25 Maggio Caetani Geniušas Tiburzi Mastroni Fondazione Con Il Contributo Di 55A Stagione Concertistica 2020/2021 Orchestra Di Padova E Del Veneto
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25 maggio Caetani Geniušas Tiburzi Mastroni Fondazione Con il contributo di 55a stagione concertistica 2020/2021 Orchestra di Padova e del Veneto — Martedì 25 maggio 2021 Enti fondatori Ciclo completo, ciclo parziale Blu Comune di Padova Teatro Verdi – ore 19.00 Provincia di Padova Regione del Veneto Concerto n° 6947 — Consiglio generale Comune di Padova Sergio Giordani Direttore Sindaco di Padova, Presidente Paolo Giaretta Vicepresidente Oleg Caetani Luca Zaia Presidente della Regione Pianoforte del Veneto, Consigliere Fabio Bui Lukas Geniušas Presidente della Provincia di Padova, Consigliere Soprano Silvia Sanero Casalini Consigliere Mecenati Art Bonus Francesca Tiburzi — Basso Marco Angius Direttore musicale e artistico Amedeo Levorato Andrea Mastroni Direttore amministrativo — Via Marsilio da Padova 19 35139 Padova (PD) T 049 656848 - 656626 [email protected] In collaborazione con www.opvorchestra.it Seguici su YOUTUBE Concerto di inaugurazione della camera acustica realizzata dall'Orchestra di Padova e del Veneto per il Teatro Verdi di Padova con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo Programma Note Fryderyk Chopin (1810-1849) Fryderyk Chopin Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in mi minore op. 11 Allegro maestoso La prima esecuzione assoluta del Concerto in mi minore coincise con l’ulti- Romanza: Larghetto ma esibizione in pubblico di Chopin prima della sua partenza dalla Polonia, e si Rondò: Vivace svolse al Teatro Nazionale di Varsavia l’11 ottobre 1830 con l’orchestra diretta da Warlo Ewasio Soliwa. L’indomani, al fedele Tytus, Chopin scrisse: «II mio Con- certo è riuscito bene: non avevo alcun timore, ho suonato come quando mi trovo Dmitri Shostakovich (1906 - 1975) da solo. Sono soddisfatto. La sala era piena. Dopo il pezzo d’inizio, la Sinfonia di Sinfonia n. 14 in sol maggiore per soprano, basso, archi e percussioni, op. 135 Goerner, ho suonato l’Allegro in mi minore, che pareva andasse da solo, su un De Profundis – Adagio pianoforte Streycher. Applausi assordanti. Soliwa era contento. Poi si è eseguita Malagueña – Allegretto l’Aria con coro di Soliwa che M.lle Volkow, vestita d’azzurro come un angelo, ha Lorelei – Allegro molto cantato con slancio. Seguivano l’Adagio e il Rondò; e poi c’è stata la pausa. E nella Samoubijca (Il suicida) – Adagio seconda parte altre musiche, di Rossini e di altri». Le recensioni della stampa? Nacheku (In guardia) – Allegretto Una sola menzione, quasi di sfuggita, nel ‘Corriere di Varsavia’, fece intendere Madam, posmotrite! (Signora, guardi!) – Adagio a Chopin che l’opinione pubblica aveva cessato di mostrare qualsiasi interesse V tjur’me Sant`e (In prigione) – Adagio per lui. Nemmeno una parola, su quel Concerto, fu dedicata dagli altri giornali Otvet zaporozhskikh kazakov konstantinopol’skomu sultanu polacchi. Neanche un mese dopo, al termine di un breve riposo in campagna a (La risposta del cosacco Zaporozian al sultano di Costantinopoli) – Allegro Zelazowa Wola, Chopin provvide a rassicurare Wojciechowski che nulla l’attraeva Delvig, Delvig! – Andante all’estero ma che s’era deciso a partire soltanto «per soddisfare la vocazione e il Smert’ poeta (La morte del poeta) – Largo buon senso»: tutti infatti attorno a lui, dal padre agli insegnanti ai giovani amici, Zakljuchenie (Conclusione) – Moderato lo incoraggiano al viaggio all’estero che doveva consacrare la sua affermazione come concertista di pianoforte. Seppur a malincuore, Chopin stesso s’era deciso a tale passo, rendendosi conto che nel clima artistico di Varsavia, in cui l’unica cultura musicale che avesse solide radici era l’opera di gusto italiano, non vi erano le condizioni propizie al suo successo. E, per di più, le autorità gli avevano negato una borsa di studio per un soggiorno in Germania, Italia e Francia. Alla vigilia del- la partenza, fissata per il 2 novembre 1830, Chopin fu calorosamente festeggiato dagli amici che, dolorosamente presaghi del futuro, donarono al giovane artista una coppa d’argento contenente alcune zolle di terra polacca. Dedicata a Friedrich Kalkbrenner, la partitura del Concerto in mi minore s’apre con l’Allegro maestoso, il movimento più ampio, di gran lunga più orientato ad una solidità costruttiva. Un Tutti dell’orchestra presenta i due temi principali, l’uno nella tonalità di mi minore, l’altro in mi maggiore: il primo soggetto cede il campo ad una frase in piano e legato espressivo, che è una tipica manifestazione dello ‘zal’, la malinconia polacca; il secondo tema, contrassegnato dalla didascalia cantabile, ha un incede- Puoi riascoltare il concerto su www.opvlive.it re di elegante gradevolezza. Del Larghetto in mi maggiore, intitolato Romanza, dall'8 giugno 2021 Chopin, secondo una lettera all’amico Tytus, precisava che non doveva essere 4 PROGRAMMA 5 NOTE «energico, ma piuttosto romantico, tranquillo, malinconico, per dare l’impressione senso meraviglioso di pace. E poi l’Aida, ove la morte tragica