RAZZE SUINE Razze suine allevate in Italia

 In passato, in Italia, erano molto diffuse le razze locali (Mora o Romagnola, Cappuccia, , Casertana.  Attualmente i suini allevati in Italia, in purezza o incrociati, appartengono prevalentemente a poche razze di origine estera (Large White, Landrace, Hampshire, Pietrain, Duroc e Spot).  Negli ultimi anni alcune razze autoctone sono state recuperate e il loro allevamento è oggetto di crescente interesse, in particolare per la produzione di salumi di particolare pregio (Cinta Senese, Nero delle Madonie, Casertana e altre). Icone freepik Razze suine Organizzazioni di Razza

• L'Associazione Nazionale Allevatori Suini (ANAS) gestisce l’anagrafe e la genetica della specie suina.

• Il LIBRO GENEALOGICO

• Il REGISTRO ANAGRAFICO Organizzazioni di Razza

 Il LIBRO GENEALOGICO è distinto in singole divisioni per le razze: . ; . Landrace italiana; . Landrace belga; . ; . Pietrain. Organizzazioni di Razza

 Il REGISTRO ANAGRAFICO della specie suina rappresenta lo strumento per la conservazione delle razze suine non sottoposte ad un piano nazionale di selezione.

• Il registro anagrafico si distingue in: a) registro delle razze estere a limitata diffusione in Italia b) registro dei tipi genetici autoctoni Organizzazioni di Razza

 Il registro delle razze estere a limitata diffusione conserva le informazioni genealogiche dei soggetti iscritti al fine di una loro corretta utilizzazione in piani di incrocio o per il loro impiego in eventuali futuri programmi nazionali di miglioramento genetico. È composto da divisioni distinte per le razze

o Spot o Hampshire Organizzazioni di Razza

 Il registro dei tipi genetici autoctoni conserva le informazioni genealogiche dei soggetti iscritti al fine della conservazione delle razze con particolare attenzione al mantenimento della loro variabilità genetica e promuovendone, al contempo, la valorizzazione economica. È composto da divisioni distinte per le razze o Cinta senese o o o Casertana o Calabrese Large white

 Origina nel 1770-80 per incrocio di suini locali inglesi e suini cinesi e siamesi. Da questi incroci origina la Yorkshire, bianco o pezzato e poi il Leicestershire nero.

 I caratteri del suino Large White furono definiti alla fine del XIX secolo. Importata in Italia per la prima volta nel 1873 nello Stabilimento Sperimentale della Zootecnia di Reggio Emilia. Large white: Caratteri morfologici

 Tipo robusto non adiposo  Mantello bianco e cute rosea.  Profilo fronto-nasale leggermente concavo  Orecchie portate erette e aperte in avanti.

 Prosciutto molto sviluppato in senso antero- posteriore.

 Nella femmina le mammelle devono essere in numero non inferiore a 14. Molto feconda e prolifica si utilizza come razza parentale materna negli incroci. Large white: Caratteristiche principali

 Precocità  Prolificità (11 suinetti – 2 parti/anno)  Mole grande  Robustezza degli arti

 Attitudine alla produzione di carne notevole  Scheletro relativamente ridotto ed elevate rese di macellazione Large white: Caratteristiche produttive

 Nell'ingrasso risulta precoce,  Accrescimenti elevati, dai 500 agli 800 g al giorno  Indici di conversione decisamente favorevoli

Maiali di questa razza a 6 mesi superano anche i 100 kg che diventano 170/200 ad un anno

 Giusto rapporto tra parte grassa e magra della carne  Prosciutti ben conformati e di giusto peso Large white: Caratteristiche produttive

Adatta per la produzione del suino pesante sia pura che incrociata. Da essa sono originati ceppi locali con caratteristiche diverse: • Tedesco con una coscia più sviluppata e rotondeggiante • Americano che ha conservato il nome di Yorkshire.

