Il vero Don Giovanni è Vincenzo De Luca

Vittorio Sgarbi pirotecnico nella presentazione della sua regia del capolavoro mozartiano che inaugurerà domani sera la stagione lirica del teatro Verdi. “Caldoro è come Don Ottavio, De Magistris è come quel rompicoglioni del Commendatore”

Di OLGA CHIEFFI

Conferenza stampa di presentazione pirotecnica, ieri pomeriggio, nel post prandium, con Vittorio Sgarbi, gran mattatore nell’illustrare le sue linee di regia del Don Giovanni mozartiano, che domani sera inaugurerà la stagione lirica del teatro Verdi. Ieri cronaca e cultura hanno dovuto incrociare le penne, poiché l’arrivo del candidato Vincenzo De Luca era atteso nel foyeur del massimo cittadino. L’incontro è iniziato con il regista affiancato dal direttore d’orchestra Gianluca Martinenghi, dal sindaco facente funzione Enzo Napoli e dal segretario artistico Antonio Marzullo. “Vengo a , in primo luogo per l’amico De Luca – ha esordito Vittorio Sgarbi – Sono entrato in polemica con me stesso per la questione del Crescent, prima attaccando la linea architettonica dell’opera, poi ricredendomi poiché il Crescent nasce da un’idea del sindaco che racchiude in sé la volontà di “crescere” dell’intera città. Mi rendo conto di come sia difficile amministrare una città del Sud, un pesante handicap di partenza, cui si aggiungono condanne ingiuste verso di lui, magari solo per non aver presentato in tempo una carta, leggi del c…. che provocano la sospensione dei bravi amministratori”. Una lusinghiera introduzione nel corso della quale Vittorio Sgarbi ha annunciato anche il suo ritorno nella prossima stagione che lo saluterà alla direzione del “Così fan tutte”, “Un’opera – ha continuato – che dimostra un qualcosa che ho sempre sostenuto, ovvero che le donne sono tutte infedeli e se permettete io sono un vero perito in questa materia”. Mozart è un perenne interrogativo, anzitutto per chi lo ama. Ci si torna su continuamente come una matita si va su una moneta nascosta sotto un foglio di carta sfregando e risfregando: la figura che appare magari è sempre quella; ma il nero del lapis ora accentua una linea, ora ne accentua un’altra, e tutto il resto sembra perso alla memoria, indecifrabile. Don Giovanni mangia, beve e tira alle donne senza sosta: non bada ad altro né altro capisce. Si schianta sopra se stesso senza alcuna premonizione – e tutto questo è commedia e tragedia insieme, secondo un’intuizione crudelmente popolare: ti ci devi tuffare, e per toccare la battigia, devi saper nuotare, prendendo aria tra fragranza e vitalità senza sottrarre gli enigmi mozartiani alla loro cifra fulgente. “Don Giovanni è un coitus interruptus – va a ruota libera Vittorio Sgarbi – non scopa mai, nel momento in cui si accinge a consumare giunge qualcosa ad impedirlo. Mille ostacoli, che rischiano di far passare come negativo questo personaggio che per me è in tutto e per tutto positivo, spavaldo e solare, come il sindaco di questa città Vincenzo De Luca”. Su queste parole si è assiso al tavolo il candidato alle regionali De Luca, al fianco di Enzo Napoli e Sgarbi ha rilanciato: “ Salerno è la città dei due sindaci, uno vero e l’altro falso. è paragonabile a Don Ottavio, nobile, lagnoso e cornuto, mentre il sindaco di Napoli, Gianni De Magistris è come quel rompicoglioni del Commendatore, al pari col sindaco di Bari , morto in vita e vivo tra i morti”. La parola per un saluto, ad un uditorio divertito e sconcertato, con Sgarbi che ha parlato dell’intero allestimento dell’opera, spaziando dalla scenografia, naturalmente con proiezioni per abbattere i costi, di immagini ed elementi del Sacro Bosco di Bomarzo, dove ha individuato il casinetto in cui Don Giovanni intende sedurre Zerlina, nonché la porta dell’inferno ove verrà trascinato il seduttore, la grandezza di Markus Werba ed Erwin Schrott, bass-baritones che per Sgarbi più che Don Giovanni e Leporello sono due Don Giovanni e per di più gay, l’ incredibile affollamento del palcoscenico da parte del coro che non si capisce per qual motivo debba contare 50 elementi, e la malinconicità del pur bravo direttore Martinenghi, è quindi andata a Vincenzo De Luca, il quale dopo aver promesso che il programma culturale di Salerno continuerà, restando il pensiero unico dell’amministrazione comunale, ha giustamente concluso: “Questo pomeriggio abbiamo sicuramente perso molti voti, ma almeno ci siamo divertiti!”.

