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Hollywood Icons. Fotografie dalla Fondazione John Kobal A cura di Simon Crocker e Robert Dance

Palazzo delle Esposizioni 24 giugno - 17 settembre 2017

Il 24 giugno apre al Palazzo delle Esposizioni la mostra “Hollywood Icons. Fotografie dalla Fondazione John Kobal”, promossa da Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale, organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo e presentata dalla John Kobal Foundation con la collaborazione dell’associazione Terra Esplêndida di Lisbona.

L’ esposizione presenta oltre 160 ritratti di grandi nomi della storia del cinema: da leggende del muto come Charlie Chaplin e Mary Pickford, a eccezionali interpreti dei primi film sonori come Marlene Dietrich, , Clark Gable e Cary Grant per concludere con i giganti del dopoguerra Marlon Brando, Paul Newman, Marilyn Monroe, Sophia Loren e Marcello Mastroianni.

In rassegna le immagini più note del cinema hollywoodiano provenienti dalla collezione di John Kobal, giornalista e scrittore, riconosciuto come uno dei più autorevoli esperti di storia del cinema e autore del libro The Art of the Great Hollywood Portrait Photographers, una pietra miliare per gli studi sul cinema americano. Grazie al lavoro di questo studioso e collezionista, sarà possibile fare esperienza dell’eccezionale qualità delle stampe originali e conoscere l’identità di quei fotografi che hanno contribuito a diffondere nel mondo il mito hollywoodiano.

La storia di un film solitamente è scritta dal punto di vista degli attori o dei registi e si presta poca attenzione all’impresa che ha reso possibile produrre e distribuire la pellicola. “Hollywood Icons”, attraverso i ritratti degli attori e delle attrici di Hollywood, svela le figure di quei fotografi di scena che, agendo silenziosamente dietro le quinte, produssero immagini glamour rivelatesi essenziali per la creazione delle stelle del cinema e la promozione dei film. Milioni e milioni furono le fotografie distribuite dagli studi di Hollywood durante l'età d'oro, frutto dell’operato di questi artisti della macchina fotografica che lavoravano in velocità, con efficienza e il più delle volte in maniera sublime.

John Kobal, da collezionista di cimeli cinematografici, intuì subito l’importanza dell’imponente materiale e raccolse, a partire dagli anni Sessanta, i negativi originali di questi artisti dimenticati. In seguito, dopo aver rintracciato i fotografi ancora in vita, li esortò a produrre nuove stampe che espose nelle mostre al Victoria and Albert Museum di Londra, alla National Portrait Gallery di Washington e al Los Angeles County Museum of Art. Una selezione delle stampe realizzate dagli stessi fotografi, insieme a numerose stampe vintage che risalgono al periodo degli studios, formano il nucleo della mostra. Tra queste i celebri ritratti di Joan Crawford prodotti da e l'indimenticabile immagine di creata nello studio di .

Oltre ai lavori di questi ultimi, sono presentate le foto di Ted Allan, Ernest Bachrach, Robert Coburn, John Engstead, Elmer Fryer, Eugene Robert Richee, Clarence Sinclair Bull, A.L. "Whitey" Schafer, William Walling Jr., Laszlo Willinger.

Organizzata per decadi, dagli anni Venti fino ai Sessanta, “Hollywood Icons”, oltre ai ritratti dei divi più celebri di ciascun decennio, include approfondimenti dedicati ai fotografi e introduce vita e carriera di John Kobal scomparso prematuramente nel 1991 all’età di 51 anni. La mostra è accompagnata da un catalogo a cura di Robert Dance con testi di Lorenzo Codelli e Simon Crocker, corredato dalle tavole a tutta pagina delle foto esposte e delle biografie dei fotografi, edizioni Skira, Milano.

Scheda informativa

Titolo Hollywood Icons. Fotografie dalla Fondazione John Kobal

A cura di Simon Crocker e Robert Dance della Fondazione John Kobal

Sede Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194 - 00184 Roma

Periodo 24 giugno - 17 settembre 2017

Promossa da Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale

Organizzata da Azienda Speciale Palaexpo

Presentata da Fondazione John Kobal con la collaborazione dell’associazione Terra Esplêndida di Lisbona

Catalogo Skira, Milano

Orari Domenica, martedì, mercoledì e giovedì: dalle 10.00 alle 20.00; venerdì e sabato: dalle 10.00 alle 22.30; lunedì chiuso

Orario estivo dal 18/07 al 27/08 2017 Domenica, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì alle 12.00 alle 20.00 Sabato dalle 12.00 alle 23.00 - lunedì chiuso

Costo del biglietto: Intero € 8 ; ridotto € 6

Informazioni e prenotazioni Singoli, gruppi e laboratori d’arte tel. 06 39967500; www.palazzoesposizioni.it

