Montagne360. Febbraio 2019, € 3,90. Rivista mensile del Club alpino italiano n. 77/2019. Poste Italiane Spa, sped. in abb. Post. - 45% art. 2 comma 20/b - legge 662/96 Filiale di Milano. Prima immissione il 27 gennaio 2019 MANASLU 1979 avventure tra passato e presenteavventure e passato tra straordinarie altre e sconosciuta Il racconto inedito della spedizione febbraio 2019 € 3,90 EDITORIALE orizzonti e orientamenti

I Titolati e le Scuole: un prezioso CALORE patrimonio di impegno e cultura CONFORTEVOLE di Vincenzo Torti* Socie e Soci carissimi, Da qui, non solo la serietà che viene posta giunto quasi alla scadenza del mandato pre- nella formazione e nel riscontro delle capacità sidenziale, pur avendone trattato nel contesto dei singoli, ma anche la costante attenzione a delle relazioni annuali a Voi e all’Assemblea, che le attività svolte in concreto siano corri- mi sembra doveroso dedicare un momento di spondenti ai livelli accertati in sede di verifica, attenzione al lavoro instancabile e propositivo rendendosi necessaria, qualora emergessero che viene svolto quotidianamente dai Titolati aspettative di attività di livello superiore, se e dalle Scuole. non una integrazione formativa, certamente Si tratta di istruttori, accompagnatori, opera- una verifica ulteriore. tori e tecnici, nel contesto di organi operativi e Il che evidenzia l’impegno che viene richiesto consultivi, centrali o territoriali, che “operano a coloro che intendono esprimere il proprio per la crescita e la promozione, anche cultura- volontariato come Titolati, dapprima, per di- le ed etica, del Sodalizio” per usare l’efficace ventarlo e, successivamente, per seguire gli sintesi contenuta nel relativo – e finalmente aggiornamenti e svolgere in concreto la pro- unico – Regolamento. Proprio per questo, con pria attività nell’ambito delle Scuole o nei pro- apposita recente delibera, il Comitato Centra- grammi delle Sezioni. le di Indirizzo e di Controllo, in una strategia Si tratta di una realtà le cui dimensioni pos- concretamente avviata di coordinamento e sono meglio cogliersi grazie ai numeri che la reciproca valorizzazione degli ambiti in cui individuano: 6277 Titolati, tra istruttori, ac- operano i Titolati, ha fissato le materie obbli- compagnatori ed operatori, ai quali si affian- gatorie per tutti i corsi di formazione, preve- cano 6395 Qualificati sezionali; mentre, e per dendovi, tra le altre, anche l’etica, la conoscen- limitarci, a titolo di esempio, alle sole Scuole za delle normative del CAI, la cultura della di Alpinismo, nel 2018 abbiamo avuto, nelle montagna, la tutela dell’ambiente. 208 Scuole (198 sezionali, 2 centrali e 8 inter- Ciò con l’evidente finalità di assicurare, accan- regionali) la frequenza di ben 14.400 allievi. to all’imprescindibile preparazione tecnica, Sono numeri che descrivono una disponibilità anche un’adeguata visione culturale ed etica costante e la connessa capacità di assumere da porre a base di qualsiasi attività didattica o responsabilità, senza ricevere altra gratifica- formativa all’interno del Sodalizio. zione se non quella della consapevolezza di Per meglio comprendere quali siano le ragioni operare in una proiezione di crescita nella sottese alla presenza di Titolati all’interno del preparazione di coloro che intendono fre- AGNER HYBRID DOWN JACKET CAI basti considerare che proprio nella nostra quentare la montagna in modo corretto, sia legge istitutiva, accanto “all’organizzazione e tecnicamente, che culturalmente. alla gestione di corsi d’addestramento per le Per questo mi è sembrato doveroso ricorda- attività alpinistiche, scialpinistiche, escur- re a tutti, con gratitudine e apprezzamento, sionistiche, speleologiche, naturalistiche”, è questa particolare espressione del nostro prevista la connessa “formazione di istruttori volontariato, la cui competenza e dedizione, necessari allo svolgimento delle attività” di cui qualifica il Sodalizio e ne attesta, una volta Scalatori e alpinisti alternano intensi sforzi in salita a lunghe soste al freddo sopra. di più, il desiderio di associare all’amore per per fare sicurezza ai propri compagni di cordata. La Agner Hybrid Down Jacket è Il che ci assegna un compito istituzionale e la montagna, una sua frequentazione rispet- un innovativo piumino traspirante ispirato dalla fisiologia del corpo umano, con sociale molto delicato, poiché all’affidamento tosa ed intelligente. l’imbottitura in piuma posizionata solo dove serve per proteggere dal freddo nelle che si ingenera nella collettività in presenza di Grazie, quindi, al silenzioso, ma fattivo, ope- situazioni statiche, e microperforazioni sulle saldature tra le camere per lasciare un Titolato CAI, deve corrispondere una pre- rato di questi nostri Soci. uscire il calore in eccesso generato durante le prese e le salite più impegnative. SALEWA.COM parazione effettiva ed adeguata. * Presidente generale Cai

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003001_99_SLW_Ad_Montagne_AgnerHybrid_200x270.indd 1 20.12.18 20:47 Offerta riservata solo ai Soci PEAK&TIP CLUB ALPINO ITALIANO P Abbonati Aiutiamoli a salvarci con lo sconto di oltre il di Luca Calzolari* giovani ci salveranno. È un’idea che – contra- La risposta a questa mia considerazione è ancora stando i dilaganti luoghi comuni sulle genera- una volta nei numeri, che vi presento affinché siano I zioni di choosy, bamboccioni ed eterni sdraiati letti (e compresi) tutti d’un fiato: 7 su 10 scelgono – mi porto dietro da tempo. Stavolta, però, trovo prodotti di aziende sostenibili mentre l’85,35% fa consolazione nei numeri, ovvero un parziale fonda- la raccolta differenziata; l’87,1% ritiene che anche i mento nei risultati di un’indagine sui temi ambien- piccoli gesti siano importanti per l’ambiente, il 59% tali condotta dall’Osservatorio giovani dell’Istituto è convinto che la sua salvaguardia investa diretta- Giuseppe Toniolo tra ragazzi e ragazze nati tra mente ogni singolo cittadino, per la metà di loro la il 1982 e il 1997. Le risposte, che per qualcuno sensibilità ambientale è aumentata in questi ultimi potrebbero sembrare sorprendenti, stranamen- anni e il 42,9% conosce esattamente il significato te non mi stupiscono affatto. Forse perché ho di “sviluppo sostenibile”. Non è poco, decisamente. sempre creduto nelle nuove generazioni. For- Perché, dati alla mano, se davvero ci facessimo un 6 numeri di se perché noi che da adulti iniziamo a definirci esame di coscienza scopriremmo che questi giova- P “maturi” abbiamo ceduto alle pressioni della ni sono pronti a farci scuola. Ma come ogni analisi Meridiani Montagne società del rancore (e questo, a dirlo, non è l’I- che si rispetti c’è sempre un risvolto da prendere stituto Toniolo bensì il Censis). Cosa emerge in in considerazione. Nonostante la coscienza e la re- a soli sintesi da questa ricerca? Che più di 8 giovani su sponsabilità che li contraddistingue, 8 su 10 sono 10 sono disposti a cambiare le proprie abitudini poco attratti dalle associazioni impegnate su questi euro IN REGALO per ridurre l’impatto dei cambiamenti climati- fronti e solo il 19% fa volontariato. Però dovremmo 26,00 IN OGNI ci sul pianeta. Una percentuale di poco più alta interrogarci sui perché. Se credono poco nelle asso- NUMERO (82%) dichiara di essere disponibile a ridurre al ciazioni forse è perché non trovano un’adeguata (più € 1,90 contributo spese di spedizione) LA CARTINA minimo gli sprechi. Stiamo parlando di azioni e capacità di accoglienza al loro modo di essere cit- ESCLUSIVA anziché euro 45,00 funzioni quotidiane che hanno a che fare con la tadini attivi. Questa fotografia è sostanzialmen- luce, l’acqua, l’uso della plastica e il consumo di te confermata anche per i giovani che scelgono la In più, potrai vincere uno splendido viaggio in Ladakh cibo. Ora qualcuno penserà che è facile offrire montagna come luogo di vita. Per quanto mi consta P Peak&Tip. Ovvero una risposta che mira al bello e al buono. Eppure cambia il rapporto con il volontariato, che in mon- Per te un’esperienza unica ai confini del cielo! peak, comunemente dietro quei «sì, ce la possiamo fare», in questi giova- tagna è più alto. I progetti che hanno partecipato a inteso come cima della ni c’è una profonda e radicata convinzione. Insom- bandi di fondazioni o enti a sostegno dell’impren- Un viaggio da ricordare per sempre tip Lontano dalle solite mete commerciali, un montagna. E , che ma, sanno di cosa parlano. E qui arriva la prima ditoria giovanile hanno la sostenibilità come deno- viaggio in Ladakh si trasforma in un’esperienza letteralmente significa lezione che noi, adulti che abbiamo raggiunto per minatore comune. Anche qui economia circolare, di vita. Uno spazio fuori dal tempo, lambito suggerimento o dritta, nostra stessa definizione la maturità, dovremmo fonti rinnovabili, chilometro zero, biologico. Qui si dalle maestose cate ne del Karakorum ma che qua assume gioca il futuro del pianeta e delle Terre alte. Dobbia- e dell’Himalaya. Territori di immenso fascino, raccogliere e far nostra: i giovani hanno un grande crocevia di culture millenarie, dove si alternano anche altri significati. senso di responsabilità. La grande maggioranza mo sostenere questa rivoluzione portata avanti da oasi, deserti e al topiani, piccoli villaggi e Un’allitterazione degli intervistati ritiene che la qualità del futuro migliaia di imprenditori socialmente responsabili. monasteri buddisti e lo spirito si immerge sonora che alimenta del pianeta «è strettamente legata alla respon- Il Cai fa una proposta culturale molto ampia che in un’atmosfera di pace. suggestioni. Perché tip sabilità di ciascuno di noi, non solo dall’operato coniuga frequentazione, tutela ambientale, suppor- Il viaggio di 15 giorni, organizzato da Kailas, comprende: è utilizzato anche per dei governi» e che la salvaguardia del patrimo- to allo sviluppo sostenibile delle montagne. Credo Volo internazionale A/R descrivere un modo nio naturale è uno dei temi che gli sta più a cuore. che abbiamo la forza e la competenza per costruire Regolamento completo su · Voli interni e van privato https://www.shoped.it/shop/concorso-viaggi · di camminare: quello Esiste infatti «un ampio convincimento del valore un dialogo più serrato con i giovani, tutti non solo Vitto e alloggio in hotel, guesthouse e campo tendato Montepremi, IVA compresa, 5.000 e Il primo Tour Operator Italiano fondato da Geologi · sulle punte dei piedi. comune che esso rappresenta, ma anche dei rischi gli appassionati di montagna, partendo proprio da che ti fa scoprire il mondo come nessun altro. · Guida Kailas esperta affiancata da staff locali. Una metafora della legati all’impatto dei cambiamenti climatici, in lar- questi temi. Per sostenerli e dire loro che la mon- Abbonati e potrai vincere un viaggio indimenticabile! scrittura. In questa ga parte prodotti dai nostri comportamenti». Belle tagna è una risorsa chiave per la sostenibilità che è rubrica condivido con parole. Ma il rischio, in questi casi, è di limitare la alla base della loro (ma anche nostra) idea di futuro. Numero Verde voi pensieri e opinioni, riflessione a una dimensione squisitamente teorica. Aiutiamoli a salvarci, e continuiamo a stimolare la ON LINE! poggiando a terra solo E invece no, ecco che veniamo felicemente smentiti curiosità per la montagna. Qualcuno vorrà certa- 800-001199 www.shoped.it le punte, senza fare una seconda volta. Perché se è vero che sanno cos’è mente toccare con mano. ▲ ✆ troppo rumore. la responsabilità, allora significa che la praticano. * Direttore Montagne360 Lunedì-venerdì dalle 8,45 alle 20,00 Servizio attivo tutti i giorni, 24 h su 24 h. Sabato dalle 8,45 alle 13,00 Da Desktop, Tablet e Smarthphone febbraio 2019 / Montagne360 / 3 Tutti i prezzi sono IVA inclusa. Lo sconto è computato sul prezzo di copertina al lordo di offerte promozionali edicola. 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ABBONAMENTI e CONCORSO MRD MONT vinci LADAKH 2018 2019_X SCARPONE_200X270.indd 1 27/09/18 10:11 01. Editorial; 03. Peak&tip; 06. FEBBRAIO 2019 News 360; EXPEDITIONS 10. 42 Introduction; 12. The forgotten VIAGGIATORI D’ALTA QUOTA adventure; 18. At the edge of time; 26. Greetings from Peru; 30. A weekend in the wild mountains; 36. Tre itinerari per scoprire, ciaspole Sentiero Italia – work in progress; SOMMARIO ai piedi, angoli sorprendenti delle 42. High altitude travelers; CAI SOLIDARITY 48. The numbers of Dolomiti di Brenta, territori e the heart; 50. Solidarity rope; 52. panorami minacciati da progetti di Wind of change; 54. Mountain Day Il Manaslu dall’alto in the heart of Italy; PORTFOLIO plateau all’uscita del ampliamento d’impianti di risalita che 01 EDITORIALE 60. Alpine cartography and the canale ghiacciato (foto ne altererebbero l’integrità 03 PEAK&TIP Toio de Savorgnani) Cai National Library; COLUMS 66. Climbing360; 68. News 06 NEWS International; 70. New Ascents; 72. Books. SPEDIZIONI IN EVIDENZA ANTEPRIMA PORTFOLIO 10 Quella storia mai raccontata Luca Calzolari 58 LA CARTOGRAFIA ALPINA Pubblichiamo una selezione delle migliaia di 12 L’avventura dimenticata 01. Editorial; 03. Peak&tip; E LA BIBLIOTECA NAZIONALE CAI carte di gruppi montuosi di tutto il mondo. Una Toio de Savorgnani, Elvio Terrin, 06. News; EXPÉDITIONS 10. catalogazione che prosegue ancora oggi grazie Introduction; 12. L’aventure M. Zanolla “Manolo” e Bruno di Lenna oubliée; 18. Aux frontières du al progetto iAlp-Musei alpini interattivi del 18 Ai confini del tempo temps; 26. Une carte du Pérou; Museo Nazionale della Montagna con il Musée Valter Perlino, Mauro Falco 30. Week-end dans les montagnes Alpin di Chamonix sauvages; 36. Sentiero Italia – 26 Una cartolina dal Perù travail en cours; 42. Voyageurs Ruggero Meles en altitude; CAI SOLIDARITÉ 48. Les chiffres du cœur; 50. La cordée de solidarité; 52. Vent de 30 Weekend tra le montagne selvagge changement; 54. La Journée de Giorgio Daidola, Cristina Franceschini la Montagne au cœur d’Italie; e Roberto Scala PORTFOLIO 60. La cartographie alpine et la Bibliothèque Nationale 36 Sentiero italia - lavori in corso du Cai; RUBRIQUES 66. 42 Viaggiatori d’alta quota Escalade360; 68. International; 70. Paolo Reale Nouvelles ascensions; 72. Livres.

CAI SOLIDARIETÀ 48 I numeri del cuore 10 SPEDIZIONI Il primo (e inedito) racconto della 01. Editorial; 03. Peak&tip; salita sul Manaslu. Tra i protagonisti, 06. News; EXPEDITIONEN 10. Luca Calzolari Einführung; 12. Die vergessene 50 La cordata solidale un giovane Manolo. Ma anche lo Abenteuer; 18. An den Grenzen 52 Schianti di vento, il caso della stupefacente trekking di duecento der Zeit; 26. Grüße aus Peru; chilometri nel Pamir afgano e 30. Wochenende in den tempesta Vaia wilden Gebirgen; 36. Sentiero 54 Giornata della Montagna un’impresa d’altri tempi sulla Parete Italia – work in progress; 42. nel cuore d’Italia Ovest del Rasac Principal, in Perù. Una Reisende in großen Höhen; CAI narrazione corale di tre spedizioni SOLIDARITÄT 48. Die Chiffren Lorenzo Arduini des Herzens; 50. Solidarische che, seppur in epoche diverse, hanno Seilschaft; 52. Wind des PORTFOLIO fatto storia Wandels; 54. Der Tag der Berge im Herzen Italiens; PORTFOLIO 58 La cartografia alpina 60. Gebirgskartographie e la Biblioteca nazionale Cai und Cai Nationalbibliothek; Alessandra Ravelli - Biblioteca KOLUMNEN 66. Klettern360; 68. Internationales; 70. Neue nazionale Cai 48 Besteigungen; 72. Bücher. CAI SOLIDARIETÀ RUBRICHE 66 Arrampicata360 Dal maltempo al terremoto. Gli eventi 68 Cronaca extraeuropea naturali che hanno colpito l’Italia – CAI LINE otto pagine in diretta dall’associazione 70 Nuove ascensioni dal Veneto al Trentino fino al Centro in questo numero 72 Libri Italia – hanno causato danni enormi. 76 Indice Montagne360 2018 Non solo all’edilizia, ma anche al patrimonio paesaggistico e alla vita [ p. 1 ] [ p. 3 ] [ p. 4/5 ] [ p. 7] sociale. Il Cai ha fin da subito tradotto Una fiscalità di vantaggio Il Cai in prima linea per La base culturale comune Sutt’u picu ru suli, OGNI GIORNO LE NOTIZIE CAI la sua solidarietà in azioni concrete a Per chi lavora, investe e fa ripristinare la via originale degli organi del Cai il documentario WWW.LOSCARPONE.CAI.IT | FACEBOOK  favore delle popolazioni colpite (e delle impresa In montagna italiana al Monte Bianco sull’alpinismo in Sicilia TWITTER  | FLICKR  montagne)

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SPELEOLOGIA Echi sotterranei Sos ghiacciai: Gran a cura di Massimo (Max) Goldoni

ed è il terzo per estensione (dopo il Sistem au/news/2018-12-13/cavediver-finds-large- Paradiso il più malato Migovec che si sviluppa per 37162 m, ed è fauna-bones-south-australia/10599218 -972 m e il Sistem Postojnske Jame/Grotte Sul Grand Etret l’arretramento nevoso è stato di 130 metri. di Postumia che ha un’estensione di 24.120 GLI INCONTRI DEL “CONTINENTE BUIO” m e una profondità di 115 m). I numeri sono Nell’anno del bicentenario della nascita di Ma il surriscaldamento non fa sconti neppure in Alto Adige, aridi e le doppie denominazioni complesse, Gaetano Chierici, eminente paletnologo, ov- ma traducono una lunga storia di ricerche vero studioso di antichi insediamenti umani, dopo una delle estati più calde degli ultimi 150 anni ed esplorazioni. Alla “punta” che ha portato il Gruppo Speleologico e Paletnologico “G. all’ultima giunzione hanno partecipato Ro- Chierici” di Reggio Emilia propone, a febbra- fusione. Un fenomeno che ha intaccato le berto Antonini, Alberto Dal Maso, Ana Ma- io, tre mercoledì di incontri presso il Centro riserve d’acqua per i bacini, a cominciare kovec, Mitja Mrsec e Ales Strukelj. Cronaca Sociale Orologio (via Massenet, 19, RE). Il dall’Adige, aggravando il trend già regi- esplorativa su www.axxxo.net giorno 13 sarà ospite Jo De Waele, docente strato negli ultimi anni, che ha riempito dell’Università di Bologna; il 20, incontro con di detriti i canaloni e le pareti scoperte, LA FAUNA ESTINTA NELLE GROTTE Francesco Grazioli, speleologo GSB-USB Panorama da un antro, un tempo adattato ad eremo, alzando il livello di guardia in materia di presso l’Abbazia di Pulsano sul Gargano in Puglia SOMMERSE AUSTRALIANE (BO), fotografo naturalista e documentari- frane. Situazioni, per esempio, monitora- Nel più esteso sistema di grotte sommerse sta; il 27 appuntamento con Stefano Lugli te dal Sgaa sulla Vedretta Alta e sul ghiac- del Mount Gambier, nel sud dell’Australia, lo docente all’Università di Modena e Reggio ciaio del Rosim. Spostandoci di versante, GRANDE GIUNZIONE NEL CANIN SLOVENO speleosub Ryan Kaczkowski ha recentemen- Emilia. Info: [email protected]. www.gspgc.it non deve quindi suonare come qualcosa L’esplorazione nelle Alpi Giulie, opera di una te scoperto una grande quantità di reperti di sorprendente la rilevazione riportata squadra “transnazionale”, risale ai primi di con resti di mascelle e denti di megafauna L’EUROSPELEO FORUM lo scorso autunno relativa ai ghiacciai dicembre 2018 e ha permesso di realizzare estinta da migliaia di anni. Dopo i rilievi del FA TAPPA IN BULGARIA del Gran Paradiso che sull’arretramen- un sogno: creare uno dei più importanti com- ritrovamento “particolarmente significativo”, L’appuntamento si terrà dal 26 al 29 settem- Foto Stefano Cerise Stefano Foto to medio di 22 metri tra i 57 ghiacciai plessi carsici della Slovenia. La giunzione è i reperti non sono stati rimossi per evitare bre 2019 a Sofia nel Centro Nazionale di Edu- controllati dal Corpo di sorveglianza stata fatta tra l’Abisso Egidio (Brezno Hudi la perdita di dati scientifici. La Cave Diving cazione “Dolni Lozen” della Croce Rossa. L’in- orvolando le nostre Alpi, potre- una delle estati più calde e siccitose degli dell’Ente Parco (in collaborazione con gli Vršič) e il Veliko Sbrego (Črnelsko Brezno); Association of Australia sta cercando finan- contro è all’insegna di “90 anni di speleologia ste restare sorpresi nello scorgere ultimi 150 anni. Il Servizio Glaciologico operatori del Comitato Glaciologico Ita- l’insieme ha uno sviluppo di 16.832 m e una ziamenti per un progetto di studio e conser- organizzata e 45 di soccorso speleologico in S le cime delle montagne coperte del Cai Alto Adige (Sgaa) ha controlla- liano) ha fatto registrare sul Grand Etret profondità di 1391 m. Il nuovo complesso è vazione di questo sistema sotterraneo. Per Bulgaria”. Il programma prevede presenta- da teloni o lenzuoli bianchi. Potremmo to e monitorato 40 ghiacciai, svolgendo il più consistente: 130 metri rispetto alle al secondo posto per profondità in Slovenia approfondimenti e per uno splendido repor- zioni, visite in grotta, percorsi culturali. Infor- definire questo insolito panorama una una serie di misurazioni e di osservazio- rilevazioni effettuate nel 2017. In questo (dopo Čehi 2 -1505 m e 5536 m di sviluppo) tage consigliamo una visita a www.abc.net. mazioni su https://esf2019.speleo-bg.org sorta di “ospedale da campo”, a soccor- ni per valutare il loro arretramento. Per caso il bilancio di massa, parametro che so dei ghiacciai. Per effetto del riscalda- esempio si è verificata la quantità della esprime meglio di altri lo stato di salu- mento globale, infatti, sono i maestosi “neve vecchia” in superficie in modo da te di un ghiacciaio, relativo al periodo manti bianchi delle montagne, le nevi valutare l’andamento della massa glacia- 2017-2018, è risultato negativo con una Osservatorio ambiente a cura di CCTAM definite eterne, a soffrire maggiormente le nel periodo estivo. E ancora sono state perdita di quasi un metro di equivalente al punto da stare perdendo la loro antica fatte osservazioni aeree nel mese di ago- in acqua. Dal 2000 il ghiacciaio ha per- IL DILEMMA ENERGETICO immortalità. Non sono parole al vento, sto. E pure la pioggia non è stata amica so quasi un terzo della sua superficie. queste, né un esercizio retorico: è la sin- dei ghiacciai nel 2018, perché, dopo mesi «Il Gran Paradiso è in enorme difficoltà Il recente accordo per la nuova Direttiva Europea Rinnovabili, RED II, tesi semplice delle più recenti rilevazioni invernali con abbondanti precipitazioni, dal punto di vista nivologico, forse anche ha innalzato dal 27 al 32% l’obiettivo di produzione totale di energia del Comitato Glaciologico Italiano. Le i mesi di giugno e di luglio sono risultati perché è la cima di oltre 4000 metri più da Fonti Rinnovabili al 2030, elevando così ulteriormente gli obiettivi “sentinelle del freddo”, da diverso tem- molto secchi, cui successivamente ha fat- a sud d’Italia», ha spiegato Stefano Ce- della Strategia Energetica Nazionale per la produzione elettrica, per i po, ammoniscono tutti. Il riscaldamento to seguito un settembre con temperature rise, ispettore del Corpo di Sorveglianza quali si dovrebbe triplicare o quadruplicare le attuali installazioni foto- generale, attorno a un grado centigrado, miti e poche precipitazioni. La neve dei del Parco. «Anche i ghiacciai a quote più voltaiche e più che raddoppiare quelle eoliche. Queste previsioni, pre- elettrico. Quanto potrà essere il beneficio ambientale di questa opera- comporta un effetto a catena e finisce per primi di ottobre 2018, secondo le rile- basse hanno risentito in modo particola- sentate in un recente seminario da esperti del settore, comporteranno zione per la riduzione delle emissioni climalteranti, rispetto agli impatti scatenare a valle quei fenomeni che ven- vazioni altoatesine, ha rappresentato un re delle temperature elevate, nonostante però notevoli impatti sull’ambiente e profondi cambiamenti non esenti sul paesaggio e sull’ambiente collinare e montano di altre migliaia di gono riportati periodicamente dai gior- palliativo per i ghiacciai. Ne conseguono l’inverno 2018 sia stato molto nevoso, da rischi nel sistema elettrico. Quest’ultimo, per mantenere in rigoro- grossi aerogeneratori, di estesi e grigi campi fotovoltaici, di bacini idro- nali. I dati, allora: la perdita di spessore fenomeni evidenti: la formazione di la- con scioglimenti precoci che hanno cau- so e contemporaneo equilibrio produzione e consumi, dovrà ricorrere elettrici e batterie elettrochimiche per l’accumulo energetico, è difficile del ghiaccio nell’anno idrologico 2017- ghi epi-glaciali e peri-glaciali, il distacco sato il crollo di vie alpinistiche storiche, a pesanti stoccaggi delle sovrapproduzioni fotovoltaiche ed eoliche, prevedere. Resta quindi lo spinoso dilemma tra il virtuosismo italiano 2018 (le rilevazioni vanno dall’ottobre al definitivo di lingue terminali con rela- come quella sulla parete nord del Ciar- notoriamente poco programmabili, e prevedere aggregazioni automa- per l’energia rinnovabile e la conseguente aggressione al paesaggio settembre successivo) è stata tra i 1800 e tivo isolamento di masse che, non più foron in Valsavarenche». ▲ tizzate di queste, spesso distribuite su vaste zone scarsamente dotate specie montano, in un contesto dove la produzione elettrica mondiale i 2500 millimetri di acqua, provocata da alimentate, sono destinate a una rapida dc di servizi di rete, in modo da poterle prontamente gestire sul mercato marcia tuttora quasi imperturbabile per l’85% con fonti fossili.