La proposta: «Gli assessori candidati lascino il posto in Giunta» di Andrea Pellegrino

I punti all’ordine del giorno passano tutti. Anche la presa d’atto sulla deliberazione della Corte dei Conti fila liscia come l’olio. Per il resto il Consiglio comunale di ieri mattina ha tutta una impronta politica, anzi elettorale in vista del prossimo appuntamento con le regionali che vede in campo direttamente l’ex sindaco Vincenzo De Luca, oltre che alcuni assessori comunali e consiglieri. Il record degli interventi è di Cammarota che sul tavolo pone diverse questioni, senza trascurare naturalmente il suo cavallo di battaglia: ossia il caso Soget che al termine della seduta sarà un ordine del giorno aggiuntivo, respinto dalla maggioranza ormai strutturalmente arricchita, in ogni votazione, dai voti di Ferrazzano, Paky Memoli e Alessandro Ferrara. Ma l’aspetto politico vede il contrasto tra destra e sinistra, ossia tra caldoriani e deluchiani. Cammarota si pone fuori dai giochi ma la sua proposta è chiara: «Gli assessori che intendono candidarsi si dimettano. Non possono bloccare l’attività amministrativa del Palazzo. Poi se Napoli vorrà – se non dovessero essere eletti – potrà nominarli nuovamente. Ma ora lascino lavorare chi non è impegnato in questa competizione». Una proposta che fa storcere il naso agli aspiranti candidati che siedono alla destra e alla sinistra di Napoli. Tant’è che il commento di Luca Cascone non tarda ad arrivare via Facebook. «Quanta demagogia», scrive l’assessore candidato. Ma sottobanco nella stessa maggioranza la proposta Cammarota è condivisa. Naturalmente non a viso aperto ma sarebbero alcuni che nell’orecchio di Napoli e quindi di De Luca avrebbero sussurrato l’opportunità di congelare le deleghe di assessori candidati. «E’ un atto di rispetto morale, istituzionale e politico», rincara Cammarota che alla commissione elettorale, invece, propone: «Non facciamo come lo scorso anno, gli scrutatori vengano sorteggiati tra i giovani disoccupati. Ora il tempo c’è per farlo».

SI PARLA ANCHE DI RIFIUTI E BASSOLINO.

Ma il botta e risposta c’è sui temi regionali, quando addirittura si tira in ballo la gestione Bassolino parlando del ciclo integrato dei rifiuti. Celano addita la colpa anche a Vincenzo De Luca: «Lo ha sostenuto anche lui (a Bassolino, ndr). Ricordo che il suo candidato era Ugo Carpinelli». Apriti cielo dalla maggioranza con Luca Sorrentino che ammette, invece, l’atavico contrasto con l’ex Governatore. «De Luca ha sempre contrastato la fallimentare politica regionale di Bassolino». Considerazioni che tutti fanno ma che dette in aula consiliare e alla vigilia del voto regionale che vede – di fatto – un’alleanza partitica tra De Luca e Bassolino pesano come un macigno.

25 APRILE E UNIONI CIVILI In aula approdano anche 25 aprile e le unioni civili. Due argomenti portati dal consigliere comunale Emiliano Torre che chiede «manifestazioni in vista dell’anniversario della Liberazione» e che segnala un caso di un salernitano sposato da diversi anni con una persona dello stesso sesso all’esterno ma che «ormai – dice – da parecchi mesi vede negarsi il diritto al ricongiungimento familiare in Italia per il suo coniuge extracomunitario». «Ho chiesto – spiega Torre – che il sindaco intervenga affinché si faccia garante del godimento dei diritti riconosciuti a tutti noi cittadini italiani e validi per anche per l’amico che soffre per il mancato ricongiungimento familiare. Ho chiesto che venga ricevuto in Comune e che la sua vicenda venga supportata dalle istituzioni politiche». Quanto, invece, agli eventi del 25 aprile, Cammarota e Celano chiedono che sia «la festa del tricolore e non delle bandiere rosse».

