mio Gruppo Giorgio Ape, che ha lodato l’iniziativa ricordando che gli Alpini e preparandomi alla manifestazione, il pensiero è corso sono sempre presenti e attivi negli eventi comunali. È quindi a qualche anno fa. Quel ormai lontano 2010 allorché per intervenuto l’avvocato Filippo Meda, figlio di Luigi Meda che ricordare i novant’anni della Sezione si programmarono ebbe occasione di ospitare nella sua casa di Inverigo don Carlo molti eventi. In mezzo a tutti ricordo quel particolare Gnocchi durante il periodo bellico; ha ricordato di aver lui stes- momento passato in Duomo a Como. Erano i primi gior- so incontrato qualche volta il Beato. Ha concluso gli interventi ni di novembre, periodo dall’abituale Messa sezionale, il presidente sezionale Enrico Gaffuri, che ha posto l'accento quell’anno ancora più particolare ed emozionante del sulla presenza di don Gnocchi nel cuore degli Alpini coma- solito. Era con noi l’urna con le spoglie di don Carlo col- schi e di Inverigo. È seguita la santa Messa presieduta da don locata proprio nella navata centrale del Duomo. Io ebbi il Vincenzo Barbante, nuovo presidente della Fondazione don grande onore di poter partecipare al cosiddetto servizio Gnocchi Onlus. Durante l'omelia ha ringraziato gli Alpini di d’ordine di scorta all’urna santa. Quello è stato, per me, Inverigo che hanno voluto ricordare don Gnocchi in occasione un momento di elevato piacere, un’orgogliosa disponibi- del loro 60° in modo così solenne; ha aggiunto che don Carlo lità per un servizio che ancora oggi ritengo essere stato maturò proprio in Russia la vocazione a favore degli orfani e qualche cosa di superiore, oltre la norma, un’emozione dei mutilati di guerra. Dopo la recita della Preghiera dell'Al- indescrivibile. Una sensazione fatta di tante impressioni, pino, alla fine della santa Messa don Barbante ha benedetto compresa la presenza di moltissime persone, tanti visi- il calco in gesso della statua di don Gnocchi che Marco, figlio tatori, fedeli devoti che pregavano e ricordavano i valori dello scultore Angelo Casati, ha donato alla comunità parroc- di Don Carlo, trasmettendo le loro emozioni anche a noi chiale Beato Carlo Gnocchi di Inverigo. Nello stesso momento schierati a lato dell’urna. Il ritrovo alla “Rotonda”, la sfi- ha benedetto anche il busto del Beato realizzato dalla giovane lata, i momenti solenni e la Messa celebrati a Inverigo scultrice di Inverigo Laura Giussani. Entrambe le opere sono per il 60° anniversario mi hanno riportato a quei giorni, poste sopra l'altare dedicato a don Gnocchi. Alla celebrazio- a quel servizio e mi hanno fatto rivivere quel particola- ne ha partecipato anche Silvio Colagrande “reliquia vivente” re momento dove rimasi, per il tempo a me assegnato, di don Gnocchi. Al termine della cerimonia non poteva certo fermo e ritto sull’attenti senza alcun problema perché mancare un piccolo rinfresco nella baita che, seppur piccola, è ero accanto al nostro santo. A Inverigo, ripensandoci, riuscita ad accogliere i partecipanti che hanno voluto festeg- ho rivissuto quelle stesse emozioni e mi auguro che pre- giare il gruppo e onorare colui che ci auguriamo presto Santo. sto il nostro beato Carlo Gnocchi possa definitivamente Una nota di cronaca: durante questa manifestazione l’Unicef diventare santo ed essere ricordato come tale da tutte ha superato la quota di mille “pigotte” vendute da quando col- le persone oltre che da noi alpini ed avere, finalmente, il labora con la nostra Sezione. posto che si merita. Luca Boschini Lorenzo Sala, Gruppo Alpini di Albavilla P.S. Sono ventiquattro i Gruppi della Sezione di Como oltre al Gruppo di Villa d’Adda (Sezione di Bergamo) che hanno ade- ato don Carlo Gnocchi. Dopo l’ammassamento alla “Roton- rito all'invito di intervenire secondo necessità per la pulizia e da” – prima sede acquistata e ristrutturata da don Carlo per il riordino dei giardini intorno alla “Rotonda”. Il monumento ospitare i suoi mutilatini – si forma il corteo preceduto dal a don Carlo posto all’ingresso della “Rotonda” verrà ripulito e vessillo sezionale, dalla Bandiera del Comune di Inverigo e dal restaurato in alcune parti mancanti a cura dell'Accademia Galli gonfalone della Villa La Rotonda; in Corpo musicale Monsi- di Como con il sostegno finanziario del Gruppo di Inverigo. gnor Giuseppe Nava di Lurago d'Erba accompagna la sfilata L’intervento è previsto per la primavera del 2018. che sosta al monumento a don Carlo per deporre una corona donata dall'Amministrazione comunale. Dopo la lettura della preghiera a don Gnocchi, riprende la sfilata che si dirige verso GRUPPO DI LOCATE VARESINO Gli Alpini sempre presenti nelle iniziative e necessità del paese

l mese di settembre è stato un periodo intenso per il Grup- Ipo Alpini di Locate Varesino che è stato coinvolto in eventi tradizionali e straordinari. Il primo evento è coinciso con l’inizio del nuovo anno scolasti- co la mattina del 12 settembre. Come ormai da tradizione, il Gruppo Alpini ha portato il saluto ai ragazzi e alle insegnanti e ha dato maggior significato all’alzabandiera. La presenza degli Alpini è riconosciuta come garanzia di valori positivi. Erano

