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IL LITORALE COSENTINO: AZIONI, PROSPETTIVE

Paolo Papalino Provincia di

1 - Il fenomeno erosivo della costa cosentina

L’erosione dei litorali è un fenomeno diffuso a livello planetario: si stima che le coste in erosione nel mondo siano circa il 70%, quelle stabili il 20% e quelle in aumento il 10%. In Italia, secondo recenti studi a cura del Gruppo Nazionale per la Ricerca sull’Ambiente Costiero, la situazione non è meno preoccupante, perché sebbene la percentuale dei litorali in ero- sione si attesti a circa il 42%, molti tratti considerati stabili lo sono solo grazie alla presenza di opere di difesa (Studi Costieri n. 10 - 2006 - Lo stato dei litorali italiani). Nella provincia di Cosenza il fenomeno dell’erosione costiera risulta par- ticolarmente esteso nel litorale tirrenico. Difatti negli ultimi 50 anni, su 21 comuni rivieraschi del Tirreno in 15 di essi è stato registrato un arretra- mento più o meno importante della linea di riva. In pratica dal promontorio di Cirella (comune di Diamante) fino ad , tranne qualche tratto di lunghezza limitata, la spiaggia emersa è stata in continuo arretramento per cui in passato si è resa necessaria la realizzazione di opere di difesa prevalentemente a carattere puntuale (scogliere emerse). Il litorale ionico presenta anch’esso situazioni localmente gravi, in 6 comuni su 15, ma di estensione minore rispetto al tirrenico. Oggi, compresa la necessità di un approccio di tipo organico al problema dell’erosione, si stanno cominciando ad attuare interventi che mirano non solo alla difesa degli abitati e delle infrastrutture, ma anche alla rico- stituzione degli arenili erosi. Alcuni esempi sono gli interventi, program- mati ed in parte realizzati, sui litorali di Tortora, Belvedere ed Amantea, sul Tirreno e , e sul litorale ionico. Le nuove tecniche, che prevedono sempre più l’impiego di inerti per rico- stituire gli arenili e meno il ricorso a scogliere emergenti (opere cosid- dette “rigide”), appaiono maggiormente in sintonia con l’obiettivo 490 Convegno di Maratea

dell’Unione Europea riguardo la tutela, valorizzazione e salvaguardia del- l’ambiente marino e costiero, che comprende la difesa dall’erosione. Tuttavia, visto lo stato dei litorali nella provincia di Cosenza, i limiti all’e- secuzione di interventi organici di difesa e ricostituzione degli arenili erosi sono costituiti dalle ingenti risorse economiche necessarie per la loro attuazione e dal reperimento di materiali idonei.

2 - Gli interventi della Provincia di Cosenza

Le competenze in materia di difesa costiera, già svolte dalle sedi periferi- che dell’ex Ministero dei Lavori Pubblici, sono ora attribuite agli Enti loca- li (Province, Comuni) secondo linee programmatiche stabilite dalla Regione (legge regionale n. 34/02). In particolare compete alla Regione Calabria la programmazione degli interventi, di concerto con le Province, le quali (art. 88 L.R. n. 34/02) hanno anche funzioni amministrative in merito alla difesa degli abitati costieri. L’art. 98 della L.R. n. 34/02 attribuisce ai Comuni l’attuazione degli interventi. La Provincia di Cosenza, con la collaborazione dell’Ufficio Opere Marittime di Reggio Calabria, ha redatto nel 2002 un progetto organico di ripascimento protetto su un tratto di costa di complessivi 8 km nei comu- ni di , e Belvedere. Il progetto prevede la ricostituzio- ne del litorale con un versamento di inerti a ripascimento e la realizza- zione di opere di protezione costituite da pennelli semi-sommersi e bar- riere soffolte imbasate in corrispondenza della profondità di chiusura. L’intervento progettato presenta diversi elementi di novità rispetto alle classiche azioni di contrasto al problema dell’erosione in Calabria: 1. si pone come obiettivo di ottenere la difesa dal mare con l’ausilio di un ripascimento protetto anziché con il ricorso a sistemi di scogliere emergenti; 2. per limitare le perdite di inerti versati, vengono realizzate delle “celle” formate da pennelli semi-sommersi e da una barriera soffolta dispo- sta parallelamente alla battigia; 3. vengono recuperati gli elementi lapidei ed i massi costituenti le sco- gliere emergenti realizzate in passato al fine di riutilizzarli a formazio- ne delle nuove opere sommerse; 4. il prelievo di inerti da fiume viene abbinato all’esecuzione di inter- venti di manutenzione idraulica dell’asta fluviale; 5. rispetto ad opere di difesa cosiddette “rigide” non si hanno effetti negativi indotti per le aree di sottoflutto, che anzi vengono alimenta- te dai sedimenti versati per effetto del trasporto lungo riva. Due stralci pilota del progetto generale sono stati realizzati nel comune di su circa 1 km di litorale (figg. 1 e 2). Coste: Prevenire, Programmare, Pianificare 491

