Il Negro Nella Balla
il negro nella balla Introduzione L’abbiamo capito come funziona: uno apre la balla degli stracci e ci trova dentro, fra i vestiti, i giubbetti, nei pantaloni, degli oggetti di poco valore, delle conchiglie, un anello di fidanzamento, qualche fotografia, una medaglietta con l’effigie di qualche mezzo santo troppo povero per meritarsi di essere canonizzato, magari delle monetine, poi qualche dollaro. Roba che passa in un’altra tasca di un altro pantalone che prima o poi finirà in un’altra balla di cenci, roba che nessuno richiederà mai indietro e che non cambia la vita di nessuno, nè di chi l’ha persa nè di chi l’ha trovata. Poi arriva un altro che racconta di averne trovati, cuciti nella fodera di una giacca, cento o mille di dollari, e con quei soldi di averci finito di pagare la casa, di averci comprato la cucina o il salotto nuovo per sè o per la figlia e con quello che ne è avanzato di averci portato prima a cena fuori e poi per chiudere la serata anche a bere al bar i colleghi di lavoro (gli altri cenciaioli, ma anche il ragioniere e il padrone della ditta, tutti), con quella piccola fortuna. Nelle balle dei cenci, a Prato, sono state trovate un’infinità di piccole cose, di poco o di nessun valore, oggetti preziosi, persino qualche bigliettone. E’ successo, a Prato. Era normale che potesse succedere. Un giorno accade che arriva quello esagerato e racconta di averci trovato un dente, una perla o un dito, e fino a qui ancora il gioco regge.
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