La Satira Operistica Metateatrale Tra Settecento E Ottocento

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La Satira Operistica Metateatrale Tra Settecento E Ottocento Ministero dell'Istruzione, dell'Universit`ae della Ricerca ALTA FORMAZIONE ARTISTICA E MUSICALE Conservatorio di Musica \Cesare Pollini" Padova Diploma Accademico di Secondo Livello in Pianoforte - Maestro Collaboratore Tesi LA SATIRA OPERISTICA METATEATRALE TRA SETTECENTO E OTTOCENTO Relatore: Diplomando: Prof. MARIA NEVILLA MASSARO RAFFAELE CIPRIANO ANNO ACCADEMICO 2006-2007 2 Indice 1 Introduzione 5 2 La satira operistica metateatrale tra Settecento e Ottocento 7 2.1 Le querelles di Raguenet e Lecerf . 8 2.2 La polemica e la satira in Italia . 9 2.3 L’eredit`ade Il teatro alla moda . 13 3 Il repertorio 15 3.1 La Dirindina . 15 3.2 L'impresario delle Canarie . 17 3.3 La critica . 18 3.4 Der Schauspieldirektor (L'impresario teatrale) . 19 3.5 Prima la musica poi le parole . 20 3.6 L'impresario in angustie . 21 3.7 Il maestro di cappella . 23 3.8 Le cantatrici villane . 24 3.9 Le convenienze e inconvenienze teatrali . 26 Bibliografia 28 3 4 Capitolo 1 Introduzione Nel Settecento l'opera italiana era molto apprezzata dal pubblico aristocra- tico e borghese europeo. Di opinione diversa erano per`ofilosofi, scrittori e letterati, i quali evidenziavano nei loro scritti che il rapporto tra musica e poesia fosse gravemente sbilanciato a favore della prima. Nell'opera seria padroneggiavano infatti elementi extramusicali: il virtuo- sismo canoro - col ben noto seguito di arbitrii e deformazioni dei cantanti, capricci di prime donne, atteggiamenti di divismo di tenori e castrati - e la magnificenza spettacolosa della scenografia. Musicalmente, la falsit`adell'o- pera seria si manifesta con la quasi scomparsa dei cori e l’atrofizzata funzione dell'orchestra; l'opera diventa un alternarsi monotono di recitativi sempre uguali che nessuno ascolta e di arie incuranti dei valori espressivi del testo, banchi di prova per l'ugola dei virtuosi. Le critiche pi`uaspre furono mitigate quando si imposero i drammi per musica di Zeno e Metastasio: essi imposero l'eliminazione del connubio tra elementi seri e elementi comici, l'esposizione dell'antefatto, il delineare con chiarezza i personaggi. La poesia elegante, la chiarezza e la logica dei recitati- vi e la coerenza drammaturgica dei libretti metastasiani ebbero un notevole 5 6 CAPITOLO 1. INTRODUZIONE peso nello smorzare l'avversione dei letterati. La gestione dello spettacolo rimaneva tuttavia soprattutto nelle mani dei cantanti, e contro di essi si ri- volsero principalmente le satire degli intellettuali, tra le quali il celebre Teatro alla moda di Benedetto Marcello (1720). Essi sollecitarono nei loro scritti una riforma dei meccanismi teatrali e drammatici soprattutto nella direzione di una maggiore unit`adrammatica, riforma che venne effettuata negli anni avvenire da Gluck e Calzabigi. In questo contesto di critica da parte di poeti e filosofi e di rinnovamento da parte di librettisti e compositori, prende vita un piccolo filone operistico satirico metateatrale: satirico perch`ecostituito da brevi operine spesso in un atto, eseguite come intermezzi di opere serie, che hanno come oggetto una pungente parodia della produzione musicale e dei suoi difetti; metateatrale perch`ein queste opere spesso si mettono in scena i preparativi di un opera e il dietro le quinte della produzione musicale, dando cos`ı forma ad una dimensione di teatro nel teatro. In questa tesi daremo dapprima una contestualizzazione del dibattito mu- sicale (capitolo 2), per poi fare un excursus sulla produzione operistica in questione (capitolo 3). Capitolo 2 La satira operistica metateatrale tra Settecento e Ottocento Le strane e incongrue vicende proposte nei libretti di molte opere, la mancan- za di verosimiglianza drammatica nei lavori di librettisti sempre pi`ufrettolosi e gli arbitrii dei cantanti sulla scena furono oggetto tra il Seicento e il Sette- cento delle critiche degli scrittori, ed erano condivise dai settori pi`usensibili del pubblico. Il mondo operistico appariva assurdo e singolare e si presta- va bene ad essere fatto oggetto di ironie e pungenti prese in giro. Accanto quindi alla critica letteraria colta nacque un piccolo filone letterario satirico che si svilupp`ofino ai primi decenni dell'Ottocento. La satira pi`upungente e famosa, che diede inizio a questo filone `e Il teatro alla moda, scritta da Benedetto Marcello nel 1720. In questo capitolo daremo un breve quadro del dibattito critico sul melo- dramma italiano avvenuto tra la fine del Seicento e il Settecento: partiremo dalla querelle tra melodramma francese e melodramma italiano della seconda 7 8 CAPITOLO 2. LA SATIRA OPERISTICA METATEATRALE. met`adel Seicento, per poi spostarci sul dibattito strettamente italiano del Settecento, che `epoi sfociato nella satira e nella produzione operistica. 