Figura 1: Belvedere loc. Calabaia - confronto ante operam (in alto) post operam (in basso). 492 Convegno di Maratea

Figura 2: Belvedere loc. Capo Tirone - Confronto tra lo stato dei luoghi ante operam (in alto) ed a novembre 2007 (in basso). Coste: Prevenire, Programmare, Pianificare 493

Si stanno eseguendo attività di monitoraggio, finalizzate a verificare l’e- voluzione dello stato dei luoghi. La realizzazione dell’intero intervento previsto nel progetto organico da Bonifati a Belvedere restituirebbe la spiaggia emersa presente in quel tratto di costa prima dell’erosione (si registrano perdite negli ultimi 50 anni mediamente pari a 100 metri). Tuttavia la concreta possibilità di attuare globalmente l’intervento è lega- ta alla disponibilità di importanti risorse economiche ed all’individuazio- ne di siti dai quali estrarre il materiale inerte, che sarebbe opportuno ricercare anche in mare, visti i notevoli volumi occorrenti. In attesa di disporre di adeguate risorse per attuare interventi gli organi- ci, la Provincia di Cosenza ha programmato l’esecuzione di alcuni lavori sia sul litorale tirrenico che su quello ionico che mirano a fronteggiare situazioni urgenti. I progetti dell’Amministrazione provinciale vengono coordinati agli inter- venti finanziati dalla Regione Calabria (complessivi € 61.000.000,00 per l’erosione costiera in Calabria) con la legge regionale n. 13/2006 e con l’A.P.Q. Difesa del suolo - Erosione delle coste del 2006 dei quali sono attuatori le Amministrazioni comunali. Gli interventi urgenti in corso di progettazione o realizzazione a cura della Provincia di Cosenza hanno il comune obiettivo di: • contrastare l’erosione in atto, ove possibile, prevedendo anche il ver- samento di inerti; • ottimizzare le risorse realizzando lavori aventi più finalità; Ad esempio, i lavori in corso di esecuzione nelle località Sparvasile di Bonifati, Pietra bianca di Sangineto e Palazza di Belvedere, prevedono l’utilizzo di materiale inerte proveniente dal fiume Lao e contemporanea- mente l’attuazione sullo stesso corso d’acqua di urgenti lavori di difesa idraulica, determinando così un beneficio sia per l’ambito marittimo che fluviale. I progetti nei comuni di e Cariati, in corso di redazione a cura dei Settori Protezione Civile e Trasporti dell’Ente, prevedono invece il prelie- vo di sabbia in accumulo sui pennelli “trappola” alla radice dei moli fora- nei delle rispettive infrastrutture portuali, ed il versamento dello stesso a ripascimento delle località costiere dei comuni medesimi ove l’erosione si presenta più accentuata. Anche in questo caso vi è un duplice effetto benefico per le infrastrutture portuali soggette ad insabbiamento e per le aree in erosione del sottoflutto.

