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In collaborazione con Questo vostro poeta burlone Vi prega di gradire, gentili spettatori l’espressione dei suoi più vivi sentimenti poetici e comico-musicali. Hervé

Si ringrazia Emilio Sala per aver suggerito quest’opera al Palazzetto Bru Zane.

Immagine di copertina © Pierre-André Weitz Foto © Mathieu Crescence & Pierre-André Weitz Disegni © Pierre-André Weitz Traduzione italiana © Arianna Ghilardotti Traduzione inglese © Charles Johnston Il Palazzetto Bru Zane presenta

Les Chevaliers de la Table ronde di HERVÉ con la compagnie Les Brigands

Prima rappresentazione il 22 novembre 2015 all’Opéra National de Bordeaux Scenografie realizzate dagli atelier dell’Opéra de Reims Produzione delegata Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française Produzione esecutiva compagnie Les Brigands Coproduzione Opéra de Reims / Centre des bords de Marne, scène publique conventionnée du Perreux-sur-Marne / La Coursive – Scène nationale La Rochelle Con il sostegno di Arcadi Île-de-France, SPEDIDAM, ADAMI Con l’aiuto della DRAC Île-de-France In collaborazione con Angers Nantes Opéra HERVÉ Con la compagnie Les Brigands ORCHESTRA Les Chevaliers de la Table ronde Direzione Christophe Grapperon Strumentisti della Regia Pierre-André Weitz compagnie LES BRIGANDS Opéra-bouffe in tre atti, su libretto Assistente alla regia Victoria Duhamel di e . Maestri del coro Nicolas Ducloux Pablo Schatzman violino e Christophe Manien Clara Abou violino Musica di Louis-Auguste-Florimond Lavoro sul corpo Iris Florentiny Laurent Camatte viola Ronger, detto Hervé (1825-1892). e Yacnoy Abreu Alfonso Annabelle Brey violoncello Rappresentata per la prima volta Scene e costumi Simon Drappier contrabbasso il 17 novembre 1866 al Théâtre Pierre-André Weitz Boris Grelier flauto des Bouffes-Parisiens. Assistenti Pierre Lebon François Miquel clarinetto e Mathieu Crescence Yannick Mariller fagotto Trascrizione di Thibault Perrine Luci Bertrand Killy Takénori Nemoto corno per tredici cantanti e dodici Direttore di scena Ingrid Chevalier (7, 11, 12 e 13 febbraio) strumentisti. Camille Lebrequier corno Il duca (9 febbraio) Damien Bigourdan André Feydy tromba , siniscalco Eriko Minami percussioni Antoine Philippot Nicolas Ducloux pianoforte Durata approssimativa Merlino, mago e maestro di scuola dello spettacolo: 2 ore senza intervallo Arnaud Marzorati Medoro, giovane menestrello Mathias Vidal La duchessa Totoche, moglie di Rodomonte Ingrid Perruche , figlia di Rodomonte Lara Neumann Melusina, maga Chantal Santon-Jeffery Fleur-de-Neige, dama d’onore Clémentine Bourgoin , cavaliere errante Rémy Mathieu Amadigi di Gaula, cavaliere David Ghilardi Lancillotto del Lago, cavaliere Théophile Alexandre Rinaldo di Montalbano, cavaliere Jérémie Delvert Ogier il danese, cavaliere Pierre Lebon

7 OUVERTURE C’era una volta... un Paese improbabile, tra l’800 e il 2017, ove tutto è ancora possibile e meraviglioso.

ATTO I I cavalieri Amadigi, Ogier, Rinaldo e Lancillotto scoprono che Orlando, già loro compagno d’armi, ha rinunciato alla propria vita frenetica a causa della maga Melusina, che si è perdutamente innamorata di lui e lo costringe a una vita di ozio. I quattro appro- fittano del grande torneo annunciato da Merlino per strapparlo a quel giogo autoritario. Il duca Rodomonte, che organizza il torneo, offre la mano della figlia Angelica come premio di consolazione; ormai sul lastrico, conta su tali nozze per ridare lustro al suo blasone. Il duca si stupisce delle lussuose toilettes che ostenta sua moglie, la duchessa Totoche, e, so- spettando che sia un amante a pagarle, si ripromette di smascherare il colpevole. Dal canto suo, Angelica è impaziente di scoprire i piaceri dell’amore, che le sono stati vantati dal suo precettore Medoro, il quale è segretamente innamorato di lei. Orlando, sedotto egli pure dal fascino della fanciulla, è pronto a buttarsi nel combattimento per conquistarla, piantando in asso Melusina.

ATTO II Totoche, Angelica e Sacripante (Gran Siniscalco e… amante di Totoche) si occupano dei preparativi del torneo. La duchessa è agitata: ha venduto la corona di Rodomonte, ultimo resto della sua fortuna, per rinnovare il proprio guardaroba. Merlino, incaricato di procurarle Sinossi una corona fasulla in zinco, è introvabile. Il torneo sta per cominciare e il duca reclama la sua (che non importa molto) corona. La duchessa sta per confessargli di averla venduta allorché arriva Merlino, portando l’imitazione, in cui Rodomonte crede di riconoscere la sua beneamata corona. Il torneo si con- clude; Orlando si è guadagnato la mano di Angelica. Rodomonte sorprende Totoche nell’atto di abbracciare Merlino con effusione e crede di aver scoperto il proprio rivale. Medoro e Melusina, spinti dalla delusione amorosa, entrano di soppiatto nel castello travestiti da menestrelli e co- minciano a cantare per distrarre i presenti. Melusina ne approfitta per versare di nascosto un sonnifero nella coppa di Orlando, che crolla addormentato. Cercando dei sali per rianimarlo, Rodomonte trova una lista di conti, tutti pagati. Persuaso di avere in mano le prove del tradi- mento di Totoche, che può avere avuto il denaro solo dal suo amante, va su tutte le furie. Tutti i presenti, e Sacripante per primo, si dileguano per sfuggire alla collera del duca, e Melusina ne approfitta per rapire Orlando. Rodomonte esige che la moglie confessi la sua colpa; costei crede che il duca stia parlando della faccenda della corona e finisce per dire il nome del suo complice: Merlino. Suonano le campane che annunciano le nozze: Medoro si presenta vestito dell’armatura di Orlando per sposare Angelica al suo posto. Nel bel mezzo dei festeggiamenti, Rodomonte ordina che Totoche e il suo presunto amante Merlino siano gettati in prigione.

ATTO III Nella dimora di Melusina: il filtro ha fatto più effetto di quanto la maga avrebbe vo- luto, poiché Orlando dorme da quindici giorni. Giungono tre saltimbanchi, che in realtà sono Merlino, Totoche e Sacripante travestiti; il Gran Siniscalco ha infatti liberato i suoi complici dalle loro catene. Dopo di loro entra Rodomonte, intenzionato a mettere le mani su Orlando, misteriosamente scomparso l’indomani delle nozze. Il duca è seguito da Angelica in lacrime e dall’infelice Medoro, il quale, innamoratosi di Angelica dopo la notte che ha passato con lei sotto le spoglie di Orlando, si è messo al servizio di Rodomonte per non staccarsi dall’amata. Quando Orlando finalmente si sveglia, non ha alcun ricordo delle ore di delizia rievocate dalla fanciulla, ma ha le sue buone ragioni: infatti non c’era! Tutti si chiedono allora chi mai si nascondesse sotto l’armatura. Il duca non ha dubbi: deve trattarsi di Sacripante, anche lui scomparso senza dare spiegazioni da quindici giorni. Ed ecco che entra proprio il Gran Siniscalco; Rodomonte gli chiede di spiegarsi, pronto a perdonarlo. Sacripante, stupito di ve- derlo così ben disposto, confessa ingenuamente... di essere l’amante di Totoche. Rodomonte fa fuoco e fiamme, ma un’astuzia di Totoche lo obbliga a cedere, permettendo lo scioglimento finale. Le finzioni cadono e le coppie si ricompongono. Rodomonte, sconfitto, lascia Totoche a Sacripante, Angelica si getta tra le braccia di Medoro e Orlando tra quelle di Melusina. Tutto è bene quel che finisce bene...

9 «È una delle mie migliori partiture, ma non sono le cose migliori ad avere successo presso il pubblico…» Così scrive modestamente Hervé nelle sue Notes pour servir à l’histoire de l’opérette, uno scritto che indirizza nel 1881 al critico teatrale Francisque Sarcey. Nel corso di una lunga carriera segnata da successi strepitosi e fiaschi altrettanto clamorosi, il compositore ebbe più volte occasione di prendere le cose con filosofia. La citazione in esergo si riferisce all’ope- ra buffa Alice de Nevers, ma egli avrebbe potuto dire lo stesso degli Chevaliers de la Table ronde: Alice è un fiasco totale alla prima rappresentazione nel 1875, gli Chevaliers ricevono un’accoglienza tiepida allorché vanno in scena nel 1866. In entrambi i casi, si tratta di opere che meritano di essere riascoltate… Hervé aveva ragione!

Sì, questi valorosi Chevaliers che oggi ritornano da un lungo esilio sono degni di essere riscoperti: sono infatti un’opera più importante di quanto possa apparire nell’immediato, in quanto costituiscono un punto di riferimento non soltanto nella carriera di Hervé ma anche nella storia dell’. Con essi, colui che chiamano «il compositore suonato» – e che viene appunto considerato il padre dell’operetta – scrive la sua prima grande opera buffa in tre atti, che destina al Théâtre des Bouffes-Parisiens, feudo del suo rivale .

IL CAVALIER HERVÉ Alcune spiegazioni sono necessarie per comprendere perché la serata del 17 novembre 1866, data della prima, ha tutte le caratteristiche di un evento storico. Per prima cosa occorre fare ALLA CONQUISTA DEI un piccolo passo indietro, agli inizi degli anni Cinquanta dell’Ottocento – un’epoca in cui numerosi divieti pesano come una cappa di piombo sui teatri parigini e sui compositori. BOUFFES-PARISIENS Dall’inizio del XIX secolo, solo pochi teatri godono del diritto di mettere in scena opere liri- Pascal Blanchet che, e chi contravviene a questa regola va incontro a pesanti sanzioni (Hervé e Offenbach lo hanno sperimentato a proprie spese). Gli artisti cercano quindi affannosamente un pal- coscenico su cui poter rappresentare le loro opere. Dopo aver bussato invano per anni alle porte dell’Opéra-Comique, nel 1853 Hervé ottiene finalmente il permesso di aprire un teatro suo, dove gli è permesso allestire atti unici con due personaggi. Offenbach conquista lo stesso privilegio due anni dopo. Nel frattempo, Hervé ha ospitato nel suo teatrino la «bouffonnerie musicale» Oyayaye ou La reine des îles, mostrandosi così servizievole da interpretarvi ad- dirittura il ruolo principale. Offenbach – il quale, per parte sua, non contraccambierà mai la gentilezza – otterrà poi varie piccole concessioni successive per il proprio teatro: un terzo personaggio, poi un quarto, l’aggiunta di cori, e infine il diritto di infrangere la barriera dell’atto unico. Il compositore scriverà allora un’operetta in due atti, Mesdames de la Halle, prima di fare centro nel 1858 con Orphée aux enfers. Questa «opéra-bouffon» – come la chia- ma Offenbach – segna il vero e proprio avvio del genere lirico leggero che viene normalmente definito «operetta».

Nel frattempo, che fa Hervé? Se la passa decisamente meno bene. Pur continuando a so- gnare di approdare all’Opéra-Comique, si impegna con tutte le sue forze per far funzionare il proprio teatro. Ha lasciato nel 1854 il suo impiego come organista a Saint-Eustache per dedicarsi interamente alla sua arte (o meglio alle sue arti, dal momento che si scrive da sè i propri libretti, oltre a interpretare le sue opere e quelle degli altri) e ha quattro bambini da crescere... Così il compositore descrive come impiegava il proprio tempo all’epoca :

1. Scrivevo i versi, la prosa e i soggetti delle mie opere. 2. Ne componevo la musica. 3. L’orchestravo. 4. Interpretavo la maggior parte dei ruoli principali dei miei lavori e di quelli degli altri. 5. Li mettevo in scena. 6. E infine mi occupavo della parte amministrativa, dall’acquisto delle stoffe alla reda- zione delle locandine. E non parlo delle corse in Prefettura e al Ministero; senza contare

10 11 le genuflessioni davanti alla Censura che era già intollerante quasi come lo è oggi… con successo alle Variétés a partire dal febbraio 1866; e Merlino che annuncia un assurdo tor- neo nell’opera buffa di Hervé sembra ricalcato sul Popolani di Offenbach, che in Barbe-Bleue Dunque Hervé probabilmente soffriva di quello che oggi si chiama burnout, nel momento fa la stessa cosa (con una «damigella come premio» in entrambi i casi). Anche l’atto III degli in cui commette un crimine, il 30 agosto 1856. Non era un crimine da poco: corruzione di Chevaliers presenta una situazione che si avvicina a quella di Barbe-Bleue, con alcuni per- minore, nella persona di un adolescente. Un processo infamante e fortemente pubblicizzato sonaggi in fuga che si introducono nel castello dei loro nemici. L’opera stessa, un vaudeville fa a pezzi la sua vita personale e professionale; e così, nel momento in cui Offenbach si libe- molto ben costruito, propone avventure simili a quelle vissute dai personaggi di Labiche: ma- ra da numerosi vincoli, Hervé marcisce in prigione. Quando ne esce, alcuni mesi dopo, deve rito tradito, donna volubile, ragazza falsamente ingenua… Il costume finisce per costituire ripartire praticamente da zero, mentre Offenbach passa da un successo all’altro. la differenza fondamentale, come sintetizza Félix Clément nel suo Dictionnaire des opéras: «La parodia, l’antitesi, la volgarità dei particolari, in contrasto con la nobiltà e la grandeur Lontano dalla confusione parigina, Hervé percorre la provincia francese, arrivando fino al dei nomi e della condizione sociale dei personaggi». Parecchi motti di spirito e situazioni ridi- Nordafrica, nel tentativo di far dimenticare le sue vicissitudini. Quando ritorna nella capita- cole costellano il ricco dialogo, anche se i critici dell’epoca rimproverarono al testo di Chivot le, è per dirigere un teatro dal prestigio assai incerto, il Théâtre des Délassements-Comiques. e Duru di mancare di spirito e di accontentarsi di un umorismo basato quasi unicamente È lì che nel 1862 mette in scena il suo primo lavoro in due atti, Le Hussard persécuté, «ope- sugli anacronismi. Tale procedimento, biasimato da alcuni, è in effetti classico, come ricorda ra impossibile» di cui firma testo e musica, e il cui tono folle e sconclusionato preannuncia Francisque Sarcey: lo stile che affermerà pienamente nel 1867 con L’œil crevé. Riesce a infilarsi nel Théâtre des Variétés nel 1864, in un ottimo momento, giacché è stata finalmente proclamata la «Molto tempo prima – addirittura il 13 giugno 1792 – al Théâtre des Variétés era anda- «libertà teatrale», vale a dire la fine della severa regolamentazione che aveva imbrigliato e to in scena Le Petit Orphée, poema del cittadino Rouhier Deschamps, musica nuova del soffocato tutti i compositori per più della metà dell’Ottocento. cittadino Deshayes, balletto del cittadino Baupré-Riché. Si trattava di una vera e propria operetta. Il coro cantava a Orfeo: D’ora in poi, tutte le sale possono fare musica, e nessuna se ne priverà. Hervé ottiene subito Ah! Povero sposo! un bel successo con Le Joueur de flûte, un’operetta in un atto su un soggetto antico che ne Si lamenta dei colpi anticipa un altro… Giacché Offenbach, che non è mai troppo lontano, porta a sua volta alle che gli feriscono l’anima. Variétés La Belle Hélène, dando inizio a un ciclo di grandi opere buffe in tre atti, che si rive- Sposo troppo felice, leranno altrettanti successi. Nello stesso teatro, seguiranno Barbe-Bleue (1866), La Grande- non hai più moglie, duchesse de Gérolstein (1867), La Périchole (1868), Les Brigands (1869)… Hervé, nelle sue Com’è dolce la tua sorte!» Notes, afferma, forse con un pizzico di paranoia: «Offenbach, il quale non vedeva di buon (Francisque Sarcey, «Le Temps», cronaca teatrale, La formation des genres, 25 luglio 1881) occhio che io entrassi alle Variétés, improvvisamente litigò con i Bouffes-Parisiens e andò da Cogniard [il direttore delle Variétés] a offrirgli La Belle Hélène». È vero che Offenbach Leggendo la descrizione che si trova all’inizio del libretto, si pensa anche a Orphée aux aveva qualche problema con la direzione del teatro da lui fondato e di cui aveva lasciato enfers: esattamente come negli Chevaliers, dei manifesti posti in bella evidenza su alcuni la direzione qualche anno prima, per potersi dedicare alla propria carriera di compositore. elementi scenici stabiliscono sin dall’inizio le regole del gioco e lo stile umoristico che domi- In fondo gliene importava poco, dal momento che ben presto si ritrovò a regnare su quasi nerà lo spettacolo. In Offenbach, «Aristeo, produttore di miele, all’ingrosso e al dettaglio, con tutti gli altri teatri della capitale. Oltre alle Variétés, riscosse un altro successo duraturo al magazzino sul monte Imetto. / Orfeo, direttore dell’Orfeon di Tebe, lezioni private»; in Hervé, Palais-Royal con La Vie parisienne, prima di cimentarsi nuovamente all’Opéra Comique con «Castello del sire di Rodomonte. / Vietata l’affissione; i trasgressori saranno puniti. / Merlino Robinson Crusoë (per cancellare il fiasco di Barkouf nel 1861), e nel frattempo preparava II, mago successore di suo padre. – Collegio femminile, educazione famigliare. / Melusina, una grande féérie per il Théâtre du Châtelet (che non sarà mai rappresentata). maga, con brevetto senza garanzia del governo. – Liquidazione generale – Grandi sconti».

Ironia della sorte, a Hervé non restava che il Théâtre des Bouffes-Parisiens, orfano del proprio Oltre a tali questioni legate all’estetica, le ragioni dell’insuccesso degli Chevaliers vanno fondatore. Ingaggiandolo per Les Chevaliers de la Table ronde, la direzione dei Bouffes cerca- forse cercate altrove. Come ricorda un articolo del 1872 (nel momento in cui il lavoro viene va un rimpiazzo per sostituire il compositore della casa. L’incarico assegnato a Hervé suscita ripreso alle Folies-Dramatiques), la situazione del teatro costituì un problema: «Messi in molte chiacchiere; le aspettative sono alte, come attesta questo articolo di Henri Moreno, ap- scena per la prima volta ai Bouffes-Parisiens da una direzione traballante e che si sta- parso nel «Ménestrel» sei mesi prima della prima: «Questo compositore [Hervé], dotato di rara va giocando le sue ultime carte, interpretati in modo non adeguato, Les Chevaliers de la verve e facilità, è esattamente l’uomo che serve ai Bouffes; e forse è stato solo per un capriccio Table ronde avevano avuto successo solo a metà» (Vert-Vert, cronaca teatrale, «Les modes del caso se egli non occupa allegramente il posto di cui un altro si è impadronito così bene parisiennes», 16 marzo 1872). Se mai ci fossero stati problemi di cast, non riguardava- nella musica buffa» (6 maggio 1866). Lo stesso Hervé si dimostra consapevole dell’importan- no certo l’interprete della duchessa Totoche, Delphine Ugalde, cantante affermata, star za della posta in gioco, quando nell’estate del 1866 scrive all’autore di vaudevilles Siraudin, dell’Opéra-Comique sin dai suoi esordi nel 1848, poi del Théâtre-Lyrique negli anni 1850-60. rifiutando un libretto propostogli da quest’ultimo: «Ho avuto successo in spettacoli di un solo La Ugalde lascerà le scene ufficiali a favore dei Bouffes-Parisiens nel 1861 e ne diventerà atto e ora voglio vedere che cosa riuscirò a fare con un’opera in tre atti». Andando in scena ai anche co-direttrice insieme al marito, François Varcollier, alla partenza del fondatore. Con- Bouffes, Hervé si avvicina – per lo meno dal punto di vista geografico – all’Opéra Comique, tralto dotato di mezzi vocali notevoli, crea in particolare il ruolo di in Les Bavards, lui che aveva sempre lavorato lontano dal centro di Parigi. Un pubblico del tutto nuovo, che in cui Offenbach scrive per lei cadenze che arrivano al re bemolle 6. Hervé non è meno non frequentava le Folies-Nouvelles o i Délassements-Comiques, potrà scoprire i suoi lavori. esigente, dal momento che le riserva un’aria zeppa di passaggi temibili, «parodiando lo stile italiano» (dice la partitura). Del resto il compositore stesso segnala in partitura che La direzione dei Bouffes-Parisiens ha forse chiesto a Hervé di scrivere qualcosa alla Offenbach? tale aria «può anche essere soppressa, essendo stata composta tenendo conto dell’eccezio- Il soggetto medievale, in ogni caso, fa pensare al Barbe-Bleue di Offenbach, andato in scena nale talento di Madame Ugalde». Hervé scrive per una compagnia di prim’ordine e sente

12 13 di poter pretendere molto dai suoi interpreti, al tempo stesso mettendo in evidenza le sue con Geneviève de Brabant, aveva cercato di riprodurre il successo di Orphée aux enfers), ambizioni di compositore. mentre alcuni puristi continuano a gridare al sacrilegio. Quegli stessi critici che avevano denunciato i profanatori della mitologia greca (Orphée e Hélène) strillano come aquile nel Il desiderio di dimostrare la propria bravura forse spiega il fatto che il virtuosismo si ritrovi veder ridicolizzare gli eroi della Tavola rotonda: «Triste! Triste! L’operetta ha ucciso gli dèi, un po’ ovunque nella partitura. Anche l’interprete di Melusina si trova a dover affrontare ha ucciso gli eroi, ha ucciso i baroni del Medioevo, e questa sera ai Bouffes-Parisiens si notevoli salti di intervallo e acuti difficili. Nel finale del II atto, Totoche e Melusina devono accinge a uccidere i cavalieri della Tavola rotonda. Sono perduti per sempre al rispetto dei emettere vocalizzi sostenuti per diverse pagine di seguito; Hervé dà generosamente all’in- popoli Medoro, Amadigi, Lancillotto, Ogier e Rinaldo! Perdute anche la bella Angelica e la terprete della parte di Angelica la possibilità di aggiungersi alle due colleghe, se le fa piacere fata Melusina! […] Siate maledetto, Monsieur Hervé! Siate maledetto, Monsieur Duru! Siate – e se i suoi mezzi vocali glielo permettono. Anche Medoro ha diritto ai suoi acuti, e in certe maledetto, Monsieur Chivot!» (X. Feyrnet, «Le Temps», 18 novembre 1866). cadenze deve raggiungere il re 6. L’interprete del ruolo di Rodomonte, per parte sua, deve avere una dizione eccellente, in quanto la sua grande aria di collera del I atto («Mon œil est A dispetto dei suoi censori, il genere dell’opera buffa continuerà a prosperare, ma allonta- assez vif») scatena una valanga di sillabe mitragliate che ricorda il rapidissimo eloquio dei nandosi dalla parodia letterale dei soggetti antichi. Offenbach aveva mostrato la via con la bassi buffi dell’opera italiana. Anche gli strumenti dell’orchestra (nella versione originale, sua satira dei costumi contemporanei (La Vie parisienne) o del potere militare (La Grande- per lo meno) devono dare prova di grande abilità tecnica: così, sin dall’ouverture, il flauto duchesse de Gérolstein), o anche cimentandosi in una sorta di opéra-comique di nuovo deve gorgheggiare come un autentico soprano di coloratura, oltre a eseguire un altro pezzo genere (La Périchole). Quanto a Hervé, si emanciperà scatenando ancora di più la sua per- di bravura nell’introduzione al III atto. Il preludio dell’atto II è compito del clarinetto, che si sonale follia in quella che si potrebbe chiamare la «Tetralogia delle Folies-Dramatiques» (il vede assegnare a sua volta un vero e proprio brano da concorso. Esigenze simili non erano teatro che elegge a suo domicilio a partire dal 1867): L’œil crevé (1867), Chilpéric (1868), Le abituali nelle partiture che rientravano nello stesso genere (lo dimostra il confronto con Petit Faust (1869) – il suo successo più duraturo – e Les Turcs (1869) – il capolavoro maggior- quelle di Offenbach, molto più ragionevoli) e potrebbero in parte spiegare perché l’opera non mente dimenticato. Nei primi due casi, Hervé scrive anche il libretto; per i due ultimi lavori, sia stata allestita tanto spesso, soprattutto nelle province, che il più delle volte non dispone- si avvale della collaborazione di Hector Crémieux, uno degli autori di Orphée aux enfers, con vano di compagnie di canto e di orchestre così preparate. il contributo di Adolphe Jaime.

Il cast aveva quindi parecchio da fare, e forse, in effetti, non fu all’altezza del suo compito. La questione del libretto è di fondamentale importanza per la sopravvivenza di un’opera. L’unico biasimo preciso è rivolto all’interprete della parte di Rodomonte: Hervé ha fatto in- Mentre Offenbach poteva contare sulla genialità dei suoi librettisti Henri Meilhac e Ludovic gaggiare Joseph Kelm, suo vecchio compagno d’avventure de tempo delle Folies-Nouvelles, Halévy, Hervé, molto spesso, può fare affidamento solo su se stesso.I l suo triplice talento il cui modo di cantare, un po’ eccessivo, non si accorda con quello dei membri della troupe di scrittore, musicista e attore-cantante, invece di favorirlo, sembra al contrario averlo dei Bouffes. In ogni caso, tra i critici del 1866 numerosi sono quelli che elogiano svariati bra- purtroppo danneggiato. Un giorno, scrivendo a Émile Perrin, direttore dell’Opéra-Comique, ni della partitura, come per esempio Delphin Balleyguier, il quale afferma, nella «Semaine finisce persino per rinnegarsi: «Ho completamente abbandonato il canto, che avevo impie- musicale» del 22 novembre: «La musica di M. Hervé è più musica di quella di M. Offenbach gato come mezzo per esprimermi come compositore. Avevo preso una strada sbagliata, e […]. Il ritornello degli Chevaliers, una sorta di Marsigliese buffonesca, risuonerà ben presto sono rientrato su quella giusta, credo, innanzitutto riprendendo le mie antiche funzioni in tutta Parigi, e la ballata Isaure était seulette si potrà cantare in tutti i salotti, senza far di direttore d’orchestra, e poi evitando di occuparmi d’altro che non sia la composizione» arrossire le madri né le figlie. M. Hervé cura con attenzione la sua orchestra, e la sua ouver- (lettera del 30 gennaio 1862). Ben presto si rinnegherà di nuovo, ma in senso opposto, per ture è piena di verve». Altri insinuano addirittura che la musica sarebbe fin troppo ben fatta, interpretare i ruoli principali di Chilpéric e del Petit Faust… come Albert de Lasalle nel «Monde illustré», secondo il quale «la partitura degli Chevaliers de la Table ronde ostenta pretese di serietà che qui sono fuori luogo. Mi si citano l’arietta In ogni caso, per gli Chevaliers, per darsi un certo tono di serietà – e forse anche per avere cantata da Mlle Castello [Angelica], l’intervallo eseguito con garbo dal flautista dell’orchestra, meno da fare e potersi concentrare sulla musica –, Hervé si serve di due librettisti che, pur e ancora un’aria abilmente cesellata da Mme Ugalde; ma per il resto, sembra che la musica nel senza avere l’ingegno di Meilhac e Halévy, sono di sicuro altrettanto abili: lo attestano i suo insieme non rida affatto e mal si adatti al tono burlesco delle parole» (1° dicembre 1866). loro numerosi successi, in un’epoca in cui i musicisti di successo abbondano. Henri Chivot e Alfred Duru sono qui ancora agli inizi della loro proficua collaborazione, che darà i suoi Il maggiore ostacolo che gli Chevaliers dovranno superare sarà la competizione, ma non migliori frutti alcuni anni dopo, in particolare con (musica di Lecocq, 1872), quella di cui parla il libretto. In quel mese di novembre del 1866, il pubblico è altrove: an- e La Mascotte (musica di Audran, 1877 e 1880), e La Fille du zitutto all’Opéra-Comique, ove il successo di Mignon di Ambroise Thomas è al culmine. Il Tambour-major (musica di Offenbach, 1878 e 1879), per citare solo i titoli più famosi. Peral- critico Albert de Lasalle confessa di non avere nemmeno visto gli Chevaliers, avendo pre- tro, si intuisce che l’infaticabile – o incorreggibile – Hervé ci ha messo le mani ugualmente, ferito andare ad ascoltare i vocalizzi di Philine («Je suis Titania la blonde…») piuttosto che anche se non firma il libretto in prima persona. A questo proposito, il suo primo biografo, quelli della duchessa Totoche. Il pubblico si precipita anche al Palais-Royal, ove Offenbach Louis Schneider (che in genere è bene informato), cita la replica di Crémieux a Hervé, il trionfa con La Vie parisienne, lo spettacolo che tutti vogliono vedere, un’opera buffa diversa, giorno in cui quest’ultimo gli aveva portato alcuni versi destinati al Petit Faust, raccoman- basata su personaggi contemporanei e non più su eroi mitologici o storici. Louis Roger, nella dandogli di modificarli pure, se fosse stato necessario: «Ma che cosa vuoi che cambiamo? Fai «Semaine musicale», così riassume la situazione teatrale in quel momento: «Mignon è un i versi e le strofe molto meglio di noi!» («Le Petit Marseillais», 22 giugno 1925). È appunto nel grande successo; Freyschütz [al Théâtre-Lyrique] è un grande successo; […] La Vie parisien- Petit Faust che si trovano questi versi magniloquenti, pronunciati dal moribondo Valentin ne è un grande successo. Ma Les Chevaliers de la Table ronde si trascinano faticosamente». nel rimproverare la sorella: «L’onore è come un’isola scoscesa e senza approdi, / non si può Proponendo una farsa su un soggetto leggendario, Hervé e i suoi collaboratori si scontra- più rientrarvi quando la si è lasciata» – versi in cui si è tentati di ravvisare un intento no con due difficoltà: una parte dei critici (e del pubblico) si è ormai stancata delle paro- comico dell’autore. Peraltro, questo severo distico non è dovuto alla penna di Hervé, ma die su temi antichi (Offenbach aveva già dovuto subire un mezzo fiasco quando nel 1859, a quella di Boileau (Les Satires, X); e prima di andare a finire nelPetit Faust nel 1869, era

14 15 stato cantato negli Chevaliers de la Table ronde dalla duchessa Totoche. Era una frase alla sono altre, come gli inquietanti «Tri la ti ta ta, tri la ti ta ta» di Rodomonte. Ma le onoma- quale Hervé doveva tenere molto, se si pensa quanto era stato bistrattato il suo onore al topee preferite di Hervé restano senza dubbio quelle che usa per imitare lo jodler. Ogni momento del processo, nel 1856, e che per lui l’Opéra-Comique era la più scoscesa delle isole volta che ne ha l’occasione, il compositore fa «partire per la tangente» i suoi personaggi, i irraggiungibili… In ogni caso, al momento di rielaborare gli Chevaliers per la ripresa del quali abbandonano bruscamente la situazione in cui si trovano per lanciarsi in vocalizzi 1872, il compositore ometterà il distico in questione, ormai troppo legato al Petit Faust, il scatenati che passano dal registro vocale grave a quello acuto e viceversa. Questo canto cui successo era ormai consolidato. di origine montanara, che sembra voglia evocare la Germania piuttosto che la Svizzera, si dimostrerà quasi appropriato in Le Petit Faust, nel momento in cui il patriottico Trio Dunque Hervé è sempre, almeno in parte, l’autore dei libretti che mette in musica. Tra le du Vaterland ricorrerà a vigorosi «Trou la ou la ou»; ma è del tutto fuori luogo (e quindi caratteristiche del suo stile, si noterà l’abitudine – tutto sommato molto divertente – di esilarante) nel finale degli Chevaliers, dopo parole di esaltazione pseudo-gloriosa, intonare rivolgersi direttamente al pubblico, con una disinvoltura che rasenta la sfacciataggine. Così, «Laïtou! Laïtou! Trou la la!». Notiamo qui, per inciso, altre due piccole manie di Hervé: il Medoro alla sua entrata in scena ferma l’azione, avvicinandosi al pubblico mentre gli altri gusto della messinscena presente sin nella partitura stessa (gli «Un, deux, trois…» fino a personaggi restano come irrigiditi nelle loro pose, per «aprire una lunga parentesi». Nel dieci riportano l’indicazione: «Gridati, e accompagnati da gesti che esprimono un’evo- teatro di quest’epoca gli «a parte» sono frequenti, ma questa tendenza ad abbattere siste- luzione comico-cavalleresca») e la prosodia volutamente bistrattata («la table ron-on-de», maticamente e radicalmente la quarta parete è tipica di Hervé. Analogamente, Rodomonte, dove i due «on» sono fortemente sottolineati. Dunque Hervé usa tutti questi stratagemmi più avanti, sembra fornire al pubblico la ricetta per un finale d’opera riuscito: «Allegria per sorprendere il suo pubblico e far deragliare la trama, portandola al limite dell’esplosio- e tristezza: mescoliamo artisticamente questo duplice sentimento!...». Chivot e Duru scri- ne e del caos: egli svela la natura fittizia della storia, mentre, in Offenbach, il comico serve veranno una quantità di libretti nel corso della loro lunga e proficua carriera, ma non si a dare più sapore alla vicenda, senza però compromettere l’illusione, il senso di evasione spingeranno mai così oltre con gli altri musicisti. Fu Hervé a indurli a scrivere secondo le dello spettatore. sue precise indicazioni, oppure parecchi versi sono usciti direttamente dalla sua penna? Hervé doveva credere nella sua partitura, giacché ne propone una nuova versione al pub- Il procedimento comico-musicale che Hervé utilizza più spesso nelle sue opere consiste in blico nel 1872. Si elogia la distribuzione, alla cui testa, nel ruolo di Melusina, brilla Madame una grande varietà di cambiamenti di tono. A più riprese, negli Chevaliers, egli crea un cli- Sallard, illustre cantante di poco inferiore a Madame Ugalde. Il ruolo di Rodomonte è affida- ma paragonabile a quello di un’opera lirica di genere serio, e poi lo spezza bruscamente per to all’eccellente Milher, uno degli allievi prediletti di Hervé, che già si era distinto nei panni mezzo di una sorpresa, della comparsa del tutto inaspettata di un elemento nettamente di Gérômé (L’œil crevé), Ricin (Chilpéric) e Valentin (Le Petit Faust). Nella parte di Medoro, discordante rispetto all’atmosfera che si è creata. Per evocare il genere serio, non c’è niente il figlio del compositore, Emmanuel Ronger (si esibisce sotto il nome d’arte di Gardel-Hervé), di meglio del recitativo, magniloquente o elegiaco, veicolo di sentimenti elevati... che viene riceve la sua parte di elogi. Viene notata anche l’estrosa Mathilde Lasseny, che dà una nuova fatto esplodere con una semplice parola o un’espressione familiare. Come fa Orlando, quan- interpretazione della duchessa Totoche. Hervé la conosce bene, dato che dieci anni prima do lancia nel bel mezzo di un recitativo perfettamente decoroso: «Che cosa viene a fare ha scritto per lei la parte di Fleur-de-Bruyère, alias Chapotarde, nell’Hussard persécuté; qui quella seccatrice?» (parlando di Melusina). Oppure, nel grande concertato del finale l’indiscreto compositore rivela addirittura, nelle sue Notes, che intorno al 1860 essa è stata dell’atto II, la cui musica, per alcune battute, non guasterebbe in un finale di Verdi («Cono- la sua amante, prima di abbandonarlo: «Dato che un ricco banchiere le aveva offerto una sce il mistero / e sorprende il mio segreto / evitiamone la collera… ») è immediatamente situazione più vantaggiosa di quella che potevo offrirle io, dopo un leggero tentennamento contraddetta da un «… e facciamo i bagagli». Lo stesso avviene nella romanza cantata da si decise a sacrificare il si bemolle a favore della banconota dell’uomo del sud»). Nel 1872 la Totoche, uno dei grandi successi della partitura (a suo tempo bissata e lodata dai critici), cantante ritorna alle scene, circondata da un’aura scandalosa che ne accresce la fama… ove la musica riecheggia una delle autentiche romanze che peraltro Hervé effettivamente scriveva (si veda Le Temps des roses), ma le parole («Se non per tuo marito, fallo almeno per La nostra epoca così ironica, innamorata della parodia quanto lo è del Medioevo (basti ve- la tua famiglia!») rovinano tutta l’atmosfera. Si ha l’impressione di vedere un pittore che dere il successo della serie televisiva francese Kaamelott), avida di scoperte musicologiche, disegna una graziosa Monna Lisa e poi si diverte a farle subito i baffi. darà una nuova opportunità agli Chevaliers di Hervé? Di esempi di piacevoli sorprese rinve- nute nell’esplorare repertori dimenticati ce ne sono a bizzeffe, a cominciare da tutte le opere Per sorprendere il suo pubblico, Hervé si diverte anche a giocare con le parole, a volte ripe- di Offenbach male accolte per motivi sbagliati, legati al clima politico (si veda la più recente tendole fino all’ebbrezza (il «gar’gar’gar’gar’» che Rodomonte mitraglia nell’aria già citata, riscoperta, Fantasio, il cui allestimento originario, a suo tempo, risentì della sconfitta fran- prima in crome e poi in semicrome, finisce per somigliare a un’onomatopea che illustra un cese nella guerra contro la Prussia, avvenuta meno di un anno prima). La follia di Hervé, gargarismo particolarmente vigoroso). Le parole sono tagliate a fette per il puro gusto di con la sua dismisura e i suoi eccessi, poteva disorientare i suoi contemporanei; ma non si farlo, in particolare nel riuscito girotondo alla fine del primo atto: «Mai più bel mestiere / vede perché non dovrebbe piacere agli spettatori di oggi, abituati a ben altro. Si potrebbero vi fu mai al mondo! / Di quel di cavallo, di quel di cavaliere…», o ancora, con una variante, allora sentire nuove versioni dei capolavori di Hervé (le vecchie incisioni, per quanto interes- nei couplets di Melusina, allorché Medoro ripete la fine delle frasi pronunciate dalla sua santi, non basterebbero), oppure riscoprire i già citati Turcs, Le Trône d’Écosse, o anche Alice interlocutrice con effetti sorprendenti: de Nevers – tutte opere che sono state vittime di circostanze sfavorevoli, e con le quali Hervé Melusina: Qui pourrait dire? credette ogni volta di aver scritto il suo capolavoro. Aveva forse ragione? Medoro : …rait dire?1

Nello stesso passaggio, più avanti, Medoro canta una sorprendente onomatopea, «Tra la la you piou», a mo’ di caricatura di non si sa bene quale strumento (la grancassa viene 1Si veda a p. 99. L’effetto straniante è dato dal fatto che imitata in seguito a gran colpi di «boum boum boum»). Tali sillabe fanno ancora più ridere la ripetizione delle ultime due sillabe «…rait dire», in allorché accompagnano un’allusione sinistra: «… di cui morì! Tra la la you piou!». Ce ne francese suona come «raidir», ossia «irrigidire»

16 17 Compositore, librettista, attore, cantante, impresario e direttore di compagnia, Hervé è ge- neralmente considerato il padre dell’operetta, benché tale titolo sia talvolta attribuito al suo rivale Jacques Offenbach, la cui carriera si svolse parallelamente alla sua. Rimasto orfano di padre a 10 anni, Florimond Ronger si stabilisce a Parigi, ove diventa cori- sta nella chiesa di Saint-Roch. Grazie al suo talento musicale, viene presentato al composito- re Daniel-François-Esprit Auber, allora al culmine della sua fama, il quale accetta di dargli lezioni private. È nominato organista della cappella dell’ospedale di Bicêtre, ove scrive la sua prima opera, L’Ours et le Pacha, un breve opéra-comique che viene interpretato dai pazienti di quello che è definito ancora «ricovero per alienati». Dopo qualche anno ottiene un posto di organista più prestigioso, a Saint-Eustache. In aggiunta ai suoi impegni in chiesa, intra- prende una carriera teatrale come comparsa e corista in varie sale di periferia; è allora che assume lo pseudonimo di Hervé. Nel 1847 scrive una pochade, Don Quichotte et Sancho Pança, considerata la prima «operet- ta», che va in scena in un teatrino del Boulevard Montmartre, ma sarà ben presto rappre- sentata sul prestigioso palcoscenico dell’Opéra National, appena fondata da Adolphe Adam. Direttore d’orchestra dell’Odéon e poi del Théâtre du Palais-Royal, nel 1854 apre un teatro suo in Boulevard du Temple, che chiama Folies-Concertantes e poi Folies-Nouvelles, e dove presenta operette di sua composizione (Le Compositeur toqué, La Fine Fleur de l’Andalousie, Un drame en 1779…), ma anche una delle prime opere di Offenbach, Oyayaye ou la Reine Louis-Auguste-Florimond Ronger des îles (1855), e una di Léo Delibes, Deux sous de charbon (1856). Qualche noia con la giusti- zia e problemi di salute lo costringono a ritirarsi per qualche tempo, e così nel 1859 cede la detto Hervé (1825-1892) sala all’attrice Virginie Déjazet, che la ribattezzerà a suo nome. Grande viaggiatore, Hervé si esibisce in provincia come cantante prima di ristabilirsi nuova- mente a Parigi e assumere la direzione musicale del Théâtre des Délassements-Comiques, ove mette in scena un’opera che colpisce il pubblico per la sua eccentricità: Le Hussard persécuté. Allestisce poi al Théâtre des Variétés Le Joueur de flûte, un opéra-bouffe in un atto il cui soggetto prefigura quello della Belle Hélène. Les Chevaliers de la Table Ronde, opéra-bouffe in 3 atti, rappresentata alle Bouffes-Parisiens, è la prima delle grandi operette di Hervé. In seguito diventa direttore d’orchestra all’Eldorado e compositore residente del Théâtre des Folies-Dramatiques, ove ottiene grande successo con L’Œil crevé (1867), Chilpéric (1868) e Le Petit Faust (1869). Questi due ultimi lavori forniscono a Hervé l’occasione di intraprendere una fruttuosa carrie- ra in Inghilterra, giacché li eseguirà lui stesso a Londra. Le opere che mette in scena a Parigi negli anni successivi avranno meno fortuna; si tratta di Le Trône d’Écosse (1871), La Veuve du Malabar (1873) e Alice de Nevers (1875). Nel 1878 interpreta il ruolo di Jupiter in una ripresa di Orphée aux enfers diretta dallo stesso Offenbach. Segue il ciclo di operette-vaudeville che Hervé scrive per Anna Judic, la vedette del Théâtre des Variétés : La Femme à papa (1879), La Roussotte (1881), Lili (1882) e infine Mam’zelle Nitouche (1883) – quest’ultima ispirata ai suoi stessi esordi, quando faceva l’organista di giorno e il compositore d’operette la sera. Nel 1886 Hervé lascia Parigi per Londra, ove compone una serie di balletti per l’Empire Theatre. Nel 1892 ritorna in Francia, ove mette in scena il suo ultimo lavoro, l’opéra-bouffe Bacchanale, poco prima della sua morte, sopravvenuta il 3 novembre 1892.