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Sicurezza sull’Alta Via Scuole all’aperto, a Lucca arrivano Premio Marcello Meroni, cinque premiati dei Monti Liguri gli insegnanti che educano alla natura La notizia dal mondo Dedicato a chi, in ambito montano, riesce a essere un esempio positivo. a cura di Mario Vianelli Collocare sul percorso, a un chilometro l’uno Questo, ormai da undici anni, è il senso del Premio Marcello Meroni, promosso dall’altro, dei paletti con una targhetta dove dalla Scuola di Alpinismo e Scialpinismo “Silvio Saglio” della Sezione Sem del sono riportati il codice del sentiero, una Cai, la cui edizione 2018 ha visto la cerimonia di premiazione all’Università UNO SVILUPPO INSOSTENIBILE numerazione univoca e il numero unico per degli Studi di Milano il 30 novembre scorso. Nell’ordine sono saliti sul palco a l’emergenza 112: il tutto per permettere la ritirare i riconoscimenti l’avvocato calabrese Francesco Bevilacqua (cultura), geolocalizzazione in caso di necessità. Que- instancabile promotore del natio Aspromonte; il sindaco di Carrega Ligure sta l’essenza del progetto pilota “Points of (AL) Marco Guerrini (ambiente), impegnato nella valorizzazione della sua valle, interest in case of emergency”, portato avanti che si appresta a essere riconosciuta come area protetta; l’alpinista Walter dall’Assessorato allo Sviluppo dell’entroterra, Polidori (alpinismo), istruttore nazionale e direttore in Lombardia della Scuola Escursionismo e Tempo libero della Regione “Guido della Torre”; Angiolino Binelli (solidarietà), artefice del comitato per la Liguria, in collaborazione con il Gruppo regio- Targa d’Argento della Solidarietà Alpina, che si assegna ogni anno, da 47 anni, a nale Cai locale e la Centrale Unica Risposta Pinzolo; il Servizio Glaciologico Lombardo (premio speciale e premio del pub- (CUR) 112 della Liguria, che ha l’obiettivo di blico), impegnato in un programma quinquennale di ricerca nelle Ande. Novità rendere ancora più sicuri i 450 km di sentieri di quest’anno è stata quella di portare sul palco tutte le ventisei iniziative candi- e mulattiere dell’Alta Via dei Monti Liguri. La Nonostante l’insegnamento boschi, parchi e giardini. Con queste date: storie di donne e uomini comuni ma eccezionali per la loro testimonianza prima fase di sperimentazione prevede la all’aperto abbia profonde origine premesse il Comune di Lucca, la Rete di passione, altruismo, cultura e solidarietà nel mondo della montagna. Alla stabilizzazione della segnaletica esistente. storiche che risalgono a oltre un nazionale delle scuole all’aperto e premiazione hanno partecipato il Rettore dell’Università degli studi di Milano Dietro ogni grattacielo che svetta sulla Corni- Seguirà l’inoltro dei dati sul posizionamento secolo fa, il modo di far lezione è l’Istituto comprensivo capofila IC12 Elio Franzini, il Presidente Generale del Cai Vincenzo Torti e l’Assessore alle che, il rinnovato lungomare di Beirut, c’è la di- alla Centrale Unica di Risposta, il caricamen- profondamente cambiato nel tempo. di Bologna hanno promosso il primo Politiche sociali del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino. struzione di un pezzo delle montagne libanesi. to dei dati cartografici sul suo sistema di Eppure, nonostante molti istituti seminario nazionale degli insegnanti Dall’inizio degli anni Novanta, al termine di allertamento e la campagna informativa di scolastici svolgano lezioni in aula, e dei dirigenti delle scuole primarie quindici anni di sanguinosa guerra civile, il Li- sensibilizzazione. Un escursionista in difficol- sta parallelamente fiorendo un all’aperto. L’appuntamento è per bano ha iniziato una tumultuosa e disordinata tà, dunque, potrà fornire la propria posizione interesse diffuso verso la straordinaria sabato 6 aprile proprio a Lucca, nella Giovanni De Feo “Ambientalista dell’anno” 2018 ricostruzione che ha richiesto milioni di ton- all’operatore 112, attraverso i codici riportati opportunità di svolgere scuola storica sede del Real Collegio (Piazza nellate di sabbia, cemento e pietrisco: materiali sul paletto. In questo modo sarà più facile all’aperto. E così si moltiplicano del Collegio, 13). Sarà l’occasione per estratti in gran parte da cave non autorizzate individuarne la posizione e soccorrerlo. le esperienze e, con loro, anche approfondire le tematiche legate a e non regolamentate, operanti ignorando ogni l’interesse degli enti, degli istituti e educazione e natura. Ma a Lucca criterio di valutazione ambientale e di sicurezza. delle famiglie nei confronti di questa s’incontreranno anche insegnanti, Una recente indagine condotta su foto aeree e esperienza che permette a ragazzi e dirigenti scolastici, formatori, satellitari stima che nel Paese, grande come l’A- bambini (in particolar modo quelli che ricercatori, facilitatori e referenti bruzzo, ci siano circa 1300 cave abusive, oltre frequentano nidi e scuole d’infanzia) istituzionali provenienti da tutta Italia. la metà delle quali in attività; le altre sono state di tornare a vivere (e imparare) in La scheda d’iscrizione e il programma abbandonate senza alcun intervento di ripristi- un ambiente naturale. Accade in dell’incontro, che sarà accreditato e no, in molti casi lasciando pendici dissestate e montagna, certo. Ma anche nelle offrirà punti per la formazione, saranno pericolosamente esposte all’erosione. città che valorizzano la presenza di pubblicati sul sito scuoleallaperto.com. Il materiale più largamente estratto è la pietra Persone normali che hanno saputo raggiungere risultati straordinari con pas- calcarea che costituisce quasi per intero i mon- sione, coraggio e dedizione: queste le caratteristiche degli otto finalisti dell’edi- ti del Libano e che è intensamente carsificata, Web & Blog zione 2018 del Premio “Luisa Minazzi - Ambientalista dell’Anno”, assegnato lo con un’idrologia estremamente suscettibile agli scorso 7 dicembre nella Sala Consiliare del Comune di Casale Monferrato (AL). inquinanti di ogni tipo; le città costiere dipen- DISCOVERTERAMO.IT A ricevere il riconoscimento Giovanni De Feo, docente universitario, ideatore e dono interamente da queste acque sotterranee promotore del progetto di educazione ambientale Greenopoli. A lui sono anda- per l’approvvigionamento idrico. Nonostante Aprire uno scrigno di opportunità fatte da percorsi naturali, visite a te, infatti, 1765 preferenze sul totale delle circa 7000 (più del doppio rispetto sporadici interventi governativi, sollecitati dal- siti storici e artistici, assaggi tipici, partecipazione a eventi culturali. all’edizione 2017) giunte da tutta Italia nell’arco di due mesi. «La sua capacità le forti denunce di associazioni ambientali e Questo l’obiettivo di un sito che promuove la ricchezza di un ampio di divulgare, in maniera semplice e convincente, i principi della sostenibilità di comitati locali, la situazione è ampiamente scorcio della provincia teramana, i 26 comuni ricadenti nel Bacino Im- non conosce confini generazionali. Apprezzato per la sua competenza dagli tollerata: le cave, col loro indotto, garantiscono brifero Montano Vomano-Tordino. Le sezioni del portale vanno dalla adulti, De Feo è amatissimo anche dai più giovani, ai quali si rivolge attraverso ingenti profitti, generano posti di lavoro e ali- proposta culturale, all’enogastronomia e alle attività all’aria aperta, il progetto di educazione ambientale Greenopoli (www.greenopoli.it). Grazie al mentano l’edilizia; la corruzione è endemica e fino ad arrivare alla descrizione dei borghi che puntellano la provincia, web e agli incontri dal vivo a base di rap e narrazioni, De Feo riesce a trasmette- i politici locali, spesso direttamente interessati con le loro storie di briganti, streghe, folletti e magie. Anche il visita- re a bambini e ragazzi concetti a volte molto complessi, sensibilizzandoli sulle nella gestione delle cave, sono finora riusciti a tore può proporre un itinerario, una sosta suggestiva o un luogo da tematiche ambientali», recita la motivazione. Il Premio è promosso da Legam- impedire ogni intervento volto a regolamentare visitare. Qualche numero: 500 punti di interesse illustrati, oltre 700 biente e La Nuova Ecologia insieme al Comitato organizzatore che raccoglie il settore estrattivo. strutture ristorative e 300 ricettive recensite, 200 foto nella gallery. un’ampia rete di associazioni locali del Monferrato casalese.

8 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 9 SPEDIZIONI Quella storia mai raccontata

l mio Manaslu è incominciato fra le case: in quell’età priva di vergogna suonavo i campanelli per chiedere «Iqualcosa in cambio di un poster, e ogni giorno mi pro- ponevo un quartiere differente. Nella grande foto che offrivo la montagna era ricoperta da una neve quasi rosa, come fosse finta. Colpa della pessima qualità della stampa, però quel dettaglio la rendeva... diversa. Sotto c’erano i nostri volti, uno accanto all’al- tro. Elvio, Lorenzo, Marco, Toio e io: cinque ragazzi con i quali non avevo praticamente mai scalato». Nel libro Eravamo im- mortali, edito da Rizzoli, Manolo rompe così quel lungo silenzio sulla narrazione di una spedizione affascinante, epocale e fino a quel momento sconosciuta. Per varie ragioni che vi raccontere- mo più avanti, i protagonisti non ne hanno più parlato. Ma quel silenzio è stato rotto. E così, nelle pagine che seguono, tra le ap- passionate cronache che proponiamo c’è per la prima volta anche quella che racconta la spedizione del 1979 sul Manaslu. Quelle facce dei protagonisti, che Manolo definisce «giovani e incoscien- ti», sono quelle di chi «con eccessiva frivolezza si proponeva di aprire una nuova via su un Ottomila himalayano. Senza ossige- no, senza esperienza, e in pratica senza conoscersi. Eravamo la prima spedizione italiana che tentava di salire una montagna in quel modo: una specie di fai da te». Già, il fai da te. Del resto non tutte le spedizioni si concludono con un successo o con la con- quista della vetta. Proprio come non tutte le ciambelle vengono col buco. Il gusto regalato dalla conquista del proprio obiettivo porta con sé profumi ineguagliabili che appagano l’anima e la- sciano un soddisfacente senso di compiutezza. Ma l’avventura, si sa, è ricca d’imprevisti. Ci sono spesso sogni e ostacoli, entusiasmi e bagni di realtà, luci e penombre. In un chiaroscuro di emozio- ni, tra scorci di paesaggi incredibili e incontri con civiltà lontane ma non per questo periferiche, abbiamo deciso di raccontare il Nepal, l’ e il Perù selezionando tre narrazioni che ab- bracciano archi temporali diversi tra loro. Proprio per ricordare (o svelare, per quelli che ancora non lo sanno, complice magari la loro giovane età) qual era il significato della scoperta e dell’avven- tura che aveva inizio senza mezzi, senza denari e senza strumenti. A compensare tutto questo, a prescindere dalla riuscita, c’erano caparbietà, coraggio, passione. E soprattutto un amore smisurato per la montagna. ▲ Luca Calzolari

Il Manaslu dal campo base. La torre che compare tra le nuvole non è la cima, ma l'anticima (foto Toio de Savorgnani)

10 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 11 SPEDIZIONI L’avventura dimenticata Nata quasi per caso dall’idea di giovani visionari, della salita sul Manaslu non si è parlato per anni. Imprevisti e incidenti segnarono i destini della spedizione e delle vite dei protagonisti

di Toio de Savorgnani, Elvio Terrin, Maurizio Zanolla “Manolo”, Bruno di Lenna

Maurizio Zanolla idea nacque per caso nell’autunno del la vita. In breve aveva raggiunto risultati impor- “Manolo”, sul seracco 1978. Lorenzo Massarotto aveva inter- tanti, con una determinazione fortissima. Poi c’era tra il campo 1 cettato sulla Rivista della Montagna un Maurizio Zanolla “Manolo”, inconsapevole innova- e il campo 2 L’ annuncio in cui si “svendeva” un permesso di salita tore che avrebbe in seguito rivoluzionato la tecnica himalayano per il 1979 a sole 800mila lire, causa dell’arrampicata moderna in roccia, spostando in morte del capo spedizione. Si trattava del Manaslu avanti il limite del presunto impossibile. E il ve- (8163 m), nell’Himalaya del Nepal, ottavo tra gli neziano Elvio Terrin, una resistenza straordinaria, Ottomila, salito per la prima volta dai giapponesi che con Lorenzo aveva salito difficili vie dolomiti- nel 1956, e da Reinhold Messner per la parete Sud che con le Tepasport, scarpe da ginnastica econo- ovest nel 1972. Potremmo definirla “la spedizione miche, di fatto le antenate delle attuali scarpette da dimenticata”, perché non se ne è parlato per anni, e arrampicata. E ancora, Marco Simoni del Primiero, non solo per la scelta dei partecipanti di evitare po- alpinista per istinto, viaggiatore d’Asia e hippy, che lemiche interne ed esterne, ma anche per una sorta dopo la spedizione se ne andò in Australia da dove di censura mai acclarata del tutto. deve ancora tornare. E Toio de Savorgnani, un mix di friulano e di cimbro, legato alla figura del Bonatti L’HIMALAYA DEGLI ANNI ’70 alpinista-esploratore, ma anche ai romantici e con- Eravamo negli anni ’70 ed era ancora vivo il ricor- traddittori esploratori dell’Ottocento, attratto dalle do delle grandi spedizioni, mitiche e costosissime, culture orientali. E infine, Bruno di Lenna, pado- collegate alla necessità di far fare bella figura alle vano, amante dei viaggi e dell’antropologia, che nazioni nel periodo del dopoguerra; qualcosa che aveva fatto il medico volontario tra gli Yanomami aveva a che fare con il concetto di prestigio nazio- in Amazzonia e in altre parti del mondo; nessuna nale, più che con l’alpinismo. Anche se la stagione esperienza di alpinismo, ma era stato l’unico medi- della “conquista” degli Ottomila si era conclusa nel co ad acconsentire alla proposta. 1964, era ancora importante accreditarsi a livello Elvio, che già arrampicava con Lorenzo, accettò internazionale con la salita delle cime più famose, subito la proposta, contattando Manolo che a sua magari portando a termine delle prime assolute. volta coinvolse Marco. Toio, che nell’estate del 1978 Almeno per l’Italia, la spedizione al Manaslu fu un faceva il giardiniere al Giardino Alpino del rifugio punto di svolta: ci voleva un piccolo gruppo di gio- Vazzoler al Civetta e saliva le vicine pareti con Lo- vani visionari, decisi a tentare, pur alla prima espe- renzo, accettò di partecipare con la scusa che era rienza extraeuropea, una nuova e difficile via di sa- l’unico a parlare l’inglese (ma non era vero). lita, la East Ridge, senza l’uso di ossigeno, mettendo Fu una corsa folle contro il tempo da parte dello in discussione regole non scritte e comportamenti sparuto gruppo di squattrinati che ritenevano la consolidati imposti dall’alto.

I GIOVANI VISIONARI Quella spedizione rappresentò Capo spedizione era Lorenzo Massarotto, classe un punto di svolta. Quei giovani 1950, un personaggio particolare che, a 25 anni, tutti passati nella pianura padovana, si era inna- stavano mettendo in discussione morato dell’alpinismo e aveva deciso di dedicarvi le regole (finora) non scritte

12 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 13 SPEDIZIONI

In questa pagina, inaugurazione del campo base con cerimonia dei lama del monastero di Sama gaon, per chiedere la protezione degli Spiriti della montagna e del Dio Montagna incarnato nel Manaslu

A destra, in senso orario, Dopo il Campo 1; la cima del Manaslu (la punta di sinistra) come appare lungo la via di salita a circa 6000 m; il grande traverso tra il campo 2 e il campo 3; monastero buddista di Sama Gaon, visita all’abate (Lama), quello che poi ci presterà i soldi per pagare i portatori locali; Marco Simoni lungo il grande traverso dopo il Campo 2, il tratto motivazione più importante dei soldi e comincia- Eravamo partiti agli inizi di marzo, e iniziammo più difficile e pericoloso rono a contattare le aziende spiegando ad ognuna a salire dal campo base (3800 m) il primo aprile. della salita che «ormai abbiamo quasi tutto, ci manca solo…». Avendo perduto il gas, lo sostituimmo con un for- Cosa? Quello che la ditta produceva. nello indiano in ghisa di 30 chili, più la bombola da 25 chili; inoltre, le nostre radio erano antiquate, LA PARTENZA, NONOSTANTE TUTTO funzionarono per pochi giorni, e così salimmo iso- Gli ultimi pezzi presi appena prima di salire in ae- lati, in coppia, senza saper nulla degli altri, se non reo, un sovrappeso bestiale, abbuonato dopo che quando ci si incontrava, e senza nessuna informa- Lorenzo si inventò che stavamo andando al . Il zione meteo. materiale era ridotto all’osso: rispetto agli standard La via era lunga circa 10 km, con difficoltà molto del tempo dimezzammo i campi, e avevamo con noi differenziate. Il tratto chiave, aperto da Manolo solo due piccole bombole di ossigeno a scopo tera- e Marco, era la lunga traversata in diagonale (cir- peutico, quindi fu la spedizione interamente italia- ca 1500 m), dopo il campo II a 5200 m, esposta e na a un Ottomila più leggera fino a quel momento, pericolosa per la caduta di sassi, con difficoltà di come ci spiegò in seguito lo stesso Mario Fantin. ghiaccio e arrampicata mista e passaggi fino al V+, Avevamo il patrocinio del Cai di Cittadella (Pd), La con un passaggio di VI, delicata per la presenza di Sezione di Lorenzo; e, trattandosi di un Ottomila, numerose canne d’organo di neve ghiacciata. Ter- un mezzo patrocinio del Cai nazionale, datoci con minava con un couloir ghiacciato che sbucava sulla un certo sforzo, vista la squadra poco nota e niente cresta, affilatissima, a 5500 m. Poi iniziava il grande affatto “accademica”. plateau, non difficile ma pieno di seracchi insidiosi A Kathmandu, l’agenzia per l’organizzazione loca- e sempre sferzato da un vento molto forte che ren- le, una delle maggiori, abituata a chiedere qualsiasi deva assai faticoso il procedere. cifra e a ottenerla, finse la perdita del nostro baga- Eravamo già alla fine di aprile, quando Lorenzo glio, che riuscimmo però in parte a recuperare dopo e Ang Dorje, il capo degli sherpa (che l’anno pre- oltre una settimana, ma intanto ci venne sottratto il cedente era salito con Messner sull’Everest, senza preziosissimo gas. l’uso dell’ossigeno) partirono dal campo III, a 6600 Partiti infine per l’avvicinamento, non ci accorgem- m, per un tentativo non riuscito alla vetta. mo che l’agenzia ci faceva compiere un percorso di quasi due settimane al posto di una, costringendoci IL MONSONE IMPREVISTO così a perdere del tempo che poi si sarebbe rivelato Il 5 maggio, Toio, Elvio e due sherpa installarono essenziale. Poi, al campo base, ci rubarono i bidon- una tenda provvisoria a 7500 m, sul canalino sotto cini con le terapie per i congelamenti, probabilmen- l’anticima: il giorno dopo in poche ore avrebbero te per farci dentro il ch’ang, la grappa di riso. potuto arrivare sulla cresta e, di là, salire facilmente

14 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 15 SPEDIZIONI

A sinistra, tutti gli alpinisti della spedizione su un masso del Buri Gandaki River: c’è anche l’ufficiale di collegamento Rupack Sharma

A destra, il Manaslu dall’alto plateau all’uscita del canale ghiacciato

alla cima. Ma da quel momento in poi si determi- bufere sempre più violente e valanghe più forti, nò una situazione meteo del tutto diversa: non più fino all’avvertimento finale: un mattino scopriro- la bufera di ogni pomeriggio, violenta, col vento no che la seconda tenda, a due metri di distanza, freddo e fortissimo ma con poca neve. Il monsone era finita in un profondo crepaccio apertosi du- quell’anno aveva anticipato di quasi un mese, co- rante la notte. Era il segnale, non si poteva sfidare gliendo di sorpresa tutte le spedizioni presenti, con oltre la Grande Montagna. Toio ed Elvio giunsero un bilancio drammatico: 7 alpinisti morti e molti a (su consiglio di Messner, in caso di congelati. Così, sul Manaslu, quel giorno comin- congelamento) l’11 maggio e vi rimasero fino ad ciò a nevicare sempre più forte, e alle 21 scesero agosto: si salvarono la vita, ma persero gran parte le prime slavine: all’inizio leggere, poi sempre delle falangi delle mani. Nel frattempo, per cause più abbondanti, finché una schiacciò del tutto la internazionali, ai tre rimasti in Nepal bloccarono tenda, trattenuta a stento dai grossi ancoraggi in per tre mesi il volo di ritorno. alluminio. Toio ed Elvio uscirono rompendo i teli e riuscirono a recuperare, in due, un paio di ram- I PERCHÉ DEL SILENZIO poni e una piccozza. Notte, bufera di neve, tempe- In seguito, con una lunga serie di conferenze fu- ratura probabile -40°C, su un pendio di oltre 70°: rono pagati i debiti; gli strascichi rimasero invece senza guanti e senza punti di riferimento, schivan- nelle storie personali. Marco emigrò, Manolo si do i seracchi più alti, riuscirono fortunosamente concentrò sull’arrampicata in roccia, raggiungen- a raggiungere le piccole tende del campo III e, il do i risultati ben noti, ma evitò per molto tempo giorno dopo, con le mani fuori uso, il campo II con di parlare di Himalaya, e fece pace con questa gli sherpa. storia dopo quasi quarant’anni, scrivendo la sua Sulla traversata, Toio ed Elvio furono raggiunti e biografia (Eravamo Immortali). Elvio ritornò alla soccorsi dai compagni che, allarmati dalla situa- sua vita e al suo lavoro a Venezia, arrampicando zione, li stavano cercando; e quella notte Manolo ancora su difficoltà fino al 6c, e Toio si dedicò all’e- compì una veloce e pericolosa discesa per chiama- cologia, al Cansiglio e a Mountain Wilderness. An- re i soccorsi via radio da un villaggio di confine. che Bruno cambiò vita, trasferendosi ad Ala (TN) Due giorni dopo, grazie all’intervento di un eli- e votandosi alla musica classica. Lorenzo riprese cottero dell’esercito arrivato al campo base, i due l’arrampicata su roccia, scegliendo come luogo d’e- rientrarono a Kathmandu e, di là, in Europa. lezione la Valle di San Lucano. Aprì numerose vie; Non avessimo perso tempo con i bagagli occultati ma, solo con la pubblicazione postuma di Loren- all’aeroporto e con l’avvicinamento raddoppiato, zo Massarotto, le vie (di Luca Visentini), si capì la probabilmente saremmo arrivati tutti in cima. reale portata della sua esperienza. Il 10 luglio del Lorenzo, Marco e Manolo tentarono ancora 2005 fu colpito da un fulmine sulle Piccole Dolo- di salire, ma in quota tutto era cambiato, con miti e finì così il suo transito terrestre. ▲

16 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 17 SPEDIZIONI

Ai confini del tempo Un trekking di dieci giorni, duecento chilometri e settemila metri di dislivelli nel Pamir afgano. Un viaggio stupefacente nel deserto ad alta quota, sulle orme di Marco Polo. Un mondo che palpita di vita. Nonostante tutto

di Valter Perlino*, Mauro Falco** SPEDIZIONI

ono le sei di sera, ma qui la notte cala ve- Tagik Sha, fumatore incallito di oppio e sopranno- Nelle pagine precedenti, loce e prepotente. Intorno a noi, neanche minato beuch (zio), per la sua forte personalità, e il l’Axon, la “Montagna una luce. Siamo nel nostro ricovero serale, folletto Han, sempre sorridente e in disparte, de- Bianca”, è avvolta da S un cielo che lascia una nuda casupola di sassi e fango, come ci capita putato ai lavori più umili. Qui, ogni forma di turi- presagire la tempesta ormai da giorni. Non ci sono porte né finestre, e smo e di trekking organizzato sono di là da venire. imminente. Si cammina folate di vento entrano con violenza. L’aria gelida Dal punto di vista geografico, il nostro percorso si alle ultime luci del penetra nelle ossa. Ogni pomeriggio, nel Little svolge in Pamir. Pameer, in lingua locale, signifi- tramonto Pamir, si alza il vento e soffia a raffiche discon- ca “luogo di pascolo” – spiega Malang; quindi, il A destra, in alto, le cime tinue e non c’è modo di proteggersi se non infi- sostantivo, generalmente utilizzato in geografia al arrotondate dell’Alto landosi nel sacco-piuma. Più che il freddo, però, singolare per indicare il nodo orografico montuoso Pamir sono spruzzate infastidisce la polvere, che si deposita sugli abiti, dell’Asia Centrale, andrebbe declinato al plurale. I di bianco e tapezzate sul cibo, s’infila negli occhi e nelle orecchie. Pamirs plateau sono i fertili pascoli di alta quota, di pecore, anch’esse Siamo all’estremità nord orientale dell’Afghani- flats areas erbose derivate dall’accumulo di depo- ricoperte di neve. Sembra di essere in stan, in quel peduncolo di terra che s’insinua tra siti alluvionali nell’era glaciale. Se ne distinguono un quadro di Monet. Tagjikistan e Pakistan e prende il nome di Corri- almeno sette principali, di cui quattro nell’odierno La neve trasforma doio del . Più precisamente, ci troviamo Tajikistan, uno nello Xinjiang e due nel Wakhan ogni cosa in un dipinto nel lembo estremo di quest’ultimo, ai confini dello afghano: il Chong Pamir e Kirchik Pamir, meglio impressionista, ovattato Xinjiang, impegnati in un “round trip” fuori dal conosciuti con i rispettivi toponimi inglesi di Great e nitido nel contempo; in basso, da sinistra, tempo che ha costeggiato dapprima le gole del fiu- e Little Pamir. Ragazzine al pascolo me Wakhi sino al Lago Chakhmatin, nel Piccolo È un viaggio alla periferia del mondo, il nostro. In a Sangi Neweshta: ci Pamir afghano, per poi rientrare attraverso gli alti un ambiente incredibilmente vario, pur trattando- guardano sorridenti e passi della catena montuosa di Nicola II. si sostanzialmente di un deserto d’alta quota. Nel- incuriosite, per nulla Il trek, dieci giorni in tutto, è iniziato dopo aver la parte iniziale del trek, l’ambiente mescola scorci infastidite dalla fitta nevicata; un giovane di attraversato il “corridor”, nella sua prima parte, la che ricordano il Baltistan pakistano e il Mustang cammello. I cammelli più stretta e abitata, a bordo di una Toyota Corol- nepalese, con gole profonde e rocce erose in cui battriano costituiscono la del 97, e aver percorso per intero, in due giorni, scorre il fiume Wakhi (come il fiume Zanskhar, in una risorsa e un valore i 220 chilometri dell’unica strada esistente, che Ladakh, anche questo in inverno, quand’è ghiac- aggiunto per le genti del termina nella grande piana abitata di Sarhad-e ciato, viene utilizzato come percorso alternativo ai Wakhan Broghil. Già di per sé questo tratto ha costituito valichi alti, del tutto impraticabili). Più su, la vista un viaggio a ritroso nella storia. Ma il ritrovarsi si allarga fino ad abbracciare dei veri e propri al- a calpestare sentieri polverosi e antichi in questa tipiani circondati da montagne dalle forme deci- periferia del mondo, la stessa dei tempi di Marco samente arrotondate. Gli ampi spazi ricordano i Polo – che passò di qui sette secoli fa – ha rappre- paesaggi mongoli. E anche il paesaggio antropico sentato uno stupefacente viaggio nel viaggio, una riconduce alla Mongolia, con le sue yurte e i suoi lunga escursione ai confini del tempo. pascoli erbosi puntinati di yurte. In questa nicchia nascosta vivono i pochi kirghizi, CAMMINANDO ALLA di origine e caratteristiche somatiche turco-mon- PERIFERIA DEL MONDO golica e ceppo linguistico uralo-altaico, rimasti All’idea iniziale di una spedizione, è subentrata forzatamente inglobati in questa terra dopo la la decisione di un percorso a piedi nel cuore del divisione tra stati diversi e che qui, nel Wakhan Wakhan, poiché volevo incontrare la sua gente, afghano, sono ora una minoranza ridotta al lumi- conoscere realtà lontane e attraversare frontiere, cino. I kirhizi vivono perennemente a quote supe- soprattutto mentali. E così è cominciato il nostro riori ai 4000 metri, praticando un nomadismo che peregrinare in una terra da tutti (a torto) temuta, utilizza accampamenti e pascoli diversi ma vicini, che pochi conoscono davvero, con il passo lento nei differenti periodi dell’anno. Siamo affascinati del camminante. D’altra parte la storia millenaria dalla loro vita legata alla tradizione, in partico- del Wakhan si può comprendere solo così, vivendo lare dai costumi delle donne, di tonalità scarlat- – anche se per un periodo limitato e superficiale – ta, ricamati e abbondantemente agghindati di a stretto contatto con i luoghi e le persone. Malang Darya è la nostra guida e il nostro la- sciapassare. Conosce ogni angolo e ogni perso- Camminando dove il turismo na incontrata: ogni tanto “s’imbuca” e sparisce; non esiste si conoscono realtà d’altronde il suo ruolo gli impone di non svolgere alcun lavoro pratico, che affida invece alla mano- lontane e si attraversano frontiere, valanza di Saki, il bravo tuttofare, e dei mulattieri anche quelle mentali

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In questa pagina, in alto, il panorama dal Daliz Pass (4267 m); sullo sfondo, a destra si scorge l’Axox, la “Montagna Bianca” in lingua kirghiza; in basso, nel box, Valter Perlino e Mauro Falco sul Garumdee Pass (4895 m), nella Wakhan Range/ Catena montuosa di Nicola II

A destra, in alto, donna Wakhi di fronte all’uscio della propria casa; a destra, in basso, Sharad-e Broghil, di rientro con asini portanti gerle zeppe di sterco secco di yak. La gioielli e bigiotteria. Assai schive e non abituate il divieto di fotografare le loro donne, a parte le raccolta di questo tipo al contatto con gli estranei, esse ci rifuggono e si bambine che però fuggono anch’esse. di combustibile (l’unico voltano coprendosi il volto con il lungo velo che, A Kargin c’è molta più gente e una gran confusio- presente in zona) è una dal copricapo (bianco per le donne sposate e rosso ne. È in corso un matrimonio. Ma manca la sposa, delle attività principali dei locali, visti il clima per le nubili) scende fino ai piedi. che raggiungerà il marito solo a notte inoltrata, rigido e l’assenza di Pur essendo l’ospitalità sacra, sono i soli uomini accompagnata dalle altre donne del villaggio. Gli riscaldamento che ci accolgono. Nel piccolo villaggio nei pressi invitati sembrano usciti dalla scena di un film: oc- del Lago Chakqmatin (otto yurte per sei famiglie, chi a mandorla e zigomi in evidenza, rade barbette quarantadue persone in tutto) ci viene offerto il mongole, denti d’oro, colbacchi che si alternano tipico tè con latte salato e il pane fresco, ritual- ai caratteristici copricapi ricamati; e tutti con le mente spezzato, servito da uno dei tanti ragazzi braghe rigorosamente infilate negli immancabili wakhi al loro servizio come pastori e tuttofare, che stivali in pelle dalla punta ricurva. La sera, per la trascorrono l’intera giornata al pascolo di enormi seconda volta in questo viaggio, ci sorprende una greggi accompagnati da grossi cani molossoidi nevicata. Nei due giorni successivi, a fasi alterne, dalle caratteristiche orecchie mozze (sono pastori calpesteremo neve attraversando gli alti passi di del caucaso). Siamo i benvenuti ma ci viene posto Akbilis (4660 m) e Garumdee (4995 m).

