chiesa di S. Vitale di Ravenna; alla chiesa di S. Stefano in So]eto probabile opera di Rinaldo da Taranto, del XIV secolo, moltissime altre opere bizantine fiorirono in questo nei secoli intermedi. Lungo sarebbe enumerarle tutte, ricorderò solo : i ruderi della cripta della Madonna della Porta in del IX secolo ; la cappella-cripta suburbana dei SS. Cosimo e Damiano in Uggiano la Chie- sa del X secolo ; la chiesa-cripta dei Santi Stefani in Vaste del secolo XI ; gli avanzi dellabazia del Civo in del secolo XII ; la cripta basiliana del Carmine in Rafano del secolo XIII ; la cripta di S. Marina, con affreschi, del secolo XIV in Parabi ta ; in fine la chiesetta della Madonna della Strada in Taurisano del X e XII secolo, della quale parleremo ora.

Quale lorigine della fondazione di questa chiesetta? — Oh guarda —, mi direte —, il sentimento del culto —. Certo questo senza dubbio, ma alla creazione di ogni opera, oltre al senti- mento, quasi sempre concorrono delle circostanze particolari che danno lavvio. Orbene, unantica leggenda popolare narra che, in tempi molto remoti ( ve- dremo dopo con una certa relativa approssimazione, in quale secolo ciò accadde), trovandosi un mercante di « ori » di transito per questa contrada, proprio dove oggi sorge il nostro tempietto, fu assalito da alcuni briganti. La zona era boscosa ed il fatto accadde di notte. Il povero mercante. che certamente, più che a salvare gli ori, ci teneva a far franca la vita, preso da spavento, ed essendo un fervido credente, implorò la Vergine perchè lo salvasse. Alla supplica del mercante, un gran chiarore si produsse nel cielo da illuminare la zona, quasi fosse giorno, nel mezzo del quale, e i briganti e il mercante po- terono scorgere la Vergine Maria. Atterriti da tale visione, i briganti fuggirono a nascondersi nel bosco, così il povero mercante, sia pure dopo molto paura, potè sano e salvo continuare il suo viaggio per raggiungere la meta del com- mercio dei suoi oggetti preziosi. E bene a questo punto ricordare come qualche studioso vorrebbe che i bri- ganti della leggenda popolare, altro non fossero stati, che dei pirati arabi, i quali, dopo la conquista della Sicilia ( 827-902) e la quasi contemporanea occupazione delle coste della Sardegna e della Corsica, infestavano le nostre zone compien- dovi rapine, incendi, e orribili devastazioni a danno anche di importanti città costiere ; e che, a salvare il mercante da questi, fu il repentino sopraggiungere di un drappello di armati imperiali in servizio di perlustrazione nella zona. Solo la fantasia e la esaltazione dello stesso mercante, attribuì alla Vergine. alla quale del resto egli si era rivolto per chiedere aiuto, lintervento dei soldati, che così come erano arrivati, al galoppo sparirono nel bosco inseguendo i pirati arabi.

