L’ITINERARIO DEL SERIO

1 MUSICA NEL VENTO L’itinerario del Serio

SOMMARIO

Premessa 6 Musica nel Vento in pratica 8 L’itinerario del Serio 9 Da a Romano di Lombardia 10 Da Romano di Lombardia a Crema 34 Da Crema a Montodine 51

La di Gaetano Donizetti 12-13 La tradizione organaria 16 Malpaga 20-21 Il paesaggio dell’alta pianura 24 Un fiume ‘diverso’ 25 Natura in musica 28 Il Tenore di Romano 33 Il fiume ‘serpente’ 38 La Riserva della Palata Menasciutto 40-41 La musica a Crema 48-49 Il fiume ‘canyon’ 53 Un fiume ‘serio’ 56 Natura in musica 57 Buon appetito! 59

Mappa 1 - Da Seriate a Malpaga 15 Mappa 2 - Da Malpaga al Guado di Bergamo 27 Mappa 3 - Dal Guado di Bergamo a 39 Mappa 4 - Da Mozzanica a Pianengo 43 Mappa 5 - Da Pianengo al santuario del Marziale 45 Mappa 6 - Dal santuario del Marziale a Bocca Serio 55

2 3 MUSICA NEL VENTO - L’itinerario del Serio Testi, foto, mappe e acquerelli di Albano Marcarini.

Questa guida, la prima di una serie di tre, è stata redatta nell’ambito del progetto ‘Brezza 2’ di Fondazione Cariplo mirante alla realizzazione di connessioni con la Ciclovia VenTo attraverso la pianura lombarda. Musica nel Vento è il primo itinerario ciclo-musicale d’Italia. A questa guida sono associate un’applica- zione con files audio, scaricabile dal web, e una carta a scala 1:50.000 reperibile presso gli uffici turistici del territorio.

Prima edizione, 2019. Distribuzione gratuita. Vietata la vendita. È vietata la riproduzione, anche parziale, senza il consenso dell’autore. Ha collaborato ai testi (La musica della natura) Cesare Della Pietà. Si ringrazia per la collaborazione il Comitato Tecnico di Musica nel Vento e in particolare: Ivan Bonfanti, Bruno Brambilla, Laura Comandulli, Alessia Galletti, Daniele Gigni, Paola Milo, Alessandro Suglia. Cartografia (1:50.000): Ingenia, Seriate. Il logo ‘Musica nel vento’ è di Marisa Carimati.

Fonti iconografiche non dell’autore: Cover Parco del Serio e pag. 17 (G.Centurelli); pag. 10-11 Parco del Serio (G. Ubiali); 12b www.ecodibergamo.it; 13a, 13b VisitBergamo; 14a, 14b di Seriate; 16 Bergamasca.net; 20 fondazionezeri. unibo.it; 23 Parco del Serio (23a F.Rubini, 23b M.Marchetti); 30b, 32, 33c 48 Pianura da Scoprire; 29 Parco del Serio (G.Centurelli); 33a www.amazon.it; 33b http://gallica.bnf.fr; 41 www.actaplantarum.org (E.Romani); 49a www.adespa. it; 49b G. Bielli; 59a Cam.Comm.Bg; 59b Osteria del Chiurlo.

L’itinerario del Serio si sviluppa su piste ciclabili e su strade a traffico promiscuo. Pur avendo posto la massima cura nella descrizione e raffigurazione del percorso, non si esclude che nel tempo esso possa subire modifiche o interruzioni. L’autore declina ogni responsabilità per danni e incidenti di qualsivoglia natura che potrebbero derivare, o in cui potrebbero incorrere, persone mezzi e cose durante l’utilizzo di questa guida.

4 5 La musica accompagna ogni giorno la nostra vita, consapevolmente o rio fra l’Adda e il Serio, fra la Bergamasca, il Cremasco e il Cremonese, meno. La si ascolta per evadere o isolarsi quando si affrontano i me- nel cuore della pianura lombarda. Si vuole che la mobilità quieta della nages quotidiani. La si subisce, a volte, nei ristoranti e nei bar come bicicletta aiuti a recuperare non solo il senso dei luoghi e del paesag- se fosse un optional compreso nel prezzo. La si scarica e la si compra gio, ma anche una dimensione culturale che la musica consente, con come un qualsiasi oggetto di consumo. Vi si partecipa ‘live’ nei grandi la sua immediata forma espressiva. Da una parte dunque la riscoperta eventi, in una sorta di ordalia collettiva. del patrimonio musicale che, a partire da Cremona e da Bergamo, si Nel nostro Paese la quasi totale mancanza di educazione musicale, è diffuso e ha permeato di sé il territorio attraverso autori classici, a partire dalle scuole dell’obbligo, ha condotto ad un uso/abuso della interpreti, strumentisti, artigiani liutai ecc. E dall’altra la natura stes- musica e occorre un ripensamento per una maggiore consapevolezza sa come interprete musicale, ovvero come fonte inesauribile di suoni poiché la musica, in tutte le sue declinazioni, è arte, linguaggio, cultu- e richiami che, nel convulso ambiente cittadino, abbiamo da tempo ra. La musica, chiariscono i vocabolari, è l’arte e la scienza dell’orga- dimenticato. Per raggiungere questo obiettivo attraverseremo tutta la nizzazione dei suoni, dei rumori e dei silenzi nel corso del tempo e nello pianura lombarda, da nord a sud, seguendo il solco del fiume Serio, del spazio. Insomma qualcosa di più di un semplice passatempo. fiume Adda e dei navigli cremonesi, unendo così non solo idealmente Questa guida fa parte del progetto ‘Musica nel Vento’, un progetto che la Bergamo di Gaetano Donizetti con la Cremona di Antonio Stradi- eleva la musica a testo guida di un itinerario ciclo-turistico nel territo- vari. Seguiteci allora!

6 7 Musica nel Vento in pratica volta, magari pernottando in un agriturismo musicali secondo una compilation preparata o in un B&B, oppure si può spezzare in tappe apposta per questo itinerario. Infine, una Musica nel Vento è un itinerario ciclo-mu- brevi da consumare in una giornata seguendo raccomandazione che potrebbe sembrare sicale che attraversa la pianura fra l’Adda e le proposte di questa guida. Ognuna di esse superflua ma che occorre sottolineare. Per l’Oglio nelle province di Bergamo e di Cremo- parte e arriva a una stazione ferroviaria (salvo quanto molto antropizzato, l’ambiente in cui na. Anzi, due. No, addirittura tre: l’itinerario le tappe che fanno capo a Montodine che ci troviamo è protetto e richiede al ciclista del Serio, di 57.9 km, da Seriate a Montodine, richiedono un tratto di ritorno a Crema) di di adottare un codice di comportamento nei lungo il fiume Serio; l’itinerario dei canali e modo che anche dalle grandi città (Milano, confronti degli animali e delle piante, fatto di dei navigli, di 60 km, da Crema a Cremona; Bergamo, Brescia, Cremona) si possa, con poche, semplici regole. l’itinerario dell’Adda, di 105 km, da Cassa- qualche acrobazia, constatato il livello del • Non attraversare campi coltivati o prati, no d’Adda a Cremona seguendo la sponda servizio Treno+Bici, fare ritorno a casa. nei boschi non uscire dalle strade o dalle sinistra dell’Adda. Si pedala in prevalenza su fondo naturale o piste battute. • Non disperdere rifiuti e non In prevalenza si percorrono piste o percorsi stabilizzato, quindi sono consigliabili biciclet- produrre rumori molesti. • Pedalare in tran- ciclabili protetti poiché siamo quasi sempre te robuste o mountain-bike. Le e-bike, visto quillità, senza spaventare o recare pericolo all’interno di aree naturali protette: il Parco l’andamento pianeggiante, possono essere agli animali. Quando: sempre, salvo i giorni di gelo e in del Serio o il Parco Adda Sud. Le diramazioni un lusso evitabile, almeno da chi si sente Se avete informazioni aggiornate, consigli estate le ore calde della giornata. consigliate verso i centri d’interesse sono giovane. Non mancano alcuni tratti ‘critici’, o critiche potete rivolgervi a info@pianura- Noleggio bici: i servizi di noleggio bici sono talvolta su strade aperte al traffico, sebbene vale a dire sconnessi, fangosi o polverosi, ma dascoprire.it inesistenti e la linearità del percorso, che non secondarie. Lungo il percorso, che sta per sono una piccola percentuale sulle distanze prevede ritorno allo stesso punto di partenza, essere segnalato da frecce di colore marrone, complessive. Circa il 25% di Musica nel L’itinerario del Serio consiglia di utilizzare la propria bici. si toccheranno luoghi (case natale, teatri, Vento si copre su asfalto. Dove mangiare. A poca distanza dalla ciclo- chiese, musei ecc.) legati alla tradizione mu- Sul tracciato, nei parchi si trovano aree di Lombardia, provincie di Bergamo e di Cre- via, lungo le strade più trafficate e nei paesi si sicale del territorio. Questa guida identifica sosta attrezzate con panchine, tavoli per mona. Itinerario ciclabile su piste ciclabili trovano ristoranti e trattorie. e descrive i luoghi fornendo informazioni e pic-nic. Ma non si deve trascurare la tentazio- protette (85%); qualche tratto su strada Meccanici e assistenza: ben distribuiti negli digressioni anche su altri aspetti interessanti: ne di un buon pranzo in trattoria. Siamo nel secondaria a uso promiscuo. Percorre la valle abitati in prossimità dell’itinerario, sono dalla natura alle vicende storiche, dalle forme cuore, o meglio, nello stomaco della buona e di pianura del fiume Serio, ora sull’una ora segnalati nelle pagine a seguire. del paesaggio ai monumenti. sostanziosa gastronomia lombarda fra tortelli sull’altra sponda. Lunghezza: 57.9 km. Indirizzi utili. Per gli orari dei treni in servizio Musica nel Vento si collega al progetto VenTo cremaschi, casoncelli, polente, carni e salumi Punto di partenza: stazione Fs di Seriate (Bg). vedi http://www.trenord.it - FIAB. (Fede- del Politecnico di Milano, la ciclovia che colle- prelibati, tutto carburante per i muscoli. Nella Si raggiunge da Bergamo seguendo la Ciclo- razione Italiana Amici della Bicicletta) del ga Venezia a Torino lungo l’asta del fiume Po guida sono indicati gli indirizzi dove mangiare via dei Laghi nord in direzione . Cremasco, www.fiabcremasco.it - AriBi e ne diverrà col tempo una delle sue più signi- e dormire lungo o nei pressi dell’itinerario. Punto di arrivo: Cremona. Da cui si fa ritorno (Associazione per il Rilancio della Biciclet- ficative diramazioni o vie d’accesso. Il senso Questa guida è fatta per essere letta in modo a Bergamo con la ferrovia per ta), Via Monte Gleno 2L Bergamo - FIAB di marcia va da nord a sud e da ovest verso pratico. Sulle colonne, sul lato esterno delle Centrale e corrispondenza per Bergamo dalla Biciclettando Cremona, Via Cesare Speciano est seguendo la corrente del Serio e dell’Adda pagine, troverete la descrizione del percorso stazione Treviglio Ovest. 2, 0372.30066, fiabcremona.it con una quasi inavvertibile discesa. secondo le progressive chilometriche. Nelle Segnaletica: pannelli ‘Musica nel Vento’. Uffici turistici: Infopoint Bergamo, piazza L’itinerario del Serio si può coprire in una sola più larghe colonne, verso l’interno delle Sicurezza: itinerario in gran parte separato Marconi (stazione FS), 035.210204, www. pagine, troverete gli approfondimenti sulle dalla viabilità ordinaria; qualche tratto dis- visitbergamo.net - Infopoint , attrattive di interesse. La numerazione di sestato; attenzione agli incroci con le strade Via Allegreni 29, 0363.988336, www. queste appare sulle colonne e sulle cartine veicolari. bassabergamascaorientale.it - Pianura da che accompagnano la guida, in modo da Pavimentazione: in gran parte su fondo ster- Scoprire, piazzale Mazzini 2 c/o Bicistazione avere delle ricorrenze immediate. rato o stabilizzato; su asfalto negli abitati e da (stazione Treviglio Ovest), 0363.301452, Musica nel Vento possiede un sito web e Casalbuttano a Cremona. www.pianuradascoprire.it - Ufficio turistico un’app dedicata dove è possibile seguire il Altimetria: pianeggiante. Crema, p.za Duomo 22, 0373.810020, www. percorso, sapere dei punti d’interesse, trovare Mezzo: bicicletta da turismo con battistrada prolococrema.it un ristorante o un alloggio, ascoltare brani rinforzato, mountain-bike, gravel. 8 9 Da Seriate a Romano Da Seriate a Romano di Lombardia rente deviata per alimentare gli opifici della zona. Via Balilla 72, Romano di di Lombardia. Tornando alla Parrocchiale vi si possono ammirare ope- Lombardia, 0363.901952, pianetabici.com Distanza: 24.5 km. 1. Seriate re dei migliori pittori lombardi del XVI-XVII sec, fra cui Info: Consorzio Parco na- Dislivello (in discesa): 128 m. Prima di discendere la valle di pianura del Serio, ci si può G. Battista Moroni, Carlo Francesco Nuvolone e G. Pa- turale del Serio, p.za della Punto di partenza: ex-stazione attardare in questa vivace cittadina, da tempo tutt’uno olo Cavagna. Si segnala l’organo che, con le sue 4000 Rocca 1, Romano di Lombardia, FS di Seriate. con Bergamo sulla strada per il Tonale, raggiungendo canne, è uno dei più grandi della bergamasca. Curiosa- 0363.901455. Punto di arrivo: stazione FS di lo storico ponte sul fiume, al cospetto della Parrocchia- mente la chiesa non è dedicata ai santi protettori locali, Romano di Lombardia. La progressione Condizioni del percorso: pista le, ritenuta una delle più belle e ricche del territorio. La bensì al Santissimo Redentore; probabilmente la fama chilometrica indicata non ciclabile su fondo stabilizzato o posizione di Seriate ricorda un passaggio fluviale sulla di Canzio, Canziano e Canzianilla, tre fratelli morti comprende le deviazioni nei sterrato; piste ciclabili urbane o via, di epoca romana, fra Bergomum (Bergamo) e Brixia all’inizio del IV sec., testimoni della tradizione cristiana centri abitati. viabilità promiscua negli abitati. (Brescia). Il villaggio, descritto come ‘castrum’ fortifi- del nord-est italiano, non era tale da conferir loro tale La buona tavola: Trattoria Le cato nel 968, sorgeva sulla sponda destra del Serio. La merito. Le loro reliquie sono comunque ben conservate ‘Musica nel Vento’ prende il via Ghiaie del Serio, Via Lazzaretto dalla stazione FS di Seriate, in 25, Seriate, 035.4520345, notizia di un ponte si ha nel 1062 anche se si deve re- in un riposto angolo della chiesa. procinto di essere dismessa – www.trattoriaghiaie.it; Osteria trodatare la sua primitiva struttura al periodo romano. Altro monumento illustre di Seriate, giudicata sul fi- la nuova sorgerà più arretrata del Castello, piazza Castel- Un ponte che ebbe vita sofferta: fu sei volte abbattuto nire dell’800 «bellissima borgata con vie ben tenute verso Bergamo - ed essere lo di Malpaga 5, Malpaga, dalle piene e sei volte ricostruito, talvolta in posizioni e fiancheggiate da edifizi d’aspetto signorile», è Villa trasformata in bike-point. 035.840002; Pasticceria ge- diverse (quello primitivo era più a valle dell’attuale, ap- Ambiveri sia per il gusto delle sue linee settecentesche lateria Bellicini, Via Provinciale VISITA DI SERIATE. Per effet- 30, . 0363.928008; Ri- poggiandosi a Piazza Bolognini). Il ponte attuale risale (fu abitata in origine dai conti , oggi è sede tuare una visita della cittadina storante Aurelio, Via Allegreni al 1878. Il Serio fece danni in più occasioni all’abitato del Centro Studi Russia cristiana), sia per la vastità e o rifocillarsi in una pasticce- 34, Martinengo, 0363.904094, fino a quando fu posto a regime e gran parte della cor- la ricchezza statuaria del parco, con copie dei Musei ria, avendo la stazione alle ristoranteaurelio.com; spalle, si tiene a sinistra (pista Ristorante Baroni, Via G. Ru- sIl Serio, all’uscita dalla sua valle prealpina, presso Seriate. ciclabile) fino a confluire sulla bini 11, Romano di Lombardia, traversa Via Decò e Canetta, 0363.910388; Golosa Alchimia, parallela al Serio. Dinanzi si Via G. Rubini, 0363.910410, apre uno spazio con un obeli- golosaalchimia.it; Caffé Rubini, sco e ci si affaccia al fiume. Via Comelli Rubini 1, Romano di Per il centro si volge a destra e Lombardia, 0363.901222. si entra nel caseggiato di im- Il buon riposo: Locanda dei pronta paesana con la cortina Nobili viaggiatori, p.za Ca- delle facciate, aperte da por- stello di Malpaga 6, Malpaga, toni arcuati. Superata piazza 035.4498341, www.locan- Bolognini, cuore del borgo, dadeinobiliviaggiatori.it; B&B si arriva all’incrocio con Via Il Gelsomino, Via Petrarca 1, Dante: a destra si trova l’aulica Ghisalba, 327.7599251; Hotel fronte della Parrocchiale e, a La Conchiglia, Via del Commer- sinistra, lo storico ponte sul cio 2, Romano di Lombardia, Serio. Superata la Parrocchiale 0363.903344, hotelristorante- si piega a destra su Via Tasca conchiglia.com. per ammirare Villa Ambiveri e Assistenza bici: L’Officina della quindi per riportarsi in piazza bicicletta, corso Roma 50, Se- Bolognini. Ripercorrendo a riate, 346.8165504; Duemme ritroso Via Decò (attenzione! bike, Via dell’Industria 1, Roma- un tratto è in contromano) si no di Lombardia, 0363.913212, torna nei pressi della stazione duemmebike.it; Pianeta Bici, FS.

