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ANICA SCENARIO

13/10/2014 Corriere della Sera - Nazionale 4 Konchalovsky «Il mio musical pop da Delitto e castigo»

13/10/2014 Corriere delle Alpi - Nazionale 6 A Detour il cinema racconta il viaggio che cambia la vita

13/10/2014 Il Fatto Quotidiano 7 Una carriera di cinema , teatro e pubblicità

13/10/2014 Il Gazzettino - Pordenone 8 Luci della città, capolavoro tra comicità e dramma

13/10/2014 Il Messaggero - Marche 9 Leopardi che standing ovation

13/10/2014 Il Messaggero - Nazionale 10 Festival , oltre diecimila biglietti in tre giorni

13/10/2014 Il Messaggero - Nazionale 11 Auditorium, mille e un'idea

13/10/2014 Il Messaggero - Nazionale 13 Mezzo secolo per il cinema un docu- film su Lucherini

13/10/2014 Il Piccolo di Trieste - Nazionale 14 Tomas Milian «All'Actor Studio accanto a Marilyn»

13/10/2014 Il Tirreno - Lucca 16 Fede & gli infedeli firmano la musica del film di Salvatores

13/10/2014 La Sicilia - Nazionale 17 "Frank", dietro la maschera c'è un rocker geniale

13/10/2014 La Sicilia - Nazionale 18 Anna Maria Spina: «Con "Sei mia" aiuto le donne vittime di violenza»

13/10/2014 La Stampa - Nazionale 19 "Guardiani della galassia" che successo i falliti alieni

13/10/2014 La Stampa - Nazionale 20 I film sono tutti digitali i posti di lavoro reali 13/10/2014 La Stampa - Cuneo 21 Asti diventa un set per Giorgia Cecere

13/10/2014 QN - Il Resto del Carlino - Macerata 22 Il red carpet, i vip, la standing ovation Recanati: emozioni leopardiane

13/10/2014 QN - Il Resto del Carlino - Ancona 23 Charlot alla Mole: che evento

ANICA SCENARIO

17 articoli 13/10/2014 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 35 (diffusione:619980, tiratura:779916) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Konchalovsky «Il mio musical pop da Delitto e castigo» Il regista : negli Usa fanno solo film per ragazzini La sfida è riuscire a fare qualcosa di popolare che conservi un significato «alto», come è per i Dieci comandamenti Ci lavoro dal '79, colpito dal «Jesus Christ» di Lloyd Webber. Ma non chiamatela opera rock, che evoca gli hamburger Laura Zangarini

Debutterà a Mosca nel 2015 e poi girerà l'Europa. «Ma non chiamate il mio Delitto e castigo "opera rock" - afferma il regista russo Andrei Konchalovsky -. È una parola che riporta come significato traslato agli hamburger, a McDonald's, a Lion King o Cats . E io sono contro ogni coca-colanizzazione». Duro e puro. Come quando qualche settimana fa ha rispedito al mittente con un «niet» la proposta di rappresentare la Russia agli Oscar con il suo Le notti bianche del postino , Leone d'argento al festival di Venezia, denunciando Hollywood come «simbolo dell'idea datata dell'egemonia culturale occidentale». A Delitto e castigo Konchalovsky lavora da anni. «Dal 1979, prima che partissi per l'America - sottolinea -. Fui molto colpito da Jesus Christ Superstar di Llyod Webber e Rice e decisi che avrei fatto qualcosa di simile. E, nella Russia postcomunista di oggi, si possono ritrovare tutti gli eroi di Dostoevskij: i super ricchi, le giovanissime prostitute, gli studenti poveri. Delitto e castigo parla dell'oggi e alle persone di oggi». Non pensa che la trasposizione in stile Broadway possa banalizzarne i contenuti? «La sfida - afferma - è riuscire a fare qualcosa di pop ma con un significato "alto". Prenda i Dieci comandamenti: sono profondi ma anche molto popolari». Quali temi vuole portare in superficie? Tace a lungo, poi dice: «Quando i giornalisti chiesero a Tolstoj di spiegare in due parole il tema principale di Anna Karenina , lui rispose: "se avessi potuto farlo in due parole non avrei scritto un romanzo". Nell'arte dev'esserci sempre qualcosa di segreto, che non può essere espresso con le parole». In Delitto e castigo sono diversi i rimandi a storie del Nuovo Testamento e dell'Apocalisse. Che rapporto ha con la religione? «Penso che senza l'uomo sia incompleto». Quindi crede in Dio? «Ci sono margini molto vasti tra l'affermazione che Dio c'è e quella che Dio non c'è: in questi margini si muovono tutte le persone sagge. All'Università di Gora, un distretto di Mosca, qualcuno scrisse su un muro "Dio è morto. Firmato Nietzsche". Qualche giorno dopo comparve la replica: "Nietzsche è morto. Firmato Dio"». Prima di diventare regista ha studiato al Conservatorio. «La musica, l'arte, la letteratura rendono l'uomo migliore, magari anche solo per il breve tempo in cui l'opera viene ascoltata, ammirata o letta. Poi l'uomo torna a essere ciò che era. Del resto - riflette - , se così non fosse dopo Michelangelo, Raffaello o Leonardo ci sarebbero stati solo santi e non più guerre». Parlando di conflitti si rischia di toccare un nervo scoperto viste le situazioni critiche di Ucraina e Crimea, e il ritorno a ostilità da Guerra fredda tra Russia e Occidente... «Vedo l'ostilità millenaria tra Russia e Occidente come l'opposizione tra due filosofie, tra forze culturali più che politiche. L'Occidente ha cercato di "esportare" ovunque la democrazia senza capire che nei Paesi poveri essa causa caos e terrore». Si infervora: «Un grande sociologo africano ha detto che il suo Paese ha un hardware democratico e un software totalitario. In Russia è lo stesso. Caos e terrore non arrivano solo dalla dittatura. Ma questo l'Occidente fa fatica a capirlo perché concepisce i suoi "valori" come universali». Meglio tornare alla musica: cosa ascolta? «Amo i compositori con cui mi sono formato, come Rachmaninov, Skrjabin, Prokofiev. Adoro gli chansonnier francesi, Edith Piaf e il vostro Adriano Celentano, un menestrello di grande talento». Che effetto le ha fatto ricevere il Leone d'Argento? «Ho solo pensato a non piangere... Il premio mi ha inorgoglito, ma ho girato Il postino per me stesso, per ridare voce al suono, anche a quello del silenzio. Il pubblico oggi è assuefatto ai film americani, all'overdose di immagini, ai rumori assordanti che si sono sostituiti ai contenuti. Per me è invece importante che ogni immagine racconti qualcosa».

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 4 13/10/2014 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 35 (diffusione:619980, tiratura:779916) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

C'è un film che porta inciso nel cuore o di cui avrebbe voluto firmare la regia? «Più che dirigerli ci sono film che avrei voluto avere la capacità di realizzare. Posso dire che in diversi periodi ci sono state pellicole che mi hanno appassionato, come Ladri di biciclette di De Sica o I sette samurai di Kurosawa, opere che in qualche modo riflettono il mio approccio all'arte». Ha rifiutato la candidatura del Postino agli Oscar per protesta contro l'hollywoodizzazione del cinema russo. Eppure lei in America ha vissuto e girando film d'azione come Tango & Cash e A 30 secondi dalla fine ... Taglia corto: «Solo gli idioti non cambiano idea. In quell'America c'erano i Coppola, gli Scorsese... Si facevano film per gli adulti, ora si punta solo ai teenager, a fare soldi: è la crisi dell'arte di massa». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il profilo Il regista Andrei Konchalovsky è nato a Mosca il 20 agosto 1937. Studia per dieci anni musica al Conservatorio, ma l'incontro con Andrei Tarkovsky nel 1960 lo indirizza alla regia Nel 1980 si trasferisce negli Usa dove gira «Tango e Cash» e «A 30 secondi dalla fine», con Jon Voight (nella foto) A Venezia ha vinto il Leone d'Argento 2014 con «Le notti bianche del postino» Foto: Andrei Konchalovsky (77 anni) con la moglie Julia Vysotskaya (41) a Venezia

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 5 13/10/2014 Corriere delle Alpi - Ed. Nazionale Pag. 13 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

A Detour il cinema racconta il viaggio che cambia la vita Terza edizione della rassegna padovana, quattro giorni di sguardi sul mondo Ospite d'onore il regista a Jeff Nichols, un focus dedicata a Pippo Delbono Preapertura con l'anteprima di "Io sto con la sposa" che ha emozionato e commosso il pubblico all'ultima Mostra di Venezia A Detour il cinema racconta il viaggio che cambia la vita