ottobre-dicembre 2017 47 Dalla penna dei Gruppi

i mulini che si trovano all’O- asi di Baggero, una riserva protetta che si estende per oltre 225.000 metri quadrati situata tra Merone, Monguz- zo, Lurago d’Erba e Lambru- go. Comprende anche due laghetti: Baggero e Malpaga alimentati dalla roggia Cavol- to che poi sfocia nel Lambro. La visita si è rivelata una gran- de occasione sia per appren- dere l’amore verso la natura, ma anche per conoscere quei presenti anche il Sindaco e i nuovi sacerdoti della neonata co- grandi valori che gli Alpini hanno il dovere di trasmettere alle munità pastorale. La collaborazione con la Scuola Primaria è nuove generazioni. continuato il pomeriggio di lunedì 2 ottobre con la camminata Gli Alpini del Gruppo di Lurago d’Erba attraverso i boschi e le campagne del paese, organizzata dal Gruppo in collaborazione con le insegnanti. Lo scopo evidente di questa iniziativa è di mettere i piccoli allievi in contatto con GRUPPO DI MASLIANICO la natura per educarli al rispetto dell’ambiente. Un’ulteriore collaborazione è nata con la nuova comunità Gli Alpini in Ca’ d’Industria pastorale sorta tra la parrocchia di Locate Varesino e quelle limitrofe di Carbonate e Mozzate a seguito della morte, av- li Alpini fanno parte dell’immaginario collettivo di tutti, venuta lo scorso 10 settembre, del parroco di Locate – don Gma soprattutto degli anziani. Sono una sorta di leggenda, Luigi Brambilla – dopo un travagliato periodo di sofferenza. un po’ come i pompieri per i bambini. Al funerale erano presenti cinquantaquattro sacerdoti, due È una festa quindi accoglierli nell’auditorium di via Brambilla vescovi e, naturalmente, anche gli Alpini. Non è stato solo un per una loro esibizione. Sono un bel gruppetto, con tanto di atto formale, ma una presenza di persone consapevoli della divisa d’ordinanza: la maglietta è ancora quella estiva, perché circostanza e riconoscenti alla persona. fa caldo; malgrado ciò non rinunciano al cappello con la penna, Il mese successivo, sabato 14 ottobre presso la chiesa parroc- attestando lo spirito di sacrificio che li ha sempre contraddi- chiale, è stata celebrata la santa Messa per ricordare gli Alpini stinti, in circostanze sicuramente peggiori di questa. e Amici defunti, accompagnata dai canti del “Coro Alpini Se- Agli ospiti sono stati distribuiti i testi dei brani che eseguiran- zione di Varese” che, al termine della funzione religiosa, ha no, con bei caratteri grandi così tutti li potranno seguire. Ma allietato tutti i presenti con alcuni brani di repertorio. non ce n’è bisogno, quasi tutti conoscono a memoria le paro- Sono poi seguiti altri due interventi: il rifacimento di una parte le e, chi facendosi sentire chi più sottovoce, accompagnano i della facciata della sede e la “cena valtellinese”. Il rifacimento canti. Il coro è davvero bravo, professionisti veri con tanto di della facciata è stato portato a termine senza la necessità di maestro e d’introduzione ai brani; è una gioia vedere il coin- maestranze particolari, ma solo da persone in possesso di abi- volgimento degli ospiti, anche di quelli che solitamente par- lità manuali e, soprattutto, con la disponibilità di alcuni del tecipano in maniera distratta agli spettacoli: si entusiasmano, Gruppo. Chi dona il proprio tempo e condivide competenze gridano “bravi!” e applaudono calorosamente dopo ogni pezzo. e abilità sono un richiamo forte per tutto il Gruppo Alpini. Uno per tutti Raimondo Galdini, quasi centotre anni (il pros- Tante, forse troppe volte, le cose vanno avanti solo per l’impe- simo 8 marzo), che canta con passione, se pur sussurrando, (le gno di pochi. Pizzoccheri e bresaola hanno invece dominato la conosco tutte, dice) e alla fine si commuove. E anche qualche scena della “cena valtellinese” e sono stati l’occasione per riem- Alpino, se pur di ruvida scorza, ha gli occhi che luccicano. pire letteralmente, tra iscritti e simpatizzanti, la bella sede del Ma non sono più gli Alpini di una volta: alla fine alcuni prefe- Gruppo. Ottimi gli ingredienti, ottima la cucina. È anche con il riscono la Coca Cola al vino… ricavato di iniziative come questa che il Gruppo può continuare Grazie Alpini! a sostenere le attività solidali in cui è coinvolto. In particolare, Angela Corengia, Fondazione Ca d’Industria Onlus nell’immediato, si rende necessario un intervento di manuten- zione alle campane del cimitero di Locate. Sempre avanti! Gli Alpini del Gruppo di Locate Varesino

GRUPPO DI LURAGO D’ERBA Visita all’Oasi di Baggero

ontinua il proficuo lavoro degli Alpini del Gruppo di Lu- Crago d’Erba, guidato dall’infaticabile capogruppo Flami- nio Colombo, con le scuole. L’ultima collaborazione in ordine di tempo è stata quella di accompagnare ben centottanta alunni delle scuole elementari e medie del paese a visitare

48 ottobre-dicembre 2017 un’ora. Più di trenta tra Alpini e Amici, hanno prestato la loro La mia esperienza di volontario presenza per custodire la Madonna. Al termine dell’impor- tante servizio hanno ricevuto un sentito ringraziamento da Quando, nel 2010, ho varcato il cancello dell’istituto per parte del parroco don Gianluigi per la dedizione dimostrata. anziani Ca’ d’Industria per il ricovero di mia madre, non Gli Alpini del Gruppo di Montano Lucino immaginavo di entrare in un mondo che in seguito mi avrebbe cambiato: il mondo degli anziani che, per certi versi, è un po’ sconosciuto. Nel corso della vita due sono GRUPPO DI OLGIATE COMASCO i momenti in cui si ha maggiormente bisogno: quando si è bambini e quando si diventa anziani. Aiutare i vivi ricordando i morti Quando si è bambini si è circondati dall’affetto dei genitori, dei nonni, degli zii e di altre persone care; ricordando questa frase, coniata dall'indimenticabile past quando invece si diventa anziani molte volte ci si ritrova Èpresident Leonardo Caprioli, che domenica mattina 29 ot- soli; spesso in una solitudine vissuta e appesantita tobre, nella bella cornice del Palazzo Medioevo, il Gruppo Alpini dalla malattia, dall’essere costretti a stare su una sedia di Olgiate Comasco e l’Avis hanno donato il frutto di varie ini- a rotelle, dal dipendere da altri in tutto e per tutto. ziative intraprese durante l'anno all’Associazione Alveare per la Già dai tempi in cui andavo a visitare mia madre mi nuova sede. L’Alveare è una associazione che si occupa nell'assi- sono reso conto che avrei potuto dedicare un po’ del stenza diurna di ragazzi disabili, nata e cresciuta nell'ambito ol- mio tempo a queste persone, per donar loro momenti giatese. Questo bel momento di solidarietà alpina ha avuto ini- di gioia e di spensieratezza, farle sentire persone vive zio con il canto dell'inno nazionale come si conviene alle nostre che non vogliono lasciarsi andare alla tristezza o alla cerimonie e, dopo i vari interventi dei rappresentanti delle as- disperazione. Aiutare gli anziani con problemi fisici o sociazioni intervenute, è avvenuta la consegna della donazione mentali significa farli avvicinare con maggior serenità Alpini e Avis per mani della madrina del Gruppo Alpini signora al giorno nel quale saranno chiamati in Paradiso. Gerardina Bernasconi, quale segno di ringraziamento per tutte Purtroppo, anche se facciamo fatica a rendercene conto, le nostre "penne rosa" valide sostegno alle iniziative del sodali- quando una persona ci lascia, che sia un parente, un zio, e del presidente dell'Avis Matteo Livio. Un grazie agli amici amico e uno sconosciuto è un pezzo di noi stessi che se dell'Avis e Pro Loco che, unendosi al Gruppo Alpini in questa ne va. Vogliamo bene e aiutiamo gli anziani soprattutto occasione, oltre che rendere più importante la manifestazione quelli più deboli e indifesi, pensando che un domani hanno dato segno di collaborazione e amicizia. Si ringraziano potremmo trovarci noi nelle loro condizioni e sarebbe anche i Gruppi Alpini di Binago, Cagno, Drezzo e Solbiate pre- poco piacevole non avere nessuno vicino che ci doni un senti con i propri gagliardetti a testimoniare che questo gesto di po’ di affetto. condivisione viva e concreta e non virtuale (molto più comoda) Alberto Castelletti, Alpino del Gruppo di Albate verso un'associazione merita tutto il sostegno e il ringrazia-