Con il contributo di: Rolex

Si ringrazia: Liquirizia Amarelli; Krumiri Rossi

Media Partner: Dimensione Suono Roma; Marco Polo

Sponsor tecnici: Trenitalia; Coop Culture; Roma Multiservizi

Ufficio stampa Azienda Speciale Palaexpo Piergiorgio Paris, T 06 48941206 - [email protected] Segreteria: Dario Santarsiero T 06 48941205 - [email protected]

I fotografi di Hollywood e la fabbrica delle star

L’attività degli studi cinematografici di Hollywood iniziò a metà degli anni Venti. Prima della fine del decennio la maggior parte dei film americani veniva prodotta da uno degli otto studi che nel loro complesso dominavano il mercato mondiale: MGM, Paramount, Warner Brothers, Columbia, 20TH Century, Universal, RKO e United Artists. Ogni studio cinematografico era diventato un mondo autonomo, nel quale si svolgeva e si completava ogni fase della produzione. Ciascuno degli otto studi coltivava un proprio stile inconfondibile, facendo di tutto per accaparrarsi un numero elevato di attori protagonisti i cui nomi e volti, pubblicizzati in grandi caratteri o con luci sgargianti, finirono per diventare le icone del cinema per le successive due generazioni.

L'ipotesi che sia il gusto volubile degli spettatori paganti a creare o distruggere una stella del cinema ha sicuramente un fondo di verità. I dirigenti del “sistema Hollywood” e le loro sofisticate strutture pubblicitarie se ne accorsero subito e si affrettarono a sviluppare una strategia per isolare i protagonisti dai gusti mutevoli del pubblico. Le carriere delle star venivano gestite secondo le esigenze della casa di produzione, selezionando sceneggiature e attori co-protagonisti, orchestrando con cura la pubblicità e cercando di garantirsi la celebrità di una star fino a ottenere un ritorno dell'investimento. Essere una star del cinema poteva essere il sogno di milioni di persone, ma la carriera dei pochi fortunati era interamente gestita dallo studio cinematografico.

La maggior parte degli uomini e delle donne i cui volti appaiono su queste pareti - e che sono conosciuti come le icone di Hollywood - era stata completamente trasformata dal sistema produttivo. Molti di loro, quando varcavano per la prima volta il cancello principale dello studio cinematografico, erano dei comuni mortali. Il “laboratorio” alchimistico di Hollywood accoglieva una giovane donna di bella presenza trasformandola in un’irresistibile sirena dello schermo oppure faceva di un bel giovane l’eroe di milioni di persone.

Era compito dei fotografi ritrattisti di Hollywood produrre un flusso continuo di immagini fresche dei film più in voga, che venivano poi consumate da un pubblico che negli anni Trenta e Quaranta si rivelò insaziabile. Prima dell'avvento della televisione, e successivamente del video e del DVD, la maggior parte degli spettatori vedeva un film una volta sola. Le immagini scattate sul set, soprattutto quelle riprodotte nelle riviste, rinforzavano e approfondivano il legame con le stelle del cinema che precedentemente erano state viste sullo schermo. Nel 1969, molto tempo dopo aver creato la sua collezione hollywoodiana di ritratti originali d'epoca, Kobal cominciò a cercare i fotografi che l'industria del cinema aveva in gran parte lasciato in disparte. Anche se molti erano ancora in vita, di questi solo Hurrell aveva continuato a lavorare. Altri, come Ted Allan, Laszlo Willinger e Clarence Sinclair Bull si erano oramai ritirati. Attraverso le interviste, che erano la specialità di Kobal, egli ottenne in prima persona informazioni sulla produzione del glamour destinato a un consumo di massa. Molti dei fotografi accettarono di stampare ancora una volta le immagini dai loro negativi, che Kobal nel frattempo aveva acquisito dagli studi di Hollywood. Il mondo perduto registrato nei negativi 8x10 pollici fu resuscitato con le nuove e scintillanti stampe all'argento.

John Kobal, 1988 Nella sua casa a Londra in posa davanti al suo ritratto realizzato da Andy Warhol nel 1986.

Biografia John Kobal (1940-1991)