IL WAKHAN DELL’ASPRO PAMIR

Il Wakhan venne compreso nel confine politico afghano avvenne nel 1905, in seguito agli accordi anglo-russi di fine Ottocento che ridefinivano le rispettive aree di influenza e tracciavano le linee confinarie dell’intero Afghanistan odierno (tra cui la Durand Line del 1893, confine con l’India britannica, ora Pakistan e, subito dopo, i confini settentrionali lungo il corso dell’Amu Darya, lasciando di fatto il nodo orografico del Pamir all’interno delle repubbliche sovietiche, sino al loro scioglimento). Negli anni del cosiddetto Great Game, il Wakhan ebbe un ruolo strategico di primo piano, e la creazione di un “corridoio” in grado di fungere da cuscinetto, evitando che le due superpotenze si trovassero a confinare l’una con l’altra, fu fondamentale per la tenuta degli equilibri geopolitici.

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INCONTRI AL MASCHILE sorriso, e la gente del luogo ci omaggia sempre di Da sinistra, incontro Vestono abiti sgargianti e gilè ricamati dai colo- (molti ricoveri sono sprovvisti di porte e finestre e Ma riavvolgiamo il nastro del racconto all’indietro. un saluto con la mano sul cuore. con pastori in rientro ri vivaci, e indossano lo skid, il tipico copricapo da non hanno una stufa. Da queste parti si utilizzano Appena entrati nel Wakhan, a Sultan Iskhashim dalla transumanza cui pende l’immancabile velo che non copre mai il solo fuochi liberi, accesi con le sterpaglie e poi ali- estiva nei pascoli alti l’impatto con il mondo musulmano è subito L’AGRICOLTURA DIFFICILE viso. Tuttavia, le loro espressioni e la loro gestuali- mentati con escrementi secchi di yak. Cosa ci è ri- Siamo nel Corridor, alla forte: incontriamo un mondo fatto per lo più di Abitare queste terre verticali, al giorno d’oggi, è il fe- fine dell’unica strada tà rimarcano una certa mancanza di disinvoltura, masto di quest’esperienza? I rumori, le voci, i sus- soli uomini, poco inclini al sorriso, barbuti e con roce compromesso da pagare per non abbandonare esistente, incastrata tra la e il loro status sociale continua ad essere inferiore surri e le grida della gente, ma anche i silenzi. E poi turbante, tra i quali si aggira il burqa cilestre di la propria casa, e ripercorrere le tradizioni degli avi si severa catena montuosa a quello degli uomini. Salendo, i terreni agricoli si colori, sapori, profumi, odori, effluvi, esalazioni che qualche donna. Appena lasciato il villaggio, però, rivela una scelta obbligata. Anche in basso, nei villag- dell’Hindukush e il fiume riducono a piccoli fazzoletti di terra attorno alle solo i sensi di una persona direttamente coinvol- Amu Darya - l’Oxus di si entra nelle terre dei Wakhi – uno dei 50 gruppi gi ai lati della strada carrozzabile, la vita è tutt’altro abitazioni. Tutto attorno, si vedono terre secche e ta possono cogliere appieno. Ma anche un mondo storica memoria; nel etnici presenti in Afghanistan (22 milioni di abi- che semplice. In questo periodo di fine estate le atti- Little Pamir, un cane da inospitali. Le pietraie del “corridoio” si coprono di che trasuda umanità e palpita di vita. E le operose tanti) – che, pur sempre minoranza in patria, qui vità agricole sono tutte rivolte alla raccolta del grano, pastore dell’Asia centrale verde solo dove scorre l’acqua. Le chiome dei salici donne kirghize, sempre indaffarate accanto alle yur- costituiscono la parte predominante della popo- ormai mietuto e ammucchiato in fascine, trasportato fa la guardia al suo e i pioppi lasciano spazio a ciuffi di radi cespugli su te. E la neve, che scendeva a fiocchi finissimi, come lazione. Sono sciiti ismaeliti di lingua (dari) e cul- da asinelli stracarichi sulle aie vicine alle case, dove gregge davanti al Lago cui domina il rosso acceso della rosa canina e, qua e in un quadro di Monet, trasformando il paesaggio Caqmaqtin alle prime luci tura persiana, e fanno riferimento all’Aga Khan, viene trebbiato dal calpestio dei buoi o degli asini, là, a tuye rade e secolari, vero e proprio esempio di in un dipinto impressionista. E poi la casa di Ma- del mattino RINGRAZIAMENTI il loro capo spirituale nonché dodicesimo imam. poi vagliato con il tridente e infine passato al setaccio resilienza vegetale, mutilate dall’uomo – che utilizza lang e della sua famiglia; i pastori wakhi a Grmdì; Un doveroso Abitano questi luoghi da millenni e si dedicano con il favore del vento, per separare gli ultimi chicchi ringraziamento, al termine i suoi rami robusti per rinforzare i sentieri franosi – e e un improponibile alpeggio in quota che abbiamo essenzialmente a un’agricoltura di sussistenza dalla pula rimasta. Le scene si ripetono, con qualche del viaggio, va a Betta contorte dall’azione del vento. soprannominato la tana dei quattro briganti (Cha- nei villaggi della bassa valle e alla pastorizia (in variante, in ogni villaggio attraversato. In genere le Gobbi, Anna Torretta, mod, Kajanburdiì, Hadadot e Armand Big), forse il estate salgono ai pascoli alti). Nel Corridoio del donne non sono affatto segregate in casa e, se non Fausto Destefani, Eloise IL MIRAGGIO DI UN LETTO luogo più disordinato, sporco e fumoso dell’intero Wakhan, fortunatamente la guerra non è mai ar- vengono riprese dai loro uomini, indugiano sul loro Barbieri e soprattutto Nei 10 giorni del trek (in 9 dei quali abbiamo cam- trek. E ancora, gli incontri con le carovane di yak e a Carlo Alberto Pinelli, rivata, ma anche qui molti imbracciano l’AK47 o cammino e si soffermano a guardarci con curiosità. accademico, regista e minato) abbiamo percorso 200 chilometri, con un cavalli sellati e cavalcati (i kirghizi non amano cam- un fucile a tracolla. Le armi servono a difendere profondo conoscitore dislivello positivo sui 7000 metri. Una camminata minare) o portati a mano nei passaggi più difficili le greggi dai predatori (lupi e leopardi delle nevi dei luoghi, oltre che di tutto rispetto, ma nella norma, resa però impe- e pericolosi. E i mulinelli di polvere; e la luce livida sono di casa) o a integrare con la cacciagione il Rumori, voci, sussurri e grida. Ma formatore di guide, tra cui gnativa dal contesto climatico e paesaggistico (era che esalta l’immensità di questi spazi, sopra la Valle povero cibo di tutti i giorni. Ma questo aspetto il nostro Malang (primo autunno inoltrato), associato alla completa assen- del Chapdarà, e lo stupore di trovarsi circondati da anche silenzi, colori, sapori, odori. e unico afgano assieme non segnala nessun vero pericolo. Come pure l’a- za di infrastrutture d’accoglienza: mai un letto, un enormi e lucidi massi brunastri ricoperti di iscrizio- Solo chi è coinvolto può cogliere ad Amruddin ad aver spetto degli uomini: presto ci accorgiamo che la raggiunto i 7492 m del tavolo, una sedia – peraltro non contemplati dalla ni rupestri. ▲ loro è solo una maschera, e ogni incontro svela un tutto questo Noshaq nel luglio 2009) tradizione locale, in mezzo alla polvere e al vento *CAI, sez. di Pinerolo, **CAI-UGET Valpellice

24 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 25 SPEDIZIONI Una cartolina dal Perù Il crowdfunding non era ancora stato inventato, e le spedizioni alpinistiche venivano finanziate con le cartoline e con i supporti privati. Racconto di un’impresa d’altri tempi e di una serata in cui è stata ricordata

di Ruggero Meles

ominciamo da una cartolina: quella che TECNOLOGIA DI IERI E DI OGGI Massimo Leoni è servita a finanziare la Spedizione Al- Venerdì 19 ottobre 2018, in occasione del quaran- all’attacco della pinistica “Perù 78” alla Parete Ovest del tennale della spedizione del 1978, le diapositive crepacciata terminale C della seconda parte Rasac Principal; 6040 metri di bellezza nella si sono risvegliate nei loro caricatori e hanno il- della parete (foto Cordillera Huayhuasch. La spedizione venne or- luminato una riuscitissima serata nella Sala Con- Giorgio Brianzi) ganizzata dalla sezione di Cantù del Cai e fu un vegni “Giovanni Zampese” della Banca di Credito successo straordinario. Tutti e sei i componen- Cooperativo di Cantù. Gli organizzatori del Cai ti del gruppo: Giorgio Brianzi, Lino Tagliabue, Cantù hanno scelto di ripetere la serata celebrata Sante Armuzzi, Giulio Beggio, Massimo Leoni e quarant’anni prima con le stesse immagini e la Gianpietro Volpi arrivarono in vetta. stessa tecnologia. Quando Marika Novati, la gio- Il capo spedizione era Giorgio Brianzi, forte alpi- vane presidentessa della Sezione del Cai Cantù, nista ammesso nel gruppo degli Accademici nel ha aperto la serata Massimo Leoni, il più giovane 1970 e punto di riferimento in quegli anni per membro della spedizione (nel 1978 aveva solo 18 molti giovani e giovanissimi alpinisti brianzoli. anni), si era già piazzato dietro al vecchio proiet- Tutti i membri della spedizione erano canturi- tore di diapositive pronto a far partire i carica- ni, tranne Gianpietro, legnanese, che però face- tori e a sostituire la tipica lampadina fulminata va parte da tempo della schiera dei compagni di dopo le prime proiezioni. Sul palco a raccontare cordata di Giorgio che aveva voluto con sé solo la salita gli altri partecipanti: Giulio Beggio (di- amici fidati. ciannovenne all’epoca della salita al Rasac, nda), Oggi le cartoline sono passate di moda, sostituite Lino Tagliabue e Sante Armuzzi. Mancavano dalle immagini riprese dai cellulari e spedite in purtroppo Giorgio Brianzi e Gianpietro Volpi, tempo reale dagli alpinisti direttamente dal cam- che morirono in montagna nei primi giorni del po base o dalla parete che stanno affrontando, ma gennaio del 1981 precipitando mentre, dopo aver quarant’anni fa non era così. Gli alpinisti partiva- salito la parete Est del Monte Rosa e raggiunto il no per spazi conosciuti solo grazie alle mappe o a Silbersattel, si apprestavano ad allestire un bivac- rare immagini in bianco e nero scattate da qual- co. La loro perdita fu un duro colpo per i giovani che spedizione che li aveva preceduti. Chi partiva del Cai Cantù e la serata ha avuto come intento era come se fosse incaricato dalla comunità in anche quello di ricordarli in una tra le loro più cui viveva di interpretare il ruolo dell’esplorato- belle imprese alpinistiche. re, delegato a essere lo sguardo di chi restava a Comincia il fluire delle immagini e, a far da sfon- casa imbrigliato nel lavoro e nella vita di tutti i do ai volti dei partecipanti alla spedizione, appa- giorni. Non esistevano ancora i telefoni satellita- re la splendida Cordillera Huayhuasch con le sue ri e l’attesa dell’esito della spedizione accresceva l’interesse e il senso di partecipazione collettiva. I concittadini avevano offerto un contributo eco- I concittadini avevano offerto nomico in cambio di una cartolina firmata dai un contributo economico in partecipanti alla spedizione e dell’immancabile serata con diapositive e racconto dell’impresa al cambio di una cartolina firmata ritorno. dai partecipanti alla spedizione

26 / Montagne360 / febbraio 2019 SPEDIZIONI

In questa pagina, Giulio Beggio all’uscita della prima parte della parete (foto Massimo Leoni)

A fianco, in alto, da sinistra, Sante Armuzzi, Gulio Beggio, Giorgio Brianzi, Lino Tagliabue, Massimo Leoni, in cima (foto Gianpietro Volpi); in basso, Giorgio Brianzi all’uscita dal dedalo di seracchi tra la prima e seconda parte della parete (foto Giulio Beggio)

vette così importanti nella storia dell’alpinismo a e ghiaccio dal punto di vista dei materiali: i ma- partire dal giugno del 1961, quando Walter Bo- nici di legno cominciavano a essere abbandonati, natti e Andrea Oggioni salirono la parete Nord del andava aumentando la dentatura delle becche e i Cerro Rondoy. Nel 1969 altre due perle della Cor- primi chiodi tubolari avevano fatto la loro com- dillera: la parete Ovest dello Jirishanka e la parete parsa, anche se erano ancora maggiormente uti- Est del Nevado Yerupaya vennero vinte rispettiva- lizzati i chiodi da ghiaccio “a cavatappi”. La salita mente da Riccardo Cassin con i Ragni di Lecco e si svolse rapida e sicura con lo straordinario risul- dalla straordinaria cordata composta da Rheinold tato di portare tutti i partecipanti della spedizione Messner e Peter Habeler. Le voci dei protagonisti in cima alla ripida parete di neve e ghiaccio. della salita del Rasac Principal si intrecciano nei Tra le immagini che Massimo Leoni mostra al racconti di quella che per molti di loro fu la prima pubblico appare la vetta del Siula Grande, la cui dell’ora ormai tarda, interrogano i partecipanti spedizione in terre geograficamente lontane anco- parete Ovest diventerà famosa nel mondo alpini- alla spedizione che ricordano Giorgio e Gianpietro, ra oggi, ma lontanissime nel 1978. stico per l’appassionante descrizione di Joe Simp- i cui famigliari sono presenti in sala. Nei titoli di son nel suo libro La morte sospesa, che racconta coda dei film spesso si racconta cosa sia successo ai L’EVOLUZIONE DEI MATERIALI della terribile disavventura vissuta con il suo com- personaggi negli anni successivi alla vicenda. Cer- Il ruolo di Giorgio Brianzi prende forma, Giulio pagno Simon Yates durante la discesa. Nelle dia- cheremo di fare la stessa cosa con i quattro prota- Beggio ricorda con quanta determinazione Gior- positive le vette appaiono copiosamente innevate LA SPEDIZIONE gonisti della serata. gio volesse salire il Rasac Principal dopo il falli- e splendenti di ghiacciai pensili che oggi, purtrop- La passione per la montagna li ha accompagnati Una serie di incontri e una mento della spedizione congiunta del Cai Melzo po, a causa del riscaldamento globale si avviano a mostra hanno ricordato, per tutti questi anni: Giulio di Beggio è diventato e del Cai Cantù del 1971, durante la quale Brianzi essere solo un ricordo. alla fine dello scorso anno Guida Alpina e ha continuato a scalare sulle pareti e Franco Castaldelli (conosciuto come il Calif- Nella serata intervengono anche gli altri due par- a Cantù, la Spedizione di mezzo mondo; Massimo Leoni è Istruttore Na- fo) erano riusciti a salire solamente il meno im- tecipanti alla spedizione, Lino Tagliabue e Sante Alpinistica “Perù 78” alla zionale di Alpinismo e attualmente fa parte della pegnativo Tsacra Chico. Dal 1971 al 1978 erano Armuzzi e oltre alla salita viene descritto an- parete Ovest del Rasac Scuola di Alpinismo del Cai Como, oltre a svolgere Principal. La spedizione però cambiate molte cose nell’alpinismo su neve che il lungo cammino di periplo della Cordillera venne organizzata dalla l’incarico di Vice Direttore della Scuola Centrale di Huayhuasch che la spedizione si concedette dopo sezione di Cantù del Cai Alpinismo del Cai; Sante Armuzzi ha partecipato la salita non solo della parete Ovest del Rasac Prin- nel 1978 e tutti e sei i con Lino Tagliabue alla spedizione alpinistico- Non esistevano ancora i telefoni cipal ma anche del Cerro Messico (5100 m) e dello componenti del gruppo scientifica lombarda all’ I nel 1983 ed Tsacra Grande (5770 m). (Giorgio Brianzi, Lino è diventato Istruttore alla scuola di Alpinismo Alto satellitari e l’attesa dell’esito della Tagliabue, Sante Armuzzi, Lario. spedizione accresceva l’interesse Giulio Beggio, Massimo TITOLI DI CODA Leoni e Gianpietro Volpi) Insomma, l’eredità di Giorgio Brianzi non è andata e la partecipazione collettiva Il salone è stracolmo di spettatori che, incuranti raggiunsero la vetta persa. ▲

28 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 29 SCIALPINISMO Weekend tra le montagne selvagge

Un rifugio isolato e confortevole nel gruppo delle Tuxer Voralpen austriache, una valle senza paesi e due vette da raggiungere con gli sci: perché le Alpi non finiscono mai di stupire

di Giorgio Daidola, Cristina Franceschini, Roberto Scala iete alla ricerca di un rifugio confor- di neve, fino a raggiungere sempre con gli sci ai Nelle pagine precedenti, tevole a 2000 metri di altitudine in piedi il campo-villaggio militare a quota 1950, salita alla Geier mezzo a montagne selvagge ideali per poco sopra il quale si trova il rifugio. Poco sotto il Spitze. Sullo sfondo “S le cime sciabili della uno scialpinismo di alta qualità? Di un rifugio rifugio notiamo, sulla destra del campo, due ski- destra orografica della facilmente raggiungibile dall’Italia? La Lizumer lift. L’uno serve un classico campo scuola, l’altro Lizumtal (foto Giorgio Hütte nel gruppo delle Tuxer Voralpen - un pendio ripido fra gli ultimi abeti. Sarebbero Daidola) che fa per voi. È aperta da metà dicembre a metà l’ideale per sgranchirsi le gambe nelle giornate di aprile”. Prenotate per tempo perché è sempre al brutto tempo ma purtroppo sono ad uso esclusi- A destra, in discesa dalla Torspitze sulla completo. vo dei militari (quando ci sono). Zirmachalm (foto Dopo aver letto questa frase penserete che si trat- La Lizumer Hütte a 2019 metri di quota non Giorgio Daidola) ti di uno spot pubblicitario del dinamico ufficio tradisce le aspettative di essere un accogliente del turismo del Tirolo ma per questa volta vi assi- rifugio all’austriaca, dotato addirittura di due curiamo che non è così, si tratta solo di un nostro pareti per arrampicare, l’una all’esterno l’altra personale consiglio. all’interno. Il luogo è ameno, il rifugio è infatti La valle dove si trova la Lizumer si chiama Wat- ubicato sulla riva di un laghetto e tutto attorno tental, una laterale della Valle dell’Inn percorsa si vedono pendii sciabili, segnati da arabeschi di dall’autostrada che da Innsbruck va al confine belle tracce. Inoltre, presso il rifugio, è stato alle- con la Germania. Una valle senza paesi e senza stito un campo di allenamento permanente della strutture ricettive salvo questo rifugio, perché de- Mammut e vengono organizzati, dai vari Club stinata alle esercitazioni militari dell’esercito au- Alpini, seminari e corsi sulla sicurezza in mon- striaco (Truppenuebungsplatz Lizum-Walchen) tagna. Anche in estate il rifugio richiama alpini- sti ed escursionisti. Esso è posto tappa della Via LA WATTENTAL E IL SUO RIFUGIO Venezia Alpina, il sentiero di lunga percorrenza Venerdì 6 aprile 2018. A Watten, meno di un’ora di circa tre settimane che parte dal paesino tiro- dal Brennero, usciamo dall’autostrada. Il paese lese di Scharnitz e arriva a Venezia. In estate tutta è noto per la fabbrica Swarovski, con la famosa l’ampia conca si trasforma in un ricco pascolo che esposizione “Mondi di cristallo” che, se ne aves- fornisce pregiati formaggi. simo il tempo, varrebbe la pena di visitare. Pur- La neve quest’anno è abbondante, è un piacere troppo sono già le tre del pomeriggio e ci aspetta- vederne lo spessore sul tetto del rifugio. Pro- no 2.30 ore di salita con le pelli per raggiungere prio come ai vecchi tempi. Siamo alla fine del- la Lizumer Hütte. Risaliamo in auto la Wattental la stagione e tutti gli 84 posti letto questa notte fino al parcheggio (gratuito) del campo militare saranno occupati, compresi i 20 dei dormitori, rifugio dal 2006, affermando che“tutti, freerider LA GITA CLASSICA: GEIER SPITZE 2857 M Walchen a 1410 metri. Qui inizia la salita su dolci denominati sinistramente “lager”. In essi, ve lo compresi, vogliono fare scialpinismo in pieno in- Sabato 7 aprile. Dopo una notte passata a com- pendii per 600 metri di dislivello per raggiunge- confermiamo per diretta esperienza, si direbbe verno, anche quando c’è poca neve oppure è alto battere gli alti, i bassi e gli acuti dei russatori del re il rifugio. La tentazione di telefonare a Franz che si diano appuntamento i migliori scialpinisti il pericolo valanghe. Vogliono la polvere e basta. nostro lager, alle sei del mattino siamo in coda Schwaninger per farci portare fin davanti al rifu- del girone dei “russatori”. Noi tre siamo gli uni- Il pieno, con prenotazioni un anno per l’altro, lo ad aspettare l’apertura della sala da pranzo per la gio con il suo taxi bus 4x4 che ha il permesso di ci “stranieri” presenti nel rifugio, gli unici che si facciamo sempre a Natale e Capodanno. Apriamo colazione. Niente paura, tutto è teutonicamente percorrere la strada militare tenuta aperta tutto accontentano di una sola birra media durante la infatti il 15 dicembre. organizzato e in pochi minuti si può gustare una l’inverno, è grande. cena, con malcelato stupore della simpatica ca- Questo è l’ultimo weekend di tutto esaurito, or- colazione completa e anche prepararsi un panino Tanto più che uno di noi, e cioè Cristina, ha una meriera e degli altri ospiti. mai pensano tutti al mare! Anche io vado al mare da mangiare in cima, nonché riempire il thermos spalla dolorante e dovrà fare tutta la salita uti- Malgrado il perfetto innevamento il rifugio do- a rilassarmi per un mese, adoro le Cinque Terre. con il tè da un pentolone fumante (Marschtee). lizzando un solo bastoncino. Resistiamo alla ten- menica prossima chiuderà i battenti. E dire che Riapro il primo giugno per la stagione estiva, se Vengono addirittura messi a disposizione degli tazione non tanto perché siamo dei puri e duri sulla parete all’ingresso c’e una vecchia foto scat- ritornate su portate pure gli sci, quest’anno ci sarà appositi sacchetti per mettere il panino nella zai- quanto perché si tratterebbe di pagare per tutti i tata nel mese di giugno 1933 con numerosi scial- neve come nel 1913 e tutti i couloir a nord saranno no. Inoltre, su ogni tavolo c’è un foglio fresco di nove posti del taxi, ossia 90 euro. Da notare che pinisti che prendono il sole davanti al rifugio, perfetti!”. C’è un po’ di triste ironia nelle parole di stampa con il bollettino valanghe. Tutti partico- Franz e il custode del rifugio sono gli unici a po- mentre le pelli di foca e gli scarponi asciugano Anton, ancora giovanile nell’aspetto anche se lui si lari che possono sembrare di secondaria impor- ter percorrere questa strada con i loro mezzi, sia al sole. Un’immagine felice di quel modo di vive- definisce “molto vecchio”. Quando non è in rifugio tanza e che invece fanno la differenza. Il tempo in estate che in inverno. La strada, con tanto di re lo sci di primavera che noi riteniamo sempre adora viaggiare. Ha infatti conosciuto la moglie ci- oggi è ottimo, fa freddo però la neve sui pendii a barra e sentinella, non può nemmeno essere per- il più gratificante. Purtroppo però i tempi sono nese Lee Chao-Ming durante un viaggio in Orien- nord è tanta e ancora polverosa. Rischio valan- corsa in bicicletta. cambiati. Ce lo conferma Anton Nigg, gestore del te. Sempre sorridente e gentile, ghe 1 la mattina, 2 nel pomeriggio. La salita, in un bel bosco di conifere sulla sinistra Lee gestisce la cucina del rifugio, cosa non sem- La gita più frequentata con partenza dalla Lizu- del torrente seguendo il sentiero estivo, è dolce e plice visto che è sempre al completo. Entrambi mer è senza dubbio il Geier 2857 metri, il gran amena, l’ambiente è silenzioso e selvaggio. Rag- Il panorama, in una giornata come amano molti i gatti, che occupano apposite cucce signore della zona. Assolutamente consigliabile, giunto il pittoresco gruppo di baite sparse di Me- quella che abbiamo avuto noi, è nei punti più panoramici del rifugio. Una grande con un percorso vario e divertente. Tutto l’itine- lang (Innerlannalm) a quota 1684 metri, attra- cuccia all’esterno del rifugio, con intagliato nel le- rario presenta una discreta pendenza, il canale versiamo il ponte sul torrente e intercettiamo la eccezionale, soprattutto sulle vette più gno il nome BAU, testimonia anche l’amore per un iniziale è particolarmente ripido e richiede neve strada bianca carrozzabile che sale fra due muri alte della vicina cresta della Zillertal cane, che però non c’è più. assolutamente sicura, soprattutto per i ripidi

32 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 33 A sinistra, salita al socializzare, un privilegio raro in altitudine. Il pa- della sinistra orografica. In questo secondo caso Torspitze. Sullo sfondo norama, in una giornata come quella che abbiamo si scende al parcheggio dalla Mölstal, una lunga a sinistra il panettone la fortuna di avere noi, è eccezionale, soprattutto valle parallela alla Lizumtal. Anton ci consiglia la della Geier Spitze illuminato dal sole con sulle vette più alte della vicina cresta della Zillertal. prima, ossia la Torspitze 2657 metri sulla destra il vallone di salita (foto Sembrano vicinissime anche le piste e gli impianti orografica, che presenta una discesa diretta sul- Giorgio Daidola) sui ghiacciai di Hintertux, che però si direbbe siano le baite di Melang e di qui al parcheggio. Cristi- già chiusi. na, con il braccio purtroppo sempre più dolente, A destra, la Lizumer Effettuiamo la discesa per l’itinerario di salita su scende a valle con il taxi di Franz, che la dome- Hütte e gli itinerari freeride dalla cresta di una neve polverosa perfetta su fondo duro. Uni- nica porta al rifugio i molti sciatori che vogliono della Klammspitzen- co neo le troppe tracce su questo itinerario troppo fare il Geier in giornata, senza troppo faticare. Tarntaler Koepfe (foto classico, che nei tratti obbligati si trasforma in una Dal rifugio ci dirigiamo alla cappella sopra le ca- Giorgio Daidola) vera pista. Per chi ama il ripido le alternative però serme, dove una breve sosta è consigliabile per non mancano di certo: in particolare ci sono i bei valutarne il buon gusto architettonico. Dopo soli canali che permettono una discesa diretta sul ri- 592 metri di dislivello in direzione nord est ma con fugio dalla cresta fra Lizumer Sonnen Spitze e la un discreto sviluppo raggiungiamo la cima della Klammspirzen, raggiungibili dal Geier. Un’alterna- Torspitze. Anch’essa, come il Geier, è un gran piaz- tiva è anche la discesa sul Klammjoch 2359 metri e zale piatto, con una vista superlativa che induce a di qui alla Lizumer su bei pendii esposti ad est. sognare grandi traversate verso la Zillertal La neve lungo tutto il percorso è perfettamente trasformata, UNA SECONDA SUPER GITA PRIMA DI è un tappeto luccicante sul quale si lasciano appena RITORNARE A CASA le tracce. Pensavamo di trovarci su di un itinerario Domenica 8 aprile. Dopo il Geier, per concludere iper frequentato ed invece qui scopriamo una qua- il weekend nel migliore dei modi, l’ideale è sali- si solitudine. Solo in cima veniamo raggiunti da re su di una bella cima che consenta una lunga due simpatiche coppie di tirolesi che ci ricordano discesa fino al parcheggio, senza ripassare dal ri- la nostra migliore gioventù. Ci aspetta una discesa fugio. Ieri sera Anton ci ha fatto un bellissimo re- superlativa, esposta a ovest, su neve perfetta tra- galo: una cartina militare 1:25000 della zona, la sformata in firn fino alla Zirmachalm a circa 1900 stessa esposta nel rifugio, con in giallo i tracciati metri. Forse la migliore di una stagione già ricca di scialpinistici. L’alternativa sembra essere fra una soddisfazioni. Poi la neve diventa all’improvviso cima della destra orografica della Lizumtal e una molle e il percorso nel bosco obbligato, su di un tracciato battuto in cui confluiscono tutte le trac- ce, fino a quel punto libera espressione della fan- Siete alla ricerca di un rifugio tasia di ogni sciatore. Raggiungiamo così le solari baite di Melang e ci ricongiungiamo all’itinerario SCHEDA TECNICA confortevole in mezzo a montagne percorso in salita. Abbiamo scoperto nuove mon- Lizumer Hütte 2019 m 01/06 – 26/10 apertura selvagge ideali per uno scialpinismo di tagne che sembrano fatte apposta per lo sci. Le estiva alta qualità? La Lizumer Hütte fa per voi Alpi non finiscono mai di stupire. ▲ 15/12 – 15/04 apertura invernale [email protected] tel. +43/664/6475353 www.lizumerhuette.at pendii sovrastanti. Oggi l’itinerario si presenta già sul lato opposto dietro l’altare una grande vetrata ben tracciato ma dai canali laterali non si è ancora consente una vista unica sulle montagne attorno. CARTOGRAFIA staccata nessuna slavina. Confidiamo nel freddo e Noi due seguiamo il fiume di sciatori che salgo- Alpenverein, Tuxer Alpen 1:25000, foglio 34/1 nell’esposizione nord. Anche Anton non è tranquil- no al Geier. Dopo un tratto pianeggiante saliamo Institut für lo: “Per le 13 vi voglio tutti di ritorno!” commenta con i coltelli il canalone più ripido effettuando Militärisches Geowesen, ad alta voce passando da un tavolo all’altro. alcuni zig zag. Poi il pendio si addolcisce un po’ Truppennübungsplarz Cristina purtroppo non se la sente con il suo e l’itinerario si presenta in tutta la sua logicità e Lizum/Walchen, braccio dolente di fare la salita e rimane quindi bellezza. Superiamo senza difficoltà le balze suc- Ausgabe 3, 1:25000, foglio ÖMK25LI/Wa-3, in rifugio. Con una bella passeggiata a piedi sulla cessive fra rocce calcaree, piegando poi legger- email: [email protected] neve battuta va a visitare il sottostante villaggio mente verso ovest fino ad arrivare in vetta, dove militare, la cui architettura ricorda un po’ quella una piccola scultura in metallo di un avvoltoio TAXI dei monasteri tibetani. Sembra un villaggio fan- (geier in tedesco) fuoriesce appena dalla neve. Franz Schwaninger tasma, anche se i militari di servizio ci sono sem- Una vetta piatta davvero comoda, sulla quale c’è tel. +43 05224 51616. Email: taxi@ pre. Merita una visita la cappella sopra il villag- spazio per tutti. C’è addirittura una panchina, taxisschwaninger.com; gio. Su di una parete figurano i tre crocefissi del che fa da punto di incontro. Una vetta insom- www.taxischwaninger. Gòlgota flagellati da una tempesta di neve mentre ma particolare, che sembra fatta apposta per com