A Detour il cinema racconta il viaggio che cambia la vita Terza edizione della rassegna padovana, quattro giorni di sguardi sul mondo Ospite d'onore il regista a Jeff Nichols, un focus dedicata a Pippo Delbono Preapertura con l'anteprima di "Io sto con la sposa" che ha emozionato e commosso il pubblico all'ultima Mostra di Venezia Padova si prepara a ospitare Detour, il festival dedicato al Cinema di Viaggio, che arriva alla terza edizione e si svolgerà dal 16 al 19 ottobre al Porto Astra in città. Al centro della rassegna, il film di viaggio inteso in senso ampio: le opere selezionate raccontano la fuga, l'esilio, la migrazione, l'esplorazione, l'attraversamento e il confine. Tre le sezioni principali del festival: il Concorso Internazionale, l'Omaggio all' Autore e gli Eventi speciali; tre anche i premi, al miglior film del Concorso Internazionale assegnato dalla Giuria; Premio Speciale della Giuria assegnato dalla Giuria al film che meglio interpreta l'idea del viaggio; Premio del pubblico assegnato dal pubblico che è chiamato a votare tra i film presentati nel Concorso Internazionale. La giuria è presieduta da Luca Bigazzi, direttore della fotografia (anche del Premio Oscar "La grande bellezza"); ne fanno parte Lucia Mascino e il regista Matteo Oleotto che ha esordito lo scorso anno alla Mostra di Venezia con il fortunato "Zoran, il mio nipote scemo". L'Omaggio all'Autore quest'anno è dedicato a Jeff Nichols, giovane regista statunitense che con soli tre film all'attivo - "Shotgun Stories" (2007), "Take Shelter" (2011) e "Mud" (2012) - si candida a diventare uno dei più importanti autori americani, sulla scia di registi come e Terrence Malick. Tra gli eventi speciali, la serata d'apertura sarà dedicata all'Armenia con "Le voyage en Arménie" (2006) di Robert Guédiguian preceduto da un intervento di Antonia Arslan; Sonig Tchakerian, violinista di origine armena, eseguirà la sonata monologo per violino solo di Khachaturian. Un approfondimento sarà dedicato a Pippo Delbono, ospite al Festival. Giovedì 16 ottobre sarà proiettato il suo ultimo film "Sangue "(2013), un viaggio intimo nella concezione della morte e della violenza, al quale seguirà un incontro con lo stesso Delbono e i registi Mario Brenta e Karine de Villers, autori del documentario "Corpo a corpo" (2014), che ripercorre la gestazione di "Orchidee", spettacolo teatrale di Delbono e della sua compagnia. A Padova per Detour ci sarà anche Giuseppe Cederna, viaggiatore e attore ("Marrakech Express", "Mediterraneo") e scrittore: proporrà un inedito reading di cui è autore e interprete, "Le mille anime dell'India", storia di un incredibile viaggio alle sorgenti e alle confluenze del Gange. Ampia anche la sezione fuori concorso. Venerdì 17 ottobre sarà dedicata al territorio e al cicloturismo con la proiezione del film "Vento. L'Italia in bicicletta lungo il fiume Po". Martedì 14 al Multi Astra di Padova per aprire il Festival sarà presentato in anteprima "Io sto con la sposa", il film che ha entusiasmato e commosso all'ultima Mostra di Venezia. Il programma completo del Festival è su detourfilmfestival.com.

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 6 13/10/2014 Il Fatto Quotidiano Pag. 8 (tiratura:100000) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato passeggiate in cita' Una carriera di cinema , teatro e pubblicità

È NATO A ROMA il 24 febbraio 1965, figlio di e dall'attrice francese Juliette Mayniel. Il suo debutto cinematografico è a 17 anni nel film autob i o g ra f i co Di padre in figlio , scritto, diretto e interpretato con il padre Vittorio, con il quale poi studia recitazione presso la Bottega Teatrale di Firenze. Nel 1984 interpreta a teatro Af fa b u l a z i o n e di . Per anni ha formato un sodalizio artistico insieme a Gianmarco Tognazzi, con il quale ha recitato in Uomini senza donne , Facciamo fiesta , Love s t , I miei più cari amici , Teste di cocco , Ex e Natale a Beverly Hills . Nel 1997 recita nel film Il bagno turco di Ferzan Ozpetek. È del 2008 la sua partecipazione al film Caos calmo dove, nella parte del fratello del protagonista interpretato da Nanni Moretti, la sua interpretazione gli vale il David di Donatello per il miglior attore non protagonista, il Ciak d'oro, il Nastro d'Argento e il Globo d'oro della stampa estera. Nell 2010 è nominato direttore del Teatro stabile del Veneto " Carlo Goldoni " . Numerosi gli spettacoli portati sul palco, tra i quali il Riccardo III . I NOSTRI RAG A Z Z I È l ' ultimo film i n t e r p re t at o da

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 7 13/10/2014 Il Gazzettino - Pordenone Pag. 7 (diffusione:86966, tiratura:114104) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato LE GIORNATE DEL MUTO Per la chiusura la doppia proiezione del film di Charlie Chaplin Luci della città, capolavoro tra comicità e dramma

PORDENONE - David Robinson - direttore delle Giornate e maggior biografo di Chaplin - ha scritto che «Luci della città» (col quale si è concluso sabato - con replica ieri pomeriggio: due esauriti - il festival) è «l'opera archetipica» del grande regista. Ci permettiamo di aggiungere che è anche il film archetipico delle Giornate. Perché se Chaplin, per rimanere fedele alla propria poetica, preferì il muto al sonoro per questo film nel momento in cui (1931) il cinema aveva già fatto il grande salto, anche le Giornate, dopo aver dato nel corso del festival alcuni saggi di sonorizzazione (come nella celebre "Corazzata"), hanno voluto riaffermare la loro vocazione, fedele al patrimonio cinematografico delle origini. "Luci della città" è l'opera più perfetta di Chaplin (che costò anni di lavoro e anche problemi di salute): in essa si mescolano e si bilanciano con una maestria unica il comico (con le gag di Charlot) e il dramma (della povera fioraia cieca), non senza qualche sorridente graffio sociale (la scena iniziale dell'inaugurazione del monumento). Tra le gag, oltre a quella del monumento (allo scoprimento si palesa il vagabondo che sta dormendo sulla statua) sono preziose quelle del combattimento di boxe e dello spazzino, quelle della festa e del furto in casa del ricco amico di sbronza di Charlot. Fa tenerezza questo omino malvestito, che tuttavia ha una sua dignità nel trattare col prossimo, anche se poi deve arrangiarsi per sopravvivere. I suoi modi gentili fanno breccia nella fioraia, che lo immagina ricco, finché, riacquistata la vista grazie a lui e dimenticata la povertà, capirà chi in realtà è quel poveretto. Il film è tutto in quella battuta finale: «Ci vedete?» chiede Charlot alla ragazza, che risponde con un semplice: «Sì, ora ci vedo». Tra divertimento e commozione, ognuno trarrà le sue conclusioni. Nico Nanni © riproduzione riservata

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 8 13/10/2014 Il Messaggero - Marche Pag. 43 (diffusione:210842, tiratura:295190) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Leopardi che standing ovation

