ALFREDO CREMONESI STORIA E VITA MISSIONARIA Collana Diretta Da P
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ALFREDO CREMONESI STORIA E VITA MISSIONARIA Collana diretta da P. Piero Gheddo Ufficio Storico del Pime - Via F.D. Guerrazzi, 11 00152 Roma - Tel. 06.58.39.151 20 - Piero Gheddo, Alfredo Cremonesi (1902-1953). Un martire per il nostro tempo, pagg. 240 + 8 fotografiche, e 12,00 PIERO GHEDDO ALFREDO CREMONESI (1902-1953) Un martire per il nostro tempo Prefazione di mons. Angelo Paravisi vescovo di Crema EDITRICE MISSIONARIA ITALIANA Copertina e inserto fotografico di Bruno Maggi © 2003 EMI della Coop. SERMIS Via di Corticella, 181 - 40128 Bologna Tel. 051/32.60.27 - Fax 051/32.75.52 web:http://www.emi.it e-mail:[email protected] N.A. 1955 ISBN 88-307-1280-9 Finito di stampare nel mese di settembre 2003 dalle Grafiche Universal per conto della GESP - Città di Castello (PG) Alla diocesi di Crema, patria di numerosi missionari e missionarie, con l’augurio che la testimonianza del martire padre Angelo Cremonesi susciti anche oggi altri annunziatori del nome di Cristo a tutte le genti PREFAZIONE “Abbiamo un martire!”. Con queste parole il mio illustre prede- cessore, mons. Giuseppe Piazzi, l’11 febbraio 1953 annunciava, sul- le pagine del settimanale cattolico cremasco, l’uccisione in Birmania di padre Alfredo Cremonesi, dando inizio all’interpretazione cre- dente della sua morte. Oggi, nel 50° della morte, dopo anni di silen- zio, la diocesi di origine del missionario “martire” si propone di ridestarne la memoria, secondo due direttrici: da un lato ricostruire in maniera più ampia la sua biografia attraverso una lettura critica dei documenti; dall’altra rilanciare l’interpretazione credente della sua morte intesa, sia pure in senso lato, come “martirio”, cioè come testimonianza di totale consacrazione al bene del proprio gregge, sull’esempio di Cristo Buon Pastore, fino al dono della vita. Già un primo stimolo ci è stato offerto, quest’anno, dall’Uffi- cio Missionario diocesano con la raccolta delle lettere di p. Alfre- do, custodite presso l’archivio generale del PIME e presso i fami- liari, e soprattutto con la pubblicazione, attraverso il settimanale cremasco, dei suoi Ricordi della partenza. Ora, con grande gioia, saluto il prezioso contributo di p. Piero Gheddo: uno studio sulla personalità e l’opera di p. Cremonesi, ben documentato sul piano contenutistico e avvincente dal punto di vista narrativo. L’intervento di p. Gheddo, apprezzato autore di numerose biografie a sfondo missionario, non soltanto segna un punto fermo nel processo di recupero della memoria di p. Cremonesi e nell’interpretazione credente della sua morte, ma ri- veste un particolare significato, perché rappresenta la scesa in cam- po dello stesso istituto del PIME, nella comune volontà di cogliere gli aspetti di attualità della vicenda umana e spirituale del missio- nario cremasco: “Fare memoria dei martiri, infatti, significa sentire indignazione per la violenza, l’intolleranza e l’ingiustizia di cui essi furono vittime, ma soprattutto attualizzare l’annuncio che ha dato senso al loro vivere e al loro morire: Dio è fonte di vita ed è Padre di 7 tutti; servire il suo Regno, come Gesù nella donazione di sé, è la vocazione di ogni credente e la missione della Chiesa di sempre; per- ciò occorre riconoscere che il martirio è sempre un dono prezioso che lo Spirito fa alla Chiesa di ogni tempo” ( v. p. Alfredo Cremonesi, Supplemento al Nuovo Torrazzo, 12 aprile 2003, pag. 4). Il mio vivo desiderio, che è anche quello della Chiesa di Cre- ma, è che la figura di p. Cremonesi possa finalmente brillare grazie alla ricchezza della sua spiritualità sacerdotale e missionaria per la quale si segnala come degno discepolo del beato Paolo Manna, per anni superiore generale del PIME, forgiatore di veri apostoli del vangelo, che non esitava ad affermare: “Se i missionari, da qualun- que parte vengano, non sono santi, fanno meglio a restarsene a casa loro” (P. Gheddo, Paolo Manna, EMI, Bologna 2001, pag. 9). P. Cremonesi, profondamente convinto della verità di questa asserzione, si impegnerà nei suoi 27 anni trascorsi ininterrottamente in missione a crescere nell’“identificazione con Gesù” attraverso un’opera di evangelizzazione instancabile tra le popolazioni Cariane, sostenuta da un’intensa preghiera, un’appassionata devozione al Sacro Cuore di Gesù, e una quotidiana adorazione dell’Eucaristia, praticata soprattutto nelle ore notturne. Questo forte richiamo alla necessità di una relazione profonda con il Signore Gesù, come indispensabile per far crescere una vita di donazione agli altri, fino al sacrificio di sé, può essere il dono più bello e urgente che p. Cremonesi offre oggi a tutte le Chiese. Mentre ringrazio p. Gheddo per essersi assunto la fatica di in- dagare con diligente passione sulla figura di p. Cremonesi, mi au- guro che il racconto di una vita fatta dono possa servire non solo alla Chiesa di Crema, ma anche a tante altre Chiese particolari, perché trovino “il coraggio di prendere il largo” (“Novo millennio