LA MULTIUTILITY

Via libera anche al piano di razionalizzazione delle società partecipate e comunali, così come approvato dalla giunta. Ci sarà una super holding mentre verrà mantenuta in vita la Salerno Pulita. Ma è Zitarosa che solleva il caso della Centrale del Latte, la municipalizzata venduta alla New Lat. «Chiedo che venga annullato il bando – dice il consigliere comunale forzista, per due ordini di motivi: il primo perché manca il certificato antimafia della società che ha acquisito la Centrale. Il secondo per la fideiussione che ha ottenuto la società da parte del Comune. Una condizione questa sopraggiunta dopo la pubblicazione del bando e discriminante, dunque per le altre società interessate all’eventuale acquisto della Centrale del Latte».

LA CAPPELLA IN VIA VINCIPROVA

Disco verde anche per la realizzazione della cappella in via Vinciprova. L’unica perplessità è del consigliere comunale Augusto De Pascale: «Bene la chiesa ma cambiamo il progetto. Esteticamente è brutta».

Niente mammografie al Poliambulatorio di Pastena. Provenza: “L’Asl intervenga” di Andrea Pellegrino

«Sono sospese le prestazioni». Questo è l’assurdo cartello che si sono ritrovati gli utenti dell’ambulatorio senologico del poliambulatorio di Pastena. Qui circa un anno fa era stato trasferito il centro di senologia dalla vecchia sede di via Renato De Martino ma che a quanto pare ancora deve essere operativo a tutti gli effetti. E «chissà se mai lo sarà», dice preoccupato il consigliere comunale Luciano Provenza che ieri mattina ha lanciato – nel corso dei lavori del Consiglio comunale – un appello all’amministrazione e soprattutto al sindaco Enzo Napoli, affinché «vigili ed eserciti i suoi poteri previsti dalla legge». «A pensar male si fa peccato ma si indovina», dice Provenza che – raccogliendo le testimonianze degli utenti – ha chiesto chiarimenti al manager dell’Azienda sanitaria locale di Salerno, Antonio Squillante. «Non vorrei che dopo il trasferimento dal vecchio centro al poliambulatorio di Pastena qualcosa sia andato storto e, nonostante le battaglie messe in campo negli ultimi mesi e l’impegno della commissione consiliare da me presieduta, Salerno sta lentamente perdendo un indispensabile servizio». Il cartello, infatti, dimostra chiaramente che non sono possibili le mammografie. Quindi, prosegue Provenza: «Coloro che devono sottoporsi a questo accertamento sono costretti a rivolgersi a centri privati». Strutture che, tra l’altro, secondo testimonianze, starebbero facendo una vera e propria campagna pubblicitaria. Il numero degli utenti è spaventoso ma soprattutto preoccupante. In un anno – secondo i dati provenienti dalla vecchia struttura di via De Martino – sono circa 18mila le donne che si sono rivolte al Centro di Senologia. «Una utenza alta – conclude Provenza – che merita tutto l’impegno delle istituzioni preposte, al fine di garantire la salute nelle strutture pubbliche. Ho chiesto, dunque, al sindaco Enzo Napoli di intervenire con urgenza chiedendo chiarimenti ai vertici dell’Asl».