10 11 un percorso multimediale, dal titolo ‘Impron- La Bergamo di Gaetano Donizetti te sonore’, rievoca la vita di una famiglia del XVIII sec. nella bergamasca. L’itinerario di Musica discreto e moderato romanticismo di Gioac- nel Vento inizia alla chino Rossini e quello, invece, più dichiarato Museo Donizettiano (Via Arena 9, Bergamo, stazione FS di Seria- e potente del grande compositore parmense. 035.247116, da martedì a venerdì dalle 10 alle te, cittadina vicina Inesausto lavoratore dello spartito, il giova- 13, sabato e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 a Bergamo. Questa ne bergamasco, una volta fattosi conoscere, alle 18). prossimità al capo- compose in soli otto anni, dal 1822 al 1830, Occorre salire in Città Alta e trovare, alle luogo provinciale ci ben 26 opere. La sua fama varcò presto i spalle della Basilica di Santa Maria Maggiore, permette una sorta confini e i suoi melodrammi di maggior suc- nell’appartata Via Arena, la Domus Magna, di preludio, per re- cesso, come L’elisir d’amore (1832), Lucia di dove, al primo piano ha sede il Museo Do- stare in termini mu- Lammermoor (1835), Anna Bolena (1830), nizettiano. Fu aperto nel 1906 per accogliere sicali, ovvero uno Lucrezia Borgia (1833) furono rappresentati i cimeli posseduti dalla baronessa Giovanna positore vi trascorse i suoi ultimi giorni di sguardo alla tradizione di Bergamo, in parti- e replicati decine di volte nei maggiori teatri Ginevra Rota Basoni Scotti e del Comune di vita sotto le amorevoli cure della contessa colare sulla figura di Gaetano Donizetti. di Vienna, Parigi, Berlino. Il destino volle poi Bergamo inerenti la vita e l’attività artistica Ginevra. Le stanze sono affrescate con opere che la sua vita venisse colta da gravi sventure, del maestro. Di recente rinnovato, il museo in stile neoclassico. Le ultime testimonianze Gaetano Donizetti, compositore fra cui la morte della moglie e l’approssimarsi espone partiture autografe, ritratti, lettere, della sua vita sono state donate al Museo (Bergamo, 1797 – 1848) dei sintomi della malattia. Nonostante fosse oggetti della vita privata presentate mediante Donizettiano fra cui il pianoforte che lo stesso «Nacqui sotterra in Borgo Canale. Scendeva- indebolito nel morale e nella vena artistica, un itinerario multimediale. compositore aveva acquistato per i Basoni a si per una scala di cantina ov’ombra di luce Donizetti ricevette il favore dell’Imperatore Vienna nel 1844. A ricordare la sua presenza non mai penetrò. E siccome gufo presi il mio d’Austria e nominato maestro di cappella a Teatro Donizetti (Piazza Cavour 15, Bergamo, un dipinto di Giuseppe Rilossi dove Donizet- volo...». Quasi mortificato delle umili origini Vienna, prestigioso incarico già a suo tempo 035.4160 601/602/603). ti è ritratto in fin di vita, e una lapide, fuori come svela questo suo scritto, Gaetano rive- ricoperto da Mozart. Rimase in Austria fino al Assieme al Sociale compone i teatri storici dall’edificio, con la scritta “Gaetano Donizetti lò fin da giovanissimo le sue doti. Divenne a 1845 per recarsi poi a Parigi dove l’aggravarsi della città. Realizzato nel 1791 con il nome del - moriva in questa casa- l’otto aprile 1848”. nove anni l’allievo prediletto di Johan Simon delle sue condizioni di salute lo costrinse ad suo progettista, Riccardi, fu ricostruito, dopo Mayr, maestro di cappella della Basilica di S. essere internato, contro la sua volontà, in un un incendio nel 1800. Nel 1897, in occasione Basilica di Santa Maria Maggiore. Maria Maggiore a Bergamo e compose a 18 ospizio per alienati mentali. Ricondotto nella del centenario della nascita di Donizetti, as- Dopo essere stato sepolto nel cimitero di anni il Pigmalione, la prima delle sue 70 opere sua città natale, ma incapace di intendere e sume il nome del celebre compositore e vide Valtesse, la salma di Donizetti fu deposta nel liriche, opere che nel complesso presentano volere, Donizetti spirò l’8 aprile del 1848. la rappresentazione di tutte le sue opere. A 1875, a maggior gloria, nella basilica di Città alcune delle pagine più belle del repertorio quei tempi fu anche, con la Scala di Milano, Alta. Il monumento funebre è un’opera mar- musicale di ogni tempo. Precursore di Giu- Itinerario donizettiano a Bergamo il primo teatro in muratura a fronte di tutti i morea realizzata dallo scultore ticinese Vin- seppe Verdi, Donizetti fu il trait d’union fra il precedenti, costruiti in legno. La sua magnifi- cenzo Vela fra il 1852 e il 1855. Casa natale (Via Borgo Canale 14, Ber- cenza si compendia con la vastità dell’edificio gamo, 035.5296711 sabato e domenica, (3200 mq); la sala è capace di 532 posti, i 035.244483 da lunedì a venerdì, www.do- palchi di 1154. Memorabile, nel 1847, l’esecu- nizetti.org/casa-natale). zione dell’opera ‘I lombardi alla prima Crocia- Dichiarata nel 1926 monumento nazionale, ta’, di Verdi, con una lunghissima ovazione al restaurata nel 2009 e restituita al pubblico, famoso coro ‘O Signore dal tetto natio’, quale la casa natale di Donizetti ha una parte più forma di ribellione all’oppressione del gover- antica databile al XIV – XV sec. La famiglia no austriaco. Oggi è sede dei festival annuali del compositore alloggiava nel seminterra- e dei concerti dedicati a Donizetti. to, un ambiente semplice e spoglio, con due stanze che fungevano da cucina e camera da Palazzo dei conti Scotti. letto, il pozzo e la ghiacciaia. Durante la visita, Sorge nella via intitolata a Donizetti. Il com-

12 13 vaticani, omaggi simbolici ai fiumi, sfingi e personaggi nella fascia ripariale del Serio mitologici. Altre residenze nobili di Seriate sono: Villa lasciando a destra l’avveniristi- co ponte ciclabile che si collega Piccinelli, sede del museo civico con i suoi cimeli risor- a . L’itinerario si gimentali; Villa Tassis, della seconda metà del ‘700, mantiene in sponda sinistra del con un bel porticato; e Villa Guerinoni, oggi adibita a Serio lungo Via Lazzaretto. Biblioteca Civica. Molto intensa l’attività musicale di La pedalata in un paesaggio di Seriate che si concentra in estate con i ‘Concerti in vil- arbusteti, ortaglie, lotti coltivi è cadenzata dai sottopassi la’, allestiti all’aperto nelle ville e nella stagione lirica alle strade che servono l’area e di balletto della Città di Seriate. Attive sul territorio metropolitana bergamasca. In la Banda musicale e l’Associazione Seriate Musica che successione: la ex-statale 671 annovera tra i suoi maestri Livio Gianola, uno dei mag- ‘della Val Seriana’, utilizzata giori musicisti di flamenco italiani. come Asse interurbano di Bergamo; l’autostrada A4; la Tangenziale Sud di Bergamo. 2. I borghi e le cascine dell’alta pianura Intanto grossi velivoli ci infor- Solo con una lettura attenta, che escluda le recenti ur- mano di essere in asse con la banizzazioni lungo le strade, si riconosce l’antica orga- rotta di atterraggio dell’aero- nizzazione territoriale incentrata sul borgo di matrice porto di , la cui pista inizia al di là del fiume. medievale, colonizzatore della campagna, un tempo Sono fratture e barriere che sSeriate. In alto, Villa Ambive- difeso da mura di cinta e fossato. Di forma circolare ri. Qui sopra una veduta aerea non depongono per una e con un’articolazione viaria interna priva di regolari- ricomposizione del paesaggio: del borgo storico con la Parroc- i cascinali mantengono del loro chiale e il ponte sul Serio. tà ma sempre centrata su una o più piazze, spiccano l’edificio di culto e il suo alto campanile, mentre il ca- carattere solo la denomina- zione, circondati da strade ed stello o la rocca sono di solito eccentrici e inglobanti un espansioni edilizie. La ciclabile INIZIO DELL’ITINERARIO. tratto delle mura. Gli isolati, di forma vaga e irregolare, segue da vicino l’alveo e ap- Km 0, alt. 247. Dalla stazione sono di basse case, alcune patrizie, con i portici schie- profitta di questo margine per FS si raggiunge il sottopasso rati lungo le vie. Nel nostro itinerario, che segue il Serio, conservare una certa integrità. alla ferrovia e, su ciclabile questi insediamenti sono un po’ defilati e necessitano (lato sinistro) si punta verso Km 4.4, alt. 215. Circa 400 la periferia. Appena superato di brevi deviazioni: Martinengo e Romano di Lombardia metri dopo il sottopasso alla il centro sportivo (Via Decò e in sponda sinistra, ma ancor più e Ur- Tangenziale Sud, di fronte alla Canetta) si tiene a destra su gnano, in quella destra, sono gli esempi più significativi. recinzione di una cava, si in- Via Restelli. Ci si avvicina al La dimora contadina della Bassa Bergamasca, affaccia- contra un bivio: occorre tenere Serio con un tratto di ciclabile ta al largo loggiato coperto a due o più livello, dove si a destra e mantenere il lungo- quindi si spunta per pochi metri fiume. Il percorso, su una trac- di nuovo su via Decò e Canetta esponevano i prodotti agricoli per la seccagione, non cia sterrata, segue la demarca- e infine, a destra, si entra, risponde ai moderni stili di vita. Le ristrutturazioni al- zione fra l’alveo e i coltivi dove sempre su ciclabile, nell’area terano con tamponamenti e ampliamenti la forma es- si scorgono alcuni cascinali. pubblica Oasi Verde 1 (chiosco senziale e funzionale della vecchia cascina a corte. La Non mancano aree di sosta con bar), da cui ha inizio l’itinerario corte non è più utilizzata per i lavori agricoli mentre tavoli e panchine. Se si volge del Parco del Serio che d’ora in un attimo lo sguardo alle spalle avanti ci farà da segnavia. le stalle e i fienili o giacciono nell’abbandono o sono si vedranno delinearsi le Prealpi usati come depositi di ferraglie. Il paesaggio agrario ha 2km Orobiche identificando qualche Km 1.4, alt. 229. Oasi Verde conservato in piccola misura i connotati di un tempo. Il 0 cima come l’Alben, l’Arera o 1. Salutata Seriate si entra rinnovamento dell’agricoltura, a parte la proliferazione l’Albenza.