RESA AL MACELLO 80% PERCENTUALE DI TAGLI MAGRI 62-64% PROSCIUTTO 23-25% DELLA MEZZENA CARNI ESENTI DA SINDROME PSE Verro Large white Landrace

 Razza danese, ha le sue origini nelle isole Britanniche. Ottenuta dall'incrocio continuato per poco meno di 50 anni a cavallo del secolo XIX e XX, tra verri Large White importati dall'Inghilterra e scrofe locali di origine celtica.  La selezione è invece tutta danese, e la Danimarca è stato il primo paese ad attuare il performance test sui suini. Landrace

 Si è differenziata in ceppi diversi a seconda dei paesi di allevamento;  Si distinguono 2 tipi:  DA BACON:

DANESE INGLESE Landrace

 Si è differenziata in ceppi diversi a seconda dei paesi di allevamento;  Si distinguono 2 tipi:  TIPO CORTO da salumificio: TEDESCO E OLANDESE :

TEDESCO OLANDESE Landrace

 Solo il LANDRACE BELGA ha assunto caratteristiche tali da potersi definire una vera e propria razza autoctona. Landrace: Caratteri morfologici

 Tipo robusto, longilineo, non adiposo  Mantello bianco e cute rosea  Profilo fronto-nasale da concavo a rettilineo  Orecchie portate in avanti e in basso, lunghe

 Petto, groppa e natiche ben muscolosi.

 Nella femmina devono essere presenti almeno 12 capezzoli funzionanti. Landrace: Caratteristiche principali

 Buona prolificità ed elevata attitudine materna  Prolificità (11 suinetti – 2 parti/anno)  Mole grande

 Tronco molto allungato (MAIALE SILURO) per la maggiore lunghezza (vertebre dorsali soprannumerarie 15/16 anziché 13). Landrace: Caratteristiche produttive  Prestazioni produttive analoghe alla Large white  Accrescimenti elevati, da 724 a 764 g al giorno  Indici di conversione alimentare 1,3 kg

 La % di carne nella carcassa (RESA) è di circa il 65%  Carne ed ossa nel prosciutto incidono per circa l’81.7%  Alta resa al macello, ottima sia per la produzione di suino pesante che per la produzione di carne magra da destinare al consumo diretto Landrace: Difetti PRESENTA ANCORA CASI DI PSE ma è comunque impiegata, pura o incrociata, per la produzione del SUINO PESANTE ITALIANO.

Landrace francese Landrace italiano

Landrace americano LANDRACE BELGA  Si distingue per il carattere della coscia ereditato, probabilmente, dall'incrocio con la razza Pietrain

 Sua particolare caratteristica è l'eccezionale sviluppo muscolare accompagnato ad un discreto accrescimento. Ottimi incrementi giornalieri, indici di conversioni leggermente inferiori a quello del Pietrain. LANDRACE BELGA  Taglia media, carnoso.  Cute rosea e setole bianche.  Profilo fronto-nasale rettilineo.  Orecchie leggermente pendenti e dirette in avanti. Presenta al pari del Pietrain casi di sindrome PSE  Non adatto alla produzione per salumificio, la razza in purezza è esclusa dalla produzione del suino pesante italiano Large Black

 Originata come la Large White nel Regno Unito è considerata una delle razze più resistenti ed è selezionata sin dal 1899

 Razza rustica e precoce che ben si adatta all'allevamento all'aperto. Resiste molto bene sia alle basse che alle alte temperature. Large Black  Simile alla Large White, tranne che per le orecchie ricadenti in avanti, grandi e pendenti, portate in avanti tanto da raggiungere e sorpassare il grugno  Profilo fronto-nasale concavo  Grandi dimensioni con masse muscolari pronunciate  La pelle è pigmentata e le setole sono nero brillante  Buona la fertilità e la prolificità, come la capacità di allattamento. Produce ottima carne magra e bacon Berkshire

 Originata dalla mescolanza di più razze, quali la Casertana, razze autoctone britanniche e cinesi

 Razza rustica che ben si adatta all'allevamento all'aperto Berkshire  Da questa razza derivano tante altre, oggi largamente diffuse, come la Duroc e la Pietrain  Elevate le rese al macello per lo scheletro fine e le abbondanti masse muscolari  Buona precocità ed elevata attitudine all'ingrassamento (mole notevole, tipo adiposo).  Bassa prolificità (7-8 suinetti/parto ) Berkshire

 Cute bianca, mantello nero con calzini, coda e grugno bianchi (PEZZATURE BIANCHE CENTRIFUGHE)  Profilo fronto-nasale concavo  Grandi orecchie portate dritte in avanti  Muscoloso, con zampe e piedi leggeri ma resistenti, frugale e buon camminatore Tamworth  Di origine controversa. È considerata dai più ottenuta per selezione di suini locali ed è la più antica razza britannica, tra le più antiche al mondo