Doppia lista per Area Popolare. Civica, sì a De Luca di Andrea Pellegrino

Nonostante le aspettative di Lello Topo e Nicola Landolfi pare che ieri Area Popolare abbia definitivamente chiuso la partita con Stefano Caldoro. Nel mentre la segreteria regionale del Pd valutava ancora l’ipotesi di un possibile allargamento al centro della coalizione guidata da Vincenzo De Luca, il Ncd e l’Udc già stilavano le liste che saranno, invece, a supporto del governatore uscente. Insomma, ad eccezione di cambi di rotta, non ci sarà nessun accordo con Angelino Alfano che va invece a ricompattare la coalizione di centrodestra. E secondo l’intesa siglata con Caldoro non si esclude che Area Popolare, per ora, resterà divisa con due liste in campo: quella del Nuovo Centro destra e l’altra dell’Udc. Problemi di spazio e troppi leader regionali, i problemi che porterebbero – almeno per questa tornata – a rimandare il matrimonio elettorale. D’altronde Area Popolare dovrà farsi carico anche di , che nel caso specifico troverà ospitalità nel Nuovo Centro destra. Qui potrà piazzare la moglie Sandra a Benevento e Pasquale Citro nel salernitano. Baldi e Cobellis, invece, saranno in campo con l’Udc, con il secondo, in particolare, che spera nel salto di qualità in caso di vittoria. Secondo lo schema delineato sullo scacchiere: un assessore dovrebbe andare quasi certamente a Salerno, in quota Ap. Chiusa anche l’intesa con i Fratelli d’Italia che ieri, nel corso dell’ufficio di presidenza nazionale, hanno ribadito il loro sostegno in Campania al Governatore uscente, dopo un weekend turbolento per il caso Fitto e lo strappo in . Nel centrosinistra, invece, è fatta con Scelta Civica che ieri ha dato il suo ok a Vincenzo De Luca. Sarà in campo con la lista “Campania civica” che accoglierà anche esponenti provenienti dal centrodestra, quindi anche dalle fila del senatore Vincenzo D’Anna. Tra questi in ballo c’è sempre Ernesto Sica, che pare voglia calare sul piatto la carta Gerry, fratello del sindaco di Pontecagnano, componente del direttivo provinciale di Confidustria. Pare che Sica la scorsa mattina abbia già convocato i suoi fedelissimi, tra cui Albano, Pastore ed Anastasio per valutare la nuova ipotesi politica. Quanto al Partito democratico, invece, Guerini avrebbe ribadito la necessità di liste pulite. Così ieri la segreteria regionale avrebbe messo su una task force composta da tutti i segretari provinciali per vigilare sulle liste. In piedi resta, in particolare, il caso Alfieri – il sindaco di Agropoli – imputato per corruzione, che potrebbe essere estromesso dalla lista ufficiale democrat. Qui le quote rosa potrebbero salire a quattro, nel caso in cui Alfieri dovesse trovare casa nelle civiche di Vincenzo De Luca. Ma proprio questa possibilità avrebbe messo in allarme gli altri candidati, ed in particolare l’uscente Enrico Coscioni (Campania Libera) e Franco Picarone, l’assessore comunale al commercio che attende serie garanzie da parte di Vincenzo De Luca. Infine pare che sulle liste ora voglia dire la sua anche Andrea Cozzolino, ritrovato esponente democrat che ha annunciato un costante e pieno appoggio a Vincenzo De Luca. Tant’è che avrebbe già convocato una riunione operativa con i suoi fedelissimi, e non si esclude che ora voglia mettere becco nella composizione della lista Pd. A Salerno, così, potrà tornare a sperare Carmen Guarino che attende ancora una risposta ufficiale da parte dei vertici del partito. Intanto hanno sciolto la riserva anche i socialisti che ieri hanno ufficializzato il proprio simbolo.

Nocerina, ecco perché la salvezza è stata un’impresa di Filippo Attianese

NOCERA INFERIORE. Una vittoria per spazzare via ogni dubbio. Salvezza in cassaforte per la Nocerina di mister Criscuolo, conquistata con novanta minuti d’anticipo sulla chiusura del campionato. Il successo del Vertucci di Teggiano ha consentito ai molossi di blindare la permanenza in Eccellenza, un obiettivo che, con il passare delle giornate, era diventato un po’ più complicato che ad inizio stagione. Tante, troppe, le difficoltà incontrate dai molossi lungo il loro cammino. Innanzitutto la partenza dei big a Gennaio: gli addii di elementi come Longobardi, Squitieri, Correale, Ferraioli ed Incoronato ha messo in grosse difficoltà il tecnico Criscuolo, costretto a cambiare l’impostazione della sua squadra per adattarla alla nuova rosa. Per gran parte dell’annata, poi, i molossi hanno dovuto fare i conti anche con la mancanza di uno stadio per le gare casalinghe. L’undici di mister Criscuolo è stato costretto a giocare la maggior parte delle gare interne al Wojtyla di Nocera Superiore a porte chiuse o al Novi di Angri in uno stadio semideserto; un handicap non da poco rispetto alle dirette concorrenti. Senza dimenticare i problemi logistici legati all’aspetto economico; problemi che hanno riguardato l’utilizzo dei campi di allenamento, gli spostamenti, l’organizzazione delle trasferte e tutte quelle spese che, solitamente, una società dovrebbe poter garantire tranquillamente. Pur in una situazione così complicata mister Criscuolo ed i suoi ragazzi non hanno perduto la bussola. Certo il girone di ritorno è stato complicato ed i rossoneri hanno raccolto la metà dei punti rispetto al bel cammino fatto all’andata; era difficile, però, aspettarsi di più da una squadra che è stata spesso costretta a schierare quattro o addirittura cinque under nell’undici iniziale invece dei tre prescritti dal regolamento. Eppure, nonostante le tante difficoltà, i molossi son riusciti a farsi valere, artigliando i punti necessari a festeggiare una bella salvezza.