14 15 delle coltivazioni in serra, non vi è stato anche a cau- La tradizione organaria sa della sua subordinazione all’industria, che impone Nel XVIII sec. Bergamo è la città dell’or- ovunque il suo elemento caratteristico: il capannone. ganaria, il centro di una qualificata attività in La conduzione dei campi è fatta part-time da lavoratori espansione. Tutte le chiese cittadine e quelle dell’industria che hanno rinunciato alla proprietà. Del del contado si dotano di un organo fisso. La resto l’agricoltura nella pianura asciutta ha minore red- ricerca si associa a discipline quali la mecca- ditività e ciò ha costituito un fattore non estraneo alle nica, la fisica, l’architettura, la decorazione per sCologno al Serio: un tipico elevare le qualità musicali dello strumento, e sollecitazioni industriali di cui è stata scenario. esempio di borgo medievale di la forma, l’estetica e la collocazione negli spazi Quello della pianura bergamasca è dunque un paesag- forma anulare circondato da sacri. Nel corso del ‘700 si realizzano a Ber- gio impoverito nelle dominanti naturali, dove lo sfol- fossato. gamo da un massimo di 600 a un minimo di timento delle alberature, delimitanti i terreni, mette 450 organi. Il merito va ricondotto all’arrivo in ancor più a nudo la povertà dei suoi caratteri. Signifi- città dei maestri comaschi, i Bossi e i Serassi. cativa, ad esempio, la scomparsa dei ‘murun’, i filari di Km 6.9, alt 200. Un ponticel- Le loro officine verranno portate avanti per gelso lungo i fossi e le capezzagne, spesso radicati su lo scavalca la Roggia Zerra, due secoli dai discendenti in maniera sempre cumuli di spietramento dei campi. scaricatore del fiume Cherio, più prospera. I Serassi si dedicarono all’ar- armonico-compositivo e “l’orchestrazione”. discendente dalla Val Caval- Singolare la presenza di specie esotiche sospinte qui lina. Accresce l’interesse na- te organaria per sei generazioni, dal 1720 al Le musiche si rifanno ai grandi musicisti con- dall’azione dell’uomo. Si tratta di semi e radici dispersi 1895; il loro nome fu un simbolo, la loro arte temporanei, Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi». turalistico poiché aumentano dai convogli ferroviari o dagli autotreni o anche attra- le fasce boschive anche se di inimitabile. Realizzarono un migliaio di orga- Sebbene avversata dalle gerarchie ecclesia- limitate dimensioni. A sinistra ni. Conobbero il plauso di regnanti e papi, le stiche questa tendenza si diffonde e l’organo verso scarichi fognari. Un caso esemplare è il senecio- ne africano, pianticella alta circa un metro con nume- alcune diramazioni mandano positive impressioni di celebri maestri, rico- si trasforma in veicolo di sentimenti patriot- a , dove si trova noscimenti che fecero assurgere la famiglia a tico-risorgimentali che il melodramma esalta rosi fiori gialli simili a margherite, individuata nel 1985 un notevole castello, uno dei grande ricchezza e celebrità. Non meno illustri di contro allo sterile classicismo del secolo e oggi diffusa lungo i margini delle strade. Così come la tanti posseduti da Bartolomeo le officine Bossi, con Adeodato (1806-1891), e precedente. pericolosa ambrosia, invasiva e tossica, specie del Nord Colleoni, celebre condottiero. Locatelli. Da queste scuole di mestiere usci- D’altra parte era nota la sensibilità dei Ber- rono apprendisti che applicarono, soprattutto gamaschi per il melodramma con Gaetano sIl greto ciottoloso del Serio nei pressi di Malpaga. nel restauro, le loro abilità. A , non Donizetti, per il bel canto con Giovan Battista distante dal nostro itinerario, si trova oggi il la- Rubini, per la musica strumentale (i più noti boratorio di Emilio Piccinelli, dal nome dell’ul- organisti dell’epoca sono padre Davide da timo maestro organario che aveva ereditato Bergamo, al secolo Felice Moretti di , nel secolo scorso la tradizione dei Bossi. Con- 1791-1863, e Vincenzo Petrali, 1832-1889; tra dotto dai discendenti, il laboratorio Piccinelli i maggiori violoncellisti del tempo è Alfredo conta più di 400 lavori di restauro condotti in Piatti,1822-1901). «Questi eminenti esempi di tutta Italia secondo un rigoroso metodo stori- musicisti – conclude Berbenni - indicano non co-filologico. Info: www.anticadittaorganara.it solo l’alto livello artistico di questo secolo, Un aspetto poco conosciuto riguarda la fun- ma anche il fertile clima esistente attorno ai zione melodica e non solo sacra di questo costruttori d’organo». In diverse chiese, collo- strumento. Nell’800 – scrive lo storico G. Ber- cate lungo il nostro itinerario avremo modo di benni - «l’organo è concepito come una gran- apprezzare la bellezza e il carattere di questi de orchestra; interpreta la sensibilità del me- strumenti. lodramma, le cui eccelse opere entusiasmano, Fonte: G. Berbenni, Lineamenti dell’organa- formano il gusto popolare e si diffondono nel ria bergamasca dal secolo XV al secolo XX, mondo. L’organo si arricchisce di timbri che http://www.provincia.bergamo.it/OrganiSto- valorizzano la melodia, il bel canto, lo stile rici/ 16 17 America qui radicata da una dozzina d’anni. L’azione filo. Esse provengono da orizzonti botanici sCodirosso. del Parco del Serio si esprime nel rimboschimento per lontani e si adattano a fatica al mutevo- ottenere assetti vegetazionali autoctoni e controllati. le stato dei luoghi: l’erba medica dall’Est Un albero tipico di questa parte della pianura è l’olmo europeo e dall’Asia; la saponaria rossa, il campestre che qua e là sopravvive delimitando i coltivi camedrio montano, la borracina montana in lunghi filari. che scendono dalle Prealpi. Curioso il com- portamento della biscutella montanina 3. La Riserva naturale Malpaga – Basella (Biscutella laevigata), i cui semi, contenuti Molto importanti, ai fini della biodiversità, sono i prati all’interno di due involucri discoidali sono aridi che si alternano alle boscaglie nell’alveo e ai suoi portati dalla corrente del fiume e riescono margini. È un paesaggio simile a una steppa, ricompre- a vegetare in pianura. Non mancano pian- so in modo significativo nella Riserva naturale Malpa- ticelle mediterranee come il ginestrino ma- ga – Basella. Col divagare del fiume nei periodi di piena, rittimo e il forasacco eretto. Ci sono poi rare questi prati sono in parte erosi e ricoperti da nuovi strati orchidee e, in primavera, le fioriture del ge- di terriccio alluvionale. All’apparenza poco invitanti, in nere Sedum con i loro vistosi fiori gialli. Non realtà sono un vero atlante di specie di carattere xero- mancano anfratti umidi dove si riconosco- no l’iris giallo, la tifa, il crescione palustre sCapinera. sLa mappa qui sotto, tolta dalla Carta d’Italia a scala 1:25.000 e dove vivono il rospo smeraldino e alcune sIn alto, la tipica cascina a dell’Istituto Geografico Militare (edizione 1913) mostra come varietà di rane. Sui prati cespugliati si vedo- loggiato della campagna ber- all’inizio del XX sec. il paesaggio agrario intorno a Malpaga fosse no fuggire i conigli selvatici e si scorgono gamasca. Qui sopra un gregge ricchissimo e variato: i filari alberati (pallini) erano alternati alle i mucchietti di terra dell’infaticabile talpa. pascola sulla sponda del Serio. vigne o ai gelsi ; vi erano prati umidi (a sud-est di Cavernago e Ci si aspetterebbe una presenza faunistica intorno al castello di Malpaga); non mancano boschi e boscaglie rarefatta. In realtà questi ambienti sono ap- (presso la C.na Forzata e la Speranzina). Km 7.7, alt 187. D’obbligo prezzati anche da diverse specie di uccelli la diramazione che man- da, sempre verso sinistra, a come il succiacapre, la bigia padovana, il Malpaga transitando accanto gufo, la capinera, il pettirosso, il luì piccolo, alla Cascina Ursina (dal nome lo scricciolo, l’usignolo e la rondine; e alcu- di una delle figlie del Colleoni) ne rare come l’averla piccola, il canapino, sConiglio per poi accedere, verso destra, la cannaiola verdognola, il codirosso e l’oc- al celebre castello. selvatico Terminata la diversione per chiocotto. Fagiani e starne sono il risultato Malpaga si hanno due pos- di ripopolamenti a scopo venatorio. Nella sibilità di tornare sul fiume: o stazione scientifica di Capannelle, sulla utilizzare all’inverso il percorso sponda destra del Serio, sono state censite fatta in precedenza, oppure 100 specie di uccelli. utilizzare un altro percorso sterrato, antica strada di Su questi prati sostano le greggi, rispettose ‘guado’, che si stacca dalla pro- di un mai decaduto cammino dalle Prealpi vinciale circa 150 metri dopo alla pianura, regolato da patti: i proprieta- Malpaga piegando a destra. ri dei fondi concedevano il libero pascolo e fieno e paglia per l’inverno ricevendo in Km 8.7, alt. 187. Ripresa la ciclabile lungo la sponda cambio carne e latticini oltre alla naturale sinistra del Serio si procede concimazione del suolo.

18 19 Malpaga bene la sua nuova condizione di nobile bene- stante: «L’ombra canuta del guerriero sovra- no a Malpaga erra per la ricca loggia, mutato l’elmo nel cappuccio a foggia, tra i rimadori e i saggi in atto umano». Senza modificazioni e in buon stato di conservazione il castello è giunto ai nostri giorni così da essere quasi un modello canonico con le mura in mattoni, le torri merlate, le logge, il ponte levatoio. Ac- canto e intorno è attiva un’azienda agricola, mentre parte degli edifici di servizio sono stati destinati a residenza, relais e ristorante.

Momenti della vita di Bartolomeo Colleoni

1395 - Nasce a (Bg). 1413 - Fa parte degli armigeri di Braccio da Montone. 1420 - Si pone al servizio della corte napoleta- na di Giovanna II. 1431 - Entra nell’esercito veneziano del Car- Bartolomeo Colleoni acquistò il castello di magnola e combatte in Valtellina e Valcamo- Malpaga nel 1456 per soli 100 ducati - da cui nica. Riceve il feudo di . il termine Malpaga, ‘malus pagus’ - dai retto- 1437 - Passa a Gianfranco Gonzaga con un ri veneti del Comune di Bergamo. L’origine è manipolo di 100 lance. antecedente, forse l’XI o il XII sec. Il maniero 1439 - Dopo aver liberato Brescia ottiene il co- celebra le imprese del condottiero che qui vis- mando di 400 lance. Nello stesso anno sposa se in ricchezza gli ultimi anni della sua vita. A Tisbe Martinengo, nobile bresciana. imitazione di tanti altri piccoli signorotti del 1441 - Venezia gli concede i feudi di Romano, periodo intese accostare alla rude roccafor- e . te una sontuosa dimora. L’operazione riuscì 1443 - In disaccordo con Venezia passa al sol- felice integrando bene il mastio centrale con do di Filippo Maria Visconti che gli dona due i portici del cortile, le logge e gli altri edifici castelli ma non la considerazione sperata. impostati sugli spalti. Vi fu probabilmente la 1449 - Torna con Venezia. mano di qualche noto architetto, forse il cre- 1455 - È Capitano Generale. Si ritira a Malpa- monese Bartolomeo Gadio che già aveva lavo- ga da gran signore, ospita illustri personaggi, rato a Milano al servizio degli Sforza. Malpaga si dedica alla beneficenza e al patrocinio per - divenne ben presto il ricetto preferito per ri- gli indigenti. Torna una volta ancora sui campi Info: Castello di Malpaga, Via Mar cevimenti, cacce, tornei i cui momenti più di battaglia nella guerra di Romagna. coni 20, Cavernago; visite dal 1° esaltanti furono in seguito immortalati sulle 1475 - Conclude la sua esistenza terrena. Le marzo al 30 novembre, tutti i sabati pareti dagli affreschi del Romanino. Gabriele spoglie sono deposte nel mausoleo funebre in dalle 14 alle 18, domeniche e festivi d’Annunzio, citando il condottiero, ritrasse Bergamo Alta. dalle 10 alle 18, 035.840003, . www.castellomalpaga.it 20 21 4. I guadi del Serio Un fiume dal greto largo e tormentato dalle piene non fu sempre adatto ad essere traversato da ponti stabili. Per questa ragione, nel tratto superiore della pianura bergamasca, si conoscono diversi passaggi ‘a guado’, o a ‘sguazzo’ come si diceva in passato, oggi non più esistenti ma ben riconoscibili da un’attenta lettura del territorio. Innumerevoli strade tagliavano la pianura in senso longitudinale. «A Malpaga si attraversava all’al- tezza della chiesuola della Basella dove Colleoni inumò per un certo periodo la prediletta figlia Medea», ricor- da lo storico Franco Rho; a Martinengo in direzione di Cologno lungo l’originaria Via Francesca; a Cologno in direzione trasversale per Romano. Altri guadi da Roma- no per e così via, a distanza regolare, fino a Crema. Era regola che i pedoni attraversassero la cor- rente su barchini, mentre carri e carrozze scendevano in acqua fino ad un livello che consentisse il passaggio.

5. Ghisalba La deviazione ci consente di ammirare la Parrocchia- le di S.Lorenzo levita, che segue la consuetudine dei sL’ampio alveo ghiaioso del Serio nel suo corso mediano. centri della pianura – oltre a Ghisalba, , Calcio, Cologno al Serio - di erigere chiese di enormi dimen- sioni che sovrastano con le loro cupole la schiera dei bassi cascinali. L’edificio, detto popolarmente ‘la Ro- sTramonto estivo sul greto del fiume. tonda’ fu concluso nel 1834 e si dovette all’ingegno di Luigi Cagnola, massimo fra gli architetti della Lombar- dia neoclassica. A suggello di uno stile largamente in voga, l’autore imitò nel disegno la Rotonda di Possagno del Canova. La facciata si presenta con un pronao di 14 colonne, quasi a somiglianza di un tempio pagano. All’interno, lo spazio circolare è scandito da 12 finte co- sLa mappa qui sopra, lonne addossate alle pareti, mentre un fascio di luce, risalente all’inizio del XX sec. attraverso un oculo, piove dalla sommità della cupola. (IGM, Carta d’Italia a scala Anche l’altare maggiore è disegno del Cagnola. 1:100.000) riporta i principali guadi lungo il fiume Serio fra Sono curiosi gli antefatti che portarono a erigere una Basella e Sola. In un tratto di simile chiesa in un paese rurale che contava all’inizio circa 12 km si poteva disporre dell’Ottocento poco più di un migliaio di abitanti. Così di ben otto passaggi fra le due li ricostruisce una cronaca dell’epoca: «Essendo l’an- sponde. tica chiesa cadente per vetustà e insufficiente per la

22 23 Il paesaggio dell’alta pianura Un fiume ‘diverso’