34 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 35 al Lago Pressico, scarsa fino a Lago La Penna, buona fino al Passo dello Scalone; ottima fino a Madonna del Pollino. In generale la segnaletica è inesistente o scarsa eccetto le tappe del parco nazionale del Pollino. Tutto pronto in Calabria Il monitoraggio dello stato delle 33 tappe ha ri- guardato sia il rilievo, la georeferenziazione e le cor- rispondenti cartografiche, sia lo stato della segnale- Le 33 tappe della regione, monitorate da 38 soci, rispondono ai parametri tica, della percorribilità e della sicurezza di tutte le tappe. Particolare attenzione è stata data: all’analisi di sicurezza e di percorribilità del Cai. Le cinque sezioni sono impegnate a dello stato dei fondi e allo stato dei contesti (1995) organizzare le manifestazioni nazionali del SI nella terza settimana di marzo finalizzata a eventuali ripristini o a movimenti terra o a interventi finalizzati alla sicurezza e alla percor- ribilità secondo norma Cai. Il rilievo ha riguardato anche la presenza e/o la manutenzione della se- gnaletica sia orizzontale che verticale non sempre presente, lo stato e/o la presenza di rifugi, bivacchi, ecc., le strutture finalizzate all’accoglienza e/o infra- strutture d’accesso e/o prossime al Sentiero Italia. In generale, al momento, va completata sia la se- Calabria centro nord. gnaletica orizzontale che verticale. La verifica dello • Le tappe: Sezione di Cosenza. stato delle 33 tappe ha in pochissimi casi portato a Caporose – Lorica – Rifugio Bottedona- individuare e realizzare un numero esiguo di picco- to – Camigliatello Silano – Spezzano Pic- lissime varianti, momentaneamente alternative al colo – Piano Lago – Casello forestale Mon- tracciato 1995. Le varie sezioni interessate hanno te Cocuzzo – Passo Crocetta – Casello investito della problematica riscontrata le istituzio- Cinquemiglia – Casa cantoniera Pietrabianca ni interessate, quali i comuni, al fine dell’eventuale Dopo aver abbandonato il Parco regionale delle ripristino del tracciato 1995 attualmente impedito Serre, il sentiero entra nel Parco nazionale della da degrado. Tali interventi di ripristino non attua- Sila attraversando oasi naturali, aree SIC e ZPS bili dal Cai per ragioni economiche e normative at- in un contesto caratterizzato da paesaggi alpini tendono ancora un proficuo assenso e deliberato. e appenninici, per giungere infine nei complessi Allo stato attuale le cinque sezioni sono impe- boschivi montani della Catena costiera, a Passo gnate a organizzare le manifestazioni naziona- Crocetta. Il sentiero prosegue attraversando oasi li del SI nella terza settimana di marzo 2019. Si naturali, aree SIC e ZPS in un contesto anch’esso pensa di completare per quella data la segnale- caratterizzato da paesaggi alpini e appenninici tica orizzontale e se possibile anche quella verti- strutturato nei complessi boschivi montani della cale. Ogni sezione ha assicurato che i tracciati da Catena costiera. La segnaletica è dichiarata buo- un punto di vista della percorribilità e della sicu- oggi, 10 gennaio, sono state verificate Dopo aver abbandonato gli ambiti urbani e attra- Nella foto sopra, un na fino a Spezzano Piccolo. Da Spezzano fino a rezza rispondono pienamente agli standard Cai. tutte le tappe del Sentiero Italia Calabria versato un’area SIC, il sentiero prima di Gamba- paesaggio invernale Pietrabianca è dichiarata inesistente. Entro metà febbraio (condizioni meteo permet- A del 1995, che sono 33. La verifica è stata rie entra nel Parco Nazionale d’Aspromonte che sulla Sila • Le tappe. Sezione di Verbicaro: Casa cantoniera tendo) sarà ultimato tutto il lavoro di segnaletica. Spesso le istituzioni, ai vari livelli non riescono a espletata dai Gruppi Lavoro Sentieri delle 5 sezio- ingloba tutte le tratte fino a Piano della Limina. A sinistra, una Pietrabianca – Passo dello Scalone. ni del Cai Calabria: Reggio Calabria, Catanzaro, La segnaletica è dichiarata buona tranne che nel passeggiata lungo il Sezione di Castrovillari: Passo dello Scalo- dare quelle risposte di cui il territorio ha bisogno Cosenza, Verbicaro e Castrovillari. Il lavoro è stato tratto Polsi – San Luca Lago dei due uomini ne – Sant’Agata d’Esaro – Madonna del Pet- (e quindi anche alle sezioni del Cai ) o per ragio- coerente con le indicazioni del Referente Nazionale • Le tappe: Sezione di Catanzaro. toruto – Piano di Lanzo – Piani di Novac- ni oggettive (degrado idrogeologico, disponibilità, e Regionale che hanno coordinato tutte le attività Piano della Limina – Mongiana – Serra San Bru- co – Morano Calabro – Madonna del Pollino normative…) o soggettive (culturali, politiche…). insieme al Presidente Regionale del Cai Calabria. no – Torre di Ruggiero – San Vito sullo Jonio – Il sentiero prosegue attraversando oasi naturali, Da un punto di vista interno alle sezioni le diffi- Si sono svolte a tale proposito diverse riunioni che, Girifalco – Tiriolo – Santuario della Madonna di aree SIC e ZPS in un contesto, anch’esso caratte- coltà dipendono da ragioni varie (morfologia del nonostante le notevoli distanze, hanno permesso di Porto – Villaggio Mancuso – Buturo – Caporose rizzato da paesaggi alpini e appenninici, struttu- territorio, disponibilità di tempo, disponibilità esemplificare il lavoro che sarebbe stato complesso Dopo aver abbandonato il Parco d’Aspromonte e rato nei complessi boschivi montani della Catena economica, rapporto numero volontari/superfice e denso di oggettive difficoltà. attraversato una piccola area del Parco regionale costiera fino al Passo dello Scalone, per caratte- territorio). I soci impegnati come Gruppo Lavoro Per comodità riporto i seguenti dati esplicativi: delle Serre, il sentiero presso Mongiana entra nel rizzarsi poi nei contesti alpini del Parco del Pol- Sentieri in totale sono 38 – non tutti con lo stesso Calabria centro sud. Parco regionale fino a Serra San Bruno per arri- lino. Dal Passo attraversa oasi naturali, aree SIC impegno – così distribuiti: Verbicaro 7, Cosenza 8, • Le tappe: Sezione di Reggio Calabria. vare infine a Torre di Ruggiero. La segnaletica è e ZPS in un contesto anch’esso caratterizzato Castrovillari 11, Reggio Calabria 6 e Catanzaro 6. ▲ Reggio Calabria – Gambarie – Santua- dichiarata inesistente fino a Girifalco e scarsa nel da paesaggi alpini e appenninici strutturato nei Mariarosaria D’Atri, Presidente Cai GR Calabria rio di Polsi – San Luca – Zervò – Trepitò – tratto Tiriolo-Santuario Madonna di Porto fino complessi boschivi e montani del Parco del Pol- Eugenio Iannelli, Presidente Commissione Escursionismo Passo del Mercante – Piano della Limina. a Buturo. lino. La segnaletica è dichiarata inesistente fino G.Andrea Cosentino, Referente GLSR

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Le 29 tappe della Sicilia Sono 537 i chilometri del percorso nell’isola, dove sono stati impiegati circa 60 volontari: la partenza è al Porto di Trapani e l’arrivo a Messina, affinché gli escursionisti possano poi trasferirsi in Calabria

attuale versione del percorso ha subito ovviamente Messina, affinché gli escursionisti pos- Alcune immagini della affiancati altri soci, il rapporto chilometri/soci ope- Le difficoltà che abbiamo incontrato si riferisco- diverse varianti rispetto all’edizione 1995, sano poi trasferirsi in Calabria. Sicilia. ratori è troppo alto per potere realizzare l’integrale no alla notevole lunghezza del tratto siciliano del quando si partì da Palermo per raggiun- Le 29 tappe sono state tutte percorse senza incon- Nella pagina a fianco, in segnatura entro il mese di marzo, quando è previ- Sentiero Italia in rapporto alla presenza di Sezioni L’ alto a destra un tratto gere Messina. Essa prevede la partenza dal Porto trare particolari difficoltà, anche se, per alcuni tratti della decima tappa nella sto il fine settimana assegnato alla Sicilia (8, 9 e 10 Cai (quindici in tutta la Sicilia, alcune delle quali di Trapani, in maniera da raggiungere Erice, luogo boschivi, potrebbe essere utile una ripulitura dalla Valle Arcera marzo + offerta aggiuntiva per 11 e 12 marzo). Gli lontane dal percorso) e dal fatto che in alcune zone particolarmente emblematico della Sicilia e di per- vegetazione invadente. La presenza di una frana in operatori della Sezione di Palermo hanno già rea- montuose frequentate prevalentemente da pastori correre alcuni tratti costieri di particolare bellezza, località Portella Mandrazzi era ben nota ed è stato lizzato la segnaletica orizzontale eseguita per parte e percorse solo sporadicamente da escursionisti attraversando la Riserva dello Zingaro e toccando utilizzato un tracciato che la bypassa. dell’8a tappa (Masseria Dammusi – Piana degli Al- (Monti Nebrodi in particolare), si è già verificato l’importante sito archeologico di Segesta. In com- Resta il lavoro fondamentale della segnatura verti- banesi), della 9a (Piana degli Albanesi – Masseria in passato il fenomeno del vandalismo nei con- penso si è “raddrizzato” il percorso lungo il crinale cale dell’intero percorso, per la quale attività i soci Rossella) e parte della 10a tappa (Ponte Arcera – Fi- fronti della tabellazione Cai e quindi si dovrà ri- dei Monti Nebrodi e dei successivi Monti Pelorita- rilevatori stanno adesso preparando l’elenco delle cuzza). Essi contano di completare i rimanenti trat- correre alle bandierine bianco-rosso dipinte dove ni, evitando la deviazione attorno all’Etna. Le tap- tabelle da richiedere alla Sede Centrale. Per una ti entro fine febbraio. Si tratta di tappe fondamen- possibile. pe sono adesso 29 e sono state tutte verificate da migliore pulitura del tracciato, anche se non indi- tali in quanto facenti parte dell’offerta per il citato Il numero dei volontari impegnati nel progetto, 16 soci rilevatori qualificati del Cai, incluso il Pre- spensabile, si spera in un intervento dell’Azienda fine settimana. Le Sezioni di Petralia Soprana e di considerando in tre i soci che collaborano con ogni sidente del GR Sicilia Onlus, che hanno fornito le Foreste Demaniali della Regione Siciliana. Le tap- Polizzi Generosa si stanno adoperando parimenti “rilevatore ufficiale e responsabile”, si valuta in 60 relative tracce in formato .gpx e che sono state in- pe verificate ammontano a una lunghezza totale di per le due tappe (15°: Scillato – Piano Battaglia e circa, non tutti con lo stesso impegno. ▲ viate ai responsabili nazionali entro la metà del set- 537 chilometri e, benché ai 16 rilevatori qualificati 16a (Piano Battaglia – Petralia Sottana) che costitu- Giuseppe Oliveri, Presidente Cai GR Sicilia tembre scorso. La conclusione del percorso rimane e responsabili nominali di ciascuna tappa si siano iscono l’offerta aggiuntiva per i giorni 11 e 12 marzo. Giovanni Condorelli, Coordinatore SeC Sicilia

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approfondimenti sul mondo dell’associazione • febbraio 2019

UNA FISCALITÀ DI VANTAGGIO PER CHI LAVORA, INVESTE E FA IMPRESA IN MONTAGNA RI a e R b n l I e I ettemb R al 6 S d

a questa giornata devono seguire azioni comuni. a 70 anni dalla Costituzione”, organizzato dall’ateneo romano, Abbiamo bisogno di una grande alleanza per le dal Club alpino italiano e dall’Associazione Nazionale per gli «Dmontagne italiane: dal mondo accademico a quello Interessi del Mezzogiorno d’Italia. «Dobbiamo garantire alla scientifico e della ricerca, fino ad arrivare all’associazionismo, popolazione che vive in montagna le risorse minime per poter per conoscere, interpretare e dare gli strumenti a chi opera intraprendere progetti lavorativi che consentano di rimanere a i nu ovi libri sul territorio, nella società civile e nelle istituzioni. Insomma, si vivere nelle Terre alte», ha affermato Quartiani. «C’è bisogno di deve diffondere la consapevolezza che esiste una specificità forti investimenti pubblici strutturati, non distribuiti a pioggia del CAI montana alla quale lo Stato deve rendere conto, per fare in una tantum. Dobbiamo riconoscere a chi resta in montagna modo che la wilderness non diventi l’unica caratteristica delle il ruolo nel contrasto ai cambiamenti climatici e nella cura Collana “I C a PRIol I” Terre alte». Con queste parole il Vicepresidente generale del del territorio. In montagna la gran parte di attività, se non Cai Erminio Quartiani ha concluso, lo scorso 12 dicembre, sono sostenute, falliscono. Di conseguenza è opportuna In CollaboRazIone Con SalanI edItoRe all’Università Lumsa di Roma, il convegno “La causa montana una fiscalità di vantaggio per chi lavora, investe e fa impresa acquista online su store.cai.it o tramite la tua sezione di riferimento febbraio 2019 • 01 Il Cai in prima linea per ripristinare la via originale italiana al Monte Bianco

Inizieranno quest’anno i lavori per dotare di una nuova e più sicura via d’accesso la storica Capanna Quintino Sella ai Rochers del Monte Bianco. Se ne occuperà la Sezione di Torino (di concerto con il Club 4000), che ha ricevuto specifico mandato dalla Sede centrale, in collaborazione con Regione Autonoma Valle d’Aosta e Banca Sella. Nel 2017 il Club 4000, sempre con il supporto di Regione e Banca Sella, aveva già provveduto a un restauro conservativo della Capanna. Ora, a completamento dell’opera, il Cai intende effettuare la risistemazione del tracciato storico di accesso che, a causa dell’arretramento dei ghiacciai, è diventato sempre più pericoloso. Il nuovo itinerario vedrà l’utilizzo di funi in tecno-polimero Dynemalp, sviluppate in sinergia con il Centro Studi Materiali e Tecniche del Cai. L’impiego di suddette funi rap- presenta un’importante sperimentazione, ad oggi unica sull’arco alpino. Sono anche previsti futuri lavori di ripristino della storica via originale italiana di salita al Monte Bianco che, opportuna- mente ritracciata, porterà il nome di “Via Club Alpino ai Rochers”. L’itinerario alla vetta delle Alpi rimarrà comunque un itinerario atleticamente e logisticamente impegnativo, riservato ad alpinisti esperti e ben allenati. •

Rifugi di cultura 2019: È nata la Scuola adesioni fino al 10 febbraio intersezionale di nei luoghi montani. È poi urgente riconoscere la specificità Tripoli, Mauro Varotto del Gruppo Terre Alte Cai, il Presidente escursionismo della montagna con una definizione scientifica e legale di di Uncem Marco Bussone e il Presidente di Federbim Carlo Sarà la letteratura di montagna il tema dell’e- “montanità”». I lavori, moderati da Antonio Ciaschi della Lumsa, Personeni) hanno sviluppato altri temi importanti: dalla dizione 2019 dell’evento diffuso estivo “Ticinum” sono iniziati con i saluti del Magnifico Rettore Francesco Bonini, genesi della Causa montana approdata e riconosciuta nella “Rifugi di cultura”, curato dal Gruppo Ter- Con il rilascio del nulla osta che ha sottolineato il valore della Costituzione nel riconoscere Costituzione, i cui validi principi devono essere attualizzati, alla re Alte del Comitato Scientifico Centrale dalla Commissione Centrale i soggetti della società civile, soggetti che in questo periodo classificazione dei comuni montani e alle condizioni di vita della del Cai. Soci, Sezioni e rifugisti hanno Escursionismo, lo scorso 16 storico stanno vivendo una crisi d’identità: «come Università popolazione, evidenziando il fatto che l’assistenzialismo non è tempo fino al 10 febbraio per proporre novembre è stata ufficialmente siamo disponibili a diventare un luogo aperto di convergenza, la strada da percorrere per supportare chi vive nelle Terre alte, la propria candidatura: l’invito è quello di costituita la Scuola inter- discussione e proposta, anche sulla montagna». È seguito poiché occorrono investimenti pubblici e provvedimenti stabili organizzare un evento in un rifugio con sezionale di escursionismo l’intervento del Presidente generale del Cai Vincenzo Torti, guidati da un’agenda di azioni in favore delle Terre alte, come una proposta culturale (reading, evento “Ticinum”, che raggruppa le pongono l’organico, diretto incentrato sul ruolo del Club alpino per le montagne italiane: richiesto proprio dall’art. 44 della Costituzione. Un’agenda che musicale, teatrale) che abbia al centro Sezioni di Abbiategrasso, Bof- dall’Accompagnatore nazio- «credo che, parlando di montagne, possiamo essere inquadrati garantisca i servizi (a cominciare dalle scuole) e sviluppi le attività uno o più testi letterari (romanzi, racconti, falora sopra Ticino, Inveruno, nale di escursionismo Paolo tra i soggetti attivi e propositivi. Lo dimostrano la posa della lavorative. Importante è la maturazione della consapevolezza poesie, testimonianze di vita) dedicati alla Magenta, Vigevano, Vittuone Zambon (Presidente dell’Otto prima pietra della Casa della Montagna ad Amatrice e il ritorno dei valori della montagna in chi non è montanaro, se si vuole montagna, nello specifico quella circostan- e Voghera. Una scuola che Escursionismo Lombardia), sei della Sezione aquilana nella propria sede storica a dieci anni che la Causa montana sia assunta responsabilmente da tutta te il rifugio. Il tutto accompagnato da una si affianca così alle altre sei Accompagnatori titolati e un dal terremoto, avvenute giusto ieri. Possiamo dunque parlare la comunità nazionale e che le istituzioni nazionali e locali se proposta enogastronomica, per far cono- presenti in Lombardia, per Qualificato sezionale. Quando di un Cai che contribuisce, con il proprio volontariato, alla ne occupino con continuità. Ha concluso Gerardo Bianco scere le piccole produzioni di qualità del coprire meglio la domanda che saranno lette queste righe avrà ricostruzione di zone di montagna colpite da eventi tragici. (Presidente Animi), che ha ribadito la necessità di una visione territorio. L’evento deve essere programma- viene dal territorio. Nata dalle già preso il via il primo corso Guardiamo alla società e a coloro che sono più sfortunati, ne unitaria della montagna, che comprenda le Alpi e tutta la to tra giugno e settembre 2019. Il Gruppo positive esperienze dei corsi di escursionismo in ambiente è dimostrazione la raccolta fondi che abbiamo appena aperto dorsale appenninica: «l’Italia non può crescere se non tutta Terre Alte valuterà le proposte pervenute, intersezionali svolti negli ultimi innevato (EAI1). Sono inoltre per le montagne di Nord-Est. Inoltre quotidianamente ci insieme, dal Nord al Sud». Alla Lumsa è stato declinato, dunque, comunicandone l’accettazione entro la due anni a Inveruno, la Scuola previsti nel 2019 dei seminari adoperiamo per consentire a giovani e meno giovani la scoperta il concetto della Causa montana, ovvero la promozione di un fine del mese di marzo, con un contributo intende organizzare per tutti informativi tecnici e culturali delle percorrenze, della storia e della cultura dei luoghi italiani. rapporto solidale tra montagne, città e metropoli, l’impegno per all’organizzazione di massimo 500 euro. i Soci corsi di escursionismo, rivolti ai Soci, ai Direttori di Il progetto di ripristino del Sentiero Italia che stiamo portando una montagna abitata, frequentata con rispetto e considerata Info: www.gruppoterrealte.it serate tematiche, momenti escursione e ai “Capigita”, avanti va in questa direzione». Gli altri interventi (Oscar Gaspari da tutti un valore, da favorire e preservare anche attraverso atti Sempre sul sito, è presente il bando 2019 formativi di aggiornamento organizzati nell’ambito del della Lumsa, il Vicepresidente del Consorzio Caire Giampiero legislativi e di governo. • per partecipare ai Progetti di Ricerca e collaborare con le Sezioni Coordinamento delle Sezioni Lupatelli, il Segretario generale di Unioncamere Giuseppe Lorenzo Arduini Terre Alte. • per le attività sociali. Com- “Ticinum”. •

02 • febbraio 2019 febbraio 2019 • 03 COORDINAMENTO OTC-SO

permanente. Questo ha voluto dire conoscenza reciproca, LA BASE CULTURALE E TECNICA circolazione di informazioni, identificazione di criticità e valu- tazione di opportunità, per giungere alle prime collaborazioni COMUNE DEGLI ORGANI DEL CAI effettive. La disponibilità e l’impegno dei presidenti di OTC e SO sono encomiabili e li ringrazio tutti, come ringrazio per Intervista a Gian Carlo Nardi, responsabile del Coordinamento degli Organi il fattivo supporto la Presidenza generale e i Consiglieri cen- trali Luca Frezzini e Alessandro Ferrero Varsino, referenti per Tecnici e delle Strutture Operative, istituito per facilitare la cooperazione il Coordinamento e rispettivamente Coordinatore e Vice coor- trasversale in un settore tecnico-operativo dove molte migliaia di Soci dinatore del Comitato Centrale. Al giro di boa del primo anno sono già ben 15 le collaborazioni fra OTC-SO, in atto o in stato operano con passione e competenza avanzato di progetto. Ci attende un 2019 impegnativo e con buone prospettive per sviluppare ulteriormente quanto impo- stato, per definire linguaggi e base comune, e per estendere la enovese classe 1952, Gian Carlo Nardi è responsa- etico-culturale e l’educazione alla solidarietà, alla sicurezza, alla pratica del coordinamento anche ai livelli sezionale e regionale bile del Coordinamento degli Organi Tecnici e delle conoscenza e al rispetto dell’ambiente, specialmente nei gio- e n»ella pianificazione corrente delle attività. • G Strutture Operative dal gennaio dello scorso anno. vani, come possiamo leggere più compiutamente all’art. 1 del lc/la Sposato, Nardi è architetto libero professionista, con specializ- Regolamento generale. Il primo Organo Tecnico costituito è il zazioni nella prevenzione incendi e nella sicurezza dei cantieri. Comitato Scientifico Centrale nel 1931, cui ha fatto seguito nel Appassionato di topografia e orientamento, ha inoltre insegna- 1937 la Commissione Centrale di Vigilanza e Coordinamento to Cartografia tematica come professore a contratto nella Fa- delle Scuole di alpinismo, l’attuale CNSASA. Poi progressiva- Gli Organi Tecnici Centrali e le Strutture coltà di Architettura dell’Università di Genova. Nardi ha iniziato mente le strutture sono aumentate, in particolare negli anni ’80, Operative del Coordinamento a frequentare la montagna fin da ragazzino, in Valle Orco, dove fino al neo costituito Centro Carsologico di Bossea». era nato il padre. Socio Cai dal 1974 (Sezione Ligure Genova), Comitato Scientifico Centrale (CSC), ha trascorso lunghi e intensi anni di attività nelle gite sociali e Come si può raggiungere l’obiettivo della base culturale e tec- presidente Giuliano Cervi nello scialpinismo. Nel 1987 ha poi preso il via l’impegno con nica comune tra tutte le figure titolate nel Cai? Commissione Nazionale Scuole di Alpinismo, i giovani, che dura tutt’ora. Nardi è Accompagnatore naziona- «L’unitarietà del progetto culturale impone una base comune, Scialpinismo, Arrampicata e Sci Fondo Escursionismo le di Alpinismo Giovanile e Istruttore neve e valanghe: si è oc- culturale e tecnica, per tutti i Titolati e Qualificati impegnati (CNSASA), presidente Paolo Taroni cupato in particolare di formazione, ricerca e comunicazione, nelle attività didattiche, di ricerca e di documentazione. Una Servizio Valanghe Italiano (SVI), pubblicando numerosi testi, fra i quali Escursioni ed ascensioni base condivisa costituita da contenuti, linguaggi, metodi e mo- presidente Gabriele Stamegna collettive nel 1993. Per due mandati componente della Scuola dalità operative; un modus operandi sul quale implementare le Commissione Centrale Alpinismo Giovanile (CCAG), Centrale del Servizio Valanghe Italiano, Nardi attualmente è componenti specialistiche. È un’esigenza emersa alla fine degli presidente Matteo Girotti Direttore della Scuola Centrale di Alpinismo Giovanile. Fra le anni ’80, quando si parlava di uniformità didattica. Molta strada Commissione Centrale Escursionismo (CCE), varie cariche ricoperte nella sua “carriera” all’interno del Cai, è stata fatta e ora è prioritario dare forma compiuta alla base informativi del Cai. Punto di partenza per i contenuti sono i presidente Armando Lanoce ricordiamo quelle di Presidente di Sezione, Presidente della comune per un’applicazione concreta, diffusa e sostenibile. Il manuali del Cai, in particolare Montagna da vivere, montagna Commissione Centrale Speleologia e Torrentismo Commissione Centrale Alpinismo Giovanile e Consigliere cen- Comitato Centrale ha dato un indirizzo preciso come punto di da conoscere, vasto compendio di conoscenze culturali e tecni- (CCST), presidente Marco Menichetti trale. partenza, elencando otto materie ritenute necessarie: il Club che. Il compito dei presidenti di OTC e SO, nell’ambito del Co- Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano Quali necessità hanno spinto il Comitato Centrale di Indirizzo alpino italiano; etica; cultura della montagna; conoscenza e ordinamento, sta nel distillare quanto opportuno per una base (CCTAM), presidente Filippo Di Donato e Controllo a costituire il Coordinamento a marzo 2017? tutela dell’ambiente montano; responsabilità e assicurazioni; comune e nello studiare metodi e modalità didattiche per una Commissione Centrale Rifugi e Opere alpine «Il Coordinamento interessa sedici strutture, nove in forma di prevenzione e soccorso; didattica e comunicazione; sistemi formazione proporzionata per i Titolati di 1° e 2° livello e per i (CCROA), presidente Giacomo Benedetti Organo Tecnico Centrale (OTC) e sette di Struttura Operati- Qualificati sezionali». Commissione Centrale Medica (CCM), va (SO). È un settore tecnico-operativo dove molte migliaia di presidente Luigi Festi Soci operano con passione e competenza, sulla base di modelli Da gennaio 2018 sei responsabile del Coordinamento. Ti SO Centro Studi Materiali e Tecniche (CSMT), organizzativi dove prevale la dimensione verticale. La priorità di aspettavi questa nomina? presidente Massimo Polato un coordinamento è quindi vitale, considerato che tutti siamo «La nomina è stata per me un’assoluta sorpresa. Sono onora- SO Biblioteca Nazionale (BN), chiamati a cooperare trasversalmente nell’unitario progetto to dell’indicazione del Presidente generale e della successiva presidente Gianluigi Montresor culturale del Club alpino a tutti i livelli: centrale, sezionale e re- conferma da parte del Comitato Centrale, ben consapevole SO Centro Cinematografia e Cineteca (CCC), gionale. Lo afferma con forza lo Statuto, che assegna al Comita- della delicatezza e responsabilità dell’incarico. Anche in rela- presidente Angelo Schena to Centrale le funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo zione ai tempi: l’esigenza di un efficace coordinamento di OTC- SO Centro Operativo Editoriale (COE), per organi tecnici e strutture operative. Di qui, facendo tesoro SO e di una solida base comune per titolati e qualificati è ormai presidente Enrico Pelucchi di esperienze precedenti, è arrivata la decisione del CCIC di indifferibile». SO Sentieri e Cartografia (SOSEC), costituire uno snello coordinamento di OTC e SO in forma di presidente Alfredo Gattai modalità operativa di collaborazione permanente e di intera- Qual è il tuo bilancio di questo primo periodo di vita del Co- SO Centro Nazionale Coralità (CNC), zione trasversale. L’insieme di OTC e SO costituisce una com- ordinamento e quali sono gli obiettivi più a breve termine? presidente Gabriele Bianchi plessa organizzazione, che concorre a realizzare una delle fina- «Il primo anno è servito a gettare le basi di un agire coordi- SO Centro Carsologico di Bossea (CCB), lità prioritarie del Club alpino: la promozione della formazione nato per realizzare una modalità operativa di collaborazione presidente Carlo Alberto Garzonio