La Paganese e quei maledetti minuti finali

PAGANI. Ungaro al 92’, Saric al 90’ e Filosa al 94’. Tre gol subito nei finali di partita. Tre gol che hanno letteralmente tolto alla Paganese sei punti in classifica. Sei punti che avrebbero già reso matematica la salvezza della squadra di mister Sottil. E invece queste distrazioni finali lasciano la squadra ancora in apprensione. Una distrazione, un calo di tensione, qualsiasi sia la causa, il rammarico non può che essere enorme. Ma in questo momento i pensieri della squadra devono essere altri. Sabato arriva al Torre l’Aversa e per Deli e compagni il derby è sicuramente una buona opportunità per chiudere il discorso. Anche perché l’Aversa, sebbene sia obbligata a fare punti, non attraversa certo un ottimo momento di forma. Due i punti conquistati dai normanni nelle ultime sei partite, due le sconfitte consecutive rimediate contro Juve Stabia e Barletta . Certo al Torre arriverà una formazione all’ultima spiaggia, ma la Paganese non può permettersi passi falsi. Dal match di Lamezia sono emerse diverse note positive. La squadra dal punto di vista fisico è apparsa brillante, nonostante siamo ormai agli sgoccioli di una stagione lunga e complicata. Il rientro di Baccolo ha conferito al centrocampo quella necessaria solidità, mentre tra i pali Casadei finalmente sembra aver trovato la giusta sicurezza. Tra le note liete non può certamente non essere citato Deli. Schierato nella posizione di fantasista l’ex Parma riesce davvero a fare la differenza, offrendo un contributo importante anche in termini di gol. Con la rete realizzata al D’Ippolito, Deli è salito a quota quattro reti, equamente divise tra andata e ritorno. Quattro reti, quante ne ha realizzate Calamai, mentre il capocannoniere della squadra resta Girardi, a secco ormai da un mese, dal gol segnato all’Ischia. Oggi, infine, la squadra si allenerà al Torre. Da valutare le condizioni di Marruocco, Bolzan e Santaniello.

Cavese, De Rosa torna re dei bomber

CAVA DE’ TIRRENI. Non smette mai di stupire. Claudio De Rosa è sempre più il leader e il simbolo della Cavese. Contro la Sarnese è stato devastante, mettendo a segno una tripletta che ha consentito al capitano metelliano di tornare al primo posto della classifica marcatori. De Rosa ora è a quota 23, mentre a 21 c’è Genchi del Taranto e a 19 Molinari del Brindisi. Una grande soddisfazione per l’attaccante classe 1981 che non ha assolutamente intenzione di fermarsi. In una stagione ricca di amarezze per i noti problemi societari, vincere la classifica cannonieri sarebbe sicuramente un risultato prestigioso. L’anno scorso De rosa riuscì a mettere a segno ben trenta reti, record personale in carriera. Riuscire a superare tale cifra sembra poter essere alla portata dell’attaccante, considerato che mancano ancora quattro giornate alla fine del campionato. E magari chissà con i gol del capitano la Cavese potrebbe ancora rientrare in zona play off. Sicuramente il calendario non è dei più agevoli per l’undici di mister Agovino. Domenica c’è la trasferta di Gallipoli, poi al Lamberti arriverà la capolista Andria che non può permettersi certo passi falsa, vista la rimonta in classifica del Taranto. Alla penultima c’è la trasferta di , per poi chiudere al Lamberti contro il Grottaglie penultimo in classifica e in lotta per evitare la retrocessione diretta in Eccellenza. Ma sicuramente la “grande incompiuta” come l’ha definita lo stesso Agovino dopo il derby con la Sarnese farà di tutto per mettere a segno l’impresa. Oggi è prevista a Pregiato la ripresa della preparazione in vista del prossimo match. Nel frattempo si attendono sviluppi sul fronte societario. La cordata di imprenditori metelliani, rappresentata dall’avvocato Avagliano nei prossimi giorni potrebbe avere un incontro con la società per cercare di chiudere la trattativa. L’obiettivo è di risolvere subito la vicenda in modo da poter avere il tempo per programmare la prossima stagione nel migliore dei modi senza vivere un’altra estate da incubo.

