Università degli Studi di Palermo Dipartimento di Progetto e Costruzione Edilizia AGATHÓNAGATHÓN RFCA PhD Journal Recupero e Fruizione dei Contesti Antichi

2010/1 Continues in this edition of Agathón the enlargement of the Scientific Committee with A G A T H Ó N the Researchers from other countries, in order to compare different international expe- RFCA PhD Journal riences: Tarek Brik, architect and professor at l’ENAU of Tunis, and Josep Burch ar- Recupero e Fruizione dei Contesti Antichi chaeologist and professor at Girona University. The first Section, Agorà, as the main and collective space in Greek polis, hosts the contributions of Gillo Dorfles, Chiara Visentin, Josep Burch, David Palterer, and mine. In the Section, Stoà, as the porch where the philosopher Zeno taught his disciples, are gi- ven the contributions presentated by teachers of Doctoral College: Maria Clara Ruggie- ri, Renzo Lecardane and Cesare Sposito. In the third Section, Gymnasion as a place where young Greeks practiced gymnastics and where educated in arts and philosophy, are the contributions of Angela Katiuscia Sferrazza, Maria Désirée Vacirca, Santina Di Salvo, Alessandro Tricoli and Golnaz Ighani. The fourth Section, Sekós, as a room of Greek house for youn people mentioned by Plato (Rep. 460/c), has two young graduates, Federica Morella and Giorgio Faraci. We indicate, on back cover of the review, the ca- lendar of seminars of the years 2009/2010. 2010/1 Finally, we must remember that the editorial activity has been possible thanks to the Doctoral College, we specially thank, for their extraordinary work, Ph.D. Students San- dipartimento di tina Di Salvo and Maria Désirée Vacirca. Progetto e costruzione edilizia, Alberto Sposito università degli Studi di Palermo

Pubblicazione effettuata con fondi di ricerca Scientifica ex 60% e dottorato di ricerca

Editor Alberto Sposito

Comitato Scientifico Alfonso Acocella (università di ferrara), tarek brik (e.n.A.u., tunisi), tor broström (Gotland university, Svezia), josep burch (universitad de Girona), Giuseppe de Giovanni (università di Palermo), maurizio de Luca, Gillo dorfles, Petra eriksson (Gotland university, Svezia), maria Luisa Germanà (università di Palermo), Giuseppe Guerrera (università di Palermo), maria clara ruggieri tricoli (università di Palermo), marco AGORÀ vaudetti (Politecnico di torino). Gillo Dorfles LA GrAnde PirAmide di StAccioLi ...... 3 Redazione Alberto Sposito maria clara ruggieri tricoli eLoGio deLLA PoLemicA ...... 7 Santina di Salvo Chiara Visentin maria désirée vacirca SPAzi di reLAzione nei conteSti Antichi: nuovi PArAmetri Per i LuoGhi coLLettivi ...... 13 Josep Burch, Martirià Figueras, Lada Servitja Editing e Segreteria Santina di Salvo LA muSeALizzAzione dei Siti ArcheoLoGici neL nord-eSt deLLA cAtALoGnA ...... 19 maria désirée vacirca David Palterer necroPoLi di PiL’ ‘e mAtA: Protezione e muSeALizzAzione di un Sito ArcheoLoGico ...... 25 Editore offSet Studio STOÀ Progetto grafico Maria Clara Ruggieri Giovanni battista Prestileo PerSone e oGGetti nei muSei ArcheoLoGici: cASi di Studio recenti ...... 29 Renzo Lecardane Collegio dei Docenti Le GrAndi eSPoSizioni: territori deLL’immAGinArio ...... 37 Alberto Sposito (coordinatore), Antonino Alagna, Giuseppe de Giovanni, ernesto di natale, Liliana Cesare Sposito Gargagliano, maria Luisa Germanà, Giuseppe recuPero di un’AreA diSmeSSA A SirAcuSA...... 43 Guerrera, marcella La monica, renzo Lecardane, Alessandra maniaci, Angelo milone, maria clara GYMNÁSION ruggieri tricoli, cesare Sposito, rosa maria Angela Katiuscia Sferrazza vitrano. iL PAeSAGGio AGricoLo PeriurbAno dALLA mArGinALità ALLA vALorizzAzione ...... 49 finito di stampare Maria Désirée Vacirca nel mese di Settembre 2010 Site e Site-muSeum di ePidAuro: un rAcconto muSeALe cAPovoLto ...... 55 da offSet Studio s.n.c. Palermo Santina Di Salvo Le muSée de Pointe-à-cALLière de montréAL ...... 61 Per richiedere una copia di AGAthón in omaggio, Alessandro Tricoli rivolgersi alla biblioteca del dipartimento di Progetto e costruzione edilizia, tel. 091\23896100; coPerti, ScoPerti e ricoPerti: StrAteGie d’intervento Per i Siti ArcheoLoGici...... 67 le spese di spedizione sono a carico del richiedente. Golnaz Ighani certificAzione enerGeticA in GrAn bretAGnA: cASi di Studio ...... 73 AGAthón è consultabile sul sito www.contestiantichi.unipa.it SEKóS Federica La Morella In copertina: mArketinG e comunicAzione dei beni PAeSAGGiStici...... 77 G. b. Piranesi, Le Antichità Romane, t. 4, tav. Xvi, Giorgio Faraci Ponte Fabricio, 1756; calcografia. hercuLAneum conServAtion Project ...... 81 LA GRANDE PIRAMIDE DI STACCIOLI

Gillo Dorfles*

ABSTRACT - After a brief presentation by Alberto Sposito Pubblichiamo con piacere questo articolo di Gillo Dorfles su d’una recentissima opera di Mauro about Staccioli, perhaps the most famous and prestigious Staccioli, una perla che si aggiunge alle altre ben note che Antonio Presti ha determinato di costruire Italian sculptor today, here is a short article by Gillo nella Fiumara di Tusa, più nota a livelli internazionale come fiumara d’Arte, forse il più illustre, vario Dorfles on a recent land-art work of the sculptor of Volterra, about whom Dorfles draws a sybthetic, precis ed esteso intervento di land-art. Accogliendo l’invito dell’amico Presti, con Dorfles e Mimmo Di Cesare, and lucid criticism. scultore prezioso, abbiamo vissuto quei memorabili momenti di visita alla Piramide, sotto il tiepido sole dell’equinozio di primavera, tra la volta celeste, l’azzurro del mare, i colli inverdati che incorni- ciano questa grande Piramide, un tetraedro cavo, alto trenta metri, realizzato con centinaia di lastre in acciaio cor-ten, intensamente brunito di una patina indelebile nel tempo. Mauro Staccioli (Volterra 1937) è certo uno degli scultori italiani più noti all’estero. Si dedica all’insegnamento a Cagliari, dove fonda il Gruppo di Iniziativa, poi a Lodi e infine a Milano, dove insegna al Liceo Artistico di Brera, dive- nendone direttore dalla metà degli anni Settanta. Espone alla IX Quadriennale di Roma nel 1964, è invi- tato alla Biennale di Venezia nel 1976 nella sezione dedicata all’ambiente, vi ritorna due anni dopo, costruendo un muro in cemento di otto metri all’entrata dei Giardini. Dal 1972, dalla mostra personale tenuta alla Galleria Toninelli di Milano sviluppa una concezione dell’opera plastica, interagente con lo spazio e l’ambiente in cui è pensata e collocata, secondo una linea di ricerca che giunge fino ad oggi. Membro associato dell’Académie royale des Sciences, des Lettres et des beaux-arts de belgique e Accademico Nazionale dell’Accademia di San Luca, vive e lavora tra Milano e Volterra.

La sua produzione artistica è di grande qualità ed è presente all’estero. Citiamo: le opere per il centro Arte contemporanea Luigi Pecci di Prato e per la piazza principale del Parco olimpico di Seul (Corea del Sud) del 1988, le installazioni nel parco della djerassi foundation di Woodside in California (1987- 1991); l’anello di Ordino d’Arcalis nel Principato di Andorra (1991) e quello di Monaco di Baviera (1996); i tondi del Parco della Fara a Bergamo (1992), del Parco della resistenza a Santa Sofia (1993), di Santo Tirso in Portogallo (1996) e del parco di Villa Glori a Roma (1997); le mezzelune del Parco Su logu di Tortolì e le sfere della piana di Ozieri in Sardegna (1995); un intervento al Parc tournay Solvay di Bruxelles per la Fondazione Europea per la Scultura (1996) e l’ormai celebre equilibrio sospeso al Rond Point de l’Europe a Bruxelles (1998). Tra i lavori più recenti sono la scultura del Lapiz Building di La Jolla-San Diego (2003), dove una trave di acciaio attraversa la facciata dell’edificio, l’arco di Pesaro (2002), le sculture di Taiwan (2003) e di Porto Rico (2004), l’installazione di Brufa (2004) e l’in- tervento presso il bodio center di Milano (2004). Sono stati da poco inaugurati i lavori del 2008: la rota- toria d’ingresso a San Casciano in Val di Pesa, l’Arco di carrazeda de Ansiães in Portogallo, l’opera per il M.A.C.A.M. di Maglione nel torinese e l’installazione di un anello di dodici metri presso il centro Affari val St Quentin a Voisins-le-Bretonneux. Di questo autore, su cui Dorfles si è già soffermato (Staccioli, Maestri contemporanei, Vanessa, Milano 1986), è di seguito tracciato un sintetico, puntua- le e lucido giudizio critico. Alberto Sposito

a piramide - si sa - è un poliedro con integrazione nel paesaggio, forse, se non tutte, Lbase poligonale e facce triangolari col molte di quelle che l’artista volterrano ha ormai vertice in comune; ed è stata da sempre, oltre sparso per il mondo: dall’italia alla corea, dalla a un corpo geometrico, il simbolo di infinite Spagna alla california, ecc. il 38° parallelo è leggende. non è certo un caso se, tanto l’egitto quello stesso sul quale, nell’altro emisfero, pas- faraonico, quanto i maya precolombiani, se ne sa il confine tra la corea del nord e la corea del sono valsi, non solo come semplici architettu- Sud, «quasi a voler riequilibrare - per mauro re, ma come emblemi delle loro credenze reli- Staccioli e Antonio Presti - la tensione conflit- giose, come tramite tra terra e cielo, come tuale di un luogo con la sacralità dell’Arte». sepoltura sacramentale. Situata sulla vetta d’un colle che sovrasta l’al- oggi, creando la sua Grande Piramide 38° veo sassoso della fiumara di tusa, gremita di Parallelo, su invito di Antonio Presti, mauro capolavori scultorei (basterebbe citare quelli di Staccioli ha aggiunto, alla lunga serie delle sue Pietro consagra e di tano festa, tutti dovuti alla sculture architettoniche, un’opera che - per ora cocciuta e illuminata passione artistica di Antonio Mauro Staccioli e Gillo Dorfles a Impruneta nell’agosto 2009. almeno - supera, per concisione, assolutezza e Presti), la Piramide si differenzia da tutti gli altri 3 1. Mauro Staccioli, Senza titolo (1988), in ferro e cemento rosso, cm 2.600 x 3.700 x 150, Parco Olimpico di Seul.

2. Mauro Staccioli, Senza titolo (2006), in cemento rosso, dim. cm 1.300, esposta alla Galleria Fumagalli di Bergamo.

3. Mauro Staccioli, Senza titolo (1981), in cemento, cm 400x600x100, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Palazzo delle 4 - 5. Mauro Staccioli, Primi Passi (2009) in cor-ten, cm Esposizioni a Roma. 805 x 1.300 x 40, Piancorvoli nella campagna volterrana.

4 6. Mauro Staccioli, tondo pieno (2009), in cemento e ferro, cm 600 x 60, località la mestola nella campagna volterrana. monumenti perché è l’unica a dominare l’intera vallata e il letto del fiume e a essere visibile anche dalla pianura circostante (Figg. 9 e 10). non è la prima volta che Staccioli colloca le sue opere in siti e situazioni del tutto particolari, ma ritengo che questa volta l’effetto ottenuto dal- lo scultore sia del tutto eccezionale. Per varie ragioni: per il materiale (acciaio cor-ten, anzi- ché il cemento spesso utilizzato), per il colore che lo stesso materiale offre (e che si differenzia dal rosso altre volte usato), per la forma: meno sinuosa di quella dei grandi Cerchi (Figg 4, 5, 6 e 7); e più regolare di molte recenti realizzazio- ni. non solo, ma, tra le peculiarità di molte ope- re di Stacciali c’è l’intenzionale ricerca di ambientare le stesse in posizioni “difficili”, spes- so squilibrate e asimmetriche (lo si è visto nel caso dell’opera situata sulla scalinata del Palazzo delle esposizioni di roma, all’ingresso della Galleria nazionale d’Arte moderna del 1981 (Fig. 3), in quella in cemento rosso nella Galleria fumagalli di bergamo del 2006 (Fig. 2), o ancor più in quella “nascosta” nella fattoria celle di Giuliano Gori del 1982 (Fig. 8). nell’attuale caso, per contro, Staccioli ha accettato l’ubicazione più omogenea ed equili- brata della sua opera che gode di una visibilità totale (estesa persino alla spazialità interna). il che, del resto, si “sposa” con l’assoluta “simme- tria” di questo corpo geometrico, che, in questo caso acquista un’ulteriore vitalità dalla maniera in cui è “ancorato” al suolo sottostante. in contrasto con questa assolutezza formale e ambientale, bisogna tuttavia far notare che in questa opera vengono a mancare certe peculiari “anomalie” o se vogliamo “sregolatezze plastiche” che arric- chiscono molte delle sue sculture: dalla primis- sime “pungenti” strutture della prima mostra vol- terrana, alla emblematicità nascosta di quella in cemento, situata nel castello di vigevano (1977), a quella gigantesca nel Parco Olimpico di Seul, in ferro e cemento rosso, del 1988 (Fig. 1). ovviamente Staccioli ha preferito evitare ogni ambiguità plastica e “ornamentale” in questa sua opera (proprio a differenza ad esempio della sinuosità raffinata e volumetrica di quella dell’impruneta); e credo che sarebbe stato del 7. Mauro Staccioli, varcare la soglia (1997), in cemento rosso e acciaio cor-ten, cm 300 x 50, a villa Glori a Roma.

5 Mauro Staccioli e Antonio Presti alla Piramide 38° Parallelo.

tutto fuori luogo tentarlo in questo caso: un caso che costituisce senz’altro una delle situa- zioni dove si può ancora constatare come - dai lontani millenni dell’egitto ad oggi - alcune delle grandi numericità cosmiche possono ancora incarnarsi.

8. Mauro Staccioli, Senza titolo (1982), in cemento, cm 810 x 1.770 x 105, Fattoria Celle di Giuliano Gori a Pistoia.

Per visitare la Piramide 38° Parallelo di Staccioli: dall’Atelier sul mare a Castel di Tusa (ME) prendere la S.S. 113 verso Messina; al km 159 svoltare a destra, pro- seguire per la Strada Comunale Cannizza per km 2,3, poi imboccare il sentiero a destra per m 600, fino alla Contrada Belvedere in cui si trova la Piramide.

© fotografie di mauro Staccioli, enrico cattaneo, bob tyson, Sergio borghesi e Luca Guarnieri.

* Gillo Dorfles (Trieste 1910), ordinario di estetica, ha insegnato nelle Università di Firenze, Milano, Trieste e Cagliari ed è stato visiting professor presso le Università di Cleveland, Buenos Aires, Città del Messico, New York e altre sedi, svolgendo contemporaneamente un’intensa attività di critico d’arte e di saggista. Tra le opere prin- cipali, con diverse edizioni, di cui alcune tradotte in Paesi europei ed extra-europei: L’Architettura moderna (1954), Le oscillazioni del Gusto e l’Arte moderna (1958), ultime tendenze dell’Arte oggi (1961), il dise- gno industriale e la sua estetica (1963), L’estetica del mito (1967), Artificio e natura (1968), il kitsch: Antolo- gia del cattivo Gusto (1968), il divenire della critica (1976), L’intervallo perduto (1980), La moda della mo- da (1980), elogio della disarmonia (1986), il feticcio quotidiano (1989), fatti e fattoidi (1997). Relativamente agli anni 1930-1999 l’Accademia di Architettura di Mendrisio ha segnalato n. 2520 scritti, tra libri, catalo- 9 - 10. Mauro Staccioli, Piramide 38° Parallelo (2010), in acciaio cor-ten, m 22 x 22 x 22 x 30 h: esterno e interno. ghi di mostre, testi in cataloghi di mostre e altro.

6 ELOGIO DELLA POLEMICA

Alberto Sposito*

ABSTRACT - This article pays tribute to the renowned Schlosser magnino nella sua Letteratura arti- polemist, Vittorio Sgarbi, an art-critic who is exceptionally stica, raccogliendo una documentazione minu- active in the cultural, social, political and parliamentary ziosa e completa di questo patrimonio artisti- fields. Collected together are a few significant snippets from his printed works, from which there emerges his co, presenta un inventario, redatto secondo i cri- unflagging zeal and interest in figurative culture, from teri dell’istituto centrale per il catalogo, non ancient times up to the present. Propelled by the driving- come semplice repertorio ma come testo inte- force of history and aimed at the conservation and safe- grale delle schede elaborate con responsabilità guard of the cultural, artistic and landscape heritage, the scientifica e critica8. in Davanti all’immagine resulting vis polemica, backed up by his reasoning, is of (1989) Sgarbi parla di questioni relative al gusto great fascination to the general public. e al saper vedere l’arte, al vero e al falso, al vandalismo; si sofferma su artisti, da jacopo logio come discorso, come scritto di della Quercia a Giorgio de chirico, racconta la elode, fatto con una certa ambizione di storia di alcuni quadri, sculture e miniature, ci compiutezza, elogio sulla polemica, intesa come parla di alcuni libri fondamentali per capire l’ar- controversia o contrasto di opinioni sostenuto te o cosa rappresenti un certo artista. Pagine con ragioni proprie da vittorio Sgarbi con limpide, profonde, intense, appassionate e federico zeri, Alessandra mussolini o michele appassionanti, che disvelano un vittorio Sgarbi Santoro, ovvero disputa, dibattito, disaccordo come uno dei più preparati studiosi italiani di accentuato e spesso difficilmente conciliabile, storia dell’arte. non è un libro di estetica, né di improntato a un tono dal vivace al risentito, su storia, né di critica, ma di creazione critica e questioni culturali, artistiche, religiose o mora- poetica, come quando descrive la bellezza cala- li, attraverso scritti o espressioni verbali1. ta nella pietra e il sentimento di eternità che direttore alla Soprintendenza ai beni Artistici e Sgarbi riscontra - e noi lo vediamo - nel monu- Storici di venezia, saggista e conduttore televi- mento sepolcrale di ilaria del carretto, opera sivo, Sgarbi è autore di numerosi cataloghi e insigne di jacopo della Quercia9. pubblicazioni sull’arte e sulla critica d’arte2. ha La Stanza Dipinta (1989) raccoglie saggi curato varie mostre3 e pubblicato numerosi scrit- sull’arte contemporanea, che definiscono una ti4. tralascio di parlare delle sue attività sociali linea tanto coerente quanto non programmata, e culturali5, come anche del profilo politico e che nasce da un’istanza: «ho in mente una sto- parlamentare6, per cogliere alcune significative ria dell’arte contemporanea, non da scrivere ma spigolature dai principali volumi a stampa. da vedere; ho in mente una collezione, un in Palladio e la Maniera del 1980 l’Autore museo, una raccolta dove stanno dipinti e scul- ripercorre l’itinerario della pittura veneta, nel- ture scelti per quello che sono, per come sono l’area dell’esperienza palladiana, tra vicenza, fatti, per la loro evidente qualità. non chiedo bassano, verona e venezia, con la vicinanza a immagini gradevoli, rassicuranti, e neppure rico- mantova, dove operava Giulio romano, attra- noscibili per un racconto, per una storia, per un versando alcuni luoghi capitali della civiltà personaggio o per un insieme di oggetti con- manieristica sorta nell’italia centrale e in emilia, sueti. non chiedo cioè immagini tradizionali; subito diffusa nel veneto, in costante dialettica ma so che in me è viva la memoria di incontri con la poetica di tiziano. Palladio e tiziano emozionanti con opere che un destino malizio- «sono le due facce complementari della civiltà so mi impedisce di ritrovare dove vorrei e dove figurativa veneta e da entrambe saranno forte- dovrebbero stare». L’Autore parte da una tale mente e parallelamente motivate le successive constatazione: «La maggior parte degli artisti ricerche dell’architettura e della pittura. ma se di cui continuamente leggiamo e sentiamo par- è inimmaginabile entro un ambiente palladia- lare non sono che un piccolo, marginale, non no una decorazione tizianesca, i pittori che rappresentativo aspetto di una realtà infinita- saranno a fianco dell’architetto dovranno parlare mente più complessa e variegata che, con i suoi un linguaggio funzionale alla nuova immagine umori, le sue esuberanze, i suoi furori, sta in dello spazio che il Palladio definisce»7. Per il penombra. tutta la luce si concentra su qual- Catalogo delle Chiese di Rovigo (1988), Sgarbi che segno, anche elegante, mentre il buio cir- Andrea Palladio (1508-1580), Villa Almerico Capra det- con il supporto della storica guida di francesco conda le grandi strutturate forme. L’arte sta ta La rotonda (1567). bartoli del 1793, commentata da julius restringendosi […] ma il problema della mia 7 Giulio Romano (1492-1546), Palazzo te e convito nuziale di Amore e Psiche a (Mantova).

incomprensione è meglio chiarito quando io si presenta l’Autore: «Questo io sono stato e tempo, che ritiene più importanti, e ci invita a aggiunga che non capisco la grandezza obbli- sono: il vostro vagante corriero nel passato e rileggere le pagine più belle della letteratura gatoria di molte opere di Picasso o di mirò, e nel presente, convivente con Agostino di duccio mondiale. Autori e opere che hanno contraddi- che non mi commuovo indispensabilmente e con byron […] instabile, inquieto, insoffe- stinto il suo cammino intellettuale, ma che ci davanti a de kooning». così la storia e il museo rente, sempre altrove, in un’altra parte, con altri guidano alla scoperta dell’arte e della letteratu- di Sgarbi sarebbero popolati da artisti che non si uomini, in altri luoghi. dell’italia». in questo ra, grazie al coinvolgente entusiasmo e alla chia- riscontrano nelle sistemazioni ormai consacra- volume pubblicato da rizzoli, Sgarbi descrive rezza espositiva dell’Autore. il volume è arti- te o nelle ouvertures di storie future: «e conti- luoghi da venezia a napoli, urbino, rimini, e colato in sei stanze: quella della memoria (dal nuo a vedere invece il posto degli assenti. mi presenta uomini da flaiano a Pavarotti, da primo libro di un poeta italiano ai Quaderni di sono così fatto l’idea che esista una strada segre- bompiani a Longhi; luoghi e uomini non ritrat- Antonio Gramsci attraverso il Sessantotto), ta, un sentiero, che ci può condurre fuori dal ti in veste di città o di personaggi, ma visti nel- quella dei sentimenti (dall’amore infantile a labirinto, dalla confusione e dalla babele delle la loro profonda intimità, come figure emble- quello impossibile), quella dei segni della men- lingue, che rendono indecifrabile l’arte con- matiche di un’italia capace di veri e propri sta- te (dalla fotografia al cinema, dalla letteratura temporanea, una strada misteriosa ma aperta su ti d’animo: rassegnato, malinconico, raggiante, agli abusi del linguaggio), quella dei volti panorami bellissimi, con scorci e inedite vedu- lugubre, estatico, mutevole, molteplice come le (bernard berenson, balthus, roberto bazlen), te». una ricerca dell’opera perduta, segreta, forme e i colori che li ispirano. Ancora in Notte quella delle arti (Antonio Lòpez-Garcìa, nascosta o dimenticata, da portare in luce, da e giorno d’intorno girando (1991) Sgarbi rac- costantino kavafis, Gabriele d’Annunzio, valorizzare e da ristabilire nei valori10. coglie «alcuni resoconti di visite, di viaggi, kenneth Patchen, Antonio delfini) e quella del- Il pensiero segreto:Viaggi, incontri, emo- diversi per spirito e taglio: variazioni fantasti- l’eternità (sull’arte, sullo spazio della critica, zioni (1990) rivela uno Sgarbi che ci parla con che, umori e anche, più aride e più utili, descri- sul breviario della solitudine e sulla morte che pacata narrazione, confidenzialmente, dei suoi zioni di borghi e illustrazioni di quadri; o puri non avrà più dominio)12. viaggi in italia e in europa, di uomini della cul- elenchi come asterischi o segnali, per indicare è del 2002 Il Bene e il Bello: la fragile con- tura e della politica, dei suoi amici; è nato una una sosta, per sollecitare altre, e di altri, varia- dizione umana, un piccolo libro, in cui Sgarbi sorta di diario intimo, in cui Sgarbi parla a bas- zioni fantastiche. tappe, soste, soggiorni, veglie riflette sui concetti di bontà e di bellezza, pren- sa voce, come tra sé e sé, indagando sull’armo- e sonni, visioni e sogni, passeggiate e descri- dendo spunto dalla tradizione dell’occidente nia di luoghi d’intatta bellezza, scoprendo atmo- zioni». così spiega nell’introduzione, per indi- cristiano in materia di sanità e di malattia. il sfere magiche, intuendo stati d’animo ed emo- care il senso di un viaggio senza meta, senza testo contiene pensieri sparsi sulla condizione zioni11. e da viaggi nasce l’altra opera programma, che attraversa l’italia da trento a umana, sulla vita, sul tempo, sulla malattia, sul- Dell’Italia: Uomini e luoghi (1991), in cui così messina, un’italia senza fine, scegliendo alcu- la morte per lavoro, sul potere, sulla solitudi- ni monumenti «a capriccio, a caso, a destino». ne, sui sentimenti e sull’amicizia. «La mia indi- il volume Lezioni private del 1995 segue l’o- gnazione è provocata dal disordine del mondo, monimo programma televisivo; erano delle inteso come disordine della ragione». e conti- lezioni private, in quanto confidenziali, desti- nua: «A proposito dell’arte, dell’architettura: nate a un pubblico che le sceglieva e le sapeva essa - e lo si vede in vari ospedali - pone l’idea apprezzare. il libro, che raccoglie quelle venti- del progettista, che è un’idea filosofica, al ser- trè lezioni, parla di arte, di poesia e di letteratura vizio di una funzione. L’architettura non può in modo tutt’altro che accademico, mantenendo esistere se non in rapporto alle esigenze reali intatta quell’attenzione costante alle vicende dell’esistenza umana. e, talvolta, l’architettura della nostra quotidianità, che contraddistingue è sbagliata, perché non tiene conto del fatto che l’impegno artistico, politico e polemico l’uomo ha una serie di necessità che sono lega- dell’Autore: ancora delle riflessioni sul signi- te a un ordine meccanico. molte forme di edili- ficato dell’arte, sulla condivisione dei valori e zia contemporanea si fondano su una concezio- dei piaceri dell’arte, attraverso l’analisi delle ne che vede nell’uomo soltanto un numero, sono opere di alcuni grandi scrittori e poeti. la prosecuzione logica del lager. uno lavora tut- dopo le due Lezioni Private (1995 e 1996) to il giorno e poi torna a casa, cioè in una spe- e A regola d’arte (1998), nel volume La Casa cie di alveare dove ha il suo appartamentino di Jacopo della Quercia (1374-1438), Sepolcro di Ilaria del dell’anima (1999) Sgarbi ci guida alla scoperta due stanze, il bilocale con bagno. ma non basta Carretto, Duomo di Lucca (1406). dell’arte, presentando capolavori artistici di ogni che una cosa funzioni: occorre anche che una

8 Andrea Palladio (1508-1580), Villa Almerico Capra detta La rotonda (1567).

cosa sia bella, che corrisponda a un’esigenza nella Villa della Torre, «la campagna diventa in Ragione e Passione - Contro l’indiffe- interiore, e questa esigenza non è appunto quel- luogo di rifugio per persone intellettualmente renza (2005) Sgarbi ritorna su alcuni concetti la della mera funzionalità e del razionalismo sofisticate, romitorio laico, luogo di rinascita in precedenza sviluppati. La difesa della città che hanno molto spesso ridotto l’uomo a una della civiltà classica, ma anche luogo delle atti- e dell’ambiente è l’estrema emergenza cui deve macchina che alla fine del lavoro deve essere vità agricole». cosa fa Andrea Palladio con le porre rimedio la politica, con i partiti di destra parcheggiata come un’automobile in un deposito Ville Poiana e Barbaro, con gli affreschi di o di sinistra non importa. «in questi anni ho per esseri umani. Questo ha distrutto il senso Paolo veronese, con la Villa Foscari (la capito che i beni culturali non sono una pletora stesso dell’architettura»13. malcontenta), la Villa Badoer (la badoera), la di teorie e codici, ma un insieme di casi reali Un Paese sfigurato (2003) commenta le tap- Villa Almerico Capra (la rotonda)? «edifici che vanno affrontati singolarmente […] La bat- pe di un viaggio attraverso gli scempi della che sembrano un pensiero architettonico piut- taglia contro la cattiva architettura riguarda la nostra italia trasformata, consumata, dissolta, tosto che opere compiute, che s’impongono difesa della dignità dell’uomo, che in passato sparita, dolorosa, irrecuperabile; e lo fa rac- come l’elaborazione più completa del pensiero veniva garantita anche nella povertà. fino a contando le continue distruzioni, che gravano dell’uomo rispetto alla natura, chiaramente qualche tempo fa persino i nuclei abitati pove- sul nostro territorio, città e campagne, per impe- distinti dalla natura e dal paesaggio, eppure a ri permettevano una certa coesione sociale, men- dire che gli ambienti naturali e storici vengano esso legati da un rapporto indissolubile, così tre i condomini moderni sono espressione del- manomessi e violentati. «nessuno immagine- che anche la natura sembra pensata dall’archi- l’alienazione, alveari per un’umanità diventata rebbe un quadro di Giotto integrato da Guttuso. tetto»15. e dopo Palladio sono la Villa Selvatico numero. Le persone più deboli, che dovrebbero Perché allora Palazzo ducale di urbino deve Emo Capodilista, la Villa Malvarana ai Nani, essere tutelate, sono umiliate, costrette a vivere essere riveduto e corretto dall’architetto de con gli affreschi di Giambattista e in quartieri senza una piazza, senza una chiesa, carlo? Architetti, designers, decoratori d’inter- Giandomenico tiepolo, e la Villa Manin: «ville senza alberi. uno finisce di lavorare e poi vie- ni s’incaricano di disinfettare il passato, come se con una dimensione quasi frigida degli spazi e ne messo nel loculo: sta lì dentro e la sua vita la vetustà e i sapori di un luogo fossero la peste. delle forme, senza elementi architettonici di così termina. Luoghi come questi mortificano ogni giorno le installazioni e le ristrutturazioni rilievo, rese monumentali, straboccanti, prepo- la spiritualità dell’uomo e lo fanno sentire mor- affermano l’idea dell’architetto e cancellano lo tenti dalla forza della decorazione interna ad to anche quando è vivo»17. spirito, distruggendo luoghi che il tempo aveva affresco di Luca da reggio, dei due tiepolo, e così continua: «La bellezza in italia è reso sacri». non contro il modernismo e l’ar- del dorigny e, nel caso della Villa Manin, dal minacciata dall’indifferenza, dall’incapacità di chitettura moderna, è la filippica di Sgarbi, rapporto con lo spazio esterno: statue, peschie- comprendere perché un luogo debba essere pro- ma contro gli interventi altamente invasivi, re, logge, che rendono la natura trasparente e tetto e garantito nella sua identità. La quantità di che alterano, stravolgono o danneggiano irre- respirante»16. sconvolgimenti territoriali, ambientali, artisti- parabilmente l’integrità del documento stori- co e artistico o la bellezza del paesaggio; è contro l’architetto-narciso, contro «il delirante ego degli architetti»; contro il brutto che avan- za e dilaga, contro l’alluminio anodizzato, contro le insegne luminose di plastica, senza grazia, senza stile. un resoconto, il libro, sul- la bellezza perduta, ma anche alcune regole per costruire un paesaggio migliore e per inter- venti che siano intelligenti, sensibili e di gusto. La prima regola: «bisogna iniziare a pensare monumenti, edifici e luoghi non come conte- nitori o risorse da sfruttare, ma come parti di un organismo vivente»14. Sul Palladio ritorna ancora più tardi con il volume Andrea Palladio: la luce della ragione (2004), per studiare il rapporto architettura-natu- ra. Prima del Palladio, ad esempio nella Casa del Petrarca ad Arquà, tra i colli euganei, o Richard Meier, la nuova teca per l’Ara Pacis, Roma.

9 Santiago Calatrava, Ponte dell’Accademia, Venezia. Tre Arch-Star progettano grattacieli per l’Expo di Milano 2015.

ci, e il prevalere di interessi personali miopi uni- venezia, un ponte inutile, un gesto, un tentati- affettuosa. riesce, cioè, a parlare anche al pub- ti a una scarsa reazione da parte dei pochi in gra- vo del sindaco colto di mostrare che Venezia blico che legge un giornale o un settimanale». do di vigilare, sono segnali di insensatezza del non è una città finita, un ponte costretto da ma cosa sono questi pensieri di Sgarbi? mondo che impongono di agire contro l’indif- dimensioni e forme contenute e con un risul- folgorazioni filosofiche personali, riprese di ferenza alla storia della civiltà, alla memoria». e tato modesto. Sui tre grattacieli programmati idee filosofiche di altri, che Sgarbi utilizza per cita l’esempio più clamoroso, quello della dif- per la fiera di milano così rileva: «i tre archi- provocare, commenti ad eventi, aneddoti mini- fusione delle pale eoliche nel nostro Paese, che tetti stranieri che hanno forse tre volte passeg- mi letti sui giornali, che pongono il problema con i loro ottanta metri di altezza deturpano il giato per milano non hanno pensato alla città, e talvolta suggeriscono una soluzione. paesaggio italiano. Agli scempi «l’unica resi- alle sue necessità, alla sua tradizione architet- Vagante corriero nel passato e nel presente, stenza possibile è un estremo, barbarico sus- tonica con la quale dialogare, ma a far veder come lui stesso si definisce, polemista, anima- sulto contro l’indifferenza, con ragione e con forme che destassero stupore in una specie di to da una vivace combattività, allorquando passione». e precisa: «La passione è uno stru- luna park architettonico (che è esattamente l’op- sostiene una propria opinione, opponendo viva- mento di difesa della ragione. Perché non basta posto della tradizione di milano). naturalmente cemente con scritti, articoli o discorsi le proprie avere ragione: bisogna anche, appassionata- le soprintendenze e l’amministrazione comu- ragioni a quelle dell’avversario, opinionista, in mente, difenderla». e parlando contro l’indiffe- nale assistono impotenti a questa inutile ebbrez- quanto interpreta fatti, accadimenti, opere, auto- renza, Sgarbi tesse l’elogio della differenza18. za, e sono attentissime a consentire la distru- ri e personaggi, oppure formula giudizi in mate- ma oltre a questa spigolatura dai libri, sono zione di architetture degli anni venti e trenta, ria morale, politica, artistica, sociale o religio- di notevole interesse gli articoli scritti di getto degli stabilimenti storici dell’Alfa romeo come sa, secondo criteri soggettivi e personali, poli- per i quotidiani sui temi della città, della sto- del teatro Lirico e a proibire la transitoria ruo- tico, in quanto partecipe attivo e chiassoso del- ria, dell’arte, dell’architettura e degli architetti. ta di un vero luna park. così i nuovi architetti la vita sociale e civile, talvolta intimista, in tra tutti cito quello apparso di recente sul quo- sono attesi come una rivelazione e trovano quanto assume l’atteggiamento artistico che tidiano Il Giornale, dal titolo Architetti senza complici negli amministratori che disprezzano ricerca la propria ispirazione in fatti individuali, pensiero che rovinano le città, architetti depen- la storia e non amano le loro città». artistici o ambientali circoscritti, Sgarbi è nanti e ignari della storia, che non si misurano dopo questa sylloge, spigolature da scritti comunque un saggista, uno scrittore cui è con- con la storia della città, anzi spesso operano in e pensieri sparsi, cerchiamo di evidenziare geniale il genere letterario del saggio, una pro- totale disprezzo della città e in fiero contrasto alcuni dei caratteri sgarbiani. umberto eco, sa d’intonazione disinvolta, familiare, talvolta con le sue belle architetture. ed è nota a molti la nell’introduzione al volume di Armando scherzosa e svagata, in cui l’autore ragiona e polemica contro la teca di richard meier a massarenti Il lancio del nano e altri esercizi commenta le proprie esperienze e non, secondo roma, inutile violenza, lacunosa anche dal pun- di filosofia minima, che ripercorre il tragitto il proprio umore e l’inventiva personale. ma to di vista funzionale, che costringe a una vedu- della riflessione occidentale, rileva che le for- soprattutto è un critico d’arte, ovvero un cura- ta sofferente del paesaggio storico-urbano: me brevi, dall’aforisma al saggio, i nani che tore dell’arte della visione e della critica, alla «Architetture come questa sono pensate per un rilanciano il pensiero, hanno fatto spesso discu- ricerca di una storia dell’arte contemporanea, altrove, non per il luogo reale dove dovrebbe- tere più delle grandi opere e propone una car- non da scrivere ma da vedere, alla «ricerca del- ro insinuarsi tra le testimonianze preesistenti rellata di predecessori illustri, da marco l’opera perduta, dell’arte segreta, nascosta o in modo armonioso. L’Ara Pacis è un delitto Aurelio con i Colloqui con se stesso a dimenticata, da portare in luce, da valorizzare contro la civiltà e la storia e resta la testimo- Wittgenstein con Ricerche filosofiche o e da ristabilire nei valori», che attraverso l’uso nianza più prepotente di un fascismo architet- Quaderni, passando per Pascal con i suoi della dialettica e del linguaggio evidenzia le tonico che niente ha a che fare con la solenne Pensieri e montaigne, fino a Stanislav Lec con contraddizioni e rivela i paradossi di fatti, ecc. architettura fascista». e ancora la polemica con- Pensieri spettinati. «con la forma breve - rile- Strenuo difensore di valori storici, istituziona- tro il progetto con la minacciata pensilina di va eco - si possono esprimere idee filosofiche li, artistici, religiosi, vittorio Sgarbi ha indi- Arata isozaki agli uffizi, ingombrante rispetto molto profonde e talora la concisione consen- rizzato molte sue polemiche per la dignità del- alle contigue logge vasariane o, ancora, quella te delle discese in abisso. non ultimo vantag- l’uomo, la difesa della polis e la difesa del- sul caso tanto discusso del Ponte di calatrava a gio della forma breve è che riesce ad essere l’ambiente che costituiscono l’estrema emer-

10 genza cui deve porre rimedio la politica; mol- te anche le sue battaglie contro la cattiva archi- tettura, contro la mera funzionalità e contro il razionalismo che trascura la bellezza. nel complesso l’operosità scientifica di vittorio Sgarbi attraversa un ampio arco della cultura figurativa che va dal moderno al con- temporaneo; inoltre tale operosità esprime la vita vissuta nella speculazione critica e nella passione creativa della teoria e della pratica artistica. La curiosità per la comprensione del- le grandi rappresentazioni della cultura, nei suoi più svariati campi di applicazione, ha portato vittorio Sgarbi ad assumere il ruolo di prota- gonista nella critica dell’arte, dell’architettura. il metodo critico di Sgarbi rifiuta la settoria- lità accigliata della storia, della filosofia o del- la critica, in favore di un’interdisciplinarietà capace di tenere assieme arteficio e natura, arte e ambiente, pittura, scultura, architettura con la storia e il paesaggio, la tradizione con l’in- novazione. La critica, ha osservato Alberto Savinio, non va intesa come maledizione, né come benedizione di un’opera artistica, ma come telos verso la creazione artistica. non è un dio senza cuore, ma un dio che deve «sede- re anche più in alto delle arti, e in certo modo contenerle in sé», promuoverle, guidarle. ma poi «chi ha detto che la funzione della critica è di criticare? La critica ha una funzione molto più importante che è di inventare»19. e ripren- dendo un frammento di eraclito nel saggio Anadioménon del 1919, là dove il filosofo gre- co asserisce che bisogna «conoscere la ragione che governa il tutto penetrando il tutto», dato che «la natura ama nascondersi», Savinio non dichiara altro che la dittatura della verità è fini- ta e che comincia la libertà del pensare; e con- clude che «ciò che si deve ricercare in un’ope- ra d’arte è lo stato d’intelligenza»20. il personaggio che più richiama Sgarbi è Gabriele d’Annunzio. il Notturno del 1921 è una scrittura fatta di periodi brevissimi; il poe- Alberto Savinio (1891-1952), L’Annunciazione del 1932, fantastica, inquietante e dichiaratamente surrealista. ta aveva sbattuto la testa contro la mitraglia- trice di un aereo ferendosi alla tempia e all’oc- chio destro: aveva perso la vista di un occhio e sperava di mantenere quella dell’altro. in una qui l’accento antidealistico di un’estetica post- data da Giuseppe Prezzolini e Giovanni Papini, buia convalescenza, senza retorica e con la più crociana, come ho già rilevato per Gillo che dal 1908 al 1916 rivoluzionò la cultura ita- profonda intimità per circa due mesi scrisse dorfles, «un’estetica meno interessata a costrui- liana, un capolavoro letterario, concentrato di migliaia di striscioline, di getto, senza curare la re sistemi e più propensa, piuttosto, ad un anticonformismo, da cui nacque il meglio di calligrafia, nel buio della cecità. il Bene e il approccio di tipo fenomenologico, in cui l’i- antifascismo e di fascismo (Gramsci e il Bello o Ragione e Passione di Sgarbi richiama- stanza sistematica viene tuttavia recuperata nel- mussolini socialista), in cui i vari temi trattati no molto il Notturno del vate. così Sgarbi capo- la dimensione di una teoria generale della cri- avevano come minimo comune denominatore lo lista nel Partito della bellezza alle elezioni tica». Pertanto, è indiscusso il riconoscimento spirito di rottura contro il sistema giolittiano e comunali di Piazza Armerina richiama il «can- per questa figura che tanto investe sulla cultu- contro le storture, per pungolare gli italiani e didato della bellezza» com’era stato definito ra dell’opera d’arte, che si riferisce alla storia, spingerli a rinnovare il Paese. e come per Gabriele d’Annunzio nel 1897 dopo l’elezione alla conservazione, alla tutela e di cui sono evi- Sgarbi, la battaglia culturale, autonoma dai par- alla camera dei deputati. ma come d’Annunzio, denza il successo straordinario dei suoi libri, titi, è il solo modo per pungolare gli italiani, che fu il primo tutore di quelli che definì «beni dei suoi articoli e delle interviste rilasciate. da per spingerli a rinnovare il Paese, a salvaguar- culturali» difendendo senza risparmio i monu- qui il ringraziamento per offrire, tra sfuriate, dare il suo immenso patrimonio storico-artisti- menti, le ville che il regime fascista sventrava e ottimismo e utopia, la speranza di veder rifio- co. Pertanto, questo elogio è scritto per il corag- distruggeva per esempio a roma per adattarla a rire la pianta agonizzante del nostro paesaggio, gio che vittorio Sgarbi esprime, per la difesa e una grande capitale, anche Sgarbi dialogando dei nostri beni culturali poco valorizzati, del- la tutela della bellezza dell’arte, della storia e di continuo con soprintendenti, archeologi, l’architettura contemporanea, delle espressioni del paesaggio, per l’intelligenza che accompa- architetti è divenuto il protettore dei beni cul- artistiche che attendono, perché lo meritano, gna da sempre i suoi scritti, per la vis polemica turali nel nostro Paese. necessarie e urgenti attenzioni. che affascina un vasto pubblico, voce preziosa Per concludere, vittorio Sgarbi può vanta- vittorio Sgarbi è un battitore libero («anti» fuori dal coro, con una autorevolezza che fa re uno straordinario bagaglio filosofico e arti- tutto per definizione), che avrebbe potuto far onore alla sua professionalità, per il coraggio di stico, che poggia su di una serie di categorie parte dei saggisti (assieme a croce, Salvemini, un uomo libero e combattivo che, come oriana riferibili a tutto l’ambito delle arti figurative. da einaudi, Amendola) della rivista La Voce, fon- fallaci, crede nella forza della ragione.

11 Ritratto di Blaise Pascal (1623-1662), scrittore, pensa- Gabriele d’Annunzio in una foto con dedica a Domenico Oriana Fallaci (1929-2006). tore, matematico e fisico francese. Rizzo, fratello dell’Ammiraglio Luigi, maggio 1922 (inedita).

NOTE comitato nazionale per le celebrazioni del v° centenario 15) il volume è stato pubblicato dalla bompiani; cfr. 1) vittorio Sgarbi è nato a ferrara l’8 maggio 1952 e si è della nascita di francesco mazzola, Presidente del pp. 11 e 31. laureato in filosofia con specializzazione in storia del- comitato nazionale per le celebrazioni del v centenario 16) Ibidem, p.95. l’arte presso l’università degli Studi di bologna. della morte di Andrea mantenga e nel 2003 è stato nomi- 17) bompiani, pp. 144-146. 2) tra i cataloghi ricordiamo quelli su carpaccio nato, con decreto ministeriale, Presidente dell’Accademia 18) Ibidem., pp. 10 - 13. (bologna 1979), su Lorenzo Lotto (Asolo, 1980); su di belle Arti di urbino. 19) ALberto SAvinio, L’arte italiana e la Critica, in Palladio (electa, milano 1980), su Pietro Longhi (electa, 6) eletto deputato al Parlamento italiano nel 1992 “valori Plastici”, iii, 5 Sett.-ott. 1921, pp. 106-109. Gli milano 1982), su Gnoli (fmr milano 1983), su Antonio (circoscrizione Sassari-nuoro-oristano), è stato rieletto scritti sull’arte di Alberto Savinio sono in A. SAvinio, La da crevalcore (milano 1985), su carlo Guarienti nel 1994, nella lista di forza italia per il riparto propor- nascita di Venere, in G. monteSAno e v. trione (a cura (milano 1985). zionale dei seggi, nella XXiii circoscrizione calabria. di ), Adelphi, milano 2007. 3) tra le mostre quella su valerio Adami nel 1985 a Parigi nel dicembre 1992 è stato anche eletto Sindaco del 20) cfr. l’articolo di A. SAvinio, Arte = Idee moderne, e diverse mostre tra le quali: Paesaggio senza territorio comune di San Severino marche. è stato Presidente del- “valori Plastici” i, 1 nov. 1918. 1986, Natura morta 1987, Il ritratto 1991, Vitalità della la vii commissione cultura, Scienze e istruzione della figurazione, 1988 a milano; Mattioli (il bulino, 1987), camera dal giugno 1994 al giugno 1996; è stato eletto Vangi (il bulino, 1988), Soutine (L’obliquo, 1988). in deputato al Parlamento europeo nel 1999 e al Parlamento seguito ha curato la mostra e il catalogo di Botero (firenze italiano nel 2001; è stato nominato Sottosegretario ai beni 1991); Dell’Italia. Uomini e luoghi (milano 1991 e culturali. nella Xi legislatura ha fatto parte della Premio fregene 1991); Roma: dizionario dei monumen- commissione cultura, Scienza e istruzione e della ti italiani e dei loro autori (milano 1991). Per la “fonit commissione Stragi; nella Xii legislatura è stato cetra” ha curato Poesie d’amore di john donne, Andrew Presidente della 7° commissione Permanente (Cultura, marvell, William Shakespeare, traduzione di vittorio Scienza e Istruzione) ed ha fatto parte della Giunta per le Sgarbi (1991). ha curato la mostra e il catalogo Scultura autorizzazioni a procedere. Primo firmatario di dieci pro- italiana del primo Novecento (ferrara 1992); Arturo poste di legge su celebrazioni, riforme a beneficio di enti Nathan. Illusione e destino (1992); Le mani nei capelli o associazioni artistiche e tutela, è stato anche cofirmatario (milano 1993); Lo sgarbino. Dizionario della lingua ita- di trentacinque proposte di legge, ha presentato varie liana (bergamo 1993); Onorevoli fantasmi (milano 1994). interpellanze e trentasei interrogazioni. nella Xiii legi- nel 1994 è stata pubblicata dall’editore Liana Lévy di slatura ha fatto parte della 3° commissione permanente Parigi, dall’editore Abbeville negli Stati uniti e (Affari Esteri e Comunitari). di recente è stato nomina- dall’editore hirmer in Germania la monografia su Vittore to Assessore alla cultura nel comune di milano e attual- Carpaccio del 1979. mente è Sindaco del comune di Salemi. 4) tra le pubblicazioni: Davanti all’immagine, per rizzoli 7) cfr. Palladio e la maniera - I pittori vicentini del editore (1989), ha ricevuto il Premio Bancarella 1990 ‘500 e i collaboratori del Palladio, electa, milano ed ha avuto nove edizioni con duecentomila copie; nel 1980, p. 11. 1998 di A regola d’arte della mondadori sono state stam- 8) cfr. Rovigo: le Chiese - Inventario dei beni artistici e pate nove edizioni. ricordiamo che ha condotto dal 1992 storici, marsilio, venezia 1988. al 1999 la fortunata e nota rubrica televisiva Sgarbi 9) cfr. il citato volume edito da rizzoli, milano 1989, p. Quotidiani, a detta di qualcuno «la trasmissione in asso- 304. da rilevare questa punta narcisistica dell’Autore: luto più querelata per diffamazione della storia della tele- «Sono diventato popolare, ma attraverso un percorso visione». tra gli ultimi, nel 2008 il volume della imprevedibile e insolito; attraverso l’uso della dialettica bompiani, Clausura a Milano e non solo: da Suor Letizia e del linguaggio, evidenziando le contraddizioni, rive- a Salemi (e ritorno), in cui descrive i due anni alla guida lando i paradossi, sino al limite della comicità. ne sono dell’Assessorato alla cultura di milano, fino all’espe- intimamente entusiasta, e registro che il consenso viene rienza come Sindaco della città di Salemi. dai giovani, dagli adulti e dai vecchi». 5) collabora con Bell’Italia, Il Giornale, L’Espresso, 10) cfr. La stanza dipinta: Saggi sull’arte contemporanea, Panorama, Restauro & Conservazione, Oggi, Arte e novecento, Palermo 1989, riedito dalla rizzoli di milano Documento. è accademico della Accademia Georgica di nel 1993, pp. 5-6. treia e della Rubiconia Accademia dei Filopatridi. è 11) il volume è stato pubblicato da rizzoli, milano 1990. commendatore dell’ordine di San maurizio e Lazzaro ed 12) Anche La casa dell’anima: educazione all’arte è sta- è stato Presidente del comitato nazionale delle ta pubblicata dalla mondadori. «Quando penso al destino celebrazioni su mattia Preti. è stato membro della degli uomini, a quella che Aristotele chiama l’entelechìa, *Alberto Sposito, Professore Ordinario in Tecnologia commissione delle attività culturali del comune di cioè alla definizione della nostra vita in una sola parola, dell’Architettura all’Università degli Studi di Palermo, è cremona, membro della commissione per le attività immagino una lapide o la targa di una strada in cui sarò esperto in storia della tecnologia e si interessa principal- culturali del comune di Lecce, commissario per le Arti chiamato polemista». mente delle tematiche legate al recupero, al restauro e e il restauro architettonico di Padova; è stato direttore 13) cfr. vol. ed. bompiani, milano 2002, pp. 11-12. alla conservazione dei Beni Culturali, in particolare dei del festival teatrale di Asti nel 2000, Presidente del 14) rizzoli, milano 2003, p. 55. siti archeologici.