18 19 Les Brigands Thibault Perrine trascrizione Nel 2000, Loïc Boissier apre insieme al pianista Nicolas Ducloux la Violinista di formazione, Thibault Perrine ha studiato armonia con partitura del Barbe-Bleue di Offenbach e propone a quindici dei Jean-Claude Raynaud, scrittura con Thierry Escaich, orchestrazione suoi colleghi del Coro dei Musiciens du Louvre di allestirne una con Jean-François Zygel, direzione d’orchestra con Nicolas Brochot e versione «leggera» per la Scène Nationale de Montbéliard. Nel 2001, direzione di coro con Catherine Simonpietri. Da dodici anni realizza la compagnia si organizza per portare lo spettacolo in tournée gli arrangiamenti musicali di vari spettacoli lirici, in particolare in Francia, battezzandosi Les Brigands, dal titolo di un’opera di per la compagnia Les Brigands (dal Docteur Ox e Ta Bouche a La Offenbach. Benjamin Lévy dirige e Stéphan Druet si occupa della Grande Duchesse), il Théâtre du Châtelet (Le Chanteur de Mexico) regia: vanno così in scena Geneviève de Brabant, Le Docteur Ox e o, più recentemente, per l’Académie de l’Opéra de (Iphigénie nel 2004 Ta Bouche, il cui allestimento riscuote un notevole successo. en Tauride, Les Temps aventureux). Gli sono state affidate diverse I cast si rinnovano contintamente, e nel 2007 il baritono Christophe orchestrazioni destinate a incisioni (con Marie-Nicole Lemieux, Anne Grapperon diventa direttore musicale della compagnia. Dal 2008 Gastinel…), eventi (Concert de Paris 2014) o documentari (Ils ont al 2011, il gruppo lavora con il Théâtre musical de Besançon e libéré Paris, nel 2014; Verdun: ils ne passeront pas, uscita prevista nel intraprende nuove collaborazioni: con i «26000 couverts» (una 2016). Appassionato di didattica, collabora regolarmente con Jean- nota compagnia francese di artisti di strada), Johanny Bert, Pierre François Zygel nell’ambito delle trasmissioni Les Clefs de l’orchestre Guillois. Importante partner della compagnia è la Scène Nationale e La Boîte à musique, come pure ai suoi spettacoli al Théâtre du de La Rochelle, che ospita nel 2013 la prima rappresentazione della Châtelet. Insegna scrittura musicale al CRR (Conservatoire à Grande-Duchesse. Dal 2012, Les Brigands sono associati al Centre Rayonnement Régional) di Parigi e arrangiamento al Polo superiore des Bords de Marne a Le Perreux-sur-Marne. di insegnamento artistico Paris-Boulogne-Billancourt. BIOGRAFIE www.lesbrigands.fr

Pierre-André Weitz regia Pierre-André Weitz fa i suoi primi passi sulla scena al Théâtre du peuple de Bussang all’età di 10 anni e vi resta fino ai 25, recitando, cantando, ideando e fabbricando scene e costumi. Nel frattempo, studia architettura a Strasburgo, si iscrive al Conservatorio e lavora come corista all’Opéra National du Rhin. Nel 1989, conosce Olivier Py; da allora realizza le scene e i costumi per tutti gli allestimenti del regista. Da questa determinante collaborazione è nata una concezione della scenografia in cui i cambi di scene sono considerati momenti drammaturgici di una coreografia dello spazio. Dall’età di 18 anni ha firmato 150 scenografie per il teatro lirico e per quello di prosa per diversi registi, tra cui Jean Chollet, Michel Raskine, Claude Buchvald, Jean-Michel Rabeux, Ivan Alexandre, Jacques Vincey, Hervé Loichemol, Sylvie Rentona, Karelle Prugnaud, Mireille Delunsch, Christine Berg. La sua ricerca sul tempo e sullo spazio lo spinge a proporsi come musicista o come autore in alcuni spettacoli. All’Opéra de Paris per l’Alceste di Gluck ha disegnato per tre ore tutte le scene in diretta, affermando così un’estetica pittorica dell’effimero, metafora della musica. Per la sua prima regia, a Strasburgo, ha messo in scena tre volte di seguito la Sœurinette di Olivier Py in tre allestimenti diversi con tre estetiche differenti create con venti scenografi, dimostrando così che la scenografia può cambiare il senso e l’essenza di un’opera senza tradirla. Insegna scenografia da vent’anni presso l’École Supérieure des Arts Décoratifs di Strasburgo.

20 21 HERVÉ Avec la compagnie Les Brigands ORCHESTRE Les Chevaliers de la Table ronde Direction musicale Christophe Grapperon Instrumentistes de la Mise en scène Pierre-André Weitz compagnie LES BRIGANDS Opéra-bouffe en trois actes, Assisté de Victoria Duhamel paroles d’Henri Chivot et Alfred Duru. Chefs de chant Nicolas Ducloux Pablo Schatzman violon et Christophe Manien Clara Abou violon Musique de Louis-Auguste-Florimond Travail corporel Iris Florentiny Laurent Camatte alto Ronger dit Hervé (1825-1892). et Yacnoy Abreu Alfonso Annabelle Brey violoncelle Représenté pour la première fois Costumes et scénographie Simon Drappier contrebasse le 17 novembre 1866 Pierre-André Weitz Boris Grelier flûte au Théâtre des Bouffes-Parisiens. Assisté de Pierre Lebon François Miquel clarinette et Mathieu Crescence Yannick Mariller basson Transcription de Thibault Perrine Lumières Bertrand Killy Takénori Nemoto cor pour treize chanteurs Régie plateau Ingrid Chevalier (les 7, 11, 12 et 13 février) et douze instrumentistes. Camille Lebrequier cor Rodomont, le duc (le 9 février) Damien Bigourdan André Feydy trompette Sacripant, sénéchal Eriko Minami percussions Antoine Philippot Nicolas Ducloux piano français Durée approximative du spectacle : Merlin, enchanteur et maître d’école 2h sans entracte Arnaud Marzorati Médor, jeune ménestrel Mathias Vidal Totoche, la duchesse (femme de Rodomont) Ingrid Perruche Angélique, sa belle-fille (fille de Rodomont) Lara Neumann Mélusine, magicienne Chantal Santon-Jeffery Fleur-de-Neige, dame d’honneur Clémentine Bourgoin Roland, chevalier errant Rémy Mathieu Amadis des Gaules, chevalier David Ghilardi Lancelot du Lac, chevalier Théophile Alexandre , chevalier Jérémie Delvert Ogier le Danois, chevalier Pierre Lebon

22 23 OUVERTURE Il était une fois un pays improbable, entre l’an 800 et l’an 2017, où tout est encore possible et merveilleux.

ACTE I Les chevaliers Amadis, Ogier, Renaud et Lancelot découvrent que leur ancien cama- rade Roland a renoncé à sa vie trépidante à cause de l’enchanteresse Mélusine : folle amou- reuse, elle le tient enfermé chez elle et condamne ce héros à une vie d’oisiveté. Ils veulent profiter de l’annonce faite par Merlin d’un grand tournoi pour l’arracher à ce joug autoritaire. Le duc Rodomont, qui organise la joute, offre la main de sa fille Angélique en prix de conso- lation. Ruiné, il compte sur ce mariage pour redorer son blason. Il s’étonne du luxe qu’affiche sa femme, la duchesse Totoche. Il la soupçonne d’être entretenue par un amant. Rodomont se promet de démasquer le coupable. De son côté Angélique est impatiente de découvrir les plaisirs de l’amour que lui a vantés son précepteur, Médor, secrètement épris d’elle. Roland, tombé lui aussi sous le charme de la jeune fille, est prêt à s’élancer au combat pour la conqué- rir, délaissant pour de bon Mélusine.

ACTE II Totoche, Angélique et Sacripant (Grand Sénéchal, et… amant de Totoche) travaillent aux préparatifs du tournoi. La duchesse s’affole : elle a vendu la couronne de Rodomont, der- nier vestige de sa fortune, pour financer sa garde-robe et plaire à Sacripant. Merlin, chargé d’apporter une imitation en zinc, est introuvable. Or le tournoi commence, Rodomont réclame SYNOPSIS sa couronne. Restée seule avec Sacripant, Totoche lui confie son angoisse. Interrompue par (qui n’a guère d’importance) son mari de plus en plus impatient, elle est à deux doigts d’avouer qu’elle a vendu son bien le plus précieux, quand soudain Merlin arrive, muni du substitut. Rodomont croit reconnaître sa couronne chérie. Le tournoi s’achève, Roland a raflé la main d’Angélique. Au moment de fêter les héros, Rodomont surprend Totoche en train d’embrasser Merlin avec effusion : il croit tenir son rival. Médor et Mélusine, mus par le dépit amoureux, s’introduisent dans le château sous des habits de ménestrels. Ils chantent pour distraire l’assistance. Mélusine en profite pour verser, ni vue ni connue, un somnifère à Roland qui s’effondre. Rodomont cherche des sels pour le ranimer, et tombe sur une liste de factures, toutes acquittées. Persuadé de tenir la preuve de la trahison de Totoche, qui ne peut tenir cet argent que de son amant, il explose. L’assemblée, Sacripant en tête, s’éclipse pour échapper à la colère du duc. Mélusine en profite pour enlever Roland. Rodomont réclame des aveux à sa femme. Cette dernière croit que le duc veut parler de l’affaire de la couronne et finit par livrer le nom de son complice : Merlin. Les clo- ches du mariage sonnent : Médor apparaît sous l’armure de Roland pour épouser Angélique à sa place. Rodomont ordonne qu’on jette Totoche et Merlin, qu’il tient pour son amant, en prison, au milieu de la liesse du mariage.

ACTE III Chez Mélusine : le philtre de l’enchanteresse agit plus qu’elle n’aurait voulu, Roland dort depuis quinze jours. Arrivent trois saltimbanques, en fait Merlin, Totoche et Sacripant dé- guisés, ce dernier ayant délivré ses deux complices de leurs chaînes. Entre après eux Rodomont, qui entend mettre la main sur Roland. Ce dernier a en effet mystérieusement disparu au len- demain de son union avec Angélique, et les quatre chevaliers envoyés à sa recherche ne sont jamais revenus, ensorcelés par les voluptés prodiguées chez Mélusine. Rodomont est suivi d’une Angélique éplorée et du malheureux Médor, obligé de cacher sa véritable identité de mari. Fou d’amour après la nuit passée incognito auprès de la fille du duc, il s’est attaché au service de Ro- domont pour ne pas la quitter. Quand Roland se réveille enfin, il n’a aucun souvenir des heures exquises qu’évoque la jeune fille. Et pour cause, il n’y était pas. Tous se demandent alors qui se cachait sous l’armure. Pour Rodomont c’est clair, il s’agit de Sacripant, lui aussi disparu sans raison depuis quinze jours. Il tombe sur lui justement, dans son costume de saltimbanque, et lui demande de s’expliquer, prêt à pardonner. Sacripant, interloqué de le voir si bien disposé, lui avoue benoîtement... qu’il est l’amant de Totoche. Rodomont fulmine, mais une ruse de Totoche le force à ployer pour le dénouement final. Les faux-semblants sont levés et les couples rassem- blés. Rodomont, défait, cède Totoche à Sacripant, Angélique s’épanouit dans les bras de Médor et Roland dans ceux de Mélusine. Tout est bien qui finit bien. Ils vécurent heureux et eurent beaucoup d’enfants.

24 25 « C’est une de mes meilleures partitions, mais le public ne fait pas le succès des meilleures choses... » Ainsi s’exprime humblement Hervé dans ses Notes pour servir à l’histoire de l’opérette, un mémoire qu’il adresse en 1881 au chroniqueur théâtral Francisque Sarcey. Au cours d’une longue carrière marquée par des succès éclatants et des chutes retentissantes, le compositeur a eu maintes occasions de devenir philosophe. La citation précédente concerne son opéra-bouffe Alice de Nevers, mais il aurait pu dire la même chose des Chevaliers de la Table ronde : Alice est un fiasco complet à sa création en 1875, lesChevaliers reçoivent un accueil tiède quand ils voient le jour en 1866. Dans les deux cas, il s’agit d’œuvres qui méritent qu’on les réécoute… Hervé avait donc raison !

Oui, ces Chevaliers qui reviennent aujourd’hui d’un long exil sont dignes de connaître une renaissance. Car il s’agit d’une œuvre plus importante qu’il n’y pourrait d’abord paraître. Pourquoi ? Parce que ces vaillants Chevaliers constituent un jalon, non seulement dans la carrière d’Hervé mais dans l’histoire de l’opérette : celui qu’on appelle le « Compositeur toqué » – et qu’on considère comme le père de l’opérette – écrit là son premier grand opéra-bouffe en trois actes, et il le destine au théâtre des Bouffes-Parisiens, fief de son rival, Jacques Offenbach.

Le chevalier Hervé Quelques explications sont nécessaires pour bien comprendre en quoi la soirée du 17 no- vembre 1866, jour de la première, revêt l’allure d’un événement historique. Il faut opérer un à la conquête petit retour en arrière, au début des années 1850, à une époque où de nombreux interdits pèsent comme une chape de plomb sur les théâtres parisiens et sur les compositeurs. De- des Bouffes-Parisiens puis le début du XIXe siècle, seuls quelques théâtres ont obtenu le droit de jouer des œuvres par Pascal Blanchet lyriques, et les contrevenants s’exposent à des sanctions sévères (Hervé et Offenbach l’ont expérimenté à la dure). Les artistes cherchent désespérément des scènes où leurs œuvres pourront connaître les feux de la rampe. Après des années de suppliques sans résultat aux portes de l’Opéra-Comique, Hervé obtient enfin en 1853 la permission d’ouvrir son propre théâtre : il peut y faire jouer des pièces en un acte à deux personnages. Offenbach décroche le même privilège deux ans plus tard. Dans l’intervalle, Hervé l’a accueilli chez lui avec Oyayaye ou La reine des îles, bouffonnerie musicale dans laquelle le maître des lieux pousse l’obligeance jusqu’à jouer le rôle principal. Offenbach – qui ne lui retournera jamais la politesse – se verra accorder par la suite divers petits élargissements pour son théâtre : un troisième puis un quatrième personnage, des chœurs, et enfin le droit de dépasser l’acte unique. Il écrira une opérette en deux actes, Mesdames de la Halle, avant de frapper un grand coup en 1858 avec Orphée aux enfers. Cet « opéra-bouffon » – ainsi le nomme Offenbach – marque le véritable coup d’envoi d’un genre lyrique léger, qu’on appelle, la plupart du temps, l’opérette.

Pendant ce temps, que fait Hervé ? Il va beaucoup moins bien. Tout en rêvant d’être joué à l’Opéra-Comique, il se démène comme un diable pour faire fonctionner son théâtre. Il a quitté en 1854 son poste d’organiste à Saint-Eustache pour se consacrer à son art (ses arts, plutôt, puisqu’il écrit souvent ses livrets en plus de jouer ses œuvres et celles des autres) et il doit nourrir ses quatre enfants... Voici comment le compositeur décrit son emploi du temps à cette époque :

« 1o J’écrivais les vers, la prose et les scénarios de mes ouvrages. 2o J’en composais la musique. 3o Je l’orchestrais. 4o Je jouais la plupart des rôles principaux de mes pièces ou de celles des autres. 5o Je mettais en scène. 6o Et enfin je m’occupais de la partie administrative, depuis l’achat des étoffes jusqu’à la rédaction des affiches. Je ne parle pas des courses à la Préfecture et au Ministère ; sans

27 compter les génuflexions à plat ventre devant la Censure qui était déjà presque aussi into- La direction des Bouffes-Parisiens a-t-elle demandé à Hervé de « faire » du Offenbach ? Le lérante qu’aujourd’hui… » sujet médiéval, en tout cas, rappelle le Barbe-Bleue d’Offenbach, représenté avec succès aux Variétés dès février 1866 ; et Merlin annonçant un concours absurde dans l’opéra-bouffe Hervé souffrirait donc de ce qu’on appelle aujourd’hui un burn out, au moment où il com- d’Hervé semble un décalque du Popolani d’Offenbach, qui fait de même dans Barbe-Bleue met un crime, le 30 août 1856. Et pas des moindres : un détournement de mineur sur la (avec, dans les deux cas, une « demoiselle en loterie »). L’acte III des Chevaliers propose aussi personne d’un adolescent. Un procès infâmant et médiatisé réduit en miettes sa vie per- une situation proche de celle de Barbe-Bleue, avec des personnages en fuite qui s’intro- sonnelle et professionnelle. Ainsi, au moment où Offenbach se libère de plusieurs carcans, duisent chez leurs ennemis. La pièce elle-même, vaudeville très bien construit, propose des Hervé croupit en prison. À sa sortie, quelques mois plus tard, il doit repartir pratiquement aventures semblables à celles que vivent les héros de Labiche : mari trompé, femme volage, à zéro, tandis qu’Offenbach vole de succès en succès. jeune fille faussement naïve… Le costume constitue alors la principale différence, ce que Félix Clément résume ainsi dans son Dictionnaire des opéras : « La parodie, l’antithèse, Loin de l’agitation parisienne, Hervé parcourt la province française, voire le nord de la vulgarité des détails, qui contrastent avec la noblesse et la grandeur des noms et de la l’Afrique, essayant de se faire oublier un peu. Quand il revient dans la capitale, c’est pour condition sociale des personnages. » Plusieurs mots d’esprit et situations cocasses ponc- tenir la baguette dans un théâtre au prestige bien incertain, les Délassements-Comiques. tuent l’abondant dialogue même si les critiques de l’époque reprochent au texte de Chivot C’est là, en 1862, qu’il fait jouer sa première pièce en deux actes (au lieu d’un seul), Le Hus- et Duru de manquer d’esprit et de se contenter d’un humour fondé presque uniquement sur sard persécuté, « opéra impossible », paroles et musique de lui, dont le ton échevelé et far- des anachronismes. Le procédé, décrié par certains, est en fait classique, comme le rappelle felu annonce celui qui prendra pleinement son essor en 1867 avec L’Œil crevé. Il parvient à Francisque Sarcey : mettre les pieds au Théâtre des Variétés en 1864, à un très bon moment, puisque la « Liberté des Théâtres » est enfin proclamée ; autrement dit, la fin de la réglementation sévère qui « Longtemps auparavant – le 13 juin 1792, s’il vous plaît, on avait joué sur le Théâtre avait étouffé tous les compositeurs pendant plus de la moitié du XIXe siècle. des Variétés le Petit Orphée, poème du citoyen Rouhier Deschamps, musique nouvelle du citoyen Deshayes, ballet du citoyen Baupré-Riché. C’était une véritable opérette. Le chœur Dorénavant, toutes les salles peuvent faire de la musique, et aucune ne va s’en priver. Hervé chantait à Orphée : obtient un beau succès d’emblée avec Le Joueur de flûte, opérette en un acte sur un sujet Ah ! le pauvre époux ! antique qui en préfigure un autre… Car Offenbach, jamais bien loin, amène à son tour aux Il se plaint de coups Variétés La Belle Hélène, entamant alors un cycle de grands opéras-bouffes en trois actes, Qui frappent son âme. tous couronnés de succès. Suivront à ce théâtre Barbe-Bleue (1866), La Grande-duchesse Trop heureux époux, de Gérolstein (1867), La Périchole (1868), Les Brigands (1869)… Hervé, dans ses Notes, af- Tu n’as plus de femme, firme, peut-être un peu paranoïaque : « Offenbach, qui ne voyait pas d’un bon œil mon Que ton sort est doux ! » entrée aux Variétés, se brouilla soudainement avec les Bouffes-Parisiens, et vint offrir à (Francisque Sarcey, Le Temps, Chronique théâtrale, « La formation des genres », Cogniard [le directeur des Variétés], La Belle Hélène. » Il est vrai qu’Offenbach éprouvait 25 juillet 1881) des problèmes avec la direction du théâtre qu’il avait fondé, après en avoir abandonné la direction quelques années plus tôt afin de se consacrer à sa carrière de compositeur. En lisant la description qui figure au début du livret, on pense aussi à Orphée aux enfers : Peu lui importait, au fond, puisqu’il régna bientôt sur presque tous les autres théâtres de tout comme dans les Chevaliers, des affiches posées bien en évidence sur des éléments de la capitale. Outre les Variétés, il donne au Palais-Royal un autre succès durable, La Vie décor, établissent d’emblée les règles du jeu et le style d’humour qui va prévaloir. Chez parisienne, avant de s’essayer à nouveau à l’Opéra-Comique avec Robinson Crusoë (pour Offenbach, « Aristée, fabricant de miel, gros et détail, dépôt au mont Hymette. / Orphée, venger l’échec de Barkouf en 1861), tout en préparant une grande féérie pour le Châtelet directeur de l’orphéon de Thèbes, leçons au mois et au cachet » ; chez Hervé, « Château du (qui ne verra pas le jour). sire de Rodomont. / Défense d’afficher sous peine d’amende. / Merlin II, enchanteur, succes- seur de son père. – Pensionnat de demoiselles, éducation de famille. / Mélusine, magicienne, Il ne restait donc plus à Hervé, ironiquement, que les Bouffes-Parisiens, orphelins de leur brevetée s.g.d.g. – Liquidation générale. – Grand rabais ». fondateur. En l’engageant pour Les Chevaliers de la Table ronde, la direction des Bouffes cherchait un remplaçant au compositeur maison. La commande passée à Hervé fait jaser ; Outre ces questions liées à l’esthétique de la pièce, les raisons de son insuccès sont peut-être les attentes sont élevées, comme en témoigne cet article d’Henri Moreno, paru dans Le ailleurs. Comme le rappelle un article de 1872 (au moment de la reprise de l’ouvrage aux Ménestrel six mois avant la création : « Ce compositeur [Hervé], doué d’une verve et d’une Folies-Dramatiques), la situation du théâtre posait problème : « Joués pour la première fois facilité rares, est précisément l’homme qu’il faut aux Bouffes ; et peut-être n’a-t-il tenu qu’à aux Bouffes-Parisiens par une direction chancelante et qui risquait sa dernière partie, in- un caprice du hasard qu’il n’occupât le plus gaillardement du monde la place dont un autre terprétés d’une façon insuffisante, les Chevaliers de la Table ronde n’avaient obtenu qu’un s’est si bien emparé dans la musique bouffonne. » (6 mai 1866). Hervé lui-même apparaît demi-succès. » (Vert-Vert, Chronique théâtrale, Les modes parisiennes, 16 mars 1872). S’il y conscient de l’importance de l’enjeu, quand il écrit, à l’été 1866, au vaudevilliste Siraudin avait des problèmes de distribution, ils ne concernaient certainement pas l’interprète de la pour refuser un livret que ce dernier lui propose : « J’ai eu des succès d’actes isolés et je m’at- duchesse Totoche, Delphine Ugalde, cantatrice confirmée, étoile de l’Opéra-Comique dès ses tends moi-même dans un ouvrage en trois actes. » En étant joué aux Bouffes, Hervé se rap- débuts en 1848, puis du Théâtre-Lyrique dans les années 1850. Elle délaissera les scènes of- proche – au moins géographiquement – de l’Opéra-Comique, lui qui avait toujours œuvré ficielles pour les Bouffes-Parisiens en 1861 et, au départ du fondateur, en deviendra même hors du centre de Paris. Tout un public nouveau, qui ne fréquentait pas les Folies-Nouvelles la co-directrice avec son mari, François Varcollier. Contralto dotée de moyens importants, ou les Délassements-Comiques, va pouvoir le découvrir. elle crée notamment Roland dans Les Bavards, rôle pour lequel Offenbach écrit certaines cadences qui atteignent le contre-ré bémol. Hervé est à peine moins exigeant avec elle, lui réservant un air débordant de traits redoutables, « parodiant le style italien » (dixit la

28 29 partition). Le compositeur prévient d’ailleurs que cet air « peut se supprimer, ayant été En proposant une farce sur un sujet légendaire, Hervé et ses collaborateurs se heurtent composé en vue du talent exceptionnel de Madame Ugalde ». Hervé écrit pour une troupe à deux difficultés : une partie des critiques (et du public) s’est déjà lassée des pièces paro- de premier ordre, il sent qu’il peut exiger beaucoup de ses interprètes, tout en mettant en diques sur des thèmes anciens (Offenbach avait déjà essuyé un demi-échec en essayant avant ses ambitions de compositeur. de reproduire le succès d’Orphée aux enfers avec Geneviève de Brabant, en 1859), tandis que certains puristes continuent de crier au sacrilège. Les mêmes qui avaient dénoncé les Ce désir de prouver son habileté explique peut-être que la virtuosité se retrouve un peu profanateurs de la mythologie grecque (dans Orphée et Hélène) poussent des cris d’orfraie partout dans la partition. L’interprète de Mélusine, elle aussi, affronte des intervalles re- en voyant ridiculiser les héros de la Table ronde : « Triste ! Triste ! L’opérette a tué les dieux, doutables et des aigus difficiles. Dans le final de l’acte II, elle et Totoche doivent vocaliser elle a tué les héros, elle a tué les barons du Moyen-Âge, elle s’apprête à tuer ce soir, aux à vive allure pendant plusieurs pages d’affilée, Hervé – bon prince – donnant le choix à Bouffes-Parisiens, les chevaliers de la Table ronde. Perdus à jamais dans le respect des l’interprète du rôle d’Angélique de se joindre à ses deux collègues si le cœur lui en dit – et si populations Médor, Amadis, Lancelot, Ogier et Renaud ! Perdue comme la belle Angélique ses moyens le lui permettent. Médor a droit aussi à ses aigus et doit atteindre le contre-ré et la fée Mélusine ! […] Soyez maudit, M. Hervé ! Soyez maudit, M. Duru ! Soyez maudit, lors de certaines cadences. L’interprète du rôle de Rodomont, lui, doit posséder une excel- M. Chivot ! » lente diction, son grand air de colère de l’acte I (« Mon œil est assez vif ») déchaînant une (X. Feyrnet, Le Temps, 18 novembre 1866). avalanche de syllabes mitraillées qui rappelle le débit rapide des basses bouffes d’opéra italien. On pourrait aussi mentionner les instruments de l’orchestre qui (dans la version Malgré les censeurs, le genre de l’opéra-bouffe continuera de fleurir mais en s’éloignant originale, du moins) doivent faire preuve d’une grande habileté technique. Ainsi, dès l’ou- de la parodie littérale des sujets anciens. Offenbach a montré le chemin avec la satire des verture, la flûte doit roucouler comme une vraie soprano colorature, en plus d’exécuter mœurs contemporaines (La Vie parisienne) ou du pouvoir militaire (La Grande-duchesse de un autre morceau de bravoure en introduction à l’acte III. Le prélude de l’acte II revient Gérolstein), voire en s’essayant à une sorte d’opéra-comique nouveau genre (La Périchole). à la clarinette, qui se voit attribuer à son tour une véritable pièce de concours. Toutes ces Hervé, lui, s’affranchira en débridant plus encore sa folie, qui lui est si personnelle, dans ce exigences n’étaient pas courantes dans les partitions du même genre (une comparaison qu’on pourrait appeler sa « Tétralogie des Folies-Dramatiques » (le théâtre où il élit domicile avec celles d’Offenbach, beaucoup plus raisonnables, le prouve) et pourraient expliquer en à partir de 1867) : L’Œil crevé (1867), Chilpéric (1868), Le Petit Faust (1869) – le succès le plus partie que l’œuvre n’ait pas été montée fréquemment, notamment dans les provinces, qui durable – et Les Turcs (1869) – le chef-d’œuvre le plus oublié. Hervé est son propre librettiste ne disposaient pas, bien souvent, de troupes si aguerries. dans les deux premiers cas ; pour les deux derniers, il s’est assuré du concours d’Hector Crémieux, un des auteurs d’Orphée aux enfers, avec la collaboration d’Adolphe Jaime. La distribution avait donc fort à faire, et peut-être, effectivement, n’a-t-elle pas suffi à la tâche. Le seul reproche précis est adressé à l’interprète du rôle de Rodomont : Hervé a fait La question du livret apparaît d’une importance primordiale dans la survie d’une œuvre. engager Joseph Kelm, son vieux complice du temps des Folies-Nouvelles, dont le jeu outran- Là où Offenbach pouvait compter sur le génie de ses librettistes Henri Meilhac et Ludovic cier détonne peut-être avec celui des membres de la troupe des Bouffes. Quoi qu’il en soit, Halévy, Hervé ne peut bien souvent se fier qu’à lui-même. Son triple talent d’auteur, de les critiques de 1866 sont nombreux à louanger plusieurs morceaux de la partition, par musicien et de comédien-chanteur, loin de le favoriser, semble malheureusement lui avoir exemple Delphin Balleyguier, dans La Semaine musicale du 22 novembre, qui affirme : « La nui. Il se renie même un jour en écrivant à Émile Perrin, directeur de l’Opéra-Comique : musique de M. Hervé est plus de la musique que celle de M. Offenbach […]. Le refrain des « J’ai complètement abandonné le chant que j’avais employé comme moyen de me produire Chevaliers, sorte de Marseillaise bouffonne, sera répété bientôt par tout Paris, et la ballade au point de vue du compositeur. J’ai fait fausse route, et je suis rentré dans la vraie voie, je « Isaure était seulette » pourra être redite dans tous les salons, sans faire rougir ni mère crois, en reprenant d’abord mes anciennes attributions de chef d’orchestre, et en ne vou- ni fille. M. Hervé soigne bien son orchestre, et son ouverture est pleine de verve. » D’autres lant plus que m’occuper exclusivement de composition » (lettre du 30 janvier 1862). Il ne suggèrent même que la musique serait un peu trop bien faite, tel Albert de Lasalle dans Le tardera pas à se renier à nouveau, dans l’autre sens, pour interpréter les rôles principaux Monde illustré pour qui « la partition des Chevaliers de la Table ronde affiche des préten- de Chilpéric et du Petit Faust… tions au sérieux qui sont hors de propos. On nous cite bien l’ariette chantée par Mlle Castello [Angélique], l’entracte exécuté avec charme par le flûtiste de l’orchestre, et encore un air À l’occasion des Chevaliers, en tout cas, pour avoir l’air sérieux – et peut-être pour travail- habilement détaillé par Mme Ugalde ; mais il paraît que l’ensemble de cette musique, qui ne ler moins et se concentrer sur la musique –, Hervé bénéficie de deux librettistes qui, sans rit point, est mal approprié au ton burlesque des paroles. » avoir le génie de Meilhac et Halévy, n’en sont pas moins talentueux. Leurs nombreuses (1er décembre 1866) réussites avec tout ce que l’époque compte de musiciens à succès en témoignent. Henri Chivot et Alfred Duru en sont encore aux débuts de leur collaboration, qui va véritablement Le plus gros obstacle que devront franchir les Chevaliers sera la compétition, mais pas celle donner tous ses fruits quelques années plus tard avec Les Cent Vierges (musique de Lecocq, dont parle le livret. Le public est ailleurs en ce mois de novembre 1866 : il est d’abord à 1872), Le Grand Mogol et La Mascotte (musique d’Audran, 1877 et 1880), Madame Favart l’Opéra-Comique, où le succès de Mignon d’Ambroise Thomas bat son plein. Le critique et La Fille du Tambour-major (musique d’Offenbach, 1878 et 1879), pour ne nommer que Albert de Lasalle avoue même qu’il n’a pas vu les Chevaliers, ayant préféré aller entendre les les titres les plus connus. On devine quand même qu’Hervé, infatigable ou incorrigible, met vocalises de Philine (« Je suis Titania la blonde… ») plutôt que celles de la duchesse Totoche. sérieusement la main à la pâte, même quand il ne signe pas le livret. À ce sujet, son pre- Le public se rue aussi au Palais-Royal où Offenbach triomphe avec La Vie parisienne, la mier biographe, Louis Schneider (généralement bien informé), cite la réplique de Crémieux pièce que tout le monde veut voir, un opéra-bouffe différent, basé sur des personnages à Hervé, le jour où ce dernier lui avait apporté quelques vers destinées au Petit Faust, contemporains et non plus sur des héros mythologiques ou historiques. Louis Roger, dans recommandant de les modifier au besoin : « Que veux-tu que nous changions? Tu fais les La Semaine musicale, résume ainsi la situation théâtrale à ce moment-là : « Mignon est un vers et les couplets mieux que nous ! » (Le Petit Marseillais, 22 juin 1925). C’est dans Le Petit grand succès ; Freyschütz [au Théâtre-Lyrique] est un grand succès ; […] la Vie parisienne est Faust, justement, qu’on trouve ces vers grandiloquents, placés dans la bouche de Valentin un grand succès. Mais Les Chevaliers de la Table ronde ne font que se traîner lourdement. » mourant et faisant des reproches à sa sœur : « L’honneur est comme une île escarpée et

30 31 sans bord, / On ne peut plus rentrer quand on en est dehors », vers dans lesquels on est accompagnent une allusion sinistre : « … dont il mourut ! Tra la la you piou ! ». Il y en a tenté de voir une invention comique de l’auteur. Pourtant, ce distique sévère ne vient pas d’autres, comme les terrifiants « tri la ti ta ta, tri la ti ta ta » de Rodomont. Mais les ono- de la plume d’Hervé, mais de celle de Boileau (Les Satires, X). Et avant de se retrouver là, en matopées préférées d’Hervé restent certainement celles qui servent à imiter la tyrolienne. 1869, elle avait été chantée dans Les Chevaliers de la Table ronde par la duchesse Totoche. Chaque fois qu’il en a l’occasion, le compositeur fait « décrocher » ses personnages, qui dé- Hervé devait tenir à cette phrase, lui dont l’honneur avait été bien malmené au moment de laissent brusquement la situation pour se lancer dans des « tralala-itou » débridés, incluant son procès en 1856, et pour qui l’Opéra-Comique apparaissait comme la plus escarpée des des changements de registre vocal, de l’aigu au grave. Ce chant issu des montagnes, qui îles… Quand il retravaille les Chevaliers en vue de la reprise de 1872, il fait disparaître le semble vouloir rappeler l’Allemagne – plutôt que la Suisse – sera presque en situation dans distique, désormais trop associé au Petit Faust, dont le succès ne se démentait pas. Le Petit Faust, alors qu’un certain trio patriotique – le « Chant du Vaterland » – fera appel à de vaillants « trou la ou la ou ». Mais il est tout à fait hors de propos (et donc hilarant) dans Hervé est donc toujours, au moins un peu, l’auteur des livrets qu’il met en musique. Parmi le finale des Chevaliers, après des paroles simili-glorieuses, de lancer « Laïtou ! Laïtou ! Trou les façons d’écrire qui lui sont propres, on remarque cette manie – très drôle au demeu- la la ! ». Notons au passage deux autres manies douces d’Hervé, le goût de la mise en scène rant – de s’adresser directement au public, avec une désinvolture qui confine à l’effronte- à même la partition (dans la Ronde des chevaliers les « un, deux, trois… » jusqu’à dix sont rie. Ainsi, Médor stoppe dès son entrée l’action, s’avançant vers le public pour « ouvrir une marqués : « Criés, et accompagnés de gestes exprimant une évolution chevaleresque et large parenthèse », dit-il. On voit souvent des apartés dans le théâtre de cette époque, mais comique ») et la prosodie volontairement malmenée : « la table ron-on-de », les deux « on » cette manière de fracasser radicalement le quatrième mur appartient à Hervé. De même, fortement marqués. Hervé joue donc de toutes ces ficelles pour surprendre son auditeur, et Rodomont, plus loin, semble donner au public la recette pour un bon final d’opéra : « Allé- faire dérailler l’intrigue, l’amenant au bord de l’éclatement, du chaos : il révèle la nature gresse et tristesse : mêlons artistement ce double sentiment ! ... » Chivot et Duru écriront fictive du récit, alors que chez Offenbach, le comique sert à pimenter l’intrigue, sans com- bien d’autres livrets au cours de leur longue et fructueuse carrière mais n’iront jamais promettre l’illusion, l’évasion du spectateur. aussi loin avec les autres musiciens. Hervé les a-t-il poussés à écrire spécifiquement pour lui, ou porte-t-il la responsabilité de nombreux vers ? Hervé devait croire en sa partition, puisqu’il en propose une nouvelle version au public en 1872. On vante la distribution, à la tête de laquelle brille Mme Sallard dans le rôle de Le procédé de comique musical (ou de comique en musique, si on veut) qu’Hervé utilise le Mélusine, cantatrice émérite, à peine inférieure à Mme Ugalde. Le rôle de Rodomont revient plus fréquemment dans ses œuvres consiste en une grande variété de ruptures de ton. À à l’excellent Milher, un des interprètes de prédilection d’Hervé, qui avait brillé en Gérômé plusieurs reprises dans les Chevaliers, il installe un climat comparable à celui d’une œuvre (L’Œil crevé), en Ricin (Chilpéric) et en Valentin (Le Petit Faust). Dans le rôle de Médor, le lyrique de genre sérieux, puis le brise brusquement au moyen d’une surprise, de l’appari- fils d’Hervé,E mmanuel Ronger (qui fait carrière sous le nom de Gardel-Hervé), reçoit sa tion brutale d’un élément qui détonne vivement avec l’atmosphère créée. Pour évoquer le part de louanges. On remarque aussi la fantaisiste Mathilde Lasseny qui offre une nouvelle genre sérieux, rien de tel que le récitatif, grandiloquent ou élégiaque, exprimant des senti- incarnation de la duchesse Totoche. Hervé la connaît bien, ayant écrit pour elle le rôle de ments élevés, qu’on fait exploser au moyen d’un mot ou d’une expression familière. Ainsi Fleur-de-Bruyère, alias Chapotarde, dans Le Hussard persécuté dix ans plus tôt. (Indiscret, de Roland, qui lance au beau milieu d’un récitatif jusque-là convenable : « Que vient faire Hervé confie même dans ses Notes qu’elle a été sa maîtresse, au début des années 1860, ici ce crampon ? » (en parlant de Mélusine). Ou encore le grand concertato du finale de l’acte avant de l’abandonner : « [U]n riche banquier lui ayant offert un engagement supérieur au II, dont la musique qui ne déparerait pas, pendant quelques mesures, un finale de Verdi (« Il mien, après un léger vacillement, elle se décida à sacrifier le si bémol pour la bank-note de connaît le mystère / Et surprend mon secret / Évitons sa colère… ») est aussitôt contredit l’homme du Sud. ») Elle effectue en 1872 un retour à la scène, amenant avec elle un petit par un désinvolte « … et faisons notre paquet ». C’est aussi le cas dans la romance que vent de scandale tout à fait bienvenu… chante Totoche, un des grands succès de la partition (bissé et remarqué par les critiques), où la musique résonne comme dans une des véritables romances qu’Hervé écrivait par ail- Notre époque ironique, éprise de parodie autant que de Moyen-Âge (voir le succès de Kaa- leurs (voir Le Temps des roses), mais dont les paroles inconvenantes (« Si ce n’est pas pour melott), friande de découvertes musicologiques, donnera-t-elle sa chance aux Chevaliers ton mari, fais-le au moins pour ta famille ! ») viennent tout briser. On a l’impression de voir d’Hervé ? Les exemples de surprises heureuses dans l’exploration des répertoires oubliés un peintre dessiner de jolies Joconde et s’amuser à leur ajouter aussitôt des moustaches. abondent, à commencer par toutes ces œuvres d’Offenbach, mal reçues pour de mauvaises raisons liées au climat politique (voir le plus récent, Fantasio, dont la création a souffert Pour surprendre son public, Hervé s’amuse également à jouer avec les mots, parfois à les de la proximité de la défaite contre la Prusse). La folie d’Hervé, sa démesure et ses excès, répéter jusqu’à l’ivresse (le « gar’gar’gar’gar’ » que mitraille Rodomont dans l’air déjà cité, pouvaient désarçonner ses contemporains ; elle pourrait bien plaire aux spectateurs d’au- d’abord en croches puis en doubles-croches, finit par ressembler à une onomatopée illus- jourd’hui, qui en ont vu bien d’autres. On pourrait alors entendre de nouvelles versions trant un gargarisme particulièrement vigoureux). Les mots sont saucissonnés pour le plai- des grands titres d’Hervé (les enregistrements anciens, pour délicieux qu’ils soient, ne sau- sir, notamment dans la Ronde à succès de la fin du premier acte : « Jamais plus joli métier / raient suffire), ou bien redécouvrir Les Turcs, déjà nommés, Le Trône d’Écosse, ou même Ne fut dans le monde ! / Que celui de cheval, que celui de chevalier… », ou encore avec une Alice de Nevers – toutes œuvres victimes de circonstances défavorables, et avec lesquelles variante dans les couplets de Mélusine, lorsque Médor répète certaines fins de phrases de sa Hervé croyait avoir atteint le chef-d’œuvre. Et qui sait ? Peut-être Hervé avait-il encore partenaire avec des résultats surprenants : raison ! « Mélusine : Qui pourrait dire ? Médor : …rait dire ? »

Dans ce même passage, plus loin, Médor chante une onomatopée étonnante, « Tra la la you piou », qui caricature on ne sait trop quel instrument (la grosse caisse est imitée plus loin à grands coups de « boum boum boum »). Ces syllabes font encore plus rire quand elles

32 33 Louis-Auguste-Florimond Ronger, dit Hervé, est un compositeur, auteur dramatique, acteur, chanteur, metteur en scène et directeur de troupe français, né le 30 juin 1825 à Houdain et mort le 3 novembre 1892 à Paris. Il est généralement considéré comme le père de l’opérette, bien que ce titre soit parfois attribué à son rival, Jacques Offenbach, dont la carrière est parallèle à la sienne. Orphelin de père à dix ans, Florimond Ronger s’installe à Paris où il devient choriste dans la maîtrise de l’église Saint-Roch. Ses dons musicaux lui valent d’être présenté à Daniel-François-Esprit Auber, alors au sommet de sa popularité, qui lui donne des leçons de composition. Nommé organiste à la chapelle de Bicêtre, c’est là qu’il compose un pre- mier opéra-comique, L’Ours et le Pacha, qui sera joué par les patients de ce qu’on appelle encore un « asile d’aliénés ». Bientôt, il décroche un autre poste d’organiste plus prestigieux, à Saint-Eustache. En plus de ses fonctions à l’église, il entreprend une carrière théâtrale, d’abord figurant et choriste dans différents théâtres de banlieue.I l prend alors le pseudo- nyme d’Hervé. Il écrit en 1847 une pochade, Don Quichotte et Sancho Pança, considérée comme la pre- mière « opérette », créée dans une petite salle du boulevard Montmartre, mais bientôt jouée sur la scène plus prestigieuse de l’Opéra-National, que vient de fonder Adolphe Adam. Chef d’orchestre de l’Odéon puis du Palais-Royal, il ouvre en 1854 un théâtre sur le boulevard du Temple qu’il baptise Folies-Concertantes puis Folies-Nouvelles et où il présente des opé- Louis-Auguste-Florimond rettes de sa composition (Le Compositeur toqué, La Fine Fleur de l’Andalousie, Un drame en 1779...), mais aussi l’une des premières opérettes d’Offenbach (Oyayaye ou la Reine des Ronger dit Hervé (1825-1892) îles, 1855), et la toute première de Léo Delibes (Deux sous de charbon, 1856). En 1856, des dé- mêlés avec la justice le forcent à se retirer, et il cède la salle en 1859 à la comédienne Virginie Déjazet qui la rebaptise de son nom. Grand voyageur, il se produit en province comme chanteur avant de se réinstaller à Pa- ris. Il prend la direction musicale des Délassements-Comiques où il fait jouer une œuvre dont l’excentricité frappe le public, Le Hussard persécuté. Il donne ensuite aux Variétés Le Joueur de flûte, opérette un acte dont le thème préfigure La Belle Hélène, mais c’est aux Bouffes-Parisiens que sont représentés Les Chevaliers de la Table ronde, le premier de ses grands opéras-bouffes en trois actes. Par la suite, en plus d’être chef d’orchestre à l’Eldora- do, il devient le compositeur maison du théâtre des Folies-Dramatiques où il obtient de très grands succès avec L’Œil crevé (1867), Chilpéric (1868) et Le Petit Faust (1869). Avec ces deux derniers titres, Hervé entame une fructueuse carrière anglaise, puisqu’il va lui-même les jouer à Londres. Les nouvelles pièces qu’il écrit pour Paris connaissent moins de succès (Le Trône d’Écosse, 1871; La Veuve du Malabar, 1873; Alice de Nevers, 1875). En 1878, il tient le rôle de Jupiter dans une reprise d’Orphée aux enfers, sous la direction d’Offenbach, lui-même puis débute le cycle des vaudevilles-opérettes qu’il compose pour Anna Judic, l’étoile du théâtre des Variétés : La Femme à papa (1879), La Roussotte (1881), Lili (1882) et enfin Mam’zelle Nitouche (1883). Cette dernière œuvre s’inspire de ses débuts, alors qu’il était organiste le jour et compositeur d’opérettes le soir. En 1886, Hervé quitte Paris pour Londres et y compose une série de ballets pour l’Empire Theatre. Il rentre en France en 1892 où il donne un ultime opéra-bouffe, Bacchanale, peu de temps avant sa mort, le 3 novembre 1892.