La pianura bergamasca include lembi di ter- forniva l’alimentazione del baco da seta, dif- Il Serio è un fiume anomalo rispetto agli piene del fiume. In primavera e in autunno ritorio come l’Isola, la Gera d’Adda, la Cal- fusa ovunque nei campi aperti, disposta a altri fiumi lombardi con aspetti paesaggi- la portata d’acqua è pari a 40 volte quella ciana ecc., i cui limiti sono definiti a est e lunghi festoni associati alle vigne. stici interessanti. Da Seriate fino a Roma- di magra con piene devastanti per l’assetto ad ovest dal corso dei principali fiumi: Adda, Quel paesaggio avrebbe stupito un osser- no di Lombardia ha un alveo ampio, quasi idrogeologico del territorio. Brembo, Serio, Oglio. L’assetto del paesag- vatore d’oggi, per la fittissima alberatura sia al livello della campagna e percorso da una Altro fenomeno insolito l’inabissamento gio discende dalle bonifiche operate in epo- con boschi naturali o semi-naturali sia per sequenza di rami paralleli e intersecantesi. delle acque che fra Seriate e Ghisalba scor- ca storica e con la scomparsa dei boschi a le colture arboree, in siepi e filari, destinate La scarpata non supera i 4 o 5 metri ed è im- rono in estate nel sottosuolo lasciando il favore delle coltivazioni di cereali. anche alla produzione di legna per usi do- proprio definire questo tratto ‘valle’, alme- greto asciutto e desolato. Lo strato ciotto- Documenti antichi dicono che il castagno mestici di riscaldamento. no nel modo con cui da profani intendiamo loso è permeabile sicché è frequente il forte da frutto giungeva fino in pianura formando Oggi gli assetti sono sempre meno caratte- questo termine rispetto all’Adda e all’Oglio, assorbimento delle acque, specie nei mo- boschi registrati ancora nei catasti di epo- rizzati dalle alberature e dai fossi che han- il cui solco è molto più scavato in profondità. menti di magra. ca napoleonica, quindi fino all’inizio del XIX no costruito la tradizione della campagna Uno dei motivi di questa differente morfo- Avendo tempo e voglia sarebbe curioso os- sec. Diffusi anche i vigneti, soprattutto nella bergamasca, ben descritta nell’Albero degli logia dipende, per il Serio, dalla mancanza servare le colorazioni dei sassi trasportati a fascia superiore della pianura, e ubiquitari i zoccoli, il celebre film di Ermanno Olmi, e di un lago prealpino in grado di trattenere valle e intuire le loro provenienze. Vi scorge- gelsi, da cui l’allevamento del baco da seta. sono invece sempre più rivolti a un’organiz- i materiali alluvionali. Questi si depositano remmo i grossi ciottoli rossastri arrotondati Sporadici elementi del paesaggio boschivo zazione dove la coltivazione del mais diven- nella pianura alzando il livello dell’alveo. Per del Verrucano lombardo, unità geologica originario sussistono soltanto in coinciden- ta prevalente su enormi estensioni. i geologi il terrazzo fluviale segue un allinea- risalente a circa 250 milioni di anni fa, ma za dei solchi fluviali. Del resto l’alta pianura bergamasca, dal mento che va dal Cassinone (frazione di Se- anche le bianchissime, opalescenti, pietre di Ma anche il paesaggio agrario presenta una suolo ciottoloso, ha sempre sofferto di rela- riate) a Malpaga. quarzo o le selci dagli spigoli appuntiti. In- radicale evoluzione rispetto alla metà del tiva aridità e necessita di forti apporti idrici In alcuni casi le divagazioni del fiume, nei genti gli accumuli di pietre calcaree, infram- secolo scorso. Nei campi diverse sono le artificiali, garantiti dal XVII-XVIII sec. in poi momenti di piena, erodono la scarpata fino mezzate da rocce metamorfiche grigie, sol- colture scomparse, che davano un aspetto dalle varie ‘seriole’, ovvero i canali irrigui al margine del percorso ciclabile e intacca- cate da bande biancastre. Non mancano in variato al paesaggio. Si parla di lino, canapa, che prelevano acqua dal Serio e dall’Oglio no i terreni agricoli. alcuni punti affioramenti di ‘ceppo’, formato guado, fibre impiegate per produrre colo- all’uscita dalle valli prealpine e oggi, per l’in- Fra un ramo e l’altro si allungano delle iso- dalla cementificazione delle ghiaie e spesso ranti per lane e tessuti. Il ‘7 e l’800, come tensificarsi della produzione per ettaro, da le, o ‘gere’, ciottolose popolate da vegeta- usato come pietra ornamentale. detto, furono i secoli del gelso, pianta che irrigazioni a getto. zione pioniera, sopraffatta dalle periodiche

24 25 crescente popolazione, quei di Ghisalba, nel 1822, si rivolsero all’architetto Luigi Cagnola per avere il dise- gno della parrocchiale ch’era nei loro desideri. Il Cagno- la, che in simili circostanze si prestava volontieri e pel solo amore dell’arte, pensando di emulare la famosa Rotonda del Canova, senza manifestare il suo intendi- mento a quei di Ghisalba si recò al paese, e com’era convenuto che i terrieri e manovali del luogo si pre- sterebbero quando le loro occupazioni lo consentiva- no e alla festa particolarmente ai lavori necessari, nel luogo scelto tracciò un grande circolo di 42 braccia di diametro, dando le disposizioni per gli scavi delle fon- sL’imponente chiesa parrocchiale di Ghisalba. damenta. Sulle prime si credette esser quello il recinto nel quale la nuova chiesa doveva sorgere; ma quando a lungo il ciglio della scarpata. Il fondamenta eseguite cominciò a trapelare il concetto letto del fiume divaga entro un dell’architetto, quei modesti paesani ristettero sgomi- alveo ampio, ricolmo di ciot- nati, pensando che mai coì poveri loro mezzi avreb- toli, ghiaie, sabbie. Materiali coltivati, nel recente passato, bero potuto condurre a termine opera sì grandiosa. Il nelle attigue cave ora in via di Cagnola però, che ormai s’era invasato dell’idea, tanto rinaturalizzazione. disse e fece che seppe persuaderli e l’opera grandiosa poté aver compimento». Km 11.7, alt. 166. Bike Park Ghisalba. Anche qui si con- siglia una diramazione verso 6. Martinengo Ghisalba (0.8 km). Il toponimo Con un perimetro vagamente rettangolare e affine ad pare derivi da ‘ecclesia alba’ altri centri della piana, il nucleo di Martinengo mantie- (chiesa bianca) per via di un ne il fossato, un tempo difeso da mura. L’impianto via- tempio battesimale posto sul rio ha un disegno a croce con gli assi maggiori che dalle luogo della successiva parrocchiale. porte convergono verso la centrale p.za Maggiore. Gli isolati sono solcati da sinuose vie minori, tipico delle Chiesa parrocchiale di Malpa- formazioni urbane tardo medievali. Lo sviluppo pren- ga. Visite: feriali, dalle 8 alle de vigore nel XIII sec. con la costruzione delle mura e 12; sabato e prefestivi anche si assesta dopo la dedizione a Venezia (1428) quando dalle 17 alle 19; domenica e festivi, dalle 8 alle 12 e dalle Martinengo divenne la capitale del feudo di Bartolo- 14.30 alle 16.30 - www.par- meo Colleoni. rocchiaghisalba.it Provenendo da occidente, l’ingresso nel centro storico avviene da Porta Garibaldi, già Porta Tombino, rinomi- Km 12.2, alt. 161. Tornando nata in dell’eroe dei Due Mondi che qui entrò nel verso il fiume si giunge al pon- te di Ghisalba, percorso dalla 1859 inseguendo le truppe austriache. Proseguendo Strada Francesca. Il percorso per Via Locatelli (a destra si scorge la Casa del Capi- 2km originario - ovvero il guado tano, del 1467), si giunge nella piazza Maggiore con il 0 sul Serio - di questa direttrice Palazzo del Comune. I maggiori monumenti si distribui-

26 27 Natura in musica

In questa pedalata ispirata alla musica, la Ma la voce più autentica della primavera in voce della natura dovrebbe essere una pre- campagna, almeno dove la distruzione del senza costante e accompagnarci in sotto- territorio, gli eccessi della chimica e la caccia fondo lungo tutto il percorso. Ma spesso si fa non l’hanno ancora spenta, è l’allodola. Que- fatica a coglierla, sovrastata com’è dai suoni sto piccolo uccello dal dimesso abito color delle attività umane tutt’intorno: i rumori, marrone è un cantore appassionato, che si per quanto attutiti, del traffico sulle strade, può udire dalla fine dell’inverno fino al cuo- un trattore al lavoro nei campi, una sirena di re dell’estate, e dalle prime luci dell’alba fino ambulanza lontana, o anche solo il leggero ro- a sera. Il suo canto è come una cascata cri- tolare delle nostre gomme e dei pedali. Fermi- stallina, una sequenza di suoni acuti, arrotati, amoci un po’, allora; piede a terra e orecchio liquidi, che scendono a ondate dal cielo. Per- attento. ché l’allodola a volte canta da un paletto o dal Ecco, il vento accarezza le erbe e fa frusciare filo di una recinzione, ma più spesso spicca il i cespugli; se siamo accanto al fiume, la cor- volo e sale, cantando, fino a 50 o anche 100 rente gorgoglia dolcemente. E questo tintin- metri da terra; lassù si arresta per un attimo, nante, gioioso uìt sempre cantando, uìt, uìt uìt? Sono le fonte invisibile di rondini, che si ri- un’armonia che chiamano mentre sembra sgorgare intrecciano i loro dal cielo, e poi cala voli, sfreccian- ad ali aperte, sen- do basse sopra i za interrompere il campi o il fiume canto, fino a terra, per catturare al per ripetere presto volo zanzare e la sua ascensione moscerini. canora. Gli ornito- Se siamo fortu- logi ci dicono che nati, magari possiamo cogliere anche il can- gli uccelli cantano per motivazioni molto con- to della pavoncella. Questo limicolo, che è il crete: rivendicare il possesso di un territorio o simbolo del Parco del Serio, è presente con attirare un potenziale partner. Ma ascoltando poche coppie e non è facile vederlo; ma quan- questa melodia che si ripete con un entusia- do succede, non può passare inosservato. In smo sempre rinnovato, viene naturale cre- primavera, il maschio contrassegna il suo ter- dere che il piccolo cantore sia trascinato dal ritorio volandovi sopra, con un volo erratico, a puro piacere della musica, in se stessa. Non scatti, in cui mostra alternativamente la par- per niente l’allodola ha ispirato poeti come te superiore dell’ala, nera, e quella inferiore, Dante (che lo cita nel XX canto del Paradi- bianca, con un “effetto flash” che si nota da so) e Shakespeare, e musicisti; basti citare lontano. Non contenta di queste esibizioni il lieder per flauto e pianoforte di Johannes visuali, la pavoncella le accompagna con un Brahms, intitolato appunto “Lerchergesang”, ripetuto, acuto, penetrante puìi-ìii, che a volte Il canto dell’allodola. si può udire anche di notte. (Cesare Della Pietà)

28 29 medievale era poco più a mon- scono lungo le vie che si dipartono dalla piazza: lungo te dell’attuale, allineato fra la Via Castello, la casa-torre del Colleoni, avanzo dell’an- cascina Muratella (in sponda tico castello dei Martinengo, la casata nobiliare ante- destra) e Ghisalba. ‘Musica nel Vento’ resta in sponda sinistra cendente al dominio colleonesco; lungo Via Tadino, con del Serio. Il ponte di Ghisalba la pavimentazione a selciato e dai bei prospetti porti- può essere sottopassato per cati, con il portale del palazzo del Podesta (XVI sec.) risalire subito dopo a una rota- e la torre dell’Orologio, fino alla Parrocchiale di S.Aga- bile di servizio a vicine cave. ta, vero museo d’arte con tele dei bergamaschi Enea Km 14, alt. 152. Centro Sporti- Salmeggia e Gian Paolo Cavagna. Alla navata di sini- vo e Colonia Elioterapica pres- stra della chiesa è addossato l’oratorio di Santa Maria so la Cascina Gerra. Tenendo a Maddalena (1618) con affreschi dell’edificio preceden- destra su Via Trento si avvicina te, risalenti al XV sec. Resta da citare il convento di S. il cascinale (sulla sinistra, nelle Chiara, anch’esso di fondazione colleonesca (accesso pertinenze del centro sportivo si trova un fontanile) e quindi, da piazza Orisio), nel quale, oltre a chiostro, si ammi- appena superatolo, piegan- rano al primo piano del corpo principale altri affreschi do ancora a destra, su uno quattrocenteschi. stradello sterrato, ci si riporta La vita musicale di Martinengo ha come fulcro il Fi- sul lungofiume. Se invece si landone di Via Allegreni, luogo di incontri e concerti, volge a sinistra si raggiunge in breve il centro di Martinengo restaurato nel 2013. Si tratta di un imponente edificio (diramazione consigliata). utilizzato dal 1876 per la filatura della seta. Impressio- Si resta sul bordo della nano i finestroni archiacuti e i paramenti in mattoni che scarpata. Siepi e alberi fanno l’assimilano vagamente a una cattedrale gotica. Al pia- da diaframma con gli spazi no interrato era convogliata la Roggia Martinenga: l’ac- coltivati. sMartinengo: a sinistra il Filandone di Martinengo; a destra la Tor- re dell’Orologio. sLa Rocca di Romano di Lombardia

qua, dopo essere decantata, era scaldata per trattare i Km 15.7, alt. 143. L’itinerario bachi. Al secondo piano avveniva la filatura. abbandona il fiume (qui il percorso risente dell’erosione delle sponde ed è stato deviato 7. Romano di Lombardia verso la campagna per via del- La Rocca, all’angolo nord-occidentale della cinta medie- le frane): volge a sinistra, av- vale riporta alla memoria le vicende di Romano. Il nucleo, vicina la cascina e il fontanile fondato nel 1171 sotto l’egida del libero comune di Berga- Marina, quindi segue a destra mo e fissato dal perimetro del fossato, era simile a quello Via Milano che, dopo alcuni rettifili, torna sulla bordura del di altri centri vicini - Martinengo, Cologno - ma con una Serio. Il fiume scorre dentro forma più allungata. Tre porte stabilivano gli accessi di un greto di 350/400 metri di una comunità favorita da franchigie e da privilegi. larghezza lasciando dietro di sé Soggetta ai Visconti dal 1335 e a Venezia dopo il 1428, isolotti ghiaiosi. Si entra in una Romano crebbe d’importanza dal 1448 al 1475 sotto boscaglia a prevalenza di olmo campestre; altrove si frena Bartolomeo Colleoni. I privilegi fiscali e la vicinanza con l’erosione piantando salici. Gli lo Stato di Milano furono da stimolo al commercio e, spazi aperti permettono, con