Ivan Kobaly nacque nel 1940 a Linz, in Austria, da padre ruteno e madre austriaca. La sua famiglia emigrò in Canada quando aveva dieci anni e da allora divenne John Kobal. Appassionato di cinema sin da bambino iniziò appena adolescente a collezionare cimeli di film; per un ragazzo che negli anni Cinquanta viveva nel lontano Canada, era un modo per sentirsi vicino al mondo glamour hollywoodiano. Finito il liceo e dopo un breve soggiorno a New York, Kobal si trasferì a Londra, la città che sarebbe diventata la sua patria per il resto della vita. Trascorse quattro anni in tournée nelle province inglesi recitando nelle commedie di sera, mentre i pomeriggi li passava a setacciare i mercatini dell'antiquariato e le rivendite di libri usati a caccia di memorabilia, vecchi annuari del cinema, copie di riviste di fan, cartoline e foto di scena. Nel 1964 smise di fare l'attore, ma le sue capacità drammatiche gli risultarono utili quando iniziò a collaborare con la trasmissione radiofonica della BBC Movie Go Round per diventare poi corrispondente americano dell'emittente. Frequenti viaggi a New York e Los Angeles coincisero con il fallimento dei principali studi cinematografici di Hollywood. Non poteva essere momento più propizio per un giovane interessato ad acquisire cimeli del glorioso passato di Hollywood. Mentre gli studi gettavano letteralmente al macero gli archivi fotografici che si erano accumulati sin dall'inizio della produzione dei film, Kobal era lì per raccogliere quanto più poteva e caricarlo nella sua station wagon. I suoi primi libri contenevano molte immagini tratte dall'archivio che aveva accuratamente messo insieme nel corso degli anni. Ben presto divenne una autorevole fonte di materiale hollywoodiano e i maggiori editori, i direttori artistici, i responsabili delle immagini e i ricercatori furono suoi assidui clienti: così nacque la Collezione Kobal. Fu l'incontro casuale nel 1969 con George Hurrell, il più famoso ritrattista di Hollywood, a suggerire a Kobal di mettersi alla ricerca di quei fotografi di scena ancora in vita che avevano documentato la produzione cinematografica. Kobal scoprì le sottili e talvolta spettacolari differenze di stile che i fotografi avevano sviluppato per mettere in evidenza i tratti delle star del cinema. Il pittorialismo sfumato di Ruth Harriet Louise si distingueva dalla messa a fuoco nitida e dai forti contrasti di Hurrell. Gli stupendi ritratti che Bull fece della Garbo sembravano piccola cosa se confrontati con le grandiose composizioni di Richee per la Dietrich. Kobal pubblicò diversi libri sull'argomento tra cui il pionieristico The Art of the Great Hollywood Portrait Photographers (1980). Autore di più di 30 libri sulla storia del cinema, Kobal morì a Londra nel 1991.

John Kobal Foundation

John Kobal istituì la Fondazione nel 1990 per promuovere lo studio della fotografia e le rassegne di opere fotografiche, in particolare di ritratti. Alla sua morte, nell'ottobre del 1991, la sua collezione di negativi originali 8x10 pollici e stampe artistiche prodotte dai fotografi degli studi di Hollywood passò alla John Kobal Foundation. Fin dall'inizio la Fondazione concesse borse di studio e contributi finanziari, sostenne mostre e promosse la ricerca sull'era classica di Hollywood attraverso la pubblicazione di molti libri. In collaborazione con la National Portrait Gallery di Londra, la Fondazione sponsorizzò il premio John Kobal Photographic Portrait per dieci anni, dal 1993 fino al 2003. La relativa mostra con i migliori ritratti realizzati da fotografi contemporanei ebbe un grande successo di pubblico e ben presto divenne il più prestigioso premio del Regno Unito dedicato alla fotografia di ritratto. Oggi la Fondazione finanzia principalmente gli incarichi conferiti a promettenti fotografi all'inizio di carriera. Con i premi John Kobal New Work Awards che fanno parte degli annuali Taylor Wessing Awards viene commissionato a un fotografo, al di sotto dei trent'anni, il ritratto di un talento in erba dell'industria cinematografica o televisiva britannica. Il ritratto viene poi esposto alla National Portrait Gallery di Londra. La Fondazione è anche uno degli sponsor dell'annuale National Media Museum First Book Award, che fa parte del circuito Kraszna-Krausz Book Awards, il quale (in collaborazione con MACK) sponsorizza la pubblicazione di un libro di un fotografo inedito. La Fondazione è anche sponsor di Photo London e sostiene i costi per un programma di residenza a New York per un fotografo emergente.

Le attrici e gli attori

Joan Crawford (1905-1977) Joan Crawford è un esempio emblematico di come il sistema hollywoodiano riuscisse brillantemente a creare le stelle del cinema. Le prime foto la ritraggono con un’espressione piuttosto ingenua ma, risultando fotogenica, le venivano offerte minuscole parti. Dopo più di una dozzina di film, poté interpretare piccoli ruoli e tra un film e l'altro venne mandata dalla ritrattista Ruth Harriet Louise che gradualmente perfezionò la sua immagine per lo schermo. Nel 1927 divenne quindi la vera protagonista che tutti conosciamo. La carriera della Crawford, che ebbe inizio intorno al 1930, è profondamente legata con quella del fotografo George Hurrell che aveva un approccio radicale e tendeva a trasformare il soggetto in oggetto, calandolo in un contesto di forti luci e ombre e di profondi contrasti in bianco e nero. Il percorso artistico della Crawford a Hollywood era iniziato come ragazza dal viso grazioso, divenne poi una donna di grande fascino e bellezza. Ma fu Hurrell a renderla così perturbante. L’esuberante personalità dell’attrice sullo schermo e i grandiosi primi piani diedero vita a quelle immagini che, inizialmente pensate come materiale pubblicitario, divennero poi distintive di un'epoca.

