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mercoledì 13 aprile 2005 21

CONFALONIERI LASCIA IL CDA? DALLA CHIESA: FA STRATEGIA NUOVO CD DEI COLDPLAY IN ARRIVO. SUL BINARIO DEGLI U2 DimessoSI da presidente della Diego Perugini Filarmonica della Scala, orchestra privata ma con i musicisti del teatro, Lo strombazzano come «l’album più atteso del 2005». E lo non andavano. In qualche modo fama, soldi e successo ci dell’associazione Make Trade Fair, che si batte per un più là di tutto, penso che il mestiere del politico sia uno dei più il presidente di Mediaset somministrano col contagocce: ieri l’assaggio del nuovo stavano allontanando l’uno dall’altro. Allora siamo torna- equo mercato mondiale. «Ho visitato certe zone di Messi- difficili: qualunque cosa tu faccia, finirai per scontentare Confalonieri potrebbe lasciare anche singolo e poi l’intervista. Più avanti tutto il resto, per ti a suonare in una scalcinata sala prove: è lì tornata la co, Haiti e Ghana e ho visto le terribili conseguenze delle qualcuno. Comunque, spero che in Inghilterra vinca la il cda della Scala. L’ipotesi circola a giungere in gloria al fatidico 6 giugno, quando verrà pub- chimica giusta». Il nuovo lavoro, X&Y, parte da una politiche economiche di Europa e Stati Uniti. Con i loro sinistra, che siano laburisti, verdi o liberal-democratici». Milano dove tutto pare precipitare blicato X&Y, il nuovo cd dei Coldplay. Il più stupito della formula matematica e si concentra sul tema degli opposti: assurdi dazi, tasse e leggi sono una delle peggiori cause Ultime battute sul versante gossip. E il privato di questo ma dove il senatore Nando Dalla bizzarra strategia pare proprio Chris Martin, leader della buono e cattivo, donna e uomo, vita e morte, amore e della povertà nel mondo. Noi vogliamo un maggior equili- timido ragazzone al centro del pettegolezzo per aver sposa- Chiesa (Margherita) dà una chiave band inglese, che si scusa e non si capacita di come si possa perdita. Molte domande, qualche risposta. Le influenze brio negli scambi internazionali: ci battiamo perché sap- to una delle attrici più belle e popolari al mondo, Gwy- di lettura: «Le dimissioni di parlare ai giornalisti di un disco che non hanno sentito. dichiarate parlano di new wave anni ’70 ed elettro-pop piamo che è un cambiamento possibile, basta che tutti lo neth Paltrow. Un matrimonio che i tabloid inglesi danno Confalonieri dalla Filarmonica fanno Una canzone, comunque, l’abbiamo ascoltata: è Speed of anni ’80: Kraftwerk, Depeche Mode, New Order, Bowie vogliano davvero. Ottimisti? Sì. Perché se il mondo fa già alla frutta. «Ognuno ha le sue croci. Voi giornalisti parte di una strategia che ha come sound, che da martedì 19 inonderà le radio italiche con la ed Eno. Ma Chris confessa scherzando di aver preso qual- schifo, noi possiamo cambiarlo. L’apatia è uno dei nostri avete gli editori e io ho i paparazzi. Comunque sarebbe posta la Scala e non Muti: possono sua melodia familiare, il tipico tocco di piano, le ariose cosa anche agli ultimi U2: «C’è un pizzico di Vertigo in peggior nemici». Alla politica Chris guarda con un mix di ridicolo lamentarmi: faccio il mestiere più bello del mondo essere un modo di appesantire il divagazioni pop-psichedeliche e tanti echi dei vecchi U2. un pezzo. Poi ho smesso di ascoltarli perché altrimenti gli speranza e disillusione. Ma difende il suo premier: «Tutto assieme ai miei tre migliori amici». Ne sapremo di più conflitto con orchestrali e sindacati Insomma, classico stile Coldplay. Che, comunque, nel avrei rubato sicuramente altro». sommato, credo ancora che Blair sia una brava persona. alla prossima puntata. Intanto fervono già le prevendite per indebolirli e premere verso il corso di questi tre anni hanno vissuto la loro buona dose Importante influsso emotivo hanno avuto le peregrinazio- Di quelle che se vede una vecchietta in terra per strada si per l’unico concerto italiano della band, l’11 luglio all’Are- anticipi

caos Scala commissariamento» di crisi. «Dopo il tour ci siamo rimessi al lavoro, ma le cose ni di Martin nei paesi in via di sviluppo, a sostegno ferma ad aiutarla. Questo in termini terra terra. Ma, al di na di Verona.