12 SPAZI DI RELAZIONE NEI CONTESTI ANTICHI: NUOVI PARAMETRI PER I LUOGHI COLLETTIVI

Chiara Visentin*

ABSTRACT - The value of public space in Europe is closely ria inscindibile dalla città, un fatto urbano, linked to quality, not just urban, of a city, to participation come aveva ben esposto Aldo rossi; un of the civitas, to the assembly of citizens in a specific pla- momento fondamentale e a-temporale per la ce, which amplifies the meaning of human space. Investigate urban spaces, charmingly described not only costruzione del territorio urbano, ma sorpren- as “emptiness”, is a new observation mood to know pla- dentemente individuabile oggi attraverso para- ces. To decipher the value and complexity of them. To metri differenti rispetto alla lettura tradiziona- assess limits or horizons. The discover that urban space is le. «e forse in questo l’espressione artistica ci not only identifiable in the public square or the forum of aiuta. L’arte del nostro tempo che sia visiva (da the city market, but also in all those places where people meet each other, exchange contacts and mutual links. malevich a Wenders) o musicata (da Schoenberg Place of citizens or, in any case, of the community that a cage). L’arte che significa comprensione ma finds itself, and equally complex as the community, which anche ricerca della bellezza: ‘la categoria Bellezza should be a mirror. Viewed in its various aspects: open che per la città è rappresentata, oltre quell’ordi- square, hall of a public building of exchange, promenade, ne di cui parlavamo or ora, dalla qualità Arte museum or cultural context, and so to follow. For refur- applicata agli edifici più importanti, nell’impos- bished models and stimuli, in search of a more current 1 representation of space. sibilità d’applicarla a tutti, indistintamente» . Si è nella convinzione che Ludovico Quaroni tra gli edifici più importanti pensasse l valore dello spazio pubblico in europa è anche agli spazi aperti, collettivi, della città. istrettamente connesso alla qualità, non solo essenze vitali del contesto urbano. Luoghi pri- urbana, di una città, alla partecipazione della civi- vilegiati per la messa in scena di una comunità tas, al consesso dei cittadini in uno specifico luo- che pulsa, che si muove. Anche ernesto nathan go, che amplifica il significato spaziale ed uma- rogers2 nel 1952 sosteneva: «abbiamo intro- no. indagare lo spazio urbano, descrivibile fasci- dotto la parola cuore nel linguaggio della tecnica nosamente come vuoto, non è quindi un’opera- urbanistica. Avremmo potuto dire -come qual- zione che privilegia fattori urbanistici o unica- cuno ha proposto- nocciolo, che è la parte del mente sociologici, è invece un nuovo modo di frutto che contiene le sementi, cioè le poten- osservazione per conoscere i luoghi. Per deci- ziali energie di un organismo. ma cuore ha più frarne il valore e la complessità. Per valutarne palpito e riassume, oltre che i valori fisiologi- gli ambiti e i limiti. tutto questo porta a scopri- ci e biologici, quelli del sentimento. Sentimento re come lo spazio urbano non sia solamente iden- suggerisce rogers, proponendo quindi nuovi tificabile nella piazza pubblica o nel foro del mer- parametri per la rappresentazione di questi luo- cato cittadino, ma anche in tutti quei luoghi in ghi di relazione. ebbene, identifichiamole que- cui le persone s’incontrano, scambiano contatti e ste peculiarità per una lettura più contempo- nessi reciproci; per arrivare a definire quindi luo- ranea dello spazio urbano»3. Gli strumenti ghi della relazione. Luogo dei cittadini o, in ogni indagati sono: il vuoto e il silenzio, il movi- caso, della collettività che si ritrova, parimenti mento, l’emozione, gli elementi ordinatori per complesso della comunità, alla quale si dovreb- la collettività, il dentro e il fuori, ed infine be specchiare. visto nei suoi molteplici aspetti: somma di tutto ciò lo spazio tra le cose. piazza aperta, hall di edificio collettivo, luogo di «occorre tener presente che una città non è scambio, promenade, ambito museale o cultu- destinata solo ad uso di abitazione; deve ben- rale, e così a seguire. sì esser tale che in essa siano riservati spazi interessante indagare su alcuni strumenti piacevolissimi e ambienti sia per le funzioni altri, inconsueti rispetto a quelli tradizionalmen- civiche sia per le ore di svago in piazza, in car- te indicati, per rileggere con occhio contempo- rozza, nei giardini, a passeggio» (Leon battista raneo, ma con mente rivolta all’evoluzione storica Alberti, De Re Aedificatoria 1452). (il futuro ha un cuore antico scriveva carlo Levi Il vuoto e il silenzio - il termine compositivo nel 1958), lo spazio pubblico in quanto campo da valutare per il suo altissimo significato archi- articolato, luogo dai molteplici mutamenti, ma tettonico è il vuoto. Quello spazio ideale al qua- dalla intatta -nel tempo- identità antropologica; le noi siamo stati abituati ammirando le visioni per rinnovati modelli e stimoli, alla ricerca di delle città ideali rinascimentali. ma lo spazio tra una più attuale rappresentazione dello spazio. le cose non è ideale nè immaginario, è reale. e il Domenico Ghirlandaio (1490), La visitazione, Firenze. Lo spazio pubblico diviene perciò una catego- suo valore deve rimanere un elemento fonda- 13 non c’è un gran che: il nulla, l’impalpabile, il praticamente immateriale: c’è la distesa, l’ester- no, quello che ci è esterno, ciò in mezzo a cui ci spostiamo, l’ambiente, lo spazio tutt’intorno […] il problema non è tanto sapere come ci siamo arrivati, quanto semplicemente riconoscere che ci siamo arrivati, che ci siamo […] vivere è passa- re da uno spazio all’altro, cercando il più possi- bile di non farsi troppo male». Perciò quali carat- teristiche deve avere il vuoto rispetto all’edifi- cato, quali rapporti si devono intrecciare tra la figura e il suo sfondo? e come si può chiamare tale legame, questa astrazione, tale dimensione temporale? Spazio urbano, il luogo della rela- zione. un vuoto pensato, definibile, misurato: progettato. «Secondo me barano tutti quanti - cominciò Alice in tono di protesta- e fanno tutti un tale chiasso litigando che uno non sente nean- che la propria voce… poi sembra che non segua- no nessuna regola, almeno, se ci sono delle rego- le, non ci fa caso nessuno»; così scrive ancora una volta carroll nelle avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie. il vuoto, il silenzio per essere, deve in qualche modo venire misurato. «L’eccezione, il vuoto urbano rispetto alla concentrazione rappresentata dalla struttura del- la città è un fattore fondamentale per la comunità che si incontra. tale spazio però deve avere un senso compiuto. La bella immagine di roma di Pietro del massaio ci insegna proprio questo: lì le architetture sono stabilite, comprensibili, catalo- gabili, ma fluttuano su un indefinito territorio fatto di niente. dove sono gli spazi aperti che Pietro del Massaio, particolare della pianta di Roma nella Geographia di Tolomeo collegano gli edifici, dove sono i luoghi dove la (Biblioteca Apostolica Vaticana Urb. Lat. 277, f. 131 r). gente può incontrarsi, dove può commerciare, riunirsi in preghiera, animarsi in dibattimen- mentale nella composizione della città, sempre. non succedeva nulla. ma non avevano realizza- ti pubblici? dove sono le piazze? Questa non Perché l’architettura, a volte, per mostrare la sua to che in quel silenzioso momento essi stavano è la mappa della città di roma. è solamente la dimensione più essenziale tende all’immateriale ascoltando tutti i suoni del mondo. cosa voleva rappresentazione grafica delle sue architettu- e si perde nel vuoto, accrescendo in tal modo il dire cage attraverso quel brano? era una provo- re. dove i silenzi dei suoi spazi aperti, dei valore dello spazio. è come dire che ogni silen- cazione? cercava di sorprendere il pubblico con suoi luoghi urbani, risultano essere fonda- zio (lo spazio progettato) deve essere associato a una esperienza inaspettata? era una situazione mentalmente mancanti […] nel tessuto urba- un non-silenzio (l’architettura costruita), contro passiva e cercava solo di non fare musica? no il vuoto rappresenta l’unicum all’interno cui si oppone, a cui si riferisce, con il quale si oppure voleva dimostrare che il silenzio (in del continuum, l’emergenza, la metrica per mette in relazione. Gli spazi tra le cose in archi- musica come in architettura) non esiste, ma deve tracciare un nuovo ordine per la città, lo spa- tettura servono proprio a questo: a definire la essere indagato attraverso altri parametri, altre zio di connessione. il rapporto tra figura e presenza degli spazi edificati. Arricchendo il modalità, altre regole, che ne esprimano l’im- sfondo»5. un’assenza nella pianta tolemaica di valore, scambievolmente. materialità; voleva dirci che non è necessaria- roma che è mancanza, non è progetto. il vuo- tra i rinnovati modelli e stimoli c’è sicura- mente più difficile da indagare rispetto a ciò che to diventa presenza invece quando è attenta- mente la musica. ci sono occasioni in cui la è visibilmente materiale, ma che è soltanto diver- mente studiato: «non essere è più che essere musica, quando mostra la sua più intima essenza, so. una rappresentazione concettuale e nello stes- qualcosa, è in un certo senso essere tutto», ci si muove fino a dissolversi lentamente nel silen- so tempo concreta di questa condizione verrà ricorda j. L. borges. zio. una celebre opera musicale, 4’33” di john messa in scena alla factory nel 1974 da Andy un’assenza progettata da Livio vacchini a cage del 1952, esprime completamente questo Warhol con la sua Invisibile sculture4. bellinzona per la sua Piazza del Sole: una qua- silenzio eloquente. La performance di cage, for- Anche l’architettura, a volte, per mostrare la drata piazza metafisica di 60 metri di lato, fatta di temente influenzato dai White Paintings del suo sua dimensione più essenziale, tende all’imma- granito e cemento, corrispondente al suo spazio amico robert rauschemberg, alla prima esibi- teriale e si perde nel vuoto. in ogni caso entram- ipogeo che contiene un parcheggio e che si rela- zione avvenuta a new York il 29 agosto del ’52 be, musica e architettura, per esistere devono sta- ziona alla parete di roccia a picco su di essa dove davanti a un pubblico colto e all’avanguardia, gliarsi dal fondo del silenzio. un bell’esempio sorge l’imponente e antico castello. Quest’ultimo presente per l’asta benefica del Benefit Artists di mappa eloquentemente silente, che si intreccia misura lo spazio come per altro anche i quattro Welfare Found, creò uno scandalo; essa consi- tra architettura e arte letteraria, è quella presen- corpi emergenti progettati agli angoli dell’arena. steva in quattro minuti e trentatré secondi in cui tata nel romanzo del 1876 di Lewis carroll The e ancora la piazza del duomo di Almería in il pianista, david tudor presente sul palcosceni- Hunting of the Snark: tutti possono comprende- Spagna, dove Alberto campo baeza usa il vuo- co davanti ad un pianoforte, non suonava asso- re quella mappa proprio perché non ha segni con- to come verifica e lettura del costruito. una tan- lutamente niente. il silenzio nella sala era inter- venzionali, ma presenta solo la realtà: l’oceano gibile architettura senza architetture, pensata, cal- rotto dall’eco dei rumori dall’esterno: il vento nella sua vacuità. non a caso questa sarà ripro- ma, densa di memoria, che accoglie la storia e soffiava tra le fronde degli alberi, la pioggia col- posta nel novecento da George Perec, che esor- la forza della facciata barocca del duomo e la piva il tetto dell’edificio. il pubblico allora non dirà così in Specie di Spazi: «L’oggetto di questo esalta. Scrive campo baeza nella relazione di capì il messaggio di cage: alcuni se ne andarono libro non è esattamente il vuoto, piuttosto quel- progetto, a proposito della piazza sistemata (per irritati, altri borbottarono seccati per il fatto che lo che vi è intorno, o dentro. All’inizio, insomma, la quale ci sono voluti 20 anni, dal 1978 al 2000):

14 «La piazza era schifosa. ho cercato di farla risuonare con il luogo, con la cattedrale. Almería è fatta di palme e marmo bianco. La pavimentazione è diventata così un tappeto di marmo bianco, mentre un reticolo di palme popola la piazza. Siamo abituati a pensare alle cattedrali gotiche come a foreste di alberi pie- trificati, dove le colonne sono i tronchi e le volte sono le fronde. ho applicato all’inverso questo pensiero. Semplicemente». un vuoto che deve accogliere sia esperienze individuali del progettista che preesistenze ambientali, cogliendo valutazioni artistiche, sensoriali, ideali ma concretamente attuabili. il vuoto diventa spazio di pausa, usato con intensità decrescente. esso dà valore all’intor- no e al contempo diviene quanto mai utile e necessario. un contenitore di attività diverso rispetto al contesto. nel caso del vasto vuoto urbano di Central Park è un concentratore di attività distinte rispetto alla metropoli. un silen- zio di volumetria architettonica che acquista significato proprio nel suo essere l’intervallo tra elementi diversi. Sempre a new York si potrebbe dire lo stesso per il Seagram Building di mies van der rohe del 1957: una estesa piaz- Ricostruzione dell’antico Foro romano in forma di impianto stradale (G. W. D. Henning, 1700). za si pone da filtro tra il grattacielo di 38 piani e la trafficata Park Avenue. un luogo come se fosse un edificio a sua volta, una interruzione, medesimo rapporto con la luce e con il vuo- parimenti importanti allo spazio che viene inqua- un interstizio tra due vuoti, proposta per un to, con la contemplazione dello spazio, per il Salk drato. è come se nel movimento l’occhio com- diverso rapporto tra ciò che sta al di fuori e ciò institute a La jolla vicino a San diego di Louis pisse una sorta di selezione cinematografica. Per che contiene. kahn; un’architettura senza tempo, nè del pas- poi raccontarla. Walter benjamin non a caso così medesimi significati li troviamo, o meglio ci sato nè del presente: universale. una piazza lapi- scriveva in Parigi, capitale del XIX secolo: sono tramandati, dalla cultura giapponese in spe- dea che organizza l’affaccio degli edifici latera- «essere sempre inquieto, sempre in movimento, cial modo nei suoi giardini. Lì ciò che guida è, li per i laboratori. Louis kahn e Luis barragan, che tra le mura dei palazzi vive, sperimenta, come direbbe mies, una economia spirituale: «Se contemporanei, amici e architetti del silenzio: conosce, inventa». L’arte e la pittura ci insegna- con il giardino si intendeva rappresentare l’idea kahn chiederà all’architetto messicano consigli no molto per tutto questo. La magnifica imma- del vuoto, perché mettere le rocce e non sola- per erigere questo istituto di ricerca. barragan gine in movimento su un piano inclinato dell’af- mente la ghiaia? rocce e ghiaia sono in stretta gli invierà un semplicissimo schizzo prospettico fresco di domenico Ghirlandaio, La Visitazione, relazione, esemplificando il motto zen secondo colorato: una superficie centrale lastricata, due nella cappella tornabuoni in Santa maria cui riusciamo a comprendere il vuoto solo attra- file di edifici simmetricamente disposti, le linee novella a firenze, esprime ampiamente l’idea di verso la forma» (raymond thomas, Sabi-wabi- verso l’orizzonte, l’oceano. «i would not put a percorso di uno spazio collettivo, di relazione tra Zen, 1986). Senza il vuoto gli oggetti non sono tree or blade of grass in this space. this should be le persone e la superficie. nell’affresco dalla tec- riconoscibili e viceversa. La vegetazione nel giar- a plaza of stone, not a garden. if you make this a nica prospettica eccellente il protagonista è sen- dino giapponese è ridotta alla sua minima esten- plaza, you will gain a facade - a facade to the za dubbio lo spazio che viene inteso dall’inizio sione: quasi sempre non è percorribile, quindi sky» (non mettere alberi o erba in questo spazio. alla fine di un percorso, spazio aperto in salita diventa ancora di più oggetto di contemplazione. Questa sarà una piazza, una piazza di pietra, non ma anche architettura innalzata, in questo caso La superficie bianca, di ghiaia, è considerata lo un giardino. Se farai così guadagnerai una ulte- il lungo muro che occupa la posizione centrale e spazio vergine, la rappresentazione del vuoto. riore facciata, quella verso il cielo). identifica non solo le direzioni ma anche le Adorno affermava che l’armonia si comprende Paradossalmente la richiesta di silenzio non è dimensioni. il luogo diventa il set dove gli atto- meglio quando c’è qualcosa di disarmonico, altro che un volere parlare. il silenzio infatti ri (nel nostro caso i fruitori dello spazio pubbli- potremmo aggiungere come il rapporto simme- non si oppone alla parola, della quale potrem- co) recitano le loro scene quotidiane. insomma tria-asimmetria. Le tensioni armoniche tra i pie- mo dire che è fedele alleato, ma al rumore, che una grande sequenza cinematografica, una pro- ni e i vuoti nel giardino giapponese ricordano la è suo acerrimo nemico. Quando una architettura cessualità in un piano prospettico che tutto acco- relazione tra luce e ombra nell’architettura degli ha la proprietà di generare intorno a sé uno spa- glie. un ambito fortemente articolato e attuale. La interni delle case orientali: si pensi alle stanze zio e un tempo di silenzio, introdurci finalmente medesima idea di promenade si può avere, nel del palazzo di katsura. vuoti essenziali. Le stan- a una realtà diversa, ci spinge a guardare e a progetto contemporaneo, in uno spazio vasto ze nell’assenza non registrano altre forze se non parlare in un modo diverso, grazie al quale il (aperto) o ristretto (dentro a un edificio), svilup- quelle dovute alla luce e all’ombra (e qui ritorna mondo si offre sotto il segno della contempla- pandosi in orizzontale oppure in una verticalità la cinetica e luminosa sound masterpiece di zione. Questo si trova in tutta la produzione che si anima nel suo massimo durante l’ascesa. Lo Warhol…) e alla presenza di elementi mobili architettonica di Louis barragan. spazio pubblico perciò si può delineare anche in quali porte e finestre. in architettura contempo- Il movimento - un parametro compositivo una risalita, in uno spazio che non necessaria- ranea esempi si trovano nelle opere di tadao spesso perduto nella memoria per l’analisi dei mente e canonicamente è centrale. La realizza- Ando e di cesar Portela; come, tornando all’ar- luoghi di relazione è invece lo strumento stesso zione (1997-2000) delle Escaleras de la Granja a te, nelle realizzazioni di edward hopper. egli attraverso il quale si riesce a vivere un’architet- toledo di josé Antonio martínez Lapeňa e di elias annoterà, spiegando un suo quadro Stanza vicino tura, uno spazio anche raccontarla: il movimen- torres tur, esprime nella sua materialità lo stes- al mare del 1951, che esso ritraeva la luce natu- to. il percorrere lo spazio. il movimento si legge so concetto: un percorso architettonico, un luo- rale entrata da una finestra: «forse non è molto nel suo sviluppo orizzontale e verticale insieme. go rituale dell’incontro sia visivo che umano; ana- umano, ma desideravo dipingere la luce del sole una sorta di viaggio urbano in cui lo sguardo e i logia contemporanea del cammino ascensionale su una parete». limiti visivi che si aprono di volta in volta, sono sacro e del valore tettonico dello scavo, dell’in-

15 L’emozione - il fascino misterioso di alcuni per accogliere la folla delle feste, dei mercati, luoghi e di alcuni spazi. L’emozione estetico- delle celebrazioni religiose. è lì appunto che le rappresentativa della scala urbana. Scrive borges architetture che vi si affacciano e le dimensioni nell’Aleph: «emersi in una specie di breve piaz- delle masse creano la spettacolarità dell’emo- za, anzi di cortile. Lo circondava un solo edificio zione. Le tavole prospettiche conservate a di forma irregolare e d’altezza variabile; a quel- urbino, baltimora e berlino testimoniano che, l’edificio eterogeneo appartenevano le diverse pur mutata ed evoluta la condizione sociale, il cupole e colonne. Prima di ogni particolare di principio di teatralizzazione dello spazio urbano quel monumento incredibile, mi stupì l’antichità è ancora la regola compositiva. è nel vuoto che della sua costruzione. Sentii che era anteriore si stagliano le architetture ideali, è nel silenzio agli uomini, anteriore alla terra. L’evidente anti- che la città prende forma. è la città ideale, alla chità […] mi parve adeguata al lavoro di artefi- quale siamo emotivamente ancora legati, dove ci immortali. cautamente al principio, poi con ci aspettiamo da un momento all’altro di vedere indifferenza, infine con disperazione, errai per attori che entrano in scena. scale e pavimenti dell’inestricabile palazzo (in Gli elementi ordinatori - ci sono una serie seguito comprovai che l’estensione e l’altezza di componenti, manifeste o immateriali, gerar- dei gradini erano incostanti, fatto che spiegava chicamente definite, che rendono meglio com- la singolare stanchezza che mi produssero). prensibili le funzioni negli spazi della relazione, Questo palazzo è opera degli dèi, pensai in un che siano essi piazze, hall o centri di scambio. Gli primo momento. esplorai gl’inabitati recinti e assi, i tracciati, i flussi, insomma quelle che corressi: gli dèi che l’edificarono erano pazzi. potremmo chiamare le consuetudini d’uso, sono Lo dissi, ricordo, con un’incomprensibile ripro- gli elementi invisibili, necessari fondamenti del vazione ch’era quasi rimorso, con più orrore progetto di un luogo urbano. Poi ci sono gli ele- intellettuale che paura sensibile». ebbene vi è un menti reali, spesso desunti dalla tradizione della concentrato di emozione e stupore nel frammen- piazza italiana («gli architetti sono stati sempre Gian Lorenzo Bernini, Sistemazione dell’area tra il Louvre to tratto dal romanzo. è come se ci fossero tutte stregati da un solo elemento del paesaggio ita- e Le tuileries, 1663. le tracce per suggestionarci: l’emozione del vuo- liano: la piazza» dirà robert venturi nel 1972 in cisione su un pendio, identificata però per un to, dell’accesso a un luogo conchiuso, della sca- Learning from Las Vegas). elementi che fanno ambito di riqualificazione urbana e sociale. Sei la degli edifici, del valore dei monumenti, delle parte della comunità, indispensabili sostenitori scale mobili s’interrompono reciprocamente deli- vestigia. il luogo di relazione si racconta attra- della vita pubblica, generati dalla stessa necessità neando nuove vie di collegamento e di ritrovo, verso la suggestione che ispira, diventa ispirato- e poi elevati a momenti simbolici. tra gli schiz- modellando soste per l’incontro e lo sguardo dire- re di un comportamento. zi e i disegni lasciatici in eredità dal bernini sul zionato sulla città e sul paesaggio. L’emozione ad esempio di entrare in un recin- suo progetto di sistemazione dell’area tra il ma ritorniamo indietro, in una visione sin- to, in un hortus conclusus, elemento ordinatore Louvre e le tuileries del 1663, incarico che come cronica dell’architettura, al foro romano, come della struttura, dove è presente il forte contrasto tra sappiamo Luigi Xiv consegnerà a claude spazio pubblico che si coglie movendosi. Questo la densità costruita e lo spazio aperto. Perrault, uno di essi esprime chiaramente le fun- era l’antico foro fatto di variatio, di scambi e di Attraversando esempi quali i corral portoghesi e zioni regolatrici di un ordine organizzato princi- movimento. ben diverso da una ricostruzione spagnoli e le plazas Mayor latine, si capisce come palmente dal movimento. Lo schizzo planime- settecentesca del forum classico: in una visione tali suggestioni nascano appunto da impensati trico presenta tracciati e assi di percorrenza insie- illogica ma divertente e quasi postmoderna il foro ambiti teatrali, luoghi della messa in scena che si me a elementi che egli posiziona ad hoc per romano viene rettificato sotto forma d’impianto vengono a formare (l’esempio dei corral: svilup- determinare gli stessi movimenti e usi: ed ecco stradale. tutto è statico e intercambiabile, come patisi da luogo residenziale organizzato intorno a singole colonne che indirizzano un percorso che in una scacchiera. ogni geometrizzazione impo- una grande corte -tipica del bacino mediterraneo fiancheggia il perimetro interno, statue equestri sta relativizza lo spazio, facendolo decadere. tra il Xv e il Xvi secolo- a spazio teatrale dove la che individuano l’asse centrale visivo, fontane Questa variatio è ben espressa nelle promena- scena sta nel centro e intorno gli spettatori). nella che diventano il culmine del flusso. un esempio des architecturales di Le corbusier, che non sono morfologia tradizionale che accompagna la nostra completo di come il progetto di un atto diventa altro che le trasposizioni e i ricordi memorizzati conoscenza delle città europee ne sono esempi risolutore di uno spazio. nei Carnets, delle passeggiate architettoniche magistrali le imponenti Plaza Mayor spagnole: «nella realtà gli assi non si percepiscono a durante i suoi grand tour in giro per l’europa e in tutte chiuse, accessibili solo da una porta o da volo d’uccello come li mostra il progetto sul tavo- special modo per Grecia e italia. A Pompei egli grandi arcate, vuoti urbani densi di significato, lo da disegno, ma si individuano sul terreno: l’uo- raffronta pianta e schizzo prospettico, mentre dal valore primario. mo sta in piedi e guarda davanti a sé. L’occhio guardando i suoi schizzi dell’Acropoli siamo con e ancora le differenze di scala: le piazze ita- vede lontano e obiettivo imperturbabile, vede tut- lui sotto i Propilei e ci accingiamo insieme a liane spesso ci emozionano attraverso le loro to anche al di là delle sue intenzioni e delle muoverci per deambulare nello spazio sacro, masse: il Palazzo della ragione a Padova, la volontà, l’asse dell’Acropoli va dal Pireo al attraverso la sua serie di prospettive consecutive, basilica Palladiana a vicenza, i palazzi che si Pentelico. dal mare alla montagna […] non biso- spettatori immaginari di quadri consecutivi e di affacciano su Piazza della Signoria a Gubbio, le gna sempre mettere le architetture sugli assi, dal luoghi di sguardi. Le corbusier, rimasto affasci- alte torri e campanili nella piazze di San marco momento che sarebbero come persone che par- nato da Pompei e dalla sua luce, dirà: «bisogna a venezia e del campo a Siena. L’idea principa- lano tutte in una volta» scrive Le corbusier in (venirci) quando il sole del mattino entra esatta- le di piazza è nel suo essere spazio chiuso, defi- Verso un’architettura del 1923, ricordandoci mente sull’asse […] le misure sono la causa di nito, recintato, circoscritto. Queste qualità pre- come per la costruzione dell’Acropoli ateniese, questa bellezzai»; e ancora, grande estimatore, suppongono strette e vincolanti relazioni dimen- modello di perfezione calcolata, fossero stati fon- anche se diversissimo, di William Lethaby, scri- sionali perché non vada perso il senso di unità, di damentali gli assi visivi e i coni prospettici, ordi- verà, rubando parole e immagini dal libro armonia, d’identità, di appartenenza. Le piazze natori, non percepibili, per la costruzione dello Architecture, Mysticism and Mith: «la luce acca- della tradizione appaiono così: protette e appar- spazio. L’uomo sta in piedi e guarda intorno a rezza forme pure […] i volumi semplici svilup- tate, circondate da edifici importanti, perimetra- sé. continuando a parlare di elementi immate- pano immense superfici che si annunciano […] te da portici che permettono un riparo ombroso riali e rimanendo sempre in Grecia e in specifi- cerchio, quadrato, cupole, terrazze, cilindri, pri- d’estate e una protezione al vento d’inverno. co ancora ad Atene, dimitris Pikionis grande smi rettangolari o piramidi»6. tutto questo poi Sono palcoscenici sui quali avviene la rappre- architetto degli anni cinquanta, il Le corbusier restituito nello specifico della sua architettura sentazione della collettività e del potere cittadino. greco, si fa interprete della cultura del novecento per eccellenza: Ville Savoye a Poissy del 1929-31. Sono teatri aperti, senza interruzioni, concepiti e al tempo stesso si presenta quale profondo

16 conoscitore del patrimonio culturale della sua Grecia. da ciò ne scaturisce la realizzazione del- la sistemazione dell’area archeologica dei sen- tieri alle pendici dell’Acropoli e al colle di filopappo. Qui gli elementi ordinatori sono le citazioni, nelle quali materiali nuovi e antichis- simi si svolgono in un medesimo brano. un trac- ciato lungo un chilometro (300 metri circa per i Propilei e i restanti per il colle) che ne fanno una grande composizione lapidea: «a volte percepivo che nelle fondamenta, che penetravano in profon- dità nella terra, nei volumi delle mura e delle volte, la mia anima era una pietra fra le tante, murata nella massa anonima delle altre pietre». difficilmente, ascendendo al colle delle muse lungo il percorso disegnato da Pikionis, è possi- bile scorgere la grandezza di un’opera evidente: tutto è parlato e progettato a bassa voce, ma con forza non solo compositiva ma anche di grande modernità, che si caratterizza al tempo stesso nella sua silenziosità e quasi, per paradosso, anche nella sua assenza. una componente visibile importante, mutua- ta da sempre, anche nel contemporaneo, dalla tradizione, è il porticato, momento intermedio e Mies van der Rohe, neue Galerie, Berlino, 1965-68. filtrante tra l’ambito esterno e quello coperto. il portico, un volume semiaperto mediatore tra lo deve seguire inoltre la topografia inclinata del fosse una sala di una casa. ma non per chiudere spazio vuoto e quello costruito, si è trasformato terreno. Per questo, per rimanere in armonia e allontanare, all’opposto per accogliere degna- nel tempo da stoa, in galleria, in passage7, in dimensionale con l’intorno gli elementi ordi- mente e non fermare gli ospiti e con essi il nostro piazza coperta. L’esempio tipologico delle piaz- natori si devono fare più grandi, ed ecco che sguardo sulla città. un modello di interno/ester- ze venete di vicenza, Padova e verona, dove i assumono in loro anche funzioni ben precise: no, di piazza coperta e al medesimo tempo di sistemi di piazze sono posti in comunicazione il monumento centrale diventa teatro, anzi tea- edificio che si apre al suo circostante è la Neue tra loro attraverso i lati unificati dagli spazi por- trino con la sua torre conica, e il tracciato visi- Galerie di mies van der rohe a berlino. Su un ticati, offre l’idea del valore urbano di questi sem- vo diventa fontana. dai forti connotati civici. podio mies celebra in modo esemplare l’idea del- plici elementi ordinatori. Gli esempi sono mol- Il dentro e il fuori - come spazio aperto la l’astrazione in architettura. e definisce un’archi- teplici, partendo dalla trasformazione dell’Agorà piazza è il luogo deputato agli incontri ma anche tettura che non si può definire semplice, anzi di Atene prima e dopo l’insediamento romano, spesso alle funzioni rappresentative della città. notevolmente complessa e ricca. tralascia ogni dove il portico coperto e colonnato delle stoái si Per questo nel tessuto urbano è sostanziale il elemento marginale. Lascia dei vuoti. e la fa sviluppa come momento intermedio e filtrante rapporto tra i vuoti e i pieni, dove ogni spazio tra diventare bella, secondo i suoi parametri, che tra l’ambito esterno e quello interno. Arrivando le cose diventa allo stesso tempo un centro e un forse, se volessimo guardare bene, sono anche i poi al Quattro e cinquecento quando il porticato simbolo della città. un elemento essenziale, un parametri della prima classicità, una classicità si trasforma in broletto, in spazio scenico (come importante nodo storico di quella forma urbis senza tempo. egli utilizza la trasparenza per potrebbe intendersi diversamente il lungo porti- che è la città e la sua architettura. La piazza opporsi alla impenetrabilità e per arrivare alla cato bramantesco del belvedere in vaticano del romana settecentesca di Sant’ignazio di filippo contemplazione. Lo sguardo dello spettatore (sia 1504?), in galleria. fino al passage della grandi raguzzini ad esempio è uno spazio aperto e dentro che fuori) va oltre al limite fisico defini- città capitali europee ottocentesche, una piazza chiuso nello stesso tempo, un piccolo foro e un to dall’opera stessa. in questo caso il silenzio è longitudinale coperta che diventa interno ed ester- labirinto, un esterno, ma che sorprende il visi- trasparente, transitivo. un lavoro basato sulla no al tempo stesso. tatore con le sue caratteristiche di ambito inter- omissione, sulla rinuncia, dove si è disposti a Per finire un altro elemento ordinatore mate- no, di contenuta scena teatrale. non è più una separarsi da ciò che non resiste alla prova della rico, visibile, è l’oggetto, il monumento, soprat- piazza, è un teatro dove chiunque può recitare necessità. in pratica la forma architettonica s’i- tutto quello utile, con funzione civile non solo collettivamente la scena della vita. Anche lo dentifica con il significato profondo, non sola- di decoro. Precedentemente avevamo visto come spazio chiuso può esprimere lo stesso signifi- mente con la conformazione esterna, con la bernini intendeva organizzare il progetto per il cato: un interno-esterno aperto alla comunità, gestalt, avvicinandosi invece con più forza al nuovo Louvre attraverso elementi e opere una piazza coperta. un luogo d’incontro chiuso significato settecentesco di carattere. monumentali che segnassero le viste, ma la che non fa accorgere di essere tale, perché natu- il dentro/fuori può suggerire inaspettate e grande scala vedremo non è per forza neces- rale prolungamento dell’ambito esterno. da que- nuove caratteristiche. esse si trovano nella piaz- saria: il piccolo pozzo quattrocentesco nella ste caratteristiche urbane si è anche sviluppato za in quota di mirador, un’area periferica e piazza rinascimentale di Pienza, decentrato, di il ruolo ottocentesco del museo. popolare di madrid: all’interno di un edificio limitate proporzioni, riesce a essere parimenti oggetto d’identificazione e quindi di coesio- abitativo di 22 piani, opera di mvrdv e blanca animatore dello spazio, co-protagonista del- ne della società, le grandi hall pubbliche nei Lleo (2001-04), un imponente vuoto, ordinato- l’architettura disegnata orizzontalmente e musei dei secc. Xviii e XiX ne sono maestose re della parcellizzazione residenziale, organiz- innalzata verticalmente. medesimo intento cer- testimonianze. tale, oggi, è anche la rinnovata za una duplice e inattesa vita di questa archi- cherà Aldo rossi in alcune sue piazze pensate Tate Modern londinese di herzog e de meuron: tettura. una, forse invasiva, ma alquanto effi- e realizzate: a San nazario de’ burgundi del la sua turbine hall non è altro che una nuova, cace soluzione a problematiche urbane e socia- 1967, dove nella sua astrattezza cerca di defi- l’ennesima, piazza della capitale inglese. La sua li. un luogo urbano collettivo all’interno di un nire elementi specifici, il porticato e il silos scala e dimensione non la presentano come sala, interno densamente costruito. il concetto di monumentale, che ricorda i granai della cam- ma come luogo collettivo urbano. il cui accesso movimento regola il vuoto interno e diventa il pagna pavese, ma soprattutto a Perugia quin- è una porta sempre aperta, la stessa che Leon fulcro del progetto, di un’altra architettura con- dici anni più tardi progetta la piazza per l’a- battista Alberti suggeriva per edificare una piaz- temporanea: la biblioteca civica di orihuela ad rea di fontivegge: lo spazio è ben più ampio e za: bisogna porre un arco all’ingresso, quasi come Alicante di Alberto campo baeza (1992). un

17 piazza toscana: «ti sei mai chiesto come mai Piazza del campo di Siena è sempre così piena di gente che si siede sulla fontana o per terra, sulla pavimentazione di mattoni, o passeggia vaga- bondando? hai notato che mentre nella struttura viaria della città è impresso il senso del transito, essa -la piazza- ha quello della sosta? il senso cioè di un luogo in cui troviamo sia i cittadini sia chi vie- ne da lontano per far mercato o per conoscere la L. e M. Ortner: Vienna, museumsquartier, 1998-2003. città e le infinite opere d’arte che essa conserva? una città, una piazza in cui sei il benvenuto, l’ospite atteso [...] per cui è nata un opera d’arte collettiva, edificio concepito a corte, due architetture, un statue insegnano senza che io lo chieda è una corale, nella quale ogni uomo può riconoscersi». antico palazzo e l’ampliamento, poste a L. il linea di condotta: devi restare immobile, lascia- oggi, a vienna, come allora a Siena, il disegno vuoto centrale, spazio coperto ma anche corte re che lo spazio circoli intorno a te»: sembra, urbano è l’emblema per la società civile. aperta, è prodotto dalla giustapposizione delle oltrepassando le Scuderie imperiali, che questa due strutture che non si toccano se non attra- frase di calvino in Le città invisibili vesta per- verso appunto questo spazio di comunicazione. fettamente la grande piazza pubblica del quar- Lo spazio tra le cose - Lo spazio tra le cose è tiere museale: le statue sono le architetture, il NOTE l’aspetto conclusivo che tutto accoglie. un esem- bianco e modernista Leopold museum, lo scuro 1) L. QuAroni, I principi del disegno urbano nell’Italia pio contemporaneo somma dei parametri nel testo cubo basaltico del mumok, la Kunsthalle riani- degli anni ’60 e ’70, “casabella” n. 487/488 (1983). descritti è individuabile nel quartiere dei musei a mata da nuova funzione espositiva; lo spazio 2) e. n. roGerS, premessa in j. tYrWhitt e j. L. Sert (a vienna, progettato e restaurato dallo Studio intorno è la piazza, il luogo maggiormente vissuto cura di), The Heart of the City, Pellegrini and cudahy, ortner & ortner e da manfred Wehdorn dal 1998 in tutte le ore del giorno. dieci diverse entrate new York 1952. 3) c. viSentin, Per un ritrovato valore dello spazio col- al 2003. il Museumsquartier viennese è un magi- conducono all’invaso museale: ma è la porta prin- lettivo, “edA”, num. mon., Lo Spazio Pubblico, il Prato, strale esempio di come fare convivere la città cipale a celebrare l’entrata in questo vasto recin- n. 1 (2007), p. 8. storica con annessioni contemporanee e di come to, attraverso l’edificio settecentesco di fischer 4) Se ne legga la spiegazione in c. viSentin, op. cit., utilizzare l’architettura per il benessere collettivo von erlach; l’attraversamento immette in uno spa- pp. 7-8. di una città. Questa nuova architettura è diventata zio archetipo primario: il recinto, configurazio- 5) Ibidem, p. 10. fondamentale connessione di quegli spazi pub- ne morfologica ormai perduta nella realtà urbana 6) W. r. LethAbY, The Cosmos or Architecture, Mysticism and Myth (1891), trad. it. di c. viSentin, Architettura, blici, che Adolf Loos aveva appellato, nella pri- attuale. e invece qui rinasce di nuova vita, defi- misticismo e mito, Pendragon, bologna, 2003. ma decade del 1900 riferendosi alle piazze del nisce il limite dell’insediamento culturale, diven- 7) W. benjAmin, Das Passagenwerk, frankfurt 1929, ed. Ring viennese, condensatori sociali. Per ciò il ta atto di riconoscimento ma anche di appropria- it. W. benjAmin, “i passages di Parigi” in idem, Opere Museumsquartier, un’immensa estensione urba- zione collettiva: la porta è aperta, è la soglia, vi si Complete, einaudi, milano 2000. na di 60 mila metri quadri, costata all’Austria e può accedere per iniziare a fare parte della rap- 8) h. hertzberGer, Lezioni di architettura, trad. it. alla municipalità di vienna più di 145 milioni di presentazione teatrale dove tra gli attori vi sono Laterza, roma-bari 1996, p. 26, (rotterdam 1991). euro, è un simbolo per come insegnare oggi a come protagonisti la città con la sua storia, la cul- costruire la città contemporanea, per dimostrare tura, la società con le sue dinamiche di incontro. che con l’attenzione, ma anche con il coraggio Si riconosce al Museumquartier ciò che ha illuminato di una politica per l’espansione urba- scritto herman hertzberger8 nel 1991 in Lezioni di na, si riesce ancora a fare convivere in armonia i architettura, a proposito di quello da lui definito cittadini e le metropoli del nostro tempo. Le nuo- l’in-between, lo spazio intermedio: «la soglia ve architetture si sono identificate subito ciascu- costituisce la chiave della transizione e della con- na in forme e funzioni dalla importante identità nessione fra aree con differenti vocazioni terri- caratteristica, divenendo tutte, in ugual misura, di toriali e, come luogo in sé, costituisce essenzial- fondamentale importanza per l’assetto comples- mente la condizione spaziale per l’incontro e il sivo, e assurgendo a monumenti urbani veri e dialogo fra aree di ordine diverso. il valore di propri. ma è soprattutto lo spazio aperto che cir- questo concetto è esplicito particolarmente nella cola tra esse a diventare il reale protagonista di soglia par excellence: l’ingresso di casa. in essa questo vasto intervento metropolitano. La piaz- si incontrano e si riconciliano la strada, da un za è il luogo deputato agli incontri ma anche lato e il dominio privato dall’altro». Le viste, le spesso alle funzioni rappresentative della città. scalinate, i terrazzamenti che guardano (e si fan- Per questo nel tessuto urbano è sostanziale il no guardare) verso il centro, il vasto cortile pedo- rapporto tra i vuoti e i pieni, dove ogni spazio tra nale, gli ingressi, le sorprese: tutto compone que- le cose diventa allo stesso tempo un centro e un sto grande salotto cittadino. Sempre gremito, simbolo della città. un importante nodo storico sempre vitale. dove la folla, anzi si potrebbe usa- di quella forma urbis che è la città e la sua archi- re un termine attuale il flusso, diventa rinnovata tettura. il valore dello spazio vuoto, della piaz- componente esperienziale nel rapporto con la za all’aperto, del grande salotto urbano influen- città. un ambito analogamente raccontato già da za percettivamente la dimensione degli edifici charles baudelaire: «La sua professione è di spo- con cui si rapporta, aumentandola o decrescen- sare la folla. Per il perfetto curioso, per l’osser- dola di volta in volta in proporzione inversa vatore appassionato è un immenso godimento rispetto a quella del suo invaso, a seconda del- eleggere come proprio domicilio la folla, l’on- la luce naturale e artificiale che anima tutto il deggiante, il movimento, il fuggitivo, l’infinito. sistema. essere fuori di casa e ciò non pertanto sentirsi Allo stesso tempo gli edifici, collocati in casa propria». seguendo assi e traiettorie visive da scenografia è gremito e vitale il Museumsquartier. teatrale, accrescono il senso dello spazio, espri- Sembra una piazza italiana, ricorda Siena, rin- *Chiara Visentin, architetto, è Dottore di Ricerca in mendosi quali elementi scenici fondamentali per novando il valore intrinseco della cultura come “Problemi di Metodo nella Progettazione dell’Architettura”, una grande mise en scène inconsapevole, pari motore per il rinnovamento della città. Si inter- e insegna “Progettazione Architettonica” alla Facoltà di agli effimeri spettacoli barocchi. «Quello che le rogava michelucci sull’identità della sua amata Architettura di Parma.

18 LA MUSEALIZZAZIONE DEI SITI ARCHEOLOGICI NEL NORD-EST DELLA CATALOGNA

Josep Burch, Martirià Figueras, Lada Servitja*

ABSTRACT - In the last years an important archeologic egli ultimi anni in catalogna va registrata ma attuale nel 2006. Questa legge stabilisce il activity was registered in Catalonia. At the same time, the nun’importante attività archeologica. Allo diritto d’accesso dei catalani alla cultura. research of resources related to the beach tourism has stesso tempo, la ricerca di risorse aggiuntive al Specificamente per il patrimonio culturale, nel- transformed the archeologic heritage. This transforma- turismo legato alle attività balneari ha trasforma- l’anno 1993, il Parlamento catalano ha approva- tion has evolved into a very important economical value for the north-Catalan community, in particular the one to il patrimonio archeologico in un valore eco- to la legge del patrimonio culturale catalano, che placed in the Costa Brava. In this context, the public ins- nomico molto importante per la comunità nord- ha stabilito le categorie di tutela del patrimonio. titutions have made considerable investments to recover catalana, in particolare quella situata sulla costa Al massimo livello ci sono i beni culturali the archeologic places. In order to this, the article will brava. in tale contesto, le istituzioni pubbliche d’interesse nazionale; in secondo luogo, i beni analyze this process and the criteria used for making the hanno fatto notevoli investimenti per il recupero culturali d’interesse Locale ed infine, in partico- heritage more accessible to all citizens, too. di siti archeologici. nel nostro articolo analizze- lare per le zone di protezione del patrimonio remo questo processo e quali sono stati i criteri archeologico, ci sono le Aree di tutela utilizzati per rendere questo patrimonio accessi- Archeologica (ePA). tredici anni dopo l’adozio- bile a tutti i cittadini. ne della legge, nel 2006, in catalogna, secondo i L’attività archeologica in catalogna nel tar- dati forniti dal dipartimento della cultura e do XX e all’inizio del sec. XXI - Lo studio del- media della Generalitat, erano stati classificati l’attività archeologica, sviluppata in catalogna 1.791 beni culturali d’interesse nazionale, di cui tra l’ultimo decennio del secolo scorso e i primi solo 97 appartenevano al patrimonio archeologi- anni del sec. XXi, indica che questa ha avuto una co. come conseguenza della legge sul Patrimonio crescita notevole. nel 1990, la Generalitat della culturale, il Governo della catalogna nel 2002 catalogna aveva concesso 263 autorizzazioni per ha adottato il Regolamento 78/2002 relativo alla scavi archeologici. Quindici anni dopo, nel 2005, protezione dei beni archeologici e paleontologici. ne aveva concesse 1.470; ciò significa che gli Questo documento regola e classifica gli inter- interventi negli anni presi in esame si sono incre- venti archeologici e dà la definizione dei criteri mentati di circa sei volte. La maggior parte delle per la conservazione di questo tipo di beni. in attività archeologiche svolte nel 2005 è stata cau- ogni caso, l’insieme delle leggi stabilisce regole sata dall’enorme crescita del settore edilizio, che ha generali, al fine di garantire la conservazione del portato, indirettamente, ad un aumento sostanzia- patrimonio culturale. Al di là di questi aspetti, le le del numero degli scavi d‘urgenza e di preven- azioni sul patrimonio archeologico non si limita- zione. in particolare, nel 1990, il numero dei per- no all’iniziativa di pochi. La legge non pone alcun messi concessi per interventi d’emergenza e pre- ostacolo alla nascita di iniziative pubbliche e pri- venzione archeologica era stato pari a 187, mentre vate, che mirano alla conservazione, ricerca e nel 2005 ha raggiunto quota 1.339. L’incremento divulgazione del patrimonio culturale, a condi- che si è registrato per gli scavi cosiddetti pro- zione che sia conforme, per la conservazione, con grammati, ossia quelli derivanti da un progetto di quello previsto dai regolamenti. ciò ha dato luo- ricerca, è molto moderato rispetto all’incremento go negli ultimi anni al coinvolgimento di diversi avuto per gli scavi dovuti all’emergenza e alla pre- attori, in particolare gli enti locali, nella gestione venzione. nell’anno 1990, il numero dei permes- del patrimonio archeologico. si per gli scavi programmati è stato pari a 76, cifra Siti archeologici musealizzati prima della metà che sale a 131 nel 2005. Possiamo notare, quindi, degli anni Novanta - dopo la caduta della dittatu- che il crescente numero di interventi che sono sta- ra del generale franco e durante i primi anni della ti realizzati in catalogna si inserisce nel contesto di democrazia parlamentare e il trasferimento della un’intensa attività di natura archeologica. gestione culturale dall’Amministrazione Generale La legislazione del patrimonio culturale cata- dello Stato alla Generalitat della catalogna, il gra- lano - Lo stato spagnolo è caratterizzato da un do di fruizione del patrimonio archeologico, attra- sistema di decentramento amministrativo. ciò verso l’accesso aperto di tutti i cittadini ai musei e implica che una parte dei poteri pubblici non sono siti archeologici, era molto basso. Alla fine degli assunti dall’Amministrazione Generale dello anni Settanta erano accessibili da parte del pub- Stato, ma dalle comunità autonome; il settore cul- blico solo alcuni siti come le rovine d’Empúries, turale è uno di questi. così, il patrimonio culturale con il relativo museo, il villaggio iberico catalano è disciplinato da una normativa specifi- d’Ullastret con il suo museo monografico e il dol- ca catalana. La principale legge catalana è lo men della grotta d’en Daina. oltre a questi, anche Villaggio iberico di Castell, Palamós. Statuto della catalogna, approvato nella sua for- altri siti archeologici sono stati considerati visi-

19 Foro romano d’Empúries, L’Escala. Villaggio iberico di Puig Castellet, Lloret de Mar. tabili solo per il fatto che il loro accesso era aper- ti, bar, alberghi) e l’edilizia. da quel momento, la può contribuire allo sviluppo economico, ipotiz- to in permanenza o per il fatto che erano visitati proliferazione delle costruzioni è aumentata, tran- zando l’esistenza di un comprovato valore econo- dalle scuole, nonostante il loro spazio non fosse ne che nelle aree naturali protette dalla legge, così mico inerente l’utilizzo di questo patrimonio adeguato per la visita del pubblico. oltre ai siti il resto del litorale è diventato una fila intermi- (Geffen, 1990), e ciò a condizione che tale uso sia archeologici, esistevano un paio di musei senza nabile di edifici. La struttura sociale che ha carat- effettuato dopo una prima fase di valorizzazione. relazione diretta con alcun sito archeologico. in terizzato questa zona per secoli è stata completa- Questo concetto include una serie di azioni primo luogo, il museo Provinciale d’Archeologia, mente trasformata con l’arrivo di molti immi- volte ad accrescere la conoscenza, conservazione creato a metà del sec. XiX, che occupa il sito grati provenienti da tutto lo stato spagnolo, e fruizione del patrimonio culturale (monteLLA, d’un antico monastero, Sant Pere Galligans a attratti dalla possibilità offerte della crescita 2003). Pertanto, questo termine comprende aspet- Girona, e il museo Archeologico regionale di economica. Abbiamo assistito anche al cam- ti quali l’organizzazione e lo sviluppo di progetti banyoles. il primo museo aveva una collezione biamento di occupazione della popolazione atti- scientifici relativi alla conoscenza del patrimonio che si riferiva a tutta la provincia di Girona, men- va, che dal settore primario è passata esclusi- archeologico, la protezione fisica di quest’ultimo e, tre i materiali esposti nel secondo erano essen- vamente al settore terziario ed edile. infine, c’è infine, la realizzazione di azioni ed attività per la zialmente di provenienza locale. nei primi anni stata anche un’alta concentrazione di popola- fruizione, tra le quali va messa in conto anche l’a- novanta la scena ha cominciato a cambiare un zione, proveniente da tutto il mondo durante le deguatezza del lavoro archeologico. così, soprat- po’. in occasione dell’arrivo della fiamma olim- stagioni estive, in contrasto con l’inverno in cui tutto sulla costa brava, ma in provincia in generale, pica sulle spiagge d’Empúries, durante i Giochi di queste regioni sembrano quasi deserte. tra le attrazioni che sono state identificate come i barcellona del 1992, il vecchio museo è stato Attualmente, la costa brava è visitata da più motori potenziali del settore del turismo si è evi- ampiamente ristrutturato. La mostra monografica di 6 milioni di turisti ogni anno. Logicamente, denziato il settore culturale in generale e il patri- sul sito archeologico è stata sostituita da un’al- questo ha avuto un impatto economico significa- monio archeologico in particolare. L’esistenza, dif- tra, dove l’oggetto archeologico ha cessato di tivo in tutta l’area catalana, non solo nella stessa fusa in tutto il territorio, di una notevole quantità di essere il protagonista principale per diventare un costa brava. Ad esempio, secondo le statistiche siti archeologici e il fatto che l’archeologia abbia complemento del discorso storico. nello stesso del 2003, il turismo individuato all’interno del un’importante tradizione nell’area, con forti lega- tempo è stata allestita una proiezione audiovisiva PiL è stato del 10,5%. Per quanto riguarda l’oc- mi di identità con la società, ha reso possibile che in un nuovo auditorium. Questa è stata la prima cupazione nel terzo trimestre del 2007, l’indu- la valorizzazione del patrimonio archeologico fos- proiezione di questo tipo installata in un museo stria del turismo catalano ha generato il 12,8% se attentamente promossa dalle amministrazioni archeologico nella provincia di Girona, e perciò dell’occupazione totale e il 20% del settore dei pubbliche (Alcalde e burch, 2008). ha avuto una grande influenza nella museografia servizi. tuttavia, la crescita economica del reddito La musealizzazione dei siti archeologici - Le archeologica di questo territorio. Pochi anni dopo, pro capite, causata dall’arrivo del turismo e dal azioni più importanti che si sono sviluppate a par- la mostra monografica del museo d’Ullastret, lega- suo sfruttamento intensivo, ha portato anche ad un tire dalla fine del sec. XX fino ad oggi si sono ta all’insediamento iberico con lo stesso nome, è considerevole degrado del territorio: l’esauri- concentrate sugli insediamenti di epoca iberica e stata analogamente rinnovata. il design della mostra mento di alcune risorse naturali della zona (ad romana. tuttavia, le musealizzazioni si sono este- permanente è stato rivisto e i contenuti aggiornati. esempio l’acqua), il degrado del paesaggio, la se anche ai depositi di tutte le età. Per quantità, Il turismo nella Costa Brava e il valore eco- riduzione della qualità del prodotto turistico, oltre dobbiamo sottolineare quello che si è verificato nomico del patrimonio archeologico - il territorio ad altre questioni non meno importanti, come la nei monumenti megalitici; questi interventi sono della provincia di Girona include una delle mete perdita d’identità da parte delle popolazioni loca- molto semplici consistendo nel ritorno teorico al turistiche più universalmente note: la costa brava. li. inoltre, la concorrenza di altre parti del mondo, monumento originale, in un minimo di adegua- fino agli anni cinquanta e Sessanta del sec. XX, che offrono siti simili (sole e spiaggia), ma eco- mento della zona circostante al monumento per questo sito era popolato da piccole comunità di nomicamente più accessibili per i ceti medi euro- facilitare la visita del pubblico e nella predispo- pescatori e contadini. A partire da quel periodo, pei e meno degradati dal punto di vista del pae- sizione di informazioni scritte per facilitare la molti turisti sono stati attirati in questo tratto di saggio, esacerbano i problemi del settore turisti- comprensione del sito. oltre agli interventi sui costa per la bellezza del paesaggio e del clima, co. La somma di tutti questi fattori ha generato monumenti megalitici, le azioni intraprese in que- per l’inverno mite e l’estate calda. Le conse- alla fine del secolo scorso e nei primi anni del sec. sti anni sono: l’adeguamento del Parco delle grot- guenze di questo fenomeno si sono riscontrate XXi un intenso dibattito su quale avrebbe dovuto te preistoriche di Serinyà; il Parco neolitico del- rapidamente nella struttura sociale ed economica essere il modello turistico per sfruttare in modo la Draga in Banyoles e l’insediamento, anch’es- delle popolazioni che abitavano questa zona. La sostenibile le risorse della costa brava. è in que- so neolitico, di n Ca ‘Isach in Palau Savardera; vecchia economia di questa costa cominciò ben sto contesto che le istituzioni pubbliche sono state l’adeguamento del quartiere ellenistico della presto a essere sostituita da un’altra che si basa chiamate in causa per trovare altre attrazioni per la Ciutadella di Roses, l’adeguamento dei villaggi esclusivamente sulla valorizzazione turistica del zona in aggiunta alle attività balneari. Già da alcu- iberici di San Sebastià de la Guarda di territorio. Questo sfruttamento si è concentrato ni anni è stato sottolineato più volte che l’even- Palafrugell, il Puig Castell di Palamos e il Puig principalmente in due settori: i servizi (ristoran- tuale uso del patrimonio culturale è un fattore che Castellet in Lloret de Mar; il foro romano della