21 Provincia di - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Tutto questo del resto pare derivi dalla interpretazione data ad un dipinto di recente fattura, che trovasi tuttora nella chiesa, sul quale sono riprodotte appunto le circostanze in cui venne a trovarsi il mercante. Comunque siano andate le cose, non spetta certo a noi ragionare sui miracoli. La leggenda continua : il mercante via facendo meditò e decise ín devoto riconoscimento del miracolo ricevuto, di erigere alla Vergine una piccola cap- pelluccia proprio nel luogo ove Ella si era degnata di aiutarlo. Così, tornato sul posto fece costruire la cappelluccia, ( trattasi della piccola nicchia che trovasi a sinistra di chi entra nellattuale chiesa), la intitolò « Madonna della Strada », quale protettrice del viandante, e fuse tutti i suoi oggetti doro in un solo cin- golo, che fece tanto lungo, da poter cingere con questo lintera cappella, e lo offrì alla Madonna. Fin qui, la leggenda. Che cosa ci dicono gli storici, su queste circostanze particolari che dettero lavvio alla creazione dellopera? « In rendimento di grazie di aver la Beata Vergine liberata Taurisano da una oppressione e mortalità di gente non ordinaria... Perchè liberata Taurisano ad gente di mal affare in dentro ad un bosco ivi vicino rintanata, la quale insi- diava alle strade... ». Questo è quanto ci dice il Tasselli. Certo è che 18 settembre di ogni anno la popolazione della borgata ren- deva onori alla Vergine con funzioni religiose e in quelloccasione cingeva lin- tera cappella col cingolo votivo. Perchè si scelse 18 settembre, quale giorno per festeggiare la Madonna del- la Strada? Fu in questo giorno che la Vergine compì il miracolo? O perchè l8 set- tembre è il giorno della natività della Vergine? Non è facile rispondere. In merito, il Tasselli scrisse : Vi è però in questa terra la chiesa di S. Maria della strada qual ogni anno « nell8 settembre suole il clero agirar tutta con filo di cera, voto offerto dal « pubblico a quella degna madre di grazie ; e saran stati a far questo istruiti da -« quello che la Beata Vergine fece lanno 1008 al riferir di P. Tomaso Aurienna « colla città vallicenenze in Fiandra, che oppressa da terribile pestilenza, racco- « mandatasi in tal travaglio a questa Madre di misericordie, Ella volendo libe- « rarli da tali malori, fu vista da devoti che con filo aggirò le mura tutte della « prenominata città nell8 settembre, quindi avvisati i cittadini del favore arri- « varono la mattina dello stesso giorno in processione per prender divotamente « quel filo, segnale espresso di tante grazie e così continuarono sempre di fare • in quel giorno i Villicenenzi eccennati come pur fanno il clero e il popolo di « quello stesso giorno in Taurisano ». Quando fu eretta la cappelluccia? E quando la chiesetta che oggi ne incor- pora la prima? Il De Giorgi ci dà come presunta epoca della fondazione della cappelluccia « di conseguenza, epoca del miracolo i I 1008, solo perchè citata dal prete di

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Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce ; e presume che la seconda chiesetta sia di due secoli posteriore alla prima. Intanto il Tasselli, se leggiamo bene, ci dice che i Taurisanesi festeggiano la loro Madonna della Strada imitando e nella cerimonia e nellepoca i Villa-

Taurisano (Lecce), La Madonna della strada. Il S, Antonio, osservato dal De Giorgi, così come è oggi.

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Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Taurisano (Lecce) - Madonna della strada. Il Portale, particolare

cenenzi e cita 18 settembre del 1008 quale epoca del miracolo compiutosi in quella città della Fiandra non già in Taurisano. LArditi poi è confuso e meno chiaro ; presume la fondazione della cap- pelluccia : « nel secolo XV o a quel torno ». Mentre parlando della fondazione di Taurisano, fà risalire quella del covile molto prima di quella del villaggio che fà contemporanea : « al grido del prelato miracolo e della prima cappella )). Dobbiamo quindi rassegnarci a parlare sempre di epoca approssimativa. Es- sendo il luogo del miracolo, boscoso e selvaggio frequentato da : gente di mal affare che insidiava alle strade », per dirla col Tasselli, non poteva certo essere abitato ; e aggirandosi lepoca della fondazione di Taurisano, intorno al XII secolo, epoca in cui già Tancredi aveva donato questo villaggio a Filiberto Mon- teroni, bisogna pensare come sia molto attendibile quale epoca del miracolo e della conseguente erezione della prima cappelluccia quella del secolo XI, mentre lattuale chiesetta che incorpora la prima, sorta per i bisogni religiosi di una popolazione in accrescimento, sia di molto posteriore. Bisogna spostarsi dunque di qualche secolo perchè nella zona possa sorgere il villaggio ; ci troviamo così verso il XIII secolo, epoca in cui già il villaggio

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Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce di Taurisano (1272), padrona la signora Adelasia Taurisano, e dopo il figlio suo Ugoletto Castelli, era abbastanza popolato. In fine, sempre rimanendo nelle condizioni di approssimazione, concludendo possiamo dire, che verso il 100 .3, il miracolo fa erigere al mercante la prima cappelluccia e donare alla Vergine il cingolo doro, poi verso il principio del 1200 per i bisogni religiosi del villaggio che era venuto ad ingrandirsi e per rendimento di grazie ricevute, la popola- zione di questo, col ricavato della trasformazione del cingolo doro, in cingolo dargento e poi di cera, eresse lattuale chiesetta e ad imitazione dei Villace- nenzi scelse per festeggiare la sua Madonna della Strada 18 settembre di ogni anno, e allo stesso modo di quelli usò in tale ricorrenza cingere la chiesa col cingolo votivo, usanza tramandata ai nostri giorni.