30 31 la dovuta pazienza, una buona per certi versi, al contrabbando le cui merci erano libe- osservazione dell’avifauna. La ramente esposte nei giorni di mercato. Cospicui furono Il Tenore di Romano pavoncella - simbolo faunisti- i ritorni economici, intenso lo sviluppo dell’artigianato co del Parco del Serio - trova Giovan Battista Rubini te da Franz Liszt. Vincenzo Bellini e Giacomo favorevoli luoghi di nidifica- e delle professioni liberali. zione così come non manca la Del borgo si riconosce il perimetro un tempo solcato A Romano di Lom- Donizetti scrissero apposta per lui fino alla presenza di aironi e garzette. da un doppio fossato d’acqua. La rocca è un modello bardia nacque nel conclusione dell’attività nel 1847. Ritiratosi quadrilatero con quattro torri angolari, di diversa età 1794 e visse fino al nella sua Romano si dedicò a opere di benefi- 1854 Giovan Batti- cenza e alla composizione musicale. Km 21.1, alt. 124. Località (dal XIII al XVII sec.) e fattura. Un basamento di ter- Pascolo/ex Villa Igea. Il sta Rubini, grande percorso abbandona l’alveo e ra - terraglio - lo eleva di qualche metro conferendogli figura di tenore, aggira una cava. Alla prima un aspetto agguerrito. La corte interna, acciottolata, è per alcuni una leg- biforcazione, dopo una sbarra, chiusa dai corpi di fabbrica che un ballatoio avvolge su genda dell’opera tenendo a destra lungo la re- tre lati. Suggestive le finestre trilobate, le memorie del- lirica, considerato cinzione si prosegue nell’itine- la Serenissima con l’affresco del Leone di S.Marco. Gli il primo esecu- rario. Diritto invece, si giunge all’Orto Botanico del Parco ambienti interni e le torri, oggi ospitanti la sede del Par- tore del periodo del Serio. Vuole far conoscere co del Serio e il Museo storico, erano i luoghi deputati romantico. Dal gli ambienti e la biodiversità per la vigilanza del territorio, con i depositi di munizio- 1824 si esibì nei principali teatri d’Europa. Si vegetale del parco attraverso ni, le cantine, gli alloggiamenti della truppa, le cucine e affermò sempre grazie alle sue eccezionali 8 settori tematici dedicati alle le fosche prigioni da cui era impossibile evadere. doti vocali, che gli consentivano di eseguire le associazioni vegetali e ai vari fioriture più complesse affrontando nelle esi- Nella piazza centrale di Romano, già piazza Grande, si ambienti naturali. Associato bizioni sia le parti di grazia sia quelle di forza. all’orto è il Giardino dei frutti radunano ben tre chiese oltre al Palazzo del Capitano. Raggiunse l’apice della carriera nel 1842 dopo Museo Rubini (via Comelli 2, Romano di dimenticati dove sono stati Con le sagrestie, le sale delle confraternite e i cinque concerti europei accompagnato al pianofor- Lombardia, 0636.910810, aperto la domeni- messe a dimora 100 essenze di campanili formano un complesso ecclesiale unico nel ca dalle 10 alle 12). frutti non più coltivati. suo genere. La chiesa di S. Maria Assunta è la maggiore All’interno della residenza di Giovan Battista per dimensioni e rilevanza. Ha una facciata del tardo Rubini, un edificio di linee neoclassiche del ‘700 ma la fabbrica è precedente di quasi un secolo, 1845, è stato allestito un museo con i suoi sRomano di Lombardia. Chiesa cimeli. Nella facciata a rientrare, per lasciare di S. Maria Assunta. conclusa nel 1714 da Giovan Battista Caniana, architet- to romanese di grande fama. spazio a un giardino all’italiana, spiccano le Un itinerario artistico si sviluppa all’interno dell’edifi- sei alte semicolonne ioniche e le tre statue cio sacro con opere che partono alla fine del Cinque- elevate sul timpano. Raffigurano il Dolore, il Genio e la Riconoscenza, opere del milanese cento per arrivare ai giorni nostri. Di grande rilievo, per Luigi Gerli (1850). Nelle sale interne, dove si citarne solo alcune, l’Ultima Cena di Giovan Battista nota lo stemma araldico della famiglia con Moroni (1565-1569), l’Immacolata con i Ss. Marco e tre tondi simboleggianti le pietre preziose del Francesco di Palma il Giovane (inizio del sec. XVII), gli cognome ‘Rubini’, sono esposte fotografie e altari e i paliotti intagliati realizzati dallo stesso Cania- litografie. Nella sala ‘del biliardo’, vi sono le na. Sul fondo del fianco sinistro di S. Maria Assunta si memorie legate alla vita di Rubini e dei fami- trova la basilica di S. Defendente, chiusa fra altri corpi liari con ritratti, arredi, vesti. Nella sala adia- di fabbrica, risalente al 1503 e contenente il Trittico del cente, detta ‘del pirata’, spiccano i ricordi di Crocifisso di Aurelio Gatti, esponente di spicco della Rubini cantante: è il salone dove si tenevano scuola artistica cremonese della metà del XVI sec. e feste e concerti. Le ultime due sale, oltre ad dimostrazione dell’intreccio di influenze culturali pre- arredi e oggetti di decoro, presentano quadri e moltissime stampe che Rubini acquistava senti a Romano. durante i suoi viaggi. 32 33 Km 22, alt. 119. Sottopasso Da Romano di Lombardia a Crema no di Lombardia. della ferrovia Milano – Brescia Arrivo: stazione FS di Crema. (linea storica) e della provin- Condizioni del percorso: pista ciale 101 ‘ – Romano 1. Mozzanica ciclabile su fondo stabilizzato o di Lombardia’. 150 metri dopo La posizione di questo centro è rilevante per essere sterrato; piste ciclabili o viabili- il sottopasso, presso l’area di stato probabilmente fondato e fortificato su una lieve tà promiscua negli abitati. sosta del fontanile Borromeo, si altura a ridosso del Serio. Doveva essere un presidio La buona tavola: Villa delle stacca a sinistra una dirama- consistente, dotato di ben cinque porte d’accesso e Rose, Az. agricola e fattoria zione su strada campestre per didattica, Via S.S. Padana Romano di Lombardia. con una rete di camminamenti sotterranei della qua- Superiore 11 n. 12, Mozzanica, le si è fantasticato a lungo e di cui, peraltro, si sono 0363.321535, www.villadel- Da Romano realmente rinvenute tracce. Sarebbe servita anche lerosebg.blogspot.it; Risto- di Lombardia a Crema da estremo rifugio a una compagnia di eretici, per cui rante Nuovo Bosco Laghetto, Mozzanica era nota, durante la spedizione organizzata loc. Laghetto 1, Sergnano, Distanza: 26.6 km. 0373.455396, www.boscola- Dislivello (in discesa): 42 m. contro di loro nel 1269 dai Milanesi. ghetto.it Partenza: stazione FS di Roma- Tuttora una parte del centro storico è delimitato dal- Il buon riposo: Agriturismo le la roggia Molino e dalla roggia Frascatella. L’accesso Garzide, Via Cantoni 7, Crema, sLa Torre di Mozzanica. a questo nucleo avviene in corrispondenza di un bel 0373.251299, www.legarzide. quadro d’ambiente con due ruote di mulino poste it; Agriturismo Il piccolo Brolo, Via G. Oldi 2, loc. S.Bernardino, in asse con le rogge. Subito, in piazza Locatelli, s’in- Crema, 037384322, www. quadrano i due maggiori monumenti: la Torre Civica, ilpiccolobrolo.it; Agriturismo La eretta nel 1502, e la chiesa di S.Stefano, pure cinque- Costa, Via Piacenza 137/139, centesca, con facciata in cotto a capanna. L’interno di Crema, 0373.87970, www. questa chiesa si segnala per diverse opere d’arte: un agriturismocosta.it. Assistenza bici: RiCiclo, polittico ad altorilievo del XIV sec., un affresco del Via Roma 68/b, Pianengo, Martirio di S. Stefano, un Cristo Morto e gli arredi 0373.750305; Cicli Valesi, marmorei (altari e balaustre) di impronta barocca. Via De Gasperi 15, Crema, Di buon livello la tradizione musicale di Mozzanica 0373.202049; Bolzoni Dal ci- con un corpo bandistico, nato nel febbraio 1988, clista, Via Cadorna 33, Crema, 0373.83862. e una Corale parrocchiale, composta da circa 30 Info: Consorzio Parco na- elementi tra soprani, contralti, tenori e bassi. Infi- turale del Serio, p.za della ne l’Ensemble Vocale Gian Battista Lingiardi è un Rocca 1, Romano di Lombardia, gruppo di amici appassionati di polifonia corale, 0363.901455. canto gregoriano e musica sacra. Km 0, alt. 120. Dalla stazio- ne FS di Romano, passando 2. I fontanili accanto alla Rocca, lungo il Stiamo attraversando la fascia dei fontanili, viale di circonvallazione e poi purtroppo per gran parte estinti. Fornivano seguendo le indicazioni per Ba- una provvidenziale riserva d’acqua sorgiva alle riano (via Balilla) si raggiunge, parte su ciclabile, il ponte sul campagne della Bassa. Se ne rinvengono alcu- Serio (km 2.5). Senza varcarlo n e tracce nei boschetti che cingevano la ‘testa’, si scende a sinistra sulla spnda ov- vero la polla sorgentizia, e l’’asta’ del fontani- del fiume dove s’incontra l’iti- le, ovvero il canale di distribuzione. Il fontanile, nerario di Musica nel Vento.

34 35 o risorgiva, corrisponde al passaggio dall’alta pianura poiché la statua insistette a volgere il capo verso Ser- fontanile Giulia, dove è facile asciutta fatta di sedimenti grossolani e e permeabili gnano si comprese che non si poteva disconoscere il incontrare greggi al pascolo. alla bassa composta invece da argille compatte e sab- messaggio divino. Il luogo è piacevole poiché siamo sul Al km 7.3 la traccia principale bie impermeabili. L’acqua di falda discendente da nord margine alto di un estinto meandro del Serio; il portico punta a sinistra lasciando il a sud emerge dunque in superficie. L’uomo, nei secoli, della chiesa invita alla sosta, ci sono molti alberi e tanta margine fluviale. Il nostro itine- rario tiene invece la direzione ha adattato questo fenomeno naturale a suo vantaggio campagna. L’edificio poi è stato appena restaurato ed è di destra, su una traccia più utilizzando le acque dei fontanili per l’irrigazione dei visitabile al mattino. Basti sapere che raccoglie un po’ esile. Si entra in un folto corri- campi. Purtroppo negli ultimi decenni, per vari motivi la summa artistica del Busso e dei suoi allievi di botte- doio verde che separa un lago legati all’urbanizzazione e al prosciugamento delle fal- ga, con affreschi raffiguranti santi e un ciclo dedicato di cava (a sinistra) dal Serio (a de, di numerosi fontanili rimane solo il ricordo. alla vita di Maria entro raffinate quadrature, pure ad destra). In tal modo si giunge al cospetto del ponte della S.S. affresco. 11 ‘Padana Superiore. 3. Sergnano Merita una breve sosta per ammirare, giusto nel centro 5. Pianengo Km 7.8, alt. 104. Ponte di del paese, l’oratorio campestre di S. Rocco da non con- Come le non lontane Offanengo e Ricengo, la desinen- Mozzanica. Si abbandona la fondere con la vicina, e molto più grande, parrocchiale za ‘-engo’ è rivelatrice di un’origine longobarda, il popo- sponda sinistra del fiume e lo che conquistò e visse in Lombardia fra il 568 e il 774 si scavalca il Serio lungo la di S.Martino. No, in questo caso di tratta di un piccolo statale (prudenza!). Dopo il edificio che ha avuto, fra l’altro, due diversi tempi di co- quando vi succedettero i Franchi. Crema fece di Pianen- ponte si piega a destra a 180° struzione: l’abside del XV sec. che faceva a sé stante da go una sorta di suo avamposto fortificato con due torri, e lo si sottopassa in modo da edicola sacra, la navata di un secolo dopo. Se avrete la citate nei documenti antichi. Inoltre il patriziato cre- riprendere il percorso sulla fortuna di accedere all’interno – solitamente aperto al sIl Serio presso Sergnano. mattino - scoprirete la bellezza di affreschi pennellati dai migliori artisti cremaschi del periodo fra cui Aurelio Busso. Rinascimento e Barocco. Di questo artista poco si sa – non aveva grande capacità di autopromuoversi - salvo che fu attivo nel XVI sec., ignoto l’anno di na- scita, e che ha lavorato anche al santuario del Binengo, ubicato poco fuori Sergnano, lungo il nostro itinerario. sIn alto, l’oratorio di S.Rocco a Per il resto Sergnano, come recita una corografia di fine Sergnano. Qui sopra, il santua- Ottocento, è territorio «copiosamente irrigato e ben rio del Binengo fuori Sergnano. coltivato, dove sono cereali d’ogni specie, il lino, i forag- gi. L’allevamento, la produzione di latticini e dei bozzoli sono le industrie di maggior sussidio all’agricoltura». Km 2.5, alt. 119. Ponte sul Se- rio. Si riprende il lungo viaggio sulle sponde del nostro fiume. 4. Il santuario del Binengo Lentamente il paesaggio Il nome si riferisce a un abitato scomparso del quale fluviale muta d’aspetto. si rinvenne, in modo ritenuto miracoloso, una statua policroma della Madonna col bambino. Evento al quale Km 5.7, alt. 111. Sottopasso alla ne seguirono altri che convinsero della volontà di co- ferrovia ad alta velocità e alla parallela autostrada Brebemi. struire, nel XVI sec., un santuario, intitolato alla Beata Seguono due ampie radure Vergine del Binengo. Per la verità l’ubicazione del san- prative, accanto alla testa del tuario fu a lungo contesa con i vicini di Pianengo, ma

36 37 Il fiume ‘serpente’

Il percorso fluviale prosegue constatando una sostanziale mutazione nel paesaggio. Raggiunto un suolo non più permeabile il fiume abbandona il suo largo greto ciotto- loso e restringe il suo letto fino ad assume- re un andamento uniforme ma divagante in una successione di anse o meandri. La di- stanza fra le due sponde si riduce a un cen- tinaio di metri. Vale la pena ricordare che il termine ‘meandro’, deriva dal nome greco – Maiandros – del fiume Meandro (o Men- deres, in turco) che scorre nell’Asia minore e che, in prossimità della foce nel Mar Egeo, manifesta al massimo livello questo tipo di conformazione. Il fenomeno avviene in cor- rispondenza di una debole pendenza del corso d’acqua e di fondali sabbiosi e limosi. Sulle sponde e negli ambiti circostanti si legge, ma solo con l’aiuto di una visione dall’alto, l’andamento di paleo-alvei, letti antichi del fiume poi abbandonati a segui- to di ondate di piena. Sul territorio essi si riconoscono seguendo la tortuosità di qual- che roggia e la delimitazione falciforme dei coltivi. Il territorio immediatamente a sud di Mozzanica mantiene bene questa con- formazione a linee sinuose, molto diversa dalle rigide geometrie della circostante pianura. I boschi, molto ridotti di dimensio- ne, occupano le ‘sacche’ dei meandri, tra- scurati dall’agricoltura. Al bosco naturale inizia a succedere il pioppeto industriale. Alla vegetazione arborea, tipica degli am- bienti fluviali, subentrano in modo sempre più invasivo specie introdotte ed esotiche come la robinia o l’olmo siberiano. Singo- lare la presenza, nelle rogge di Mozzanica, 2km del bucaneve. 0