GRUPPO DI MONTANO LUCINO La visita della Madonna di Fatima

ei giorni 16, 17 e 18 ottobre la Madonna Pellegrina di NFatima ha fatto visita alla comunità di Montano Luci- no. Giunta dal cielo in elicottero nel pomeriggio di lunedì 16 ottobre è stata accolta al campo sportivo dalla comunità par- rocchiale e dagli Alpini i quali, terminata la cerimonia di acco- glienza, l’hanno portata spalla all’interno della chiesa di San Giorgio dove è rimasta fino alla sera di mercoledì 18 ottobre. Durante le ore di permanenza della Madonna, gli Alpini han- no svolto un servizio impeccabile di picchetto con turni di

mento. A chiusura dell'evento con i ragazzi dell'Alveare insieme ai loro accompagnatori, come tradizione vuole, hanno alzato i calici per un brindisi alle associazioni di volontariato. Alessandro Fumagalli

GRUPPO DI PARÈ Polenta e brasato

omenica 1 ottobre il Gruppo Alpini di Parè ha servito Dpolenta e brasato a centoventidue ospiti convenuti per l’occasione. Lo staff di servizio, composto da venti persone tra

ottobre-dicembre 2017 49 Dalla penna dei Gruppi

pino, che sono andati avanti nel corso dell’anno. Ha poi preso la parola il Sindaco Sergio Erculiani che non ha lesinato ad esprimere lodi verso gli Alpini. È seguita la S. Messa celebrata da don Maurizio, ex parroco di Porlezza adesso impegnato in opera pastorale in Albania; a lui il nostro fraterno ringraziamento. Alpini e Amici, si è prodigato per accontentare le esigenze di Terminata la funzione religiosa, è stato offerto a tutti in ape- tutti i convenuti. Il tempo meteorologico è stato clemente per ritivo mentre i bravi cuochi aprivano la cucina per servire il tutta la durata della manifestazione. rancio che, come consuetudine, ha riscosso grande successo. Nella notte tra sabato e domenica, una lieve pioggia aveva rin- Dalle pagine del giornale Baradèll vogliamo ringraziare tutti frescato la temperatura. Ma la giornata di festa si è rivelata di coloro che, in modi diversi, hanno aiutato per la buona riu- un giusto clima autunnale. scita della festa. Il menù prevedeva, oltre a polenta e brasato, anche salame Sasha Manzolini vaniglia cotto, gorgonzola, dolce e bevande. Soddisfatto del risultato il capogruppo Camillo Volontè su cui è gravato il maggior peso dell’organizzazione: “la preparazione è fonda- GRUPPO DI SORMANO mentale per la buona riuscita degli eventi! A volte capita di non conoscere preventivamente quante saranno le persone Il Muro di Sormano presenti. Purtroppo ci si dimentica che, per mangiare alla do- menica, occorre fare la spesa prima e sistemato tutto dopo. difficile o addirittura impossibile cercar di capire perché, Ringrazio tutti quelli che hanno partecipato e tutti coloro che È nel 1960, patron Vincenzo Torriani volle inserire a tutti i hanno collaborato alla buona riuscita”. La stagione “alpina” del costi il Muro di Sormano nel Giro di Lombardia di quell’anno. Gruppo di Parè è proseguita la domenica successiva con un Forse il suo fu un tentativo di imitare le classiche belghe del evento graditissimo ai bimbi: la castagnata. pavé? Ma sul Sormano non c’era pavé, al più esistevano tratti E così, dalla polenta e brasato alle caldarroste gli Alpini si fan- no sempre più amici degli abitanti di Parè. Camillo Volontè

GRUPPO VALREZZO PORLEZZA La festa di San Maurizio

a tradizionale festa del Gruppo Alpini Valrezzo Porlezza si è Ltenuta domenica 24 settembre come di consueto presso la sede del Gruppo situata a fianco della chiesetta dedicata a San Maurizio, patrono degli Alpini. La giornata era splendida sia per il clima che per l’atmosfera che i convenuti hanno contri- buito a rendere festosa e densa di amicizia. La manifestazione ha avuto inizio con l’alzabandiera al suono dell’Inno di Mame- li magistralmente eseguito dalla Filarmonica Santa Cecilia di Porlezza e cantato a gran voce da tutti i presenti. È seguita la deposizione della corona ai Caduti. Per fare gli onori di casa, ha preso la parola il capogruppo Giancarlo Grassi; ha ringraziato tutto coloro che sono inter- venuti alla ricorrenza e ha ricordato con commozione il reduce Alpino Graziano Maggi e l’Amico Giuseppe Gobbi detto Pep-