Le antiche forme che restano di questa chiesetta le troviamo solo allesterno, poichè purtroppo dei pessimi restauri allinterno baroccamente eseguiti nel 1755 ne hanno fatto una cosa sgraziata. La facciata di questa chiesetta resta ancora veramente qual cosa di piacevole. Una larga fascia ad archivolto orna lingresso. Questa fascia, formata da tre ordini di festoni riccamente decorati, dona un tono architettonico veramente squisito. Dei festoni, i due esterni sono intagliati a foglie di acanto con gusto delicato. Mentre su quello interno, più corto degli altri, è scolpito un meravi- glioso intreccio di cordoncini formante dei complicati nodi e terminante alle- stremità con scolpito al lato destro, un leone, e a quello sinistro, un drago. Larchivolto è sormontato da un piccolo portale a sesto acuto, poggiante ai due lati, sul dorso di un leone a destra, su quello di un toro a sinistra, sovra- stanti entrambi i capitelli di due colonne dagli alti basamenti che fiancheggiano lingresso. Nello spazio triangolare, formato dal portale con larchivolto, al centro del- langolo acuto trovasi scolpito un agnello simboleggiante il Cristo, in quanto nellagnello, la simbolica cristiana derivò la rappresentazione di Gesù. Le co- lonne che sostengono il portale, attaccate alla facciata sono semplici e liscie, leggermente coniche e terminano con capitelli quadrangolari riccamente scolpiti con motivi vegetali, ai cui angoli piccole teste umane sorreggono il piano di appoggio ; le colonne sono brevi su due alti piedistalli parallelepipedi privi di zoccolo fra cui si sviluppano due gradini che portano alla soglia dingresso. Un magnifico architrave scolpito, sormontato da lunetta, completa il bellis- simo frontale. Dellaffresco che certamente esisteva nella lunetta, non esiste più traccia, mentre si può ammirare ancora il bellissimo bassorilievo, che veramente può dirsi unico esempio nel suo genere di scultura bizantina in questo nostro Salento. E rappresentata lannunziazione della Vergine : sotto una doppia arcata, a sini- stra di chi guarda, lArcangelo Gabriele rivolge la parola alla Vergine, che a destra in mistico atteggiamento ascolta il messaggio divino seduta su di un trono.

Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Due aquile completano la scena ; una alle spalle dell'angelo, al fianco della Vergine l'altra, entrambe ad ali chiuse e poggianti sul terreno ai lati esterni del bassorilievo. Delle iscrizioni bizantine, deturpate dalla mano dell'uomo e dal tempo, ora quasi indecifrabili caratterizzano la scultura. Queste iscrizioni furono scoperte fin dal 1879 da Cosimo De Giorgi e tre anni di poi considerate e studiate dal Lenormant. Riproducono nel contenuto, il principio della salutazione angelica di Ga- briele alla Vergine e la risposta della medesima; il tutto riportato dal Vangelo di S. Luca in occasione dell'annunziazione. A sinistra della testa dell'angelo si leggeva :

O ANFEAOI FABPIEA il cui significato : (ri 75?t,z) - Angelus Gabriel - l'angelo Gabriele)

E nella sua parte destra in basso:

O EFAITEAIIMOI (6 sonty g ys- vfy.:, Nuntius - L'annunciatore)

E fra la testa dell'angelo e quella della Madonna:

XAIPE KAI XAPITS2MENI1 (yzi.ps 7.1A 7.7-?T(,)?,2,9A - Ave grazia piena - Salve oh piena di grazia)

E dopo la Vergine:

O KYIOI META (ri 5e53toc-, cou - Dominus tecum - Il Signore sia con te)

In fine, in alto sul volto della Madonna:

13.0r H àOYAH FENOITS1 Num KAT (A) Po5 r»5 yevocTo) fritz-z-rM - Ecce ancilla fiat mihi secundum tuum - Ecco la serva sia di me secondo la tua).