Greta Garbo (1905-1990) Alla MGM e a Greta Garbo si deve la creazione della più grande stella della storia di Hollywood. La strada che da attrice protagonista porta a diventare star del cinema fu percorsa da molte. Ma l’ascesa della Garbo a leggenda, stella tra le stelle ed esempio emblematico del concetto di ‘popolarità’, è stata invece una prerogativa soltanto sua. I suoi primi ritratti americani vennero scattati a New York poco dopo il suo arrivo durante l'estate del 1925. Ma fu a Hollywood, lavorando con Ruth Harriet Louise che l'immagine della Garbo fu creata. Durante le riprese del suo debutto hollywoodiano, nel film Il torrente (1926), la MGM si rese conto di avere tra le mani una futura star. Con La carne e il diavolo (1926), la Garbo raggiunse la fama internazionale. Imparò a recitare e a posare, sia davanti alla cinepresa sia davanti alla macchina fotografica. Le riprese migliori erano quelle in cui la diva veniva ritratta nella posa composta dei ritratti classici. Dopo il 1929 la Garbo si fece ritrarre quasi esclusivamente da Clarence Sinclair Bull. A differenza delle sue colleghe, rifiutò qualsiasi altra forma di pubblicità. I ritratti di Bull erano praticamente l'unico collegamento tra la Garbo e la sua innumerevole platea di fan. Questa lontananza confuse sia la stampa sia il pubblico, fu anche grazie a questo che la Garbo divenne quel mito dal fascino conturbante che è passato alla storia del cinema.

Marlene Dietrich (1901-1992) Secondo la critica cinematografica fu Joseph von Sternberg a scoprire Marlene Dietrich e a crearne la leggenda. Sebbene Sternberg abbia avuto un ruolo essenziale nel primo successo della Dietrich con L'angelo azzurro (1929) – il film da lui diretto – così com'è fuori discussione che sia stata la sua abilità a portare l'attrice tedesca a Hollywood, bisogna però anche dire che senza Adolph Zukor e senza il potere della la Dietrich probabilmente non sarebbe riuscita a destare quella fascinazione sul pubblico e a rappresentare quell’immagine sublime ed eterea che è rimasta nella storia del cinema. Sternberg le aprì le porte e la seguì come regista, ma la scelta del copione, del co-protagonista e del direttore della fotografia spettavano unicamente alla Paramount. Nel suo bagaglio di trucchi - e il glamour è sempre per la maggior parte fatto da illusioni - Sternberg aveva portato attraverso l'Atlantico l'idea di illuminare il volto della Dietrich dall'alto, dando ai suoi lineamenti, non del tutto perfetti, una luce e uno scintillio che davanti all'obiettivo avevano caratteristiche molto differenti da quelle della Garbo e della Crawford. Fu Eugene Robert Richee, a capo dello studio ritratti della Paramount, ad avere poi il ruolo decisivo nel trasformare la diva nella quintessenza del glamour e dell’incanto.

Katharine Hepburn (1907-2003) Quando Katharine Hepburn, attrice di teatro a New York, arrivò a Los Angeles per girare il suo primo film Febbre di vivere (1932), non aveva nulla della ragazza glamour. Pur essendo molto difficile portare sullo schermo il carisma dell’attrice teatrale, la Hepburn riuscì nell’intento con grande successo. Nonostante fosse determinata nel trasmettere di sé un’immagine di donna indipendente, l’attrice decise di sottostare al sistema hollywoodiano come facevano tutti gli altri colleghi. Se Hurrell trasformò la Crawford e Louise aveva contribuito a lanciare la Garbo, spettò a Ernest Bachrach, il capo ritrattista della RKO, rendere il viso piuttosto comune e lentigginoso della Hepburn uno dei volti più sofisticati della storia del cinema. La Hepburn dichiarò: “Se hai accettato di farti fotografare, devi essere contenta a posare, altrimenti dovresti lasciar perdere”. Aveva capito come funzionava il “sistema cinema” e sapeva quanto fosse difficile trasmettere il proprio carattere alla macchina fotografica. Una volta applicato il trucco e posizionate le luci, della Hepburn risaltava, oltre al bel viso, la forza della personalità e il grande carisma.

Cary Grant (1904-1986) Cary Grant ebbe un immediato successo. Solo pochi mesi dopo essere passato nel 1931 alla Paramount, il suo nome appariva a grandi lettere insieme a quello di Marlene Dietrich nei titoli di testa di Venere bionda (1932). Durante i suoi cinque anni alla Paramount appariva sempre vestito in smoking; la sua immagine da protagonista, sempre in coppia con le attrici più famose, veniva curata nel minimo dettaglio.