35 Les Brigands Thibault Perrine transcription En 2000, Loïc Boissier ouvre avec le pianiste Nicolas Ducloux la Violoniste de formation, Thibault Perrine a étudié l’harmonie avec partition du Barbe-Bleue d’Offenbach et propose à quinze de ses Jean-Claude Raynaud, l’écriture avec Thierry Escaich, l’orchestration collègues du Chœur des Musiciens du Louvre d’en monter une avec Jean-François Zygel, la direction d’orchestre avec Nicolas Brochot version légère sur la Scène Nationale de Montbéliard. L’équipe et la direction de chœur avec Catherine Simonpietri. Depuis douze s’organise en 2001 pour faire tourner ce spectacle en France. Elle ans, il a réalisé les arrangements musicaux de nombreux spectacles s’intitule Les Brigands, du nom d’un ouvrage d’Offenbach. Benjamin lyriques, notamment pour la compagnie Les Brigands (du Docteur Lévy dirige et Stéphan Druet met en scène : Geneviève de Brabant, Ox et de Ta Bouche à La Grande Duchesse), le Théâtre du Châtelet Le Docteur Ox puis Ta Bouche en 2004, dont les représentations à (Le Chanteur de Mexico) ou plus récemment pour l’Académie de l’Athénée Théâtre Louis-Jouvet leur valent un succès considérable. l’Opéra de Paris (Iphigénie en Tauride, Les Temps aventureux). Des Les distributions se régénèrent sans cesse et le baryton Christophe orchestrations lui ont été commandées pour divers enregistrements Grapperon devient en 2007 directeur musical de la compagnie. De (avec Marie-Nicole Lemieux, Anne Gastinel…), événements (Concert 2008 à 2011, la compagnie collabore avec le Théâtre musical de de Paris 2014) ou films documentaires (Ils ont libéré Paris en Besançon et s’ouvre à de nouvelles collaborations : les 26000 couverts, 2014 ; Verdun : ils ne passeront pas à diffuser en 2016). Soucieux Johanny Bert, Pierre Guillois. Partenaire important de la compagnie, de pédagogie, il collabore régulièrement avec Jean-François Zygel la scène nationale de La Rochelle accueille en 2013 la création de La dans le cadre de ses émissions Les Clefs de l’orchestre ou La Boîte Grande-Duchesse. Depuis 2012, Les Brigands sont associés au Centre à musique, ainsi que pour ses spectacles au Théâtre du Châtelet. des Bords de Marne du Perreux-sur-Marne. Il enseigne l’écriture au Conservatoire à rayonnement régional de www.lesbrigands.fr Paris et l’arrangement au Pôle supérieur d’enseignement artistique BIOGRAphies Paris Boulogne-Billancourt. Pierre-André Weitz mise en scène Pierre-André Weitz fait ses premiers pas sur scène au théâtre du peuple de Bussang à l’âge de 10 ans. Il y joue, chante, fabrique et conçoit décors et costumes jusqu’à ses 25 ans. Parallèlement, il étudie à Strasbourg l’architecture et rentre au conservatoire d’art lyrique. Pendant cette période, il est choriste à l’Opéra National du Rhin. En 1989, il rencontre Olivier Py. Il réalise depuis tous ses décors et costumes. De cette collaboration décisive va naître une pensée de scénographie où les changements de décor sont dramaturgiques et revendiqués comme chorégraphie d’espace. Il signe plus de 150 scénographies depuis ses 18 ans avec divers metteurs en scène au théâtre comme à l’opéra (Jean Chollet, Michel Raskine, Claude Buchvald, Jean-Michel Rabeux, Ivan Alexandre, Jacques Vincey, Hervé Loichemol, Sylvie Rentona, Karelle Prugnaud, Mireille Delunch, Christine Berg...). Cette recherche sur l’espace et le temps le pousse à se produire comme musicien ou comme auteur sur certains spectacles. À l’Opéra de Paris dans Alceste de Gluck, il dessine pendant trois heures tous les décors en direct affirmant ainsi une esthétique picturale de l’éphémère ; métaphore de la musique. Sa première mise en scène à Strasbourg est une recherche de l’espace et du temps, jouant trois fois de suite la Sœurinette d’Olivier Py dans trois dispositifs différents et trois esthétiques différentes créés avec vingt scénographes. Il prouve ainsi que la scénographie peut changer le sens et l’essence d’une œuvre sans la trahir. Il enseigne cette discipline depuis vingt ans à l’école Supérieure des Arts Décoratifs de Strasbourg.

36 37 HERVÉ With the company Les Brigands ORCHESTRA Les Chevaliers de la Table ronde Musical director Christophe Grapperon Instrumentalists of the company Stage director Pierre-André Weitz LES BRIGANDS Opéra-bouffe in three acts, Assisted by Victoria Duhamel words by Henri Chivot and Alfred Duru. Chorus masters Nicolas Ducloux Pablo Schatzman violin and Christophe Manien Clara Abou violin Music by Louis-Auguste-Florimond Movement Iris Florentiny Laurent Camatte viola Ronger, known as Hervé (1825-1892). and Yacnoy Abreu Alfonso Annabelle Brey cello First performed on 17 November 1866 Costume and set design Simon Drappier double bass at the Théâtre des Bouffes-Parisiens. Pierre-André Weitz Boris Grelier flute Assisted by Pierre Lebon François Miquel clarinet Transcription for 13 singers and Mathieu Crescence Yannick Mariller bassoon and 12 instrumentalists Lightning Bertrand Killy Takénori Nemoto horn by Thibault Perrine. Stage manager Ingrid Chevalier (February 7, 11, 12 & 13) Camille Lebrequier horn Rodomont, Duke (February 9) Damien Bigourdan André Feydy trumpet Sacripant, Grand Seneschal Eriko Minami percussions Nicolas Ducloux piano Approximate duration: Antoine Philippot english 2 hours without interval Merlin, enchanter and schoolmaster Arnaud Marzorati Médor, young minstrel Mathias Vidal Totoche, Duchess (wife to Rodomont) Ingrid Perruche Angélique, her stepdaughter (daughter to Rodomont) Lara Neumann Mélusine, enchantress Chantal Santon-Jeffery Fleur-de-Neige, lady-in-waiting Clémentine Bourgoin Roland, knight errant Rémy Mathieu Amadis des Gaules, knight David Ghilardi Lancelot du Lac, knight Théophile Alexandre Renaud de Montauban, knight Jérémie Delvert Ogier le Danois, knight Pierre Lebon

38 39 OVERTURE Once upon a time there was an unlikely land, somewhere between the years 800 and 2017, where everything was still possible and wonderful.

ACT ONE The knights Amadis, Ogier, Renaud and Lancelot discover that their former com- rade Roland has renounced his adventurous existence for the enchantress Mélusine, passion- ately in love with him, who keeps him a prisoner in her palace. They wish to use Merlin’s announcement of a grand tournament to snatch him from her clutches. The organiser, Duke Rodomont, is offering his daughter Angélique’s hand as consolation prize and counts on this marriage to boost the family’s ruined finances. Astonished by the luxurious lifestyle of his wife Duchess Totoche, he suspects her expenses are being paid by a lover. Angélique is impa- tient to discover the pleasures of love vaunted by her tutor Médor, secretly smitten with her. Roland too has fallen for her charms and prepares to join the fray in order to win her hand, throwing Mélusine over for good.

ACT TWO Totoche, Angélique and Sacripant (Grand Seneschal and Totoche’s lover) are making the final preparations for the tournament. The Duchess is distraught: she has sold Rodomont’s crown, the last remnant of his fortune, to finance her wardrobe and please Sacripant. No one can find Merlin, who has been told to bring a zinc crown made to con- ceal her crime. But now the tournament is beginning and Rodomont demands his crown. SYNOPSIS Alone with Sacripant, Totoche tells of her fears. Interrupted by her increasingly impatient (not terribly important really) husband, she is about to confess that she has sold his most precious possession when Mer- lin arrives with the substitute. Rodomont believes he recognises his cherished crown. The tournament ends: Roland has won Angélique’s hand. While the heroes are being fêted, Rodomont surprises Totoche effusively embracing Merlin and thinks he has identified his rival. Médor and Mélusine, prompted by amorous pique, enter the castle disguised as min- strels. They sing to create a diversion while Mélusine slips a sleeping-draught into Roland’s goblet; he promptly collapses. Rodomont goes off to fetch smelling salts to revive him and comes on a list of bills, all paid. Convinced this is proof of the infidelity of Totoche, who can only have got the necessary money from her lover, he explodes with rage. The assembled company, led by Sacripant, slips away to escape from the Duke’s anger. Mélusine takes advantage of the confusion to abduct the unconscious Roland. Rodomont demands a full confession from his wife. She thinks the Duke is referring to the fake crown and eventually names her accomplice: Merlin. Wedding bells sound, and Médor appears wearing Roland’s armour to marry Angélique in the latter’s place. Amid the festivities, Rodomont gives or- ders to imprison Totoche and Merlin, whom he takes for his wife’s lover.

ACT THREE The palace of Mélusine, whose philtre has had a more radical effect than she intended: Roland has slept for a fortnight. Enter three strolling players, actually Merlin, Totoche and Sacripant in disguise, the last-named having freed the others from their fet- ters. They are followed by Rodomont, who is in search of Roland. The latter (i.e. Médor in disguise) mysteriously vanished the day after the wedding, and the four knights sent to look for him never returned, bewitched by the sensual delights of Mélusine’s palace. Then a tearful Angélique enters with poor Médor, obliged to conceal his true identity as her hus- band. Madly in love after the night he spent incognito with the girl, he has joined Rodomont’s service in order to stay with her. When Roland finally wakes, he has no recollection of the hours of delight Angélique evokes – not surprisingly, since he was not present! Everyone now wonders who was hiding beneath the armour. Rodomont thinks it must have been Sacripant, also inexplicably missing for the past fortnight. He now turns up in his strolling player’s costume, and the Duke asks him to explain himself, quite prepared to forgive him. Sacripant, taken aback to find him so well disposed, blandly confesses he is Totoche’s lover. Rodomont flies into a rage, but Totoche tricks him into yielding. All disguises are now re- moved and the couples are reassigned: a defeated Rodomont gives up Totoche to Sacripant, Angélique finds fulfilment in Médor’s arms, and Roland in Mélusine’s. And they all lived happily ever after.

40 41 ‘It is one of my best scores, but the public doesn’t always crown the best things with success…’ Such is the humble view expressed by Hervé in his Notes pour servir à l’histoire de l’opérette, a memoir he wrote in 1881 for the dramatic critic Francisque Sarcey. In the course of a long career marked by dazzling successes and resounding flops, the composer had had many op- portunities to cultivate a philosophical frame of mind. The above quotation concerns his opéra-bouffe Alice de Nevers, but he might have said the same of Les Chevaliers de la Table ronde: Alice was a complete fiasco at its premiere in 1875, Les Chevaliers received a luke- warm reception when it was first given in 1866. In both cases, we are dealing with works that deserve to be reassessed – Hervé was right!

Yes, these valiant Chevaliers who return today from a long exile are worthy of enjoying a rebirth. For the work is a more important one than it may at first seem. Why? Because it con- stitutes a turning point, not only in Hervé’s career but in the history of operetta: with it, the so-called ‘Crazy Composer’ (le Compositeur toqué), who is regarded as the father of operetta, wrote his first full-scale opéra-bouffe in three acts, and he intended it for the Théâtre des Bouffes-Parisiens, the stronghold of his rival Jacques Offenbach.

A certain amount of explanation is necessary if we are to understand the reasons why the SIR HERVÉ THE KNIGHT ERRANT evening of 17 November 1866, the date of the premiere, has the status of a historic event. We have to go back a little in time, to the early 1850s, when numerous restrictions weighed SETS OUT TO CONQUER heavily on the Parisian theatres and on composers. Since the early nineteenth century, only a few theatres had obtained the right to put on musical plays, and those who broke the reg- THE BOUFFES-PARISIENS ulations were exposed to severe sanctions (as Hervé and Offenbach both found out to their Pascal Blanchet cost). Artists were desperately in search of venues where their works could be performed in public. After years of unavailing supplication at the doors of the Opéra-Comique, Hervé at last obtained permission to open his own theatre in 1853: he was authorised to put on one-act plays with two characters. Offenbach got the same privilege two years later. In the meantime, Hervé had welcomed him into his theatre with Oyayaye ou La Reine des îles, a piece of musical buffoonery in which the master of the house was obliging enough to play the leading role himself. Offenbach – who never returned his colleague’s compliment – was subsequently granted various little concessions for his theatre: a third, then a fourth char- acter, a chorus, and finally the right to exceed a single act. He wrote an operetta in two acts, Mesdames de la Halle, before making a major breakthrough in 1858 with Orphée aux enfers. This ‘opéra-bouffon’, as Offenbach called it, marked the true beginning of the light operatic genre that is generally termed operetta.

During that time, what was Hervé up to? He was faring much less well. While dreaming of having his works performed at the Opéra-Comique, he was working like a horse to keep his theatre going. He had resigned from his post as organist of Saint-Eustache in 1854 in order to devote himself to his art (or rather his arts, since he often wrote his own librettos as well as performing his works and those of others) and he had to feed his four children… Here is how the composer described his schedule at this period:

1 I wrote the verse, the prose and the scenarios of my works. 2 I composed the music for them. 3 I orchestrated them. 4 I played most of the leading roles in my pieces or other people’s. 5 I directed them. 6 And, finally, I did all the administrative work, from buying the fabrics to writing the copy for the posters. I won’t even speak of the trips to the Prefecture and the Ministry, not to mention toadying on bended knee to the Censorship Commission, which was already almost as intolerant as it is today…

42 43 It is therefore likely that Hervé was suffering from what today we would call a burnout when Did the management of the Bouffes-Parisiens ask Hervé to ‘do an Offenbach’? The medie- he committed a crime on 30 August 1856. And his misdemeanour was by no means a trivial val subject, at any rate, recalls that of Offenbach’s Barbe-Bleue, successfully performed at one: corruption of a minor, an adolescent boy. An ignominious and highly publicised trial left the Variétés from February 1866; and Merlin’s announcement of an absurd competition in his personal and professional life in tatters. Thus, at the very moment when Offenbach was Hervé’s opéra-bouffe seems like an imitation of Offenbach’s Popolani, who does the same in throwing off a series of straitjackets, Hervé was rotting in prison. When he was released, a Barbe-Bleue (with, in both cases, ‘une demoiselle en loterie’, a maiden as a prize). Act Three few months later, he had to start again virtually from scratch, while Offenbach was soaring of Les Chevaliers de la Table ronde also features a situation close to that in Barbe-Bleue, with from success to success. characters on the run who conceal themselves among their enemies.

Far from the agitation of Paris, Hervé travelled through the French provinces, and even North The piece itself, a very skilfully constructed vaudeville, presents adventures similar to those Africa, with a view to letting the fuss die down. When he came back to the capital, it was experienced by the heroes of Labiche: the cuckolded husband, the flighty wife, the deceptive- to wield the baton in a theatre of highly uncertain prestige, the Délassements-Comiques. It ly naïve girl… It is the costume that constitutes the main difference, summed up by Félix was there, in 1862, that he performed his first piece in two acts (rather than one), Le Hussard Clément in his Dictionnaire des opéras: ‘The parody, the antithesis, the vulgarity of the persécuté, an ‘opéra impossible’ of which he wrote both words and music, whose frenzied details, which contrast with the nobility and grandeur of the names and the social status and eccentric tone heralded the creator who was to take full flight in 1867 with L’Œil crevé. of the characters.’ A number of witticisms and droll situations punctuate the abundant dia- He gained an entrée to the Théâtre des Variétés in 1864, at a highly propitious moment, since logue, even if the critics of the time complained that the text of Chivot and Duru lacked wit the ‘Liberté des Théâtres’ was at last proclaimed – in other words, the end of the severe reg- and remained content with a humour based almost solely on anachronisms. This device, ulation that had stifled all composers’ creativity for more than half the nineteenth century. decried by some, is in fact a classic one, as Francisque Sarcey reminded his readers:

From that time on, any theatre could perform music, and none of them was going to let the ‘Long before this – on 13 June 1792, if you please – came the first performance at the Théâ- opportunity slip by. Hervé immediately scored a big success with Le Joueur de flûte, a one-act tre des Variétés of Le Petit Orphée, book by Citizen Rouhier Deschamps, new music by Cit- operetta on a subject from Antiquity that foreshadowed another one – for Offenbach, never izen Deshayes, ballet by Citizen Baupré-Riché. This was a true operetta. The chorus sang far behind, in his turn put on La Belle Hélène at the Théâtre des Variétés, thus embarking to Orpheus: on a cycle of major opéras-bouffes in three acts, all of them crowned with success. There Ah! le pauvre époux! followed, at the same theatre, Barbe-Bleue (1866), La Grande-duchesse de Gérolstein (1867), Il se plaint de coups La Périchole (1868) and Les Brigands (1869). In his Notes, Hervé declared, perhaps with a Qui frappent son âme. hint of paranoia: ‘Offenbach, who took a dim view of my entering the Variétés, suddenly Trop heureux époux, quarrelled with the Bouffes-Parisiens and came to offer La Belle Hélène to Cogniard [director Tu n’as plus de femme, of the Variétés].’ It is true that Offenbach had been having difficulties with the management Que ton sort est doux!’1 of the theatre he had founded after giving up its directorship some years earlier in order to (Francisque Sarcey, Le Temps, Chronique théâtrale, ‘La formation des genres’, 25 July 1881) devote himself to his composing. But that hardly mattered to him, in the end, since he was soon reigning over almost all the other theatres of the capital. In addition to the Variétés, he Reading the description of the set at the start of the libretto, one also thinks of Orphée aux gave the Théâtre du Palais-Royal another enduring hit, La Vie parisienne, before trying his enfers: exactly as in Les Chevaliers de la Table ronde, posters prominently displayed on ele- hand once more at the Opéra-Comique with Robinson Crusoë (as if to make up for the failure ments of the decor at once establish the rules of the game and the style of humour that will of Barkouf in 1861), while preparing an extravaganza (grande féérie) for the Châtelet, which prevail. In Offenbach: ‘Aristaeus, honey manufacturer, wholesale and retail, warehouse on was never finished. Mount Hymettus. / Orpheus, director of the Orpheon of Thebes, lessons at monthly and indi- vidual rates’; in Hervé, ‘Castle of the Lord of Rodomont. / Bill stickers will be fined. / Merlin Hence, ironically enough, all that was left for Hervé was the Bouffes-Parisiens, now deprived II, wizard, successor to his father. – Boarding school for young ladies, family education. / of its founder. In engaging him for Les Chevaliers de la Table ronde, the management of the Mélusine, patented enchantress, without Government guarantee. – Stock clearance sale. – Bouffes was looking for a substitute for its house composer. The commission to Hervé occa- Big reductions’. sioned much discussion; expectations were high, as is shown by an article by Henri Moreno, published in Le Ménestrel six months before the premiere: ‘This composer [Hervé], gifted with Aside from these questions connected with the aesthetic of the piece, the reasons for its lack rare verve and facility, is exactly the man who is needed at the Bouffes; and perhaps it is due of success may perhaps be found elsewhere. As an article of 1872 (written when the work only to a whim of chance that he does not occupy the most cheerfully in the world the place was being revived at the Folies-Dramatiques) pointed out, the situation of the theatre posed that someone else has so effectively taken over in the field of comical music’ (6 May 1866). a problem: ‘Staged for the first time at the Bouffes-Parisiens by a faltering management that Hervé himself seems to have been conscious that the stakes were high when he wrote to the was risking its last remaining funds, inadequately performed, Les Chevaliers de la Table author of farces Siraudin in the summer of 1866 to refuse a libretto that the latter had offered ronde had obtained only a lacklustre reception’ (Vert-Vert, ‘Chronique théâtrale’, Les Modes him: ‘I have had successes with one-acters and I’m looking forward myself to seeing what I parisiennes, 16 March 1872). If there were casting problems, they certainly did not concern can do in a work in three acts.’ By having a work staged at Bouffes, Hervé was getting closer the performer of the role of Duchess Totoche, Delphine Ugalde, a seasoned singer who had – at least geographically – to the Opéra-Comique, whereas previously he had always worked been a star of the Opéra-Comique right from her debut in 1848, then of the Théâtre-Lyrique in outside the centre of Paris. A whole new public that did not frequent the Folies-Nouvelles or the 1850s. She abandoned these official institutions for the Bouffes-Parisiens in 1861, and was the Délassements-Comiques would have a chance to discover him. even to become its co-director with her husband, François Varcollier, when the founder left. 1Ah, the poor husband! / He complains of blows / That A contralto with impressive vocal resources, she created, among others, the role of Roland in strike at his soul. / O fortunate husband, / You no longer Les Bavards, in which Offenbach wrote cadenzas for her that go up to top D flat. have a wife: / How happy is your fate!

44 45 Hervé is scarcely less demanding, assigning her an air bristling with formidable runs, ‘par- [at the Théâtre-Lyrique] is a great success; … La Vie parisienne is a great success. But Les odying the Italian style’, to quote the score. Indeed, the composer indicates that this number Chevaliers de la Table ronde merely drags out its run with heavy gait.’ ‘may be omitted, having been composed with an eye to the exceptional talent of Madame Ugalde’. Hervé was writing for a first-class troupe and was aware that he could ask a great In presenting a farce on a legendary subject, Hervé and his collaborators came up against deal of his performers while at the same time promoting his ambitions as a composer. two difficulties: a section of the critics (and of the public) had already tired of parodic pieces on themes from mythology and history (Offenbach had enjoyed a mixed reception when This desire to demonstrate his skill perhaps explains the prominence of virtuosity through- he tried to reproduce the success of Orphée aux enfers with Geneviève de Brabant as long out the score. The singer of Mélusine also has to negotiate redoubtable intervals and diffi- ago as 1859), while certain purists continued to scream sacrilege. The same people who had cult high notes. In the finale of Act Two, she and Totoche are required to sing coloratura at denounced the profaners of Greek mythology (in Orphée and Hélène) were in full cry once high speed for several pages in a row; Hervé magnanimously offers the singer of the role more when they saw the heroes of the Round Table ridiculed: ‘Sad! Sad! Operetta has killed of Angélique the option of joining in with her two colleagues if she fancies doing so – and the gods, has killed the heroes, has killed the barons of the Middle Ages, and this evening, at if her resources allow her to. Médor also has his quota of top notes and must reach a top D the Bouffes-Parisiens, it is preparing to kill the knights of the Round Table. Lost forever to the in certain cadenzas. The singer playing Rodomont needs to possess excellent diction, for his respect of the population, Médor, Amadis, Lancelot, Ogier and Renaud! Lost like the beautiful extended rage aria in Act One (‘Mon œil est assez vif’) unleashes a torrent of machine-gun Angélique and the fay Mélusine! … A curse on you, M. Hervé! A curse on you, M. Duru! A curse syllables recalling the rapid delivery required of buffo basses in Italian opera. One might on you, M. Chivot!’ (X. Feyrnet, Le Temps, 18 November 1866). also mention the instruments of the orchestra, which (in the original version at least) are required to show great technical prowess. For example, straight away in the Overture, the In spite of the censors, the opéra-bouffe genre would continue to flourish, but moving away flute is called on to warble like a real coloratura soprano, and it must execute a further from literal parody of ancient subjects. Offenbach showed the way with satire of contempo- bravura number in the Introduction to Act Three. The Prelude to Act Two is assigned to the rary morals (La Vie parisienne) or military authority (La Grande-duchesse de Gérolstein), clarinet, which in its turn must play a veritable audition piece. Such demands were uncom- or by trying his hand at a new type of opéra-comique (La Périchole). Hervé, for his part, mon in works of this type (as is proved by a comparison with those of Offenbach, which are followed his individual path by giving still freer rein to his zaniness, so personal in character, much more reasonable) and may explain in part why the operetta was not staged more fre- in what we might call his ‘Tetralogy of the Folies-Dramatiques’ (the theatre where he took up quently, notably in the provinces, where the theatres very often lacked well-trained troupes residence from 1867 onwards): L’Œil crevé (1867), Chilpéric (1868), Le Petit Faust (1869) – his capable of meeting them. most lasting success – and Les Turcs (1869) – his most neglected masterpiece. Hervé was his own librettist in the first two of these; for the last two, he sought the assistance of Hector The cast was therefore faced with quite a challenge, and perhaps it was not up to the Crémieux, one of the authors of Orphée aux enfers, with the collaboration of Adolphe Jaime. task. The only precise reproach we know of was addressed to the performer of the role of Rodomont: Hervé had engaged Joseph Kelm, his old sparring partner from the time of the The question of the libretto appears to be a key factor in the survival of a work. Where Folies-Nouvelles, whose outrageous hamming may well have sat ill with the acting of the Offenbach could count on the genius of his librettists Henri Meilhac and Ludovic Halévy, members of the company of the Bouffes. Be that as it may, many critics in 1866 praised Hervé very often could trust only to himself. His triple talent as author, composer and ac- several numbers in the score, for example Delphin Balleyguier, in La Semaine musicale tor-singer, far from giving him an advantage, seems unfortunately to have done him a dis- dated 22 November, who asserted: ‘The music of M. Hervé is more real music than that service. He even disowned those talents at one stage, when he wrote to Émile Perrin, director of M. Offenbach… The refrain for the knights, a sort of comical Marseillaise, will soon of the Opéra-Comique: ‘I have completely abandoning singing, which I used as a means of be taken up by all of Paris, and the ballad “Isaure était seulette” can be repeated in every getting my music performed. I went off on the wrong track, and I have gone back to the right drawing room without making mother or daughter blush. M. Hervé takes good care of his one, I think, by returning to my old remit as a conductor and deciding that from now on I orchestra, and his overture is full of vigour.’ Others even suggested that the music was will busy myself exclusively with composition’ (letter of 30 January 1862). But he soon went a little too well made, among them Albert de Lasalle in Le Monde illustré, for whom ‘the back on this resolve in order to play the principal roles of Chilpéric and Le Petit Faust… score of Les Chevaliers de la Table ronde displays pretensions to seriousness that are out of place. People will cite the ariette sung by Mlle Castello [Angélique], the entr’acte charmingly On the occasion of Les Chevaliers de la Table ronde, in any case, in order to look serious – and performed by the flautist of the orchestra, and an air whose details are cleverly pointed perhaps also to work less and concentrate on the music – Hervé benefited from the assistance by Mme Ugalde; but it would appear that the music as a whole, which lacks laughter, is ill of two librettists who, without having the genius of Meilhac and Halévy, were nonetheless suited to the burlesque tone of the words’ (1 December 1866). talented writers, as witness their numerous hits with all the most successful composers of the day. Henri Chivot and Alfred Duru were still at the start of their collaboration, which The biggest obstacle that Les Chevaliers de la Table ronde had to overcome was the competi- was to yield its ripest fruits some years later with Les Cent Vierges (music by Lecocq, 1872), tion – but not the one in the work’s libretto. The public was elsewhere in the month of Novem- Le Grand Mogol and La Mascotte (music by Audran, 1877 and 1880), and Madame Favart ber 1866: first and foremost at the Opéra-Comique, where Ambroise Thomas’s Mignon was and La Fille du Tambour-major (music by Offenbach, 1878 and 1879), to name only the best- at the height of its success. The critic Albert de Lasalle even admitted that he had not seen known titles. Nevertheless, one guesses that the indefatigable – or incorrigible – Hervé took Les Chevaliers de la Table ronde, having preferred to go and hear the coloratura of Philine a significant part in the work even when he did not sign the libretto. On this subject, his gen- (‘Je suis Titania la blonde’) rather than that of Duchess Totoche. Audiences also thronged erally well-informed first biographer, Louis Schneider, quotes Crémieux’s rejoinder to Hervé to the Palais-Royal, where Offenbach was enjoying a triumph with La Vie parisienne, the when the latter brought him some lines for Le Petit Faust, advising him to modify them if piece everyone wanted to see, an opéra-bouffe with a difference, based on contemporary necessary: ‘What do you expect us to change? You write the verse and the couplets better characters and not mythological or historical heroes. Louis Roger, in La Semaine musicale, than we do ourselves!’ (Le Petit Marseillais, 22 June 1925). It is in that very same Petit Faust summed up the theatrical situation at that moment: ‘Mignon is a great success; Freyschütz that one finds the grandiloquent lines placed in the mouth of the dying Valentin as he heaps

46 47 reproaches on his sister: ‘L’honneur est comme une île escarpée et sans bord, / On ne peut Later in the same number, Médor sings an astonishing onomatopoeic line, ‘Tra la la you piou’, plus rentrer quand on en est dehors’ (Honour is like a steep island without a shore: / You can’t which caricatures some not easily identifiable instrument (further on there is an imitation get back inside it when you’re outside’). One is tempted to see this as a comic invention of the of the bass drum with a heavily accented ‘boum boum boum’). These syllables are even more authors. Yet this severe distich is not a product of Hervé’s pen, but that of Boileau (Satires, amusing when they accompany a sinister allusion: ‘… dont il mourut! [Of which he died!] X). And before ending up in the later work, in 1869, it had already been sung by Duchess Tra la la you piou!’ There are other instances of this, like Rodomont’s terrifying ‘tri la ti ta Totoche in Les Chevaliers de la Table ronde. Hervé must have been attached to this phrase, ta, tri la ti ta ta’. But Hervé’s favourite onomatopoeias are certainly those that imitate the since his own honour had been given a rough ride at the time of his trial in 1856, and the Tyrolienne or yodelling song. Every time the opportunity presents itself, the composer al- Opéra-Comique must have seemed to him like the steepest of islands… When he revised Les lows his characters to ‘drop out’ of the action, suddenly abandoning the situation to launch Chevaliers for the revival of 1872, he removed the distich, by that time too closely associated into unbridled cries of ‘tralala-itou’ featuring shifts of vocal register, from low to high. This with Le Petit Faust, whose success continued unabated. style of song, originating in mountainous regions, which seems intended to recall Germany – rather than Switzerland – will almost be appropriate to the situation in Le Petit Faust, Hervé is therefore always, at least to some extent, the author of the librettos he set to music. where a certain patriotic trio – the ‘Chant du Vaterland’ – has recourse to valiant refrains Among his specific stylistic traits, one notices his persistent – and very amusing – habit of ‘trou la ou la ou’. But it is completely out of place (and thus hilarious) in the finale of of addressing the audience directly, in an offhand manner that verges on effrontery. Thus Les Chevaliers, after mock-glorious words, for the characters to utter ‘Laïtou! Laïtou! Trou Médor stops the action on his first entrance and moves downstage towards the audience to la la!’ One might note in passing two more charming penchants of Hervé’s, his taste for ‘begin a lengthy digression’, as he says. One often encounters asides in the theatre of this pe- incorporating the staging in the score (the ‘one, two, three…’ up to ten in the Ronde des riod, but this manner of radically knocking down the fourth wall is Hervé’s alone. Similarly, Chevaliers are marked: ‘Shouted, and accompanied by gestures conveying knightly and further on, Rodomont seems to be giving the audience the recipe for a good operatic finale: comic movement’) and his deliberately mangled prosody: ‘la table ron-on-de’, with the two ‘Jubilation and sadness: let us mingle these twin sentiments with artistry!’ Chivot and Duru ‘on’ strongly accented. Hervé pulls all these strings to disorientate his listener and subvert were to write many more librettos in their long and fruitful career but were never to go as the plot, bringing it to the brink of fragmentation, indeed chaos: he reveals the fictive nature far with other composers. Did Hervé prompt them to write specifically for his requirements, of the narrative, whereas in Offenbach the comic element is used to add spice to the plot, or was he himself responsible for many of the lines? without compromising the illusion, the evasion of the spectator.

The device of comedy in music that Hervé employs most frequently in his works consists Hervé must have had faith in his score, for he offered a new version of it to the public in in a wide variety of ruptures of tone. At several points in Les Chevaliers de la Table ronde, 1872. There was much praise for the cast, headed by Mme Sallard in the role of Mélusine: a he installs a mood comparable to that of a serious operatic work, then suddenly shatters it highly skilled singer, scarcely inferior to Mme Ugalde. The role of Rodomont was assigned to by means of a surprise, the abrupt appearance of an element completely out of place in the the excellent Milher, one of Hervé’s favourite performers, who had already shone as Gérômé atmosphere he has just created. Nothing is so evocative of the serious genre as the recitative, (L’Œil crevé), Ricin (Chilpéric) and Valentin (Le Petit Faust). In the role of Médor, Hervé’s son grandiloquent or elegiac, expressing lofty sentiments, which can then be demolished with Emmanuel Ronger (who used the stage name of Gardel-Hervé) also garnered his share of the a word or a familiar expression. Take, for instance, the moment when Roland, right in the plaudits. Another notable member of the cast was the variety artist Mathilde Lasseny, who middle of a hitherto entirely respectable recitative, suddenly comes out with the line ‘Que offered a new characterisation of Duchess Totoche. Hervé knew her well, having written the vient faire ici ce crampon?’ (What’s that leech doing here?) when he sees Mélusine. Or the role of Fleur-de-Bruyère, alias Chapotarde, in Le Hussard persécuté for her ten years previous- grand concertato of the Finale to Act Two, the music of which, for the space of a few bars, ly. The indiscreet Hervé even tells us in his Notes that she had been his mistress in the early would not disgrace a Verdi finale – ‘Il connaît le mystère / Et surprend mon secret / Évitons 1860s before throwing him over: ‘A rich banker having offered her an investment superior sa colère…’ (He knows the mystery / And has found out my secret; / Let me avoid his rage…) to mine, after some slight hesitation she decided to sacrifice the B flat to the banknote of – but is at once contradicted by the offhand ‘… Et faisons notre paquet’ (… and scarper). the man of the south.’ She made a stage comeback in 1872, bringing with her a slight whiff The same technique is at work in the Romance sung by Totoche, one of the score’s big hits (it of scandal that was very welcome to the promoters… was encored, and commented on by the critics), where the music sounds like one of the real romances that Hervé also wrote (such as Le Temps des roses), but the unseemly words (‘If not Will our ironic era, as fond of parody as it is of the Middle Ages (one might instance the con- for your husband, at least do it for your family!’) completely shatter the illusion. It is rather tinuing success of Monty Python and the Holy Grail), eager for musicological discoveries, like seeing an artist painting pretty Mona Lisas and then amusing himself by immediately give Hervé’s Chevaliers its chance? There have been plentiful examples of happy surprises adding a moustache to them. in the exploration of forgotten repertories; for a start, all those works of Offenbach that were badly received for the wrong reasons, connected with the political climate – one need look To surprise his audience, Hervé also enjoys playing with the words, sometimes repeating them no further than the most recently revived, Fantasio, the premiere of which suffered from to the point of giddiness (the ‘gar’gar’gar’gar’’ rapped out by Rodomont in the air mentioned the proximity of France’s defeat at the hands of Prussia. Hervé’s zaniness, his extravagance earlier, first in quavers then in semiquavers, ends up resembling an onomatopoeia illustrat- and his excesses, could nonplus his contemporaries; they might well appeal to today’s spec- ing a particularly vigorous bout of gargling). The words are chopped up purely for pleasure, tators, who are much more inured to that sort of thing. Then we could hear new versions of notably in the successful Ronde at the end of the first act, ‘Jamais plus joli métier / Ne fut dans his best-known works (the historical recordings, delicious though they are, are insufficient), le monde! / Que celui de cheval, que celui de chevalier’ (Never was there a finer trade / In the or else rediscover Les Turcs, already mentioned above, Le Trône d’Écosse, or even Alice de world / Than that of a horse, that of a horseman), or with a variant in Mélusine’s couplets, Nevers – all works that fell victim to unfavourable circumstances, and in which Hervé when Médor sometimes repeats the ends of his partner’s phrases with surprising results: believed he had produced a masterpiece. And who knows – perhaps Hervé was right again? 2The repetition of the end of the original innocuous ‘Who could say’ is heard as ‘raidir’, Mélusine: Qui pourrait dire? ‘to stiffen’. Médor: -rait dire?2

48 49 Hervé, composer, librettist, actor, singer, stage director and opera company manager, is generally considered to be the father of operetta, although this title is sometimes given to his rival Jacques Offenbach, whose career ran in parallel to his.

When his father died, the ten-year-old Florimond Ronger moved to Paris, where he became a choirboy at the church of Saint-Roch. His musical gifts led to his being presented to the composer Daniel-François-Esprit Auber, then at the height of his fame, who gave him private lessons. He was subsequently appointed organist of the chapel at Bicêtre, and it was there that he composed his first small-scale opéra-comique, L’Ours et le Pacha, for performance at that institution, then still known as a ‘lunatic asylum’. After a few years he succeeded in obtaining a more prestigious organist’s post, at the church of Saint-Eustache. Alongside his functions there, he embarked on a theatrical career, initially as a chorus singer and bit-player in a number of suburban theatres. It was this time that he adopted the pseudo- nym of Hervé.

In 1847 he composed a sketch called Don Quichotte et Sancho Pança, which has come to be regarded as the first ‘operetta’; it was premiered in a small theatre on the boulevard Mont- martre, but soon transferred to the more prestigieus stage of the Opéra-National, recently founded by Adolphe Adam. Having established himself as conductor of the orchestra of the Hervé [pseudonym of Odéon, then of the Théâtre du Palais-Royal, in 1854 he opened a theatre on the boulevard du Temple which he called Les Folies-Concertantes, later Les Folies-Nouvelles. Here he presented Louis-Auguste-Florimond that he composed himself (among them Le Compositeur toqué, La Fine Fleur de l’Andalousie and Un drame en 1779), but also early works by Offenbach (Oyayaye ou la Ronger] (1825-1892) Reine des îles, 1855) and Léo Delibes (Deux sous de charbon, 1856). Trouble with the law and health problems forced him to retire temporarily, and in 1859 he sold the theatre to the actress Virginie Déjazet, who renamed it after herself.

A great traveller, Hervé then appeared in the provinces as a singer for a while before re-es- tablishing himself in Paris. He now took over the musical direction of the Délassements- Comiques, where he performed a work whose eccentricity made a striking impression on the public, Le Hussard persécuté. This was followed at the Théâtre des Variétés by Le Joueur de flûte, a one-act opéra-bouffe on a subject prefiguring La Belle Hélène. Les Chevaliers de la Table ronde, an opéra-bouffe in three acts on a libretto premiered at the Bouffes-Parisiens, is the first of Hervé’s full-length operettas. After this, in addition to working as conductor at the Eldorado, he became the house composer of the Théâtre des Folies-Dramatiques, where he enjoyed great success with L’Œil crevé (1867), Chilpéric (1868) and Le Petit Faust (1869).

