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domenica 8 aprile 2001 17

OSHIMA E IL SUO «GOHATTO», UFFICIALE E GENTIL-OMO Stefano Della Casa JULIO BOCCA Torna la grande danza al Sistina Dopo tanti anni di silenzio, ritorna sugli schermi i festival internazionali. Basterebbe leggere il cast americani che sperano di acquistare un posto sul lo stesso automatismo meccanico che ci ricordia- di Roma. Lunedì è di scena Julio italiani Nagisa Oshima: mancava dal 1986, anno per capire che siamo di fronte a un grande film. mercato internazionale. «Gohatto» racconta una mo in «L’impero dei sensi» e il tutto è dominato Bocca con il Ballet Argentino in cui era uscito Max mon amour. Nel frattempo Nagisa Oshima regista, Takeshi Kitano attore: storia d’amore tra uomini ma (altra particolarità) dalla maschera di ”Beat” Takeshi, come viene fondato nel 1990. Acclamato nei si è occupato molto di documentari, suoi e altrui, quindi il meglio del cinema giapponese degli ulti- non è un film omosessuale nel senso che ha ormai soprannominato in patria dove è una star televisi- teatri come una rock star, Bocca ed è stato colpito da una grave malattia che lo ha mi anni, il linguaggio della trasgressione della questo termine (il «film omosessuale» è diventato va. Un erotismo nevrotico, intenso, dominato dal- si esibirà in cinque creazioni, dal costretto a muoversi su una sedia a rotelle. Nouvelle Vague anni ’60 mescolato assieme all’iro- un vero e proprio genere, con sue norme interne e le pulsioni di morte. tango al Graham. La «vulgata» della critica internazionale dice che è nia del nuovo modo di raccontare di oggi. Un sue ritualità obbligatorie). «Gohatto» è un film estraneo alla cultura occiden- stato un grande sino a «L’impero dei sensi», eche evento paragonabile, ad esempio, a un film di Per ottenere questo risultato, va detto, è risultata tale, narrato con tempi estranei al cinema occiden- NADA E PIERO CIAMPI in seguito ha occidentalizzato il suo cinema risul- Jean-Luc Godard interpretato da Quentin Taran- decisiva la fissità del volto di Takeshi Kitano, quel- tale. E poi c’è la sequenza finale, una delle più Nada in concerto con un tando così meno graffiante, più manieristico e au- tino. la fissità frutto di una semiparalisi (i postumi di intense che si siano viste sullo schermo negli ultimi omaggio a Piero Ciampi. Succede tocompiaciuto. «Tabu-Gohatto» (il nuovo film si Per quanto riguarda poi la presunta globalizzazio- un incidente) che contribuisce però non poco al anni. lunedì e martedì al Valle di Roma intitola così, ed esce in Italia un anno dopo la ne del cinema di Oshima, la risposta è altrettanto mito che si è giustamente formato attorno a lui. È un film che rompe gli schemi, che spiazza i assieme alla pianista jazz Rita presentazione a Cannes) sembra fatto apposta per efficace: il film è in costume, ma senza nessuna Kitano è un ufficiale: attorno a lui, in una scuola luoghi comuni: forse avrebbe meritato un diverso Marcotulli e al polistrumentista smentire questo ennesimo luogo comune prodotto concessione all’esotismo che è invece ormai una di samurai, ci sono attendenti, aspiranti samurai, trattamento sul mercato italiano, un’uscita in sta- taccuino Javier Girotto. primefilm dalla comunità asfittica dei critici che frequentano componente essenziale per i film dei paesi non geishe; l’amore rimbalza tra gli uni e gli altri con gione più alta.

