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CULTU R A SPETTACOLO

INTERVISTA A Un secolo fa nasceva Alberto Sordi. Artista eclettico in teatro, alla radio, al cinema e in tv, ha raccontato con intensità e arguzia il Novecento.

GIANCARLO GOVERNI a cura di Alessandro Bettero Storia di un italiano

lberto Sordi ha raccon- insuperato di un’epoca. Governi tato sul grande scher- ne ha ripercorso l’esperienza nel mo l’Italia delle due suo godibilissimo volume Alber- Aguerre mondiali, quella della to Sordi – Storia di un italiano ricostruzione e del boom econo- per i tipi di Fandango Libri. mico, degli effetti delle conqui- Msa. C’è un lato umano che ste tecnologiche, dei mutamenti Sordi ha sempre nascosto con sociali e di costume, ma anche pudore? della burocrazia e della mafia, Governi. Sì, la sua genero- della violenza e dell’emargina- sità. In occasione di un suo zione. Ha interpretato con sar- compleanno, ci recammo al casmo e ironia innumerevoli tipi Santuario della Madonna del di italiani, narrati Divino Amore, a in quella memora- Roma. Pensavo vo- bile serie tv, Storia lesse raccogliersi in di un italiano, su preghiera. Invece cui la Rai scommi- entrammo in un se con successo dal edificio vicino al 1979 al 1989, realiz- santuario e ci ven- zata in gran parte a nero incontro una quattro mani con suora insieme a un Giancarlo Governi, centinaio di bambi- e che resta l’affresco ni che gli saltarono ARCHIVIO CAMERAPHOTO EPOCHE / GETTY IMAGES

38 ottobre 2020 ottobre 2020 39 Edizione italiana per l’estero Edizione italiana per l’estero CULTU R A SPETTACOLO