The last two works provided Hervé with an opportunity to launch a fruitful English career, since he went to London to stage them in person. The new works he gave in Paris were less successful (Le Trône d’Écosse, 1871; La Veuve du Malabar, 1873; Alice de Nevers, 1875). In 1878, he played the role of Jupiter in a revival of Orphée aux enfers under the direction of Offenbach himself, and then began the cycle of vaudevilles-opérettes he composed for Anna Judic, the star performer of the Théâtre des Variétés: La Femme à papa (1879), La Roussotte (1881), Lili (1882) and finally Mam’zelle Nitouche (1883). This last piece was based on his own beginnings in the profession, when he was an organist by day and composer of operettas in the evenings. In 1886 Hervé left Paris for London and composed a series of ballets for the Em- pire Theatre. He returned to France in 1892, producing one final opéra-bouffe, Bacchanale, shortly before his death on 3 November 1892.

50 51 Les Brigands Thibault Perrine transcription In 2000, Loïc Boissier opened the score of Offenbach’s Barbe-Bleue A violinist by training, Thibault Perrine studied harmony with Jean- with the pianist Nicolas Ducloux and suggested to fifteen of his col- Claude Raynaud, compositional technique with Thierry Escaich, leagues in the chorus of Les Musiciens du Louvre that they should orchestration with Jean-François Zygel, conducting with Nicolas stage a slimmed-down version of the work at the Scène Nationale Brochot and choral conducting with Catherine Simonpietri. Over the de Montbéliard. The team got itself organised in 2001 with a view past twelve years he made musical arrangements of many operas to touring the show around France and took the name Les Brigands, and operettas, notably for the company Les Brigands (from Le Doc- after another operetta by Offenbach. Benjamin Lévy conducted teur Ox and Ta bouche to La Grande-Duchesse), the Théâtre du and Stéphan Druet directed Geneviève de Brabant and Le Docteur Châtelet (Le Chanteur de Mexico) and more recently the Académie Ox, then in 2004 Ta bouche, performances of which at the Athénée de l’Opéra de Paris (Iphigénie en Tauride, Les Temps aventureux). He Théâtre Louis-Jouvet in Paris enjoyed considerable success. The casts has received commissions to orchestrate music for a number of re- were constantly regenerated, and in 2007 the baritone Christophe cordings (with Marie-Nicole Lemieux and Anne Gastinel, among oth- Grapperon became musical director of the company. From 2008 to ers), events (the ‘Concert de Paris’ in 2014) and documentary films 2011 Les Brigands worked with the Théâtre Musical de Besançon (Ils ont libéré Paris in 2014; Verdun: ils ne passeront pas, which will and expanded to embrace other collaborations, with 26000 Cou- be screened in 2016). His interest in pedagogical activities has led verts, Johanny Bert and Pierre Guillois among others. One of the him to collaborate regularly with Jean-François Zygel on the latter’s company’s key partners, the Scène Nationale de La Rochelle, was television series Les Clefs de l’orchestre and La Boîte à musique, and the venue for the premiere of La Grande-Duchesse in 2013. Since on his live shows at the Théâtre du Châtelet. He teaches harmony 2012 Les Brigands have been associate artists of the Centre des and counterpoint at the Conservatoire à Rayonnement Régional de BIOGRAPHIES Bords de Marne in Le Perreux-sur-Marne. Paris and arrangement at the Pôle Supérieur d’Enseignement Artis- www.lesbrigands.fr tique Paris Boulogne-Billancourt.

Pierre-André Weitz staging Pierre-André Weitz first appeared on stage at the Théâtre du Peuple in Bussang when he was ten years old. He remained there, acting, singing and making and designing sets and costumes, until he was twenty-five. In parallel with this he studied architecture in Stras- bourg and took courses at the Conservatoire d’Art Lyrique there. During this period, he sang in the chorus of the Opéra National du Rhin. In 1989 he met Olivier Py, all of whose sets and costumes he has designed since that date. This decisive collaboration led him to a conception of scenography in which set changes have drama- turgical significance and are regarded as a choreography of space. He has produced more than 150 stage designs for the theatre or the opera house since the age of eighteen with such directors as Jean Chollet, Michel Raskine, Claude Buchvald, Jean-Michel Rabeux, Ivan Alexandre, Jacques Vincey, Hervé Loichemol, Sylvie Rentona, Karelle Prugnaud, Mireille Delunsch and Christine Berg. This experimental approach to space and time has prompted him to appear as a musi- cian or author in a number of productions. In Gluck’s Alceste at the Opéra de Paris, he drew all the décors in real time for three hours, thus asserting a pictural aesthetic of the ephemeral; a metaphor of music itself. The first production he directed in Strasbourg was another experiment with space and time, in which he performed Olivier Py’s La Soeurinette three times in a row in three different stage layouts and three different aesthetics created with twenty scenographers. He thereby proved that scenography can change the meaning and the essence of a work without betraying it. He has taught scenography for twenty years at the École Supérieure des Arts Décoratifs in Strasbourg.

52 53 Nel 1866, al momento della loro creazione, Les Chevaliers de PERSONaggi la Table ronde furono accolti con indifferenza dal pubblico. Hervé donò alla sua opera una seconda vita nel 1872, con Il duca Rodomonte una versione arricchita da nuove arie e dotata di un libretto più esplicativo, in cui l’atto III, in particolare, perde il suo Sacripante, siniscalco irresistibile tocco di follia. Conformememente alle regole del genere dell’opéra-bouffe, in cui riscrittura e adattamento Merlino, mago e maestro di scuola sono tappe abituali del percorso di un’opera, abbiamo preso la decisione di presentare la «nostra» versione degli Medoro, giovane menestrello Chevaliers. Abbiamo seguito la trama dell’edizione del 1866, La duchessa Totoche, moglie di Rodomonte integrandola con alcune delle gustose aggiunte musicali del 1872: l’aria di Merlino nell’atto I; i couplets di Melusina, Angelica, figlia di Rodomonte che abbiamo inserito come interludio prima dell’atto II; i couplets di Orlando nell’atto III. Melusina, maga Il nostro finale dell’atto II è quello che venne eseguito nella versione del 1872, da cui abbiamo tratto anche la cosiddetta Fleur-de-Neige, dama d’onore «scena della rasatura», ora collocata all’inizio dell’atto II. L’aria «in -ica», là attribuita a Orlando, è stata da noi Orlando, cavaliere errante les chevaliers assegnata a Medoro, che la interpreta alla sua entrata in scena nell’atto I. Amadigi di Gaula, cavaliere de la table ronde Dal momento che Sacripante non aveva una grande aria di cui fare sfoggio, gli abbiamo dato due couplets da Lancillotto del Lago, cavaliere libretto condividere in duetto con Totoche. Alcuni dei cori e intermezzi musicali abbondantemente Rinaldo di Montalbano, cavaliere disseminati nei tre atti sono stati tagliati, per conformare l’opera alla dinamica voluta dalla nostra équipe. Ogier il danese, cavaliere

Victoria Duhamel e Pierre-André Weitz

55 Les Chevaliers de la Table ronde, créés en 1866, sont boudés PERSONNages On its first run in 1866, Les Chevaliers de la Table ronde Characters par le public. Hervé leur donne une seconde vie en 1872, achieved little success with audiences. Hervé gave it dans une version augmentée de nouveaux airs et dotée Rodomont, le duc a new lease of life in 1872, in a version expanded to Rodomont, Duke d’un livret plus explicatif, où l’acte III notamment perd son include additional numbers and fitted out with a libretto irrésistible grain de folie. Nous avons pris le parti, en accord Sacripant, sénéchal that explained the plot more clearly, but in which Act Sacripant, Grand Seneschal avec les lois du genre bouffe – où réécriture et adaptation Three, especially, loses its irresistible streak of madness. sont les jalons habituels de la carrière d’une œuvre – de Merlin, enchanteur et maître d’école Following the laws of the opéra-bouffe genre – in which Merlin, enchanter and schoolmaster présenter « notre » version des Chevaliers. rewriting and adaptation are normal stages in a work’s Nous suivons la trame de 1866, à laquelle nous avons Médor, jeune ménestrel career – we have opted to present ‘our’ version of Les Médor, young minstrel intégré quelques-uns des savoureux ajouts musicaux de Chevaliers. 1872 : l’air de Merlin à l’acte I ; les couplets de Mélusine que Totoche, la duchesse (femme de Rodomont) We follow the outline of the 1866 plot, in which we have Totoche, Duchess (wife to Rodomont) nous avons placés en interlude avant l’acte II ; les couplets incorporated some of the delightful musical additions of de Roland à l’acte III. Notre final de l’acte II est chanté dans Angélique, sa belle-fille (fille de Rodomont) 1872: Merlin’s air in Act One; Mélusine’s couplets, which Angélique, her stepdaughter (daughter to Rodomont) la version 1872, à laquelle nous avons aussi emprunté la we have placed as an interlude before Act Two; Roland’s scène dite du « rasage » (début de l’acte II). L’air « en ique », Mélusine, magicienne couplets in Act Three. Our Act Two finale is sung in the Mélusine, enchantress alors chanté par Roland, se voit distribué chez nous à 1872 version, from which we have also borrowed the Médor, qui l’interprète dès son entrée à l’acte I. Sacripant Fleur-de-Neige, dame d’honneur ‘shaving’ scene (beginning of Act Two). The air with Fleur-de-Neige, lady-in-waiting n’ayant pas grand air à se mettre sous la dent, nous lui its lines ending in ‘- ique’, sung by Roland in 1872, is in avons donné deux couplets qu’il partage désormais en duo Roland, chevalier errant our version assigned to Médor, who sings it on his first Roland, knight errant avec Totoche. Certains chœurs et interludes musicaux qui entrance in Act One. Since Sacripant has no big number to campaient trois actes copieux ont été coupés pour mieux Amadis des Gaules, chevalier get his teeth into, we have given him two couplets, which Amadis des Gaules, knight correspondre à la dynamique voulue par notre équipe. he now shares with Totoche in a duet. Certain choruses Lancelot du Lac, chevalier and musical interludes that were used to fill out three Lancelot du Lac, knight Victoria Duhamel et Pierre-André Weitz copious acts have been cut to ensure the work corresponds Renaud de Montauban, chevalier better with the dynamic pace that was our team’s aim. Renaud de Montauban, knight

Ogier le Danois, chevalier Victoria Duhamel and Pierre-André Weitz Ogier le Danois, knight

56 57 ACTE PREMIER ATTO PRIMO MÉLUSINE MELUSINA Oui, je suis l’enchanteresse ; Sì, son io, sono la maga; Scène première Scena prima Autour de moi qu’on s’empresse, Su, venite tutti a me Au lever du rideau, le théâtre est garni de monde. All’alzarsi del sipario, il palcoscenico è pieno di gente. Et chacun pour un peu d’or ed ognun per un po’ d’oro BOURGEOIS, BOURGEOISES, GENS DU PEUPLE, ÉCUYERS, BORGHESI, POPOLANI, SCUDIERI, CONTADINI Va posséder un trésor. si procurerà un tesoro! PAYSANS et PAYSANNES. e CONTADINE. CHŒUR CORO Suivons, suivons cette enchanteresse, Seguiamo, seguiamo la maga N° 1 – CHŒUR ET COUPLETS N. 1 – CORO E COUPLETS Autour d’elle qu’on s’empresse, accorriam presso di lei Et chacun pour un peu d’or ed ognun per un po’ d’oro CHŒUR CORO Va posséder un trésor. si procurerà un tesoro. Pour la vente qui se prépare, Per la vendita imminente Amis, accourons en ces lieux, accorriamo immantinente, Pour la vente qui se prépare, Per la vendita imminente Et que chacun de nous s’empare s’accaparri, amici, ognuno Amis, accourons en ces lieux, accorriamo immantinente, De quelque trésor merveilleux. un tesoro assai prezioso. Et que chacun de nous s’empare s’accaparri, amici, ognuno De quelque trésor merveilleux. un tesoro assai prezioso. C’est Mélusine, la voici ! Melusina, eccola lì! C’est elle qui va vendre ici Sarà lei a vender qui Tous ses secrets tutti i suoi segreti Scène 2 Scena 2 Au grand rabais ! a prezzi stracciati! AMADIS DES GAULES, LANCELOT DU LAC, AMADIGI DI GAULA, LANCILLOTTO DEL LAGO, RENAUD DE MONTAUBAN, OGIER LE DANOIS. RINALDO DI MONTALBANO, OGIER IL DANESE.

COUPLETS DE MÉLUSINE COUPLETS DI MELUSINA AMADIS DES GAULES AMADIGI DI GAULA Mélusine est partie… profitons du moment… (Appelant.) Melusina è uscita… Approfittiamo del momento… (chiama) MÉLUSINE MELUSINA Lancelot ! Lancillotto! Oui, je suis l’enchanteresse ! Sì, son io, sono la maga! Autour de moi qu’on s’empresse, Su, venite tutti a me LANCELOT LANCILLOTTO Et chacun pour un peu d’or ed ognun per un po’ d’oro Me voilà ! Eccomi! Va posséder un trésor ! si procurerà un tesoro! Écoutez et profitez ! Ascoltate e approfittate! AMADIS AMADIGI Bien… appelez Renaud de Montauban et Ogier le Danois… Bene… chiama Rinaldo di Montalbano e Ogier il Danese… Poudre qui donne aux imbéciles La polverina che dona agli sciocchi De l’esprit spirito e arguzia LANCELOT, appelant. LANCILLOTTO, chiamando. Et rend aux estomacs débiles e rende agli stomaci deboli Eh ! là-bas ! Ehi voi, laggiù! L’appétit ! l’appetito! Prenez, prenez tous mes secrets, Prendete, prendete i miei segreti, RENAUD et OGIER RINALDO e OGIER Je les donne au grand rabais ! li vendo a prezzi stracciati! Nous voici ! Siamo qui!

CHŒUR CORO LANCELOT LANCILLOTTO Prenons, prenons tous ses secrets Prendiamo, prendiamo i suoi segreti, Nous sommes au complet… Vous pouvez parler, Amadis… Siamo al completo… Puoi parlare, Amadigi… Qu’elle donne au grand rabais ! li vende a prezzi stracciati! AMADIS AMADIGI MÉLUSINE MELUSINA Chers collègues et amis… la chevalerie errante… dont nous Cari amici e colleghi, la cavalleria errante, di cui noi siamo il Voici l’eau qui rend à tout âge Ecco l’acqua che fa innamorare sommes la crème… est menacée d’un coup funeste. Le plus fior fiore, è minacciata da un colpo terribile. Il più celebre fra Amoureux ! Amoureux ! a tutte le età! célèbre d’entre nous, le preux d’entre les preux, l’illustre noi, il prode fra i prodi, l’illustre Orlando, è caduto nelle reti Et qui procure du courage E che dà coraggio Roland, est tombé dans les filets de Mélusine. di Melusina. Aux peureux ! Aux peureux ! ai paurosi, ai timorosi! Prenez, prenez tous mes secrets, Prendete, prendete i miei segreti, RENAUD RINALDO Je les donne au grand rabais ! li vendo a prezzi stracciati! C’est vrai, depuis plus de six mois, cette femme insinuante È vero; da più di sei mesi quella donna insinuante lo tiene le tient captif dans des chaînes de fleurs… prigioniero in catene di fiori… CHŒUR CORO Prenons, prenons tous ses secrets Prendiamo, prendiamo i suoi segreti, LANCELOT LANCILLOTTO Qu’elle donne au grand rabais ! li vende a prezzi stracciati! Oh ! ces enchanteresses de marbre ! … ces magiciennes Ah, queste maghe di marmo! Queste streghe del demi-monde!

58 59 du demi-monde ! … Quel danger pour la société ! Che pericolo per la società! j’ai rencontré une femme aimable. Sous le guerrier, il y avait adorabile. Sotto il guerriero c’era l’uomo… Sotto la corazza, l’homme… Sous la cuirasse, il y avait le cœur… ce cœur, elle avevo un cuore… e quel cuore, lei me lo ha preso. Ho tolto la OGIER OGIER l’a pris… J’ai ôté ma cuirasse… j’ai ôté mon casque… et si corazza, ho tolto l’elmo… e se ho tenuto gli speroni, è perché Notre devoir est de l’arracher de ses mains. È nostro dovere strapparlo dalle grinfie di quella donna. j’ai gardé mes éperons, c’est parce que j’en avais l’habitude. c’ero abituato.

AMADIS AMADIGI LANCELOT LANCILLOTTO Il y va de l’honneur de toute la Table ronde ! C’è di mezzo l’onore dell’intera Tavola Rotonda! Comme il est dégénéré, grand Dieu ! Mio Dio, che degenerazione!

OGIER OGIER ROLAND ORLANDO Oui ! … oui ! … Sì!… sì!… Je coule ici une existence bien tranquille, allez ! … Je me lève Qui conduco una vita assai tranquilla, sapete… Mi alzo sur les dix heures, dix heures et quart… Je mange… verso le dieci, dieci e un quarto… Mangio… Una piccola RENAUD RINALDO un petit chocolat à la crème… Le coiffeur arrive, il me met tazza di cioccolata con la panna… Arriva il parrucchiere Mélusine est sortie… Melusina è uscita… mes papillotes… Vous voyez… Je devise avec cet industriel e mi mette i bigodini… Vedete… Parlo con quel brav’uomo de choses et d’autres… et j’arrive comme cela jusqu’à midi… del più e del meno… e intanto arrivo a mezzogiorno… OGIER OGIER Je mange… et je dors une heure… Je m’occupe de quelques Mangio, dormo un’oretta… Mi dedico a qualche lavoretto Roland est seul… Orlando è solo… travaux d’aiguille, j’ourle une douzaine de mouchoirs, je fais di cucito, orlo una dozzina di fazzoletti, lavoro a maglia du tricot ou de la tapisserie… ça me conduit jusqu’à quatre o a piccolo punto… E così arrivo alle quattro… RENAUD RINALDO heures… Je mange, et je dors une heure… Je retire mes Mangio, dormo un’oretta… Mi tolgo i bigodini, Saisissons le joint… Amadis, frappez à l’huis. Cogliamo l’occasione… Amadigi, batti alla porta. papillotes ; je fais un bout de toilette et je vais fumer une mi metto in ordine e vado a fumare una sigaretta in cigarette dans le jardin… Je compose quelque madrigal, et giardino… Scrivo un madrigale o due, e senza neanche LANCELOT LANCILLOTTO tout doucement j’atteins huit heures. Je mange… et je me accorgermene arrivo alle otto. Mangio… e vado a letto. Revoir ce preux ! … Ah ! je suis ému malgré moi. Rivedere quel prode! Ah! mio malgrado, sono commosso. couche… Voilà ma vie ! … Ecco la mia vita!

AMADIS AMADIGI AMADIS AMADIGI Roland ! Roland ! Orlando! Orlando! Alors vous ne faites que manger et dormir ? … Ma allora non fai altro che mangiare e dormire?

OGIER OGIER ROLAND ORLANDO C’est lui ! È lui! Et aimer ! … (les chevaliers reprennent en chœur) aimer ! E amare!… (i cavalieri riprendono in coro) amare!

AMADIS AMADIGI Scène 3 Scena 3 Oh ! les femmes ! … les femmes ! … (À Roland.) Elle est Oh! le donne!… le donne!… (a Orlando) È dunque tanto LES MÊMES, ROLAND. GLI STESSI, ORLANDO. donc bien séduisante, cette Mélusine ? seducente, questa Melusina?

ROLAND ORLANDO ROLAND ORLANDO Qui est-ce qui m’appelle ? Chi mi chiama? Elle a des qualités et des défauts… une jalousie féroce… J’ai Ha le sue qualità e i suoi difetti… Una gelosia feroce… Molte eu bien des fois envie de lui dire : va te promener ! … mais volte mi è venuta voglia di mandarla a quel paese, ma dato OGIER OGIER comme elle crie plus fort que moi, j’ai préféré me taire ! … che urla più forte di me, ho preferito tacere!… Ah ! comme il est changé ! Ah! com’è cambiato! RENAUD, avec force. RINALDO, con forza. AMADIS AMADIGI Est-ce bien le neveu de qui parle ainsi ? Ma è il nipote di Carlomagno che parla così? Roland, nous reconnaissez-vous ? Orlando, ci riconosci? AMADIS, de même. AMADIGI, allo stesso modo. ROLAND ORLANDO Roland… ne vous encroûtez pas davantage ! … Au nom Orlando, non puoi abbrutirti fino a questo punto! In nome Amadis, Lancelot, Renaud et Ogier… des intimes… Amadigi, Lancillotto, Rinaldo e Ogier… i miei amici intimi, i de saint Dunstan, notre patron, endossez le harnois et venez di san Dunstano, nostro patrono, indossa l’armatura e vieni des copains… La santé ? … bonne… Allons, tant mieux… miei compagni! La salute come va?… bene… Tanto meglio… avec nous ! La chevalerie vous réclame ! con noi! La cavalleria ti reclama! Moi, comme vous voyez… ça ne va pas trop mal. Io, come vedete, sto abbastanza bene. OGIER OGIER AMADIS AMADIGI Oui, la chevalerie vous réclame ! Sì, la cavalleria ti reclama! C’est donc bien vrai, confrère… vous avez renoncé aux Ma allora è vero, collega… hai rinunciato alle avventure… aventures… aux combats ? ai combattimenti? ROLAND ORLANDO La chevalerie… la chevalerie ! … noble état ! … où l’on La cavalleria… la cavalleria! Nobile professione in cui ci ROLAND ORLANDO s’abîme le tempérament, et où l’on ne fait pas souvent ses si rovina l’umore, e certo non capita spesso di fare quattro Mon Dieu, oui ! qu’est-ce que vous voulez, mes enfants ? … Mio Dio, sì! Che volete farci, ragazzi? Ho trovato una donna quatre repas par jour ! … noble, noble état ! … (Changeant pasti al giorno!… Nobile, nobile professione!… (cambiando

60 61 de ton.) Mais j’ai pris d’autres habitudes, ça ne me dit plus tono) Ma ormai ho preso altre abitudini, e non mi dice instituons une grande poule pour chevaliers de vingt à trente un grande torneo per cavalieri dai venti ai trent’anni. Ai rien du tout… più nulla… ans, et disons qu’il sera décerné trois prix aux vainqueurs… vincitori saranno assegnati tre premi: 1° Premio, un paio di 1er Prix : une paire de flambeaux en plaqué ; 2e Prix : une candelabri in metallo placcato; 2° Premio, un orologio d’oro AMADIS, avec désespoir. AMADIGI, con disperazione. montre en or à répétition ; 3e Prix dit prix de consolation : la a ripetizione; 3° Premio, o premio di consolazione, la mano Ah ! il est perdu pour la patrie ! Ah! È perduto per la patria! main de la princesse Angélique. NOTA BENE. On reprendra la della principessa Angelica. NOTA BENE. L’orologio potrà essere montre pour quinze francs, mais on ne reprendra la main de restituito in cambio di quindici franchi, ma la mano della (On entend au dehors une fanfare brillante et un roulement (Fuori risuona una squillante fanfara accompagnata da un la princesse à aucun prix. » principessa non verrà in alcun caso ripresa.» de tambour.) rullo di tamburi.) RENAUD RINALDO LANCELOT LANCILLOTTO C’est trop juste ! Troppo giusto! Qu’est-ce que cela ? Che succede? AMADIS AMADIGI AMADIS AMADIGI La propre fille de Rodomont… Allons, le duc fait bien La figlia di Rodomonte in persona! Certo che il duca fa bene Une aventure peut-être… en arrêt ! … Forse un’avventura… in guardia! les choses… le cose…

OGIER OGIER LANCELOT LANCILLOTTO En arrêt ! messieurs, en arrêt ! … In guardia, signori, in guardia! C’est un gentleman ! È un gentleman!

MERLIN MERLINO Scène 4 Scena 4 Et un homme de goût… c’est à moi qu’il a confié l’éducation E un uomo di gusto… Ha affidato a me l’educazione di sua LES MÊMES, MERLIN, DES HÉRAUTS D’ARMES, GENS DU PEUPLE, GLI STESSI, MERLINO, ARALDI, BORGHESI, POPOLANI, de sa fille… une charmante enfant… vous allez voir… figlia. Una ragazza affascinante, vedrete… esposizione BOURGEOIS, BOURGEOISES, PAYSANS et PAYSANNES. CONTADINI e CONTADINE. exposition publique des lots… Retournez la mécanique… pubblica dei premi… Capovolgete il meccanismo… Des Gens du peuple, des Bourgeois, des Bourgeoises, Popolani, borghesi, contadini e contadine des Paysans et des Paysannes se précipitent sur le théâtre si precipitano in scena da tutte le parti. ROLAND, regardant le portrait. ORLANDO, guardando il ritratto. de tous côtés. Oh ! cette jeune fille… qu’elle est belle ! Oh! com’è bella questa fanciulla!

AMADIS, regardant la montre. AMADIGI, guardando l’orologio. N° 2A – CHŒUR ET RÉCIT N. 2A – CORO E RECITATIVO Le superbe chronomètre ! Splendido orologio!

CHŒUR CORO LANCELOT, admirant les flambeaux. LANCILLOTTO, ammirando i candelabri. Entendez-vous ? c’est la trompette, Sentite? è la tromba, Et que ces deux flambeaux sont beaux ! E che belli questi due candelabri! C’est la trompette et le tambour, la tromba col tamburo, C’est pour annoncer quelque fête annuncia qualche festa MERLIN, lisant. MERLINO, leggendo. Qui va se donner à la cour. che si prepara a corte. « Avis essentiel : on s’inscrira chez Merlin… » (Il met la «Avviso importante: iscriversi presso Merlino…» C’est la trompette et le tambour La tromba col tamburo proclamation dans sa poche.) Chez moi, et à ce propos, (mette in tasca il proclama) cioè da me. A questo proposito, C’est pour annoncer quelque fête annuncia qualche festa honorable assistance, permettez-moi de profiter de l’occasion stimato pubblico, permettetemi di approfittare dell’occasione Qui va se donner à la cour. che si prepara a corte. pour vous rappeler que je suis le seul et unique successeur du per ricordarvi che io sono il solo e l’unico successore del fameux Merlin, dont le nom est célèbre dans le monde entier. celebre Merlino, il cui nome è famoso in tutto il mondo. MERLIN MERLINO Allez, la musique. Musica! Écoutez, assistance, Gente, ascoltate qua Mon discours amical ; il mio discorso cordiale; Vous y prendrez, je pense, credo che vi farà N° 2B – AIR DE MERLIN N. 2B – ARIA DI MERLINO Un plaisir colossal ! un piacer colossale! Je suis Merlin, je suis Merlin, Sono Merlino, sono Merlino, MERLIN parlant sur la musique. MERLINO parlando sulla musica. Successeur et fils de son père. successore e figlio di mio padre. Noble assemblée, moi Merlin, investi de la confiance du Nobile assemblea, io, Merlino, investito della fiducia del Mon père était un gros malin, Mio padre era un furbacchione, noble duc Rodomont, notre maître… (Au tambour.) Un grande duca Rodomonte, nostro signore… (Al tamburino.) Je suis malin comme mon père. e io sono astuto come lui. petit roulement… (Le tambour fait un roulement.) Je suis Un piccolo rullo… (Il tamburino esegue.) Sono incaricato En tous lieux moi-même j’opère ! Agisco di persona dappertutto! chargé de vous donner connaissance de la proclamation que di rendere noto il proclama che ora vi leggerò! (Tira fuori Je suis Merlin, je suis malin Sono Merlino, sono furbino, voici ! … (Tirant une affiche de sa poche et lisant.) dalla tasca un manifesto e legge.) Merlin malin, malin Merlin Merlino furbino, furbino Merlino « Nous, Rodomont, duc de Machicoulis, haut et puissant «Noi, Rodomonte, duca di Machicoulis, nobile e potente signore Je suis malin comme mon père. come mio padre sono un furbacchione. seigneur de Mouille-fontaine et autres lieux, désirant faire di Mouille-fontaine e di altri luoghi, desiderando fare qualcosa En tous lieux moi-même j’opère. Agisco di persona dappertutto! quelque chose pour l’amélioration de la chevalerie errante, a favore della cavalleria errante, abbiamo deciso di istituire

62 63 Droguiste, dentiste, maître d’école, parfumeur. Droghiere, dentista, maestro, profumiere. ROLAND ORLANDO Légiste, chimiste, avocat, barbier, enchanteur. Consigliere, chimico, avvocato, mago e barbiere. Mélusine ! nom d’un pépin ! Melusina! accidenti! Je suis un peu de tout cela. Sono di tutto un po’. Parlez, demandez et me voilà, Parlate, domandate, sono qua, MÉLUSINE MELUSINA Me voilà, me voilà, me voilà, me voilà, me voilà, me voilà, sono qua, sono qua, sono qua, sono qua, sono qua, sono qua, Qui t’a permis de sortir ? … Rentre à la maison ! Chi ti ha permesso di uscire? me voilà, me voilà. sono qua. rentre sur-le-champ ! Rientra in casa! subito!

Je suis Merlin, je suis Merlin Sono Merlino. Sono Merlino, ROLAND, vexé. ORLANDO, seccato. Successeur et fils de son père. successore e figlio di mio padre. Madame ! … (À Amadis.) Si je l’envoyais promener ! Signora!… (a Amadigi) Se la mandassi a quel paese? Mon père était un gros malin, Mio padre era un furbacchione, Je suis malin comme mon père. e io sono astuto come lui. AMADIS AMADIGI En tous lieux moi-même j’opère ! Agisco di persona dappertutto! Certainement… ferme, là, ferme ! Certo!… in modo fermo e risoluto! Je suis Merlin, je suis malin, Sono Merlino, sono furbino, Merlin malin, malin Merlin. Merlino furbino, furbino Merlino ROLAND, à Amadis. ORLANDO, a Amadigi. Je suis malin comme mon père. come mio padre sono un furbacchione. Ferme ! … (Très fort.) Fermo e risoluto!… (Facendo la voce grossa.) En tous lieux moi-même j’opère. Agisco di persona dappertutto. Madame, je suis sorti, parce que… Signora, sono uscito perché…

REPRISE EN CHŒUR RIPRESA IN CORO MÉLUSINE, le regardant fixement. MELUSINA, guardandolo fisso. Il est Merlin, il est Merlin È lui Merlino, è lui Merlino Parce que… Perché… Successeur et fils de son père, successore e figlio di suo padre. Son père était un gros malin, Suo padre era un furbacchione, ROLAND, faiblissant. ORLANDO, più debolmente. Il est malin comme son père, e lui è astuto come il padre. Parce que j’avais besoin de prendre l’air. Perché avevo bisogno di prendere un po’ d’aria. Et lui-même en tous lieux opère. Agisce di persona dappertutto. MÉLUSINE MELUSINA Oui… oui… je vois ce que c’est… des amis… des mauvaises Sì… Sì… Vedo che sono degli amici… delle cattive Scène 5 Scena 5 connaissances qui veulent vous entraîner… Et tu les écoutes, conoscenze che vogliono portarti via… E tu li ascolti, MERLIN, ROLAND, AMADIS, LANCELOT, RENAUD et OGIER, MERLINO, ORLANDO, AMADIGI, LANCILLOTTO, RINALDO e Roland ? tu consentirais à me quitter… moi ! moi, qui t’ai Orlando? Acconsentiresti a lasciarmi? E io che per te ho puis MÉLUSINE. OGIER, poi MELUSINA. tout sacrifié ! sacrificato tutto!

ROLAND ORLANDO ROLAND ORLANDO Qu’elle est belle ! … Ah ! j’aimerais à gagner cette poule ! Com’è bella!… Ah! Mi piacerebbe conquistarla! Tout ? Tutto?

MERLIN MERLINO MÉLUSINE MELUSINA Le registre est là, chevaliers. (Il montre sa maison.) Il registro è là, cavalieri. (Indica la sua casa.) Apprends donc que si j’ai liquidé ma maison, c’est pour me Sappi dunque che se ho liquidato la mia attività, è stato Qui veut s’inscrire ? Chi vuole iscriversi? consacrer entièrement à toi ! … Apprends que je viens de per dedicarmi interamente a te! Sappi che ho fatto costruire faire bâtir un superbe château avec des glaces et des tapis un magnifico castello con specchi e tappeti dappertutto… LES QUATRE CHEVALIERS I QUATTRO CAVALIERI partout… un palais que je te destine et où tu mèneras une Un palazzo tutto per te, dove condurrai un’esistenza Moi ! Io! existence princière au milieu du luxe et du plaisir. principesca tra il lusso e i piaceri.

ROLAND ORLANDO ROLAND ORLANDO Je suis remué, décidément, je suis remué ! … (S’avançant.) Sono colpito, sono decisamente colpito!… (Facendosi avanti.) Alors, c’est un hôtel que vous m’offrez ? Allora mi offri un palazzo? Et moi aussi ! E anch’io! MÉLUSINE MELUSINA AMADIS AMADIGI Demain, nous y pendrons crémaillère… et c’est ce moment, Domani lo inaugureremo… ed è questo momento, ingrato, Roland ! À la bonne heure ! Orlando! Alla buon’ora! ingrat, c’est ce moment que tu choisis pour m’abandonner ! … è questo momento che scegli per lasciarmi!… Ah, non Ah ! tu n’y penses pas ! … Tu m’appartiens, Roland, tu pensarci nemmeno! Tu mi appartieni, Orlando, mi ROLAND ORLANDO m’appartiens et je ne te lâcherai pas ! … appartieni e non ti lascerò! Oui, je suis des vôtres ! … Oui, je disputerai ce prix ! … Sì, sono dei vostri! Sì voglio concorrere per questo premio! Al Je renonce à la tapisserie ! … Je suis électrisé ! À moi, à moi diavolo il piccolo punto!… Sono elettrizzato! A me, a me la ROLAND ORLANDO la main de la princesse ! mano della principessa! C’est de la glu, cette femme-là. Ma quanto è appiccicosa quella donna!

MÉLUSINE, qui vient de paraître. MELUSINA, che è entrata nel frattempo. MÉLUSINE MELUSINA Qu’est-ce que tu dis ? Che cosa hai detto? Allons ! ton bras, mon chéri ! Et viens déjeuner ! Andiamo! Dammi il braccio, caro! Vieni a mangiare!

64 65 ROLAND, abattu, se laissant conduire. ORLANDO, abbattuto, si lascia condurre via. N° 3 – COUPLETS de MÉDOR N. 3 – COUPLETS DI MEDORO Oui, ma poule ! (Il entre chez Mélusine.) Sì, tesoruccio! (Entra nella dimora di Melusina.) I I MÉLUSINE, poussant Roland. MELUSINA, spingendo Orlando. Puisque j’y suis autorisé, Poiché sono autorizzato Mais va donc ! (Aux Chevaliers.) Vous en serez pour vos frais, E muoviti! (Ai cavalieri.) E voi, signori, avete sprecato Apprenez donc, belle Angélique, a dirlo, bella Angelica, sappiate, messeigneurs ! (Elle disparaît.) il vostro tempo! (Scompare.) Que mon cœur est tout embrasé, che il mio cuore è in fiamme e tutto lo consuma Des feux d’un amour volcanique. il fuoco d’un vulcanico amore. Ce cœur brûlé, carbonisé Questo mio cuor bruciato, carbonizzato Scène 6 Scena 6 Par votre beauté mirifique, dalla vostra mirabile bellezza, MERLIN, AMADIS, LANCELOT, RENAUD et OGIER. MERLINO, AMADIGI, LANCILLOTTO, RINALDO e OGIER. Aurait besoin d’être arrosé… avrebbe bisogno d’essere innaffiato… C’est une fleur de rhétorique. È un fiore di retorica. AMADIS AMADIGI Allons, décidément, c’est un homme rasé ! È proprio un uomo annientato! Belle, à ma supplique Bella, alla mia supplica Soyez sympathique. non siate antitetica. MERLIN MERLINO Si je prends la rime en ique, nique, nique, nique, Uso la rima in etica, etica, elica, elica Chevaliers, vous savez que le registre est là… si vous voulez Cavalieri, sapete che il registro è là… C’est qu’elle s’applique perch’essa ben si applica y coucher vos noms… Se volete iscrivervi… Au nom d’Angélique al nome di Angelica Lequel s’harmonise avec votre beauté magique. e alla bellezza magica OGIER OGIER Elle s’harmonise avec votre beauté magique. di cui ella è carica. À l’instant… Allons signer… (Ils entrent chez Merlin.) Subito!… Andiamo a firmare. (Entrano in casa di Merlino.) II II Voyez, je suis de frais rasé, Vedete, son di fresco rasato, Scène 7 Scena 7 De peur que ma barbe ne pique. sicché la mia barba non pizzica. MERLIN, puis MÉDOR. MERLINO, poi MEDORO. J’ai l’œil bleu, le cheveu frisé, Ho gli occhi azzurri e i capelli ricci, J’ai des charmes dans le physique. non sono male nel fisico. MERLIN MERLINO Si je ne suis pas écrasé Se non sarò schiacciato Allons ! ça roule, ça roule ! … Mais n’oublions pas que j’ai Be’, tiriamo avanti… Ma non dimentichiamo che la mia Par un rival trop énergique, da un rivale troppo energico, plusieurs branches à mon commerce et qu’il est l’heure de attività comprende diversi settori e che è ora di mandare a Vous aurez un époux bronzé, avrete un marito abbronzato, renvoyer mes élèves. (Appelant.) Médor ! Médor ! casa i miei allievi. (Chiama.) Medoro! Medoro! Parfait, complet… et mélodique. perfetto, completo… e melodico.

MÉDOR, sortant du pensionnat. MEDORO, uscendo dal pensionato. Belle, à ma supplique Bella, alla mia supplica Vous m’appelez, patron ? Avete chiamato, capo? Soyez sympathique. non siate antitetica. Si je prends la rime en ique, nique, nique, nique, Uso la rima in etica, etica, elica, elica MERLIN MERLINO C’est qu’elle s’applique perch’essa ben si applica Sonnez la cloche ! Suona la campana! Au nom d’Angélique al nome di Angelica Lequel s’harmonise avec votre beauté magique. e alla bellezza magica MÉDOR MEDORO Elle s’harmonise avec votre beauté magique. di cui ella è carica. Oui, patron. (Merlin entre chez lui ; Médor sonne la cloche Sì, capo. (Merlino entra in casa; Medoro suona la campana et s’avance sur le devant de la Scène.) Ouvrons une large e avanza fino al proscenio.) Apriamo una lunga parentesi. MÉDOR MEDORO parenthèse. Médor est un troubadour, ou, si vous aimez Medoro è un trovatore o, se preferite, un menestrello… Mais la voici, fermons la large parenthèse. Eccola qui, chiudiamo questa lunga parentesi. mieux, un ménestrel… Un jour le ménestrel vit la belle Un giorno il menestrello vide la bella Angelica, e subito se Angélique, et crac ! le ménestrel l’aima… Une place de ne innamorò… Un posto di professore, o, se preferite, di professeur ou si vous aimez mieux de pion, était vacante precettore si era reso vacante nella scuola del signor Merlino. Scène 8 Scena 8 chez monsieur Merlin. Le ménestrel s’offrit, et, depuis ce Il menestrello si presentò e così, da allora, insegna la scala MÉDOR, ANGÉLIQUE. MEDORO, ANGELICA. temps, il apprend la gamme à la fille du noble duc. La fille du musicale alla figlia del nobile duca. La figlia del nobile duca noble duc unit son soprano aigu au ténorino du ménestrel… unisce i suoi acuti di soprano alla voce da tenorino del MÉDOR MEDORO nous marions nos registres… Acre volupté ! … menestrello… Sposiamo i nostri registri… Amara voluttà!… Pardon, princesse, je vous croyais partie avec Scusate, principessa, credevo foste uscita con le vostre vos compagnes… compagne…

ANGÉLIQUE ANGELICA J’attends ma bonne. Aspetto la mia cameriera.

66 67 MÉDOR MEDORO ANGÉLIQUE ANGELICA Elle est rarement exacte… Je soupçonne cette fille d’avoir Quella ragazza è raramente puntuale… Sospetto che abbia De l’amour ! Un amore! quelque attachement dans la troupe. una relazione con qualcuno della compagnia.

ANGÉLIQUE ANGELICA N° 4 – DUO N. 4 – DUETTO Vous dites ? Dite? ANGÉLIQUE ANGELICA MÉDOR, à part. MEDORO, a parte. Amour ? quel mot doux et touchant ! Amor? Dolce parola, commovente! J’ai fait un impair ! (Haut.) Rien… princesse… Ho preso un abbaglio! (A voce alta.) Ma no, principessa, Monsieur Médor, je vous en prie, Vi prego, signor Medoro, je plaisantais… Soyons sérieux, et en attendant votre scherzavo… Siamo seri, e aspettando la vostra cameriera, Expliquez-moi donc sur-le-champ spiegatemi senza indugio bonne, prenons une petite leçon de mathématiques. facciamo una lezioncina di matematica. Ce que ce mot-là signifie ? che cosa voglia dire!

ANGÉLIQUE, pensive. ANGELICA, pensierosa. MÉDOR MEDORO Dites-moi, monsieur Médor, savez-vous ce que c’est qu’une Ditemi, signor Medoro, sapete che cos’è una ragazza Princesse, ce sentiment-là Principessa, il sentimento jeune fille qui s’ignore ? inconsapevole? Qui vous charme et qui vous étonne, che v’incanta e vi stupisce, Vous l’avez éprouvé déjà. voi l’avete già provato. MÉDOR MEDORO Est-ce que vous n’aimez personne ? C’è qualcun che forse amate? Une jeune fille qui s’ignore, princesse… mais ça n’a pas de Una ragazza inconsapevole, principessa… ma questo non rapport avec les mathématiques. c’entra con la matematica. ANGÉLIQUE, naïvement. ANGELICA, ingenuamente. J’aime maman, j’aime papa… Amo mamma, amo papà… ANGÉLIQUE ANGELICA Eh ! qu’importe ? J’ai entendu papa qui disait l’autre jour Che importa? L’altro giorno ho sentito papà dire alla mamma: MÉDOR MEDORO à maman : Angélique est une jeune fille qui s’ignore… son Angelica è una ragazza inconsapevole… Il suo cuore non ha J’aime maman, j’aime papa, Amo mamma, amo papà… cœur n’a pas encore palpité… Ça m’a bien intriguée. ancora palpitato… Questo mi ha molto incuriosito. Cherchez, cherchez ! ça n’est pas ça ! Riflettete! Non è questo.

MÉDOR MEDORO ANGÉLIQUE ANGELICA Je le conçois. Posso capirlo. J’aime les fleurs et les dentelles. Amo i fiori ed i merletti.