L'EVENTO Red carpet tra applausi ed emozioni, la prima de «Il giovane favoloso» è un trionfo «Infinito». Il pomeriggio occhi puntati sul regista Mario Martone ed Elio Germano, la sera testimonial d'eccezione, la neo star Gloria Ghergo. Da questa sera fino a mercoledì un'altra full immersion sold out a teatro. E l'attore cult della nuova generazione, svela: «La magia di questo posto non ci ha mai abbandonato, studiare Leopardi è stato bellissimo e dai suoi panni non uscirei mai». Ieri è stata una giornata indimenticabile per Recanati, che ha ospitato il debutto nazionale del film ispirato alla storia di Giacomo Leopardi, in uscita nelle sale il 16 ottobre. Lì, infatti, è partito il sogno, con il primo ciak girato nei luoghi cari al Poeta. Tutti al teatro Persiani, che ha regalato due spettacoli esclusivi, entrambi su invito: uno alle 17.30 alla presenza del regista Martone e di parte del cast e un altro alle 21 con la bellissima Gloria Ghergo, che nella pellicola ha il ruolo di Silvia. Alle 18, quasi in contemporanea, un'altra proiezione «blindata» alla multisala Sabbatini, riservata ai sindaci maceratesi. «Credo che la Regione Marche - ha detto il governatore Gian Mario Spacca, accanto al presidente di Rai Cinema Nicola Claudio - insieme agli imprenditori della nostra comunità che hanno sostenuto quest'opera, abbiano fatto una grande operazione, che si iscrive in una sequenza partita con la testimonianza delle Marche affidata a Dustin Hoffman e che oggi ritorna su un personaggio della nostra regione, che è Giacomo Leopardi. Avere più consapevolezza di noi stessi - ha sottolineato Spacca - e della nostra storia significa anche riconoscere la bellezza delle Marche che è veramente grande». Poi Martone: «Festeggiamo qui a Recanati dove tutto è cominciato, c'è stata un'accoglienza liberatoria, il film è un azzardo, una scommessa. Sentiamo Leopardi vivo qui con noi, è come se fosse presente, credo lo abbiate sentito» ha detto il regista, accompagnato sul palco dalla moglie e sceneggiatrice Ippolita di Majo. Il regista è arrivato accompagnato da Germano, «favoloso» nel ruolo di Leopardi e da Michele Riondino, altro volto del cinema italiano, che nel film interpreta l'amico napoletano Antonio Ranieri: «E' stata un'emozione girare a Recanati ed è anche la prima volta di Ranieri qui», ha scherzato l'attore. La folla composta da grandi e piccini, si è tuffata su Germano al grido di «Bravo, complimenti» e centrando l'obiettivo, armata di ipad e smartphone. Intorno, un corteo di figuranti in costumi ottocenteschi, che sabato hanno animato le vie del centro storico. Il divo, tra sorrisi accennati e un po' di timidezza, non si è sottratto ai flash e qualche fortunata è riuscita ad aggiudicarsi l'immancabile selfie. Con umiltà, Germano, ha ricordato il passato: «Ho recitato in questo teatro in un monologo, questi posti vanno finanziati e sostenuti è da lì che veniamo tutti». Standing ovation e un lungo applauso di cinque minuti, con complimenti a gran voce rivolti all'intero cast. Vanni Leopardi: «Il film l'ho visto a Venezia, a Giacomo sarebbe piaciuto e se ci fosse ancora, mia madre Anna, l'avrebbe voluto vedere. Il film, densissimo, fa conoscere Giacomo e il suo riscatto». Gloria Ghergo, intensa nelle vesti di Silvia: «E la prima volta che vedo il film, sono emozionata. E' stato impegnativo lavorare con dei professionisti di questo calibro- ha spiegato la bellissima 22enne recanatese- ma l'atmosfera è stata da subito magnifica». Alessandra Bruno © RIPRODUZIONE RISERVATA

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 9 13/10/2014 Il Messaggero - Ed. Nazionale Pag. 27 (diffusione:210842, tiratura:295190) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Verso l'inaugurazione Festival , oltre diecimila biglietti in tre giorni

Oltre diecimila biglietti venduti nei primi tre giorni di prevendita per il Festival Internazionale del Film di Roma (16-25 ottobre 2014). Lo rende noto l'organizzazione sottolineando in particolare il boom delle vendite online. Circa il 50% degli acquirenti totali ha comprato infatti i biglietti attraverso i sitiwww.romacinemafest.org e www.listicket.com. Nel primo giorno affollata anche la biglietteria dell'Auditorium Parco della Musica. I film di Gala risultano essere quelli più venduti. Il pubblico ha inoltre premiato i titoli italiani, gli incontri con attori e registi e gli Eventi Speciali. I biglietti per questa nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma si possono acquistare presso la biglietteria dell'Auditorium, i punti vendita speciali e le ricevitorie Lottomatica abilitate. Il Festival dedicherà l'intera giornata di domenica 26 ottobre alla proiezione in replica dei film vincitori. Per maggiori informazioni consultare il sito www.romacinemafest.org.

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 10 13/10/2014 Il Messaggero - Ed. Nazionale Pag. 21 (diffusione:210842, tiratura:295190) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Dai concerti ai festival , dalla danza alla letteratura, dalla scienza al cinema e la fiction : dopo i successi della scorsa stagione il Parco della Musica presenta il suo nuovo cartellone Auditorium, mille e un'idea L'AD CARLO FUORTES «RECORD DI PRESENZE E BILANCIO IN ATTIVO PER L'UNDICESIMO ANNO CONSECUTIVO. QUASI 6 MILIONI D'INCASSO» Marco Molendini

IL CALENDARIO La controprova è immediata. Basta dare uno sguardo alla quantità di iniziative, molte diventate stabili, che l'Auditorium è riuscito a mettere insieme nei suoi dodici anni di vita. E controllare la risposta del pubblico. E' la dimostrazione più eclatante della voglia di musica e cultura in genere che ha la città e che in passato veniva sfogata nel succedersi delle estati romane e frustrata dal ciclico vuoto che si ripeteva in ogni stagione invernale. Il motivo del successo e della crescita, come luogo di riferimento, del Parco della musica sta tutto qui, oltre naturalmente su alcune scelte indovinate che sono state fatte negli anni. IL BILANCIO Certo, i numeri sono di conforto: «Nella scorsa stagione - ha illustrato l'amministratore delegato Carlo Fuortes - abbiamo registrato un record di affluenza, chiudendo per l'undicesimo anno consecutivo il bilancio in attivo. Abbiamo avuto circa 613 mila spettatori paganti, che di questi tempi rappresentano una cifra davvero molto importante». L'attivo è di 200 mila euro, gli incassi hanno sfiorato i 6 milioni di euro (5,8 milioni) e sono aumentati del 10 per cento. Come incoraggiamento non c'è male, tanto più che è confortato dall'esito ancora più positivo della stagione estiva: Luglio suona bene, alla Cavea che ha fatto un salto del 40 per cento con 60 mila spettatori e due milioni di incasso. Ora, non si tratta che andare avanti e con questo proposito il cartellone della stagione, da settembre (è già cominciata) a giugno metterà insieme 600 eventi con oltre duemila fra attori, musicisti, poeti e romanzieri, giornalisti e chef più o meno stellati, coinvolti a vario titolo fra teatro, musica, danza, letteratura, appuntamenti dedicati ai bambini, gastronomia. Fra le star ci sono nomi celebri del pop e del rock internazionale come Anastacia, James Taylor, Jackson Browne, Ute Lemper, Mark Knopfler già prenotato per luglio, jazzisti di alta classe come Brad Mehldau, Joshua Redman, il duo Dave Holland-Kenny Barron, in mancanza del celebre fratello Keith, Chris Jarrett, pianista anche lui. E poi ci sono gli artisti di casa, Fiorella Mannoia, Gino Paoli-Danilo Rea, Renzo Arbore che con la sua Orchestra italiana passerà all'Auditorium la fine dell'anno, e una robusta pattuglia di jazzisti nazionali, da Paolo Fresu a Fabrizio Bosso, a Franco D'Andrea, a Enrico Rava. IL PROGETTO Ma se la musica è la ragione sociale dell'Auditorium, il resto non è di poco conto. «Anche quest'anno rispettiamo quella che per noi ormai è una tradizione - ha spiegato il presidente della Fondazione, Aurelio Regina -: presentare un grande progetto multiculturale, nonostante le note difficoltà dovute alla crisi». Se la rassegna di tango, quella dedicata alla fiction, ci sono già state, e il Festival del cinema (pur fuori cartellone) è in arrivo, a dicembre tornerà l'appuntamento con Natale all'Auditorium, poi ci saranno l'Orchestra popolare italiana e il Festival Gospel. Fra le novità è previsto un Festival del Sassofono (con solisti italiani), tornerà la rassegna di Villa Adriana, dove si esibiranno grandi nomi come Sylvie Guillem e il Ballet e Luca Silvestrini con la sua compagnia Protein Dance. Il Mit riproporrà il suo spazio dedicato ai nuovi progetti musicali. Fra le manifestazioni ormai classiche ci sarà la sesta edizione di Libri come, festival della lettura quest'anno dedicato al tema della scuola. Tra tavole rotonde, reading, e varie lectio magistralis, i nomi già in cartellone sono quelli di James Ellroy, Emmanuel Carrére, Alessandro Baricco. E ancora: ecco il Festival della scienza sul tema dell' Ignoto, quello del Verde e del paesaggio. Sostanzioso il capitolo dedicato alle Lezioni come quelle sulla storia che saranno dedicate al tema del viaggio, fra i docenti Eva Cantarella e Andrea Carandini. E poi quelle sul tema del con Giancarlo De Cataldo, la cucina con Carmelo Chiaramonte, il jazz, gli ascolti. «Anche quest'anno non c'è un particolare concerto o festival che rappresenta la stagione. Il valore del programma sta nel suo insieme: cercare di rappresentare la modernità della città con proposte a volte anche particolari. Oltre a essere concepito per rendere l'Auditorium la casa di tutti i romani».

