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PAVIAPAVIA alal cinema cinema

IL CALENDARIO AVIS A cura di da un’idea di Agostino Calvi Giulio Assorbi e Pier Vittorio Chierico Pavia cal AVIS 2020 4a 30-09-2019 15:45 Pagina 2

PRESENTAZIONE

differenza di tutte le altre forme matico. Il regista fu bravissi- lavoro preparatorio, è stata inaugurata la nuo- d’arte, il cinema è in grado di co- mo a sfruttare le atmosfere invernali di Pavia va sala prelievi AVIS in Via Taramelli 7. “Agliere e rendere il passaggio del per richiamare con perfetta aderenza quelle di Aperta d’intesa con il Policlinico San Matteo, tempo, per fermarlo, quasi a possederlo in in- San Pietroburgo, così mirabilmente tratteggia- la struttura è operativa ogni sabato al fine di finito. Direi che il film è la scultura del te da Nikolaj Vasil’evicˇ Gogol’. incrementare le donazioni di sangue nella no- tempo”. Così diceva il celebre regista russo O come nel caso del capolavoro di Dino Risi stra comunità. Andrej Tarkovskij. Aveva perfettamente ra- “Fantasma d’amore”, interpretato da Marcello La nuova Sala Prelievi rappresenta una ric- gione. Una pellicola immortala momenti, si- Mastroianni e Romy Schneider, tratto dal me- chezza in più per la città. Un segno tangibile tuazioni, paesaggi. Ferma lo scorrere del raviglioso libro del nostro Mino Milani. Girato e vivo della presenza di AVIS Pavia, ancora tempo, creando emozioni che prendono vita a Pavia sulla base di un testo scritto dal più una volta protagonista di solidarietà nella vita nella nostra mente e nel nostro cuore. grande scrittore pavese: un connubio che vol- cittadina. Per questo la scelta del tema di quest’anno del ge alla perfezione. Come lo è da 94 anni, da quella mattina del Calendario AVIS Pavia è così felice! Narrando- Bravissimi, quindi, i curatori Pier Vittorio 1926, quando il primo donatore volontario di vi i film girati nella nostra città non solo vi of- Chierico e Giulio Assorbi. Hanno centrato un sangue in Italia allungò il suo braccio nella friamo la storia di momenti culturali e di spet- tema davvero interessante e certamente sug- Clinica Medica del San Matteo per la prima tacolo, ma anche la suggestione di scorci pa- gestivo. donazione. vesi inquadrati nella fissità di un tempo caro a Per la ventisettesima volta, nella solita elegan- In questi 94 anni decine di migliaia di dona- molti. te veste predisposta dalla Tipografia PI-ME, il tori hanno reso grande AVIS Pavia. Un lun- Vedrete succedersi, nelle pagine del Calenda- Calendario AVIS Pavia entra in migliaia di ca- ghissimo cammino di generosità, di altruismo rio 2020, immagini di pellicole, a volte lonta- se, portando in dono altri preziosi momenti di e di solidarietà. ne nel tempo, che mostrano angoli della no- storia pavese. Sarebbe bello, in fondo, un film che narri que- stra città farsi impagabili scenari di storie. Il Calendario non è l’unica novità che AVIS Pavia sta splendida storia. Come nel caso della pellicola del 1952 “Il cap- porge alla città. potto”, con protagonista Renato Rascel in un La seconda, ancor più importante, risale allo STEFANO MARCHESOTTI ruolo insolitamente ma efficacemente dram- scorso 12 aprile, allorquando, dopo un lungo Presidente AVIS Pavia INTRODUZIONE

a storia cinematografica di Pavia inizia afferma un film che diventerà un cult e che alcuni esempi. Pavia, sappiamo benissimo che negli anni 50 con “il Cappotto” di ancora oggi attira, nelle vicinanze di Pavia, non ha queste dimensioni e nemmeno ha la- LAlberto Lattuada interpretato da un bra- centinaia di fans che rivivono tutti insieme le sciato una traccia così rilevante nei film in cui vissimo Renato Rascel nei panni del protago- scene del film. “Il ragazzo di campagna” con è comparsa. Ma siamo convinti che i registi e nista Carmine Di Carmine. Il Ticino, il ponte, i Renato Pozzetto che fu girato a Carbonara Ti- gli sceneggiatori, allora come oggi, non si pos- portici, la desolazione di alcune vie del centro, cino e, per qualche scena, sul Lungo Ticino, è sano sottrarre al fascino delle sue vie e dei il muro di viale Gorizia e gli alberi dell’orto un film che mostra due facce diverse della suoi monumenti; basta che percorrano via botanico, per Lattuada, non rappresentavano “Milano da bere” di quegli anni. Nel 1981 a Porta o via Foscolo, che si fermino davanti a solo elementi decorativi ma diventavano l’e- Pavia si gira un film che si discosta completa- San Michele o che attraversino Piazza Grande, spressione degli stati d’animo del protago- mente da questi tratti; è probabilmente il più non possono non accorgersi come lo spirito nista. Pavia è il set anche de “I sogni nel cas- pavese di tutti i film perché, oltre che alle della nostra città sia tutto in quei luoghi, setto”, la travagliata storia d’amore tra due stu- locations, la città presta al regista Dino Risi pronto per essere rivelato. Nel 1953, su denti, Mario e Lucia, che rappresentano il anche il suo scrittore più importante: Mino “Strada Nuova”, un mensile di lettere e varietà primo esempio cinematografico di giovani che Milani con il suo romanzo “Fantasma d’amore”. che si pubblicava a Pavia, usciva un articolo a si ribellano al conformismo della società deci- Il genere è il “gotico italiano” che Pavia con- firma di Riccardo Richard dal titolo “Pavia, dendo di sposarsi anche contro il volere dei tribuisce ad esaltare, con le sue tipiche atmo- soggetto cinematografico”. Il pezzo si conclu- genitori. Le atmosfere di Pavia cambiano, l’u- sfere grigie, fatte di nebbia e pioggia; mentre deva così: “Un film su Pavia, malgrado il Cap- niversità, il Lungo Ticino, le piazze e le vie il Ticino e le vie del centro sono gli ambienti potto, e malgrado la funzione che Pavia come sono luminose e fanno da sfondo alla storia dove si girano la maggior parte delle scene elemento occasionale utile in alcuni soltanto d’amore. Due film in pochi anni interamente con protagonisti due mostri sacri del cinema dei suoi aspetti ha in esso, deve ancora essere girati nella nostra città; bisognerà però atten- mondiale come Marcello Mastroianni e Romy fatto. Pavia nel Cappotto vive lontana da sé dere quasi vent’anni per rivedere Pavia sul Schneider. E infine gli anni 90 con il cinema stessa, ha un volto che non è essenzialmente grande schermo. Segnati in maniera indelebile italiano che affronta un momento particolar- suo. Lo spirito della nostra città attende ancora dalla strategia della tensione e dal terrorismo, mente critico, diviso tra la continuità della tra- il regista di talento che, sostando e indagando, gli anni 70 condizionano una buona parte dizione e dei legami con i grandi registi del lo faccia suo.” Dal Cappotto sono passati della produzione cinematografica con la tra- passato ed il rinnovamento. Pavia torna ad es- quasi settant’anni e tanti sono stati i film in cui sposizione sugli schermi del clima e degli epi- sere set cinematografico ed entrambi i film di Pavia è comparsa, ma siamo sempre più con- sodi che si vivevano sulle strade e nelle città quegli anni avranno come ambiente principale vinti che sia proprio così: il vero film su Pavia, italiane. Nasce il genere “poliziottesco” le cui l’Università, Margarethe Von Trotta e Mario quello che ne coglie integralmente lo spirito e trame si basavano generalmente su indagini di Monicelli scelgono i cortili, i portici e le aule lo rappresenta sullo schermo, ancora non è polizia che prendevano spesso spunto da fatti dell’ateneo pavese per le riprese dei rispettivi stato fatto. Come ogni anno, non possiamo di- di cronaca nera dell’epoca. Pavia comparirà in film affidando ai loro personaggi ruoli di do- menticare i ringraziamenti; grazie quindi allo ben 4 film di questo genere diventando, dal centi o studenti che vivono quindi a stretto sponsor “Fratelli Della Fiore” che rende possi- punto di vista cinematografico, una sorta di contatto con gli ambienti che frequentano. bile la realizzazione di questi calendari e alla “città della mala”. Ecco allora che presta le sue E Pavia, forte della sua tradizione universitaria, Tipografia PI-ME che li compone e li stampa vie e le sue piazze a folli inseguimenti auto- si trova a suo agio e contribuisce efficace- con la consueta professionalità. Grazie a tutte mobilistici, a rapimenti, fughe, rapine a mano mente alla riuscita delle riprese. Indubbia- le persone che in qualche modo ci hanno aiu- armata e sparatorie in un crescendo di vio- mente ci sono città che sono parte integrante tato prestandoci del materiale o semplice- lenza ed azione dove non mancano ovvia- della storia del cinema, la loro anima è stata mente fornendoci notizie e ricordi. E soprat- mente gli omicidi. Arriviamo agli anni 80, al- catturata dalla macchina da presa dei più tutto grazie a tutti coloro che continuano, ogni l’insegna del benessere economico e del di- grandi registi ed è entrata per sempre nell’im- anno, ad aspettare puntuali l’appuntamento simpegno politico: il linguaggio cinematogra- maginario collettivo al punto che, anche chi della presentazione del calendario per vedere fico inizia ad intrecciarsi con il mondo delle non le ha mai visitate, può affermare di cono- il risultato delle nostre ricerche. televisioni private da cui prende in prestito di- scerle. La Roma di Fellini, la Parigi in bianco e versi volti. I temi sono più leggeri, quasi da nero di Godard, la New York dei film di GIULIO ASSORBI commedia all’italiana e, in questo contesto si Woody Allen o la Milano di De Sica sono solo PIER VITTORIO CHIERICO cal AVIS 2020 4a 30-09-2019 15:45 Pagina 3

GENNAIO 2020 PAVIA

1-365 Capodanno 1 M s. Madre di Dio 2-364 ss. Basilio 2 G e Gregorio 3-363 3 V s. Genoveffa ¾ 4-362 4 S s. Ermete 5-361 5 D s. Amelia 6-360 Epifania 6 L di N.S.G.C. 7-359 7 M s. Raimondo 8-358 8 M s. Severino 9-357 9 G s. Giuliano 10-356 10 V s. Aldo ¿ 11-355 11 S s. Igino 12-354 Batt. di Gesù 12 D s. Modesto 13-353 13 L s. Ilario 14-352 14 M s. Felice 15-351 Il regista Alberto Lattuada e la sua troupe girano le riprese di una scena de “Il Cappotto” nei pressi dell’area Vul. 15 M s. Mauro 16-350 16 G s. Marcello IL CAPPOTTO (1952) 17-349 17 V s. Antonio ab. À REGIA DI ALBERTO LATTUADA 18-348 18 S s. Liberata 19-347 n una Pavia degli anni 50 l’impiegato comunale Carmine Di Carmine conduce una vita molto 19 D s. Mario 20-346 modesta. Abita in una camera a pensione, lavora con tanto impegno ma è spesso mortificato ss. Sebastiano dal Segretario generale del Comune e dal Sindaco stesso, un uomo ambizioso e corrotto 20 L e Fabiano I 21-345 politicamente, oltre che infedele. Carmine avrebbe bisogno un cappotto per l’inverno ma non se lo può permettere, il suo stipendio non basta. Un giorno una bella donna, scambiandolo per un 21 M s. Agnese mendicante, gli dona del denaro; è una discreta somma, sufficiente come acconto per un sarto a 22-344 cui viene commissionato un cappotto su misura con il bavero di pelliccia. Sul lavoro Carmine 22 M s. Vincenzo assiste per caso ad un colloquio compromettente; il Segretario comunale accetta una tangente 23-343 da alcune persone e, rendendosi conto di essere stato scoperto, cerca di ingraziarsi Carmine 23 G s. Emerenziana 24-342 promettendogli un ricco premio di produttività. Nel frattempo il cappotto è pronto e gli sta s. Francesco benissimo e Carmine lo indossa orgoglioso passeggiando per tutta la città. A Capodanno si reca 24 V di Sales ½ 25-341 al ricevimento del Segretario comunale e lì rivede la donna che gli aveva regalato il denaro che, Conversione in realtà, è l’amante del Sindaco, ma Carmine non lo sa. Dopo diversi brindisi, in preda ai fumi 25 S s. Paolo 26-340 dell’alcool, si lancia in un discorso a favore dei poveri e invita ad un giro di valzer la bella ss. Tito amante del Sindaco. Nelle vie deserte della città immersa nel sonno, mentre rientra a casa, un 26 D e Timoteo 27-339 vagabondo lo aggredisce e gli ruba quel cappotto che compendia tutti i suoi sogni di s. Angela avanzamento sociale. Disperato vaga nel gelo e nella neve alla ricerca di ciò che gli è stato 27 L Merici 28-338 rubato, chiede aiuto ma si trova di fronte all’indifferenza di tutti quelli che incontra e in s. Tommaso particolare del Sindaco che gli nega ogni aiuto e in più si prende la polmonite. Si mette a letto e 28 M d’Aquino muore in poche ore di polmonite ma anche di crepacuore. Solo dopo morto riuscirà a prendersi 29-337 la sua vendetta; disturba con il suo funerale una cerimonia pubblica che ospita il Sindaco, 29 M s. Valerio ritorna come fantasma per le vie della città spaventando i cittadini e spogliandoli dei loro 30-336 soprabiti nelle fredde serate invernali. Si reca anche a casa dell’amante del Sindaco per 30 G s. Martina 31-335 spaventarla ed infine appare al primo cittadino terrorizzandolo ed inducendolo a pentirsi. s. Giovanni 31 V Bosco