Alberto Crespi Quei Fichi riciclati Golino, meglio Ceccherini Megan una diva QUELLI BRAVI ROMA. Attori italiani dietro la lavagna? La proposta, un po’ feroce, ricorre periodica- dalla tv al cinema se recita in inglese da protagonista no! che non è attrice CHE IL SET mente almeno da quando è finita la gran- de tradizione della commedia all’italiana: Già il fatto che il loro primo film si intito- Ha fatto un film con , La Toscana al potere è partita bene (Be- Al cinema esser belle aiuta, ma non ba- RESPINGE un cinema popolare e popolato, se ci pas- li «Amici Ahrarara» deve indurre al so- certo. Perché in inglese (credeteci!) reci- nigni, Benvenuti, il primo Nuti) poi ha sta. Megan Gale non è un’attrice, sarà sate il bisticcio, da grandi mattatori e subli- spetto. Non abbiamo nulla contro di lo- ta meglio che in italiano. La prendiamo cominciato a far danni. Già era difficile bene abituarsi all’idea (in Australia sono mi caratteristi. ro, ma li scegliamo come simboli di un a simbolo di tutti i problemi di dizione accettare lo spropositato successo di in molti a ridere per la fama conquistata Oggi, coesistono due scuole di pensie- malcostume: il riciclaggio cinematografi- che affliggono il nostro cinema. Il suo Pieraccioni. I suoi emuli, poi... Massimo in Italia dalla loro simpatica connaziona- Per tanti attori che girano dozzine di ro. La prima: nel cinema italiano, rispetto co di trovate che funzionano solo al ca- birignao è spesso intollerabile, e la cosa Ceccherini funziona solo in piccoli ruoli le). Ma sono clamorosi anche i casi del- film e non sanno recitare, ce ne sono al passato, recitano tutti male. La seconda: baret o in tv. Il cinema è racconto e i è tanto più triste, se si pensa quanto di contorno (nel «Ciclone» il suo perso- la Marini («L’angelo azzurro», ma per altri che sono bravissimi e al cinema, nel cinema italiano, dopo anni di orrori, si Fichi hanno il respiro per la battuta de- Valeria è fotogenica. È uno di quei volti naggio era il più divertente). Se conqui- cortesia...) e della Cucinotta, unico caso come suol dirsi, ”non passano”. ricomincia a recitare bene. Le due scuole menziale, e stop: un loro film dovrebbe di cui la macchina da presa si innamora. sta il proscenio, non lo si regge più. di ragazza arrivata allo status di diva Quindi scelgono altre strade, per sono equamente rappresentate nella criti- durare al massimo trenta,quaranta se- Ma il cinema muto non si fa più... Sanremo l’ha ampiamente dimostrato. senza passare per quello di attrice. amore o per forza: magari ca, nelle chiacchiere da salotto (meno in condi.. rimpiangendo per tutta la vita la quelle da bar, dove si parla più di France- chance (espressiva ed economica) che sco Totti che di ), nei dibat- il cinema ha loro negato. titi fra addetti ai lavori. Come sempre in In passato, era il destino dei grandi questi casi, a costo di apparire cerchiobot- mattatori teatrali: a partire dai tisti, sono vere entrambe. Ma la prima, grandi Ricci, Ruggeri, Zacconi o dalle catastrofica, è un po’ più vera della secon- sorelle Gramatica, per arrivare a da, buonista. La vigilia dei David di Dona- , Gianni Santuccio, tello, che saranno assegnati martedì (e ai Tino Carraro. Tutti fuoriclasse che quali sono candidati giovani interessanti, spopolavano in teatro, nobilitavano come la brava Giovanna Mezzogiorno del- gli sceneggiati tv ed erano ignorati dal l’Ultimo bacio e il notevole Luigi Lo Ca- cinema. Per restare all’attualità, il scio dei Cento passi), può essere l’occasio- caso più clamoroso è certo quello di ne per fare il punto , sulle facce che ve- forse l’attore diamo al cinema. E italiano più che non sono sem- amato del pre belle... momento: un Poiché la tradi- grande solista in zione è grande, me- teatro, che ha glio rifarsi ai classi- dimostrato in tv ci. Volete vedere de- di saper uscire gli esempi di gran- dal proprio de, ma davvero cliché per GRANDE, recita- entrare in zione cinematogra- personaggi a fica? Andate in vide- tutto tondo. Ma oteca. Sia Una vita al cinema non difficile, film di Di- ha mai no Risi, sia il Pinoc- funzionato, a chio tv, di Luigi Co- parte un film mencini, sono ap- culto come pena stati rieditati. ”Febbre da Nel primo, osserva- cavallo”, accanto te con attenzione la a Montesano. strepitosa scena in Si potrebbero cui Alberto Sordi, fare esempi a partigiano in fuga, iosa. Anche i chiede ospitalità a sommi teatranti Lina Volonghi, pa- italiani del dopoguerra, Dario Fo ed drona di una pen- Maria Grazia Eduardo De Filippo, hanno dato al sione. La bravura Cucinotta. A destra cinema (soprattutto il primo) meno di Sordi, il suo Valeria Marini. In di quanto avrebbero potuto. E chi ha “crescendo” fino al- alto da destra i visto Totò sul palcoscenico giura che i la memorabile bat- Fichi d’India, film restituiscono una pallida ombra tuta «che c’è er tede- Valeria Golino, del suo genio. Spesso i grandi del sco?» quando si ren- Massimo teatro sono stati usati, per le loro de conto che c’è un Ceccherini, Megan qualità vocali, nel doppiaggio. Ci nazista alle sue spal- Gale. In basso a piace quindi ricordare due signori le, è lampante. Ma Non basta stare davanti a una destra Gigi Proietti come Gianrico