38 39 La Riserva naturale Palata Menasciutto

Con ‘palata’ s’intende uno sbarramento po- me di forma arcuata. L’assenza di acqua viva nome è simpatico e indica la sua provenienza, sto di traverso al fiume: ha lo scopo di deviare ha prodotto uno stagno dove prolifera la vita diciamo extracomunitaria per intenderci, e la parte delle acque per alimentare cavi irrigui. biologica. Innumerevoli le piante acquati- sua parentela con la classica zucchina degli All’intorno prolifera un’oasi di natura – boschi che come le brasche, il millefoglio comune e orti. Matta è matta infine poiché si espande di ripa, zone umide, incolti, lanche e vecchie la lenticchia d’acqua, in grado di galleggiare in modo talmente invasivo da diventare una cave rinaturalizzate - dove è concesso entra- sull’acqua tappezzando di verde la superficie. vera infestante. Non solo si sparge sul terre- re solo a piedi: in bici si potrebbe calpestare Si giunge sulla sponda del Serio presso la Pa- no con i suoi steli vischiosi e tentacolari ma qualche ranocchio o i bei ramarri che si attar- lata Menasciutto, oggi cementata ma in ori- risale anche i tronchi degli alberi fino a soffo- dano al sole. Uno degli ospiti più ambiti della gine composta da palconcelli in legno. Devia carne le chiome così da far apparire certi bo- riserva è la rana di Lataste, una rara rana ros- parte delle acque del Serio verso le campagne schetti come tratti di lontane foreste pluviali sa endemica della pianura padana. Allora ci della sponda sinistra. Il salto d’acqua di circa con stranissime sculture vegetali (vedi la foto si può inoltrare a piedi, dopo aver assicurato 4 metri che si genera produce un notevole accanto). Talvolta si intreccia addirittura fra i la bici presso un’area di sosta, seguendo una effetto, specie quando la portata del fiume è pedali della bici provocando qualche ruzzolo- lanca, ovvero un ramo abbandonato del fiu- consistente. La riserva si sviluppa anche sull’opposta ne. Ma la causa di tutto ciò non è della pian- sponda del fiume, nel comune di Ricengo con ticella bensì, come spesso accade, dell’uomo altre caratteristiche, ad esempio due laghet- che incautamente l’aveva introdotta in Italia ti di cava rinaturalizzati e oggetto di interes- per ombreggiare come un pergolato i campi santi osservazioni di gallinelle d’acqua, aironi di melone. Si sa, il nostro Paese fa innamorare grigi, garzette e perfino qualche nitticora. Se e dai campi di melone è poi arrivata dapper- tornando a ritroso verso le vostre bici sentite tutto. Ora però qualcuno dice che se ne può nel bosco strani e secchi ticchettii si tratta dei trarre un ottimo miele, il ché ci ripagherebbe picchi che lavorano i tronchi, specie nel legno della sua fastidiosa presenza. tenero dei salici. Il picchio verde e il picchio rosso maggiore sfruttano questi alberi per sLa rana di Lataste. ricavare il nido o per catturare con la loro lin- gua gli insetti che si celano sotto le cortecce. A questo punto occorre dire qualcosa sulla zucchina matta americana, dal nome scienti- fico di Sicyos angulatus, poiché predilige pro- prio il sottobosco dei salici e dei pioppi. Il suo

40 41 2km meandri, la pista supera con un ponticello la Roggia Frasca- 0 rella. Al bivio subito seguente, presso l’impianto di depura- zione delle acque, si tiene la direzione di destra puntando, su asfalto, verso la ex-strada statale 591. Si attraversa la rotabile (prudenza! traffico veloce) e ci si immette, verso sinistra, sulla pista ciclabile proveniente da Mozzanica.

Km 12, alt. 97. Colomberone (Trattoria dell’Albero). Si tratta di un nucleo rurale ben conser- vato e merita una deviazione dalla statale di poche decine di metri. Poi si torna sulla pista ciclabile che, entrando in provincia di Cremona, si dirige a Trezzolasco e Sergnano.

Km 12.5, alt. 94. Trezzolasco, frazione di Sergnano. La pista ciclabile aggira l’abitato, quindi segue la sinuosità del terrazzo fluviale e si conclude all’altezza sSanta Maria della Croce. del locale camposanto. L’itine- rario abbandona la rotabile e sponda destra del Serio. Prati, masco vi teneva proprietà con residenze di campagna. lungo il muro di cinta del cam- filari di pioppi e boschetti di Il soggiorno di S. Bernardino da Siena, intorno al 1421, posanto torna verso il fiume su ripa, percorsi ciclo-pedonali diede luogo alla fondazione di un cenobio francescano una carrabile campestre. tendono verso Mozzanica, Inizia qui l’arginatura del fiume posta sull’orlo del terrazzo che ebbe fino al 1769 giurisdizione religiosa sull’abitato a dimostrazione dell’ormai fluviale. contribuendo alla costruzione della parrocchiale di S. raggiunto livellamento del Maria in Silvis. letto rispetto al piano della Km 9.8, alt. 104. La pista campagna. Ora, per evitare ciclopedonale del Comune di 6. Santa Maria della Croce disastrose inondazioni l’alveo, Mozzanica ha un tracciato che sarà contenuto, entro una pur restando sempre vicino Il fatto miracoloso che portò alla costruzione del tem- certa ampiezza, da argini di al fiume alterna scorci e pro- pio, luogo di fede frequentatissimo dai pellegrini, av- terra. Grazie a questa lieve spettive diverse, ora sul bosco, venne nel 1490 quando sul luogo dell’assassinio di una elevazione è possibile avere un ora sui filari, ora sui coltivi, ora giovane sposa da parte del marito si verificarono in bre- quadro d’orizzonte più profon- sulle depressioni che celano ve volgere di tempo decine di guarigioni miracolose. Il do e visuali aperte, specie nella vecchi bracci del fiume. fascia golenale. progettista fu il lodigiano e ingegnere ducale Giovanni Con lunghe diritture l’itinerario Km 27.3, alt. 97. Dopo aver as- Battagio, attivo sia nella sua città natale sia a Milano. si avvicina al ponte di Sergna- secondato l’andamento di tre A Crema, ispirato dalle opere del Bramante, studiò un no. Prima di arrivarvi però si

42 43 scorge, sul fiume, la ‘palata’ disegno di notevole originalità con un grosso volume costeggia la parte orientale, in corrispondenza dell’incile, centrale, di forma circolare all’esterno e ottagono all’in- fra villini, per raggiungere sull’opposta sponda della terno, e quattro corpi minori ad esso accostati. Realiz- la piazza della parrocchiale Roggia Babbiona, una delle più (area sosta). Percorrendo la copiose del Cremasco. Con un zata utilizzando come materiale da costruzione il tipico circonvallazione del paese si ultimo rettifilo si raggiunge la cotto, di cui vi era estesa produzione nelle numerose spunta sulla strada provinciale strada provinciale 12 all’altezza fornaci locali, la costruzione venne portata a termine (km 22.1; via Roma) per Crema del suo ponte sul Serio, dotato nel 1500 da Giovanni Antonio Montanaro, che in fase di (a sinistra). Ci si immette sulla di una bella pista ciclabile. Tale erezione aggiunse l’ultima galleria in stile gotico. Gran pista ciclabile al lato destro pista consente di raggiungere della rotabile. in sponda sinistra il Centro parte delle affrescature e dei dipinti interni risalgono al Parco Salice Bianco e il Museo XVI sec. Fra questi ultimi spicca, sull’altare maggiore, Km 23.5, alt. 80. Dopo Torre di dell’Acqua. un’Assunzione di Maria, del pittore veneto Benedetto Zurli, la ciclabile si stacca dalla Rusconi (il Diana). Notevoli anche le pale dei quattro provinciale e, lungo Via Mulini, Km 14.1, alt. 89. Ponte sul altari minori, opere dei Campi (Antonio e Bernardino) e entra nell’abitato di Santa Serio di Sergnano. Piegan- Maria della Croce. Al primo do invece a destra su pista Carlo Urbino, espressioni della pittura cremonese della incrocio, si volge a sinistra (via ciclabile, si raggiunge il centro seconda metà del ‘500. A questa prima fase decorative Battagio), raggiungendo in di Sergnano. ne seguì, nel ‘700, una seconda che si manifesta soprat- breve l’imponente santuario tuttto nell’affrescatura della cupola con la moltitudine omonimo. Km 17.1, alt. 90. Sergnano. di angeli che fa da contorno al Trionfo della Croce di Si lascia Sergnano passando Km 24.7, alt. 77. Santa Maria dinanzi alla Parrocchiale per Giacomo Parravicino. della Croce. Accanto al sagrato proseguire, oltre il semaforo, su Adiacente al santuario, lungo la Via Battaglio, si erge del Santuario è possibile Via al Binengo. imponente l’antico Monastero dei Carmelitani, a cui il trovare la “Casa del Pellegri- santuario fu affidato nel 1694 fino al 1810, quando l’or- no”, primo punto di ristoro Km 17.8, alt. 88. Santuario dine venne abolito a seguito delle soppressioni napole- che si incontra sul territorio di del Binengo. Si prosegue per Crema che funge sia da bar sentiero lungo l’argine destro che da ristorante. Il tracciato del fiume, sempre all’interno prosegue dal santuario in del Parco naturale. Il paesaggio direzione sud imboccando la si arricchisce di valori grazie ai ciclabile alberata posta a lato boschi di ripa. del viale. Superato il Canale Vacchelli, la ciclabile prosegue Km 18.9, alt. 86. Si sottopassa lambendo ciò che resta delle la provinciale 64 e si giunge al strutture della ex-ferriera fino cospetto della Riserva naturale al passaggio a livello della Palata Menasciutto. I sentieri linea ferroviaria Treviglio-Cre- della riserva sono accessibili mona per giungere al km 25,8 solo a piedi per non recare dove, a destra, si annuncia la danni a flora e piccola fauna. stazione FS di Crema. L’itinerario pertanto aggira . dall’esterno l’area protetta. Km 26.6, alt. 77. Crema. Aven- do tempo si può optare per Km 21.2, alt. 84. Pianengo. una visita del centro storico di Fra campi coltivati a destra e Crema (ab. 33.592). La città è il bosco della riserva a sinistra 2km troppo importante per ignorar- si annuncia, lungo Via al la e poi, prima di proseguire, è Serio, questo abitato di cui si sPorta Serio a Crema. 0 sempre gradevole indugiare un

44 45 attimo alla ricerca di un caffé oniche. Assieme al convento i frati costruirono anche chi ne fissa la fondazione nell’anno 570. L’insediamen- e di un fragrante pasticcino. il campanile. Lungo il viale e nel piazzale del Santuario to aveva approfittato di un dosso - l’isola Fulcheria - Magari da Marini, di fianco al il 25 marzo di ogni anno si svolge l’omonima fiera di S. rialzato sulle circostanti bassure, invase dagli acquitrini Duomo. Un posto giusto per raccontare due cose sulla città Maria, istituita a partire dal 1665 è tuttora la principale di un vasto lago. Alla vigilia delle lotte contro l’Impera- e i suoi monumenti. del Cremasco. tore pare che la città contasse 20 mila abitanti, avesse numerose ‘case’ umiliate in cui si lavorava la lana, di- 7. Crema sponesse di risorse per la bonifica delle campagne e, Secondo gli etimologi più irridenti, il nome di Crema ha soprattutto, cosa che andò indigesta al Barbarossa, si a che fare con qualcosa di dolce. Una simpatica guida dichiarasse libero Comune. Crema rinvenne poi grazie del Cremonese afferma che «Crema sia stata fondata a al fedele appoggio dei Milanesi e all’allontanamento seguito dell’invasione di pasticceri e che la visita della della minaccia dei Cremonesi. Il Duomo, rinnovato e città è consigliata a tutti, tranne a coloro che hanno il ampliato fra il 1284 e il 1341, simboleggiò la presenza colesterolo alto o problemi col diabete». Quando, nel dei Visconti e la rinascita. L’edificio introdusse novità 1160, il Barbarossa decise di farla finita con una citta- su un palinsesto ancora pervaso dallo stile romanico: dina riottosa e ribelle, alleata di Milano e di Brescia, la facciata tripartita in tre grandi arcate, l’alta e snella lasciando in piedi di tutti gli edifici il solo duomo (ma torre a mo’ di guglia, il singolare espediente della fac- altri storici dicono che fu atterrato pure quello), Crema ciata ‘a vento’, cioè più alta della sommità delle navate contava già parecchi secoli di storia, se si dà credito a e con finestre aperte sul cielo. Sono le premesse del gotico che sarà di lì a poco dominante nella Lombardia. sCrema, l’accesso al centro monumentale da Via XX Settembre. Per il rinnovamento urbanistico si dovette attendere il 1449 quando Venezia strapperà la città al Ducato di Milano. Enclave di frontiera, al limite occidentale della Terraferma, Crema si proteggerà con una nuova cer- chia di mura che oggi, seppur abbattute, definiscono il centro storico con alcune superstiti porte, rifatte in stile neoclassico. Attorno al Duomo si innalzeranno le sedi istituzionali del Pretorio, del Comune e del Vescovado, oltre al rappresentativo profilo del Torrazzo che, in real- tà, non è una torre affine alla più nota torre cremonese, bensì una porta fortificata con le statue dei due santi protettori della città: Pantaleone (di cui vale la pena conoscere su qualche sito internet la curiosa vicenda della sua passione) e Vittoriano. Varcando Porta Serio, l’accesso orientale alla città mu- rata, ricostruita in stile neoclassico nel 1809, si attraver- sa piazza Garibaldi e si imbocca Via Mazzini, il ‘corso’ della città, con la consueta teoria di negozi ed empori che accompagnano il visitatore fino a Piazza Duomo. Appena imboccata Via Mazzini è però possibile voltare sIn alto, Crema, la facciata del- a sinistra in Via Dante, per guadagnare in breve la piaz- la chiesa della S.s Trinità. Qui zetta Winifred Terni de Gregorj, su cui si affacciano il sopra la facciata del Duomo.

