Piero Della Francesca Urbino

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Piero Della Francesca Urbino PIERO DELLA FRANCESCA URBINO L'importanza della sua opera si riflette: sia sui suoi collaboratori (Benozzo Gozzoli), sia su artisti non direttamente legati a lui (Filippo Lippi); dal suo modo di trattare la luce partiranno Piero della Francesca e Melozzo da Forlì. Già pochi anni dopo la morte l'Angelico figura come Angelicus pictor [...] Johannes nomine, non Jotto, non Cimabove minor nel De Vita et Obitu B. Mariae del domenicano Domenico da Corella. Poco dopo venne citato con Pisanello, Gentile da Fabriano, Filippo Lippi, Pesellino e Domenico Veneziano in un famoso poema di Giovanni Santi. Con l'avvento di Savonarola l'arte venne usata come mezzo di propaganda spirituale e la figura dell'Angelico, artista e frate, venne presa a modello dai seguaci del frate ferrarese. Di questa lettura, che presupponeva la superiorità artistica dell'angelico dovuta alla sua superiorità come uomo religioso si ha eco già nel primo racconto della vita dell'artista, pubblicato in un volume di eulogie domenicane di Leandro Alberti del 1517. Da quest'opera Vasari attinse il materiale per la biografia per Le Vite del 1550, integrata con i racconti dell'ottantenne Fra Eustachio che gli trasmise varie leggende legate agli artisti di San Marco. Nei commentatori del XIX secolo la vita spirituale dell'Angelico si tinse di un romantico e leggendario, come si trova in vari scrittori. Nel XX secolo la sua figura è stata meglio contestualizzata ponendola tra i padri del Rinascimento fiorentino, coloro che svilupparono il nuovo linguaggio che si diffuse in tutta Europa. L'Angelico fu beatificato nel 1982 ed è considerato il protettore degli artisti. Piero di Benedetto de' Franceschi, noto come Piero della Francesca (Borgo San sepolcro 1416/17- 1492) personalità emblematica della cultura del Quattrocento pittore-umanista affronta problematiche filosofiche, teologiche, armonizzando sul piano estetico i valori del suo tempo. La sua opera fece da cerniera tra la prospettiva di Brunelleschi, la plasticità di Masaccio la luce di Beato Angelico e Domenico Veneziano e il descrittivismo fiammingo. Caratteristica fondamentale della sua espressione poetica è la semplificazione geometrica, la volumetria, l’immobilità cerimoniale dei gesti altamente simbolici, l’attenzione alla rappresentazione reale. La sua attività può senz'altro essere caratterizzata come un processo che va dalla pratica pittorica, alla matematica e alla speculazione matematica astratta. La sua produzione artistica, caratterizzata dall'estremo rigore della ricerca prospettica, dalla plastica monumentalità delle figure, dall'uso in funzione espressiva della luce, influenzò nel profondo la pittura rinascimentale dell’Italia settentrionale e, in particolare, le scuole ferrarese e veneta L'uso di colori chiarissimi, impregnati di luce, sarà punto di partenza per Piero della Francesca, inoltre da lui partirà la tendenza lineare, di Andrea del Castagno e di Antonio e Piero del Pollaiolo. Piero della Francesca, Madonna del parto, affresco Monterchi (Museo) 1450 - 55c. La Madonna del parto è un affresco (260x203 cm) realizzato da databile al 1455-65 circa, e conservato in un museo appositamente predisposto di Monterchi L'affresco era destinato all'antica chiesa di Santa Maria di Momentana, già di Santa Maria in Silvis, località di campagna alle