Anica Scenario
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ANICA ANICA SCENARIO 13/10/2014 Corriere della Sera - Nazionale 4 Konchalovsky «Il mio musical pop da Delitto e castigo» 13/10/2014 Corriere delle Alpi - Nazionale 6 A Detour il cinema racconta il viaggio che cambia la vita 13/10/2014 Il Fatto Quotidiano 7 Una carriera di cinema , teatro e pubblicità 13/10/2014 Il Gazzettino - Pordenone 8 Luci della città, capolavoro tra comicità e dramma 13/10/2014 Il Messaggero - Marche 9 Leopardi che standing ovation 13/10/2014 Il Messaggero - Nazionale 10 Festival , oltre diecimila biglietti in tre giorni 13/10/2014 Il Messaggero - Nazionale 11 Auditorium, mille e un'idea 13/10/2014 Il Messaggero - Nazionale 13 Mezzo secolo per il cinema un docu- film su Lucherini 13/10/2014 Il Piccolo di Trieste - Nazionale 14 Tomas Milian «All'Actor Studio accanto a Marilyn» 13/10/2014 Il Tirreno - Lucca 16 Fede & gli infedeli firmano la musica del film di Salvatores 13/10/2014 La Sicilia - Nazionale 17 "Frank", dietro la maschera c'è un rocker geniale 13/10/2014 La Sicilia - Nazionale 18 Anna Maria Spina: «Con "Sei mia" aiuto le donne vittime di violenza» 13/10/2014 La Stampa - Nazionale 19 "Guardiani della galassia" che successo i falliti alieni 13/10/2014 La Stampa - Nazionale 20 I film sono tutti digitali i posti di lavoro reali 13/10/2014 La Stampa - Cuneo 21 Asti diventa un set per Giorgia Cecere 13/10/2014 QN - Il Resto del Carlino - Macerata 22 Il red carpet, i vip, la standing ovation Recanati: emozioni leopardiane 13/10/2014 QN - Il Resto del Carlino - Ancona 23 Charlot alla Mole: che evento ANICA SCENARIO 17 articoli 13/10/2014 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 35 (diffusione:619980, tiratura:779916) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Konchalovsky «Il mio musical pop da Delitto e castigo» Il regista : negli Usa fanno solo film per ragazzini La sfida è riuscire a fare qualcosa di popolare che conservi un significato «alto», come è per i Dieci comandamenti Ci lavoro dal '79, colpito dal «Jesus Christ» di Lloyd Webber. Ma non chiamatela opera rock, che evoca gli hamburger Laura Zangarini Debutterà a Mosca nel 2015 e poi girerà l'Europa. «Ma non chiamate il mio Delitto e castigo "opera rock" - afferma il regista russo Andrei Konchalovsky -. È una parola che riporta come significato traslato agli hamburger, a McDonald's, a Lion King o Cats . E io sono contro ogni coca-colanizzazione». Duro e puro. Come quando qualche settimana fa ha rispedito al mittente con un «niet» la proposta di rappresentare la Russia agli Oscar con il suo Le notti bianche del postino , Leone d'argento al festival di Venezia, denunciando Hollywood come «simbolo dell'idea datata dell'egemonia culturale occidentale». A Delitto e castigo Konchalovsky lavora da anni. «Dal 1979, prima che partissi per l'America - sottolinea -. Fui molto colpito da Jesus Christ Superstar di Llyod Webber e Rice e decisi che avrei fatto qualcosa di simile. E, nella Russia postcomunista di oggi, si possono ritrovare tutti gli eroi di Dostoevskij: i super ricchi, le giovanissime prostitute, gli studenti poveri. Delitto e castigo parla dell'oggi e alle persone di oggi». Non pensa che la trasposizione in stile Broadway possa banalizzarne i contenuti? «La sfida - afferma - è riuscire a fare qualcosa di pop ma con un significato "alto". Prenda i Dieci comandamenti: sono profondi ma anche molto popolari». Quali temi vuole portare in superficie? Tace a lungo, poi dice: «Quando i giornalisti chiesero a Tolstoj di spiegare in due parole il tema principale di Anna Karenina , lui rispose: "se avessi potuto farlo in due parole non avrei scritto un romanzo". Nell'arte dev'esserci sempre qualcosa di segreto, che non può essere espresso con le parole». In Delitto e castigo sono diversi i rimandi a storie del Nuovo Testamento e dell'Apocalisse. Che rapporto ha con la religione? «Penso che senza l'uomo sia incompleto». Quindi crede in Dio? «Ci sono margini molto vasti tra l'affermazione che Dio c'è e quella che Dio non c'è: in questi margini si muovono tutte le persone sagge. All'Università di Gora, un distretto di Mosca, qualcuno scrisse su un muro "Dio è morto. Firmato Nietzsche". Qualche giorno dopo comparve la replica: "Nietzsche è morto. Firmato Dio"». Prima di diventare regista ha studiato al Conservatorio. «La musica, l'arte, la letteratura rendono l'uomo migliore, magari anche solo per il breve tempo in cui l'opera viene ascoltata, ammirata o letta. Poi l'uomo torna a essere ciò che era. Del resto - riflette - , se così non fosse dopo Michelangelo, Raffaello o Leonardo ci sarebbero stati solo santi e non più guerre». Parlando di conflitti si rischia di toccare un nervo scoperto viste le situazioni critiche di