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 11 13/10/2014 Il Messaggero - Ed. Nazionale Pag. 21 (diffusione:210842, tiratura:295190) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Foto: BOOM DI PUBBLICO Gli spettatori paganti sono stati 613 mila grazie alla varietà delle proposte. In calendario, tra settembre e giugno, circa 600 eventi Foto: Anastacia ma anche Knopfler e Brown Foto: DALLA NOTE AI FORNELLI Anastacia e il cuoco Carmelo Chiaramonte

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 12 13/10/2014 Il Messaggero - Ed. Nazionale Pag. 1 (diffusione:210842, tiratura:295190) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Il personaggio Mezzo secolo per il cinema un docu- film su Lucherini Gloria Satta

Satta a pag. 27 NEL FILM (CHE PASSERÀ IL 31 SU SKY) ANEDDOTI E TESTIMONIANZE. L'IDEA DI USARE UN GHEPARDO VERO PER IL LANCIO DE "IL GATTOPARDO" IL DOCUMENTARIO Pensavate di sapere tutto su Enrico Lucherini, l'uomo che mezzo secolo fa ha introdotto in italia il mestiere di press agent, battezzato tante star, officiato i riti della Dolce Vita e fatto della "bufala" promozionale un'arte universalmente identificata con il neologismo "lucherinata"? Un documentario, in programma al Festival di Roma, vi farà scoprire qualche segreto in più di questo personaggio leggendario, protagonista dietro le quinte che, a ottant'anni suonati, non ha smesso di divertirsi e combattere per sostenere l'amato cinema. Il titolo è Ne ho fatte di tutti i colori , l'autore è Marco Spagnoli che negli ultimi due anni ha seguito Lucherini tra Roma, Milano e Venezia cogliendolo nei momenti chiave del suo lavoro: mentre concitatissimo (non a caso lo chiamano "stress agent") dirige il traffico dei giornalisti alle conferenze stampa, alla mostra che due anni fa all'Ara Pacis celebrò la sua carriera, a tu per tu con divi e registi. Il documentario, in programma all'Auditorium il 23 ottobre in una serata-evento affollata di celebrità, passerà il 31 su Sky Arte, sarà poi commercializzato in dvd e non è esclusa la distribuzione in sala. CHARLESTON Il film si apre con una storica puntata del 1977 di Bontà loro, il talk show condotto da Maurizio Costanzo, ospiti Lucherini e Giulio Andreotti. Cosa farebbe per pubblicizzare l'immagine dell'onorevole?, chiede il giornalista al press agent, che risponde pronto: «Gli metterei un completo a quadri vivaci e farei circolare la notizia di un suo flirt con Tina Anselmi». Reazione di Andreotti: «Oh, Gesù!». Tra le chicche della trasmissione ci sono l'introvabile filmato del 1959 in cui Enrico, medico mancato e attore scarsamente dotato («ero un cane!», ammette oggi) balla il charleston con Macario, le immagini del futuro press agent bambino al Lido di Venezia dove da grande avrebbe orchestrato la Mostra dalla stanza 135 dell'Excelsior, i duetti con i protagonisti che si sono affidati alla sua esperienza di vecchia volpe per pubblicizzare i propri film: Ettore Scola, Cristiana Capotondi, Leonardo Pieraccioni, Giuseppe Tornatore, Rocco Papaleo, Gabriel Garko, Carlo ed Enrico Vanzina, Jean Sorel, Paolo Virzì, Monica Bellucci. VERDONE , semisdraiato sul lettone-sofà di Enrico, ricorda il primo incontro: «Ero un giovanissimo attore di teatro e una sera Enrico venne a vedermi. Io tremavo dalla paura perché sapevo che era cattivissimo e un suo giudizio negativo mi avrebbe stroncato la carriera». Cattivo? «È una leggenda, ho detto tante bugie ma sempre a fin di bene», spiega Lucherini che compare in filmati d'archivio con l'amato Visconti, con Sofia Loren «che mi insegnò il mestiere», con Guido Lombardo figlio del mitico fondatore della Titanus, Goffredo, ed è un momento di pura commozione esaltato dalla bella fotografia di Niccolò Palomba. LUCHERINATE A proposito di "lucherinate", fu del press agente l'idea di lanciare Il Gattopardo obbligando Claudia Cardinale e Burt Lancaster a portare al gunzaglio sulla Croisette di Cannes un vero ghepardo sottratto a un circo. Enrico avrebbe poi inventato, molti anni più tardi, un'inesistente protesta degli stilisti alla prima del film Sotto il vestito niente dei Vanzina. Su Lucherini, qualche anno fa aveva realizzato un esauriente documentario, intitolato Enrico 75, anche Antonello Sarno. «Lavoro eccellente, ma io ho scelto un'angolazione diversa: ho raccontato la strategia che dal primo momento ha caratterizzato il suo lavoro», spiega Spagnoli, «è un omaggio al protagonista e alla professionalità artigianale che anche nel cinema tende ormai a scomparire». Dice nel film l'inarrestabile Enrico: «Hanno vinto loro», alludendo alle ultime, ipertecnologizzate strategie di comunicazione. E rivela l'ennesima lucherinata: «Quando ho presentato la mostra sulla mia carriera, sono scoppiato a piangere in pubblico ricordando gli amici che non ci sono più. Ma fingevo per avere i titoli sui giornali». C'è poco da fare, ha vinto lui. Gloria Satta Foto: PERSONAGGIO Sopra Enrico Lucherini con le locandine di alcuni dei film da lui seguiti. A fianco, da sinistra, Carlo Ponti, Enrico Lucherini, Giuseppe Patroni Griffi,

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 13 13/10/2014 Il Piccolo di Trieste - Ed. Nazionale Pag. 52 (diffusione:44247, tiratura:212000) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

CINEMA »PERSONAGGIO Tomas Milian «All'Actor Studio accanto a Marilyn» A New York a casa dell'amico, protettore e fotografo di moda Simmons Jones: «Per ripagare l'ospitalità facevo l'imbianchino e altro»...» Tomas Milian «All'Actor Studio accanto a Marilyn»