46 47 stra: Giuseppe Verdi lo volle al Cairo nel 1871 La musica a Crema per dirigere la prima dell’Aida in concomitanza con le celebrazioni per l’apertura del canale di La fioritura della musica emerge con le prime Suez. Nulla in confronto all’onore che aveva stampe musicali connesse alla città di Crema, avuto a Città del Messico quando fu chiamato edite nella prima parte del sec. XVII, un feno- a dirigere per la prima volta l’inno nazionale del meno radicato nella tradizione della cittadina paese centramericano. che per più di tre secoli apparve come una felice isola veneziana in terraferma. Di spicco Teatro San Domenico. e quantità i compositori più conosciuti, acco- L’ ex-convento domenicano (nella foto qui munati non solo per essere nati a Crema, ma accanto) risale forse al 1332, anno in cui fu di avere legami con la cittadina, per adozione, donata all’ordine una chiesetta dedicata a S. per vicinanza o tangenza di eventi: Giovan Pietro Martire con case e terreni. Ebbe nel Maria da Crema, Oliviero Ballis detto il Cre- corso dei secoli innumerevoli vicende e uno ma, Giovan Battista Leonetti, Giovan Battista stupefacente numero di destinazioni diverse. Caletti, Orazio Scaletta, Francesco Cavalli, Gi- prezzate in tutta Europa. Sulle orme della più Fu abbandonato a causa di pestilenze, ogget- rolamo Casati detto il , Giovan Antonio antica arte organaria bresciana (Antegnati) e to di liti fra ordini religiosi, sede inquisitoria Grossi, Luigi Mammini, Carlo Marini, Giusep- bergamasca (Serassi), a partire dalla fine del e poi caserma napoleonica, scuola di caval- atro, anch’esso di vita breve poiché nel 1972 pe Carcani, Carlo Fezia, Paolo Nevodini, Gio- XVIII sec., nel Cremasco sono fiorite nume- leria militare, asilo infantile. Durante il seco- si trasformò in palestra. Nel 1999 si inaugurò van Giacomo Avanzini, Giuseppe , rose scuole di arte organaria divenute botte- lo scorso fu ospedale militare, mercato della il nuovo Teatro San Domenico. La struttura Pietro Bottesini, Giovanni Bottesini, Giuseppe ghe note in tutto il mondo e tutt’ora attive. In frutta, sede della Camera del Lavoro e della comprende la ex-chiesa, la sala degli spetta- Benzi, Stefano Pavesi, Vincenzo Petrali. Simile città esiste una scuola di formazione profes- scuola di canto corale, infine scuola elemen- coli e buona parte del piano terra, dove trova- discorso vale per gli organari che operarono sionale per la costruzione ed il restauro degli tare e istituto professionale. Finalmente, nel no sede l’associazione San Domenico, la sala a Crema e dintorni. Giuseppe Serassi (1693- strumenti. Annessa al museo è Crema Arena, 1944, fu installato nella chiesa un cinema-te- espositiva Arteatro, e una sala per convegni 1760), che abbiamo già conosciuto a Berga- spazio attrezzato per manifestazioni musi- e eventi, con una capienza di 390 posti a se- mo, estese la propria attività a Crema, dove cali. Per maggiori informazioni: http://www. dere. Infoi: www.teatrosandomenico.it; www. realizzò numerosi organi ancora esistenti, comunecrema.it sezione Museo. arteatrocrema.it mentre la fabbrica del cav. Pacifico Inzoli, fondata nel 1867, costruì oltre 400 organi, Francesco (Caletti Bruni) Cavalli tra i quali vanno ricordati il grandioso organo Fu l’enfant du pays’ a ottenere il maggior cre- Civico Istituto Musicale “L. Folcioni”. della Cattedrale di Cremona, quello del San- dito internazionale. Crebbe povero al pun- Attivo da più di 80 anni, è la principale tuario della Madonna di Loreto e quello della to che il suo benefattore, podestà veneto di espressione musicale di Crema. Ha formato Madonna di Pompei, nonché, per chiudere, la Crema, gli diede il proprio cognome e i mezzi generazioni di giovani artisti con due specifici ditta Tamburini, fondata nel 1893 da Giovan- per emergere nell’arte organaria. Visse nella indirizzi, amatoriale e professionale. Da alcu- ni Tamburini, insignita nel 1924 del titolo di prima metà del XVII sec. in tempo per trion- ni anni, abbandonata la sede di piazza Roma, “Pontificia Fabbrica d’Organi”. fare per almeno due decenni sulle tastiere di ha collocazione nell’ex-convento San Dome- mezza Europa. nico, sede del teatro. L’istituto possiede una Museo civico di Crema e del Cremasco biblioteca a soggetto musicale con circa 200 Risiede nell’ex-convento di S.Agostino, fon- Giovanni Paolo Bottesini manoscritti del XIX sec., 50 manoscritti del dato nel 1439 per la congregazione degli Il ‘Paganini del contrabbasso’ (nella foto della XX sec. e 4.500 volumi a stampa. Circa 200 Eremitani di S. Agostino. Sono d’interesse le pagina accanto), per sottolineare la sua mae- unità bibliografiche sono costituite da tratta- sale dedicate alla musica e la sezione dedi- stria nell’esibirsi con questo strumento, nacque ti teorici o didattici o monografie e circa 150 cata all’arte organaria. Crema ha dato i natali a Crema nel 1821 e morì a Parma nel 1889. Fu sono i libretti d’opera. Per maggiori informa- a maestri di cappella che hanno prodotto figlio d’arte di una famiglia votata alla musica. zioni: www.folcioni.it composizioni sacre e profane per organo, ap- Non solo musicista ma anche direttore d’orche-

48 49 1776-80 seguendo i consueti dettami barocchi e deve Da Crema a Montodine il ritorno all’aspetto originario, o quasi, ai restauri suc- cedutisi nel secolo scorso. All’interno si conserva un Distanza: 12.5 km. Dislivello in discesa: 17 m. braccio di S.Pantaleone. Accanto alla parete settentrio- Partenza: stazione FS di Roma- nale della cattedrale si innesta il Palazzo Vescovile, che no di Lombardia. definisce e chiude la piazza, costruito nel 1548 come Arrivo: stazione FS di Crema. proseguimento del Palazzo del Comune. Il lato sud, pa- Condizioni del percorso: pista rallelo al fianco meridionale del Duomo, è la porzione ciclabile su fondo stabilizzato o sterrato; piste ciclabili o viabili- animata della piazza, con un porticato dalla tradiziona- tà promiscua negli abitati. le struttura del ‘lotto gotico’, ovvero da unità abitative La buona tavola: A Ripalta lunghe e strette, poste su due piani: negozio al piano Arpina: Il bersagliere, Via terra, abitazione al primo piano. Da Piazza Duomo, tra- Roma 14, 0373.66234; Il cac- mite la ‘stretta dei Grassinari’, si raggiunge piazza Tren- ciatore, Via Circonvallazione 2, 0373.242319. A Montodine: to e Trieste dove hanno sede due altri ‘luoghi della mu- Agriturismo La Sorgente, sica’: il Teatro San Domenico e il Civico Istituto Folcioni. Via Gramsci, 334.3856378; Trattoria Il vecchio impero, Via Da Crema a Montodine Marconi 1, 0373.667665; Trat- toria Speranza, Via Benvenuti 6, 0373.66147; Osteria del 1. La Roggia Borromea Chiurlo, Via della Liberta’ 14, Leggermente sopraelevata rispetto alla circostante loc. Bolzone, Ripalta Crema- campagna, la strada delle ripalte è delimitata da due sca, 0373.68117 (sulla via del rogge: l’Archetta e la Borromea. Quest’ultima ha una ritorno a Crema in sponda lunga storia. Scavata nella seconda metà del XVI sec. destra Serio). Il buon riposo: Agriturismo le per volere del conte Cesare Borromeo per irrigare le Garzide, Via Cantoni 7, Crema, Palazzo Bondenti Terni, modello di palazzo barocchetto sue proprietà nelle campagne di San Bassano, S. Gio- 0373.251299, www.legarzide. realizzato nel tipico cotto cremasco, e il Museo Civico vanni e Castellone, prendeva l’acqua dal Serio poco a it; Agriturismo Il piccolo Brolo, di Crema e del Cremasco allogato nell’ ex-convento di monte di Crema tramite una diga mobile - ‘traversa’ o Via G. Oldi 2, loc. S.Bernardino, ‘palata’. Alla fine degli anni Venti del secolo scorso, a Crema, 037384322, www. Sant’Agostino. Sul palazzo appena citato troneggiano ilpiccolobrolo.it; Agriturismo La quattro statue allegoriche; simboleggiano l’allevamen- causa dei massicci prelievi di acque anche da parte di Costa, Via Piacenza 137/139, to, la filatura, la tessitura e la vendita dei panni, ovvero altri detentori di diritti, fu necessario realizzare a val- Crema, 0373.87970, www. le attività tramite le quali quella famiglia e Crema tutta le di Crema, dove la portata del fiume era aumentata agriturismocosta.it. divennero ricche e famose. grazie all’apporto di alcuni affluenti, un impianto di sol- Assistenza bici: RiCiclo, levamento delle acque così da garantire alla Borromea Via Roma 68/b, Pianengo, Piazza Duomo è delimitata dal Palazzo Comunale, co- 0373.750305; Cicli Valesi, struito nel 1525 su progetto di Pietro Terni con faccia- flussi costanti, in grado di irrigare circa 5200 ettari di Via De Gasperi 15, Crema, ta porticata ad archi a tutto sesto, dal Torrazzo di stile campagne con un prelievo complessivo di 6 mc/sec. 0373.202049; Bolzoni Dal ci- rinascimentale e dall’antica Torre Pretoria. A dominio L’impianto si scorge, sulla destra della strada, subito clista, Via Cadorna 33, Crema, della Piazza ecco la cattedrale di S.Maria Assunta, mo- dopo il sottopasso della nuova tangenziale di Crema. 0373.83862. Info: Consorzio Questo è anche il punto dove in antico volgeva verso Parco naturale del Serio, p.za dello quasi paradigmatico di architettura gotica–lom- della Rocca 1, Romano di Lom- barda. Di ammirevole assetto la sua facciata a vento sud-est l’alveo originario del Serio, prima della devia- bardia, 0363.901455. con le decorazioni in cotto. La costruzione della chiesa zione nell’alveo attuale, avvenuta fra il XII e il XIV sec. si protrasse dal 1185 al 1341, fu poi rimaneggiata nel (la prima citazione del nuovo corso risale al 1361). Non

50 51 Km 0, alt. 78. Stazione FS di si conosce la causa di tale mutamento di rotta, ma si Crema. Per uscire da Crema oc- propende per un quasi impercettibile sprofondamento corre riportarsi lungo la sponda di una porzione di pianura che, durante forti alluvioni, destra del Serio dove corre un sentiero ciclo-pedonale: lo si fece propendere il fiume verso la nuova direzione, pe- può imboccare scendendo la raltro già solcata dai cavi provenienti dalle paludi del scaletta prima del ponte di Via Moso cremasco, oppure (o anche) per un innalzamen- Cadorna, in proseguimento di to della primitiva valle a causa dei continui progressivi Porta Serio; oppure più a sud depositi alluvionali. Poco più avanti si nota il sifone che prendendo una perpendicolare, a sinistra, di Via IV novembre. permette alla roggia di sottopassare sia la strada sia la Imboccato il sentiero si noterà fiancheggiante Roggia Archetta. subito, presso un’area a verde, il nuovo ponte ciclabile che 2. Ripalta Vecchia consente di scavalcare il Serio ‘Riólta magra’, in dialetto cremasco, è annunciata dal- e portarsi, come faremo, sulla sponda sinistra. la chiesa di S. Imerio, santo venerato nel cremonese e, dunque, segno dell’appartenenza del borgo, allora Km 0.8, alt. 77. Ponte ciclabile chiamato Rivolta (riva-alta), al vescovo di Cremona, Il fiume ‘canyon’ sul Serio. Attraversato il fiume e all’uscita dal caseggiato, dal giardino di Villa Bonzi. il percorso devia a destra La chiesa conserva al suo interno un gruppo scultoreo seguendo un nuovo tratto di Nell’ultimo tratto il fiume Serio scava un stro itinera- ciclabile che costeggia per un di pregio, databile alla seconda metà del XV sec. Sono otto statue in legno, a grandezza quasi naturali, che sensibile e tortuoso solco sul piano di cam- rio si pone breve tratto il quartiere che pagna, di almeno 10-12 metri. Si tratta di un esattamente si affaccia su Via Canobio. compongono la drammatica scena del Compianto di andamento relativamente recente. Secondo sul pedunco- Cristo, i cui personaggi sono tradizionalmente chiamati un documento del 1361, in quel frangente il lo che li divi- ‘sinturgnu’, ovvero ‘centurioni’. È ritenuto una delle più Serio aveva mutato il suo corso spostandosi a de, da Ripal- rilevanti opere artistiche del Cremasco. occidente. La primitiva foce, che andava diret- ta Vaecchia sIl belvedere, lungo Via delle tamente nel Po a sud di Grumello Cremonese, fino al ponte Ripalte, affacciato alla campa- 3. I ‘belvedere’ delle Ripalte si trovò spostata, prima verso Pizzighettone di Monto- gna cremasca. La Via delle Ripalte è segnata dai pannelli illustrativi del confluendo nell’Adda, e poi, come è oggi, ver- dine. È una percorso panoramico, a cura del Parco del Serio. I ‘bel- so Montodine abbreviando il tracciato di circa lingua di ter- vedere’ consentono di gettare lo sguardo, verso sini- una ventina di chilometri. Sui motivi di questa ra, di poco rialzata, che guarda da una parte stra, sulla valle del ‘Serio Morto’ portata a bonifica pri- ‘mobilità’ si avanzano due ipotesi: una natu- la valle fluviale attuale, boscata e incavata, e ma dai Benedettini di Madignano poi da vari proprietari rale, dovuta a lenti sommovimenti del terreno dall’altra la valle ‘fossile’ del Serio Morto con o ad alluvioni violente che deviarono il fiume; le fertili campagne di Madignano e di Castel- terrieri. Fra gli abitati primeggia, lontano, Castelleone una antropica, dovuta alle bonifiche dei mo- leone. Si scorgono, in lontananza, due belle con le sue chiese: il santuario della Misericordia e il naci di Madignano per risanare gli acquitrini chiese nei dintorni di Castelleone: S.Maria di santuario di S.Maria in Bressanoro. Il paesaggio agrario e i ristagni d’acqua causati dal Serio in piena. Bressanoro (a sin.) e il santuario della Mise- risulta oggi molto più semplificato rispetto al passato, I due abitati di Ripalta Vecchia e Ripalta Nuo- ricordia (a d.) anche non lontano. Fino alla prima metà del Novecento va, ovvero ‘riva-alta’, oggi divisi dal fiume, La strada delle ‘ripalte’, per il suo corredo ve- vi faceva ancora parte la ‘piantata padana’ ovvero filari rimandano esattamente all’antica situazione getale e per le rogge che la costeggiano pos- di alberi da frutto sui quali si appoggiavano festoni di topografica: la prima è ‘vecchia’ perché affac- siede un notevole valore paesaggistico - una vite intervallati da seminativi e prati. Una coltivazione ciata sul Serio ‘morto’, la seconda è ‘nuova’ delle più belle della pianura lombarda -- con specifica della zona era il lino, la cui filatura e tessitura perché affacciata sul Serio ‘vivo’. La mappa diverse aree di sosta e di osservazione natu- avveniva ad opera degli stessi contadini. qui accanto mostra i due alvei del Serio e il no- ralistica.

