Tesi Definitiva
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ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI S CIENZE E CONOMICHE Dottorato di ricerca in Qualità Ambientale e Sviluppo Economico Regionale (Ciclo XVIII) Settore disciplinare di afferenza: Geografia MGGR/01 Esame finale anno 2007 Matr. 5914 PAESAGGI DI NOTE : BOLOGNA C ITTÀ DELLA M USICA Stefania Bettinelli Coordinatore: Chiar.mo Prof. Carlo Cencini Relatore: Chiar.mo Prof. Flavio Lucchesi Correlatore: Chiar.mo Prof. Francesco Vallerani 1 2 A mia madre, che si sta preparando piano al suo ultimo viaggio. E a mio figlio, a mio padre, a Francesca, a Gianfranco, a Raffaella, a Francesco e a tutti gli amici che mi hanno accompagnata in questa impresa 3 4 INDICE INTRODUZIONE 7 1. L'APPROCCIO CULTURALE E GEOUMANISTICO 11 1.1 Il punto di partenza: il paesaggio 11 1.2 L'approccio iconografico al paesaggio 15 1.3 La geografia umanistica 21 1.4 Applicazioni e prospettive dell'analisi geoletteraria 26 Bibliografia 36 2. GEOGRAFIA E MUSICA 47 2.1 Premessa 47 2.2 Un approccio necessariamente interdisciplinare 47 2.3 Il pasaggio sonoro 51 2.4 Lo spazio acustico 57 2.5 L’inquinamento acustico 60 2.6 I suoni della natura 62 2.7 Il paesaggio acustico 63 Appendice 1: Il paesaggio acustico dell’Asia evocato da Francesco Guccini 66 Appendice 2: Il paesaggio acustico dell’Abetone di Beatrice di Pian degli Ontani e di Francesca Alexander 69 Bibliografia 81 3. BOLOGNA CITTÀ CREATIVA 89 3.1 Il milieu urbano come nodo locale delle reti globali 89 3.2 Bologna “città digitale”: un esempio di best practice di democrazia telematica 93 3.3 Cultura, innovazione e creatività 95 5 3.4 Il Network delle Città Creative 97 Bibliografia 105 4. BOLOGNA CITTÀ DELLA MUSICA 109 4.1 Premessa 109 4.2 I luoghi della tradizione musicale 113 4.3 I luoghi istituzionali della musica 126 4.4 L'industria della musica 131 4.5 Concorsi, festival ed eventi 142 4.6 I locali “storici” in cui ascoltare musica 149 4.7 Prospettive 151 Bibliografia 160 5. PAESAGGI DI NOTE: IL SENSO DEL LUOGO DELLA CITTÀ 165 5.1 Premessa 165 5.2 Bologna coi suoi orchestrali 169 5.3 La città nella musica d'autore 174 5.4 Piazza Maggiore e la Piazzola 195 5.5 Notturni di note: le osterie di fuori porta 203 5.6 Soundscapes della memoria: paesaggi di terra e acqua 217 Bibliografia 228 CONCLUSIONI 235 RINGRAZIAMENTI 237 6 INTRODUZIONE Dal 29 maggio 2006 Bologna, prima città in Italia e seconda nel mondo dopo Siviglia, fa ufficialmente parte, in qualità di “Città creativa della musica”, del Network of Creative Cities, istituito nel 2004 entro la Global Alliance for Cultural Diversity, sotto l'egida dell'UNESCO. Il 7 ottobre 2006, alla cerimonia per il conferimento, nella Sala del Consiglio Comunale di Palazzo d'Accursio, erano presenti Alexander Schischlik, il coordinatore della Global Alliance, che ha consegnato il certificato di nomina al sindaco Sergio Cofferati, e Juan Carlos Marset, Cultural Advisor di Siviglia, la prima città ad aver aderito al Creative Cities Network, che ha illustrato alcune opportunità di collaborazione tra le due città. Queste le principali motivazioni del conferimento citate nella comunicazione ufficiale: – la ricca tradizione musicale in continua evoluzione come vivace fattore della vita e della creatività contemporanee; – l'impegno a promuovere la musica come veicolo di comunicazione ed interazione sociale e culturale (per esempio attraverso l'organizzazione di laboratori musicali in alcune scuole della città per favorire l'integrazione degli studenti stranieri o l'impegno della Orchestra do Mundo, esempio di collaborazione internazionale tra Bologna e le favelas brasiliane di San Paolo). Già nel 1992 Francesco De Gregori, in Viaggi & Miraggi , cantava: “E andiamo a Genova coi suoi svincoli micidiali/ o a Milano con i suoi sarti ed i suoi giornali/ o a Venezia che sogna e si bagna sui suoi canali/ o a Bologna, Bologna coi suoi orchestrali”. La scelta di sottolineare il lato musicale del capoluogo emiliano destò allora un certo stupore, tanto che ad un giornalista che gli domandava proprio il perché di quella scelta, il cantautore rispose facendo riferimento alla possibilità di 7 incontrare in ogni locale qualcuno con una chitarra pronto a suonare. La non immediatezza del collegamento tra Bologna e il suo lato musicale traspare anche dalle vicende legate alla candidatura della città al Network dell'Unesco. Dichiara infatti Benedetto Zacchiroli, responsabile delle Relazioni Internazionali del Comune e membro dello staff del Sindaco, che la paternità dell'idea spetta ad una associazione culturale locale, il Link, che aveva pensato di legare ad un proprio progetto di lavoro la candidatura al Network, fraintendendo lo spirito del Network stesso, che prevede l'adesione non per singole associazioni o enti ma solo per