ineunte” di Giovanni Paolo II, 2001) e attuare una vera conversio- ne nelle nostre scelte pastorali, secondo lo stile di una rinnovata missionarietà. Crema, 15 agosto 2003 Solennità dell’Assunzione della B. V. Maria + Angelo Paravisi Vescovo di Crema 8 INTRODUZIONE Quando, a fine settembre 2002, sono venuti a Milano tre sacer- doti della diocesi di Crema per chiedermi a nome del vescovo di scrivere la biografia di padre Alfredo Cremonesi, naturalmente ho detto subito di sì: studiare e raccontare le vite dei missionari mi entusiasma, oltre che essere il mio compito di direttore dell’Uffi- cio storico del Pime. Ma eccetto il fatto del martirio ignoravo tutto di Cremonesi, non avevo avuto occasione di studiarlo; inoltre il superiore generale del Pime (fino al luglio 2001 padre Franco Cagnasso, poi padre G.B. Zanchi) mi aveva assegnato come lavoro prioritario di scrivere la storia del Pime in Birmania (Myanmar). Ebbene, dall’ottobre 2002 al giugno 2003 mi sono immerso, pur con diversi altri impegni, nella lettura-meditazione della corri- spondenza di padre Alfredo e delle testimonianze su di lui, sco- prendo un autentico campione di santità sacerdotale. Che poi sia morto martire è solo una conseguenza della sua vita, un dono che Dio ha fatto ad un prete che era già tutto suo. Nel comporre questa biografia mi sono a volte commosso fino alle lacrime. Ho sentito Cremonesi come un modello, mi sono iden- tificato nelle sue scelte e nei suoi comportamenti, ho avvertito come esemplari le sue reazioni di fronte agli imprevisti della vita. Al termi- ne del lavoro ho ringraziato il buon Dio che mi ha offerto, attraverso i cari amici di Crema, un bagno rinfrescante nel mare della santità missionaria incarnata in un mio confratello martire! Sinceramente, sono stati fra i mesi più intensi nei miei cinquant’anni di sacerdozio, aiutato anche da una grave malattia che mi ha fatto sperimentare quanto sia fragile la nostra salute: siamo legati a un filo, che in ogni momento può essere reciso. Una notte, mi sono sentito in bilico fra la vita e la morte: è una sensazione che spiritualmente fa bene1. 1 Nel febbraio 2003 ho visitato i missionari Saveriani in Indonesia. Tornando in Italia, sono stato ricoverato alla Columbus di Roma e operato due volte per un 9 Questo mi è successo pochi mesi prima che celebrassi l’anni- versario dei 50 anni di ordinazione sacerdotale (28 giugno 2003). Ho sentito la biografia di padre Cremonesi e il grave incidente fisico di cui ho detto come un dono di Dio per il mezzo secolo di sacerdozio; una consolazione e uno stimolo per la conversione al modello di Cristo. * * * * * Il titolo del libro “Alfredo Cremonesi. Un martire per il nostro tempo” nasce da questa esperienza personale: padre Alfredo Cre- monesi è un modello lontano nel tempo, ma del tutto adatto anche oggi. I martiri e i santi non invecchiano mai. La fortunata iniziativa delle Pontificie opere missionarie italia- ne di celebrare ogni anno il 24 marzo2 la festa dei martiri ha porta- to alla ribalta nel mondo cattolico la presenza continua, nella sto- ria bimillenaria della Chiesa, della morte cruenta per motivi di fede e di carità. Alfredo Cremonesi è uno delle decine di migliaia di cristiani uccisi nel 1900, definito “il secolo dei martiri” per eccel- lenza: i suoi esempi e la scelta di rischiare la vita per stare vicino e proteggere il suo gregge sono esemplari anche oggi. Ringrazio la diocesi di Crema che ha voluto celebrare i 50 anni della morte di padre Alfredo con alcune iniziative, fra le quali un ottimo fascicolo stampato il 12 aprile 2003 come supplemento de “Il Nuovo Torrazzo” (pagg. 48) e inviato in omaggio a tutti gli abbo- nati del settimanale diocesano; e questa biografia. Ringrazio il vesco- vo di Crema, mons. Angelo Paravisi, per la cordiale prefazione che esprime l’impegno della diocesi di recuperare la memoria del marti- re cremasco, affinché sia conosciuto, venerato, pregato e, se il Signo- grosso e duro rigonfiamento che mi era cresciuto nel ventre durante il viaggio. L’agobiopsia prima dell’intervento diceva: “neoplasia”; i chirurghi che avevano operato parlavano di “sarcoma” e mi preparavano a sottopormi per lunghi mesi alla chemioterapia, stando a riposo. Abbiamo molto pregato e fatto pregare il servo di Dio Marcello Candia, di cui sono postulatore per la causa di canonizza- zione. L’esame istologico ha poi stabilito che era solo una cisti, un fibroma cre- sciuto sui muscoli addominali. Grazie a Dio, mi sono rimesso senza nessuna cura. 2 Giorno in cui nel 1980 fu ucciso, a San Salvador, il vescovo mons. Romero. 10 re vorrà, anche elevato alla gloria degli altari e proposto come un modello di santità missionaria alla Chiesa universale. In particolare ringrazio don Federico Bragonzi, direttore del- l’Ufficio missionario diocesano di Crema, coordinatore del pro- getto di recupero della memoria di padre Cremonesi nel 50° anni- versario del martirio; e don Giuseppe Pagliari per il materiale bio- grafico che volentieri ha messo a mia disposizione e al quale faccio spesso riferimento in questo volume3.