pendici della collina di Monterchi. Non si conoscono le ragioni per cui il pittore, già famoso, avesse dipinto un soggetto così impegnativo in una chiesetta di campagna e se ne ignora il committente. La Madonna del Parto era spesso visitata dalle partorienti per avere protezione durante il travaglio, le quali compivano un breve pellegrinaggio dal paese arroccato fino alla chiesa posta a valle. In To s c a n a già dalla prima metà del Trecento circolava la raffigurazione realistica della Verg ine incinta. Questo soggetto iconografico venne chiamato "Madonna del parto" e rappresenta la Madonna da sola, in piedi, in posizione frontale e visibilmente incinta. Uno tra gli elementi che la distingue da una normale donna incinta è il libro chiuso appoggiato sul ventre, allusione al Verbo Incarnato; il libro infatti rappresenta l’Antico Te s t a m e n t o e dunque la parola di Dio che, attraverso la Verg ine, si incarna e discende tra gli uomini.. l'immagine fu ideata per mostrare la natura umana del Cristo non creata prima nel Paradiso come sostenevano alcuni teologi eretici dei primi secoli e, successivamente, medievali. La Verg ine non possiede attributi regali, non ha alcun libro in mano ed è colta nel gesto di puntare una mano sul fianco per sorreggere il peso del ventre. L'interesse di Piero per le simmetrie è particolarmente evidente in quest'opera, dove i due angeli che tengono i lembi del tendone discosti sono stati dipinti sulla base di un medesimo cartone rovesciato. Nei loro abiti e nelle ali i colori sono alternati: manto verde, ali e calzari bruni per quello di sinistra, viceversa per quello di destra. Gli angeli guardano verso lo spettatore, richiamando la sua attenzione, come se stessero spalancando un sipario proprio per lui. La Madonna è in piedi, leggermente ricurva per il ventre gonfio, che accarezza con una mano, mentre con l'altra si dà sostegno all'altezza dei fianchi, lo sguardo è abbassato, come per dare un tono nobile e austero, e il ritratto incede su una dolce bellezza giovanile, sottolineata dalla postura fiera del collo e la fronte alta e nobile (secondo la moda del tempo che voleva le attaccature dei capelli rasate bruciate con una candela). •L'ambientazione nella tenda ha come parallelo la scena del Sogno di Costantino negli affreschi aretini e compare anche in numerosi esempi prima di Piero. La forma geometrica del tendaggio enfatizza volumetricamente i personaggi e la spazialità del dipinto, inoltre, da un punto di vista teologico, offre riparo e protezione come il ventre di Maria per Gesù: non è casuale che la veste della Verg ine sia slacciata all'altezza del ventre rotondeggiante, come dischiusi sono i lati della tenda. Maurizio Calvesi lesse nella tenda una precisa illustrazione del tabernacolo dell'Arca dell'Alleanza, così come è descritto nell'Esodo in questo modo Maria sarebbe la nuova Arca dell'Alleanza, il cui pegno è Gesù. "collocando la Verg ine all'interno di una tenda formata con i materiali di quella dell'Antico Te s t a m e n t o, alludeva chiaramente alla natura eucaristica del corpo di Cristo contenuto nella Madonna-Ecclesia, che, come la manna, può essere vista solo con gli occhi della fede” rigetta quelle ipotesi che collegano l'affresco di Monterchi ad antichi riti pagani di fertilità .Il motivo della damascatura a melograni, presente anche nella veste di re Salomone nell'affresco della Leggenda della Vera Croce, rimanda