20 Castellum di Sant Julià de Ramis. Villa romana di Pla de Palol, Castell-Platja d’Aro. città d’Empúries a L’escala; l’adeguamento del- infine, c’è un ultimo gruppo in cui non vi è considerato come elemento promotore di uno svi- le ville romane di Vilauba in Camós, di Pla de alcun collegamento tra il sito e ed il museo: Ca luppo economico sostenibile. in sintesi, le azioni Palol in Platja d’Aro dei Ametllers in Tossa de n’Isach, il Castellum di Sant Julià de Ramis, i di adeguamento dei siti archeologici sono caratte- Mar e, infine, la fortificazione tardo classica del villaggi iberici di San Sebastià de la Guarda, rizzate dal fatto di essere orientate principalmente Castellum in Sant Julià de Ramis. in primo luo- Castell e Puig Castellet e la villa romana di Pla de sui siti turistici e da quello di essere state promos- go si deve osservare che la maggior parte di que- Palol. un altro aspetto da considerare è l’acces- se in particolare dall’amministrazione locale. sti siti si trovano presso la costa brava (il quar- sibilità di questi siti dopo i lavori di adeguamen- I criteri applicati negli interventi - eccetto due tiere ellenistico della Ciutadella di Roses, i vil- to. La maggior parte ha un accesso limitato e solo casi legati alla “ricostruzione” degli interi resti laggi iberici di San Sebastià de la Guarda, del in alcuni casi (i villaggi iberici di Castell e San archeologici o di una parte notevole di essi (Parco Castell e del Puig Castellet, il foro romano Sebastià de la Guarda, il Castellum di Sant Julià neolitico della Draga in Banyoles e Ca n’Isach d’Empúries e le ville romane di Pla de Palol e de Ramis e la villa romana di Pla di Palol) c’è un in Palau Savardera), un caso che non verrà affron- gli Ametllers), sette in totale. Al di fuori della accesso libero e permanente. Le ragioni sono tato, in quanto esso costituisce un fenomeno mol- zona costiera si trovano solo il Castellum di Sant diverse, ma generalmente rispondono alla ricerca to puntuale, in tutti gli altri casi, l’intervento è con- Julià de Ramis, Ca n’Isach, le grotte preistoriche di modelli di gestione efficaci e sostenibili per sistito essenzialmente nel trattamento delle zone di Serinyà, il Parco neolitico della Draga e la gli enti incaricati della gestione di tali siti, di soli- superficiali dei siti archeologici. i criteri di base villa romana di Vilauba, cinque in totale. to comuni di piccole dimensioni. La difficoltà di che hanno disciplinato tali adeguamenti (burch e tuttavia, è necessario dire che i tre ultimi casi sostenere finanziariamente la musealizzazione, fiGuerAS, 2003), nonostante le differenze di sfu- sono nella stessa area, che vanta una lunga tradi- indirizzata a un piccolo numero di visitatori, con- mature, sono molto somiglianti tra loro e sono zione di scavi archeologici, la quale ha facilitato sigliava di lasciare libero l’accesso (risparmio di caratterizzati da strategie di conservazione e pre- il processo di recupero di questi siti, in quanto personale, per esempio). in alcuni casi, questo fat- sentazione praticate in tutta l’europa (ruGGieri sono ben noti e conosciuti da molti anni. ma oltre to è stato il risultato dell’intenso rapporto di alcu- tricoLi, 2007). in sintesi, le soluzioni sono state a questi aspetti, a pochi passi da questi siti c’è il ni di questi luoghi archeologici con gli abitanti del mirate a realizzare tre obiettivi: lago di Banyoles, molto popolare e conosciuto luogo: alcuni dei siti studiati sono elementi di par- 1) il primo è stato quello di assicurare la con- nella catalogna e nell’ambito internazionale, per ticolare importanza per la gente locale. un rap- servazione dei resti archeologici. in effetti, la leg- le attività sportive (canottaggio e canoa) che vi porto di identità, consolidato e rafforzato dall’atti- ge sul patrimonio culturale e il decreto sul patri- si svolgono. è interessante notare che, tra gli spa- vità tradizionale, che la chiusura di questi spazi monio archeologico, che già abbiamo visto, evi- zi che sono stati adeguati recentemente, solo il avrebbe interrotto. ciò è significativo nel caso di denziano questa necessità. tuttavia, combinare quartiere ellenistico della Ciutadella di Roses e il San Sebastià de la Guarda in relazione agli abitanti la conservazione con la fruizione del pubblico, forum d’Empúries hanno musei monografici. nel di Palafrugell e del Castellum in relazione agli non è un compito facile. Sicuramente il modo caso delle grotte preistoriche di Serinyà, all’inizio abititanti di Sant Julià de Ramis. nel caso della migliore per preservare un sito archeologico è il di questo secolo, è stato costruito un centro d’in- villa romana di Pla de Palol, il suo accesso libero suo rinterro, dopo aver concluso gli scavi. Questa terpretazione, che non espone nessuna raccolta è stato determinato dal suo contesto urbano. La pratica, tuttavia, non è compatibile con la frui- archeologica (ramió, Pujadas, maroto e Soler, villa romana è circondata da strade, case, alberghi, zione del patrimonio archeologico da parte della 2005). ci sono altri casi in cui c’è un rapporto ecc. inoltre, durante l’estate si trasforma in un’area popolazione in generale, né è compatibile con diretto tra il sito e il museo, anche se non di tipo di passaggio, utilizzata per l’accesso alle spiagge l’interesse delle istituzioni pubbliche di garantire esclusivo. come nel caso del museo Archeologico da parte dei residenti. chiudere il passaggio attra- un patrimonio di risorse economiche. Pertanto, regionale di Banyoles col Parco delle Grotte verso la piazza avrebbe costituito un grave proble- questo rapporto della fruizione con l’obiettivo Preistoriche di Serinyà, il Parco neolitico della ma. nei casi in cui vi fosse già una costante apertura della conservazione è stato una delle principali Draga in Banyoles e la villa romana di Vilauba. al pubblico, l’esperienza dimostra che la conserva- sfide che gli interventi hanno dovuto affrontare. in in questi siti, oggi il processo di gestione è rea- zione non è stata messa a rischio a causa dell’ac- generale, possiamo considerare che l’azione di lizzato secondo parametri di coordinamento e di cesso libero; al contrario, l’uso aperto e continuo di conservazione sui siti è stata orientata al consoli- gestione in rete. All’interno di questo tipo di questi siti ha impedito il degrado e la proliferazio- damento di pareti, pavimenti, altri elementi archi- gestione è compreso anche il museo Archeologico ne di atti di vandalismo. tettonici, e alla creazione di passaggi che delimi- regionale di Banyoles, che attualmente è coin- un altro aspetto da considerare è che la maggior tano la circolazione delle persone attraverso le volto in un progetto di totale ristrutturazione. vi parte di queste azioni sono state intraprese e gesti- rovine. Per il primo caso, sono state utilizzate tec- sarebbero anche, i caso analoghi della villa te dalle amministrazioni locali. di tutti questi, solo nologie reversibili utilizzando materiali provenienti romana degli Ametllers e del museo municipale il foro romano d’Empúries e il Castell di Palamos dagli stessi scavi; ad esempio, le pietre sono state di Tossa de Mar. Questo museo è una pinaco- sono stati promossi dalla Generalitat, attraverso il conservate durante lo scavo per essere riutilizzate teca, ma una delle sue sezioni contiene una col- museo di Archeologia della catalogna. ciò dimo- nei diversi processi di consolidamento. Questi ulti- lezione archeologica delle principali scoperte stra chiaramente il coinvolgimento degli agenti mi hanno riguardato soprattutto le strutture archi- effettuate nella villa romana. locali nella conservazione del patrimonio culturale tettoniche e, pertanto, hanno prestato particolare

21 Visione notturna.

Quartiere ellenistico della ciutadella, Roses. Passerella sulle rovine.

Razionalizzazione dei percorsi.

Villa romana dei Ametllers, Tossa de Mar. Particolare delle Terme.

Visione notturna con pannello didattico.

Villaggio iberico di Sant Sebastià de la Guarda, Palafrugell. Percorsi sopraelevati.

22 attenzione ai degradi delle murature e si sono svol- ti soprattutto all’esterno. Per proteggere la super- ficie scavata dalla colonizzazione di vegetazione, diffusa nell’area archeologica, è stato fatto un uso appropriato di tessuti geotessili e antigerminanti, i quali agiscono come uno strato isolante dal sotto- suolo. in sintesi, queste azioni avevano il solo sco- po di prevenire il degrado dei resti archeologici. un altro livello di lavori, che è stato imple- mentato sulla base di questo obiettivo, ha riguar- dato la creazione di circuiti d’accesso per facili- tare il passaggio dei visitatori alla zona archeo- logica, limitandone nel contempo l’accesso diret- to sui resti. Ad esempio, il Castellum di Sant Julià de Ramis si presenta come una zona su cui non si può camminare, ma che è ben visibile percorren- do un circuito perimetrale. un altro caso è il per- corso aereo che passa sopra le rovine della Cittadella di Roses, facilitando nel contempo tan- to la visita quanto la conservazione. nel caso di Pla de Palol, l’intervento ha creato un circuito Quartiere ellenistico della ciutadella a Roses. interno alla villa romana, con un percorso diago- nale che attraversa tutti i resti archeologici. infine, il percorso è chiaramente individuato anche in mica degli elementi definiti a partire dal contrasto fatto di trovarsi di fronte ad un edificio, e non di San Sebastià de la Guarda, dove è stato realizzato cromatico del verde con gli altri colori. in ogni fronte ad una somma di pareti scollegate. in un percorso parzialmente perimetrale rispetto caso, non si prevedeva in nessuna circostanza di questo senso, il caso più emblematico è la resti- all’intero sito, in modo da garantire un’ottima piantare alberi che potessero provocare danni con tuzione parziale del foro romano d’Empúries; visualizzazione e il massimo della tutela. le radici e creare difficoltà per la visione diretta gli scavi effettuati in questo spazio avevano 2) intervenire in un sito archeologico per delle rovine. nel caso di Pla di Palol, per esem- documentato resti archeologici molto poco con- garantire la fruizione da parte di tutta la popola- pio, troviamo un tappeto di verde che circonda servati. in realtà, i muri esistenti non superano zione è stata una delle sfide più impegnative fra le rovine dell’edificio storico. Questo tappeto, è i cm 50. tuttavia, durante il lavoro di musea- quelle affrontate. Questo obiettivo non poteva un segno verde all’interno del quale si può vede- lizzazione, in una parte specifica del foro è sta- essere in alcun modo dimenticato, visto che i fon- re una villa romana. L’interno dell’edificio è sta- to ricostruto l’ambulacro, ripristinato il tetto e di per l’intervento erano legati all’interesse del- to pavimentato con ghiaia e materiali di texture e diverse colonne (copia dei capitelli originali) l’amministrazione non soltanto a conservare que- colori diversi. Siamo, quindi, in un contesto urba- che lo sostengono. inoltre, sono state posizio- sti spazi, ma soprattutto a renderli frequentabili sia no policromo. in questo senso, una delle appli- nate delle colonne intorno alla zona centrale del dagli abitanti del luogo che dai turisti. tuttavia, cazioni più interessanti di questa idea è stata uti- foro. tutto ciò con materiali moderni e facil- rendere comprensibile un sito archeologico per lizzata nelle zone d’acqua (terme, giardino con mente distinguibili dalle strutture originali con- un pubblico non erudito in questo campo, ha crea- piscina, ecc.) della villa romana di Ametllers in servate. Questa ricostruzione ha raggiunto due to notevoli problemi. La sovrapposizione, regi- Tossa de Mar. data l’impossibilità di creare un obiettivi: il primo la monumentalità, al fine di strabile nella maggior parte degli scavi archeo- nuovo circuito d’acqua che riproducesse l’origi- facilitare la comprensione del luogo; il secondo logici, di strutture, prodotte nelle varie fasi stori- nale, si è scelto di mettere all’interno di questi la conservazione di una delle icone d’Empúries, che di un edificio, gli stessi processi di distruzio- spazi uno strato di resina, di colore blu, per dal momento che questa zona era stata già ne causati dal tempo e dalle attività umane, lo richiamare cromaticamente la superficie liquida. restaurata negli anni Settanta. stesso scavo archeologico, e molti altri fattori L’effetto è rafforzato dalla presenza di luci posi- in tale occasione il risultato finale è stato del comportano spesso grandi o talvolta insormonta- zionate al di sotto delle resine, le quali, opportu- tutto fuorviante, perché la restituzione non era bili difficoltà nella lettura, soprattutto da parte di namente programmate, danno l’impressione del aderente alle prove archeologiche. tuttavia, lo un pubblico non specializzato. ma è proprio a movimento dell’acqua. Si tratta, ovviamente, di spazio del foro era diventato uno dei più rino- questo tipo di pubblico che è rivolto il potenzia- un effetto speciale che non può essere visto mati del sito archeologico d’Empúries, uno dei mento delle politiche archeologiche. in questo durante il giorno, la qual cosa non costituisce un più visitati in catalogna. in breve, questa rico- senso, sono state adottate diverse strategie per problema, perché in realtà l’obiettivo era proprio struzione era diventata il simbolo d’Empúries, immaginare gli elementi più utili alla compren- quello di progettare un luogo attraente, dove far una situazione che ha consigliato di procedere sione del sito attraverso l’osservazione diretta. in passeggiare i turisti durante le prime ore delle alla costruzione di un nuovo ambulacrum nel- breve, il trattamento dei siti archeologici è stato notti d’estate, dopo che essi avevano trascorso l’anno 2009, quest’ulitmo correttamente ripro- affidato anche ad interventi con vero e proprio tutta la giornata in spiaggia, sotto il sole. posto in base ai dati archeologici. tale operazio- carattere di creazione artistica, favorendo un’in- un altro elemento utilizzato per facilitare la ne ha rafforzato il legame immaginario tra la terazione con il pubblico in visita. Sono stati per- comprensione del sito consiste nella riproposi- popolazione ed il sito, uno degli aspetti fonda- ciò utilizzati materiali tali da attirare l’attenzione zione di alcune parti delle strutture antiche. Ad mentali per la creazione d’identità, insito nel con- del visitatore, e allo stesso tempo, tali da permet- esempio, nei casi del Castellum di Sant Julià de cetto stesso di patrimonio (PrAtS, 1998). inoltre, tere di leggere il sito storico, descrivendone le Ramis e della villa romana di Pla di Palol, le in molti luoghi le strutture sono state rinterrate funzioni o le attività del passato. ciò è stato otte- murature, che si erano molto degradate durante il per contribuire ad una facile comprensione del nuto attraverso progetti che combinavano le diver- processo di scavo del sito, sono state alzate di luogo. un caso evidente è stato quello della recen- se consistenze dei materiali, la diversità dei colo- circa cm 30 per avere un impatto visivo più con- te sistemazione del villagio iberico di San ri ed altri elementi di comunicazione; lo scopo sistente. nel caso di Sant Julià, per facilitare la Sebastià de la Guarda in Palafrugell. in questo principale era quello di consentire una conoscen- comprensione del luogo, sono stati realizzati muri luogo, gli scavi archeologici hanno rivelato due za storica attraverso le suggestioni sensoriali. nuovi dove le strutture originali erano scomparse fasi principali della storia di questo insediamen- Particolare attenzione è stata posta, inoltre, al trat- del tutto; queste nuove murature hanno textures e to, ma mantenere visibili entrambe le fasi era tamento erboso del terreno, specialmente nelle materiali molto diversi dagli originali. il loro sco- impossibile per la comprensione del sito. Seppure zone periferiche, al fine di introdurre elementi po è quello di contrassegnare gli spazi, gli la sovrapposizione di strutture tra la prima e che non limitassero l’osservazione dello spazio ambienti ed i limiti della costruzione del seconda fase fosse molto importante, la fase più generale e che mostrassero, invece, una panora- Castellum, per rendere percepibile al visitatore il antica è stata completamente interrata per evitare 23 b) Aree di sosta per il pubblico - Alcune aree sono state progettate per permettere, per esem- pio, la sosta in caso di visite guidate. La forma di queste aree varia in base alle peculiarità e agli elementi significativi di ogni sito, come nel caso di Pla di Palol, dove, al centro della zona archeo- logica, si trova un medaglione a mosaico, al cui interno si può leggere la scritta Porcianus. Questo nome deriva dalla lettura di un’etichetta in bron- zo, applicata ai tappi delle anfore, esportate da questa villa dedita alla vinicultura. in alcuni casi, i siti sono stati dotati di arredi o di elementi per ombreggiare, come pergolati o simili. Queste aree sono collegate a percorsi opportunamente segnalati e delimitati. in alcuni casi, come per le ville roma- ne in Tossa de Mar o in Pla de Palol, o nel villag- gio iberico di San Sebastià de la Guarda o nel Castellum Sant Julià de Ramis, sono state realizzate aree sopraelevate per consentire una migliore visio- ne della zone e, allo stesso tempo, impedire ai visi- tatori l’accesso diretto sulle rovine. Villaggio iberico di Sant Sebastià de la Guarda, Palafrugell. Per concludere si può considerare che gli interventi studiati riflettono il desiderio di pro- di lasciare in vista strutture sovrapposte che avreb- preferito. nella maggioranza dei casi, si sono muovere la fruizione del patrimonio archeologi- be reso difficoltosa la comprensione del luogo. combinati due tipi di pannelli didattici: alcuni co. tale fruizione, incentivando il turismo, aumen- Questo intervento è stato utile anche per conser- sono più grandi e riservati al materiale intro- ta così il valore economico dei siti. tuttavia, in vare meglio i resti delle due fasi. un altro caso duttivo che aiuta a contestualizzare il luogo visi- alcuni casi, l’uso è anche legato a processi di iden- simile è l’ingresso al sito del villaggio iberico di tato; altri, invece, presentano un formato più tità tra popolazione locale e siti archeologici. in Palamos, nel quale gli scavi avevano evidenziato piccolo, riservato alle informazioni monografi- ogni caso, la presentazione al pubblico dovrebbe la presenza significativa di silos appartenenti alla che. in nessuno dei casi presentati, la comuni- offrire l’opportunità di godere del sito archeolo- prima fase di occupazione, risalente agli inizi del- cazione grafica è stata integrata con strumen- gico, integrato nel suo contesto. Si evidenzia inol- l’insediamento iberico. in una fase susseguente, tazioni audio o multimediali, poiché, in gene- tre la necessità di una gestione sostenibile, che corrispondente ad una trasformazione molto rale, si è optato per un mezzo poco costoso e consenta nel contempo la possibilità di svolgere importante dell’abitato, i silos erano stati abban- facile da gestire, specialmente in quei casi con attività educative o sociali, dato che diverse ini- donati per realizzare uno spazio pubblico. accesso libero. in breve, la serie di azioni, svol- ziative sono state attuate in piccoli comuni. in conservare in vista la prima fase, avrebbe reso te al fine di garantire la comprensione del sito, breve, queste azioni hanno cercato di trasforma- incomprensibile la seconda. così, il responsabile si sono orientate in termini di minimo inter- re alcuni siti archeologici in aree di uso pubblico. del progetto ha optato per l’esclusiva visualizza- vento, evitando ricostruzioni generalizzate. zione della sola seconda fase. Pertanto, per far 3) il terzo obiettivo era quello di garantire che capire la forma precisa della piazza e dei suoi il luogo fosse comodo e sicuro da visitare, com- BIBLIOGRAFIA ALcALde, G. eburch, j., «the arcaheological heritage confini, i silos sono stati completamente interra- pito non sempre facile a causa dei ripidi pendii and development of the northeast iberian Peninsula», World ti. oggi si può vedere solo una delle fasi del sito, che di solito lasciano gli scavi archeologici. Per heritage and sustainable development, barcelos, 23-32. ma quella almeno è chiaramente leggibile. raggiungere lo scopo si è lavorato su una serie di burch, j. e fiGuerAS, m., «nous criteris en l’adequació de infine, l’ultimo degli elementi utilizzati per linee-guida. come sistema di sicurezza sono sta- jaciments arqueològics. Alguns exemples de les comarques favorire la comprensione dei siti archeologici è te collocate delle ringhiere, con disegno diverso de Girona». ii congrés internacional sobre museïtzació de jaciments arqueològics, barcelona, 2003, pp.130-134. stato l’uso di pannelli didattici. Questi sono stati secondo le caratteristiche di ciascun sito. Queste Geffre, X., La valeur économique du patrimoine: la collocati, ove era possibile, in luoghi alti per faci- ringhiere sono più un sistema di protezione per il demande et l’offre de monuments. París, 1990. litare una lettura contestuale del pannello e del visitatore che non per lo stesso sito archeologico, monteLLA, m. Musei e beni culturali: verso un modelo sito. è importante notare che la progettazione di dato che esso resta comunque facilmente acces- di governance, milano, 2003. questi pannelli si è molto evoluta con il passar sibile; infine, le ringhiere solo sono fatte per con- PrAt, Ll. “el concepto de patrimonio cultural”, in Política y sociedad, 27, barcelona, 1998, pp. 63-76. del tempo: i testi lunghi, per esempio, hanno da solidare i percorsi. un altro tipo di intervento è rAmió, S., PujAdAS, r., mAroto, j. e SoLer, n. «Parc de tempo ceduto il passo a testi di non più di 100 consistito nella musealizzazione della zona les coves prehistòriques de Senrinyà. un ejemplo de yaci- parole. è stato usato in generale un linguaggio archeologica e nella creazione di percorsi ben mientos paleolíticos visitables». iii congreso internacional privo di termini scientifici molto tecnici. Abbiamo definiti. in tutti gli interventi sono state realizza- sobre musealización de yacimientos arqueológicos, anche cambiato il formato dei pannelli: dappri- te delle aree per consentire percorsi facilmente zaragoza, 2005, 347-350. ma essi erano alti e verticali, una forma che ostrui- fruibili dai visitatori. tali aree sono sopraelevate ruGGieri tricoLi, m.c. Musei sulle rovine. Architetture nel contesto archeologico. milano, 2007. va il campo di osservazione. Pertanto essi sono rispetto alla quota del sito onde creare zone di stati sostituiti da pannelli orizzontali bassi, che osservazione e di incontro per i visitatori. Queste © Fotografie di Globusvisió (archivio ICRPC); Aspecte facilitano l’osservazione simultanea del sito e del- possono essere classificate in: paisatge s.l.u. e Rosa Sureda. la grafica. L’apparato grafico ha anche acquista- A) Punti d’osservazione - Sono stati realizzati to in qualità estetica e comunicativa, grazie all’u- per poter contemplare dall’alto la zona archeo- *Josep Burch, Docente di Archeologia della Università di so di acquarelli per le ricostruzioni architettoniche, logica. Queste aree sono pavimentate con mate- Girona; attualmente è direttore tecnico de l’Institut Català una tecnica che risulta più calda ed umana rispet- riali molto diversi da quelli utilizzati nel resto de Recerca en Patrimoni Cultural e ricercatore del progetto to alle restituzioni effettuate mediante computer, del sito. talvolta possono trovarsi in prossimità “La patrimonialización de la arqueología. Conceptos y anche se talvolta, come nel caso di Empúries, dell’ingresso al sito, come nel caso delle ville usos del patrimonio arqueológico”. HAR2008-00132. sono state utilizzate anche queste ultime. un altro romane degli Ametllers o di Pla de Palol o del Martirià Figueras, socio fondatore e manager di Aspecte Paisatge s.l.u.; ingegnere paesaggista ha diretto diversi progetti cambiamento importante è consistito nell’uso villaggio iberico di San Sebastià de la Guarda. di adeguamento di siti archeologici della provincia di Girona. generalizzato del colore. i disegni e le fotografie La possibilità di avere un punto di vista soprae- Lada Servitja, laureata in Storia dell’Arte all’Università di inserite sui pannelli erano stati infatti, almeno levato nella zona d’ingresso può ulteriormente Girona, è ricercatore predottorale de l’Institut Català de fino agli interventi del 2000, principalmente in facilitare la comprensione dei resti archeologi- Recerca en Patrimoni Cultural; la sua tesi è sull’uso dei bianco e nero; oggi, tuttavia, il colore è dovunque ci durante la visita. musei di Girona per i bambini.

24 NECROPOLI DI PILL’ ‘E MATA PROTEZIONE E MUSEALIZZAZIONE DI UN SITO ARCHEOLOGICO

David Palterer*

ABSTRACT - This article describes the particular cove- la coincidenza con il luogo stesso dei ritrova- rage and museum project (2009) of necropolis found menti, occasione di riflessione sul valore dell’o- near Quartuccio, highlighting the challenges, design riginale e il significato dell’autenticità, e nel solutions and highly symbolic substrate choices. nostro caso della “assoluta localizzazione” in un territorio che oggi fa parte della città di Quartucciu. in parallelo abbiamo dovuto affron- tare un altro tema centrale per la “musealizza- ulla faceva rilevare che il sottosuolo del- zione archeologica” del sito: consentire a un nl’area periferica di Quartucciu, nella pro- astratto e asciutto prodotto scientifico di supe- vincia di cagliari, destinata, nel piano urbanisti- rare la propria configurazione ermetica apren- co della città, alle attrezzature e attività produt- dosi all’immaginazione e all’emotività, sensa- tive, occultasse un’antica presenza insediativa. zioni suscitate dalle operazioni di scavo (che L’entità della scoperta è stata accolta solo al ter- furono particolarmente sentite nel caso di Pill’ mine di una campagna di scavi, condotta dalla ‘e mata) ma che poi si perdono nell’esposizio- dottoressa donatella Salvi, succeduta lungo ne soffocante delle contingenze della conserva- diverse stagioni, che ha individuato e recuperato zione, della protezione e in seguito dell’apparato circa duecentocinquanta sepolture di una necro- didattico-didascalico. poli risalente a un periodo temporale piuttosto una mera protezione degli scavi o del sito ampio, dal sec. iii a. c. al sec. v d. c., ovvero archeologico non poteva che presentarsi come dall’età punica fino a quella tardo romana-impe- argomento restrittivo per il tema progettuale, e riale. Gli oltre duemila reperti riportati alla luce ci siamo chiesti frequentemente: cosa protegge- hanno suggestionato sia l’immaginario degli re? visto che la necropoli si configurava non archeologi addetti ai lavori che quello della popo- attraverso costruzioni o manufatti in elevazione lazione locale, per la peculiarità dei ritrovamen- (in positivo) ma in vuoti sotterranei (in negati- ti e non di meno per il mistero di non aver indi- vo). il rilievo del sito è riconosciuto non per la viduato nei dintorni l’insediamento abitativo del- sua conformazione ma per i ‘contenuti’, i reper- le stesse popolazioni. ti trovati interrati a fianco, a corredo delle sin- La campagna di scavi aveva lasciato in loco gole sepolture. Per questo è stato il materiale un “paesaggio lunare”, una brulla collina di ter- recuperato, e non il sito, a possedere una forza reno biancastro con dei “crateri”, e il contrasto col evocativa delle culture rinvenute, e a loro si è bagliore del sole sardo incideva a tal punto da rivolto il maggior interesse di studio. Walter farli immaginare come ‘finestre’ aperte verso l’a- benjamin afferma che “l’hic et nunc dell’opera bisso della storia. una volta placato lo stupore d’arte (qui, assimilabile al manufatto archeolo- della scoperta è emersa la consapevolezza del gico) è la sua esistenza unica e irripetibile nel rischio, trasformato poi in aspirazione, di non luogo in cui si trova”. nell’unicità della collo- disperdere gli entusiasmi e le energie di quel- cazione spazio-temporale dell’opera risiede il l’avvenimento. nell’impostare un progetto di fat- fondamento della sua autenticità e della sua tibilità espresso in seguito ad un’intesa tra il autorità come originale, e nel crescente e dif- comune di Quartucciu e la regione Autonoma fuso rapporto di oggi con la virtualità, il valo- della Sardegna, sono stati condivisi due intenti: re e la necessità del “reale”, e dell’autentico conservare una testimonianza del sito archeolo- rinvigorisce. gico, e, cogliendo questa occasione, consegnare reali e assolute sono le coordinate geografi- alla città un centro culturale, annesso ad un ampio che del sito (39°15’53”n 9°11’43”e), ma diffi- parco, con il fulcro immaginato attorno ad un cilmente può essere riconosciuto un nesso con museo archeologico fondato per conservare i l’autenticità dell’ambiente circostante, che si è reperti provenienti da Pill’ ‘e mata, una decisio- modificato, e tuttora si sta trasformando, al pun- ne potenzialmente contraddittoria, visto la rav- to da compromettere qualsiasi riferimento di sup- vicinata distanza tra l’area degli scavi e quella porto immaginativo o paesaggistico con un pro- La somiglianza tra la costruzione e la sua rovina (G.B. del futuro centro. nel dualismo tra le due future prio passato. Per questo la decisione Piranesi, L’antichità d’Albano e di castelfidardo). strutture destinate alla “musealizzazione” di Pill’ dell’Amministrazione di “strappare” uno dei lot- I blocchi della costruzione sono realizzati in massello di ‘e mata, abbiamo intuito il tema del progetto ti all’utilità produttiva manufatturiera, riasse- Pietra di Lessinia, depositati in cantiere. architettonico sul sito, nella sua peculiarità e nel- gnandolo alla comunità come utilità culturale, è 25 A sinistra: veduta d’insieme arrivando dal centro della città. A destra: planimetria generale, 2008, Studio Palterer, Firenze.

stato un gesto di forte significato e di fondamen- inscindibili e intrinseche all’architettura. in corrispondenza dell’incrocio stradale sul tale valenza. A un’eventuale ‘casa di protezio- Per la conformità alle norme di calcolo, nel quale si attesta la nuova struttura, con il fronte ne’ degli scavi - che intanto si stavano veloce- progetto esecutivo abbiamo dovuto affidare a una sull’ex Provinciale Quartucciu-Ganni, e tra i due mente degradando a causa degli agenti atmosfe- sottile lama in cemento armato il maggior carico muri di pietra, è incuneato un volume monoliti- rici - spettava in più il ruolo di assegnare al ter- strutturale (un paradosso statico), non transigen- co sfaccettato, ottenuto per una ‘distorsione/esa- ritorio un landmark, proprio in questa realtà pre- do però sull’uso di masselli lapidei contrapposti sperazione prospettica’ di un archetipo di una dominata da capannoni produttivi - negazione su ambo i lati dei muri, per riguadagnare la coe- casa - un artificio in uso nelle scenografie teatrali dell’architettura. Siamo stati quindi stimolati a renza con il concetto generatore, considerando la e nella pittura per esteriorizzare (e con questo impegnarsi in un percorso progettuale diverso, costruzione una metafora all’anastilosi, dove le intrigare) l’espressività di un soggetto, per indi- colto ma non per questo imprigionato in luoghi iscrizioni “Pill’ ‘e Mata”2 e ancor più, la loro rizzarlo verso una “retorica-poetica” - la stessa comuni o nell’avidità degli stessi, e i riferimen- ‘decomposizione’ (alcune sillabe del toponimo casa colorata di rosso (un colore carico di signi- ti alla memoria, alla metafora e alla ‘psicologia sono disposte con una apparente disattenzione ficati, perfino scaramantici), destinata allegori- delle sensazioni’, che per un verso testimoniano sulle facciate) con lettere d’ispirazione all’antico3 camente a configurarsi come ‘dimora degli spi- una faccia della nostra fonte ispiratrice, ma ancor alludono ad un “frammento ricomposto” di un riti’. La “casa” è contornata da cespugli di fichi più fanno trasparire il nostro credo, ovvero che monumento “ritrovato”, piuttosto che a un tetto d’india4, un confine invalicabile che impedisce l’Architettura non può avere “paura di sé stes- di protezione, comunque privo di attinenza tipo- l’accesso da quel lato. L’accesso all’interno del- sa” e non è per antonomasia antagonista dell’ar- logica alla necropoli. il nuovo volume architet- la struttura è proposto ridotto a un varco essen- chitettura contemporanea. L’intuizione proget- tonico si misura così dimensionalmente con l’ur- ziale. il vuoto del passaggio è sostenuto da un tuale, della quale ho fatto già riferimento prima, banità dei capannoni industriali circostanti, ma da architrave in acciaio Cor-ten, “sottolineando” nel ha suggerito di far convergere la struttura ‘stati- questa si distingue nella propria rigorosa conce- contempo il toponimo scolpito nella pietra e ca’ (l’impianto architettonico) con quella ‘metafo- zione. Lo si scopre infatti composito, descritto annunciando cosi l’introduzione di un materiale rica’ (la suggestione immaginaria), concetto da elementi quali “muro”, “recinto”, “casa”, contemporaneo del quale, si vedrà più avanti, si interpretato con la proposizione di due muri “porta” che, nel loro insieme, determinano un fa un importante uso all’interno. paralleli da realizzarsi in pietra, in blocchi di interno, “dimora” di percezioni diverse e di ele- L’accesso dal piazzale d’ingresso e il par- grande dimensione da posare a secco, capaci di menti ribaltati rispetto a quelli esterni sia per le cheggio risulta in lieve depressione, una minima determinare un nuovo ordine di riferimento, un loro qualità sonore e di luce, che per i rappor- discesa, giusta per delineare i limiti della area fuori scala (ovvero un ordine gigante) sia per il ti visivi con l’esterno stesso, il tutto studiato, interessata dagli scavi. tale quota è stata ricosti- taglio dei massi che per le iscrizioni, che già nel- più che per ‘isolarsi’, per convogliare i fruito- tuita riproponendo quella dell’inizio delle ope- la fase ideativa sono state ‘scolpite’ nella pietra1, ri verso la “lentezza della riflessione”. razioni di scavo, realizzata con impalcato di legno

Planimetria e prospetti esterni.

26 26 Veduta d’insieme arrivando dal centro della città: i fichi d’India come confine invalicabile L’ordine gigante della muratura incombe e disegna i rapporti proporzionali all’interno. che impedisce l’accesso dal lato settentrionale.

(di castagno grezzo) fatto “galleggiare” su un mandosi a dei sentieri, così come le varietà degli la musealizzazione si propone come un “cantie- vuoto richiuso tra quel camminamento e il livel- affacci (dei parapetti), realizzati pensando all’ar- re didattico aperto”, che integra il sistema cono- lo dei ritrovamenti, una distanza che non è solo ticolazione dei tragitti di visita, suggeriscono dei scitivo-scientifico (che, per sua stessa natura, è fisica ma, metaforicamente, temporale. punti di affaccio per rievocare la magia della sco- pur sempre non definito né chiuso) con la for- varcando l’entrata, il primo raffronto è con il perta e condurre i visitatori verso le emozioni. za della comunicatività, dell’intuizione e del- colore rosso della casa degli spiriti, che si rifran- Ai camminamenti laterali, e al ponte che li uni- la memoria, espressioni dell’unità della cul- ge sui lati interni dei due muri, caratterizzando sce in un percorso di visita anulare, sono atte- tura. La lettura del contenuto di tale insieme l’ambito d’accoglienza con una nota cromatica e stati due slarghi - uno corrispondente, come si può così essere recepita da fruitori diversi (per acquisendo una valenza di riferimento per un è visto in precedenza, all’ingresso, il belvede- età, interesse, conoscenze, ecc.) a livelli di orientamento generale nell’intero sito. Lo spa- re al coperto, e l’altro, contrapposto, all’ester- approfondimento a loro più congeniali. zio d’accoglienza coincide con un belvedere, dal no, raggiungibile direttamente anche dal piaz- L’atmosfera ambientale all’interno della strut- quale, al primo sguardo, l’area degli scavi pare zale del parcheggio - entrambi dimensionati tura è tenuta piuttosto cupa, con degli squarci emergere da uno squarcio nella terra, i cui mar- per permettere la sosta di più gruppi in con- di luce che sono lasciati penetrare dalle due gini sono delineati da percorsi laterali fissati alla temporanea, attorno a una guida o a un inse- contrapposte testate dello spazio, mentre gli quota di campagna, la stessa dell’impalcato gnante, utilizzabili eventualmente come spa- scavi sono illuminati con raggi di luce sceno- ligneo. una volta abituata la vista alla relativa zio laboratorio per l’attività didattica. grafica naturale, proveniente da captatori e oscurità, ci si accorge che quei camminamenti una volta terminati i lavori edili, si è proce- conduttori di luce esterna, compensata per le sono flottanti sopra l’area archeologica, lascian- duto a ‘liberare’ le sepolture - quelle che nel pro- evenienze (ad esempio nelle ore serali) da do percepire che l’estensione della necropoli è getto dovevano rimanere in vista - dal riempi- proiettori a ioduri che mantengono il concet- ben oltre la parte visitabile. La leggerezza, non- mento protettivo in sabbia predisposto preventi- to illuminotecnico. Sotto i camminamenti sono ché la “precarietà” percettiva dei cammina- vamente sull’intera area. Su una parte di queste dislocati alcuni proiettori aggiuntivi per illu- menti, è ottenuta impiegando l’acciaio Cor-ten sepolture recuperate, il progetto ha previsto la minare con luce radente gli scavi, per creare (comprimendo gli spessori, per esempio nei ricostruzione dello scenario di un cantiere di sca- ombre lunghe di un tramonto. il microclima piani di calpestio a solo 15 mm), dalla qualità vi archeologico, immaginato congelato nella fase dello spazio interno è naturale: estrattori nel- cromatica (l’ossido del Cor-ten di colore rug- di scavo una ricostruzione artefatta, intenziona- la copertura assicurano un ricambio costante gine - il colore della terra) e materica, dal suo- ta alla rievocazione della “magia della scoperta” dell’aria, mentre gli spessori delle pareti e in no che ritorna dai passi dei visitatori, scanden- e, al contempo, la messa in scena mirata a illu- particolare l’isolamento della copertura con il do un imperscrutabile ritmo. strare i mezzi, le metodologie e le operazioni uti- tetto vegetale5, contengono gli sbalzi termici. La modulata larghezza dei percorsi, richia- lizzate ed eseguite dagli archeologi. in tal senso il piazzale e l’area del parcheggio sono illu-

Sezioni e spaccato assonometrico del sistema costruttivo delle lastre in pietra.

27 In alto: la muratura lapidea riflessa nello specchio; in basso: l’ordine gigante della muratura incombe e disegna i rap- In alto: particolare del recinto; in basso: la pietra di porti proporzionali all’interno. Lessinia si colora di rosso per effetto del riflesso.

minati da una solitaria torre faro, alta 12 metri NOTE a luce indiretta, una forte presenza che svetta 1) nella sua accezione culturale la PietrA ha un potere alta sul territorio, oltre che per l’effetto illu- evocativo del passato nel presente, le PAroLe, come dice Wittgenstein, sono i tasselli della costruzione del nostro minotecnico, col valore di un indicatore. mondo: le parole, per carlo Levi, sono di pietra. il progetto del verde, in coerenza con i 2) La variazione da ‘Matta’ a ‘Mata’ è stata suggerita dal- concetti generatori del progetto architettoni- la amministrazione comunale in fase esecutiva del pro- co, è attento all’allegoria e ai significati figu- getto, per correttezza etimologica della parola. rati: il cipresso, contrapposto all’ingresso, 3) esplicito è il nostro richiamo a Leon battista Alberti, che nelle iscrizioni con le lettere lapidarie romane cerca- appartiene con il proprio immaginario cultu- va un’associazione ideale e tangibile all’età classica. rale al lutto, al luogo della sepoltura e con 4) il fico d’india non è una pianta autoctona ma la sua questo alla necropoli, così come lo è il mirto presenza pluricentenaria nel paesaggio è fortemente con- (murta), oltre al rosmarino (romasinu), il timo solidata. Anche per le sue caratteristiche, come nel caso del (armidda, tumu) e altri arbusti utilizzati nel- nostro progetto, è nell’immaginario il ‘segno della sepa- * David Palterer (Haifa, 1949), architetto israeliano natu- razione’ - delinea infatti un confine, ed un recinto vegeta- l’area, intrecciati nell’iconografia e sinonimi ralizzato italiano, lavora a Firenze ed è membro le per eccellenza. dell’Accademia del Disegno. Ha insegnato presso la per i profumi del mediterraneo e i suoi miti. 5) il tetto vegetale, o verde, fa parte del concetto archi- Staatliche Akademie der bildenden Kunste di Stoccarda, la da una vista a volo d’uccello, il tetto trattato tettonico di sviluppo sostenibile. tale tipo di copertu- Facoltà di Architettura di Firenze e insegna al con il verde pensile estensivo - inerbito con ra piana acquisisce la valenza di un isolante termico, Politecnico di Milano, polo di Mantova. Tra i progetti: sedum di un mix di sole piante autoctone - studiato per ospitare su tutta la superficie un substrato restauro e ampliamento del Teatro Niccolini di San sembra voler consentire alla natura di rim- di vegetazione. Casciano Val di Pesa (1996), recupero dell’antico sito 6) il progetto, redatto da david Palterer e norberto archeologico di Beit Shean (Israele), nuovo Museo possessarsi dell’area. Per l’irrigazione del- medardi con la collaborazione degli architetti Pietro reali dell’Opera di Santa Maria del Fiore a Firenze (con Luigi l’impianto del verde sono raccolte e riciclate le e Paoulina m. tiholova, ha ricevuto una menzione speciale Zangheri). È stato curatore del Padiglione Israeliano acque meteoriche6. dalla Marble Architectural Awards 2010. alla Biennale di Venezia (2004). 28 PERSONE E OGGETTI NEI MUSEI ARCHEOLOGICI: CASI DI STUDIO RECENTI

Maria Clara Ruggieri Tricoli*

ABSTRACT - The widespread of reconstructions -of people, o scavatore di giacimenti archeologici, gico, anzi, si tratta di tutto un universo di ten- environments and activities- within the archaeological Lscriveva il grande archeologo inglese tativi e realizzazioni che può interessarci in museums answers first in order to evoke our past ance- Sir mortimer Wheeler, is not digging up modo particolare e che è peraltro molto dif- stors, a target now considered a primary requirement 1 by museums up-to-dated, but, sometimes, it answers to things, he is digging up people . e, in altra fuso nella pratica. the opposite goal, in order to better show their remains occasione, aggiungeva: The only thing that in Germania, costituisce un esempio carat- in ther uses and functions. This text analyzes some recent really matters in our work is the re-creation of teristico di questa strategia lo spettacolare risul- exemples where it has been applied this strategy, the past [...] archaeology and history are alike tato di integrazione fra oggetti e fondi, talvolta meanwhile showing how the system of the most traiu- frustrated unless they contribute to a vital fotografici, talvolta, invece, con disegni molto tional visual communication, in real drawings, may be often better than newer technological systems (pictu- reconstruction of man's past achievement, in narrativi, ma ciononostante di assoluto buon res, movies, interactive stations) being often able to well other words aspire to interpretation as well gusto, ottenuto dallo studio bertron Schwarz und integrate themeself with these, following educational as to mere transiliteration2. frey (Aurelia bertron, ulrich Schwarz, profes- and aesthetic goals that museum proposes and respec- Queste idee, espresse da Wheeler con straor- sore di museografia alla universität der künste di ting the different kind of public. dinario anticipo su molte altre simili, non sol- berlino, e claudia frey, con sede a ulma). tanto caratterizzano la vocazione socio-culturale Alludiamo in particolare all’allestimento della dell’archeologia di oggi, per la quale il ritrova- sezione Land am Meer del Pommersches mento di reperti non costituisce più un fine, ben- Landesmuseum di Greifswald (Pomerania sì un mezzo per la ricostruzione scientifica della occidentale, 2005), un allestimento tanto più storia dell’umanità, ma sono anche, com’è natu- interessante perché concepito all’interno di un rale, refluite all’interno della comunicazione edificio storico, con il quale si sposa in realtà archeologica, specie museale, sempre più preoc- felicemente. il museo di Stato della Pomerania, cupata di giungere alla rappresentazione convin- infatti, è situato in un edificio iniziato nel 1250 cente delle persone e dei contesti di vita. dai francescani, e riformato con funzioni sco- ovviamente, se non sempre è necessario vedere lastiche nel Settecento (1793 - 1795) dall’ar- una figura umana per avvertirne ancora la pre- chitetto johann Gottfried Quistorp4, il quale ha senza, essendo talvolta sufficiente una poetica tuttavia conservato le fondazioni della chiesa gestione di oggetti e contesti per restituire una conventuale. è proprio im das Fundament che si specie di vita dietro le quinte, alcuni allestimen- trova la sezione del museo dedicata alla geolo- ti di ultima generazione, pur servendosi più o gia ed ai primordi delle terre sul mar baltico meno delle stesse strumentazioni di altri (in allestita dallo Studio di ulma. sostanza grandi disegni, grandi foto e filmati), il resto dell’edificio, dedicato ad una vasta sembrano dimostrare anche l’esatto contrario, galleria d’arte, è stato trasformato a partire dal e cioè quanto sia necessario vedere delle per- 1998 dall’architetto Gregor Sunder-Plassmann sone per capire realmente il senso degli ogget- di kappeln5, che si è aggiudicato il progetto a ti ad esse appartenuti. i musei che vedremo in seguito della vincita del relativo concorso e che queste brevi note hanno applicato all’interpre- ne ha anche allestito alcune sale. Sebbene l’in- tazione oggettuale l’idea dell’importanza delle tervento abbia profondamente modificato gli restituzioni (filmiche, fotografiche o grafiche) in interni e, in parte, anche gli esterni, cui è stata modo del tutto sistematico. aggiunta una vistosa hall vetrata che funge da Per esprimere un giudizio critico sui proget- spina di tutto il complesso, il sotterraneo è stato ti che mostreremo, occorre comprendere la restaurato senza ulteriori modifiche ed è con le domanda fondamentale che è sottintesa alle pro- volte e gli archi di nuda pietra che bertron, gettazioni di questo tipo: se cioè i musei servano Schwarz e frey si sono dovuti confrontare, riu- realmente a presentare oggetti o se essi servano scendo nell’intento di una reciproca valorizza- a presentare storie e persone che abbiano qualche zione del suggestivo contesto, degli oggetti e dei Greifswald (Pomerania Occidentale), Pommersches relazione anche con noi, con la nostra società e loro allestimenti. Le grandi immagini, che fanno Landesmuseum. Progetto di trasformazione dell’origina- con il nostro tempo3. Alla fine, si tratta di una da sfondo alle vetrine o che si relazionano con i rio edificio di Gregor Sunder-Plassmann Architekten differenza sottile, che non può prescindere da un contenitori bassi, carichi di reperti, trovano una (1998). In alto: la nuova hall del museo, che funge da richiamo all’uomo: o perché gli oggetti sono lega- superba ambientazione nel confronto con le anti- raccordo fra i vari corpi esistenti. In basso: il sotterra- neo dell’edificio, appartenente all’antica chiesa france- ti a lui o perché lui stesso è legato agli oggetti. che murature, talvolta sfondandole prospettica- scana di Greifswald, prima dell’installazione della sezio- comunque si voglia interpretare la questione, mente, talaltra adattandosi alla struttura esisten- ne Land am meer a cura dello Studio Bertron, Schwarz non si tratta certo di un tema di scarso rilievo per te e potenziandone le forme. und Frey (2005). chi si occupa di allestimenti in ambito archeolo- Lo Studio di Ausstellungsgestaltung, d’al- 29 Ralph Kaiser, Scena di vita mesolitica sulla riva di un fiume in stile cartoonist (da Bertron, Flemming Blau, Scena di vita mesolitica sulla riva di un fiume in stile tradizionale (da Schwarz e Frey). Bertron, Schwarz e Frey).

tronde, non soltanto gode di grande esperienza6, stesso divenga luogo di attualità, autenticità, comunque sempre per la vena di sottile umorismo ma è assai convinto delle sue idee e della neces- comunicazione, interazione, contemplazione e nel presentare i fatti della storia, ma anche per sità che il museo funzioni come un motore comu- intrattenimento11. il tema del “coraggio”, in par- la capacità di coinvolgere il visitatore. un’idea nicativo a pieno regime. il problema viene affron- ticolare, interpreta appieno tutta l’etica museo- della sua capacità di diversificare le strategie del- tato dagli stessi architetti nel loro libro grafica dello Studio di ulma, il suo rifiuto per le l’allestimento archeologico può essere attinta dal Ausstellungen entwerfen, nel quale vengono mode e le maniere trendy, nel rispetto degli confronto fra i due diversi linguaggi adottati dal- discussi con intelligenza e senza falsi pudori tut- obiettivi prefissati. la Querceus per rappresentare più o meno le stes- ti i problemi di un’esposizione efficace, distin- tali obiettivi, poi, cambiano a seconda del se scene di vita celtica nell’Uncovered Gallery guendone in sintesi i tre fattori fondamentali: pubblico al quale ci si rivolge, sicché una stessa del city museum di Plymouth e nel discovery 1 - gli oggetti, che possono essere originali, scena, dal medesimo contenuto, può essere dise- centre delle Shropshire hills: diverso il contesto repliche o facsimili, complementi grafici e gnata con forme comunicative del tutto opposte, del museo - una metropoli e un ambiente rurale accessori, ed infine lo stesso contesto spaziale, a seconda del contesto e dei visitatori designati. - diverse anche le attese del pubblico, in cerca, da in ispecie se, come si verifica nel caso del Gli stessi architetti pubblicano due antitetiche un lato, di agganci con la modernità, dall’altro Pommersches Landesmuseum, caratterizzati da scene di vita mesolitica sulle rive di un fiume, a di un’evocazione di paesaggi mitici e di scene una monumentalità storica7; dimostrazione dello spettro di possibilità espres- legate alla tradizione. Alla prima richiesta 2 - la presentazione, che può essere autentica sive che un qualsiasi tema narrativo può consen- oakenfull ha risposto con immagini moderniste (Authentische Präsentation, leggasi presentazione tire, a seconda dei casi12. un rapporto fra tradi- e con cromatismi inusitati (verde acido), alla ostensiva), museale, didattica o scenografica8; zione e innovazione lessicale che ci ricorda mol- seconda, invece, con quello stile favolistico- 3 - l’informazione, che può essere verbale to da vicino l’atteggiamento di mike oakenfull descrittivo che rappresenta il leif-motive di tanti (scritta o orale), audiovisiva, attraverso guide (Querceus design)13, che si distingue sempre per musei archeologici inglesi a partire dalla straor- scritte (Printmedium), attraverso didascalie e pan- il modo irridente con il quale affronta i perso- dinaria lezione di Alan Sorrell14. nelli, attraverso aree appositamente deputate, o naggi della storia, adottando strategie e linguag- un atteggiamento positivamente distintivo attraverso risorse multimediali9. gi espositivi sempre diversi. Gli allestimenti che si ritrova anche nel Pommersches museum, La migliore musealizzazione si avrà quando meno scanzonati di questo gruppo, che si inseri- ove le gallerie dedicate all’esibizione di oggetti il prodotto finale del progetto saprà unire forma sce a pieno titolo nel trend vincente della museo- d’arte e di quadri hanno un tono volutamente e contenuto con coraggio e senza scadimenti nel- grafia dello Yorkshire (john Suterland, Paragon funzionale ed asettico, mentre i vari exhibit dedi- la convenzionalità10, consentendo che il museo creative, redman design e altri), si distinguono cati alla storia della Pomerania e del mar baltico

