Il Vero Don Giovanni È Vincenzo De Luca,La Proposta: «Gli
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Il vero Don Giovanni è Vincenzo De Luca Vittorio Sgarbi pirotecnico nella presentazione della sua regia del capolavoro mozartiano che inaugurerà domani sera la stagione lirica del teatro Verdi. “Caldoro è come Don Ottavio, De Magistris è come quel rompicoglioni del Commendatore” Di OLGA CHIEFFI Conferenza stampa di presentazione pirotecnica, ieri pomeriggio, nel post prandium, con Vittorio Sgarbi, gran mattatore nell’illustrare le sue linee di regia del Don Giovanni mozartiano, che domani sera inaugurerà la stagione lirica del teatro Verdi. Ieri cronaca e cultura hanno dovuto incrociare le penne, poiché l’arrivo del candidato Vincenzo De Luca era atteso nel foyeur del massimo cittadino. L’incontro è iniziato con il regista affiancato dal direttore d’orchestra Gianluca Martinenghi, dal sindaco facente funzione Enzo Napoli e dal segretario artistico Antonio Marzullo. “Vengo a Salerno, in primo luogo per l’amico De Luca – ha esordito Vittorio Sgarbi – Sono entrato in polemica con me stesso per la questione del Crescent, prima attaccando la linea architettonica dell’opera, poi ricredendomi poiché il Crescent nasce da un’idea del sindaco che racchiude in sé la volontà di “crescere” dell’intera città. Mi rendo conto di come sia difficile amministrare una città del Sud, un pesante handicap di partenza, cui si aggiungono condanne ingiuste verso di lui, magari solo per non aver presentato in tempo una carta, leggi del c…. che provocano la sospensione dei bravi amministratori”. Una lusinghiera introduzione nel corso della quale Vittorio Sgarbi ha annunciato anche il suo ritorno nella prossima stagione che lo saluterà alla direzione del “Così fan tutte”, “Un’opera – ha continuato – che dimostra un qualcosa che ho sempre sostenuto, ovvero che le donne sono tutte infedeli e se permettete io sono un vero perito in questa materia”. Mozart è un perenne interrogativo, anzitutto per chi lo ama. Ci si torna su continuamente come una matita si va su una moneta nascosta sotto un foglio di carta sfregando e risfregando: la figura che appare magari è sempre quella; ma il nero del lapis ora accentua una linea, ora ne accentua un’altra, e tutto il resto sembra perso alla memoria, indecifrabile. Don Giovanni mangia, beve e tira alle donne senza sosta: non bada ad altro né altro capisce. Si schianta sopra se stesso senza alcuna premonizione – e tutto questo è commedia e tragedia insieme, secondo un’intuizione crudelmente popolare: ti ci devi tuffare, e per toccare la battigia, devi saper nuotare, prendendo aria tra fragranza e vitalità senza sottrarre gli enigmi mozartiani alla loro cifra fulgente. “Don Giovanni è un coitus interruptus – va a ruota libera Vittorio Sgarbi – non scopa mai, nel momento in cui si accinge a consumare giunge qualcosa ad impedirlo. Mille ostacoli, che rischiano di far passare come negativo questo personaggio che per me è in tutto e per tutto positivo, spavaldo e solare, come il sindaco di questa città Vincenzo De Luca”. Su queste parole si è assiso al tavolo il candidato alle regionali De Luca, al fianco di Enzo Napoli e Sgarbi ha rilanciato: “ Salerno è la città dei due sindaci, uno vero e l’altro falso. Stefano Caldoro è paragonabile a Don Ottavio, nobile, lagnoso e cornuto, mentre il sindaco di Napoli, Gianni De Magistris è come quel rompicoglioni del Commendatore, al pari col sindaco di Bari Michele Emiliano, morto in vita e vivo tra i morti”. La parola per un saluto, ad un uditorio divertito e sconcertato, con Sgarbi che ha parlato dell’intero allestimento dell’opera, spaziando dalla scenografia, naturalmente con proiezioni per abbattere i costi, di immagini ed elementi del Sacro Bosco di Bomarzo, dove ha individuato il casinetto in cui Don Giovanni intende sedurre Zerlina, nonché la porta dell’inferno ove verrà trascinato il seduttore, la grandezza di Markus Werba ed Erwin Schrott, bass-baritones che per Sgarbi più che Don Giovanni e Leporello sono due Don Giovanni e per di più gay, l’ incredibile affollamento del palcoscenico da parte del coro che non si capisce per qual motivo debba contare 50 elementi, e la malinconicità del pur bravo direttore Martinenghi, è quindi andata a Vincenzo De Luca, il quale dopo aver promesso che il programma culturale di Salerno continuerà, restando il pensiero unico dell’amministrazione comunale, ha giustamente concluso: “Questo pomeriggio abbiamo sicuramente perso molti voti, ma almeno ci siamo divertiti!”