Sul portale, alquanto sporgente sul piano della facciata trovasi il rosone (occhio) che completa l'intera facciata. Questo a similitudine dell'archivolto è formato da una larga fascia scolpita egregiamente, costituita da tre ordini di festoni, il più esterno dei quali copre l'occhio nella sola metà superiore. I due festoni interni ripetono simmetricamente i medesimi motivi dei due festoni in- terni dell'archivolto, mentre quello esterno, scolpito a stella a sei punte combi- nate fra loro con grande effetto decorativo, giunto alla metà della circonferenza si piega all'infuori da ambo le parti ad angolo retto formando un piccolo appog- gio a due figure di animali che per essere tanto erose e lisciate dal tempo non

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Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Taurisano (Lecce) - Madonna della strada. Il S. Leonardo studiato dal De Giorgi (nel suo attuale stato di conservazione) si lasciano bene identificare, ma che probabilmente ripetono il toro ed il leone del portale e, come questo, sporgono alquanto dalla facciata. Lintera facciata si completa in alto, in un motivo semplicissimo inonocu- spidale decorato da un fregio di archetti pensili tanto comune nello stile roma- nico. Uguale motivo ritorna in alto sulle pareti laterali della chiesetta.

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Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Sulla parete esterna che guarda a scirocco, si notano ai due lati due fine- stre semplici, ad archivolto a sesto acuto ricavato nello spessore del muro ; men- tre quasi al centro, una bifora ad arco lobato, sormontata da una semplice cor- nice e munita di davanzale alquanto sporgenti. Tutte queste prese di luce, ora murate, hanno perduto la funzione a cui erano state destinate. Allinterno non vi è alcunchè di notevole. La piccola cappella che si trova a sinistra di chi entra è la parte più antica delledificio. Questa come ci dice il De Giorgi, era interamente affrescata su tutte le pareti, ma su questi affreschi, nel XVI secolo se ne sovrapposero degli altri « anche questi in seguito furono vandalicamente imbiancati e manomessi. Quando la visitai nel 1879, dice il De Giorgi, riuscii di scrostare alcune di queste pitture del XVI secolo, ma tornatovi dopo quattro anni, le trovai di « bel nuovo imbiancate ». Le pitture del 1500 che il De Giorgi notò nel 1879 raffiguravano, come egli stesso scrisse nelle sue opere : un Crocefisso, un S. Leonardo sul cui affresco era scritta la data 1552 ; un S. Antonio Abate, sulla cui pittura leggevasi scritto : io Gio Geronimo Montano, io subdiacono Giovanni Tarantino 14 maggio 1658, a di 10 agosto 1647 fra Ant° Tisio. Di tutto questo oggi rimane ben poco ; si possono ancora intravedere sulla parete di fronte, il Crocefisso, mentre sulle laterali, frammenti di affreschi sovrapposti nelle diverse epoche sono stati detur- pati dalla mano di un pittatutto da strapazzo. Il S. Leonardo e il S. Antonio sono ancora visibili sui pilastri laterali, che reggono larco dingresso alla cappelluccia. Linterno della chiesa fu sciupato e deturpato nel 700. Sul lato destro, ad- dossato alla parete, fu eretto un brutto altare di stile barocco, furono murate le finestre di cui abbiamo fatto cenno innanzi; fu aperto un ingresso laterale al disotto della bifora ed in alto aperta una presa di luce. Sul lato sinistro, dopo lantica cappelluccia fu aggiunto alla chiesa una navata abbastanza ampia quasi in corrispondenza dellaltare creato sul lato de- stro, in fondo aperta una piccola porta che mette in annessa sacrestia sempre di nuova costruzione. Sul muro di fronte fu chiuso il finestrone ad arco a tutto sesto visibile tuttora sulla parete esterna ; fu ricavata nella muraglia una sca- letta strettissima che dallinterno porta alla terrazza, dove sul lato destro venne eretta una sgraziata composizione barocca ove trovarono posto due campane ; nella parte posteriore della facciata fu collocata una brutta impalcatura per organo. Verso la fine del 1800 fu tolto laltare centrale che tuttora conservasi, smontato nelle diverse parti, in uno stipo a muro esistente nella stessa chiesa. Per meglio capire dunque, quanto abbia deturpato più la mano delluomo stolto nellinterno, che non il tempo e gli elementi allesterno di questo piccolo capo- lavoro dellarte bizantina, trascrivo le parole del De Giorgi « Per rinfrancarci « di tanto scempio fatto allarte torniamo a volgere uno sguardo alla bella fac- « cinta, allo squisito lavoro decorativo dellocchio, ed augurandoci che quei di « Taurisano vogliano rispettare in avvenire questo gioiello dellarte del medioevo,

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Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce « dinanzi a quelle linee purissime di una bella architettura che ci faranno ram- « mentare quelle della cattedrale di Castro, esclamiamo col Giusti :

« Oh mura cittadine « sepolcri maestosi « fin le vostre ruine sono unapoteosi ».

LUIGI PONZI

BIBLIOGRAFIA

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