Greifswald (Pomerania Occidentale), Pommersches Landesmuseum. Galleria Land und meer. Allestimenti dello Studio Bertron, Schwarz und Frey (2005), disegni di Flemming Bau. Lebensbilder relative al mesolitico baltico. A sinistra: scena di pesca; al centro: lavorazione del ferro; a destra: produzione di tegole. 30 Plymouth, City Museum and Art Gallery, uncovered Gallery: un modo ironico per affrontare l’esibizione di reperti. Allestimenti di Michael Oakenfull (Querceus Design). A sinistra: le silouhet- tes di un carro celtico e di soldati romani commentano i ritrovamenti del Devonshire. Al centro: altri allestimenti con lo stesso stile di integrazione fra grafica e vetrine. A destra: Shropshire Hills Discovery Centre (2007-2008), allestimenti della Querceus Design e grafica di Dog Tooth Design. Un insediamento di roundhouses, modello e grafica a confronto, e costru- zione di una framed house vista attraverso una “finestra” del museo. hanno lo scopo preciso, come scrivono gli stes- complesso viaggio virtuale fra dèi e riti, eroi e l’atmosfera di una società antica e diversa dal- si progettisti15, di incidere fortemente sulla memo- grandi atleti, vita di ogni giorno, banchetti ed la nostra, ma cionondimeno profondamente ria del visitatore, di stupirlo e meravigliarlo, ma, oggetti per la cura del corpo e l’abbigliamento, umana. Lo stesso micka ha più volte parlato al tempo stesso di informarlo compiutamente, si affida al duplice sostegno di ingrandimenti a dell’uso dei media innovativi a favore di una anche con l’ausilio di un gran numero di filma- scala umana di figure tratte dalla pittura vasco- museografia improntata a un’idea global de ti e di strumentazioni audiovisuali, tese a ripro- lare e di fotografie life-size appositamente rea- perfeccionamento ético para con la tradicción porre gli ambienti - per esempio una scena sot- lizzate allo scopo. europea de enseñar o mostrar cultura e tuttavia tomarina per l’exhibit Zum versukenen Vineta inaugurata nel 2008 e curata dagli archeolo- fatta con el corazón19. (La vineta sommersa) - o le persone, come le gi nicholas c. Stampolidis e Yorgos tassoulas, uno schermo in fondo alla galleria introduce ghost pictures parlanti che raccontano la storia direttore del museo di Arte cicladica, questo alle- poi il motivo della comunicazione filmica, esta della Pomerania negli ultimi quattrocento anni. stimento è stata realizzato su progetto dello sce- nueva forma de enteder le museo20, la quale gode emerge anche in questo caso quel concetto del nografo ed artista visuale boris micka18 della in Spagna di particolare attenzione, fin da quan- primato dell’immagine cui lo Studio bertron, GPd (General de Producciones y diseño), ceco do, alla fine degli anni novanta, vennero speri- Schwarz e frey è stato sempre particolarmente di nascita, ma residente a Siviglia, attualmente mentate le prime postazioni interattive con gli legato: Abbildungen sind dem Text durch ihre uno dei più famosi allestitori di musei della peni- esempi famosi del museo de historia de la internationale Verständlichkeit überlegen, vale sola iberica. micka, che ha al suo attivo una serie ciudad di barcellona (1998), dello stesso a dire che i disegni non hanno bisogno di tra- di importanti esperienze ed è ormai considerato micka, e del monastero cistercense de Santa duzione e una buona presentazione visuale può fra i massimi esperti mondiali dell’integrazione creus de cataluña (1998)21. La caratteristica subito essere compresa16. fra arti audio-visive ed esposizioni museali, si è essenziale dell’intrigante allestimento di Atene Allo stesso principio, ma in forme più con- avvalso di una serie di fotografie appositamente non è costituita, tuttavia, dall’uso massiccio di temporanee, si ispira un altro allestimento corag- realizzate, con atmosfere oniriche ed irreali e cro- media variamente innovativi, quanto dalla per- gioso, quello di una delle sezioni del museo di matismi fortemente virati al rosso, che richia- fetta integrazione di questi ultimi con gli ogget- Arte cicladica di Atene. Questo bel museo, fon- mano gli stessi colori dei grandi disegni ripro- ti veri, fra i quali armi, suppelletteli per il sim- dato nel 1986 da nicholas e dolly Goulandris17, dotti sui pannelli, tratti dai vasi a figure nere. il posio ed il sacrificio, uno strigile, giocattoli presenta, al quarto piano della sua sede istitu- risultato è straordinario, appunto perchè poco infantili, vasi, lampade. zionale, una mostra permanente, Scenes from realistico, anche se perfetto tanto per supportare in ogni caso, si tratta di un progetto assai daily life in antiquity, la quale, a sostegno di un gli oggetti quanto per calare il visitatore nel- diverso, a nostro avviso, rispetto alla precedente

Atene, Museo di Arte Cicladica, mostra permanente Scenes from daily life in antiquity. Allestimenti di Boris Micka con la General de Producciones y Diseño (2008). A sinistra: il tema del sacrificio; a destra: il tema dell’illuminazione domestica. 31 Alicante, Museo Arqueológico Provincial (MARQ). Allestimenti di Boris Micka con la General de Producciones y Diseño (2003). In alto a sinistra: pianta e sezione dell’allestimento di una galleria. Si nota l’effetto di prospettiva accelerata perseguito dalle vetrine e dagli schermi. Al centro e a destra: altre viste del museo sulla sala della preistoria e sulla sala del medioevo. Gli oggetti sono costantemente integrati con le scene della vita quotidiana. In basso a sinistra: la scena in vico, riferita alla cosiddetta “Calle de Pupilius” (Lucentum) con le sue tabernae. Si tratta di una interpretazione del ritrovamento di un graffito, nel quale viene appunto nominato un certo Pupilius. A destra: due delle scene che compaiono sulle vetrine. In alto: Sala de Cultura Romana, Salutatio all’interno di una Domus. In basso:domi, maestro con il suo piccolo allievo (da M. Olcina Doménech, J. Molina Lamothe e R. Pérez).

e più famosa realizzazione di micka, gli allesti- (proiezioni e consolles, nelle fattispecie), ha le pratiche archeologiche29 ed alla possibilità menti del museo Arqueológico Provincial de immaginato un sistema di prospettiva accelerata di enseñar a los escolares la vida de los pobla- Alicante (mArQ, 2003), i quali costituiscono per le varie gallerie26, definendole il più delle vol- dores de nostra tierras desde sus cominzos30. un’affascinante evoluzione audiovisiva del te, esattamente come nel museo cicladico di L’allusione concerne i ritrovamenti locali, con sistema espositori orizzontali-pannelli vertica- Atene, con un traguardo visivo consistente in un particolare riguardo alla città di Lucentum, anti- li. Lo stesso direttore del mArQ, rafael Azuar grande schermo per immagini in movimento e co nome della stessa Alicante, e all’insedia- ruiz ha parlato, molto giustamente, dell’uso costellandole, sia sulle pareti che, talvolta, sui mento costiero della illeta dels banyets. de languajes tecnologicos como complementos pavimenti, con ingrandimenti tratti dalle arti nello stesso senso, anche alcune delle o apoyos visuales y de renfuerzo22, osservan- decorative delle varie epoche rappresentate. La mostre temporanee allestite da questa attivis- do, con grande intelligenza psicologica sulle galleria della Prehistoria a differenza dalle altre sima istituzione hanno prestato particolare attitudini di un pubblico ormai avvezzo all’in- gallerie a carattere archeologico, è fiancheg- attenzione all’importanza di quella humanizi- vasività dei media, che non esiste il pericolo giata da murales e non da filmati, una giusta ción del museo che passa proprio attraverso la che l’eccesso di immagini tolga interesse agli presa di distanze, ci sembra, dalla difficoltà di rappresentazione delle persone e dei loro corpi. oggetti, ma che, al contrario le escenas info- rappresentare attraverso ricostruzioni fotogra- Sia essa anche quella stessa consegnataci dalle graficas svolgono il preciso scopo di attirare fiche i progenitori più lontani nel tempo. opere degli antichi, che ci dà una perfetta per- l’attenzione sugli oggetti stessi23. Alla fine, il La dovizia di immagini umane presenti nei cezione della loro visione ideale della bellezza museo di Alicante, realizzato all’interno dell’o- lunghi nastri al di sopra delle vetrine è la con- dell’essero umano, ma anche, e questo è quel- spedale San juan de dios24, una sede non certo seguenza di quella ilustración de la vida coti- lo che conta, della modernità sconvolgente con facilissima, costituisce una splendida riprova del- diana en las diferentes épocas che costituisce, la quale essi sapevano guardarla e rappresen- la squisita vocazione scenografica di micka, a detta degli stessi curatori27, l’obiettivo fon- tarla. A questo scopo, nell’aprile-ottobre 2009, peraltro ampiamente dimostrata sia nel museo damentale del museo, lanciato a universalizar il mArQ ha allestito, in collaborazione con il de historia di valencia, sia nell’appena inaugu- y globalizar nuestra arquelogia28. La stessa british museum, una straordinaria mostra, La rato museo nacional de Arqueología Subacuática relazione del premio emYA (European Museum Belleza del Cuerpo. Arte y pensamiento en la (ArQuA) di cartagena. of the Year, 2004) ne sottolineava la fonda- Grecia Antigua, allestita da rafael Pérez, in L’andamento a pettine dei padiglioni dell’o- mentale vocazione a hacer comprender a gran- occasione della quale il pubblico mondiale ha spadale, costruito secondo i rigorosi principi di des y pequeños una parte de la humanidad, ed potuto vedere il Discobolo di mirone come non simmetria tipici del periodo, ma appropriata- in effetti l’attenzione ad attirare un pubblico si era mai visto, illuminato come un atleta con- mente restaurati25, non ha per nulla scoraggiato giovane è costantemente presente in tutte le temporaneo di successo al centro di un teatro l’abile progettista, il quale, esordendo fin dalla strategie e le intraprese del museo, con parti- appositamente realizzato allo scopo nei vasti hall con una precisa dichiarazione d’intenti colare riguardo alla sperimentazione diretta del- spazi destinati alle mostre temporanee. 32 Almeria, Museo Arqueológico Provincial (MAL). Progetto dell’edificio di Ángela García Paredes e Ignacio García Pedrosa (2003), progetto dell’allestimento di Boris Micka con la General de Producciones y Diseño (2006). In alto: exhibit di un suolo archeologico, la colonna della sezio- ne stratigrafica (columna estratigráfica, ricostruzione archeologica di Manuel Carrilero) ed un plastico corre- dato da una postazione video. Sotto: l’allestimento del- l’exhibit nosotros all’interno della sala del círculo de la vida. Si notino anche le pareti, decorate con scene quoti- diane della vita degli antichi abitanti di Millares.

Queste strategie pongono il museo di Alicante ed i suoi allestimenti nell’ambito di una prospettiva museografica affatto particolare, spe- cialmente se rivisitata nel quadro dei recenti e recentissimi musei archeologici spagnoli, i qua- li hanno troppo spesso incentrato le loro strategie su concetti di meraviglia e di grandeur, seguen- do quel trend di excelencia touristíca così carat- teristico delle intraprese museali della Spagna contemporanea (il cosiddetto Bilbao effect), con particolare riguardo proprio al settore della musealizzazione archeologica. un esempio di quest’ultima tendenza, tanto caratteristico, quan- laboratrice Amaya González, presente in qua- tettonico di particolare fascino. to importante per i risultati raggiunti, potrebbe si tutti i musei firmati dalla General de il tocco caratteristico di Pérez si nota spe- essere considerato il nuovissimo museo Producciones y diseño, ed ha battuto, nel con- cialmente nell’abile uso della luce, nella predi- Arqueológico Provincial de Almería (mAL, corso relativo all’attribuzione del progetto, il lizione per pareti translucide, serigrafate con 2006), opera ormai considerata all’avanguar- designer david Pérez, poi divenuto collabora- apparizioni evanescenti di persone, di animali e dia della musealizzazione archeologica spa- tore della GPd33. A quanto possiamo intuire di decori, nel gusto per spazi ridotti e coinvol- gnola31, frutto del lavoro di un duo di architet- dagli elaborati proposti, le idee di Pérez erano genti, e nella costante tendenza a rappresentare ti assai attivi come Ángela García Paredes e altrettanto interessanti di quelle di micka ed volti umani a grande scala. nell’insieme, con- ignacio García Pedrosa, i quali hanno realiz- altrettanto comunicative, ma forse meno in sin- testi magici e affascinanti, nel segno di una zato anche il notissimo edificio de cubierta per tonia con il progetto dell’involucro architetto- hispanidad che sa scavalcare i secoli mante- il palacio tardorromano de La olmeda32. La nico, tanto esteticamente valido quanto geli- nendo la sua impronta inconfondibile. citazione del mirabolante museo di Almeria è do. Allo stesso Pérez si devono anche gli il contesto contemporaneo di Almeria nel ancor più opportuna, visto che il progettista straordinari allestimenti di un altro recente quale micka ha dovuto lavorare, impossibili- dell’allestimento è sempre lo stesso, l’ineffa- museo “infografico” spagnolo, quello di elche tato ad usare i suoi soliti giochi di luci colora- bile boris micka, qui diversissimo dal micka (museo Arqueológico y de historia de elche, te dentro ambienti in penombra, ha indubbia- che abbiamo già visto all’opera nei musei già mAhe, 2006), allineato con gli esempi più mente avuto la sua parte nel mutamento di pro- citati di Atene, di valencia e di Alicante. classici della tendenza manifestata dal gruppo spettiva, insieme, ci sembra, al corretto pro- micka è stato affiancato dalla sua nota col- di Siviglia34 e collocato in un contesto archi- posito di assecondare, senza contraddizioni,

33 Sulla sinistra: Almeria, Museo Arqueológico Provincial (MAL). Progetto dell’edificio di Ángela García Paredes e Ignacio García Pedrosa (2003), progetto dell’allestimento di Boris Micka con la General de Producciones y Diseño (2006). In alto: una sala. In basso: la sala della sepoltura neolitica a tholos di Millares (el mundo Simbólico y funerario, sala el círculo de la muerte). Sulla destra: David Pérez, restituzioni al computer realizzate per il concorso relativo all’allestimento del Museo Arqueológico Provincial de Almeria (MAL). In alto: la stessa sala della foto a sinistra secondo il progetto di Pérez; in basso: el círculo de la vida.

gli spazi tersi e luminosi immaginati dagli quanto scienza, un concetto spesso rimosso, ma tesca Columna Estratigráfica, ricostruita in tut- architetti. El proyecto, scrive giustamente il sempre intensamente presente nella mente dei ti i suoi tredici metri di altezza secondo le indi- conservatore del museo, miguel Ángel curatori, archeologi e scienziati essi stessi. cazioni dell’archeologo manuel carrilero, il fernández López - planteaba respuestas a la tuttavia, anche in un esempio così palmare del- museo di Almeria applica anche una particola- necesidad de conjugar un espacio previamen- la presa di distanze da qualsiasi forma di Socio- re tendenza presente in numerosi musei archeo- te definido con una impronta arquitectónica Archeologia o di nuova Archeologia, non è logici, specie se questi si occupano, come muy poderosa, y un programa museológico assente il concetto di collegare epoche lontane appunto quello della città andalusa, di preistoria caracterizado por su singular especificidad35. soprattutto attraverso la presenza fisica, sep- o protostoria: quella, cioè, di coniugare i manu- tali considerazioni sono più che sufficienti a pur mediata dall’allestimento, degli interpreti fatti dei nostri progenitori con oggetti di arte spiegare le sostanziali differenze fra questo della vicenda storica. in questo caso specifico, contemporanea e, in particolare, con immagini allestimento di micka e tutti gli altri da lui rea- anzi, questo museo, che, con la sua ricerca del- umane attinte alla produzione artistica corrente. lizzati, i quali presentano un linguaggio costan- l’allestimento artistico (instalación artistíca), Quasi che l’irrapresentabilità e la lontananza te e ben riconoscibile. potrebbe essere accusato di un’esasperata ricer- fisica dei nostri antenati potesse essere ovvia- in realtà, è tutta la filosofia di questo museo ca di effetti taumantici non scevra, nel con- ta guardando più al futuro che non al passato. che è profondamente diversa, una considera- tempo, da una scarsa capacità di commuovere Quei “noialtri” a filo di ferro che si trovano al zione che ci spinge a chiamare in causa, com’è e di evocare la lontananza transepocale degli centro del Circulo de la Vida del mAL aprono necessario, il ruolo fondamentale che in tutti oggetti, ha saputo trovare un momento di rara un cortocircuito transepocale, dando luogo ad gli allestimenti museali viene svolto non dagli poesia nella congiunta rappresentazione del una sincronia, che è la rappresentazione essa architetti o dagli exhibition designers, ma dagli “cerchio della morte” e del “cerchio della stessa della musealità e - ancora una volta - stessi curatori, ai quali si deve sempre, in pri- vita”. il primo ha al suo centro la ricostruzio- dell’essenza del lavoro archeologico e del suo ma battuta, la scelta del tema che dirige l’an- ne di una sepoltura, ipotizzata come apparte- bisogno di dare al passato una voce che parli damento generale e ne determina il clima. li nente al conjunto Arquéologico di millares nel presente. in questa rappresentazione il fondamentale interrogativo, se il conservatore (età del rame, 2700-1800 a.c.), il secondo, bisogno di distacco, di una pausa, dunque, dal- non sia, o non pretenda di essere, un museolo- invece, una raffigurazione contemporanea di l’eccesso di oggettualità e di razionalità delle go con un nome differente, è sempre valido, Nosotros (una scena di parto in forma ghost), esposizioni museali - che è un bisogno tipico nonostante le numerose risposte contrarie36. poiché siamo appunto noi stessi che ci dobbia- del pubblico secondo colin renfrew37 - si nel caso di Almeria, per esempio, la filosofia mo confrontare con il nostro passato. identifica con il bisogno più caratteristico dei del museo - sugerente y conceptual37 - va inter- con quest’ultima esibizione, tanto famosa curatori, che è quello di attualizzare il loro pretata come un’esaltazione dell’archeologia in quanto la spettacolare Nube de Siret o la gigan- lavoro sul passato38.

34 In alto: David Pérez, restituzioni al computer realizzate per il progetto relativo all’allestimento di Elche/Elx, Museo Arqueológico y de Historia (MAHE); al centro ed in basso: Elche/Elx, Museo Arqueológico y de Historia (MAHE). Progetto architettonico di Rafael Navarro, Antonio Serrano Bru, José Amorós e José Juan Fructuoso, allestimenti di David Pérez (2006).

NOTE caspar david friederich, la cui casa, adiacente al museo, Gestaltaung 01, avedition, Ludwigsburg 2008, pp. 228- 1) m. WheeLer, Archaeology from the earth, clarendon, entrerà a farne parte. nel 1845-46 l’edificio fu nuova- 231) citiamo: il Planetarium zeiss al Palais de la oxford 1954, p. 2. mente riformato e condotto allo stile classico che ancora découverte di Parigi (1997); l’esposizione permanente di 2) m. WheeLer, What matter in archaeology, “Antiquity”, conserva. arte contemporanea dello Stadtmuseum Weingarten 24 (1950), pp. 122-30, in part. p. 28 e p. 30. 5) f. PerGrAnde, Kein graues Kloster mehr, “frankfurter (2001); la mostra Mauersprünge: Kunst und Kultur der 3 ) Two basic questions may help in establishing priorities Allgemeine zeitung”, 17.06.2005; Pommersches 80er Jahre in Deutschland, nel martin-Gropius-bau di amongs topics in museums: how relevant is the subject Landesmuseum, Greifswald, “Wettbewerbe Aktuell”, 10 berlino; l’allestimento del klostermuseum di ulm- matter or its presentation to man at this time of his history, (2000), pp. 103-104; W. bAchmAnn, “baumeister”, 10 Wiblingen (2006); la mostra Das Königreich Württemberg and does the topic lend itself to a message based mainly (2000), pp. 84–93. il progetto ha ricevuto il 1806-1918 - Monarchie und Moderne nel Landesmuseum on objects? scriveva nel 1970, anticipando i tempi, Alma Landesbaupreis mecklenburg-vorpommern (2000) ed il Württemberg (2006); l’allestimento del museum für Wittlin (A. WittLin, «A twelwe Point program for bdA Preis (2007). Lo studio Gregor Sunder-Plassmann naturkunde di berlino (2007, su progetto generale dello museum renewal», in G. AnderSon (ed.), Reinventing Architekten ha al suo attivo la ristrutturazione di numerosi Studio daniel konstantin Schiel und Ass. e con postazio- the museum: historical and contemporary perspectives edifici con destinazione espositiva. ni interattive della Art+com di berlino); on the Paradigm Shift, Altamira, Walnut creek 2004, pp. 6) fra i numerosi musei ed allestimenti di bertron, l’Alamannenmuseum a Weingarten (2008); la mostra 44-60, in part. p. 48). Schwarz und frey, oltre il Pommersches museum (per il Schätze des alten Syrien: Die Entdeckung des Königreichs 4) La scuola ebbe fra i suoi più celebri allievi il pittore quale cfr. u. j. reinhArdt e P. teufeL, Neue Ausstellungs Qatna al Landesmuseum Württemberg (2009). Questi pro-

35 getti e alcuni altri si possono vedere al sito online bertron cantabria, Santander 2007, pp. 49-60. 33) david Pérez ha al suo attivo i progetti di alcuni Schwarz frey. 21) della musealizzazione di questo monastero abbiamo musei (centro de interpretación de la Alfarería tinajera, 7) bertron SchWArz freY, Ausstellungen entwerfen: già fatto cenno in m. c. ruGGieri tricoLi, I fantasmi e le villarrobledo, Albacete 2008; museo del baile flamenco Kompendium für Architekten, Gestalter und Museologen, cose, Lybra, milano, 2000, p. 126. cristina hoyos, Sevilla 2006; museo del vino de birkhäuser, basilea 2006, p. 13. 22)r. AzuAr ruiz, el mArQ. La Tecnología al servicio navarra, olite, 2002) e di numerose mostre, fra le qua- 8) Ibidem. de la museografía, “mArQ, arqueología y museos”, 2005, li si segnalano Patrimonio Troglodítico, exposición iti- 9) Ibidem. pp. 47-56. nerante 2008; Voces del Milenio, Castilla y León en el 10) Es braucht den Mut, bereits erprobte Wege zu verlassen, 23) r. AzuAr ruiz, el mArQ. La Tecnología al servicio año mil, villalar de los comuneros. valladolid 2008). Si um zu ungewöhnlichen Lösungen zu gelangen. in bertron de la museografía, cit., p. 53. i film con base virtuale che vedano, insieme a numerose altre, tutte interessanti, al SchWArz freY, Ausstellungen entwerfen, cit., p.19. compaiono sui lunghi pannelli laterali dedicati all’età sito online di david Pérez. 11) Ibidem. romana, sono ampiamente descritti e pubblicati in m. 34) il museo (già museo "Alejandro ramos folqués") rac- 12) i due disegni in oggetti sono opera di flemming bau oLcinA doménech, j. moLinA LAmothe e r. Pérez coglie i reperti di uno dei serbatoi archeologici più inte- e ralph kaiser. il primo è un disegnatore abilissimo, di jiménez, Recursos infógraficos sobre Lucentum y la Illeta ressanti della costa valenciana, quello di Almudia, dal impronta tradizionale, esperto soprattutto nella restituzio- dels Banyets en el MARQ y in Internet, “museos”, 2500, quale proviene la famosa Dama di Elche, oggi conserva- ne di ambienti nordici, in ispecie vikinghi, le cui opere pp. 37-57. ta al museo Archeologico nazionale di madrid. sono presenti in numerosi musei ed in una gran quantità di 24) Si tratta di un complesso della fine degli anni venti L’intrigante progetto del nuovo museo, in parte all’inter- libri di archeologia. il secondo è invece noto per i suoi progettato dall’architetto spagnolo juan vidal ramos. no del Palacio de Altamira (Alcázar de la Señoría), è dovu- disegni umoristici in stile cartoonist. 25) il progetto di restauro è di julián esteban chapapría, to agli architetti rafael navarro, Antonio Serrano brù, 13) La Querceus design, fondata nel 1998 da michael cfr. r. AzuAr ruiz, «Actuación e integración del mArQ josé Amorós e josé juan fructuoso. esso è stato inaugu- oakenfull, ha ricevuto numerosi premi (selezionato per en la muzealización del patrimonio arquéologico», in j. m. rato nel 2006. Si veda r. rAmoS fernÁndez, Elche y su il Gulbenkian museum of the Year Award 2005, ed inol- iGLeSiAS GiL (ed.), Cursos sobre el Patrimonio Histórico dama, “mus-A - revista de los museos de Andalucía”, 7 tre interpret britain Award 2005, british Archaeological 10, Actas de los Xvi cursos monográficos sobre el (2006), pp. 138-139. Awards 2005, british urban regeneration Association Patrimonio histórico (reinosa, 2005), un. de cantabria, 35) m. A. fernÁndez et ALii, El Museo de Almería. La Award 2005) proprio per la sua capacità di umanizzare Santander 2006, pp. 79-90, in part. p. 81. tecnología al servicio de la Arqueología, “mus-A - revista una vicenda museale con il suo progetto del museo “the 26) i padiglioni comprendono le sezioni del museo: de los museos de Andalucía”, 7 (2006), num. mon. La back to backs” di birmingham. Prehistoria, Cultura Ibérica, Cultura Romana, Edad Arqueología y los Museos, pp. 60-66, in part. p. 64. 14) Per i disegni di Sorrell ed il loro lungo successo, si Media, Cultura Moderna, Aequeologia Subacuatica, 36) A. m. LouSAdA, Conservador e Museólogo: aborda- veda m. c. ruGGieri tricoLi, Musei sulle rovine, Lybra, Arqueologia Urbana, Arqueologia de Campo. nella gal- gem de conceitos, “cadernos de de estudos de Socio- milano 2005, p. 47 ss. una bella storia della grafica leria centrale si situa invece Arqueologia y Ciencia. il museologia”, iSmAG/uLht, un. Lusófona de archeologica inglese e dei suoi preuspposti in S. jAmeS, museo si estende per circa 9.000 mq e possiede 81.000 humanidades e tecnologias, 1 (1993), pp. 29-34.106 «drawing inferences. visual reconstruction in theory and reperti, non tutti esposti. Gli archivi sono essi stessi all’a- 37) A. d. nAvArro, «el museo de Almeria», in L. AveLLà practice» in b. moLYneAuX (ed.), The Cultural Life of vanguardia per il sistema di incameramento dei reperti, (coord.), Ponencias. Segundo Encuentro Internacional de Images. Visual Representation in Archaeology, routledge, provenienti soprattutto dai giacimenti preistorici del Pla de Tecnologías en museografía (zaragoza, 25-27 septiem- e new York 1997, pp. 22-48. Petracos e da quelli ibero-romani di Lucentum e della bre 2006), icom-españa, zaragoza 2007, pp. j1-11, in 15) bertron SchWArz freY, Ausstellungen entwerfen, illeta dels banyets. i resti di Lucentum si trovano disper- part. p. j10 e A. GonzÁLez, «el museo de Almeria», ivi, cit., pp. 194-195. si nello stesso tessuto urbano di Alicante, ove sono stati pp. j 13-23. 16) Ivi, p. 134. musealizzati ad opera dell’architetto rafael Pérez (lo stes- 38) c. renfreW, Figuring it out: the parallel visions of arti- 17) il moderno edificio in cui ha sede il museo è opera di so che ha curato la mostra La Belleza del Cuerpo), e del- sts and archaeologists, thames & hudson, London 2003. Yannis vikelas. cfr. d. n. GouLAndriS e e. Quenroe, l’archeologo manuel olcina doménech. 39) j. h. jAmeSon jr., j. e. ehrenhArd e c. A. finn The Museum of Cycladic and Ancient Greek Art, 27) il direttore del museo, rafael Azuar, il curatore del- (eds.), Ancient Muses: Archaeology and the Arts, un. of “museum”, 2 (1987), pp. 74-81. la Preistoria, jorge A. Soler e il curatore delle Antichità Alabama Press, tuscaloosa e London 2003. 18) micka (kromeriz, 1962), dopo avere curato numero- classiche, manuel olcina. cfr. r. AzuAr, j. A. SoLer e m. si spettacoli e multimedia permanenti si è dedicato alla oLcinA, El Museo Arqueológico Provincial de Alicante, museografia, realizzando El Pabellon del Vino, e El “mus-A - revista de los museos de Andalucía”, 5 (2005), Misterio de Jerez y el Palacio del Tiempo nel museo de los pp. 74-79, in part. p. 74. rejoles di jerez de la frontera (2001), cui hanno fatto 28) r. AzuAr ruiz, «Actuación e integración del mArQ en seguito alcune mostre nel congiunto archeologico di la muzealización del patrimonio arquéologico», cit., p. 84. madinat Al-zahra di cordoba (2001) e l’allestimento di 29) Si vedano nelle fattispecie le exhibitions della Sala de musei come il museo del Almendro de jijiona, Alicante Arqueología de campo chiamate Excavando en una cueva e (2003), il museo valenciano de la ilustración y de la Excavando en una iglesia, e quella della Sala de Arqueología modernidad (valencia 2001) e il museo de historia di Subacuática chiamata Excavando baja en agua. valencia (2002). La fama è giunta con il museo 30) r. AzuAr ruiz e A. SÁnchez Pérez, El MARQ, un Arqueológico Provincial de Alicante (2003), che ha vinto museo joven para jóvenes, “verdolay”, 9 (2005), pp. 393- il Premio emYA nel 2004. Ad esso hanno fatto seguito il 406, in part. p. 399. Pabellón de españa all’esposizione universale di Aichi 31) A. cAPiteL, Museo de Almeria, Almeria, “Arquitectura”, (Giappone, 2004-2005), il museo Arqueológico Provincial 328 (2002), pp. 8-11; j. i. LinAzASoro, Museo di archeo- de Almeria (2006), l’allestimento del museo nacional de logia, Almeria, Spagna 2003, “casabella”, 726 (2004), Arqueología Subacuática (cartagena, 2007 e ss.) e di quel- pp. 36-45; m. SPrinG, Dig that museum; Architects: lo della navigación (cartagena, 2009-2010), entrambi su Paredes Pedrosa Arquitectos, “building”, 8342 (2004), progetto di Guillermo vázquez consuegra. in un nuovo pp. 22-23; j. m. LoSAdA e b. mArtinez diAz, edificio progettato da Alberto campo baeza, micka ha «Arquitectura y museos: la relación entre espacios y fun- realizzato l’allestimento del nuevo centro cultural y ciones», in j. m. iGLAeSiAS GiL, Cursos sobre el RINGRAZIAMENTI museo de la memoria de Andalucía cajaGranada a Patrimonio Histórico 5, Actas de los Xi cursos L’Autrice ringrazia l’architetto Mike Oakenfull, che ha Granada. Si è inoltre aggiudicato la realizzazione del monográficos sobre el Patrimonio histórico, Servicio de concesso con disponibilità e rara simpatia il permesso nuovo museo de la industria di madrid, degli apparati Publicaciones de la universidad de cantabria, Santander per la pubblicazione delle immagini tratte dal suo sito e audiovisivi per il museo de las Artes Audiovisuales di 2001, pp. 67-88, in part. pp. 79-81; PAredeS PedroSA, El l’architetto David Pérez per le foto, i disegni e le utilissi- Alzira e del museo della Storia degli Antichi Giochi proyecto aquitectónico del Museo de Almería, “mus-A - me informazioni. olimpici ad olimpia. recentemente ha riscosso grande revista de los museos de Andalucía”, 4 (2004), pp. 54-60. successo la sua mostra De Byzance à Istanbul presenta- 32) Si vedano: A. cAPiteL, Recinto Arqueológico de la ta alle Galeries nationales del Grand Palais di Parigi. un Olmeda, Pedrosa de la Vega, Palencia, “Arquitectura”, * Maria Clara Ruggieri Tricoli (Forlì, 1948) è professo- curriculum aggiornato al 2005 si può vedere in 328 (2002), pp. 12-13 e m. ferrAri, Museo e centro visi- re ordinario di “Allestimento e museografia” presso la Tecnologias para una Museografia Avanzada, encuen- tatori della Villa Romana di La Olmeda, Palencia, Spagna, Facoltà di Architettura di Palermo, e componente del tro interregional icom/españa (madrid, 2005), “casabella”, 783 (2009), pp. 40-51. Si veda anche Collegio del Dottorato in “Recupero e Fruizione dei icom/españa, madrid 2006, p. A11. diPutAción de vALLAdoLid (ed.), Museo de la Villas Contesti Antichi”. Tra i suoi ultimi libri: L’idea di museo, 19) b. mickA, Diseño y Contenido: Un difícil equili- Romanas Almenara-Puras, Pdf online. il cover buiding Lybra, Milano 1998; i fantasmi e le cose, Lybra, Milano brio,”museo”, 5 (2000), pp. 105-106, in part. p. 106. della villa romana, che sostituisce un precedente edificio 2000; costruire Gerusalemme. il complesso gesuitico del- 20) b. mickA, «Actualidad del museo», in Tecnologias con falde industriali progettato da mariano García benito la casa professa di Palermo dalla storia al museo, Lybra, para una Museografia Avanzada, cit., p. A.10. Per una (1970 circa, cfr. f. Pérez rodríGuez-ArAGón, j. corteS Milano 2001; il richiamo dell’eden, Vallecchi, Firenze storia dell’uso dei filmati nei musei spagnoli cfr. r. AzuAr ÁLvArez de mirAndA e j. A. AbÁSoLo ÁLvArez, La villa 2004; i siti archeologici. dalla definizione del valore alla ruiz, «La imagen como medio de difusión en los museos romana de “la Olmeda” y su museo monográfico, protezione della materia, Flaccovio, Palermo 2004; arqueológicos», in j. m. iGLeSiAS GiL (ed.), Cursos sobre “museo”, 4 (1999), pp. 91-102), segue l’esempio di un’a- Luoghi, storie, musei, Flaccovio, Palermo 2004; musei el Patrimonio Histórico 11, Actas de los Xvii cursos naloga copertura, con volte a botte, quella della pluripre- sulle rovine. Architetture nel contesto archeologico, Lybra, monográficos sobre el Patrimonio histórico (reinosa, miata villa romana di Almenara-Puras (progetto di roberto Milano 2007; trauma. musei e memoriali fra tragedia e 2006), Servicios de Publicaciones de la universidad de valle Gonzalez, 1998-2004, Award 2004 Europa Nostra). controversia, Maggioli, Santarcangelo di Romagna 2009. 36 LE GRANDI ESPOSIZIONI: TERRITORI DELL’IMMAGINARIO

Renzo Lecardane*

. ABSTRACT - Since their appearance, from the first exhibi- della città, ogni elemento, il luogo e i padi- tion in London in 1851 to the future in Milan in 2015, we glioni, gli oggetti e i visitatori, dovevano rap- still wonder about the aim of these events. Their role presentare la loro parte. un equilibrato inseri- changed, some skills lose their value, and others appeared. Few works focuses on this subject, of which we get some- mento della manifestazione nel contesto natu- time only the impetus for the host country to recreate her rale non solo tendeva a soddisfare il bisogno international image, when, on the contrary, those events romantico di un ritorno alla natura, ma costi- become leading urban tools from one continent to anoth- tuiva anche il primo passo per il successo del- er. Which are the principles which support them today? lo spettacolo: il fascino della natura abilmen- Who decides on their organization? Which regulations govern them? Which are the repercussions on the host te associato agli ultimi ritrovati tecnici agiva town? Curiously, the great contemporary exhibitions have sullo spettatore con effetti seducenti. been little studied under these aspects. If the extent of the Se le prime esposizioni sono il luogo idoneo projects brings a certain scepticism about the real impact per diffondere i nuovi modelli per sperimentare of these planning strategy, the principle of the exhibition il linguaggio architettonico, in epoca recente, is still seen as performing, crosses the XX century and is expressed in several countries. In order to question those queste manifestazioni, caratterizzate da un forte subjects, it needs to wonder about them in the case of interesse per la trasformazione del territorio, exhibitions that could not take place. Being not just a his- mutano i loro presupposti e concentrano i loro tory of great exhibitions, this thesis, which first analyzes obiettivi sulla temporaneità oppure sulla perma- the questions on a general level, and then approaches it by nenza delle opere realizzate. il sec. XiX ha visto cases of study, would like to fill an important gap on the nascere numerose esposizioni industriali, dap- methods of transformation of the cities which host these great events. prima nazionali, poi internazionali o universali, nel corso delle quali è stato possibile confronta- ella seconda metà del sec. XiX hanno re le produzioni e le tecniche di un epoca carat- norigine le esposizioni universali, inter- terizzata dalla nascita e dalla diffusione del pro- nazionali e nazionali. All’inizio essenzialmente gresso industriale e culturale. Le grandi industriali, si svilupperanno e accompagneran- esposizioni internazionali e universali si susse- no la nascita del progresso delle nazioni europee guono a intervalli regolari estendendosi in tutta distinguendosi in coincidenza di ricorrenze par- l’europa, fino in America e in Australia. La pri- ticolari. emblema del progresso, modelli della ma si tiene a Londra nel 1851 e più tardi nel classificazione, simboli di trasformazione della 1862; Parigi ospita le esposizioni universali nel società e della città, le esposizioni non sono cer- 1855, nel 1867, nel 1878, nel 1889, nel 1900 e nel tamente degli eventi autonomi e unitari; al con- 1937. Alle esposizioni inglesi e francesi si trario, il loro svolgimento costituisce la trama di aggiungono quelle di vienna nel 1873, di una storia piuttosto discontinua, lo specchio di filadelfia nel 1876, di melbourne nel 1880, di una società in evoluzione che sperimenta le sue barcellona nel 1888, di chicago nel 1893, di regole e i suoi paradigmi. nella loro successione, Anversa nel 1894, di bruxelles nel 18971. a partire dall’esposizione internazionale di La forza coinvolgente di queste manifesta- Londra del 1851, le esposizioni, specie quelle zioni fu tale da indurre i singoli Paesi ad emula- dedicate alla produzione industriale, mantennero re anche a livello nazionale i grandi esempi del- a lungo il carattere originario di competizione, le esposizioni europee. tutte rivolte a un pub- capace di stimolare il progresso delle arti e il per- blico quasi esclusivamente locale, le esposizioni fezionamento dell’industria. inaugurate all’inse- nazionali in italia annunciano la ricerca di uno gna della fratellanza universale e della competi- stile architettonico, che riflette le linee di ten- zione tecnico-scientifica in nome del progresso, denza proprie delle città e delle regioni ospitan- furono poi il naturale campo di scontro per la ti. in questo quadro, l’esposizione nazionale del pubblica affermazione delle egemonie naziona- 1891-92 a Palermo, prima nel mezzogiorno e listiche. vetrina per le attività della produzione quarta dopo quelle di firenze (1861), di milano industriale, sono il luogo più appropriato per pro- (1881) e di torino (1884), fu un evento epocale, muovere i valori culturali e pedagogici del pro- in cui si mostrarono le risorse meridionali ai mer- prio tempo e per incentivare la costruzione di cati esteri e, negli anni successivi l’esposizione nuovi insediamenti urbani. costruite da sapienti sostenne lo sviluppo urbanistico della città lungo 2 Il Padiglione Atomium, arch. André registi, come un immenso apparato scenico sul- la direttrice nord . Pur ispirandosi agli stessi prin- Waterkeyn, Esposizione di Bruxelles, 1958. lo sfondo scenografico dei luoghi più pittoreschi cipi organizzativi, le esposizioni si distinsero in 37 L’area dell’Esposizione Internazionale di Filadelfia nel 1876.

a questo vuoto giuridico formulando la seguente definizione: « un’esposizione è una manifesta- zione non periodica che ha lo scopo di fare l’in- ventario dei mezzi di cui dispone l’attività uma- na per soddisfare i bisogni della civilizzazione, mostrando il progresso realizzato in una precisa epoca, presa come termine di confronto, e assi- curando una presentazione razionale »4. Le suc- cessive definizioni, elaborate anche da altri orga- nismi internazionali, sono concordi nell’affer- mare che « un’esposizione è internazionale quando associa le nazioni straniere alla manife- stazione, permettendo ai partecipanti di ogni pae- se di esporre in competizione con i produttori nazionali ». All’inizio del sec. XX, l’assenza di un sistema capace di regolare la frequenza delle esposizioni fa accrescere sensibilmente il loro numero; in europa e nel mondo si svolgono sei grandi esposizioni: a Saint Louis (1904), a Liège (1905), a milano (1906), a bruxelles (1910), a Gand (1913) e a San francisco (1915). Se fino ad allora i Paesi partecipanti adottavano, modifi- candoli, i regolamenti nazionali delle esposizioni che le avevano precedute, la grande diffusione e l’aumento della loro dimensione suscita l’inte- La galleria del crystal , arch. Joseph Paxton, Esposizione Universale di Londra nel 1851. resse delle nazioni a dotarsi di nuove misure appropriate per stabilire la frequenza e i principi generali di quelle future. funzione degli obiettivi universali o internazio- zionale dei paesi anglosassoni, si riconosceva la il lungo lavoro di diplomazia internaziona- nali che le caratterizzarono3. Se al termine uni- consapevolezza della divisione del mondo in le, avviato con la formazione dei comitati versale, di ispirazione francese e adoperato nazioni, basata sul confronto delle idee e sull’a- nazionali nel 1908, pone le basi per la stesura soprattutto dai Paesi latini, si riconosceva il signi- vanzamento del progresso industriale e tecnico. di una regolamentazione cui riferirsi, approvata ficato di un progetto immaginario, capace di riu- bisognerà attendere fino al 1954 per assiste- più tardi nella conferenza di berlino del 1912 e nire le opere dell’attività umana e le bellezze re alla formulazione della definizione legislativa poi ratificata dai rappresentanti di trentuno naturali, sulla base di un’idea di progresso che sulle esposizioni, quando il consiglio del Bureau nazioni nella conferenza di Parigi del 19285. A riguardava tutti gli individui, al termine interna- International des Expositions (B.I.E.) rimedierà partire da questa data, la programmazione, la pia-

38 Vista dell’area centrale della manifestazione, con la Tour Eiffel e la Collina di Chaillot, all’Esposizione Universale di Parigi nel 1900, (© BNF). nificazione e la costruzione delle esposizioni saranno disciplinate da uno statuto di diritto pub- blico internazionale, che ne regolamenta la fre- quenza, le categorie, i diritti e le responsabilità degli organizzatori e dei partecipanti. L’anno suc- cessivo, all’entrata in vigore della convenzione di Parigi del 1930, è istituito il B.I.E., un’istitu- zione internazionale incaricata di garantirne la corretta applicazione della convenzione, di vegliare sulla promozione e sulla qualità delle grandi esposizioni, così come sull’esecuzione e sulla coerenza dei progetti. Se il delicato lavoro diplomatico ad opera del B.I.E. ha contribuito alla sopravvivenza di tali manifestazioni, l’ag- giornamento della regolamentazione ha fatto evolvere i principi tematici, contribuendo alla qualità dello spazio interno delle esposizioni e all’integrazione con la città. in epoca recente, l’introduzione di nuove rac- comandazioni, legate al rapporto fra il contenu- to tematico e la struttura urbana della città, han- no rafforzato il ruolo attuale del progetto prima, durante e dopo l’esposizione. Accompagnate da grandi e ambiziosi progetti sul territorio metro- politano e da rilevanti operazioni urbane e archi- tettoniche, destinate al rinnovamento della città, gli organizzatori presentano progetti di nuove centralità, suggeriscono nuovi assi della crescita urbana, spingono i procedimenti di modernizza- zione per le infrastrutture e per i servizi, accele- rano gli interessi fondiari nel territorio delle città che le accolgono. nel quadro di tali mutamenti di significato e di relazioni urbane, il tema della manifestazione, obbligatorio per tutte le città che desiderano candidarsi a ospitare l’esposizione, è spesso considerato un pretesto per realizzare, in un tempo relativamente breve, piani strategici e progetti di rinnovamento urbano. La trasforma- zione delle aree periferiche o dismesse, insieme alla riconversione dei luoghi e delle architetture, sono infatti considerate tra i punti centrali del programma generale nella maggior parte degli esempi contemporanei.

Dalla classificazione degli oggetti alla città immaginaria - Per le particolari circostanze in cui le grandi esposizioni sono state realizzate, di ufficialità solenne, di grande portata pubbli- citaria e informativa, esse appaiono come feno- Confronto planimetrico, alla stessa scala, degli impianti urbani per le Esposizioni di Parigi 1937 e di New meni fondamentali per illustrare, oltre alle ten- York 1939 (© L’Illustration).

39 Le strade del futuro nella sezione dei trasporti, Esposizione World’s fair di New York nel 1939, futurama: la traversata aerea dell’America degli anni ‘60, Padiglione General Motors, (© L’Illustration). Esposizione World’s fair di New York nel 1939, (© L’Illustration). denze del gusto, delle forme e delle tecniche Le esposizioni del 1873 di vienna e del 1876 che illustrano le capacità umane e il progresso costruttive, anche l’evoluzione delle idee, delle di filadelfia sono gli esempi caratteristici della scientifico; tra quelli più noti ricordiamo il dottrine politico-sociali e delle situazioni storiche trasformazione dei principi tematici: esse rinun- Padiglione Philips di Le corbusier e l’Atomium8 in concomitanza delle quali si manifestano. ciano all’idea di un unico grande Palazzo den- di André Waterkeyn, icona dell’esposizione che Soltanto più tardi, hanno assunto l’aspetto di vere tro cui esporre gli oggetti, realizzano i Padiglioni riunisce nella forma dell’edificio i nuovi traguardi organizzazioni finanziarie e commerciali, atti- nazionali e suddividono il sito in luoghi temati- dell’energia atomica. rando, anche come poli mondani, un numero ci. Progettata fuori dal centro urbano e servita negli anni Sessanta, il tema generale e le sempre maggiore di visitatori. Al contrario di dai mezzi di trasporto pubblici, l’esposizione sezioni speciali disegnano una geografia quanto avviene per le esposizioni moderne, carat- assumeva sempre più l’aspetto di un nucleo estra- dell’esposizione che struttura lo spazio della terizzate da una netta specializzazione delle mani- neo a qualsiasi impianto urbano, sia per la sua manifestazione e dispongono nel sito i padiglio- festazioni, quelle del sec. XiX hanno avuto fina- natura temporanea dell’insediamento, sia per la ni tematici. da questo momento in poi, nelle suc- lità generali spesso contraddittorie. Se si trascu- presenza delle costruzioni esemplari. il trionfo cessive esposizioni di Seattle nel 1962, di rano gli esempi europei precedenti6 alla prima dell’effimero era inoltre assicurato dalla scelta montreal nel 1967, di osaka nel 1970, di Siviglia esposizione internazionale di Londra del 1851, dei luoghi più pittoreschi della città e dagli effet- nel 1992, di Lisbona nel 1998, di hannover nel tali manifestazioni si succederanno con impor- ti scenografici, naturali o artificiali, allestiti per 2000, di Aiki nel 2005, di Saragoza nel 2008, di tanza e grandiosità sempre crescente e saranno l’occasione nei parchi attraversati da corsi d’ac- Shanghai nel 2010 e il progetto di milano nel organizzate almeno all’inizio in un unico grande qua oppure sulle rive di un fiume o di un lago. 2015, si assiste all’elaborazione di nuovi temi edificio, predisposto ad accogliere gli oggetti da nel sec. XX, le esposizioni americane accen- strutturati intorno al ruolo dell’uomo e della natu- esporre. Al pubblico degli specialisti e dei visi- tueranno l’aspetto commerciale e il ruolo della ra9. Significative ed emblematiche sono le ten- tatori si mostravano, con scopi persuasivi e spet- pubblicità; le nuove tematiche legate alla tra- denze che emergono da questi esempi recenti; tacolari, le ardite tecniche costruttive in ferro sformazione del territorio diverranno il fine ulti- differenti nel modo in cui le trasformazioni inter- degli edifici, offrendo uno spaccato suggestivo mo di tali manifestazioni. Accomunate dal cam- vengono sul territorio quanto per gli obiettivi che di una città irreale e immaginaria. Progettati con biamento degli obiettivi tematici, il desiderio di si prefiggono, sono accomunate dall’interesse grande libertà compositiva, così da imprimere attrarre sempre più visitatori trasforma queste che mostrano nell’affrontare gli aspetti relativi una svolta decisiva nell’evoluzione dell’archi- manifestazioni, localizzate in aree periferiche, in alla permanenza e alla temporaneità degli inter- tettura moderna, tali edifici emblematici, come il luoghi immaginari ed effimeri. i pochi esempi venti. Attraverso l’individuazione di alcuni para- Crystal Palace del 1851 o il Palais des Machines che si succedono da barcellona (1929) a chicago digmi riconoscibili, come ad esempio il forte del 1889, sono da considerarsi esempi caratteri- (1933), da bruxelles (1935) a Parigi (1937) fino interesse per la trasformazione e la riqualifica- stici di un’architettura effimera, legata all’idea a new York (1939) non apportano però sostan- zione delle aree per lo più dismesse o residuali, espositiva di disporre gli oggetti lungo un per- ziali cambiamenti alla struttura tradizionale del- è possibile ricongiungerle ai temi dei grandi even- corso assiale, come avveniva per gli allestimen- le precedenti esposizioni. L’esposizione World’s ti contemporanei10. ti nei musei des Beaux-Arts. Fair di new York del 1939 è fra tutte quella più tra gli esempi più significativi, possiamo Alla fine del sec. XiX, ai nuovi presupposti innovativa poiché, a differenza delle altre, riuni- ricordare le trasformazioni realizzate in occasio- culturali fondati sul sapere scientifico, sociale e sce i padiglioni pubblici e privati intorno a gran- ne dell’expo di Lisbona nel 1998 che hanno pre- antropologico si associa la rinuncia della dimo- di zone tematiche: alimentazione, comunicazio- visto la riqualificazione urbana e ambientale del strazione del progresso, dell’idea di universalità ni, scienza ed educazione, trasporti. L’obiettivo fronte orientale della capitale portoghese, occu- e della volontà di contenere i prodotti dell’attività principale della manifestazione non è più l’e- pato fino ad allora da attività industriali e por- umana tutti all’interno di un edificio. Proprio in sposizione dei contenuti, ma la rappresentazione tuali in dismissione, la progettazione del pae- questi anni, l’evoluzione della struttura della clas- della società moderna e futura: i grandi padi- saggio lungo la linea di costa, la decontamina- sificazione, l’introduzione della vocazione edu- glioni a tema permettono ai visitatori di osser- zione dei suoli e delle acque del fiume. una vol- cativa e la definizione dei principi tematici vare dall’alto del FUTURAMA7 un’utopia spet- ta definito il perimetro dell’area espositiva, i prin- dell’esposizione contribuiscono alla trasforma- tacolare della città del futuro. L’esposizione cipi guida del masterplan si sono orientati verso zione dello spazio esterno della manifestazione. universale di bruxelles del 1958 riassume, con il «una nuova concezione degli spazi pubblici attra- La temporaneità dell’impianto urbano e dei padi- tema Bilancio di un Mondo per un Mondo più verso i quali il piano propone di rivedere il rap- glioni accomuna tuttavia lo spazio interno e le Umano, le preoccupazioni del dopoguerra e porto della città con il fiume […] di assicurare architetture delle esposizioni, anche se, come è segna il passaggio a una nuova visione tematica. l’integrazione della zona dell’esposizione con il noto, alcuni edifici esemplari, come la Tour Eiffel Principio strutturante del progetto urbano della tessuto dela città di Lisbona»11. elaborato sul (1889) o il Trocadero (1900), nonostante fosse- manifestazione, il tema generale entra a far par- principio della maglia ortogonale, sovrapposta ro stati progettati per essere successivamente te dei criteri organizzativi dello spazio al disegno dello spazio pubblico e degli isolati smontati, sono divenuti incontestabili icone del- dell’esposizione. nel settore internazionale sono urbani, nei quali l’unica variabile è la presenza la capitale francese. accolti i Padiglioni nazionali e quelli tematici dei padiglioni espositivi, il masterplan ha prefi-

40 Foto aerea dell’Esposizione Universale di Osaka nel 1970, (© B.I.E.). Area orientale di Tolbiac: robots, attori, macchine, immagini e voci coinvolgono il visitatore, arch. Rem Koolhaas, progetto dell’Esposizione Universale di Parigi nel 1989, 1983, (© APUR).

gurato nel suo insieme un nuovo immaginario «consumare il consumo significa inseguire non francesi, composto da oltre 150 specie vegetali e urbano intorno alla costruzione permanente di le merci, ma le loro immagini che, come si sa, si 150mila alberi. il terzo è il progetto del paesag- ciò che, fin dall’origine, sarebbe divenuta una espongono nella loro immediatezza e permetto- gista Gilles clément che, con il Manifesto del nuova centralità. nonostante l’esito positivo del- no un’infinita proliferazione di interpretazioni, Terzo Paesaggio18, approfondisce i temi affrontati la riqualificazione del waterfront orientale, il cioè di desideri. inevitabile! il nostro è il mondo in Il giardino planetario; rappresentazione del bisogno di monumentalità ha dato origine, secon- delle immagini e dell’esporre, dove essere espo- pianeta come giardino della città globale, il giar- do l’arch. manuel Salgado a « un’isola di eccel- sti significa sia essere visibili sia essere abban- dino planetario è la risposta allo spostarsi della lenza in un tessuto urbano in trasformazione ma donati e facili prede»14. questione urbana, e sta alla globalizzazione come è anche un frammento urbano isolato dal conte- il parco urbano stava alla città del sec. XiX. nel sto »12, che non ha tuttavia risolto le connessioni Prospettive di ricerca - in questi ultimi decen- Manifesto del Terzo paesaggio, clément espli- con i quartieri residenziali adiacenti, nonostante ni alcune ricerche, teoriche e sperimentali, ela- cita alcuni concetti sulla metafora della coltiva- la priorità di tale relazione sembrava guidare, borate intorno ai principi della temporaneità, pre- zione, che caratterizzano la sua ricerca sulla almeno all’inizio, il progetto di riqualificazione sentano certe affinità con i programmi e i pro- diversità contenuta in questi luoghi, rifugio per del territorio. getti elaborati per l’expo 2015 di milano15. Sullo specie che non trovano spazio altrove, e sullo La trasformazione del sito, prima e dopo sfondo delle attività che si stanno svolgendo per stupore con cui dobbiamo guardare per rappor- l’esposizione, è sempre più al centro degli inte- l’organizzazione di questa futura esposizione, tarci alla natura. La diversità, lo stupore, la pre- ressi dei promotori, che ambiscono a proiettare proveremo in questa occasione a non formulare senza dell’uomo e del suo essere parte della gli effetti speculativi dell’evento sul territorio delle valutazioni, che possono essere premature, natura sono in sintonia con il tema dell’expo limitrofo. Sulla base di tale riflessione, il que- ma a illustrare brevemente tre suggestivi proget- 2015 di milano, Nutrire il Pianeta, Energia per stionario del BIE, preliminare alla candidatura ti che mostrano alcune affinità con i principi pro- la Vita, e con i temi più generali delle recenti dei Paesi, prevede infatti che «lo Stato organiz- posti di recente dal Conceptual Master Plan esposizioni, in cui risulta esplicito il forte richia- zatore metterà a disposizione della missione di dell’expo di milano. il primo è il progetto mo all’uomo e alla natura. studio una documentazione che riassuma le con- dell’expo 1989 di Parigi, di rem koolhaas, pre- Per concludere, se è possibile rintracciare dizioni dell’inserimento del sito e delle infra- cursore della trasformazione del significato stes- alcune questioni in comune negli esiti delle strutture di accesso nell’area di intervento in vista so dell’esposizione. in tale progetto, koolhaas grandi esposizioni, non sembra altrettanto pos- della riduzione dei rischi di inquinamento, del propone un evento effimero capace di combina- sibile individuare un giudizio condiviso sul loro mantenimento e della progettazione degli spazi re insieme le trasformazioni temporanee e s’in- senso attuale; anzi, spesso sono accompagnate verdi, della qualità della costruzione immobilia- terroga sul suo ruolo attuale, elaborando un da uno scetticismo sulla loro stessa utilità. Al re, così come di una documentazione sul riuso modello utopico che «consiste nel sostituire all’i- senso attuale delle esposizioni marcel del sito e delle infrastrutture al termine dell’e- dea démodée del padiglione e del suo supporto roncayolo attribuisce il ruolo della memoria sposizione»13. da tale raccomandazione, risulta architettonico, quella di territorio in cui situa- delle trasformazioni urbane, affermando che chiaro che anche il B.I.E. attribuisce un signifi- zioni particolari possono definirsi per ciascun «bisognerebbe aggiungere che le esposizioni cato fondamentale al riuso suggerendo l’oppor- paese. un’attrezzatura informativa pura rim- occupano il ruolo essenziale della memoria del- tunità di realizzare operazioni permanenti. Se le piazzerà dunque la massa e la sostanza del la città e della memoria delle capacità urbane. grandi esposizioni hanno affidato la loro capacità costruito; questo potrà contribuire a ridurre la nel momento in cui ci poniamo questo proble- di attrazione a una tecnologia del fantastico al distanza tra paesi ricchi e paesi poveri, riducen- ma sulle discontinuità, sulle fratture che si sono servizio del piacere, gli esempi recenti dimo- dosi sempre più a un investimento di idee che di prodotte e di cui noi subiamo gli effetti negati- strano che il loro principio generatore è il rinno- danaro […] L’intera area diventerà un campo vi (al di fuori delle altre incertezze nelle nostre vato interesse per la città. Lo spazio informatico diviso da invisibili frontiere attra- periferie), possiamo pensare che se queste espo- dell’esposizione, concepito all’origine per verso le quali ciascun visitatore traccerà la propria sizioni saranno in grado di sostenere il peso mostrare il progresso dell’umanità e per con- traiettoria. i paesaggi creati durante l’esposizione della memoria, potranno divenire uno stru- frontare il progresso delle nazioni, non è più saranno una sorta di villaggio Potemkin elettro- mento per ritrovare l’unità del pensiero […] semplicemente il luogo dello svago, dell’infor- nico: una distesa di miraggi artificiali»16. nell’incontro fra città ed esposizione»19. mazione, della finzione, dei temi, ma è soprat- il secondo progetto è l’evento effimero delle tutto la costruzione dell’immaginario urbano del- tre giornate mondiali della biodiversità, che si è NOTE la società del consumo. in un articolo pubblica- svolto a Parigi nel maggio 2010; organizzate sul 1) cfr. b. Schreder-GudehuS, A. rASmuSSen, Les fastes to sulla rivista Casabella, roberto masiero affer- tema di Nature Capitale17, hanno proposto un du progrès. Le guide des Expositions Universelles 1851- ma che il passaggio dal valore della produzione nuovo immaginario vegetale nella prospettiva 1992, flammarion, Parigi 1992. 2) Gli ultimi anni del sec. XiX riservano alla via della al consumo postindustriale mostra come l’etica del Boulevard des Champs-Elisées: il più rap- Libertà l’occasione per affermare un ruolo di primo piano del tempo libero, dell’edonismo privato e collet- presentativo asse viario di Parigi ha ospitato tem- nella definizione urbanistica della città, allorché una vasta tivo prevale nella società contemporanea: poraneamente un giardino delle specie vegetali area a monte di essa, estesa circa 12ha, nel cosiddetto

41 masterplan dell’expo di Milano 2015, 2008, (© 5+1AA). conceptual masterplan dell’expo di Milano 2015, 2009, (© J. Herzog, R. Burdett, S. Boeri, W. McDonough).