ANGÉLIQUE ANGELICA MÉDOR MEDORO Expliquez-moi donc un peu, monsieur Médor, ce que c’est Dunque spiegatemi, signor Medoro, che cos’è un cuore Ça n’est pas ça, ça n’est pas ça. Non è questo, non è questo. qu’un cœur qui palpite. che palpita. ANGÉLIQUE ANGELICA MÉDOR MEDORO J’aime mes blanches tourterelles. Amo le mie bianche tortore. Un cœur qui palpite, princesse… Vous me posez là une Un cuore che palpita, principessa… Che domanda mi fate… question… Je ne sais pas ! … Non so! MÉDOR MEDORO Ça n’est pas ça ! Non è questo! ANGÉLIQUE ANGELICA Ah ! ça n’est pas ça ! Ah! non è questo! Ah ! vous ne savez rien… vous voyez bien que je ne demande Ah, non lo sapete… Vedete bene che non chiedo altro che qu’à m’instruire… Ce n’est pas de ma faute si je ne fais pas essere istruita… Non è colpa mia se non faccio progressi… ANGÉLIQUE ANGELICA de progrès… Vous connaissez au moins la valeur des mots Almeno voi conoscete il valore delle parole che impiegate. Ça n’est pas ça ! Non è questo! que vous employez… Tout à l’heure vous avez dit que ma Poco fa avete detto che la mia cameriera aveva una Ça n’est pas ça ! Non è questo! bonne avait un attachement… ça m’a bien intriguée… relazione… Mi ha molto incuriosito. Quel est donc ce sentiment-là ? Qual è dunque il sentimento? Ça n’est pas ça ! Non è questo! MÉDOR, à part. MEDORO, a parte. Ça n’est pas ça ! Non è questo! Tout l’intrigue, quelle innocente ! Tutto la incuriosisce, che innocente! Ah ! Quel est donc ce sentiment-là ? Qual è dunque il sentimento?

ANGÉLIQUE ANGELICA MÉDOR MEDORO Qu’est-ce que c’est que cela, dites-moi, un attachement ? Ditemi, di che si tratta? Non non non No no no, Ça n’est pas ça ! non è questo! MÉDOR MEDORO Ce n’est pas ce sentiment-là ! Non è questo il sentimento! Un attachement… dame… princesse… un attachement, Una relazione… signora… principessa… una relazione è… Non non non No no no, c’est… c’est de l’amour… è un amore… Ça n’est pas ça… non è questo… … ce sentiment-là ! … il sentimento !

68 69 ANGÉLIQUE ANGELICA ANGÉLIQUE ANGELICA C’est vous qui devez m’instruire, Istruirmi spetta a voi, Son cœur battait battait battait… Il suo cuore batteva batteva batteva… Parlez donc sans hésiter… su, parlate senza indugi… MÉDOR MEDORO MÉDOR MEDORO Sans trop savoir pourquoi c’était. Senza spiegarsi perché questo accadeva. Non, je n’ose pas le dire, No, dirlo non oso, Mais je veux bien le chanter. ma cantarlo poss’io. ANGÉLIQUE ANGELICA … Quoi c’est cela. Ecco, è questo. ANGÉLIQUE ANGELICA Faites comme il vous plaira, Fate come più vi piace, MÉDOR (Parlé.) MEDORO (Parlato.) Mais instruisez Angélique. però Angelica educate. Le second couplet est plus fort, et le troisième dit tout… La seconda strofa è più forte, e la terza dice tutto…

MÉDOR MEDORO II MÉDOR II MEDORO Admettons que ce sera Ammettiamo allor che sia De la gente fillette Della gentil fanciulla Votre leçon de musique. la lezion vostra di musica. Cet escolier fringant il focoso studente Saisit la main blanchette prese la mano bianca ANGÉLIQUE ANGELICA Qu’il pressa doucement ; che strinse dolcemente; Admettons-le… pas de délai… Ammettiamolo… basta indugi… Puis sur son frais visage poi sul suo fresco volto Qu’ardeur vint embraser, soffuso di rossore, MÉDOR, prenant sa guitare. MEDORO, prendendo la sua chitarra. Hardi comme un beau page, ardito come un paggio, Écoutez bien ce petit lai ! Ascoltate questo lai! Il prit un long baiser ! posò un lungo bacio!

ANGÉLIQUE ANGELICA ANGÉLIQUE ANGELICA … pas de délai. … non più indugi. Un long baiser… Un lungo bacio… Ah… Ah…

COUPLETS COUPLETS MÉDOR MEDORO Ah… Et le petit cœur d’Isaure Ah… E d’Isaura il cuore I MÉDOR I MEDORO Battait, battait… batteva, batteva… Isaure était seulette Isaura sedea sola soletta Mais du surplus point encore Ma del resto ancora Sous un grand marronnier sotto un castagno ombroso; Ne se doutait. nulla sapeva. Près de la bachelette vicino alla fanciulla Survint un escolier ; giunse uno studente; ANGÉLIQUE ANGELICA Il s’assit auprès d’elle, sedette accanto a lei, Quoi c’est cela ? Dunque è questo? Et ses yeux dans ses yeux, e guardandola negli occhi, Ah ! Ah ! Ah! Ah! Lui dit : Je veux, ma belle, le disse: mia bella, Quoi ! C’est cela. Ecco! È questo. Je veux t’ouvrir les cieux ! voglio aprirti il paradiso! ANGÉLIQUE ANGELICA ANGÉLIQUE ANGELICA Son cœur battait battait battait… Il suo cuore batteva batteva batteva… T’ouvrir les cieux… Aprirti il paradiso… MÉDOR MEDORO MÉDOR MEDORO Mais du surplus, ne se doutait. Ma del resto ancor nulla sapeva. Ah… Et le petit cœur d’Isaure Ah… E d’Isaura il cuore Battait, battait… batteva, batteva… ANGÉLIQUE ANGELICA Sans trop s’expliquer encore Senza spiegarsi ancora Son cœur battait battait battait… Il suo cuore batteva batteva batteva… Pourquoi c’était. perché questo accadeva. MÉDOR MEDORO ANGÉLIQUE ANGELICA Mais du surplus, ne se doutait. Ma del resto ancor nulla sapeva. Son cœur battait battait battait… Il suo cuore batteva batteva batteva… ANGÉLIQUE ANGELICA MÉDOR MEDORO …Quoi c’est cela. … Ecco, è questo. Sans trop savoir pourquoi c’était. Senza spiegarsi perché questo accadeva.

70 71 Scène 9 Scena 9 MÉDOR MEDORO LES MÊMES, RODOMONT, suivi de SACRIPANT, puis MERLIN. GLI STESSI, RODOMONTE, seguito da SACRIPANTE, poi da MERLINO. Monseigneur, croyez bien… Signore, credetemi…

RODOMONT, les apercevant. RODOMONTE, scorgendoli. RODOMONT, d’une voix tonnante. RODOMONTE, con voce tonante. Ventre-Mahon ! Qu’est-ce que je vois ? Poffarbacco! Che vedo mai? Paix ! vassal ! Pace, vassallo!

MÉDOR MEDORO SACRIPANT SACRIPANTE Le duc ! Je suis pincé ! … Il duca! Sono fritto!… Paix, vassal ! Pace, vassallo!

ANGÉLIQUE ANGELICA MERLIN MERLINO Tiens ! c’est papa ! Bonjour, papa ! Oh, è papà! Buongiorno, papà! Paix, vassal ! Pace, vassallo!

RODOMONT RODOMONTE RODOMONT RODOMONTE Papa… papa ! Prenons-le d’un peu plus haut, mademoiselle. Papà… papà! Un po’ di contegno, signorina. Qu’on me laisse m’abîmer dans mes réflexions amères ! … Lasciatemi sprofondare nelle mie amare riflessioni!…

MERLIN MERLINO Qu’y a-t-il donc, monseigneur ? Che succede, signore? N° 5 – AIR DE RODOMONT N. 5 – ARIA DI RODOMONTE

RODOMONT RODOMONTE Mon œil est assez vif, ma figure est sereine, Vivace ho lo sguardo e il volto sereno, Il y a que je trouve ma fille, une fille de race, C’è che trovo mia figlia, una ragazza di nobile stirpe, Et pourtant dans mon cœur tout est en désarroi, ma regna nel mio cuore lo sgomento: causant en plein air avec un jouvenceau. (Criant.) che discorre in pubblico con un giovincello. (Gridando.) Car depuis bien longtemps je tiens une déveine, da tempo mi perseguita la iella Ça n’est pas convenable ! È sconveniente! Et tout semble en ces lieux conspirer contre moi ! e tutto par cospirar contro di me!

SACRIPANT, criant plus fort. SACRIPANTE, gridando più forte. Roi, je suis dans la détresse, Come re, sono in difficoltà, Ça n’est pas convenable ! È sconveniente! Et je n’ai pas dans ma caisse nei miei forzieri ormai Le plus léger monaco. non c’è più neanche un soldo. ANGÉLIQUE, faisant la moue. ANGELICA, facendo il broncio. Père, mon enfant unique, Come padre, l’unica mia figlia, Ah ! papa… vous êtes toujours à la pose, vous… Ah, papà… vi date sempre delle arie, voi… Sous prétexte de musique, a forza di studiar musica Se développe au galop. si sviluppa in fretta. RODOMONT RODOMONTE Époux, la reine ma femme, Come marito, la duchessa mia moglie, À la pose ! Qu’est-ce que c’est que cette expression ? Delle arie! Da dove viene questa espressione? Je le dis du fond de l’âme, lo dico sinceramente, Me chagrine énormément ; mi affligge enormemente; SACRIPANT SACRIPANTE Il s’ensuit qu’époux ou père, ne consegue che, padre o sposo, C’est risqué ! È audace! Je n’ai pas sur cette terre non ho su questa terra Pour quinze sous d’agrément ! un momento di pace! RODOMONT, à Merlin. RODOMONTE, a Merlino. C’est ça que vous appelez une éducation de famille ? È questa la vostra educazione famigliare? La reine surtout ! sa toilette est splendide ! La regina soprattutto! è sempre elegantissima! Ce luxe étourdissant… qui donc le lui fournit ? Quel lusso strabiliante, chi mai lo pagherà? MERLIN MERLINO Assurément pas moi… puisque ma poche est vide, Certo non io… giacché ho le tasche vuote, Évidemment, seigneur. Evidentemente, signore. Et que dans nul endroit on ne me fait crédit. e non mi fanno credito da nessuna parte.

ANGÉLIQUE ANGELICA Qui donc alors ? Patience, E allora chi? Pazienza, C’est bien simple, papa… Monsieur Médor me donnait une È semplice, papà… Il signor Medoro mi stava dando Bientôt, bientôt ! je le saurai, presto, sì, lo saprò, leçon… il m’apprenait un lai d’amour… una lezione, mi stava insegnando un lai d’amore… Et dans des flots de vengeance, e della mia vendetta Ah ! je m’abreuverai ! … saziarmi potrò! RODOMONT, furieux. RODOMONTE, furioso. Par la mordieu ! Maledizione! Un lai d’amour ! Voilà ce que je n’aime pas ! Un lai d’amore! Questo non mi piace affatto! Gare au mossieu ! Guai a quel ganzo!

ANGÉLIQUE ANGELICA Gar’, gar’, gar’, gar’, gar’, gar’, gar’, gar’ Guai, guai, guai, guai, guai, guai, guai, guai, Nous en étions au troisième couplet… celui qui dit tout ! Eravamo arrivati alla terza strofa… quella che dice tutto! Gare gare gare gare gare gare gare gare Guai guai guai guai guai guai guai guai

RODOMONT, encore plus furieux. RODOMONTE, ancora più furibondo. Qui donc alors ? Patience, E allora chi? Pazienza, Qui dit tout ! Che dice tutto! Bientôt, bientôt ! je le saurai, presto, sì, lo saprò,

72 73 Et dans des flots de vengeance, e della mia vendetta Ah ! c’est que tu ne sais pas… c’est une combinaison à Ah! ma tu non sai… è una mia trovata. Mi son detto: Ah ! je m’abreuverai ! … saziarmi potrò! moi… Voici ce que je me suis dit : Ma fille a dix-huit ans, et mia figlia ha diciotto anni, e nessuno, ammettiamolo, personne, il n’y a pas à dire, personne ne me la demande en nessuno mi chiede la sua mano… Qu’il soit blond, brun, long, gras ou mince, Sia biondo o bruno, alto, magro o grasso, mariage… Pourtant elle est blonde ! Eppure è bionda! Si jamais je te vous le pince, se mai lo acchiappo, On verra ce que peut un prince si vedrà che può fare un principe SACRIPANT, appuyant. SACRIPANTE, insistendo. Qui rugit, qui rage et qui grince ! infuriato, che ruggisce e arrota i denti! Blonde comme Vénus sortant de l’onde ! Bionda come Venere quando esce dalle acque! Trila ti ta ta qu’il soit blond, brun, long, gras ou mince, Trila ti ta ta sia biondo o bruno, alto, magro o grasso Trila ti ta ta si jamais je te vous le pince Trila ti ta ta se mai lo acchiappo RODOMONT, furieux. RODOMONTE, furioso. On verra ce que peut un prince si vedrà che può fare un principe Ne m’interrompez pas. Non interrompetemi! Qui rugit, qui rage et qui grince ! infuriato, che ruggisce e arrota i denti! Trila ti ta trila ti ta trila ti ta trila ti ta trila ti ta trila ti ta ta Trila ti ta trila ti ta trila ti ta trila ti ta trila ti ta trila ti ta ta SACRIPANT SACRIPANTE On verra ce que peut un prince si vedrà che può fare un principe Je disais seulement… Dicevo soltanto… Qui rugit, qui rage et qui grince infuriato, che ruggisce e arrota i denti Qui rugit, qui rage et qui grince infuriato, che ruggisce e arrota i denti RODOMONT RODOMONTE Ah ! Ah! Vous manquez à votre maître ! (Il lui donne un soufflet.) Mancate di rispetto al vostro signore! (Gli dà uno schiaffo.)

(Parlé.) J’ai fini de m’abîmer ! As-tu fait l’annonce ? Aurons- (Parlato.) Basta rodersi! Hai fatto l’annuncio? Avremo degli SACRIPANT, avec dignité. SACRIPANTE, con dignità. nous des amateurs ? appassionati? Je prierai Votre Seigneurie d’accepter ma démission. Prego Vostra Signoria di accettare le mie dimissioni. (Tirant un cahier de sa poche.) Voici la note de ce (Tirando fuori di tasca un quadernetto.) Ecco la nota MERLIN MERLINO qui m’est dû ! di ciò che mi è dovuto! Beaucoup ! Molti! RODOMONT, le prenant. RODOMONTE, prendendolo. RODOMONT RODOMONTE Onze cent vingt francs… Je t’ai froissé, Sacripant, Millecentoventi franchi… Ti ho offeso, Sacripante, Beaucoup ! Alors, je puis démasquer mes batteries… Merlin, Molti! Allora posso scoprire le mie carte… Merlino, oublions tout, et… (lui tendant son manteau) baise dimentichiamo tutto, e… (tendendogli una falda un siège, que je démasque mes batteries ! … On se croirait una sedia, perché scopra le mie carte!… Sembra d’essere mon pan. del mantello) bacia questo lembo. dans un salon… Je démasque… Angélique, je vous retire de in un salotto… Vado… Angelica, oggi stesso ti ritirerò pension aujourd’hui même. dal pensionato. SACRIPANT, le baisant. SACRIPANTE, baciandolo. Vous me comblez ! Mi confondete! ANGÉLIQUE ANGELICA Oh ! tant mieux ! Oh! Tanto meglio! RODOMONT, à Angélique. RODOMONTE, ad Angelica. Pour en revenir à toi… Je désespérais donc de te pourvoir, Tornando a te… Disperavo di riuscire a sistemarti, MÉDOR, à part. MEDORO, a parte. et ça se comprend, nous ne recevons personne… par e si capisce, dato che non riceviamo nessuno, per Oh ! tant pis ! Oh! Tanto peggio! économie… car il est inutile de finasser, ma caisse est ce qui economia… poiché, inutile girarci intorno, le mie s’appelle à sec. casse sono vuote. RODOMONT RODOMONTE Et je vous marie demain ! E domani ti farò sposare! SACRIPANT SACRIPANTE Complètement à sec. Completamente vuote. ANGÉLIQUE ANGELICA Vous me mariez ! Ah ! papa, papa, que vous êtes gentil ! Mi farete sposare! Ah! Papà, papà, come siete gentile! RODOMONT RODOMONTE Je vais donc enfin savoir ce que c’est que d’aimer. Finalmente saprò che significa amare. Je suis obligé d’habiller mes hommes d’armes avec des vieux Sono costretto a vestire i miei uomini d’arme con delle rideaux de croisées… Je n’ai plus de cuisinier… vecchie tende… Non ho più cuoco… (Con sentimento.) È la RODOMONT, vivement. RODOMONTE, vivamente. (Avec sentiment.) C’est la duchesse qui, de ses nobles mains, duchessa che con le sue nobili mani, mette la minestra sul Ma fille ! il y a de la société. Figlia mia, c’è gente! met le pot au feu le dimanche. (S’attendrissant.) Vous voyez fuoco la domenica. (Intenerendosi.) Vedete in che posizione ma position, et encore il faut que je jette de la poudre aux sono, eppure sono costretto a gettare fumo negli occhi del SACRIPANT SACRIPANTE yeux. Oh ! la misère en habit noir ! (Il pleure.) mondo. Ah, la miseria in abito nero! (Piange.) Comme elle se développe ! Come si sta sviluppando in fretta! MERLIN MERLINO ANGÉLIQUE ANGELICA Calmez-vous, monseigneur ! Calmatevi, monsignore! Et avec qui me mariez-vous, papa ? E con chi mi sposerete, papà? RODOMONT RODOMONTE RODOMONT RODOMONTE Oh ! moi, je suis fort ! je suis trempé ! … La duchesse ne Oh, io sono forte! sono temprato!… La duchessa non Avec le vainqueur du tournoi. (Surprise d’Angélique.) Con il vincitore del torneo. (Sorpresa di Angelica.) m’inquiète pas ! … (Négligemment.) Elle ne m’inquiète pas mi preoccupa! (Con noncuranza.) La duchessa non mi

74 75 du tout la duchesse, elle a un bon coffre ! preoccupa affatto, è ben fornita! ANGÉLIQUE, simplement. ANGELICA, semplicemente. Oh, n’importe qui, papa, pourvu que je sache ce que c’est que Oh, non importa chi sarà, papà, purché io impari che cosa MERLIN MERLINO d’aimer… significa amare… Un coffre-fort ! Altroché! RODOMONT, vivement. RODOMONTE, vivamente. RODOMONT RODOMONTE Vas-tu te taire ? (À part.) C’est effrayant ce qu’elle se Vuoi stare zitta? (A parte.) È spaventoso come si sta La diète ne peut que lui faire du bien ! (S’attendrissant de Stare a dieta non può farle che bene! (Commuovendosi développe ! sviluppando in fretta! nouveau.) Mais si je redoutais la misère, c’était pour ma nuovamente.) Ma, se temevo la miseria, era per mia figlia… fille… Alors je me suis dit : Marions-la ! … Ça fera une Allora mi son detto: sposiamola! Sarà una bocca di meno da MERLIN MERLINO bouche de moins à nourrir… nutrire… J’ai vu bien des développages, mais jamais Ne ho visti di sviluppi, ma uno une pareille développation ! simile mai! SACRIPANT SACRIPANTE Moi, j’avais une autre idée… Io avevo un’altra idea… RODOMONT RODOMONTE Merlin, tu m’as été d’un grand secours, et je ne sais comment Merlino, mi sei stato di grande aiuto, e non so come RODOMONT, sèchement. RODOMONTE, seccamente. te remercier… ringraziarti… Elle ne pouvait pas valoir la mienne ! Non può essere buona come la mia! MERLIN MERLINO SACRIPANT, vexé. SACRIPANTE, offeso. Pas de remerciements, monseigneur… (Changeant de ton.) Nessun ringraziamento monsignore… (Cambiando tono.) C’est à savoir ! È da vedere! Vous me donnerez six pour cent sur la dot… voilà tout. Mi darete il sei per cento della dote, e basta.

RODOMONT, furieux. RODOMONTE, furioso. RODOMONT, à part. RODOMONTE, a parte. Vous dites ? Dite? Il a tous les vices ! (Haut.) Et maintenant, ma fille… Ne sa una più del diavolo costui! (A voce alta.) maintenant que je vous ai mise au courant de la situation… E ora che sai come stanno le cose, figlia mia, SACRIPANT SACRIPANTE rentrez au château… (À Merlin.) Merlin, la clef de la petite rientra nel castello. (A Merlino.) Merlino, la chiave Je dis : C’est à savoir ! Dico: è da vedere! porte ? della porticina?

RODOMONT, avec hauteur. RODOMONTE, con alterigia. MERLIN MERLINO Vous manquez à votre maître… (Il lui donne un soufflet.) Mancate di rispetto al vostro signore! (Gli dà uno schiaffo.) Voilà, seigneur ! Eccola, signore!

SACRIPANT, avec dignité. SACRIPANTE, con dignità. MÉDOR MEDORO Je prierai Votre Seigneurie d’accepter ma démission, et de Prego Vostra Signoria di accettare le mie dimissioni e di Plus d’espoir ! Ah ! si j’avais quelque chose de pointu ! … Non ho più speranze! Ah, se avessi qualcosa di appuntito, me liquider ma pension de retraite. liquidarmi la pensione che mi spetta. je me le ficherais dans l’estomac ! lo conficcherei nello stomaco!

RODOMONT, lisant. RODOMONTE, leggendo. Six cent francs de rentes… Seicento franchi di rendita… Scène 10 Scena 10 MERLIN, TOTOCHE et sa dame d’honneur puis RODOMONT. MERLINO, TOTOCHE e la sua dama d’onore, poi RODOMONTE. SACRIPANT SACRIPANTE C’est mon droit, ou un débit de tabac. È nel mio diritto. Questo, o una tabaccheria. MERLIN, se frottant les mains. MERLINO, fregandosi le mani. Ça roule ! ça roule ! Mais je ne me trompe pas, c’est la Funziona! funziona! Ma se non mi sbaglio RODOMONT, mettant le cahier dans sa poche. RODOMONTE, intascando il quadernetto. duchesse Totoche ! comme elle paraît agitée ! … Et son noble è la duchessa Totoche! com’è agitata!… E il suo nobile J’ai été un peu vif… oublions tout… (lui tendant son Sono stato un po’ impulsivo… Dimentichiamo tutto… époux qui est là ! sposo è qui! manteau.) et baise mon pan ! (tendendogli una falda del mantello) e bacia questo lembo!

SACRIPANT, le baisant, à part. SACRIPANTE, baciandolo, a parte. N° 6 – AIR DE TOTOCHE N. 6 – ARIA DI TOTOCHE Il commence à m’embêter avec son pan ! Comincia a scocciarmi con il suo lembo! Ah ! Dans ma poitrine palpitante Ah! Nel palpitante petto RODOMONT RODOMONTE Mon cœur saute comme un cabri, il cuor mi balza come un capretto, Renchaînons. C’est alors que l’idée me vint d’offrir un grand Torniamo a noi. È stato allora che mi è venuta l’idea di Et l’effroi qui me rend tremblante e la paura che tremar mi fa tournoi dont tu seras le prix… Ta main appartiendra à celui organizzare un grande torneo di cui tu saresti stata il À chaque instant m’arrache un cri ! Ah ! a ogni istante mi strappa un grido! Ah! qui aura tombé tous ses adversaires… Je ne sais pas qui tu premio. La tua mano sarà di colui che sbaraglierà tutti gli À chaque instant, m’arrache un cri A ogni istante mi strappa un grido, mi strappa un grido! auras pour mari, mais, à coup sûr, ce sera un homme fort… avversari… Non so chi sarà tuo marito, ma sicuramente Ah ! m’arrache un cri ! Ah! Mi strappa un grido! C’est toujours quelque chose… sarà un uomo forte, è sempre qualcosa…

76 77 Fatal et cruel remords, Crudele, fatal rimorso, MERLIN MERLINO Tu me ronges, tu me mords ; mi rodi e mi tormenti; Il est là ! È qui! Quand je mange ou bien quand je dors. quando mangio o dormo, oppur quando dormo J’entends une voix de Stentor. odo una stentorea voce TOTOCHE TOTOCHE Et qui rend le son du cor. che risuona come un corno. Il est là ? È qui? Écoutez la voilà, elle me crie : halte-là Ascoltate, mi grida: altolà! Mon pouvoir est le plus fort, Il mio potere è più forte, MERLIN MERLINO Arrête ! ou crains la mort. fermati, o temi la morte. Derrière nous. Dietro di noi. Fatal remords, Rimorso fatale, Tu me ronges, tu me mords mi rodi e mi tormenti; TOTOCHE TOTOCHE L’honneur est comme une île escarpée et sans bords : l’onore è come un’isola scoscesa e senza approdi: Derrière nous… il m’épie… il a des projets que j’ignore… Dietro di noi… Mi spia… Ha dei progetti che ignoro. Ha On n’y peut plus rentrer quand on en est dehors ! non si può più rientrare, una volta fuori! Il a fait nettoyer les carreaux. Il attend peut-être du monde, fatto lavare i pavimenti. Forse aspetta gente, e allora vorrà Fatal remords, fatal remords Fatal rimorso, fatal rimorso et alors il voudra mettre sa… mettere la sua… Tu me ronges, tu me mords mi rodi e mi tormenti! Ah ! Tu me mords fatal remords, fata-a-a-al remords Ah! Come mordi, fatal rimorso fata-a-a-al rimorso… MERLIN, vivement. MERLINO, vivamente. Chut ! Sans doute il voudra la mettre… Sssh! Sicuramente vorrà metterla… (Parlé.) Mais bah ! … pourquoi se chagriner… (Gaiment :) (Parlato.) Ma poi, perché affliggersi… (Allegramente:) Après tout… dopo tutto… TOTOCHE TOTOCHE L’avez-vous, sa… ? L’avete, la sua…? Si l’existence est de ces choses Se la vita è fra quelle cose Qu’il faut subir, che bisogna subire, MERLIN, de même. MERLINO, come sopra. Sachons la parsemer de roses cospargiamola di rose Chut ! non, pas encore. Sssh! no, non ancora. et de plaisir ! e di piaceri! Les chagrins, les pleurs et le reste, Lacrime, dispiaceri e tutto il resto, TOTOCHE TOTOCHE En vérité ne ho la certezza Vous me l’aviez promise pour ce matin. Me l’avevate promessa per stamattina. Il n’est rien qui soit plus funeste sono quanto v’è di più funesto À la beauté ! per la bellezza! MERLIN MERLINO Fuyez, soucis, Via, pensieri, via L’ouvrier m’a manqué de parole. L’artigiano non ha rispettato la promessa. Car moi je dis giacché, dico io, Ah ! Pourquoi donc, quand on est jolie ? quando si è belle RODOMONT, paraissant à la porte du fond. RODOMONTE, apparendo alla porta sul fondo. Ne pas aimer perché mai non amare? Ma femme avec Merlin ! … (Sombre.) Comme elle paraît agitée ! Mia moglie con Merlino! (Cupamente.) Come sembra agitata! Le seul bonheur dans cette vie L’unica gioia in questa vita Est de charmer ! è affascinare! TOTOCHE, avec désespoir. TOTOCHE, disperata. C’est une folie Lamentarsi Mais s’il ne la trouve pas, il découvrira tout. C’est fait de Ma se non la trova, scoprirà tutto. Sono rovinata! sono Que de gémir ; è una follia; moi ! c’est fait de moi ! rovinata! Oui, donnons la vie tutta al piacere Toute au plaisir. la vita dedichiamo. MERLIN MERLINO C’est une folie Lamentarsi Vous l’aurez demain ! Domani l’avrete! Que de gémir ; è una follia; Oui, donnons la vie tutta al piacere TOTOCHE TOTOCHE Toute au plaisir. la vita dedichiamo. Sans faute, n’est-ce pas ? Dites qu’on se presse… qu’on se Senza fallo, vero? Ditegli di fare in fretta… che si sbrighi… Ah ! ah ! ah ! ah ! ah ! Ah! ah! ah! ah! ah! hâte… il y va de mon honneur ! Ah ! que Rodomont ne se ne va del mio onore! Ah! Purché Rodomonte non dubiti di Toute au plaisir Tutta al piacer, doute de rien ! (Apercevant Rodomont qui est descendu.) nulla! (Scorgendo Rodomonte che si è avvicinato.) Silenzio, Oui donnons la vie sì, tutta Silence le voici… eccolo… Toute au plaisir ! la vita dedichiamo! RODOMONT, amèrement. RODOMONTE, amaramente. TOTOCHE TOTOCHE C’est vous, Angélina ! … Par quel heureux hasard ? … Siete voi, Angelina! Qual buon vento? Ah ! Merlin, vous voilà ! Deux mots… ne parlez pas, Ah! Merlino, eccovi! Due parole… non dite nulla, laissez-moi dire… Mon mari a des doutes… il a fourgonné lasciatemi parlare… Mio marito ha dei dubbi… stamattina TOTOCHE, troublée. TOTOCHE, agitata. ce matin dans ma commode… Ah ! mon Dieu ! que vais-je ha frugato nei miei cassetti… Ah! mio Dio! Che cosa mi Je venais chercher ma belle-fille ! Venivo a cercare la mia figliastra! devenir ? … capiterà? RODOMONT, ironique. RODOMONTE, ironicamente. C’est un peu tard… È un po’ tardi…

78 79 MERLIN, vivement. MERLINO, vivamente. RODOMONT RODOMONTE La duchesse paraît un peu souffrante ! La duchessa sembra sofferente! Je plaisante. (À part.) Elle a pâli ! (Haut.) Je sais que votre Scherzo. (A parte.) È impallidita! (A voce alta.) Sono bene che la vertu est d’un calibre au-dessus de l’ordinaire… (À part.) J’ai vostra virtù è di un calibro superiore all’ordinario… (A parte.) TOTOCHE, pâle et tremblante. TOTOCHE, pallida e tremante. eu tort de me remarier… (Haut.) Ah ! un détail dont j’avais Ho sbagliato a risposarmi… (A voce alta.) Ah! Dimenticavo di Mon déjeuner qui ne passe pas… Non ho digerito… oublié de vous parler… Nous marions notre fille demain. parlarvi di un dettaglio… Domani sposeremo nostra figlia.

MERLIN, vivement. MERLINO, vivamente. TOTOCHE TOTOCHE Si j’allais préparer un loch ? Se andassi a preparare una pozione?1 Demain ! Domani!

RODOMONT, à Merlin, avec intention. RODOMONTE, a Merlino, con intenzione. RODOMONT RODOMONTE Vous semblez vous intéresser beaucoup à ma femme… Sembra che vi interessiate molto a mia moglie… Oui. Il faudra faire épousseter la salle de gala, passer les Sì. Bisognerà far spolverare il salone di gala, passare le armures de nos ancêtres au tripoli, et accrocher des tableaux armature dei nostri avi al tripoli2, e appendere delle nature MERLIN, vivement. MERLINO, vivamente. de fruits aux endroits de la tenture où il y a des taches morte nei punti dove la tappezzeria è macchiata di grasso… Moi ! pas du tout ! Io! niente affatto! d’huile… quelques pots de fleurs aussi, dans les escaliers. ci vorrà anche qualche vaso di fiori sulle scale.

RODOMONT, avec colère. RODOMONTE, incollerito. TOTOCHE, bas à Merlin. TOTOCHE, piano a Merlino. Vous ne vous intéressez pas à votre suzeraine ? Non vi interessate alla vostra sovrana? Demain… demain… Merlin, je suis perdue si tu ne me Domani… domani… Merlino, se non me la porti sono l’apportes pas… perduta. MERLIN MERLINO Beaucoup, au contraire. Al contrario, me ne interesso molto. MERLIN, bas. MERLINO, piano. Je vous l’apporterai. Ve la porterò. RODOMONT RODOMONTE Laissons cela. (À la duchesse qu’il examine…) Mais quelle Lasciamo perdere. (Alla duchessa, osservandola.) Ma che RODOMONT, saisissant ce jeu de scène. RODOMONTE, cogliendo lo scambio. toilette ! quelle toilette ! Madame, c’est encore une robe eleganza! che eleganza! Signora, è un altro abito nuovo, Encore !!! Je suis sur une piste. (Haut.) Vous êtes fatiguée, Ancora!!! Sono sulla pista giusta. (A voce alta.) Siete stanca, neuve, ceci ? questo che indossate? Angélina, retournons au château. Angelina, ritorniamo al castello.

TOTOCHE, troublée. TOTOCHE, confusa. Une occasion… dans les prix doux… Un’occasione… l’ho comprato ai saldi. Scène 11 Scena 11 LES MÊMES, SACRIPANT, HOMMES et FEMMES DU PEUPLE, GLI STESSI, SACRIPANTE, UOMINI e DONNE DEL POPOLO, RODOMONT RODOMONTE entrant au fond. entrando dal fondo. Dans les prix doux ! (Tâtant la robe.) On ne le dirait pas. Ai saldi! (Tastando il vestito.) Non si direbbe. LE PEUPLE, se précipitant en scène en se bousculant. IL POPOLO, precipitandosi sulla scena disordinatamente. TOTOCHE, bas à Merlin. TOTOCHE, piano a Merlino. C’est le duc ! c’est le duc ! Vive le duc Rodomont ! È il duca! è il duca! Viva il duca Rodomonte! Il a des doutes ! il a des doutes ! Ha dei dubbi! ha dei dubbi! RODOMONT RODOMONTE RODOMONT, saisissant ce jeu de scène. RODOMONTE, cogliendo lo scambio. Nous sommes reconnus… je vais faire un discours… Ci hanno riconosciuto… farò un discorso. Encore !… (Examinant les dentelles de la duchesse.) De la Ancora!… (Esaminando i merletti della duchessa.) Questo (S’adressant au peuple.) Vassaux et vassales, je suis (Rivolgendosi al pubblico.) Vassalli e vassalle, sono valencienne, je crois ! è pizzo valenciennes, credo! heureux de me trouver au milieu de vous et de pouvoir vous felice di trovarmi tra voi e di potervi annunciare annoncer que je donne demain une grande fête… Les portes che domani darò una grande festa… Vi aprirò le porte TOTOCHE, vivement. TOTOCHE, vivamente. du château vous seront ouvertes… vous pourrez circuler del castello e potrete circolare dappertutto. Ho una De la frange de serviettes… Ça trompe l’œil ! Frange di asciugamani… Possono trarre in inganno! partout… Je n’ai qu’une recommandation à vous faire… sola raccomandazione da farvi: cercate di non salire tâchez de ne pas monter sur les meubles ! sui mobili! RODOMONT RODOMONTE Merlin, je donne à la duchesse soixante-quinze francs par Merlino, passo alla duchessa settantacinque franchi al LA FOULE LA FOLLA mois pour sa toilette, et vous voyez comme elle s’habille ! mese per il suo abbigliamento, e guardate come si veste! Vive le duc Rodomont ! Viva il duca Rodomonte! Soie, velours et dentelles ! Sur ma parole, ce serait à croire Seta, pizzi e velluti! Parola mia, c’è da credere que quelque banquier mystérieux se plaît à parer en elle la che ci sia dietro qualche misterioso banchiere SACRIPANT, à Rodomont. SACRIPANTE, a Rodomonte. femme aimée ! che l’ama! Vous savez joliment parler au public, vous ! Certo che sapete parlare alla gente, voi!

TOTOCHE TOTOCHE RODOMONT, modestement. RODOMONTE, modestamente. Oh ! Casimir… une pareille pensée ! Oh ! Casimir… che idee ti vengono! C’est un don… c’est de naissance… È un dono… ce l’ho dalla nascita.

80 81 SACRIPANT SACRIPANTE OGIER et RENAUD OGIER e RINALDO Vous avez été pris jeune… Avete cominciato presto… Présent ! Presente!

RODOMONT, à Totoche. RODOMONTE, a Totoche. MERLIN MERLINO Votre main, madame… La vostra mano, signora… Messieurs, chacun, je pense, Ognun di voi, signori, Est de mon sentiment : con me concorderà: TOTOCHE TOTOCHE Je regrette l’absence il cavaliere Orlando Oh ! mon Dieu ! je flageole malgré moi ! (À Merlin.) Demain ! Oh! mio Dio! tremo mio malgrado! (A Merlino.) Domani! Du chevalier Roland. certo ci mancherà.

RODOMONT RODOMONTE ROLAND, paraissant à la fenêtre grillée à droite. ORLANDO, comparendo alla finestra con la grata a destra. Encore ! Ancora! Présent ! Presente!

LE PEUPLE IL POPOLO TOUS TUTTI Vive Rodomont ! Vive Rodomont ! Viva Rodomonte! Viva Rodomonte! Tiens, c’est lui ! Guardate, è lui!

ROLAND, essayant d’ébranler les barreaux de la fenêtre sans ORLANDO, cercando di smuovere le sbarre della finestra Scène 12 Scena 12 y parvenir. senza riuscirci. MERLIN, LE PEUPLE, puis LANCELOT, AMADIS, RENAUD MERLINO, IL POPOLO, poi LANCILLOTTO, AMADIGI, RINALDO e Je suis en cage ! Sono in gabbia! et OGIER, suivis de leurs ÉCUYERS, puis ROLAND. OGIER, seguiti dai loro SCUDIERI, poi ORLANDO. On entend une fanfare brillante. Si ode una squillante fanfara. TOUS, raillant. TUTTI, deridendolo. Descends donc ! Scendi dunque!

N° 7A – CHŒUR N. 7A – CORO ROLAND, de même. ORLANDO, come sopra. Quel outrage ! Che onta! Écoutez, ils vont venir Ascoltate, stan venendo On m’a mis sous les verrous ! Mi han messo sotto chiave! Ils arrivent tous en masse, tutti insieme arriveranno, Rangeons-nous sur cette place, sulla piazza ci mettiamo, TOUS, raillant. TUTTI, deridendolo. Et nous les verrons partir. e partire li vedremo. Tu n’auras pas été sage. Sarai stato cattivo. Écoutez, ils vont venir Ascoltate, stan venendo Ils arrivent tous en masse, tutti insieme arriveranno, ROLAND, d’un ton piteux. ORLANDO, con tono supplichevole. Rangeons-nous sur cette place, sulla piazza ci mettiamo, Je n’ai plus d’espoir qu’en vous ! Siete la mia unica speranza! Et nous les verrons partir. e partire li vedremo. Oui nous les verrons partir. Sì, partire li vedremo. AMADIS AMADIGI Par ma foi, c’est bien facile ! È facile, perbacco! LANCELOT, AMADIS, RENAUD et OGIER LANCILLOTTO, AMADIGI, RINALDO e OGIER Comme de simples roseaux, Come semplici canne, Me voici, / Me voici, Eccomi qui, / eccomi qui, Comme une paille fragile come fragile giunco Me voici, / Me voici, Eccomi qui, / eccomi qui, Je vais ployer tous ces barreaux. le sbarre piegherò. Au rendez-vous fidèles. siam pronti alla prova. (Il tire les barreaux, qui s’allongent énormément (Tira le sbarre, che si allungano a dismisura e lasciano C’est ici, / C’est ici, È qui, / è qui, et laissent passer Roland, qui saute à terre et arpente passare Orlando, il quale salta a terra e misura il C’est ici, / C’est ici, È qui, / è qui, la scène.) palcoscenico a grandi passi.) Que l’honneur nous appelle. che l’onore ci chiama. ROLAND, humant l’air. ORLANDO, respirando a pieni polmoni. MERLIN MERLINO Je suis libre… instant magique ! Che magico momento! Êtes-vous tous au grand complet ? Siete tutti qui? Je respire à pleins poumons Son libero, respiro! Répondez, s’il vous plaît ! Rispondete, di grazia! (Aux chevaliers avec force.) (Ai cavalieri, con forza.) Amadis, Lancelot ! Lancillotto, Amadigi! Pour conquérir Angélique, Per conquistare Angelica, Ça, partons chez Rodomont ! andiam da Rodomonte! LANCELOT et AMADIS LANCILLOTTO e AMADIGI Présent ! Presente! MERLIN MERLINO Allez, braves chevaliers, Andate, orsù, miei prodi, MERLIN, de même. MERLINO, come sopra. Allez cueillir des lauriers ! a cogliere gli allori! Ogier ! … Renaud de Montauban ! Ogier! Rinaldo di Montalbano!

82 83 LES CHEVALIERS I CAVALIERI TOUS TUTTI Allons cueillir des lauriers ! Andiamo, orsù, agli allori! Ce n’est que par les femmes ! Ma solo dalle donne!

TOUS TUTTI AMADIS AMADIGI Mais avant chantons la ronde Prima però cantiamo il girotondo Et nous portons sur nos écus… E portiam sugli scudi… Des fils de la table ronde, dei figli della tavola rotonda, Oui, oui, chantons la ronde Sì, sì, cantiamo il girotondo ROLAND ORLANDO Des fils de la table ronde. dei figli della tavola rotonda. Le chiffre de ces dames. Le loro iniziali.

OGIER OGIER N° 7B – RONDE DES CHEVALIERS N. 7B – GIROTONDO DEI CAVALIERI Nous consommons un nombre affreux… Ci facciamo una quantità…

TOUS TUTTI TOUS TUTTI Toujours par voie et par chemin, Sempre in strada, sempre in marcia, De blondes et de brunes. Di bionde e di brune. Nous battons la campagne… percorriamo la campagna… RENAUD RINALDO OGIER OGIER Si l’on nous appelle des preux… Se ci chiamano prodi… En France on nous voit le matin… Siamo in Francia la mattina… TOUS TUTTI RENAUD RINALDO Ce n’est pas pour des prunes ! Non è certo per nulla! Et le soir en Espagne. E la sera eccoci in Spagna. Jamais plus joli métier Mai vi fu mestiere Ne fut dans le monde più bello al mondo LANCELOT LANCILLOTTO Que celui de chevalier di quel di cavaliere Dans cet état plein d’agrément… In queste interessanti situazioni… De la Table ronde ! della Tavola Rotonda!

ROLAND ORLANDO REPRISE EN CHŒUR RIPRESA IN CORO Tout rempli d’aventures… Ricche d’avventure… Jamais plus joli métier Mai vi fu mestiere Ne fut dans le monde più bello al mondo AMADIS AMADIGI Que celui de cheval, que celui de chevalier di quel di cavallo o cavaliere Ce qu’on gagne le plus souvent… Quel che si ottiene, perlopiù… De la Table ronde ! della Tavola Rotonda!