simbolicamente alla fertilità, alla nobiltà della Verg ine e alla Passione di Cristo. L'interno è invece foderato con una morbida trapuntatura. Nel 1442 Piero risultava abitante, dopo alcuni viaggi, di nuovo a Borgo Sansepolcro, sua città natale, dove era uno dei "consiglieri popolari" nel consiglio comunale. L'11 gennaio 1445 ricevette dalla locale Confraternita della Misericordia la commissione di un polittico per l'altare della loro chiesa. Il Polittico della Misericordia è la prima opera documentata di Piero della Francesca, la sua realizzazione si protrasse con interventi di un allievo, per 15 anni. Il ritardo può essere spiegato sia per i numerosi altri impegni del maestro, sia per la sua fama di artista molto lento, a cui si era cercato di rimediare con l'apposizione della clausola nel contratto che prevedeva 3 anni. Alcuni documenti fanno dedurre che la parte preponderante dell'opera sia stata eseguita dopo il 1459. La presenza di San Bernardino da Siena con l'aureola pone un importante termine post quem, poiché venne proclamato santo solo nel 1450.Si compone di 23 tavole. Nel XVII secolo il polittico fu scomposto, con perdita dell'originaria cornice, riuscendo però ad evitare la dispersione dei pannelli. Sansepolcro era un piccolo centro dove la riflessione artistica non era certo d'avanguardia, per cui la commissione al pittore fu di tipo tradizionale, con un'impaginazione a più scomparti indicati dagli archetti della cornice e con un uso massiccio di colori preziosi, come l'oro sullo sfondo. Nonostante queste limitazioni Piero riuscì a creare un'opera di forte modernità, tramite alcuni espedienti quali la fusione spaziale in un unico pannello principale della Madonna della Misericordia e dei quattro Santi, ai piedi dei quali corre un unico gradino marmoreo e con dettagli, quali le vesti dei fedeli inginocchiati, che sporgono negli attigui scomparti. Forse nell'impaginazione Piero imitò da vicino quella del Polittico di Pisa di Masaccio. È stato osservato come le figure sono investite della solidità delle opere di Masaccio ma immersi nella luce di Domenico Veneziano Il polittico si compone di 23 tavole (cinque maggiori, cinque della cimasa, cinque della predella e quattro scomparti su ciascun pilastrino, di cui quello inferiore occupato semplicemente dallo stemma della confraternita), in parte della mano di assistenti. Al centro si trova la Madonna della Misericordia, una rappresentazione della Verg ine Maria che apre il mantello per dare riparo e protezione alle persone che la venerano, derivata dalla consuetudine medievale della "protezione del mantello", che le nobildonne altolocate potevano concedere a perseguitati e bisognosi d'aiuto. I fedeli sono gerarchicamente più piccoli e sono disposti a semicerchi, quattro per parte (uomini a sinistra e donne a destra), lasciando un ideale posto al centro per l'osservatore. Tra di essi si vede un confratello incappucciato, un ricco notabile vestito di rosso e, secondo una lunga e plausibile tradizione, un uomo voltato verso lo spettatore accanto alla veste di Maria che sarebbe un autoritratto del pittore. La Madonna poggia su una base scura organizzata prospetticamente, che richiama l'attenzione sulla figura centrale. Ben evidente è l'interesse di Piero per la geometria, nell'accumularsi di forme regolari, quali il cilindro del mantello, il tronco di cono dell'aureola e la corona della Verg ine, le forme ovali dei visi.