“firriato di villafranca”, tra le piazze castelnuovo e del- (1962), terra degli uomini (1967), Progresso umano nel- le croci, è prescelta per ospitare, su progetto di ernesto l’armonia (1970), L’era delle scoperte (1992), Gli ocea- basile, l’esposizione nazionale nel 1891-92. i terreni a ni: un Patrimonio per l’avvenire (1998), uomo-natura- monte della via Libertà, ceduti gratuitamente dal proprie- tecnologia (2000), La saggezza della natura (2005), tario Principe di radaly, furono livellati fino alla quota L’acqua e lo sviluppo sostenibile (2008), migliore città, della strada, creando le premesse per l’edificazione suc- migliore vita (2010), nutrire il Pianeta, energia per la cessiva, secondo una maglia quadrangolare prevista dal vita (2015). Piano, e il completamento della strada che verrà conclusa 10) r. LecArdAne, Important Events and Contemporary nel 1911 con il monumento de La Statua. cfr. S. m. Exhibitions: New Urban Strategies for Metropolitan inzeriLLo, Urbanistica e società negli ultimi duecento Planning, in “time+Architecture” (cina), 2003, n. 72, pp. anni a Palermo, Quaderno n. 9 dell’istituto di urbanistica 31-33. e pianificazione territoriale della facoltà di Architettura di 11) Luís vassalo rosa, urbanista, è l’autore del masterplan Palermo, Palermo 1980. elaborato per l’apertura della manifestazione e per dopo 3) il Bureau International des Expositions con sede a l’evento. cfr. L. vASSALo roSA, Il piano urbanistico e Parigi è un organismo intergovernativo, incaricato dagli ambientale della zona est di Lisbona, “casabella”, 1998, attuali 150 Paesi membri di controllare e verificare il n. 654, p. 171. rispetto della regolamentazione internazionale e di sele- 12) manuel Salgado, architetto e urbanista, è l’autore del zionare i Paesi che si candidano per organizzare progetto urbano del centro dell’esposizione ovvero il un’esposizione. cfr. m. GALoPin, Les Expositions Recinto (60ha). cfr. r. LecArdAne, Lisbona città evento, Internationales au XXè siècle, et le Bureau International intervista a Manuel Salgado, “expo Lisboa 1998”, a cura des Expositions, L’harmattan, Parigi 1995. di c. Ajroldi, c. Girard, d. rouillard, officina edizioni, 4) definizione enunciata nel dossier del B.I.E. dal titolo : roma 2007, pp. 81-83. “Que faut-il savoir de la convention de 1928 sur les 13) cfr. m. GALoPin, op. cit. expositions internationales ?”, Parigi 1957. 14) cfr. r. mASiero, Expo, Expo, “casabella”, 2002, n. 5) Attore privilegiato nel campo delle esposizioni, marcel 705, pp. 78-79. Galopin, Segretario Generale delle esposizioni presso il 15) A seguito della selezione della candidatura di milano, B.I.E. dal 1983 al 1995, ha svolto un’opera di chiarifica- il 31 marzo 2008, come sede per organizzare l’expo 2015, zione dei documenti normativi delle esposizioni del sec. il masterplan, elaborato nel 2008 dagli archh. 5+1AA Prospettiva aerea del giardino della biodiversità Nature XX, collegando l’evoluzione dei concetti e dei temi agli Alfonso femia e Gianluca Peluffo, ha previsto un progetto Capitale, Champs-Elysées, Parigi 2010, (© Gad Weil). aspetti formali degli esempi. cfr. m. GALoPin, op. cit. di suolo al quale si sovrappone una torre tridimensionale, 6) La prima esposizione mondiale Première Exposition principio generatore di un sistema di tre piazze d’acqua des produits de l’Industrie française si tenne nel 1798 a all’interno del parco espositivo; il Conceptual Master Plan, Parigi, a questa succedettero, con grande frequenza, le elaborato nel 2009 dagli arch. jacques herzog, ricky esposizioni presentate nel Palazzo del Louvre, del 1801, burdett, Stefano boeri, William mcdonough, riformula gli 1803, 1806, 1819, 1823 e 1827. La rilevante presenza obiettivi del progetto e prevede invece la costruzione di un dei visitatori condusse gli espositori a trovare, a partire grande Parco botanico Planetario, strutturato su una griglia dal 1834, un sito idoneo capace di accoglierli, riducen- di tracciati ortogonali, circondato da canali d’acqua e pun- do inoltre la loro frequenza a cinque anni. La Place de teggiato da grandi architetture paesaggistiche. cfr. AA.vv., la Concorde prima e gli Champs-Elysèes dopo furono i Expo 2015. Una guida a tutte le opportunità, “il Sole 24 siti selezionati per esporre durante le esposizione del ore”, milano 2009. 1839 e del 1844. nel 1855, in occasione della prima 16) testo estratto dalla relazione di rem koolhaas. cfr. r. esposizione universale francese, la manifestazione si kooLhAAS, Relazione di Rem Koolhaas per il progetto localizzò nel Champ-de-Mars. dell’Esposizione Universale di Parigi’89, “domus”, 1987, 7) modello gigante della città ultramoderna, FUTURA- n. 646, p. 18. MA è stata progettata da normal bel Geddes ed esposta 17) Gad Weil e Laurence mediani, regista e artista l’uno nel Padiglione General Motors, costruito da Albet kahn; e paesaggista e scenografa l’altra, sono gli autori di Nature conosciuta anche con il nome di Highways and Capitale. cfr. dossier del programma online, . *Renzo Lecardane, PhD (ENPC-Paris/UNIPA), pro- co l’esperienza del progetto della città immaginata esat- 18) G. cLément, Manifesto del Terzo paesaggio, fessore associato in “Composizione architettonica e tamente a metà degli anni Sessanta. cfr. AA.vv., Quodlibet, macerata 2005. urbana” presso il Dipartimento di Storia e Progetto Remembering the Future. The New York World’s Fair 19) cfr. m. roncAYoLo, «Les expositions universelles», nell’Architettura della Facoltà di Architettura from 1939 to 1964, the Queens museum et rizzoli in Les rencontres EPA France, La gestion territoriale des dell’Università degli Studi di Palermo. All’estero è sta- international, new York 1989. grands aménagements de loisirs, Parigi 1992. to docente presso le ecoles d’Architecture Paris- 8) il Padiglione Atomium, progettato per essere smontato Malaquais, Val de Seine, la Villette e l’Ecole Nationale dopo la manifestazione, è stato preservato a memoria des Ponts et Chaussées. Membro del Laboratoire dell’esposizione; la sua forma è la riproduzione di una Infrastructure Architecture et Territoire (LIAT-ENSA Paris molecola cristallina di ferro ingrandita 165 miliardi di Malaquais) svolge attività di ricerca presso gli archivi volte, che raggiunge un’altezza di m 102. cfr.: A. del Bureau International des Exposition a Parigi e attività cockX, j. LemmenS, Les Expositions Universelles et di consulenza internazionale. Le sue ricerche si rivolgo- internationales en Belgique de 1885 à 1958, editorial L’autore ringrazia Vincente González Loscertales, no ai fenomeni di rigenerazione urbana e al ruolo dei office, bruxelles 1958. Segretario Generale del Bureau International des grandi eventi culturali e sportivi nella trasformazione del- 9) in ordine cronologico dal 1962 fino al 2015, sono sta- Exposition a Parigi, per aver consentito la consultazione la città contemporanea con riferimento alle questioni ti presentati i temi seguenti: L’uomo nell’era spaziale dei materiali dell’archivio e per la preziosa disponibilità. architettoniche e urbane.

42 RECUPERO DI UN’AREA INDUSTRIALE DISMESSA A SIRACUSA

Cesare Sposito*

ABSTRACT - The article describes the proposed redevelop- degrado. L’ambito urbano è caratterizzato da altri ment of a derelict industrial zone in Siracusa, through insediamenti industriali dismessi, vecchi nuclei interventions on ten buildings destined to become tourist rurali abbandonati, capannoni e magazzini com- and hotel accommodation. The types of installation, mate- rials and building techniques to be employed will render merciali o artigianali, cui fa da contorno l’edili- the proposed salvage operation sustainable, along with zia economica e popolare: in adiacenza all’area innovative technology and bio-architecture, the use of sorgono gli ex depositi dell’Azienda Siciliana renewable energy sources, all in accordance with the prin- trasporti (ASt), la base aeronautica militare e il ciple of energy-saving. Porto Grande; mentre, oltre la via che costeggia il lato nord-occidentale del lotto, connettendo l processo di decentramento e di ristruttu- questo comparto con il tessuto consolidato della irazione del sistema produttivo, la crisi di città storica, si sviluppa un sistema di spazi a pre- alcuni settori industriali, la perdita di funzioni valente vocazione industriale. per vaste aree urbanizzate rendono disponibili dagli strumenti urbanistici vigenti emerge interi settori urbani, la cui riconversione offre che tale area ricade in zona R2 del P.r.G., “area alle città l’occasione per dotarsi di quelle strutture di riqualificazione urbana”, in cui è previsto il mancanti, necessarie a raggiungere nuovi livelli Piano Particolareggiato Esecutivo d’iniziativa di qualità urbana. da tempo si dibatte sul possi- pubblica o privata, per il recupero e il riutilizzo bile futuro di queste aree industriali dismesse, delle parti urbane in essa comprese, secondo sulle loro potenzialità, sull’ineguagliabile occa- destinazioni d’uso compatibili con le prescrizio- sione che rappresentano per il rilancio e l’acqui- ni specificate dall’art. 44 delle Norme Tecniche sizione da parte delle comunità di zone, divenu- d’Attuazione, che tra le altre destinazioni ammet- te strategiche a seguito dell’espansione delle città. te quella residenziale, la turistico-ricettiva, la Solo negli ultimi anni, anche con l’attivazione commerciale e la direzionale. Secondo il Piano, di nuove procedure urbanistiche ed economiche, l’area demaniale al confine nord-orientale del- si sono avviati concreti processi di trasforma- l’insediamento S.P.e.r.o. sarà interessata da un zione; in molti casi la pianificazione urbanistica intervento di riqualificazione, che prevede di è conclusa e si sta affrontando la fase esecutiva costruire due marine turistiche, per oltre 800 posti della riconversione. L’AudiS (Associazione Aree barca, e aree di supporto alla diportistica, con urbane dismesse), nata nel 1995 per dare impul- servizi commerciali e d’intrattenimento. essendo so operativo al dibattito e per fare emergere i il territorio circostante privo d’attrezzature turi- punti critici delle trasformazioni, è il primo orga- stiche e di spazi da servire all’organizzazione nismo tecnico che definisce, attraverso la pro- d’eventi (congressi, conferenze, ecc.), lo studio pria cArtA1, principi e indirizzi metaprogettuali, propone di destinare gli edifici recuperati a il cui fine è la qualità alle diverse scale: da quel- Centro Congressi con annesso Hotel, Ristorante, l’urbana a quella paesaggistica, da quell’archi- Centro benessere e Complesso residenziale, in tettonica a quella degli spazi pubblici, da quella considerazione del fatto che le strutture alber- culturale a quella sociale, da quell’economica a ghiere sono prevalentemente ubicate in ortigia. quell’ambientale ed energetica. nonostante la presenza di un contesto poco qua- Proprio i principi della cArtA AudiS sulla lificante, l’area, che si estende per 17.800 m2, rigenerazione urbana hanno guidato il presente occupa una posizione strategica all’interno dello studio per riqualificare un’ex area industriale nel- scacchiere urbano, trovandosi lungo la via la periferia di Siracusa, che vuole coniugare il elorina, che collega la città alle principali loca- tema della rigenerazione dei luoghi industriali lità balneari, essendo affacciata sul mare verso con la sostenibilità del processo edilizio. L’area ortigia e localizzata in prossimità della stazione analizzata è il sito dismesso della S.P.e.r.o., occu- ferroviaria e dell’arteria principale d’accesso pato da fabbricati in origine destinati a produrre meridionale alla città. oli e saponi. L’ex saponificio fu costruito negli Qualche breve descrizione dello stato di fat- anni Quaranta su di un’area della costa sud-occi- to. All’interno del complesso, dieci corpi di fab- dentale di Siracusa, ad ovest del centro storico brica, denominati da E1 ad E10, si dispongono dell’isola d’ortigia, ed è stato dismesso alla fine prevalentemente lungo l’asse sud-ovest/nord-est, degli anni ottanta; da allora l’intero complesso assecondando la giacitura dell’area, parallela alla Il porto di Siracusa visto dall’Edificio 6 della SPero. versa in uno stato di inutilizzo totale e di avanzato linea di costa. essi sono caratterizzati da un ana- 43 che peculiari del progetto generale e, per l’edifi- cio E6, del recupero e riuso a struttura alber- ghiera. Pertanto, il progetto è concepito in modo da alterare il meno possibile gli equilibri del con- testo territoriale e vuole essere occasione per risolvere alcuni problemi cruciali del comparto urbano e per valorizzarne gli aspetti positivi, diventando elemento trainante di una serie d’in- terventi più ampi, orientati a migliorare le con- dizioni di vivibilità nell’area. il progetto assume anche l’obiettivo di dimostrare la concreta pos- sibilità di passare da un’azione straordinaria per realizzare un’architettura sostenibile a una pras- si ordinaria, in cui i maggiori costi sono ampia- mente compensati dai risparmi sulla gestione, dai benefici ambientali e sociali, da una miglio- re qualità dell’ambiente e dell’abitare. in altri termini, lo studio si propone di dimostrare la reale fattibilità di un intervento sostenibile nel- la pratica corrente, superando gli standard pre- visti delle vigenti normative sulle prestazioni energetiche e ambientali degli edifici, integran- do al processo di programmazione, progetta- zione e costruzione degli interventi edilizi le nuove possibilità energetiche e ambientali, offer- te al settore edilizio dalla ricerca sui materiali e sulle tecnologie innovative. Lo studio sull’area SPero evidenzia la fatti- bilità economica, sociale e ambientale di una pro- posta che segue questi criteri, definendo un qua- dro dei costi e dei benefici per i diversi attori nell’intero ciclo di vita dell’intervento edilizio. La proposta non punta all’eccellenza energetico- ambientale, bensì mira a un’alta efficienza ener- getica, che possa massimizzare il benessere Foto aerea dell’insediamento SPero all’interno del contesto urbano. all’interno dell’edificio con un costo sostenibile. così lo studio si sviluppa su alcuni obiettivi mini- logo impianto a forma rettangolare, ma differi- obiettivi, sia per sviluppare la sostenibilità mi, quali la riduzione del 35% dei consumi ener- scono per volumetria, altezza e anche per sistema ambientale relativa all’inserimento del progetto getici, la riduzione dei consumi idrici rispetto al costruttivo, riconducibile fondamentalmente a nel contesto, con il controllo di qualità sulle tec- consumo medio/annuo, la riduzione dei costi di due tipi: edifici in muratura portante o in cemen- nologie, sugli impianti e sui materiali, sia per gestione e la riduzione, superiore al 40 %, per le

to armato, con coperture a volta o a doppia falda, migliorare il valore estetico del complesso archi- emissioni di co2 nell’ambiente. dalle valuta- con capriate lignee o metalliche. tettonico. così i principi di sostenibilità ambien- zioni effettuate si è registrato un incremento del Il Progetto Generale - coerentemente agli obiet- tale e di risparmio energetico, l’utilizzo di fonti costo di costruzione tra 8%-10%, dato che può tivi generali del progetto di riqualificazione per energetiche alternative, l’impiego di materiali e incidere nella realizzazione dell’edificio; ma, se l’intera area, sono stati assunti dei particolari tecnologie innovative sono divenuti caratteristi- si considera ciò in una logica di costo globale,

Un pronunciato degrado segna gli Edifici 6 e 7.

44 vale a dire considerando la riduzione dei consu- mi energetici e idrici e quindi il contenimento delle spese di gestione e di manutenzione, impianti di produzione di acqua calda e impian- ti elettrici sull’intero ciclo di vita dell’edificio, allora la progettazione eco-sostenibile diviene una scelta oculata e un investimento ammortiz- zabile in pochi anni. non bisogna poi dimenticare i benefici ambientali che ricadono sull’intera col- lettività: una diretta conseguenza del minor con- sumo di combustibile è la minore emissione in atmosfera di gas che alterano il clima. così il progetto di recupero stabilisce le tipologie spe- cifiche di impianti e di elementi costruttivi, che dovranno garantire la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica con tali azioni: 1) la pro- mozione di fonti energetiche rinnovabili, solare fotovoltaico, solare termico, geotermico, bio- combustibili; 2) l’adozione di tecnologie finaliz- zate al risparmio energetico; 3) la gestione del ciclo dell’acqua, la difesa e valorizzazione delle risorse idriche, con il riuso e il recupero delle acque piovane; 4) la conservazione e la valoriz- zazione del patrimonio naturale; 5) la gestione e L’area d’intervento del Piano Particolareggiato Esecutivo che descrive il progetto SPero. la valorizzazione delle risorse naturali. Il Recupero dell’Edificio 6 - tra i vari corpi di fabbrica, particolare attenzione è rivolta al me ad essi ortogonale, lo studio di recupero pre- di registrazione dei clienti dell’albergo al banco recupero dell’E6, per il quale si prevede il man- vede di inserire un volume vetrato che accoglierà, della reception, che si affaccia sulla corte come tenimento delle volumetrie esistenti e la collo- oltre ai collegamenti verticali, la hall d’ingresso un volume ellittico rivestito in alulife3. il corpo A cazione al suo interno di un Hotel a 4 stelle che, e un giardino d’inverno posto in collegamento si sviluppa su quattro livelli, ospita al piano ter- con una superficie di 6.700 m2, potrà ospitare 90 con l’adiacente E7 destinato a ristorante, median- ra una lobby posta a nord-est lungo il lato corto camere. La destinazione d’uso scelta ben si addi- te un passaggio coperto. L’ingresso dell’Hotel è che si affaccia sulla hall, quattro camere e gli ce al tipo di edificio, che in passato produceva previsto sul fronte nord-est, cui si arriva tramite uffici di servizio al personale dell’Hotel ai quali saponi e oli, e che in posizione centrale domina una diramazione del percorso carrabile principa- si accede dalla corte. gli altri edifici. nonostante sul fronte sud-est il le previsto nel progetto di riqualificazione del- Poiché la destinazione alberghiera si svilup- rapporto diretto con il mare sia mediato dall’E9 l’area. L’accesso all’edificio avviene tramite il pa anche al secondo livello dell’E3, si è previsto delle residenze, l’E6 gode del rapporto visivo prospetto interamente vetrato del volume della un collegamento interrato tra quest’ultimo e l’E6. con il paesaggio ai livelli superiori, tramite le corte, preceduto da una vela, d’impronta evoca- Sui livelli successivi sono previste le camere che, numerose finestre sul prospetto sud-est, mante- tiva, che caratterizza il complesso e allo stesso distribuendosi simmetricamente rispetto al cor- nute per tipo e dimensione uguali a quelle esi- tempo ha la funzione di schermare l’irraggia- ridoio centrale, si affacciano rispettivamente sul stenti. il fabbricato si compone di tre corpi a pian- mento solare, particolarmente intenso sul lato est fronte nord-ovest e sulla corte. i livelli successi- ta rettangolare, disposti ortogonalmente a for- cui è rivolto il fronte. Sulla corte coperta che si vi al piano terreno sono collegati con i corpi B e mare una C a corte aperta; per tale impianto è sviluppa a tutta altezza, si affacciano le rampe e C, tramite un corridoio, che consente la conti- prevista una modifica con l’inserimento di un le passerelle di collegamento tra i corpi paralle- nuità dei percorsi e del sistema di distribuzione volume tecnico centrale, contenente scale e li. Questo spazio si configura come un luogo di delle camere. il corpo B, posto a cerniera tra i ascensori2. tra i corpi paralleli e limitato dal volu- sosta momentanea, per il disbrigo delle pratiche volumi principali, si sviluppa per quattro livelli e

La fornace nell’Edificio 7. Il programma d’intervento con le destinazioni d’uso degli Edifici.

45 integrandola con un struttura in acciaio e, dove necessario, sostituendola completamente. il set- tore dell’edificio, posto sul lato nord-est e che costituisce il corpo C, è attualmente costituito da una struttura in muratura, ma per motivi di adeguamento alle norme sismiche e di messa in sicurezza del complesso si prevede che esso ven- ga demolito e ricostruito, con una struttura in acciaio connessa a quella prevista nel resto del- l’edificio. della struttura intelaiata in cemento armato si è deciso di mantenere i pilastri dei muri perimetrali e di aggiungere a questi un sistema di pilastri in acciaio, posti a un interasse costante di m 3,00, collegati tra loro da travi iPe. i solai, interamente demoliti e ricostruiti per adeguarli alla nuova struttura integrata, accolgono travetti iPe con funzione di irrigidimento degli orizzon- tamenti composti così come descritto in nota4. nelle pareti verticali si prevede di impiegare l’i- solamento a cappotto esterno, sistema che con- sente il controllo del carico termico dell’edificio e quindi di assicurare le massime prestazioni ter- miche dell’edificio. Per il sistema di copertura, si è deciso di mantenere un tetto a falde nei corpi A e C e a terrazza nel corpo B, come nello stato di fatto, nel rispetto dei vincoli posti dalla normati- va. La copertura dei corpi A e C è costituita da un sistema di capriate metalliche composta da pro- filati a C che, tramite delle scarpe, poggiano su travi in acciaio. Sull’orditura principale del siste- ma di copertura così composto è previsto un mas- setto con rete elettrosaldata da cm 4, su cui verrà fissata un’orditura secondaria costituita da pro- filati cavi da cm 6 x 6, di sostegno al rivesti- mento della copertura. tale rivestimento è costituito da un innovati- vo prodotto che consente, grazie alla sua parti- colare composizione, di accumulare calore dal- l’irraggiamento solare; così il tetto diventa un accumulatore di energia solare che, attraverso il fluido termovettore che scorre nelle tubazioni del pannello di copertura, alimenta il sistema di riscaldamento dell’acqua, necessaria al funzio- namento dell’Hotel. Lo strato di finitura della superficie esterna della copertura è in rame preos- sidato, che assume il tipico colore verde. La copertura del corpo B è a terrazza, è accessibile da una scala di servizio funzionale alla manu- tenzione5. il volume della corte vetrata, interpo- sto tra i corpi di fabbrica esistenti, è dotato di una struttura totalmente indipendente da quelle degli edifici adiacenti; esso è costituito da due superfici continue vetrate, una verticale e una inclinata per un corretto sistema di smaltimento delle acque meteoriche, che vengono raccolte e canalizzate in una cisterna per essere riutilizzate I ruderi degli Edifici 8 e 9. per irrigare il verde. La struttura di sostegno del- la copertura è costituita da un triplo ordine di tra- accoglie una copertura a terrazza; esso ospita al Centro benessere annesso all’hotel, gli uffici, vi, che differiscono per dimensione: quelle prin- piano terra il Cafè, che funge da collegamento l’area e i servizi riservati al personale e i loca- cipali, poste lungo il perimetro del volume, sono con il ristorante. il corpo C presenta una com- li tecnici; ai livelli superiori sono previste le sostenute da un sistema di mensole aggrappate ai posizione volumetrica differente dagli altri corpi; camere, distribuite come nel corpo A, simme- pilastri posti sui muri adiacenti al volume dei in esso infatti possono essere individuati tre dif- tricamente al corridoio centrale; il quarto livel- corpi A e C, in continuità con il sottostante siste- ferenti corpi di fabbrica che raggiungono altezze lo del corpo posto a sud-ovest ospita la Suite ma di pilastri in cemento armato: sono dei profi- diverse: il corpo posto sul lato nord-est, intera- composta da due camere e servizi annessi, che lati he connessi ai muri di perimetro dei due edi- mente demolito e ricostruito per necessità di ade- gode di una particolare esposizione e di una fici paralleli, tramite delle piastre metalliche, tra guamento alle norme sismiche, si sviluppa su vista privilegiata sul mare. cui il tompagno è eseguito con mattoni di cotto due livelli, quello centrale si sviluppa su tre livel- in particolare, analizzando i sub-sistemi che forati. La connessione tra le travi perimetrali li e quello sul lato sud-ovest si sviluppa su quat- compongono l’ E6, si è deciso di mantenere la e le mensole avviene mediante un sistema di tro livelli. il corpo C ospita al piano terra il volumetria e la struttura esistente in perimetro, asole che permettono il movimento indipen- 46 dente del volume vetrato rispetto alle strutture in muratura. L’orditura secondaria d’irrigidi- mento è costituita da travi, su cui sono bullo- nati profili cavi che costituiscono i sostegni della superficie vetrata6. Poiché una copertura interamente vetrata cau- serebbe un eccessivo soleggiamento all’interno del corpo vetrato, si è previsto un sistema di schermi solari, costituiti da ogive in lamiera di alluminio calandrata, traforata con fori disposti a 60° e con pieghi laterali per l’irrigidimento, avvi- tata a una struttura leggera composta da un tubo centrale in alluminio estruso7. inoltre, sulla coper- tura è stato previsto un sistema di passerelle in alluminio forato, che consentono di praticare il tetto per la manutenzione. La parete verticale del volume è costituita da una facciata continua, la cui superficie esterna non ha interruzioni; i telai di supporto alle lastre vetrate sono dello stesso tipo utilizzato in copertura e non superano mai lo spessore della lastra, mentre la scansione della facciata rimarca il passo dei telai di copertura, ponendosi quindi in continuità con essa. Quattro pilastri scatolari costituiscono l’orditura vertica- le principale del fronte, mentre quella secondaria è rappresentata da profili anch’essi scatolari ma di dimensioni ridotte. La facciata continua del volume è schermata da una vela armata da quat- tro profili in acciaio, che ne costituiscono l’os- satura principale. i pilastri curvati sono irrigidi- ti da tondini in fibre di carbonio che, oltre da col- legamento, servono da supporto al rivestimento della vela, alta m 22 e larga m 108. Per rimarca- re la strada d’accesso all’Hotel e segnare l’in- gresso all’edificio, è previsto l’inserimento di una più piccola vela, che crea con l’altra uno spa- zio raccolto seppur esterno, per accogliere i clien- ti; questa vela è alta m 4 ed è costituita da una struttura in metallo rivestita in pannelli prefab- bricati di cemento fotocatalitico.

Conclusioni - tutte le fasi di progettazione sono state condotte in coerenza con le finalità del recupero dell’area e sono state occasione per sperimentare un nuovo approccio alla pro- gettazione architettonica, utilizzando tecnolo- gie innovative e tecniche di bioarchitettura. Gli obbiettivi, che il progetto, rispetto al contesto, risultasse condizionato dalla sostenibilità ambientale e che migliorasse il valore estetico e formale degli edifici che insistono sull’area, sono stati raggiunti tramite gli specifici tipi di impianti, di materiali e di tecniche costruttive che sono stati adottati. nella pratica architetto- nica la proposta per la S.P.e.r.o. dimostra la fat- tibilità di una progettazione sostenibile, a favo- L’Edificio 6: l’area di stoccaggio e il sistema delle coperture. re dell’ambiente e della collettività; un’archi- tettura sostenibile, che va al di là delle norma- tive sulle prestazioni energetiche e ambientali, qua, la difesa e valorizzazione delle risorse idri- chiave nella gestione e nella politica ambien- che coinvolge il processo edilizio dalla pro- che (interventi per il riuso e recupero delle acque tale del territorio, in quanto produce chiari grammazione alla realizzazione dell’interven- piovane), è scaturita la proposta di conservare e benefici di tipo ambientale a vantaggio della to, è realizzabile grazie alle nuove possibilità valorizzare questo patrimonio edilizio dismes- salute pubblica, il miglioramento del tessuto energetiche e ambientali, offerte al settore edi- so, unita a un programma di gestione consape- economico e urbano, la preservazione della lizio dalla ricerca sulle tecnologie innovative e vole delle risorse naturali. non è da trascurare qualità del patrimonio umano e naturale attra- sui materiali. Attraverso la promozione di fon- poi che la rigenerazione di un sito dismesso verso lo sviluppo sostenibile. ti energetiche rinnovabili (solare fotovoltaico, rivitalizza anche le aree circostanti, creando solare-termico, geotermico, biocombustibili), la possibilità di nuovi posti-lavoro, e impedi- NOTE l’adozione di tecnologie finalizzate al rispar- sce la propagazione delle contaminazioni nei 1) cfr. la Carta della Rigenerazione Urbana, approvata dai mio energetico (coperture ventilate, isolamento suoli e nelle acque. così il progetto di riqua- soci AudiS in una seduta del 2008. a cappotto, ecc.), la gestione del ciclo dell’ac- lificazione S.P.e.r.o. può assumere un ruolo 2) tale volume tecnico è previsto dall’art. 36 della L. r. n. 47 grecata da mm 45, da uno strato successivo in calcestruz- zo con rete elettrosaldata da cm 4, dall’isolante termico da cm 6, dalla guaina impermeabilizzante e dalla finitura del- la superficie in resina. 6) il vetro utilizzato per il rivestimento di copertura è un vetro antisfondamento, basso emissivo e autopulente, del- lo spessore di mm 30, la struttura è composta da un vetro da mm 8, un’intercapedine da mm 10 riempita di argon, un vetro doppio strato composto da una lastra di mm 8 e 4, con finitura esterna antibatterica. 7) La ogiva del brise soleil così composta è larga cm 37,5, alta cm 5,8 e lunga m 3. il tubo centrale serve anche da ful- cro di rotazione della ogiva e viene raccordato al telai tra- mite delle boccole in derlin. i telai sono realizzati in pro- filati di alluminio estruso, predisposti con guide per la posa dei perni di rotazione in acciaio inox. La barra di comando è realizzata in alluminio estruso anodizzato e gli accessori che la uniscono alle palette sono in acciaio inox ed ottone. La rotazione delle ogive sul proprio asse geometrico per l’angolazione di 90° viene effettuata a mezzo di un comando elettrico ad azione lineare, alimen- tato da corrente monofase 220v e comandato da un com- mutatore Aperto/chiuso. 8) Si prevede di rivestire la vela con un tessuto di kevlar e fibre di carbonio, un tessuto leggero e resistente che lascia filtrare attraverso sé una misurata quantità di luce.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI h. contAL e j. revedin, Progettare la sostenibilità. I Maestri della nuova architettura, Ambiente, milano 2009. r. nicoLini, La città dell’altra economia, “L’Architetto italiano” 24 (2008). P. roSSi, Architettura vs Ambiente. Le domande emergenti sulla tecnologia e sul progetto, ricerche di tecnologia dell’Architettura, franco Angeli, milano 2008. c. GArGiuLo e L.c. trAvAScio, Conservare, ristruttura- re, demolire: vincoli, scelte e opportunità nella trasfor- mazione delle aree dismesse, convegno inertech, rimini 7/11/2007. r. vALente, La riqualificazione delle aree dismesse: con- servazione dell’ecosistema urbano, Liguori, napoli 2006. v. cAStronovo e A. Greco, Luoghi e spazi del lavoro: 1872-1992, Sipi-electa, milano 2000.

Sul tema del presente articolo è stata sviluppata una tesi di laurea da claudia rizzo e fiorella villanova, dal titolo “tecnologie e materiali innovativi per il recupero delle Aree industriali dismesse: il caso S.P.e:r.o. a Siracusa”. La tesi è stata discussa nell’aprile del 2010 alla facoltà di Architettura dell’università degli Studi di Palermo, rela- tore l’autore di questo articolo, correlatore il Prof. ing. L’area SPero vista dal mare: stato di fatto e proposta di recupero. Angelo milone.

37 del 10/08/85 dal titolo “deroga in favore di insedia- all’interno del quale è annegata una rete elettrosaldata; menti produttivi turistici e fabbricati agricoli”, che con- uno strato isolante in fibre di legno dello spessore di cm 6 *Cesare Sposito, architetto, è Ricercatore confermato nel sente la possibilità di ampliamento volumetrico del 30% su cui è posto un massetto contenente il sistema di posa dei Settore Scientifico-Disciplinare ICAR 12 e Docente di alla data del 10 agosto1985. tubi in pvc del pavimento radiante; l’isolante acustico, un Tecnologia dell’Architettura e del Laboratorio di 3) L’alulife è un materiale da rivestimento, derivato dal- strato di aerogel dello spessore di cm 1; il sottofondo e il Costruzione 1 presso la Facoltà di Architettura di l’alluminio e totalmente riciclabile. pavimento in resina dello spessore di cm 1,5. Palermo. Le sue ricerche sono centrate sulle tecnologie 4) il solaio è così composto: lamiera grecata alta mm 45 e 5) il solaio di copertura poggia sopra la struttura in acciaio innovative applicate all’architettura storica e alle nuove spessa mm 2, su cui è effettuato un getto di calcestruzzo, con travi iPe ed è costituito da un massetto con lamiera costruzioni.

48 IL PAESAGGIO AGRICOLO PERIURbANO DALLA MARGINALITÀ ALLA VALORIZZAZIONE

Angela Katiuscia Sferrazza*

ABSTRACT - The strategy carried out by the “Parco riale e il rilancio di uno sviluppo fondato sul Metropolitano delle Colline di Napoli” represents a very potenziamento delle peculiarità e dell’identità sto- significant element within a critical research project aiming rico-culturale del paesaggio. to the protection and development of the landscape resour- il Parco si pone come modello di sviluppo ces in a periurban context. It is an experience which sti- sostenibile, esito di un’azione tecnica di pianifi- mulates interesting considerations on a possible model of territory management based on the revaluation of urban cazione territoriale illuminata, che vuole ridise- agriculture and on the improvement of the social use of gnare e consolidare i legami della comunità con il the landscape heritage. Agriculture - essential element of territorio, nel tentativo di invertire le dinamiche di the historical identity, expression of the territory poten- separazione sociale tra le periferie e il resto del- tial, and heart of any economic and social activity - is la città. obiettivo delle azioni del Parco è la assumed to be the element capable to strengthen the land- costruzione di un’economia locale autososteni- scape specificity and its historical and cultural identity. bile imperniata sul conferimento di nuova dignità agli spazi periurbani e alla loro agricoltura, e sul a valorizzazione dei paesaggi naturali e rafforzamento della “coscienza” e del “senso” dei Lseminaturali in ambito periurbano è una luoghi da parte della comunità che li abita. delle problematiche centrali e più complesse del Gli oltre 1.000 ettari dell’area agricola urba- paesaggio contemporaneo, nonché uno dei prin- na di napoli, in cui si attuano ancora pratiche di cipali ambiti di sperimentazione dei principi del- conduzione agricola, nonostante molto fram- la convenzione europea1. tali ambiti posseggo- mentate, rappresentano una parte importante del no notevoli potenzialità di valorizzazione sia per paesaggio metropolitano. ma ciò che rimane dei le caratteristiche di naturalità che ancora conser- vigneti storici, dei ciliegeti, dei castagneti e degli vano, sia per le tracce della memoria storica che “orti di napoli”, che per secoli hanno contraddi- custodiscono, legata alle tradizioni del mondo stinto la fascia costiera, anche se ancora oggi fon- agricolo e artigianale. Le loro caratteristiche con- damentali nella definizione del paesaggio napo- troverse e ambigue celano un forte valore rela- letano, non hanno più rilevanza ai fini produttivi zionale tra storia, natura e identità locali che, se o turistici. Le aziende agricole superstiti, gravate compreso, può diventare fondamento di una stra- da seri problemi strutturali e di commercializza- tegia di valorizzazione integrata del patrimonio zione dei prodotti, conservano, proprio a causa di risorse culturali e naturali. L’importanza di que- del loro isolamento, un alto grado di tradizionalità sti spazi, residui di un mondo agricolo reso “urba- sia delle specie coltivate che delle tecniche di col- no” dalla prossimità al la città, è oramai assodata tivazione, residuo di un’agricoltura, che, per seco- nelle politiche comunitarie, che richiedono per li, aveva fatto parte del sistema produttivo e di essi una maggiore attenzione, al fine di delineare approvvigionamento per i bisogni della città, strategie che consentano una gestione delle qua- caratterizzando fortemente il paesaggio napole- lità paesaggistiche e modelli di sviluppo impron- tano3. tali permanenze esprimono un valore diver- tati al concetto di sostenibilità, pertinenti alle so e complementare al valore economico, con- vocazioni di questi spazi. nesso alla dimensione ecologica e storico-cultu- in quest’ottica, la strategia attuata dal Parco rale, alla costruzione storica del paesaggio, all’u- metropolitano delle colline di napoli, fondata so tradizionale delle risorse naturali e alle capacità sulla rivalutazione dell’agricoltura urbana e sul umane di utilizzarle. Questo sistema di valori miglioramento della fruibilità sociale del patri- diviene elemento programmatico della riqualifi- monio paesaggistico, rappresenta un tassello cazione non solo fisica ma anche socio-culturale importante in un percorso critico di ricerca e spe- dell’area metropolitana napoletana. rimentazione di politiche per la tutela e valoriz- il Parco metropolitano delle colline di napoli zazione delle risorse paesaggistiche in ambito nasce nel 2003 come esito di un innovativo pro- periurbano2. è un’esperienza che pone interes- cesso di pianificazione, avviato nel 1994, in cui santi riflessioni su un possibile modello di gestio- matura la comprensione del ruolo strategico che ne del territorio basato sull’agricoltura urbana: gli spazi agricoli periurbani, frammentati, destrut- l’agricoltura, elemento essenziale dell’identità turati, caratterizzati dalla disorganizzazione degli attori, degli usi e delle funzioni, possono svolge- Théodore Duclère, napoli dalla conocchia, 1838. storica e fulcro dell’insieme delle attività econo- Alexandre-Hyacinthe Dunouy (1757-1841), napoli dallo miche e sociali, interpretata in chiave economico- re nella riqualificazione dei margini urbani e nel- 4 Scudillo, olio su tela. produttiva ecocompatibile, viene assunta come l’assetto complessivo della città . Veduta di Napoli dallo Scudillo. elemento fondante per la valorizzazione territo- L’idea della tutela delle aree collinari parte-

49 tavola Strozzi (1472): l’assetto della città di Napoli nel sec. XV. nopee trova le sue radici già nei primi decenni corda trasversalmente le aree naturali e coltura- considerato sia per i suoi specifici valori ambien- del secolo scorso, ma è attraverso la variante di li residuali, ancora persistenti nel sistema colli- tali, naturalistici e paesaggistici, sia in termini salvaguardia, approvata nel giugno 1998 e pun- nare, posto a cerniera tra l’area dei campi ecologici per i suoi effetti compensativi sull’area to di partenza della progressiva strategia urbani- flegrei e il contesto urbano di napoli, tratteg- metropolitana […] la salvaguardia di valori antro- stica napoletana, che viene riconosciuto il valore giando una cintura verde che circonda la città pici, archeologici, storici e architettonici e delle inestimabile, dal punto di vista paesaggistico, di lungo il margine settentrionale. attività agro-silvopastorali e tradizionali». Su que- queste aree e il loro interesse pubblico. La varian- Attribuendo un valore culturale alle campagne ste premesse, fonda la specifica missione di pro- te di salvaguardia, con un approccio assoluta- e affermando che il paesaggio dell’agricoltura muovere il fondamentale ruolo dell’agricoltura mente innovativo, equipara in importanza il cen- rappresenta un valore identitario della cultura urbana e le sue funzioni ambientali, antropologi- tro storico alle aree di tutela ambientale e fonda il locale, lo sottopone a tutela per il suo interesse che e sociali. Le modalità di tutela e valorizza- nuovo assetto della città di napoli, in chiave pubblico, a prescindere dal regime di proprietà. zione sono differenziate, secondo «le caratteri- metropolitana, sulla salvaguardia delle aree ver- L’attribuzione del valore di interesse pubblico a stiche fisico-ambientali di ciascuna zona del di residue e dell’edificato di rilevanza storica, nel tale sistema costituisce il punto di partenza di un Parco, il tipo di attività produttive esistenti, le perseguimento dell’obiettivo della tutela dell’in- processo innovativo di gestione del paesaggio attività ricreative compatibili, la maggiore o mino- tegrità fisica e della valorizzazione dell’identità periurbano, che assegna agli spazi aperti un nuo- re presenza antropica»6. culturale del territorio. il sistema frammentato e vo senso e una nuova rilevanza. La stessa varian- ribaltando il tradizionale approccio urbano- diffuso, formato dalle aree vuote esterne all’a- te pone le basi dell’istituzione del Parco centrico, focalizza l’attenzione sulle preesistenze bitato e dai relitti interclusi nel disordine del- metropolitano delle colline di napoli, avviata ambientali, le aree-parco, e considera le parti edi- l’edificato delle periferie, diviene oggetto di sal- con la legge regionale 17 del 20035. nel proprio ficate esistenti come «aree potenzialmente capa- vaguardia insieme alle aree più pregiate come i documento di indirizzi, il Parco metropolitano ci di ridefinire, attraverso un piano urbanistico giardini, gli orti privati e i chiostri dei conventi delle colline di napoli dichiara di assumere come esecutivo, i confini dei quartieri di cui oggi costi- e dei monumenti del centro storico. il territorio obiettivi «il ripristino e la conservazione dell’in- tuiscono i margini e di trasformarsi in aree cusci- del Parco, inserendosi nel tessuto urbano, rac- tegrità fisica e dell’identità culturale del territorio, netto diventando le porte d’ingresso al Parco.

Alfred Guesdon, Emile Rouargue,veduta di napoli presa da sopra l’entrata del porto, 1840. 50 Vista di Napoli da Posillipo.

Sono aree di cui è possibile il recupero ambientale na, in un ambito territoriale costituito dalla parte il mare, le colline, la pianura orientale. e nello stesso tempo aree in cui collocare quei nord-occidentale di napoli, il Parco delle colline il Parco tutela un’area a nord-ovest della città servizi e quelle attrezzature che non possono tro- confina ad occidente con il Parco regionale dei che va dalle pendici dei camaldoli, in corrispon- vare posto nelle aree protette del parco7». campi flegrei, di cui rappresenta l’ideale prose- denza della conca dei Pisani, e si estende fino a L’acquisita dimensione metropolitana della guimento, si spinge verso il centro urbano, rag- capodimonte. oltre a quest’ambito territoriale, città partenopea mette in luce il profondo muta- giungendolo in più punti, e stabilisce una stretta che si sviluppa da ovest ad est senza soluzione mento posizionale che negli ultimi trentanni ha integrazione con la città compatta e il centro sto- di continuità, comprende anche la collina di San investito i contesti della prima corona periferica, rico, comprendendo le maggiori formazioni martino che, con il suo antichissimo impianto che, sviluppatisi a partire dagli anni ‘50 come morfologiche cittadine. esaminato nel suo svi- agricolo, costituisce a tutti gli effetti il centro sto- espansioni della città intorno ai nuclei dei “casa- luppo complessivo, rappresenta il trait d’union rico del Parco. il sistema collinare in molte parti li di napoli”, oggi risultano baricentrici rispetto tra la città bassa, la sua periferia settentrionale e è strettamente connesso con il fitto tessuto edili- alla consistente urbanizzazione esterna di forma- i comuni che formano la prima conurbazione zio cittadino ed è caratterizzato dalla presenza zione recente. il vuoto urbano collinare diventa nord-occidentale. dei valloni, che si alternano ai fondi rustici ter- la nuova centralità dell’area metropolitana: il ver- L’istituzione del Parco costituisce il motore razzati, coltivati o meno, e da numerose cave di de al centro ribalta la città storica oltre le colline del processo di riqualificazione urbanistica degli tufo in gran parte dismesse. Queste zone, nel loro e propone un nuovo disegno dell’area metropoli- abitati compresi nel suo territorio, unificando i insieme, hanno l’obiettivo di disegnare un unico tana. Alla scala sovracomunale, le parti di territo- diversi riferimenti morfologici e territoriali in una grande sistema di spazi verdi, pubblici e privati, rio e i quartieri in posizione periferica rispetto alla cintura verde, che ricompone la dimensione geo- di attrezzature per il tempo libero, lo sport, lo sva- città, acquisiscono un nuovo ruolo e significato: grafica del territorio napoletano, ritrovando con- go, il turismo, nel rispetto e nella conservazione non più frange marginali, ma porzioni significative sapevolezza di quanta influenza questo abbia eser- dei valori ambientali, agricoli e culturali. nell’area e organiche di un sistema territoriale e urbano da citato sulla crescita e sulla forma della città nel agricola, cuore del processo di riqualificazione cui partire per strutturare la città metropolitana. rapporto tra l’orografia del territorio e la morfo- fisica ed economica, l’azione di riequilibrio collocandosi al centro dell’area metropolita- logia urbana: gli insediamenti, la linea di costa e ambientale e valorizzazione paesaggistica si rea-

Carta del territorio del Parco Metropolitano delle Colline di Napoli. 51 lizza non tanto attraverso uno stretto regime vin- colistico, quanto individuando usi e attività com- patibili. tra queste, l’attività agricola, interpreta- ta in termini multifunzionali, riveste un ruolo pri- mario, costituendo un’attività che fa della tutela e valorizzazione delle risorse ambientali ed ecolo- giche l’elemento di qualità e promozione del- l’offerta produttiva e turistica. il concetto di mul- tifunzionalità costituisce occasione di nuove e concrete opportunità imprenditoriali, attraverso misure a sostegno delle iniziative di riqualifica- zione paesaggistica e a scopo turistico-ricettivo delle aziende agricole. nella strategia del Parco delle colline si fon- dono protezione dell’ambiente naturale e del pae- saggio culturale e ipotesi di sviluppo sociale ed economico, alla ricerca di un punto di equilibrio tra le esigenze meramente protezionistiche, iden- tificabili essenzialmente in azioni prescrittive e normative, e quelle che privilegiano lo sviluppo economico. Si arriva così alla sperimentazione di un modello di gestione che affianca alla produ- zione agricola di qualità funzioni più propria- mente “urbane”, legate al tempo libero, alla cono- scenza del patrimonio ambientale e alla valoriz- zazione paesaggistica. nel caso campano, gli spa- zi agricoli periurbani da riqualificare e valoriz- zare, assumono un ruolo strategico nella struttu- razione e riconnessione di un più ampio sistema di “luoghi della natura”, di attrezzature per lo spettacolo e per lo sport o di strutture ricettive. in questa prospettiva, dall’uso dell’infrastruttura agricola di interesse pubblico, la comunità non solo urbana ma metropolitana, ricava benefici di carattere economico-insediativo, ricreativo, socia- le ed ecologico: un parco diffuso, in cui l’agri- coltura, con la sua multifunzionalità, assume diversificate forme produttive e ritrova relazioni con la collettività urbana attraverso nuovi usi di carattere pubblico. La riqualificazione degli spa- zi aperti viene indirizzata a soddisfare una doman- da di paesaggio e di luoghi per la ricreazione e il tempo libero dei cittadini, da realizzare con stra- tegie a medio e lungo termine, in cui la ricompo- sizione dei territori periurbani prefigura una pro- mettente visione di un “Parco della società dei loisirs del sec. XXi”8. e si fa avanti, inoltre, una riflessione sul ruolo che la valorizzazione del pae- saggio agricolo ha sul più ampio sistema del patri- monio culturale dell’intero territorio. Lo spazio agricolo, esito del rapporto di interazione del- l’uomo con il territorio, non è spazio solo pro- duttivo ma “paesaggistico”, denso di opportunità visuali, educative, ricreative, culturali, in cui si percepiscono riferimenti alla memoria storica del- la collettività insediata e alla dimensione ecolo- gica del vivere umano. in questa logica l’agri- coltura diviene attività di valorizzazione e rige- nerazione del territorio e il Parco, produttivo non solo del bene primario ma di benefici ecologici e sociali, diviene patrimonio della collettività urba- na e metropolitana9. in ambito comunitario si è affermato il punto di vista secondo il quale lo spazio rurale metro- politano rappresenta nel suo complesso un bene pubblico, al di là degli assetti proprietari e delle forme di conduzione. L’attenzione, orientata alla valorizzazione paesaggistica del territorio e a for- me di turismo sostenibile, è rivolta al ruolo attivo attribuibile al territorio agricolo, alla capacità del territorio di produrre beni e servizi utili alla col- lettività, di garantire la qualità del paesaggio e benefici di carattere ambientale, occasioni di Dall’alto: Napoli, Orti Astroni, Pianura degli Astroni e Parco dello Scudillo.