3 - Il reperimento dei materiali

L’aspetto del reperimento dei materiali, stante i notevoli quantitativi di norma necessari per la realizzazione degli interventi organici è spesso altamente condizionante nella scelta dell’approccio operativo e della 494 Convegno di Maratea

sostenibilità economica ed ambientale. In generale, la realizzazione di un intervento di difesa costiera può prevedere l’utilizzo dei seguenti mate- riali: • scogli naturali di diversa pezzatura o in alternativa blocchi di calce- struzzo per la mantellata delle scogliere; • pietrame o tout-venant per il nucleo e strati di base; • sabbia per la ricostituzione degli arenili. Nel versante tirrenico è possibile reperire materiale lapideo, mentre minori sono le possibilità di materiale inerte nell’entroterra (cave e corsi d’acqua). Opposta è la situazione sullo Ionio dove vi sono numerose “fiumare” con evidente sovralluvionamento e scarse disponibilità di materiale lapideo. In generale le opzioni di prelievo di materiale inerte sono quattro: a) mare (cave sottomarine o dragaggio da porti); b) spiagge in accrescimento; c) corsi d’acqua; d) cave a terra. Naturalmente la possibilità di impiego dei sedimenti è legata oltre che ad aspetti economici, alla qualità degli stessi e alla compatibilità con quelli del sito di destinazione. Anzitutto va dunque eseguita una attività di campionamento, mirata a caratterizzare il materiale dal punto di vista fisico (granulometria, com- posizione mineralogica) nonché chimico e microbiologico.

Cave sottomarine L’attuazione di interventi di ricostituzione degli arenili con l’ausilio di sedimenti provenienti da cave sottomarine è già stata sperimentata sia all’Estero che in Italia (alcuni esempi sono i lavori eseguiti a lido di Ostia nel Lazio ed a Pellestrina nella laguna di Venezia). Malgrado ad oggi poco studiata, la risorsa “mare” potrebbe essere la chiave per l’approvvigionamento del materiale inerte occorrente per rico- stituire gli arenili erosi del Tirreno cosentino. Ciò presuppone anzitutto l’individuazione di idonei giacimenti sottomarini, i quali, oltre a rispon- dere ai requisiti di idoneità anzidetti, devono trovarsi a profondità non eccessive, in modo da poter essere dragati. Quanto mai opportuna per- tanto sarebbe la predisposizione di un’idonea campagna di ricerca dei possibili siti di prelievo seguita dalla stesura dei piani di gestione delle cave stesse. L’unico esempio di ricerca di cave sottomarine sul litorale tirrenico cosen- tino risale al 1994 ed è stato effettuato dalla Estramed S.p.A. per conto delle Ferrovie dello Stato. Lo studio ha individuato alcune zone di poten- ziale prelievo nei fondali compresi tra -10,00 m e -20,00 m dal l.m.m. anti- stanti i Comuni di Belmonte e Longobardi. Coste: Prevenire, Programmare, Pianificare 495

Spiagge in accrescimento L’ipotesi dell’utilizzo di materiale proveniente da altre spiagge, se com- patibile, presenta degli indubbi vantaggi rispetto a quello proveniente da cava soprattutto per l’assenza o la modesta presenza di frazione fina. Oltre ai tratti in erosione, sul Tirreno esistono alcune aree litoranee (poche per la verità) con spiagge in accrescimento: • il tratto in località Capo d’Arena a tergo dell’Isola di Dino; • il tratto a nord del Porto di Cetraro a causa del blocco dovuto al molo di sopraflutto ed al pennello “trappola”; • il tratto tra i comuni di Paola e , dove a seguito della costru- zione delle scogliere a “T” alcune “celle” si sono progressivamente riempite di sedimenti provenienti dal sopraflutto; • il tratto a nord del Porto di Amantea. Dall’istmo a tergo dell’Isola di Dino ad esempio è già avvenuto, un pre- lievo di materiale adoperato per il ripascimento artificiale del tratto in erosione nel Comune di Tortora. La realizzazione dei Porti di Cetraro ed Amantea, ha determinato l’accu- mulo di ingenti quantitativi di materiale inerte nella zona di sopraflutto. In particolare il Porticciolo di Amantea, di recente costruzione, ha visto in tempi rapidissimi la formazione di un notevole arenile nella parte a nord. Discorso analogo sul versante ionico per le aree sopraflutto del porto di Cariati e del canale degli Stombi nel comune di Cassano Ionio (poco a nord della foce del fiume Crati). Una tale periodica operazione è auspicabile, anche per la funzionalità dei porti stessi altrimenti soggetti ad insabbiamento dell’imboccatura.