. La proposta: «Gli assessori candidati lascino il posto in Giunta» di Andrea Pellegrino I punti all’ordine del giorno passano tutti. Anche la presa d’atto sulla deliberazione della Corte dei Conti fila liscia come l’olio. Per il resto il Consiglio comunale di ieri mattina ha tutta una impronta politica, anzi elettorale in vista del prossimo appuntamento con le regionali che vede in campo direttamente l’ex sindaco Vincenzo De Luca, oltre che alcuni assessori comunali e consiglieri. Il record degli interventi è di Cammarota che sul tavolo pone diverse questioni, senza trascurare naturalmente il suo cavallo di battaglia: ossia il caso Soget che al termine della seduta sarà un ordine del giorno aggiuntivo, respinto dalla maggioranza ormai strutturalmente arricchita, in ogni votazione, dai voti di Ferrazzano, Paky Memoli e Alessandro Ferrara. Ma l’aspetto politico vede il contrasto tra destra e sinistra, ossia tra caldoriani e deluchiani. Cammarota si pone fuori dai giochi ma la sua proposta è chiara: «Gli assessori che intendono candidarsi si dimettano. Non possono bloccare l’attività amministrativa del Palazzo. Poi se Napoli vorrà – se non dovessero essere eletti – potrà nominarli nuovamente. Ma ora lascino lavorare chi non è impegnato in questa competizione». Una proposta che fa storcere il naso agli aspiranti candidati che siedono alla destra e alla sinistra di Napoli. Tant’è che il commento di Luca Cascone non tarda ad arrivare via Facebook. «Quanta demagogia», scrive l’assessore candidato. Ma sottobanco nella stessa maggioranza la proposta Cammarota è condivisa. Naturalmente non a viso aperto ma sarebbero alcuni che nell’orecchio di Napoli e quindi di De Luca avrebbero sussurrato l’opportunità di congelare le deleghe di assessori candidati. «E’ un atto di rispetto morale, istituzionale e politico», rincara Cammarota che alla commissione elettorale, invece, propone: «Non facciamo come lo scorso anno, gli scrutatori vengano sorteggiati tra i giovani disoccupati. Ora il tempo c’è per farlo». SI PARLA ANCHE DI RIFIUTI E BASSOLINO. Ma il botta e risposta c’è sui temi regionali, quando addirittura si tira in ballo la gestione Bassolino parlando del ciclo integrato dei rifiuti. Celano addita la colpa anche a Vincenzo De Luca: «Lo ha sostenuto anche lui (a Bassolino, ndr). Ricordo che il suo candidato era Ugo Carpinelli». Apriti cielo dalla maggioranza con Luca Sorrentino che ammette, invece, l’atavico contrasto con l’ex Governatore. «De Luca ha sempre contrastato la fallimentare politica regionale di Bassolino». Considerazioni che tutti fanno ma che dette in aula consiliare e alla vigilia del voto regionale che vede – di fatto – un’alleanza partitica tra De Luca e Bassolino pesano come un macigno. 25 APRILE E UNIONI CIVILI In aula approdano anche 25 aprile e le unioni civili. Due argomenti portati dal consigliere comunale Emiliano Torre che chiede «manifestazioni in vista dell’anniversario della Liberazione» e che segnala un caso di un salernitano sposato da diversi anni con una persona dello stesso sesso all’esterno ma che «ormai – dice – da parecchi mesi vede negarsi il diritto al ricongiungimento familiare in Italia per il suo coniuge extracomunitario». «Ho chiesto – spiega Torre – che il sindaco intervenga affinché si faccia garante del godimento dei diritti riconosciuti a tutti noi cittadini italiani e validi per anche per l’amico che soffre per il mancato ricongiungimento familiare. Ho chiesto che venga ricevuto in Comune e che la sua vicenda venga supportata dalle istituzioni politiche». Quanto, invece, agli eventi del 25 aprile, Cammarota e Celano chiedono che sia «la festa del tricolore e non delle bandiere rosse». LA MULTIUTILITY Via libera anche al piano di razionalizzazione delle società partecipate e comunali, così come approvato dalla giunta. Ci sarà una super holding mentre verrà mantenuta in vita la Salerno Pulita. Ma è Zitarosa che solleva il caso della Centrale del Latte, la municipalizzata venduta alla New Lat. «Chiedo che venga annullato il bando – dice il consigliere comunale forzista, per due ordini di motivi: il primo perché manca il certificato antimafia della società che ha acquisito la Centrale. Il secondo per la fideiussione che ha ottenuto la società da parte del Comune. Una condizione questa sopraggiunta dopo la pubblicazione del bando e discriminante, dunque per le altre società interessate all’eventuale acquisto della Centrale del Latte». LA CAPPELLA IN VIA VINCIPROVA Disco verde anche per la realizzazione della cappella in via Vinciprova. L’unica perplessità è del consigliere comunale Augusto De Pascale: «Bene la chiesa ma cambiamo il progetto. Esteticamente è brutta». Niente mammografie al Poliambulatorio di Pastena. Provenza: “L’Asl intervenga” di Andrea Pellegrino «Sono sospese le prestazioni». Questo è l’assurdo cartello che si sono ritrovati gli utenti dell’ambulatorio senologico del poliambulatorio di Pastena. Qui circa un anno fa era stato trasferito il centro di senologia dalla vecchia sede di via Renato De Martino ma che a quanto pare ancora deve essere operativo a tutti gli effetti. E «chissà se mai lo sarà», dice preoccupato il consigliere