52 ricreazione e vita all’aria aperta, di conservare stili di vita, culture, tradizioni locali. Alla base della gestione delle aree agricole del Parco, è un concetto di rapporto pubblico-pri- vato moderno ed evoluto, basato su un’assunzio- ne di responsabilità sia dell’attore pubblico, che deve costruire una strategia di valorizzazione, indirizzare e controllare l’utilizzo delle risorse pubbliche, sia dell’attore privato, che deve com- prendere lo scenario di interesse generale, il pro- prio ruolo all’interno di esso e perseguire il pro- prio legittimo interesse rispettando l’interesse col- lettivo. La pubblica amministrazione ha un ruolo di indirizzo e di programmazione, ma è princi- palmente all’iniziativa privata che è offerta la pos- sibilità di forme di convenzionamento differen- ziate per valorizzare le aree e gli immobili com- presi nell’area del Parco. L’ente ha, infatti, carat- terizzato la sua azione di gestione e governo del territorio con un significativo coinvolgimento dei cittadini nelle scelte di trasformazione e riquali- ficazione, operando su di un doppio livello di interlocuzione: uno aperto alle istanze dal basso e l’altro ai soggetti, istituzionali e non, che si occu- pano di gestione e trasformazione del territorio per costruire un progetto di conservazione e svi- luppo degli spazi destinati all’agricoltura periur- bana, caratterizzato dall’integrazione tra le azio- ni dei diversi attori istituzionali competenti e diverse conoscenze. La cura del patrimonio agri- colo paesaggistico, il mantenimento delle capacità produttive, la conversione a un tipo di agricoltu- ra ecocompatibile e multifunzionale sono affida- ti alla responsabilizzazione, anche attraverso appositi corsi di formazione, dei proprietari dei terreni, per acquisire un approccio imprendito- riale a una economia agricola reinventata, artico- lata, che prevede molteplici fonti di redditività, e inserita nel sistema dei servizi urbani, turistici e di tutela del territorio. Per quanto riguarda gli assetti proprietari, assoggettare a uso pubblico le aree, mantenendo la gran parte del suolo del Parco delle colline di proprietà privata, ha significato evitare pesanti oneri finanziari, dovuti agli indennizzi per gli espropri dei terreni, alla manutenzione e conser- vazione delle colture, e ha dato l’opportunità di salvaguardare l’agricoltura, come attività pro- duttiva e di cura del suolo, scongiurando effetti negativi sul paesaggio e sull’occupazione. nella ricerca di un punto di equilibrio nel rapporto tra pubblico, attività dei privati e nuove finalità socia- li del Parco, e di forme giuridiche appropriate a garantire la fruibilità del bene-parco da parte del- la collettività, sono state utilizzate forme di con- venzionamento differenziate. Avendo come pre- supposto la condivisione dei valori e l’attuazione degli obiettivi del Parco, la permanenza dell’uso agricolo, la manutenzione dei terreni, la fruizione pubblica degli spazi, è garantita, attraverso la sti- pula di convenzioni pubblico-private, in cambio di benefici amministrativi (licenze e autorizza- zioni ad attività integrative commerciali o para- commerciali), aiuti economici (piccoli finanzia- menti e incentivi) e autorizzazioni per valorizza- re il capitale rappresentato dagli immobili com- presi nell’area del Parco. Per concludere, l’esperienza del Parco delle colline di napoli ha introdotto un innovativo approccio, volto ad affermare una cultura del pae- saggio come risorsa da tutelare, riconoscendola come tale sul piano sociale, politico e ammini- Dall’alto: Napoli, terrazzamenti sul colle San Martino, veduta della città dalla vigna San Martino e pendici di Conca Pisani. strativo. in un’ottica di valorizzazione del patri-

53 monio paesaggistico, di restaurazione di relazio- ni virtuose e sinergiche fra città e mondo rurale, costituisce un interessante caso in italia impo- stato sulla ridefinizione di funzioni e natura dei paesaggi agricoli e del ruolo strutturale dell’a- gricoltura10. in un contesto difficile, contrasse- gnato dalla prevalenza di logiche utilitaristiche e di consumo di suolo, di disinteresse ai concetti di bene e di interesse pubblico, ma che sta lenta- mente maturando una sua sensibilità alle proble- matiche della tutela delle risorse a valenza ambientale e culturale, nella consapevolezza del- la difficoltà di fare emergere nuovi modelli cul- turali e di sviluppo proposti, il Parco tenta la sfi- da di ridare dignità economica e sociale alle com- ponenti agricole e ambientali e, interpretandole alla luce delle più moderne ed evolutive teorie di sviluppo autosostenibile, di capovolgerne il ruolo da residui marginali a risorse identitarie della collettività11.

NOTE 1) conSiGLio d’euroPA, Convenzione Europea del Paesaggio, firenze 20 ottobre 2000. 2) cfr. reGione cAmPAniA, ASSeSSorAto AL Governo deL territorio, Una campagna per il futuro. La strategia per lo spazio rurale nel Piano territoriale della Campania, clean, napoli 2008. 3) cfr. A. di GennAro, f. P. innAmorAto. La grande tra- sformazione. Il territorio rurale della Campania 1960/2000. clean, napoli 2005; S.d. QuAttrone, Il pae- saggio nell’area metropolitana di Napoli. Problematiche e linee evolutive, in “Quaderni della ri-vista. ricerche per la progettazione del paesaggio”, 4 (2007), firenze university Press, pp 162 - 175, in part. p. 167. 4) cfr. v. de LuciA, A. PAStore (a cura di), Napoli. Cronache urbanistiche 1994-1997, baldini&castaldi, milano 1998. 5) La Legge della regione campania n. 17 del 7.10.2003 avvia l’istituzione del sistema dei parchi urbani di interesse regionale costituito dai parchi urbani e dal Parco metropolitano delle colline di napoli, poi formalizzata con delibera di Giunta regionale n. 855 del 10 giugno 2004. 6) cfr. PArco reGionALe metroPoLitAno deLLe coLLine di nAPoLi, Documento d’indirizzi, deliberazione n. 855 del 10 giugno 2004. 7) comune di nAPoLi, Le scelte a scala cittadina, in Variante al Piano Regolatore di Napoli, Relazione. 8) cfr. P. L. cerveLLAti, «il progetto del paesaggio: la campagna come se fosse un parco», in idem, L’arte di curare la città, il mulino, bologna 2000, pp. 81-88; cfr. G. ferrAreSi, A. roSSi (a cura di), Il parco come cura e col- tura del territorio, brescia, Grafo 1993. 9) cfr. P. donAdieu, Campagne urbane, Una nuova propo- sta di paesaggio della città, donzelli, roma 2006. 10) cfr. f. Lo PiccoLo (a cura di), Progettare le identità del territorio. Piani e interventi per uno sviluppo locale auto- sostenibile nel paesaggio agricolo della Valle dei Templi di Agrigento, Alinea, firenze 2009. 11) Si richiama, a conclusione di questi ragionamenti, il progetto “recupero ambientale e riuso produttivo della cava come risorsa naturale di energia rinnovabile. integrazione fotovoltaica nel territorio. centrale a svilup- po verticale da 2.4 mW/h in Località cupavrito chiaiano- napoli”, di cui in reGione cAmPAniA,GiuntA reGionALe, delibera n. 416 del 7 marzo 2008, Attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio in Campania, rea- lizzazione di un modello di valorizzazione paesaggistica integrato eco-energetico e turistico-rurale in ambito urba- no. Approvazione del documento di indirizzo.

* Angela Katiuscia Sferrazza, architetto, è Dottoranda di Ricerca in recupero e fruizione dei contesti Antichi, In alto: cave di tufo nella Selva di Chiaiano; al centro e in basso: agricoltura nel Parco delle Masserie di Chiaiano. XXII ciclo, presso l’Università degli Studi di Palermo. 54 SITE E SITE-MUSEUM DI EPIDAURO: UN RACCONTO MUSEALE CAPOVOLTO

Maria Désirée Vacirca*

ABSTRACT - The permanent exhibition in the Archaeological el vasto ed eterogeneo panorama dei des débris et quelques traces de murailles, avec Museum, which focuses on the history of the Epidauros’ nmusei annessi ai siti archeologici della lesquelles il est tout à fait impossible de recon- temenos and the events related to the famous shrine of Grecia classica, che abbiamo già trattato nelle struire aucun édifice. Le seuls vestiges assez com- Asklepios, the Greek gold of medicine, is analyzed through pagine di questo notiziario1, il museo plet et à l’aide desquels on puisse reconnaître les the complex and delicate relationship that the museum building has established with its context, as the archaeo- Archeologico di epidauros e il suo sito costitui- monuments auxquels ils appartenaient sont le logical site of Epidauros can be read as an open-air muse- scono un caso particolarmente emblematico, théâtre, le stade et deux citernes6. um, which was able to accumulate and settle inside its soprattutto per quanto concerne il delicato rap- decisamente più positivo è, invece, l’approc- perimeter, in a variety of declinations, the architecture porto tra le celeberrime rovine del santuario anco- cio di ernst curtius, che nel visitare il témenos a and the art of ancient Hellas. ra in situ e la presentazione di quelle musealizzate metà dell’ottocento, auspica delle indagini siste- all’interno dell’edificio museale, e ciò per una matiche, argomentando aujourd’hui, à l’excep- serie di motivi che cercheremo di analizzare. A tal tion du théâtre, on ne voit plus que des ruines fine ripercorriamo alcune delle tappe più signifi- […] Mais étant donnés l’isolement de la vallée et cative inerenti sia la riscoperta delle emergenze l’exhaussement du sol que les débordements des archeologiche, sia l’iter realizzativo del museo. torrents ont maintes fois envahi, des fouilles bien Sembrerebbe che il primo viaggiatore straniero faites devraient donner d’importants résultats ad aver visitato epidauros, avec quelque souci de […] On reconnaît la tholos aux murs circulaires l’archéologie2, sia stato, intorno al 1669, il fran- de ses fondations et aux fragments arqués du cese desmonceaux. dai suoi parziali resoconti di chéneau […] Près de là est l’angle sud-ouest viaggio si intuisce che malgrado abbia descritto le d’un temple: est-ce celui d’Asclepios? On ne emergenze archeologiche allora presenti, in modo peut en décider sans fouilles7. Purtroppo, però, alquanto dettagliato e con l’œil d’architecte, come gli scavi ufficiali cominceranno solo una trenti- egli stesso asserisce, presumibilmente non aves- na di anni dopo, e nel frattempo il santuario vie- se neanche identificato il sito, dato che non men- ne saccheggiato, sia dagli abitanti dei paesi limi- ziona mai né il toponimo del témenos, né il nome trofi, sia da collezionisti e viaggiatori stranieri, del dio Asklepios a cui il santuario è dedicato3. che, profittando anche della posizione del sito, tuttavia, ciò di particolarmente interessante che alquanto isolata e defilata rispetto ai centri abi- emerge dalle sue descrizioni è che nella seconda tati, depredano tutto ciò che vi era di più appe- metà del sec. Xvii le rovine, cadute in totale tibile come reperti marmorei, oggetti ceramici oblio, fossero ancora in gran parte leggibili, mal- e bronzei, elementi architettonici e decorativi, grado un forte stato di degrado diffuso. Quando, alimentando così quel commercio di antichità dopo quasi un secolo, richard chandler visita che all’epoca era molto florido8. epidauros annota: il ne reste plus en cet endroit una fase importante per la conoscenza del que des tas de pierres, des morceaux de murailles sito è stata quando, alla fine dell’ottocento, i en brique et des fragments de marbre épars […] francesi Alphonse defrasse e henri Lechat, Les habitants du voisinage ont pendant longtemps architetto il primo ed archeologo il secondo, stu- pillé et dévasté le bois d’Esculape4. Questa prati- diano con accuratezza tutto il santuario e pro- ca di spoliazione continuerà indisturbata sino alla pongono interessanti disegni ricostruttivi e rico- fine dell’occupazione turca, come testimoniano struzioni testuali delle maggiori vestigia, basan- anche i resoconti di viaggio, datati 1805, redatti da dosi essenzialmente sulle descrizioni della edward dodwell, il quale a proposito dello stato Periegesi di Pausania. L’interazione delle spe- di degrado in cui versava il santuario così si espri- cifiche competenze dei due autori ha in effetti me: it is not known to what cause the destruction prodotto un lavoro basilare per la comprensione of this place is to be ascribed. Many valuable dello Hieron e, malgrado all’epoca non tutte le antiquities are, no doubt, concealed under the vestigia fossero state indagate, dato che il loro confused piles of accumulated ruins5. saggio è stato pubblicato nel 1895, dopo appena Sulla stessa scia si collocano altri viaggiatori quattordici anni dall’inizio della campagna di quali il direttore della sezione Beaux Arts, Abel scavi sistematici, va comunque registrato il con- blouet (1829), i cui resoconti sono però connotati tributo professionale non trascurabile, per quel da una forte nota di pessimismo sullo stato com- periodo, in merito all’annosa querelle sull’inte- plessivo del santuario; egli, infatti, così si esprime: grazione tra le specifiche competenze profes- La thólos di Policleto il Giovane: ordine corinzio Au lieux où étaient jadis ces beaux édifices, ces sionali dell’architetto e quelle dell’archeologo. (A. Defrasse e H. Lechat, 1895). belles statues, on ne trouve plus aujourd’hui que finalmente i lavori di scavo sistematico, condot- 55 Rilievo del Santuario di Epidauros all’epoca dei primi scavi: le rovine della thólos, dell’Asklepieíon e del Tempio di Artemide (A. Defrasse e H. Lechat, 1895). ti dall’Archaeological Society of Athens e diretti sione fondata dal ministero ellenico della cultura, edifici templari. Si trattava, come abbiamo già dal celebre archeologo greco Panayotis denominata ufficialmente Work Group for the sostenuto altrove16, di un vero museo en plein kavvadias9, iniziano nel 1881 a partire ovvia- Restauration of the Monuments of Epidaurus. air, per la presenza di straordinari ex-voto, i qua- mente dal teatro, l’emergenza più riconoscibile; detta commissione, che sovrintende alla conser- li erano posti lungo il tracciato della Via Sacra, nei due anni successivi sono indagati la Thólos, vazione, valorizzazione e presentazione delle lunga ben nove chilometri, che i pellegrini per- l’Asklepieíon ed il cosiddetto Portico dei emergenze di entrambi i santuari (di Asklepios, a correvano, entrando dai Propilei per raggiunge- Pellegrini; nel 1884 i Propilei e il tempio di valle, e di Apollo maleates, a monte), da qualche re l’area del témenos. Artemide. durante le successive campagne, pro- anno ha intrapreso importanti lavori di restauro, nel 1958, per conservare i reperti portati trattesi sino al 1927, vengono portate alla luce ancora in corso, che stanno radicalmente mutan- alla luce durante gli scavi ed i relativi lavori di gran parte delle emergenze oggi conosciute10. do la consistenza e l’organizzazione spaziale di restauro del teatro, si rese necessaria la kavvadias scopre, inoltre, una consistente quan- alcune delle più significative rovine archeologiche costruzione di un deposito, ubicato al margine tità di reperti epigrafici, determinanti per la com- dello Hieron e, di conseguenza, anche la fisio- del sito archeologico. nello stesso periodo prensione dei riti sacri e delle attività terapeutiche nomia e la fruizione complessiva del sito. sono stati realizzati nuovi depositi, costruiti svolte nell’ambito del santuario: qualcosa come recentemente l’archeologo greco vasileios in aderenza al lato meridionale dell’edificio più di trecento iscrizioni11. va segnalata la capacità Petrakos ha designato le indagini archeologiche, museale, per custodire altri reperti quali, per intuitiva di questo direttore, il quale già nel suo effettuate nell’area del santuario di epidauros, esempio, ceramiche e sculture, ma soprattutto primo rapporto al consiglio dell’Archaeological come the first major excavation outside Athens15. una ricca collezione di iscrizioni, portate alla Society, nel suggerire ai suoi colleghi una visita Segnaliamo anche che dal 1988 il sito archeo- luce durante le precedenti campagne di sca- agli scavi del santuario, che per importanza col- logico è uno dei diciotto siti greci iscritti alla vo. Successivamente, nel 1971, con la realiz- loca immediatamente dopo quelli di olympia e World Heritage List e dal 2007 con la denomi- zazione di una nuova piccola hall si è defini- delos, non esita a definire epidauros a site that nazione di Sanctuary of Asklepios at Epidaurus. ta l’attuale distribuzione planimetrica, che, promises many fine finds for our science12. Per quanto riguarda il museo, fondato nel 1899 per quanto concerne la parte espositiva, si tuttavia, per aver un’idea della complessità e dal direttore degli scavi kavvadias per custodire svolge esclusivamente a piano terra ed è for- dell’ampiezza del sito rimandiamo all’esauriente i reperti portati alla luce nel corso delle prime mata dalla suddetta hall e da due piccole saggio di Georges roux, il quale negli anni 1942- campagne di scavo, il suo primo impianto risale Gallerie disposte in successione. 43 ha condotto, per conto dell’École Française agli inizi del sec. XX, essendo stato realizzato tra in merito alla spinosa e assai dibattuta que- d’Athènes, scavi circoscritti all’area dell’ábaton e il 1905 e il 1909, dopo circa un quarto di secolo stione relativa al difficile rapporto rovine-museo17, di altre emergenze archeologiche13, ed inoltre fac- dai primi ritrovamenti. da una vecchia immagine il caso di epidauros è caratterizzato da un’incoe- ciamo riferimento alle descrizioni delle moderne fotografica, inquadrata da monte kynortion, emer- renza di fondo nella presentazione, e conseguen- guide archeologiche14. Per l’esplorazione siste- ge la situazione del sito come si presentava all’e- te interpretazione, del racconto museale com- matica, dopo la lunga stagione degli scavi di poca delle riconfigurazioni grafiche ed anche plessivo; tale incoerenza è dovuta essenzialmen- kavvadias, e a parte la breve parentesi delle inda- testuali effettuate da defrasse e Lechat: in primo te al fatto che l’attuale ubicazione dell’ingresso al gini francesi effettuate negli anni trenta e piano sono riconoscibili, sulla sinistra, la cavea sito archeologico non coincide affatto con quello Quaranta, si dovrà attendere il 1984 con la ripre- teatrale, situata nella cavità del monte kynortion, originario del santuario. in effetti, anche il posi- sa degli studi relativi alle emergenze di epidauros, al centro, l’edificio museale da poco realizzato zionamento dell’edificio museale, ubicato a sud- grazie alla costituzione della speciale commis- e, sulla destra, le rovine dello stadio e di alcuni est del sito e non lontano dal teatro, risulta alquan-

Pianta dello hierón con gli scavi di fine Ottocento (A. Defrasse e H. Lechat, 1895). il sito archeologico di Epidauros (da M. Torelli e Th. Mavrojannis; da D. Musti e M. Torelli).

56 Disegno riconfigurativo delle emergenze architettoniche dello hierón (A. Defrasse e H. Lechat, 1895). to defilato rispetto alla vasta area dello Hieron destino per un museo sorto a margine di un sito, versa le due Gallerie, per ritornare al punto di ed ha di fatto determinato una sorta di fruizione se si considera anche la circostanza che siamo in partenza. il vestibolo d’ingresso, oltre a svolgere, falsata rispetto a quella originaria del santuario. presenza di un edificio museale di tipo introfles- come è ovvio, le funzioni legate all’accesso dei Quest’ultimo infatti aveva i suoi tracciati rituali so, dalle cui sale espositive non è mai possibile visitatori, è per lo più destinato ad ospitare alcu- ben stabiliti e codificati, che cominciavano con il relazionarsi visivamente con le sue rovine! in ne grandi stele, la cui disposizione, con criteri passaggio attraverso i maestosi Propilei, il famo- merito alla fruizione del sito, va segnalato che in museografici improntati ad estrema linearità, è so ingresso monumentale situato a nord del sito, corrispondenza di ogni emergenza sono posizio- stata curata negli anni Settanta, dall’epigrafista dal valore più simbolico che funzionale. in altri nati dei pannelli esplicativi museograficamente markellos mitsos18. nella parte centrale del vesti- termini, ciò comporta che il percorso fisico con ben concepiti in cui sono riportati disegni rico- bolo sono esposte, due epigrafi, le cui iscrizioni cui il visitatore attualmente fruisce il sito archeo- struttivi, immagini fotografiche dello stato dei non sono altro che i resoconti ufficiali della città logico, con l’ingresso ubicato a sud-ovest, ossia luoghi, riferimenti fotografici e iconografici ai di epidauros, relativi alla documentazione delle dalla parte opposta rispetto a quella antica, non reperti, siano essi elementi strutturali o appara- spese sostenute per la realizzazione della Thólos tiene conto dell’originario itinerario sacro, comu- ti decorativi, musealizzati in situ o in altre strut- e dell’Asklepieíon. Lungo la parete orientale del nicando una lettura alquanto fuorviante e forse ture museali, e infine didascalie bilingue in gre- vestibolo vi sono una serie di altre stele, proba- anche poco intellegibile, soprattutto nel caso di un co e in inglese, che fanno puntuale riferimento bilmente tra le più interessanti per comprendere il pubblico non abbastanza preparato. è chiaro che alle descrizioni della Periegesi. Per quanto funzionamento del santuario, se consideriamo il chi volesse avere una visione ed una fruizione riguarda l’esposizione museale indoor, si nota fatto che raccontano i miracoli operati dal dio. più fedele dello Hieron dovrebbe partire dai che, seppur contenuta nei ridotti spazi interni esse si dividono in due tipologie; le quattro più Propilei, visitare l’area del témenos con il tem- ed alquanto datata nella concezione museogra- antiche, che risalgono della seconda metà del sec. pio e la Thólos, gli altri edifici al di fuori del fica dei suoi exhibits, complessivamente essa iv a. c., costituiscono una sorta di redazione uffi- recinto sacro, quali il katagógeion ed il teatro e, risulta abbastanza comunicativa dal punto di ciale della cronaca delle guarigioni, intitolata solo alla fine, confrontarsi con i reperti custo- vista dei contenuti culturali e, ciò che forse più Guarigioni di Apollo e di Asklepios e redatta su diti all’interno del museo. conta, i reperti esposti hanno la capacità di incu- materiale lapideo, probabilmente in occasione tuttavia, anche questo suggerimento, in un’ot- riosire ed anche emozionare il visitatore, come della costruzione della stoa-ábaton, dagli stessi tica prettamente museale, risulta errato, dato che abbiamo avuto modo di riscontrare personal- sacerdoti o forse dagli hieromnamones19, i quali la funzione precipua dei musei annessi ai siti è mente nel corso della nostra visita. hanno voluto così immortalare una settantina di proprio quella di preparare culturalmente alla visi- Gli exhibits museali, presentati secondo un guarigioni avvenute in epoche precedenti. il ta del sito archeologico, fornendo ai visitatori del- criterio museologico tematico-contestuale, sono secondo tipo di stele è costituito da epigrafi com- le idonee chiavi di lettura per un luogo che risul- concepiti in funzione delle principali emergenze pilate dagli stessi pazienti, che raccontano, spes- ta, ai più, non facilmente decodificabile. Per un archeologiche indagate durante le varie campa- so in modo molto naïf, le proprie guarigioni, den- verso, quindi, il museo Archeologico di epidauros gne di scavo, come, per esempio, i Propilei, se di racconti e riferimenti personali e familiari20. non è incombente nei confronti del paesaggio l’Asklepieíon, la Thólos, la stoa-ábaton e il un’altra epigrafe, ritenuta basilare per la lettura archeologico in cui è inserito, ma, per l’altro, dal Tempio di Artemide. dall’estrema essenzialità, del culto e del rituale epidaurio è quella in cui è punto di vista museologico, non è ben posizio- che caratterizza la distribuzione degli spazi espo- inciso il peana del poeta isillo, composto nei pri- nato in riferimento al messaggio complessivo che sitivi, ne deriva un percorso museale di tipo rigi- mi anni del sec. iii a. c.; in esso l’autore si sof- ogni site museum dovrebbe trasmettere. triste damente obbligato, che, partendo dalla hall, attra- ferma su una delle innumerevoli versioni relative

Piante e prospetto del Tempio di Asklépios: stato di fatto e disegni riconfigurativi (A. Defrasse e H. Lechat, 1895).

57 Alcuni scorci delle sale espositive con la musealizzazione indoor dei Propilei, dell’Asklepieíon, del Tempio di Artemide e del capitello-modello per la thólos di Policleto.

L’apparato didattico della thólos, un ex-voto anatomico e la musealizzazione en plein air della ricca collezione di epigrafi lungo il lato meridionale dell’edificio museale.

58 L’apparato scultoreo del Tempio di Asklépios.

alla genealogia di origine divina di Asklépios, descrive le processioni, che collegavano i due santuari a monte e a valle, e inoltre narra uno dei tanti miracoli attribuiti al dio21. nell’unica vetri- na presente nel vestibolo è esposta, tra una con- gerie di altri oggetti minuti di vari materiali e fun- zioni, una collezione di strumenti medicali. nel tratto iniziale della prima Galleria sono esposti una serie di epigrafi e un buon numero di scultu- re, come teste e busti, di cui alcune di età elleni- stica, mentre altre, come per esempio quelle che raffigurano il dio Asklepios, sono copie romane di esemplari greci più antichi. tuttavia, sempre nella prima Galleria, il clou dell’esposizione museale, su cui si focalizza maggiormente l’attenzione del pubblico, è senz’altro rappresentato dalla riconfigurazione parziale dei Propilei, riproposti con una musea- lizzazione indoor, che di fatto ha smembrato i reperti architettonici in tre episodi separati, del tutto svincolati da qualsiasi corrispondenza con l’effettiva disposizione planimetrica, altimetri- ca e spaziale dell’ingresso monumentale quan- do esso era ancora in situ. in particolare, in seguito ai necessari restauri dei partiti architet- tonici e decorativi appartenenti al complesso dei Propilei, nella Galleria sono esposte la ricostru- zione parziale di un tratto murario di ordine ioni- co con trabeazione, grondaie, cimasa e con deco- razioni a rilievo e teste leonine. Sullo stesso lato, un’altra ricostruzione parziale propone una let- tura di tre colonne del portico interno in stile corinzio con i relativi capitelli e il fregio deco- rato da bucrani e rosette a rilievo; e, di fronte a quest’ultima, la ricostruzione di una sezione d’angolo del prospetto con le due colonne ioni- che e relativi basi, capitelli, trabeazione, timpa- no, grondaie e teste leonine. va precisato che le dimensioni in altezza delle gallerie espositive non hanno consentito agli allestitori di rispetta- re le altezze originarie dei brani architettonici delle tre riconfigurazioni, che pertanto presen- tano i fusti delle colonne formati da uno o mas- simo due rocchi sovrapposti! Se analizziamo In alto: l’edificio museale e, di scorcio, i depositi esterni; al centro e in basso: due zone della hall con stele questo tipo di allestimento dal punto di vista epigrafiche e busti, nell’allestimento di Markellos Mitsos.

59 NOTE 1) m.d. vAcircA, «i greci non sono come gli altri: ipote- si di lettura museografica», in A. SPoSito (cur.), Agathón 2008/2, dPce, Palermo 2008, pp. 61 - 64. 2) A. defrASSe e h. LechAt, Restauration et description des principaux monuments du sanctuaire d’Asclépios, imprimeries réunis, Paris 1895, pp. 6 - 7. 3) il suo viaggio in Grecia purtroppo non è mai stato pub- blicato in extenso e anche i rilievi dei monumenti esegui- ti in situ sono andati perduti, Ibidem, pp. 6 - 9. 4) r. chAndLer, Voyages en Asie Mineure et en Grèce en 1764, 1765 et 1766, faits aux dépens de la Sociétè des Dilettanti, voll. 3, Arthus-bertrand-buisson, Paris 1806. 5) e. dodWeLL, A classical and topographical tour through Greece during the years 1801, 1805 and 1806, rodwell and martin, London 1819, ii, p. 261. 6) A. bLouet, Expédition scientifique en Morée, didot, Paris, 1838, ii, p. 163. 7) e. curtiuS, Peloponnesos, Perthes, Gotha 1852, ii, pp. 416 - 431. 8) P. kAvvAdiAS, Fouilles d’Épidaure, Athènes 1893, vol. i, op. cit. da m. meLfi, I santuari di Asclepio in Grecia, vol.1, «L’erma» di bretschneider, roma 2007, pp. 19 - 21. 9) Panayotis kavvadias (1850-1928) è stato uno dei pio- nieri dell’archeologia greca, famoso soprattutto per aver scavato i depositi nell’area dell’Acropoli. ha inoltre cura- to il primo allestimento del museo dell’Acropoli di Atene e del museo Archeologico nazionale, vedi v. PetrAkoS, The stages of Greek Archaeology, in P. vALAvAniS, (ed.), Great moments in Greek Archaeology, kapon, Athens 2007, p. 27 ed inoltre A. GAzi, «Artfully classified and appropriately placed: notes on the display of antiquities in early twentieth-century Greece», in d. dAmASkoS e d. PLAntzoS (eds.), A singular Antiquity. Archaeology and Hellenic Identity in twenties-century Greece, mouseio benaki 3rd Supplement, Athens 2008, pp. 68-78. 10) P. mAc kendrick, The Greek stones speak. The Story of the Archaeology in Greek Lands, norton & company, new York 1981, p. 308. In alto, la Stoá-ábaton e in basso, la thólos di Policleto: fasi di cantiere del restauro riconfigurativo (2008). 11) P. kAvvAdiAS, Fouilles d’Épidaure, cit., e A. defrASSe e h. LechAt, Restauration et description des principaux museografico emerge che, al di là della piace- nici provenienti dalla struttura superiore dell’e- monuments du sanctuaire d’Asclépios, cit., p. 15. vole sensazione che può provare il visitatore meno dificio circolare, non è più musealizzata all’in- 12) citato da v. PetrAkoS, The stages of Greek Archaelogy, in P. vALAvAniS, (ed.), Great moments in Greek Archaelogy, cit., p. 25. esigente nell’imbattersi, all’interno di un’esposi- terno del museo. Si è preferito impiegare gli ele- 13) G. rouX, L’architecture de l’Argolide, de boccard, zione museale, con la ricostruzione di un com- menti superstiti per effettuare il restauro della Paris, 1961, pp. 83 - 275. plesso architettonico, che così può leggere senza Thólos in situ, dove, peraltro, erano già stati rin- 14) tra le quali citiamo, t. PAPAdAkiS, Epidauros: the particolari difficoltà, ciò che, invece, disturba il venuti tre stereobati della struttura superiore e Sanctuary of Asclepios, verlag Schnell & Steiner, munchen- visitatore più smaliziato è lo sgradevole effetto la bizzarra costruzione tripartita del labirinto sot- zurich 1972 ed inoltre A. chAritonideS, Epidauro. Il san- tuario di Asclepio e il Museo, clio, s.l. 1978. di rapporti dimensionali del tutto falsati, e ciò a tostante. Per tali motivi, nella seconda Galleria la 15) v. PetrAkoS, The stages of Greek Archaeology, in fortiori in un’architettura come quella greca clas- narrazione della Thólos è esclusivamente affi- P. vALAvAniS, (ed.), Greet moments in Greek sica, basata sul rigoroso rispetto di canoni e di data ad alcuni pannelli didattici con un’unica Archaeology, cit., p. 25. equilibri proporzionali precisi e definiti. eccezione per quanto concerne la musealizza- 16) m.c. ruGGieri tricoLi, e m.d. vAcircA, L’idea di La stessa metodologia espositiva è adottata zione dei reperti, costituita dall’exhibit di un solo museo. Archetipi della comunicazione museale nel mondo nella seconda Galleria sia per la ricostruzione capitello corinzio. A quest’ultimo gli studiosi antico, Lybra, milano 1988, pp. 40 - 41. 17) tra gli altri, citiamo m. c. ruGGieri tricoLi, Musei parziale dei prospetti laterali del tempio di attribuiscono un alto valore simbolico, poiché sulle rovine, Lybra, milano 2007; ed anche m. c. ruGGieri Asklepios, sia per quella del lato nord-orientale ritengono che esso non sia mai stato utilizzato tricoLi, e r.m. zito , «conservare e valorizzare i siti del tempio dorico di Artemide con metope, tri- come elemento architettonico, ma che piuttosto archeologici: una griglia tipologica», in A. SPoSito (cur.), glifi e la cimasa con grondaie decorate con teste si tratti di un modello, eseguito dallo stesso Agathón 2006, dPce, Palermo 2009, pp. 17 - 22. di cane e cinghiale. Purtroppo molti elementi, che Policleto il Giovane per le maestranze che dove- 18) All’epoca in cui ricopriva la carica di Ephore of Antiquities dell’Argolide, successivamente assumerà la costituivano l’apparato scultoreo dell’Asklepieíon, vano realizzare l’edificio. direzione del museo epigrafico di Atene. come di altre emergenze architettoniche, sono in base a questa ipotesi, il capitello in questio- 19) erano così chiamati i funzionari che si occupavano stati trasferiti ad Atene per essere musealizzati ne, una volta assolta la sua funzione di prototipo, dell’amministrazione del santuario. nel museo Archeologico nazionale, e pertanto la sarebbe stato interrato nell’area della Thólos come 20) PAuSAniA, Guida della Grecia, vol.2, La Corinzia e maggior parte delle sculture esposte nel museo di ex-voto al dio, dato che aveva assunto una conno- L’Argolide, muSti e m. toreLLi (a cura di), valla- mondadori, 1994, p. 303. epidauros sono delle copie. A proposito di queste tazione quasi sacrale, e proprio per questo motivo 21) m. meLfi, I santuari di Asclepio in Grecia, cit., pp. 51 - 54. ricostruzioni indoor l’inglese Gerard david hart, i moderni allestitori hanno ritenuto più opportuno 22) G. d. hArt, Asclepius: the god of medicine, royal così si esprime the recovered architectural frag- esibirlo nelle sale museali piuttosto che musealiz- Society of medicine Press, London 2000, p. 57. ments, displayed in the Museum of Epidaurus, zarlo in situ. infine, per quanto riguarda l’appara- express the epitome of classical aesthetic excel- to didattico, le didascalie in greco ed in inglese di lence. The facades of the buildings, decorated quasi tutti i pannelli, che illustrano i reperti, fanno with intricate designs and floral patterns, creat- riferimento alle descrizioni di Pausania e alle tan- ed a panorama of harmony in marble22. te ricostruzioni grafiche effettuate dai non pochi Maria Désirée Vacirca, architetto, già docente a contrat- Per quanto concerne, invece, la Thólos, l’o- architetti ed archeologi che, a partire dalla fine to di museologia e museografia presso il Corso di Laurea riginaria musealizzazione ha subìto un radicale dell’ottocento e nel corso del novecento, hanno in Beni Culturali Archeologici della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo, ha al suo attivo una cambiamento, dato che la sua prima riconfigu- studiato e che ancor’oggi continuano ad esplorare ben nota produzione scientifica sulla museografia ar- razione indoor, effettuata nei primi anni del il témenos più celebre, e probabilmente anche il cheologica. Attualmente è Dottoranda in recupero e novecento sulla base degli elementi architetto- più longevo, dell’antica ellade. fruizione dei contesti Antichi (foto dell’Autrice).

60 LE MUSéE POINTE-À-CALLIèRE DE MONTRéAL

Santina Di Salvo*

ABSTRACT - Since opening on May 17, 1992, Pointe-à- britannico abbiano influenzato la storia di que- Callière, the Montreal Museum of Archaeology and sto territorio nel corso degli anni. dall’apertura History, had the mission to promote a greater awareness del museo (1992) sono stati registrati circa quat- of historical and archaeological knowledge of Montreal through education, conservation and research activities tro milioni e mezzo di visitatori e, nel 1998, that gravitate around the cultural heritage of the city, in Pointe-à-Callière è stato riconosciuto come addition to building alliances with regional, national and monumento Storico nazionale. All’allestimento international, for the benefit of the public. Société du ha partecipato Yves durand, professionista Musée d'Archéologie et d’histoire de Montréal, Pointe-à- esperto in museografia, dello studio Expérience Callière, ensures that mission was conducted, guidelines and directs management policies. Board of Trustees con- Internationale di Québec, scelto dall’Institut du sists of fifteen members representing the city, private com- Patrimoine Wallon per individuare soluzioni panies, various institutions in Montreal, a lot of commu- innovative per il sito, incentivare la divulga- nities and families. Built over the ruins of Montréal birth- zione scientifica e generare un forte impatto place, Pointe-à-Callière is the only major museum in emotivo5. Sono diversi gli edifici che compon- Canada that celebrates local history and international heritage and regularly organizes educational and cultu- gono il complesso museale ed è in progetto ral activities, having a very active research center. un’ulteriore espansione dello stesso6. L’Éperon Building - L’edificio dell’Éperon a tipologia comunicativa di alcuni inter- (1992) è stato costruito sul luogo in cui si tro- Lventi, spesso, mira a trasmettere non tan- vava la Royal Insurance Clock Tower; è di for- to la concezione degli spazi dal punto di vista ma triangolare e vanta una torre che si affaccia architettonico, quanto l’uso che di essi si faceva. sul porto di montréal. All’interno si trova la un progetto di musealizzazione può mettere in reception, una sala multimediale, una sala che scena stralci di vita passata che appartengono ospita mostre temporanee, un ristorante e, nel alla memoria collettiva1, riproponendo quelle seminterrato, una parte della mostra permanen- immagini che restituiscono allo sguardo le ope- te della Fondazione Montréal. dal luminoso re d’arte così come si suppone fossero state inte- foyer dell’Éperon si scende lentamente nella se nel loro passato2. All’avanguardia sotto que- cripta archeologica, all’interno di un’architet- sto aspetto è il museo archeologico di Pointe-à- tura “in dissolvenza”, dove gli ambienti, com- Callière, a montréal, inaugurato nel 1992 in pletamente al buio, sono rivisitati da una sorta di occasione dei festeggiamenti per il trecentocin- pedana-solaio avvolgente, che segue e rivela le quantesimo anniversario della nascita della città. corrette prospettive per comprendere al meglio Progettato da dan Sergiu hanganu3 e dal la funzione delle mura antiche. L’altezza di que- Provencher Roy Associates, il “PAC” Museum sto nuovo pavimento, il colore scuro, e gli è stato realizzato sopra i resti del primo nucleo opportuni distacchi, che lasciano emergere con urbano, all’incrocio dei fiumi Saint Pierre e evidenza le rovine, sono ulteriori dettagli cura- Saint Laurent. il terzo Governatore di montréal, ti per porre al centro dell’attenzione l’oggetto chevalier Louis hector de callière, da cui il esposto, ovvero l’architettura antica7. il Palazzo museo prende il nome, costruì la sua residenza dell’Ancienne Douane è un edificio neoclassico sul sito nel 1688. L’edificio è situato sopra i progettato dall’architetto john ostell8, risale al resti del primo insediamento francese, denomi- 1836 e rappresenta uno dei primi segni archi- nato Fort Ville Marie (1642-1674) e, oggi, una tettonici della presenza britannica a montréal. sala ospita la mostra permanente che ne illustra L’edificio è stato ampliato nel 1981 e, oggi, fa la storia, il cui titolo è: “Qui, dove nacque parte del museo con negozi al piano terra e la montreal”4. il museo deve la sua fondazione, sala espositiva della mostra permanente, intito- soprattutto, alle notevoli scoperte archeologi- lata “Love Stories”9. che effettuate sul sito nel corso degli anni La Place Royale e la cripta archeologica - ottanta. nel 1989, in particolare, sono stati Sotto la Place Royale, la cripta archeologica avviati scavi archeologici nella Place Royale, collega l’Éperon e il Palazzo dell’Ancienne nell’ambito della convenzione tra il ministero Douane. Pedane sospese permettono di ammi- degli Affari culturali del Quebec e la città di rare le vestigia dall’alto, consentendo di ave- montréal. innumerevoli collezioni di reperti re una veduta d’insieme delle rovine delle anti- mostrano come diverse culture coesistono e inte- che costruzioni. il modo in cui i resti si royal insurance clock tower, Montreal (1866). ragiscono, e come il regime francese e quello sovrappongono in questo luogo unico offre

61 Palazzo dell’Ancienne douane (old customs house) costruito nel 1836 nella Place royale, L’edificio dell’éperon, che rappresenta l’ingresso a Pointe-à-callière, costruito sulle rovine sotto la quale è situata la cripta archeologica. della royal insurance tower.

una sorta di racconto della storia di montréal, nariamente progettato dall’ingegnere Stuart stata, tuttavia, ritardata fino al 1953, a causa e i visitatori possono ammirare i resti delle howard, di origine britannica. con la sua fac- della mancanza di materiali e manodopera. costruzioni realizzate nel corso dei secc. Xvii, ciata vittoriana ha rappresentato un grande Solo nel 1987, il Œuvres de la maison du Père Xviii, XiX: le tracce della palizzata di legno passo avanti per lo sviluppo tecnologico e ha acquistato l’edificio per ospitare gli uomi- della città (1684) e i resti del primo civile della città nei primi anni del sec. XX. ni in difficoltà. il suo nome è stato, così, modi- Guardhouse (1698), le rovine delle fortifica- Sono accuratamente conservati in condizioni ficato in Résidence du Vieux-Port. Solo nel zioni (sec. Xviii) e del Palazzo di proprietà di eccellenti motori, pompe, valvole e apparec- 2004 Pointe-à-Callière ha acquistato l’edifi- étienne rochbert, una pavimentazione del sec. chiature elettriche e vengono attualmente uti- cio, oggi utilizzato ai fini della ricerca. come Xviii, le pareti della Baby-Bagg House (1767) lizzati per mostrare il ruolo, i componenti e il afferma il direttore esecutivo del museo, e della locanda Würtele (1802); la base di una funzionamento della stazione. La parte sot- francine Lelièvre, la visita a Pointe-à-Callière fontana, circondata dalle fondamenta di un terranea del palazzo è accessibile ai visitato- rappresenta un affascinante viaggio nello spa- muro basso che delimitava la Place Douane ri, i quali hanno una visione chiara dei siste- zio e nel tempo per i seguenti motivi: (1860), la base di cemento sulla quale è stato mi di pompaggio e di meccanismi di control- 1) rappresenta un viaggio nel passato perché eretto il monumento alla memoria dei primi lo delle acque reflue. il museo sorge sopra i resti della città antica e abitanti di montreal10(1940). L’itinerario di Archeological Field School - il museo con- ne rivela le rovine attraverso un affascinante visita scende nella zona in cui si trovava il let- sta anche di un centro di ricerche sul campo itinerario sotterraneo. to del fiume St. Pierre - se ne vede, infatti, la molto attivo, l’Archeological Field School, 2) rappresenta un viaggio nel presente perché canalizzazione - per risalire verso la Place grazie al quale, durante gli scavi, sono emer- ospita, regolarmente, importanti mostre tem- Royale dall’interno dell’Ancienne Douane11. se le rovine della residenza del Governatore poranee, con emozionanti programmi educati- La stazione di pompaggio, alla Place De Callière e, inoltre, sono state scoperte le vi e didattici riguardanti l’urbanistica origina- d’Youville - La vecchia stazione di Place tracce della Fort Ville Marie. ria. La città, inoltre, celebra la “diversità cul- d’Youville è stata la prima stazione di pom- La Mariners House è l’ultima costruzione turale”, mette in scena la vita del mercato pub- paggio delle acque reflue di montréal aziona- acquisita dal museo. L’edificio originario è blico, riesce a trasformare tutti i visitatori in ta elettricamente. L’edificio, in stile neoclas- stato costruito nel 1875 per ospitare i marinai abitanti montrealesi del sec. Xviii per tutta la sico, risale al 1915, fa parte del complesso delle navi mercantili in sosta a montréal. dopo durata del percorso. museale di Pointe-a-Callière e presenta alcu- il 1940 il consiglio di Amministrazione ha 3) infine, rappresenta il futuro poiché sfruttan- ni ingegnosi artefatti che risalgono all’inizio incaricato l’architetto titley di elaborare pro- do nuove tecnologie è stato studiato il modo di del ventesimo secolo. L’edificio è stato origi- getti per un nuovo edificio. La costruzione è rivelare le stratificazioni storiche e di ricreare

Cripta archeologica: a sinistra, veduta dei resti della baby-bagg house; a destra, veduta del collettore fognario più antico di Montréal, dove una volta scorreva il fiume Sainte Pierre.

62 Interno del Museo con allestimento della sala per la mostra permanente, intitolata Love Stories con esposizione di reperti etnografici.

lo spirito della città. All’ingresso vi è un’ec- ma, proiezioni interattive, colonne sonore, pla- luminazione artificiale possiede una tale poten- cellente introduzione multimediale al museo, stici in scala ridotta utilizzati per illustrare gli za scenica da alterare pesantemente la perce- uno show che si può ammirare da percorsi stadi evolutivi successivi della Place Royale - zione, conferendo un evidente accento ai reper- sospesi sopra le rovine. Questo luogo è ricco è tra i più avanzati ed efficaci. La nuova tec- ti15. Lo stesso atteggiamento comunicativo lo d’informazioni sulle ricchezze archeologiche nologia, caratterizzata dalla presenza diffusa troviamo nell’Archeoforum di Liegi, in belgio, e storiche della città insieme a news riguardanti del “virtuale”, del multimediale pone proble- il cui allestimento, curato dallo stesso sceno- gli eventi culturali e i giochi interattivi, come matiche relative all’insegnamento-apprendi- grafo Yves durand, viene inteso come restitu- mediatori dell’esperienza cognitiva, molto mento. frutto di una specifica esperienza, cul- zione scenica ed estetica, poichè mette in mostra divertenti per stimolare la conoscenza delle tura e riferimenti contestuali, si pone in evi- il volume della cattedrale Saint-Lambert, scom- meraviglie etnografiche12. denza come le strategie utilizzate14 vogliano parsa16. il progetto, qui, è simile dal punto di Sulla base di informazioni acquisite dagli oltrepassare il semplice stadio documentario e vista tecnologico a quello di montreal. infatti, scavi, dai documenti storici e dalle stampe, la scovare quegli ordini di senso supplementari come a Pointe-à-Callière, la piazza, vero “cuo- squadra di archeologi di Pointe-à-Callière ha che possono essere rinvenuti solo attraverso la re storico” della città, ha rivelato le tracce di un stabilito, attualmente, una serie di ipotesi per paziente messa a fuoco dei dettagli significati- passato multi millenario. L’allestimento viene quanto riguarda l’architettura del castello di vi per la sensibilità estetica. incentrato sul contrasto fra antico e moderno, Louis hector de calliére. La tecnologia 3D di i visitatori esplorano Pointe-à-Callière perseguendo una vera e propria messa in scena, modellazione solida della Systèmes SGDL, uti- seguendo un percorso sia orizzontale che verti- facendo appello alle tecniche di gestione del- lizzata dal team, permette di riprodurre l’edifi- cale, allineato con le tracce del passato: un per- l’immagine, della luce e del suono. moderno e cio consentendo agli utenti di studiare, attra- corso insolito ritraccia la storia della città dalle tecnologico, esso mira all’impatto del visitato- verso internet, le diverse angolazioni con libertà sue origini ad oggi in una messa in scena moder- re all’insegna della meraviglia, dell’emozione, di interpretazione. Questo modello è molto par- na e didattica. Questa strategia educativa pone interpretando la scelta di legare il passato alla ticolare in quanto sembra solido, come fatto di come obiettivo quello di educare alla cono- moderna tecnologia. Anche in questo caso è sta- un materiale malleabile e tangibile. è possibi- scenza diretta, non mediata, dell’opera, della ta rispettata l’integrità delle vestigia; infatti tut- le tagliarlo in ogni parte per vedere come è realtà e dei documenti. il contributo narrativo ti gli elementi per la valorizzazione e l’inter- composto, se ne può modificare l’aspetto per che ne deriva finisce col definire le regole di pretazione vengono ancorati dall’alto: assi d’ac- osservarlo da diverse prospettive13. il livello esposizione che, dopotutto, sono le regole sin- ciaio a soffitto con fibre ottiche delimitano l’in- tecnologico raggiunto per la presentazione del tattiche e grammaticali di un processo di comu- trico dei resti, evidenziando le due trame fon- materiale esposto - pannelli esplicativi, diora- nicazione complesso e articolato. Qui anche l’il- damentali, quella della cattedrale e quella del-

Due vedute della cripta archeologica, in cui sono collocate le vetrine che espongono i reperti etnografici.

63 Scorcio dell’itinerario sotterraneo. Collettore fognario in mattoni di sec. XIX, che attraversa le Scavo archeologico all’interno dell’Archeological field fondazioni di una fortificazione francese di sec. XVIII. School.

I contenitori sullo sfondo contengono oggetti: “scatole” Veduta generale di rovine, di epoche diverse, all’interno della cripta archeologica, sotto la Place royal: il muro alla che saranno aperte nel 2100 rivelando i contenuti che sim- estrema sinistra è del sec. XVII, la sezione al centro appartiene al sec. XVIII e la parete sul lato destro è del sec. XIX. boleggiano i valori, gli stili di vita e gli eventi del sec. XX.

la villa gallo-romana17. in un’area, denomina- antico e nuovo, facendo in modo che i valori grammi e proiezioni risvegliano la curiosità, ta hèmiocouple, si trovano una serie di pan- figurali o comunicativi del progetto museogra- ma non sempre riescono a sfuggire alla man- nelli in cui vengono proiettate immagini che fico non debbano essere mai soverchianti rispet- canza dell’effetto sorpresa. nel secondo caso testimoniano l’influenza culturale di Liegi nei to a quelli dell’oggetto esposto, poichè nel sito l’iniziazione è più tradizionalmente teatrale e i tempi passati; qui si trova il punto di sovrap- prevale il concetto che il museo è il luogo della sistemi audio e video sembrano, a volte, con- posizione delle vestigia nelle diverse epoche memoria oggettuale19. materiali tecnologici e cepiti senza considerare tutto il resto, come a ed è evidente l’intreccio dei tracciati18. infine, moderni si sfiorano e scendono senza mai toc- volere ricercare una qualità estetica piuttosto nella parte corrispondente al vecchio merca- care le vestigia, rappresentando l’incontro di due che una vera volontà conoscitiva. Sia a Pointe- to, a nord della cattedrale, sistemi audio-visi- sistemi temporali ed esprimendo una dialettica à-Callière che nell’Archeoforum si ha la ten- vi evocano la vita della città, con il movimen- drammaticamente percettibile20. ma ci sono alcu- denza a privilegiare l’esperienza interiore, come to e il rumore della folla. ne sostanziali differenze. mentre a Pointe-à- frutto dell’interazione visitatore-bene storico, a in ogni tentativo di esplorazione sui dati di Callière il visitatore entra in un museo-edificio discapito della comunicazione del sapere stes- realtà, diretto o mediato che sia, interviene l’im- all’interno del quale, dopo un po’, si rende con- so22. in entrambi i casi, comunque, si genera un maginazione: l’obiettivo è quello di restituire to di trovarsi in un luogo archeologico, a Liegi sentimento che persiste lungo tutta la visita, all’occhio la chance della revisione e al cervel- l’accesso a un sito sotterraneo è percepito imme- creando nel visitatore un’esperienza emotiva in lo l’approfondimento della conoscenza. diatamente grazie alla sistemazione della piaz- grado di generare un ricordo sostitutivo. un’azione necessaria ad esplicare quei conte- za21. nel primo caso un’introduzione spetta- da quando è stato fondato, per il forte nuti che il bene da solo non potrebbe esplicita- colare, multimediale, coinvolgente introduce impatto che ha avuto sui visitatori, il museo ha re, attuando il principio di distinguibilità fra lo spettatore in un viaggio nel tempo, olo- ricevuto più di cinquanta prestigiosi riconosci-

64 Struttura di un vecchio camino tra le rovine. Le luci illuminano un’antica colonna.

Veduta di una parte della cripta con la scala che conduce a un altro livello del Museo. Qui sono mostrati plastici, mura Plastico che mostra la città nel 1871, con la royal insurance antiche di epoche diverse, vecchie costruzioni e tubazioni di scarico, compreso un fiume sotterraneo, oggi coperto. clock tower, dove oggi sorge l’éperon building che rapp- resenta l’ingresso di Pointe-à-callière. menti di importanza nazionale e internazionale. industriale, come facente parte del patrimonio matiche urbane e quelle legate all’archeolo- Attualmente, ci sono progetti che prevedono collettivo. oltre alle esposizioni permanenti, sin gia, a beneficio di tutti visitatori. l’espansione degli spazi di Pointe-à-Callière: dalla sua apertura, il museo ha presentato più di l’obiettivo è quello di mettere in mostra il pic- trenta mostre temporanee su temi riguardanti colo fiume St. Pierre canalizzato dalla rete l’archeologia locale e internazionale, la storia NOTE fognaria, e i resti archeologici del mercato di e la cultura, la creatività artistica e la multicul- 1)tratto dal convegno internazionale “Luce e St. Anne, sede del Parlamento delle Province turalità. inoltre, vengono ciclicamente pro- Architettura”, organizzato dall’Aidi il 27 Aprile 2007 a roma, sulla Illuminazione e conservazione dei beni unite del canada (1844 - 1849). i visitatori grammati spettacoli musicali, conferenze, dibat- culturali. saranno guidati verso una nuova sala espositiva, titi, attività culturali che coinvolgono gruppi 2) nel 1927 il critico tedesco julius teichmüller scrive- con ingresso sulla McGill Street, dedicata alle studenteschi e visitatori in generale per la cono- va: «da una parte l’architettura e dall’altra la luce stes- future esposizioni internazionali riguardanti scenza della storia della città. La missione di sa, devono essere fuse in un’unità artistica, così intima- antiche civiltà e culture23. Pointe-à-Callière è la salvaguardia e la divul- mente e inseparabilmente che si possa parlare di un’ar- Attualmente, un programma di ricerca sul- gazione del patrimonio culturale di montreal, chitettura della luce». l’archeologia e sulla storia della città viene con- per far conoscere e apprezzare la città di ieri e 3) dan Sergiu hanganu è nato a iasi (romania, 1939) e si laurea in Architettura all’università di bucarest. nel dotto in collaborazione con le università, e le di oggi agli abitanti e ai turisti provenienti da 1970 si stabilisce in canada, dove nel 1978 apre, a collezioni etnostoriche esposte comprendono altre parti del canada e da altri Paesi: l’obiet- montreal, il proprio studio professionale. tra le sue ope- manufatti e documenti donati dagli stessi abi- tivo è quello di stabilire legami con le comu- re più importanti si ricordano, oltre al museo tanti di montreal24. obiettivo del museo è anche nità locali e regionali, attraverso una campa- d’Archeologia e di Storia di montreal (1990-1992), la la conoscenza e la promozione del patrimonio gna di sensibilizzazione riguardo alle proble- chiesa abbaziale di St-benoît du Lac (Québec, 1989-

65 Primo cimitero cattolico francese e indiano; la struttura in legno sulla sinistra è di epoca In alto: proiezione della immagine della royal insurance clock tower sulla parete posteriore; nello sfondo, immagini proiettate sulle rovine. dell’eperon; in basso: veduta laterale del Museo, con il corpo scala illuminato.

