Carta Ittica Pesaro 11
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1 Introduzione Nelle acque interne italiane sono presenti 63 taxa indigeni di pesci, di cui 4 appartenenti alla classe dei Ciclostomi e ben 59 alla classe degli Osteitti o Pesci Ossei. Per quanto riguarda la distribuzione dei pesci d’acqua dolce, in Italia possono essere distinti due “distretti evolutivi”: il settore Padano-Veneto e quello Italico-Peninsulare (Gandolfi e Zerunian, 1987, modificato da Zerunian, 2002). • La prima regione comprende il nord Italia e la Slovenia nonché il versante adriatico italiano fino alla zona di Ancona, ed il versante croato fino al Fiume krka in coincidenza con il vecchio bacino idrografico del Fiume Po durante l’ultimo periodo glaciale pleistocenico. • Il secondo comprende tutte le regioni dell’Italia peninsulare poste ad occidente della catena Appenninica ed al di sotto di una linea che congiunge la Liguria alla parte meridionale delle Marche. All’interno del distretto padano-veneto sono presenti otto specie endemiche: la Lampreda Padana, il Triotto, la Savetta, il Cobite mascherato, il Carpione del Garda, il Ghiozzetto cinerino, il Panzarolo ed il Ghiozzo padano; ad esse si aggiungono altri 9 taxa che probabilmente si sono evolute in questa regione ed hanno poi esteso il loro areale a regioni limitrofe: lo Storione cobice, il Vairone , l’Alborella, la Lasca, il Barbo comune, il Barbo canino, il Cobite, la Trota mormorata ed il Ghiozzetto di laguna. Nella regione italico peninsulare sono invece endemiche quattro specie: la Rovella, il Carpione del fibreno, l’Alborella meridionale ed il Ghiozzo di ruscello. Lo stato delle conoscenze attuali sui pesci delle acque interne d’Italia è tuttavia ancora lacunoso sia a livello tassonomico sia riguardo la distribuzione e la biologia di alcuni taxa endemici; le lacune conoscitive si riflettono poi negativamente sulle attività di gestione e conservazione delle specie. Il territorio della Provincia di Pesaro-Urbino, che comprende la porzione più meridionale della regione Padano-Veneta, non è stato mai indagato in modo specialistico attraverso rilevamenti e metodiche di campionamento standardizzate; ciò ha comportato per il legislatore, una sostanziale difficoltà nel gestire, senza dati oggettivi in suo possesso, una realtà molto complessa legata agli ecosistemi acquatici ed alle biocenosi correlate. La nuova carta ittica provinciale rappresenta pertanto un documento di base alla programmazione ed alla gestione scientifica degli ambienti acquatici e delle popolazioni di pesci presenti sul territorio di competenza amministrativa, poiché consente di mettere in relazione lo stato ecologico dei corsi d’acqua con lo stato qualitativo e quantitativo dell’ittiofauna che in essi è presente. La nuova carta ittica in particolare offre dati riguardanti la distribuzione e le dinamiche di popolazione dei pesci, prevedendo per ogni specie la rilevazione di valori oggettivi di abbondanza sia numerica che ponderale. 2 L’analisi degli scostamenti da quella che è ritenuta una situazione “normale” o “naturale” delle comunità ittiche permetterà di pianificare e localizzare con precisione interventi di ripristino ambientale e di gestire, in maniera naturalistica, le ittiocenosi e le attività di pesca. 3 Zonazione ittica I corsi d’acqua principali della Provincia di Pesaro-Urbino sono costituiti da una serie di ecosistemi diversi che si susseguono nella direzione della corrente da monte a valle. Procedendo dalla sorgente alla foce, lungo il profilo longitudinale, si assiste ad una diminuzione della pendenza, della velocità della corrente e della granulometria del substrato, e ad un aumento della portata, della profondità, dell’ampiezza dell’alveo, della temperatura dell’acqua e della sostanza organica fine. In risposta al variare dei parametri ecologici varia progressivamente anche la composizione delle biocenosi acquatiche. In questo senso i corsi d’acqua rappresentano un continuum , in cui le comunità ittiche cambiano progressivamente da monte a valle sfumando le une nelle altre in risposta alla variazione dei parametri ambientali del corso d’acqua; ciononostante, per semplicità descrittiva e gestionale, è possibile distinguere zone di relativa omogeneità dal punto di vista della composizione ittiofaunistica (Zerunian, 1982). • Zona a salmonidi_Tratto Montano • Zona a ciprinidi reofili_Tratto Collinare • Zona a ciprinidi limnofili_Tratto Planiziale I tratti montani dei fiumi provinciali hanno generalmente sezione ridotta, carattere erosivo e spesso sono poco illuminati perché coperti quasi completamente dalla vegetazione riparia. La velocità di corrente è notevole, il fondo è costituito da materiale grossolano come massi e ciottoli ed il tenore dell’ossigeno disciolto in acqua è elevato poichè la temperatura si mantiene