 Suino di taglia medio-grande esportato in molti Paesi  Di costituzione robusta, è molto adatto alla vita brada anche in ambienti difficili Tamworth  Taglia medio-grande esportato in molti Paesi  Di colore castano con diverse gradazioni (rosso dorato). La pelle è uniformemente rosa).  La testa è allungata con grugno stretto e dritto  Razza prolifica, anche se meno che in passato. Esportata in molti paesi tra cui Italia e America Tamworth

 Elevate le rese al macello per lo scheletro fine e le abbondanti masse muscolari  Di costituzione robusta, è molto adatto alla vita brada anche in ambienti difficili all'ingrassamento  Resistente alla vita all'aperto  E' un ottimo produttore di bacon, ed è ampiamente utilizzato negli incroci per ottenere suini robusti e resistenti alle temperature fredde Saddleback  La razza attuale nasce dalla fusione, nel 1967, di due razze cintate inglesi: la Essex, più piccola con quattro calzini bianchi e la Wessex con la sola cinghiatura bianca limitata alla parte anteriore  Colore nero con una fascia bianca che interessa spalle, garrese e arti anteriori.  Orecchie medie, leggermente ricadenti in avanti

 Razza docile ed idonea all'allevamento all'aperto  La carne è sapida ma leggermente grassa Pietrain  Originaria del Belgio agli inizi del 1900, prende il nome dal villaggio omonimo.  Ottenuta dall'incrocio di una razza francese pomellata, BAYEAUX (Normanda x Berkshire), con suini inglesi BERKSHIRE e TAMWORTH Pietrain  Largamente utilizzata per ottenere il suino ibrido.  Suino ipertrofico, con masse muscolari molto pronunciate che forniscono altissime rese al macello, con carni chiare quasi prive di grasso. Particolarmente adatta alla produzione del suino leggero.  È caratterizzato da un'elevata suscettibilità allo stress, che determina alterazioni fisiologiche delle masse muscolari tali da compromettere l'attitudine alla trasformazione in prosciutti di qualità. Pietrain

 Media mole  Mantello bianco cosparso di pezzature nere irregolari ovoidali  Profilo fronto-nasale rettilineo  Orecchie corte larghe e orizzontali  Coda attaccata bassa ed infossata Pietrain

 Il prosciutto è largo, globoso e disceso  Si caratterizza per la doppia groppa o coulard  Più tardiva rispetto alle precedenti, presenta elevati indici di conversione e una elevata resa alla macellazione.  Alta la percentuale di tagli magri.  Per la frequenza di sindromi PSE viene utilizzata per la produzione del suino leggero da macelleria. Pietrain

 La femmina deve possedere almeno 12 capezzoli. Le scrofe presentano media fertilità ma scarsa prolificità (8,2 suinetti per nidiata) Meishan

 È la più conosciuta tra le oltre 250 razze cinesi. Presenta accrescimento non molto rapido ed eccessiva adiposità ma la carne è di ottima qualità  Buon utilizzatore di foraggi, resistente a molte malattie  È tra le razze più prolifiche al mondo (15-17 maialetti a parto e 13 svezzati)  Importata in Francia nel 1973, studiata come razza incrociante con razze occidentali Meishan

 Caratteri negativi: - Piccola mole; - Eccessiva adiposità; - Non adatta per la trasformazione in salumi

 Caratteri positivi: - Sfruttamento dei foraggi; - Elevata prolificità (gene ESR) RAZZE AMERICANE

 Le razze suine americane riflettono il tipo di allevamento a cui sono sottoposte

 Sono razze particolarmente rustiche, adatte al pascolamento, con ventre retratto e arti lunghi

 Hanno cute pigmentata o ricoperta di setole folte

 La carne è spesso infiltrata di grasso ed utilizzata per consumo diretto non trasformato

 Derivate da razze europee ed asiatiche ed incroci, risalgono per la maggior parte alla fine del 1800 inizio 1900 Duroc

 Originaria dello stato del New Jersey deriva da un incrocio a tre vie tra Berkshire, suini Iberici e suini rossi africani (Guinea)  E' la razza più diffusa nel Nuovo Continente  Elevata prolificità e attitudine materna. Duroc  Cute ardesia chiaro sul dorso e sui lombi, rosea su faccia, gola petto ventre. Mantello rosso mogano di varia intensità  Profilo fronto-nasale concavo Orecchie piccole, portate in avanti, ricadenti Statura elevata e arti solidi  Buona prolificità e attitudine materna  Buoni indici di conversione. Grandi dimensioni, è capace di fortissimi accrescimenti giornalieri (600-800 g) pari a quelli di Large White e Landrace Duroc

