P.Ietro Di Giovanni Di Ambrogio
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte P.ietro di Giovanni di Ambrogio L'asciutto iconografo di San Bernar ma questo, nelle « violenze d'ammacca dino, che con tanta diligen za sarchiava tura plastica di fonte Masaccio » 'che una copiose rughe nel volto del suo santo, critica sorvegliata aveva intravisto nel il pittore « non illaudato » 1) Pietro di dissueto pittore 5) , diveniva già bene altri Giovanni d'Ambrogio, lentamente si è ri menti accorto e voJontario che nell'assise sollevato nella stima attuale dal generico provinciale di Sano di P ietro, di P riamo comprensorio del Sassetta, per nuovi ap della Quercia, di P ellegrino di Mariano. port i di opere e debole voce di docu N aturalmente, col restringersi delle ment i 2). Ma se quest'ultimi illuminano date liminari della sua vita, anche l'ini con bastante frequenza il corso piuttosto ziale a,,-ventura artistica, in cui si gettò breve, di quarant'anni appena, della sua assai giovane, se veniva iscritto fra i pit vita, le opere si raggruppano invece nei tori appena diciannovenne, si condensa cinque anni che precedettero la morte, e proprio in quei dieci anni, cosi germi a per la lodevole omogeneità stilistica sem tivi per le fortune pittoriche italiane, che brerebbero confermare alla prima l'idea seguono la morte di Masaccio, e che per che in genere di lui si era fatta la criti Siena, tanto incanutita, costituiscono una ca, come di famnlo e stretto dipendente ripresa giovanile d'interesse per quel che del Sassetta 3). accadeva nella vicina Firenze. Si sa per Inderogabili l'ilievi sulle sue sconi Domenico di Bartclo, e per il Sassetta, bande nel fioren ino, dove poteva sem per Giovann' di P aolo e per il Vecchietta: brare anche n on sapesse scegliere con ma sempre più dovremo convincerci che troppa sicurezza, se nel quarto decf;n data la stanchezza della residua tradi nio del Quattrocento andava proprio a zione senese, se anche il Sassetta e Gio orientarsi su Bicci dj Lorenzo 4), non po vanni di P aolo, con la fecondità del ge tevano scuotere tuttavia il suo senesismo; nio, riuscivano a trame ancora succhi vi- 1) Co sÌ veniva ancora chiamato nel 1836, quando mento, 4 settembre 1449, e la identificazione con Pietro pure di lui non era rimasto che il nome sotto qualche pit eli Nanni di Puccio. Ta.le identificazione risulta dal seppel tura, come le immagini di S. B ernardino e quella, del limento del fratello che è specificatamente id entificato co 14.43, del B eato Giovacchino Piccolomini (cfr. E . ROMA m e: « Ambrosius annig Ambroxii alias di Puccio» (J 4 gen GNOLJ, Bell'artisti Senesi, Bilil. Com. Siena, Ms. IV, naio 1438). P er l'attività pittorica ddl'artista sono inoltre p . 482). importanti : il documento del 12 marzo 1440 che riguarda 2) La trattazione di Pietro di Giovanni nel Van un lavoro compiuto, ma non meglio specificato. a Città di Marle (IX, 1927, pp. 377-389) era rimasta assai generica Castello ; i documenti dell'ottobre. 144·0 (già in parte noti e inquinata da false ascrizioni, come il tristissimo S. B er per la pubblicazione del P. Della Valle [Lettere Sanesi, nardino a Vincigliat a (Firenze), opera provinciale e nep Roma, 1785, n , p. 197] e del Romap:noli) che specificano pure sicuramente senese, c l'Incoronazione della Ca'd'Oro come Pietro di Giovanni avesse dipinto nel P ellegrinaio a Venezia, che appartiene a Pellegrino di Mariano. Atten « ne la faccia de la finestra a chapo la chappella del P c zione ben più acuta e quasi entusiastica riceveva in· Iegrinaio », pitture ora perdute; il documento del 29 aprile vece l'oscuro pittore da Roberto Longhi (in Pinacothcea, 1445 col quale ri eve dallo spedale di Siena 24 lire per 1928, p. 38, n. l , e ancora in Critica d'Arte, XXV-XXVI, il lavoro compiuto con il Vecchietta, evidentemente per p. 178) che, espungendo il S. B ernardino di Vincigliata, l'Armadio delle R eliquie; infine il documento del 17 aprile dava luogo a importanti restituziC'ni che vengono indi 1445 per il quale risulta che porta da Firenze una let cate secondo ~rdine del t esto. Infine nel SASSETTA del tera per il Comune di Siena. Pope-Hennessy (London, 1939, pp. 159-168) si trova una 3) Tale nel Berenson (Italian Pictures, Oxford, 1932, raccolta abbastanza accurata delle notizie riguardanti il pp. 457-58), dal cui elenco, oltre alle opere ~à scancellate pittore, con qualche nuova ascrizione. dalla critica successiva, occorre far subito fuori: 1'affre Circa i documenti si deve al Bacci (in Documenti e sco di S. Bernardino della Cappelletta della PorziuDcola Commenti p er la Storia dell'A rte, Firenze, Le Monnier, in S. Maria degli Angeli ad Assisi; e il Vescovo benedicente 1943) una revisione ili tutte le notizie riguardanti rartista di P aganico, che è vicinissimo a Domenico di Bartolo. e la pubblicazione di alcuni nuovi documenti. I dati più 4) Il rilievo si deve al Pope-Hennessy (op. cit. , p. 165). importanti che si rilevano sono quelli che riguardano 6) La frase appartiene a Roberto Longhi (op. cit. , la dala di nascita, 16 dicembre 1409, la data di seppelli- loc. cit.). ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte ------ 130 ----------------------------------------- LE ARTI --- • tali, quel che contava ormai, per i gio stoffe, in cui le pieghe si tendono come vani del tempo era Gentile da Fabriano, stecche di balena o metacarpi di pipi da un lato, i giovani fiorentini dall'altro. strelli, tutto quel raffinato servirsi di una E ognuno per conto suo riprendeva le fila, stringata linearità, che pur sottintende o di Masaccio, o di Paolo Uccello, o di una plastica ben diversa dalla semplice Masolino, e con una prontezza superiore proiezione in superficie, sic-chè può risol a quella dimostrata dagli stessi fiorentini. levarsi e lievitare nella linea con un chiaro Ormai si è fatta strada la convinzione scuro come compresso e condensato; nel che il Vecchietta lavorasse a Castiglion Vecchietta di Castiglione appare inve d'Olona eon MasoJjno 6), e anche la de stito a inedite velleit à di scorci audaci, finitiva formazione del Vecchietta pittore, non senza alcunchè di maldestro e di cel·to mosso dalle basi angeliche del Sas tronfio, nell'esibizionismo di un sapere in setta, appare inderogahile dal nobile e il completo e ancora' legato alla sorpresa. luminato Masolino; quel che resta oscuro In fondo, nulla di più curioso che disso è solo il sincretismo con cui il Vecchietta ciare il precipitato di Sassetta, di Paolo pittore e il Vecchietta scultore si infor Uccello e di Masolino, che si era formato massero su due artisti cosi remoti tra nella mente del Vecchietta. Se si pensa loro, come Donatello e Masolino, riu alla fermezza strutturale che subito, dal scendo a 'mantenere la stessa distanza di l'ancona dell'arte della Lana, innovava partenza anche in seno alle pitture e alle dai tratagli gotici il Sassetta, quei corpi sculture. stretti e inguainati come fave in un bac Anzi il Vecchietta, nei tentati sfoggi cello, e si viene a immaginare, con una di' scorci uccelleschi, che improvvisa a buona approssimazione, che su quegli in Castiglion d'Olona, mantiene, verso il cunaboli pittorici dovesse essersi compi 1435-38, un maggior contatto fra pittura tata la prima lezione il Vecchietta, non e scultura, di quel che non avverrà in sorprende certo che l'artista a cui potè seguito, quando le ceneri fredde dei suoi rivolgersi in Firenze fosse Paolo Uccello colori masolineschi, quasi stemperati nel e non Masaccio. Codesto sommo, caduto latte, toglieranno ogni possibilità di mor come un meteorite nel Comlme fiorentino, dente alle' cinghianti linee èhe crepitano dalla mediazione lineare del Sassetta ve negli stupendi getti dei hronzi. Codesto niva in certo senso circunnavigato ed eluso. momento di Castiglion d'Olona è per l'ap Un senese che arrivasse a Firenze, risa punto il meno masolinesco del Vecchiet lendo per questa rotta prudenziale, po ta: il Vecchietta vi appare una specie di teva assai più facilmente approdare a fratello senese, se anche più dotato e in Paolo Uccello o a Masolino che a Masac quieto, di Francesco d'Antonio o del Mae cio. Non ci fu che Domenico di Bartolo stro delle Nozze Adimari. a tentare direttamente iI prodigio. E vero, Le torniture impeccabili del Sassetta, per altro, che la critica, con una concordia quelle sue annotazioni' grafiche e metico che sa di partito preso piuttosto che di lose di grinze e di foglie, di vene e di ca verità, visto che le prove invocate sono pelli, quel senso quasi membranaceo delle tutte surretizie, seguita a reclamare per 0) Ristodiando gli affreschi della Collegiata di Casti Berenson (op. cit., p, 590), per quanto con l'interrogativo, glion d'Olona il Salmi, per quel gruppo che comprende il e dal Vigni (Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, Firenze, Martirio e il Seppellimento di S. Lorenzo e il Seppellimento 1937, p.73): non dal Pope-Hennessy (op. cit., p. 157) di S. Stefano, fece un accostamento coll'affresco del Vec che vorrebbe ritornare all'ipotesi del Salmi, redalguito in chietta nel Pellegrinaio (in Dedalo, giugno 1928). Ma l'af questo dal Longhi (in Critica d'Arte, XXV-XXVI, 194(1, fermazione che si trattava del Vecchietta stesso si devc p. 171), ma fin troppo gentilmente, visto il regresw pal al Longhi (op. cit" p. 37). L'attribuzione fu accolta dal mare che l'opinione comporta, ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte T AV.