COMUNE DI ARESE Sabato, 17 Ottobre 2015 COMUNE DI ARESE Sabato, 17 Ottobre 2015

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COMUNE DI ARESE Sabato, 17 Ottobre 2015 COMUNE DI ARESE Sabato, 17 Ottobre 2015 COMUNE DI ARESE Sabato, 17 ottobre 2015 COMUNE DI ARESE Sabato, 17 ottobre 2015 Comune di Arese 16/10/2015 Tiscali Il rinnovato Museo Storico Alfa Romeo 1 16 ottobre 2015 Tiscali Comune di Arese Il rinnovato Museo Storico Alfa Romeo Pubbliredazionale Inaugurato il 18 Dicembre 1976 da un' idea di Giuseppe Luraghi , storico presidente della casa milanese, il museo storico Alfa Romeo è stato aperto al pubblico fino ai primi mesi del 2011. Il 30 Giugno di quest' anno ha però riaperto ufficialmente i battenti con una struttura completamente rinnovata . Una scelta strategica visto l' ottimo successo ottenuto dall' Expo, situato a pochi km dal museo. Dopo la presentazione della nuova Alfa Romeo Giulia (osservabile all' interno della concessionaria del museo), questa riapertura rappresenta un altro step per il rilancio della casa del biscione. Collocato all' interno della struttura Alfa Romeo di Arese, il museo racchiude tutta la storia della casa dal 1910 ad oggi , con le vetture (69 nel nuovo museo contro le 130 di quello precedente) collocate su tre piani. Subito all' entrata è possibile ammirare una Alfa Romeo 4C e si possono consultare diversi libri ed acquistare delle t­shirt o dei cappellini. Una volta oltrepassata l' area delimitata dai tornelli, sulla parete di sinistra si nota la cronologia dei marchi Alfa Romeo a partire dal 1910 (con la presenza solo di "Alfa Milano") fino ad oggi, con l' ultimo svelato in questi mesi. Subito sulla destra invece sono visibili i motori aeronautici di Alfa Romeo Avio, divisione della casa automobilistica. Passando nella zona vera e propria del museo, al primo piano troviamo la storia degli inizi della casa milanese con il primo modello in assoluto : Alfa 24 HP. Oltre a questa vettura si può ammirare anche Alfa 15 HP (1911) con la classica manovella per l' accensione ed i motori costruiti in ghisa. Ricordiamo che fino al 1918 la casa era denominata solamente "Alfa" ( Anonima Lombarda Fabbrica Automobili ) e solo da quell' anno in seguito all' acquisto da parte di Nicola Romeo prese il nome "Alfa Romeo". Proseguendo con la visita del museo si nota la RL Super Sport del 1922, vettura su cui vennero montati i primi parabrezza ed i primi tergicristalli , soprattutto sui modelli 6C 1750 Gran Sport (1931) e 8C 2300 Mille Miglia (1932). Al primo piano ci sono poi le 6C 2300 B (1935), le 6C 2500 Sport (1947), la 1900 (1950), la Super Sprint (1954) ed il primissimo modello della storica Giulietta (1955). Scendendo le scale ma restando sempre sullo stesso piano è visibile la Montreal del 1970 di colore arancio, posizionata vicino alle sportive 164 e 8C ed alla splendida Alfa 75. Scendendo al secondo piano è possibile ammirare l' ottimo lavoro di rinnovamento compiuto grazie ad una piattaforma con illuminazione sottostante sulla quale sono posizionate le auto . La prima visione del secondo piano è stata la 1900 C52 Disco Volante (1952), seguita dalla 40­60 HP (1913) della Carrozzeria Castagna. Sempre al secondo piano sono esposti tre gioielli di concept car su un solo esemplare: 33 Bertone Carabo (1968), Iguana (1969) e 33/2 Coupè Speciale (1969). Inoltre è possibile ammirare una bella carrellata di auto con Giulietta Spider Prototitpo Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 1 16 ottobre 2015 Tiscali <­­ Segue Comune di Arese (1955), Giulia TZ, Giulia Sprint GT (1963) e Giulia Sprint GTA (1965). Nel terzo ed ultimo piano inizia la parte dedicata alle competizioni : subito in mostra la Bimotore 16C (1935) utilizzata dalla Scuderia Ferrari per la Formula Grand Prix, quando Enzo Ferrari era direttore del reparto corse di Alfa Romeo. Nella sala è possibile osservare un filmato in cui viene ripercorso il passato della casa nel mondo delle competizioni. Non potevano poi mancare la classica 8C 2300 LM che vinse la 24 Ore di Le Mans dal 1931 al 1934 e la 8C 2900 B Speciale Tipo Le Mans (1938). Nella seconda sala, sempre al terzo piano, è osservabile la Tipo 512 GP (1940) che però non debuttò mai nella Formula GP. Un' altra saletta cinema è composta da vari schermi su cui è possibile ammirare l' inizio delle corse di Alfa con Mille Miglia, Targa Florio, Le Mans ed F1, fino ad arrivare all' impresa di Nicola Larini nel DTM (1993) con la 155 V6 TI. Quest' ultima è presente assieme alle altre vetture da corsa come le Sport 33 TT 12 e 33 SC 12, rispettivamente campionesse nel mondiale Sportprototipi negli anni 1975 e 1977. Presenti infine le uniche vetture di Formula 1 con la Brabham­Alfa Romeo BT45 (1976­1977 e parte del 1978), la 179D (1981 e solo GP Sud Africa 1982) di Bruno Giacomelli e la 155 V6 TI (1993) del DTM con cui vinse Nicola Larini. E' possibile accedere al museo tutti i giorni eccetto il martedì e durante le festività del 25 Dicembre e del 1 Gennaio, dalle ore 10.00 alle 18.00 ad eccezione del giovedì con chiusura alle 22.00 . Il prezzo del biglietto intero è di 12 euro e di 8 per il ridotto, con accesso gratuito per bambini con età inferiore a cinque anni, accompagnatori di persone disabili e guide turistiche. Per raggiungere il museo in auto bisogna percorrere l' Autostrada A8­A9 e prendere l' uscita Arese­Lainate. Cerca la tua prossima auto su CarAffinity ! Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 2 COMUNE DI ARESE Martedì, 20 ottobre 2015 COMUNE DI ARESE Martedì, 20 ottobre 2015 Comune di Arese 20/10/2015 iltempo.com PAOLO ZAPPITELLI Dagli scarti diVini Energia e design 1 20 ottobre 2015 iltempo.com Comune di Arese Dagli scarti diVini Energia e design Con la lavorazione delle vinacce rinnovabili per alimentare una città Occhiali, capi di abbigliamento, energie rinnovabili, micro­suite e poltrone. È tutto quello che ruota attorno al mondo del vino ma che non finisce direttamente in bottiglia. Perché, con quelli che chiamiamo "scarti" della lavorazione, architetti, designer e imprenditori hanno ormai costruito un vero e proprio business. A cominciare dall' energia elettrica che viene prodotta lavorando fecce e vinacce, queste ultime prodotto nobile dal quale si ottiene la grappa. Ogni anno, infatti, le distillerie ricevono dalle cantine oltre un milione di tonnellate di sottoprodotti della vinificazione e attraverso la lavorazione di questo materiale si arriva ad ottenere quasi 300.000 Mwh annui. Per avere un' idea si tratta di una quantità di energia tale da coprire per dodici mesi i fabbisogni domestici di una popolazione di circa 300.000 persone. In pratica l' equivalente di una città come Matera. L' altra scommessa ­ giocata e vinta da alcuni designer ­ è quella di dare nuova vita a oggetti che ruotano attorno alla vita in cantina. Come le botti che, normalmente, dopo anni di gloriosa attività, vengono mandate in pensione e bruciate. Con il legno delle doghe, invece, un giornalista e sommelier, Marco Pozzali, ha avuto l' idea di realizzare montature per occhiali, facendosi aiutare per la realizzazione dall' azienda "Ultra limited". Da qui ­ racconta il sito Winenews.it ­ è nata una linea, uscita per la prima volta quest' anno, utilizzando le barrique "esauste" di Franciacorta e di Brunello di Montalcino. Per restare nel mondo della moda dagli Stati Uniti arriva invece la camicia di jeans tinta con il vino. La proposta è della Robert Mondavi Winery, una delle aziende leader della Napa Valley, che l' ha realizzata in sinergia con il brand Crawford Denim. La camicia è stata colorata a mano usando il "Robert Mondavi Heritage Red Miscela 2013" ed è stata messa in vendita negli Stati Uniti a 135 dollari. Oltre alle camicie, sono state realizzate anche 1.000 bandane. Ma siccome non bisogna essere mai banali e ripetitivi, stavolta per colorarle è stato usato un blend di Syrah e Merlot. Chi invece pur non usando materiali di scarto si è ispirato alle botti dove il vino riposa, invecchia e matura, è una società di Arese, in provincia di Milano, "Alberi&case", che ha ideato delle mini­suite fatte a forma di botte. La loro destinazione ideale? Le vigne, dove vengono messe a disposizione di chi si vuole regalare una vacanza a contatto con la natura. La "casetta" a forma di barrique, progettata per una coppia, prevede due livelli, la zona giorno in basso e una zona notte sopra, con delle vetrate che offrono la vista sul paesaggio. Se invece qualcuno pensa che una bottiglia di vino finisca la sua vita una volta consumata è smentito dall' idea che ha avuto l' azienda vicentina Livingcap: il sughero dei tappi viene utilizzato per realizzare una linea di oggetti di design. Così è nato uno Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 1 20 ottobre 2015 iltempo.com <­­ Segue Comune di Arese sgabello a forma di tappo spumante, costruito riutilizzando più di 700 sugheri, mentre per costruire una versione più grande ne sono stati "riciclati" ben 2.500. E con gli stessi sugheri sono stati progettati anche dei tavolini. Nelle distillerie, invece, non ci si ferma alla produzione di energie rinnovabili. Dalla lavorazione delle vinacce si ottiene un altro prodotto fondamentale per molti settori industriali, l' acido tartarico. Ben il 60% di quello mondiale viene prodotto in Italia. Si tratta di un elemento utilizzato in grandi quantità dall' industria farmaceutica (è l' ingrediente che garantisce l' effervescenza nei farmaci), dall' industria alimentare (per una migliore stabilità dei prodotti lievitati, nei succhi di frutta, nelle conserve per evitare la formazione delle muffe, e anche nella preparazione dei vini), ma anche nella cosmetica (ha un potente effetto antiaging e di schiarente per la pelle) fino all' industria del gesso e delle costruzioni (rallenta i processi di solidificazione).
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