04 • febbraio 2019 febbraio 2019 • 05 NEWS DALLE SEZIONI

A Brescia la rivista Anche il Cai al primo G7 Adamello si rinnova dell’agricoltura SUTT’U PICU RU SULI, IL DOCUMENTARIO

«Una rivista rinnovata per guar- Cibo, ambiente, agricoltura, tutela SULL’ALPINISMO IN SICILIA dare ai giovani: ogni numero sarà del territorio, economia, sapori e sa- caratterizzato da un messaggio peri sono stati gli argomenti trattati rio che racconta la storia alpinistica della Sicilia dagli anni ’30 a che la nostra Sezione vuole nei sette giorni (29 novembre – 5 oggi, attraverso immagini spettacolari, un testo raccontato, un- indirizzare ai Soci, ma anche a dicembre) della prima edizione del dici interviste e una fiction. Prodotto dalla Scuola di Alpinismo chi non è Socio e a chi non va in “G7 dell’Agricoltura e del Cibo”, del Cai Palermo, con la regia di Fabrizio Antonioli (dirigente montagna». Con queste parole il organizzato a Luco dei Marsi (AQ). ricercatore dell’Enea, Istruttore nazionale di alpinismo e Diret- Presidente del Cai Brescia Angelo Con un’attenzione particolare, natu- tore della scuola), il film intende, usando le parole del regista, Maggiori ha presentato la nuova ralmente, alle terre marsicane, con «promuovere le magnifiche pareti per l’alpinismo e l’arrampica- rivista sezionale Adamello (della i suoi prodotti e tradizioni. Anche ta in Sicilia, che in molti casi guardano il mare. Noi naturalmente quale è direttore) lo scorso 5 il Cai ha partecipato, con l’occhio siamo andati nei luoghi più belli per girare le immagini, come le dicembre nel complesso di Santa rivolto ai più giovani: la Sezione pareti di Marittimo, di Capo Calavà, del Monte Cofano e del Giulia. «Una nuova veste grafica e Vallelonga Coppo dell’Orso e quella Monte Pellegrino. Il nostro scopo è raccontare una storia che una riflessione contenutistica su di Sulmona hanno infatti accom- quasi nessuno conosce e fare in modo che tutti gli appassionati come la nostra associazione vuole pagnato gli alunni delle scuole sul sappiano che la Sicilia ha una storia alpinistica di tutto rispetto e oggi proporsi per essere il punto Vincenzo Torti, i tre Consiglieri territorio, organizzando visite al icono gli atlanti che la Sicilia è un’isola, e sarà vero. tanti appassionati che praticano questa disciplina». Tra le testi- di riferimento di tutti i bresciani centrali bresciani (Mauro Baglioni, sistema idrico del Fucino e alle in- Si avrebbe però voglia di dubitarne quando si pen- monianze spiccano quelle dell’alpinista e scrittore Fosco Marai- amanti della montagna sono le Milva Ottelli e Renato Veronesi) dustrie agroalimentari specializzate «Dsa che al concetto di isola corrisponde solitamen- ni (risalente al 2003) e della guida alpina e scrittore Alessandro due principali novità. Novità con e il Vicesindaco e Assessore alla nella lavorazione dei prodotti tipici te un grumo compatto di razze e costumi. Invece le Sicilie sono Gogna. Il documentario, che gode del patrocinio del Centro le quali intendiamo veicolare, con Cultura Laura Castelletti, è stato locali. In occasione del convegno tante: quella verde del carrubo, quella bianca delle saline, quel- Cinematografia e Cineteca del Cai, può essere richiesto dalle maggior leggibilità, vicende e sto- premiato l’accademico Franco che si è svolto nella Sala consiliare la gialla dello zolfo, quella bionda del miele, quella purpurea Sezioni con le consuete modalità di prestito. Per contattare il rie di uomini che vivono le terre Solina, alpinista bresciano degli del Comune, il sindaco Marivera De della lava». Inizia così il trailer di Sutt’u picu ru suli, documenta- regista: [email protected]. Il trailer è su Youtube • alte con passione positiva verso anni Cinquanta, per i suoi 70 anni Rosa ha ringraziato il Club alpino l’ambiente e l’avventura». Una rivi- di associazione al Cai. Solina, mo- per la fattiva collaborazione nella sta, dunque, che intende puntare strando con orgoglio la sua tessera trasmissione della conoscenza della maggiormente sulla diffusione risalente al 1948, ha incantato la propria terra ai ragazzi. Per tutta I ragazzi del Cai Massa al finalmente in posa, il 12 dicembre, sotto la soddisfazione di avere stretto i denti della cultura e della frequentazio- platea che riempiva la sala, rac- la durata del G7, infine, in paese è campo base dell’Annapurna la scritta Namasté, al campo base. L’av- nei momenti più faticosi, quando viene ne responsabile delle terre alte. contando la gioia provata quando stato presente uno stand dove sono ventura più bella per Camilla Fruzzetti, naturale chiederti “ma chi me lo ha fatto Durante la serata, alla quale hanno fu presentato e accolto quale state illustrate con competenza le Namasté. Cioè “m’inchino a te”: la Ginevra Pegollo, Lucia Pudda, Laura fare”», si legge sulla pagina Facebook partecipato il Presidente generale Socio della Sezione di Brescia. • attività del Sodalizio. • giovane spedizione del Cai Massa si è in- Fruzzetti, Gianmarco Milani e Norberto dell’Alpinismo Giovanile Cai Massa. chinata davanti al maestoso Annapurna, Pegollo (i ragazzi), insieme a Gustavo Tashi delek! Lieta benignità, è il saluto ai 4130 metri del campo base. Ai social Milani, Andrea Milani, Matteo Zamboni di commiato. Fra poco in Italia verrà il network è stato affidato il diario dei sei e Viviana Marchi (gli Accompagnatori). tempo di raccontare: per fini benefici. Il giovani protagonisti (dai 15 ai 23 anni), «Possiamo solo immaginare quanti occhi ricavato sarà devoluto alla ricostruzione Un anno con gli scarponcini ai piedi che si possono facilmente immaginare in lucidi in quegli istanti a 4130 metri, per di una scuola in Nepal • pullman, con il naso schiacciato contro il Un anno con gli scarponcini ai piedi: è questo il titolo che verrebbe finestrino, verso Nayapul. E poi a piedi, da dare al video (realizzato da Stefano Biffi), che riassume il corso di nel giorno dell’Immacolata, salendo a alpinismo giovanile 2018 del Cai Missaglia (LC). Sono infatti loro, questi Gandruk: «sette ore, vari villaggi, primi scarponcini di taglie medio-piccole, il denominatore comune dei quasi nepalesi cordiali e simpatici». E poi fino 12 minuti di immagini: scarponcini che calpestano la neve di marzo a Chomrong, «primo ponte tibetano che in occasione delle prime uscite nel Parco del Curone e sul Sentiero ballava tanto, boschi di rododendro e Bonatti di Dubino, l’erba e le rocce piemontesi ad aprile, in occasione di bamboo, prima di Dovan», superando dell’uscita nella falesia di Montestrutto (con arrampicate), il selciato i 2000 metri. La terza tappa a Dobhan, dei paesi liguri nell’uscita a Montisola, fino ad arrivare alle foglie cadute «cala la temperatura e cresce l’emozio- dagli alberi l’autunno scorso. Scarponcini che sono saliti anche sulle ne», e la quarta, 11 dicembre, a Deurali, spalle degli Accompagnatori, nei tanti momenti di gioco durante le «con la sorpresa neve», giusto in tempo escursioni. Oltre al resoconto fotografico delle uscite, spazio anche ai per il compleanno di Lucia e Ginevra, volti, alle espressioni e ai sorrisi dei bambini e dei ragazzi protagonisti, raggianti davanti alla torta dei loro 20 nell’ampia carrellata di scatti in primo piano, oltre al giusto tributo agli e 22 anni. Li vedi, «a circa 900 metri Accompagnatori. Il video è visualizzabile sul profilo Youtube del Cai e dalla meta», davanti allo spettacolo sul sito www.caimissaglia.it • del Machapuchare, alto 6993 metri, e

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IL CONSIGLIO INFORMA

NON È UNA QUESTIONE DI ETÀ Cariche sociali Cai, abolito il limite dei settantacinque anni. Ecco il perché della decisione

ià nello scorso numero della scritta; si pensava che il limite dei 75 anni rivista si era accennato ad un favorisse l’ingresso alle cariche sociali ai G modifica del regolamento ge- soggetti più giovani, favorisse lo sviluppo nerale intervenuta nello scorso novem- di nuove idee e di nuovi progetti; di fatto bre e inerente l’abolizione del limite dei si è visto che questo non sempre avvie- 75 anni per l’accesso alle cariche sociali ne, stante che si continua ad evidenziare centrali e a livello regionale; l’argomento quale criticità la mancanza del ricambio merita una maggiore riflessione stante generazionale. che l’abolizione di questa norma è stata D’altronde si evidenzia che persone ana- oggetto di un lungo dibattito sia nell’am- graficamente vecchie risultano invece bito della conferenza dei presidenti ancora piene di vitalità, di spirito giovane regionali che nelle stesse assemblee re- e di iniziativa, di voglia di fare. gionali dei delegati con posizioni tra loro Viviamo inoltre in una società che vede 26 settembre libreria dal contrastanti. l’età media di vita aumentare con la con- Nella versione originale del Regolamento seguenza che anche l’età pensionabile generale, il limite dei 75 anni era per tut- tende ad elevarsi; oggigiorno inoltre la te le cariche sociali sia a livello territoria- complessità dell’associazione, l’impegno le che centrale; una prima modifica aveva richiesto per garantire efficacia ed ef- interessato le cariche sezionali a seguito ficienza richiede di dovere disporre di di sollecitazioni pervenute dal territorio; tempo libero che chi è impegnato nelle a seguire una mozione presentata dal normali attività lavorative fatica spesso a gruppo regionale Valle d’Aosta richiede- reperire. va l’abolizione di tale limite per le cariche Certamente è auspicabile che persone regionali; il Comitato Centrale e la Presi- giovani siano attive ai vertici del sodali- denza proponevano a tal punto di esten- zio, ma non è certo il limite dei 75 anni a dere l’abolizione di tale norma a tutte le favorire tale fenomeno; tuttavia non ci si cariche sociali per vari motivi e ragioni; improvvisa buoni amministratori o buoni la proposta tuttavia non aveva trovato dirigenti; i giovani devono innanzitutto grande consenso tra i presidenti regio- essere aiutati a crescere all’interno delle nali che erano maggiormente orientati sezioni, maturare esperienza, conoscen- al mantenimento, tanto che si propose di za e senso di appartenenza; bisogno dare avviare un dibattito all’interno delle as- loro la possibilità di inserirsi negli organi semblee regionali con una posizione più di governo a livello regionale, per poi ap- o meno equilibrata fra chi era propenso prodare agli organi centrali; sempre il no- al mantenimento e chi invece proponeva stro regolamento generale richiama che l’abolizione. i candidati alle cariche sociali devono Nello stesso Comitato Centrale le posi- essere scelti avendo come criteri com- zioni erano differenti, ma la maggioranza petenza e d esperienza associativa. i nuovi libri ha deliberato per l’abolizione; diversi i Infine, se è vero che le candidature sono motivi che hanno portato a questa scelta. libere, è però prassi che le proposte di del CAI In questi ultimi anni spesso si è parlato di candidature provengano dal territorio, semplificazione del nostro apparato nor- ovvero dalle Sezioni e che sono i delegati mativo, eliminando norme che potessero a scegliere, mediante elezione, i propri essere di ostacolo alla nostra attività o vertici. • che semplicemente non si erano dimo- collana strate efficaci per il raggiungimento de- Il coordinatore gli obiettivi per i quali la norma era stata Luca Frezzini In CollAborAzIone Con lA CAsA edItrICe Ponte alle grazie acquista online su store.CAI.It o tramite la tua sezione di riferime nto 08 • febbraio 2019 ESCURSIONISMO Viaggiatori d’alta quota Tre itinerari di vario impegno che consentono di scoprire, ciaspole ai piedi, angoli sorprendenti delle Dolomiti di Brenta, territori e panorami minacciati da progetti di ampliamento d’impianti di risalita che ne altererebbero la meravigliosa integrità testo e foto di Paolo Reale e Dolomiti di Brenta sono le più Nelle pagine precedenti, occidentali tra le Dolomiti, le uniche Dolomiti del Brenta e baito dei Cacciatori, presenti a ovest del corso del fiume Adige. L in discesa Si ergono tra la val Rendena e l’Altopiano della Paganella, tra la val di Sole e la val di Non. A sud si affacciano su Comano e il Banale. Raggiungono con sei vette i 3000 metri: le più alte sono Cima Brenta (3173 m), Cima Tosa (3151 m) e il Crozzon di Brenta (3118 m). Interessate dagli impianti da sci (in modo diretto) solo nel settore di Madonna di Campiglio e Passo Campo Carlo Magno (Monte Spinale e Grostè), offrono agli amanti dell’escursionismo invernale diversi scenari in cui ambientare ciaspolate di vario impegno. Sul versante rendenese sono diverse le possibilità per partire ciaspole ai piedi. In collaborazione con www.ciaspole.net, abbiamo scelto tre escursioni, ideali per soddisfare tutte le esigenze. ▲

PASSO BREGN DE L’ORS difficile - quota massima 1843 m Itinerari Partenza: Giustino, 770 m Arrivo: passo Bregn de l’Ors, 1843 m 1. Baito dei Cacciatori. Tempo di percorrenza: quasi tre ore da Giustino alla sullo sfondo la meta, in salita. La discesa è molto più veloce Presanella Difficoltà e pericoli: percorso che richiede ottimo al- lenamento e ottima capacità di valutazione locale del pericolo. La salita al Passo Bregn de l’Ors (indicato localmente anche come Bandalors e più noto come “Madonni- na” per la presenza di una piccola cappella) è davvero impegnativa: per godere al massimo della ciaspolata è necessario aspettare una bella imbiancata che con- senta di partire ciaspole ai piedi sin dal paese di Giusti- no. Ovviamente, sarà necessario valutare le condizioni del manto nevoso, onde evitare il pericolo di scariche spontanee in particolare quando, ormai in vista della meta, si transiterà sotto le pendici meridionali del Doss del Sabion. Si parte, come detto, da Giustino, piccolo e caratteristico abitato della Val Rendena, percorren- do via del Mut. Si cammina lungo la forestale Giustino -Livera, caratterizzata da pendenze davvero severe. È possibile effettuare qualche taglio su sentiero (traccia 307): ovviamente, come sempre quando si ciaspo- la, saranno le condizioni del momento a suggerire se mantenersi sulla strada o preferire i tagli. Il “taglio” più significativo – da non perdere in discesa! – è quello che raggiunge l’alpeggio Livera: in corrispondenza di un tornante verso destra si seguono le indicazioni ver- so Mazana, a sinistra, e si raggiungono un paio di case. Sono poste a valle di un pendìo che si risale senza trac- 1 cia predefinita fino alle case di Livera, dove si ritrova la strada forestale. La vista inizia ad aprirsi sulle vette del

44 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 45 2 2. Salendo a malga Fevri degli impianti di risalita – il percorso per raggiunger- lenza simbolica. Si snoda, infatti, in un territorio su 3. Il Rifugio Nambino le è un saliscendi immerso nella più totale tranquilli- cui pende come una spada di Damocle il ventilato tà e risulta davvero gratificante. L’ultima alternativa progetto di ampiamento del demanio sciistico di è il ritorno alla base che avviene sulle proprie tracce. Madonna di Campiglio (cosiddetto “Serodoli”). Con poca lungimiranza e molto sprezzo del territorio, in- RIFUGIO NAMBINO fatti, si vorrebbe far passare da questi splendidi am- facile - quota massima 1868 m bienti uno o più impianti di risalita a servizio di nuove Partenza: Madonna di Campiglio, località Nambino, piste che dovrebbero, nelle intenzioni dei proponen- 1700 m circa. ti, fungere da ulteriore collegamento tra la SkiArea Arrivo: rifugio Nambino, 1868 m (tel. 0465/441621) di Madonna di Campiglio e quella della val di Sole. Difficoltà e pericoli: in generale sicuro. Si raccoman- Il progetto prevederebbe piloni in tutta questa zona da comunque di valutare sempre i bollettini. e sbancamenti che altererebbero la conca di Sero- Tempo di percorrenza: meno di un’ora. doli (ora splendidamente selvaggia e ben nota a chi Spostandoci sull’altro versante della Val Rendena, percorre questi luoghi d’estate) oltre a una violenta davvero facile risulta la ciaspolata diretta al lago ed antropizzazione della Val Gelada fino a Pellizzano. al rifugio Nambino, di cui è consigliabile verificare i La Sat, già nel 2014, aveva espresso la propria con- periodi di apertura invernali. È un percorso che, con trarietà con una manifestazione in quota (Serodoli la neve giusta, può essere ideale per avvicinarsi alle resti Serodoli) in cui invitava tutte le Sezioni e la ciaspole: dura, infatti, meno di un’ora e copre un popolazione a partecipare alla salita, a essere pre- dislivello inferiore ai 200 metri. Si parte dalla co- senti per testimoniare l’attaccamento al territorio siddetta “piana di Nambino” dove si trovano alcune e portare l’idea di una montagna integra e libera, di case vacanza, una discoteca e alcune villette, oltre a una frequentazione attenta, rispettosa e di uno svi- un parcheggio. Le indicazioni per il lago sono eviden- luppo equilibrato e compatibile. Anche la redazione ti e, quasi sempre, la traccia è contrassegnata da pa- di www.ciaspole.net assiste con sgomento a questo line colorate che guidano lungo il percorso invernale e ad altri progetti (come, ad esempio, Devero, in Pie- (diverso da quello estivo). Tornante dopo tornante monte e Cime Bianche, in Valle d’Aosta) auspicando gruppo Adamello-Presanella e incomincia a deline- Difficoltà e pericoli: in generale sicuro. Si raccoman- si raggiunge il lago che, anche d’inverno, è davvero che vogliano prevalere il buon senso, il rispetto per arsi la sagoma del ghiacciaio del Lares. Dalle baite di da comunque di valutare sempre i bollettini. suggestivo. Romantica l’immagine del rifugio con le ambiente e paesaggio e un’idea di sviluppo che su- Livera la forestale prosegue nel bosco raggiungen- Tempo di percorrenza: un’ora per la salita. Dolomiti di Brenta sullo sfondo. peri la monocultura dello sci da discesa. do un quadrivio dove proseguire diritto lasciando a Questa salita, non troppo impegnativa, parte dal Il percorso descritto, facile, assume anche una va- www.ciaspole.net sinistra la via per Vallaston e a destra la strada per centro di Madonna di Campiglio (via Fevri) poco a Flanginech (quota 1400 m). Qui la traccia spiana per monte degli impianti di risalita dello Spinale. Incro- qualche decina di metri e supera un guado. Pochi cerà la pista Direttissima Spinale in un punto ma si 3 metri oltre il torrentello, sulla sinistra stacca il sen- manterrà in un ambiente tranquillo salvo l’incrocio tiero che – abbastanza ripido e caratterizzato da più di qualche slittino. Già, perché dal 2017 la forestale tornanti – porta alla malga Bregn de l’Ors, 1683 m. Il per malga Fevri è diventata una pista di discesa per bosco lascia spazio al campo aperto e, seguendo la gli slittini ed è quindi necessario, per chi sale con gli traccia di una mulattiera, si sale fino al passo Bregn sci o le ciaspole, deviare nel bosco percorrendo un’e- de l’Ors costeggiando – come detto – le pendici me- sile traccia che, comunque, snodandosi tra larici ed ridionali del Doss del Sabion. Poco prima di arrivare abeti, rende ancora più fiabesca l’escursione. Da Ma- alla meta iniziano ad apparire nella loro eleganza le donna di Campiglio-via Fevri – dunque – si seguo- Dolomiti di Brenta mentre a nord ovest, alle spalle no le indicazioni per i Giardini dell’Imperatrice e si di chi sale, spicca la sagoma della Presanella. Dav- prende quota nel bosco, tornante dopo tornante. Si vero caratteristico risulta un baito (detto “baito dei raggiunge in breve la forestale da percorrere senza cacciatori”) posto in una posizione tanto soleggiata dubbio alcuno in salita. quanto fortunata. Dal passo (1843 m) la vista è dav- Le pendenze sono impegnative ma costanti, mai proi- vero ampia: a ovest si distende il ghiacciaio del La- bitive. Dopo aver superato la pista da sci si notano le res, dominato dalla sagoma inconfondibile del Carè indicazioni che guidano alla risalita lungo il sentiero: Alto, mentre a est, come detto, lo sguardo è rapito si asseconda tale segnaletica e si inizia a ciaspolare dalle Dolomiti di Brenta, in particolare dall’anfiteatro nel bosco fino a sbucare poco a valle di malga Fevri, roccioso in cui è posto il rifugio XII Apostoli. al cospetto delle Dolomiti di Brenta. Dalla malga le alternative sono varie: si può, innanzitutto, raggiun- MALGA FEVRI gere con facilità la vicina elevazione, contrassegnata media - quota massima 1950 m salvo estensioni da una croce in legno che apre ulteriormente la vista Partenza: Madonna di Campiglio, via Fevri, 1530 m verso sud. Oppure si possono seguire le “paline” che Arrivo: malga Fevri, 1950 m (chiusa). Oltre in sali- conducono fino a malga Boch o al rifugio Graffer: a scendi fino al rifugio Graffer, 2250 m differenza di queste due mete finali – poste nel pieno

46 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 47 CAI SOLIDARIETÀ

UNA CATENA DI SOLIDARIETÀ DA OLTRE 134MILA EURO

Dal sei novembre – giorno di avvio del- l’appello del presidente Torti a devolve- (quest’ultimo importo a opera di un sin- I numeri del cuore la raccolta di fondi da parte del Cai, a re gli importi dei risparmi assicurativi. golo individuo), i più hanno dato dai 50 ai oggi (10 gennaio 2019) – ammonta a Tra i donatori si segnalano i Gruppi regio- 100 euro cadauno, ma non sono mancate 134.798,42 euro la cifra raccolta per so- nali: dall’Emilia Romagna sono giunti 8000 offerte da 300, da 500 e pure da 700 euro. La tempesta di fine ottobre ha fatto danni e vittime, ma ha anche stenere i territori e le persone colpite da euro, 5000 quelli dal Friuli Venezia Giulia. Si segnalano: l’azienda Save The Duck Vaia. In dettaglio: i versamenti sul conto Si è distinta la sezione di Arzignano che (10.373, 50 euro), la scuola elementare di misurato la risposta di solidarietà dell’Italia migliore. Comune corrente dedicato, da parte di 660 dona- ha versato oltre 2000 euro. Analoga azio- Galliate (1812 euro); un’Associazione di tori, hanno raggiunto la cifra di 81.375,92 ne dalla Sezione di Argenta (336 euro). protezione Civile del Vicentino (200 euro); denominatore: il Cai. Dalle sezioni ai privati, dalle aziende agli euro; da 93 sezioni del Cai sono stati rac- Gli importi individuali dei soci che sono BigFive srl – agenzia di comunicazione organismi pubblici, una partecipazione forte, rapida, sensibile colti e devoluti 53.442,50 euro, seguendo stati raccolti variano da 5 a 1000 euro monzese – per 200 euro.

AIUTIAMO LE MONTAGNE DEL NORD EST, la raccolta fondi continua di Luca Calzolari Conto corrente “Aiutiamo le montagne del Nord Est”, Banca Popolare di Sondrio. Iban IT76 Y 05696 01620 000010401X43

vento e pioggia, che è stata chiamata Vaia, ha flagel- un blogger, Luca Vivan, che ha appena realizzato lato Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia abbat- un volume che fissa nei suoi scatti le montagne del tendo milioni di alberi, causando frane che hanno Friuli e che, con il supporto di Acqua Dolomia, so- ingoiato case, distrutto strade e ponti, cancellato stiene la raccolta fondi attraverso le vendite del suo chilometri di sentieri. Il nostro pensiero va anche libro. alle altre regioni colpite dal maltempo negli stessi Cosa che fa dire senza timore di smentita che il Cai giorni e soprattutto alle famiglie delle vittime. sia il punto di riferimento per tante realtà. Il Cai si è mosso immediatamente a favore dei terri- Per esempio “Save the Duck”. È un’azienda che pro- tori colpiti. Ha attivato la raccolta fondi “Aiutiamo duce abbigliamento tecnico “animal free” e ha de- le montagne di Nord-Est”. L’appello del Sodalizio ciso di aderire alla raccolta fondi donando la metà ha toccato le corde di tanti. E molti hanno raccolto dell’incasso delle vendite del Black Friday del 2018. l’invito che il presidente Torti ha rivolto nell’edito- riale di Montagne360 di dicembre 2018: «Credo, BELLEZZA SOLIDALE infine, di interpretare un sentimento comune pro- Va detto anche che il Cai è il denominatore comune ponendo ai dirigenti sezionali, come a tutti i soci, di gesti di solidarietà pervenuti direttamente alla una modalità semplice, ma vera, con cui esprimere Sezioni. Mi limito a un altro esempio per tutti: è l’essenza del Natale ormai imminente: un concreto quello della Confcommercio di Vicenza che ha de- gesto di vicinanza nei confronti di chi deve trovare, voluto alcune migliaia di euro alla sezione di Asiago anche grazie a piccole forme di attenzione, la forza per il ripristino delle tabelle dei sentieri. per affrontare la ricostruzione». Le risorse economiche sono indispensabili, certo, ma c’è bisogno anche di altro per far tornare a vive- DONAZIONI IN CRESCITA re quella grande e splendida risorsa, per le monta- A quasi due mesi dall’avvio della raccolta fondi, i gne, che sono i sentieri. numeri raccontano più di qualsiasi commento l’ef- Servono tempo, braccia e sudore per ripristinar- fetto tangibile di una forte mobilitazione. Dal 6 no- li. E la manutenzione dei sentieri costituisce una vembre – giorno di avvio della raccolta di fondi da vocazione primaria del Cai. Così la Commissione parte del Cai, a oggi (10 gennaio 2019) – ammonta Centrale Escursionismo e la Struttura Operativa a 134.798,42 euro la cifra raccolta per sostenere i Sentieri e Cartografia hanno deciso di chiamare a territori e le persone colpite da Vaia. raccolta i soci per dare una risposta concreta. E, in i sono le cifre e ci sono i numeri. Ci sono i «Per gli interventi più urgenti – scrive Torti – è stata contemporanea senza l’uno conoscere l’iniziativa numeri delle vittime e le cifre che quantifi- «Sono le 10 e per fortuna siamo vivi. Ma siamo senza deliberata un’anticipazione di 50mila euro a favore dell’altro, Umberto Giacomelli, presidente della se- C cano i danni al territorio. Ma numeri e cifre acqua, senza corrente e isolati perché la strada dei Gruppi regionali Veneto e Friuli Venezia Giulia zione di Pieve di Cadore – in una lettera aperta alle sono anche una misura tangibile della solidarietà. vecchia non esiste più e il ponte è un ammasso di e di quelli provinciali Trentino e Alto Adige, perché sezioni di pianura – lancia la proposta di dare vita a Ed ecco allora che assumono un significato diverso, detriti. Tanti danni, ma grazie a Dio abbiamo la casa. possano disporre di prime risorse in attesa degli campi di lavoro per dare nuova vita ai sentieri cado- raccontano il grande cuore degli italiani. Retorica, esiti della raccolta». rini. La lunghezza d’onda è la stessa: chi ha bisogno dirà qualcuno. No. È il giusto riconoscimento dell’I- Non sappiamo esattamente cosa sia successo in Tra i donatori si segnalano i Gruppi regionali, le di una mano, la chiede senza timore. Chi sa che c’è talia migliore, diciamo noi. I fatti danno ragione. giro, ma la situazione è tragica» Sezioni, singoli Soci, scuole elementari, Associa- bisogno di aiuto, si organizza di propria volontà. Gli ultimi giorni di ottobre 2018 una tempesta di Elena Avoscan di San Tomaso Agordino zioni di Protezione Civile, aziende private e anche Questa è la bellezza e la forza del Cai. ▲