Recommended publications
  • Painting Perspective & Emotion Harmonizing Classical Humanism W
    Quattrocento: Painting Perspective & emotion Harmonizing classical humanism w/ Christian Church Linear perspective – single point perspective Develops in Florence ~1420s Study of perspective Brunelleschi & Alberti Rules of Perspective (published 1435) Rule 1: There is no distortion of straight lines Rule 2: There is no distortion of objects parallel to the picture plane Rule 3: Orthogonal lines converge in a single vanishing point depending on the position of the viewer’s eye Rule 4: Size diminishes relative to distance. Size reflected importance in medieval times In Renaissance all figures must obey the rules Perspective = rationalization of vision Beauty in mathematics Chiaroscuro – use of strong external light source to create volume Transition over 15 th century Start: Expensive materials (oooh & aaah factor) Gold & Ultramarine Lapis Lazuli powder End: Skill & Reputation Names matter Skill at perspective Madonna and Child (1426), Masaccio Artist intentionally created problems to solve – demonstrating skill ☺ Agonistic Masaccio Dramatic shift in painting in form & content Emotion, external lighting (chiaroscuro) Mathematically constructed space Holy Trinity (ca. 1428) Santa Maria Novella, Florence Patron: Lorenzo Lenzi Single point perspective – vanishing point Figures within and outside the structure Status shown by arrangement Trinity literally and symbolically Vertical arrangement for equality Tribute Money (ca. 1427) Brancacci Chapel in Santa Maria del Carmine, Florence Vanishing point at Christ’s head Three points in story Unusual
    [Show full text]
  • The Cambridge Companion to Piero Della Francesca
    Cambridge University Press 978-0-521-65254-4 - The Cambridge Companion to: Piero Della Francesca Edited by Jeryldene M. Wood Excerpt More information Introduction Jeryldene M. Wood Piero della Francesca (ca. 1415/20–92) painted for ecclesiastics, confrater- nities, and the municipal government in his native Sansepolcro, for monks and nuns in the nearby towns of Arezzo and Perugia, and for illustrious nobles throughout the Italian peninsula. Justly esteemed as one of the great painters of the early Renaissance, Piero seems to balance abstraction and naturalism effortlessly, achieving unparalleled effects of quiet power and lyrical calm in such masterpieces as the Resurrection for the town hall of Sansepolcro and the Legend of the True Cross in the church of San Francesco at Arezzo (Plate 1 and Fig. 9). In these paintings, as throughout his oeuvre, clear, rationally conceived spaces populated by simplified fig- ures and grand architecture coexist with exquisite naturalistic observations: reflections on the polished surfaces of gems and armor, luminous skies, and sparkling rivers and streams. The sixteenth-century biographer Giorgio Vasari praised Piero’s close attention to nature, the knowledge of geometry seen in his pictures, and the artist’s composition of learned treatises based on the study of Euclid.1 His perceptions about the intellectual structure of the painter’s work remain relevant to this day, for Piero’s art, like Leonardo da Vinci’s, has attracted a wide audience, appealing not only to enthusiasts of painting but also to devotees of science and mathematics. In fact, Vasari’s belief that the scholar Luca Pacioli stole Piero’s math- ematical ideas, which is expressed vehemently throughout the biography, doubtless contributed to the recognition and recovery of the painter’s writ- ings by later historians.
    [Show full text]
  • The Mazzocchio in Perspective
    Bridges 2011: Mathematics, Music, Art, Architecture, Culture The Mazzocchio in Perspective Kenneth Brecher Departments of Astronomy and Physics Boston University Boston, MA 02215, U.S.A. E-mail: [email protected] Abstract The mazzocchio was a part of 15th century Italian headgear. It was also a kind of final exam problem for students of perspective. Painted by Uccello, drawn by Leonardo, incorporated into intarsia and prints through the 16th century, it still appears occasionally in 21st century art. Here we review its history; show 3D models made by hand in wood and using stereolithography in plastic; and report two novel visual effects seen when viewing the 3D models. Brief History of the Mazzocchio in Paintings and in Graphics The origins of the kind of geometrical mazzocchios discussed in this paper are obscure. They are said to derive from supports for headgear worn in Renaissance Italy during the 15th century. No actual three- dimensional examples survive from that period. Mazzocchios are featured in three major paintings by Paolo Uccello made between 1456 and 1460 and in his fresco of “The Flood” (Figure 1a). Leonardo Da Vinci also illustrated them and may have built models of the skeletal version in the late 15th century (cf. Figure 2a). Whether the wooden “checkerboard” version was actually worn on the head or around the neck is unclear. It seems more likely that a fabric version could have actually functioned as a headpiece. Figures 1 a (l.) & b (r.): (a) Detail from the fresco in Florence “The Flood and Waters Subsiding” by Paolo Uccello (ca. 1448) and (b) a pen and ink perspective study of a mazzocchio by Paolo Uccello (in the Louvre, Paris).