Ucraina e Crimea, e il ritorno a ostilità da Guerra fredda tra Russia e Occidente... «Vedo l'ostilità millenaria tra Russia e Occidente come l'opposizione tra due filosofie, tra forze culturali più che politiche. L'Occidente ha cercato di "esportare" ovunque la democrazia senza capire che nei Paesi poveri essa causa caos e terrore». Si infervora: «Un grande sociologo africano ha detto che il suo Paese ha un hardware democratico e un software totalitario. In Russia è lo stesso. Caos e terrore non arrivano solo dalla dittatura. Ma questo l'Occidente fa fatica a capirlo perché concepisce i suoi "valori" come universali». Meglio tornare alla musica: cosa ascolta? «Amo i compositori con cui mi sono formato, come Rachmaninov, Skrjabin, Prokofiev. Adoro gli chansonnier francesi, Edith Piaf e il vostro Adriano Celentano, un menestrello di grande talento». Che effetto le ha fatto ricevere il Leone d'Argento? «Ho solo pensato a non piangere... Il premio mi ha inorgoglito, ma ho girato Il postino per me stesso, per ridare voce al suono, anche a quello del silenzio. Il pubblico oggi è assuefatto ai film americani, all'overdose di immagini, ai rumori assordanti che si sono sostituiti ai contenuti. Per me è invece importante che ogni immagine racconti qualcosa». ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 4 13/10/2014 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 35 (diffusione:619980, tiratura:779916) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato C'è un film che porta inciso nel cuore o di cui avrebbe voluto firmare la regia? «Più che dirigerli ci sono film che avrei voluto avere la capacità di realizzare. Posso dire che in diversi periodi ci sono state pellicole che mi hanno appassionato, come Ladri di biciclette di De Sica o I sette samurai di Kurosawa, opere che in qualche modo riflettono il mio approccio all'arte». Ha rifiutato la candidatura del Postino agli Oscar per protesta contro l'hollywoodizzazione del cinema russo. Eppure lei in America ha vissuto e girando film d'azione come Tango & Cash e A 30 secondi dalla fine ... Taglia corto: «Solo gli idioti non cambiano idea. In quell'America c'erano i Coppola, gli Scorsese... Si facevano film per gli adulti, ora si punta solo ai teenager, a fare soldi: è la crisi dell'arte di massa». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il profilo Il regista Andrei Konchalovsky è nato a Mosca il 20 agosto 1937. Studia per dieci anni musica al Conservatorio, ma l'incontro con Andrei Tarkovsky nel 1960 lo indirizza alla regia Nel 1980 si trasferisce negli Usa dove gira «Tango e Cash» e «A 30 secondi dalla fine», con Jon Voight (nella foto) A Venezia ha vinto il Leone d'Argento 2014 con «Le notti bianche del postino» Foto: Andrei Konchalovsky (77 anni) con la moglie Julia Vysotskaya (41) a Venezia ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 13/10/2014 - 13/10/2014 5 13/10/2014 Corriere delle Alpi - Ed. Nazionale Pag. 13 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato A Detour il cinema racconta il viaggio che cambia la vita Terza edizione della rassegna padovana, quattro giorni di sguardi sul mondo Ospite d'onore il regista a Jeff Nichols, un focus dedicata a Pippo Delbono Preapertura con l'anteprima di "Io sto con la sposa" che ha emozionato e commosso il pubblico all'ultima Mostra di Venezia A Detour il cinema racconta il viaggio che cambia la vita A Detour il cinema racconta il viaggio che cambia la vita Terza edizione della rassegna padovana, quattro giorni di sguardi sul mondo Ospite d'onore il regista a Jeff Nichols, un focus dedicata a Pippo Delbono Preapertura con l'anteprima di "Io sto con la sposa" che ha emozionato e commosso il pubblico all'ultima Mostra di Venezia Padova si prepara a ospitare Detour, il festival dedicato al Cinema di Viaggio, che arriva alla terza edizione e si svolgerà dal 16 al 19 ottobre al Porto Astra in città. Al centro della rassegna, il film di viaggio inteso in senso ampio: le opere selezionate raccontano la fuga, l'esilio, la migrazione, l'esplorazione, l'attraversamento e il confine. Tre le sezioni principali del festival: il Concorso Internazionale, l'Omaggio all' Autore e gli Eventi speciali; tre anche i premi, al miglior film del Concorso Internazionale assegnato dalla Giuria; Premio Speciale della Giuria assegnato dalla Giuria al film che meglio interpreta l'idea del viaggio; Premio del pubblico assegnato dal pubblico che è chiamato a votare tra i film presentati nel Concorso Internazionale. La giuria è presieduta da Luca Bigazzi, direttore della fotografia (anche del Premio Oscar "La grande bellezza"); ne fanno parte Lucia Mascino e il regista Matteo Oleotto che ha esordito lo scorso anno alla Mostra di Venezia con il fortunato "Zoran, il mio nipote scemo".