48 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 49 CAI SOLIDARIETÀ Successivamente è nata l’idea di sfruttare la cassa di PIANURA E MONTAGNA, risonanza del Black Friday per amplificare il mes- INSIEME PER RIPRISTINARE I SENTIERI saggio legato all’iniziativa». Dall’azienda milanese che ha il suo quartier generale immerso nel verde, Da Pieve di Cadore (BL) una lettera aperta indirizzata La cordata solidale vicino al Talent garden, è arrivato un assegno di ol- ai soci Cai d’Italia tre centomila euro. Ci vorranno anni di lavoro per ripristinare i sentieri della montagna «Siamo tutti fervidi sostenitori del Cai in azienda! bellunese. L’ondata di maltempo che ha flagellato l’area dolomitica Significativa risposta dalle sezioni e dalla società civile Sui canali web del Cai abbiamo avuto modo di ap- veneta ha distrutto gran parte della rete sentieristica molto frequen- all’appello del presidente del Cai: aziende, scrittori, profondire la conoscenza del progetto, cercavamo tata in estate. Ma anche con la neve gli escursionisti sono parecchi, un interlocutore all’altezza dell’importanza del grazie ai percorsi di collegamento tra i rifugi. Quest’inverno il “Regno amministratori pubblici mobilitati messaggio da veicolare, vista la gravità dell’emer- delle Ciaspe”, progetto grazie al quale le Dolomiti cadorine hanno ri- genza in questione. Il Cai ci è sembrato il referente cominciato a popolarsi anche durante la stagione bianca, resterà in- ideale». terdetto dagli schianti, dagli abeti divelti, dalle frane. L’entità dei danni i sono state parole che dal vertice Cai sono è ingente. Gli alberi caduti hanno isolato aree vastissime di territorio state scandite più volte, nei giorni suc- E IL CAI C’E’: dolomitico. «È disarmante constatare quanto siano profonde le ferite C cessivi al disastro naturale provocato dal IN PRIMAVERA VOLONTARI SUI SENTIERI inferte alla montagna da quell’acqua e quel vento che hanno marto- vento. Più volte il presidente Torti, nei suoi appelli «La manutenzione dei sentieri e delle strutture di riato le Dolomiti negli ultimi giorni di ottobre e nei primi giorni di no- alla mobilitazione, al “mettersi la mano sul cuore”, accoglienza costituisce una vocazione primaria del vembre» afferma Umberto Giacomelli, presidente della sezione Cai ha parlato di vicinanza da manifestare, di sostegno nostro Club – afferma il Presidente generale Vin- di Pieve di Cadore. Alcune Sezioni Cai della montagna sono in prima concreto per contribuire a ripristinare al più presto cenzo Torti – Intendiamo, dunque, manifestare linea nel tentativo di ripristinare qualche sentiero prima dell’arrivo una normalità. È stato un vero banco di prova per concretamente la nostra vicinanza e la nostra as- della neve. Si sono messe al lavoro fin da subito e, settimanalmente, valutare il senso di appartenenza al club. Ma sono sistenza alle aree colpite attraverso la promozione inanellano resoconti raccapriccianti sul lavoro da intraprendere. Ne è giunte fortissime risposte all’appello anche dalla so- della ripresa della frequentazione, ferma restando emersa la convinzione che ci vorranno anni per tornare alla normali- cietà civile. Ne evidenziamo alcune. la sicurezza delle persone, sostenendo così le attività tà. «La situazione - continua sconsolato Giacomelli - è drammatica. delle popolazioni colpite». Abbiamo già cominciato a lavorare per liberare alcuni tratti di sentie- UN LIBRO CHE SOSTIENE LE MONTAGNE Il Cai c’è. È il messaggio forte e chiaro che viene ro. E con noi anche cacciatori e volontari. Ma se lo facciamo da soli Si chiama Luca Vivan, è di Pordenone, è un blog- fino al 21 marzo 2019 al costo di 5 euro. «Un anello lanciato dalle parole del Presidente generale verso prevedo molti anni di lavoro per ripristinare i sentieri». E a Pieve di Ca- ger, uno storyteller, un fotografo. Ha scritto un libro tra le Dolomiti Friulane non è infatti solo un mio i luoghi e le persone colpite dalla straordinaria on- dore è maturata l’idea di scrivere una lettera a tutti i Soci Cai d’Italia (Un anello tra le Dolomiti Friulane) che è un atto libro – dice Vivan–- sono parole e immagini rega- data di maltempo a fine ottobre. Il Cai c’è, rispon- e in particolare a quelli delle sorelle Sezioni della pianura veneta. Una d’amore per le sue montagne, “le montagne che – latami dalle montagne dietro casa, da quel regno di dono – come un’eco ben udibile – dai presidenti lettera aperta per ribadire cos’è successo, per chiedere aiuto e per dice – sono dietro casa mia”. silenzio, pace e benessere che è pronto ad accogliere dei Gruppi regionali fino ai semplici associati, pas- organizzare insieme una serie d’interventi capaci di sviluppare quella «Quando ho iniziato a scrivere il libro, per gioco e ciascuno di noi, quando ne ha bisogno, quando si sando dalle notizie che giungono direttamente dai solidarietà che appartiene al Dna del Club Alpino Italiano. «Bisogna per sfida, per esprimere me stesso in qualcosa di avvicina alla Natura con il rispetto e il timore, con referenti delle zone colpite. Consapevoli del grande fare in modo – ribadiscono gli amici del Cadore – che la montagna più lungo di un articolo sul mio blog o di un post la sacralità senza tempo e senza voce che è giusto slancio che in tutte le nostre sezioni sta motivando riesca a unire tutti. Stimoli a far squadra. Ci aiuti a capire che soltan- sui social, – spiega – mi era venuta in mente l’idea tributare alle forze vitali, che ci sostengono». molti soci a promuovere azioni di aiuto, la CCE e to se ci mettiamo insieme, indistintamente tutti i frequentatori della di poter raccogliere dei soldi da destinare a qualche la SOSEC si sono fatte promotrici della program- montagna, riusciremo a guarirla presto. Altrimenti...». E gli auspici causa benefica. Quello che è successo a fine otto- IL GRANDE CUORE DELLE “ANATRE” mazione delle squadre di volontari che, nella pri- sono estremamente positivi. Ma anche gli stimoli e le reazioni pun- bre mi ha toccato da vicino perché le montagne che Save the Duck è un’azienda nata nel 1914 da un’idea mavera prossima, effettueranno interventi di ma- tano a progetti concreti di rinascita. Un’ondata di solidarietà ha sof- frequento, tra cui le Dolomiti Friulane, sono state del sarto pisano Foresto Bargi. Seguendo i propri nutenzione straordinaria nelle zone montane, del fiato da sud verso nord fin da subito. Nelle primissime ore successive le principali vittime. Mi è sembrato perciò naturale principi etici, i capi prodotti sono “animal free” al nord est, colpite dalla recente ondata di maltempo. al disastro hanno cominciato ad arrivare in quota le notizie di tante rivolgere l’attenzione ai luoghi che hanno ispirato la 100%. Dal marchio Save the Duck è giunta alla Si seguirà la procedura maturata nelle operazioni di mobilitazioni a favore delle comunità colpite dalla rovinosa ondata di nascita di questo libro». raccolta Cai un’ingente somma a sostegno del ter- ripristino della sentieristica nelle zone terremotate maltempo. Tra le tante iniziative, oltre a quella della Sede Centrale Nel suo impegno, Vivan è stato appoggiato da Ac- ritorio colpito da Vaia. «Siamo rimasti molto colpiti di Marche e Umbria. Da qui è nata l’idea di creare del Cai, sono state tante quelle promosse dalle sezioni di pianura del qua Dolomia. In che modo? dalla triste sorte delle foreste del nord est – scrivono una cabina di regia in grado di ottimizzare l’utilizzo veneto. In molti hanno chiesto cosa è possibile fare, fin da subito, per «Il sostegno di Acqua Dolomia è nato grazie ai so- da Save the Duck – e avevamo intenzione di dare il dei volontari, che saranno indirizzati, in base alle aiutare la “montagna ferita”. Dal dibattito è nato anche un possibile cial e alla passione per quei “luoghi dietro casa” che nostro contributo per il ripristino di una condizio- loro intrinseche capacità e possibilità operative, sui suggerimento operativo. Gli aiuti prodotti da concerti, sottoscrizioni, sempre più persone vogliono riscoprire e sostenere. ne di normalità. Il progetto del Cai ci è sembrato sentieri segnalati e censiti dai Presidenti di GR, e collette e tante altre belle iniziative solidaristiche potrebbero essere Un’amante del territorio friulano che si occupa di da subito uno splendido esempio in questo senso, referenti SOSEC e CCE. Verranno create squadre gestiti direttamente da chi li ha raccolti e cioè dalle sezioni Cai della marketing da diversi anni, Chiara Carlet, ha sco- e abbiamo deciso di aderirvi immediatamente. coordinate operativamente dalla SOSEC e dalla pianura veneta che, a partire dalla prossima primavera, si impegna- perto infatti grazie ai miei post su Facebook che CCE secondo un programma ben stabilito e con- no, insieme a quelle di montagna, a organizzare interventi di ripristino stavo scrivendo un libro sulle Dolomiti Friulane cordato con le realtà territoriali. Chiunque si voglia dei sentieri. Fin dalla prossima primavera in Cadore saranno organiz- e ha deciso di informare i dirigenti di Acqua Do- «Io ricordo l’alluvione e i disastri del 1966 e altri rendere disponibile a intervenire può inviare una zati campi di lavoro lungo i molti sentieri danneggiati o distrutti. Sol- lomia, i quali hanno subito hanno espresso il loro disagi più recenti, ma non ho mai visto scene del mail all’indirizzo [email protected] indicando nell’oggetto tanto la sezione di Pieve di Cadore ne gestisce oltre cento chilometri. entusiasmo per il libro e per l’idea di sostenere la genere, con migliaia di alberi caduti come birilli. “Disponibilità manutenzione sentieri del Nord Est”. La proposta è di farlo insieme: montagna e pianura. L’obiettivo è ripri- raccolta fondi indetta dal Cai». È dunque possibile Vanno indicati il periodo di disponibilità, se si sia stinare, entro l’estate 2019, quei meravigliosi sentieri dolomitici che sostenere l’iniziativa e acquistare il libro dal sito di Ricominceremo, come sempre» un operatore singolo o un gruppo organizzato; e i l’Unesco ha riconosciuto come patrimonio dell’umanità. Acqua Dolomia o da quello dello scrittore Vivan, Vittorio, 78 anni, ex carpentiere, Agordino propri recapiti. ▲ Bepi Casagrande

50 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 51 CAI SOLIDARIETÀ Ringraziamo per la disponibilità Forest@, Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale; in particolare il Prof. Marco Marchetti (Presidente Schianti di vento, il caso Sisef e Socio Cai) e il Prof. Marco Borghetti (Direttore Responsabile della tempesta Vaia Forest@) Proponiamo un estratto dell’analisi sugli “schianti di vento” pubblicato da Forest@, Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale del Sisef. Per capire meglio che cosa è successo e che cosa fare

ice un proverbio cinese: “quando soffia Ci sono boschi più esposti ai danni da schianto cambiamenti climatici in atto. In merito a Vaia, tornare a un’adeguata copertura forestale nel più il vento del cambiamento alcuni costrui- di vento, la vulnerabilità è maggiore o mino- tuttavia, secondo Forest@ che è la rivista di sel- breve tempo possibile. Dscono ripari, altri dei mulini a vento”. Un re a seconda dell’altezza dell’albero, della spe- vicoltura e di ecologia forestale da cui abbiamo Le tempeste di vento degli ultimi anni hanno for- detto che descrive nitidamente come, dal disastro cie, delle condizioni fito-sanitarie della pian- tratto questa scheda, è difficile relazionare la ve- nito agli addetti di settore i dati e le informazioni naturale, possa e debba essere tratta una lezione. ta e della struttura verticale del popolamento. locità del vento che si è verificata ai cambiamenti necessari e sufficienti per stabilire le modalità di Lo sottolinea un articolo su questi “schianti di La Val di Fiemme, popolata dagli abeti rossi, è climatici, ma gli esperti non hanno dubbi nel met- ripristino. L’impatto di Vivian in Svizzera nel 1990 vento” pubblicato su Forest@, rivista di selvicol- oggetto di discussione da anni. tere il fenomeno in relazione a un’estate assai più oltre al caso di Vaia dell’ottobre scorso, hanno por- tura e di ecologia forestale ([email protected]. Ma gli schianti di fine ottobre 2018 hanno però calda della media e il conseguente e prolungato tato a stabilire le priorità di intervento. org/). interessato una maggiore varietà di categorie fo- riscaldamento delle acque del Mediterraneo con Essa prevede prima di tutto la ricostruzione boschi- Il vento in Europa è considerato il principale fat- restali (pinete, peccete montane pure, peccete mi- il netto dislivello barometrico che si è verificato. va delle aree che proteggono direttamente dalla ca- tore di disturbo e agente di danno agli alberi, con ste, boschi misti con abete, peccio e faggio) strut- Un altro aspetto che ha reso più vulnerabile questa duta massi, frane e valanghe; la gestione delle aste una media di due tempeste catastrofiche all’an- ture boschive di vario tipo e a diverse altitudini. area è l’aumento della superficie coperta da foreste, fluviali; il regime dei bacini montani. Gli esperti no. Ogni anno in Europa è di 38 milioni di metri La magnitudo e la frequenza di eventi meteo l’aumento della biomassa per unità di superficie, forestali, in conclusione, arrivano testualmente cubi il volume di bosco distrutto da questi cosid- di forte intensità sta cambiando a causa dei l’età media e l’altezza degli alberi di queste foreste. a considerare un evento come Vaia – sotto il pro- detti schianti di vento. Il nord est fu interessato il Gli schianti di vento, osservano però gli esperti filo ecologico – “un’occasione anche per l’uomo”. 4 novembre 1966 da un fenomeno di proporzioni forestali, sono considerati fenomeni naturali. “Superata la fase di emergenza – scrive Forest@ analoghe a “Vaia”: comportò solo in Trentino la «Il bosco di Digonera non esiste più. Ed è solo per un Dunque la maggior parte delle foreste danneg- – in questo momento prioritaria, Vaia fornirà l’oc- perdita di 700.000 m3 di legname. Quali sono i miracolo che gli alberi sono caduti a monte e non a giate secondo le dinamiche forestali sono in gra- casione per adeguare strutture a gestione forestale fattori che influenzano il verificarsi di questi dan- valle. Altrimenti poteva essere un disastro in termini do di ripopolarsi, rinnovarsi, ricrescere. agli scenari di cambiamento climatico”. ni alla foresta da parte del vento? L’intervento che si rende necessario deve puntare Nella necessità di adeguare gli interventi volti a Le cause si dividono in quattro gruppi: le con- di danni materiali agli edifici, ma soprattutto di feriti. all’equilibrio dell’ecosistema, in modo da garan- favorire la resilienza e la resistenza dei boschi di dizioni meteo, le condizioni stazionali, la topo- Non ho mai avuto così tanta paura in vita mia» tire sicurezza e qualità della vita alle popolazioni fronte ai periodi di siccità e all’aumento delle tem- grafia e la struttura del popolamento forestale. Simonetta, Rocca Pietore locali. L’intervento quindi deve essere mirato a perature. ▲

52 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 53 CAI SOLIDARIETÀ Giornata della Montagna nel cuore d’Italia Il Cai, con il Presidente generale Vincenzo Torti, ad Amatrice e a L’Aquila per dare il proprio concreto contributo alla ripresa della vita sociale nelle aree colpite dal terremoto di Lorenzo Arduini

A sinistra, i presidenti di na Giornata Internazionale della Mon- per restituirla ai legittimi proprietari, gli alunni Cai e Anpas, Vincenzo tagna vera, intensa, autentica, carica delle elementari di Amatrice. La cerimonia, da- Torti e Fabrizio di significati, emozioni e solidarietà, vanti a un folto pubblico composto in gran par- Pregliasco, posano la U prima pietra della Casa quella vissuta dal Club alpino italiano, con il suo te da volontari, è iniziata con i saluti, a partire della Montagna Presidente generale Vincenzo Torti, nel cuore dal Sindaco Filippo Palombini e dal Vescovo di dell’Italia l’11 dicembre scorso. Ventiquattro ore Rieti Domenico Pompili: quest’ultimo è sempre A destra, la cerimonia che, usando le parole del Presidente, hanno di- presente agli eventi del Cai e sempre vicino alla di riapertura della sede storica del Cai L’Aquila mostrato che «il Cai non è solo escursionismo, popolazione di Amatrice, mentre l’impegno del alpinismo e arrampicata: siamo presenti dove Comune è stato decisivo nell’iter che ha portato c’è amore per la montagna, per la sua cultura e all’inizio dei lavori. È intervenuto poi il Presiden- per la voglia di stare insieme. È bello che dopo te di ITASolidale Guido Bettali, che ha spiegato un dramma ci sia la fede che insieme si possa come il Gruppo Itas abbia sposato il progetto fare molto». La giornata, fredda ma soleggiata, della Casa della Montagna, tanto da destinare la è iniziata il primo pomeriggio ad Amatrice, con somma raccolta dalla propria sottoscrizione alla la posa delle prima pietra della Casa della Mon- realizzazione di una parte della palestra boulder tagna: il primo edificio del centro storico (e il prevista al suo interno. È stato poi il turno dei secondo di tutto il territorio comunale dopo le rappresentanti di Cai e Anpas, le due associazio- scuole), frutto della generosità del volontariato, ni promotrici del progetto, finanziato grazie alle la cui costruzione ha preso il via nel paese laziale apposite sottoscrizioni, aperte subito dopo le ter- dopo il terremoto. Una cerimonia preceduta da ribili scosse dell’agosto 2016 per realizzare opere un segno davvero bene augurante per quello che in favore delle popolazioni colpite. Iniziando dal potrà diventare questo luogo: il Presidente del- Presidente del Club alpino del Lazio Fabio Desi- la Sezione di Amatrice Franco Tanzi ha infatti deri, il cui impegno in questi mesi è stato davvero trovato tra i sassi un Gesù Bambino del presepe, degno di un grande encomio (che non è mancato, che in questo caso rappresenta sicuramente un da parte del Presidente generale Torti): «come simbolo di rinascita, sia che si creda, sia che non Cai non potevamo fare altro che progettare un si creda. La statuetta, appartenuta sicuramente centro di aggregazione, sociale e culturale, ovvia- alla scuola elementare Capranica, che sorgeva mente votato alla montagna. Qui prima c’era una proprio qui prima di essere distrutta dal deva- scuola elementare e, con la Casa della Montagna, stante sisma dell’agosto 2016, era scalfita, spor- vogliamo dare continuità a questo luogo nel riu- ca, ma integra. Tanzi si è incaricato di tenerla, nire, insegnare e far socializzare i giovani. Mi sen- to di ringraziare particolarmente chi mi è stato vicino collaborando con me sin dai primi giorni, La giornata è iniziata nel primo dall’idea progettuale alle varie trattative in fase pomeriggio con la posa della prima di gara, in primis l’amico Paolo Demofonte. Ab- biamo ancora tanto lavoro da fare insieme». Pa- pietra della Casa della Montagna ad role confermate dal già citato Presidente del Cai Amatrice, un progetto di Cai e Anpas amatriciano Franco Tanzi, che ha ricordato come

54 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 55 In questa pagina, Cai-Parco) è stato il turno del Presidente generale italiane, patrocinato dalla Commissione Centrale dall’alto, la posa della Vincenzo Torti, arrivato a L’Aquila direttamente Tutela Ambiente Montano. Un volume che, come prima pietra della Casa da Amatrice. «Sono davvero emozionato perché hanno sottolineato i curatori (Fabio Conti, Fabri- della Montagna di Amatrice e l’esibizione vedo l’entusiasmo e la soddisfazione di chi ha at- zio Bartolucci, Luciano Di Martino e Aurelio Man- del Coro Cai L’Aquila teso anni per arrivare a un risultato. Siamo stati i zi) e il Presidente della Cctam Filippo Di Donato, primi a rimettere piede nel centro storico de L’A- evidenzia la vulnerabilità e la fragilità delle specie quila e i primi a fare qualcosa nel centro di Ama- endemiche delle Terre alte, ancora maggiore oggi trice. Questo è il risultato di chi ha continuato a a causa dei cambiamenti climatici e dell’innalza- credere dove sembrava non ci fosse più nulla», ha mento delle temperature. «Questa pubblicazione affermato Torti. «La montagna è una scuola di ca- vuole essere un rinnovato invito a prestare a ogni rattere, volontà e solidarietà. E il Cai che vedo in forma di biodiversità quella doverosa attenzione ogni occasione è esattamente questo: la montagna che spesso l’uomo dimentica anche nei confronti ci ha dato gli strumenti per renderci protagonisti di se stesso. Il Club alpino italiano conferma, in di qualcosa di molto bello». Dopo lo scoprimento queste pagine, il richiamo a quella sensibilità», della targa, la serata è proseguita con l’emozionan- ha detto Torti. Sulle pareti della sala gremita, con te esibizione del Coro Cai L’Aquila, la premiazione, tante persone che hanno dovuto rimanere in pie- da parte del Presidente generale, dei Soci con mag- di, erano esposte le emozionanti foto della mostra gior anzianità d’iscrizione e la presentazione del li- La nostra montagna del Centro Sperimentale di bro La flora endemica minacciata delle montagne Cinematografia (sede de L’Aquila). ▲

questo progetto sia «la risposta concreta a chi ha cerimonia di riapertura della sede storica della Panorama della Conca deciso di restare, di non abbandonare la terra in Sezione locale nel centro storico cittadino, dopo di Amatrice vista dal cui si è nati». I due presidenti nazionali di Anpas quasi dieci anni dal tragico terremoto che ha col- Lago di Scandarello (foto Silvio Sorcini e Cai, Fabrizio Pregliasco e Vincenzo Torti, hanno pito il capoluogo abruzzese. Come ha ricordato il -wikimedia) ricordato la preziosa collaborazione tra le due as- Presidente sezionale Vincenzo Brancadoro, il Cai sociazioni per contribuire alla ripresa post sisma è la prima associazione cittadina a rioccupare gli con la forza del volontariato e della solidarietà. spazi urbani del centro storico, altrimenti desti- «Un volontariato attivo anche una volta superata nati all’abbandono e al degrado. «Anche la nostra l’emergenza, per contribuire alla ricostruzione», biblioteca è la prima, tra tutte quelle della nostra ha detto Pregliasco. «Oggi abbiamo cominciato città, a essere presente oggi in quella che era la un percorso, insieme, per far rivivere le monta- zona rossa. Come Sezione ci stiamo impegnan- gne di Amatrice e per poter ricordare con la sere- do molto, coltivando rapporti con le istituzioni nità di un futuro sempre migliore». Per Vincenzo e l’Università, organizzando eventi e impegnan- Torti siamo di fronte a «un volontariato generoso doci nella ristrutturazione dei nostri rifugi. Sono che cerca le forme migliori con cui esprimersi, a convinto che questa semina avrà un seguito», cominciare dal ridare speranza a popolazioni che ha aggiunto. Dopo i saluti del Sindaco Pierluigi pensavano di aver vissuto un dramma dal quale Biondi («ogni pezzo di città che viene riaperto è non avrebbero potuto più uscire. La Casa della un pezzo di vita di cui ci riappropriamo. Soprat- Montagna è l’inizio di una ricostruzione che non tutto se si tratta di un’associazione come il Cai, è solo di edifici, ma di uomini, donne e ragazzi dato che L’Aquila è molto legata alle sue monta- che vogliono guardare al futuro con rinnovato en- gne») e del Direttore del Parco Nazionale Gran tusiasmo». I due presidenti hanno quindi posato Sasso e Monti della Laga Alfonso Calzolaio (che la prima pietra, tra applausi, telefonini e macchi- ha ringraziato Brancadoro per la collaborazione ne fotografiche che scattavano senza sosta. Nella calce è stato inserito anche un biglietto augurale, firmato da tutti gli intervenuti. Dopo la cerimo- Il Cai, con la riapertura della propria nia spazio ad abbracci, strette di mano e foto di sede, è la prima associazione gruppo, che hanno coinvolto anche gli operai al lavoro nel cantiere. a tornare nel centro storico de Poche ore più tardi, a L’Aquila, si è tenuta la L’Aquila dopo il sisma del 2009

56 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 57 PORTFOLIO La cartografia alpina e la Biblioteca nazionale Cai Ecco una selezione delle mille carte la cui catalogazione e digitalizzazione è in corso, grazie al progetto europeo iAlp-Musei alpini interattivi, del Museo Nazionale della Montagna con il Musée Alpin di Chamonix

a cura di Alessandra Ravelli - immagini Biblioteca nazionale Cai

l fondo cartografico della Biblioteca nazionale Cai è composto da migliaia di car- te di gruppi montuosi di tutto il mondo a disposizione per ricerche geografiche I e toponomastiche, per studiare l’evoluzione della rappresentazione del territorio montano o semplicemente per apprezzarne la qualità grafica. La catalogazione, in ri- tardo rispetto a quella dei libri e dei periodici, è complicata dal fatto che in passato sono state accettate donazioni senza selezione, con conseguente accumulo di molte- plici copie delle stesse edizioni, stese, ripiegate, telate, personalizzate con tracciati e correzioni a mano. Sovente sono state rifilate per ridurre l’ingombro e così private dei dati necessari per la catalogazione, se non tramite confronto con altri esemplari e con i repertori. Come riferimento si segnalano le autorevoli opere di Laura e Giorgio Ali- prandi, collezionisti e massimi studiosi di cartografia alpina, autori di Le grandi Alpi nella cartografia, 1482-1885, Ivrea 2007. Per il Piemonte sono indispensabili i quattro repertori curati da Francesco Barrera, in particolare Il Piemonte nella cartografia degli stati sardi tra Restaurazione e Unità d’Italia, Torino 1989. In questa fase si dà la priorità alle carte topografiche storiche delle Alpi occidentali, del Monte Bianco in particolare, comprendendo anche carte geologiche e glaciologiche; qualche eccezione in scala inferiore vale per le edizioni del Cai e per le carte geografiche di rilevante valore storico. Successivamente si catalogherà una selezione delle circa 3000 carte extraeuropee del fondo Cisdae. Il fondo è composto da carte sciolte pubblicate autonomamente, ma altre carte im- portanti si trovano all’interno di volumi, come la celebre carta topografica del Monte Bianco disegnata da Pictet nel 1786 e pubblicata da De Saussure nei Voyages dans les Alpes, poi da William Coxe in Travels in Switzerland, London, 1794. Altre sono al- legate in cartelle editoriali a opere importanti come Opérations géodésiques et astro- nomiques… exécutées en Piémont et en Savoie, Milano 1825-27 e Atlas zu den Neue Untersuchungen über… der Alpen, Leipzig 1853 dei fratelli Hermann e Adolf Schla- gintweit, che comprende una splendida e dettagliata carta del Monte Rosa. È in corso anche il riordino delle carte che non rientrano nel progetto, come le più

importanti pubblicazioni dei club alpini europei e le diverse serie della produzione CAISiDoc - Sistema documentario 1. Carte topographique militaire des Alpes comprenant le Piémont, la Savoye, le comté de Nice, dell’Igm presenti in più copie, a partire dalla Carta d’Italia su scala 1:25.000 pub- dei beni culturali del Cai lesVallais, le duché de Gênes, le Milanais et partie des états limitrophes, dis. Jean-Baptiste blicata dal 1878. ▲ Catalogo online www.caisidoc.cai.it Raymond, incis. F. P. Michel, , 1820, cart-1201

58 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 59 2. Foglio 1 della Carte topographique militaire des Alpes comprenant le Piémont, la Savoye, le comté 4. Carta topografica degli Stati in terraferma di S.M. il Re di Sardegna alla scala di 1 a 50.000 in 91 de Nice, lesVallais, le duché de Gênes, le Milanais et partie des états limitrophes, dis. Jean-Baptiste fogli, Torino, Corpo Reale di Stato Maggiore, 1852-1867 Raymond, incis. F. P. Michel, Genève, 1820

3. Foglio 3 della carta degli stati di S.M. sarda in terraferma, disegnatore Paolo Burzio, incisore 5. Il foglio 37 noto per il fantomatico M. Iseran quotato 4045 m fu rivisto nel 1870. L’intera carta fu 2 Giovanni Capietti. Torino, Uffizio topografico dello Stato maggiore generale, 1846 revisionata tra il 1871 e il 1874 dall’Istituto Topografico Militare, dal 1872 Istituto Geografico Militare

60 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 61 6. Guillaume Henri Dufour Topographische Karte der Schweiz, foglio 22, Bern, Koegel, 1861. 8. In occasione dei Congressi alpini le Sezioni ospitanti stampavano guide itinerario e carte per i partecipanti. Prima opera cartografica ufficiale estesa a tutta la Svizzera, pubblicata tra il 1845 e il 1865 Carta itineraria pel 22. Congresso alpino Roma 1890, Istituto Cartografico Italiano, 1890

9. La Chaîne du Mont-Blanc, diretta da Albert Barbey, presidente della Section des Diablerets del CAS, disegno di 7. Gruppo del Gran Paradiso : da ultimarsi : rilievo eseguito nelle Alpi Graje, Firenze IGM 1885. Xavier Imfeld, rilievi e toponomastica di Louis Kurz, Berna, 1896. Fondamentale per uso alpinistico, prima della Accurato e innovativo lavoro di Pio Paganini, è una delle prime carte realizzate con la vasta produzione in scala 1:20.000 di Joseph e Henry Vallot fotogrammetria e segna una svolta per la cartografia alpina, col metodo della fototopografia 10. Massif du Mont Blanc levé par Mr. Mieulet Cap.ne d’Etat Major, Paris, 1865. Poco dopo il Trattato di Torino del 1861 il Monte Bianco appare in territorio francese sulla carta del cap. Jean-Joseph Mieulet. Servì di base per le successive dell’IGN e fu all’origine dello spostamento del confine