Alberto Crespi to, detto il Gobbo, e lo doppia già Ferruc- cio Amendola. Non è il protagonista, ma in sostanza lo diventa. L’intento, come di- ROMA Il ritorno del Monnezza è dedicato a cevo, era quello di destabilizzare il genere, lui, a e a Bruno Corbuc- di contaminarlo esattamente come era suc- ci, i tre che dagli anni ’70 in poi hanno cesso al western con i Trinità. E anche di scritto le avventure di questa immortale portare la periferia in centro, di scompi- maschera; e a causa di questa dedica il gliare un po’ il cinema con la cialtroneria nostro «lui», Dardano Sacchetti, è stato delle borgate... Erano gli anni successivi al dato per morto, anche su giornali impor- ’68, e il cinema popolare seppe interpreta- tanti. Invece Dardano sta benone, è un re lo spirito dell’epoca forse meglio del sessantenne super-arzillo dalla parlantina cinema d’autore. , che vole- super-sciolta: «Sarò vivo finché Bruno Ve- va fare dei polizieschi “seri”, non capì dav- spa non mi dedicherà una puntata di Por- vero il personaggio, ma , ta a porta: quando mi vedrete nel suo salot- che era ed è un attore intelligente, se ne to tv, allora saprete che sono morto davve- innamorò. Apprezzò molto anche il lavo- ro». Dardano è uno degli sceneggiato- ro di doppiaggio fatto da Ferruccio Amen- ri-chiave del cinema italiano di genere: ha dola. E poi, quando insieme a Mario scritto circa 100 film e tra i primissimi ci Amendola e cominciò a sono Il gatto a nove code di Dario Argento sviluppare il personaggio del poliziotto Ni- e Reazione a catena di Mario Bava, due co Giraldi, che doveva essere una versione capolavori riconosciuti del thriller italia- romanesca di , gli diede tutti i trat- no; poi, tanti «», quel partico- ti del Monnezza: il berrettino, i capelli lare tipo di poliziesco all’italiana molto lunghi, la parlata romanesca, il gusto iper- violento del quale i film del Monnezza bolico delle parolacce». sono una dichiarata parodia. E con ciò, abbiamo ripassato la genesi Lunedì era all’Adriano di Roma, a ve- di questo Giano bifronte del trash italia- dere cosa è successo alla creatura da lui no: perché, come avete capito dalle parole inventata in Il trucido e lo sbirro. Ha pub- di Sacchetti, il Monnezza nasce come «cat- blicamente lodato i Vanzina, Claudio tivo» e solo in un secondo momento so- Amendola e il produttore Vittorio Cecchi vrappone la propria identità a quella del Gori «per il loro tentativo di rivitalizzare il poliziotto Giraldi, volgare e manesco ma cinema di genere, che per anni è stata tutto sommato cavalleresco nella sua dife- l’architrave del nostro cinema»; e ha defi- sa dei poveri e degli indifesi. Nel nuovo nito il film «artisticamente riuscito». Più film è Rocky Giraldi, tardi, intervistandolo a quattr’occhi, ha figlio di Nico, ma si chiama Monnezza: è espresso qualche garbatissima riserva. Ma quindi figlio di una congregazione d’ani- andiamo con ordine. Perché, appena ha me. Sacchetti l’avrebbe fatto un po’ diver- sentito la parola Unità, Dardano ha volu- so: «La prima cosa che mi ha insegnato to precisare una cosa. Stiamolo a sentire. Mario Bava fu di non fare mai ciò che il «Sull’Unità, vorrei ricordare che inven- pubblico si aspetta. Io avrei iniziato il film tai il Monnezza perché, essendo stato coin- con un Monnezza in giacca e cravatta, e volto in alcuni poliziotteschi fascisti, mi gli avrei dato come compagno di indagini ero posto l’obiettivo politico di distrugge- un poliziotto nero, zozzone e clamoroso, re il