CINEMA »PERSONAGGIO Tomas Milian «All'Actor Studio accanto a Marilyn» A New York a casa dell'amico, protettore e fotografo di moda Simmons Jones: «Per ripagare l'ospitalità facevo l'imbianchino e altro»...» di Paolo Lughi «Avevo ventun anni quando nel 1954, a L'Avana, andai al cinema a vedere 'La valle dell'Eden'. Cominciai a leggere articoli su James Dean, scoprii che verso i vent'anni aveva lasciato Fairmont, nell'Indiana, alla volta di New York, per entrare all'Actors Studio. Ingenuamente mi domandai: 'Perché io no?'». Con queste parole, più o meno come i personaggi cinefili dei romanzi di Manuel Puig, ricorda il suo avvicinamento al cinema il cubano Tomas Milian, uno degli attori più popolari degli schermi italiani dagli anni '60 agli '80. Milian ora si racconta (e si mette completamente a nudo) in un'autobiografia appena uscita nelle librerie dal titolo "Monnezza amore mio" (Rizzoli, pag. 288, euro 18,50), scritta con il critico italiano Manlio Gomarasca, caporedattore della rivista "Nocturno". E proprio come i personaggi latini dei romanzi di Puig, perdutamente innamorati dei miti hollywoodiani, la realtà desiderata dell'eterno migrante Milian si svolge sempre "altrove". Quand'è a Cuba sogna New York, quando calca i teatri Off-Broadway sogna il cinema, quando diventa una star in Italia sogna "il suo film americano", quando finalmente lavora negli States (dagli anni '90) lo insegue il suo passato di divo a Cinecittà. Una carriera senza dubbio eccezionale quella di Milian, figura complessa ed estrema segnata dai ricordi d'infanzia ("La monnezza è uno dei ricordi più vividi che conservo di Cuba", sono le prime parole del libro) e dal suicidio del padre, ufficiale dell'esercito che si oppose al dittatore Batista, quando Tomas aveva 12 anni. Sono oltre 120 i suoi film girati fra Europa e America, fra cinema d'autore e di genere, con alti e bassi artistici e umani, svolte e rinascite, accanto ad alcune delle più grandi icone della storia dello spettacolo. Su tutto però si staglia la straordinaria maschera di "Er Monnezza", con cui Milian ha dominato la scena comica italiana per un decennio a partire da "Il trucido e lo sbirro" (1976), e che prosegue nel culto (con i dvd) fino a oggi. Quella di Monnezza era l'ultima epoca d'oro del cinema di genere nostrano (poi ucciso dalle tv commerciali), quello che la rivista "Nocturno" di Gomarasca ha riportato in auge dieci anni fa promuovendo retrospettive nei festival e nelle tv. Proprio nel 2004 questo impetuoso revival favorì anche un "Ritorno del Monnezza" con , il cui padre Ferruccio doppiava Milian negli "stracult" originali. Nel rievocare nel libro esperienze e incontri sulle due sponde dell'Atlantico, Milian ci regala un emozionante "manuale di sopravvivenza" per l'attor giovane che cerca la fortuna con disperazione e tenacia, a lungo senza un soldo in tasca, seguendo la divorante passione della recitazione. Lasciata Cuba nel 1956 a ventitré anni, da a New York patisce la fame facendo il parcheggiatore, l'ascensorista, il marinaio, il postino. Si paga a malapena le scuole serali di inglese e teatro, ma riesce nel 1957 a essere ammesso all'Actors Studio. Lì seguirà i corsi di ed Elia Kazan, mentre nella sedia accanto alla sua, «sempre la stessa, si sedeva spesso una donna. Era Marilyn Monroe, bellissima spettinata, senza trucco, e avvolta nella sua pelliccia nera». Sicuramente bellissimo anche lui, Milian piace alle donne e agli uomini, non preoccupandosi di dare scandalo. In un'intervista al "New York Times" gli chiedono "What are you?" e lui, invece di dire «cubano», risponde: «Bisessuale!». La svolta per Milian è uno spettacolo Off-Broadway dove lo notano Gian Carlo Menotti e Jean Cocteau. Menotti lo fa debuttare nel 1959 al Festival di Spoleto in un testo di Cocteau diretto dall'esordiente Zeffirelli. Il suo monologo fa impressione e Milian non lascerà più l'Italia per 35 anni. Per lui arrivano subito ruoli di fianco per film di registi blasonati come Bolognini ("La notte brava"), Maselli ("I delfini"), Pasolini ("Ro.Go.Pa.G.") e Luchino Visconti, che gli offre la parte del Conte Ottavio nell'episodio "Il lavoro" in "Boccaccio '70" (1962), che Milian interpreta con memorabile sensualità ed eleganza. Del resto qui lo aiutava

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 14 13/10/2014 Il Piccolo di Trieste - Ed. Nazionale Pag. 52 (diffusione:44247, tiratura:212000) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

la sua origine borghese. Nei salotti, ricorda, «ero sempre uno che sapeva cosa fare e cosa non fare", e aggiunge: "Devo confessare che ho sempre avuto un debole per l'aristocrazia". Viene anche preso sotto contratto da Cristaldi, ma a un certo punto la sua carriera si blocca: "Non avevo più soldi», scrive. Si reinventa attore poliedrico, esaspera i toni, lanciandosi negli "" allora in voga. Nel 1966 comincia così il Tomas Milian "messicano" per alcuni dei migliori western all'italiana del periodo "rivoluzionario": "Tepepa" e "Vamos a matar compañeros", fino allo stranissimo zombi-western "Se sei vivo spara" di Giulio Questi, adorato da Joe Dante. L'italo-cubano Milian è perfetto in questi ruoli di peone incavolato e poi capo rivolta, e diventa in breve campione di incassi. Per "Tepepa" impone Orson Welles al suo fianco per la parte del cattivissimo colonnello Carrasco. lo chiama per "" (dove recita ubriaco) e Garcia Marquez lo contatta per la cine-versione di "Cent'anni di solitudine". Poi, mischiando il western all'italiana con la sua deriva parodistica ("Provvidenza" nel '72) e col poliziesco violento ("Squadra volante" nel '74), arriva ai personaggi più squisitamente comici di Monnezza e del maresciallo Nico Giraldi (nato nel '76 con "Squadra antiscippo"). Accanto al braccio destro Bombolo ne esce un filone di grande successo fino a "Delitto al ristorante cinese". Una bomba di volgarità coatta che faceva venir giù i cinema, anche se Milian, che scriveva da sé le battute di Monnezza, precisa: «Ho cercato di dargli una coscienza sociale, quella che ho assimilato frequentando i sottoproletari in America». Alla metà degli '80 lo stato di grazia si esaurisce e Milian lotta per uscire da una spirale di alcol, cocaina e notti brave. Va in India e quindi ricomincia una nuova carriera in America, anche gloriosa, come caratterista ("", "Jfk", "Amistad"). Nel finale del libro Milian sottolinea fiero che il critico Morando Morandini (che non sopportava Monnezza) ha confessato di non averlo riconosciuto nella formidabile parte del generale Salazar in "Traffic" (2000), scoprendolo ammiratissimo solo dai titoli di coda. L'alter-ego Monnezza, con cui Milian qui intreccia per diverse pagine un divertente dialogo immaginario, avrebbe commentato: "A Tomasse, anvedi che forza!". ©RIPRODUZIONE RISERVATA

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 15 13/10/2014 Il Tirreno - Lucca Pag. 12 (diffusione:80832, tiratura:102004) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Fede & gli infedeli firmano la musica del film di Salvatores Per i Comics, il regista presenterà all'Astra alcune scene de "ll ragazzo invisibile" da cui sarà tratto un fumetto Fede & gli infedeli firmano la musica del film di Salvatores

Fede & gli infedeli firmano la musica del film di Salvatores Per i Comics, il regista presenterà all'Astra alcune scene de "ll ragazzo invisibile" da cui sarà tratto un fumetto Domani alle 17,30, un dibattito sul '68 alla libreria Ubik in via Fillungo 137 a Lucca. È previsto in occasione della presentazione dei volumi del professor Carlo Vivaldi Forti dal titolo "Ricordi e riflessioni di un sessantottino di destra dagli anni di Trento a Josè Maria Escrivà" e "Pravda Vitezi - La verità vince" (entrambi delle edizioni Campanotto). Introduce l'incontro Gina Truglio, modera Oriano De Ranieri. Ingresso libero alla presentazione.di Nicola Nucci wLUCCA Federico De Robertis e la sua band Fede & gli Infedeli sono gli autori della colonna sonora de "Il ragazzo invisibile", ultimo film di di cui il regista presenterà in anteprima alcune scene il primo novembre all'Astra in occasione dei Comics (il film uscirà nelle sale l'11 dicembre). Una collaborazione ormai storica tra il musicista e compositore lucchese (da Sud a Nirvana fino a Educazione Siberiana) e il regista premio Oscar (con Mediterraneo) che per un periodo della sua vita ha vissuto a Lucca. Salvatores, grande ospite dell'edizione 2014 del festival dei fumetti, in sala incontrerà il pubblico, presenterà immagini del film ambientato a Trieste e si vocifera che possa anche impugnare la chitarra, da grande appassionato di musica qual è, per suonare insieme alla band di Federico De Robertis, presente anche lui all'evento, che per l'ultimo film del regista milanese ha scritto alcuni brani come compositore, mentre insieme agli Infedeli ha realizzato la canzone "The invisibile boy" (voce di Giacomo Vezzani, co-autore della canzone), che comparirà nel film con arrangiamenti diversi. De Robertis ha anche fatto parte della giuria del concorso "Una canzone per... Il ragazzo invisibile": i tre vincitori del concorso si esibiranno dal vivo sul palco del cinema. Da "Il ragazzo invisibile", storia di un adolescente che riesce a sfuggire allo sguardo degli altri, di fronte alla scelta se diventare un adulto o decidere di essere un supereroe, è tratto un fumetto edito da Panini Comics. «La collaborazione con Gabriele Salvatores è iniziata nel 1991 - racconta De Robertis -; l'ho conosciuto grazie a un'amicizia comune, fresco diplomato di piano classico. Mi ero appena comprato un Atari con un mega di ram e un campionatore Roland, quando lo incontravo gli facevo sentire le mie strampalate composizioni elettroniche e un giorno mi propose, un po' per gioco, di scrivere un tema per il suo prossimo film Puerto Escondido. Gli piacque e lo mise nei titoli di testa del film. Così tutto è cominciato». Un successo in crescendo per Federico De Robertis e la sua band, nata nel 2011. Dal primo album Gita per bambini è tratto il singolo Frutto Proibito con la partecipazione di , nel video girato tra la campagna della Lucchesia e un ristorante cittadino, poi Tango Infedele (set al Circolo dei Forestieri di Bagni di Lucca) e Pum Pum Pum!. Un cd eterogeneo che rispecchia lo stile e il gusto eclettico di Federico e dei suoi Infedeli, musicisti di lungo corso che hanno riscosso un successo strepitoso nel tour che li ha visti suonare in locali importanti d'Italia. Fede & gli Infedeli sono Federico de' Robertis (compositore, arrangiatore, cantante, pianista), Ale "Axa" Paolucci (basso), Claudio "Sax" Fabiani (sax e flauti), Elisa Ghilardi (voce principale e corista), Filippo Guerrieri (tastiere ed arrangiamenti) Francesco "the violin" Carmignani (violino), Luca Contini (sound engineering), Luca Giovacchini (chitarre), Piero Perelli, Matteo Sodini (batteria e percussioni). ©RIPRODUZIONE RISERVATA