IMPOSTA A CURA DI CHI LO ESPONE AL PUBBLICO (DPR 639 DEL 26-10-1972) PI-ME, Pavia cal AVIS 2020 4a 30-09-2019 15:45 Pagina 4

IL CAPPOTTO (1952) REGIA DI ALBERTO LATTUADA

el 1952 il regista Alberto Lattuada, che nericamente “una città del nord” ed, infine, si era già fatto un nome nel filone neo- dopo aver rinunciato all’idea di ricostruire in Nrealista, tenta l’operazione di traspor- studio una città immaginaria, fu scelta Pavia, tare la patetica vicenda dell’impiegato Akakij anche in funzione degli altri impegni professio- Akakievic dalle pagine del romanzo di Gogol nali di Rascel che, in quel periodo, stava reci- allo schermo cinematografico, da Pietrogrado tando in un teatro di Milano. E Pavia ha dato il a Pavia senza snaturarla. Con la preziosa colla- meglio di sé restituendo quelle atmosfere che borazione di Cesare Zavattini, scrive un’eccel- solo lei è capace di esprimere: la nebbia, il lente sceneggiatura che nella trasposizione ci- freddo dell’inverno che sale dal fiume, la neve nematografica conserva molto dell’originale e quei rumori ovattati che si sentono nelle vie racconto russo. Come protagonista della vi- quando la nebbia copre ogni cosa. Gli interni cenda, Lattuada ha scelto un Renato Rascel che del film furono girati invece presso gli stabili- in quella occasione, per la prima e unica volta menti romani della “Titanus” alla Farnesina. nella sua carriera di attore cinematografico, ha Le riprese iniziarono il 5 gennaio del 1952 e ter- potuto mostrare di quali capacità espressive minarono a fine febbraio dello stesso anno; fosse dotato. Rascel ha interpretato la parte del inaspettatamente quell’anno a Pavia non ne- povero impiegato Carmine Di Carmine (cognome che rie- vicò, ma la neve era un elemento fondamentale dell’ambien- voca il patronimico del personaggio del racconto di Gogol di tazione e, come ricorda Franco Mirabile nella sua monografia: un secolo prima) in modo perfetto, calandosi fino in fondo “tutta la neve che si vede nel film è artificiale, a tonnellate”. nella parte e unendo la vena drammatica a quella comica La prima rappresentazione italiana del film si tenne al Cinema che gli derivava dalla sua carriera nell’avanspettacolo. “Metropolitan” di Montecatini Terme il 3 ottobre 1952 ma an- Un’altra componente della riuscita del film fu la scelta del- cora prima “Il Cappotto” ebbe diverse tappe internazionali l’ambientazione. Inizialmente nella prima versione della sce- con fortune alterne. Nel maggio del 52 venne presentato al neggiatura la città individuata era Lucca, che poi diventò ge- Festival di Cannes dove ottenne un notevole successo e sfiorò il massimo riconoscimento mentre Rascel dovette ce- dere di fronte a Marlon Brando, straordinario in “viva Zapata”. L’attore romano si rifarà l’anno successivo trionfando nel prestigioso Nastro d’Argento, proprio per l’interpretazione del film di Lattuada, con una quasi completa unanimità di giudizio da parte della giuria. Il Cappotto registrerà un ottimo incasso di circa 500 milioni delle vecchie lire; questo esito commer- ciale situò il film nelle prime 15 pellicole quanto ad in- cassi, tra le 143 prodotte in Italia ed immesse in circo- lazione nelle sale cinematografiche durante il 1952.

Carmine nella notte di Capodanno imbocca l’entrata del ponte Coperto dove si consumerà la sua tragedia. Il ponte era stato inaugurato appena l’anno prima dal presidente della Repubblica Einaudi.

Carmine entra in Comune per iniziare la sua giornata di lavoro, L’impiegato Carmine Di Carmine (Renato Rascel) attraversa il ponte Coperto alle spalle si notano la piazza del Municipio e l’imbocco di via seguito dal vagabondo che lo aggredirà rubandogli il cappotto. Luigi Porta. cal AVIS 2020 4a 30-09-2019 15:45 Pagina 5

FEBBRAIO 2020 PAVIA

32-334 1 S s. Verdiana 33-333 Presentazione 2 D del Signore ¾ 34-332 3 L s. Biagio 35-331 4 M s. Gilberto 36-330 5 M s. Agata 37-329 s. Paolo Miki 6 G e compagni 38-328 7 V s. Eugenia 39-327 s. Gerolamo 8 S Emiliani 40-326 9 D s. Rinaldo ¿ 41-325 10 L s. Scolastica 42-324 B. Vergine di 11 M Lourdes 43-323 12 M s. Eulalia 44-322 13 G s. Maura 45-321 14 V s. Valentino 46-320 ss. Faustino 15 S e Giovita À 47-319 16 D s. Giuliana 48-318 ss. 7 fondatori Lucia (Lea Massari) e Mario, interpretato da Enrico Pagani, famoso anche per essere stato un giocatore di basket 17 L Servi di Maria del Borletti Milano, passeggiano sul Lungo Ticino. 49-317 18 M s. Simeone 50-316 I SOGNI NEL CASSETTO (1957) 19 M s. Corrado 51-315 REGIA DI 20 G s. Amata 52-314 21 V s. Pier Damiani ella Pavia universitaria degli anni 50, in una modesta locanda dove si mangia male ma 53-313 si possono fare incontri fondamentali, Mario (Enrico Pagani) e Lucia (Lea Massari) si 22 S s. Isabella Ntrovano per caso, seduti allo stesso tavolo con davanti il medesimo piatto di zuppa. 54-312 Entrambi sono studenti, lei di chimica, lui a pochi esami dalla fine di medicina. Sono entrambi 23 D s. Renzo ½ originari di piccoli paesi della Pianura Padana. Lucia è ingenua, semplice, ragazza di 55-311 campagna entusiasta della vita indipendente e fiera sostenitrice della parità dei sessi e dei 24 L s. Costanza cambiamenti sociali in aperta contraddizione con i principi ereditati dal padre. Mario e Lucia 56-310 si innamorano e decidono insieme di andare contro la morale e l’arretratezza borghese che 25 M s. Romeo 57-309 proprio negli anni 50 stava iniziando a vacillare. Ecco quindi che si sposano molto prima Le Ceneri rispetto al volere dei genitori, per non interrompere gli studi. A cose fatte i genitori sono 26 M s. Nestore costretti ad accettare la loro unione che viene allietata dalla notizia dell’arrivo di un figlio. E il 58-308 finale sarà la parte più travagliata del film, con due versioni praticamente opposte. La prima 27 G s. Leandro stesura del film di Castellani che, dopo varie peripezie, è diventata anche quella definitiva, 59-307 prevede, infatti, la morte di Lucia, proprio mentre l’inesperto Mario è impegnato a far nascere, 28 V s. Romano con l’utilizzo del temuto forcipe, un altro bambino. Lucia muore di parto e la gioia di Mario 60-306 per essere diventato papà si sostituisce subito con la disperazione per la perdita dell’amore, 29 S s. Giusto fino alla decisione dei genitori di Lucia di fermarsi per aiutarlo a crescere la bambina, enorme passo avanti per una vecchia generazione fino a quel momento legata alle convinte logiche delle soluzioni “più razionali” e conformiste.

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I SOGNI NEL CASSETTO (1957) REGIA DI RENATO CASTELLANI

lla visione di questo finale, alcuni dei produttori ini- riodo. “I sogni nel cassetto”, presentato per la prima volta ziarono a storcere il naso, erano poco convinti della alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1957, è di fatto una im- Amorte della protagonista al punto da far riscrivere e portante testimonianza storica e culturale. Pone delle que- girare a Castellani una seconda versione, mettendo come stioni rilevanti sulla società italiana degli anni 50 in cambia- condizione la salvezza di Lucia. In questo finale alternativo, mento, sempre più lontana dalla guerra e sempre più vicina dai due giovani, un tempo anticonformisti, nasce una per- al boom economico degli anni 60. Castellani introduce due fetta famiglia borghese, con il papà medico e la mamma a elementi che, di lì a poco, esploderanno: i giovani e la badare alla casa ed ai figli. Una seconda versione che in donna. Ispirato alle vicende del fratello di Castellani, medico realtà è altrettanto amara quanto la prima, seppur per motivi proprio a Pavia, è, come lui stesso affermò in un’intervista: diversi. Lo stesso Castellani, davanti alla richiesta di smorzare “la prima storia nel cinema italiano che racconta di due gio- la tragicità del primo finale riconducendo la storia a “tutto è vani che si ribellano alle leggi della società e tagliano i ponti bene quel che finisce bene”, risponde con una forte critica con la famiglia”. Enrico Pagani, già famoso per essere un proprio a quella borghesia che gli aveva chiesto le mo- campione di pallacanestro nelle fila del Borletti Milano, e Lea difiche. Sarà l’intervento del produttore Angelo Rizzoli in per- Massari sono una coppia perfetta sullo schermo; Mario e sona a decidere l’adozione della prima e più tragica versione, Lucia, nella finzione cinematografica si amano, si sposano, l’unica visibile fino ad oggi e probabilmente la migliore. Ma aspettano un bambino. La loro vita procede con le difficoltà forse andrebbero viste entrambe per rivivere di nuovo attra- di tutte le coppie, ma felice. Mario si laurea, diventa medico verso questo film, la memoria storica dell’Italia di quel pe- e ottiene un piccolo ambulatorio in provincia. Lucia con la sua simpatia ed innocenza, passa dal ma- trimonio alla gravidanza, da ragazza a donna mentre Pierino, o Pierina, cresce nel suo grembo. Lea Massari interpreta un per- sonaggio per il quale è impossibile non provare affetto e tenerezza ma allo stesso tempo angoscia per i continui segnali pre- monitori di un parto prematuro e di dolori lancinanti. Oltre ai due protagonisti, il film regala una galleria di significativi perso- naggi minori e secondari che diventano però veri e propri ritratti della gente di provincia. “I sogni nel cassetto” è anche una delle ultime vere testimonianze del neorealismo, così come ricorda il critico Edoardo Peretti, di quel cosiddetto “neo- realismo rosa” che lo stesso regista aveva contribuito a creare. Il ruolo di Castellani fu importante in quel periodo di transi- zione del cinema italiano che vedeva sfu- mare il Neorealismo verso i caratteri della La coppia di studenti sale felice la scalinata che porta all’arcata del ponte Coperto; Mario studente di medicina e Lucia di chimica decideranno di sposarsi contro la volontà dei genitori. “commedia all’italiana”; è stato una figura chiave di questa fase di trasformazione.

La coppia ripresa sull’alzaia del Naviglio in viale Bligny. cal AVIS 2020 4a 30-09-2019 15:45 Pagina 7

MARZO 2020 PAVIA

61-305 I. di Quaresima 1 D s. Albino 62-304 2 L s. Quinto ¾ 63-303 3 M s. Cunegonda 64-302 4 M s. Casimiro 65-301 5 G s. Adriano 66-300 6 V s. Coletta 67-299 ss. Perpetua 7 S e Felicita 68-298 II. di Quaresima 8 D s. Giovanni di Dio 69-297 9 L s. Francesca R.¿ 70-296 s. Provino Cainazzo (Adriano Celentano) e Romolo (Enzo Cerusico) sostano in piazza del Papa, sulla destra l’imbocco di 10 M 71-295 via San Martino con il muro del Collegio Castiglioni-Brugnatelli e a sinistra l’inizio di via Goldoni. 11 M s. Costantino 72-294 12 G s. Massimiliano LE CINQUE GIORNATE (1973) 73-293 13 V s. Rodrigo REGIA DI DARIO ARGENTO 74-292 14 S s. Matilde 75-291 III. di Quaresima el 1973 esce nei cinema italiani “Le cinque giornate”, film in costume 15 D s. Luisa in cui i protagonisti Cainazzo (Adriano Celentano) e Romolo (Enzo 76-290 À Cerusico) sono due personaggi che casualmente si incontrano e si 16 L s. Eriberto N 77-289 ritrovano all’interno di una rivoluzione. Il ladro Cainazzo, furbo e divertente, 17 M s. Patrizio girovaga per le strade di Milano in cerca di Zampino (Glauco Onorato), il 78-288 18 M s. Cirillo di G. capobanda a cui si vuole rivolgere in quanto è rimasto uno dei pochi su cui 79-287 può fare affidamento. Non lo trova, ma in compenso fa la conoscenza di 19 G s. Giuseppe 80-286 Romolo, un fornaio brontolone ma fondamentalmente buono. Entrambi stanno 20 V s. Claudia per tornare a casa, quando vengono per forza di cose coinvolti nei moti di 81-285 21 S s. Nicola di F. insurrezione milanesi del 1848, le storiche “cinque giornate di Milano” a cui il 82-284 IV. di Quaresima film fa appunto riferimento, ai quali partecipano da spettatori. I due si trovano 22 D s. Lea all’interno di un meccanismo dal quale sembra non esserci via di uscita, nel 83-283 23 L s. Turibio di M. caos della città in rivolta, vivono le storie delle persone che cercano di portare 84-282 avanti le loro esistenze davanti ad eventi più grandi di loro. La nobiltà viene 24 M s. Romolo ½ 85-281 descritta in maniera feroce dal regista, la classe dirigente milanese ed il clero 25 M Annunc. M.V. sembrano voler creare la rivoluzione solo per poter scacciare il nemico 86-280 26 G s. Emanuele austriaco e prenderne il posto; la corruzione è ovunque e i moti diventano, 87-279 alla fine, solo una scusa perché c’è solo il profitto personale dei più ricchi a 27 V s. Augusto sfavore dei meno fortunati. Cainazzo si rende conto della beffa che è stata 88-278 28 S s. Sisto 89-277 intessuta intorno al popolo, anche a costo di tante vite umane perdute nel V. di Quaresima 29 D s. Secondo conflitto. La sua frase finale del film “Ci hanno fregato!” racchiude questa 90-276 consapevolezza e l’amarezza della rassegnazione di chi è povero e deve subire 30 L s. Amedeo le angherie dei potenti. 91-275 31 M s. Beniamino