intere municipalità. Da questo fraintendimento di fondo, sottoposto all'attenzione del sindaco, e dalla campagna di comunicazione fatta dalla sezione italiana dell'UNESCO ai Comuni, è nata così, in modo quasi casuale, una preziosa sinergia tra l'amministrazione comunale e le associazioni locali, che ha portato alla stesura di un corposo dossier sulla realtà musicale bolognese, che si è rivelata così multiforme e assai dinamica, tanto da convincere immediatamente la Global Alliance ad ammettere il capoluogo emiliano nel Network. La musica, come patrimonio culturale immateriale e modalità espressiva della cultura identitaria di un popolo, rientra nella sfera d'interesse della geografia culturale, cui questa tesi di dottorato afferisce. Va da sé, quindi, che il tipo di indagine qui svolta non possa che inserirsi all'interno di questo filone di ricerca, con particolare attenzione per gli aspetti soggettivi della percezione degli oggetti culturali, che costituiscono materia di studio per la corrente umanistica della geografia culturale stessa. Da queste considerazioni nasce il primo capitolo, che presenta una serie di riflessioni introduttive proprio su questo tipo di approccio, relativamente recente nell'ambito degli studi geografici, ed in particolare sul metodo iconografico come chiave di lettura del paesaggio. Un discorso ancora a parte merita il rapporto, complesso e accidentato, tra la geografia e la musica, variamente intesa dai geografi e sicuramente da questi ultimi 8 ancora poco studiata. Si presenta allora, nel secondo capitolo, un breve excursus sullo stato dell'arte delle ricerche condotte in questo campo, senza tralasciare altri aspetti meno legati alla musica e più legati ai suoni in generale, che hanno costituito e ancora costituiscono il principale oggetto di studio per i geografi interessati all'udito come filtro per leggere e comprendere il mondo. Si è deciso di presentare qui, in appendice, anche due casi di studio, sebbene non strettamente correlati all'argomento della tesi, in quanto ritenuti utili esemplificazioni del tipo di approccio adottato. Fatta questa premessa metodologica, possiamo allora entrare finalmente nel vivo della questione, presentando nel terzo capitolo sia il milieu creativo della città, interpretata come nodo locale entro il sistema globale delle reti internazionali, sia il Network of Creative Cities. Questo tipo di indagine in realtà si stacca dall'ambito della geografia culturale vera e propria per divenire oggetto di interesse della geografia urbana, della geografia economica e del marketing territoriale, che verranno qui solo marginalmente trattati, ove indispensabili per la comprensione dei passaggi argomentativi. Il quarto capitolo presenta una sorta di fotografia della realtà musicale bolognese tra passato, presente e futuro, e costituisce il nucleo centrale degli studi confluiti nel dossier per la candidatura nonché la ragione stessa dell'accettazione da parte del Network. Ci baseremo allora, per la trattazione del tema, sulle guidelines del bando di concorso per l'ammissione e sul sito dedicato a Bologna Città della Musica, che consentono di analizzare a trecentosessanta gradi il multiforme e complesso panorama dell'industria musicale locale, con tutte le sue diverse sfaccettature. Nel quinto capitolo si torna invece all'approccio culturale e geoumanistico, che indaga il volto più intimo e nascosto di Bologna attraverso gli occhi dei suoi cantori insider , fonti di prima qualità per l'individuazione di quello che si può 9 definire genius loci musicalis o più in generale sense of place della città. Proprio in questo contesto si colloca il tentativo di un'analisi dei “paesaggi di note” della città, volutamente distinti dai paesaggi sonori o acustici in senso tradizionale, legati più ad un discorso generico di suoni che di musica, suonata o cantata, su cui invece ci si sofferma nel testo. Il metodo adottato per l'indagine sarà principalmente quello iconografico, mutuato dalla storia dell'arte ma già efficacemente utilizzato all'interno della geografia umanistica. Ben lungi dal trovare (e dallo stesso cercare) risposte definitive su una tematica quanto mai aperta, la ricerca si conclude interrogandosi su quali trasformazioni e su quali concreti vantaggi porterà al capoluogo emiliano l'adesione al Network, poiché il compito di questa tesi di dottorato finisce, per questioni cronologiche, proprio al momento delle prime verifiche sul campo. 10 1. L'APPROCCIO CULTURALE E GEOUMANISTICO 1.1 Il punto di partenza: il paesaggio “Il mondo reale ha questo di disarmante, che si impone a noi quale evidenza. Bisogna che reimpariamo a trovare curioso ciò che è presenza, realtà” (Claval 1992, p. 46). L’immagine più immediata dell’evidenza del mondo reale è certamente costituita dal paesaggio , uno dei concetti più