 Le carni risultano ricche di grasso perimuscolare, marezzate e di colore scuro e quindi poco adatte alla richiesta pei prosciuttifici.  Gli incroci a tre o più vie hanno lo scopo di conferire doti di rusticità,  Ritenuta esente da PSE, attualmente è stata messa in evidenza una lieve incidenza di tale patologia. Duroc  Usato in Italia prevalentemente come verro per l'incrocio nella produzione del suino pesante da salumificio. In purezza presenta alcuni difetti che lo rendono poco utilizzabile negli allevamenti industriali: 1. la noce 2. la grassinatura in modo particolare

1. La prima è una noce di grasso che si rinviene nel prosciutto 2. La seconda riguarda un'accentuata marezzatura, entrambe non gradite dai trasformatori Hampshire  Di origine incerta si ritiene che derivino da razze europee giunte in America del Nord con i coloni. Dopo la II guerra mondiale assunse notevole importanza  Cute e mantello di colore neri con una tipica fascia bianca a livello delle spalle e del garrese che si prolunga fino agli arti come la Cinta Senese, dalla quale si distingue per la maggiore mole, il portamento eretto delle orecchie, le maggiori masse muscolari e la carne meno grassa  Mole compatta e rustico Hampshire

 Profilo fronto-nasale rettilineo.  Orecchie piccole ed erette.  Prosciutto largo disceso globoso.  Coda attaccata alta, arti molto robusti.  Scrofa dotata di buona prolificità.  Buon pascolatore utilizza al meglio i foraggi verdi. Hampshire • Animali di media mole, con accrescimenti rapidi e buona conversione alimentare • Evoluta negli anni verso il tipo da carne, è una buona produttrice di carne magra. Molto usata per l'incrocio sempre nella produzione del suino leggero grazie all'elevato accrescimento che dimostra nei primi mesi di vita. Si adatta bene all'allevamento all'aperto Hampshire • E' adatta alla produzione del suino leggero, ma fornisce carni acide • Particolare è l'andamento della glicolisi post-mortem che determina a 24 h p.m. un pH decisamente più basso rispetto a quello delle altre razze, carattere negativo che la rende poco adatta ai fini della trasformazione • L’Hampshire in purezza è stato, quindi, escluso dalla produzione italiana del suino pesante mentre viene impiegato negli incroci per la formazione di ibridi Poland China  Originaria dell'Ohio, in maniera controversa: sembra possedere sangue Berkshire e di suini asiatici (cinesi e russi ?).  Il tipo primitivo era da lardo, successivamente è evoluto verso il dual-type. Poland China

 Mantello nero con pezzatura centrifuga (sei macchie bianche a sede fissa: estremità del grugno, coda e 4 balzane)  Orecchie erette per i primi 2/3  Profilo lievemente concavo Poland China  Modesta la prolificità.  Buona la resa al macello.  Tronco largo e groppa inclinata.  Importata in Italia subito dopo la I Guerra mondiale si era notevolmente diffusa.  Attualmente non molto utilizzata nel nostro paese.  Frequente la sindrome PSE. Spotted Poland

 Originaria dell'Indiana, deriva da incroci tra Poland China, Gloucestershire old spot (inglese) e suini pezzati locali  Mantello bianco a macchie nere con contorni netti; il tipo ideale ha macchie equamente ripartite con la parte depigmentata  Profilo del grugno concavo  Orecchie erette per 2/3  Tronco corto Spotted Poland  Arti solidi. Rustica e resistente, precoce e buona trasformatrice degli alimenti  Caratterizzata da ottimi ICA da buone rese al macello  Grasso di marezzatura elevato, colore della carne scuro  Adatta alla produzione del suino magro fornisce carcasse ricche di tagli pregiati  In Italia è stata usata per incroci per la produzione del suino pesante da salumeria. Attualmente poco usata.  L'anomalia PSE seppur presente nella razza si presenta meno che nella Poland China RAZZE ITALIANE