Clark Gable (1901-1960) Quando Clark Gable arrivò alla MGM era considerato un attore attraente, ma grezzo. Come avvenne per la sua grande co-protagonista, Joan Crawford, anche lui fu trasformato dalla MGM in una stella. Le prime fotografie rivelano un ragazzo di aspetto comune, senza i caratteristici baffi e con le orecchie troppo grandi. Improvvisamente, Gable non solo divenne bello, ma anche la più grande star maschile del cinema. Come la maggior parte degli uomini, egli odiava il ritratto in studio, ma ben presto imparò a sfruttare la macchina fotografica a proprio vantaggio. Negli anni Trenta le fotografie di Gable erano diffuse e conosciute come quelle delle grandi star femminili.

Rita Hayworth (1918-1987) Rita Hayworth era già una veterana, con al suo attivo più di trenta apparizioni cinematografiche, quando fece l’audizione per Avventurieri dell’aria (1939) della Columbia. Il suo talento fu premiato da un tale successo che l’attrice raggiunse i vertici nel pantheon hollywoodiano, nonostante la sua fama si fondi su meno di dieci ruoli da star, tra i quali, molto importante, quello di Gilda (1946). Un altro fattore che contribuì a crearne il mito fu la sensuale foto scattata da Bob Landry per “Life” nel 1941, che circolò in decine di migliaia di copie tra i soldati americani.

Biografie dei fotografi

A.L. “Whitey” Schafer (1902-1951)

Adolph Schafer, noto come “Whitey”, a causa dei suoi capelli biondo chiaro, ottenne il primo lavoro come tecnico nel reparto “Fotografia di scena” della casa di produzione e distribuzione Famous Players-Lasky. Ben presto si trovò a scattare fotografie, passando da un incarico all'altro, lavorando alternativamente per Cecil B. DeMille, Universal Studios e RKO. Nel 1934, con la morte di William Fraker, Schafer venne nominato capo del settore fotografia di scena della Columbia Pictures. Schafer sostituì poi Eugene Robert Richee nel 1941, quando Richee perse il suo lavoro alla Paramount. Per una mostra fotografica dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, nello stesso anno, Schafer creò una foto-parodia raffigurante i dieci atti di indecenza morale che secondo il codice Hays non dovevano assolutamente apparire in un film. Intitolò la fotografia Thou Shalt Not (Tu non devi) che divenne poi un richiestissimo oggetto da collezione di Hollywood. Alla Paramount, Schafer immortalò magnificamente Veronica Lake con i suoi caratteristici capelli biondi. Durante una vacanza, subito dopo aver completato i suoi ritratti per il film Un posto al sole (1951), interpretato da Elizabeth Taylor e Montgomery Clift, Schafer rimase tragicamente ucciso nell'esplosione di una barca al largo della costa dello stato di Washington. Il fratello di William Fraker, Bud, sostituì Schafer alla Paramount.

Clarence Sinclair Bull e Elizabeth Taylor, 1956 Sul set de L’albero della vita Metro-Goldwyn-Mayer di Frank Shugrue

Elisabeth Taylor tiene in mano la prima macchina fotografica di Clarence Sinclair Bull, comprata con i soldi guadagnati distribuendo quotidiani a cavallo nella sua città natale di Sun River, nel Montana

Clarence Sinclair Bull (1896-1979)

Dal consolidamento che diede vita alla MGM nel 1924, fino al suo pensionamento nel 1961, Clarence Sinclair Bull fu a capo del settore fotografia di scena. Aveva alle sue dipendenze una dozzina di fotografi che facevano a gara per documentare i cinquanta lungometraggi e le decine di altri film realizzati ogni anno dallo studio. Anche se la sua funzione di supervisore era senza dubbio molto impegnativa, trovò il tempo per scattare ritratti e instaurare un legame speciale con i divi maschili. Alla fine del 1929, mentre Ruth Harriet Louise stava per lasciare lo studio, Bull fotografò Greta Garbo per Anna Christie (1930), e ne divenne il principale fotografo per ben 12 anni, i risultati di questi servizi fotografici sono il fondamento della ritrattistica hollywoodiana. Bull iniziò poi a sperimentare il colore dalla fine del 1930. Pur non avendo fatto parte dell'avanguardia, il lavoro di Bull fu sempre eccellente, talvolta straordinario. Nessun fotografo aveva mai lavorato con così tanti celebri volti. Kobal incontrò Bull alla fine del 1970 e collaborarono per creare una collezione di stampe della Garbo, per la quale Bull usò di nuovo i suoi negativi originali. Morì nel 1979 poco prima della conclusione del progetto.