TOUS TUTTI Un ! deux ! trois ! quatre ! cinq ! six ! sept ! Un! due! tre! quattro! cinque! sei! sette! Ce sont… des engelures ! Sono… geloni! Huit ! neuf ! dix ! otto! nove! dieci! Jamais plus joli métier Mai vi fu mestiere Laïtou, laïtou, Laitù, laitù, Ne fut dans le monde più bello al mondo Troula la ah ! trullallà! Que celui de chevalier di quel di cavaliere De la Table Ronde ! della Tavola Rotonda! INTERLUDE INTERLUDIO REPRISE EN CHŒUR RIPRESA IN CORO Jamais plus joli métier. Mai vi fu mestiere Ne fut dans le monde più bello al mondo N° 8 – AIR DE MÉLUSINE N. 8 – ARIA DI MELUSINA Que celui de cheval, que celui de chevalier di quel di cavallo o cavaliere De la Table ronde ! della Tavola Rotonda! Voulez-vous que je vous dise Volete che vi canti Quelques couplets en l’honneur de Roland, qualche verso in onore Un ! deux ! trois ! quatre ! cinq ! six ! sept ! Un! due! tre! quattro! cinque! sei! sette! L’heureux vainqueur de mon cœur ? d’Orlando che m’ha rapito il cuore? Huit ! neuf ! dix ! otto! nove! dieci! Laïtou, laïtou, Laitù, laitù, I I Troula la ah ! trullallà! Ô grand Roland, orgueil de notre France, O grande Orlando, orgoglio della Francia, Je veux chanter ta gloire et tes exploits ! canterò la tua gloria e le tue imprese! LANCELOT LANCILLOTTO Ton bras puissant et ta rare vaillance Il forte tuo braccio e la rara possanza Si nous sommes parfois vaincus… A volte siamo vinti… Ont fait courber tes rivaux sous tes lois. han piegato i rivali al tuo volere.

84 85 Des chevaliers, ô toi, le vrai modèle Dei cavalier fosti sempre il modello ACTE II ATTO II Dans les champs clos tu fus toujours le roi ! sempre in singolar tenzone vincitore! Et quand tu fais des serments à ta belle, E se fai giuramenti alla tua bella, Scène première Scena prima Oh ! non, jamais tu ne trahis ta foi ! mai sarai di tua fede traditore! TOTOCHE, ANGÉLIQUE, SACRIPANT. TOTOCHE, ANGELICA, SACRIPANTE. Roland, Roland, je bois à toi ! Ah ! Orlando, Orlando, bevo a te! Ah!

Que le vin pétille Che il vino spumeggiante N° 9 – TRIO N. 9 – TRIO Que sa flamme brille, brilli scintillante, Flamboie et scintille fiammeggi e divampi ENSEMBLE ENSEMBLE Dans le pur cristal ! nel puro cristallo! Travaillons, travaillons, travaillons ! Lavoriam, lavoriam, lavoriamo! Liqueur enivrante, Liquore inebriante, Ta couleur brillante, il tuo color brillante, TOTOCHE, repassant. TOTOCHE, stirando. Ta chaleur ardente la tua fiamma ardente Repassons pendant que le fer est chaud ! Stiriamo mentre il ferro è caldo! Des joyeux plaisirs donnent le signal. scatena allegri piaceri. Ah ! Des joyeux plaisirs donnent le signal. Ah! Scatena allegri piaceri. SACRIPANT, collant du papier. SACRIPANTE, incollando. Collons, collons, collons, Incolliam, incolliamo REPRISE DU CHŒUR RIPRESA DEL CORO Collons encore ce rouleau ! incolliamo questo rollo! Que le vin pétille Spumeggi il vino, Que sa flamme brille, brilli la fiamma, TOTOCHE TOTOCHE Et du plaisir soit le signal ! largo ai piaceri! Repassons, repassons ! Stiriamo, stiriamo!

II II ANGÉLIQUE ANGELICA Jamais, Roland, ne commets d’infamie, Orlando, non commettere viltà, Cousons ! Cuciamo! Ne ternis pas ton illustre blason, non macchiare l’illustre tuo blasone, Car, tu le sais, pour la femme trahie giacché sai bene che per la donna tradita SACRIPANT SACRIPANTE Ah ! Tous les moyens sont bons : fer ou poison ! … ferro o veleno – tutti i mezzi son buoni. Collons ! Incolliamo!

Ne tremble pas, puisque ton âme est pure, Pura è l’anima tua, e dunque non tremare TOTOCHE TOTOCHE Lève ton front sans honte et sans effroi, tieni alta la fronte senz’onta né timore Travaillons, travaillons. Lavoriamo, lavoriamo. Mais si jamais tu devenais parjure, ma se mai spergiuro diventassi, Ah ! Si jamais tu manquais à ta foi ! se alla tua fede un giorno tu mancassi! ANGÉLIQUE ANGELICA Roland, Roland, prends garde à toi ! Ah ! Orlando, Orlando, che mal te ne incolga! Cousons, cousons. Cuciamo, cuciamo.

Que le vin pétille Che il vino spumeggiante TOTOCHE TOTOCHE Que sa flamme brille, brilli scintillante, Repassons Stiriamo Flamboie et scintille fiammeggi e divampi Dans le pur cristal ! nel puro cristallo! ANGÉLIQUE ANGELICA Liqueur enivrante, Liquore inebriante, Cousons, cousons, Cuciamo, cuciamo, Ta couleur brillante, il tuo color brillante, Travaillons, travaillons. Lavoriamo, lavoriamo. Ta chaleur ardente la tua fiamma ardente Des joyeux plaisirs donnent le signal. scatena allegri piaceri. SACRIPANT SACRIPANTE Ah ! Des joyeux plaisirs donnent le signal. Ah! Scatena allegri piaceri. … Collons … Incolliamo Travaillons, travaillons. Lavoriamo, lavoriamo. REPRISE DU CHŒUR RIPRESA DEL CORO Que le vin pétille Spumeggi il vino, TOTOCHE TOTOCHE Que sa flamme brille, brilli la fiamma, Travaillons, travaillons. Lavoriamo, lavoriamo. Et du plaisir soit le signal ! largo ai piaceri! ANGÉLIQUE ANGELICA Pour orner le front du vainqueur, Per ornar la fronte al vincitore, Vivement je confectionne con gioia sto creando Avec du papier de couleur con carta colorata Une magnifique couronne. una splendida corona.

86 87 TOTOCHE TOTOCHE SACRIPANT SACRIPANTE À propos de ceci, A proposito di quello Collons ! Incolliamo! De la coiffure du mari, che il marito ha in testa, Écoute bien, ma douce amie, ascolta, dolce amica, TOTOCHE TOTOCHE Écoute bien, je t’en supplie ! ascolta, te ne prego! Travaillons, travaillons. Lavoriamo, lavoriamo.

ANGÉLIQUE ANGELICA COUPLETS COUPLETS Cousons, cousons. Cuciamo, cuciamo.

I TOTOCHE I TOTOCHE TOTOCHE TOTOCHE Je dois, en essuyant un pleur, Devo, una lacrima asciugando, Repassons Stiriamo Te donner ici, c’est l’usage, darti, come usa, qualche consiglio, Quelques conseils partis du cœur, qualche consiglio venuto dal cuore ANGÉLIQUE ANGELICA Concernant ton futur ménage. per il tuo futuro matrimonio. Cousons, cousons, Cuciamo, cuciamo, Angélique, écoute ce cri : Angelica, ascolta la mia supplica: Travaillons, travaillons. Lavoriamo, lavoriamo. Ah ! que toujours ta vertu brille ! sia la tua virtù sempre specchiata! Si ce n’est pas pour ton mari, Se non lo fai per tuo marito, SACRIPANT SACRIPANTE Fais-le du moins pour ta famille ! fallo almeno per la tua famiglia! … Collons … Incolliamo, Travaillons, travaillons. Lavoriamo, lavoriamo. TOTOCHE TOTOCHE (Parlé.) Oh ! oui, sois toujours bonne mère, chaste épouse ! … (Parlato.) Oh sì! Sii sempre una buona madre, una casta TOTOCHE TOTOCHE et jamais autre chose… parce que… sposa! E mai nulla di diverso… perché… Travaillons, travaillons. Lavoriamo, lavoriamo.

SACRIPANT, qui s’est trop approché du fer à repasser, retirant SACRIPANTE, che si è avvicinato troppo al ferro da stiro, vivement ses mains. ritirando repentinamente la mano. Scène 2 Scena 2 Ça brûle ! Brucia! LES MÊMES, RODOMONT, FLEUR-DE-NEIGE, puis ROLAND. GLI STESSI, RODOMONTE, FLEUR-DE-NEIGE, poi ORLANDO.

II SACRIPANT II SACRIPANTE RODOMONT, entrant. RODOMONTE, entrando. Ton époux un jour t’ennuiera, Tuo marito un giorno t’annoierà, Eh bien ! avançons-nous par ici ? N’oublions pas que le Ebbene! il lavoro procede? Non dimentichiamo che il torneo Je dois t’en prévenir d’avance. t’avverto sin d’ora. tournoi a lieu à midi, heure militaire… Nous n’avons plus inizierà a mezzogiorno in punto. Abbiamo solo venticinque Ton cœur alors soupirera E allora il tuo cuore anelerà que vingt-cinq minutes… Activons, activons, mes enfants. minuti… Diamoci da fare, ragazzi. (A Totoche.) La mia En rêvant une autre existence ! a una vita diversa! (À Totoche.) Ma fraise est-elle repassée, madame ? gorgiera è ben stirata, signora? Ton foyer, voilà ton abri. La casa sia sempre il tuo riparo. Fuis les amours de pacotille. Fuggi gli amori senza costrutto. TOTOCHE TOTOCHE Si ce n’est pas pour ton mari, Se non lo fai per tuo marito, Je crois bien, je suis sur les dents ! Direi, ci sto dando dentro! Fais-le du moins pour ta famille ! fallo almeno per la tua famiglia! RODOMONT RODOMONTE REPRISE DE L’ENSEMBLE RIPRESA DELL’ENSEMBLE Sacripant ! As-tu convoqué les musiciens de ma musique Sacripante! Hai convocato i nostri soliti Travaillons, travaillons, travaillons ! Lavoriamo, lavoriamo, lavoriamo! ordinaire ? musicisti?

TOTOCHE, repassant. TOTOCHE, stirando. SACRIPANT SACRIPANTE Repassons pendant que le fer est chaud ! Stiriamo mentre il ferro è caldo! Seigneur ! Ils se sont mis en grève… ils demandent de l’argent ! Signore! Si sono messi in sciopero… Chiedono soldi!

SACRIPANT SACRIPANTE RODOMONT RODOMONTE Collons, collons, Incolliam, incolliamo Eux aussi… des troubadours ! Mais qu’est-ce qu’on veut que Anche loro… dei trovatori! Ma che cosa vogliono che faccia? Collons encore ce rouleau ! incolliamo ancora questo rollo! je fasse ? Faut-il donc que je vende ma couronne ? Dovrò dunque vendere la mia corona?

TOTOCHE TOTOCHE TOTOCHE TOTOCHE Repassons, repassons ! Stiriamo, stiriamo! Ah mon Dieu ! Oddio!

ANGÉLIQUE ANGELICA RODOMONT RODOMONTE Cousons ! Cuciamo! Que dites-vous, madame ? Che dite, signora?

88 89 TOTOCHE TOTOCHE RODOMONT RODOMONTE Rien, je repasse ! (Elle repasse avec fureur.) Niente, stiro! (Stira furiosamente.) Le chevalier Roland… impossible ! … Sacripant qui colle… Il cavaliere Orlando… impossibile! Con Sacripante che ma barbe qui n’est pas faite… ma femme qui repasse, incolla, mia moglie che stira, e io che non mi sono ancora RODOMONT RODOMONTE dis-lui de repasser un autre jour… Nous ne sommes pas fatto la barba! Digli di ripassare un altro giorno, non siamo Elle est en or massif ! … c’est le dernier vestige de mon È in oro massiccio! È l’ultima vestigia del mio antico visibles… presentabili! ancienne splendeur. splendore. FLEUR-DE-NEIGE FLEUR-DE-NEIGE TOTOCHE, à part. TOTOCHE, a parte. Bien, seigneur ! … (Allant au fond.) Entrez, chevalier ! … Bene, signore! (Va verso il fondo.) Entrate, cavaliere! Je défaille… Et Merlin qui n’arrive pas ! Mi sento svenire… E Merlino che non arriva! RODOMONT RODOMONTE RODOMONT RODOMONTE Imbécile ! … Voilà comme on est servi ! … Imbecille! Ecco come siamo serviti! Vous dites, madame ? Che dite, signora? Pardon, chevalier, pardon… Vous nous surprenez au milieu Scusate, cavaliere, scusate… Ci trovate nel mezzo delle d’occupations les plus triviales… Le ménage n’est pas encore occupazioni più casalinghe… I mestieri non sono ancora TOTOCHE TOTOCHE fait… (À Totoche.) Cachez votre fourneau… (À Roland.) Nous stati fatti… (A Totoche.) Mettete via quel ferro! (A Orlando.) Rien, je repasse… (Elle repasse avec rage.) Niente, stiro! (Stira con rabbia.) sommes tout sens dessus dessous… (À Sacripant.) Cache ton Siamo per aria, in tutti i sensi… (A Sacripante.) Metti via pot à colle… Vous nous excuserez… (À lui-même.) En me quella colla! Vogliate scusarci… (A se stesso) Se mi presento RODOMONT RODOMONTE présentant comme ça, il ne verra pas le savon… così, non si accorgerà del sapone… Ça sent le roussi… Madame, vous brûlez Sento odor di bruciato… Signora, state rovinando ma fraise… la mia gorgiera… ROLAND ORLANDO Comment donc ! comment donc ! … Je connais ça… moi, le Ma no, ma no! ne so qualcosa… La mattina, la mia TOTOCHE TOTOCHE matin dans ma chambre c’est un fouillis… Ne vous gênez camera è un vero guazzabuglio! Non sentitevi a disagio, Ça n’est rien… c’est l’empois… Non è nulla, è l’amido… pas, je vous en prie… Ma visite est un peu sans façon… vi prego. La mia visita è un po’ informale ma ci tenevo mais j’ai tenu à venir vous dire ceci : dans la grande joute a venire a dirvi questo: nella gran tenzone che sta RODOMONT RODOMONTE qui va avoir lieu, je ne vise pas la montre, je ne vise pas les per iniziare, non punto all’orologio, non punto ai De sorte que la musique va nous manquer, Sacripant. Sicché dovremo fare a meno della musica, Sacripante. flambeaux… candelabri…

SACRIPANT SACRIPANTE RODOMONT RODOMONTE Oh ! que non pas, que non pas ! je me suis entendu avec Ma no, ma no! Ho parlato con Merlino, è un uomo Alors, vous visez ma fille. Allora è a mia figlia che mirate. Merlin… C’est un homme de ressources… il nous enverra pieno di risorse… Ci manderà il suo precettore, son sous-maître, l’ex-ménestrel. l’ex-menestrello. ROLAND ORLANDO Oui ! Sì! RODOMONT RODOMONTE Ah oui, l’homme au lai… Tu es convenu du prix ? Ah sì, l’uomo del lai… Ti sei messo d’accordo sul prezzo? ANGÉLIQUE, à part. ANGELICA, a parte. Puisse-t-il être adroit ! Speriamo che sia abile! SACRIPANT SACRIPANTE Il ne demande rien. Non vuole niente. ROLAND ORLANDO Je vise votre fille et avant de descendre dans la lice et de Punto a vostra figlia e prima di scendere in lizza e RODOMONT RODOMONTE combattre pour la conquérir, je viens vous demander la combattere per conquistarla, vengo a chiedervi il permesso Très bien ! C’est ce que je donne habituellement. Ottimo! È quello che offro di solito. permission de lui faire une déclaration d’amour ! di farle una dichiarazione d’amore!

SACRIPANT SACRIPANTE ANGÉLIQUE, avec joie. ANGELICA, con gioia. Il a même promis d’amener un de ses collègues… Ha anche promesso di portare con sé un collega… D’amour ? D’amore?

RODOMONT RODOMONTE RODOMONT, à Roland. RODOMONTE, a Orlando. Parfait ! deux troubadours… Nous les annoncerons comme Perfetto! due trovatori… Li presenteremo come due Devant tout le monde ? Davanti a tutti? deux jumeaux… ça fait bien. gemelli… suona bene. ROLAND ORLANDO FLEUR-DE-NEIGE FLEUR-DE-NEIGE Devant tout le monde. Davanti a tutti. Seigneur… le chevalier Roland est là qui demande à vous Signore… c’è il cavaliere Orlando che chiede parler… di parlarvi. RODOMONT RODOMONTE Voulez-vous vous débarrasser de votre pardessus ? Volete togliervi il soprabito?

90 91 ROLAND ORLANDO TOTOCHE TOTOCHE Je n’en ai pas. Non ce l’ho. Ce baiser que vous m’avez dérobé… car vous me l’avez volé ! Quel bacio che mi avete rubato… poiché me l’avete rubato! oh ! ce baiser… il me pèse là comme un remords ! il me brûle ! oh! quel bacio… mi pesa come un rimorso! mi brucia! RODOMONT RODOMONTE Allez-y ! … je n’y vois pas d’inconvénient ! Fate pure! non vedo inconvenienti! SACRIPANT SACRIPANTE Où est le mal ? Le duc ne s’est jamais aperçu de rien. Hier Che male c’è? Il duca non si è mai accorto di nulla. Ancora ROLAND, se jetant à son cou et l’embrassant. ORLANDO, gettandoglisi al collo e baciandolo. encore, il me disait : « Mon ami, je suis jaloux de tout le ieri mi diceva: «Amico mio, sono geloso di tutti, tranne che Ah ! merci… (Il l’embrasse sur sa joue pleine de savon Grazie! (Lo bacia sulla guancia insaponata e si monde, excepté de toi… » Les maris sont toujours comme di te…» I mariti sono sempre così… Vedete bene che non c’è et s’en remplit la figure.) Ah ! pouah ! … qu’est-ce que impiastriccia la faccia di sapone.) Ah! Puah! Ma ça… Vous voyez bien qu’il n’y a pas de danger. pericolo. c’est que ça ? che cos’è questa roba? TOTOCHE TOTOCHE RODOMONT, l’essuyant avec sa serviette. RODOMONTE, asciugandolo con il proprio asciugamano. Je le sais bien… ne pas aimer son mari, c’est affreux ! mais Lo so bene… È terribile non amare il proprio marito, ma C’est du savon… ça n’est pas mauvais… c’est hygiénique… È sapone, non è sgradevole… è igienico… Mi stavano enfin, ça se voit quelque fois… aussi si ça n’était que ça… insomma, a volte succede… Perciò, se non fosse che questo, On était en train de me barbiffier… Allez, allez. sbarbando… Su, parlate pure. je ne serais pas si tourmentée…. Et d’ailleurs, suis-je si non sarei così tormentata… Del resto, sono poi coupable ? così colpevole? ANGÉLIQUE ANGELICA Tenez, chevalier, prenez cette écharpe, elle vous portera Tenete, cavaliere, prendete questa sciarpa, vi porterà bonheur. (Elle détache l’écharpe qui est à sa ceinture et la fortuna. (Scioglie la sciarpa che porta annodata in vita e la N° 10 – COUPLETS DE TOTOCHE N. 10 – COUPLETS DI TOTOCHE donne à Roland). porge a Orlando.) I TOTOCHE I TOTOCHE ROLAND, prenant l’écharpe, l’embrasse et la met autour de lui ORLANDO, prendendola, la bacia e se la mette Mon époux est désagréable, Mio marito è insopportabile, en sautoir. al collo. Il est rageur, il est bougon ! è rabbioso, è brontolone! Ah ! merci, princesse, maintenant je suis invincible. Ah! Grazie, principessa, ora sono invincibile. Son caractère est détestable, Ha un caratter detestabile (Fanfares en dehors.) (Fanfare da fuori.) Il est têtu comme un dindon ! è testardo come un mulo! Eh bien ! cet homme prosaïque Tuttavia quest’uom prosaico UNE VOIX, au dehors. UNA VOCE, fuori. À qui je suis de par la loi, cui per legge ahimè appartengo, Numéro un ! Numero uno! Je voulais en femme héroïque, lo volevo, io donna eroica, Roland, Rodomond et Angélique sortent. Orlando, Rodomonte e Angelica escono. L’adorer comme je le dois… adorar come conviene… Eh bien, non ! c’est plus fort que moi ! È più forte di me, proprio non posso! Pas moyen ! … c’est plus fort que moi ! È più forte di me, niente da fare! Scène 3 Scena 3 SACRIPANT, TOTOCHE. SACRIPANTE, TOTOCHE. II SACRIPANT II SACRIPANTE Alors, je fis ta connaissance, Il giorno in cui ti ho conosciuto, SACRIPANT, apercevant Totoche à moitié évanouie. SACRIPANTE, scorgendo Totoche mezza svenuta. Tes yeux étaient pleins de douceur ! avevi occhi di una tal dolcezza! Qu’avez-vous, Angélina ? Che avete, Angelina? Je sentis, (TOTOCHE : c’est de la démence), Ho sentito (TOTOCHE: Ma è follia), Que l’amour entrait dans mon cœur ! che d’amore mi si riempiva il cuore! TOTOCHE, se relevant et d’un air effaré. TOTOCHE, alzandosi con aria sgomenta. Depuis lors vingt fois par semaine Da allora, almen tre volte al dì Sacripant ! Avez-vous quelquefois sondé la profondeur de Sacripante! Avete talora scandagliato la profondità Je me dis, en pensant à toi : pensando a te mi dico e mi ridico: l’abîme que nous avons creusé sous nos pas ? dell’abisso che abbiamo scavato sotto i nostri passi? Remplaçons l’amour par la haine ! se al posto dell’amor provassi odio! Rendons mon cœur à qui de droit. Del mio cuore la proprietà rivoglio. SACRIPANT, froidement. SACRIPANTE, freddamente. Eh bien, non ! c’est plus fort que moi ! È più forte di me, proprio non posso! Jamais ! je ne suis pas un sondeur. Mai! Non sono uno scandagliatore. Pas moyen ! … c’est plus fort que moi ! È più forte di me, niente da fare!

TOTOCHE TOTOCHE UNE VOIX, au dehors. UNA VOCE, fuori. Sacripant, depuis trois ans, je jongle avec ma Sacripante, è da tre anni che mi destreggio con la mia Numéro deux ! Numero due! conscience… coscienza… TOTOCHE TOTOCHE SACRIPANT SACRIPANTE Déjà le numéro deux ! Già il numero due! Mais, madame, je vous trouve bien étrange. Est-ce que depuis Ma signora, vi trovo molto strana. E io, da allora, non mi cette époque, je ne jongle pas avec la mienne ? destreggio forse con la mia? SACRIPANT SACRIPANTE Qu’avez-vous donc fait, Angelina ? Ma che cosa avete fatto, Angelina?

92 93 TOTOCHE, avec égarement. TOTOCHE, con aria smarrita. TOTOCHE, à Sacripant. TOTOCHE, a Sacripante. Ah ! Quand on dégringole l’escalier du devoir, il est bien Ah! Quando si scende a precipizio la scala del dovere, Comment gagner du temps ? Come guadagnare tempo? difficile de se retenir à la rampe. Tenez, regardez ce monceau è ben difficile restare attaccati alla ringhiera. Tenete, de papiers… ce sont les factures de mes fournisseurs… vous guardate questo fascio di carte… Sono i conti dei SACRIPANT SACRIPANTE vous demandez comment j’ai fait pour les payer… vous miei fornitori. Vi chiedete come ho fatto a pagarli? Attendez, j’ai une idée… Aspettate, ho un’idea… allez le savoir… vous avez entendu tout à l’heure le duc qui Lo saprete… Avete sentito poco fa il duca che chiedeva demandait sa couronne, n’est-ce pas ? la sua corona, vero? RODOMONT, s’avançant. RODOMONTE, avanzandosi. Qu’est-ce que vous faites là, tous les deux ? Che fate là, voi due? SACRIPANT SACRIPANTE Oui… eh bien ? Sì, e allora? SACRIPANT, vivement. SACRIPANTE, vivamente. Seigneur ! voilà ce que c’est… la duchesse prétendait que Signore! ecco di che si tratta… La duchessa diceva che, per TOTOCHE TOTOCHE pour courir plus vite, il faut étendre les bras en avant… moi, correre più veloce, bisogna tendere le braccia in avanti. Io Eh bien ! je ne l’ai plus… pour vous plaire, Adolphe, pour Ebbene, non l’ho più… Per piacervi, Adolphe, per piacervi! je soutiens le contraire… et, en effet, la force active étant sostengo il contrario, e in effetti, dal momento che la forza vous plaire… j’ai voulu briller et miroiter entre toutes… Ho voluto brillare e risplendere tra tutte… Ho voluto dare en sens inverse de la raison motrice, il en résulte que plus attiva è inversa rispetto alla ragione motrice, ne consegue j’ai voulu rehausser l’éclat de mes charmes naturels par des risalto alle mie grazie naturali con spendide toilettes on donne d’importance à la machine, plus la résistance est che più si dà importanza alla macchina, più debole è la parures ad libitum… avec soixante-quinze francs par mois, sempre diverse… Con settancinque franchi al mese non faible ! et plus la résistance est faible, moins elle est forte… resistenza! E più la resistenza è debole, meno è forte… ça n’était pas possible… alors… une de ces idées comme il era possibile! Allora una di quelle idee che ci vengono una de sorte que… englisch spoken… ejusdem farinae… Ça me dimodoché… englisch spoken… ejusdem farinae… Mi ne nous en vient qu’une fois tous les dix ans, une idée fatale volta ogni dieci anni, un’idea fatale mi ha attraversato il semble très clair… sembra molto chiaro! traversa mon cerveau… la couronne du duc était là… cet or cervello… La corona del duca era lì; tutto quell’oro massiccio massif m’a fascinée… je me suis dit : il ne la met jamais… mi ha affascinata… Mi sono detta: non la mette mai, è TOTOCHE, à part. TOTOCHE, a parte. c’est une cinquième roue à un carrosse… Je l’ai prise dans come la quinta ruota di una carrozza… L’ho afferrata con Cet homme est adroit comme un singe. (Haut.) Du tout… Quest’uomo è abile come una scimmia. (A voce alta.) Niente mes mains fiévreuses et je l’ai vendue ! …Oui, vendue ! mani febbrili e l’ho venduta… sì, venduta! (con naturalezza) je m’appuie, moi, sur les naturalistes qui ont observé affatto… Io, per parte mia, mi baso sui naturalisti che (Très naturellement.) J’en ai eu cinq mille francs. Elle pesait, Ne ho ricavato cinquemila franchi. Caspita, pesava ben le vol des oiseaux et notamment celui de l’autruche… hanno osservato il volo degli uccelli e in particolare quello fichtre, bien quinze cents grammes ! … millecinquecento grammi! dello struzzo… SACRIPANT, vivement. SACRIPANT SACRIPANTE Ah ! pardon ! je vous arrête ! L’autruche n’est pas un oiseau… SACRIPANTE, vivamente. Mazette ! Mais vous deviez bien penser qu’un jour ou Capperi! Ma dovevate ben pensare che un giorno c’est un bipède à plumes… je m’en rapporte Ah, scusate ma qui devo fermarvi! Lo struzzo non è un l’autre… o l’altro… à Votre Seigneurie. uccello, è un bipede piumato… Mi rimetto a Vostra Signoria.

TOTOCHE TOTOCHE RODOMONT, étourdi. RODOMONTE, confuso. J’ai prévu cela… Aussi en ai-je fait faire une toute pareille en Lo avevo previsto, e così ne ho fatta fare una identica in Mais… Ma… zinc qui me coûtera dans les trente-sept à trente-huit francs… zinco che mi costerà dai trentasette ai trentotto franchi… SACRIPANT, vivement. SACRIPANTE, vivamente. SACRIPANT SACRIPANTE Je sais ce que vous allez dire. So che cosa state per dire. Au point de vue financier, cette combinaison ne manque pas Dal punto di vista finanziario, questo espediente non manca d’habileté… Que craignez-vous alors ? di accortezza… Dunque, che cosa temete? RODOMONT RODOMONTE Je… Io… TOTOCHE TOTOCHE Mais je ne l’ai pas ! je ne l’ai pas ! Merlin me l’avait promise pour Ma non ce l’ho! non ce l’ho! Merlino me l’aveva promessa per SACRIPANT, idem. SACRIPANTE, come sopra. ce matin… et Merlin n’arrive pas. (On entend une fanfare.) stamattina… e Merlino non arriva. (Si ode una fanfara.) Ne le dites pas… (On entend une fanfare.) Non ditelo! (Si ode una fanfara.)

UNE VOIX, au dehors. UNA VOCE, fuori. UNE VOIX, au dehors. UNA VOCE, fuori. Numéro trois ! Numero tre! Numéro quatre ! Numero quattro!

TOTOCHE, avec désespoir. TOTOCHE, con disperazione. SACRIPANT, s’essuyant le front. SACRIPANTE, asciugandosi la fronte. Déjà le numéro trois ! Que dire au duc ? que lui dire ? Già il numero tre! Che dire al duca? che dirgli? Trois minutes de gagnées ! Tre minuti guadagnati!

RODOMONT RODOMONTE Scène 4 Scena 4 Numéro quatre ! corne de cerf ! et vous êtes là à me Numero quattro! Perdinci! E voi mi fate perdere tempo con LES MÊMES, RODOMONT. GLI STESSI, RODOMONTE. conter des balivernes… Ma couronne, madame, ma queste sciocchezze… La mia corona, signora, voglio la mia couronne. corona. RODOMONT RODOMONTE Eh bien ! et cette couronne ? Allora, questa corona?

94 95 TOTOCHE, avec désespoir. TOTOCHE, disperata. SACRIPANT SACRIPANTE Allons, il n’y a pas moyen d’y arriver… il faut avouer. Inutile, non ce la possiamo fare… bisogna confessare. Les armoires sont humides… Gli armadi sono umidi… (Se jetant aux pieds de Rodomont.) Casimir, tuez-moi… (Gettandosi ai piedi di Rodomonte.) Casimir, uccidetemi… je ne l’ai plus… non l’ho più! MERLIN MERLINO Et la duchesse l’avait donnée… E la duchessa l’aveva mandata… RODOMONT, abasourdi. RODOMONTE, sbalordito. Qu’est-ce que vous dites ? Ma che cosa dite? SACRIPANT SACRIPANTE À nettoyer… A far pulire…

Scène 5 Scena 5 TOTOCHE, à Rodomont. TOTOCHE, a Rodomonte. LES MÊMES, MERLIN puis ANGÉLIQUE. GLI STESSI, MERLINO poi ANGELICA. À nettoyer, mon ami… A far pulire, amico mio…

MERLIN MERLINO RODOMONT RODOMONTE La voilà ! Eccola! Alors, c’est une surprise… Allora è una sorpresa…

SACRIPANT SACRIPANTE TOTOCHE, MERLIN, SACRIPANT TOTOCHE, MERLINO, SACRIPANTE La voilà ! Eccola! Surprise ! Sorpresa!

TOTOCHE TOTOCHE TOTOCHE TOTOCHE La voilà ! Eccola! Que je vous ménageais… Oui, Casimir ! … Che vi avevo preparato… Sì, Casimir!

RODOMONT RODOMONTE SACRIPANT, à Merlin. SACRIPANTE, a Merlino. Comment, la voilà ! Vous me dites : Je ne l’ai plus… et vous Come, eccola? Mi dite: non l’ho più, e aggiungete, Eccola!… Vi Le patron l’a gobée ! … Il padrone l’ha bevuta! ajoutez : La voilà ! … Vous moquez-vous de moi ? prendete gioco di me? MERLIN MERLINO MERLIN MERLINO Parbleu ! il la gobe toujours… (Fanfares et hourras Diamine! La beve sempre… (Fuori si odono fanfare Dépliez. Aprite. prolongés au dehors.) e urrà prolungati.)

SACRIPANT SACRIPANTE RODOMONT RODOMONTE Dépliez. Aprite. Le tournoi est fini… sapristi ! et je n’étais pas là ! Il torneo è finito… accidenti! e io non ero presente!

TOTOCHE TOTOCHE ANGÉLIQUE, entrant vivement. ANGELICA, entrando di corsa. Dépliez. Aprite. Papa, papa, on amène les vainqueurs ! … C’est Roland qui Papà, papà, arrivano i vincitori! È Orlando che sarà mio sera mon époux ! … sposo! RODOMONT RODOMONTE Déplions ! Mais oui ! c’est elle ! c’est bien elle ! … Apriamo! Ma sì! È lei! È proprio lei! RODOMONT, mettant sa couronne. RODOMONTE, mettendosi la corona. Mes enfants, plaçons-nous vite ! … Presto, prepariamoci! MERLIN MERLINO Reluisante… Rilucente… TOTOCHE, profitant de ce que Rodomont ne la regarde pas et TOTOCHE, approfittando del fatto che Rodomonte non la sautant au cou de Merlin. guarda per saltare al collo di Merlino. SACRIPANT SACRIPANTE Ô mon sauveur, merci ! … Mio salvatore, grazie! Reluisante ! … Rilucente! RODOMONT, qui s’est retourné et a saisi ce jeu de scène. RODOMONTE, che si è girato e ha visto la scena. TOTOCHE, machinalement. TOTOCHE, macchinalmente. La duchesse qui embrasse Merlin ! … Je suis toujours sur ma La duchessa che abbraccia Merlino! Continuo a seguire la mia Reluisante ! Rilucente! piste ! Contenons-nous plus que jamais ! … Ma fille, à ma pista… ma devo contenermi, ora più che mai! Figlia mia, gauche ! … Vous, duchesse, à ma droite. L’armée au fond. alla mia sinistra! E voi, duchessa, alla mia destra. L’esercito RODOMONT, l’admirant. RODOMONTE, ammirandola. Sacripant, au pied de l’estrade. Et vous, Merlin, garnissez la in fondo. Sacripante, ai piedi del podio. E voi, Merlino, a Une glace ! … on se mirerait dedans… Uno specchio! ci si potrebbe guardare… droite… Allons, ça a de l’œil, je suis content ! … destra… La scena si presenta bene, sono contento!

MERLIN MERLINO Elle était terne… Era diventata opaca…

96 97 Scène 6 Scène 6 ROLAND, démarrant avec peine. ORLANDO, muovendosi con fatica. RODOMONT, TOTOCHE, ANGÉLIQUE, assis à gauche, RODOMONTE, TOTOCHE, ANGELICA, seduti a sinistra, Oh ! la ! la ! les reins ! (S’avançant.) Présent… Oh ! la ! la ! Ahi, ahi! le reni… (Avanzandosi.) Presente… Ahi, ahi! La SACRIPANT, au milieu, MERLIN, à droite, ROLAND, AMADIS, SACRIPANTE, al centro, MERLINO, a destra, ORLANDO, AMADIGI, la jambe ! gamba! LANCELOT, LEURS PAGES et LEURS VALETS, HOMMES D’ARMES, LANCILLOTTO, I LORO PAGGI e i LORO VALLETTI, UOMINI BOUGEOISES, PAYSANS, PAYSANNES, se précipitant sur la scène. D’ARME, BORGHESI, CONTADINI E CONTADINE invadono la scena. RODOMONT RODOMONTE Chevalier, à vous la main de ma fille. (À Angélique.) Donne Cavaliere, vi concedo la mano di mia figlia. (Ad Angelica.) la main, mon enfant. (Continuant.) Et plus tard, dans un Dagli la mano, bambina mia. (Continuando.) E più avanti, N° 11 – CHŒUR N. 11 – CORO avenir lointain, ma couronne… elle est en or… vous la in un lontano futuro, riceverete la mia corona… È d’oro… la transmettrez à vos mâles. À vous, madame. trasmetterete ai vostri figli maschi. A voi, signora. Honneur, honneur au grand vainqueur ! Onore, onore al grande vincitore! D’estoc, de taille, comme il ferraille ! Di punta e di taglio, come duella! ANGÉLIQUE, faisant la moue. ANGELICA, facendo il broncio. Ce guerrier plein de hardiesse, Questo guerriero così forte e ardito C’est toujours maman qui embrasse… c’est ennuyeux ! È sempre la mamma che dà i baci… Non è giusto! Gagne la main de la princesse ! la mano della principessa ha conquistato! Honneur, honneur au grand vainqueur ! Onore, onore al grande vincitore! RODOMONT RODOMONTE Touchante naïveté ! Tiens coiffe-le toi-même… Commovente ingenuità! Tieni, incoronalo tu stessa… RODOMONT, les regardant s’avancer. RODOMONTE, osservandoli mentre si avanzano. Ils sont démolis ! Sono distrutti! ROLAND ORLANDO Oh ! la ! la ! l’épaule ! Ahi, ahi! la spalla! ANGÉLIQUE, regardant Roland. ANGELICA, guardando Orlando. Ah ! papa, comme on m’a abîmé mon futur ! Oh, papà, come hanno rovinato il mio futuro! ANGÉLIQUE, douloureusement. ANGELICA, dolorosamente. Papa, il est en morceaux. Papà, è a pezzi. RODOMONT RODOMONTE C’est le sort des armes… Avec un peu d’eau sédative, il È la sorte delle armi… Con un po’ d’acqua sedativa RODOMONT RODOMONTE n’y paraîtra plus… Jeunes preux, je vais procéder à la scomparirà tutto. Miei giovani prodi, ora procederò alla Ça ne fait rien, quand les morceaux sont bons ! Pour ranimer Non importa, se i pezzi sono sani! Per rianimare questi distribution des prix que vous avez si bien gagnés… Premier distribuzione dei premi che avete così ben meritato. Primo ces braves chevaliers, qu’on leur verse les vins les plus bravi cavalieri, si versi loro del vino generoso. Credo prix : les flambeaux… le chevalier Lancelot du Lac… premio: i candelabri… al cavaliere Lancillotto del Lago. généreux. Je crois qu’il nous reste un peu d’anis ! Preux et che ci rimanga un po’ di anisetta! Prodi e vassalli, vassaux, pour que cette fête eut un certain vernis, je me suis per dare un po’ di lustro alla festa non ho badato a spese LANCELOT, s’avançant en trébuchant. Musique pendant LANCILLOTTO, si avanza barcollando. Musica durante la fendu pour vous donner un divertissement. per farvi divertire. le couronnement. premiazione. Me voici… Eccomi… TOUS TUTTI Vive Rodomont ! Viva Rodomonte! RODOMONT, lui donnant les flambeaux. RODOMONTE, consegnandogli i candelabri. Continuez, mon ami, vous serez l’orgueil de votre famille… Continuate così, amico mio, sarete l’orgoglio della vostra RODOMONT RODOMONTE La duchesse va vous embrasser… (Totoche l’embrasse famiglia… La duchessa vi darà un bacio… (Totoche lo Qu’on fasse entrer les ménestrels ! Ce sont deux jumeaux, Fate entrare i menestrelli! Sono due gemelli, vi dico solo à plusieurs reprises.) Assez, madame, assez ! (À Lancelot.) bacia più volte.) Basta, signora, basta così! (A Lancillotto.) je ne vous dis que ça ! questo! Allez, jeune homme. Deuxième prix : la montre… Andate, giovanotto. Secondo premio: l’orologio… al cavaliere le chevalier Amadis des Gaules. Amadigi di Gaula. Scène 7 Scena 7 AMADIS, se traînant péniblement. AMADIGI, trascinandosi penosamente. LES MÊMES, MÉDOR et MÉLUSINE. GLI STESSI, MEDORO e MELUSINA. Aïe ! … voilà ! … aïe ! … Ahi! Eccomi… Ahi!

RODOMONT, lui donnant la montre. RODOMONTE, consegnandogli l’orologio. N° 12 – CHŒUR puis DUO puis ENSEMBLE N. 12 – CORO poi Duetto poi ENSEMBLE Conservez avec soin cette orfèvrerie… J’en ai cassé le grand Conservate con cura questo pezzo di oreficeria… Ho ressort, pour qu’elle vous rappelle toujours cette heure rotto la molla principale, perché vi ricordi sempre CHŒUR CORO mémorable… À vous, madame. (Totoche l’embrasse à quest’ora memorabile… A voi, signora. (Totoche Qu’ils sont coquets ! qu’ils sont charmants ! Adorabili, davvero affascinanti! plusieurs reprises.) Assez madame… assez donc ! Il n’y a que lo bacia più volte.) Basta, signora, ma basta! Solo Leur mine est vraiment sans pareille ; Hanno davvero una grazia senza pari; les bébés qu’on embrasse comme ça. (À Amadis.) Allez, jeune i neonati si baciano così. (Ad Amadigi.) Andate, Ils vont tous deux par leurs doux chants e ora entrambi con i loro canti homme ! (Amadis se retire en poussant des cris à chaque giovanotto! (Amadigi si ritira lamentandosi a ogni Ravir et charmer nos oreilles. le nostre orecchie stan per deliziare. pas.) Troisième prix, la princesse Angélique, ici présente… passo.) Terzo premio, la qui presente principessa Angelica… le chevalier Roland ! al cavaliere Orlando! MÉDOR MEDORO Nous avons des refrains joyeux Conosciamo allegre melodie Qui vont, je crois, vous satisfaire. che sono certo vi saran gradite.

98 99 MÉLUSINE, près de Roland. MELUSINA, vicino a Orlando. MÉDOR MEDORO Et nous ferons de notre mieux, E del nostro meglio noi faremo, Un affreux gueux ! Un mascalzone! Braves chevaliers, pour vous plaire. per allietarvi, prodi cavalieri. MÉLUSINE et MÉDOR MELUSINA e MEDORO ROLAND ORLANDO Tralala ! Tralala ! you piou ! Trallallà! Trallallà! Yuppi-yu! Grand Dieu ! je reconnais ce son ! Gran Dio! Riconosco questa voce! C’est Mélusine ! È Melusina! MÉLUSINE MELUSINA Qui, sans tambour ni trompette, Che alla chetichella, MERLIN et LES CHEVALIERS MERLINO e I CAVALIERI Le galopin ! il malandrino! C’est Mélusine. È Melusina. Prit la poudre d’escampette Se la diede a gambe Un beau matin ! un bel mattino! MÉDOR, bas à Mélusine. MEDORO, piano a Melusina. Préparez votre poison. Preparate la pozione. MÉDOR MEDORO Boum ! boum ! boum ! boum ! Bum! Bum! Bum! Bum! MÉLUSINE MELUSINA Dzin la boum boum boum ! Zin lallà bum bum! Bravo ! mon aspect les chagrine ! Bravo! Il mio aspetto li disturba! MÉLUSINE MELUSINA ROLAND ORLANDO Il y a d’quoi rire, de quoi rire ! C’è da ridere e da ridire! C’est bien elle ! c’est Mélusine ! È proprio lei! è Melusina! Il n’y aurait-il pas, oui-dà ! C’è forse qualcuno, trallallà! Que vient faire ici ce crampon ? Che viene a fare qui quell’impiastro? Quelqu’un qui pourrait dire… Qualcuno che potrebbe dire…

MÉLUSINE MELUSINA MÉDOR MEDORO Je les chagrine ! Li disturbo! Rait dire… Potrebbe dire…

ROLAND, MERLIN et LES CHEVALIERS ORLANDO, MERLINO e I CAVALIERI MÉLUSINE MELUSINA C’est Mélusine… È Melusina… Le nom de ce chevalier-là ? Il nome di quel cavaliere là?