11. Carte topographique du massif du Mont Pelvoux su rilievo del capitano Ferdinand Prudent 11. Carta geologica della Contea di Nizza: Tav.3. di Angelo Sismonda, Torino, Reale Accademia delle distribuita con l’Annuaire del Club Alpin Français, 1874. Splendida carta in scala 1:40.000 con Scienze, 1841 curve di livello a 10 metri ARRAMPICATA 360° a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica - [email protected] perché lo stesso Schubert l’ultima l’ha man- particolarmente? cata. È stata anche la prima stagione in cui «Ognuno di noi ha uno stile molto diverso e sono salito due volte sul primo gradino del bisogna saper prendere ispirazione da tutti, podio, più i due argento. Il mio peggior risul- nei punti di forza. Sicuramente Schubert, Semplicemente perfetto tato è stato un quinto posto, quando tre anni che nel 2018 ha anche vinto il Campiona- prima era stato il mio miglior risultato! Direi to del Mondo, è il più forte e il più costante quindi che il bilancio è più che positivo!». del momento. E il suo stile mi piace: quando Dopo i suoi quattro 9b, oggi è tra i quattro scalatori al mondo a salire Il testa a testa con Jakob Schubert. Poi è stanco e sembra dover cadere, riesce co- Rotpunkt un 9b+. E in Coppa del Mondo i suoi risultati sono al top quella pioggia a Wujiang che ha annullato le munque sempre ad andare avanti. A dare il finali di tappa, il verdetto del titolo stagio- cento per cento di sé. E questa è senz’altro COPPA DEL MONDO 2018 IFSC nale anticipato “a tavolino”… una qualità a cui ispirarsi per migliorare». Il 28 ottobre scorso a Xiamen, in Cina, si è «La pioggia è stata un punto a sfavore, che Qual è il tuo obiettivo per quest’anno? concluso il circuito di gare internazionali di certo nessuno di noi si aspettava e poteva «Entrare nella rosa di chi sarà chiamato a Coppa del Mondo 2018 organizzato dalla controllare. Annullando quella finale, per re- partecipare ai Giochi Olimpici di Tokio del International Federation of golamento ISFC sono rimasti validi i risultati 2020. Quindi fare bene sia Coppa del Mon- (IFSC). Oltre a Lead (la specialità che ha della semifinale. E in quel caso io ero arrivato do sia il Campionato del Mondo per potersi inaugurato il circuito nel 1989), Speed (entra- quinto. Così Jakob è stato proclamato subito qualificare». ta nel 1998) e Boulder (dal 1999). Slovenia, Campione di Coppa del Mondo, e io mi sono Germania, Italia, Francia, Svizzera, Stati Uniti, piazzato al secondo posto. Non aver avuto la Si ringraziano: Stefano Ghisolfi, Sara Grippo, Giappone, Russia, e appunto Cina, sono stati possibilità di giocarmi il risultato realmente Klaus Dell’Orto, Eddie Fowke i paesi ospitanti questa ventesima stagione, in una finale è stato bruttissimo. E per Jakob partita il 13 aprile scorso a Meiringen (CH). è stato lo stesso. Gli è spiaciuto non potersi Campioni 2018 nella Lead l’austriaco Jakob confrontare fino all’ultimo sul campo. Ma ac- Nella pagina accanto, Stefano Ghisolfi nella Schubert e la slovena Janja Garnbret; nel cade. In quella gara non c’è stato né merito prima ripetizione Rotpunkt di Perfecto Mundo Boulder lo sloveno Jernej Kruder e la giap- né colpa, di nessuno. Poi, ovviamente in tutte 9b+, Margalef, Spagna (foto Sara Grippo). ponese Miho Nonaka; nella Speed i france- le altre il risultato ha parlato chiaro, la vittoria In questa pagina, in alto, Stefano Ghisolfi si Bassa Mawem e Anouck Jaubert. Jakob è andata a chi ha scalato meglio in assoluto. (foto Klaus Dell’Orto); in basso, Ghisolfi nella finale della tappa di Kranj, Slovenia, Coppa del Schubert e Janja Garnbret nella Combinata. Essere subito dietro a Schubert, è stato per Mondo Lead 2018 (foto IFSC, EddieFowke) E l’Italia? I nostri atleti hanno saputo regalar- me un grande risultato e un’enorme soddi- ci momenti davvero unici. Con i suoi due stre- sfazione». pitosi ori nella slovena Kranj e nella francese Margini di miglioramento? SUL PODIO DI COPPA Chamonix, nonché i due argenti di Arco e Xia- «A freddo, direi che quello su cui posso cerca- DEL MONDO 2018 - IFSC men, Stefano Ghisolfi (Fiamme Oro Moena) re di lavorare sono le semifinali. In entrambe, tefano Ghisolfi è tornato a dare il meglio di sé, questa condividendola con ; per poi nuovamente inserire è arrivato secondo in Coppa del Mondo Lead. finale e semifinale, si scala una lineaon-sight , Lead M - 1 Jakob Schubert (Aut), volta sull’impressionante Perfecto Mundo 9b+, una delle Perfecto Mundo nella sua lista nel 2016. Ma nel dicembre 2017 Nel Boulder, Gabriele Moroni (Kundalini Mila- a vista. Nelle finali si è in otto a competere. 2 Stefano Ghisolfi (Ita),3 Romain S sole quattro vie al mondo di questa difficoltà. Ce l’aveva aveva preso corpo anche il progetto di Alex e Stefano di pro- no) vince un oro nella tappa del Sol Levante a Ma nella semi si è in ventisei. Quindi dal pun- Desgranges (Fr) e Domen Škofic (Slo) tra le dita (e in testa) da qualche tempo. Ed era proprio a questa varla. È stato così un lavoro di équipe. Di scambi di idee, prove Hachioji. Mentre nella Speed, Ludovico Fos- to di vista mentale e tecnico, la scrematura è Lead F - 1 Janja Garnbret (Slo), linea che stava lavorando quando, a settembre, ci aveva detto: sulle varie sequenze, consigli. A distanza, e poi fisicamente as- sali (Carchidio Strocchi Faenza) si aggiudica decisamente alta, c’è più tensione. È qui che 2 Jessica Pilz (Aut), 3 Jain Kim (S. «Sto provando un 9b+ in Spagna. Ma ancora mi serve tempo sieme, ai piedi della linea e sulla linea. E il trio ha dato vita a un un argento nella cinese tappa di Wujiang. devo fare ancora meglio. Sono sempre pas- Corea) per questa parte di resistenza molto dura. Quel monodito molto lavoro di squadra straordinario. Sharma ha supportato Megos Allora Stefano, com’è andata? sato quinto, quarto, sesto. Quindi, se avessi tagliente che poi passa a una pinza, il crux, il passo chiave». Per- nella First Ascent della sua creazione, assieme a Ghisolfi (che «Bene! Soddisfatto. Sono risultato secondo controllato di più le semifinali, forse anche in Boulder M - 1 Jernej Kruder (Slo), fezione raggiunta il 7 dicembre scorso. Con tenacia, pazienza, lo assicurava). E Megos e Sharma hanno a loro volta sostenuto in classifica generale. Come l’anno preceden- Cina il risultato sarebbe stato differente». 2 Tomoa Narasaki (Giap), determinazione. Sapendo gestire fisicamente e psicologicamen- Ghisolfi nella prima ripetizione della linea. «L’ho odiata, l’ho te, ma con una grandissima differenza: ho Atleti da Iran, Stati Uniti, Giappone, Cina, 3 Rei Sugimoto (Giap) te questa salita che lo ha visto impegnato a più riprese. «Tren- amata, ho avuto tanti dubbi. Ho accettato la possibilità di una avuto la costanza di arrivare sempre in finale Corea, Russia, Europa… È un’occasione uni- Boulder F - 1 Miho Nonaka (Giap), tadue giorni su quella linea. Cadendo molte volte sullo stesso sconfitta. Ma, dopo un anno, posso dire fine a questo processo in tutte le gare; e sono stato l’unico a farlo, ca per confrontarsi. Qualcuno che t’ispira 2 Akiyo Noguchi (Giap), 3 Fanny Gibert (Fr) movimento. Poi finalmente, sono riuscito per la prima volta a sapendo di aver dato tutto me stesso». ▲ prendere quella pinza! E a proseguire senza errori fino al top, Speed M - 1 Bassa Mawem (Fr), con fluidità!», dice Ghisolfi. «Senza di loro non sarebbe stato 2 Danyil Boldyrev (Ucr), 3 Dmitrii possibile spingere il mio limite a questo livello», racconta anco- Timofeev (Ru) LE VIE PIÙ DURE AL MONDO ra Stefano. E loro sono Sara Grippo, che lo accompagna in ogni Speed F - 1 Anouck Jaubert (Fr), 2 Aries sua impresa e nella vita. E loro sono Alexander Megos, che ha 9c Silence () FA A. Ondra, 3.09.2017 Susanti Rahayu (Indon), 3 Iuliia Kaplina (Ru) liberato la via in FA il 9 maggio scorso, proponendo appunto il 9b+ Perfecto Mundo (Margalef) FA A. Megos, grado di 9b+; e che quei ventisei metri di follia di 9.05.2018. Prima ripetizione S. Ghisolfi, 7.12.2018 Combinata M - 1 Jakob Schubert, Perfecto Mundo li aveva visti e chiodati quasi dieci anni fa, nella 9b+ La Dura Dura (Oliana) FA A. Ondra, 7.02.2013. 2 Tomoa Narasaki, 3 Kokoro Fujii superstrapiombante catalana Racò de la Finestra, a Margalef, Prima ripetizione C. Sharma, 23.03.2013 Combinata F - 1 Janja Garnbret, in Spagna, quando ancora il 9b+ non esisteva. Sharma aveva 9b+ Vasil Vasil (Sloup) FA A. Ondra, 5.12.2013 2 Akiyo Noguchi, 3 Miho Nonaka poi abbandonato il progetto per La Dura dura 9b+ a Oliana, 9b+ Change (Flatanger) FA A. Ondra, 4.10.2012

66 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 67 CRONACA EXTRAEUROPEA a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica - [email protected] NEPAL dettagliate, ci eravamo basate sul sole e vacco, abbiamo spinto gli ultimi 500 metri Pumori 7161 m calcolato quell’orientamento. Solo al ritor- alla cima senza né tenda né sacchi a pelo Les voyages du Petit Prince è la nuova linea no, confrontandomi con quanto mi ha in- perché sapevamo che la finestra di bello aperta dai romeni Teofil Vlad, Romeo Popa e viato Lindsay Griffin dell’American Alpine si sarebbe esaurita subito. E questo se- Himalaya in stile alpino Zsolt Torok sulla Sudest del Pumori 7161 m, Journal, mi sono resa conto che il nostro condo giorno è stato davvero impegnativo. in stile alpino, in cinque giorni a metà ottobre couloir è molto più girato verso sud-est!». Dopo un esile pilastro di ghiaccio, abbiamo sale in solitaria i 6907 metri del Lunag Ri, tra Nepal e Tibet. I scorso. «Dal campo base avanzato, a 5660 Così ci racconta Anna Torretta della nuova proseguito con alcune lunghezze di misto metri, la via prosegue diretta alla cima con linea di 600 metri, con difficoltà A1 6a M5, piuttosto delicate che ci hanno portato alla 7161 metri del Pumori festeggiano Les voyages du Petit Prince: la nuova via difficoltà complessiva di ED. Tre bivacchi in aperta appunto lungo il couloir sud-sud-est parete superiore. Qui, su roccia e ghiaccio parete e l’ultimo in cresta verso la cima. Al dell’inviolato Mugu Peaks, nel Karnali di- sottile abbiamo continuato per altri tiri in- della cordata romena. I giapponesi firmano All Izz Well al Cerro Kishtwar e C4 abbiamo atteso un giorno in più perché strict (nord-ovest del Nepal). In cordata con credibilmente impegnativi. Continuando a Anna Torretta sigla una nuova linea di 600 metri ai Mugu Peaks il tempo migliorasse. Abbiamo raggiunto la lei, la spagnola Cecilia Buil e la messicana scalare nel buio siamo arrivati in vetta verso vetta con venti fino a 105 chilometri orari e Ixchel Foord. «Le giornate erano bellissime, le dieci di sera». Ma è stata la discesa a tra- con 27 gradi sotto zero!», ha spiegato Vlad. ma sempre più corte e gelide per l’arrivo sformarsi in una vera e propria corsa contro Passaggi verticali e strapiombanti lungo dell’inverno – racconta Anna -. La valle di le valanghe che, dopo le prime due ore di enormi canaloni per raggiungere il primo Mugu è attraversata da un vento costante calate, hanno iniziato a scaricare in parete ice-field. Quindi, diversi tiri di corda, sezioni o rafficato, che non smette mai. Siamo par- con l’inizio delle nevicate. I tre, trenta calate di misto M4 e un primo bivacco a 6050 m. tite per raggiungere direttamente “l’occhio” dopo, arriveranno al campo base avanzato Il secondo giorno, partenza su terreno meno di Mugu, ma dopo due tentativi sulla pare- sul ghiacciaio per trovare la tendina collas- ripido, per poi spostarsi verso destra sul ver- te centrale, una notte di tempesta ha fatto sata sotto la neve. Ancora con la minaccia ticale. «Si è trattata della parte tecnicamente cambiare i nostri piani di scalata. Abbiamo delle valanghe, gli alpinisti continueranno a più bella della linea, non facile trovare i giusti quindi scelto quel Couloir per portarci alla scendere per trovare una grotta sicura nel- collegamenti tra una sezione e l’altra scalan- cima principale, che però non abbiamo rag- la roccia dove ripararsi. Due giorni di attesa do su M5! Siamo poi riusciti ad individuare la giunto. A 5420 metri, a 50 metri dalla vetta, con campo base il 25 settembre. ▲ parte chiave della salita: un’incredibile ram- abbiamo fatto dietro-front per il forte vento, pa nel terzo superiore che avremmo affron- il freddo e la pessima qualità della roccia». Si ringraziano Genki Narumi, Teofil Vlad, tato il terzo giorno», racconta ancora Teofil. Effettuato bivacco intermedio. David Lama, Florian Klinger, Anna Torretta 2 biv. A 6250 m, appena sotto l’osso duro. «Difficoltà fino a M6, e una combinazione INDIA spettacolare di arrampicata su ghiaccio stile Cerro Kishtwar 6173 m (Jammu – Kashmir) off-width, passaggi verticali e strapiombanti I giapponesi Genki Narumi, Hiroki Yama- A sinistra, Yusuke Sato in apertura di incredibili nella prima lunghezza! Nell’uscita moto e Yusuke Sato, dal 20 al 23 settem- All Izz Well, Cerro Kishtwar 6173 m, India dalla rampa il ghiaccio improvvisamente è bre scorso, hanno aperto una nuova linea (foto Genki Narumi) sparito e trovare i collegamenti tra una se- lungo la parete nordest del Cerro Kishtwar. Sotto, da sinistra, Les voyages du Petit Prince zione e l’altra è stato più complicato. Non All Izz Well 1500 m VI WI5 M6. Ci spiega Na- aperta al Pumori 7161 m, Nepal, dalla spedizione rumena (foto Archivio ci sarebbero stati compagni coi quali con- il terzo giorno. «Un’incognita perché il ver- c’era la possibilità di proteggerci sfruttando rumi: «Abbiamo salito i primi 1000 metri TIBET-NEPAL Teofil Vlad); David Lama in cima al Lunag Ri Lunag Ri 6907 m dividere i dubbi. Che il minimo errore non sante di sinistra non lo si può vedere né dai la roccia. Abbiamo superato un torrione di lungo un facile canalone di neve, seguiti da 6907 m, Nepal-Tibet, dopo averlo salito David Lama ce l’ha fatta. Non con Conrad sarebbe stato contemplabile». Il 23 ottobre campi inferiori né mentre affronti la linea. neve inconsistente con passaggi strapiom- una sezione di ghiaccio. Dopo il primo bi- in solitaria (foto D. Lama) Anker, con il quale era partito nel 2015 ar- attacco in piena notte. «Per evitare scari- Dovevo andare verso sinistra lungo il ver- banti di M6. In uscita abbiamo progredito a rivando a 300 metri dalla vetta. Poi nel che di roccia e ghiaccio dalla parete nella sante tibetano, perché quello nepalese era sinistra fino ad affrontare lo Spider: 60-70° 2016, quando il compagno americano ave- parte bassa, cambiata rispetto al 2016. I troppo ripido; ma cosa mi aspettava non con un solo punto per la tenda» (3 biv. 6450 va sofferto di cuore a 5800 m ed era stato primi 1000 metri non erano coperti da neve potevo prevederlo». Lasciata tutta l’attrez- m). Il quarto giorno inizierà direttamente con evacuato con l’elicottero dal campo base e ghiaccio ed è stato molto importante zatura da bivacco, partito alle 6 di mattina, l’ultimo tiro chiave per uscire dallo Spider: avanzato. L’austriaco sulla vetta del Lunag trovare i giusti collegamenti tra una sezio- Lama traverserà la cresta. «È stato il giorno 60 metri di M6. «Il sole si era mangiato tutto Ri 6907 m, al confine tra Tibet e Nepal, ci è ne e l’altra. Non sono mai arrivato a punti in cui ho iniziato a non sentirmi più i piedi, il ghiaccio, per cui era necessario trovare la arrivato da solo (altro tentativo in solitaria morti. Ho salito come mi ero immaginato. anche se il freddo e il vento erano più soste- combinazione perfetta sulla roccia per pro- nel 2016, dopo il rientro a casa di Conrad). E dai pendii nevosi superiori ho progredito nibili. Non mi fidavo di dove li mettevo. La gredire», racconta ancora Vlad. Con altre 4 Il 25 ottobre scorso, dopo tre giorni di sali- fino al primo bivacco (6400 m ca - nda) . progressione è quindi rallentata. Con mille lunghezze i tre giungeranno alla cresta affila- ta lungo la cresta ovest, Lama ha portato a I venti erano fortissimi e il freddo intenso», dubbi. Ho affrontato anche un passaggio ta dove porranno il Campo 4 (6776 m). termine un bellissimo obiettivo che lui e An- racconta David. Trascorse ventiquattro ore su un solo cam per superare un tettino e La cima arriverà ventiquattro ore dopo, alle ker avevano nel cassetto. «L’avrei volentieri nella tendina, Lama partirà all’alba per sca- portarmi verso la cresta. Poi ho visto il sole tre del pomeriggio. Ritornati al C4, l’indoma- realizzato con lui. E quando questa prima- lare l’intero secondo giorno, alternandosi arrivare. Il terreno ha iniziato a farsi meno ni inizierà la discesa lungo il versante ovest. vera mi ha confermato che il progetto era sul versante tibetano (ovest) e nepalese, ripido. Ed è stato lì che ho capito che pote- Due giorni fino al Campo Base. ora nelle mie mani, ho preferito un tentati- lungo la linea che già aveva affrontato nei vo farcela. Le difficoltà sono diminuite sem- vo in solitaria», ha spiegato Lama. È iniziata precedenti tentativi. Secondo bivacco ap- pre più, e alle 10 di mattina ho raggiunto Mugu Peaks 5467 m così una preparazione metodica, intensa, pena sotto la headwall (6800 m ca), quello la cima». Lama raggiungerà il campo base «Il couloir che abbiamo salito è sud-sud-est per questa montagna. «Sapendo che non sperone inviolato che l’alpinista affronterà avanzato poco prima di mezzanotte. e non sud-sud-ovest. Non avendo cartine

68 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 69 NUOVE ASCENSIONI a cura di Carlo Caccia Polenta con farina degli altri Si chiama così la via di 420 metri, con difficoltà fino all’8b, aperta e liberata nell’estate 2018 da Matteo Della Bordella, Dimitri Anghileri e Paolo Spreafico, che hanno terminato la linea lasciata incompiuta da Ueli Steck e Kaspar Ochsner sullo spettacolare Reissend Nollen (3003 m) del Wenden (Alpi Urane, Svizzera)

di errore...) tra uno spit e l’altro. E infine avevo altre cose per la testa, non ci ho mai Nella pagina accanto, Matteo Della Bordella ecco Cleopatra (270 m, 8a, 7a obbl.): un pensato seriamente. Fino a quando, sette in libera su Polenta con farina degli altri capolavoro aperto da Bruno Pfaffen e anni dopo la prima salita di Infinite Jest, e verso l’attacco della via. Qui sopra, da Fredy Tscherrig (1990), liberato da Beat mi è tornata una gran voglia di Wenden: sinistra, Paolo Spreafico e Matteo Della Bordella scherzano in sosta durante Kammerlander (1993) e ri-liberato, dopo tornare su quelle pareti e concludere la l’apertura, Spreafico in arrampicata e la rottura di una presa, da Matteo Della via incompiuta di Ueli e Kaspar». Avanti, Dimitri Anghileri sulle incredibili placche del Bordella (2011). allora, in compagnia di altri due membri Reissend Nollen (foto di Tommaso Lamantia Ripidissimo e slanciato, il pilastro di si- del gruppo Ragni – il giovane Dimitri An- e Matteo Della Bordella) nistra del Reissend Nollen è un invito ghileri e l’esperto Paolo Spreafico – per ri- alla scalata: una distesa di roccia perfetta percorrere i quattro tiri già chiodati («Ab- dove all’inizio degli anni Duemila, a destra biamo dovuto scalarli – spiega Matteo –, delle citate Cleopatra e Batman e sinistra in quanto le vecchie corde fisse erano in – Polenta con farina degli altri – e lo la- di Trash (450 m, 7a, 6c obbl.) dei fratelli pessimo stato») e proseguire per altri sei sciamo spiegare a chi l’ha completata: «In Remy (1990), la super cordata composta fino alla sommità del pilastro. E tutto, nei un certo senso Kaspar e Ueli hanno mes- da Kaspar Ochsner e Ueli Steck comin- limiti di una faccenda “stile Wenden”, è so la farina, aprendo le prime lunghezze, ciò un’altra linea che il destino non ha filato liscio, concedendo ai nostri ragazzi e noi con quella abbiamo fatto la polenta, permesso loro di completare. Perché sia cinque giorni di pura avventura: «È stata terminando la scalata. Un nome leggero, Kaspar sia Ueli, aperte insieme le prime una bella esperienza – continua Della Bor- sicuramente, che ricorda tutti gli attori di quattro lunghezze della nuova via, se ne della –, sicuramente impegnativa ma non questa bella storia». sono andati per sempre, vittime della loro terribile. Mi vien da dire che ce la siamo Detto questo, per concludere, ricordia- no spettacolo della natura: una 1984). «Il Wenden è stato talvolta definito (3003 m) che s’innalza a destra, in po- voglia di vivere le montagne in solitudine: anche goduta, come sul tiro di 7b+ che ci mo che Polenta con farina degli altri è successione di pareti con pochi come una sorta di Verdon in quota – scri- sizione un po’ defilata, rispetto agli altri il primo nel 2007, nel gruppo svizzero de- ha regalato cinquanta e passa metri di ar- la quarta via nuova di Matteo Della Bor- U eguali, dal calcare semplice- vono Arnaud Petit e Stéphanie Bodet in bastioni del Wenden. In questo settore, gli Engelhörner («Sono le più belle mon- rampicata spaziale, di pura resistenza, su della in Wenden: l’ultimo capitolo (per mente superlativo, dove sono state aperte Parois de légende –. Il paragone, a nostro formato in verità da due strutture distinte, tagne del mondo», diceva) e il secondo un terreno dove l’apertura nel nostro stile, ora) di un’avventura personale comin- vie da sogno. Ecco il Wenden, amici letto- avviso, non è tuttavia così azzeccato. Al di separate da un profondo intaglio con tan- dieci anni dopo, nel 2017, sull’himalayano sempre in libera e usando i cliff soltanto ciata nel 2003 “prendendo le misure” ri, che dagli anni Ottanta del secolo scorso là del colore grigio del calcare, le differen- to di cascata, si svolgono vie come le relati- Nuptse. Chi avrebbe raccolto il loro testi- per chiodare, diventa quasi un piacere». su Sonnenkönig (350 m, 6c, 6b obbl.) di è l’università della scalata nel cuore delle ze sono notevoli. A cominciare dal fatto vamente abbordabili Caminando (500 m, mone? Chi avrebbe realizzato fino in cima Il tocco finale, essenziale per salite del Ochsner (1990) e continuata esperienza Alpi svizzere. Su quelle muraglie, rivolte a che le pareti del Wenden sono molto più 7a+, 6c obbl.) e Millenium (500 m, 7b, 6b la loro visione sul Reissend Nollen? genere, è arrivato il 28 settembre 2018 dopo esperienza, passando decine e de- sud e culminanti nei 3042 metri del Gross impressionanti, perché più alte, di quelle obbl.), aperte da Kaspar Ochsner a dieci Eccoci così all’estate 2018. Matteo Della quando Matteo, in compagnia di Silvan cine di giornate su quelle pareti diven- Wendenstock, risuonano nomi leggenda- del Verdon. Ma non solo: i buchi sono più anni di distanza (1989 e 1999) ma anche Bordella, esponente di spicco e presidente Schüpbach, ha firmato la rotpunkt di tut- tate una sorta di laboratorio, fino alle ri: quelli degli alpinisti – personaggi come netti e la roccia si presenta generalmente autentici test di tecnica e nervi come Bat- dei Ragni di Lecco (che abbiamo voluta- te le lunghezze della nuova linea: dieci tiri prime salite di Portami via (230 m, 7c+, Kaspar Ochsner, Peter Lechner, Peter molto più ricca di tacche e orecchiette, man (300 m, 7b+, 7a obbl.) di Ueli Bühler mente menzionato poco fa), non ha spedi- (420 m) fino all’8b (7b obbl.) che somma- 7b obbl.) con Fabio Palma e Domenico Abegglen, Yves e Claude Remy, Michal Pi- regalando una scalata assai più gratifican- &. C. (1989) e la temutissima Dingo (500 zioni in programma e partorisce un’idea: ti danno uno degli itinerari più duri del Soldarini (2005), Coelophysis (670 m, telka, Ueli Bühler, Michel Piola... – e quelli te!». E se a dirlo sono due francesi, due m, 7c, 7b obbl.) di Peter Abegglen e del so- «Steck mi aveva parlato del suo progetto – Wenden, con spittatura in qualche caso 8a+, 7b obbl.) con Palma e Adriano Sel- delle loro creazioni, a cui il tempo non ha fuoriclasse del calibro di Arnaud e Stépha- lito Ochsner (1990) caratterizzata da una racconta –, invitandomi a terminarlo con decisamente lunga e la necessità di inte- va (2007), la già citata Infinite Jest (640 tolto un grammo di smalto (la superba nie, bisogna proprio crederci. chiodatura estremamente rarefatta, con lui o anche con qualcun altro. Tuttavia, sia grare con i friend le protezioni in loco. Il m, 8a+/b, 7b obbl.) ancora con Palma Elefantenohr, ad esempio, è del lontano Oggi siamo diretti al Reissend Nollen conseguenti lunghi viaggi (e voli in caso perché non mi sentivo pronto sia perché nome della via? Lo avete già letto nel titolo (2011) e, ovviamente, l’ultima nata. ▲