50 ottobre-dicembre 2017 di risciada cioè di acciottolato lombardo. Ma Torriani voleva rendere il Giro di Lombardia ancor più selettivo di quanto già non fosse e cosa poteva esserci di meglio di una salita breve ma con pendenze fortissime fino al 24%, con un fondo scon- nesso e sdrucciolevole lungo “solo” 1,9 chilometri da quota 818 a quota 1086 della Colma di Sormano? Ercole Baldini, che nel 1962 stabilì il primato dell’ascesa con un tempo di 9 minuti e 24 secondi, quasi inorridito ebbe a dire: “questa salita è semplicemente bestiale, impossibile da percorrere…”. Anche Gino Bartali – il Ginettaccio nazionale – commentò la tremenda salita; facendo ricorso alla sua consueta arguzia, disse: “un passista non ha alternative. Deve arrivare ai piedi del muro con almeno dieci minuti di vantaggio così poi, se lo fa a piedi impiegando un quarto d’ora di più di quelli che lo faranno in bici, arriverà in cima con cinque o sei minuti di ri- tardo e potrà ancora sperare”. Ma nonostante i pareri contrari, il desiderio di Torriani fu raggiunto e andò persino oltre le volta ferita da una frana poco prima di Argegno. A Luigi dico aspettative: la salita si rivelò così dura che molti professionisti che siamo in ritardo ma, visto l'inizio della cerimonia è previ- furono costretti a scendere di bicicletta e proseguire a piedi, sto a metà mattinata, riusciamo ad arrivare puntuali. anche perché sulle biciclette dell'epoca non erano disponibili Dopo la resa degli onori alla Bandiera del Comune e al vessil- rapporti di velocità specifici quelle pendenze impossibili. Poi, lo sezionale, inizia la sfilata fino al piazzale della chiesa – -ve nel 1962, dopo tre edizioni del Giro di Lombardia, il Muro ramente bella – dove don Eugenio – puntualissimo e davve- venne eliminato dal percorso soprattutto perché la gara ve- ro simpatico – inizia la celebrazione eucaristica arricchita da niva falsata dalle numerose spinte che i corridori ricevevano qualche battuta informale che non guasta. Al termine della dagli spettatori. santa Messa ritorniamo in piazza per i discorsi ufficiali. Il -ca Tuttavia, dopo alcuni decenni, alcuni appassionati di ciclismo pogruppo Valerio Gestra emozionatissimo, Il sindaco Marco ne promossero il recupero. Nel 2006, sostituita la vecchia pa- Pedrazzoli, Il presidente sezionale Enrico Gaffuri. Ognuno vimentazione ormai rovinata con un nuovo manto di asfalto, degli oratori non manca di ringraziare gli Alpini per tutto il Muro fu nuovamente inaugurato e inserito nuovamente nel quello che di bene hanno fatto e che, certamente, non man- percorso del Giro di Lombardia 2012 che ha visto Joaquim cheranno di fare in futuro. Rodriguez stabilire il nuovo record di salita con 9 minuti e 2 La bravissima Fanfara alpina dell'Alto Lario riempie gli spazi secondi. Ma, giunti a questo punto qualche lettore si chiederà: di musica gioiosa prima di raggiungere la palestra comunale “ma perché il Baradèll – giornale degli Alpini comaschi - ripor- per un rancio alpino in simpatia e allegria. ta la storia del Muro di Sormano che ha niente a che vedere Bravi Alpini di Stazzona, una cerimonia semplice ma ottima- con le Penne Nere…” . E invece gli Alpini centrano. Il Gruppo mente riuscita! di Sormano è diventato il “custode” di questa salita diventata Alessandro Clerici leggendaria. La manutenzione lungo il percorso viene fatta dagli Alpini del Gruppo già da qualche anno: si taglia l’erba, si eliminano rovi o altri arbusti che ostacolano il passaggio. Per GRUPPO DI VILLA GUARDIA il Giro di Lombardia 2017 gli Alpini di Sormano, nel desiderio di rendere ancor più accogliente questa porzione del Triangolo Un Alpino speciale Lariano al gran numero di appassionati di ciclismo che ogni anno accorre a incoraggiare i propri beniamini, hanno voluto cchi vispi, buon “arredare” l’inizio della salita con una simpatica bicicletta in Oumore, cammi- legno e un freccia che indica la direzione da prendere, en- nata veloce, bicicletta trambe opere di un iscritto al Gruppo. Un modo insolito e sempre al fianco fin simpatico per accogliere gli appassionati di uno sport tra i più oltre i novant’anni, famosi al mondo. massimo impegno Piergiorgio Pedretti nel gioco della scopa liscia con temporanei mutamenti umorali GRUPPO DI STAZZONA alla messa in tavola della carta sbagliata Sessant’anni di alpinità da parte del suo so- cio di partita, grande erza domenica di settembre. Dopo un venerdì sera e affetto per i familiari Tun sabato sera più che autunnali – la domenica era in (specialmente per la programma la manifestazione per il 60° di fondazione del nipote Francesca), Gruppo di Stazzona – sorpresa! Al mattino della domenica grande amore per le condizioni del tempo sono buone, con aria decisamente gli Alpini. Questo frizzantina. Mi reco a Vighizzolo a prendere l’amico Luigi, era Ferruccio per chi non lo conosceva a fondo. Tutti questi sempre presente col gagliardetto, prima di intraprendere la aspetti nascondevano però un Alpino che ha vissuto tutte le sempre accidentata e più che famosa Strada Regina, questa traversie di combattente della seconda guerra mondiale ri-