addosso e lo abbracciarono. C’era chi lo chiama- sceicco bianco, Federico pensò ad Alberto. Ma il va Alberto, chi papà. Ero stupito. Così chiesi alla personaggio trovò resistenze nel pubblico per la suora: «Alberto è un vostro benefattore?». E lei: sua interpretazione, per il linguaggio da borgata- «Altro che benefattore. Se non ci fosse Alberto, ro. Il film non andò bene, ma l’anno successivo, questi bambini sarebbero in mezzo alla strada». per , Fellini si impuntò e volle ancora Al- Eppure Sordi aveva la fama di avaro. berto. I produttori, dopo molti rifiuti, accettarono Perché non si sapeva che i suoi soldi finivano Sordi a condizione che non apparisse sui manife- in attività benefiche. Un giorno Alberto mi rivelò sti dei film. Tuttavia, dopo le prime proiezioni, si che negli anni ’50 e ’60 quando i suoi film incas- resero conto che il personaggio che aveva portato savano tantissimo, c’erano famiglie che facevano al successo il film era proprio quello interpretato sacrifici enormi per comprare il biglietto del ci- da Sordi. E così vennero rifatti i manifesti col suo nema di prima visione. «Sono loro che mi hanno nome. Poi il grande successo per Sordi arriverà arricchito – mi disse –. Se io avessi ostentato o con il personaggio di Nando Moriconi in Un gior- sperperato la mia ricchezza, li avrei offesi. Non ho no in pretura e in Un americano a Roma. mai dato feste hollywoodiane nella mia villa, non Sordi a quale personaggio si sentiva più legato? ho mai posseduto né barche né auto fuoriserie». Sicuramente a Nando Moriconi, e poi ai per- Infatti ha sempre avuto l’auto dell’italiano medio. sonaggi dei film con cui ha raccontato la storia La sua ultima è stata una Fiat Punto. Ma poiché la d’Italia: La grande guerra, Tutti a casa, Una vita gente del cinema è avvezza a ostentare ricchezze difficile dove il partigiano cui si ispira la storia, e a scialacquare denaro, visto che lui non faceva altri non è che il suo sceneggiatore preferito, Ro- nulla di tutto questo, si era involontariamente cu- dolfo Sonego. Poi amava il filmMafioso di Alber- cito addosso la fama, immeritata, di tirchio. to Lattuada. Non altrettanto Un borghese piccolo Alberto Sordi e . piccolo che resta, però, la sua più grande inter- Tra i due c’era un’amicizia fraterna. Nati en- pretazione drammatica. Quel personaggio era un trambi nel 1920, erano ambiziosi e di talento, con- mostro, il volto oscuro dell’Italia. Il protagonista dividevano sogni e amarezze, si scambiavano idee vendica l’omicidio di suo figlio, arrivando a tortu- finché con il primo film di Fellini, del 1952,Lo rare fino alla morte l’assassino. Quel film segna la fine della commedia all’italiana che aveva ritratto un’Italia innocua e divertente, quasi anticipando ZOOM il clima della stagione della violenza sociale. Alberto Sordi e . Tutti li ricor- dano ne La grande guerra di . La villa-museo di Alberto Sordi Un film rivelazione. Il produttore Dino De DINO DE LAURENTIIS CINEMATOGRAFICA / SUNSET BOULEVARD / CORBIS VIA GETTY IMAGES ue gustose novità editoriali realizzate da Skira si accom- Laurentiis gridò al miracolo, convinto di aver D pagnano al centenario della nascita dell’attore romano: scoperto la nuova coppia comica italiana. Ma sacco di scherzi». All’epoca Vittorio camminava italiano in America, Mafioso, l’indimenticabile La grande Alberto Sordi 1920-2020 a cura di Alessandro Nicosia, con nessuno dei due voleva fare coppia con l’altro. tutto impettito perché soffriva di mal di schiena, Bello, onesto, emigrato in Australia... Che rap- guerra In trincea Vincenzo Mollica e Gloria Satta; e Villa Sordi per l’apertura al Sordi e Gassman erano due attori completamente tanto che portava un busto. Così il suo equilibrio porto aveva con loro? nel film di Mario pubblico della sua villa-museo a Roma, attualmente sede del- diversi, anche se si rispettavano e si stimavano. era un po’ instabile. E Alberto gli dava delle spin- Alberto godeva di una grande popolarità: ve- Monicelli, da la Fondazione Museo Alberto Dopo aver assistito con Alberto alla performan- tarelle. Una volta andarono insieme alla cerimo- nivano a vedere i suoi film; quando andava a gira- sinistra: Vittorio Sordi. Entrambi i volumi sono ce teatrale di Gassman, Ulisse e la balena bianca, nia della posa della prima pietra degli stabilimenti re all’estero lo acclamavano. C’erano tanti italiani Gassman, un omaggio all’artista e al suo raggiungemmo Vittorio in camerino. Alberto gli Pontini di Dino De Laurentiis a Roma. L’allora ma anche molti americani. Quando il MOMA Alberto Sordi e . contributo alla cultura italiana disse: «Che te li faccio a fa’ i complimenti? È tutta presidente del Consiglio, Amintore Fanfani, si di New York ci chiese di proiettare le prime sei del Novecento. E testimoniano la vita che te sto a fa’ i complimenti. Così li faccio chinò per mettere la malta sul mattone. Alber- puntate di Storia di un italiano, al momento del- il suo amore viscerale per Roma. La sua casa, affacciata sulle Ter- a tuo figlio Alessandro (che aveva recitato con to diede una leggera spinta a De Sica che cadde la presentazione apparve un tizio col cappello in me di Caracalla, è stata non solo suo padre, ndr). A quel punto Vittorio si mise a sopra Fanfani il quale finì con entrambe le mani testa e un impermeabile col bavero rialzato, che il suo rifugio per una vita, ma è piangere, e disse ad Alberto: «Hai visto? Cresce nella malta. Fanfani si girò per capire cosa fosse ricordava Humphrey Bogart. Si precipitò verso diventata anche custode di ci- bene il ragazzo!». accaduto, e De Sica gli disse: «Presidente, è stato di noi. Si inginocchiò davanti ad Alberto, e co- meli e opere d’arte che rivelano Alberto Sordi e . lui! – indicando Sordi –. Me sta sempre a spigne, minciò a gridare: «That’s my teacher, that’s my l’estro, l’umanità e il talento di Per Alberto, De Sica era una specie di padre sempre a spigne!». teacher!» (Quello è il mio maestro!). Pensavamo questo insuperato attore. professionale. E poi ripeteva spesso: «Vittorio mi Sordi ha interpretato molti tipi di italiani all’e- che fosse un matto. Invece era nientemeno che mette una grande allegria, e mi diverto a fargli un stero. Pensiamo ai film Fumo di Londra, Un ! M

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