MÉLUSINE MELUSINA CHŒUR CORO Attention ! je commence ! Attenzione! comincio! Quelqu’un qui pourrait dire… Rait dire… Qualcuno che potrebbe dire… potrebbe dire… Écoutez cette romance… Udite questa romanza… Le nom de ce chevalier-là ? Il nome di quel cavaliere là? Elle narre les malheurs Racconta le sventure D’une pauvre amante en pleurs. d’una amante disperata. MÉDOR MEDORO (Parlé) Ça y est ! Deuxième couplet ! (Parlato) Voilà! Seconda strofa! CHŒUR CORO Écoutons bien les malheurs Ascoltiamo le sventure II MÉLUSINE II MELUSINA De la pauvre amante en pleurs ! dell’amante disperata! Ne songeant plus qu’à la vengeance, Assetata di vendetta, Rosalinde après lui courût gli va dietro Rosalinda Et lui verse avec abondance e gli versa un’ampia dose DUO DUetto Un poison sûr dont il mourut. di veleno che l’uccide.

I MÉLUSINE I MELUSINA MÉDOR MEDORO Rosalinde, la forte brune, Rosalinda, alta e bruna, Dont il mourut Che l’uccide… Adorait un illustre preux, adorava un valoroso, Tralala you piou ! Trallallà yuppi-yu! Qui lui fit au clair de la lune che le fece al chiar di luna Les serments les plus chaleureux ! giuramenti appassionati! MÉLUSINE MELUSINA C’était son but ! Era il suo scopo! MÉDOR MEDORO Plus chaleureux, Giuramenti appassionati, MÉDOR MEDORO Tralala you piou ! trallallà yuppi-yu! Son joli but. Ottimo scopo.

MÉLUSINE MELUSINA MÉLUSINE et MÉDOR MELUSINA e MEDORO C’était un gueux ! Era un vile! Tralala ! Tralala ! you piou ! Trallallà! Trallallà! Yuppi-yu!

100 101 MÉLUSINE MELUSINA TOTOCHE TOTOCHE Et désormais la belle, heureuse La bella raggiante Flambée ! … Ah ! malheureuse femme ! Sono spacciata! Me sventurata! Et sans chagrin non più disperata Entonna de sa voix intonò spensierata RODOMONT RODOMONTE Son gai refrain. l’allegra strofetta. Ciel ! qu’ai-je lu ! Cielo! Che leggo!

MÉDOR MEDORO TOTOCHE, bas à Sacripant. TOTOCHE, piano a Sacripante. Boum ! boum ! boum ! boum ! Bum! Bum! Bum! Bum! Tout est perdu ! Tutto è perduto! Tzin la boum boum boum ! Zin lallà bum bum! SACRIPANT, effrayé. SACRIPANTE, spaventato. MÉLUSINE, grinçant des dents MELUSINA, digrignando i denti Tout est perdu qu’a-t-il donc lu ? Tutto è perduto… che ha letto mai? Il y a d’quoi rire, de quoi rire. C’è da ridere, da ridere! Il n’y aurait-il pas, oui-dà C’è forse qualcuno, trallallà! CHŒUR CORO Quelqu’un qui pourrait dire… Qualcuno che potrebbe dire… Qu’a-t-il donc lu ? Che ha letto mai?

MÉDOR MEDORO TOTOCHE TOTOCHE Rait dire… Potrebbe dire… Il connaît le mystère, Conosce il mistero, Et surprend mon secret, il segreto è svelato, MÉLUSINE MELUSINA Évitons sa colère la sua ira evitiamo, Le nom de ce chevalier-là ? Il nome di quel cavaliere là? Et faisons notre paquet le tende leviamo!

CHŒUR CORO RODOMONT RODOMONTE Quelqu’un qui pourrait dire… Rait dire… Qualcuno che potrebbe dire… potrebbe dire… Cet essaim qui m’environne Questa gente a me d’intorno Le nom de ce chevalier-là ? Il nome di quel cavaliere là? Rit je crois de ma personne ride della mia persona, Je ne la trouve pas bonne credo: cosa poco amabile, TOTOCHE TOTOCHE Par mes yeux ! C’est odieux ! anzi, proprio insopportabile! Voyez donc Roland, comme il bâille ? Guardate Orlando come sbadiglia! CHŒUR CORO ROLAND, s’endormant. ORLANDO, addormentandosi. Quel est donc ce mystère ? Qual è dunque il gran mistero? Je sens… comme un… je ne sais quoi ! … Sento… come un… non so che! Oui quel est ce secret ? Che cos’è questo segreto? Il paraît en colère, Sembra proprio incollerito, MÉLUSINE, à son oreille. MELUSINA, parlandogli all’orecchio. Grand dieu que va-t-il faire ? chissà mai cosa farà? C’est ma liqueur qui te travaille. È la mia pozione che fa effetto. Quelle colère, que va-t-il faire ? È furioso veramente, ROLAND, faiblement. ORLANDO, debolmente. Et quel est son projet ? chi lo sa che cosa ha in mente? À la garde ! au secours ! à moi ! In guardia! soccorso! a me! RODOMONT RODOMONTE TOTOCHE TOTOCHE Ah je n’ai pas de projet. Non ho in mente proprio niente. Quelle étonnante aventure ! Cosa strana e sorprendente! Voilà Roland qui s’abat ! Ora Orlando a terra crolla… TOTOCHE et SACRIPANT TOTOCHE e SACRIPANTE C’est sans doute une blessure È di certo una ferita Faisons notre paquet Le tende leviamo Qu’il reçut dans un combat ! ricevuta nella lotta! Faisons, faisons, faisons notre paquet. le tende leviamo, leviamo, leviamo.

CHŒUR CORO RODOMONT RODOMONTE Quelle étonnante aventure ! Cosa strana e sorprendente! Qu’à l’instant, on ferme la porte ! Chiudete la porta all’istante! Voilà Roland qui s’abat ! Ora Orlando a terra crolla… Quant à mon gendre, qu’on l’emporte ! Portate via mio genero! C’est sans doute une blessure È di certo una ferita Qu’il reçut dans un combat ! ricevuta nella lotta! MÉLUSINE MELUSINA J’ai réussi. Ce l’ho fatta. RODOMONT RODOMONTE Vite des sels ! … Presto, dei sali! RODOMONT RODOMONTE Vos clés, Madame ! Le vostre chiavi, signora! Vous madame restez ici. Voi, signora, restate. (Il fouille dans la poche de la Duchesse.) (Fruga nelle tasche della duchessa.) La colère m’exaspère, La collera m’esaspera,

102 103 J’en connois pourquoi. e so ben io il perché. TOTOCHE TOTOCHE Son affaire est bien claire Capito ho ciò che ha fatto, Casimir, que voulez-vous dire ? Casimir, che volete dire? Et son lot n’est pas beau. e nera è la sua sorte. RODOMONT RODOMONTE TOTOCHE TOTOCHE Je connais la source de ce luxe, madame… Conosco l’origine di tutto questo lusso, signora… La colère l’exaspère, La collera lo esaspera, J’en connois le pourquoi e so ben io il perché. TOTOCHE, à part. TOTOCHE, a parte. Mon affaire est bien claire Capito ha ciò che ho fatto, Je fléchis… Mi sento svenire… Et mon lot n’est pas beau ! e nera è la mia sorte! RODOMONT RODOMONTE CHŒUR CORO Pouvez-vous envisager sans rougir la coiffure dont vous Potete guardare senza arrossire l’acconciatura di cui avete Oh ! Oh! avez orné mon front ? ornato la mia fronte? La colère l’exaspère La collera lo esaspera, Mais qui connoit le pourquoi ? ma chi ne sa il perché? TOTOCHE, à part. TOTOCHE, a parte. Quel mystère pour lui plaire Mistero! Via, di corsa, La couronne… il sait tout ! … Il connaît l’histoire de la La corona… sa tutto! Sa la storia della corona… (A voce Au galop sortons tôt per compiacerlo usciamo. couronne… (Haut.) Eh bien ! oui, je suis coupable ! alta.) Ebbene sì, sono colpevole! Oui, la colère l’exaspère Sì, la collera lo esaspera Oui mais qui connoit donc le pourquoi ? Sì, ma chi ne sa il perché? RODOMONT RODOMONTE Vous l’avouez enfin ! … Le nom de votre complice, Finalmente lo ammettete! Il nome del vostro complice, MÉLUSINE et MÉDOR MELUSINA e MEDORO madame ! … le nom de votre complice ? signora! Voglio il nome del vostro complice! La colère l’exaspère La collera lo esaspera Mais notre exploit est adroit. ma abili noi siamo. TOTOCHE TOTOCHE N’accusez que moi seule ! Il ne voulait pas, lui ! Accusate me sola! Lui non voleva! TOTOCHE et ANGÉLIQUE TOTOCHE e ANGELICA il hésitait beaucoup ! Ha molto esitato! La colère l’exaspère La collera lo esaspera Dieu quel effroi ça me fait froid. mi raggela la paura. RODOMONT RODOMONTE Ah ! Ah! CHŒUR CORO La colère l’exaspère, qui connoit le pourquoi ? La collera lo esaspera, e chi ne sa il perché? TOTOCHE TOTOCHE Quel mystère ! Pour lui plaire au galop sortons bientôt. Mistero! Via, di corsa, per compiacerlo usciamo. Il avait des scrupules… Si faceva scrupoli…

RODOMONT RODOMONTE RODOMONT RODOMONTE La colère m’exaspère, votre roi sait pourquoi. La collera mi esaspera, sa il vostro re perché. En vérité ? Ma davvero? Mon affaire est bien claire et mon lot n’est pas très beau. Chiara è la situazione, non bella la mia sorte. TOTOCHE TOTOCHE MELUSINE et MÉDOR MELUSINA e MEDORO C’est moi qui ai aplani toutes les difficultés. Sono stata io che ho appianato tutte le difficoltà. La colère l’exaspère, notre exploit est adroit La collera lo esaspera, ma abili noi siamo. Bonne affaire, du mystère, notre lot sera très beau. Bel colpo, del mistero… ci arriderà la sorte. RODOMONT, furieux. RODOMONTE, furioso. C’est vous qui avez aplani… et vous osez me le dire Siete stata voi che avete appianato… e osate dirmelo en face ? in faccia? Scène 8 Scena 8 RODOMONT, TOTOCHE. RODOMONTE, TOTOCHE. TOTOCHE TOTOCHE J’ai ordonné… son devoir n’était-il pas d’obéir ? Gliel’ho ordinato… Il suo dovere non era forse obbedire? TOTOCHE TOTOCHE Que va-t-il me dire ? Che cosa mi dirà? RODOMONT RODOMONTE Non, madame, pas pour ces choses-là ! On a des exemples No, signora, non in faccende di questo genere! Ci sono esempi RODOMONT, regardant les papiers qu’il tient à la main. RODOMONTE, guardando i fogli che tiene in mano. de gens qui ont résisté… (À lui-même.) C’est même à cela di persone che hanno resistito… (A se stesso.) È proprio a Note de la couturière : quinze cents francs ; idem du coiffeur, Conto della sarta: millecinquecento franchi; conto del que Joseph doit son immense réputation. (À Totoche.) questo che Giuseppe deve la sua immensa reputazione. douze cents francs, idem, idem, idem, et tout est acquitté. parrucchiere, milleduecento franchi, conto di questo, conto Décidément, voulez-vous me dire son nom ? (A Totoche.) Allora, volete dirmi il suo nome? Ah ! le monsieur fait bien les choses… c’est un homme calé, à di quello, ed è tutto pagato. Ah! Il signore fa le cose bene… ce qu’il paraît. Voilà donc à quelles extrémités peut entraîner la sua borsa è ben fornita, a quanto pare. Ecco fin dove può TOTOCHE TOTOCHE le luxe effréné des femmes ! portare il lusso frenato delle donne! Vous l’exigez ? Lo esigete?

104 105 RODOMONT RODOMONTE RODOMONT RODOMONTE Je le désire. Desidero saperlo. Ah ! C’est ce qui vous a décidé… Ah! È quel che vi ha deciso…

TOTOCHE TOTOCHE MERLIN, avec bonhomie. MERLINO, bonariamente. Eh bien !… c’est Merlin. Ebbene, è Merlino. Et puis, franchement, du moment qu’on ne le sait pas, E poi, francamente, visto che nessuno lo sa, non ha molta ça ne fait pas grand-chose. importanza. RODOMONT RODOMONTE Merlin ! Merlino! RODOMONT, se contenant avec peine. RODOMONTE, trattenendosi a stento. Ah ! vous trouvez… Ah! Vi pare?

Scène 9 Scena 9 TOTOCHE, avec douceur. TOTOCHE, dolcemente. LES MÊMES, MERLIN. GLI STESSI, MERLINO. Il a raison, Casimir… ça ne se voit pas du tout. Ha ragione, Casimir… non si vede affatto.

MERLIN, entrant. MERLINO, entrando. MERLIN, doucement. MERLINO, dolcemente. On m’appelle ? Chi mi chiama? Ah ! si ça se voyait… mais il est venu beaucoup de monde Ah! se si vedesse… ma oggi è venuta parecchia gente… aujourd’hui… eh bien ! est-ce que quelqu’un s’en est aperçu ? ebbene, qualcuno se n’è forse accorto? RODOMONT RODOMONTE Lui ? … j’en étais sûr ! Lui? Ne ero sicuro! RODOMONT, à lui-même. RODOMONTE, tra sé. Oh ! non ! … oh ! ça passe toute idée… l’effronterie n’a Oh no!… oh! questo passa ogni limite… l’impudenza non MERLIN, s’avançant. MERLINO, facendosi avanti. jamais atteint cette apogée… Je n’ai qu’un parti à prendre, è mai arrivata a tal punto… Non ho altra scelta che essere Qu’y-a-t-il, seigneur ? Che succede, signore? c’est d’être froidement cruel. freddamente crudele.

TOTOCHE, bas à Merlin. TOTOCHE, piano a Merlino. MERLIN, à Totoche. MERLINO, a Totoche. La couronne ! … La corona! Je crois qu’il a entendu raison… (On entend des cloches Credo che abbia inteso ragione… (Da fuori si ode sonner au dehors.) Entendez-vous les cloches ? On vous uno scampanio.) Sentite le campane? Vi aspettano MERLIN, de même. MERLINO, come sopra. attend à la chapelle… in cappella… Hein ? Eh? RODOMONT RODOMONTE TOTOCHE, s’oubliant. TOTOCHE, perdendo il controllo. Ah ! oui… le mariage ! … je n’y pensais plus… Vengeance Ah già, le nozze… mi erano uscite di mente. Vendetta Il sait tout ! Sa tutto! d’un côté… hyménée de l’autre… Bonheur et douleur… tout da un lato, imeneo dall’altro… Felicità e dolore… ça va marcher de front ! … Quel méli-mélo ! … Allons-y ! tutto cammina di pari passo! Che guazzabuglio! Andiamo! RODOMONT RODOMONTE Où est le futur ? Dov’è il futuro? Oui, je sais tout. Ta complice a fait des aveux. Sì, so tutto. La tua complice ha confessato. MERLIN, au fond. MERLINO, sul fondo. MERLIN MERLINO Pourvu qu’il soit réveillé… Purché si sia svegliato… Seigneur, mon excuse est bien simple… ce que j’ai fait, c’était Signore, la mia scusante è molto semplice… Se ho fatto ciò pour obliger la duchesse. che ho fatto, è stato per rendere un servizio alla duchessa. Scène 10 Scena 10 RODOMONT, furieux. RODOMONTE, furioso. LES MÊMES, MÉDOR et FLEUR-DE-NEIGE. GLI STESSI, MEDORO e FLEUR-DE-NEIGE. Pour obliger ! … (Se contenant.) Va, va, continue… Un servizio!… (Contenendosi.) Avanti, continua… FLEUR-DE-NEIGE, annonçant. FLEUR-DE-NEIGE, annunciando. MERLIN MERLINO Le chevalier Roland… Il cavalier Orlando… Je sais qu’elle ne vous était d’aucune utilité… So che essa non vi era di alcuna utilità… MÉDOR, entrant par la gauche, sous les habits de Roland, MEDORO, entrando da sinistra, con gli abiti di Orlando e TOTOCHE, vivement. TOTOCHE, vivamente. casque en tête. l’elmo in testa. C’est vrai ! È vero! Présent ! (Au public, levant sa visière.) C’est moi… Silence ! Presente! (Al pubblico, alzando la visiera) Sono io… silenzio! (Il rabaisse vivement sa visière.) (Riabbassa bruscamente la visiera) RODOMONT, vexé. RODOMONTE, offeso. Madame ! Ma signora! TOTOCHE TOTOCHE Mais il me semble plus petit que tout à l’heure… Ma mi sembra più piccolo di poco fa… MERLIN MERLINO C’est ce qui m’a décidé… È quel che mi ha deciso… RODOMONT RODOMONTE Il a tassé… Si è compattato…

106 107 MERLIN MERLINO Nous comprenons, Comprendiamo, C’est l’effet du combat. È l’effetto del combattimento. Nous saisissons. oh sì, capiamo. Bon, bon, bon, bon ! Bene, bene, bene, bene! TOTOCHE, à Médor. TOTOCHE, a Medoro. Bon, bon, bon, bon ! Bene, bene, bene, bene! Mais pourquoi ce casque ? Ma perché l’elmo? Rodomont, vous avez raison. Rodomonte, tu hai ragione.

MÉDOR MEDORO TOTOCHE TOTOCHE C’est un vœu… j’ai fait le serment, si j’étais vainqueur, È per via di un voto… Ho giurato che, se fossi uscito En prison ! ô ciel ! en prison ! In prigione! Dio, in prigione! de le garder pendant deux semaines. vincitore, lo avrei portato per due settimane. TOTOCHE et MERLIN TOTOCHE e MERLINO RODOMONT RODOMONTE Quelle tristesse ! Che tristezza! Ça va bien vous gêner… Enfin, n’importe… (Criant.) Vi darà un gran fastidio… Ma pazienza… (Gridando.) Tutti Tout le monde sur le pont ! sul ponte! ANGÉLIQUE et MÉDOR ANGELICA e MEDORO Douce allégresse. Che allegrezza.

Scène 11 Scena 11 RODOMONT RODOMONTE RODOMONT, TOTOCHE, ANGÉLIQUE, MERLIN, MÉDOR, AMADIS, RODOMONTE, TOTOCHE, ANGELICA, MERLINO, MEDORO, Allégresse et tristesse ! Allegria e tristezza! Mescoliamo LANCELOT, OGIER, RENAUD, Seigneurs e dames de la Cour, AMADIGI, LANCILLOTTO, OGIER, RINALDO, signori e dame Mêlons artistement ce double sentiment. con arte entrambi i sentimenti. bourgeois, paysans, pages, hommes d’armes. della corte, borghesi, contadini, paggi, uomini d’arme. CHŒUR CORO Mêlons mêlons mêlons mêlons… Mescoliamo, sì mescoliamo… N° 13 – FINAL N. 13 – FINALE MÉDOR, ANGÉLIQUE et le CHŒUR MEDORO, ANGELICA e il CORO CHŒUR CORO Ah ! quel plaisir, on nous appelle Che piacere, siam chiamati C’est la cloche de la chapelle, È la campana della cappella, Dans le plus frais des frais séjours, nella più dolce dimora, Entendez-vous ? sentite? Nous allons, ô joie éternelle ! passerem giorni beati C’est la cloche qui vous appelle, La campana che vi chiama, Passer gaîment nos heureux jours. nell’ebbrezza e nella gioia. Jeunes époux ! giovani sposi! MERLIN et TOTOCHE MERLINO e TOTOCHE RODOMONT RODOMONTE Affreux destins, O sorte ria, Je crois qu’au milieu de l’allégresse, Credo che sulla vostra gaiezza Douleur mortelle ! dolor ferale! Il est temps de jeter un froid ! dovrò gettare una doccia fredda! Dans le plus noir Nella più cupa Des noirs séjours. delle dimore. LE CHŒUR IL CORO C’est votre droit, Ne avete il diritto, CHŒUR CORO Jetez un froid ! ebbene, gettate! Par un gai refrain Con un gaio ritornello Allons mettons nous en train ora noi cominceremo RODOMONT RODOMONTE Montrons au beau suzerain al sovran ci mostreremo Où donc est Sacripant ? Ma dov’è dunque Sacripante? Notre front bien serein. tutti allegri e assai contenti. Il n’est pas là dans un pareil moment ? Perché non è qui in questo momento? Bientôt dans un gai festin E seduti poi a banchetto À son défaut, guerriers pleins de valeur, In sua vece, guerrieri valorosi, Attablés, le verre en main, con il vino nel bicchiere, Avancez tous… qu’à l’instant on enchaîne mettete in catene senza indugio Nous boirons jusqu’à demain. noi berrem fino a domani Ma noble épouse et l’enchanteur, il mago e la mia nobile sposa, En l’honneur de ce bel hymen, in onor di questo imene. Et qu’en prison on les entraîne. e in prigione portateli all’istante. C’est pourquoi sans façon E così, senza pretese Aimons en toute saison ! ci ameremo in ogni mese! TOTOCHE TOTOCHE Et chantons, oui, chantons ! E cantiamo, sì, cantiam! Grâce ! Grazia! MERLIN et TOTOCHE MERLINO e TOTOCHE MERLIN MERLINO Ah ! Ah! Grâce ! Grazia! De cet affreux destin Di questo rio destin, Quand viendra la fin ? quando verrà la fin? LE CHŒUR IL CORO Tous les deux fourrés en prison, Sì, gettiamo i due in prigione!

108 109 ACTE III ATTO III Adieu ! futiles caprices ! Addio, sciocchi capricci! J’entrevois un sort plus doux ! Voglio un destino dolce CHEZ MÉLUSINE NELLA DIMORA DI MELUSINA Je veux un titre qui sonne, e un titolo pomposo, Roland sera mon époux, sarà Orlando mio sposo, Cela vaut bien une couronne ! ciò vale una corona! Scène première Scena prima MÉLUSINE, ROLAND endormi, AMADIS, LANCELOT, RENAUD, MELUSINA, ORLANDO addormentato, AMADIGI, LANCILLOTTO, OGIER, FLEUR-DE-NEIGE. RINALDO, OGIER, FLEUR-DE-NEIGE. AIR DE MÉLUSINE ARIA DI MELUSINA

Roland, mon idole, Orlando, idolo mio, N° 14 – ENSEMBLE puis AIR DE MÉLUSINE N. 14 – ENSEMBLE poi ARIA DI MELUSINA De toi je suis folle, sono pazza di te, Ô mon beau vainqueur, mio bel conquistatore, CHŒUR des QUATRE CHEVALIERS et FLEUR-DE-NEIGE CORO dei QUATTRO CAVALIERI e di FLEUR-DE-NEIGE Car je t’aime avec flamme io t’amo ardentemente Dévidons la soie, Dipaniamo, dipaniamo, Et je veux que ton âme e voglio che anche tu Et passons nos jours dans la joie ! e allegri giorni trascorriamo! Partage même ardeur. con fuoco mi ricambi. Ô Vénus, déesse puissante, Venere, dea potente, CHŒUR et MÉLUSINE CORO e MELUSINA Toi qui m’embrases de tes feux, che mi rendi sì ardente, Autour du preux semons les fleurs, Intorno al prode spargiamo fiori, Écoute ma voix frémissante. ascolta la voce mia fremente, Le lis et la rose vermeille, gigli e vermiglie rose, Sur moi daigne abaisser les yeux. degnati di guardarmi. Afin que leurs fraîches couleurs, perché i lor bei colori Ah ! … Ah ! … Ah ! … Ah!… Ah!… Ah!… Charment ses yeux, s’il se réveille ! lo incantino al risveglio! Sur moi daigne abaisser les yeux. Dégnati di guardarmi. Daigne abaisser les yeux… Sì, dégnati di guardarmi. LES CHEVALIERS I CAVALIERI Roland, mon idole, Orlando, idolo mio, Dévidons la soie. Dipaniamo, dipaniamo, De toi je suis folle, sono pazza di te, Et passons nos jours dans la joie ! e allegri giorni trascorriamo! Ô mon beau vainqueur, mio bel conquistatore, Car je t’aime avec flamme io t’amo ardentemente LES FEMMES LE DONNE Et je veux que ton âme e voglio che anche tu Semons les fleurs, Spargiamo fiori, Partage même ardeur. con fuoco mi ricambi. Le lis et la rose vermeille ! gigli e vermiglie rose! Que leurs couleurs charment ses yeux, Perché i lor bei colori Ah ! (vocalises) Ah! (vocalizzi) S’il se réveille. lo incantino al risveglio! à toi, toujours, toujours… A te, sempre, ognor… MÉLUSINE MELUSINA Roland, mon idole, Orlando, idolo mio, Il dort toujours … quel narcotique ! Dorme ancora… fu il narcotico! De toi je suis folle, sono pazza di te, J’en ai trop mis… c’est évident. È evidente, ho esagerato. Ô mon beau vainqueur, mio bel conquistatore, Car je t’aime avec flamme io t’amo ardentemente ROLAND ORLANDO Et je veux que ton âme e voglio che anche tu Qu’elle est belle, mon Angélique ! Com’è bella la mia Angelica! Partage même ardeur. con fuoco mi ricambi. Ah ! Vénus, Vénus, je t’implore ! Ah! Venere, t’imploro! MÉLUSINE MELUSINA Fais qu’il m’adore ! Fa’ ch’egli m’adori! Toujours ce nom, c’est chagrinant ! Che fastidio, sempre quel nome! Reine immortelle des amours, Regina dell’amore, dea immortale, C’est taquinant ! Davvero indispone! Fais qu’il soit à moi pour toujours. fa’ che Orlando sia per sempre mio.

FLEUR-DE-NEIGE FLEUR-DE-NEIGE MÉLUSINE MELUSINA C’est taquinant ! Davvero indispone! Voilà quinze jours qu’il dort ainsi ! Décidément, Sono già quindici giorni che dorme così! Ne ho messo j’en ai trop mis. decisamente troppo. LES CHEVALIERS I CAVALIERI Dévidons, dévidons la soie ! Dipaniamo, dipaniamo la seta! AMADIS AMADIGI Je me demande ce que doit se dire le duc Rodomont. Mi chiedo che cosa dirà il duca Rodomonte. MÉLUSINE MELUSINA Je renonce à mes beaux jours, Rinuncio ai miei bei giorni, OGIER OGIER Je renonce aux artifices ; rinuncio agli artifizi; Nous nous étions chargés de venir chercher son gendre ici Ci eravamo incaricati di venire qui a prendere suo genero e Adieu ! légères amours ! addio, futili amori! et de le lui ramener. di riportarglielo…

110 111 LANCELOT LANCILLOTTO MÉLUSINE MELUSINA Mais l’amour nous a retenus. Ma l’amore ci ha trattenuti. Bien. Bene.

FLEUR-DE-NEIGE FLEUR-DE-NEIGE SACRIPANT SACRIPANTE Vous en plaignez-vous ? Ve ne lamentate forse? Quant à moi, je n’ose m’annoncer comme dompteur, Quanto a me, non oso propormi come domatore, perché ho car j’ai eu le malheur de perdre Napoléon, mon phoque, avuto la sfortuna di perdere Napoleone, la mia foca, otto LES QUATRE CHEVALIERS I QUATTRO CAVALIERI il y a huit jours. giorni fa. Oh ! non ! … oh ! non ! … Oh no! Oh no! MÉLUSINE MELUSINA MÉLUSINE MELUSINA Vous aviez un phoque… Avevate una foca… Roland se réveillera aujourd’hui… les cartes me l’ont Orlando si ridesterà oggi, me lo hanno detto le carte… Le dit… C’est pour cela que je donne une fête splendide carte me l’hanno detto. Per questo oggi darò una splendida SACRIPANT SACRIPANTE dans mon castel. Je veux qu’à son réveil il soit fasciné, festa nel mio castello. Voglio che al suo risveglio rimanga Je comblerai le vide laissé par ce chien de mer en exécutant Colmerò il vuoto lasciato da quel cane di mare eseguendo ébloui… et qu’il se roule à mes pieds en me suppliant de affascinato, abbagliato… e che s’inginocchi ai miei piedi quelques exercices de dislocation… et enfin (montrant alcuni esercizi di contorsionismo… e per finire (mostrando porter son nom. supplicandomi di accettare il suo nome. Merlin), monsieur terminera cette brillante soirée par Merlino), il signore, qui, concluderà questa brillante serata l’enlèvement d’un ballon plus lourd que l’air… sollevando un pallone più pesante dell’aria. FLEUR-DE-NEIGE FLEUR-DE-NEIGE Mélusine ! Melusina! MERLIN MERLINO Première expérience publique… si toutefois vous avez un È la mia prima esperienza in pubblico… Se però avete un MÉLUSINE MELUSINA gazomètre… gasometro… Qu’est-ce ? Che c’è? MÉLUSINE MELUSINA FLEUR-DE-NEIGE FLEUR-DE-NEIGE J’en ai deux… C’est entendu, je vous retiens… allez faire Ne ho due. D’accordo, vi trattengo. Andate pure Des saltimbanques, qui viennent de s’arrêter devant la grille, Dei saltimbanchi si sono fermati davanti al cancello e vos préparatifs… a prepararvi. demandent si on veut les laisser entrer… chiedono di poter entrare… TOTOCHE, à Sacripant. TOTOCHE, a Sacripante. MÉLUSINE MELUSINA Avec tout cela elle nous retient… mais pas à dîner. Con tutto ciò, ci trattiene… ma non a cena. Des saltimbanques… qu’on leur ouvre les portes. Dei saltimbanchi… Li si faccia entrare. SACRIPANT SACRIPANTE Ça viendra… allons nous installer… Pazienza… Andiamo a sistemarci. Scène 2 Scena 2 SACRIPANT, MERLIN, TOTOCHE, en saltimbanques, SACRIPANTE, MERLINO, TOTOCHE, vestiti da saltimbanchi, MÉLUSINE, ROLAND, AMADIS, LANCELOT, RENAUD, MELUSINA, ORLANDO, AMADIGI, LANCILLOTTO, RINALDO, Scène 3 Scena 3 OGIER, FLEUR-DE-NEIGE. OGIER, FLEUR-DE-NEIGE. RODOMONT, ANGÉLIQUE, MÉDOR. RODOMONTE, ANGELICA, MEDORO.

MÉLUSINE MELUSINA RODOMONT RODOMONTE Soyez les bienvenus. Siate i benvenuti. Merci bien… Ouf! nous y voici… Respirons un peu. (Donnant Grazie… Finalmente! eccoci qui… Respiriamo un poco. son parapluie à Médor.) Tiens, débarrasse-moi de ça ! (Dà l’ombrello a Medoro.) Tieni, metti via! TOTOCHE, à Sacripant. TOTOCHE, a Sacripante. Elle va nous inviter à dîner. Ci inviterà a cena. MÉDOR MEDORO Oui, monseigneur… Sì, monsignore… MÉLUSINE. MELUSINA Justement, je donne une grande fête… que pouvez-vous Per combinazione, oggi darò una grande festa… Che cosa RODOMONT RODOMONTE m’offrir pour récréer mes invités ? potete propormi per intrattenere i miei invitati? Ne m’appelle donc pas monseigneur, puisque je voyage Non chiamarmi monsignore, però, poiché viaggio in incognito sous le nom de Richard Wagner. Ma fille, ton incognito sotto il nome di Richard Wagner. Figlia mia, tuo SACRIPANT SACRIPANTE mari s’est conduit comme un vagabond… Il a disparu le marito s’è comportato come un vagabondo: è scomparso il Les choses les plus variées… D’abord, madame commencera Gli esercizi più svariati… Innanzitutto la signora, qui, lendemain de la cérémonie… or, rien dans sa conduite… giorno dopo le nozze! Orbene, nulla, nel suo comportamento, par des exercices de haute voltige sur la corde raide. eseguirà esercizi di alto equilibrismo sulla corda tesa. n’avait pu te faire prévoir cette désertion… ti aveva fatto prevedere tale diserzione…

TOTOCHE TOTOCHE ANGÉLIQUE ANGELICA Avec ou sans balancier. Con o senza bilanciere. Oh ! non ! Oh no!

112 113 RODOMONT RODOMONTE MÉDOR, regardant Angélique. MEDORO, guardando Angelica. Il avait été galant ? Era stato galante? Et je ne vous quitterai jamais ! … (Avec force.) Jamais ! E non vi lascerò mai!… (Con forza.) Mai!

ANGÉLIQUE ANGELICA RODOMONT, d’un ton ému. RODOMONTE, in tono commosso. Oh ! oui ! Oh sì! Il m’attendrit ! … (à Médor.) Ne m’attendris pas… j’ai besoin Mi commuove! (A Medoro.) Non commuovermi… ho bisogno de tous mes moyens pour agir vigoureusement… Je vais te di tutte le mie risorse per agire energicamente. Ritroverò il MÉDOR, appuyant. MEDORO, insistendo. repêcher ton époux… Allons ! … (Ils sortent.) tuo sposo… Andiamo! (Escono.) Oh ! oui ! Oh sì!

RODOMONT RODOMONTE Scène 4 Scena 4 De quoi se mêle-t-il, celui-là ? (à Médor.) Veux-tu bien… Ma di che s’impiccia quello lì? (A Medoro.) Vuoi per favore… ROLAND, sortant du pavillon. ORLANDO, uscendo dal padiglione. (Médor s’éloigne. à Angélique.) Et toi, de ton côté, tu n’as (Medoro s’allontana. Ad Angelica.) Quanto a te, non hai da à te reprocher aucun mauvais procédé ? … rimproverarti nessun cattivo comportamento? N° 15 – AIR DE ROLAND N. 15 – ARIA DI ORLANDO ANGÉLIQUE ANGELICA Aucun, papa… Nessuno papà… Où suis-je ? … Et quel est donc le jardin que voici ? Dove sono? E che giardino è questo? Depuis combien de temps dormais-je en ces lieux-ci ? Da quanto tempo dormivo in questi luoghi? MÉDOR, même jeu. MEDORO, come sopra. Ah ça ! j’ai donc rêvé ! … Mais, oui, c’était un rêve ! … Dunque ho sognato! Ma sì, era un sogno… Au contraire… Al contrario… Cristi ! j’aurais donné dix sous pour qu’il s’achève ! … Dio! Avrei dato dieci soldi perché s’avverasse!…

RODOMONT RODOMONTE Je me voyais assis à table, Mi vedevo a tavola seduto, Qu’est-ce qui te parle ? … (Médor s’éloigne.) Comme s’il Chi è che ti parla? (Medoro s’allontana.) Come se potesse C’était un superbe festin, a un superbo banchetto, pouvait savoir ! … saperlo! Le service était confortable, il servizio era perfetto, Les mets choisis et le vin fin ! i piatti scelti, ottimo il vino! ANGÉLIQUE ANGELICA Le xérès à pleine bouteille Di sherry in abbondanza Il est donc ici ? È dunque qui? Répandait sa liqueur vermeille, scorreva il liquor color rubino, On entendait de vagues cris, s’udivano indistinte grida, RODOMONT RODOMONTE Nous étions, je crois, un peu gris ; eravamo, credo, un po’ ubriachi; Il doit y être… Et pourquoi te le cacherais-je ? … Deve essere qui… Perché dovrei tenertelo nascosto? I Bref ! pour couronner cette agape, e, per concludere il convito, Les compagnons de Roland me l’ont avoué… avant de compagni di Orlando me l’hanno confessato… prima di Nous allions rouler sous la nappe. saremmo finiti sotto il tavolo. t’épouser il avait une chaîne… sposarti, aveva un legame… Tout à coup… moment plein d’ivresse ! D’improvviso… momento d’ebbrezza! ANGÉLIQUE ANGELICA Au bruit d’instruments enchanteurs, Al suono di musiche ammalianti, Une chaîne ! Un legame! Je vis paraître une déesse apparir vidi una dea Exhalant le parfum des fleurs. dal profumo di fiori. RODOMONT RODOMONTE Sa voix rendait le son des merles Melodiosa la voce come il canto dei merli, Ces braves chevaliers m’avaient même promis de me le Quei bravi cavalieri mi avevano anche promesso di Son costume, rien qu’un collier de perles. era vestita solo di una collana di perle. ramener… mais ne les voyant pas revenir, je me suis mis riportamelo… ma non vedendoli tornare, mi sono messo en route, et nous sommes chez la chaîne en question. (Avec in viaggio, e ora siamo giunti alla dimora di quella donna. Alors, par des pas agaçants Poi con gesti provocanti force.) Oh ! … ces amours de contrebande ! … On croit les (Con forza.) Ah, questi amori illeciti!… Si crede di esserseli Bientôt elle enivra mes sens ! inebriò i miei sensi! avoir arrachés de son cœur, mais ça repousse toujours… strappati dal cuore, ma rispuntano sempre… Puis enfin dans ma chevelure La mano dolce e pura Je sentis sa main douce et pure. mi passò tra i capelli. ANGÉLIQUE ANGELICA J’étais bien heureux ! Ero troppo felice! Ah ! papa, ce que vous me dites là me fait bien de la peine ! Ah! Papà, quel che mi dite mi fa tanto soffrire! Mais hélas ! sort affreux ! Ma ahimè! sorte ria! RODOMONT RODOMONTE Mon bonheur n’était qu’un rêve ! Non era che un sogno, Allons donc ! … sois forte, ma fille… vois, moi, je suis très Suvvia!… Sii forte, figlia mia. Guardami, io sono molto Et maintenant il s’achève ! e ora è finito! fort… tout me manque… tout me craque… Ma femme forte… tutto mi manca, tutto mi crolla! Mia moglie fuggita! Hélas ! les plus belles amours Ahimè! Gli amori più belli enfuie ! … ma couronne en zinc ! … Roland parti ! … et La mia corona di zinco! Orlando sparito! Persino Sacripante… Sont celles qu’on rêve toujours ! son quelli che si sognano! jusqu’à Sacripant… un ami, celui-là… un ami véritable… un amico, un vero amico, scomparso senza che se ne sappia Ah ! pour couler d’heureux jours Per vivere giorni felici disparu sans qu’on sache pourquoi… Tout, tout m’abandonne… il perché… Tutto, tutto m’abbandona… (Indicando Medoro.) Que ne peut-on rêver, rêver toujours ! perché non si può sempre sognare? (Montrant Médor.) Excepté ce garçon… que j’ai trouvé là le Tranne quel ragazzo, che ho trovato là l’indomani, e che mi lendemain, et qui m’a supplié de le prendre à mon service… ha pregato di prenderlo al mio servizio…

114 115 Scène 5 Scena 5 MÉDOR MEDORO ROLAND, au fond, ANGÉLIQUE, MÉDOR, sous son costume ORLANDO, in fondo, ANGELICA, MEDORO, vestito Oui, votre mari est ici… et non seulement il est ici… mais Sì, vostro marito è qui… e non soltanto è qui… ma è vicino a de ménestrel. da menestrello. il est près de vous… à vos côtés… et… voi… accanto a voi… e…

ANGÉLIQUE ANGELICA ANGÉLIQUE, apercevant Roland et courant à lui. ANGELICA, scorgendo Orlando e correndo verso di lui. Ah ! quelle scène ! … Cette Mélusine ne veut rien entendre… Ah! Che scena! Quella Melusina non vuol proprio sentire C’est vrai… le voilà ! … È vero, eccolo qui! elle refuse de me rendre mon époux. ragioni… si rifiuta di rendermi il mio sposo. MÉDOR, stupéfait. MEDORO, stupefatto. MÉDOR, arpentant le théâtre. MEDORO, misurando la scena a lunghi passi. Roland ! … que le diable l’emporte ! Orlando! Che il diavolo se lo porti! Son époux… mais c’est moi son époux… Et je ne peux Il suo sposo… ma il suo sposo sono io! E non posso dire rien dire… quelle position ! niente… che situazione! ROLAND, surpris. ORLANDO, sorpreso. La princesse ! … La principessa! ANGÉLIQUE, surprise. ANGELICA, sorpresa. Qu’avez-vous donc, Médor ? Ma che avete, Medoro? ANGÉLIQUE, embrassant Roland. ANGELICA, baciandolo. Ah ! mon petit chéri ! quel bonheur de te retrouver… Ah! Tesoruccio mio! Che felicità ritrovarti… MÉDOR, même jeu. MEDORO, come sopra. embrasse-moi donc ! … baciami, dunque! Non, ça ne peut pas durer comme ça… j’aime mieux tout Non, non posso continuare così… Preferisco confessarle tutto lui avouer avant que la bombe n’éclate… prima che scoppi la bomba… MÉDOR, rageant. MEDORO, montando in collera. Devant moi… Ah ! Davanti a me… Ah! (Roland écarte le rideau du kiosque et se détire.) (Orlando sposta la tenda del chiosco e si stira.) ROLAND, très surpris. ORLANDO, molto sorpreso. ROLAND ORLANDO Comment, elle me tutoie… Permettez, princesse ! Ma come, mi dà del tu… Permettetemi, principessa! Ah ! brrrrou ! … Ah! Mmmmm!… ANGÉLIQUE ANGELICA ANGÉLIQUE, à Médor. ANGELICA, a Medoro. Princesse ! Ce n’est pas ainsi que tu m’appelais il y a quinze Principessa! Non è così che mi chiamavi quindici giorni fa… Quelle agitation ! Che agitazione! jours… souviens-toi… Non ti ricordi?