    [Show full text]
  • Piero Della Francesca
    the cambridge companion to Piero della Francesca Edited by Jeryldene M. Wood University ofIllinois, Urbana-Champaign published by the press syndicate of the university of cambridge The Pitt Building, Trumpington Street, Cambridge, United Kingdom cambridge university press The Edinburgh Building, Cambridge cb2 2ru,UK 40 West 20th Street, New York, ny 10011–4211, USA 477 Williamstown Road, Port Melbourne, vic 3207, Australia Ruiz de Alarcón 13, 28014 Madrid, Spain Dock House, The Waterfront, Cape Town 8001, South Africa http://www.cambridge.org © Cambridge University Press 2002 This book is in copyright. Subject to statutory exception and to the provisions of relevant collective licensing agreements, no reproduction of any part may take place without the written permission of Cambridge University Press. First published 2002 Printed in the United Kingdom at the University Press, Cambridge Typeface Fairfield Medium 10.5/13 pt. System QuarkXPress® [GH] A catalog record for this book is available from the British Library. Library of Congress Cataloging-in-Publication Data The Cambridge companion to Piero della Francesca / edited by Jeryldene M. Wood. p. cm. – (Cambridge companions to the history of art) Includes bibliographical references and index. isbn 0-521-65254-5 – ISBN 0-521-65472-6 (pbk.) 1. Piero, della Francesca, 1416?–1492 – Criticism and interpretation. 2.Art, Renaissance – Italy. 3. Art, Italian – 15th century. I. Wood, Jeryldene. II. Series. ND623.F78 C26 2002 759.5 – dc21 2001043485 isbn 0 521 65254 5 hardback isbn 0 521 65472 6 paperback I. Encyclopedias and dictionaries ag5.c26 1990 031-dc20 isbn 0 521 39538 3 hardback isbn 0 521 39539 3 paperback Contents List of Illustrations page vii Acknowledgments xiii Contributors xv Introduction 1 Jeryldene M.
    [Show full text]
  • Piero Della Francesca E Il L'umanesimo Matematico
    Piero della Francesca e il l’Umanesimo matematico La vita e le opere La vita di Piero della Francesca ci appare dai contorni sfumati e comunque del tutto priva di eventi memorabili, quasi interamente consacrata al mestiere della pittura. Sappiamo che Piero è nato nella cittadina di Borgo San Sepolcro da una famiglia di artigiani e commercianti probabilmente tra il 1415 e il 1420. La tappa fondamentale della sua giovinezza è la sua presenza a Firenze, ad un’età forse ancora inferiore ai vent’anni. Già nei primi anni ’40 Piero dovette tornare a Borgo San Sepolcro dove nel 1442 è documentato come consigliere comunale. Risale a questo periodo la sua prima e importante commissione,quella per il “battesimo di Cristo”. Sempre di questo periodo sono gli affreschi del “polittico della Misericordia” commissionati dalla compagnia della Misericordia di Borgo San Sepolcro. Posteri sono invece gli affreschi della “Flagellazione” e della “Sacra conversazione” dove maggiormente si riversano i caratteri della visione geometrica di Piero della Francesca. Il pittore morì il 12 ottobre 1492 , il giorno della scoperta dell'America e della fine del Medioevo, una data che segna una svolta nella storia. Nei secoli seguenti l'armoniosa coesistenza e simbiosi tra arte, cultura umanistica e scienza, gloria e vanto del Rinascimento, è venuta gradualmente a meno ed è logico chiedersi il perchè. Tra le varie cause la caduta del sistema geocentrico seguita dal successo spettacolare della nuova astronomia e della legge di Newton, un susseguirsi di rivoluzioni scientifiche che hanno generato sospetti non solo nella gerarchia ecclesiastica ma anche in chi si sentiva escluso dagli eletti; purtroppo per certi scienziati la modestia non era una virtù.