Perizia psichiatrica per don Scarano

Una perizia psichiatrica e’ stata disposta dai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno (presidente Ubaldo Perrotta, a latere Mariano Sorrentino ed Erica Cioffi) per monsignor Nunzio Scarano, imputato nel processo per riciclaggio insieme ad altre 49 persone per un giro di false donazioni. La decisione di affidare la perizia al medico Antonello Crisci e’ stata comunicata dai giudici al termine dell’ottava udienza del processo. “Don Nunzio e’ sano di mente”, dice il difensore Silverio Sica. “Non ha incapacita’ – inclaza – apprendiamo questa decisione consapevoli del fatto che non bisogna confondere la fede di un uomo religioso con una sorta di delirio mistico”. Monsignor Scarano lo scorso 30 marzo e’ tornato in liberta’ ma con obbligo di dimora a Salerno, dopo 14 mesi degli arresti domiciliari, per motivi di salute. perizia psichiatrica per don Scarano

Ad un mese dalla scomparsa di Zaccaria Tartarone di Giovanni Sapere

Ad un mese dalla scomparsa di Zaccaria “Ruccio” Tartarone, il ricordo fa rivivere l’Uomo. Una mia lettera ferocemente critica, su di un articolo riguardante il canottaggio sulla rivista Sport&Sport da lui fondata e diretta, l’immediata apertura al dialogo di Zaccaria e l’invito alla collaborazione fece da pietra angolare su cui è stata costruita la nostra amicizia. Un’amicizia importante poiché basata sull’assunto di rendere comune un’esperienza e di comunicarla. Tutti conoscono il Tartarone giornalista sportivo, ma con lo sguardo sempre ben oltre il rettangolo di gioco, il pallone e la squadra di calcio, ma non lo Zaccaria professore. Il professore Tartarone, docente di lettere, ha terminato la sua carriera presso la Scuola Media “G.Lanzalone” e qualche amicizia comune tra i suoi colleghi spesso si chiedeva come mai quei discoli, discendenti dalle genti antiche delle Fornelle, stessero attenti e in silenzio unicamente nel corso delle sue lezioni. Perché Zaccaria era un professore vero: un vecchio adagio recita “Chi guida la giovinezza, guida il futuro”. Un Maestro che si trova a plasmare fanciulli deve instaurare un clima di rispetto, solidarietà e dedizione, un’atmosfera gioiosa, di fiducia sincera, incoraggiante, sicura, cercando di stabilire relazioni interpersonali con sensibilità e comprensione, accendendo motivazioni che sembravano irrimediabilmente svanite nel nulla, trovando le parole per suscitare nell’allievo continuità nel tempo, volontà, autodisciplina, la serenità della valutazione introspettiva, l’umiltà, la cosiddetta “passione”, fondamentale per qualsiasi tipo di performance, ecco che la lavagna del professore Tartarone nascondeva un segreto, un campo di calcio, disegnato col gesso, su cui nei momenti di pausa divertiva gli allievi spiegando e commentando le azioni della Salernitana, gli errori, i goal, promettendo ai piccoli tifosi anche qualche autografo dei loro idoli. Nel ricordo oggi reso disperato dall’agire quieto e incessante delle grandi leggi di natura, capaci di svelare il segreto di quell’anima senza tradirla, gettandovi soltanto un raggio di luce obliqua, scopriamo dentro di noi una nuova qualità d’animo, un patrimonio di affetti e valori infinito, che Zaccaria col suo esempio, nella sua intensissima esistenza terrena ci ha trasmesso. Un Symbolon, per dirla con Platone, che rivediamo negli occhi e nel sorriso del figlio Alfonso, Maria, che diventa segno nel suo divenir parola e di-segno nel senso di progetto, di esistenza razionale, e foriero di un itinerario indefinito, dispiegante “storie nascoste” senza codici marmorei sotto cui aggobbire, ma esprimente ciò che nell’anima spontaneamente si chiude per annunciare qualcosa che non può essere espressa altrimenti, unica parola attraverso cui la realtà si possa fare realmente trasparente, vera, vissuta, “pathita”. Questa sera alle ore 18, in San Pietro in Camerellis verrà celebrata la messa di trigesimo, per i familiari, la moglie Annamaria e il figlio Alfonso Maria, cui si stringono Olga, Laura, unitamente all’intera redazione di Le Cronache, e per quanti lo conobbero e lo stimarono, per rinnovare commossamente il ricordo della sua figura umanissima.