1994), il centro degli Archivi del Québec (1997-2000). più antica costruzione nel campus di mcGill; il Grand Architetture nel Contesto Archeologico, cit. p. 209. Visiting professor in diverse università nordamericane Seminaire de montreal (1854); il Palais de justice (1859- 19) m. c. ruGGieri tricoLi e m. d. vAcircA, L’idea di ed europee, è membro onorario del Centre Canadien 1856); altre opere sono state successivamente demolite. museo. Archetipi della comunicazione museale nel mon- d’Architecture ed ha ricevuto oltre cinquanta riconosci- ostell dopo il 1859 si è dedicato all’attività di commer- do antico, Lybra immagine, milano 1998. menti per eccellenza in architettura, tra i quali la meda- ciante di legname per l’esportazione negli Stati uniti, in 20) m. c. ruGGieri tricoLi, I Fantasmi e le cose, La glia d’oro del Royal Architectural Institute of Canada Australia e in Gran bretagna. messa in scena della storia nella Comunicazione musea- (2008) e il Prix Paul-Emile Borduas (1992). hanganu 9) t. boddY, Excavating history: Ancienne Douane, le Lybra immagine, milano 2000, p.120. comprende l’impatto che può generare l’architettura sul- “canadian architect”, 10 (1992), pp. 20 - 29. 21) A. renSon, Archéoforum de Liège, une ville retrou- la gente e i riconoscimenti che ha ricevuto testimoniano 10) m PoLo et ALii, Special issue. A century of Canadian ve ses racines, cit. l’eccellenza nella progettazione architettonica. architecture, “canadian architect” 1 (2000), p. 36. 22) Per approfondimenti sul sito dell’Archeoforum di 4) r. PerettA, Canada, touring, milano 1997. 11) interessante, a tal proposito, il sito www.archaeo- Liegi in questo articolo si legga m. c. ruGGieri tricoLi, 5) A. renSon, Archéoforum de Liège, une ville retrouve logy/montreal underground/ di malin Grunberg Musei sulle Rovine, cit. ses racines, institut du Patrimoine Wallon, Liegi 2004. bányász,15 settembre 2009. 23) Per approfondimenti si consulti il sito ufficiale del 6) P. deSjArdinS, G. duGuAY, Pointe-à-Callière: From 12) f. mAGendie, Pointe à Calliere, Montreal (Dan S museo Pointe-à-Callière. Ville-Marie to Montreal, Les éditions du Septentrion, Hanganu and Provencher Roy & Associee), in 24) Si leggano gli articoli pubblicati sull’Annuario del Québec 1992. “techniques & Architecture”, 408 (1993), num. mon. museo Pointe-à-Callière, Pdf visitabile online. 7) S. bronSon, The eloquent language of Dan Hanganu, Musées, pp. 91 - 93. “canadian architect”, 5 (1990), pp. 37 - 41. 13) A. miGnot e P. GArneAu, SolideSpace, montreal, 8) john ostell (7 agosto 1813 - 6 aprile 1892) architetto 2004. e produttore, è nato a Londra ed è emigrato in canada nel 14) vi è una diapositiva intitolata “market day 1750”, 1834, dove ha lavorato come apprendista presso lo stu- dove riproduzioni con audio e immagini proiettate sui dio di André montreal trudeau per imparare il francese muri illustrano momenti di vita quotidiana della vecchia e le tecniche del rilevo. nel 1837 sposò eleonora Gauvin, montreal. appartenente a una delle più importanti famiglie cattoli- 15) S. rAneLLucci, Strutture protettive e conservazio- che francesi della città; questo matrimonio gli garantì ne dei siti archeologici, carsa, Pescara 1996. l’ingresso alla società francese e, in breve tempo, fu 16) m. c. ruGGieri tricoLi., Musei sulle Rovine. nominato architetto diocesano per montreal. nel 1849 Architetture nel Contesto Archeologico, Lybra immagine, ha costituito una partnership col nipote henri-maurice milano 2007, p. 205. Perrault (1828 - 1903), considerata un’importante asso- 17) A. WArnotte et j. m. LéotArd, Liège, Saint- ciazione di architettura in canada. ha lavorato, per lo Lambert - 1990-1995: Traces - Sens - Identité, ministère più, in stile di architettura greca. La sua prima opera a de la région Wallonne. direction gènèrale de l’aména- *Santina Di Salvo, architetto, è Dottoranda di Ricerca in montreal è stata la custom house, completata nel 1836. gement du territoire, du logement et du patrimoine. “Recupero e Fruizione dei Contesti Antichi”, presso il Qualche anno più tardi si è dedicato alla progettazione division du patrimoine, namur 1999. Dipartimento di Progetto e Costruzione Edilizia della McGill University Arts Building (1839 - 1843), la 18) m. c. ruGGieri tricoLi, Musei sulle Rovine. dell’Università degli Studi di Palermo.

66 COPERTI, SCOPERTI E RICOPERTI: STRATEGIE D’INTERVENTO PER I SITI ARCHEOLOGICI

Alessandro Tricoli*

ABSTRACT – The enhancement of archaeological sites una struttura di protezione»3. can be achieved by three main techniques (sheltering, Pur nel perdurante interesse della ricerca uncovering and reburying), and five main project sulle strutture di protezione e nella sostanziale strategies (open-air conservation, reburial, open-sided validità di queste posizioni, ci sembra giusto fa- shelters, enclosures, archaeological crypts). Many case re notare come negli ultimi anni, in europa e studies in Europe show how these categories can be non solo, siano state effettuate numerose espe- used to obtain a good conservation of the archaeological remains and provide the public with an rienze progettuali nelle quali la conservazione e appropriate image of the past. la valorizzazione dei resti archeologici non sono state perseguite attraverso l’uso di coperture, ma attraverso elaborate strategie di esposizione al- l’aperto o addirittura di rinterro, più o meno to- egli ultimi tre decenni, i principali studi tale, dei ritrovamenti. Si tratta di approcci che, ncondotti da architetti sul tema della con- pur non prevedendo strutture in elevazione, ri- servazione e della valorizzazione dei siti archeo- chiedono comunque una consapevole attenzione logici hanno riguardato quasi esclusivamente le progettuale da parte dell’architetto, oltre che coperture di protezione. ripercorrendo alcuni l’apporto di competenze molto specialistiche co- momenti della produzione scientifica in materia, me quelle inerenti l’architettura del paesaggio, non si può non citare, innanzitutto, Schutzbau- la museografia, il design dello spazio pubblico e ten1, l’importante testo del 1988 nel quale lo stu- degli spazi esterni, l’illuminotecnica. dioso tedesco hartwig Schmidt, dopo una breve dunque, come si vedrà meglio in seguito, analisi delle strutture di protezione temporanea, un quadro completo delle opzioni a disposizio- proponeva una vasta catalogazione delle coper- ne degli architetti per impostare un progetto di ture per siti archeologici. Queste erano suddivi- conservazione e di valorizzazione dei siti ar- se nelle tre categorie di tettoie di protezione cheologici deve tenere conto non solo delle tre (Schutzdächer), strutture di protezione chiuse categorie di coperture proposte da Schmidt, (Schutzhäuser) e cripte archeologiche (Archäo- ma deve prendere in considerazione anche la logische Krypten). conservazione all’aperto e il rinterro. in defi- Più recentemente, anche lo studio Coprire nitiva, il progettista chiamato ad intervenire l’Antico2 di Alberto Sposito, come ben esplicita- deve fare in modo, a seconda dei casi, che i si- to dal titolo, indagava su quello che era giusta- ti archeologici siano efficacemente coperti, mente ritenuto il principale momento d’intera- vengano predisposti a rimanere scoperti o sia- zione fra architettura contemporanea e siti ar- no opportunamente ricoperti. cheologici. Questo testo, più che utilizzare una nelle note che seguono si descrivono breve- metodologia classificatoria, affrontava diretta- mente, facendo riferimento soprattutto all’ormai mente il tema della progettazione dei sistemi di abbondante letteratura specialistica in materia, protezione, proponendo un codice di buone pra- gli aspetti più rilevanti di ciascuna categoria, tiche per la realizzazione di coperture per siti ar- portando come esempi alcuni interventi che ab- cheologici. tra i principi che venivano proposti, biamo avuto la possibilità di visitare personal- si possono menzionare: il legame della nuova mente e valutare in modo più diretto nella loro struttura col contesto, il minimo impatto am- efficacia conservativa e nella loro resa estetica e bientale ed archeologico, la debolezza semanti- funzionale. infine si propone, per ciascuna cate- ca del nuovo rispetto alle preesistenze; la re- goria progettuale, uno schema riassuntivo, nel versibilità e la facilità di manutenzione. infine, quale sono indicati i potenziali livelli di valoriz- appena qualche anno fa, nel quadro del Proget- zazione4 (in ordine crescente: conservazione, ac- to APPeAr, un’importante ricerca sulla valo- cessibilità, presentazione e musealizzazione) e i rizzazione dell’archeologia urbana finanziata possibili gradi di visibilità (diretta, in trasparen- dalla comunità europea, i ricercatori belgi za, attraverso un riferimento simbolico ed indi- Sophie Lefert e jacques teller affermavano, retta, espressione che abbiamo utilizzato per in- quasi a voler delimitare in modo definitivo il dicare la situazione in cui i resti si presentano al campo d’indagine, che «oggi è riconosciuto visitatore solo dopo che egli è penetrato nella La villa romana di Echternach (Lussemburgo) è valorizzata che nella maggior parte dei casi una conser- struttura protettiva) del sito, a conferma delle da semplici accorgimenti, come l’uso di ghiaie colorate e vazione ottimale delle vestigia archeologi- notevoli differenze di fruizione generate dalle la parificazione delle creste murarie. che non può essere raggiunta in assenza di scelte di partenza.

67 L’assenza di manutenzione ha facilitato la crescita di L’area archeologica della Michaelerplazt a Vienna. Rinterro totale con marcatura della posizione dei resti nel vegetazione sui resti di un complesso di domus ritrovate sito romano della Villa di Rockbourne (Regno Unito). nel centro di Palermo.

A) La conservazione all’aperto - Sia in ambito lizzata è l’uso, per le superfici a terra, di ghiaie dizioni d’esposizione prolungata fuori terra pos- urbano che extra-urbano sono molto numerosi i diversificate nella colorazione. Questo accorgi- sono essere menzionati delicati elementi deco- casi di permanente esposizione all’aperto di resti mento permette di rendere riconoscibili partico- rativi come mosaici, affreschi ed intonaci, men- archeologici. La diffusione di questo tipo d’in- lari aspetti delle testimonianze archeologiche, tre per i materiali organici, come ad esempio il tervento si può facilmente spiegare con i minori come le diverse fasi dell’evoluzione storica del legno, cambiamenti di regime atmosferico pos- costi ed il minore impatto visivo rispetto alla sito oppure l’organizzazione funzionale degli sono essere potenzialmente dannosi, soprattut- realizzazione di vere e proprie coperture di pro- ambienti originari, facilitando allo stesso tempo to nel caso di resti asportati da un contesto umi- tezione. va però rilevato come in italia la con- i movimenti del pubblico e contribuendo ad evi- do o saturo d’acqua5. un altro vantaggio da non servazione all’aperto sia stata spesso lo sbocco tare la proliferazione di una flora parassitaria a trascurare è che, se ben eseguito, il rinterro per- naturale di un atteggiamento che al giusto ri- ridosso dei ritrovamenti. Altre tecniche interes- mette all’area di scavo di ritornare ai suoi usi spetto verso l’Antico e i suoi valori figurativi ha santi, che è possibile osservare nei migliori precedenti o di essere predisposta ai suoi usi aggiunto anche un certo sospetto verso metodi esempi europei di musealizzazione all’aperto, futuri senza mettere a repentaglio l’integrità di valorizzazione dall’approccio più contempo- sono quelle relative al trattamento delle creste fisica dei ritrovamenti6. raneo, spesso necessario per una comunicazio- murarie. infatti, esse possono essere ricoperte da La qualità conservativa del rinterro è spesso ne più efficace nei confronti del pubblico. Si so- zolle erbose, allo scopo di accentuare il legame associata dagli studiosi all’obiettivo, naturalmente no così determinate, nel nostro Paese, tante si- naturalistico e l’idea romantica della rovina, o ideale, di riportare i resti alla condizione in cui tuazioni dove conservare all’aperto non ha si- parificate in altezza, utilizzando eventualmente essi sono stati ritrovati e sono rimasti per centinaia gnificato altro che esporre incomprensibili resti il materiale di recupero del sito. entrambe le so- d’anni; di conseguenza, in letteratura, è spesso archeologici in scenari di gusto anacronistica- luzioni, oltre alla protezione delle murature, as- consigliato l’utilizzo, per il riempimento dell’area mente ruinistico. non si contano, inoltre, i casi sicurano una più facile ed immediata lettura del- di scavo, dello stesso materiale originariamente dove è stata del tutto assente quella costante e la situazione planimetrica dell’area. asportato per scavare il sito7. una comune tecni- sistematica manutenzione, con l’eliminazione un discorso a parte merita la conservazione ca d’esecuzione prevede l’utilizzo di una mem- di scorie, frammenti e presenze vegetali, impre- all’aperto in contesto urbano, molto diffusa brana permeabile di geotessuto (fogli di polipro- scindibile per poter esporre un sito archeologico perché offre la possibilità di risolvere i proble- pilene, poliestere, nylon) come linea di demarca- in spazi esterni. infatti se, abbandonata a se mi d’impatto visivo che possono essere causati zione fra i resti ed il successivo strato di riempi- stessa, il destino inevitabile di un’area archeo- in un centro storico da strutture in elevazione. mento, che deve essere di un adeguato spessore, logica all’aperto è quello mostrato dalle due vil- un esempio significativo in questo senso è ovvero essere calcolato tenendo in considerazio- lae romane visitabili nel Giardino bonanno di quello del sito archeologico valorizzato nella ne aspetti come gli agenti di deterioramento ester- Palermo, gravemente danneggiate da una strato michaelerplazt di vienna dall’intervento ni, variazioni climatiche e di umidità, eventuale consistente di vegetazione sui resti antichi e di- (1991-1992) di hans hollein. Qui l’assenza di crescita di vegetazione sull’area. in alcuni casi la venute sostanzialmente inaccessibili nei loro strutture in elevazione è condizione indispen- membrana può essere disposta in una posizione valori storici ed estetici. sabile per garantire la visibilità dell’area ar- intermedia, con terra compattata o sabbie estre- Al contrario, nel resto d’europa, la valoriz- cheologica e preservare allo stesso tempo i ca- mamente pure a costituire il primo strato, quello zazione all’aperto è stata l’occasione per speri- ratteri architettonici di una delle più belle piaz- a diretto contatto con la superficie archeologica8. mentare una grande varietà di originali strate- ze del centro storico della capitale austriaca. Alcune indagini hanno, infatti, riportato alcuni gie, che, se ben applicate, garantiscono una Gli effetti positivi dell’incontro città-archeolo- effetti negativi dell’uso di membrane in geotessuto buona conservazione dei resti archeologici sen- gia, com’è facile constatare dal vivo, sono mol- a contatto diretto con i resti, con la formazione za falsarne minimamente i valori storici e figu- to significativi: aumento del passaggio pedona- di precipitati minerali sulle superfici di contatto e rativi. i grandi parchi archeologici europei le, maggior attenzione alla storia locale da par- un’insufficiente permeabilità all’acqua9. (Xanten e cambodunum in Germania, carnun- te dei cittadini, aumento della qualità delle atti- oltre che come forma di conservazione tem- tum e Aguntum in Austria, Augusta raurica in vità commerciali, prolungamento della fruizio- poranea o per specifici elementi, il rinterro è Svizzera, conimbriga in Portogallo), nonché la ne dell’area anche nelle ore notturne. un’opzione che può essere presa in considerazio- sistemazione di numerose villae rusticae e siti ne in caso di: a) assenza di fondi per una conser- militari (Gisacum in francia, echternach in B) Il rinterro - è una pratica di conservazione vazione secondo modalità più impegnative; b) Lussemburgo, Segedunum e Arbeia nel regno molto diffusa per la sua semplicità, economicità, resti molto fragili, che sarebbero a rischio imme- unito, solo per citarne alcuni) offrono un vero limitata necessità di manutenzione e soprattutto diato in una situazione ambientale più aggressiva; e proprio repertorio di questi interventi, che pur efficacia conservativa. infatti, sia per i resti orga- c) resti che potrebbero essere esposti ad atti van- nella loro semplicità, mostrano tutti notevoli nici che inorganici, le condizioni entro terra sono, dalici per la loro collocazione scarsamente con- capacità di comunicazione. in generale, più stabili di quelle all’aria aperta. trollata; d) resti che abbiano concreti rischi di Ad esempio, una strategia ormai molto uti- tra i ritrovamenti più esposti a rischio in con- danneggiamento da ghiaccio10. 68 La marcatura della posizione del praetorium nel forte La copertura realizzata per la protezione di un mosaico La copertura realizzata per proteggere i resti del Teatro romano di Pons Aelius, nel centro urbano di Newcastle- dell’antica colonia di Augusta Raurica (Svizzera). romano di Saragozza (Spagna). upon-Tyne (Regno Unito).

osservando i possibili sviluppi in termine di laterizio oppure tensostrutture. Le coperture sono tutti e due i casi, ma, mentre la copertura di valorizzazione, il rinterro di un sito archeologico nella maggior parte dei casi a falda, ma negli ulti- Saragozza dimostra una precisa congruità figu- può essere principalmente di due tipi: parziale o mi decenni sono state utilizzate anche strutture rativa, la struttura realizzata a roma non forni- totale11. nella prima modalità, molto usata in con- reticolari, a membrana e, spesso a scopo riconfi- sce nessuna reale evocazione del contesto origi- testi extra-urbani, il sito è interrato, ma le princi- gurativo, a volta16. La copertura può essere opaca, nario dei resti. La struttura di protezione del pali tacce murarie vengono lasciate affiorare leg- trasparente (vetro, policarbonato), translucida Sepolcreto ostiense merita comunque di essere germente al di sopra della quota di campagna. in (membrane, perspex) o mista. citata, perché presenta un interessante approccio altri casi si preferisce, o si è obbligati a scegliere, in generale, gli studi dedicati agli aspetti con- al tema della luce, che, al contrario di molti altri il rinterro totale dei ritrovamenti, che può assu- servativi delle coperture sono piuttosto concordi casi, non viene fatta cadere dall’alto attraverso mere un carattere d’intervento di valorizzazione nell’indicare la scarsa protezione dalle variazio- materiali trasparenti, ma è riflessa sui reperti dal- laddove esso s’integri ad un riferimento simboli- ni del microclima, dall’azione del vento (con con- l’intradosso della copertura. Questi due progetti si co12, solitamente una marcatura (lining-out) della seguenti fenomeni d’erosione delle superfici) e distinguono l’uno dall’altro anche per il loro rap- posizione dei resti sul piano pavimentale. dagli atti di vandalismo come le principali pro- porto altimetrico con le preesistenze archeologi- il rinterro, sia esso parziale o eseguito con blematiche di questo tipo d’intervento17. un’altra che: mentre la copertura di roma è collocata ad marcature al suolo, dà al sito una notevole leggi- questione da non sottovalutare è l’impossibilità una limitata distanza dai resti, la grande chiusura bilità planimetrica soprattutto quando i resti han- di limitare il deposito di elementi chimici organici di Saragozza si innalza di m 25, lasciando la posi- no come sfondo una superficie omogenea e con- (prodotti da uccelli, insetti ed altri) ed inorganici tiva, quanto poco autentica impressione di una trastante da un punto di vista cromatico. è questo (fenomeni d’inquinamento atmosferico e azione soluzione più riconfigurativa e di supporto alla il caso di tante villae romane inglesi, come ad di trasporto eolico) sulle superfici archeologi- fruizione che specificatamente protettiva23. esempio quelle di chedworth (Gloucestershire) che18. infine, altre problematiche possono essere da quanto visto, nonostante qualche esem- e di rockbourne (hampshire), la cui fruizione causate da errate scelte progettuali: ad esempio pio positivo, non sorprende che questa tipologia avviene sui perfetti manti erbosi tipici del coun- un limitato aggetto del tetto può consentire l’in- sia, tra quelle proposte, la meno diffusa in città, 19 tryside anglosassone. un interessante caso di gresso di pioggia e neve , rendendo del tutto inef- limitandosi in generale il suo impiego a conte- sistematiche indagini archeologiche, rinterri e ficace la copertura, mentre la scelta di utilizzare sti aperti (parchi e giardini archeologici o gran- lining-out in contesto urbano è invece quello mes- materiali di copertura trasparenti o translucidi è da di aree di scavo all’aperto in città). diversa la so in atto a newcastle-upon-tyne in inghilterra, considerarsi in generale poco appropriata per il situazione in contesto extra-urbano, dove l’op- 20 dove nella zona attorno al castello normanno varie controllo del microclima al di sotto della tettoia . portunità di una diretta integrazione ambienta- marcature in pietra, supportate da targhe, pannelli in definitiva non sorprende, viste le problematiche le, la possibilità di dare luogo ad appropriate informativi e plastici per esterni, tramandano la di molti dei casi di studio citati in letteratura, che riconfigurazioni spaziali, il minor rilievo di pro- memoria dell’antica fondazione romana della città il ricercatore dell’university college di Londra blemi come il vandalismo e l’inquinamento, e la presenza del famoso vallo di Adriano13. zaki Aslan abbia concluso che, da un punto di rendono le strutture di protezione aperte late- dunque, alla luce di quanto visto, non ci trova vista conservativo, «i benefici delle strutture di ralmente una modalità di protezione alla quale d’accordo l’idea che il rinterro sia «una soluzio- protezione aperte sono più psicologici che rea- si usa fare ricorso con frequenza. ne che separa il problema della conservazione da li»21. un esempio che sembra confermare il giu- quello della fruizione, di fatto negandola»14, per- dizio appena citato è quello di una tettoia in legno D) Strutture di protezione chiuse - nonostante ché anche questo tipo d’intervento può dare luo- e ferro, dall’aspetto vernacolare, realizzata a pro- siano ritenute, in genere, più efficaci delle strut- go ad adeguate forme di valorizzazione. tezione di un pavimento mosaicato22 nel parco ture di protezione aperte lateralmente, anche le archeologico della colonia romana di Augusta strutture di protezione chiuse richiedono un’at- C) Strutture di protezione aperte lateralmente - raurica (Svizzera), visibilmente inefficace contro tenta progettazione per non rivelarsi inadeguate, Queste15 hanno come scopo immediato quello di la protezione dagli elementi atmosferici ed even- se non addirittura dannose alla protezione dei siti proteggere i resti archeologici dai più semplici tuali atti di vandalismo. archeologici. una delle principali problematiche fenomeni atmosferici come il soleggiamento, la Più interessanti i progetti per il teatro di questo tipo di strutture è il controllo del micro- pioggia e la neve, assicurando in molti casi anche romano di Saragozza, protetto da una grande clima interno, che può essere particolarmente ina- una certa economicità, facilità di montaggio, copertura in acciaio e policarbonato, e del cosid- datto per i resti archeologici, specialmente in pre- assenza d’invasività e migliori condizioni clima- detto Sepolcreto ostiense a roma, posto in un senza di ampie superfici vetrate, con il cosiddet- tiche per la fruizione. Le principali soluzioni piccolo padiglione metallico inserito nel parco to effetto-serra e la formazione di condensa sul- costruttive sono quelle che prevedono sistemi della basilica di San Paolo fuori le mura. le pareti esterne25. Sono molto noti e discussi in strutturali puntiformi, con l’uso di materiali come considerate la collocazione in aree urbane piut- questo senso i due esempi siciliani della villa del il legno e l’acciaio (più raro il calcestruzzo arma- tosto controllate e la limitata fragilità dei resti, la casale di Piazza Armerina e del teatro di eraclea to); non mancano comunque sistemi continui in scelta tipologica di partenza appare legittima in minoa. nel primo caso, il sistema di coperture 69 La copertura della Necropoli Ostiense a Roma. La condensa e i riflessi rendono poco efficace la copertura La chiusura protettiva realizzata per la musealizzazione realizzata sul sito di bruxella 1238 a Bruxelles (Belgio). della domus dell’ortaglia a Brescia.

riconfigurative (1957-1960) realizzato da franco sate da una concezione della luce del tutto moder- attraverso uno strato isolante»31, con conseguen- minissi ha creato alcuni problemi di conserva- na nella sua omnicomprensiva pervasività. ti fenomeni di degrado da agenti organici e la for- zione, dovuti anche alla mancanza di fondi per da quanto visto, non è un caso se l’utilizzo di mazione sui resti di una sgradevole patina verde realizzare un impianto di climatizzazione, ma chiusure opache mostra radici più profonde nella o di altre efflorescenze. inoltre, a seconda della alcuni studiosi ritengono che, complessivamente, pratica della conservazione archeologica. in natura del terreno, la stessa umidità di risalita può la chiusura abbia evitato gli effetti, ben più dan- inghilterra, ad esempio, tale utilizzo risale addi- portare in superficie composti chimicamente nosi, della diretta esposizione dei resti archeo- rittura ai primi tentativi ottocenteschi di musea- aggressivi. come possibili rimedi vengono indi- logici agli agenti atmosferici26. nel secondo lizzare i resti archeologici con edifici in stile o cati «un’efficace isolamento dall’umidità di risa- caso, l’installazione di chiusure in perspex a dal linguaggio vernacolare, ed è continuata senza lita, aerazione permanente e riduzione dell’umi- diretto contatto con la cavea del teatro, aventi il sostanziali interruzioni nel corso del tempo, anche dità dell’aria»32, risultati conseguibili in molti casi duplice scopo di favorire la conservazione e quando gli stilemi dell’architettura moderna han- solo attraverso costosi impianti di aerazione e riconfigurare l’andamento delle gradinate, si è no incominciato a caratterizzare le strutture di climatizzazione forzata. un altro problema è l’e- dimostrata del tutto inappropriata. il principale protezione. un esempio, fra i tanti possibili, che ventuale deposito sui resti archeologici di ele- fenomeno innescato dalla formazione di un riassume bene i pregi delle chiusure protettive menti chimicamente aggressivi presenti nei mate- microclima al di sotto delle lastre trasparenti è opache è quello della Domus dell’Ortaglia a riali impiegati per la costruzione della struttura. stata la creazione di un vero e proprio suolo brescia. in questo caso i resti archeologici sono un caso rappresentativo in questo senso è quel- naturale, con fenomeni di crescita organica (erbe accessibili da uno spazio preesistente, il museo lo dell’Archéoforum di Liegi, in cui una delle infestanti) negli interstizi dei gradini in pietra, civico di Santa Giulia, e sono contenuti all’in- principali problematiche conservative è la for- a cui è seguito anche un degrado estetico e fisi- terno di una grande chiusura opaca coperta da un mazione di condensa sull’intradosso della chiu- co degli elementi di chiusura27. tetto giardino. i progettisti hanno concepito la sura superiore e la conseguente caduta sui ritro- Pur in presenza dei potenziali problemi con- struttura come un volume unico, dalla geometria vamenti dei sali contenuti nel calcestruzzo. servativi menzionati in precedenza, molti pro- semplice, comunicante con l’esterno solo attra- Al di là delle difficoltà nella conservazione getti hanno fatto un sistematico utilizzo di chiu- verso una singola finestra quadrata. Se questo da dei ritrovamenti archeologici, questa soluzione sure trasparenti, realizzate allo scopo di assicurare un lato non agevola la comunicazione delle prin- tipologica è molto utilizzata nelle pratiche di valo- una visibilità diretta dei ritrovamenti dall’esterno cipali caratteristiche tipologiche e volumetriche rizzazione dell’archeologia urbana perché per- e dotare il sito di un’illuminazione naturale. una delle preesistenze archeologiche, consente dal- mette di operare in modo efficace anche in con- rapida rassegna di casi di studio conferma la pro- l’altro di realizzare uno spazio interno buio ed testi molto stratificati come i centri storici delle blematicità di questo tipo di approccio: a unitario, ottimale per l’organizzazione di un effi- città europee. data la reciproca impermeabilità bruxelles, una copertura vetrata a falde ha lo sco- cace progetto illuminotecnico e museografico28. fra superficie e sottosuolo, lo spazio pubblico col- po rendere visibile il substrato archeologico del locato sull’estradosso della copertura della crip- sito Bruxella 1238, ma la formazione di con- E) Le cripte archeologiche - Possono essere ta può, infatti, essere trattato in modo autonomo densa ed il riflesso sulla chiusura degli edifici definite come quegli «spazi museali che sotto la dalle preesistenze archeologiche, venendo così circostanti non permettono un’adeguata visibi- pavimentazione stradale, i pavimenti delle chie- risolte a priori molte delle potenziali problemati- lità; a treviri, i riflessi sulle pareti verticali in se o sotto un edificio moderno accolgono e ren- che (ingombro fisico e visivo, incompatibilità con vetro dell’edificio realizzato a protezione dei dono accessibili in situ i resti di significative gli usi consolidati dell’area) che potrebbero deri- resti delle terme romane sono talmente diffusi strutture storiche»29. in Germania, il castrum vare dalla scelta di utilizzare vere e proprie strut- da rendere sostanzialmente invisibile l’interno romano di colonia (Praetorium), scoperto nel ture di protezione in elevazione. della struttura; infine, a rimini, le grandi vetra- 1953 al di sotto del nuovo municipio, è uno dei Alcuni casi di studio illustrano bene i possibili te che dovrebbero permettere di osservare dal- primi esempi di cripta archeologica; ad esso ha esiti dei musei sotterranei nel centro delle città le strade limitrofe i mosaici della cosiddetta fatto seguito, sempre nella città tedesca, l’in- storiche, mettendone in luce anche alcuni nodi domus del chirurgo, manifestano nella stagio- tervento del Römisches Museum, costruito sui critici per la loro integrazione nello spazio pub- ne invernale problemi di condensa e sono resti di una domus romana caratterizzata da blico. un caso decisamente ben risolto è, ad esem- anch’esse poco trasparenti. importanti mosaici30. in seguito, la realizzazio- pio, quello delle terme romane di campo valdés in questi esempi, al problema dell’integra- ne della cripta al di sotto del cosiddetto Parvis a Gijón, conservate in una cripta archeologica la zione visiva interno-esterno, come abbiamo visto de Notre-Dame a Parigi, ha consolidato defini- cui realizzazione (1995) ha dato avvio ad una nient’affatto favorito dalla semplicistica idea di tivamente questo tipo d’intervento. riconfigurazione complessiva dell’area dei ritro- rendere trasparenti le pareti, si lega anche il pro- Analizzando gli aspetti conservativi delle crip- vamenti, originariamente occupata da un par- blema della restituzione di un appropriato signi- te, Schmidt fa notare che il «più grande problema cheggio all’aperto e da una strada intensamente ficato simbolico e di una corretta percezione cro- è quello dell’umidità di risalita, poiché raramen- attraversata dal traffico automobilistico. La matica agli spazi dell’Antichità, senza dubbio fal- te è possibile dividere le murature dal terreno musealizzazione delle vestigia nel sottosuolo è 70 Schema riepilogativo dei tipi d’intervento per la conservazione e la valorizzazione dei siti archeologici. 71 L’Archéoforum di Liegi (Belgio). Il Museo delle Terme Romane di Campo Valdés a Gijón L’accesso al Museo del Foro Romano di Saragozza (Spagna). (Spagna).

stata accompagnata dal disegno, in superficie, 12) con questo termine traduciamo l’espressione france- Archeologica, dPce, Palermo 1999, pp. 121-126. di un giardino pubblico molto curato e fre- se références symboliques utilizzata da Sophie Lefert e 28) il progetto è commentato in m. cAStAGnArA quentato, che ha apportato una nuova qualità jacques teller per indicare i dispositivi visivi (marcature codeLuPPi (cur.), Santa Giulia. Un museo per la città, a tutta l’area. sulla pavimentazione, ricostruzioni tridimensionali, strut- Lybra, milano 2005, pp. 116 - 125. un altro caso, dalla valutazione questa volta ture effimere) utilizzati per rappresentare la forma di un 29) h. Schmidt, op. cit., p. 139 (t.d.A). edificio scomparso o non visibile (j. teLLer e S. Lefert, 30) r. m. zito, «Austria e Germania: il Limes, le ville roma- più controversa, è quello del Museo del Foro Op.cit., p. 65). ne e l'archeologia urbana», in m. c. ruGGieri tricoLi, Musei Romano di Saragozza, inaugurato nel 1991 nel- 13) m. c. ruGGieri tricoLi, «Stratigrafie del territorio: la sulle Rovine, Lybra, milano 2007, pp. 213 - 302. la piazza principale della città spagnola. comunicazione mediante lining out», in P. PerSi (cur.), 31) h. Schmidt, op. cit., p. 141. L’edificio, dal disegno molto ricercato, è carat- Territori contesi, Atti iv convegno internazionale beni 32) Ibidem. terizzato soprattutto da una grande struttura d’ac- culturali (Pollenza, 11-13 luglio 2008), istituto interfacoltà cesso, parzialmente rivestita in onice, che si innal- di Geografia, urbino 2009, pp. 190-196. za di circa m 10 dal piano della piazza. Questo 14) G. frAnceSchetti, f. GASPArri e n. SAntoPuoLi, elemento differenzia questa cripta archeologica Classificazione degli interventi di copertura e creazione di da tutte le altre, in cui le nuove strutture sono una banca dati, “Arkos”, 1 (2000), pp. 16-18. radenti per non causare un conflitto con l’am- 15) con questo termine traduciamo l’espressione anglo- sassone open-sided (o open-air) shelters. biente circostante. in effetti, si tratta di un pro- 16) h. Schmidt, op. cit., pp. 23-76. getto che, nonostante gli evidenti punti di inte- 17) Ibidem. resse e l’originalità del disegno, ha sollevato non 18) c. WooLfitt, op. cit. poche perplessità per la sua eccessiva invasività. 19) h. Schmidt, op. cit., p. 39. va comunque sottolineato che un accesso meno 20) una copertura aperta ai lati, priva di uno sporto di evidente alle rovine del foro romano sarebbe del almeno cm 50 rispetto ai ritrovamenti, non offre un’ade- tutto scomparso nel generale affollamento visivo guata protezione; inoltre, relativamente al tipo di mate- della piazza storica, inficiando in modo rilevan- riale dello strato di tenuta, i risultati migliori sono dati da te la promozione del museo. un rivestimento in coppi o tegole; infine è poco appro- priato l’utilizzo di materiali di copertura trasparenti, dal- le minori prestazioni rispetto a quelli opachi e soprattutto NOTE a quelli riflettenti (c. cAcAce, S. d’AGoStino, A. m. ferroni e m. c. LAurenti, «La vulnerabilità archeolo- 1) h. Schmidt, Schutzbauten, theiss, Stoccarda 1988. gica: l’efficienza e l’adeguatezza delle coperture di pro- 2) A. SPoSito, Coprire l’Antico, flaccovio, Palermo 2004. tezione», in m. c. LAurenti (cur.), Le coperture delle 3) j. teLLer e S. Lefert, Méthode pour l’analyse de l’inté- aree archeologiche - Museo aperto, Gangemi, roma 2006, gration architecturale et urbaine des sites archéologiques, pp. 45 - 109). APPeAr, Liegi 2006, p. 16 (t.d.A.). 21) z. ASLAn, Protective structures for the conservation and 4) Per il concetto di livelli di valorizzazione, si veda m. c. presentation of archaeological sites, “journal of conservation ruGGieri tricoLi, «La reintegrazione culturale e il pro- & museum Studies”, 3 (1997), pp. 9-26 (t.d.A.). cesso di musealizzazione nel quadro del concetto di affi- 22) Per la protezione dei mosaici, sono valutate come dabilità», in m. c. ruGGieri tricoLi, c. SPoSito, I siti migliori le performances delle strutture di protezione chiu- archeologici: dalla definizione del valore alla protezione se rispetto a quelle aperte anche da j. d. SteWArt, j. della materia, flaccovio, Palermo 2004, pp. 10-66 neGuer e m. demAS, Assessing the protective function of 5) Per un’analisi del passaggio dei materiali da una con- shelters over mosaics, “conservation”, 1 (2006), pp. 16 -19. dizione interrata ad una aerobica si veda G. de Guichen, 23) La copertura è stata dichiaratamente realizzata per «L’oggetto interrato, l’oggetto disinterrato», in n. P. proteggere il teatro dalle piogge acide. StAnLeY Price (cur.), Conservation on Archaeological 24) tra i 68 interventi catalogati dal Progetto APPeAr, Excavations, iccrom, roma 1986, pp. 25-34. solo uno, il teatro di Saragozza, è riconducibile alle strut- 6) j. SteWArt, Reburial of Excavated Sites, “conservation ture di protezione con apertura laterale. bulletin”, 45 (2004), pp. 28-29. 25) c. WooLfitt, op. cit., in part. p. 179. 7) c. WooLfitt, «Preventive conservation of ruins: recon- 26) n. P. StAnLeY Price, «the roman villa at Piazza struction, reburial and enclosure», in j. AShurSt, Conservation Armerina, », in m. de LA torre (cur.), the * Alessandro Tricoli, architetto, è Dottore di Ricerca in of Ruins, elsevier, burlington 2007, pp. 147-193. Conservation of Archaeological Sites in the Mediterranean recupero e fruizione dei contesti Antichi. Si interessa 8) Ibidem. Region, Atti del convegno (6-12 maggio 1995), the Getty soprattutto di tematiche connesse agli spazi della città 9) j. SteWArt, Op. cit. conservation institute, Los Angeles 1997, pp. 65-85. contemporanea, con particolare riguardo alle piazze e 10) c. WooLfitt, Op. cit. 27) A. forte, «degrado da Pedogenesi nel teatro di agli altri spazi pubblici, e ai temi della valorizzazione 11) Ibidem. eraclea minoa», in A. SPoSito e AA. vv., Sylloge dell’archeologia industriale e dell’archeologia urbana.

72 CERTIFICAZIONE ENERGETICA IN GRAN bRETAGNA: CASI DI STUDIO

Golnaz Ighany*

ABSTRACT - This article focuses on air pollution produced re di successo commerciale, in grado di generare by the emission of carbon dioxide. In particular, examines profitti per le imprese costruttrici. L’applicazione the English rules and describes two experimental buil- del metodo è rigorosamente volontaria e le rela- dings constructed close to London . It also outlines the tive valutazioni sono eseguite da funzionari o strategies for certifying the energy savings to reduce car- bon dioxide emissions in those buildings. ispettori indipendenti autorizzati dal BRE. originariamente questo regolamento era destina- egli ultimi anni il crescente interesse per to unicamente agli edifici per uffici, ma sono poi nla eco-sostenibilità e l’efficienza ener- state elaborate altre tre versioni specifiche per il getica nel campo delle costruzioni ha portato a settore residenziale, il terziario, il commerciale e definire, prima in maniera spontanea, poi in for- l’industriale. in particolare, la versione per gli ma sempre più strutturata, requisiti e criteri pro- edifici residenziali si chiama EcoHomes e preve- gettuali orientati alla qualità edilizia e al risparmio de una scala di punteggi, dove gli edifici vengo- energetico. in tutto il mondo sono stati sviluppa- no classificati a partire da un’indagine sulla qua- ti strategie e strumenti di valutazione definiti lità di varie categorie di riferimento, quali l’e- “sistemi a punteggio”. A livello internazionale nergia, l’acqua, l’inquinamento, l’impatto ambien- questi sistemi sono stati generati, soprattutto, su tale dei materiali, i trasporti, la gestione, l’ecolo- sollecitazione da parte dei costruttori, che aveva- gia e l’uso del terreno, la valutazione ecologica del no manifestato la necessità di certificare la rea- terreno, la salute e il benessere. lizzazione di edifici a basso impatto ambientale. L’organismo responsabile del metodo, il BRE, i due sistemi, l’inglese BREEAM1 e l’americano è una delle principali organizzazioni del regno LEED2, sono due strumenti di valutazione appar- unito, impegnata nella ricerca sul campo delle tenenti alla certificazione ambientale nel settore costruzioni. il suo compito primario è quello di dell’edilizia, che hanno riscontrato un notevo- accertare e sperimentare metodi innovativi, riguar- le successo nel mercato e, secondo alcuni, sono do prestazioni tecniche e costruttive, mirate alla gli unici veri sistemi di certificazione tra quel- sostenibilità e all’efficienza energetica degli edi- li più riconosciuti come il tedesco Passivhaus, fici in inghilterra. L’edificio per la sede centrale il francese HQE, lo svizzero ECO-BAU, l’au- BRE, a Garston in Gran bretagna, progettato dal striaco Total Quality, il giapponese CASBEE, feilden clegg Architects nel 1996, è nato per l’australiano Green Star e, infine, l’italiano divenire l’esempio del nuovo Energy Efficient Protocollo Itaca. Office of the Future (EOF), un laboratorio di ana- in Gran bretagna le problematiche di carattere lisi e un’importante opportunità per BRE di poter ambientale attraggono l’attenzione dei progettisti esibire le nuove tecnologie esistenti nel campo già dagli anni ottanta. nel 1990, infatti, il dell’efficienza energetica all’epoca della sua rea- Building Research Establishment (BRE)3, ha auto- lizzazione. L’edificio, identificato come ufficio nomamente elaborato il primo metodo di valuta- del futuro, ha voluto mostrare la fattibilità di zione della qualità ambientale degli edifici, deno- costruire uffici a basso consumo energetico, ed è minato Building Research Establishment riuscito a raggiungere una riduzione del 30% nel Environmental Assessment Method (BREEAM). consumo di energia rispetto alle migliori prati- esso è riconosciuto come uno dei più noti siste- che presenti al momento della sua costruzione. il mi di certificazione di prima generazione, che progetto è stato insignito dei premi RIBA e Design si configura come un metodo per valutare la Council Millennium Product nel 1998; è stato compatibilità ambientale delle costruzioni. esso segnalato dal British Institute of Architectural definisce criteri costruttivi e tecnologici ambien- Technologists nel 1997 per la sua eccellente tec- talmente corretti e sensibili al miglioramento nologia. della qualità dell’ambiente interno, salvaguar- Questo complesso è situato nel nucleo antico dando la salute degli occupanti4. di un campus preesistente in cima a degli edifici Questo sistema propone un approccio basato con necessità di rinnovamento, i quali sono stati sulla valutazione di diversi fattori, che contribui- integrati nella nuova costruzione. è stato ideato scono a creare il carico ambientale dell’edificio. per poter contenere spazi ufficio e una sala riu- il valore del BREEAM si ritrova proprio nella sua nioni/esibizioni per circa 100 persone; composto natura di accordo volontario, in quanto è una da tre piani di ufficio si estende per un totale di garanzia della qualità e della compatibilità 2000 mq. è costruito in gran parte con materiali ambientale per il manufatto edilizio, costituendo riciclabili, ed è stato stimato che all’incirca il 96% un importante vantaggio competitivo e un fatto- del volume è stato riciclato. Alcune prestazioni 73 Sezione della sala riunioni dell’edificio bre in Garston (UK). Sezione tipo dell’edificio bre.

Prospetto frontale del complesso bre. Particolare del soffitto sinusoidale. particolari adottate nel progetto, hanno limitato tilazione incrociata risulta impossibile, cinque l’uso d’impianti di condizionamento a favore camini di ventilazione vetrati, presenti sulla fac- dei sistemi passivi di raffrescamento. il control- ciata sud, contribuiscono alla ventilazione ibrida lo delle radiazioni solari, la presenza di camini con la presenza dei ventilatori a elica a bassa velo- del vento, le finestre apribili, l’uso delle scher- cità al loro interno; per migliorare il movimento mature, i bassi carichi interni e la massa termi- termico dell’aria all’interno dei camini, i muri ca raffreddata di notte sono tra le strategie adot- esterni degli stessi sono stati tamponati con il tate nell’edificio per la riduzione della richiesta vetrocemento. Questi camini possono anche esse- di raffrescamento estivo5. re usati per aumentare la ventilazione diurna, Per favorire la ventilazione incrociata all’in- quando la temperatura interna sale eccessiva- terno dell’edificio ed evitare che la distribuzione mente, oppure per aiutare il ricambio d’aria nel- in zone funzionali degli uffici inibisca tale venti- l’edificio durante il raffrescamento notturno. Per lazione, i solai sono stati progettati in modo da fornire un giusto bilancio di benessere degli occu- favorire le vie di flusso dell’aria al loro interno; panti ed efficienza energetica, un sistema com- infatti, la loro forma sinusoidale ad onda con puterizzato di gestione dell’edificio controlla la intercapedine vuota, fornisce un’ampia superfi- ventilazione degli ambienti, la luce artificiale e cie di massa termica esposta ai flussi della venti- naturale e il riscaldamento; la regolazione del lazione ai due piani più bassi dell’ufficio. Questi sistema è attuabile anche dagli occupanti del com- soffitti sinusoidali contengono canali all’interno plesso. Le finestre posizionate tra i muri interni delle depressioni delle onde, che si comportano dei camini e le zone open space ai piani terra e come condotti d’aria per ventilare la parte più primo, fanno parte delle strategie di raffresca- profonda dell’edificio; i soffitti dell’ultimo piano, mento notturno, poiché provvedono alla ventila- invece, hanno una forma diversa e non sono col- zione naturale nelle ore serali. tali finestre si apro- legati ai camini della ventilazione. La loro stessa no automaticamente sui camini presenti nel sof- forma, inclinandosi verso un’altezza di cinque fitto, in modo da estrarre aria dall’edificio. metri, crea l’effetto camino e fa uscire l’aria di L’elettricità viene fornita tramite pannelli foto- espulsione dalle finestre degli uffici. voltaici presenti sulla copertura. i soffitti alti, la Vista notturna del bre con particolare del camino per in estate, in assenza del vento, quando la ven- facciata vetrata e una bassa profondità in pianta la ventilazione. 74 gressive: la prima riguarda il raggiungimento entro il 2010 del 25% di emissioni in meno rispet- to agli standard di un’abitazione del 2006; la seconda fase, invece, prevede una riduzione del 44% entro il 2013; infine una riduzione del 100% di emissioni entro il 2016. di certo questo obiet- tivo particolarmente ambizioso, è fattibile solo attraverso il contributo sinergico di progettisti, aziende e imprese costruttrici, e attraverso lo svi- luppo di esperienze realizzabili per provare sul campo le effettive prestazioni tecnologiche e ambientali delle zero carbon house. dalla nascita del Code for Sustainable Homes, per l’edilizia sostenibile in inghilterra, alcune industrie hanno provato a progettare e costruire dei prototipi compatibili con la nuova normativa; il modello di casa Kingspan Presentazione della kingsoan Lighthouse a Watford. Schema sulle strategie per il risparmio energetico, Lighthouse fa parte di questa categoria. è stato adottate nell’abitazione kingspan Lighthouse. presentato dalla ditta kingspan in occasione del- la fiera offsite 2007, all’interno del parco riducono la richiesta d’illuminazione artificiale dell’innovazione bre in Watford, distante solo in confronto a un tradizionale edificio a uso di pochi chilometri da Londra. L’abitazione ufficio. il controllo della radiazione e dei gua- Lighthouse, è stata progettata dal gruppo di archi- dagni solari avviene tramite la presenza di fran- tetti Sheppard robson, in collaborazione con gli gisoli di vetro, esterno all’edificio; essi vengo- ingegneri di Arup, ed è dotata di una serie di no regolati in base ai guadagni solari interni, caratteristiche di qualità energetiche che le han- tramite un sistema automatizzato. La presenza no permesso di aggiudicarsi il livello 6 (casa a delle finestre di espulsione e una superficie zero emissioni di carbonio) del codice per le abi- vetrata minore al nord riducono, inoltre, ulte- tazioni sostenibili. Questo prototipo residenziale riormente i guadagni interni. di 93 mq, formato da due piani e un mezzanino, il Code for Sustainable Homes, varato dal unisce i principi legati all’abitare contempora- governo inglese nel 2006, è un nuovo standard neo con quelli dell’ecocompatibilità, mediante che definisce un unico criterio nazionale per gli l’integrazione di sistemi tecnologici eretti dallo aspetti riguardanti la progettazione e la costru- sfruttamento di fonti rinnovabili nell’edificio, e zione di abitazioni sostenibili. Questo regola- l’uso di un nuovo linguaggio architettonico basa- mento, che sostituisce il precedente documento to su valori estetici, in un ambiente flessibile ai EcoHomes, la versione BREEAM, nasce per futuri cambiamenti e al tempo stesso di qualità. contrastare i dati dal consumo energetico rilevati La casa è costituita da sistemi ed elementi da in inghilterra (l’edilizia britannica, infatti, è assemblare a secco; la forma dell’edificio ricor- responsabile per il 46% di tutte le emissioni da la tipologia dei granai, avendo una copertura co2 nazionali, in cui il 27% del totale, è attri- con un angolo di 40 gradi, dove sono stati posi- buibile al solo settore civile). Questo disegno zionati i sistemi di captazione solare. di legge britannico per l’edilizia sostenibile La facciata sud è priva di aperture; invece, i Prospetto Ovest dell’edificio kingspan Lighthouse. nasce dal risultato della ricerca sull’aumento prospetti est e ovest sono dotati di finestre vetra- dell’efficienza energetica, con particolare atten- te che sono schermabili a seconda dell’irraggia- zione a quello residenziale. esso, oltre ad esse- mento stagionale. Le caratteristiche costruttive re un marchio di qualità per le imprese che principali di quest’abitazione sono: involucro vogliono mostrare la sostenibilità delle loro abi- leggero, iperisolamento sia delle pareti che del- tazioni e di distinguersi dalla concorrenza, indi- le finestre, stratificato a secco e altissima tenuta vidua un unico criterio nazionale per gli aspet- d’aria. un consistente contenimento dei consumi ti riguardanti la progettazione e la costruzione di energetici, infatti, è stato possibile tramite un residenze a basso consumo energetico. efficace isolamento termico e la riduzione del L’obiettivo ultimo del Code è quello di otte- carico solare. i collettori solari disposti in coper- nere case a zero emissioni di anidride carboni- tura, connessi a una caldaia con pellet (biomass ca, dove un edificio è capace di produrre tanta boiler) provvedono alla produzione di acqua cal- energia quanto ne consuma, mediante sistemi da domestica; un serbatoio sotterraneo si occupa non convenzionali. Lo standard prevede un dell’immagazzinamento dell’acqua piovana pro- sistema di classificazione “a stelle”, che propo- veniente dalla copertura, che poi successivamente ne una catalogazione divisa in sei categorie chia- viene riutilizzata ai fini dell’irrigazione degli spa- vi, in base all’efficienza energetica dell’edifi- zi verdi, e per l’alimentazione degli scarichi dei cio: una casa di livello sei corrisponde in prati- sanitari, riducendo così di un terzo il consumo ca a casa Carbon Neutral. dell’acqua potabile. il governo britannico con il nuovo program- Per diminuire il fabbisogno energetico per il ma di regolamenti strategici aspetta di ottenere riscaldamento invernale, ma anche per evitare tutte le nuove abitazioni a emissioni zero entro il sprechi energetici dovuti ai ricambi d’aria, è sta- 2016; e annuncia, inoltre, la previsione di un pia- to adottato un sistema di ventilazione meccanica no che attende la realizzazione di 20.000 case controllata, a doppio flusso, con recupero di calo- ecologiche. in parallelo, le autorità inglesi hanno re. in questo modo è possibile ottenere un’ele- anche previsto piani per migliorare l’efficienza vata qualità dell’aria interna e garantire condi- energetica delle abitazioni esistenti, che costi- zioni di benessere, recuperando energia termica tuiscono un patrimonio edilizio particolarmente dall’aria espulsa. il camino del vento è stato adot- disperso. il lancio governativo del programma tato per garantire il raffrescamento passivo duran- Prospetto Est della kingspan Lighthouse. emissioni zero è attuabile attraverso tre fasi pro- te il periodo estivo e per favorire il sistema del- 75 la ventilazione naturale nelle stagioni interme- die; il camino è stato costruito con il vetro, in modo da permettere di far giungere la luce nelle zone più interne dell’edificio. i due esempi illustrati in questo articolo, il complesso BRE costruito nel 1997 e l’edificio Kingspan lighthouse del 2006 sono stati scelti per mettere in evidenza, da un lato, il progresso e l’evoluzione temporale in campo pratico del- l’architettura ecosostenibile in inghilterra, dal- l’altro, la volontà e la sempre più crescente con- sapevolezza, sia dei produttori e dei costruttori sia degli organismi responsabili delle certifica- zioni energetiche (BRE) di mettere in atto le buo- ne pratiche e i principi della sostenibilità per migliorare la qualità dell’edilizia, oltre all’impe- gno di collaborazione tra gli stessi. in europa il settore edilizio è responsabile Il particolare del camino del vento, posizionato sulla facciata Nord di kingspan Lighthouse. del 50% dei consumi energetici, ed è la principale causa dell’inquinamento legato all’emissione

co2. La percezione che la questione dell’edilizia è un nodo fondamentale da affrontare, e il con- seguimento degli impegni del Protocollo di kyoto, ha spinto l’unione europea a focaliz- zare l’attenzione sui temi del risparmio ener- getico, in particolare nel settore edilizio. in questa prospettiva, l’ue invita i paesi membri a individuare delle strategie per ridurre drasti- camente la richiesta energetica degli edifici, tramite un incremento dell’efficienza degli impianti, e soprattutto l’uso di tecnologie rin- novabili, al fine di ottenere l’autosufficienza energetica e la riduzione dell’inquinamento6. da poco, è stata approvata dal Parlamento europeo una nuova direttiva che prevede, a partire dal 1° gennaio 2019, che i nuovi edifi- ci siano a zero emissioni di anidride carbonica. Approccio non ecologico ed ecologico in un edificio del ventunesimo secolo secondo bjorn berge. in seguito all’approvazione della modifica, cui gli Stati della comunità europea dovranno adeguarsi entro il 30 giugno 2011, sarà con- NOTE c. monti (a cura di), Costruire sostenibile 2000, Alinea, sentita la costruzione di soli edifici in grado 1) breeAm (building research establishment environmental firenze 2000, pp. 212 - 215. di soddisfare tutto il loro bisogno energetico Assessment method), cfr. http://www.breeam.org/ m. SALA (a cura di), Tecnologie bioclimatiche in Europa, da fonti rinnovabili7. 2) Leed (Leadership in energy and environmental Alinea, firenze 1994, p. 124. in italia, sono già in atto percorsi normati- design), cfr. http://www.usgbc.org/ P. SASSi, Strategies for sustainable architecture, taylor vi e politiche di sostegno volti alla sostenibilità 3) cfr. http://www.bre.co.uk/ and francis Group, new York 2006, p. 217. j. YudeLSon, Green Building trends: europe, island Press, in edilizia, supportati da strumenti di valuta- 4) cfr. v. di feLice, L’Italia e la sostenibilità edilizia: la cer- tificazione e le nuove prospettive legislative, articolo pubblicato Washington 2009, p. 128. zione e certificazione ambientale; ma sono sta- su www.cartografareilpresente.org (7 dicembre 2007). te per prime le Pubbliche Amministrazioni a 5) cfr. http://www.acca.it/ manifestare l’esigenza di inserire nei regola- 6) cfr. http://www.architetturaecosostenibile.it/ menti edilizi soluzioni ecologiche. Alcune 7) impegno fermo dell’ue è di ridurre le proprie emis- regioni italiane hanno cominciato a utilizzare sioni di gas ad effetto di serra di almeno il 20% entro il questi strumenti di valutazione, in maniera 2020 rispetto al 1990, così come sono indicate nel libro verde sull’efficienza energetica. volontaria, per incentivare l’edilizia sosteni- bile tramite premi di volumetria e sgravi sugli oneri di urbanizzazione. BIBLIOGRAFIA una domanda nasce spontanea: saremo in n. ALfAno, La qualità degli ambienti interni, cuzzolin, grado di generare edifici ecosostenibili all’u- napoli 2007, p. 348. so di soli fonti rinnovabili di energia entro il L. bernSteinn, d. Levit, The housing design handbook: a guide to good practice, routledge, oxford and new 2019, in italia? Appare evidente, che per pro- York 2010, pp. 248 - 249. durre edifici di questo genere, i tradizionali f. bini veronA, S. fiLiPPeSchi, o. GiorGetti, S. LAmi, metodi di progettazione debbano essere costi- r. LAtforA, Bioarchitettura e certificazione energe- tuiti da un processo ben più complesso ed tica: le nuova frontiere dell’edilizia, Wolters kluwer, evolutivo: la progettazione integrata, dove la ipsoa, trento 2008. struttura dell’edificio e i suoi impianti ven- G. z. broWn, m. dekAY (eds.), Sun, wind and light: Architectural design strategies, Wiley, new York 2001, gano considerati come parte di un unico orga- pp. 185 - 190. nismo aperto ad ottenere benefici non solo d. coLin, Hopkins. The work of Michael Hopkins and ambientali ma anche economici. dunque, Partners, Phaidon Press, London 1993, p. 240. essendo consci che l’edilizia è e sarà il core t. dAhL (ed.), Climate and architecture, Routledge, taylor business delle azioni contro i cambiamenti and francis Group, oxford 2010, p. 106. climatici, bisognerà agire e prendere prov- i. LAthAm, m. SWenArton (eds.), Feilden Clegg Bradley: the environmental handbook, right Angle Publishing, *Golnaz Ighany, architetto, è Dottoranda di Ricerca in vedimenti veloci ed efficaci sostenendo e London 2007, pp. 118 - 121. Recupero e Fruizione dei Contesti Antichi, presso il adottando le tecnologie rinnovabili e quelle a h. LiddeLL, Eco-minimalism: the antidote to eco-bling, Dipartimento di Progetto e Costruzione Edilizia basso tenore di carbonio. RIBA Publishing Ed., London 2008, pp. 11 - 12. dell’Università degli Studi di Palermo. 76 MARKETING E COMUNICAZIONE DEI bENI PAESAGGISTICI