ottobre-dicembre 2017 51 Dalla penna dei Gruppi poste in fondo al proprio animo con l’intento probabile di originato dalle rogazioni che avvenivano in primavera per dimenticarle per sempre, e confidateci poi con grande fatica la benedizione dei terreni e per invocare l’intercessione del e riluttanza a seguito di molta insistenza da parte di alcuni Signore sul raccolto. Alpini del Gruppo. Queste sue confidenze, col suo consenso, Sembra che questa costruzione sia stata voluta dalla famiglia hanno trovato pubblicazione (assieme a quelle di altri ventitrè Zerboni per ricordare i pochi superstiti della peste del 1630 reduci) sul bellissimo libro edito dalla Sezione di Como per i di manzoniana memoria i quali, così racconta la leggenda, tipi di Mursia nel 2009 dal titolo Comaschi in guerra. Ferruc- fecero tutto il giro della terra in ginocchio per ringraziare di cio Vittani, classe 1920, ha vissuto tutte le fasi della seconda essere sopravvissuti. guerra mondiale sui vari fronti: dalla Francia all’Albania fino Nel 2017 gli Alpini di Zelbio, con il contributo della fami- alla ritirata di Russia, per lui iniziata a Rossosck, e portata a glia Bordoli, hanno provveduto al restauro riportandola allo compimento fino a Nikolajewka il 26 gennaio 1943; episodi splendore di un tempo. terribili di fame e gelo, attacchi nemici, immani sacrifici e pri- Gli Alpini del Gruppo di Zelbio vazioni, tanti, troppi amici purtroppo lasciati sotto la neve. Al suo rientro in Patria presso la caserma di San Candido, dopo lo “sbando” dell’8 settembre 1943 non riuscì a evitare GRUPPI ZONA PREALPI OVEST la cattura da parte degli “amici” tedeschi e fu internato in un campo di lavoro in Germania in un paese di nome Hemer, San Maurizio patrono degli Alpini dove perse l’identità a favore del numero 61433. Al Gruppo di Villa Guardia abbiamo avuto la grande fortuna di essercelo “goduto” per tanti anni come abituale frequenta- tore della nostra sede; abbiamo partecipato in sua compagnia a molte adunate nazionali e molti raduni di gruppi e lo ricor- diamo con grandissimo affetto. Caro Ferruccio salutaci con la tua abituale “verve” San Pietro che sicuramente ti ha accolto sulla porta del Paradiso di Cantore. Enrico Bianchi

GRUPPO DI ZELBIO La cappellina del “Giro della Terra”

l Gruppo Alpini di Zelbio, lo scorso 13 agosto, ha inaugu- Irato con una semplice cerimonia la cappellina detta “della selva in föö” dal nome toponomastico del luogo; ma è co- nosciuta anche col nome di “cappellina del Giro della Terra” na scelta consapevole nel nome di valori condivisi. Sa- Ubato 23 settembre, a Faloppio, gli Alpini della Zona Prealpi Ovest si sono riuniti per ricordare San Maurizio, pa- trono dell’Associazione. I Gruppi della Sezione si sono radu- nati alle 17.30 davanti al municipio di Faloppio, poi hanno assistito all’apertura della cerimonia con l’alzabandiera e la deposizione di una corona commemorativa al monumento ai Caduti. A seguire, si sono diretti in corteo verso la chiesa parrocchiale di Gaggino per la celebrazione della Messa alla quale hanno partecipato anche molti rappresentanti di so- dalizi locali. “San Maurizio è un martire, non è un eroe, perché ha compiu- to una scelta di vita per seguire Gesù – ha affermato durante l’omelia don Giovanni Corradini, parroco di Faloppio. – Sce- gliere di dedicarsi al volontariato è gesto di generosità e bontà, come Dio è generoso e buono. Fare del bene giova più a chi lo fa rispetto a chi lo riceve. Gli Alpini sono un esempio di atten- zione al prossimo, trasmettono valori di solidarietà e di pace a tutta la comunità”. Alla cerimonia hanno partecipato anche il presidente della Sezione di Como Enrico Gaffuri, il vicepresidente Silvano Miglioretto e il sindaco di Faloppio Giuseppe Prestinari. La Fanfara alpina di Olgiate Comasco ha accompagnato il cor- teo e, al termine della liturgia, ha intrattenuto i presenti sul piazzale della chiesa. Conclusione della manifestazione nel salone dell’oratorio, dove il Gruppo Alpini di Gaggino ha offerto un ricco rinfresco. Paola Marzorati