De Luca pensa al vice. Il 20 l’assemblea Pd di Andrea Pellegrino Chi entrerà in giunta si dovrà dimettere dal Consiglio comunale. Il principio è stato già sancito da Vincenzo De Luca che pare abbia già avvisato le forze politiche. Nonostante non sia previsto dallo statuto della Regione Campania, se De Luca dovesse vincere si utilizzerà lo stesso metodo usato da . Quindi chi sarà assessore dovrà lasciare lo scranno consiliare. Nel frattempo non si esclude, comunque, che l’esecutivo possa prevedere innesti esterni. A partire dal vicepresidente, che sempre nel caso di vittoria di Vincenzo De Luca, non sarà salernitano. Ma il numero due di Palazzo Santa Lucia, in questa partita, giocherebbe un ruolo indispensabile. Non fosse altro che se De Luca, una volta eletto presidente, dovesse essere sospeso (per effetto della legge Severino), al vice toccherebbe guidare in prima persona l’avvio della consiliatura. Così nel mentre le federazioni provinciali sono alle prese con la composizione delle liste, i big regionali discutono già dei prossimi assetti politici ed amministrativi del Palazzo, compreso, naturalmente, il sottogoverno.In particolare sul piatto il candidato presidente avrebbe già calato la carta Raimondo Pasquino, il già rettore dell’Università di Salerno, fedele ormai da tempo alla linea deluchiana. Tra l’altro Pasquino, proprio per volontà di Vincenzo De Luca, è attuale commissario del Cstp. Così non si esclude che De Luca abbia già blindato la seconda poltrona dell’esecutivo, pensando a Pasquino che a Napoli è presidente del Consiglio comunale. Una mossa anche per avvicinare l’area de Magistris, ancora non schierata ufficialmente, con un piede nel centrosinistra e l’altro nella compagine di Vozza presidente. All’area di Casillo, invece, andrebbe un assessore. Stessa cosa ai socialisti che avrebbero blindato l’accordo con Vincenzo De Luca, all’indomani dell’ultima indecisione mostrata da Marco Di Lello poche settimane fa in merito all’accordo con il centrosinistra e quindi con l’ex sindaco. A Salerno e provincia dovrebbero andare non più di due assessori. E qui gli eventuali accordi delineerebbero anche gli assetti interni alla lista del Partito democratico e a quelle civiche in via di composizione. Stando agli ultimi aggiornamenti: entro il 20 aprile sarà convocata l’assemblea provinciale del Partito democratico per l’approvazione della lista. Allo stato resterebbe in piedi il caso Alfieri. Per il sindaco di Agropoli ci sarebbe lo stop da Roma. Ma a quanto pare il Pd salernitano per ora sarebbe intenzionato a mantenere la casella occupata nella lista ufficiale, per poi valutare eventuali cambi successivamente. Se dovesse essere confermato il veto sul primo cittadino – imputato nel processo “Due Torri” – la candidatura slitterebbe nella civica “Campania Libera” non senza malumori da parte dell’uscente Enrico Coscioni. E non solo. A storcere il naso anche l’assessore comunale (Picarone o Cascone) che sarà piazzato, per motivi di spazio, nella civica. Per il resto la lista democrat è quasi fatta: dentro ci sarebbero Russomando e Conte, così come Amabile e gli uscenti Pica e Petrone. Si confermano le donne: Fusco e Pisapia, quest’ultima sostenuta dal deputato Simone Valiante. In via di definizione anche la lista del presidente. Qui dovrebbero trovare spazio Andrea Volpe (seppur non si escluda una sua candidatura in Campania Libera) ed Antonella Tramontano. Ancora pare che torni in pista l’ex consigliere regionale Giuseppe Manzo. Resta aperto il nodo Ferrazzano mentre Paky Memoli pare si stia avvicinando a “Campania Civica” di D’Anna.