inferiore ai 14-15 gradi anche nei mesi estivi. Torrente Vitoschio (Monte Nerone) Il tipico torrente montano è morfologicamente caratterizzato da un’alternanza di piccole pozze a velocità di corrente ridotta, intervallate da cascatelle in cui l’acqua in caduta scambia ossigeno con 4 l’atmosfera. La specie ittica tipica della zona montana è la trota fario, che può essere associata nella porzione pedemontana ad altre specie quali il vairone, il barbo e lo scazzone. Il tratto collinare dei fiumi è più largo, con acque più profonde e maggiormente illuminato rispetto al tratto montano. La zona è soggetta a torbide di breve durata e la temperatura dell’acqua raggiunge nel periodo estivo i 20-22 gradi. La velocità di corrente è minore rispetto alla zona della trota tanto da consentire il depositarsi sul fondo di sassi, ciottoli, sabbia e fango; anche l’ossigeno disciolto è minore per il fatto che aumenta la temperatura e diminuiscono Torrente Biscubio poco sopra Piobbico le turbolenze e con esse la capacità el fiume di scambiare ossigeno con l’atmosfera. Gli ambienti acquatici collinari della Provincia di Pesaro-Urbino si presentano nel complesso eterogenei, con buche, raschi e zone a bassa profondità in cui l’acqua scorre non increspata, e sono generalmente circondati da vegetazione arborea ed arbustiva. I pesci che popolano questa zona sono i ciprinidi a deposizione litofila, che costituiscono comunità ampie ed articolate potendo sfruttare le buone disponibilità alimentari offerte dall’ambiente. Specie caratteristiche sono il barbo comune, il vairone, il cavedano, la lasca, la rovella, il ghiozzo, il gobione ed il cobite. Nel tratto di pianura troviamo acque cariche di nutrienti, con scarso ossigeno disciolto e temperatura massima superiore a 23-25 gradi in estate; la modesta pendenza dell’alveo e la conseguente ridotta velocità di corrente consentono il deposito sul fondo di materiale di ridotte dimensioni come ghiaia, sabbia e fango. Le specie ittiche tipiche appartengono alla famiglia dei ciprinidi a deposizione fitofila . Fiume Foglia a Pesaro 5 Il settore planiziale dei corsi d’acqua della Provincia di Pesaro Urbino si può collocare fra la fascia altitudinale degli 80 m.s.l.m. fino ad un generico limite imprecisato nella zona di foce, in cui la comunità ittica è composta sia da specie tipiche ed esclusive delle acque interne che da specie eurialine le quali operano abituali migrazioni all’interno dei corsi d’acqua sia per scopi alimentari che riproduttivi. La zona è caratterizzata dalla presenza di alcune specie ittiche tipiche e dalle loro abbondanze relative: distinguiamo pertanto specie dominanti come il cavedano, la carpa, la scardola e l’alborella, da specie associate come il barbo, la lasca, l’anguilla, il cobite e la rovella. Nella zona prossima alla foce, in cui la salinità varia frequentemente in dipendenza dell’ingressione marina, si rinvengono, accanto a forme tipicamente dulciacquicole come carpa e cavedano, specie marine che utilizzano il fiume per svolgere una parte del proprio ciclo biologico: è questo il caso dell’anguilla, del cefalo, dell’orata, del latterino e della spigola. 6 Materiali e metodi I campionamenti ittiofaunistici eseguiti all’interno del territorio di competenza della Provincia di Pesaro-Urbino, sono stati condotti su stazioni di monitoraggio (tratti di corso d’acqua) scelte preliminarmente in base a criteri fisici, geologici e di destinazione d’uso dei corpi idrici; avendo cura che, nel loro insieme, fossero rappresentative della diversità ambientale valutata su scala di singolo bacino idrografico. Al fine di ottimizzare la scelta delle stazioni di monitoraggio, il reticolo idrografico di pertinenza della Provincia di Pesaro Urbino, è stato dapprima indagato attraverso supporto cartografico vettoriale; ciò ha permesso di individuare con precisione sulla carta, una serie di corsi d’acqua, anche di modesta entità, e di stazioni di monitoraggio alle differenti quote altimetriche, nelle quali concentrare le attività di ricerca. Dall’individuazione su base cartografica si è poi passati ai sopralluoghi di campo al fine di una più corretta valutazione dei parametri ambientali espressi dai differenti ecosistemi acquatici. Ad ogni stazione di monitoraggio è stato infine assegnato un codice composto dal nome del corso d’acqua campionato a cui è stata associata una numerazione crescente da monte a valle. I campionamenti sono stati eseguiti, utilizzando le tecniche dell’elettropesca, nel corso degli anno 2005 e 2006 ed hanno interessato 100 stazioni distribuite in 5 diversi bacini idrografici (Marecchia, Foglia, Conca, Metauro e Cesano). Al termine di ciascun campionamento è stata compilata una scheda, composta di tre parti: la prima indicante informazioni sull’ubicazione della stazione di campionamento (nome del corso d’acqua,