52 ottobre-dicembre 2017 RECENSIONI Finito di stampare

na buona lettura è tra i mi- stelle; la temperatura, tuttavia, era arrivata gliori metodi per distendersi a sfiorare i quaranta gradi sotto lo zero. e mettersi in pace col mondo. In poltrona, oppure a let- Nikolajewka 26 gennaio 1943. Sul fronte Uto prima di addormentarsi, leggere russo, si svolge una battaglia memorabile: qualche pagina di un libro fa miracoli: per riportare a casa ciò che resta dell’arma- apre la mente, arricchisce le nostre co- ta italiana in Russia, il Corpo degli Alpini noscenze e molto spesso riesce anche deve superare undici sbarramenti, vere a conciliare il sonno. In questi anni e proprie cinture infernali strette da un di centenario della Grande Guerra ci avversario superiore per uomini e mezzi. sono tante proposte di lettura, che ci Degli oltre duecentomila che erano partiti aiutano ad approfondire i tanti aspetti dall’Italia con la prospettiva di contribuire della nostra Storia e ad apprezzare la a una facile vittoria, poco più della metà pace in cui abbiamo la fortuna di vive- tornerà in patria dopo sofferenze e tra- re. Il Baradèll è sempre felice di aiutare versie indicibili. La situazione immedia- i suoi lettori a scegliere buoni libri e a tamente successiva alla battaglia di Niko- ogni edizione ne propone alcuni. lajewka si mostrò subito pesantissima. E poi, tra i tanti doni che si possono Nessuno sapeva dove alloggiare le cen- scegliere per un amico, quello di un li- tinaia di feriti poiché tutte le isbe erano bro è certamente da tenere in grande occupati da sbandati, oppure dai sovietici. considerazione, perché è davvero utile Anche per i russi, sopraffatti dalla massa e intelligente. convulsa che era dilagata nel villaggio, si Buona lettura a tutti. la popolazione durante la Grande Guerra. poneva lo stesso problema della sopravvi- Anche l’Italia conobbe così, come gli altri venza: erano provati dai combattimenti, Daniele Ceschin paesi coinvolti nel conflitto, il fenomeno avevano molti feriti ed erano inchiodati Gli esuli di Caporetto dei profughi di guerra, presi dal dilemma in quel villaggio da una temperatura a più I profughi in Italia durante la Grande Guerra se fuggire di fronte al nemico o subirne di trenta gradi sotto zero. Il volto umano Editori Laterza l’occupazione militare. Daniele Ceschin e drammatico di questa epopea viene ri- Roma 2017 racconta quella drammatica fuga di massa portato alla luce grazie ai molteplici e ine- unica nella storia d’Italia, e le condizioni diti punti di vista: dal semplice artigliere ella giornata, nulla di nuovo”. In di vita, le immagini, le autorappresenta- ufficiale, dal pilota d’aereo al maniscalco, “Nquesto modo epigrafico si apre zioni degli “esuli in patria”. In copertina dall’autiere al fante in servizio postale. una delle pagine del diario di Angelo “Esuli a Sacile - 1917”, Roma, Museo Cen- Testimonianze che fanno emergere con Gatti, addetto all’ufficio storico del Co- trale del Risorgimento Italiano vigore i lati oscuri come le punte di eroi- mando Supremo e stretto collaboratore smo e di solidarietà che hanno fatto della di Luigi Cadorna. È il 24 ottobre 1917 e ritirata di Russia il corrispettivo italiano in realtà qualcosa di nuovo è avvenuto. Giulio Milani dell’Anabasi di Senofonte. Una vicenda di Nella notte, intorno alle ore due, l’arti- I naufraghi del Don glieria austro-germanica aveva attaccato Editori Laterza pesantemente le postazioni italiane, in Roma 2017 particolare in due punti del fronte dell’I- sonzo: la conca di Plezzo e, venticinque l generale Nasci sapeva che l’accerchia- chilometri più a valle, davanti alla testa Imento poneva adesso il corpo d’armata di ponte di Tolmino. All’alba la fanteria nella necessità di combattere dappertutto austro-germanica era penetrata a piccoli per aprirsi la strada verso occidente. I reparti plotoni e con estrema velocità attraverso più efficienti, al momento, erano quelli della la prima linea italiana, potendo contare Tridentina: il Vestone, il Tirano e il Verona, anche sulla conformazione del terreno durante la notte tra il 17 e il 18 gennaio per- e la fitta nebbia presente nei fondivalle; corsero pressoché indisturbati i trenta chilo- nella zona di Tolmino l’infiltrazione era metri che separavano Podgornie dalla linea avvenuta in profondità lungo l’Isonzo. del Don. Venne abbandonato l’inessenziale, Era iniziata la battaglia di Caporetto… col rammarico di abbandonare le fortificazio- Donne, vecchi e bambini: dopo la rotta di ni a lungo migliorate e difese, mentre muni- Caporetto dell’ottobre 2017, seicentomi- zioni, viveri, materiale sanitario e carteggio la civili furono costretti ad abbandonare furono carreggiati su tutte le slitte disponibili. improvvisamente il territorio invaso o Senza una nuvola in cielo, la volta celeste col minacciato da vicino dall’esercito austro- suo quarto di luna crescente era tridimensio- ungarico-germanico, dando vita alla più nale, pura, così vicina e nitida nell’aria tersa grande tragedia collettiva che coinvolse che agli Alpini pareva di camminare tra le

ottobre-dicembre 2017 53 RECENSIONI straordinario significato umano, prima Cesare Silva vita nel campo di sterminio di Hersbruck. che militare e politico, che ha segnato il Teresio Olivelli Nell’introduzione dell’autore Cesare Silva destino d’Italia e d’Europa. Il libro è un Si offrì in olocausto si legge: “Teresio era un giovane come tanti potente affresco della più drammatica Editrice Velar altri, tuttavia la sua vita, breve ma intensa battaglia combattuta dall’esercito italiano Gorle (BG) 2014 come quella di pochi, lo rende un modello nella seconda guerra mondiale: la ritirata forte e positivo per i giovani d’oggi”. di Russia, dal Don verso casa. ercate ogni giorno il volto dei Santi e “Ctroverete riposo nei loro discorsi” si legge nella Didaché o Dottrina dei dodici Enrica Bianchi Fetuccia Antonio Marino apostoli. Così viene presentata la collana Gerolamo Bussi Roncalini L’altra trincea blu “Messaggeri d’amore”, Editrice Velar, I Caduti brunatesi nelle guerre La Grande Guerra e il “fronte interno” a Como di cui il nostro libro fa parte. Quarantotto del Novecento Edizioni della Famiglia Comasca pagine illustrate, in un formato tascabile, Nodo Libri Como 2017 12 x 20,5 cm, che propongono la biogra- Como 2017 fia di Teresio Olivelli, la cui lettura non supera le due ore. Olivelli nacque a Bella- gio nel 1916. Fedele laico della diocesi di Vigevano, fu conquistato fin da ragazzo dall’amore di Cristo. Con la sua umanità e spiritualità fuori dal comune s’inserì nella società del suo tempo per rinnovar- la con la forza del Vangelo. S’interessò dei problemi politici e sociali, portando in essi la sua convinta presenza di cristiano, sempre aperto ad aiutare chiunque si tro- vasse in difficoltà, anche a costo di subire incomprensioni e umiliazioni. Nei capito- li dedicati alla seconda guerra mondiale e in particolare alla campagna di Russia, emerge come Teresio abbia saputo inter- pretare, con gli occhi della fede, lo spirito di servizio e sacrificio, tipico degli Alpini. Ha sempre avuto come riferimento i prin- cipi cristiani fondamentali. La fede viva in Gesù, nel valore redentivo della croce, e la speranza nella vita futura l’hanno soste- n piccolo paese. Contadini nativi del luogo nuto nel suo vissuto quotidiano. La carità, Ue ricchi villeggianti comaschi, milanesi e na rievocazione del “fronte interno” a di cui era “abitato”, ha caratterizzato tutta brianzoli uniti da un unico destino: la morte UComo durante la Grande Guerra. Fra la sua esistenza che è diventata incessante in guerra. Dopo decenni di oblio e grazie a que- i volumi dedicati dalla Famiglia Comasca dono d’amore per i fratelli, specialmente sta ricerca tornano alla luce i volti e le storie a episodi e figure della storia locale (e non i più deboli, fino all’eroico sacrificio della celati dietro ai nomi sconosciuti incisi sul mo- solo), questo scritto di Antonio Marino numento ai Caduti. E si scopre come la storia si colloca con una sua solidità d’imposta- di ciascuno si sia intersecata indissolubilmen- zione e di stesura che lo rende particolar- te alla Storia con la S maiuscola: in Libia, nei mente destinato a durare nel tempo e a Balcani, sul Sabotino, sul Carso, a El Alamein, offrirsi come fonte sicura d’informazione a Nikolajewka, in uno sperduto ospedale da per future ricerche nel campo. Marino campo… c’erano anche loro. è un giornalista di matura esperienza e uno storico coscienzioso che si avvale di “[…] Sono convinto che il libro rappresen- una scrittura sciolta e limpida, capace di ti un importante contributo a beneficio trasmettere con immediatezza e ordine della comunità brunatese ed è un debito espositivo il contenuto della documen- di riconoscenza versi i giovani cittadini, tazione raccolta soprattutto dai giornali residenti e non, chiamati nei ranghi delle dell’epoca. Nel documentatissimo raccon- Forze Armate nel corso delle guerre sus- to balzano all’occhio le figure dei protago- seguitesi nel secolo scorso, per la difesa nisti, gli eroi sconosciuti o nascosti di una della Patria: un importante aspetto della tragedia collettiva nella quale i combat- memoria storica e culturale della colletti- tenti in trincea hanno il sostegno dei loro vità. Nelle pagine si trova uno spaccato di cari e dei concittadini rimasti a casa ad storia biografica di cittadini brunatesi, di affrontare situazioni difficili, incresciose, nascita o di adozione, che hanno dato il spesso dolorose con un coraggio ammire- loro pesante contributo, e in diversi casi vole che merita a cent’anni di distanza un la vita, per la nascita e difesa del nostro commosso rispettoso ricordo. Paese, coinvolti in conflitti che hanno

