Tommaso De' Cavalieri
TOMMASO DE’ CAVALIERI E L’EREDITÀ DI DANIELE DA VOLTERRA: MICHELE ALBERTI E JACOPO ROCCHETTI NEL PALAZZO DEI CONSERVATORI MARCELLA MARONGIU Tommaso de’ Cavalieri e Daniele da Volterra «Potete esser certo che m. Tomaso del Cavaliere, m. Daniello et io non siamo per mancare in assentia vostra di ogni offitio pos- sibile per honore et utile vostro»1: con queste parole Diomede Leoni intendeva rassicurare Leonardo Buonarroti, nipote ed erede designato di Michelangelo, sulla presenza costante degli amici più cari al capezzale del grande artista. Si tratta del primo Desidero esprimere la mia gratitudine a Barbara Agosti, Maria Beltramini, Silvia Ginz- burg e Vittoria Romani per aver discusso con me alcuni dei problemi affrontati in questo saggio. Ringrazio inoltre Valentina Balzarotti, Eliana Carrara, Anna Corrias, Eva Del Soldato, Emanuela Ferretti, Morten Steen Hansen, Federica Kappler, Elena Lombardi, Liana Meloni, Livia Nocchi, Fernando Piras, Serena Quagliaroli, Anna Ma- ria Riccomini, Massimo Romeri e Giulia Spoltore per avermi generosamente fornito materiali e consigli. Grazie infine a Christine Graffin e Agnès Kayser per le sedute di studio nella chiesa della Santissima Trinità dei Monti, e ad Angela Carbonaro e Claudio Parisi Presicce per l’uso delle immagini. 1 Lettera di Diomede Leoni in Roma a Leonardo Buonarroti in Firenze del 14 febbraio 1564: IL CARTEGGIO INDIRETTO DI MICHELANGELO 1988-1995, vol. II, pp. 172-173, n. 358. La lettera accompagnava un’altra missiva indirizzata a Leonardo Buonarroti, det- tata a Daniele da Volterra e sottoscritta da Michelangelo (14 febbraio 1564): IL CAR- TEGGIO INDIRETTO DI MICHELANGELO 1988-1995, vol. II, pp. 172-173, n.
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