    [Show full text]
  • The Egg Without a Shadow of Piero Della Francesca
    Click here for Full Issue of Fidelio Volume 9, Number 1, Spring 2000 The Egg Without a Shadow Of Piero della Francesca What we are attempting to do here is not to write one more academic commentary on this or that glorious period of the past. Rather, if today’s world is to be able to extract itself from the most serious crisis of modern times, it will be because each of us has plunged into “docta ignorantia,” that state of personal humility in front of knowledge and the Absolute, which predisposes us to increase our capacity to love and to act. To do this, as Helga Zepp LaRouche has stressed for a long time, the philosophical ideas and political action of Nicolaus of Cusa (1401-1464) are central, for his method is the key to creating the geniuses of tomorrow. Any revolutionary who takes himself seriously, owes it to himself to study Cusa’s ideas and how they revolutionized the world. This approach has been extremely fruitful, as evidenced by the geniuses that history has provided us. Luca Pacioli, Leonardo da Vinci, Johannes Kepler, Wilhelm Leibniz, and Georg Cantor, almost all have explicitly recognized their intellectual debt to Cusa, and it is my hope that tomorrow each one of you and your children should be able to do the same. If we have chosen Piero della Francesca for our study, it is first because he took part in the political conspiracy of Cusa and his friends. But it is especially, because he translated Cusa’s approach into a pictoral method of composition.
    [Show full text]
  • Il Secondo Rinascimento Leon Battista Alberti Piero Della Francesca Botticelli Antonello Da Messina
    01_Il secondo Rinascimento Classe IV Il secondo Rinascimento Leon Battista Alberti Piero della Francesca Botticelli Antonello da Messina Disegno e storia dell’arte Prof.ssa Rossaro 01_Il secondo Rinascimento Classe IV Leon Battista Alberti 1404-1472 Una seconda fase del Rinascimento A Leon Battista Alberti va il merito di aver sistematizzato le scoperte e le innovazioni portate avanti dalla ‘triade’ del primo Rinascimento: Brunelleschi, Donatello e Masaccio. Architetto, pittore e letterato, si occupò anche di trattatistica scrivendo di geometria, topografia e meccanica. Scrisse i primi tre trattati dell’età moderna sulla pittura il De pictura del 1435 sull’architettura il De re aedificatoria del 1447-1452 e sulla scultura il De statua del 1450. Disegno e storia dell’arte Prof.ssa Rossaro 01_Il secondo Rinascimento Classe IV Leon Battista Alberti 1404-1472 Una seconda fase del Rinascimento A Leon Battista Alberti va il merito di aver sistematizzato le scoperte e le innovazioni portate avanti dalla ‘triade’ del primo Rinascimento: Brunelleschi, Donatello e Masaccio. Architetto, pittore e letterato, si occupò anche di trattatistica scrivendo di geometria, topografia e meccanica. Scrisse i primi tre trattati dell’età moderna sulla pittura il De pictura del 1435 sull’architettura il De re aedificatoria del 1447-1452 e sulla scultura il De statua del 1450. Disegno e storia dell’arte Prof.ssa Rossaro 01_Il secondo Rinascimento Classe IV Leon Battista Alberti 1404-1472 Una seconda fase del Rinascimento La prospettiva nel De pictura Disegno e storia
    [Show full text]
  • Early Renaissance
    Caroline Mc Corriston Early Renaissance Masaccio (1401- 1428) Italian ​ He was born as Tommaso Cassai but later became known as Masaccio, which is a pet name for Tommaso. It is not known where he trained as an artist. When he joined the artists guild of Florence in 1422 he was already an independant artist with his own workshop. He is most famous for his expert use of central perspective in his paintings, which was a technique developed to create the illusion of depth and space by Giotto, Ghiberti and Donatello. From Giotto he also learned to create three dimensional space, sculptural, realistic and naturalistic expressions and gestures. He preferred Greek and Roman sculpture rather than Gothic. ● The artist began by drawing a grid and sketching the objects and figures into it. ● He then chose a standpoint of the viewer in the centre of the painting. This is also called the vanishing point or centre of perspective. ● Using thread, he then measured lines outwards from the vanishing point to the objects and figures. This informed him of the depth of the objects within the painting. From this, he could figure out the sizes and dimensions of objects giving the impression they are receding into the distance or appearing close up. Important Works The Brancacci Chapel Frescoes, 1424-28 ● The frescoes that adorn the walls of the Brancacci Chapel in Florence are among the most famous of the entire Renaissance period. They are the result of contributions from a number of artists, including Masaccio. ● Masolino da Panicale began the paintings in 1424, assisted by a young Masaccio ● Masaccio took over the project in 1425 until his death in 1428 ● Filippino Lippi then completed the paintings.