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 16 13/10/2014 La Sicilia - Ed. Nazionale Pag. 24 (diffusione:64550, tiratura:80914) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

"Frank", dietro la maschera c'è un rocker geniale Dal 30 ottobre. Il regista : «Il film ha un tono giocoso, ma ci sono anche aspetti dark e commoventi»

Una scena del film Francesca Pierleoni Roma. Dopo essere stato, fra gli altri, il militante dell'Ira Bobby Sands in Hunger, un sesso-dipendente in Shame, Carl Jung in A dangerous Mind e uno schiavista in 12 anni schiavo, Michael Fassbender si "maschera" indossando una grande testa di cartapesta per diventare un rocker geniale ma mentalmente fragile in Frank, musical-dramedy di Lenny Abrahamson, con Domhnall Gleeson e Maggie Gyllenhaal. Il film dopo il debutto negli Usa al Sundance Film Festival ed essere passato alSXSW (South by Southwest), Frank è stato presentato in anteprima italiana a Bologna nell'ambito della scorsa edizione di Biografilm Festival | International Celebration of Lives, dove ha vinto il Biografilm Europa Audience Award 2014, premio del pubblico riservato ai film di produzione europea, e ha raccolto i pareri entusiasti della critica. Anche negli Stati Uniti, dove è stato distribuito nei cinema a partire dallo scorso 22 agosto, Frank ha ricevuto gli elogi della critica specializzata. Variety, per esempio, lo ha definito «bizzarro e meraviglioso», Time Out «fuori di testa e geniale» e secondo Indiewire «la performance di Fassbender è un capolavoro». Il film sarà in sala dal 30 ottobre distribuito da Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection. Per l'originale personaggio protagonista si è tratto liberamente spunto da Frank Sidebottom, l'alter ego aspirante rockstar, con tanto di testa di cartapesta, creato e interpretato da Chris Sievey, musicista (è stato leader dei Freshies) e comico britannico, morto nel 2010. Il punto d'unione fra la finzione della storia del film e la realtà di Sievey, è lo scrittore e cosceneggiatore, Jon Ronson, che era stato tastierista a fine anni '80 nella band di Frank Sidebottom, la Oh Blimey Big Band. Tra le fonti di ispirazione però, ha detto Ronson, che aveva parlato a Sievey del progetto del film, ottenendo, pare, il suo permesso per sviluppare il personaggio in una direzione diversa, ci sono anche altri due musicisti cult dalle personalità complesse come Captain Beefheart e Daniel Johnston. «È un film difficile da definire. Ha un tono molto giocoso ed alcune sequenze sono comiche - spiega il regista nelle note di produzione - Ma ci sono anche aspetti più sottili, dark e commoventi». Un saliscendi di emozioni, che nella storia, inizia quando Jon (Domhnall Gleeson, entrato anche nel cast del nuovo Star Wars), aspirante cantautore costretto a un lavoro d'ufficio, ha l'occasione di sostituire una sera il tastierista, finito in ospedale psichiatrico, dei Soronprfbs, band rock indie super alternativa. A guidare il gruppo c'è il carismatico frontman Frank (Fassbender), che va in giro, in scena come nella vita (doccia compresa), sempre indossando un'enorme testa di cartapesta. La performance di Jon è apprezzata, e nonostante le resistenze degli altri membri della band tra i quali l'implacabile Clara (Maggie Gyllenhaal), Frank porta Jon a registrare il loro album, nella brughiera irlandese. La pazzoide lavorazione di mesi, voluta dal geniale e perfezionista Frank, viene raccontata da Jon sui social network, e i Soronprfbs iniziano a costruirsi un seguito, tanto da ricevere un invito ad esibirsi al prestigioso South By Southwest Festival in Texas. La chance di diventare popolari porta però conseguenze inaspettate... Recitare, per gran parte del film, con indosso la testa di cartapesta «era strano all'inizio, mi faceva sentire vulnerabile perché non si ha la visione periferica, puoi guardare solo davanti a te e non senti neanche tanto bene - ha detto Fassbender, che nel film si dimostra anche un ottimo cantante - ma è piuttosto liberatorio, nel modo in cui lo sono le maschere. È straordinario quante emozioni riesca a trasmettere quella faccia». Frank per lui è «un puro e per questo è fragile. Non ha gli strumenti per negoziare con le altre persone e la società. Soffre d'ansia ed ha un disturbo mentale ma è un meraviglioso musicista e si esprime così. È una sorta di strano James Brown, lui ha lo spirito creativo e gli altri membri del gruppo gli fanno da babysitter, un po' come come fosse un bambino». 13/10/2014

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 17 13/10/2014 La Sicilia - Ed. Nazionale Pag. 20 (diffusione:64550, tiratura:80914) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Anna Maria Spina: «Con "Sei mia" aiuto le donne vittime di violenza» Il personaggio

MARIO BRUNO Un'attrice impegnata contro la violenza sulle donne e dunque contro il femminicidio, tragico fenomeno purtroppo dilagante. L'artista in questione, dalla spiccata sensibilità e con l'intento di dare un suo sostanziale contributo per arginare la gravissima piaga sociale, è Anna Maria Spina, che abbiamo visto al cinema ma anche in televisione. Catanese, innamorata della recitazione sia sul palcoscenico sia sul set, Anna Maria è l'autrice e la protagonista dello short film "Sei mia". E rivela non senza amarezza: «Ho scritto il soggetto perché vent'anni fa fui vittima anch'io di tentato omicidio da parte dell'ex fidanzato. Perciò si tratta di una storia autobiografica. Le cronache degli ultimi tempi, che raccontano agghiaccianti episodi di donne indifese massacrate dai loro persecutori, ex mariti, ex amanti, stalker, mi hanno spinto a realizzare il soggetto facendo riaffiorare alla mia mente la mia brutta esperienza che poteva costarmi la vita». Redatto il soggetto, Anna Maria ha poi scritto la sceneggiatura a quattro mani con Antonella Sturiale. «Il film breve - prosegue l' attrice - è stato acquistato da Rai Cinema e a Blue Film, che l'hanno coprodotto e provvederanno alla distribuzione. Attualmente il cortometraggio è in fase di montaggio. Appena questo sarà ultimato, il presidente di Rai Cinema, Paolo Del Brocco, deciderà se utilizzarlo come spot socio-educativo per le tv o per il cinema ». Anna Maria dice di aver fortemente voluto realizzare questo progetto per aiutare le donne che hanno paura, per sollecitare l'apertura di altri centri di accoglienza e per promuovere la prevenzione. Insomma, l'obiettivo è aiutare concretamente chi accusa i propri aguzzini, i quali infieriscono senza pietà tra le pareti domestiche su mogli incolpevoli, fidanzate, conviventi. Adesso si sente più attrice o sociologa e paladina delle donne che soffrono? «Sociologa e paladina. Io so in prima persona che cosa significhi essere brutalizzata da uomini senza scrupoli. Ora sto preparando, partendo dallo stesso soggetto, un testo teatrale che spero vada in scena in importanti strutture». Quindi un'opera di divulgazione a tappeto contro i reati sulle donne... «Esatto». E per il resto che cosa bolle in pentola? Mi riferisco al cinema e al piccolo schermo. «Per il cinema ho girato "Baci salati" di Antonio Zeta che per una serie di circostanze deve ancora uscire nelle sale. Nel ricco cast ci sono Sandra Milo, Angelo Russo, il Catarella di Montalbano, e Clayton Norcross. Poi ho girato "Native" di John Real, che ha vinto tre Globi d'oro al festival di Roma, e ho avuto una parte anche in "Più buio di mezzanotte" di Sebastiano Riso, con Micaela Ramazzotti e David Capone. In televisione ho partecipato più volte a "Verdetto finale", che adesso si chiama "Torto o ragione". Ciò che mi preme di più comunque, al momento, è di vincere la mia battaglia contro i soprusi e le brutalità su noi donne». 13/10/2014