Jane Wyman e Elmer Fryer, 1939 Warner Bros

Elmer Fryer (1898-1944)

Elmer Fryer iniziò la sua carriera ai Vitagraph Studios, passando, intorno al 1927 ai Metropolitan Studios casa delle Christie Comedies. Alla fine del 1929, a seguito dell'acquisizione della First National Pictures da parte della Warner Bros, Fryer venne assunto come capo del settore fotografia di scena in sostituzione di Fred R. Archer. Alla Warner Bros, Fryer era responsabile dei ritratti di Bette Davis, Humphrey Bogart e Errol Flynn. Sotto la sua supervisione lavoravano fotografi di scena come Bertram “Buddy” Longworth e Scotty Welbourne. Alla fine del 1934 con la Cosmopolitan Pictures si trasferirono dalla MGM alla Warner Bros e Fryer divenne il fotografo preferito della diva. Con l'ingresso degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale, Fryer, nel 1941, si arruolò nell'aeronautica americana; Scotty Welbourne prese il suo posto di direttore della fotografia di scena alla Warner Bros. Fryer morì a Los Angeles nel 1944.

Ernest Bachrach, 1915 Autoritratto

Ernest Bachrach (1899-1973)

Ernest Bachrach iniziò a lavorare per lo studio Famous Players-Lasky ad Astoria, nello stato di New York, dove, a partire dal 1920 circa, fotografò anche Mae Murray e . Quest’ultima era così legata al giovane fotografo che lo convinse a spostarsi insieme a lei sulla costa ovest degli Stati Uniti, a Los Angeles, dove l'industria del cinema si stava consolidando. Alla nascita della RKO, nel 1929, Bachrach venne assunto per supervisionare il settore ritratti e fotografia di scena. Continuò a lavorare alla RKO fino all'acquisto dello studio da parte di Desilu nel 1958. Bachrach è noto soprattutto per i suoi ritratti di Katharine Hepburn che la sua macchina fotografica sottopose a un completo trattamento glamour. Bachrach supervisionò i fotografi di scena di talento della RKO tra i quali Alex Kahle, Gaston Longet e John Miehle. Kahle scattò le foto di scena di Quarto Potere (1941) e Miehle è l’autore della maggior parte delle foto di scena della coppia danzante Fred Astaire e Ginger Rogers. Come Clarence Sinclair Bull, suo contemporaneo alla MGM, Bachrach lavorò dai giorni del muto fino agli anni Cinquanta. Tra i suoi ultimi incarichi professionali vi furono le foto a Marilyn Monroe e a Clint Eastwood.

Gary Cooper e Eugene Robert Richee, 1933 Paramount Pictures

Eugene Robert Richee (1896-1972)

Quando la Paramount Pictures nel 1921 decise di aprire un proprio studio fotografico per ritratti chiamò Eugene Robert Richee a dirigere la nuova struttura. Egli mise insieme un gruppo di professionisti di talento tra cui William Walling, Don English e, successivamente, Otto Dyar e John Engstead, ognuno dei quali aveva alle spalle una lunga e significativa carriera come ritrattista di Hollywood. Con l'avvento del glorioso periodo glamour della Paramount, a metà degli anni Venti, Richee si trovò a fotografare Clara Bow, Marlene Dietrich, e Louise Brooks. Quando lavorò con la Dietrich ebbe modo di ritrarla sotto le luci magiche create da Josef von Sternberg. Forse la più nota tra le prime foto di Hollywood è il suo ritratto di Louise Brooks, in piedi su uno sfondo nero con un lungo filo di perle al collo. Richee lavorò alla Paramount fino al 1941 che lasciò per ragioni mai svelate del tutto, per passare alla Warner Brothers. Ritrovata la Dietrich alla MGM nel 1944, scattò le immagini per Kismet (1944). Negli anni Cinquanta, Richee lavorò di nuovo per la MGM come responsabile delle foto di scena di Gene Kelly nel film Cantando sotto la pioggia (1952).

George Hurrell e Rita Hayworth, 1942 Negli studi della Columbia Pictures, Los Angeles Columbia Pictures

George Hurrell (1904-1992)

Il celeberrimo ritrattista di Hollywood iniziò la sua carriera come pittore. Poi decise di passare alla fotografia e si trasferì nella capitale del cinema dove nel 1927 aprì uno studio vicino a Lafayette Park. Il primo ad essere immortalato fu Ramon Novarro che doveva promuovere la sua futura carriera lirica. La star della MGM, , insoddisfatta dei suoi ritratti realizzati da Ruth Harriet Louise, venne incoraggiata da Novarro a posare per Hurrell. I risultati furono eccellenti tanto che la diva convinse il marito, il produttore della MGM, Irving Thalberg, ad assumere Hurrell. Alla MGM c'era posto per un solo fotografo ritrattista, Louise, quindi, il 1 gennaio 1930 dovette lasciare il lavoro. Hurrell restò alla MGM per tre anni nel corso dei quali contribuì ad un radicale cambiamento della fotografia hollywoodiana. Sotto le luci abbaglianti di Hurrell il pittorialismo dalle dolci sfumature che aveva dominato la fotografia fino a quel momento scomparve del tutto. Egli introdusse una messa a fuoco precisa, dai contorni nitidi, un'illuminazione drammatica e forti contrasti che divennero le caratteristiche dell'avanguardia fotografica. La più importante collaborazione Hurrell la ebbe con Joan Crawford, che emerse dalla sua macchina fotografica come uno dei volti più emozionanti del cinema. Lasciata la MGM nel 1933, Hurrell iniziò a lavorare in proprio; fu il primo dei grandi fotografi cinematografici che John Kobal incontrò. Il giovane giornalista incoraggiò il grande maestro a produrre nuove stampe e successivamente a creare edizioni speciali delle migliori foto, spesso lavorando con lui come assistente di camera oscura.