poliziottesco “dal di dentro” e di pro- lui sì un vero Monnezza: e pian piano vocarne la morte. Mi vanto di esserci riu- l’influenza del nero spinge il giovane Giral- scito, tanto che, dopo il successo dei Mon- di a riscoprire le radici e a diventare come nezza, Maurizio Merli - che era sempre il il padre...». È una buona idea per un pros- classico sbirro elegante, feroce, di destra e simo film, Dardano: tanto lo faranno, no? un po’ stronzo - entrò in crisi e non volle «Se gli va bene questo, lo faranno sì. È la girarne più». In realtà, l’operazione «politi- logica del cinema popolare. E mi fa piace- ca» di Sacchetti comincia con un personag- re che sia tornata». gio che si chiama «Il Gobbo»: lo interpreta Tomas Milian e compare in Roma a Nella foto grande mano armata Claudio Amendola (1976). È idealmen- Lizzani, «Trinità», Manfredi: incredibile con la sagoma di te il «padre» del Tomas Milian, «er Monnezza, che Monnezza» originale; compare con tale ma «Er Monnezza» ha questi tre padri. qui accanto a sinistra nome nel suddetto una scena dal ciclo Il trucido e lo sbirro Lo racconta Dardano Sacchetti, degli anni 70, a dello stesso 1976; o destra da «Il ritorno se vogliamo il fratel- sceneggiatore che diede vita al campione del Monnezza» lo maggiore, visto che nella Banda del del poliziottesco trash con Milian. E che Gobbo (1977) i due sono appunto fra- telli e Milian li in- oggi rinasce con Claudio Amendola terpreta entrambi. La questione fi- una vera «maschera» italiana lologica è molto complessa perché nello stesso 1977 esce anche La banda del trucido, dove Monnez- za/Milian è gestore della trattoria «La per- nacchia»: ma il film è diretto da Stelvio Massi, non da Umberto Lenzi come tutti i «Il ritorno del Monnezza» o di Arlecchino? precedenti, ed è di un’altra produzione che, infischiandosene del copyright, «se- questra» Milian in base a un vecchio con- tratto e gira il film in quattro giorni. Allo- Venerdì, nei cinema, torna una leggenda: quella del Monnezza, personaggio nato appunto, non certo ! Il fatto linguistico è fondamentale: le vecchie nostra modernità. È come Arlecchino (in fondo lo è anche in senso tecnico: ha ra, il cinema funzionava così: «Per Roma a come fuorilegge e poi divenuto sbirro dalla lingua puntuta e dal cuore d’oro, battutacce del Monnezza sono diventate gergo comune - e in qualche misura lo sempre gli stessi vestiti, lo stesso cappelluccio, gli stessi capelli ispidi). Sono poche le mano armata -racconta Sacchetti -dovetti sempre interpretato da Tomas Milian e da (è un caso in cui il erano già al momento della loro nascita -,sono diffusissime tra i ragazzini a Roma maschere del cinema italiano che hanno avuto la stessa fortuna: oltre alle citate, scrivere il copione in due giorni. Bisogna- doppiatore conta al 50%: il linguaggio del Monnezza, le sue iperboli romanesche e altrove, sono perennemente riciclate nei jingle delle radio private come nelle potremmo ricordare il Nando «americano a Roma» di Sordi, durato però pochi va rispettare una consegna, e al produtto- «sono» il personaggio). I fratelli Carlo ed Enrico Vanzina hanno presentato ieri suonerie dei telefonini. È un fenomeno analogo a quello di Febbre da cavallo,ma film; o delle super-maschere, in senso lato, come Totò e Franco & Ciccio, che re Luciano Martino era zompato un altro alla stampa Il ritorno del Monnezza, protagonista Rocky Giraldi (figlio del mitico con alcune differenze fondamentali: il film ippico con Proietti e Montesano