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 18 13/10/2014 La Stampa - Ed. Nazionale Pag. 26 (diffusione:309253, tiratura:418328) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

"Guardiani della galassia" che successo i falliti alieni AlFestival diRomailfilmironicodiGunn dall'ultima serieMarvel,campionediincassiUsa STEFANO PRIARONE MILANO

Un procione parlante (Rocket), un umano (o così pare) che si fa chiamare pomposamente Star-Lord (Signore delle Stelle), un energumeno stile Hulk (Drax), una sexy guerriera verde (Gamora) e un albero umanoide che dice solo «Io sono Groot» (ma a seconda del tono di voce la frase può significare qualsiasi cosa): certo non i protagonisti più adatti per un blockbuster. Eppure I Guardiani della Galassia , il nuovo film basato su personaggi Marvel (come i più noti S pider-Man, Capitan America e Thor ), scritto e diretto da James Gunn e nei cinema dal 22 ottobre dopo l'anteprima del 21 al Festival di Roma, ha già incassato in Usa oltre 600 milioni e si avvia a diventare il maggiore successo di stagione. A differenza di Spiderman e Thor, i Guardiani non sono stati creati da Stan Lee e dai suoi collaboratori Jack Kirby e Steve Ditko nei lontani Anni 60: se il nome è lo stesso di una serie creata nel 1969, la formazione attuale è stata ideata da due sceneggiatori britannici, Andy Lanning e Dan Abnett, meno di dieci anni fa. Siamo nell'Universo Marvel, dove tutte le storie sono collegate fra loro, ma in realtà le avventure dei Guardiani sono poco supereroiche e molto fantascientifiche. «So di essere di parte - ci dice il co-creatore del team Lanning, che è stato spesso sul set e ha parlato con la produzione- ma il film è davvero brillante, non a caso è piaciuto a spettatori di ogni età. Mi piace molto quello che ha fatto James Gunn, sia come sceneggiatore che come regista. Ha reso benissimo la serie: dall'umorismo allo stile ai personaggi ed è riuscito nel difficile compito di presentare nuovi personaggi totalmente sconosciuti e renderli subito familiari allo spettatore che alla fine del film si è affezionato a loro». La pellicola vede un gruppo di «falliti» alieni che si uniscono e, recuperando coraggiosamente un potente artefatto cosmico, una delle Gemme dell'Infinito, diventano eroi (veri Guardiani della Galassia). «Molti pensavano che il film si sarebbe rivelato un flop - continua Lanning -. Nessuno conosceva i personaggi, era ambientato nello spazio senza i supereroi terrestri, fra i protagonisti c'erano un procione parlante (la voce in originale è quella di Bradley Cooper NdR) e un albero che cammina! Ma così, con basse aspettative i produttori potevano prendersi dei rischi e avere maggiore libertà creativa. Meglio lavorare al film dei Guardiani che al sequel di Avengers (con personaggi famosi come Capitan America, Hulk e Iron Man, arriverà nel 2015 NdR), dopo l'enorme successo del primo». Rincara il critico e sceneggiatore Adam McGovern: «Ammiro il fatto che la Marvel non si sia limitata a puntare solo sugli eroi più noti, ma punti anche a sperimentare nuovi filoni narrativi, Guardiani della Galassia per me è l'inizio del filone fantascientifico dei film Marvel. Del resto, lo stesso Iron Man non era certo molto noto al di fuori degli appassionati di fumetti, prima dei film». «E Chris Pratt è diventato Star-Lord, allo stesso modo in cui Robert Downey Jr. è Tony Stark- Iron Man - conclude Lanning - mentre Bradley Cooper è davvero brillante come Rocket. Certo che se nel 2006, quando stavamo progettando la serie, qualcuno ci avesse detto che ne avrebbero tratto un film di grande successo che avrebbe aperto la via ad altri film Marvel "cosmici" lo avremmo preso per pazzo» Foto: ANSA Foto: La una sexy guerriera verde Gamora e Star Lord (Chris Pratt)

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 19 13/10/2014 La Stampa - Ed. Nazionale Pag. 16 (diffusione:309253, tiratura:418328) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Anteprima I film sono tutti digitali i posti di lavoro reali A Torino la settimana dell'animazione al computer BRUNO RUFFILLI TORINO

Ipixel si accendono, si spengono, ma non hanno un'anima. Portare la vita in un puntino di luce è una magia e un'arte, che non per niente si chiama animazione: ma è anche un mestiere, con le sue scuole e i suoi maestri. Molti grandi nomi dell'animazione digitale e della computer grafica saranno da oggi a Torino per la View Conference: quattro giorni di incontri e seminari, seguiti dalla View Fest, un weekend di anteprime video e cinematografiche. È la più grande rassegna europea del genere, un appuntamento che si ripete da 15 anni con successo di pubblico crescente. L'animazione digitale è ovunque: nei cartoon, nei film, nei videogiochi, nelle interfacce di siti web, nelle pubblicità. È uno dei pochi settori in cui la richiesta di personale specializzato aumenta da anni, nonostante la crisi, e per questo le scuole si moltiplicano in tutto il mondo, Italia compresa. Anche alla View Conference ci sarà molto da imparare: ad esempio da Tom McGrath, sceneggiatore e produttore per Dreamworks de «I Pinguini del Madagascar»: presenterà in anteprima mondiale il film che arriverà in Italia all'inizio 2015. O da Glen Keane di Disney, e ancora da Alvy Ray Smith, cofondatore della Pixar, il primo studio a realizzare un lungometraggio interamente al computer. Quando nel 1995 «Toy Story» segnò il debutto dell'animazione digitale nei cinema, Smith aveva già lasciato l'azienda. Il Ceo di Pixar era Steve Jobs, che anche qui unì arte e tecnologia ai massimi livelli. Nel fitto programma della View Conference ci sono poi numerosi workshop, dove protagonisti dell'animazione digitale analizzano temi più specifici: per studenti e appassionati è una rara opportunità per gettare uno sguardo su un'industria che muove miliardi di dollari. Come ogni anno nasceranno mille incontri e scambi di idee, e non è detto che per qualcuno non venga fuori un'opportunità concreta di trovare un futuro. «Abbiamo spesso aziende che vengono alla View Conference per cercare programmatori, designer e altre figure professionali da assumere», spiega Maria Elena Gutierrez, ideatrice della manifestazione. Ci saranno anche stavolta: «Oltre agli Stati Uniti, in Europa l'animazione digitale crea lavoro soprattutto in Francia e Spagna». Da noi il mercato rimane limitato e i budget risicati; sul tema ci sono due incontri, uno con l'ex ministro della Ricerca Francesco Profumo («Economia digitale e industria culturale. Come ridurre il gap italiano»), l'altro ancora più ambizioso: «Come stiamo ricreando l'industria del videogame in Italia». A Torino si parlerà molto di cinema, con incontri dedicati al nuovo lungometraggio sui puffi, che uscirà nel 2016, a «Sin City: Una donna per cui uccidere», o ancora a «Transformers 4» e a molti altri film. Si affronteranno sfide impegnative, come ideare un videogioco per non vedenti (ci prova Pierre-Alain Gagne, con la sua Dowino), si studierà Autodesk, uno dei software di modellazione 3D più usati. Sarà possibile imparare a usare i modelli tridimensionali per immaginare nuove architetture, ma pure riflettere su come adoperare per fini didattici il motion capture, una tecnica di ripresa usata pure in «Avatar». Perché le idee si muovono velocemente: fino a ieri i visori a realtà virtuale Oculus Rift sembravano un gadget futuribile per maniaci dei videogame, ma prima di Natale la stessa tecnologia sarà nei negozi italiani, con i Gear Vr, accessori nemmeno troppo costosi dell'ultimo smartphone Samsung. E non serviranno solo per giocare. Gliospiti star Alvy Ray Smith Americano, 71 anni, è tra i fondatori di Pixar; viene considerato uno dei pionieri della grafica computerizza ta nel mondo Tom McGrath Ha lavorato (anche come doppiatore) a «Madagascar» e ai seguiti: è il regista del nuovo «I pinguini di Madagascar» Glen Keane È uno storico animatore della Disney, e ha dato vita a capolavori animati come «La Bella e la Bestia», «La Sirenetta», «Tarzan» Qui sotto, una scena di «Lava»,cortometraggio d'animazione della Pixar che arriva a Torino in anteprima europea; a destra, un personaggio del film Dreamworks «I pinguini di Madagascar» 15 edizioni La prima View Conference si tenne a Torino nel 2000 con il nome di Virtuality Conference Foto: Jessica Alba in «Sin City», digitale ma con attori veri