Caratterizzate da mantello scuro, rusticità e da una ottima capacità ad alimentarsi nel sottobosco. Consistenza numerica molto modesta. MORA ROMAGNOLA  La “Mora” che ha popolato tutto il versante nord dell’Appennino (Ravenna e Forlì) fino agli anni ’50, sta ora rischiando di scomparire: nel 1949 ne esistevano 22mila esemplari, che si sono ridotti, qualche anno fa, a meno di 10 (li ha conservati miracolosamente un allevatore di Faenza)  Gli animali iscritti al registro anagrafico sono circa 450 (300 femmine e 150 maschi)  E’ un antico suide con notevoli doti di rusticità e forte attitudine materna  Scarsa precocità, possono raggiungere notevole peso (a 18 mesi arrivavano a pesare anche 300 kg) MORA ROMAGNOLA  Costituzione longilinea e buona taglia  Testa piccola con muso lungo e sottile  Orecchie piegate in avanti e parallele al muso  Occhio a mandorla di colore nero,  Pelle scura, setole nere che lungo la linea dorso- lombare formano una specie di criniera: “linea sparta”  Robusta, con carni saporite adatta al consumo fresco e alla trasformazione secondo i metodi tradizionali MORA ROMAGNOLA  Da sempre molto apprezzata per la produzione di carne di ottima qualità, prevalentemente per la produzione di salumi di pregio. Tradizionalmente il peso di macellazione variava tra i 160 e i 200 kg.  Con la diffusione degli allevamenti industriali è stata completamente abbandonata: perché cresce molto più lentamente della Large White e per la maggiore percentuale di grasso che caratterizza la sua carne rispetto ad altre razze suine “magre”.  Come molte vecchie razze la Mora è vigorosa, predisposta all’ingrassamento e molto rustica: ideale per sistemi di allevamento all’aperto. MORA ROMAGNOLA

 E’ stata inserita dalla Regione Emilia-Romagna nel Piano Regionale di Sviluppo Rurale come razza da salvare e dal movimento Slow-food nelle cento produzioni italiane da presidiare. CASERTANA  Razza antichissima originaria della , già nota ai Romani, sembra avere origine da razze orientali  Verso la fine del secolo scorso, questo tipo di maiale veniva allevato nelle province della Campania, del Lazio, del Molise e molte altre zone del Mezzogiorno  Attualmente è allo stato di "semiestinzione« ma è presente in allevamenti a conduzione familiare nelle province di Benevento e Caserta CASERTANA  Nel 1899 l'esame di reperti archeologici ritrovati negli scavi di Capua, Pompei ed Ercolano, individuarono le caratteristiche somatiche originarie della Casertana  Tratti somatici tipici sono cute nero ardesia sprovvista di setole (da cui il nomignolo di "pelatella")  Testa lunga, profilo rettilineo, con ai lati delle mandibole due appendici cutanee dette sciuccagli, tettole o bargiglioni CASERTANA  Orecchie di grandezza media, ravvicinate tra loro e dirette obliquamente verso il basso in avanti  Tronco mediamente lungo, arti asciutti e sottili  Spessore del lardo 3,4-4,4 cm.  Tagli magri: 49-52% con diete a più bassa energia; 34-37% con diete a più elevata energia.  Utilizzata per incrocio fornisce buoni accrescimenti perdendo alcuni caratteri negativi CASERTANA  E’ la razza più precoce fra le nostrane : ad un anno le scrofe pesano 120 – 140 Kg, i verri 150-170 Kg, coetanei destinati al macello raggiungono i 219 Kg.  La prolificità è discreta ( 7-9 maialini per parto) ma buone sono le attitudini materne della capacità di allattamento e allevamento della nidiata. CINTA SENESE  Razza antecedente al 1000 d.c., originaria della colline senesi, regione di boschi cedui. Si diffuse in tutta la Toscana diventando la razza maggiormente rappresentata  Maiale di taglia media, con cute nera, setole nere poco folte, ed una caratteristica fascia bianco rosata (una sorta di cintura, per l’appunto) che cinge torace, spalle, garrese e arti anteriori CINTA SENESE  Il grifo si presenta più allungato e stretto rispetto alle altre razze di maiali, un adattamento ad uno stile di vita più rustico  Coda con pennacchio di setole in fondo è quasi sempre portata senza ricciolatura  Le orecchie sono di piccola dimensione, dirette in avanti e un po’ in basso, a coprire gli occhi dai rovi e dalle sterpaglie CINTA SENESE APPARATO SCHELETRICO:  il tronco è cilindrico e non eccessivamente lungo con leggera preponderanza del treno posteriore, la linea dorsale è leggermente arcuata.  Carcasse magre.  Utilizzata negli incroci con razze bianche produce suinetti cosiddetti "tramacchiati o bigi". CINTA SENESE