70 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 71 LIBRI a cura di Linda Cottino, con la collaborazione di Anna Girardi che rinforza le probabilità di sopravvi- ma quando, attraverso un atleta, sono nell’atteggiamento: non avevo l’ansia venza, basato su una sostanza chiama- riuscito a comprendere dei fenomeni di arrivare, ero solo curioso di vedere ta dopamina. Se l’animale sta cercando mentali. In altre parole, tutte le volte com’era ed ero pronto ad ascoltare le cibo, la dopamina crea il senso di acquo- che dal lavoro con lui o lei ho imparato mie sensazioni, nonché a girare sui tac- lina in bocca e lo spinge più fortemente qualcosa». chi se avessi sentito che stavo superando L’alchimia necessaria verso l’obiettivo. Un meccanismo me- Ti è accaduto di attivare la tua perso- i miei limiti. Quella sera raggiunsi il mio raviglioso, ma a breve termine, perché nale resilienza? compagno Claudio Rosset al campo 3 e Come trovare dentro di sé la motivazione, allenarla e migliorarla all’infinito l’effetto della dopamina dura poco. Del «Nel 2005, per il tentativo di record di il mattino successivo la cima. Ma non resto all’animale non serve darsi obiet- ascensione dell’Everest di Bruno Bru- è la vetta la cosa importante della sto- tivi a lungo termine. L’essere umano è nod, organizzammo una spedizione, ria. Bensì il fatto che la resilienza non è mentale – atteggiamenti, comporta- l’unico capace di faticare rimandando a molto limitata nel budget e nelle risor- sentirsi invincibili e imbattibili, veri no menti e aspetti motivazionali. La società lungo la ricompensa. Mantenere elevata se: si era in pochi e tutti Guide Alpine e limits man. La resilienza è saper stare prevede per noi un destino da consuma- la motivazione in assenza di gratificazio- Istruttori Nazionali del Soccorso Alpino. in contatto con i propri limiti. E, a volte, tori, e il consumatore perfetto non deve ne implica l’intervento di aree corticali Io non ero né l’uno né l’altro, ma ero tra essere capaci di accettarli. Chi non ha il avere grande forza di volontà: dev’essere molto recenti. Ma lo stile di vita attuale, gli organizzatori; si decise che il giorno senso dei limiti, chi è arrogante, non è passivo, sentirsi bisognoso di aiuto anzi- come abbiamo visto, non permette di del record io sarei salito al campo 1 (Col- resiliente: è solo qualcuno che prima o ché saper contare sulle proprie forze. E svilupparle a fondo». le Nord) e lì avrei atteso il passaggio di poi finisce per farsi del male». ▲ la cultura digitale rende tutti disattenti Quali soddisfazioni hai ottenuto con Bruno per filmarlo e preparagli acqua Linda Cottino e frammentati nella volontà, i social net- atleti di alto livello? e cibo. Tutti i compagni mi compiange- work distruggono la capacità di pensare «Il mio lavoro consiste nell’aiutare gli vano (e io pure un pochino) in quanto in modo autonomo. Così oggi le persone atleti a togliere trappole cognitive e alibi “predestinato” a non arrivare in vetta. sono molto più fragili mentalmente di che impediscono loro di prendersi la pie- Salii e attesi Bruno. Senza lo stato d’a- due generazioni fa». na responsabilità degli obiettivi e fornire nimo da “vetta a tutti i costi”, ero molto Com’è possibile allora darsi degli gli strumenti metodologici per allenare tranquillo – a quelle quote, un vantag- PIETRO obiettivi e trovare la motivazione per la motivazione. Detto ciò, i momenti di gio incredibile. Attesi Bruno e lo aiutai; TRABUCCHI raggiungerli? maggiore soddisfazione professionale poi decisi di salire anch’io. Arrivai al OPUS «Trovare dentro di sé la motivazione è non li ho sempre ottenuti lavorando con campo 2 e l’indomani proseguii per il 3. CORBACCIO, essenziale per svincolarsi da questo de- atleti di caratura mondiale o olimpica; Ero da solo, ma il mio vantaggio stava 176 PP., 16,00 € stino di passività. Ma non solo. Nella società moderna la stabilità ha lasciato il posto alla precarietà, nelle relazioni come nel lavoro. E per far fronte a que- sta incertezza è importante coltivare TOP 3 I TITOLI PIÙ VENDUTI NELLE LIBRERIE SPECIALIZZATE IN MONTAGNA E ALPINISMO le proprie capacità, superare i propri limiti e saper continuamente ricomin- ietro Trabucchi, oltre che mara- la definiscono “motivazione intrinseca” ciare da capo: non importa se hai venti LIBRERIA LA MONTAGNA, TORINO LIBRERIA GULLIVER, VERONA 2. W. Bonatti, La montagna scintillante, toneta e alpinista, è soprattutto o “auto-motivazione”. L’alpinismo puro, o cinquant’anni. Ma la motivazione per 1. L. Orellier, I. Borgna, Il pastore di 1. P. Cognetti, Senza mai arrivare in cima, Solferino P esperto di motivazione e resi- privo di finalità esibizionistiche o com- migliorarti, rialzarti di nuovo non te la stambecchi, Ponte alle Grazie-Cai Einaudi 3. A. Boscarino, K2, Rizzoli Lizard lienza. Insegna all’Università di Verona merciali, si basa su questo: sulla spinta darà il mondo esterno, il capo, l’azienda, 2. P. Cognetti, Senza mai arrivare in cima, 2. T. D’Errico & A. Battistoni, Un anno di vita e come psicologo ha seguito, tra le altre, a esplorare i propri limiti, a migliorare lo Stato. O sai auto-motivarti, o nessu- Einaudi in montagna, Tipolito LIBRERIA TRANSALPINA, TRIESTE le squadre olimpiche italiane di sci di senza sosta le proprie competenze. Ciò no lo farà per te. Facciamo un esempio 3. G. Carr, Assassinio sul Cervino, Mulatero 3. A. Spinelli, Se cammino vivo, Ediciclo 1. T. Weiss, Racconti da Le Alpi Venete, fondo e canottaggio. Dopo i best seller che sostengo è che oggi avere grandi alpinistico: se sei abituato ad aspettar- acquerelli R. De Eccher, Antiquità Resisto dunque sono, Perseverare è uma- passioni è sempre più difficile, perché ti che il soccorso alpino venga a tirarti LIBRERIA BUONA STAMPA, LIBRERIA PANGEA, PADOVA 2. U. Steck, Speed, Priuli&Verluccao no e Tecniche di resistenza interiore, è la le nostre motivazioni sono deboli, legate fuori dai guai, là dove queste risorse non COURMAYEUR 1. J. Krakauer, Estremi, Corbaccio 3. B. Di Beaco, Non sono un’alpinista, Club volta di Opus. Ne parliamo con lui. alla gratificazione istantanea, al “tutto ci sono, sei finito. Perché sarai imprepa- 1. G. Andruetto, Fratelli e compagni di 2. B. Clifton, La grande ascensione, Mulatero Alpino Italiano Iniziamo dal titolo, che riecheggia e subito”. Come dicono tanti allenatori, rato a far fronte all’emergenza. Il primo cordata, Corbaccio 3. E. Brizzi, Il cavaliere senza testa, Ponte alle l’Opera alchemica: come mai questa hai davanti sempre più spesso gente che passo allora è diventare consapevoli che 2. C. Todesco, Le signore delle cime, Grazie scelta? ha fisico, “ma non ha la testa” per tenere la motivazione non te la danno gli altri. pubblicato in proprio «L’Opera alchemica è il processo leg- duro a lungo». È un processo che puoi governare attiva- LIBRERIA CAMPEDÈL, BELLUNO 1. P. Ertlen, Ski de Randonnée en gendario tramite il quale gli alchimisti La società contemporanea è dunque mente, e allenare. Nel libro le indicazio- LIBRERIA MONTI IN CITTÀ, MILANO 1. P. Cognetti, Senza mai arrivare in cima, Vallée d’Aoste, Editions Olizane intendevano realizzare la trasformazio- “colpevole di passività”? ni non mancano». 1. P. Cognetti, Senza mai arrivare in cima, Einaudi 2. S. Ravasi, Scialpinismo nelle ne dei metalli vili in metalli preziosi. «Le neuroscienze hanno dimostrato Spieghi anche l’evoluzione dell’esse- Einaudi 2. K. Tormen, F. Bristot, I-Rems, DoloMedia Orobie valtellinesi, Idea Qui è metafora per indicare la spinta a che la cultura (stile di vita e modelli re umano e le sue strutture cerebrali. 2. A. Mattei, L’arte di fare lo zaino, Ediciclo 3. AA.VV., Photo White Album, Vividolomiti Montagna TOP GUIDE realizzare il proprio potenziale. È una di comportamento) plasma il cervel- Che cosa ci differenzia dal resto del 3. G. Carr, Assassinio sul cervino, Mulatero 3. G.Busato, G.Peripoli, L.Pretto, motivazione spontanea, che non ha bi- lo degli individui. Lo stile di vita at- regno animale nell’automotivazione? LIBRERIA SOVILLA, CORTINA D’AMPEZZO Scialpinismo Piccole Dolomiti, sogno di ricompense esterne e che di so- tuale ha effetti devastanti, non solo «La motivazione animale è ancorata alla 1. T. Weiss, Racconti da Le Alpi Venete, Vividolomiti lito chiamiamo “passione”; gli psicologi sulla salute fisica o sui valori, ma sul gratificazione immediata: è un processo acquerelli di R. De Eccher, Antiquità

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Così, accanto alle montagne più della Collana d’oro “Le Alpi” di Cappelli, Domusnovas – Sardegna nato di storia dell’alpinismo, ha come Italo Zandonella poteva la prima biografia, approfondita e alte e famose – Everest, K2, Monte attiva dal 1947 al 1967, di “Montagne” in 650 vie, guida alle arrampicate dedicato al K2 è un monumento al rendere con assoluta obiettività la ben congegnata, che spazia dalla Bianco, Cervino – si scoprono il cui Zanichelli accumulò alcuni dei più bei sportive e di più tiri. gigante del Karakorum. Formato biografia di una personalità tanto montagna alla resistenza parti- Kilimangiaro e i Pirenei; insieme titoli mai pubblicati nell’universo alpinistico Edito in proprio, 52 pp., 10,00 € maxi (48,6 x 30,6 cm), apertura a complessa e controversa come giana, dalla guerra alla vita di tutti a “mostri sacri” come Walter (dal 1961 al 2007, cui si affiancò dal 1980 fisarmonica, il volume si “srotola” quella di Piero “Presto”, sopranno- i giorni. Scopriamo così, anche Bonatti, vi sono – incredibile! – le al 1985 “Idee di alpinismo”), infine di “Voci • Mario Sertori, Alpine Ice 2 per ben sette metri. Su ciascuno me affibbiatogli dagli alpinisti suoi attraverso i suoi scatti, tratti dal alpiniste: d’Angeville, Lucy Walker, dai monti”, dal 1963 al 1974, collana edita Le più belle cascate delle Alpi. dei due lati della lunga striscia di contemporanei. La grande espe- prezioso archivio fotografico, un Junko Tabei, Chantal Mauduit… E da Cappelli. Va però segnalata ancora, per Versante Sud, 512 pp., 32,00 € carta vengono proposti ai lettori rienza dell’autore, infatti, evita il grande esploratore. Un lavoro ben fanno capolino anche una celebre i più curiosi, “Il semprevivo”, che ebbe vita la geografia della montagna, la pericolo di rendere un’immagine fatto, in italiano e in inglese. cagnetta delle cime e un gatto assai breve sotto l’egida delle edizioni Alfa, ESCURSIONISMO sua morfologia e i personaggi distorta di Ghiglione, ricorrendo misterioso. Bello! dal 1955 al 1957, con una sola aggiunta • Nicolas Gardon, Sylvain Bazin, che ne hanno costruito la storia, i ad autocensure “politicamente JON KRAKAUER quasi dieci anni dopo. Cinque titoli in tutto Camminare nei luoghi più belli tentativi di scalata e l’epopea della corrette” ma inammissibili sotto ESTREMI MARCELLO DURANTI dedicati alla montagna, mentre la casa del mondo conquista. Relativamente poche le il profilo della verità storica, sugli CORBACCIO, 185 PP., 18,60 € LA LIBRERIA editrice lavorò per trent’anni, con la dire- Volume fotografico di grande formato. fotografie, molti e di grande impat- aspetti più discutibili e discussi VIVIDOLOMITI, 110 PP., 17,00 € zione del libraio Elio Castagnetti e il logo Touring Club Italiano, 205 pp., 29,90 € to i disegni. Quelli delle pareti, degli del personaggio che fu uno dei firmato dal famoso pittore e disegnatore speroni e delle creste sono opera maggiori protagonisti dell’alpini- Pirro Cuniberti: vi collaborarono tra gli altri SCIALPINISMO del torinese Marco Camandona, smo non solo italiano tra gli anni Riccardo Bacchelli e Luciano Anceschi. • Comm. Naz. Scuole Alpinismo, omonimo del noto “ottomilista” ’30 e ’50 del Novecento. Ne esce Un’operazione culturale di alto livello e Scialpinismo, Arrampicata libera valdostano, e regalano a chi sfoglia un ritratto veritiero a tutto tondo; chissà come mai ci si volle aprire alla mon- Tecniche di discesa nello scialpinismo l’opera l’impressione di trovarsi sul da una parte, l’alpinista la cui tagna, oltretutto con un volume importante CAI, 159 pp. + video allegati, 29, 00 € posto, tanta è la cura dei particolari carriera iniziata pur tardivamente, come Stelle e tempeste di Gaston Rebuffat (22,00 € soci Cai) e l’impatto emotivo sull’osserva- a 30 anni e per scommessa come (Zanichelli lo rieditò nel 1981), cui fecero tore. I ritratti degli alpinisti e dei recita il titolo, fu assolutamente seguito La strada è questa… di Adolfo Bal- • R. Zink, S. Lieb-Lind, H. Haberl, gruppi di spedizione sono invece straordinaria per la quantità e Chiunque si avvicini alla narrativa liano, Montanaia di Spiro Dalla Porta Xidias Scialpinismo negli Alti Tauri del sud opera del brasiliano Alexandre la varietà di cime salite e regioni di montagna non può non imbat- L’incredibile che diventa realtà può (ripubblicato nel 2002 dalla Nuovi Sentieri 141 itinerari e varianti nel Parco Jubran. Poi ci sono le grandi esplorate in tutti i continenti, tersi in Jon Krakauer e nei suoi sconvolgere il tran-tran quotidia- di Bepi Pellegrinon) e Un uomo va sui monti Nazionale Alti Tauri in Carinzia. carte, utilissime a inquadrare la dall’altra l’uomo il cui modo best seller Aria sottile o Nelle terre no di un ricercatore e cambiargli di Giorgio Brunner, mentre nel 1966 uscì Versante Sud, 500 pp., 35,00 € vicenda storica della montagna. sovente scontroso e scostante, estreme (). Ancor inaspettatamente la vita. L’artefice Cervino cima esemplare, dello stesso E naturalmente i testi, tagliati su e soprattutto i comportamenti prima che alpinista, Krakauer è di questo portentoso evento è una Rebuffat. Alle edizioni Alfa è stata dedicata • Jean-Baptiste Mang, Grand Paradis. misura ma efficaci. È soprattutto nelle circostanze delle numerose infatti un maestro del giornali- libreria acquistata per poche lire una bella mostra alla Biblioteca dell’Archi- Toponeige Val d’Aoste il progetto grafico, giocato sulla tragedie che occorsero ai suoi smo d’avventura, cresciuto nelle in un mercatino dell’usato: essa ginnasio a fine 2017, a cura di Giovanna 183 itinerari scialpinistici dal Ruitor titolazione, sui riquadri, sulla compagni di avventure, lo espo- prestigiose riviste statunitensi, non emana un non-so-che di attraente, Delcorno. Perché scriviamo di tutto ciò? Per all’Emilius. messa in pagina a effetto, a incan- sero a critiche e accuse di scarsa solo di outdoor, e i suoi racconti nonostante l’aspetto malconcio; dimostrare che una collezione può nascere Volopress, 319 pp., 36,00 € tare il lettore di un volume che ha solidarietà, se non di colpevolezza. seducono per il ritmo e la scrit- proprio per questo è relegata in anche dall’attenzione per titoli non troppo il pregio di mostrare sin nelle sue Esperienze drammatiche che in tura. A dimostrarlo arriva questa cantina, stipata di libri “che non si distanti nel tempo, a prezzi accessibili (i • Espen Nordahl, Erlend Sande, Safer pieghe più recondite la conforma- una sorta di nemesi culminarono selezione di articoli legati dal fil leggono più”. È a questo punto che titoli delle edizioni Alfa, quando si trovano, Ski Touring in Norway zione di una delle montagne più nella sua tragica fine in un inciden- rouge dell’“estremo”, dove tutto è l’inverosimile accade… Per svelare non superano i 50 euro) e in grado di rac- 111 itinerari scialpinistici in Norvegia. belle del mondo. te d’auto a 77 anni. straordinario: personaggi, scenari il mistero non resta che immergersi contare un’epoca, almeno dal punto di vista Fri Flyt, 338 pp., 54,00 € Roberto Mantovani Alessandro Giorgetta e imprese. in questa arcifantastica lettura. della frequentazione della montagna.

74 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 75 INDICE MONTAGNE360 - 2018

Articoli e relazioni Paola Favero APRILE Ruggeri e Gaudenzio Mariotti Luca Calzolari e Gianluca Melis 16 Fantasia e sogno, montagna e ai libri in ordine di pubblicazione 34 Il progetto del Cammino della 01 EDITORIALE 37 Il capitale naturale, 12 La re-invenzione della mountain 52 I pionieri del Monte Rosa, Matteo Della Bordella 57 Mente locale, il valore del Rada, Cecilia Pacini 03 PEAK&TIP Filippo Di Donato bike, Piergiorgio Rivara Pietro Crivellaro 20 Si parte per scoprire, territorio 38 Un amore senza fine, 06 NEWS 38 Il futuro possibile, 18 Sulle tracce degli Etruschi, 58 Il passato e il presente in mostra, Luca Schiera 58 Tornare a vivere in montagna, GENNAIO Stefano Mandelli 12 Introduzione, Paolo Cognetti Patrizia Montanari e Alberto Monzali Anna Girardi 24 L’immaginazione al potere, fra tradizione e nuove sfide, 01 EDITORIALE 42 Riscoprire la natura a passo Luca Calzolari 42 A due ruote sull’isola magica, 22 Montenegro, amore vero, 62 PORTFOLIO. I fiori di roccia, David Bacci Patrizia Calzolari 05 PEAK&TIP d’asino, Lucia Montomoli 14 Prodotti di forgia e di fucina, Claudio Coppola Claudio Coppola miracoli della natura, 28 Caccia allo squalo, 60 PORTFOLIO. Immagini 06 NEWS 360 e Gianni Dellavalle Roberto Mantovani 48 Emergenza via radio, 28 Dove osano le aquile, Giuseppe Frigo Matteo Della Bordella di un’avventura, 10 È nata EUMA, l’Unione europea 48 La gigantessa della Val Ridanna, 20 Sicuri e affidabili, Stefano Mandelli Enrico Fisichella 70 CRONACA EXTRAEUROPEA 34 La Grande Accelerazione arriva Alessandro Giorgetta delle associazioni di alpinismo, Fabio Cammelli Lorenza Giuliani 50 La magia del Pian delle Streghe, 32 Nel paese delle meraviglie, 72 NUOVE ASCENSIONI in vetta, Carlo Crovella 68 A proposito di Cai e Uiaa Stefano Mandelli 52 Avventure con le ciaspole, 24 Una passione per la sicurezza, Daniela De Prato e Pietro De Faccio Alberto Montemurro 74 LIBRI ed Elena Barni 70 CRONACA EXTRAEUROPEA 12 Introduzione Lorenzo Monelli Giovanni Scalambra 54 L’uomo che inventò le previsioni 38 Liberi di pedalare, 42 La foresta dei sogni, 72 NUOVE ASCENSIONI 14 La sicurezza sui due piedi, 58 Grandi carnivori, è ora di 28 Una garanzia per la tranquillità in del tempo, Filippo Thiery Matteo Brusa SETTEMBRE Toio de Savorgnani 74 LIBRI Roberto Mantovani rimettersi in gioco, Enrico quota, Vittorio Bedogni 58 Una nuova guida per il museo, 42 Fra i giganti del Vallese, 01 EDITORIALE 50 Le Alpi siamo noi, 18 Un legame antico, Ghirardi e Davide Berton e Davide Rogora Roberto Mantovani Carlo Crovella 03 PEAK&TIP Simone Bobbio DICEMBRE Lorenza Giuliani 60 PORTFOLIO. Come eravamo 32 Novità sulla costruzione dei set 60 PORTFOLIO. Il pranzo è servito, 48 Storia di ritorni e di conquiste, 06 NEWS 53 Grazie Raffaele, 01 EDITORIALE 22 Dalla bottega all’impresa, 66 CRONACA EXTRAEUROPEA da ferrata, a cura dello Staff CSMT a cura di Aldo Audisio - Chiara Borghesi 14 Introduzione, Aldo Audisio 03 PEAK&TIP Gianluca Testa 68 NUOVE ASCENSIONI 34 Aspettando i Re Magi, Centro Documentazione 54 Quella promessa di luce, Luca Calzolari 54 L’anno della Lituania, 06 NEWS 28 La montagna è di chi la protegge, 70 LIBRI Carlo Crovella Museomontagna Emanuele Confortin 16 Cantare per sentirsi uniti, Natalino Russo 10 Introduzione, Andrea Formagnana 74 INDICE M360 2017 40 L’anima nascosta dei paesi alti, 70 CRONACA EXTRAEUROPEA 56 “Alpi del Mediterraneo” Andrea Zanotti 58 I fratelli alpinisti, Luca Calzolari 32 I sentieri Frassati premiati a Capri, Lorenza Giuliani 72 NUOVE ASCENSIONI candidate all’Unesco, 20 Una passione giovanile nel cuore Guido Andruetto 12 Voci dalle Terre alte, Enrico Pelucchi MARZO 42 Una “classica” d’alta quota, 74 LIBRI Sonia Zanella ed Elena Norzi di Milano, Luca Bertazzoni 60 Nuvole a Casola, il mondo Luca Calzolari 34 Di fuoco e di ghiaccio, 01 EDITORIALE Andrea Caser e Paolo Acler 60 A Valdagno sia festeggiano 60 24 La terza stagione speleologico ritorna a e Roberto Mantovani Massimo Goldoni 03 PEAK&TIP 48 Sull’alta via, Simone Bobbio GIUGNO estati “in tenda”, dell’armonizzazione, Speleopolis, Massimo “Max” 16 I conti in tasca, 42 #ripartidaisibillini, la solidarietà di 06 NEWS 54 L’alpinista solitario, 01 EDITORIALE Giovanni Scalambra Gianluca Testa Goldoni Giorgio Daidola oggi, Martina Nasso 10 Introduzione Franco Perlotto 03 PEAK&TIP 62 PORTFOLIO. Albert Smith. Lo 26 La voce nei polmoni della terra, 62 PORTFOLIO. Post-Water, 20 Il festival che non c’è (più), 48 Storia di una diga che non c’è, 12 Che la forza sia con noi, 60 K2, un sogno infranto 06 NEWS spettacolo del Monte Bianco, Andrea Gobetti Andrea Lerda Stefano Pallotta Giulio Frangioni Linda Cottino 62 PORTFOLIO. Primavera, 10 Le guide Cai arrivano in libreria Aldo Audisio e Veronica Lisino 28 Bologna e Prato, legate da un 70 CRONACA EXTRAEUROPEA 24 Dopo il sisma, il territorio riparte 54 Il borgo che rinasce, 16 Cime tempestose, il risveglio, 12 Il senso della natura, 70 CRONACA EXTRAEUROPEA filo, Vito Paticchia 72 NUOVE ASCENSIONI dalla cultura, Martina Nasso Simone Papuzzi Lorenza Giuliani Fabio Beconcini Giuseppe Mendicino 72 NUOVE ASCENSIONI 32 Circondati dalla natura, 74 LIBRI 26 L’importanza della condivisione, 58 Di neve, dell’Islanda e di altre 20 Segnali di cambiamento, 70 CRONACA EXTRAEUROPEA 18 Un lungo viaggio nel buio, 74 LIBRI Michele Grando Lorenza Giuliani speranze, Micaela Beatini Lorenza Giuliani 72 NUOVE ASCENSIONI Mario Vianelli 36 Nell’isola della felicità, Stefano NOVEMBRE 30 Quei pensieri affusolati, 64 PORTFOLIO. La nostra storia 22 Libere di pensare, libere di 74 LIBRI 24 Bormio, la “Magnifica Terra”, AGOSTO Mandelli e Michele Cervellino 01 EDITORIALE Bruno Gambarotta raccontata dalle scarpe, scalare, Arianna Proserpio Giovanni Scalambra 01 EDITORIALE 42 Io viaggio da sola, Vito Paticchia 03 PEAK&TIP 32 Il Rubino del Brenta, Irene Bolzon 26 Alla ricerca della felicità, MAGGIO 28 Alpinismo e condivisione, 03 PEAK&TIP 46 Ripartiamo dalla Salaria, 06 NEWS Marco Furlani 70 CRONACA EXTRAEUROPEA Negin Fathinejad 01 EDITORIALE Arianna Proserpio 06 NEWS Daniela Coppo 10 I nuovi strumenti della sicurezza, 42 La montagna secondo natura, 72 NUOVE ASCENSIONI 30 L’energia del silenzio, 03 PEAK&TIP 32 Calpestando l’oro blu, 10 Quando il tempo è libero, 50 Festival 2018, Giovanni Peparello Francesco Carrer 74 LIBRI Patrizia Calzolari 06 NEWS Gianluca Testa Luca Calzolari Carlo Caccia 14 Introduzione, 48 L’Erasmus va in montagna, 32 La valle dell’oro, 12 Introduzione, 36 Alpi, terra di incontro e di 12 Un viaggio verso la montagna 54 Il Cai e la Grotta Sacrario, Luca Calzolari Simone Bobbio e Arianna FEBBRAIO Giuliano Dal Mas Luca Calzolari solidarietà, Emanuele Confortin sacra, Fabio Piacentini Andrea Bafile e Carlo Iacovella 16 L’ultimo protagonista, Proserpio 01 EDITORIALE 36 Il turismo come risorsa, 16 Lo stivale, su due piedi 42 Il sentiero delle apparizioni 18 Un anello in Abruzzo, un 58 L’ultima valdostana, Teresio Valsesia 54 Semplicemente (l)oro, 05 PEAK&TIP Gaudenzio Mariotti 20 CamminaItaliaCai, due progetti mariane, Cristiana Stevano cammino a forma di “Q”, Andrea Formagnana 20 Lo scienziato che amava la Antonella Cicogna 06 NEWS 360 e Vinicio Ruggeri in uno, Alessandro Geri 48 SkyWay, ingegneria ad alta quota Andrea Tenaglia 62 PORTFOLIO. Cristalli di chiarezza montagna, Dario Nanni 60 Gli ultimi paradisi, 10 Una questione di responsabilità 42 Il luogo della rinascita, 24 Camminare per riconnettersi 50 PORTFOLIO. 22 Trekking senza confini, nel silenzio della natura, 26 La sicurezza come eredità, Paolo Crosa Lenz 12 Storia di un cambiamento, Ines Millesimi alla terra, Roberto Mantovani Fino in fondo ai sogni, Lorenza Giuliani Dario Gasparo Pietro Macchi 62 Nuvole a Casola, Alex Cittadella 48 Ai confini dell’Impero, 26 La storia camminata, Natalino Russo 28 La Grande Randonnée nell’isola, 70 CRONACA EXTRAEUROPEA e Adriano Castiglioni Massimo “Max” Goldoni 16 Le montagne del futuro, Francesco Carrer Teresio Valsesia 58 CRONACA EXTRAEUROPEA Mattia Delmonte 72 NUOVE ASCENSIONI 30 Il linguaggio della natura, 64 PORTFOLIO. Le montagne ferite Elisa Palazzi 54 Isole Falklands: tra pecore e 30 Muoversi nello spazio, 60 NUOVE ASCENSIONI 32 Dolomiti senza confini, 74 LIBRI Giovanni Scalambra 70 CRONACA EXTRAEUROPEA 20 Come neve al sole, pinguini, Letizia Campioni e Ilaria Anna Girardi 62 LIBRI Bepi Casagrande 36 Andar per laghi, 72 NUOVE ASCENSIONI Renata Pelosini Marengo 32 Il difficile rapporto tra uomo 36 Andiamo in Yosemite?, OTTOBRE Furio Chiaretta 74 LIBRI 24 Ande, sulle tracce dei giganti, 62 PORTFOLIO. La memoria del e natura, Raffaele Marini LUGLIO Fabio Ventre 01 EDITORIALE 44 In cima alle montagne, Mauro Gobbi cuore, Alessio Franconi 35 Sviluppo sostenibile e nuove 01 EDITORIALE 42 La Giordania da esplorare, 03 PEAK&TIP Carlo Barbolini 28 Bianco relativo, 70 CRONACA EXTRAEUROPEA strategie per le Terre alte, 03 PEAK&TIP Marcello Sanguineti 06 NEWS 50 Le sorgenti dimenticate, Leonardo Bizzaro 72 NUOVE ASCENSIONI Erminio Quartiani 06 NEWS 48 La magia del grande vuoto 14 Introduzione, Alfredo Massimilla 31 Camminando sulla terra fragile, 74 LIBRI 36 I progetti in Appennino, Vinicio 10 Introduzione, carsico, Silvia Arrica Luca Calzolari 54 Essere immortali, grazie alla

76 / Montagne360 / febbraio 2019 febbraio 2019 / Montagne360 / 77 Montagne360 La rivista del Club alpino italiano PICCOLI ANNUNCI NOVITÀ DALLE AZIENDE Direttore Responsabile: Luca Calzolari Annunci a pagamento Direttore Editoriale: Alessandro Giorgetta a cura di Susanna Gazzola (GNP) Coordinatore di redazione: Lorenza Giuliani 335 5666370 • [email protected] Redazione: Lorenzo Arduini, Stefano Mandelli, Gianluca Testa Segreteria di redazione: Carla Falato ALPINE LONGSLEEVE da mantenere la pelle asciutta e al caldo Tel. 051/8490100 - [email protected] Hanno collaborato a questo numero: Leonardo GUIDE ALPINE ACCOMPAGNATORI, Running donna Dynafit anche sotto grande sforzo. 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Il trekking è uno dei modi migliori per scoprire il Gargano ed il suo Parco 60 specie di Orchidee Spontanee, immersi nella macchia mediterranea in- Nazionale, per conoscere luoghi, incontrare persone ed apprezzare le loro tegrata da Euforbie e Pini d’ Aleppo. L’Hotel Tramonto organizza TOUR per tradizioni, permettendovi di condividere idee ed esperienze. Venite a visitare gruppi C.A.I. avvalendosi della collaborazione con la Guida AIGAE Pietro questo meraviglioso Parco, che nei suoi 120.000 ettari di biodiversità, com- Caforio, il quale dice: “Attraverso a piedi il Gargano facendo conoscere i prende i più diversi ecosistemi, ricchi di flora e fauna, ed incantevoli paesaggi, misteri della “Montagna del Sole” appresi di prima mano, più che dai libri, dai come fitte ed estese Foreste, alte Falesie sul Mare, Grotte Marine e Baie, pastori e dai contadini che la abitano. Il viaggiatore attento e curioso, animato grandi Altipiani Carsici, Gole ripide e boscose, grandi Laghi Costieri, la Costa dalla voglia di conoscenza, può venire a scoprire questo territorio ricco di dei Trabucchi e le Torri di Avvistamento, il Parco Marino delle Isole Tremiti, natura, storia e cultura; una terra millenaria che non smette mai di stupire!” sconto 10% ai soci CAI

Servizio navetta gratuito dagli aeroporti di Pescara e Bari per piccoli gruppi (chiedere informazioni all’hotel)

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Per entrare nel circuito strutture amiche del CAI rivolgersi a: GNP s.r.l. 335.5666370 s.gazzola@gnppubblicità.it Cercateci anche su: www.loscarpone.cai.it Maestrale collection. To snow designers. Photo M. Reggiani M. Photo |

Location > COURMAYEUR (italy) Dalla cima, rivolgendo lo sguardo verso il basso, un’enorme tela bianca si svela in tutto il suo candore. Invita a graffiarla con curve sinuose e a provare quella libertà che solo un fuori pista sulla neve fresca sa dare. Abbiamo pensato e progettato il Maestrale per darti il potere di disegnare le tue linee e tracciare i tuoi percorsi. SCARPA, compagni di avventure.

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