IMPOSTA A CURA DI CHI LO ESPONE AL PUBBLICO (DPR 639 DEL 26-10-1972) PI-ME, Pavia cal AVIS 2020 4a 30-09-2019 15:45 Pagina 8

LE CINQUE GIORNATE (1973) REGIA DI DARIO ARGENTO

l film fu quasi interamente girato dei fatti storici. Il rischio c’era ma la a Pavia dove la troupe rimase sfida per lui era accettata. In effetti la Iper quasi tre mesi, a testimo- mano di Argento si riconosce nella nianza del fatto che per il tempo era cura dei particolari, soprattutto nelle considerato una grossa produzione. scene delle battaglie dove le incur- Per le scene degli scontri e delle bat- sioni “splatter” non mancano come taglie, che si concentrano in Piazza nel violento massacro degli austriaci Borromeo e in Piazza Botta, furono in cui ci si chiede chi siano vera- utilizzate molte comparse e ancora mente i buoni e chi i cattivi; e ancora oggi sono molti i pavesi che ricor- nella scelta della scenografia barocca dano di avere indossato un costume e delle stradine strette di Pavia. Ciò mischiandosi alla folla dei patrioti ri- che fa di questo film un prodotto riu- voluzionari. Tanti sono anche gli scito è la giusta alternanza tra ironia aneddoti legati ai due attori princi- e tragedia, a volte presenti anche pali durante la loro permanenza in nella stessa scena; nel suo complesso città; in particolare di Enzo Cerusico, diverte, e contemporaneamente la- scomparso nel 1991, tutti hanno un scia un po’ di amarezza. La coppia ricordo di una persona di grande Celentano-Cerusico da ritmo al film e simpatia e disponibilità. “Le cinque la loro interpretazione è stata ricono- giornate”, quando uscì nelle sale ita- sciuta eccellente dalla critica, così liane, non ebbe successo, ma soprat- come per altro quella degli altri attori tutto ricevette recensioni feroci dalla quali Carla Tatò, Luisa De Santis, Ma- critica cinematografica del tempo, rilù Tolo, Salvatore Baccaro e Glauco che definì assolutamente fuori luogo Onorato. La musica, curata da l’ironia ed il modo in cui veniva trattata l’insurrezione mila- Giorgio Gaslini, ha grande impatto sul film e lo completa. Le nese ai danni degli austriaci. Solo negli anni successivi il film arie, suonate dall’orchestra dei Professori del Teatro alla venne riconsiderato, e poi giudicato come originale e con- Scala di Milano, sono tutte operistiche e risalenti all’epoca ri- trocorrente, proprio per il diverso approccio alla storia, in sorgimentale. questo caso al Risorgimento. Il film fu quasi imposto a Dario Argento che, reduce dai prece- denti successi nel genere horror, era ormai considerato un maestro del terrore. Origina- riamente Argento avrebbe do- vuto soltanto produrre il film, con la collaborazione del padre e quasi per certo si davano le presenze di alla regia e di e Adriano Celentano come co- Gli scontri tra il popolo in rivolta e l’esercito austriaco, il set delle scene della battaglia con le barricate e protagonisti. Per una serie di gli assalti a cavallo furono girate in piazza del Collegio Borromeo. motivi i primi due rifiutarono il progetto e fu questa situazione a portare Salvatore Argento a considerare l’idea di proporre al figlio la regia del film. Dario Argento, ormai specializzato nel genere horror, si sentiva inadatto a dirigere un film di questo tipo, poiché considerava troppo impegnativo il film sto- rico, e ciò per varie ragioni: l’ambientazione, i costumi, le scene di guerra, la ricostruzione cal AVIS 2020 4a 30-09-2019 15:45 Pagina 9

APRILE 2020 PAVIA

92-274 1 M s. Ugo ¾ 93-273 2 G s. Francesco di P. 94-272 3 V s. Riccardo 95-271 4 S s. Isidoro 96-270 Le Palme 5 D s. Vincenzo F. 97-269 6 L s. Virginia 98-268 7 M s. G. Batt. de la S. 99-267 8 M s. Giulia ¿ 100-266 9 G s. Gualtiero 101-265 10 V s. Terenzio 102-264 11 S s. Stanislao 103-263 Pasqua 12 D s. Zeno 104-262 Borgo Ticino; Giorgio Pisani (Francis Matthews), scrittore pavese, insieme al professor Betti, (Giorgio Albertazzi) dell’Angelo pediatra che segue il figlio di Pisani dopo l’assassinio della moglie Erica. 13 L s. Martino 105-261 14 M s. Abbondio À CINQUE DONNE PER L’ASSASSINO (1974) 106-260 15 M s. Annibale REGIA DI STELVIO MASSI 107-259 16 G s. Bernadette 108-258 iorgio Pisani (Francis Matthews), scrittore pavese di grande successo, giunto 17 V s. Roberto all’aeroporto di Milano apprende telefonicamente da zia Marta (Maria Cumani 109-257 18 S s. Galdino GQuasimodo) che sua moglie Erica sta per dare alla luce un bambino. 110-256 Emozionato, Giorgio si precipita nella sua villa di Pavia ma, al suo arrivo, ad attenderlo 19 D s. Emma vi è Lidia Franzi (Pascal Rivault), dottoressa amica di famiglia. Zia Marta aveva avvertito 111-255 Lidia che Erica stava accusando doglie da parto e, Lidia, si era precipitata alla villa per 20 L s. Adalgisa 112-254 dare assistenza alla donna. Lidia, costernata, avverte Giorgio che sua moglie è morta 21 M s. Anselmo durante il parto. Sconvolto dagli eventi, Giorgio organizza il funerale della moglie e 113-253 qualche giorno dopo, apprende da Lidia di essere sterile. Giorgio è in preda al dolore, 22 M s. Leonida vive nell’angoscia che la moglie lo abbia tradito e che il bambino non sia suo figlio. Nel 114-252 23 G s. Giorgio ½ frattempo il piccolo è accudito dalla zia Marta ed è seguito dal migliore pediatra della 115-251 città, il professor Betti (Giorgio Albertazzi) superiore di Lidia. Nel frattempo in città un 24 V s. Fedele 116-250 misterioso assassino uccide alcune donne. La polizia indaga sui delitti e scopre che le Liberazione donne uccise erano tutte in stato interessante. Dopo averle uccise l’assassino infierisce 25 S s. Marco ev. sui corpi straziandoli ed incidendo sul pube uno strano simbolo tribale. Dopo tre delitti, 117-249 26 D s. Marcellino la polizia sospetta di Pisani, nel frattempo anche Lidia è aggredita. Al termine la polizia 118-248 in accordo proprio con lo scrittore tende una trappola all’omicida che si scopre essere 27 L s. Zita proprio Lidia. La donna, che aveva falsificato le analisi di Giorgio, è in realtà sterile e, 119-247 dopo averlo scoperto aveva iniziato ad uccidere. Anche Erica è morta per mano sua. 28 M s. Pietro Chanel 120-246 Lidia viene arrestata ma quando le indagini sembrano concluse si scopre che una delle s. Caterina 29 M da Siena vittime non era incinta e quindi Lidia non avrebbe avuto interesse ad ucciderla. 121-245 L’assassino si rivela essere il professor Betti che aveva ucciso la donna seguendo lo 30 G s. Pio V ¾ stesso rituale allo scopo di far attribuire il delitto alla stessa Lidia.

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CINQUE DONNE PER L’ASSASSINO (1974) REGIA DI STELVIO MASSI

inque donne per l’assassino” è la prima incur- doppio colpo di scena conclusivo. La pellicola è in pratica di- “ sione di Stelvio Massi, che è stato uno dei più visa in due parti; la prima incentrata sulle vicende personali Cprolifici registi del genere “poliziottesco”, nel co- e sul coinvolgimento di Giorgio Pisani, la seconda ha invece siddetto all’italiana che in questo caso ha anche diversi come fulcro la figura del professor Betti. Anche la location connotati erotico/splatter. In quel periodo questo sottogenere non è particolarmente sfruttata con una Pavia filmata quanto non rappresentava sicuramente un’opportunità di fama e suc- basta per dare alla vicenda degli esterni. Le interpretazioni cesso ma era comunque un segmento di mercato seguito dal degli attori non sono particolarmente brillanti; nemmeno pubblico. Il film non ha avuto molta fortuna e la critica non quella di un mostro sacro come Giorgio Albertazzi che inter- lo ha di certo premiato; tuttavia, pur avendo una trama com- preta il professo Betti, primario della clinica e che appare plessa, sempre sul filo del paradosso, riesce ad offrire solu- troppo teatrale. Tutto il resto del cast, come viene sottolineato zioni registiche pregevoli quali l’uso di rapide zoomate, car- da una pungente recensione, “non sembra far altro che rellate laterali e movimenti bruschi della macchina da presa. accendere e spegnere sigarette, una dietro l’altra per l’intera Malgrado gli accorgimenti tecnici, Massi non sembra partico- durata della pellicola, con gran giubilo dello sponsor tabac- larmente ispirato dal genere thriller infatti nel film non c’è su- chiero Dunhill”; compresa la prima vittima, interpretata da spence e le scene degli omicidi non sono per nulla spettaco- una giovanissima Ilona Staller alla sua prima apparizione ci- lari e montate in modo piuttosto frettoloso. La critica ha sot- nematografica sotto il singolare pseudonimo di Elena Mercuri. tolineato come Massi abbia ceduto troppo facilmente a degli Uno dei pezzi forti della pellicola è invece la colonna sonora stereotipi e a dei cliché tipici dei film gialli quali ad esempio che ha brani jazzistici di spessore ed è stata realizzata con i guanti alle mani dell’assassino, le telefonate anonime, il maestria dal Giorgio Gaslini Quartet.

Pisani, in una scena del film, transita con la sua auto in Piazza Emanuele Filiberto.

Lidia sale sulla sua auto parcheggiata proprio davanti alla sede della Provincia Pavese, situata allora in Corso Mazzini. cal AVIS 2020 4a 30-09-2019 15:45 Pagina 11

MAGGIO 2020 PAVIA

122-244 Festa lavoro 1 V s. Giuseppe art. 123-243 2 S s. Anastasio 124-242 ss. Filippo 3 D e Giacomo 125-241 4 L s. Fulvio 126-240 5 M s. Silvano 127-239 s. Domenico 6 M Savio 128-238 7 G s. Flavia ¿ 129-237 8 V s. Vittore 130-236 9 S s. Isaia profeta 131-235 10 D s. Antonino 132-234 11 L s. Fabio 133-233 ss. Nereo 12 M e Achilleo Un intenso primo piano dell’ispettore Tomas Ravelli (Tomas Milian) in piazza Castello, dove ha avuto luogo la 134-232 rapina in cui un poliziotto è stato ucciso dal “Marsigliese” (). 13 M s. Domenica 135-231 14 G s. Mattia À SQUADRA VOLANTE (1974) 136-230 15 V s. Torquato REGIA DI STELVIO MASSI 137-229 16 S s. Ubaldo 138-228 Pavia la banda di un feroce bandito detto “il Marsigliese” (Gastone 17 D s. Pasquale Moschin) assalta e rapina un’auto in cui sono custoditi centinaia di 139-227 18 L s. Giovanni I Amilioni di lire, lasciando a terra, tra l’altro, il cadavere di un poliziotto. 140-226 Sul caso indaga l’ispettore dell’Interpol Tomas Ravelli (Tomas Milian), giunto 19 M s. Pietro C. 141-225 appositamente da Marsiglia dove ha ricevuto una soffiata. A causa dei suoi s. Bernardino 20 M da Siena metodi troppo drastici, Ravelli è però osteggiato da parte di un suo collega, il 142-224 commissario Calò (Antonio La Raina). Grazie ad un esame balistico, Ravelli 21 G s. Vittorio 143-223 s. Rita scopre che proprio il Marsigliese, che cinque anni prima ha ucciso sua moglie e 22 V da Cascia ½ del quale intende vendicarsi, è responsabile dell’ultima rapina. Con l’aiuto del 144-222 fedele brigadiere Lavagni (), che Calò gli ha messo alle costole 23 S s. Desiderio 145-221 Ascensione con il preciso incarico di controllarlo, Tomas ben presto riesce ad individuarlo. 24 D Maria Ausiliatrice 146-220 Durante una colluttazione nel covo dei rapinatori muore Rino (), s. Beda 25 L s. Gregorio VII l’autista del colpo. Gli altri banditi, vestiti da preti, si recano nella casa di Rino 147-219 s. Filippo per eliminare alcune prove che potrebbero incastrarli. Ravelli scopre il covo 26 M Neri ormai abbandonato e il corpo di Rino, mentre la banda viene intercettata 148-218 27 M s. Agostino di C. sull’autostrada. Per scappare all’inseguimento, i componenti della banda 149-217 cambiano vettura e si nascondono in una casa vicino a Rovigo. Eliminati i suoi 28 G s. Emilio complici, il Marsigliese si reca in una darsena sul Po per incontrare “il Tunisino”, 150-216 29 V s. Massimino che dovrà portarlo all’estero. Nella scena finale la polizia ferma il Marsigliese il 151-215 giorno della partenza. Ravelli, gettato il tesserino da poliziotto, uccide il 30 S s. Ferdinando¾ 152-214 Marsigliese ormai disarmato e porta a compimento la sua vendetta. Pentecoste 31 D Visit. B.V. Maria