MÉDOR MEDORO ROLAND, cherchant. ORLANDO, sforzandosi di ricordare. Oui, je suis agité… (Avec force.) Angélique, j’ai quelque Sì, sono agitato… (Con forza.) Angelica, ho qualcosa di molto Je me souviens… que je me suis endormi… voilà tout. Ricordo… che mi sono addormentato… e nient’altro. chose d’intime à vous dire… intimo da dirvi… ANGÉLIQUE ANGELICA ANGÉLIQUE ANGELICA D’abord… mais ensuite, tu t’es réveillé… tu m’as conduite Sì, prima ti sei addormentato, ma poi ti sei svegliato e mi hai Une confidence… j’adore ça ! Una confidenza… le adoro! à la chapelle… condotto alla cappella…

ROLAND, se levant. ORLANDO, alzandosi. ROLAND ORLANDO J’ai rudement dormi. Ho dormito come un sasso. À la chapelle… C’est drôle… ce détail m’échappe… j’ai une Alla cappella… Che strano… questo particolare mi sfugge, lacune… Alors, nous sommes mariés ? ho una lacuna… Allora siamo sposati? MÉDOR, à Angélique. MEDORO, ad Angelica. Il s’agit de vous. Si tratta di voi. ANGÉLIQUE, baissant les yeux. ANGELICA, abbassando gli occhi. Mais oui… Ma sì… ROLAND ORLANDO Où suis-je, ici ? Dove sono, qui? ROLAND, appuyant sur les mots. ORLANDO, pronunciando le parole con intenzione. Complètement mariés ? Completamente sposati? MÉDOR MEDORO Et de votre mari. E di vostro marito. ANGÉLIQUE ANGELICA Complètement. Completamente. ANGÉLIQUE ANGELICA De mon mari, parlez vite. Di mio marito? Parlate, presto. ROLAND ORLANDO Vous me le dites… enfin. Se lo dite voi… sarà così. ROLAND, sortant du kiosque et se frottant les yeux. ORLANDO, uscendo dal chiosco e fregandosi gli occhi. C’est drôle ! … je ne connaissais pas cette partie de È curioso! Non conoscevo questa parte della dimora di papà MÉDOR, à part. MEDORO, a parte. l’habitation du papa beau-père… suocero… Comment, il croit… diable ! (S’avançant.) Permettez… Ah come, crede… diavolo! (Facendosi avanti.) Permettete…

116 117 ROLAND ORLANDO ANGÉLIQUE ANGELICA Qu’est-ce que ce bouffon ? Chi è questo buffone? Ensuite… vous m’avez … chanté une romance. E poi… mi avete… cantato una romanza.

ANGÉLIQUE ANGELICA ROLAND ORLANDO Notre domestique… Il nostro domestico… Une romance ? Una romanza?

ROLAND ORLANDO ANGÉLIQUE ANGELICA Éloignez-vous, serf, vous devez comprendre Allontanatevi, servo, dovete capire che siete Oh ! la jolie romance ! … et comme vous la chantiez bien ! … Oh, era così graziosa!… e l’avete cantata così bene!… que vous êtes de trop… di troppo… (Lui passant les bras autour du cou et d’une voix suppliante.) (Gettandogli le braccia al collo con voce supplichevole.) Ah ! mon petit mari, je t’en prie, chante encore… Ah! maritino mio, ti prego, canta ancora… MÉDOR, à part. MEDORO, a parte. De trop ! Di troppo! ROLAND ORLANDO C’est incroyable… je ne me souviens pas du tout… È incredibile… Non mi ricordo nulla. ANGÉLIQUE ANGELICA Oui, Médor, oui… allez-vous-en… vous nous gênez… Sì. Medoro, sì… andatevene… ci mettete in imbarazzo… ANGÉLIQUE, vexée. ANGELICA, contrariata. Comment ? Come? MÉDOR, à part. MEDORO, a parte. Je les gêne… et c’est ma femme qui me dit ça. Li metto in imbarazzo… ed è mia moglie che me lo dice. ROLAND ORLANDO J’ai une lacune… dites-moi seulement le premier couplet… Ho una lacuna… Ditemi solo la prima strofa… ROLAND, impatienté, lui faisant signe de sortir. ORLANDO, spazientito, facendogli segno di uscire. je renchaînerai… je renchaînerai… e andrò avanti. Eh bien ! serf… Ebbene, servo… ANGÉLIQUE, un peu vexée. ANGELICA, un po’ contrariata. MÉDOR, à part. MEDORO, a parte. Soit… mais je vous préviens que si vous continuez à ne vous E sia… Ma vi avverto che se continuerete a non ricordarvi di Serf ! … Il m’agace avec ce mot… (Haut.) Je m’éloigne… je Servo!… Mi irrita proprio questa parola… (A voce alta.) souvenir de rien, je me fâcherai… Écoutez : nulla, mi arrabbierò… Ascoltate: m’éloigne… (à part.) Mais je n’irai pas loin… oh ! non ! … Vado, vado… (A parte.) Ma non andrò lontano, oh no!

ANGÉLIQUE, à Roland. ANGELICA, a Orlando. N° 16 – ROMANCE N. 16 – ROMANZA Voyons, monsieur, d’abord sachez que je vous pardonne Bene, signore, per prima cosa sappiate che vi perdono i vostri vos torts envers moi et votre fuite incompréhensible… torti nei miei confronti e la vostra incomprensibile fuga… ANGÉLIQUE ANGELICA Il est un mot qu’on répète C’è una parola che si ripete ROLAND, étonné. ORLANDO, sbalordito. Chaque jour, ogni giorno, Ma fuite ? … La mia fuga?… Un mot aimé du poète, una parola amata dal poeta, C’est l’amour ! è l’amore! ANGÉLIQUE, vivement. ANGELICA, vivacemente. Qu’il est doux ce mot : Je t’aime ! Com’è dolce questa parola: ti amo! Oui, oui, n’en parlons plus… j’oublie tout… mais à une Sì, sì, non ne parliamo più… Dimenticherò tutto… ma a Qu’il est doux ! Com’è dolce! condition, c’est que vous allez être aussi aimable qu’il y a una condizione, e cioè che tornerete a essere premuroso come Aimer c’est le bien suprême ! Amare è il bene supremo! quinze jours… quindici giorni fa… Aimons-nous ! Amiamoci! Aimer c’est le bien suprême ! Amare è il bene supremo! MÉDOR, derrière le massif d’arbres. MEDORO, dietro gli alberi. Aimons-nous ! Amiamoci! Sapristi ! Perdinci! ANGÉLIQUE, à Roland, parlé. ANGELICA, a Orlando, parlato. ROLAND ORLANDO À votre tour maintenant ! Ora tocca a voi! Ah ! … il y a quinze jours, j’étais… Ah!… Quindici giorni fa, ero… ROLAND ORLANDO ANGÉLIQUE ANGELICA Attendez… Chantez-moi seulement le deuxième couplet ! Aspettate… Cantatemi solo la seconda strofa! Mi tornerà in Vous étiez bien gentil… bien gentil. Vous vous mettiez Eravate molto gentile… molto gentile. Vi siete Ça va venir ! ça va venir… mente! tornerà… à mes genoux en vous écriant : « Cher ange, je t’aime… inginocchiato ai miei piedi esclamando: «Caro angelo, je t’adore… ». ti amo… ti adoro!». MÉDOR MEDORO Vivre loin de son amie, Star lontani dall’amata, ROLAND ORLANDO Quel martyr ! che martirio! Bon… bon… et ensuite ? … Bene… bene… e poi?

118 119 ANGÉLIQUE ANGELICA RODOMONT RODOMONTE Il n’est plus dans cette vie In questa vita Permettez… ma fille m’a certifié… Scusate… mia figlia mi ha assicurato… De plaisir ! piacere più non v’è! MÉLUSINE MELUSINA MÉDOR MEDORO C’est impossible… J’ai enlevé Roland avant la cérémonie… È impossibile… Ho rapito Orlando prima della cerimonia. Qu’il est doux ce mot : Je t’aime ! Com’è dolce questa parola: ti amo! RODOMONT, surpris. RODOMONTE, sorpreso. ANGÉLIQUE ANGELICA Avant la cérémonie… Cependant cet homme soigneusement Prima della cerimonia… Ma allora chi era quell’uomo con Qu’il est doux ! Com’è dolce! casqué qui l’a conduite à l’autel et l’a accompagnée dans la l’elmo in testa che l’ha condotta all’altare e accompagnata chambre nuptiale ? alla camera nuziale? MÉDOR MEDORO Aimer c’est le bien suprême Amare è il bene supremo! MÉLUSINE MELUSINA Aimons-nous. Amiamoci. Ce n’était pas lui. Non era lui.

ENSEMBLE INSIEME RODOMONT RODOMONTE Aimer c’est le bien suprême Amare è il bene supremo! Pas lui ! (Vivement.) En effet… j’y songe maintenant… Non era lui! (Vivamente.) In effetti, ora che ci penso… Aimons-nous. Amiamoci. il était plus petit… j’attribuais cela au tassement… era più piccolo… lo avevo attribuito al compattamento da mais alors quel est donc le gredin qui a abusé… ? combattimento… Ma allora chi è quel furfante che ha abusato…? ANGÉLIQUE ANGELICA C’est étrange, Roland est là… Et la voix de ce côté… Oh ! Che strano, Orlando è là… E la voce viene da questo lato… MÉLUSINE MELUSINA je saurai quel est ce chanteur. Oh! Voglio sapere chi è questo cantante. Vous le saurez bientôt. Lo saprete presto. (Elle sort en courant par la droite.) (Esce correndo da destra.) (Elle sort par le fond.) (Esce dal fondo.)

ROLAND, sortant de ses réflexions. ORLANDO, riscuotendosi dai suoi pensieri. Ah ! je le tiens, je le tiens ! Eh bien… elle est partie. Ah ! Ce l’ho, mi è tornato in mente! Oh… se n’è andata. Scène 7 Scena 7 RODOMONT, seul. RODOMONTE, solo.

Scène 6 Scena 6 RODOMONT RODOMONTE ROLAND, RODOMONT, puis MÉLUSINE. ORLANDO, RODOMONTE, poi MELUSINA. Quelle aventure ! … quelle aventure ! … ma fille mariée à Che avventura! Che avventura!… Ma figlia sposata un casque inconnu… mais qui donc, qui donc s’était fourré a un elmo sconosciuto… Ma chi, chi si è infilato sotto RODOMONT RODOMONTE sous cette carapace ? J’ai beau chercher… je ne vois pas (Se quella corazza? Ho un bel cercare… non vedo. (Battendosi Mon gendre ! … (Courant à lui.) Enfin, je vous retrouve… Genero mio!… (Correndogli incontro.) Finalmente vi ritrovo… frappant le front tout d’un coup.) Mais si ! … Sacripant ! … improvvisamente la fronte.) Ma sì!… Sacripante!… Sacripant disparu juste au moment de la cérémonie… sans Sacripante scomparso proprio al momento della cerimonia ROLAND. ORLANDO qu’on sache pourquoi… Sacripant introuvable depuis… senza che si sappia perché… Sacripante introvabile dopo… Bonjour, papa beau-père. Je n’ai pas le temps… Angélique, Buongiorno, papà suocero. Ora non ho tempo… Angelica, Voilà l’explication… c’est clair… c’est limpide… et Ecco la spiegazione… è chiaro… è evidente… e Angelica Angélique, attends- moi. Angelica, aspettami! Angélique ne s’est aperçue de rien… le scélérat a profité de la non si è accorta di nulla… Quell’infame ha approfittato della (Il disparaît par le fond.) (Esce dal fondo.) situation à l’abri de cette ferblanterie opaque… Ah ! j’aurais situazione celato dietro tutta quella ferraglia… Ah! avrei dû m’en douter… Cet homme se livrait depuis quelque temps dovuto pensarci… Da un po’ di tempo si dedica alla lettura MÉLUSINE MELUSINA à la lecture des romans à bon marché… Ça ne pouvait finir di romanzi da quattro soldi… Non poteva che finire così… Roland ! Il est réveillé ? Orlando! Si è svegliato? autrement… Mais où le retrouver, maintenant ? Où ? Ma come ritrovarlo ora? Dove?

RODOMONT RODOMONTE Quel drôle de gendre ! … Il fuit toujours… Che razza di genero! Fugge sempre… Scène 8 Scena 8 RODOMONT, SACRIPANT. RODOMONTE, SACRIPANTE. MÉLUSINE, à Rodomont. MELUSINA, a Rodomonte. Où court-il donc ainsi ? Ma dove corre così? SACRIPANT SACRIPANTE Ça va bien… ça va bien… (Il se cogne contre Rodomont.) Va bene… va bene. (Si scontra con Rodomonte.) RODOMONT, gravement. RODOMONTE, gravemente. Pardon ! Chiedo scusa! Après sa femme… madame ! … Dietro a sua moglie, signora! RODOMONT RODOMONTE MÉLUSINE MELUSINA Faites donc… (Le reconnaissant.) Sacripant… Lui ! lui ! en Non è nulla… (Riconoscendolo.) Sacripante… è lui! È lui! Sa femme ! … Elle ne l’est pas encore ! Sua moglie! Ancora non lo è! ouistiti ! … Vestito da scimmia!

120 121 SACRIPANT SACRIPANTE SACRIPANT SACRIPANTE Le duc ! … Saprelotte… Il duca!… Accidenti… J’étais si loin de m’attendre que ça flatterait Votre Seigneurie, Non mi sarei mai aspettato che la cosa potesse lusingare (Il veut s’esquiver.) (Vorrebbe svignarsela.) ça sort tellement des habitudes… Vostra Signoria, tutto ciò è talmente insolito!

RODOMONT RODOMONTE RODOMONT RODOMONTE Un instant… nous avons un petit compte à régler ensemble. Un momento… Abbiamo un conticino in sospeso, noi due. J’ai des idées très larges sur ces choses-là… pas d’amour- Sono di vedute molto ampie riguardo a queste cose… Farne propre ridicule… tu l’aimes, n’est-ce pas ? rends-la heureuse, una questione d’amor proprio sarebbe ridicolo. Tu l’ami, SACRIPANT SACRIPANTE c’est tout ce que je te demande. vero? Rendila felice: è tutto ciò che ti chiedo. Un petit compte. (à part.) Aurait-il pincé ma Un conticino? (A parte.) Non avrà mica pizzicato correspondance ? … (Haut.) Vous voulez me donner la mia corrispondenza? (A voce alta.) Volete darmi SACRIPANT, surpris. SACRIPANTE, sorpreso. de l’argent ? … del denaro? Soyez persuadé que… (à part.) Comment ! il m’encourage, State sicuro che… (A parte.) Ma come, adesso m’incoraggia maintenant. pure? RODOMONT, avec force. RODOMONTE, con forza. De l’argent… pour qui me prends-tu ? … De l’argent ! … Del denaro… Per chi mi prendi?… Del denaro!… A te che hai RODOMONT RODOMONTE à toi qui as porté le trouble dans mon intérieur… à toi qui gettato la mia casa nello scompiglio… che mi hai ingannato, Seulement, je désire savoir comment cet amour est né, Vorrei solo sapere come è nato questo amore, come è m’as abusé à dire d’expert… a detta degli esperti… comment il a grandi… enfin, je réclame quelques détails… cresciuto… Insomma, esigo qualche particolare…

SACRIPANT, à part. SACRIPANTE, a parte. SACRIPANT SACRIPANTE Décidément il sait que j’ai fait la cour à sa femme… (Haut.) Evidentemente sa che ho fatto la corte a sua moglie… (a voce Vous voulez des détails… Volete i particolari? Puisque vous êtes au courant de la situation, je crois inutile alta.) Poiché siete al corrente della situazione, mi sembra de dissimuler. inutile mentire. RODOMONT RODOMONTE Ça me fera plaisir… Mi farebbe piacere. RODOMONT, se calmant tout à coup et à lui-même. RODOMONTE, calmandosi di colpo, tra sé e sé. Une réflexion… si je fais du scandale, ma fille est Un momento… se faccio uno scandalo, comprometto mia SACRIPANT, s’inclinant. SACRIPANTE, inchinandosi. compromise… soyons conciliant. figlia… Meglio essere concilianti. Du moment que ça vous est agréable… monseigneur, ça Dato che vi fa piacere… Monsignore, la cosa risale al date de votre dernier voyage… C’était par une de ces belles vostro ultimo viaggio. Era una di quelle belle mattine di SACRIPANT, à part. SACRIPANTE, a parte. matinées de printemps. (S’interrompant.) Mais pardon… primavera… (Interrompendosi.) Scusatemi, forse andremo Je ne suis pas à mon aise… Non sono a mio agio… ça sera peut-être un peu long… si nous nous asseyions… un po’ per le lunghe… se ci sedessimo?

RODOMONT RODOMONTE RODOMONT RODOMONTE écoute, Sacripant… un autre à ma place entrerait dans une Ascolta, Sacripante… un altro al posto mio monterebbe Asseyons-nous. Sediamoci. colère violente… j’en aurais le droit… mais… (D’un ton su tutte le furie… ne avrei tutto il diritto, ma… débonnaire.) Voilà ce qu’il faut se dire : ça ne remédierait à (Con tono bonario.) Diciamocelo: non servirebbe SACRIPANT SACRIPANTE rien… a nulla… Après vous, monseigneur. C’était donc par une de ces Dopo di voi, monsignore. Dunque era una di quelle belles matinées de printemps… les hannetons étaient en belle mattine di primavera: i maggiolini erano in fiore, SACRIPANT, vivement. SACRIPANTE, vivamente. fleurs… de jolis petits nuages roses couraient à l’horizon… graziose nuvolette rosee si rincorrevano all’orizzonte… Il Oh ! à rien évidemment… (à part.) Où veut-il en venir… ? Oh! Certo, a nulla… (A parte.) Dove vuole arrivare? le thermomètre centigrade marquait trente-cinq degrés termometro segnava trentacinque gradi centigradi… Lei au-dessus de zéro… elle m’avait demandé mon bras pour mi aveva chiesto di darle il braccio per accompagnarla a RODOMONT, de plus en plus bonasse. RODOMONTE, sempre più bonaccione. faire un tour dans le parc… tout à coup ! (S’arrêtant.) Dois-je fare una passeggiata nel parco… e improvvisamente… Ce qui est fait est fait, et en définitive puisque, ça devait Quel che è fatto è fatto, e in definitiva, dal momento che continuer, monseigneur ? (Fermandosi.) Devo continuare, monsignore? arriver… j’aime autant que ce soit toi qu’un autre. doveva succedere… preferisco sia tu piuttosto che un altro. RODOMONT RODOMONTE SACRIPANT, s’inclinant, à part. SACRIPANTE, inchinandosi, a parte. Certainement… ça m’attache beaucoup. Certo… Sono tutto orecchi. Allons, il prend bien la chose. Meno male, l’ha presa bene. SACRIPANT SACRIPANTE RODOMONT RODOMONTE Tout à coup, des gouttes d’eau d’un diamètre insensé se Improvvisamente cominciano a cadere dal cielo dei Seulement j’aurais préféré beaucoup que tu vinsses Soltanto, avrei preferito che fossi venuto a confessarmelo mettent à tomber… nous nous réfugions dans un kiosque goccioloni enormi… ci rifugiamo in un chiosco naturale tout m’avouer toi-même et que tu me dises… là… tu stesso e che mi avessi detto francamente: È andata così e naturel tapissé de verdure… Rien de joli comme un kiosque ricoperto di verzura. Niente è più piacevole di un chiosco franchement : C’est ça, ça, ça et ça… j’aurais vu là une così e così… L’avrei considerato un segno di fiducia che mi tapissé de verdure par une belle matinée de printemps, ricoperto di verzura in una bella mattina di primavera, marque de confiance qui m’aurait beaucoup flatté… avrebbe molto lusingato. lorsque de jolis petits nuages roses courent à l’horizon et mentre graziose nuvolette rosee si rincorrono all’orizzonte que le thermomètre centigrade marque trente-cinq au- e il termometro segna trentacinque gradi centigradi. In dessus de zéro… On entendait au loin de sourds roulements lontananza si udivano dei sordi brontolii, premonitori di précurseurs d’un de ces orages si imposants dans les gorges uno quei violenti temporali che spesso si scatenano nelle

122 123 abruptes des monts Krapacks… Vous savez qu’elle a peur du gole scoscese dei Carpazi… Sapete che lei ha paura dei TOTOCHE, s’avançant. TOTOCHE, avanzandosi. tonnerre… Tout à coup ! … (S’arrêtant.) Dois-je continuer, tuoni… improvvisamente… (Fermandosi.) Devo continuare, Qu’allez-vous faire ? Che cosa volete fare? monseigneur ? … monsignore? RODOMONT RODOMONTE RODOMONT RODOMONTE Je vais tuer votre galant, madame ! Uccidere il vostro spasimante, signora! Puisque je te dis que ça m’attache ! Se ti dico che sono tutto orecchi! TOTOCHE, avec force. TOTOCHE, con forza. SACRIPANT SACRIPANTE Ah ! c’est une bonne idée, Casimir ! … Ah, è una buona idea, Casimir! Tout à coup la foudre éclate… éperdue… tremblante… elle All’improvviso cade un fulmine… Smarrita, tremante, cherche des yeux un refuge… j’ouvre machinalement mes lei volge lo sgurado intorno, cercando un riparo… Io apro SACRIPANT, stupéfait. SACRIPANTE, stupefatto. bras… elle s’y précipite machinalement… le thermomètre istintivamente le braccia, lei istintivamente vi si precipita… Hein ? comment ! … une bonne idée ! Eh? Ma come, una buona idea! marque cinquante-deux degrés… Je dépose un baiser sur Il termometro segna trentacinque gradi centigradi… son… Depongo un bacio sul suo… RODOMONT, ricanant. RODOMONTE, sogghignando. Vous trouvez ? Trovate? RODOMONT RODOMONTE Bon… Bon… je vois la scène… Sì, sì, vedo la scena… TOTOCHE, à Sacripant. TOTOCHE, a Sacripante. Enfin, je vais être délivrée de cet être cauteleux et Finalmente sarò liberata da quest’essere circospetto e SACRIPANT, se levant. SACRIPANTE, alzandosi. pusillanime, il y a assez longtemps qu’il m’obsède de ses pusillanime, è fin troppo tempo che mi perseguita con le sue Voilà ma faute. Voilà monseigneur, voilà comment j’ai aimé Ecco la mia colpa. Ecco, monsignore, ecco come ho amato la grotesques déclarations… grottesche dichiarazioni… la duchesse Totoche… duchessa Totoche… SACRIPANT SACRIPANTE RODOMONT, bondissant. RODOMONTE, balzando in piedi. Qu’est-ce qu’elle dit ? Ma che cosa sta dicendo? La duchesse ! comment… c’était la duchesse ? La duchessa! Ma come, era la duchessa? TOTOCHE TOTOCHE SACRIPANT, très surpris. SACRIPANTE, molto sorpreso. Il m’a fait passer bien des journées sans fermer l’œil ! … Mi ha fatto passare tante di quelle giornate senza che potessi Vous ne le saviez pas… que croyiez-vous donc alors ? … Non lo sapevate… ma allora che cosa credevate? chiudere occhio! SACRIPANT RODOMONT, furieux. RODOMONTE, furioso. Parbleu ! … SACRIPANTE Et tu oses me l’avouer en face ? … E osi dirmelo in faccia? Diamine!… TOTOCHE, à Sacripant. SACRIPANT SACRIPANTE Silence. (À Rodomont.) Oui, j’ai mouillé bien des mouchoirs TOTOCHE, a Sacripante. Vous m’avez demandé des détails… Siete voi che mi avete chiesto i particolari… de poche, va ! et c’est pour un pareil histrion que je Silenzio. (A Rodomonte.) Certo ne ho bagnati di fazzoletti da tromperais l’homme le plus noble, le plus délicat, le plus tasca! E per un istrione simile io dovrei tradire l’uomo più RODOMONT, tirant son sabre. RODOMONTE, sfoderando la sciabola. magnanime, car tu est tout ça, Rodomont ! … et bien nobile, più delicato, più magnanimo che esista? Giacché tu Sacripant… tu vas mourir… Sacripante, morirai! d’autres choses encore. sei tutto questo, Rodomonte, e molte altre cose ancora.

SACRIPANT SACRIPANTE RODOMONT RODOMONTE Je proteste. Protesto. Madame ! … Signora!

RODOMONT RODOMONTE TOTOCHE TOTOCHE C’est ton droit… le mien est de t’embrocher. (S’avançant sur È un tuo diritto… Io ho quello d’infilzarti. (Avanzando verso Maintenant, je puis le dire, je le déteste… Tiens, venge-moi… Ora posso dirlo, lo detesto… Orsù, vendicami… vendicati… lui.) Et je t’embroche. di lui.) E ti infilzo. venge-toi… ou plutôt non, ce n’est pas de ta noble main anzi no, non è per la tua nobile mano che deve perire, qu’il doit périr, passe-moi ton sabre et laisse-moi cette âpre passami la tua sciabola e lasciami l’amaro piacere di farmi volupté de me faire justice à moi-même. giustizia da sola. Scène 9 Scena 9 RODOMONT, SACRIPANT, TOTOCHE. RODOMONTE, SACRIPANTE, TOTOCHE. RODOMONT RODOMONTE Voilà un bon mouvement, Angélina. (Lui tendant le sabre.) Questo è un bel gesto, Angelina. (Le tende la sciabola.) TOTOCHE, voyant la scène. TOTOCHE, vedendo la scena. Eh bien soit… à vous l’honneur ! … Ebbene, sia… a voi l’onore! Grand Dieu ! Gran Dio!

RODOMONT, apercevant Totoche. RODOMONTE, scorgendo Totoche. Ma femme… en sauteuse ! … c’est complet ! Mia moglie… la civetta! Ci siamo tutti!

124 125 TOTOCHE, prenant le sabre. TOTOCHE, prendendo la sciabola. Scène 10 Scena 10 Merci ! (Avec amour.) Oh ! vous avez raison d’avoir confiance en Grazie! (Con amore.) Oh! fate bene a fidarvi di me… RODOMONT, SACRIPANT, TOTOCHE, ROLAND, AMADIS, RODOMONTE, SACRIPANTE, TOTOCHE, ORLANDO, AMADIGI, moi… (Courant vivement à Sacripant et lui donnant le sabre.) (Corre verso Sacripante e gli porge la sciabola.) Tieni! LANCELOT, RENAUD, OGIER, MERLIN, MÉLUSINE, Les Dames, LANCILLOTTO, RINALDO, OGIER, MERLINO, MELUSINA, Dame, Tiens ! il est sans armes… en voici une… débarrasse-moi de Non ha armi… eccone una, toglimelo dai piedi… è fin Paysans et Paysannes, puis MÉDOR et ANGÉLIQUE. Contadini e Contadine, poi MEDORO e ANGELICA. lui… il y a assez longtemps qu’il nous gêne ! … troppo tempo che ci ostacola!…

RODOMONT, anéanti. RODOMONTE, annichilito. N° 17 – CHŒUR N. 17 – CORO Je suis refait ! … Me l’ha fatta! Amis, accourons en ces lieux, Amici, orsù, accorriamo SACRIPANT, joyeux. SACRIPANTE, gioiosamente. Où pour nous le plaisir s’apprête. dove il piacer ci attende. À la bonne heure ! … Alla buon’ora! Déjà ce château merveilleux Già nel castel risuonano Retentit du bruit de la fête. gli echi della festa. TOTOCHE, à Sacripant. TOTOCHE, a Sacripante. Mais va donc ! Orsù, muoviti! ROLAND, entrant par la droite. ORLANDO, entrando da destra. Impossible de rejoindre Angélique… Impossibile raggiungere Angelica… RODOMONT, vivement. RODOMONTE, vivamente. Je proteste. Protesto. MERLIN, accourant par le fond. MERLINO, accorrendo dal fondo. Monseigneur ! monseigneur… voici votre fille qui s’avance Monsignore! Monsignore!… Ecco vostra figlia che s’avanza al SACRIPANT SACRIPANTE au bras de Roland… braccio di Orlando. C’est ton droit ! le mien est de t’embrocher, et je t’embroche ! … È un tuo diritto… io ho quello d’infilzarti, e ti infilzo! ROLAND, stupéfait. ORLANDO, stupefatto. RODOMONT RODOMONTE À mon bras… comment ? Al mio braccio… ma come? Un instant… je demande à parlementer… Sacripant, Un momento, chiedo di parlamentare! Sacripante, hai tu as sapé ma réputation, tu as sapé mon bonheur… tu as distrutto la mia reputazione, hai distrutto la mia felicità… MERLIN MERLINO tout sapé… mais l’existence de ton maître est sacrée. hai distrutto tutto… ma la vita del tuo signore è sacra. Hein ! … Mais je viens de vous voir là-bas, en chevalier… Ehi! Ma vi ho appena visto laggiù, vestito da cavaliere, con avec votre casque… et tenez, tenez… vous voilà ! l’elmo… e invece eccovi qui! SACRIPANT SACRIPANTE Rien n’est sacré pour un… (Totoche lui impose silence.) Nulla è sacro per un… (Totoche gli impone il silenzio.) ROLAND ORLANDO C’est trop fort ! Questa è bella! RODOMONT RODOMONTE Transigeons… je suis le plus faible… transigeons… J’en ai Scendiamo a patti… io sono il più debole… scendiamo RODOMONT RODOMONTE assez de cette existence… la grandeur ne m’a offert que des a patti. Ne ho abbastanza di questa vita. La grandezza Quel est donc ce Roland de contrebande ? Ma chi è dunque quell’Orlando fasullo? déboires… je vais donner ma démission… Le mariage ne non mi ha dato altro che dispiaceri: darò le dimissioni. m’a procuré que des ennuis… je divorcerai… Mes vassaux, Il matrimonio non mi ha creato altro che grattacapi: MÉLUSINE MELUSINA mon castel, ma femme… je te fais un bloc du tout, et je te divorzierò. I miei vassalli, il castello, mia moglie… Vous allez le savoir… regardez ! … Ora lo saprete… guardate! cède mon fonds, moyennant une pension de retraite de douze ti cedo il mio fondo in blocco in cambio di una pensione (Elle ôte le casque à Médor.) (Toglie l’elmo a Medoro.) cents francs… Ça te va-t-il ? di dodicimila franchi: ti sta bene? TOTOCHE, RODOMONT et SACRIPANT TOTOCHE, RODOMONTE e SACRIPANTE SACRIPANT SACRIPANTE Le Ménestrel ! … Il menestrello! Ça me va… (Lui tendant les basques de son vêtement.) Accetto. (Gli tende le falde del suo abito.) Baise mon pan… Baciane i lembi… ANGÉLIQUE ANGELICA Oui, le Ménestrel, mon époux ! Sì, il menestrello, mio marito! RODOMONT RODOMONTE J’aime mieux ça… j’élèverai des vers à soie… ce sera ma Sono più contento così. Alleverò bachi da seta… sarà la mia MÉDOR MEDORO consolation. consolazione. Les quinze jours sont écoulés ! … mon vœu est accompli… I quindici giorni sono passati! Ho compiuto il mio voto… e se et si quelqu’un veut me disputer ma femme… qu’il s’avance ! qualcuno vuole contendermi mia moglie… che si faccia avanti!

ROLAND, furieux. ORLANDO, furioso. Ah ! il faut que je fasse un malheur… Mélusine, je vous Ah! Devo fare uno sproposito… Melusina, épouse… vi sposo!

TOTOCHE TOTOCHE Allons, c’est d’un noble chevalier ! … Be’, è cosa degna di un cavaliere!

126 127 N° 18 – FINAL N.18 – FINALE OGIER OGIER Huit ! Otto! RODOMONT RODOMONTE Pour notre fille à marier, Per nostra figlia in età da marito, TOUS TUTTI (Aventure fantasque) (Avventura fantastica) Neuf ! dix ! Nove! Dieci! Laïtou laïtou trou la la la ! Laitù laitù trullallà! SACRIPANT et TOTOCHE SACRIPANTE e TOTOCHE Le bonheur veut qu’au chevalier Felicità vuol che il cavaliere On ait soustrait son casque. si sia tolto l’elmo.

ANGÉLIQUE et MÉDOR ANGELICA e MEDORO Or ceci prouve encore un coup Questo prova una volta ancora Que s’il est dans la vie… che se nella vita c’è una cosa…

MÉLUSINE et ROLAND MELUSINA e ORLANDO Une chose qui mène à tout Che arriva a tutto, C’est la chevalerie ! è la cavalleria!

LES CHEVALIERS I CAVALIERI Jamais plus joli métier Mai vi fu mestiere Ne fut dans le monde più bello al mondo Que celui de chevalier di quel di cavaliere De la table ronde. della Tavola Rotonda!

TOUS TUTTI Jamais plus joli métier, Mai vi fu mestiere Ne fut dans le monde più bello al mondo Que celui de cheval, di quel di cavallo Que celui de chevalier, di quel di cavaliere De la table ronde. della Tavola Rotonda!

ANGÉLIQUE ANGELICA Un ! Uno!

MÉDOR MEDORO Deux ! Due!

TOTOCHE TOTOCHE Trois ! Tre!

SACRIPANT SACRIPANTE Quatre ! Quattro!

MÉLUSINE MELUSINA Cinq ! Cinque!

ROLAND ORLANDO Note Six ! Sei! 1 Merlino usa il termine loch, che significa «pozione che si beve a piccoli sorsi». La parola, di origine araba (looch), indicava propriamente un FLEUR-DE-NEIGE FLEUR-DE-NEIGE espettorante di consistenza densa e sciropposa. (N. d. T.) Sept ! Sette! 2 Il tripoli (dal nome della città della Libia in cui se ne trovava in quantità) o diatomite, o farina fossile, è una roccia sedimentaria silicea che ha vari usi, tra cui quello di abrasivo per pulire i metalli. (N. d. T.)

128 129 il Palazzetto Bru Zane Centre de musique romantique française

Il Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française ha la vocazione Le Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique The Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique di promuovere la riscoperta e la diffusione internazionale del patrimonio musi- française a pour vocation de favoriser la redécouverte et le française was created with the aim of promoting the cale francese del grande Ottocento (1780-1920). Il centro, che è stato inaugurato rayonnement international du patrimoine musical français du rediscovery of the French musical heritage of the years grand XIXe siècle (1780-1920). Installé à Venise dans un palais 1780-1920 and obtaining for that repertoire the international nel 2009 e ha sede a Venezia in un palazzo del 1695 appositamente restaurato de 1695 restauré spécifiquement pour l’abriter, ce centre, recognition that it deserves. Housed in a Venetian palazzo per ospitarlo, è una realizzazione della Fondation Bru. inauguré en 2009, est une réalisation de la Fondation Bru. dating from 1695 (specially restored for the purpose), the Esso si è assunto l’impegno di studiare e proporre all’ascolto un intero settore Du plus intime au plus populaire, c’est un pan entier de la Centre was inaugurated in 2009. It is one of the achievements della produzione musicale francese, dalla più intima alla più popolare, offrendo production musicale française qu’il se charge d’étudier et de faire of the Fondation Bru. entendre, proposant ainsi un nouveau regard sur ce répertoire, From little or unknown pieces to the most popular works, the così su questo repertorio uno sguardo nuovo, che va oltre le norme estetiche dépassant les normes esthétiques établies au début du XXe Centre undertakes to study and present a whole section of the sancite agli inizi del Novecento. Al Palazzetto Bru Zane è stato assegnato nel siècle. Afin de mener à bien sa mission, le Palazzetto Bru Zane French musical output, shedding new light on this repertoire 2014 il Premio Speciale della Critica Musicale Abbiati per i concerti prodotti a développe de nombreuses actions complémentaires : and moving beyond the aesthetic norms established in the Venezia, in Italia e all’estero. Per conseguire le proprie finalità il Palazzetto Bru • La production de concerts et de spectacles présentés à early twentieth century. Zane svolge numerose attività complementari: Venise – au sein d’une saison alternant événements musicaux The Palazzetto Bru Zane develops many complementary et conférences –, à Paris – chaque année au mois de juin dans actions as part of its mission: • La produzione di concerti e di spettacoli presentati a Venezia nel corso di una le cadre du Festival Palazzetto Bru Zane – et dans le monde • The production of concerts and stage performances; these stagione che alterna eventi musicali e conferenze, a Parigi nel giugno di ogni entier, en partenariat avec de nombreuses salles et festivals. are presented in Venice (season of musical events and talks), anno in occasione del Festival Palazzetto Bru Zane, e in giro per il mondo in par- • La production et la publication d’enregistrements qui fixent Paris (the Palazzetto Bru Zane Festival, held in June each tenariato con numerose sale da concerto e festival. l’aboutissement artistique des projets développés : trois year) and, in partnership, at many venues worldwide. collections de livres-disques, « Prix de Rome », « Opéra • The production and release of sound recordings, relating to • La produzione e la pubblicazione di registrazioni che fissano l’esito artistico dei français » et « Portraits » et de nombreux partenariats avec current projects. These include three series of book + CD sets progetti sviluppati: tre collane di libri con CD, «Prix de Rome», «Opéra français», des labels tiers. (‘Prix de Rome’, ‘Opéra français’ and ‘Portraits’) and numerous «Portraits», e numerosi partenariati con case discografiche terze. • La coordination de chantiers de recherche en collaboration partnerships with third-party labels. avec des musicologues, des institutions internationales • The coordination of research projects in collaboration • Il coordinamento di cantieri di ricerca in collaborazione con musicologi, istitu- et des descendants de compositeurs du XIXe siècle. with musicologists, international institutions and zioni internazionali e discendenti di compositori dell’Ottocento. • Le catalogage et la numérisation de fonds documentaires descendants of nineteenth-century composers. • La catalogazione e la digitalizzazione di fondi documentari e di archivi pubblici et d’archives publiques ou privées en lien avec le répertoire • The cataloguing and digitisation of documentary collections o privati afferenti al repertorio che si intende promuovere: fondo musicale di Villa défendu : fonds musical de la Villa Médicis, livrets de mise en and public or private archives relating to the French Romantic scène de la Bibliothèque historique de la Ville de Paris, archives repertoire: the music collection of the Villa Medici, the staging Medici, livrets de mise en scène della Bibliothèque historique de la Ville de Paris, Pleyel/Érard/Gaveau de la Cité de la musique, archives privées manuals belonging to the Bibliothèque Historique de la Ville archivi Pleyel/Érard/Gaveau della Cité de la musique, archivi privati legati al liées au violoniste Pierre Baillot… de Paris, the Pleyel/Érard/Gaveau archives at the Cité de la violinista Pierre Baillot… • L’organisation de colloques en collaboration avec différents Musique in Paris, private archives concerning the violinist Pierre Baillot; etc. • L’organizzazione di convegni in collaborazione con diversi partner: Centro Studi partenaires : Centro Studi Opera Omnia Luigi Boccherini, Bibliothèque nationale de France, Opéra Comique, Conservatoire • The organisation each year of (about ten) symposia in Opera Omnia Luigi Boccherini, Bibliothèque nationale de France, Opéra Comique, national supérieur de danse et de musique de Paris, CNRS… collaboration with various partners: Centro Studi Boccherini Conservatoire national supérieur de danse et de musique de Paris, CNRS… • La réalisation de partitions inédites et la publication d’une (Lucca), Bibliothèque Nationale de France, Opéra Comique, collection de livres en coédition avec Actes Sud − ouvrages Paris Conservatoire (CNSMD), French National Centre for • La pubblicazione di partiture inedite e di una collana di volumi in coedizione con Scientific Research (CNRS), etc. Actes Sud: opere collettive, saggi musicologici, atti di convegni, scritti ottocen- collectifs, essais musicologiques, actes de colloques, écrits du XIXe siècle ou livres de poche. • The preparation of previously unpublished scores and teschi e libri tascabili. • La mise à disposition de ressources numériques sur la the publication in collaboration with Actes Sud of a series • La messa a disposizione di risorse digitali sulla musica romantica francese musique romantique française via la base de données of books: collective works, essays, symposia proceedings, nineteenth-century writings, paperbacks. attraverso la banca dati bruzanemediabase.com. bruzanemediabase.com. • The provision of digital resources: bruzanemediabase.com • Attività di formazione dirette a giovani musicisti professionisti mediante l’orga- • Des actions de formation à destination de jeunes musiciens professionnels grâce à l’organisation de master-classes avec • Training sessions for young professional musicians: nizzazione di masterclass con la Jeune Orchestre Atlantique (prassi esecutiva su le Jeune Orchestre Atlantique (démarche d’interprétation organisation of master-classes with the Jeune Orchestre strumenti antichi) e nell’ambito dell’Académie Ravel (interpretazione del reper- sur instruments anciens) et au sein de l’Académie Ravel Atlantique (an approach to performance on period torio lirico e cameristico). (interprétation du répertoire chambriste et lyrique). instruments) and at the Académie Ravel in Saint-Jean-de-Luz (performance of the chamber opera repertoire). • L’assegnazione di Prix Palazzetto Bru Zane nell’ambito di concorsi internazio- • L’attribution de Prix Palazzetto Bru Zane dans le cadre de concours internationaux afin de récompenser l’interprétation • Awarding of the Palazzetto Bru Zane Prize for the nali, come riconoscimento all’interpretazione di opere rare del repertorio roman- d’œuvres rares du répertoire romantique français (Concours performance of rare works of the French Romantic repertoire tico francese (Concorso internazionale di musica da camera di Lione). international de musique de chambre de Lyon). (Lyon International Chamber Music Competition). • Attività rivolte al pubblico più giovane attraverso il programma Romantici in • Des actions en direction du jeune public grâce au programme • Actions aimed at young audiences: through the Romantici erba, in collegamento con le scuole dell’infanzia e primarie del Veneto, e un ciclo Romantici in erba, en lien avec les écoles maternelles et primaires in erba programme, in collaboration with nursery and primary de la Vénétie, et à un cycle de concerts pour les familles à Venise. schools in Veneto, and a series of family concerts in Venice. di concerti per le famiglie a Venezia. a proposito degli CHEVALIERs

Un CD in vendita esclusivamente Hervé par lui-même dopo le rappresentazioni Scritti del padre dell’operetta a cura di Pascal Blanchet Estratti dell’operetta Non basta inventare un genere musicale compagnie Les Brigands per raggiungere l’immortalità. Hervé Christophe Grapperon rappresenta la crudele dimostrazione di questo assioma. Il presente volumetto 10 euro Produzione Palazzetto Bru Zane in francese si propone di ravvivare l’interesse per il vero padre dell’operetta. 9,50 euro Collana Actes Sud / Palazzetto Bru Zane

Palazzetto Bru Zane Centre de musique romantique française San Polo 2368 30125 Venezia [email protected]

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