2.1 Le querelles di Raguenet e Lecerf Le prime polemiche sul melodramma italiano si trovano nelle querelles della seconda met`adel XVII secolo tra fautori del melodramma francese e fautori del melodramma italiano. A partire dal 1645 la Gazette de France dava i resoconti delle opere italiane rappresentate a Parigi e cominciano i primi impliciti paralleli fra musica francese e musica italiana. Una posizione ben chiara si ha nel 1702 quando l'abate francese Francois Raguenet pubblica il famoso Parall`eledes Italiens et des Francais en ce qui regarde la musique e les op´eras, un breve opuscolo polemico, primo di una lunga serie in cui viene impostato il problema con grande lucidit`ae chiarezza di idee. La tesi di Raguenet `eche se da un punto di vista razionalistico la vittoria spetterebbe alla Francia, da un punto di vista pi`ugenerale, la vittoria `eitaliana. Le opere francesi infatti sono scritte molto meglio di quelle italiane, sempre coerenti nel disegno e, anche se rappresentate senza musica, ci avvincono come qualsiasi altro pezzo puramente drammatico. Le opere italiane invece sono povere e incoerenti rapsodie senza alcuna connessione e disegno. le loro scene consistono di dialoghi e soliloqui banali, al termine dei quali viene inserito di soppiatto una delle loro migliori arie per concludere la scena.A riscattare l'opera italiana c'`eper`oun pregio di tutt'altro ordine: la musica- lit`a. E` forse la prima volta che la musica viene riconosciuta come elemento del tutto autonomo, indipendente dalla poesia e soprattutto libera da do- veri morali, educativi o intellettuali. I termini della polemica sono ormai chiari: da una parte i difensori della tradizione razionalistica e classicistica 2.2. LA POLEMICA E LA SATIRA IN ITALIA 9 (incarnatasi nel melodramma di Lulli), dall'altra gli amatori del bel canto italiano, cio`ecoloro che difendono l'autonomia dei valori musicali e le esigen- ze dell'orecchio, anche a scapito delle regole drammatiche e della coerenza stilistica. La risposta arriv`opresto, nel 1704 ad opera di Lecerf de La Vieville, che pubblic`o Comparaison de la musique italienne et de la musique francaise e poi il Trait`edu bon go^uten musique. Secondo Lecerf `eindispensabile perseguire il giusto mezzo: osservare la naturalezza, la semplicit`a,evitare gli eccessi, abolire il superfluo. Scrive: la vera bellezza `enel giusto mezzo [. ] L'eccessiva povert`adi ornamenti significa nudit`aed `eun difetto. Un eccesso di ornamenti significa confusione, ed `eun difetto, una mostruosit`a. Analizzando bene le due posizioni si pu`oaffermare che sia Raguenet che Lecerf concordano sul fatto che la musica francese sia superiore dal punto di vista letterario e drammatico. Se per`oLecerf si ferma a queste consi- derazioni, lasciandosi guidare esclusivamente dalla ragione, Raguenet `eun dilettante di gusto che viaggia e apprezza ci`oche gli piace, anticipando cos`ı l'atteggiamento critico pi`ulibero e spregiudicato di molti illuministi, e mette quindi in risalto la bellezza e la superiorit`amusicale del bel canto italiano. 2.2 La polemica e la satira in Italia Anche in Italia agli inizi del XVII secolo cominciano le polemiche di poeti e letterati, che riaffermano con determinazione il primato della poesia nei confronti della musica. Basti pensare alla Istoria della volgar poesia di G. M. Crescimbeni (1698), alla Perfetta poesia italiana spiegata ed illustrata con varie osservazioni di L. A. Muratori (1706) al dialogo Della tragedia antica e moderna di P. J. Martello (1714-15), nella Storia e ragione di ogni 10 CAPITOLO 2. LA SATIRA OPERISTICA METATEATRALE. poesia di F. S. Quadrio (1744). Citiamo a titolo di esempio un passo della Perfetta poesia italiana di Muratori: . n`eil terrore, n`ela compassione, anzi niun nobile affetto si sveglia nell'uditore allorch`esi cantano i Drammi [. ] I moderni Drammi, considerati in genere di poesia rappresentativa e di Tragedie, sono un mostro e un'unione di mille inverisimili. Da essi niuna utilit`a,anzi gravissimi danni si recano al popolo; n`epu`otampoco da loro sperarsi quel diletto per cui principalmente, o unicamente sono inventati. In Italia per`o,oltre alla dimensione 'colta' del dibattito, si sviluppa una dimensione satirica, che sbeffeggia ironicamente vizi e debolezze del mon- do operistico; poeti e compositori inoltre cominciano ad intuire che questo dibattito pu`odiventare soggetto stesso della produzione musicale. Il primo lavoro in questo senso `e La Dirindina di Scarlatti, rappresen- tata per la prima volta nel 1715 a Roma: `ela prima operina in assoluto a rappresentare, sia pure parzialmente, il mondo dell'opera, e a metterlo in ridicolo, in questo precedendo anche la famosa satira di Benedetto Marcello. In questo intermezzo troviamo buona parte degli ingredienti che caratteriz- zaranno il filone satirico metateatrale: la lezione
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