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SQUADRA VOLANTE (1974) REGIA DI STELVIO MASSI

quadra volante” può essere sicura- liane degli anni 70 e conteneva riferimenti a te- “ mente considerato uno dei migliori matiche ricorrenti quali criminalità organizzata, Sfilm del genere “poliziesco italiano”; traffico di armi, prostituzione, spaccio e con- ben diretto da Stelvio Massi, pone una pari at- sumo di droga e sequestri di persona. In ge- tenzione drammatica sull’eroe e sul cattivo. nerale, la critica italiana del tempo, non amava Il primo, interpretato da Tomas Milian, è un il genere poliziottesco; spesso i film venivano poliziotto consumato dal desiderio di vendi- infatti accusati di veicolare messaggi reazio- carsi del bandito che ha ucciso la moglie du- nari, di qualunquismo politico e di istigazione rante una rapina; il secondo “il Marsigliese” a alla violenza ed alla giustizia sommaria. Gli ar- cui da voce e volto Gastone Moschin, sta in- ticoli dedicati a queste rappresentazioni erano vece cercando di assicurarsi una vecchiaia spesso marginali, quasi sempre in tono dispre- agiata all’estero. La ricerca ossessiva della ven- giativo e muovevano agli autori la critica di detta rende Ravelli a volte spaventoso quanto proporre storie e personaggi sempre uguali a simpatico mentre l’apparente freddezza del sé stessi. A partire dalla metà degli anni 90, Marsigliese rivela alcuni lati sorprendente- grazie anche a riviste di genere come mente vulnerabili del suo personaggio. Nono- “Nocturno” e “Cine 70”, il genere è stato riva- stante il titolo e l’inserimento di alcuni inseguimenti in auto lutato; tra i suoi sostenitori, Quentin Tarantino, ha in più oc- nelle vie di Pavia, il film è più orientato allo studio di carat- casioni ribadito il suo apprezzamento e il suo debito nei con- tere dei suoi personaggi principali che all’azione. L’interpre- fronti dei film e dei registi del poliziottesco. tazione di Milian e Moschin è efficace in questo senso e confe- risce al film un tono a volte un po’ malinco- nico, sensazione che è ulteriormente esaltata dalla fotografia di Sergio Rubini e dalla partitura melodica della colonna sonora di Stelvio Ci- priani. Squadra volante è uno dei pochi film in cui Tomas Milian recita con la sua voce, senza essere doppiato; Fer- ruccio Amendola (che ne diventerà il doppia- tore ufficiale) nel film presta la voce ad un personaggio seconda- La polizia effettua le rilevazioni sul luogo della rapina e del delitto in piazza Castello, sulla sinistra l’ambulanza della Croce Verde Pavese utilizzata per le riprese. rio. “Squadra volante” fa parte di quel genere de- finito “poliziottesco” co- nosciuto anche come poliziesco all’italiana, che nacque a metà anni 60 e durò fini ai primi anni 80 toccando il pro- prio culmine alla metà degli anni 70. Il poli- ziottesco italiano è pe- santemente imparentato con alcuni film omo- loghi americani che proponevano figure di tutori della legge intran- sigenti, spesso violenti e immersi in una realtà urbana degradata. Que- sto genere rispecchiava Rino (Ray Lovelock), uno dei componenti della banda del Marsigliese, attraversa il ponte in ferro sul Naviglio a San le realtà delle città ita- Giuseppe; si nota il vecchio edifico che oggi non esiste più e lascia spazio alla piazza con il parcheggio. cal AVIS 2020 4a 30-09-2019 15:45 Pagina 13

GIUGNO 2020 PAVIA

153-213 1 L s. Giustino 154-212 Festa Repubblica 2 M ss. Marcellino e Pietro 155-211 s. Carlo L. 3 M e compagni 156-210 4 G s. Quirino 157-209 5 V s. Bonifacio ¿ 158-208 6 S s. Norberto 159-207 ss. Trinità 7 D s. Sabiniano 160-206 8 L s. Medardo 161-205 9 M s. Efrem 162-204 10 M s. Massimo 163-203 11 G s. Barnaba 164-202 12 V s. Guido 165-201 s. Antonio Il commissario Terzi (Franco Gasparri) intercetta l’auto dei banditi che hanno appena effettuato una rapina e gli À spara; siamo in via Goldoni e la rapina è avvenuta proprio all’interno del collegio Ghislieri che nel film diventa la 13 S da Padova 166-200 sede del Monte di Pietà. Corpus Domini 14 D s. Eliseo profeta 167-199 MARK IL POLIZIOTTO (1975) 15 L s. Germana 168-198 REGIA DI STELVIO MASSI 16 M s. Aureliano 169-197 17 M s. Ranieri l giovane commissario Terzi (Franco Gasparri), della squadra narcotici 170-196 milanese, detto Mark per aver frequentato un corso di specializzazione negli 18 G s. Marina 171-195 Stati Uniti, è convinto che l’avvocato Benzi (Lee J. Cobb), rispettabile s. Cuore di Gesù I 19 V s. Romualdo industriale meneghino, sia in realtà il capo di una organizzazione di trafficanti 172-194 d’eroina. Non riesce però a provarlo, sia per gli ostacoli legali che gli 20 S s. Ettore 173-193 impediscono piena libertà d’azione, sia per i molti morti che la “gang” dissemina s. Luigi 21 D Gonzaga ½ sul suo cammino. Proprio quando i superiori, stanchi delle sue indagini che 174-192 s. Paolino spesso sfociano nell’illegalità, lo sospendono dal servizio, Mark vede premiati il 22 L da Nola suo fiuto e la sua tenacia. Scopre, infatti, il luogo in cui Benzi fabbrica l’eroina 175-191 che smerciava nascondendola dentro innocui “souvenirs” e, dopo un lungo 23 M s. Lanfranco 176-190 inseguimento, consegna l’industriale alla giustizia. Il film fu distribuito nelle sale Natività 24 M s. Giov. Batt. cinematografiche della PAC il 1° agosto del 1975. Nonostante arrivò nelle sale in 177-189 piena estate, grazie alla presenza di Franco Gasparri, popolarissimo tra le 25 G s. Guglielmo adolescenti e volto noto dei fotoromanzi Lancio (testata che all’epoca aveva 178-188 26 V s. Rodolfo picchi di vendita mensili attorno alle 15.000 copie), ottenne molto successo, tanto 179-187 da arrivare ad incassare venti volte tanto i costi di produzione; con un budget di 27 S s. Cirillo di A. 208 milioni di lire ad un solo mese dall’uscita incassò qualcosa come due 180-186 miliardi. La PAC dopo il successo ottenuto e grazie ad un accordo tra il regista 28 D s. Ireneo ¾ 181-185 Stelvio Massi ed il produttore Pietro Bregni, finanzierà una trilogia. Appena ss. Pietro 29 L e Paolo 182-184 quattro mesi dopo l’uscita di “Mark il poliziotto”, esce nelle sale il seguito: “Mark ss. Primi il poliziotto spara per primo” seguito da “Mark colpisce ancora” (che nonostante 30 M Martiri il titolo non ha però collegamenti con i due episodi precedenti).

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MARK IL POLIZIOTTO (1975) REGIA DI STELVIO MASSI

a critica ha sottolineato come il film gli esterni. Nelle riprese effettuate a Pavia si sia privo di momenti particolarmente è utilizzata Piazza del Papa ed il Collegio Lentusiasmanti definendolo leggero e Ghislieri da cui escono armati ed incappuc- con un ritmo a volte un po’ lento. Gasparri ciati i rapinatori. Mark li intercetta di fianco non è un attore dotato di grande espressività, alla chiesa di San Francesco, dove spara e co- quando viene chiamato per mostrare emo- stringe l’auto dei malviventi ad una caram- zioni spesso manca all’appello. Ma ciò che bola ed a capottarsi. Il successivo insegui- possiede sono il bell’aspetto e il carisma che mento a piedi del fuggitivo Zardi termina nel porta nel ruolo del commissario e questo mix portone del Collegio Castiglioni. “Mark il po- funziona e piace al pubblico. Il commissario liziotto” rientra nel filone poliziesco italiano, Terzi è un personaggio anticonformista che genere cinematografico molto in voga in sceglie di tenere all’oscuro i suoi superiori ed quegli anni e la sua struttura è assolutamente è determinato a dimostrare che Milano non è coerente con quanto si aspettavano gli spet- solo la città da cui passa la droga, ma anche tatori dell’epoca. Gli anni 70 avevano visto una base di operazioni. Terzi è quasi com- un pubblico contestatario che chiedeva film pletamente solo nella con- impegnati ma una parte vinzione che l’industriale della popolazione era in- Benzi sia la mente della vece preoccupata e inter- banda, fatta eccezione per pretava il cambiamento e le il suo fedele partner Que- proteste come pericolosi e store (Giorgio Albertazzi). caotici. Film come “Mark il Particolare è anche la fi- poliziotto” vennero in- gura della donna nel film; contro a quel tipo di pub- se ne vedono tre: il perso- blico conservatore met- naggio femminile princi- tendo in scena una società pale è interpretato da Sara degradata, priva di mora- Sperati, ed è un’eroino- lità, dominata dalla crimi- mane che Terzi prende con nalità e in cui il sistema sé. Il secondo personaggio giudiziario veniva dipinto femminile è la madre di come troppo debole ed in- questa ragazza drogata, un dulgente. Gli eroi erano personaggio strano che si dunque detective o com- scaglia contro la società ma missari come Terzi, molto che non fa granché per aiu- determinati a combattere il tare sua figlia. Il terzo per- crimine anche con metodi sonaggio è una donna che illegali e violenti, se neces- Terzi raccoglie fuori da una sario, in contrapposizione cabina telefonica per una ad uno Stato ritenuto notte. Vale la pena citare troppo debole. Stelvio

come curiosità il perso- I banditi escono sparando dal Monte di Pietà (Collegio Ghislieri), Massi, insieme a Fernando naggio del malavitoso sullo sfondo la statua di Papa Pio V, al secolo Antonio Michele Ghislieri. Di Leo e , Gruber, il cui ruolo è affidato all’ex campione dei pesi medi sono ricordati come i principali esponenti del genere in e superwelter Juan Carlos Duran. Il film è supportato da Italia; la filmografia di Massi è sicuramente la meno esplo- un’ottima colonna sonora di Stelvio Cipriani che aggiunge rata delle tre ma è anche la più influenzata dal cinema di un vero tocco di classe. Le location sono usate molto bene; Hollywood e da quell’ispettore Callaghan, i cui valori sono fu girato a Roma (per gli interni) ed a Milano e Pavia per alla base dei personaggi e dei protagonisti italiani. cal AVIS 2020 4a 30-09-2019 15:45 Pagina 15

