ALTA VALTIBERINA

Apecchio S. Angelo in Vado Il comune di è situato in Provincia di Pesaro e Urbino Lo studio della pianta della Tiphernum porta alla constatazione che sull'Appennino umbro-marchigiano attraversato dai fiumi la città aveva forma quadrata, costruita sulle le due perpendicolari Biscubio e Menatoio. Il rilievo dominante è quello di Monte cardo e decumano che si incrociavano nella via principale. Nerone, 1526 m s.l.m. I segni lasciati dal passato fanno ipotizzare L'esistenza di un antico municipio romano è attestata dai molti la presenza di insediamenti celti, etruschi, umbri, romani, reperti archeologici ritrovati e oggi conservati nell'Antiquarium nonchè distintiva è la sua struttura medievale. Il primo della città. Sulle rovine della città romana i Longobardi ricostruirono documento scritto riguardo ad Apecchio risale al 1077 e il nuovo abitato e lo dedicarono all'arcangelo Michele, di qui il testimonia il dominio su di essa del Vescovo-conte di Città di nome di Sant'Angelo. "In Vado" fu aggiunta successivamente e Castello. Il controllo da parte della città umbra perdurò fino al sarebbe da attribuire al fatto che per raggiungere i due tronconi secolo XIII, quando dopo lunghe lotte prevalse sulla cittadina la della città adagiata sulle rive del fiume si dovesse "guadare" il famiglia degli Ubaldini della Carda, proveniente dal vicino . Sullo scorcio del Medio Evo Sant'Angelo in Vado fu castello di Carda, alle pendici del monte Nerone. Questa nobile capitale della Massa Trabaria, Provincia forestale dello Stato della casata fece entrare la cittadina nel ducato di Urbino Chiesa. Nel 1636 Papa Urbano VIII elevò Sant'Angelo al rango di rimanendovi fino al 1752 quando la Santa Sede lo incorporò "Città" e la promosse a Diocesi. Nel luglio del 1849 di qui passò nello Stato Pontificio fino all'Unità d'Italia. Nel centro storico del Giuseppe Garibaldi in fuga dopo la caduta della Repubblica paese si possono visitare Palazzo Ubaldini, risalente al 1500, la Romana. Nel 1861 viene a far parte del Regno d'Italia. chiesa di San Martino, il ponte medievale “a schiena d'asino” Recentemente riportata alla luce la Domus del mito del I sec. d.C. si (particolare che Raffaello Sanzio riproduce sulla sua tela, La trova poco fuori dal centro; visitabili sono le terme romane, il Madonna del Cardellino) e la torre campanaria con orologio Duomo, del 1639, consacrato al papa urbano VIII e la chiesa di San del XV secolo. Filippo.

Mercatello L'origine di questa cittadina, posta sul corso del fiume Metauro e alle soglie dell'Appennino, risale al XII secolo a.C. per opera Urbino degli umbri. In epoca romana Augusto la inserì nella Regio VI Urbino Fu uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano, di (poichè si trovava al confine tra Umbria ed Etruria) e cui conserva appieno l'eredità architettonica. La città romana di distrutta durante le invasioni barbariche fu ricostruita dai Urvinum Metaurense divenne un centro importante durante il Longobardi nel VI secolo. Posta dapprima sotto la giurisdizione di medioevo in particolare durante le guerre gotiche nel VI secolo. Città di Castello, entrò poi a far parte della Massa Trabaria, nel IX Passò quindi nel dominio dei Longobardi e poi dei Franchi. Il re dei secolo. Il piccolo borgo fu dichiarato libero e indipendente dai Franchi Pipino offrì Urbino allo Stato della Chiesa fin quando il pontefici Celestino II nel 1141, fino al 1367. Con il matrimonio di territorio non cadde sotto l'influenza dei vicini nobili del Montefeltro. Federico da Montefeltro con Gentile Brancaleoni (1417), I Montefeltro riuscirono ad imporsi e si impossessarono di Urbino Signora di , la municipalità venne governando fino al 1508. L'esponente più famoso dei Montefeltro fu incorporata nel ducato di Urbino. Nel 1636 entrò a far parte dello Federico, signore di Urbino dal 1444 al 1482, condottiero di Stato Pontificio. Tra I luoghi d'interesse spiccano la chiesa di San successo, diplomatico abilissimo e mecenate entusiasta di arti e Francesco di stile gotico-primitivo, e la Pieve Collegiata di letteratura; alla sua corte, Piero della Francesca nato nella vicina architettura romanica dedicata a san Pietro, nonchè la casa contea di Sansepolcro scrisse “Sulla Scienza della Prospettiva”. Le natale e il santuario di Santa Veronica Giuliani nata a Mercatello attrattive maggiori sono il Duomo neoclassico, il Monastero di s. il 27 dicembre 1660. Chiara del XV secolo e Palazzo Bonaventura- Montefeltro, sede centrale dell'Università locale. Frigino