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 20 13/10/2014 La Stampa - Cuneo Pag. 42 (diffusione:309253, tiratura:418328) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato CINEMA . oggi iniziano le riprese di «In un posto bellissimo» Asti diventa un set per Giorgia Cecere valentina fassio

Ciak si gira: Asti diventa set. Scelta dalla regista Giorgia Cecere per il suo nuovo film «In un posto bellissimo», la città accoglie attori e troupe: le riprese iniziano oggi in una casa della zona Nord, per proseguire fino a novembre. Nelle prossime settimane non sarà difficile imbattersi nel cast, fra telecamere, microfoni, truccatori, assistenti. La storia è interamente ambientata e girata ad Asti e dintorni, interpretata da Alessio Boni e Isabella Ragonese, due nomi d'eccellenza della scena italiana. Giorgia Cecere è in città da settimane al lavoro con i suoi collaboratori, e nel gruppo ci sono anche gli astigiani Simone Rosso (aiuto regia) e Mariachiara Squassino (assistente). Tra sopralluoghi e ricerca di ambientazioni per la storia, anche diversi casting: «Ai provini si sono presentati in tanti - commenta Squassino - ora stiamo contattando le persone scelte per piccoli ruoli o come comparse». La regista pugliese era stata ad Asti tre anni fa, ospite dell'Asti Film Festival per presentare il suo lungometraggio «Il primo incarico» interpretato proprio da Isabella Ragonese. Una visita di pochi giorni, che le ha dato lo spunto per tornare: «Pensando al secondo film, mi era cresciuta dentro una storia ambientata nel Nord Italia. Dopo averla scritta, ripensando ai luoghi, alle atmosfere, ai personaggi, mi è tornata in mente Asti nonostante vi fossi rimasta solo tre giorni. Ho pensato a possibili alternative, ma nei pensieri Asti tornava sempre». Nell'autunno scorso i primi viaggi e la conferma di Asti come set ideale per il film. Dall'idea alla realtà, il progetto di Giorgia Cecere sta prendendo vita: prodotto da Bianca Film, uscirà nelle sale nel 2015.

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 21 13/10/2014 QN - Il Resto del Carlino - Macerata Pag. 3 (diffusione:165207, tiratura:206221) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Il red carpet, i vip, la standing ovation Recanati: emozioni leopardiane Applausi scroscianti per le due proiezioni del film sul poeta ASTERIO TUBALDI

di ASTERIO TUBALDI MANCAVA solo l'atmosfera veneziana del festival del cinema: c'erano il red carpet, il regista e gli attori, il produttore, i flash dei fotografi ad immortalare i vip nella sala del teatro Persiani giunti su invito della Regione nel pomeriggio e dopo cena del Comune per l'anteprima del film «Il giovane favoloso». Finalmente anche a Recanati, giunge l'atteso film sulla vita del suo figlio illustre. A fare gli onori di casa il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, che ha ricordato come questa è «la prima di una ricca serie di iniziative sostenute dalla Regione per promuovere, insieme alla pellicola, la figura di Leopardi, la cultura e la bellezza della nostra terra come già abbiamo fatto anche con le campagne promozionali a partire da quella che ha avuto come testimonial Dustin Hoffman. Saranno organizzati percorsi guidati per gli studenti alla visione del film e alla visita dei luoghi del poeta perché puntiamo molto anche sul valore educativo della poetica leopardiana per i nostri giovani». Al teatro Persiani, trasformato per l'occasione in una sala cinematografica e con un servizio di accoglienza degli ospiti in costume dell'800, il conte Vanni Leopardi gira lo sguardo come in cerca della mamma, la contessa Anna: «Sarebbe stata molto felice di sedere qui con noi oggi, confessa commosso, perché da sempre sognava che potesse essere realizzato un film, bello e vero, su Giacomo, bello e vero come lo è l'opera di Martone». In platea erano presenti il regista, l'attore Elio Germano, accolto da un fragoroso applauso, la recanatese Gloria Ghergo, chiamata ad interpretare la giovane Silvia, e i bambini che sul grande schermo hanno impersonato i fratelli del poeta. Poi si sono spente le luci e l'immagine proprio dei tre bimbi, che giocano insieme dietro una siepe, nel giardino di una casa austera, hanno portato di botto tutti gli spettatori nel mondo di Giacomo e nella sua vita sottolineata da un contrappunto musicale che accosta Rossini alla musica elettronica del tedesco Sasha Ring, a cui Venezia ha aggiudicato il Premio Piero Piccioni. Quando le luci si sono accese l'applauso è scrosciante generoso, incontrollato, infinito, da tutto il pubblico: autorità, vip, giornalisti, comparse, sponsor, tutti in piedi per rendere omaggio al grande figlio di Recanati e a chi ha saputo così bene interpretare il suo cuore e la sua eterna e infinita poesia. Carpiti al volo all'uscito del teatro i commenti del pubblico, alcuni entusiasti, altri frenati dalle difficoltà di uscire dalle emozioni appena vissute in sala, altri ancora frastornati da una rappresentazione forte ed inedita del personaggio Leopardi come se crollasse di botto l'idea maturata sui banchi di scuola e dalle letture private. Image: 20141013/foto/2461.jpg

ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 22 13/10/2014 QN - Il Resto del Carlino - Ancona Pag. 7 (diffusione:165207, tiratura:206221) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato CINEMATICA FESTIVAL SI APRE OGGI L'ESPOSIZIONE DEDICATA A CHARLIE CHAPLIN Charlot alla Mole: che evento A cento anni dalla nascita tutto sul grande 'genio danzante'

- ANCONA - PRENDE IL VIA oggi alla Mole Vanvitelliana la seconda edizione del 'Cinematica Festival 2014', rassegna ideata e curata dalla danzatrice e performer anconetana Simona Lisi. Questo pomeriggio (ore 18) nell'auditorium, è in programma l'inaugurazione della mostra su Charlie Chaplin, nel centenario della nascita dell'immortale personaggio di Charlot. L'esposizione è intitolata "Charlie Chaplin genio danzante", ed è un evento unico creato appositamente per la kermesse anconetana. La mostra si inserisce proprio nell'ambito delle iniziative per il centenario del vagabondo gentiluomo e ribelle creato esattamente un secolo fa da Chaplin. Charlot, infatti, compare per la prima volta nel cortometraggio "Charlot si distingue" del 1914. La mostra è stata pensata e realizzata dalla Cineteca di Bologna, che detiene un ricco archivio di materiali originali di Chaplin, ed è dedicata alla genesi del personaggio Charlot e al rapporto di Chaplin con la danza, e in particolare con il danzatore russo Vaslav Nijinski. Saranno esposte foto, documenti e un pezzo unico e imperdibile: il manoscritto di Chaplin con il soggetto di un film, poi mai realizzato, proprio su Nijinski. Il manoscritto è stato ritrovato solo nel 2012 e il testo viene esposto ora per la prima volta. All'inaugurazione saranno presenti Cecilia Cenciarelli, responsabile dell'Archivio Chaplin alla Cineteca di Bologna, Eugenia Casini Ropa, la più importante studiosa della danza in Italia, e Giancarlo Galeazzi, filosofo e direttore del Festival del Pensiero Plurale. All'inaugurazione seguiranno la proiezione di "Unknown Chaplin", documentario di Kevin Brownlow e David Gill, pressoché introvabile in Italia, basato sui materiali dell'archivio personale di Chaplin; verrà poi proiettato uno degli Short film Mutual, girati da Chaplin all'inizio della carriera e che, secondo molti storici del cinema, sono da considerarsi tra le sue opere migliori. I corti Mutual saranno poi proiettati tutti i giorni del festival, a partire dalle ore 18.30. La mostra "Chaplin genio danzante" resterà aperta per tutta la durata del festival, fino a sabato (da oggi a venerdì ore 18-21; sabato ore10-13 e 17-22). Foto: Charlie Chaplin (©Roy Export Company Establishment) Image: 20141013/foto/101.jpg

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