LUGLIO 2020 PAVIA

183-183 Prez. Sangue 1 M Gesù 184-182 2 G s. Ottone 185-181 3 V s. Tommaso 186-180 s. Elisabetta 4 S del Portogallo 187-179 s. Antonio 5 D M. Zaccaria ¿ 188-178 s. Maria 6 L Goretti 189-177 7 M s. Claudio 190-176 8 M s. Edgardo 191-175 9 G s. Letizia 192-174 10 V s. Ulderico 193-173 11 S s. Benedetto 194-172 12 D s. Fortunato À 195-171 Uno dei tre componenti della banda criminale che semina il panico nell’hinterland milanese esce dalla tabaccheria 13 L s. Enrico 196-170 di Porta Milano per risalire in macchina. Verranno intercettati subito dopo dalla polizia dando vita ad un folle s. Camillo inseguimento per le vie di Pavia. 14 M de Lellis 197-169 15 M s. Bonaventura 198-168 LIBERI ARMATI PERICOLOSI (1976) B.V. del 16 G Carmelo REGIA DI ROMOLO GUERRIERI 199-167 17 V s. Alessio 200-166 l film inizia con la dichiarazione spontanea in commissariato di Lea 18 S s. Federico (Eleonora Giorgi) che vuole cercare di salvare il suo fidanzato Luigi, detto 201-165 Luis (Max Delys) dalla pericolosa amicizia con Mario, detto il biondo 19 D s. Arsenio I 202-164 (Stefano Patrizi) e Giovanni Truschi, detto Joe (Benjamin Lev). I tre amici di 20 L s. Elia profeta½ 203-163 buona famiglia della borghesia milanese hanno formato una banda criminale s. Lorenzo che agisce nell’hinterland. Per vincere la noia all’inizio si danno ad una serie di 21 M da Brindisi 204-162 bravate via via sempre più pericolose; dal furto all’aggressione, dalla rapina fino s. Maria 22 M Maddalena all’omicidio. Il commissario (Tomas Milian) ascolta la ragazza con attenzione e 205-161 controlla ogni sua telefonata. I tre amici, spavaldi e per nulla spaventati, 23 G s. Brigida continuano a terrorizzare la città senza tregua, riuscendo a seminare la polizia in 206-160 24 V s. Cristina un inseguimento. Inoltre i tre sono in affari con Lucio (, al 207-159 suo debutto cinematografico) che li rifornisce di armi. Il biondo e Joe sono 25 S s. Giacomo 208-158 sempre più scatenati e a niente servono le proteste di Luis che si limita a ss. Anna 26 D e Gioacchino guidare l’auto durante le rapine; i due ammazzano senza pietà compreso Lucio. 209-157 Il commissario è molto preoccupato, cerca di agire con calma per non mettere a 27 L s. Liliana ¾ 210-156 rischio la vita di altri poliziotti, fa di tutto per evitare scontri a fuoco nei centri ss. Nazario abitati ma ormai la situazione è fuori controllo. Sentendosi braccato Luis è 28 M e Celso tentato di mollare i suoi complici, ma il biondo, capo della banda, non sente 211-155 29 M s. Marta ragioni e avendo dei forti sospetti sul comportamento di Lea la costringe con la 212-154 s. Pietro forza a seguirli in auto, assistendo, suo malgrado, agli inseguimenti della polizia 30 G Crisologo 213-153 ed a diversi assassinii. s. Ignazio 31 V di Loyola

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LIBERI ARMATI PERICOLOSI (1976) REGIA DI ROMOLO GUERRIERI

iberi armati pericolosi” è ispirato a banale che si sforza di descrivere con una “ due racconti di Giorgio Scerbanenco, certa accuratezza (inusuale per questo tipo di L scrittore di riferimento per le sce- film) le psicologie dei protagonisti”. La colonna neggiature poliziesco-noir di Ferdinando Di Leo. sonora di Gianfranco Plenizio e Ernesto La prima parte del film è tratta dal racconto Pierannunzi è pregevole e particolare: infatti “Bravi ragazzi bang bang”, mentre la seconda gli autori hanno utilizzato per il tema portante parte, quella che riguarda la fuga dei tre ban- del film, l’armonica a bocca accompagnata diti e di Lea nelle campagne intorno a Milano dalla chitarra in un connubio comunque ben fino a Pavia, fa riferimento ad un altro rac- riuscito. Per la recitazione si distinguono sicu- conto dello scrittore italo-ucraino, più precisa- ramente Eleonora Giorgi e Tomas Millian, mente si tratta di “In pineta si uccide meglio”, bravo nella scena in cui si produce in una dura breve racconto ambientato nella campagna to- paternale nei confronti dei genitori dei tre sot- scana e precisamente nella pineta di Tombolo. tolineando il danno che può fare un atteggia- “Liberi armati pericolosi” è un film pieno di mento permissivo ed indulgente nei confronti azione e ben scritto. Molti sono gli insegui- dei figli. Tra gli attori va ricordato anche menti di cui il più spettacolare è quello che l’esordio sul grande schermo di un giovane vede i banditi e la polizia sfrecciare a folle Diego Abatantuono. velocità nel centro di Pavia con una spettacolare gimkana nel cortile e sotto il porticato del collegio Bor- romeo. Più che descrivere le fasi delle indagini della po- lizia, il regista è concentrato sulla componente psicolo- gica dei tre ragazzi, di Lea e del commissario. Ciascuno di loro mostra le sue debo- lezze. Luis è il più debole per eccellenza, insicuro e di- viso tra l’amore per Lea e lo spirito di gruppo, il biondo, che è a capo dei tre, è il più Appena dopo l’uscita dalla tabaccheria, a Porta Milano inizia l’inseguimento con la distruzione del carretto di un ambulante che vendeva la frutta. cattivo ma anche il più solo; Joe invece usa l’allegria per non rivelare le sue paure. Lea è determinata e rappre- senta la brava ragazza. E in- fine il commissario, proba- bilmente il personaggio mi- gliore, che esce però scon- fitto, l’unico veramente equi- librato ma frustrato dal la- voro e dagli insuccessi. La critica ha apprezzato il film e lo ha definito “un noir at- trattivo e semplice; un buon film di genere diretto con mestiere e mano solida e con Durante l’inseguimento le auto dei banditi e della polizia entrano nel cortile del Collegio Borromeo, dopo una una sceneggiatura per niente folle corsa sotto il porticato la banda riesce ancora a farla franca. cal AVIS 2020 4a 30-09-2019 15:46 Pagina 17

AGOSTO 2020 PAVIA

214-152 s. Alfonso 1 S M. de’ Liguori 215-151 s. Eusebio 2 D di Vercelli 216-150 3 L s. Lidia ¿ 217-149 s. Giovanni 4 M M. Vianney 218-148 Dedic. s. Maria 5 M Maggiore 219-147 6 G Trasfigurazione 220-145 s. Sisto II e c. 7 V s. Gaetano 221-145 8 S s. Domenico 222-144 9 D s. Fermo 223-143 Il Borgo Ticino, insieme ad alcune vie del centro di Pavia, furono le due zone principali della città dove fu girato il film; 10 L s. Lorenzo in questo fotogramma è ripreso un inseguimento proprio in via Milazzo. 224-142 11 M s. Chiara À 225-141 LA ORCA (1976) 12 M s. Ercolano 226-140 ss. Ponziano REGIA DI ERIPRANDO VISCONTI 13 G e Ippolito 227-139 14 V s. Alfredo na banda di sprovveduti sequestratori rapisce una ricca studentessa. I 228-138 Ferragosto delinquenti sono Gino (Flavio Bucci), giocatore di biliardo a 15 S Assunz. M.V. 229-137 duecentomila lire a partita; Paolo (Bruno Corazzari), meccanico e s. Stefano di U. U 16 D s. Rocco contrabbandiere di sigarette nonché amante della moglie di Gino; Michele 230-136 (Michele Placido), pescatore calabrese immigrato da poche settimane al nord. 17 L s. Giacinto 231-135 La ragazza, Alice (Rena Niehaus) è custodita in un casolare, guardata a vista da 18 M s. Elena 232-134 Michele, stordita con sedativi, ha nella borsetta una copia del romanzo s. Giovanni 19 M Eudes ½ “Horcynus Orca” di Stefano D’Arrigo. Lasciato solo e a stretto contatto, Michele 233-133 aiuta Alice nelle necessità fisiologiche, le fa il bagno e la piega alla propria 20 G s. Bernardo sensualità rozza e romantica. Alice sfrutta la situazione e schiavizza il giovanotto 234-132 21 V s. Pio X mentre il riscatto tarda ad arrivare. Arriva invece la polizia che, arrestati Paolo e 235-131 B.V. Maria Gino, circonda il casolare. Terrorizzato Michele consegna la pistola alla ragazza 22 S Regina 236-130 che lo uccide senza necessità, coprendolo di insulti. Michele muore esalando s. Rosa 23 D da Lima parole d’amore, un poliziotto si assume la responsabilità e l’onore dello sparo. 237-129 Alice torna serena in famiglia. Eriprando Visconti (nipote di Luchino) tra il 1976 24 L s. Bartolomeo 238-128 s. Luigi ed il 1977 dirige due pellicole destinate a far discutere sia la critica che la 25 M di Francia ¾ censura del tempo. “La Orca” e il seguito “Oedipus Orca”. Il primo è 239-127 26 M s. Alessandro sicuramente il più celebre e riuscito dei due. Ciò che colpisce ed è singolare nel 240-126 film è il rapporto che si viene a costituire tra Alice e uno dei suoi rapitori; 27 G s. Monica interpretato da un giovane Michele Placido. Si tratta di una vera e propria 241-125 28 V s. Agostino “Sindrome di Stoccolma” con il carceriere che s’innamora della carcerata; è un 242-124 Martirio amore morboso in cui Michele si lascia andare a qualsiasi fantasia e la ragazza 29 S s. Giovanni B. 243-123 non sembra turbata da questo comportamento, ma lo asseconda e lo stimola, 30 D s. Gaudenzio salvo poi rinnegarlo nel finale. 244-122 31 L s. Aristide

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LA ORCA (1976) REGIA DI ERIPRANDO VISCONTI

l film ebbe un grande successo, costò apparizioni sul grande schermo), oltre che 40 milioni per un incasso di oltre un su Bruno Corazzari (volto conosciuto so- Imiliardo di lire. Molte sequenze sono di prattutto per aver recitato in diverse pelli- forte impatto e a distanza di anni conser- cole del genere poliziottesco) e Flavio vano ancora tutta la loro dirompenza. Fu gi- Bucci, anch’egli molto apprezzato durante rato quasi interamente a Pavia, nei pressi del quel periodo. Molto brava anche Rena Ponte Coperto e nel centro storico ma il Niehaus, conturbante nella sua interpreta- fulcro della storia è all’interno della casa di zione di Alice, donna moderna e libera che campagna (una cascina in provincia di prende in mano le redini della situazione Pavia), dove si consumano l’amore e la tra- giocando un po’ come il gatto con il topo e gedia. Tutto lo stile duro e crudo di Eri- sfruttando la passione che prova per lei il prando Visconti viene fuori dal film; e sarà suo carceriere; capace di manovrare con proprio quello stile a tenerlo fuori dal giro astuzia e ambiguità il suo comportamento degli “autori”, relegato ai margini da parte non di certo limpido e coerente. Tutto ciò è della critica cinematografica. Quella di Visconti junior è stata sottolineato dalle ultime parole pronunciate nel film, quando una figura singolare nel cinema italiano di quegli anni, riti- la polizia si addossa ogni responsabilità della tragedia acca- ratosi forse troppo presto dalla vita cinematografica attiva duta poco prima in un finale amaro ma realistico. “Oedipus per problemi di salute. La critica verso “La Orca” è stata una- Orca” del 1977, secondo capitolo della storia, inizia proprio nime nel riconoscerne l’accuratezza dei dettagli e la ricerca- dove finisce il primo film, con la liberazione di Alice e il suo tezza della fotografia, delle scenografie e della colonna so- ritorno a casa per approfondire tutto quello che “La Orca” nora; ma non del tutto convinta della “critica di Visconti alla aveva lasciato allo stato embrionale. È decisamente meno società, quasi che la gente semplice debba fare i conti con ispirato, realizzato sotto la spinta del successo de “La Orca” l’ambiguità di certa borghesia altolocata che ne approfitta ma con una sceneggiatura a tratti confusa. Oedipus Orca cita della propria posizione per tenere un atteggiamento moral- Orcynus Orca di Stefano D’Arrigo – trait d’union tra le due mente ambiguo” (come afferma Francesco Carabelli nella sua pellicole – perché è il libro che il fidanzato Humberto recensione). Nel film vengono sperimentate le musiche elet- (interpretato da un anonimo Miguel Bosè) aveva prestato ad troniche prodotte dal sintetizzatore e composte da Federico Alice, ma lui stesso ne possiede una copia. Il film è un Monti Arduini, più conosciuto con il nome d’arte di Guar- viaggio nella psiche di Alice e rivela la vera storia della sua diano del Faro. A livello interpretativo, La Orca può contare famiglia e del rapporto con i genitori in un crescendo di ero- su un giovane Michele Placido (qui in una delle sue prime tismo torbido e incestuoso.