54 ottobre-dicembre 2017 sconvolto in modo brutale la loro quoti- tro una figura fondamentale nel corso dianità, dove i drammi umani personali della Grande Guerra. La sua funzione in- di giovani e delle loro famiglie vengono fatti, durante i lunghi periodi passati al enfatizzati fino all’estremo. Il libro, scritto fronte, andò ben oltre quella liturgica di- con dovizia di particolari, riporta alla luce venendo, per i soldati, a seconda dei casi, casi umani, giovani morti al fronte negli medico, commilitone e confessore. Figure scontri bellici, in prigionia, negli ospedali a tutto tondo quindi quella dei cappellani da campo dopo penose agonie. […] Gente militari, capaci di guidare i propri compa- di tutte le estrazioni sociali, ma perlopiù gni nei sanguinosi attacchi alla baionetta semplice, abituata alla durezza del lavoro con anche per il nemico in quanto anch’e- quotidiano che, nelle difficoltà della guer- gli uomo prima che soldato. Dalle loro ra, ha saputo mantenere saldi gli affetti memorie e diari, raccolti nel presente vo- familiari e i vincoli di civismo e di solida- lume, traspare con disarmante semplicità rietà con la comunità locale e che, forse tutto l’orrore della guerra ma anche tutta proprio per questo, riuscirà con questo l’umanità che ostinatamente continuava libro a consegnare alle generazioni future a popolare le trincee in quei difficili anni. una memoria che appartiene a tutti. […] La loro non fu però l’unica croce in trin- Gerolamo e sua nipote Enrica hanno con- cea; anche le crocerossine svolsero infatti dotto la ricerca nei Centri Documentali una funzione chiave e spesso sconosciuta, e negli Archivi di Stato dei documenti e come dimostrano le loro testimonianze delle informazioni storiche con grande raccolte in questo volume. Attraverso la scrupolo; hanno ricostruito con ammire- loro narrazione degli eventi possiamo get- vole dedizione, attraverso testimonianze voce potrà ricordare agli uomini che essi, tare nuova luce su alcuni episodi decisivi dirette e indirette, la storia e i dati ana- l’un contro l’altro armati, non sanno quello nello svolgimento del conflitto, un natu- grafici di soldati brunatesi. […] Mi auguro che fanno? Solo la voce di Dio. Ma anche rale e necessario completamento a quanto che questo libro possa raggiungere anche Dio in questo momento è assente”. (Cesare la memoria bellica ci ha finora trasmesso. le scuole, affinché i giovani possano, non Caravaglios) In copertina, “Feldkurat” (cappellano) ce- tanto conoscere bisnonni e trisavoli, ma Quella del cappellano militare fu senz’al- lebra la Messa nelle immediate retrovie. attraverso la conoscenza delle difficoltà del passato che non hanno fortunata- mente vissuto, diventare i protagonisti Calendario delle manifestazioni del futuro beneficiando della memoria 7 gennaio, Giornata nazionale della Bandiera dell’impegno, delle opere e del civismo 221° anniversario della nascita del Tricolore dei predecessori.” 14 gennaio, Sezione di Saluzzo Dall’introduzione del Gen. B. (ris) Commemorazione battaglia di Novo Postojalowka a Saluzzo (CN) Giorgio Romitelli 20-21 gennaio, Sezione di Udine Commemorazione 75° anniversario della battaglia di Nikolajewka al tempio Cargnacco di Pozzuolo del Friuli (UD) Stefano Aluisini - Ruggero Dal Molin - Marco Cristini 20 gennaio, Cavallasca La Croce in trincea Commemorazione 75° anniversario della battaglia di Nikolajewka Editore Itinera Progetti 27-28 gennaio, Associazione Nazionale Alpini, Sezione di Brescia Bassano del Grappa (VI) 2016 Commemorazione 75° anniversario della battaglia di Nikolajewka a Brescia 28 gennaio, Lenno oldato della spada e della Croce, an- Commemorazione 75° anniversario della battaglia di Nikolajewka “Sche nel sonno vigilo. La voce ascol- 4 febbraio, Associazione Nazionale Alpini, Sezione di Bergamo ta. Parlo a Dio che i cuori ammalia. Dico: 52° Campionato nazionale Ana di slalom gigante a Castione della Presolana (BG) «Signore» e tu rispondi «Patria». (Fausto 10 febbraio, Sezione di Trieste Salvatori) Giornata del ricordo, manifestazione alla Foiba di Basovizza (TS) La Grande Guerra significò innanzitutto strazio delle coscienze e delle menti, non 17 febbraio, Sezione Abruzzi solo dei corpi. In quell’immensa catastrofe Commemorazione battaglia di Selenyj Jar a Isola del Gran Sasso (TE) divenne quindi particolarmente doloroso e 18 febbraio, Associazione Nazionale Alpini, Sezione Pinerolo difficile il ruolo degli “uomini di Dio” i qua- 83° Campionato nazionale Ana di sci di fondo a Pragelato (TO) li, indipendentemente dalla nazione che 4-10 marzo, Comando Truppe Alpine, Associazione Nazionale Alpini servivano o dalla confessione professata, Ca.STA 2018, Campionati Sciistici delle Truppe Alpine a Sestriere (TO) furono loro malgrado ben presto chiamati 11 marzo, Sezione di Como in gran numero tra i soldati e risollevarne Assemblea Ordinaria dei Delegati a Como gli animi e a condividerne il calvario. “Tut- 18 marzo, Associazione Nazionale Alpini, Sezione Vallecamonica to intorno è la morte, spaventosa nella sua 41° Campionato nazionale Ana di sci alpinismo a Ponte di Legno nudità: è l’orrendo della guerra che depri- 24-25 marzo, Sezione di Trieste me, atterra, distrugge l’equilibrio mentale Riunione del Cisa, Convegno Itinerante Stampa Alpina a Trieste e sconvolge il cuore più saldo. […] Quale