dei protagonisti è di uno sguardo gentile al luogo che risveglia nel pensiero mille cari ricordi. È una rischiarata da tratti luminosi nella musica. E Shostakovich così concludeva: «Tutto meditazione nel bel tempo primaverile, ma durante il chiaro di luna: perciò l’ac- questo ha origine probabilmente da vari insegnamenti religiosi, secondo i quali compagno con le sordine». vivere forse è doloroso ma quando morirai tutto sarà bello e ti attenderà una pace completa... Mi sembra in questa mia Sinfonia di seguire i passi del grande Senza soluzione di continuità, il Larghetto si collega al Rondò finale, anch’esso in compositore russo Mussorgski. Il suo ciclo Canti e danze della morte ne parla dif- tonalità di mi maggiore. All’interno di questo movimento si ascolta esplicitamente fusamente, in particolare Il condottiero è una grande protesta contro la morte, un il ritmo della danza nazionale polacca denominata Krakoviac: più antico della ammonimento al fatto che bisogna vivere la propria vita in modo onesto, nobile, Polacca, il Krakoviac è una danza della regione di Cracovia. La Coda, da ultimo, non commettendo mai nulla di cattivo perché purtroppo gli scienziati non inven- è una pagina di magistrale scrittura pianistica, per nulla inferiore ad alcuni dei teranno tanto presto l’immortalità... La morte aspetta tutti noi e per questo io non coevi Studi. vedo nulla di buono alla fine della nostra vita... Questa Sinfonia intende essere una sorta di addio alla vita, se tale addio riuscisse a comprendere nella musica [Luigi Bellingardi] tutto ciò che l’autore aveva in mente, una specie di suo testamento... Ma voi che ascoltate, vorrei che dopo l’esecuzione di oggi, mentre ve ne andate, abbiate a dire che la vita è meravigliosa!». Dmitri Shostakovich Nella Quattordicesima Sinfonia si ascoltano undici poemi, tutti riverberanti l’im- magine della morte, non un’immagine consolatrice o liberatoria ma il senso di un La Quattordicesima Sinfonia per soprano, basso, orchestra d’archi e percussio- incubo senza rimedio. Ancora Shostakovich ebbe a precisare al riguardo: «Varie ne fu scritta nel 1969, esattamente tra il 13 e il 16 febbraio, con completamento persone, che dicono d’essere miei amici, sembravano chiedersi perché il finale dell’orchestrazione il 2 marzo, mentre Shostakovich era in ospedale, a Mosca, per non fosse confortante, quasi intendessero dire che la morte era soltanto l’inizio di disturbi cardiaci. Prima di accingersi al lavoro Shostakovich aveva fatto sentire un’altra vita. Non è vero, la morte non è affatto l’inizio di qualcosa, la morte è la ai suoi allievi il War Requiem di Britten e, non casualmente, la Quattordicesima fine vera, dopo di essa non esiste nulla, assolutamente nulla». Sinfonia porta in partitura la dedica a Benjamin Britten (che diresse la prima ese- cuzione in Occidente di tale lavoro al Festival di Aldeburgh nell’estate 1970). Esi- In effetti la Quattordicesima Sinfonia è un lavoro del tutto sui generis che si arti- stono tre stesure della Sinfonia: la prima contempla l’esecuzione in russo dei testi cola in una successione di undici riflessioni su un unico tema, la morte. Tale com- di Apollinaire, Garcia Lorca e Rilke mentre la seconda stesura, autorizzata dall’au- posizione dilata in maniera inequivoca i limiti della forma sinfonica, ha qualcosa tore, contempla l’esecuzione in lingua tedesca. Vi è infine una terza versione, che di un Requiem ateo che non richiede affatto la presenza fastosa di un coro per il pure ha avuto il beneplacito di Shostakovich, nella quale i canti sono intonati suo carattere largamente introverso, avvertibile sin dalle prime battute nel moti- ciascuno nella loro lingua d’origine, con eccezione del Loreley di Apollinaire che vo del Dies irae. In maniera del tutto convincente l’autore fa sì che tutti gli undici segue strettamente un poema tedesco di Clemens Brentano del 1801 e che viene episodi si dispongano in cerchio attorno al tema della morte, come se tutti ne cantato in questa lingua. fossero i satelliti; e, dal canto suo, la morte non si precisa in un’unica, concreta raf- figurazione ma nell’ombreggiatura dialettica di undici prospettive diverse e con- All’anteprima dell’esecuzione della Quattordicesima Sinfonia alla Piccola Sala vergenti su un unico tema. Shostakovich infatti non si sofferma a considerare la del Conservatorio di Mosca il 21 giugno 1969, Shostakovich pronunciò, tra l’altro, morte secondo il normale destino dell’uomo ma nel senso di una necessità inelut- queste parole: «Forse v’interesserà sapere come mai ho deciso di prestare tanta tabile che giunge sempre troppo presto, imposta all’individuo in maniera autorita- attenzione a un fenomeno così crudele e tremendo come la morte. Non perché ria, particolarmente tragica, secondo una realtà più forte del pensiero dell’essere ho molti anni e non perché tutto attorno a me cascano i proiettili – per espri- umano, per la sua crudeltà e assurdità. In tale prospettiva viene a svuotarsi anche mermi nel linguaggio degli artiglieri – e quindi perdo ogni giorno qualche amico il concetto burocratico dell’esistenza umana secondo il «realismo socialista» di o qualche parente.