Il rapimento di Alice (Rena Niehaus) avviene in Corso Garibaldi proprio di fronte alle Canossiane; i rapitori la caricano in macchina e fuggono, percorrendo il Lungo Ticino, verso la cascina dove la terranno prigioniera. cal AVIS 2020 4a 30-09-2019 15:46 Pagina 19

SETTEMBRE 2020 PAVIA

245-121 1 M s. Egidio 246-120 2 M s. Elpidio ¿ 247-119 s. Gregorio 3 G Magno 248-118 4 V s. Rosalia 249-117 5 S s. Vittorino 250-116 6 D s. Umberto 251-115 7 L s. Regina 252-114 Natività 8 M B.V. Maria 253-113 s. Pietro 9 M Claver 254-112 10 G s. Pulcheria À 255-111 11 V s. Giacinto 256-110 ss. Nome 12 S di Maria 257-109 s. Giovanni 13 D Crisostomo 258-108 Esaltazione 14 L s. Croce 259-107 B.V. Maria Nino Monti (Marcello Mastroianni) sale sull’autobus a Porta Milano, alla fermata vicino ai portici di viale Bligny, 15 M Addolorata ed incontra una donna che non riconosce ma che si rivelerà essere Anna Brigatti (Romy Schneider), unico grande 260-106 amore della sua vita. ss. Cornelio 16 M e Cipriano 261-105 s. Roberto FANTASMA D’AMORE (1981) 17 G Bellarmino ½ 262-104 REGIA DI DINO RISI 18 V s. Lamberto 263-103 19 S s. Gennaro n una Pavia con le sue nebbie e le sue piogge leggere, la voce fuori campo di un 264-102 commercialista, Nino Monti (Marcello Mastroianni) ci racconta la sua storia. Un giorno, 20 D s. Candida Iquasi per caso si trova a fare qualcosa di insolito, invece di prendere l’auto sale 265-101 sull’autobus dove viene avvicinato da una donna (Romy Schneider) dall’aria trasandata e 21 L s. Matteo malata. Ha i capelli grigi, la pelle avvizzita e le occhiaie profonde. La donna non ha le cento 266-100 lire per pagare il biglietto; Nino gliele offre e lei le accetta solo alla condizione di considerarle 22 M s. Maurizio 267-99 un prestito che restituirà. Quella di Nino è una vita monotona e triste, sposato con Teresa s. Pio da (Eva Maria Meineke), una donna più anziana di lui polemica, fredda e sempre impegnata in 23 M Pietrelcina attività culturali, non ha figli e la loro unione assomiglia più a quelle di una coppia di amici. 268-98 ¾ Poi una telefonata cambia tutto. È la donna che Nino ha incontrato sull’autobus ed è 24 G s. Pacifico rammaricata che lui non l’abbia riconosciuta. Si presenta come Anna Brigatti, una vecchia 269-97 25 V s. Aurelia fiamma di Nino. La bellissima donna il cui amore segnò per sempre la sua vita rendendolo 270-96 incapace di amare chiunque altra. Nasce così in Nino il desiderio di rivedere i luoghi della ss. Cosma 26 S e Damiano sua giovinezza e le strade del suo antico amore. Così mentre la moglie è fuori città per un 271-95 s. Vincenzo evento culturale, si incammina per il centro storico di Pavia e ripercorre la via dove abitava 27 D de’ Paoli Anna quando, immersa nella nebbia, la donna compare nuovamente e lo bacia in ricordo 272-94 dei tempi passati per poi scomparire. Alcuni giorni dopo, in occasione di una rimpatriata 28 L s. Venceslao 273-93 fra amici il professor Arnaldi, titolare di una clinica, rivela a Nino che la Brigatti è morta tre ss. Michele, anni prima a causa di un male incurabile. Non potendo credere alla notizia Monti si reca 29 M Gabriele, Raffaele nella villa di Sondrio, dove Anna si era nel frattempo sposata e qui la rivede bella come la 274-92 ricordava. Fra i due nasce nuovamente l’amore ma è un sogno destinato a svanire 30 M s. Gerolamo tristemente fino all’epilogo finale in cui Nino è ospitato in manicomio.

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FANTASMA D’AMORE (1981) REGIA DI DINO RISI

antasma d’amore” è tratto dall’omo- sempre inquadrata sul lato della testa. In questo “ nimo romanzo di Mino Milani ed è senso il riferimento è all’obolo che doveva es- Fstato interamente girato tra Pavia e sere versato a Caronte, il traghettatore per pas- Sondrio. Le riprese iniziarono nell’autunno del sare dal mondo dei vivi a quello dei morti. E an- 1980 ed il film uscì nelle sale cinematografiche cora simbologia nella metafora dell’acqua, come nella primavera del 1981 con un incasso non en- momento sempre di transizione tra mondo dei tusiasmante di poco più di 400 milioni di lire. vivi e dei morti. Nino che attraversa le acque Alla sua uscita la pellicola non fu ben accolta, lente del Ticino con una barca a remi per in- definita un “goffo tentativo di fare un film gotico contrare Anna e l’incontro con un personaggio all’italiana” è stata snobbata e accantonata. In dallo sguardo assente che sembra aspettare qual- realtà il film ha una eccellente fotografia realiz- cuno sulla sponda, ma quando Nino gli offre un zata e curata da Tonino Delli Colli con colori passaggio non risponde. Il film è volutamente tenui che esaltano le atmosfere della nebbia pa- costruito per non dare una spiegazione razio- vese. Negli anni a venire la critica lo ha rivalu- nale, non importa se Anna Brigatti sia un fan- tato inserendolo di diritto nel genere “gotico” ita- tasma o follia, quello che conta per il regista è liano. Le atmosfere tipicamente pavesi in una città grigia e creare delle sensazioni e delle emozioni nello spettatore che nebbiosa svolgono un ruolo fondamentale; dalla piazza del si trova immerso in un’atmosfera sospesa, a volte surreale. I mercato ai vicoli del centro storico, dal Ponte Coperto al due attori protagonisti sono straordinari; Mastroianni si con- Ticino. Tutto trasmette mistero e abbandono grazie all’attenta ferma come uno dei migliori attori del cinema italiano, in regia di Dino Risi che lo carica di simbolismi. I primi piani particolare nell’espressività del volto e nella voce da narra- di una moneta da cento lire, la stessa che Monti offre alla tore esterno mentre la Schneider ha una eleganza ed una donna sull’autobus; la moneta compare a più riprese ed è profondità espressiva incredibile passando, grazie anche ad una abile gestione del trucco, dal- l’avvizzita signora alla splendida ra- gazza del passato. Altro elemento fondamentale per la costruzione di certe atmosfere è la colonna sonora affidata ad uno dei più grandi com- positori del cinema italiano; Riz Ortolani. Nelle musiche, Ortolani si avvale di un musicista d’eccezione: il celebre clarinettista americano Benny Goodman. È una melodia lenta e malinconica che si alterna con musiche più romantiche che ac- compagnano i flashback, unici mo- menti di felicità dei due protagonisti. “Fantasma d’amore” è accostato ad Nino prende l’autobus a Porta Milano; è la scena iniziale del film quando il commercialista incontrerà quella donna trasandata e misteriosa che in realtà è la sua vecchia fiamma. un precedente film di Dino Risi del 1977, “Anima Persa” con e Catherine Deneuve, in- sieme formano un binomio impre- scindibile in cui il regista mette in scena profonde vicende psicolo- giche affrontando tematiche che lo avevano sempre catturato, fin da quando aveva fatto studi di medi- cina e si era specializzato in psichia- tria. Guardando il film, un pavese può divertirsi a dare una colloca- zione precisa a diverse scene ma at- tenzione alle “ellissi” che nel cinema spesso sono la regola. Ad esempio quando Nino decide di ripercorrere la strada dove abitava Anna, la tele- camera inquadra in primo piano l’in- dicazione di via Luigi Porta e subito dopo si vede la figura della donna davanti ad un portone. Quel por- tone non si trova in via Porta ma Nino ed Anna insieme felici in bicicletta; Nino rivede Anna in tutta la sua antica bellezza nella villa di in Piazza San Teodoro davanti alla Sondrio dove nel frattempo si era sposata. chiesa. cal AVIS 2020 4a 30-09-2019 15:46 Pagina 21

OTTOBRE 2020 PAVIA

275-91 s. Teresa 1 G del B. Gesù ¿ 276-90 ss. Angeli 2 V Custodi 277-89 3 S s. Gerardo 278-88 s. Francesco 4 D d’Assisi 279-87 5 L s. Placido 280-86 6 M s. Bruno 281-85 B.V.M. 7 M del Rosario 282-84 8 G s. Benedetta 283-83 9 V ss. Dionigi e c. 284-82 10 S s. Daniele À 285-81 11 D s. Emanuela 286-80 12 L s. Serafino 287-79 13 M s. Edoardo Il bar tabaccheria di Borgo Tre Case, unico luogo del paese provvisto di telefono dove Artemio (Renato Pozzetto) 288-78 chiama per parlare con la mamma. Siamo a Carbonara Ticino, più precisamente in località Casoni, ancora oggi meta di raduni dei fans del film. 14 M s. Callisto I 289-77 s. Teresa 15 G d’Avila IL RAGAZZO DI CAMPAGNA (1984) 290-76 16 V s. Edvige ½ 291-75 REGIA DI CASTELLANO E PIPOLO s. Ignazio 17 S di Antiochia 292-74 rtemio (Renato Pozzetto) è un contadino che vive a Borgo Tre Case, un piccolo 18 D s. Luca paese di campagna abitato principalmente da anziani, dove l’unico passatempo è 293-73 osservare il passaggio dell’unico treno in transito, il venerdì. Abita in una grande 19 L s. Laura A 294-72 casa con l’anziana madre che vorrebbe tanto vederlo sistemato con Maria Rosa, figlia del vinaio ed unica ragazza in età da marito del paese, innamorata di lui. Artemio però non 20 M s. Adelina ricambia e, nel giorno del suo quarantesimo compleanno, si rende improvvisamente 295-71 conto di non aver mai realmente vissuto una vita normale, di non essere mai uscito dal 21 M s. Orsola paese e di non voler continuare a fare il contadino. Decide quindi di lasciare tutto e di 296-70 22 G s. Donato tentare la fortuna partendo per Milano. Arrivato in città, non sapendo dove andare, 297-69 s. Giovanni chiede aiuto a suo cugino Severino che vive lì da alcuni anni e che gli offre ospitalità e 23 V da Capestrano¾ un lavoro. Artemio accetta, ma non sa che Severino è in realtà un ladruncolo che entra 298-68 s. Antonio ed esce di prigione e che a sua insaputa lo coinvolge in due scippi ai danni di una 24 S Maria Claret vecchietta e di una ragazza. Artemio se ne rende conto e abbandona il cugino 299-67 decidendo di restituire la borsa alla proprietaria, Angela, una giovane e bella ragazza 25 D s. Daria impiegata in una multinazionale. Tra i due nasce un’amicizia e la ragazza gli trova anche 300-66 un piccolo, costoso e tecnologico monolocale dove stare. Artemio inizia a cercare lavoro 26 L s. Evaristo e ne prova di ogni ma senza successo. Rimasto senza soldi si accorge di essersi 301-65 27 M s. Delia innamorato di Angela e le chiede di sposarlo ma la ragazza rifiuta. Disperato Artemio 302-64 ss. Simone tenta il suicidio gettandosi in Naviglio, viene salvato da un losco individuo che gli 28 M e Giuda propone un altro lavoro illegale; viene fermato dalla Polizia che lo rimanda al suo paese 303-63 dove ricomincia tutto da capo. Un giorno si ripresenta Angela che gli comunica che un 29 G s. Ermelinda suo colloquio di lavoro ha avuto successo e può diventare un assicuratore e ritorna sui 304-62 suoi passi rispetto alla proposta di matrimonio. Ma Artemio non ci crede più e decide di 30 V s. Germano rimanere insieme all’unica donna che lo ama veramente: Maria Rosa. 305-61 31 S s. Lucilla ¿

IMPOSTA A CURA DI CHI LO ESPONE AL PUBBLICO (DPR 639 DEL 26-10-1972) PI-ME, Pavia cal AVIS 2020 4a 30-09-2019 15:46 Pagina 22

IL RAGAZZO DI CAMPAGNA (1984) REGIA DI CASTELLANO E PIPOLO

i sono film che non cambiano la storia parti: infatti i protagonisti fingevano soltanto di del cinema, che non ottengono incassi fa- guardarlo; anche per il campanile fu usato un ar- Cvolosi, che non vincono premi ai festi- tificio cinematografico, fu costruito apposita- vals, e che, nonostante ciò, riescono comunque mente e poi venne tolto. Pavia è presente anche a diventare cult, tramandati di padre in figlio, di in un’altra scena diventata famosa, il momento generazione in generazione. “Il ragazzo di cam- in cui Artemio tenta il suicidio buttandosi da un pagna” ne è l’esempio migliore; fin dall’uscita ponte sul Naviglio. Il ponte in questione è in via nelle sale emerse come il primo esempio del Lodovico il Moro a Milano ma le scene successi- tentativo di rivelare le contraddizioni dell’allora ve sono ambientate nella finzione sui Navigli mi- “Milano da bere”; di una società come quella de- lanesi, ma in realtà furono filmate a Pavia sulle gli anni 80, in pieno boom consumistico, spac- rive del Ticino in città. Ancora oggi, ad oltre cata in due. Da una parte la vita di campagna 30 anni di distanza, i fan che si ritrovano a scandita dal canto del gallo, dai rintocchi del Carbonara al Ticino per passare un’intera gior- campanile ed estremizzata dall’assenza di elettri- nata, cena a tema compresa, sono sempre più cità ed acqua calda e dall’altra la città, frenetica, numerosi. Ogni anno il raduno, (un vero e pro- piena di insidie dove il costo della vita è assurdo e le struttu- prio pellegrinaggio sui luoghi del film), allietato dall’orche- re pubbliche non funzionano. Il film “a posteriori” si rivelerà strina che suona le canzoni di Cochi e Renato, di Jannacci e anche come preziosa memoria urbanistica della città di quel di Svampa, spera in una comparsata di Pozzetto che a volte periodo. Ma la sua grandezza è anche nelle battute, nelle arriva e ritorna a sedersi sulla sedia di paglia a ridosso della espressioni e nei modi di dire che entrano a far parte del lin- ferrovia per osservare, come allora, il treno che sfreccia. guaggio di tutti i giorni: “Ecco qua, tavolo ribalta- bile taac… sedia rotante, taac …posto per com- mensali che non ci sono, taac…”. È interessante vedere come alcune tro- vate della pellicola, riviste oggi, assumono aspetti quasi profetici, come il piccolo monolocale dove i mobili scompaiono per recuperare spazi. Ma alla fine Artemio si arrenderà rendendosi conto che ciò di cui ha sempre avuto

bisogno è tutto nella sua La chiatta con il bar sul Lungo Ticino a Pavia; la scena del tentato suicidio di Artemio inizia a Milano sul Naviglio cascina e nel suo piccolo ma le scene successive sono ambientate a Pavia sulle rive del Ticino. paese. Per molto tempo i fans hanno cercato inva- no la casa di Artemio e Borgo Tre Case, frazione di Borgo Dieci Case; en- trambi i nomi sono in- ventati. Ma i luoghi esi- stono veramente; la casa, quella con il pinguino nell’armadio e con il gal- lo che canta preso a scar- pate, è in una località nei pressi di Molino d’Isella, frazione di Gambolò. Borgo Tre Case altro non è che Carbonara al Tici- no, più precisamente lo- calità Casoni. La mitica scena del treno è stata gi- rata proprio lì, nonostan- Artemio in accappatoio, dopo essere stato salvato e ripescato dal Naviglio, lascia la chiatta e percorre a piedi il te non passasse da quelle Lungo Ticino. cal AVIS 2020 4a 30-09-2019 15:46 Pagina 23