John Engstead e Carole Lombard, 1936 Negli studi della Paramount Pictures, Los Angeles Paramount Pictures

John Engstead (1909-1983)

Nel 1926, a diciassette anni, John Engstead entrò alla Paramount lavorando come fattorino nel settore pubblicità. Ben presto fu impiegato come stilista per Eugene Robert Richee e Otto Dyar. Un giorno gli venne l'idea di fotografare Clara Bow all'esterno, fuori dallo studio, cosa inammissibile per una star. Il suo capo s'infuriò, ma le fotografie della Bow su una barca a vela erano così fresche e luminose che, invece di essere licenziato, Engstead si guadagnò una promozione. Continuò quindi a lavorare dietro l'obiettivo chiedendo all'amico Cary Grant di prestarsi come modello per fare pratica. Negli anni Trenta fu supervisore artistico nel settore fotografia di scena e, occasionalmente, scattò anche delle istantanee. A causa di una riorganizzazione interna della Paramount, nel 1941 perse il lavoro insieme a Richee. Decise allora di aprire uno studio proprio e tra i ritrattisti indipendenti di Hollywood divenne in assoluto uno dei più richiesti. Memorabili sono i suoi ritratti di Marlon Brando per Un tram chiamato desiderio (1951); quando Marlene Dietrich iniziò la sua carriera concertistica lo volle come suo fotografo esclusivo.

Laszlo Willinger, 1938 Metro-Goldwyn-Mayer

Qui è ritratto mentre arriva negli studi della Metro-Goldwin-Mayer per iniziare a lavorare. Questa foto fu fatta uscire in un comunicato stampa che titolava il “famoso ritrattista è arrivato negli USA da Vienna per realizzare una serie di servizi fotografici delle Star di Hollywood”. Laszlo non è mai tornato a vivere in Europa. L’avvento del nazismo e lo scoppio della guerra lo hanno costretto a rimanere negli Stati Uniti per il resto della sua vita.

Laszlo Willinger (1909-1989)

Fu durante una sosta a Vienna nel 1936, in uno dei suoi ultimi viaggi in Europa alla ricerca di nuovi talenti e poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, che Louis B. Mayer incontrò , Luise Rainer e Laszlo Willinger. Willinger, originario di Budapest, aveva lavorato come fotografo a Parigi e Berlino, prima di aprire uno studio a Vienna. Con un'Europa in crisi, colse l'opportunità di trasferirsi in America, dove si affermò immediatamente come uno dei migliori fotografi della MGM. Erede dell’eleganza europea, Willinger fotografò spesso soggetti posti leggermente sulla diagonale portando alla MGM qualcosa dell’estetica modernista. I suoi ritratti più belli sono quelli di Ingrid Bergman, Vivien Leigh e John Garfield, ma sono di grande freschezza anche quelli di Joan Crawford nel periodo che precede il trasferimento della star alla Warner Brothers. Lasciata la MGM nel 1944, Willinger si affermò come uno dei migliori fotografi pubblicitari. Quando era già in pensione, incontrò John Kobal e si dichiarò disponibile a stampare di nuovo tutto il materiale dai suoi negativi di Hollywood.

Rita Hayworth e Robert Coburn, 1946 Fuori dal set di Hotel Imperial Columbia Pictures

Robert Coburn (1900-1990)

Il nome di Robert Coburn è indelebilmente legato alla Columbia Pictures, per la quale fotografò tutte le grandi stelle, da Rita Hayworth a Kim Novak. Iniziò la sua carriera lavorando per Cecil B. DeMille. Nel 1929 Ernest Bachrach lo assunse alla RKO quando lo studio si stava dotando di un reparto fotografico di scena. Tra i suoi compiti c'era quello di scattare tutte le foto per King Kong (1933) molte delle quali vennero realizzate ricostruendo veri e propri set in miniatura. Lasciò la RKO in seguito all'offerta fattagli dal produttore indipendente , per il quale ritrasse Merle Oberon e Laurence Olivier per La voce nella tempesta (1939). Goldwyn distribuiva i suoi film attraverso la United Artists, dove Coburn veniva spesso chiamato per scattare fotografie di scena, come per il primo film americano di Hedy Lamarr Un'americana nella Casbah (1938). Nel 1941 Coburn venne chiamato a dirigere il reparto di fotografia della Columbia Pictures. Ne rimangono le meravigliose testimonianze fotografiche di Rita Hayworth, tra le quali i ritratti per Gilda (1946). Dopo aver lasciato la Columbia Pictures, nel 1960 Coburn lavorò come freelance per diversi anni, scattando foto di scena per vari film tra i quali Gli uccelli (1963) di Alfred Hitchcock.