    [Show full text]
  • Discover the World of Piero Della Francesca • Itinerary Includes Masterpieces in Tuscany, Umbria & the Marches •
    Discover the world of Piero della Francesca Itinerary includes masterpieces in Tuscany, Umbria & the Marches Full day in glorious Urbino Gentle pace with time to explore independently Historic hotel in Citta di Castello Arezzo, San Francesco, Discovery of the True Cross Fresco Piero della Francesca is one of the most fascinating, if enigmatic, of renaissance painters. A hundred years ago he was virtually unknown, a footnote within the narrative of Florentine painting, overshadowed by better known artists whose works were easily accessible, geographically and visually, such as Fra Filippo Lippi and Fra Angelico. Aldous Huxley changed our perception of Piero with his famous essay The Best Picture extolling Piero’s Resurrection, hidden away in a then obscure town called Sansepolcro. Huxley’s praise led to what first became a private cult and then grew into a stampede of enthusiasm by the 1980s. This was captured in a grotesque, if comic, depiction of hordes of Volvo owing British tourists making their way along “The Piero Trail” in John Mortimer’s sardonic novel, Summer’s Lease. Luckily, this craze has been in retreat for some years as the denizens of “Chiantishire” have moved on to other, perhaps less challenging, enthusiasms? Piero’s cool, majestic style has long attracted some of the finest art historians of our time: Roberto Longhi, Kenneth Clark and John Pope Hennessy have all written with varying levels of perception on an artist whose paintings resist simplistic, surface readings of their occasionally obscure subjects. Of course, these remarkable paintings have also attracted a few lunatic iconographers, a trait frequently found amongst younger art historians.
    [Show full text]
  • Mathematical Perspectives
    MATHEMATICAL PERSPECTIVES BULLETIN (New Series) OF THE AMERICAN MATHEMATICAL SOCIETY Volume 47, Number 3, July 2010, Pages 553–555 S 0273-0979(10)01308-X Article electronically published on June 21, 2010 ABOUT THE COVER: LUCA DA PACIOLI AND LEONARDO’S DRAWINGS OF POLYHEDRA GERALD L. ALEXANDERSON Luca da Pacioli (1446/7–1517) was a Franciscan friar and Renaissance poly- math, traditionally thought to be a prot´eg´e of Piero della Francesca (1420–1492), one of the foremost painters of the Florentine-Umbrian school. There is no doubt that Pacioli was a mentor to Leonardo da Vinci (1452–1520), though there are conflicting views on the relationships and the influence of any of the three on the others [1]. Luca da Pacioli and Piero della Francesca were born in the same small town, Borgo di Sansepolcro, southeast of Florence and on the border between Tus- cany and Umbria. Piero della Francesca, because of his eminence as a Renaissance painter, is usually referred to only as Piero, just as the name Leonardo usually refers to Leonardo da Vinci, not one of the other Leonardos of history. Piero, like Leonardo, combined his ability as a painter with an interest in science and mathe- matics. Unlike Leonardo, his contributions in mathematics were primarily relevant to art—perspective, proportion, and, by extension, architecture. Leonardo’s work is well known, touching on mechanics, hydrodynamics, anatomy, architecture, music, military engineering, and even ideas anticipating human flight. Luca da Pacioli’s contributions were more modest. His first published book, Summa de arithmetica, geometria, proportioni, et proportionalit`a, was published in Venice in 1497 and was widely used as a textbook.