NOVEMBRE 2020 PAVIA

306-60 1 D Tutti i Santi 307-59 Commem. 2 L defunti 308-58 s. Martino 3 M di Porres 309-57 s. Carlo 4 M Borromeo 310-56 5 G s. Zaccaria 311-55 6 V s. Leonardo 312-54 7 S s. Ernesto 313-53 8 D s. Goffredo À 314-52 Dedic. Basilica 9 L Laterano 315-51 s. Leone 10 M Magno 316-50 s. Martino 11 M di Tours 317-48 12 G s. Giosafat 318-48 13 V s. Diego 319-47 14 S s. Alberico 320-46 s. Alberto ½ Velia (Fanny Ardant), una delle tre sorelle, professoressa all’Università di Pavia attraversa il cortile delle statue per 15 D Magno 321-45 recarsi in aula. s. Margherita 16 L di Scozia 322-44 s. Elisabetta PAURA E AMORE (1988) 17 M di Ungheria 323-43 Dedic. Basilica REGIA DI MARGARETHE VON TROTTA 18 M Vaticana 324-42 19 G s. Fausto re sorelle vivono a Pavia; Velia (Fanny Ardant), professoressa all’università, e un tempo 325-41 militante nella lotta armata studentesca; Maria (Greta Scacchi), la più bella, sposata e 20 V s. Edmondo casalinga; Sandra (Valeria Golino), studentessa in medicina e appassionata di ecologia. 326-40 T Presentazione Le due nubili abitano con il fratello Roberto (Sergio Castellitto), aspirante violinista, nella casa 21 S Maria Vergine paterna. Durante il diciottesimo compleanno di Sandra, si delineano importanti avvenimenti 327-39 per i personaggi: Velia si innamora, ricambiata, di un uomo sposato, Massimo (Peter 22 D s. Cecilia ¾ 328-38 Simonischek), uno scienziato appena tornato dall’America, e ne diventa l’amante; Roberto s. Clemente I 23 L s. Colombano sposa Sabrina, una ragazza volgare ed egoista, molto lontana dal raffinato ambiente culturale, 329-37 al quale lui è abituato; Maria diventa scontenta del suo matrimonio con Federico (Paolo 24 M s. Flora Hendel), un uomo che non ama e che lavora come comico alla televisione. La relazione fra 330-36 s. Caterina Velia e Massimo, alla quale la donna tiene molto, dura poco. Velia scopre con dolore che egli 25 M d’Alessandria è diventato l’amante di Maria, che nulla sapeva del legame con Velia, e che, romantica e 331-35 sognatrice com’è, si è abbandonata completamente al suo sentimento, lasciando il marito, 26 G s. Delfina sicura che Massimo, a sua volta sposato, si separerà dalla moglie, per unirsi a lei 332-34 definitivamente. Quanto a Roberto, diventato impiegato di banca per accontentare le esigenze 27 V s. Virgilio 333-33 di Sabrina, sa con certezza che lei lo tradisce con il suo direttore, e pensa che l’ultimo dei tre s. Giacomo 28 S della M. bambini sia in realtà figlio di questi. Sandra ha un amore con un giovane medico, sembra sia 334-32 I. di Avvento prossima a sposarsi ma il fidanzato muore in un incidente automobilistico. Successivamente 29 D s. Saturnino Maria viene anch’essa abbandonata da Massimo che decide di tornare in America con la 335-31 moglie. Cosicché le tre sorelle restano sole e amareggiate, anche perché Sabrina è riuscita ad 30 L s. Andrea ¿ allontanare le cognate dalla casa paterna, in modo di poter disporre di tutte le stanze.

IMPOSTA A CURA DI CHI LO ESPONE AL PUBBLICO (DPR 639 DEL 26-10-1972) PI-ME, Pavia cal AVIS 2020 4a 30-09-2019 15:46 Pagina 24

PAURA E AMORE (1988) REGIA DI MARGARETHE VON TROTTA

l film è tratto dal romanzo di Anton Ce- dele, più pessimista. Ad esempio il marito di chov “Le tre sorelle” mentre il titolo Masha è un ometto abbastanza stupido, in- I“Paura e amore” è quello di una poesia capace di capire la moglie. Nel mio film in- tedesca. È il primo lavoro cinematografico vece, anche perché è interpretato da Paolo in Italia di Margarethe von Trotta mentre Hendel, è un uomo molto buono, molto ge- per il produttore, Angelo Rizzoli, era il primo neroso, veramente innamorato della mo- film dopo essere uscito dal carcere per le glie, di cui rispetta anche il tradimento. vicende della P2. Il film doveva essere Vorrei io incontrare nella mia vita un proiettato il 20 maggio 1988 al Festival del uomo così, che rifiuta la prepotenza, che Cinema di Cannes, in concomitanza con la non si serve di gesti maschili, di forza, per giornata del Cinema Italiano ed era stata or- esprimersi”. L’interpretazione migliore è si- ganizzata una grande festa a cui avrebbe curamente quella di Fanny Ardant che ca- partecipato anche uno dei principali finan- ratterizza benissimo Velia, affiancata a sua ziatori del film, Silvio Berlusconi. In realtà volta da una fresca Valeria Golino, da Greta la proiezione fu anticipata di qualche Scacchi, da Paolo Hendel e da Sergio giorno per favorire l’inglese “A world Castellitto che, dopo esordi modesti, inizia apart” di Robert Redford. Così alla prima non riuscirono a ad affacciarsi con sicurezza al cinema maggiore. Il critico ci- partecipare i principali invitati e nemmeno alcuni dei pro- nematografico Morando Morandini, sulle pagine del quoti- tagonisti come Valeria Golino e Greta Scacchi. Rizzoli sfogò diano “Il Giorno”, definirà “Paura e amore” “un film ri- tutta la sua rabbia nei confronti dell’organizzazione spettabile, ma poco riuscito”. Viene invece apprezzata la fo- lanciando accuse furiose. “Paura e amore” è stato giudicato tografia e l’ambientazione pavese; Gian Luigi Rondi così ne dai più come un film complesso a cui la sceneggiatura di parla: “in interni familiari bagnati sempre da luci plumbee Dacia Maraini fornisce toni di forte pessimismo. La stessa (per i ricordi mesti che evocano), in ambienti universitari regista, intervistata a Cannes difenderà in modo risoluto il nei quali l’asciutta fotografia di Giuseppe Lanci suscita solo suo lavoro: “ancora una volta i critici italiani che hanno climi gelidi e austeri, in una cornice di case, di strade, di già visto il film si sono un po’ spaventati, un po’ offesi: campagne dove la Pavia storica e il suo nebbioso Ticino si perché i miei eroi non sono eroi, sono uomini con le loro propongono sempre con pittorica evidenza, ma non solo debolezze e le loro manchevolezze. Eppure nelle Tre sorelle, come sfondi, anche come segni e riflessi dal vivo dei perso- a cui il mio film è ispirato, Cechov era stato molto più cru- naggi che ci vivono in mezzo”.

Velia e la sorella Sandra sotto il porticato al primo piano dell’Università di Pavia. cal AVIS 2020 4a 30-09-2019 15:46 Pagina 25

DICEMBRE 2020 PAVIA

336-30 1 M s. Eligio 337-29 2 M s. Viviana 338-28 s. Francesco 3 G Xavier 339-27 4 V s. Barbara 340-26 5 S s. Giulio 341-25 II. di Avvento 6 D s. Nicola 342-24 7 L s. Ambrogio 343-23 8 M Immac. Conc.À 344-22 s. Siro V. 9 M di Pavia 345-21 10 G B.V. di Loreto 346-20 11 V s. Damaso I 347-19 s. Giovanna 12 S Francesca di C. 348-18 III. di Avvento 13 D s. Lucia 349-17 14 L b. Noemi ½ 350-16 15 M s. Achille 351-15 16 M s. Adelaide 352-14 Il cortile delle Magnolie; gran parte della storia si svolge nell’Università di Milano, ma gli ambienti non sono quelli della Statale; l’Università che si vede nel film è l’Ateneo pavese. 17 G s. Lazzaro 353-13 18 V s. Graziano FACCIAMO PARADISO (1995) 354-12 19 S s. Dario 355-11 REGIA DI MARIO MONICELLI IV. di Avvento 20 D s. Macario 356-10 s. Pietro Milano nel 1949 nasce Claudia Bertelli (Margherita Buy) ed i genitori, dell’alta borghesia, 21 L Canisio ¾ non la battezzano, fino a quando la piccola non manifesta a sette anni il desiderio di 357-9 accostarsi al sacramento. Dieci anni dopo viene espulsa dal collegio inglese dove 22 M s. Demetrio A 358-8 studiava e i suoi vanno a riprendersela tra gli hippies all’isola di White. Poi all’università di Milano aderisce al movimento studentesco e occupa la facoltà di Lettere dove si innamora del 23 M s. Giovanni da K. leader Lucio, al quale si offre ma che la delude; partendo per Parigi per ripicca si concede al 359-7 goffo collega calabrese Pino, detto calabrone, innamorato di lei. Preso un appartamento con la 24 G s. Irma disinvolta svedese Emily, Claudia si dà all’amore libero e partorisce nel 1972 un bambino di 360-6 25 V Natale di Gesù colore con grande sconcerto dei suoi. Rifiutando l’aiuto della famiglia lavora in una mensa, 361-5 vende biglietti della lotteria, partecipa ad un gruppo femminista. Nel 1975 in un teatrino di s. Stefano 26 S 1° martire marionette conosce Adamo, un ebreo con attitudini da guru che la affascina con le sue sentenze 362-4 e che sposa. La nascita di Eleonora sembra cementare l’unione, ma Claudia dopo quindici anni 27 D s. Giovanni si accorge che le frasi del marito sono vuote di senso come la sua vita e si separa. Frattanto suo 363-3 ss. Innocenti padre andato in pensione e ossessionato dalla forma fisica per vedere l’alba del Duemila, spira 28 L Martiri 364-2 invece prima del nuovo anno. Con il denaro dell’eredità Claudia realizza un progetto umanitario s. Tommaso in Africa, in cui coinvolge anche Pino, che viene però ucciso da un misterioso virus. Ormai 29 M Becket sessantenne, Claudia fonda una comunità New Age, la figlia ha sposato un nipote di Bossi 365-1 mentre Adamo si è risposato con una musulmana. Invano le due nuove coppie tentano di 30 M s. Eugenio ¿ incontrare Claudia, impegnata in una sorta di Ramadan con la sua comunità. 366-0 31 G s. Silvestro

IMPOSTA A CURA DI CHI LO ESPONE AL PUBBLICO (DPR 639 DEL 26-10-1972) PI-ME, Pavia cal AVIS 2020 4a 30-09-2019 15:46 Pagina 26

FACCIAMO PARADISO (1995) REGIA DI MARIO MONICELLI

l film non ha avuto particolare successo; la critica lo ha de- Statale di Milano, dove è ambientata parte della storia, ma l’Uni- finito come un tentativo malriuscito del regista di lasciare versità di Pavia, che aveva concesso alla produzione l’uso dei Iun segno nel cinema “impegnato”. Tratto da un racconto di suoi cortili, delle aule e degli ambienti della sede centrale di Giuseppe Pontiggia (“Vite di uomini illustri”), “Facciamo para- Strada Nuova. A tale proposito, il set era stato allestito durante un diso” è il racconto della seconda metà del ventesimo secolo fine settimana in modo da ricreare il periodo della contestazione narrato attraverso gli occhi di una donna; in modo ambizioso studentesca del ’68. Così il lunedì mattina, gli studenti che entra- ma poco riuscito. Lo sguardo sul ’68 e sugli anni 70 è piuttosto vano in ateneo videro i muri pieni di scritte “Fuori gli Yankee duro ma alcuni comportamenti, linguaggi ed ideologie oggi dal Vietnam” o Marx – Lenin – Ho Chi Minh”, il che produceva fanno sorridere; il corteggiamento irriducibile di Pino (Lello un effetto molto strano, dato che si era a metà degli anni 90. Arena) è goffo, certi spunti polemici legati alla realtà del tempo (il figlio di co- lore di Claudia, la figlia Eleonora che sposerà il ni- pote di Bossi) non sono molto significativi e forse anche un po’ scontati. Anche la recitazione degli attori principali non è delle migliori; Lello Arena, lon- tano dalla splendida spalla di Massimo Troisi nella Smorfia, si mette in disparte con il suo personaggio; Ovadia, che interpreta il burattinaio spiantato che Claudia sposerà, sembra filosofeggiare in continua- zione; infine Margherita Buy, sulle cui spalle pesa l’intero film, ma che, come sottolinea il Davinotti: “non ha ancora la statura ne- cessaria a reggere un ruolo Il cortile Volta, con al centro la statua dell’inventore della pila che insegnò a Pavia. tanto sfumato”. Convince invece la presenza di Philippe Noiret e Aurore Clement, i genitori di Claudia, attori con tanta esperienza da non risultare mai veramente fuori posto. Il critico Roberto Nepoti, nella recensione del film apparsa sulle pagine de “” nel 1995, defi- nisce Facciamo paradiso “un film irrisolto, malgrado l’indubbia professionalità ed accuratezza”, e ancora che “i tanti sceneggiatori (tra cui Suso Cecchi D’Amico e lo steso Moni- celli) hanno dato vita ad un copione confuso e poco equilibrato”. Le contraddi- zioni presenti nel film si confermano anche nell’uso delle location: infatti l’uni- versità che si vede non è la Il grande salone della biblioteca universitaria. cal AVIS 2020 4a 30-09-2019 15:46 Pagina 27