Ruth Harriet Louise e Joan Crawford, 1928 Metro-Goldwyn-Mayer

Ruth Harriet Louise (1903-1940)

Nata Ruth Goldstein, figlia di un rabbino, nacque a New York nel 1903. Ruth Harriet Louise è stata la prima donna a fare carriera come fotografo a Hollywood. Lavorava in uno studio a New Brunswick, nel New Jersey, quando la cugina, la stella del cinema muto , la incoraggiò a tentare fortuna a Hollywood. La Myers la presentò a Samuel Goldwyn, che la assunse per fare le prime foto americane di Vilma Bánky. Successivamente la Myers fece conoscere Louise a Louis B. Mayer, che la prese subito a lavorare con sé. Louise all'improvviso si trovò a dirigere il reparto ritratti della MGM. Il lavoro di Louise con le nuove arrivate quali Joan Crawford e principalmente con Greta Garbo contribuì a creare l'immagine di queste star e la loro consacrazione divistica. Alla fine del 1929, Louise venne licenziata e sostituita da George Hurrell, il cui stile moderno e drammatico piaceva molto a Norma Shearer, la stella assoluta della MGM. Dopo il 1930, Louise lavorò in proprio, fotografando il matrimonio di Carole Lombard con William Powell, e per Samuel Goldwyn. Nel 1935 ritornò brevemente alla MGM per ritrarre Myrna Loy. Morì di parto nel 1940.

Ted Allan e Eleanor Powell, 1936 Negli studi della Metro-Goldwyn-Mayer, Culver City Metro-Goldwyn-Mayer

Ted Allan (1910-1993)

Ted Allan iniziò come attore bambino, ma ben presto si accorse di essere più bravo con la macchina fotografica. Quando era ancora un adolescente aprì uno stand fotografico in un grande negozio a Hollywood dove incontrò e fotografò i futuri attori. Ottenne il suo primo lavoro da fotografo dalla 20th Century Fox. A 23 anni, divenuto direttore del reparto ritratti di George Hurrell alla MGM, venne catapultato nella cerchia dei più ambiti fotografi di scena di Hollywood. Alla MGM il suo soprannome era “Rembrandt”. Fotografò molte delle grandi stelle dello studio, ma la sua collaborazione più importante fu quella con Jean Harlow, della quale, a differenza di Hurrell, smorzò la carica sensuale per dare maggior risalto alla bellezza. Allan eccelse soprattutto nei ritratti maschili, ottenendo risultati straordinari con soggetti molto diversi tra loro come Robert Taylor, Jimmy Stewart e i Fratelli Marx. Lasciò la MGM nel 1937 per lavorare freelance, salvo un breve periodo trascorso alla Selznick International. Nel 1960 Allan ebbe un contratto esclusivo con Frank Sinatra. E' stato uno dei fotografi più amati di Hollywood. Una volta in pensione e fino alla sua morte sulle colline di Hollywood nel 1993, ristampò con entusiasmo i suoi lavori per John Kobal usando i negativi originali.

William Walling Jr., 1935 Negli studi della Paramount Pictures, Los Angeles

William Walling, Jr. (1904-1983)

Figlio di attori, da giovane William Walling imparò il mestiere di fotografo per ottenere poi un primo incarico di fotografo di scena presso la 20th Century Fox. Poco più che ventenne decise di tentare la fortuna come attore, lavorando con il nome d'arte di Richard Walling. Ebbe un certo successo, facendo addirittura il co- protagonista con Janet Gaynor. Decise tuttavia di tornare alla fotografia e Elmer Fryer lo assunse alla Warner Bros nel 1929, dove rimase per tre anni prima di passare alla Paramount. Alla Paramount fece da assistente a Eugene Robert Richee, lavorando principalmente come fotografo ritrattista, ma scattando di tanto in tanto anche foto sul set. A lui venne affidato il compito di immortalare molti dei nuovi arrivati, e tra questi ritrasse spesso Carole Lombard e Cary Grant ai loro esordi. Anche se Walling dichiarò che era stato il suo soggetto preferito, le sue foto migliori sono probabilmente quelle di Marlene Dietrich, che lui una volta definì “una classe a sé”. Negli anni successivi Walling lavorò alla Universal fino al suo pensionamento intorno al 1970.