Taglia medio piccola. Altezza del garrese 82-90 cm (adulti). Tardiva e a media prolificità. Primo accoppiamento 12-18 mesi (tre parti in 2 anni). Numero medio di nati: 6,8 SUINO NERO CALABRESE  Origine incerta, due ipotesi: 1) discende dal ceppo iberico; 2) da quello romanico  Era presente in vaste zone della Calabria, distinta in "tipi" locali (Reggino, Cosentino, Lagonegrese e altri)  Tutti avevano in comune la produzione di carne magra ideale per la produzione dei tipici insaccati locali  Fornisce tagli magri, mentre i prosciutti e le spalle sono di buona pezzatura  Il suino Nero, adattatosi in maniera pressochéSUINO perfetta NERO CALABRESE all’aspro ambiente calabro, ha subìto a partire dal 1970 una forte diminuzione di capi, tanto da sfiorare l’estinzione, oggi forse evitata grazie all’appassionato lavoro di alcuni ricercatori e/o allevatori. La consistenza attuale è molto ridotta: poche decine di soggetti veramente tipici e molti altri che richiamano più o meno da vicino il tipo originale.

 La media parto di questa rustica razza è di 7, 9 suinetti, normalmente più piccoli alla nascita rispetto alle tipologie bianche; le scrofe manifestano un forte istinto materno e lo svezzamento, col naturale allontanamento della madre dai piccoli, avviene dopo 35, 40 giorni. SUINO NERO CALABRESE  Il Nero Calabrese, contraddistinto da una crescita in peso piuttosto lenta (e in questa caratteristica, probabilmente, va ricercata la causa del suo abbandono), è particolarmente indicato per l’allevamento allo stato brado o semibrado, in quanto poco soggetto a malattie che normalmente attaccano i suini come bronchiti, problemi muscolari e articolari, patologie enteriche  I maschi all'anno arrivano a pesare anche 150 kg, mentre le femmine ingrassate possono superare i 120 kg  Come molte razze "colorate autoctone" le caratteristiche principali sono la capacità di valorizzare alimenti poveri, la rusticità, il vigore sessuale per il verro e l'attitudine materna per la scrofa SUINO DEI NEBRODI  È di taglia piccola e mantello scuro, molto simile al cinghiale, vive nei boschi dei Nebrodi e allevato allo stato semibrado al pascolo: solo in concomitanza con i parti si ricorre all’integrazione alimentare  Frugale e resistente, questa razza negli ultimi anni ha visto ridursi il numero dei capi (stimabile attualmente in 2000 soggetti). La sua estinzione costituirebbe una grave perdita per il patrimonio genetico, per l’economia locale e per il piacere gastronomico, perché il Nero dei Nebrodi dà carni di alta qualità SARDA

 Di piccola mole (60-70 kg a 2-3 anni), ricorda il cinghiale  Orecchie piccole portate in avanti e di lato  Presenza di tettole  Mantello nero, grigio, fulvo, pezzato  Setole formano una criniera sul dorso IBRIDI

 nell'allevamento del suino vengono largamente utilizzati gli ibridi commerciali.  Si tratta di soggetti derivati dall'incrocio di più razze e linee, sviluppato secondo uno schema riproduttivo sviluppato e tenuto segreto da aziende di selezione animale, che producono le linee parentali e vendono gli ibridi con il proprio marchio. IBRIDI

 Gli ibridi commerciali beneficiano del fenomeno dell'eterosi, con un sensibile miglioramento della velocità di crescita e delle rese di macellazione, risultando così particolarmente adatti per la produzione del suino leggero da macelleria.  Meno diffuso è l'impiego di tali ibridi per la produzione del suino medio e pesante da salumificio. IBRIDI

 L'incrocio più utilizzato per la produzione del suino pesante è quello industriale di prima generazione. Esso consiste nel far accoppiare un verro di razza carnaiola con scrofe di altra razza, generalmente con buone caratteristiche "materne". In Italia questo incrocio è realizzato usando verri di razza Landrace su scrofe di razza Large White.