Inerti da corsi d’acqua Il materiale inerte proveniente dai corsi d’acqua rappresenta indubbia- mente la principale fonte di alimentazione dei litorali. L’esecuzione, nel corso degli anni, di opere di sistemazione idraulica (briglie, soglie ecc.) con le conseguenti modifiche alle pendenze e quindi alle velocità, ha pro- dotto profondi mutamenti alla morfologia delle aste fluviali; queste ed altre cause, da una parte hanno di fatto diminuito gli apporti di inerti agli arenili e dall’altra hanno contribuito a determinare zone di accumulo all’interno degli alvei stessi. Il prelievo da queste aree sovralluvionate con versamento dello stesso materiale a ricostituire i litorali erosi consentirebbe di ottenere il duplice risultato di migliorare la sicurezza dei corsi d’acqua e di contrastare l’e- rosione costiera. La possibilità di prevedere interventi mirati al risana- mento di più ambienti (coste, fiumi ecc.), è un obiettivo degli interventi programmati dalla Provincia di Cosenza e può essere un’importante opportunità attuabile soprattutto sul versante ionico. Si è del parere che come per il litorale tirrenico sia fondamentale l’individuazione di cave sottomarine, per quello ionico, la fonte principale di inerti per la realizza- 496 Convegno di Maratea

zione di interventi di ripascimento possano essere i corsi d’acqua, previo opportuna pianificazione delle attività e degli interventi con le Autorità competenti. Lavori che hanno previsto anche l’utilizzo di inerti fluviali sono stati eseguiti a Belvedere (Provincia di Cosenza), Montegiordano, Amantea (Ufficio OO.MM. di Reggio C. e Comune di Amantea) e Tortora (Comune di Tortora).

Inerti da cave terrestri Senza la regolamentazione delle attività estrattive, la possibilità di rea- lizzare ripascimento con materiale proveniente dall’entroterra, è attual- mente limitata. Esperimenti di ripascimento con materiale di cava sono i lavori eseguiti nel comune di Belvedere (Provincia di Cosenza), Bonifati (Ufficio OO.MM. di Reggio C.) ed Amantea (Comune di Amantea). Rispetto alle altre potenziali fonti di materiale inerte, sono da tener pre- senti i superiori costi, e la presenza di maggiore percentuale di sedimen- ti sottili.

4 - Conclusioni

I versanti ionico e tirrenico del litorale cosentino sono stati oggetto di una notevole antropizzazione a partire dal secolo scorso. Ciò ha prodotto una nuova conformazione degli stessi, creando non pochi squilibri, dei quali l’erosione costiera è la diretta conseguenza. Sebbene talvolta si è costretti a prevedere l’esecuzione di interventi con procedure d’emer- genza (ad esempio sul litorale di ) si ritiene indispensabile l’in- quadramento del problema dell’erosione costiera in maniera organica e non solo per quanto attiene il singolo progetto, bensì già a partire dalle attività legate alla pianificazione ed alla programmazione, atteso che le unità (e sub-unità) fisiografiche abbracciano ampie aree. Appare inoltre opportuno, quando possibile, il ricorso ad interventi cosid- detti “morbidi” che presentano indubbi vantaggi. Per contro i notevoli quantitativi necessari per la realizzazione di questi interventi, impongono una preventiva ed approfondita attività di ricerca e pianificazione dell’utilizzo delle risorse naturali, che si ritiene potenzial- mente esistenti sia sul versante tirrenico che su quello ionico cosentino. Aspetto non certo secondario è quello economico: la realizzazione di interventi organici o di lotti funzionali presuppone un investimento indubbiamente non sostenibile con i fondi di bilancio degli Enti locali competenti. Personalmente ritengo che l’investimento in interventi mirati ad un recu- pero o quanto meno ad un miglioramento dell’ambiente e del paesaggio, siano l’occasione per un rilancio della nostra terra sotto molti aspetti, compresa l’immagine, quella immagine finora troppe volte associata ad arretratezza o a spiacevoli fatti di cronaca. Coste: Prevenire, Programmare, Pianificare 497

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