non percorrono tutti i propri film rimanendo se stessi e non «perdendosi» mai nei film. Io sapevo solo di dover raccontare Nico) interpretato da Claudio Amendola (figlio del mitico Ferruccio). In questa ebbe successo al cinema, divenne un «cult» solo grazie al proliferare delle tv locali personaggi interpretati. L’operazione dei Vanzina è, in questo senso, legittima: le un poliziotto, che era Merli, e il suo anta- pagina, ricostruiamo assieme allo sceneggiatore Dardano Sacchetti la genesi del (siamo, ricordiamolo, a metà degli anni ‘70), rimane un fenomeno soprattutto maschere sono per definizione riciclabili all’infinito, e se il film dovesse funzionare, gonista, Milian. Lasciai a Merli il suo nor- personaggio, che è sorprendentemente intricata. Ma ancora più sorprendente è il romano… ed è, alla fin fine, un solo film!, al quale per il momento è stato dato un chi potrebbe proibire a Claudio Amendola di dare il via a una serie? L’importante male cliché di sbirro e lavorai su Milian suo destino: nato negli anni ’70, Monnezza non è mai morto (infatti in questo solo seguito (La mandrakata, sempre dei Vanzina). Con il Monnezza, invece, sarebbe trovare nuove storie: il nuovo film è forse fin troppo rispettoso dell’originale ispirandomi a tre modelli: il famoso Gob- nuovo film è vivo, anche se compare solo per telefono). I suoi film sono oggetto di siamo di fronte a un filone durato una dozzina di film e cresciuto nel tempo, se è (venerdì ne riparleremo), ma la parlata è quella, il tasso di turpiloquio (in questo bo del Quarticciolo portato sullo schermo un culto veramente speciale. Da un lato, è il fratello minore di Trinità: porta nel vero che i dvd dei film recentemente ripubblicati si sono venduti come il pane e caso indispensabile) anche, la simpatia gaglioffa idem. E la spalla Enzo Salvi, che da Lizzani, il Trinità dei western comici, e poliziesco la stessa comicità grottesca e caciarona che la coppia Hill & Spencer stanno aiutando Vittorio Cecchi Gori a rimpinguare le esauste casse di famiglia. prende il posto che fu di Bombolo (è Tramezzino, figlio dello storico Venticello), è il “burino” interpretato da Nino Manfredi portò nello spaghetti-western. Ma mentre la fortuna di Trinità (e Bambino, il Ancora più di Mandrake e del Pomata, i due protagonisti di Febbre da all’altezza. Semmai sarebbe interessante riciclare il Monnezza trucido, il fuorileg- nella vecchia, gloriosa Canzonissima del personaggio di Spencer) era nella fisicità paradossale, quella di Monnezza è tutta cavallo; ancora più di Trinità e Bambino, che probabilmente hanno incassato di ge, in un film che alla comicità romanesca mescoli le moderne forme di messinsce- “fusse che fusse ‘a vorta bbona”. È per nel linguaggio, in quelle battute in rima, in romanesco, che Ferruccio Amendola più e hanno totalizzato ascolti tv maggiori, ma hanno dovuto prendere atto della na cinematografica della violenza. In America c’è un grande regista che è maestro questo che lo feci parlare in rima. Il perso- spesso inventava lì per lì in sala di doppiaggio e che suo figlio Claudio rifaceva da fine dello spaghetti-western; più di chiunque altro nel cinema dagli anni ’70 in in questo, e che adora quei vecchi film: è fantascienza pensare a un Monnezza/ naggio si chiama ancora Vincenzo Moret- ragazzino davanti allo specchio, sognando un giorno di diventare… Monnezza, poi, il Monnezza -o «er Monnezza», se volete essere precisi -è una maschera della hard diretto da Tarantino? al. c.