ottobre-dicembre 2017 55 Anagrafe alpina

Nascite Mozzate Cattapan Sergio classe 1948 Olgiate Comasco Bianchi Riccardo classe 1944 Bulgarograsso Giorgio di Ferranti Luca e Silvia Orsenigo Bazzaro Enrico classe 1933 Colonno Sara di Pedrazzini Marco e Silvia Parè Gorla Renzo classe 1932 Lezzeno Gianluca e Massimo di Valli Fabrizio e Sara Pellio Intelvi Pesenti Roberto classe 1951 Rovello Porro Bianca di Ferzi Lorenzo e Federica Pognana Lario Micheletti Angelo classe 1934 Ronago Cerea Paolo classe 1941 Matrimoni Rovenna Cassina Gianmario classe 1938 S. Bartolomeo V.C. Bari Emilio classe 1935 Caslino d’Erba Allodio Paolo e Comba Federica Seveso Vender Mario classe 1932 Lanzo d’Intelvi Franchi Simone e Sara Torno Brovelli Franco classe 1945 Valsolda Sala Americo classe 1926 Anniversari di matrimonio Milesi Pietro Villa Guardia Vittani Ferruccio classe 1920 reduce di Russia Albavilla 55° di Bartesaghi Nando e Piera Caslino d’Erba 45° di Porro Massimo e Gianna Lutti Lezzeno 50° di Vaccani Mario e Wanda Moltrasio 45° di Donegana Armando e Fiorina Albate Anna e Antonina sorelle di Buscemi Angelo 45° di Donegana Gianbattista e Mariagrazia Bruna madre di Turcato Luciano 45° di Dotti Mario e Maria Rosaria Carla madre di Roncoroni Paolo e 45° di Mazzoleni Eugenio e Priscilla moglie di Gianmario S. Bartolomeo V.C. 60° di Battaglia Giuseppe e Lucia Albavilla Margherita moglie di Mauri Enrico S. Pietro Sovera 50° di Barrera Alessio e Lidia Bizzarone Irma madre di Moretti Doriano Torno 40° di Vittorio Pizzotti e Marinella Canzo Matteo figlio di Vivenzi Daniele Caslino al Piano Luigi padre di Figini Giorgio Defunti Caslino d’Erba Angelina madre di Masciadri Roberto Casnate con Bernate Ines madre di Amadeo Emilio Albate Mottin Lorenzo classe 1938 Castelmarte Santina moglie di Pontiggia Arialdo Asso Locatelli Giuseppe classe 1939 Garzeno la moglie di Bordessa Davide Camnago Faloppio Granelli Giovanni classe 1940 Germasino Angela madre di Bordessa Anselmo Casasco d’Intelvi Prioni Mario classe 1941 già capogruppo Griante Teresio fratello di Fraquelli Silvio Casnate con Bernate Cimadoro Paolo classe 1931 Mozzate Dora sorella di Di Nunno Vito Lodigiani Renato Pellio Intelvi Ermanito padre di Saladin Alessandro Colonno Gilardoni Pierluigi Rovellasca Mario fratello di Trolese Giorgio Dizzasco De Maria Franco classe 1940 Rovello Porro Giulio padre di Banfi Simone Traversa Fernando classe 1935 socio fondatore Rovenna Melania madre di Selva Tiberio e Rinaldo Grandate Noseda Angelo e sorella di Ortelli Osvaldo Gravedona Riella Ruggero classe 1930 S. Fedele Intelvi Enrico padre di Lanfranconi Fulvio Laglio Cetti Angelo classe 1934 Sormano Piera madre di Pratobevera Roberto Lanzo d’Intelvi Novi Giacomo Uggiate Trevano Valeria sorella di Sassi Mauro Lezzeno Boleso Pietro classe 1934 Valsolda Bruna sorella di Intraina Aldo Mariano Comense Mauri Giampiero classe 1947 Vighizzolo Alessandro fratello di Noce Angelo

Oblazioni ERRATA CORRIGE Protezione Civile Caminetto 27,50 Baradèll n. 3, giugno-settembre 2017 Achille Gregori 200,00 Gruppo Bulgarograsso 50,00 Pagina 5, ultima frase Gruppo Fino Mornasco 250,00 Gruppo Palanzo 300,00 Arrivederci al prossimo Raduno sezionale di Appiano Baradèll Gentile nel 2018. Capitano Albese 20,00 Pagina 36, 42° raduno al Passo San Marco, quarta riga N.N. 300,00 Gruppo Bulgarograsso 50,00 gli Alpini del Gruppo di Bellagio. Gruppo Drezzo 66,00

56 ottobre-dicembre 2017 C’era la guerra, proprio la guerra più vera dove ero io, ma io non vivevo la guerra, vivevo intensamente cose che sognavo, che ricordavo e che erano più vere della guerra. Il fiume era gelato, le stelle erano fredde, la neve era vetro che si rompeva sotto le scarpe, la morte fredda e verde aspettava sul fiume, ma io avevo dentro di me un calore che scioglieva tutte queste cose. Mario Rigoni Stern, Il sergente nella neve

Buon Natale!

FOTO ILARI LEHTINEN Redazione “Baradèll”, Segreteria e Consiglio sezionale Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. (Gesù di Nazareth, Gv. 15, 13) FOTO GIOVANNI PILONE FOTO GIOVANNI Beatificazione di Teresio Olivelli Servo di Dio e Medaglia d’Oro al Valor Militare Vigevano (PV), sabato 3 febbraio 2018, Palazzetto dello Sport Il programma delle manifestazioni è pubblicato sul sito internet www.alpinicomo.it