    [Show full text]
  • Piero Della Francesca and the Foundations of Linear Perspective
    CDD: 742 PIERO DELLA FRANCESCA AND THE FOUNDATIONS OF LINEAR PERSPECTIVE CARLOS ALBERTO CARDONA Escuela de Ciencias Humanas Universidad del Rosario Bogotá, Colombia [email protected] Abstract: This article is a detailed study of the defense of linear perspective made by Piero della Francesca (c. 1474) in propositions 12th and 13th of Book 1st of De prospectiva pingendi. The purpose here is to elucidate the logic of argumentation, so as to sustain that it offers the foundation for the convergence of orthogonals in a perspectival representation, in opposition to Piero’s statement that asserts that convergence is the foundation of the result shown in proposition 13th. Keywords: Alberti, orthogonals, perspective, pictorial veil, observer. PIERO DELLA FRANCESCA E OS FUNDAMENTOS DA PERSPECTIVA LINEAR Resumo: Este artigo é um estudo detalhado da defesa da perspectiva linear feita por Piero della Francesca nas proposições 12a e 13a do Livro 1o do De prospectiva pingendi. O objetivo aqui é elucidar a lógica da argumentação, de maneira a sustentar que ela oferece o fundamento para a convergência de ortogonais em uma representação perspectiva, em oposição ao enunciado de Piero que afirma que a convergência é o fundamento do resultado mostrado na proposição 13a. Palavras-chave: Alberti, ortogonais, perspectiva, véu pictórico, observador. Cad. Hist. Fil. Ci., Campinas, Série 4, v. 2, n. 2, p. 281-310, jul.-dez. 2016. 281 282 Carlos Alberto Cardona 1. Introduction The theoretical developments, associated to the pictorial practices of the Renaissance in some Italian cities, undoubtedly contributed to change our relationship with space. Alberti’s treatise On painting ([1435] 1966) is a milestone in such a theoretical endeavor.
    [Show full text]
  • A Renaissance Mathematician's
    e­­‑ISSN 2084–1043 p ‑ISSN 2083–6635 Vol. 9 (1/2019) pp. 147–152 Published online: 30.11.2019 www.argument‑journal.eu A Renaissance mathematician’s art Ryszard MIREK* ABSTRACT Piero della Francesca is best known as a painter but he was also a mathematician. His treatise De prospectiva pingendi is a superb example of a union between the fine arts and mathemati‑ cal sciences of arithmetic and geometry. In this paper, I explain some reasons why his paint‑ ing is considered as a part of perspective and, therefore, can be identified with a branch of geometry. KEYWORDS Piero della Francesca; Euclid; geometry * Ph.D., associate professor of Pedagogical University of Cracow, Department of Philos‑ ophy and Sociology, the Chair of Epistemology, Logic and Methodology of Science, Poland. E‑mail: [email protected]. DOI: 10.24917/20841043.9.1.8 148 Ryszard MIREK Judith V. Field in her Piero Della Francesca. A mathematician’s art shows that Piero della Francesca (c. 1412–1492) was not only a brilliant painter but also a brilliant mathematician. Moritz Cantor in the nineteenth century was so impressed by the achievements of Piero della Francesca in mathematics and geometry that in his Vorlesungen über Geschichte der Mathematik (1894) he devoted far more attention to Piero della Francesca than any other algebraicist of his time. Euclid is considered the first theoretician of perspective in the history of mankind. However, it was only the theory of the center projection, whose theoretical foundations were formulated in the period of the Italian Renais‑ sance, that contributed to the unusual development of painting techniques.
    [Show full text]