ADDIO VECCHI CINEMA OGGI BINGO O SUPERMERCATI

ndiamo al cinema? Si, ma dove? Facciamo un giro a piedi e vediamo i cartelloni… in che anni siamo? Negli anni che Avanno dai 50 agli 80 del secolo scorso quando il centro di Pavia, nel raggio di cinquecento metri allineava almeno 8 sale ci- nematografiche, senza contare quelle un po’ più periferiche e quelle strettamente parrocchiali. Il cinema era lo spettacolo per eccellenza; negli anni 50 arrivò la televisione e le sale si svuota- vano solo il giovedì sera quando si trasmetteva “Lascia e rad- doppia” tornando a riempirsi non appena i gestori decisero di in- terrompere la proiezione del film accendendo un grande televi- sore in modo che gli spettatori potessero godere di due spettacoli nell’intera serata. I film e la qualità delle sale determinavano anche il prezzo del biglietto; molto più caro per le prime visioni nelle sale più prestigiose; accessibili alle tasche di tutti le seconde e le terze visioni. Verso la fine degli anni 80 tutto è cominciato a cambiare, i cinema più grandi iniziano a chiudere, specie quelli del centro città e le sale si spostano fuori, nei centri commerciali. Ma proviamo a ripercorrere brevemente la storia dei cinema della nostra città in un percorso della memoria. L’iniziativa di realizzare nel cuore di Pavia un cinema, teatro, caffè concerto si deve ad una società che nel 1919 iniziò i lavori nel cortile interno di pa- lazzo Carminati Bottigella, demolendo anche un corpo di fabbrica verso est. Realizzato il salone sotterraneo al quale si accedeva da via Frank, venne eretto il padiglione del cinema teatro inaugurato nell’ottobre 1920. Progettista dell’edificio fu l’architetto Piero Portaluppi, cugino di uno dei soci del Kursaal, ovvero l’ing. Pollini,

Corso Cavour anni 30; all’angolo tra il Corso e via Parodi sorgeva il Politeama Umberto I, realizzato dall’ing. Pollini nel 1927 è la più significativa testimonianza di art decò della città.

chiamato quest’ultimo qualche anno più tardi per l’ideazione del nuovo Politeama. La sala del cinema teatro Kursaal poteva ospi- tare oltre 600 spettatori in platea, 120 persone nei palchetti late- rali sopraelevati e quasi 200 nella balconata che molti chiamavano “loggione”. A metà anni 40 iniziarono i lavori per la costruzione del cinema Corsino che venne inaugurato nel 1950. Nel 1964 grazie alla demolizione di uno stabile attiguo nasce il nuovo com- plesso del Kursaal: il Corso ed il Corsino a cui si aggiungerà una Corso Cavour anni 40, sulla destra l’ingresso al Kursaal che negli anni 60 diventerà un vero e proprio complesso dedicato ai cinema con il Corso, il terza sala l’Arti al Corso, fino alla definitiva chiusura avvenuta nel Corsino e, successivamente, l’Arti al Corso. 2009. Nel centralissimo isolato di corso Cavour, all’angolo con via Parodi, anticamente occupato da un’osteria con stallazzo, l’ing. Pollini realizza la più significativa espressione di Art decò pavese, il complesso del cinema teatro Politeama. Pollini doveva fare i conti con la ristretta larghezza del corso e quindi con una limitata prospettiva frontale; sfruttò così la porzione di angolo con via Pa- rodi per qualificare dal punto di vista architettonico l’edificio. Rea- lizzò il doppio portale (che verrà poi chiuso con delle saracine- sche), il balcone sovrastante e la zona superiore. Nella facciata sul corso, al piano terreno, quattro arcate introducevano nell’atrio dove si trovava il bar, mentre all’estremità destra si trovava l’ac- cesso alla torretta ed agli appartamenti del primo e secondo piano. Il teatro venne inaugurato nel 1927 come “Politeama Prin- cipe Umberto I Cinema Teatro”; all’interno vi erano due ordini di gallerie e una platea di quasi 500 posti e palchetti per altri 100/150 posti; il tutto coperto dalla cupola in vetro piombato apribile. Nel 1978 il cinema venne chiuso; riaprì nel 1991 come centro com- merciale e cinema di circa 370 posti. In via XX settembre sorgeva invece il Roma. La sala cinematografica fu realizzata all’interno della chiesa di San Rocco, edificata nel XVI secolo su altra strut- tura ove risiedevano i Samaritani, confraternita della Misericordia, i quali si dedicavano a soccorrere ed accompagnare al patibolo i La grande sala degli spettacoli del Kursaal; era utilizzata sia per le proiezioni condannati a morte. La Confraternita di S. Maria della Misericordia cinematografiche che per le rappresentazioni teatrali. Aveva una capienza e di San Rocco provvedeva appunto alla cura, all’assistenza di 600 posti in platea, 120 nei palchetti laterali e oltre 200 nella balconata. ed alla sepoltura dei giustiziati nei sotterranei della chiesa. cal AVIS20204a30-09-201915:46Pagina28 veniva immediatamentenotata.InviaMenocchio,poieral’unica perlo tutti,inqueltempounaqualsiasiinsegnaluminosaaPavia, nematografica, l’ rosse. Nelnovembredel1949venivainaugurataun’altrasalaci- dopo averfunzionatoperuncertoperiodocomecinemaaluci in discoteca(ilCelebrità).L’Edenchiuseibattentiafineanni80 mesi fredisostituivail“CorsinoPark”echeneltempositrasformò da ballo“DancingEden”chenei tempo funzionòancheunasala Sotto alcinemaperunpo’di Eden, totalmenterinnovato. palazzo eriaprìcomecinema venne chiuso,ristrutturaronoil traibili. Neglianni60ilGaribaldi disedieri- posti distintiforniti posti conpancheaspallieraei panche senzaspalliera,iprimi condi posticostituitidasemplici c’eranoise- classi differenti, dere chesidividevanointre stretta elunga,conipostiase- rinnovo deilocali,erabassa, sala diproiezioneche,primadel nesca... Sientravaquindinella con unarumorosissimasaraci- fronte all’ingressochesiapriva iniziava adarrivaresostandodi orario diapertura,ilpubblico “Al Pulè”.Alladomenicaprimadelle14.00, pavesi chel’hannofrequentata,eraeresta cinematografica più“pavese”dituttee,peri alla fineEden.Fusenzadubbiolasala degli annicambiàpiùvoltenome:Socialeed dino, c’erailcinema po’ piùdefilatorispettoalpienocentrocitta- che sostavanoneipressi.InviaSiroComi,un “patona” acquistatedaivenditoriambulanti gustare buonissime“parigine”oallefettedi bottega di“Magnialgelatè”dovesipotevano ancheallavicina nema Italiairicorditornano dei francesinel1799.Perchiandavaalci- Ponte Vecchio successiveaidanneggiamenti tenne l’areaincambiodelleriparazionidel costruttore, ilcapomastroVenanzio Recheot- cato ilTeatro Re.Ilnomedelteatroderivadal nastero delSenatoresucuivennepoiedifi- luogo storico,doveerastatosoppressoilmo- trovava inviaBossolaroesorgeva suun mente divenneilmultisala“Corallo-Ritz”,si una libreria.IlcinemaItalia,chesuccessiva- L’antica navatadellachiesaattualmenteospita mentre ilfabbricato,ridottoadusoprivato. chiesa fuprofanataepoisoppressanel1808, vicinoallaportadidestra.La del Carmine, Tale crocifissoèoggiconservatonellachiesa condannato uncrocifissoligneodabaciare. Rocco consaioecappuccioporgevano al Prima dell’esecuzioneiconfratellidiSan Materiali diStoriaUrbana,Pavia 2018 Effigie Come èbellal’avventura,acuradiG.GiovannettieL.Voltan, Quinlan, rivistadicriticacinematografica L. Miccichè,1995 Il CappottodiAlbertoLattuada.Lastoria,lostile,ilsenso. editore Il Morandini,dizionarioenciclopedicodeifilm,Zanichelli REFERENZE BIBLIOGRAFICHE Odeon. Dovefosse,piùomeno,potevanosa- Garibaldi, chenelcorso ADDIO VECCHICINEMAOGGIBINGO Piazza EmanueleFilibertoanni60.IlcinemaCastello,oggisedediunasalaBingo. Pavia O SUPERMERCATI Il CorrieredellaSera Il Ticino La ProvinciaPavese Quotidiani, periodici,riviste: Sito webMyMovies(www.mymovies.it dei film,altreprovengonodallecollezioniprivatedegliautori. Parte delleimmaginisonorealizzateeripresedafotogrammi Sito webdelCinemaPoliteama(www.politeamapavia.it Sito webWikipedia (www.wikipedia.it della chiesa. libreria edèancoravisibilel’anticanavata della Misericordia. Oggialsuopostoc’èuna di SanRoccooveavevasedelaConfraternita dellachiesa del cinemaRoma.Sorgeva all’interno Via XXSettembre anni50;sullasinistral’ingresso www.avis.pv.it -e-mail: [email protected] Via Taramelli, 7-27100PaviaTel. 0382/527963 hai piùquestosidepauperanoicentristorici”. elepersonestannoinsieme.Nelmomentoincuinon aggregazione enonsolo;icinemaportano è riconosciutaanchedalMinistero disalecinematografiche;lasocialitàdelcinema verso lapresenza rettore deicinemadiPavianeglianni70), Tullio Fachera,gestoredelcinemaPoliteamaedi- come affermò Corso Cavour. Peccato! perché ) ) ) multisale, decentralizzateconampiadisponi- legatosemprepiùalconcettodelle è ormai velluto rossoconaltischienali.Oggiilcinema , conlesuepoltronedi nome diLeonardo versi anni,fuadibitaacinematografoconil cordarsi chelasaladelQuattrocento,perdi- l’aperto: il in CorsoGaribaldi,c’eraancheuncinemaal- Famiglia c’erailcinema sala Bingo;difiancoallachiesadellaSacra inuna Piazza EmanueleFiliberto,trasformato centro storicositrovavailcinema fitto. All’Odeonc’èveramentetutto”. tempo daunappositoimpiantopostosulsof- ilfumosaràaspiratoinbrevissimo perché gliocchichebruciano e non sentire fumare anche pianto diariacondizionata,epotrete d’estate,graziealnuovoim- ealfresco verno al caldod’in- scriveva lanuovasala:“sarete dietro alpalco,aicamerini.IlTicinocosìde- guardaroba eilcorridoiocheconduceva salone dovec’eranolabiglietteria,ilbar, il sala chedavaasuavoltaaccessoadunampio poi lascalacheconducevainbasso,aduna un cinema.L’atrioerailluminatodavetrate, sembrava dientrarepiùinuncircoloche monianza rimastaancoraoggi)eall’interno trava daunportonesettecentesco(unicatesti- andava acolposicuro,verdeerosso.Sien- scritta alneon;noncisipotevasbagliare, a rispettareilnostroannualeappuntamento. il costanteepreziososostegnosenzaqualenonriusciremmo e collaboratrici.Einfine,graziealla“F.lli DellaFioreSpA” per realizzato attraversolaprofessionalitàdeisuoicollaboratori lavoro d’impaginazioneecomposizionedellepaginedelcalendario suggerimenti. GrazieallaTipografiaPI-MEEditriceperilprezioso della suacollezioneeCarloAlbertoBrignoliperigraditi mancare ilsuoaiutomettendociadisposizionealcunecartoline Ringraziamo PietroFerraricheanchequest’annononcihafatto RINGRAZIAMENTO Labor. Eforsenonsonomoltiari- niare ilpassatoèPoliteamadi grafiche, unicarimastaatestimo- tutte lestorichesalecinemato- ed iPavesisisonovistiprivatidi “Nuovo CinemaParadiso”.Pavia contato GiuseppeTornatore in emozioni, propriocomeharac- gnato l’immaginarioeletante film capolavorichehannose- primi baci,lerisate,amicizie,i cordi legatiallevecchiesale,i che lihafrequentatiisuoiri- sia cosìmaognunodeipavesi tempi cambianoedègiustoche più farelafilaallabiglietteria.I da casasenza posto viainternet pagare ilbigliettoeprenotarsi interessa econlapossibilitàdi la salaincuisiproiettailfilmche bilità discegliereintemporeale bilità diparcheggi,conlapossi- “il benessere diunacittà “il benessere si misuraancheattra- Giardino Castello e d’estate, Fuori dal (così in

PI-ME, Pavia