Info 349.2171442 333.7112800 [email protected] ALTA VALTIBERINA Francesca, uno dei volti più importanti della cultura due piazze che compongono Città di Castello rinascimentale italiana, pittore e matematico italiano, ospitano edifici momumenti della sua storia: il Duomo, Frigino sorge sul comune di Città di Castello all'estremo che svolse la sua attività tra san Sepolcro, il territorio elevato da Leone XIII al rango di Basilica Minore, la confine dell'Umbria. Castello, che fu fondata dagli aretino tra cui Monterchi, dove lasciò uno dei suoi torre civica riaperta ai visitatori nel 2018, il palazzo Umbri intorno al I secolo a.C., divenne municipio capolavori, La Madonna del Parto, presso Federico da storico dei Priori sede del Comune, Palazzo Vitelli e romano di cui il patrono più illustre fu Gaio Plinio Cecilio Montefeltro di cui fu protetto, nonchè presso i Medici. E tra Palazzo Albizzini che oggi custodisce le opere Secondo detto Plinio il Giovane il quale, secondo gli artisti del cinquecento che attraversarono questo dell'artista tifernate contemporaneo Alberto Burri. quanto affermato in una sua lettera, fece erigere un territorio non si può dimenticare Leonardo da Vinci che tempio, ultimato nel 103 o 104, di cui non si conosce la dipinse per Anghiari la famosa "Battaglia di Anghiari". La collocazione. Certamente la gens Plinia possedeva residenza di Alessandro Vitelli a Castello eretta in onore vasti latifondi nelle vicinanze della città ed una villa, della moglie Angela Paola Rossi da San Secondo che è più volte ricordata dallo stesso Plinio il Giovane Parmense, ora Pinacoteca Comunale, in pieno centro nelle sue lettere. La città fu chiamata Tifernum della città è avvolta in un'aura di leggenda per la figura Tiberinum dai Romani, al fine di distinguerla tra mito e realtà di Laura, amante di Alessandro che si dall'omonimo insediamento posto sul Metauro, narra facendo cadere un fazzoletto invitava gli uomini Tifernum Metaurense, e sembra che assunse una che seduceva a passare con lei la notte nel castello per discreta rilevanza, visto che è citata anche da Plinio il poi ucciderli gettandoli in una fossa di coltelli. VecchioAlla. Secondo la tradizione, la città fu distrutta nelscoperta FRIGINO VI secolo ad opera dell'ostrogoto Totila e successivamente ricostruita dal vescovo Florido, poi Frigino sorge a 630 m di altitudine in un territorio solitario e santificato e proclamato patrono della città. La città naturalmente ispirativo. È un'immersione nel brillante venne dunque conquistata dai Longobardi, che la verde di una natura incontaminata che sembra animarsi chiamarono Castrum Felicitatis e la ricompresero nel nel suo splendore e accompagnarci nel mistero dei suoi Ducato di Tuscia. In seguito passò sotto il dominio dei boschi. Riscoprire il silenzio gustare la magia delle sue Franchi prima e dello Stato della Chiesa poi. vallate e godere della sua aria pura risveglia il benessere di... del corpo e dello spirito durante le lunghe passeggiate Nel 1817 il territorio del comune di Città di Castello fu che costeggiano poetici crinali che si staglianoni nel blu di decurtato di alcune parti del suo territorio tra cui San un cielo profondo. Solo in questi luoghi si riscoprono le fonti giustino che ottenne l'indipendenza nel 1827, che con il essenziali del vivere, l'acqua della sorgente, il fuoco e la suo Castello Bufalini, considerato il simbolo stesso della farina è tutto ciò che ci serve per rivivere le radici di una città, edificio elegante e maestoso del tardo '400 dà il tradizione contadina che esaltandole coltiva la semplicità benvenuto ai visitatori. Al suo comune appartiene anche e l'autenticità dei valori e dei sapori della sua terra. Durante il Rinascimento Castello fu un centro culturale Villa Margherini Graziani un edificio storico del 500 di di notevole rilievo che acquisì grazie al patrocinio della proprietà della omonima famiglia in cui oggi sono allestiti famiglia Vitelli, signoria di mecenati di artisti locali ed i ritrovamenti della villa plinia “in Tuscis”. Castello nel 1849, internazionali, come il più celebre Raffaello Sanzio che durante i moti insurrezionali dei paesi limitrofi ottenne dipinse per la chiesa di san Francesco Lo sposalizio provvisoriamente la libertà dallo Stato Pontificio: l'11 della Vergine. Tra 4 e 500 moltissimi furono gli artisti che settembre 1860 fu definitivamente occupata dall'esercito diedero lustro all'alta valle del Tevere: nella vicina piemontese e l'anno successivo entrò nello Stato Italiano, Borgo Sansepolcro nel Scalocchio1416 nacque Piero della e dintor seguendone da questo momento le vicende storiche. Le