Tedeschi e Paolo guardate bene la Ferrari, resi popolarissimi dalla Volonghi (che era cinepresa per essere in grado di pubblicità, ma ascoltabili al cinema un’attrice fantasti- in doppiaggi d’autore. Per Tedeschi, ca). Guardate il mo- godetevi la voce ”milanese” di do in cui sostiene la recitare. Vediamo chi se la cava e chi in ”Audace colpo tirata di Sordi e cer- dei soliti ignoti”. Per Ferrari, oltre ai ca di fargli capire, meno tra gli interpreti di casa nostra Bogart d’annata, rivedetevi con un calibratissi- ”Accattone” e ”Edipo re” di Pasolini, mo gioco di occhia- nei quali doppia, benissimo, Franco te, che il pericolo in- Citti. combe. I tempi, gli sguardi, i movimenti: stroianni levarsi, quando voleva, il primi- no solo riproporre se stessi. Altrettanto parlare della Gialappa’s medesima (assai tagonista dei Cento passi di Giordana. Fra Al.C tutto l’Abc della recitazione è al suo me- genio accento romanesco. Inoltre, il cine- certa è la mancanza di talento di alcune deludente il loro film, Tutti gli uomini del le donne, Giovanna Mezzogiorno (prota- glio. Per quanto concerne Pinocchio, non ma degli anni ‘50 e ‘60 costringeva anche belle ragazze arrivate al cinema di recente, deficiente). Del resto, anche Aldo Giovan- gonista dell’Ultimo bacio) è invece in lizza abbiamo un punto preciso da segnalarvi. attori di quel calibro a lunghe gavette. Og- come Maria Grazia Cucinotta, Manuela ni & Giacomo, nonostante gli incassi stella- con Laura Morante e Margherita Buy. Tut- Dovreste osservare, e godervi, tutta la pro- gi, a volte, si diventa registi & primattori al Arcuri, Valeria Marini o, che Dio la perdo- ri, hanno espresso al cinema il 20, forse il ta gente in gamba, una buona squadra va di : ammirarlo per come primo film, reduci solo da fortunate carrie- ni, Megan Gale (anche qui, conta però il 30% del loro potenziale. Quando poi an- nella quale è però difficile individuare la invecchia e si finge povero, affamato e in- re in cabaret. Passare dal cabaret al cinema contesto: Sophia Loren, agli esordi, non che il materiale di partenza ha precisi limi- Magnani o il Mastroianni del terzo millen- freddolito; e per come parla toscano, lui è come lasciare il tennis e darsi al rugby: il era più brava della Arcuri, ma una dura ti (come nel caso dei Fichi d’India) gli esiti nio. Semmai, il nome di Lo Cascio (esor- ciociaro divenuto famoso da «burino» in primo è un gioco individuale, il secondo gavetta e un efficiente apparato di «costru- possono anche essere imbarazzanti. diente bravissimo inserito in un cast, quel- una storica Canzonissima. di squadra (e richiede ben altro fisico). zione del divismo» l’hanno portata a risul- Al di fuori dei comici e delle belle da lo dei Cento passi, complessivamente stra- Facile dire: quelli erano attori! In real- Il panorama italiano è stranamente tati straordinari). Diverso, invece, il discor- calendario, il cinema italiano del 2000 ordinario) induce a un’ultima riflessione, tà, al di là dei talenti individuali, diverse contraddittorio. C’è sicuramente gente so sui bravi che si buttano via: categoria sembra aver raggiunto un discreto livello stavolta positiva: c’è in Italia un mondo erano le scuole e diverso era il cinema in che andrebbe schiaffata dietro la lavagna. nella quale il principe è , medio in cui mancano le punte. L’attore sommerso di attori regionali, finora relega- cui si inserivano. Sordi veniva dal varietà Ma ci sono anche nomi che dovrebbero un attore di grandi mezzi che però si ac- italiano del momento è Stefano Accorsi: ti nei teatri di provincia o nelle fiction (come Tognazzi), Manfredi dall’Accade- finire sulla lavagna, dalla parte dei buoni. contenta di filmetti di serie B. Ulteriore che è bravo, ma deve ancora crescere mol- televisive, che possono dare molto più di mia (come Gassman e Mastroianni). Il Partiamo, comunque, dai «cattivi». È del suddivisione: quelli bravi in altri contesti, to (magari levandosi, a botte di dizione, quanto il cinema abbia, finora, chiesto lo- varietà dava agli attori la perfezione mate- tutto evidente, ad esempio, che nuovi co- che patiscono il cinema, o addirittura lo quell’accento emiliano che non può andar ro. Esempi? Ne facciamo uno solo, il Mar- matica dei tempi, collaudati a contatto mici come Pieraccioni, Ceccherini, Pana- snobbano. L’esempio più clamoroso degli bene per tutti i ruoli), e non ha ancora il cello Mazzarella di Placido Rizzotto: uno con il pubblico; l’Accademia forniva la tec- riello sono abili intrattenitori (e a volte ultimi vent’anni è sicuramente Paolo Ros- fisico per reggere lo stress da divismo. È che prima di interpretare un sindacalista nica, grazie alla quale Manfredi poteva fa- nemmeno quello, vedere Ceccherini a San- si, un genietto teatrale che al cinema «non ovviamente nella terna di attori candidati siciliano è stato Marcel Proust nel film di re il toscano, Gassman il milanese e Ma- remo) ma modesti attori e inesistenti regi- passa»; simili i casi di Claudio Bisio e di al : dovrà vedersela con Raoul Ruiz ispirato alla Recherche, ed era sti. Non «interpretano» personaggi, posso- molti comici del giro Gialappa’s, per non e con , pro- perfetto in entrambi i casi. Da vero attore.