Federica La Morella*

ABSTRACT - After analysis of the concepts of landscape la volontà alla sua protezione e al suo sviluppo, and natural monument, the article emphasizes the impor- non è una facoltà innata ma indotta: se e solo se tance of enhancing and promoting property landscape in si forniscono ai soggetti che risiedono ed ope- the country, offering an innovative tool to effectively achieve this goal: Communication Plan Landscape. rano nel territorio le chiavi informative, cono- Through this paper, can be accurate planning communi- scitive e interpretative adeguate può scaturire cation strategies and design local promotion actions seek- una vera e propria coscienza paesaggistica. Si ing both to protect the property and, secondly, its devel- deve predisporre, dunque, un’adeguata strategia opment and its use in perspective sustainable tourism. di comunicazione che agisca su tutto il territorio ed in stretta simbiosi con le diverse politiche ter- ul marketing dei beni culturali o sulla ritoriali e che possa così far scaturire in ogni Scomunicazione per i beni culturali esiste comunità locale l’impegno a partecipare volon- una letteratura di settore talmente estesa, accom- tariamente, consapevolmente e attivamente ai pagnata da un’altrettanta sconfinata sitografia, processi di salvaguardia, valorizzazione e frui- da indurre a pensare che i beni culturali siano il zione sostenibile del proprio paesaggio. perno attorno al quale ruoti l’area del marketing e della comunicazione di settore. Si parla e si Il Paesaggio: tra definizioni e approcci. nel scrive di marketing dei beni culturali, di promo- corso del novecento, diverse aree disciplinari zione dei beni culturali, di fruizione dei beni cul- (la psicologia, l’antropologia, l’ecologia, la filo- turali, di strategie di comunicazione (anche mul- sofia, l’architettura, l’estetica) si sono approc- timediale) dei beni culturali. non si parla e non ciate al concetto di “paesaggio” determinando si scrive né di marketing dei beni paesaggistici né quella che farinetti ha definito l’ambiguità tantomeno di comunicazione del paesaggio: il feconda del paesaggio. un’ambiguità prima di ripiano della libreria è vuoto, la voce inesistente. tutto semantica: ogni disciplina ha, infatti, indubbiamente, il nostro Paese è ricco di beni impiegato il termine in un’accezione propria culturali dal valore inestimabile ma questi non conferendogli, dunque, un significato peculia- esauriscono le sue potenzialità o la sua “dota- re e fornendo, conseguentemente, una specifi- zione” dal momento che l’italia è costellata anche ca interpretazione. da quei tesori della natura che, al pari dei primi, L’ambiguità feconda del paesaggio annovera dovrebbero essere “comunicati” e promossi attra- così la teoria pittorica (basata sull’equazione pae- verso precise strategie di marketing. saggio reale = paesaggio pittorico), l’idea della Se nel marketing e nella letteratura di setto- sostanziale riduzione del paesaggio all’ambiente re il bene paesaggistico non gode, diciamo, di fisico-naturale, la concezione del paesaggio sog- molte adesioni, ciò non vale per i nostri legisla- gettivo-sentimentale, la teoria del paesaggio cul- tori che, tanto a livello nazionale quanto e soprat- turale ed infine quella del paesaggio-giardino. tutto a livello comunitario, hanno emanato una esiste però anche un secondo livello di enigma- serie di leggi e direttive che prevedono proprio ticità semantica che riguarda implicitamente la la tutela e la valorizzazione del paesaggio, del- le risorse naturali e ambientali e delle aree ad parola “paesaggio” e che, in un certo senso, ha 2 elevata naturalità. basti citare solamente la origine a partire dalla nascita e dalla diffusione convenzione europea del Paesaggio1 ed il del lessema stesso: esso può designare sia la rap- codice dei beni culturali e del Paesaggio presentazione artistica o tecnica di una porzione (d.Lgs. n.42/2004) dove il paesaggio viene con- di territorio, sia quella stessa porzione di territo- siderato come un elemento del patrimonio cul- rio abbracciata, però, dallo sguardo di un sog- turale nazionale, una componente essenziale del- getto e, dunque, percepita visivamente nella sua l’identità della popolazione, una risorsa priori- forma o apparenza: da un lato, paesaggio come taria da valorizzare. il tutelare o il valorizzare, immagine-rappresentazione, dall’altro paesag- però, non possono essere garantiti solo dall’alto gio come coscienza-percezione. tale duplicità mediante pianificazioni e vincoli; essi devono pone quesiti non tanto di natura lessicografica essere assicurati anche da un’adeguata consa- quanto puramente filosofica: qual è allora l’es- pevolezza collettiva. infatti, la maggiore respon- senza del paesaggio? è un’entità statica ed eter- Walter Leistikow, Paesaggio con fiume e foresta. sabilità verso un bene naturale, da cui deriva poi na oppure un’esperienza visiva mutevole e sog-

77 Paesaggio archeologico ad Agrigento. Paesaggio agreste. gettiva? A prescindere dalle diverse teorie for- tere solamente sull’identità che i paesaggi pos- identità e cultura, rappresenta un vero e proprio mulate in materia, che valore possiede o che fun- siedono, ma anche sul valore identificativo che i punto di forza per invogliare l’intera popolazio- zione ricopre per l’individuo che in esso risie- diversi paesaggi rivestono per coloro che quoti- ne a sviluppare politiche di tutela e valorizza- de? indubbiamente, gli elementi indispensabili dianamente vi entrano in contatto, per gli abi- zione del proprio paesaggio e stimolarla ad una alla comparsa del paesaggio sono il soggetto tanti di quei luoghi. Questa funzione identifica- partecipazione corale e attiva. (jacob parla anche di “soggettività collettiva”) e tiva è stata ben espressa e delineata sia dalla Questa triplice connotazione del paesaggio la natura; tuttavia, si può parlare realmente di convenzione europea del Paesaggio (ceP), sia (fenomeno naturale, fenomeno antropico, feno- paesaggio se e solo se si instaura una relazione dal decreto Legislativo n.42 del 22 gennaio 2004, meno sociale) è stata fatta propria dal codice volontaria fra queste due componenti. Affermare meglio noto come “codice dei beni culturali e dei beni culturali e del Paesaggio, dove il pae- che la natura sia un elemento fondamentale per la del Paesaggio”: in entrambi, il paesaggio viene saggio viene esplicitamente definito come ter- definizione del paesaggio non equivale a dire che considerato come una delle componenti essen- ritorio espressivo di identità, il cui carattere quest’ultimo coincida tout-court con la natura: ziali che concorrono a costituire l’identità di una deriva dall’azione di fattori naturali, umani e se la natura è unità indissolubile, il paesaggio è comunità. nella ceP, in particolare, il paesag- dalle loro interrelazioni (art 131). il codice rico- invece effetto di un inquadramento che offre sì gio è definito come quella determinata parte di nosce inoltre che la tutela del paesaggio è volta una nuova totalità, ma limitata e circoscritta, territorio, così come è percepita dalle popola- a riconoscere, salvaguardare e,ove necessario, benché sempre in relazione con l’infinità3. zioni, il cui carattere deriva dall’azione di fatto- recuperare i valori culturali che esso esprime il paesaggio nasce dall’ambiente naturale ma ri naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. (art. 134) e deve essere garantita dallo Stato, non equivale ad essa. La relazione che il sogget- tale definizione, oltre a tenere conto del fattore dalle regioni, dalle Province, dai comuni e da to instaura con tale entità si configura come tempo (che porta i paesaggi ad evolversi e tra- tutti i soggetti pubblici operanti nel territorio immediata, intenzionale, “più vicino all’occhio sformarsi continuamente per l’effetto di forze attraverso attività di conoscenza, informazione e che alla ragione”: attraverso lo sguardo, che fun- naturali e per l’azione degli esseri umani) e ad formazione, riqualificazione e fruizione del pae- ge da macchina fotografica, delimitiamo una par- evidenziare come il paesaggio sia il frutto del saggio nonché, ove possibile, la realizzazione te di quell’ambiente naturale dotata, per noi e in rapporto natura-cultura e che, come già accen- di nuovi valori paesaggistici coerenti ed inte- quel preciso momento, di un particolare quid. in nato, nasca dalla continua interrelazione tra le grati (art.131, comma 5). quel hic et nunc, viviamo un’esperienza non già due componenti che lo costituiscono (la compo- La normativa chiarisce, altresì, cosa si deb- fisica o biologica (come invece accadrebbe con la nente naturale e quella antropica), pone l’accen- ba intendere per beni del paesaggio (Parte iii natura) ma percettiva, durante la quale esperiamo to sul ruolo giocato dalla percezione sociale del del codice), definiti come: quella porzione di territorio come paesaggio, paesaggio: un certo paesaggio è il paesaggio così a) le cose immobili che hanno cospicui caratte- ovvero come un’immagine in situ fonte di piacere come viene percepito non solo dal singolo abi- ri di bellezza naturale, singolarità geologica o estetico. è abbastanza diffuso il pensiero secon- tante del luogo ma dall’intera popolazione inte- memoria storica, ivi compresi gli alberi monu- do cui il provare una tale soddisfazione derivi ressata, la quale è detentrice di una sua cultura e mentali; necessariamente dal trovarsi di fronte a paesag- di una sua identità. Cultura e identità sono fattori b) le ville, i giardini e i parchi, non tutelati e che gi straordinari, eccezionalmente belli, fuori dal- formatesi attraverso e dentro il paesaggio. La si distinguono per la loro non comune bellezza; l’ordinario. Appare in realtà improprio restrin- percezione sociale del paesaggio, oltre a sugge- c) i complessi di cose immobili che compongono gere l’esperienza estetica del paesaggio (e impli- rire una nuova chiave di lettura dell’argomen- un caratteristico aspetto avente valore estetico citamente la nozione stessa di paesaggio) ai soli to, apre la riflessione su un ulteriore aspetto di e tradizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici; paesaggi singolarmente notevoli. tutti i paesag- grande rilevanza: la partecipazione. infatti, d) le bellezze panoramiche [...] e così pure quei gi, anche quelli più dissonanti o selvaggi, hanno rispetto al grande tema della riscoperta e della punti di vista o di belvedere, accessibili al pub- un valore; tutti i paesaggi producono una reazio- riconciliazione tra la popolazione ed il proprio blico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle ne estetica che concorre a fissarli nella memoria ambiente di vita (che sta alla base delle motiva- bellezze. dell’osservatore proprio in virtù della loro pecu- zioni stesse delle strategie ecologiche contem- rientrano in questa denominazione anche le liarità e dunque identità. Quest’ultima conside- poranee), poter concepire e sentire il paesaggio aree di interesse paesaggistico che, in base razione induce ad approfondire un altro tema: anche come raffigurazione del proprio ambien- all’art.142, sono rappresentate da i territori l’identità del paesaggio. ciò non significa riflet- te di riferimento e come contenitore della propria costieri […] i territori contermini ai laghi […] i

78 Paesaggio ennese. Litorale marino a Scala dei Turchi. fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elen- Comunicazione del Bene Paesaggistico attra- ting dei beni paesaggistici. A fronte della reale chi previsti […] e le relative sponde o piedi degli verso cui, dopo un attento studio conoscitivo necessità di incoraggiare la formazione di una argini […] le montagne per la parte eccedente del contesto di riferimento e un’analisi dei suoi più sentita coscienza paesaggistica e di incenti- 1.600 metri sul livello del mare per la catena punti di forza e di debolezza, si possono piani- vare la mobilitazione dei soggetti pubblici e pri- alpina e 1.200 metri sul livello del mare per la ficare diverse azioni di comunicazione miranti vati operanti nel territorio per creare un vero e catena appenninica e per le isole; i ghiacciai e i da un lato alla tutela del bene e, dall’altro, alla proprio sistema di governance partecipato capa- circhi glaciali; i parchi e le riserve nazionali o sua promozione e fruizione. ce di valorizzarne anche le potenzialità naturali- regionali, nonché i territori di protezione ester- La redazione di un Piano di Comunicazione stiche e paesaggistiche, appare conseguentemente na dei parchi; i territori coperti da foreste e da (Pdc) non è un’attività nuova per l’esperto in doveroso mettere in campo risorse, forze e stru- boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuo- materia, in quanto già praticata non solo da azien- menti che traducano in fatti questi obiettivi. tra co, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschi- de e multinazionali ma anche, a partire dall’at- gli strumenti su cui far leva si colloca appunto il mento […] le aree assegnate alle università agra- tuazione della Legge n. 150/20005 e della Piano di Comunicazione applicato al bene pae- rie e le zone gravate da usi civici; le zone umide direttiva frattini del 2002, da alcune Pubbliche saggistico il cui carattere distintivo risiede nel […] i vulcani; le zone di interesse archeologico. Amministrazioni italiane. Sin dalla sua “nascita concepire l’attività di comunicazione non più Si può ben notare come, all’interno della defini- normativa”, il PdC 6 si presenta come il docu- come un semplice mezzo per sponsorizzare la zione di beni paesaggistici, rientrano una plura- mento base nella programmazione delle attività di risorsa naturale ma come uno dei presupposti lità di beni naturali e ambientali (compresi i pano- comunicazione di una Pubblica Amministrazione, fondamentali per poterla gestire e valorizzare. rami o i belvedere) differenti tra loro per ampiez- come lo strumento a cui ognuna di essa deve La parola chiave è, prima di tutto, multidire- za, localizzazione e caratterizzazione interna, for- ricorrere annualmente per concretizzare in modo zionalità: nella fase iniziale di un qualsiasi pro- nendo, in tal modo, una visione paesaggistica efficace i propri obiettivi strategici ed operativi. cesso di gestione di un bene collettivo, bisogna sempre più ampia e puntuale rispetto alle prece- il regolamento ce 1828/20067 ha poi sensibil- attivare meccanismi di informazione, di cono- denti normative in materia4. mente accresciuto il potere di tale documento, in scenza, di confronto e di interazione con e fra volendo, infine, fornire una definizione di quanto ne ha reso obbligatoria la stesura alle tutte le diverse componenti presenti nel territorio paesaggio che faccia propri alcuni dei diversi Autorità di gestione responsabili per qualsiasi al fine di preparare il terreno alla costruzione di punti di vista fino ad ora delineati, si potrebbe programma operativo cofinanziato dal feSr, un sistema locale consapevole e creare così un’ef- definire il paesaggio come l’insieme dinamico di dal fSe o dal fondo di coesione. effettuando fettiva sinergia territoriale. i fatti dimostrano, quelle entità naturali che esprimono l’identità di una ricerca sul territorio nazionale, dal 2006 ad appunto, che se vengono a mancare tanto la sen- un territorio, possiedono un valore identifica- oggi, grazie anche ad una maggiore consapevo- sibilizzazione quanto l’instaurarsi di collabora- tivo per l’intera popolazione e suscitano nella lezza dei campi di applicazione empirica della zioni costruttive tra gli enti locali difficilmente si soggettività individuale un piacere estetico uni- comunicazione, sono stati redatti numerosi pia- potrà mettere in moto una politica di marketing co e distintivo. un tale insieme di beni, così ni non solo per le Pubbliche Amministrazioni territoriale. Solo dopo aver rafforzato il senso di come impongono le normative suesposte, deve ma anche e soprattutto per i beni culturali (Pdc governance partecipato, la comunicazione può essere sia tutelato che potenziato. Abbiamo già di parchi archeologici, Pdc di musei, Pdc di diventare multimediale e strategica: impiegan- mostrato come esistano diversi strumenti tanto biblioteche) che ha poi portato un numero sem- do i suoi diversi linguaggi e facendo leva sulle di pianificazione quanto di tutela che ogni pre più crescente di specialisti e docenti ad inau- nuove ict (Information and Communication regione ha recepito in base ai propri statuti e gurare il filone degli studi, oggi assai prolifero, Technology) che dilatano nello spazio e nel tem- regolamenti interni; tuttavia, i beni paesaggisti- del marketing e della comunicazione dei beni po il bacino potenziale ed effettivo d’utenza, la ci, per essere correttamente protetti e valoriz- culturali. Se molto si legge riguardo quest’ulti- comunicazione può costruire un patrimonio d’im- zati, devono essere anche “conosciuti” e “vis- mo aspetto, altrettanto non vale per i beni pae- magine capace di migliorare la percezione del suti”: in altre parole, devono essere opportuna- saggistici: a parte l’eccezione rappresentata dai pubblico locale ed esogeno e, al contempo, fare mente “comunicati”. Pdc dei Siti natura 2000 della Sicilia8, non si è in modo che la parola “bene paesaggistico” Un Piano di Comunicazione per il paesaggio parlato in modo sistematico di piani di comu- diventi l’equivalente di “attrattore” attraverso e i beni paesaggistici. uno strumento idoneo per nicazione applicati ai beni paesaggistici, né sono azioni mirate a far risaltare i suoi punti di forza, raggiungere tale scopo è il Piano per la stati avviati degli studi specialistici sul marke- strategie di promozione turistica ed interventi

79 di paesaggio mentre in quelle germaniche l’estensione reale di un territorio. 3) cfr. P. d’AnGeLo, Estetica e Paesaggio, il mulino, bologna 2009, p.30. 4) cfr la Legge n.1497/1939 (Legge bottai) e la Legge n.431/1985 (Legge Galasso). 5) La Legge è nota come “Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni”. 6) nella Legge n. 150/2000 il Piano di comunicazione viene definito come il “programma delle iniziative di comunicazione” (art.11), contenente precise “indica- zioni circa l’obiettivo della comunicazione, la coper- tura finanziaria, il contenuto dei messaggi, i destina- tari e i soggetti coinvolti nella realizzazione. Deve, inoltre, essere specificata la strategia di diffusione con previsione delle modalità e dei mezzi ritenuti più ido- nei al raggiungimento della massima efficacia della comunicazione” (art. 13). 7) regolamento europeo destinato all’attuazione di fon- di strutturali europei per il periodo 2007/2013. 8) tali Piani di comunicazione sono stati redatti per ciascuno dei 58 Piani di Gestione dei 233 siti (classifi- cati come Sic o zPS) che costituiscono la rete natura 2000-Sicilia. Per approfondire l’argomento: cfr. la Alba ennese. direttiva 92/43/cee, la direttiva 79/409/cee, il decreto n. 46/GAb del 21 febbraio 2005 e la misura 1.11 del complemento di Programmazione Por Sicilia 2000-2006.

Le fotografie pubblicate sono tratte da Atlante Ennese. Il paesaggio - fotografie di Giuseppe Leone. testo di S.S.nigro - Palermo: regione Siciliana, Assessorato dei beni culturali, Ambientali e della Pubblica istruzione, 2008 e da Sicilia. Il paesaggio - fotografie di r. cameriere,W. Leonardi, G. Leone, A. Pitrone, S. Scalia e f. Scianna - ezio Pagano, Palermo 2007. Per le fotografie “Paesaggio agreste” e “Paesaggio ennese” si ringrazia Andrea Lattuca; per “Paesaggio archeologico ad Agrigento”, Giuseppe de Giovanni; per “Alba enne- se”, Alberto Sposito.

Leonardo da Vinci, Studio di paesaggio.

che ne che ne garantiscano la piena accessibilità importante per avviare percorsi innovativi di e fruizione in un’ottica di turismo sostenibile; marketing territoriale e per affermare una diver- ciò vale soprattutto per le aree paesaggistiche in sa progettualità dello sviluppo che pone in primo quanto rappresentano un polo di forte attrazione piano il paesaggio e i suoi beni come risorse per il turismo naturalistico e per il geoturismo. capaci di rilanciare il territorio locale. Applicandolo al paesaggio, il Piano di Comunicazione si presta così ad essere sia uno NOTE strumento pedagogico (comunicare per coinvol- 1) La Convenzione Europea del Paesaggio è stata fir- gere gli attori operanti nel territorio, per sensibi- mata a firenze il 20 ottobre 2000. lizzare le popolazioni locali, per educare al rispet- 2) il termine paesaggio ha un’etimologia diversa nelle to del paesaggio e della natura), sia uno stru- lingue germaniche (tedesco, olandese e inglese) e in mento strategico-operativo (comunicare per favo- quelle neolatine (francese, italiano, castigliano). nella rire la conoscenza delle tematiche legate alla prime, il nostro lessema deriva da Land (terra), da cui tutela ambientale e paesaggistica, per incentiva- sono nati landschaft, landschap e landschape, termini re attività di turismo naturalistico, per promuo- che designano una “porzione di territorio”; nelle secon- de, si tratta di neologismi: paysage ( usato per la prima vere e valorizzare il sito nella sua totalità e pecu- *Federica La Morella è laureata in Scienze della volta nel 1493 dal poeta jean molinet), paesaggio (pri- liarità). così, nello scenario attuale dove, su più Comunicazione e specializzata in Culture e Linguaggi per ma occorrenza nel vasari) e paysaje. vocaboli composti la Comunicazione all’Università degli Studi di Catania. fronti, si cerca di valorizzare il patrimonio cul- dal sostantivo pays/paese con l’aggiunta del suffisso turale nazionale e di potenziare le politiche di All’attività di studio sull’estetica del paesaggio e sul –age/-aggio ed indicanti la rappresentazione pittorica marketing dei beni culturali e paesaggistici, affianca l’at- sviluppo locale, il Piano di Comunicazione del di una porzione di territorio. nelle lingue neolatine, dun- tività di redazione di Piani di Comunicazione per le Bene Paesaggistico può divenire uno strumento que, la parola sta originariamente ad indicare il dipinto Pubbliche Amministrazioni.

80 HERCULANEUM CONSERVATION PROJECT

Giorgio Faraci*

ABSTRACT - The article describes a modern organizing struc- rcolano è la città romana che insieme a tori che hanno influito sono stati molteplici e di ture, aimed at Herculaneum preservation and exploitation; ePompei è stata sepolta dall’eruzione del diverso genere: dimensionale, legislativo e buro- this structure, whose approach is international and com- vesuvio nel 79 d.c. L’area di scavo si trova a cratico. in primo luogo, la grande estensione del- bined, involves public and private partners as the circa venti metri sotto il livello della città mod- la città, ben 45.000 metri quadrati, ha contribui- Soprintendenza Archeologica di Pompei, the Packard erna, numerosi suoi edifici sono sopravvissuti to in maniera determinante al degrado; si com- Humanities Institute and the British School at . semintatti con i loro piani superiori, condizione prende bene come sia difficile e oneroso manu- questa che conferisce alla città antica una parti- tenere un sito così ampio e fragile, sottoposto colare qualità urbana che necessita di essere alla continua azione di usura del tempo, degli preservata e valorizzata. infatti, alcune peculiar- agenti atmosferici e dei numerosi visitatori. in ità che rendono unico e così interessante il sito, secondo luogo, vi è stato l’indirizzo del ministero quali la sopravvivenza delle case fino ai piani che, nel destinare i fondi per nuovi scavi o per alti, la sbalorditiva conservazione di materiali restauri, mirava a interventi che presentassero organici come il legno, i tessuti e i papiri, rendono un maggiore impatto visivo sull’opinione pub- il sito difficile da preservare. negli ultimi anni la blica, piuttosto che l’invisibile manutenzione, città ha subito un forte processo di degrado, tale scarsamente misurabile in termini d’immagine. A da richiamare particolare attenzione a livello questi due fattori, bisogna aggiungere la buro- internazionale; a seguito di ciò, alcune istituzioni crazia italiana che, a causa della sua lentezza, straniere hanno offerto il loro aiuto, tra queste il anche per l’uso inadeguato della normativa Packard Humanities Institute (PHI)1. nell’estate vigente, non riusciva a far spendere tutti i fondi del 2000 david W. Packard, Presidente del PHI, stanziati ogni anno3. con Andrew Wallace-hadrill, direttore della A completare un tale quadro, non certo favo- British School at Rome (BSR)2, visitò il sito; in revole e complesso, è da aggiungere l’emanazio- tale occasione è stato concepito l’Herculaneum ne da parte dell’unione europea di direttive più Conservation Project (HCP), quando il Packard rigide relativamente alla tutela della salute e del- concordò con l’allora Soprintendente di Pompei, la sicurezza sui luoghi di lavoro. tali direttive l’archeologo Pier Giovanni Guzzo, sulla necessità hanno comportato la chiusura progressiva di di avviare un importante progetto di collabo- ambienti e di edifici per motivi di sicurezza, non- razione tra il PHI e la Soprintendenza ché l’impossibilità di operare per i manutentori; Archeologica di Pompei. l’effetto di tali nuove norme è stato quello del- nel maggio del 2001, in meno di nove mesi, l’accelerazione del processo di degrado. in breve il progetto fu elaborato e formalizzato con un tempo, solo un terzo dell’area aperta al pubblico Protocollo d’intesa. L’obiettivo principale quaranta anni prima è rimasta visitabile, mentre il dell’HCP era quello di dare sostegno all’attività numero di visitatori andava triplicandosi, provo- della Soprintendenza, volto alla tutela, alla con- cando così il duplice aggravio di un utilizzo ecces- servazione, alla valorizzazione, con promozione sivo, con conseguente logorio per le aree rima- e conoscenza, nonché alla comprensione del- ste fruibili. fino agli anni ’80 alcune famiglie di l’antico sito di herculaneum e dei suoi reperti, da operai, attive nel sito dai tempi del Soprintendente parte di un più vasto pubblico. Questo macro- Amedeo maiuri (1886-1963), si erano succedute obiettivo poteva essere raggiunto attraverso per generazioni, portando avanti con cura la cinque azioni: 1) ridurre il livello di degrado del manutenzione, operando con una coscienza fami- sito nel suo insieme, in modo che, in futuro, liare e tramandandosi conoscenze e tecniche tra- potesse essere controllato con mezzi sostenibili; dizionali; l’interruzione di tali attività ha dato un 2) sperimentare e avviare strategie di lungo ter- ulteriore contributo ai processi di degrado. il pro- mine per la conservazione, appropriate per blema della manutenzione, tuttavia, non risiede herculaneum, ma potenzialmente applicabili in solo nell’assenza di denaro, ma anche nella caren- siti archeologici simili; 3) elaborare un sistema di za e\o insufficienza degli strumenti e dell’espe- documentazione per agevolare la gestione futura rienza richiesta per spenderli bene. negli ultimi del sito; 4) acquisire nuove conoscenze archeo- vent’anni il trend europeo ha favorito la riduzio- logiche su herculaneum, attraverso il supporto ne dei costi fissi e l’incremento dei contratti aper- alle attività di conservazione; 5) conservare, ti con il ricorso a personale esterno. Questa ten- documentare, pubblicare e migliorare l’accessi- denza ha dimostrato che, se ben amministrati, i bilità ai reperti rinvenuti negli scavi. lavori effettuati nel sito, mediante ricorso a con- ma quali sono state le cause che hanno por- tratti esterni, può incoraggiare l’eccellenza, deter- La Casa Sannitica. tato il sito a quei livelli di enorme degrado? i fat- minando una maggior efficacia al denaro speso.

81 La Palestra. La Casa dei Cervi. La Casa di Nettuno e Anfitrite. inoltre, nel 1980 il sito, così degradato, ha dovu- a) la programmazione di numerosi studi, al fine egli riuscì a garantire, in seguito, i fondi necessari to subire anche gli effetti del terremoto; negli di ampliare e approfondire la conoscenza del sito per continui scavi e per le attività di manuten- anni ‘90 la città si trovò, pertanto, in uno stato di stesso, mediante ricerche d’archivio, analisi zione. ciò che gli studiosi dell’HCP apprezza- decadimento tale da suscitare l’attenzione a livel- scientifiche, ricerche archeologiche e geologi- rono maggiormente dell’opera del maiuri fu il lo internazionale. contemporaneamente, però, che; b) la buona gestione dei dati raccolti; c) la suo metodo organizzativo, secondo il quale lo l’interesse dell’opinione pubblica andava cre- redazione di progetti pilota e l’attivazione di scavo è la verifica di un’ipotesi e serve a rico- scendo sempre più, tanto da aumentare progres- numerose piccole iniziative che consentissero la struire i molteplici aspetti della vita del passato, sivamente il numero dei visitatori. nel 1995 fu sperimentazione di interventi conservativi a attraverso l’osservazione e l’interpretazione di nominato il Soprintendente Guzzo, e il ministro lungo termine. Allo stesso tempo, nell’ambito ogni dettaglio. una programmazione opportuna dei beni culturali concesse all’Herculaneum dell’obiettivo generale di rallentare il degrado per uno scavo deve includere la presenza di con- maggiore autonomia scientifica, amministrativa e di ridurre i costi di manutenzione, al fine di servatori prima, durante e dopo gli scavi; il lavo- e finanziaria, con il relativo aumento di budget4; apportare delle migliorie generali, si lavorava al ro d’immediata conservazione può salvare una nel 2000 giunse, quale nuovo direttore, maria drenaggio delle acque e all’installazione di notevole percentuale di intonaci, pavimenti, ele- Paola Guidobaldi. con questo nuovo quadro diri- coperture, che rappresentavano una componente menti decorativi e anche strutturali, che spesso si genziale, cambiò radicalmente la maniera di ope- fondamentale della rete infrastrutturale urba- perdono già nelle fasi di scavo; la base di una rare all’interno del sito: da un lato, si abbando- na. L’Insula Orientalis I, composta di tre corretta metodologia investigativa deve essere narono gli interventi di scavo e di maquillage, domus, venne scelta come isolato tipo su cui senza dubbio un’intelligente organizzazione del- dall’altro si puntò a una pianificazione struttu- sviluppare proposte d’intervento a lungo ter- la squadra di scavo: è importante che l’archeo- rata della conservazione con l’obiettivo di sal- mine, da applicare successivamente agli altri logo, il quale più di tutti meglio conosce il sito e vaguardare quanto già portato alla luce. il reclu- isolati della griglia. le sue peculiarità, sia coinvolto nel processo deci- tamento di numerosi partner esterni, tra cui il tale ricerca è partita dagli archiv documen- sionale per la conservazione7. La Soprintendenza Packard Humanities Institute, aiutò a spingere tari e fotografici, dai quali è emerso notevole intraprese, così, una serie d’interventi con finan- in favore della conservazione e dell’avanzamen- materiale inedito sugli scavi originali e sul pro- ziamenti dell’HCP; si diede il via a studi to nella conoscenza5. cesso di restauro che procedeva simultanea- approfonditi, atti a comprendere le questioni che tra il 2001 e il 2004 venne creata un’équipe mente, sotto la direzione del Soprintendente affliggevano il sito; cambiò l’approccio verso i di esperti in varie aree scientifiche (archeologi, maiuri. Si riconobbe sin da subito l’importanza problemi e con esso anche il metodo, oltre che la architetti, conservatori-restauratori, archeologi- dell’opera di questo illuminato archeologo, che disponibilità economica; furono profuse energie topografi, chimici, ingegneri specialisti), prove- operò tra il 1927 e il 1961. egli formò un team in maniera costante al fine d’incrementare la nienti da entrambe le istituzioni. il comitato completo che gli permise di affrontare ogni fase conoscenza e la cura del sito. durante gli studi Scientifico si componeva di alcuni tra i massimi operativa, dallo scavo al restauro, e di organiz- sull’Insula prescelta, si comprese che bisogna- esperti italiani e internazionali sull’archeologia zare, altresì, il sito come un museo. dopo la va avere un approccio più flessibile, data la fra- romana e sulla conservazione, ed era presieduto rimozione di centinaia di migliaia di metri cubi gilità dei manufatti, per poter offrire delle rispo- dal Soprintendente Guzzo. il team ha identifi- di materiale vulcanico, a opera di uomini e muli, ste in maniera più rapida; ben presto ci si rese cato e lavorato su due obiettivi principali da svi- si procedette con il consolidamento delle strut- conto della necessità di avere un quadro com- luppare nei primi anni di attività: il primo obiet- ture murarie e con misure d’urgenza sulle deco- plessivo del sito, per studiare i problemi in manie- tivo, a breve scadenza, mirava al rallentamento razioni. il maiuri ricostruì tetti e pavimenti al ra globale, piuttosto che intervenire in maniera del degrado dell’intero sito, per raggiungere fine di proteggere le decorazioni o di mostrare la parziale e quindi migliorare la raccolta e l’uso livelli più gestibili, mediante un’estesa campagna forma originale degli edifici. Generalmente i tet- delle acque, riparare e sostituire le coperture, sta- di lavori d’emergenza con un’attività di manu- ti venivano ricostruiti ad identicum, cioè median- bilizzare le scarpate di 20-30 metri e ridurre i costi tenzione; tale opera, condotta sotto la direzione te tecniche e materiali che imitavano quelli tra- proibitivi dei lavori migliorandone l’accesso. del conservatore-restauratore monica martelli dizionali romani, mentre quando venivano uti- nel luglio del 2004, il progetto ottenne ulte- castaldi e dell’architetto Paola Pesaresi, preve- lizzati elementi strutturali moderni per motivi riore impulso, grazie a una nuova legge italiana deva di rilevare il volume e la natura del degra- di costo o di disponibilità, si poneva sempre che permetteva a privati un coinvolgimento do sull’intero sito, di consolidare poi le struttu- attenzione a che il risultato finale apparisse iden- diretto nei beni culturali: così, ai due partners re pericolanti, di stabilizzare le superfici into- tico alle originali strutture. L’approccio del si unì un terzo, la British School at Rome. La nacate e i mosaici in disgregazione, di diserba- maiuri nelle ricostruzioni rispettava sempre l’e- stipula di un contratto di Sponsorizzazione con- re, di ripristinare il sistema di raccolta e di smal- videnza archeologica ed era efficace nella pro- sentiva a quetanti e primarie risorse dei settori timento delle acque piovane, di riparare e di tezione; gli interventi realizzati venivano poi pubblico e privato, permetteva, allo stesso tem- sostituire le coperture, di sviluppare sistemi di seguiti sistematicamente da attività manutentive, po, miglioramenti nel sistema organizzativo e dissuasione per i volatili. svolte da squadre di manovalanza locale6. nella metodologia d’intervento, senza erodere il secondo obiettivo, orientato all’elabora- completata questa seconda fase, egli si in alcun modo, anzi, rinforzando il ruolo di coor- zione di una strategia di conservazione volta a occupò anche di interventi estetici o di abbelli- dinamento, d’impulso e di sintesi della garantire la sopravvivenza e la valorizzazione mento, come ad esempio la piantumazione di Soprintendenza stessa. in soli due anni, così, si del sito nel lungo periodo, è stato perseguito attra- alberi nei giardini o l’arredo delle camere con è riusciti a intervenire sul 60% del sito con misu- verso lo sviluppo di una strategia di manuten- gli oggetti che vi si rinvenivano dentro. tali re preliminari e controlli che includevano la zione continua, all’interno della campagna di manufatti, di pregio o di uso quotidiano, veniva- gestione della vegetazione, i lavori di pulizia, lavori sull’intera estensione del sito. Per attuarla, no esposti in bacheche, per mostrare al pubblico l’installazione di reti a protezione dai colombi, sono stati individuati alcuni necessari strumenti: come si articolava la vita ai tempi dei romani; le misure d’emergenza per le decorazioni.

82 tutte le strutture del sito sono state stabiliz- vole è la latrina trovata al secondo piano di un suo insieme e pianificare in maniera strutturata e zate con l’eccezione di quelle aree, corrispon- appartamento nell’Insula Orientalis II: è la prima flessibile gli interventi a livello globale, piut- denti al 15% del totale, che presentavano pro- volta che viene trovata una latrina ben conser- tosto che intervenire in maniera puntuale e in blemi particolari o che richiedevano proposte di vata a questa altezza sopra il livello del suolo, situazioni d’emergenza; 4) l’approccio interdi- conservazione più radicali; aree quest’ultime, che attesta il livello di sofisticazione nei sistemi sciplinare permette una migliore comprensione dove riparazioni e sostituzioni di coperture sareb- di smaltimento per le acque nel periodo roma- dei problemi che affliggono un sito; 5) la cura bero state realizzate a breve o che, comunque, no. in due casi, nuove importanti scoperte sono costante evita di raggiungere livelli di degrado erano state inserite in precedenti progetti della derivate da progetti concepiti per conservare il non più gestibili, scongiurando così la perdita Soprintendenza. Altro dato particolare è stata sito. La pulizia e la stabilizzazione della scarpa- del patrimonio; 6) l’autonomia gestionale, se l’attenzione posta nella cura delle decorazioni e ta pericolante, situata sopra l’angolo nord-ovest ben utilizzata, è uno strumento che permette il nel trovare soluzioni per i casi più critici. Sono del sito, non solo ha rivelato la pianta della raggiungimento di obiettivi importanti; 7) la stati raggiunti elevatissimi standard tecnici e Basilica Noniana interrata, ma ha anche per- raccolta delle informazioni e la creazione di organizzativi. il team interdisciplinare, nel tem- messo di rinvenire una testa in marmo di un’a- sistemi di monitoraggio dei dati permettono una po, si è arricchito sempre di nuovi specialisti, pur mazzone eccezionalmente ben preservata con migliore organizzazione del lavoro; 8) è impor- mantenendo una struttura molto snella, in cui tracce di colori sui capelli, gli occhi e le soprac- tante elaborare piani di manutenzione che siano ogni membro si è sentito incoraggiato a lavorare ciglia. nel secondo caso, la necessità di provve- facilmente attuabili e gestibili da parte della in sinergia con gli altri, esponendo e condivi- dere a un efficace drenaggio dell’intero sito ha Soprintendenza; 9) è necessario comunicare dendo i risultati dei propri studi, a uscire fuori portato alla riapertura di un’importante fogna all’esterno quello che si fa; 10) infine, interve- dalla propria area disciplinare, a sviluppare uno sotto l’Insula Orientalis II, che fungeva da nire in maniera differente, sperimentando dif- scambio dialettico critico con gli altri. pozzo nero per l’intero blocco di abitazioni e ferenti soluzioni, permette di verificare quale raggiunto uno status quo più gestibile, nel di botteghe. sia la migliore ipotesi d’intervento. 2006 si potè passare all’obiettivo della conser- dal momento che le operazioni sul sito han- Pertanto, l’indirizzo dato dall’HCP, che risul- vazione a lungo termine. Qui era necessario defi- no guadagnato notevole impulso nel periodo tra ta sempre più attuale, palesa la necessità da par- nire standard più elevati relativamente alla distri- il 2004 e il 2006, l’HCP ha iniziato a dedicare te dello Stato di cambiare strategia nella gestio- buzione delle risorse, all’organizzazione del- maggiori risorse alla divulgazione dei risultati ne delle politiche culturali. tale cambiamento è l’informazione, all’accesso ai contratti, all’orga- del progetto e al coinvolgimento di gruppi d’in- necessario e possibile, rilanciando una sinergia tra nizzazione del lavoro, agli standard di salute e di teresse, come la comunità locale. i primi cinque pubblico e privato attraverso il principio di sus- sicurezza, ai tempi di monitoraggio e di auto- anni del progetto hanno dimostrato quanto siano sidiarietà, verticale e orizzontale, previsto dal controllo, così da trovare dei modelli di manu- complessi i problemi che affliggono il sito, con- titolo v della costituzione9, consentendo allo tenzione a lungo termine da poter trasferire alla tribuendo tuttavia alla loro analisi e compren- Stato di mantenere la proprietà dei beni e al pri- Soprintendenza per gli anni successivi. Si è pro- sione, e offrendo soluzioni alternative. Le sfide vato di apportare nuovo management, know how ceduto suddividendo il lavoro in pacchetti più più importanti che l’HCP deve ora affrontare e politiche d’investimento. in altri termini, biso- piccoli e gestibili, creando un database GiS, stru- sono quelle di creare un’infrastruttura di base per gnerebbe considerare il ricco e unico patrimonio mento che facilita la valutazione e il monitorag- la città antica (fogne, coperture protettive, acces- artistico, culturale e archeologico, come bene gio dei risultati, divenendo strumento di lavoro so per i lavori sul sito, ecc.) e sviluppare un produttivo, fonte di economia; così la spesa per utile alla pianificazione in fase di realizzazione. modello di successo per la manutenzione conti- la manutenzione del patrimonio può essere con- Sono stati sviluppati dei contratti flessibili, misti nua, in modo da garantire a lungo termine la siderata più come investimento che come spesa con un team fisso per i lavori di routine, amplia- sopravvivenza del sito; esse dovranno essere stra- corrente, che può alimentare il prodotto interno bile periodicamente, per portare a termine deter- tegie sostenibili, tali da consentire al ramo pub- lordo; pertanto la voce non va inserita nel setto- minati pacchetti di lavoro. nel settembre 2006 blico di portare ugualmente avanti il progetto, re cultura, ma nel settore economia. il PHI definì con la Soprintendenza una lista di quando quello privato si sarà, magari, ritirato. è priorità da seguire negli anni successivi del pro- proprio la mancata attuazione di tale modello getto, dando enfasi non solo alla conservazione, di manutenzione ordinaria che ha portato allo NOTE ma anche all’incremento dei servizi nel sito, qua- stato di abbandono in cui versava il sito negli 1) il Packard Humanities Institute (PHI) è una fondazio- le il museo del sito, in particolare migliorando anni ’90. il progetto dà inoltre importanza ai ne no-profit istituita nel 1987 a Los Altos, in california. le relazioni tra il sito e la città moderna. una sfi- reperti rinvenuti negli scavi, dalle prime esplo- 2) La British School at Rome (BSR) è un centro di ricerche da sempre presente da affrontare era quella di razioni del sec. XiX fino ad oggi, tramite l’iden- sull’archeologia, sulla storia e sulla cultura italiana, e per l’arte e l’architettura contemporanea. saper comunicare al mondo quello che si fa8. tificazione, la catalogazione e la conservazione 3) cfr. j. thomPSon, Conservation and management chal- uno studio dettagliato delle strutture rivelò dei reperti da rendere accessibili al pubblico. il lenges in a public/private partnership for a large archaeo- come gli edifici fossero in costante evoluzione, progetto prevede nuove iniziative volte a rende- logical site (Herculaneum, Italy), “conservation and già nell’ercolano del 79 d.c., e divenne presto re, in futuro, il sito più gestibile, particolarmen- management of Archaeological Sites” 8 (2007), pp. 191- evidente che sia l’immagine del passato da con- te nell’area nord-ovest, in prossimità dell’anti- 204. servare, sia le modalità in cui poterlo conserva- co foro, dove le scarpate a picco sono instabili. 4) cfr. P. G. Guzzo, Pompei 1998-2003. L'esperimento re, potessero emergere soltanto da un dibattito Per concludere, possiamo rilevare che la frut- dell'autonomia, mondadori electa, milano 2003. multidisciplinare ben informato. i lavori preli- tuosa esperienza dell’HCP mostra che: 1) una 5) cfr. j. thomPSon, op. cit. minari sul sito, atti a stabilizzare l’Insula, sono collaborazione sinergica, tra pubblico e privato, 6) cfr. P. PeSAreSi, G. rizzi, New and existing forms of pro- stati seguiti dalla costruzione di coperture speri- permette miglioramenti nel sistema organizzati- tective shelter at Herculaneum: towards improving the con- tinuous care of the site, “conservation and management of mentali e provvisorie per proteggere le aree più vo e nella metodologia d’intervento; 2) il priva- Archaeological Sites” 8 (2007), pp. 237-252. delicate, mentre soluzioni più permanenti veni- to può offrire un grande contributo allo Stato, 7) cfr. d. cAmArdo, Archaeology and conservation at vano pianificate; il consolidamento e la prote- nel difficile e oneroso compito della gestione, Herculaneum: from the Maiuri campaign to the zione dei resti ha inoltre permesso di rivelare della conservazione e della valorizzazione del Herculaneum Conservation Project, “conservation and materiale parzialmente scavato. un esempio note- patrimonio; 3) occorre comprendere un sito nel management of Archaeological Sites”, 8 (2007), pp. 205- 214. 8) cfr. j. thomPSon, op. cit. 9) cfr. l’art. 118 della costituzione italiana.

* Giorgio Faraci, architetto, si è laureato alla Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo; si interessa di recupero dei siti archeologici e di architettu- Veduta panoramica di Ercolano, con il Vesuvio sullo sfondo . ra biosostenibile.

83 DOTTORATO DI RICERCA – CALENDARIO DEI SEMINARI A.A. 2009/10 – AuLA BASILE – D.P.C.E.

marzo 2009 Arch. theofanis bobotis Musei Archeologici. Nuclei di produzione della civiltà Prof. Sandro Pittini docente, facoltà di Architettura Aldo Rossi, cesena Archeologia, Architettura e Paesaggio, una ricerca in corso. maggio 2009 Arch. olimpia niglio ricercatore, università degli Studi ecampus novedrate (co); direttore rivista edA Storia del sistema costruttivo antisismico e protezione del patrimonio esistente Giugno 2009 Prof. maria clara ruggieri tricoli ordinario, facoltà di Architettura, università degli Studi di Palermo Rapporto fra Ricerca e Conoscenza bibliografica, Strumenti, Tecniche e Rappresentazioni Prof. Alberto Sposito ordinario, facoltà di Architettura, università degli Studi di Palermo Metodologia e Assiologia in un progetto di ricerca Settembre 2009 v° Seminario estivo della rete oSdottA* Produzione dell’Architettura tra tecniche e progetto ottobre 2009 Prof. Gillo dorfles Arte, Architettura, Design dicembre 2009 Prof. francesco Lo Piccolo ordinario, facoltà di Architettura, università degli Studi di Palermo Metodologia e Internazionalizzazione della Ricerca Gennaio 2010 Prof. christian darles chercheur, école nationale Supérieure d’Architecture de toulouse Culture costruttive e mattoni in Terra Cruda nello Yemen Prof. Attilio nesi ordinario, facoltà di Architettura mediterranea di reggio calabria Strategie per il controllo e la progettazione nell’architettura storicizzata ing. fabrizio Agnello ricercatore, facoltà di ingegneria, università degli Studi di Palermo Augmented reality in Cultural Heritage visualization Arch. Salvatore d’Amelio 3D modelling for Cultural Heritage documentation febbraio 2010 Arch. marcella La monica ricercatrice, facoltà di Architettura, università degli Studi di Palermo L’arte di Honoré Daumier marzo 2010 Prof. Amedeo tullio Archeologo, facoltà di Lettere e filosofia, università degli Studi di Palermo Archeologia urbana e cultura materiale di età ellenistica a Cefalù Aprile 2010 Prof. Gabriella caterina ordinario, facoltà di Architettura Federico II, università degli Studi di napoli Il Recupero delle mura urbiche di Carlentini Arch. Alessandro tricoli dottore di ricerca in recupero e fruizione dei contesti Antichi La città nascosta. Valorizzare il patrimonio archeologico Arch. carmelo cipriano dottore di ricerca in recupero e fruizione dei contesti Antichi L’ex montedison di Porto empedocle: riqualificazione, recupero e riuso maggio 2010 Prof. maurizio de Luca ispettore dei musei vaticani, roma Restauro della Cappella Paolina di Michelangelo Prof. massimo Perriccioli Associato, facoltà di Architettura di camerino, università degli Studi di chieti Temporaneità e micro-architetture Prof. Giuseppe de Giovanni ordinario, facoltà di Architettura, università degli Studi di Palermo Tavola Rotonda con Hendrik Müller e con Walter Klasz della Technische Universitat München Giugno 2010 Prof. Pier federico caliari ricercatore, Politecnico di milano, coordinatore Premio Piranesi-Yourcenar La nuova museografia Prof. renzo Lecardane Associato, facoltà di Architettura, università degli Studi di Palermo, Expo Territorio dell’immaginario Settembre 2010 vi° Seminario estivo della rete oSdottA Ricerca, Interdisciplinarità e Confronto di Metodi international convention Permanent and Innovative in Mediterranean Architecture

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ISBN 978-88-89683-35-4 * Seminario svolto presso il Dipartimento DASTEC di Reggio Calabria