52 53 Immettendoci nel tratto finale 4. Il santuario del Marziale Km 2.8, alt. 73. Incrocio sterrato di questa via si arriva Di origine antica, compare citato su un codice cremo- con Via Visconti (SP 235). alla Cascina Morti, in prossimi- Attenzione! L’incrocio non è tà della quale, svoltando a sini- nese del 1202 anche se, già nel 1046, Vuinizo, feuda- regolato, occorre prudenza stra, si continua lungo la strada tario locale, diede un lascito a favore della costruzione nell’attraversare la rotabile per campestre fra le aree agricole di due chiese: S.Imerio a Ripalta Vecchia e S.Maria del proseguire oltre, sempre lungo fiancheggianti il Serio. Questo Marziale. Ma, come spesso accade per i luoghi sacri, si la provinciale 52, detta ‘Via del tratto di percorso si snoda fra sono rinvenute tracce precedenti alla costruzione: tre Marzale’. i campi coltivati ed è caratte- Questa è una strada di alto va- rizzato da una cappella votiva, sepolture databili al VII sec., di attinenza longobarda. lore paesaggistico. Si pone sul e, a breve distanza, all’altezza Posto sul margine alto della valle è un luogo di raccolta rilevato a margine del fiume e del km 2 dall’ottocentesco solitudine e rimanda con il pensiero ai viandanti che nei consente di godere begli scorci del Tiro a Segno Nazionale. secoli passati trovavano qui un momento di ristoro e panoramici della campagna. Costruito tra il 1861 e il 1882, di devozione lungo gli itinerari di pellegrinaggio. D’al- Non a caso il Parco del Serio, oltre al corpo di fabbrica, ha vi ha posizionato dei punti una serie di bastioni rinforzati tra parte il santuario aveva fama di luogo espiatorio: la d’osservazione attrezzati. da contrafforti, usati un tempo Scala Santa, che scende al livello del Serio, veniva salita per l’addestramento al tiro. Qui dai più devoti in ginocchio, mentre sotto il porticato le Km 4.8, alt. 72. Ripalta il percorso, passando dinanzi Vecchia. al Tiro a Segno, punta verso la sQui sotto, la Via delle Ripalte inquadra il portico del santuario vicina strada provinciale 52 che del Marziale. Nel colonnino, in alto, l’accesso alla Scala Santa che Km 6.3, alt. 72. Santuario del si impegna verso destra. scende al Serio. Sotto, il campanile del santuario. Marziale, con il piazzaletto (Pradello), il porticato, la Scala Santa, le due cappellette della Madonna delle Oche e della Madonna del Carmine.

Km 6.9, alt. 72. Cascina dei Frati, alla quale fanno seguito altri punti di sosta e il punto panoramico sulla Cappella del- la Motta. La strada è sempre bordata da rogge parallele, fra cui, ora, la notevole Roggia 2km Pallavicina, la cui denomina- 0 zione medievale di ‘Palavisina’ rimanda a una nobile famiglia stazioni della Via Crucis favorivano la preghiera e il per- cremonese. Prende origine dal dono. Ma qui, a più riprese, si svolsero anche cruenti Naviglio Civico di Cremona, scontri fra le opposte fazioni cremasche e cremonesi presso Fontanella, e si alimenta sull’incerto confine fra i due ambiti d’influenza. Un in- del portato di altre varie rogge, fra cui l’Archetta che vi conflu- atteso episodio di pace si ebbe invece nel 1202 quando isce nei pressi del santuario del Cremaschi, Lodigiani e Milanesi da una parte, Cremo- Marziale. nesi dall’altra vennero a tregua. L’edificio attuale, di forme romaniche, rimonta al XII-XIII sec. e presenta, all’esterno, una bassa struttura a capanna circondata da un porticato e affiancata da un campanile che, per

54 55 Km 9.5, alt. 72. Ripalta Arpina. Si attraversa l’abitato compo- Un fiume ‘serio’ Natura in musica sto da corti di vecchie cascine e si ammira la fronte di Villa Zur- Al termine del nostro viaggio vale la pena fornire qual- È arrivato il momento di fare un’altra sosta per la, residenza nobiliare costruita che dato sul fiume che ci ha accompagnato, tolto da una ascoltare la musica della natura. E questa vol- nel XVII sec. forse in luogo di di quelle rigorose monografie che si facevano un tempo, ta scegliamo un momento particolare: il cre- un castello e con affreschi del per la precisione nel 1898, dal titolo La Patria, Geografia puscolo di un giorno di primavera. Quando il XVIII sec.. A Ripalta si lascia dell’Italia, redatta da Gustavo Chiesi: «Il Serio, massimo sole si abbassa sotto la linea dell’orizzonte ar- la provinciale e, nell’abitato, fiume, nasce a 2600 m d’altezza a nord del lago alpino del riva il momento di entrare in scena per quegli si piega a destra per Via di Barbiellino. Da questa valle, il Serio prende la direzione di animali, piccoli e grandi, che svolgono la loro Capitani Rivoltella compiendo sud-ovest, verso Bondione; ma prima di raggiungere que- attività prevalentemente di notte. Fermiamoci il giro della strada di circonval- lazione fino a imboccare, verso sto paese, alla Scala del Barbiellino, precipita con effetto in un punto tranquillo, dal quale lo sguardo si sinistra, Via Roma in direzione pittoresco da un’altezza di circa 315 metri in tre salti. Dopo allarga sulla campagna. E ascoltiamo. di Montodine. il salto il Serio prende un corso regolare, in un letto ora C’è un suono di fondo, una base musicale che stretto e roccioso, ora largo e arenoso, ricevendo affluenti, è data dal concerto dei grilli. Tecnicamente, si Km 10, alt. 72. Appena fuori quali: il Nero, il fiume di Bondione, la Grabiasca, il Giglio, il tratta di una stridulazione prodotta dai ma- mincia con un hùùùh sonoro e vibrante segui- dall’abitato la strada incontra fiume di , il Sanguigno, l’Ogna, l’Acqualina, la Nos- schi, in funzione di richiamo sessuale, stro- to da una serie di uh uh uh huuuh flautati in un sifone di fattura particolare sana e una quantità di rivi, di colatori, di cascatelle. Uscito finando tra loro le ali anteriori. Ma l’effetto è decrescendo, una sequenza che viene ripetuta poiché, oltre a essere scaval- dalla valle, scorre a livello della pianura dalle vicinanze di una musica discreta, limpida e cristallina, che dopo una pausa di quattro secondi. È un canto cato dalla strada, ha anche la Bergamo fino a Crema d’onde incassandosi profondo s’av- si attenua e si rinforza a ondate. Ora si aggiun- affascinante, anche se un po’ inquietante, che funzione di far incrociare l’una via all’Adda. Si estraggono dal Serio 6 rogge a destra e 8 a ge un altro strumento, che sembra riprendere ricorda vagamente un ululato e non a caso è sull’altra, senza confondere le sinistra. Il bacino ha una superficie di 1215 kmq. È a regime lo stesso motivo ma con una sonorità molto utilizzato volentieri, più o meno a proposito, acque, la Roggia Borromea e la Roggia Pallavicina-Archetta. torrentizio, con 210 mc di portata in piena; 8 mc di por- più decisa, trillante. È il richiamo d’amore del per “creare l’atmosfera” in film gialli e horror. Subito dopo, lasciato l’asfalto, tata ordinaria; 5.50 di magra. il suo percorso dall’origine maschio del rospo smeraldino; se nei pressi E finalmente, ecco il divo. L’usignolo (nella ci si sposta a destra, verso il alla confluenza in Adda presso Montodine, a 48 metri sul ci sono delle acque stagnanti, diversi maschi foto). Da sempre questo uccello ha affascina- Serio, lungo la strada arginale livello del mare, è di 115 km (in realtà 124)». Interessante potrebbero essersi radunati lì per emettere a to poeti e musicisti con il suo canto. È attivo sterrata. Si affianca dapprima rilevare che in passato il Serio era navigabile da Crema allo sfida le loro serenate. di giorno, ma dalla primavera fino all’autun- sbocco in Adda, così che la cittadina veneta era unita alla Ed ecco un nuovo suono, un trrrrrrr secco no i maschi passano la notte cantando senza sua capitale lagunare per via d’acqua tramite il Po. e vibrante, che, quando l’aria è ferma, arriva interruzione, dal fitto dei cespugli. Di tutti i sLa torre di Montodine. anche a un chilometro di distanza. Sembra canori europei, l’usignolo è quello dotato del un motorino, o meglio ancora il rumore che canto più complesso, una sequenza di fischi la sua possanza, fa di certo riferimento a una origina- si otteneva, da ragazzi, inserendo un pezzo di melodiosi in crescendo, con infinite variazioni. ria torre di vigilanza fortificata. Ma la chiesa pare di cartone nei raggi della bicicletta… Continua a È impossibile trascrivere in parole questa stra- dimensioni ridotte rispetto all’origine. Ne dà una spie- lungo, salendo e scendendo di intensità, per ordinaria e inesauribile complessità di note. gazione la facciata, rivolta verso il fiume, dove in antico terminare con una sorta di singhiozzo e ripar- Non resta che ascoltarlo, lasciandosi penetra- re dalla dolcezza di quei suoni. Prendendo a transitava la strada (e non come oggi, lungo l’abside). tire, dopo una brevissima pausa, con lo stesso tono. È il canto territoriale del succiacapre, prestito le parole di Samuel Coleridge, poeta Per ragioni non conosciute, forse una frana dovuta a un uccello grande poco più di un merlo che inglese a cavallo tra Sette e Ottocento: una alluvione fra i secoli XV e XVI, la strada stessa e di giorno se ne sta immobile, protetto dal suo “È l’allegro Usignolo/ad ammassare, ad affret- la parte anteriore della chiesa rovinarono nel fiume; da piumaggio color terra e corteccia, e la notte tare, a precipitare/con un veloce e generoso qui l’apertura di un accesso dal fianco laterale, prece- vola con il grande becco spalancato, catturan- trillo le sue note deliziose,/timoroso che una duto dall’ampio porticato. All’interno vi sono innume- do farfalle notturne e altri grossi insetti volan- notte di aprile/sia troppo corta per portare revoli immagini votive, in gran parte dedicate alla Beata ti. Se vicino c’è un lembo di bosco, e il bosco avanti/il suo canto d’amore, e per alleggerire Vergine; la raffigurazione più antica risale al XIV sec. ed è abitato da un allocco, il concerto si può ar- la sua anima piena/di tutta la sua musica!” è la Madonna del Latte collocata sopra l’altare. ricchire del contributo di un altro solista. Co- (Cesare Della Pietà)

56 57 una lanca morta del fiume per 5. Montodine poi scendere al livello dell’alveo La possente torre angolare di Palazzo Benvenuti vigila Buon appetito e seguire su sentiero la sponda idrografica sinistra che alla sul Serio, ormai prossimo a defluire nell’Adda. Questa Guai a passare dalla Bergamasca senza gu- simbolo alimentare della provincia. fine si avvicina alle case di era la sua funzione originaria: punto di controllo dei stare i casoncelli, o ‘casonsèi’: i piatti incon- Nel Cremasco si accentuano i sapori agrodol- Montodine. traffici fluviali. La nobile residenza fu eretta nel XVII trastati della cucina, nati per riutilizzare gli ci come negli irrinunciabili ‘tortelli cremaschi’ sec. su un dosso sopra il fiume; la torre era l’avanzo del avanzi delle carni avvolgendoli in un guanto di (foto sotto), la cui farcitura è un vero elenco Km 12.5, alt. 61. Montodine. precedente castello. Il luogo è bello, la campagna «pla- pasta. Al ripieno si aggiungono uva sultanina, telefonico: amaretti, mostaccini (biscotto Entrando nell’abitato si scorge, cida e ubertosa», come si scriveva un tempo nei sussi- amaretti, pera spadona e una scorza di limo- stretto, lungo e piatto speziato con chiodi di a sinistra, una bella cascina a ne. Per restare in tema musicale, a Bergamo garofano, cannella, noce moscata, anice stel- portico e loggiato. Si pervie- diari scolastici, e nessuno immagina che qui si scatena- e dintorni si gusta la torta del Donizetti (foto lato, macis, carvi, pepe nero e cacao amaro), ne al po nte sul Serio che si rono le più efferate violenze fra truppe nemiche. Prima sotto), una ciambella con farina, fecola, burro, cedro, mentine, uva passa, formaggio e pane impegna, sul lato sinistro, dove i Cremonesi, che l’hanno sempre avuta a morte con i zucchero, uova, ananas, albicocche candite grattuggiato, burro e uova. Oltre ai prelibati corre una ciclabile guardata Cremaschi, poi la sfida divenne internazionale, quando, dalla possente torre di Palazzo e un’aggiunta di aromi di maraschino e vani- Benvenuti. durante le guerre di successione spagnola, ignorando glia. La torta fu ideata nel 1948 per celebrare il la neutralità di Venezia, che teneva il territorio crema- centenario della morte del compositore. Ma la sco, vi fu una tremenda zuffa fra Imperiali e Francesi. leggenda dice che amareggiato per una vicen- Da Montodine, in bicicletta, non si può raggiungere da sentimentale Donizetti si rinfrancò proprio l’esatto punto dove il Serio confluisce nell’Adda, ma è comunque facile percorrere le strade campestri attra- sL’Adda nel punto verso le campagne e magari fare così ritorno a Crema. d’immissione del Serio.

salumi anche la selvaggina ha un posto d’ono- re nelle tavole cremasche: oca con polenta e verze, anatra con funghi. La torta bertulina è un composto di farina di grano tenero e uva (della varietà “clinto”, quasi scomparsa, sostituita con uva fragola). Altro dolce da ‘spinta’ sui pedali la Spongar- da di Crema, pasta frolla cotta al forno con gustando questo prelibato dolce. La smaiassa un ripieno di miele e frutta secca, setaccia- bergamasca è la ‘torta povera’, fatta con po- to con zucchero a velo. Il nome deriva dalla lenta (latte e farina gialla) a cui si aggiungono ‘sponga’, ovvero la spugna: per i contadini era pane secco ammollato nell’acqua, uva fragola, una focaccia salata morbida, tonda e rigonfia. fichi secchi, noci. L’uvetta compare nelle preparazioni poiché Lungo il Serio si trovano ortaggi di qualità, era ritenuta foriera di fortuna e ricchezza. come la patata di Martinengo, talmente diffu- Fra i formaggi, spettacoloso per fragranza e sa che era uso chiamare gli abitanti del paese consistenza il Dop Salva cremasco, nato 200 ‘patatù’. Sia chiaro che trascuriamo l’alimento anni fa dall’abitudine dei pastori transumanti ubiquitario della Bergamasca, ovvero la polen- di “salvare” l’abbondante latte prodotto nei ta di mais, tanto nota e diffusa da assurgere a pascoli montani.

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