Sabbioneta. Da Città Ideale a Patrimonio Dell'umanità
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Sabbioneta. Da città ideale a Patrimonio dell’Umanità Luca Rinaldi, Serena Trivini Bellini Sabbioneta (Mn). Giunge in questi loga, il Ghetto ebrai- Strada Sabbionetana, mesi a termine il lun- co), culminate con le cartellone che go cammino, iniziato pesanti distruzioni bel- pubblicizza il paese, anni 1950-1965. più di due anni fa, che liche (la chiesa dei Fi- Mantova, Biblioteca ha portato le città di lippini, il convento di Mediateca Gino Mantova e Sabbioneta San Francesco…) e con Baratta, fondo all’iscrizione nella Li- gli errori della ricostru- Azienda Promozione sta del Patrimonio del- Turistica, APT_1483, zione degli anni Cin- tratta da internet, l’Umanità dell’Unesco. quanta che, portando (URL: http://www. È l’anno quan- avanti le politiche di lombardiabeniculturali. do le Amministrazioni trasformazione conte- it/fotografie/schede/ Comunali di Mantova e nute nel Piano Regola- IMM-2s010-0001483/). Sabbioneta fanno richiesta al Ministero per i Beni tore di massima relativo alla Città Vecchia ( ) e e le Attività Culturali di avviare il procedimento, nel Piano parziale di ricostruzione della città e di puntando sulla cultura quale principio guida delle Cittadella ( ), si concretizza con la demolizio- future strategie di crescita e sviluppo dei tessuti ur- ne di alcuni isolati e con la copertura parziale del bani e del territorio circostante. Nel gennaio Rio, tra le attuali piazza Cavallotti e piazza Martiri viene presentato al Comitato Unesco il Dossier di di Belfiore. Questi fatti sono già stati oggetto di ri- Candidatura , nel quale vengono identificati nello flessioni e critiche , mentre della vicenda di Sabbio- specifico i beni interessati, precisandone l’inqua- neta, del suo salvataggio e della sua rinascita, poco dramento urbanistico e normativo (il sistema cioè si è trattato. Il presente contributo intende riper- dei vincoli di tutela ambientale e paesistica esisten- correre sinteticamente le vicende urbanistiche della ti), la storia e lo sviluppo degli ambiti in oggetto cittadina nel corso del secolo, sino alla definitiva e delle principali emergenze architettoniche e arti- consacrazione a città d’arte, unicum da salvaguar- stiche. Costituisce parte integrante di questo docu- dare come monumento intimamente connesso col mento la proposta di Dichiarazione di Valore Uni- suo contesto paesaggistico. versale Eccezionale che verrà sottoposta al giudizio Nel Vespasiano Gonzaga ( -) inizia del Comitato Unesco, nella quale vengono eviden- a trasformare il borgo di Sabbioneta, capitale del ziati i requisiti che giustificano la candidatura. feudo pertinente a un ramo cadetto della famiglia Mantova è stata coinvolta nel Novecento in Gonzaga, nella piccola “città ideale” del Rinasci- complesse vicende urbanistiche, tra le quali le irra- mento che oggi ammiriamo. Sotto l’impulso di gionevoli demolizioni, avvenute nella prima metà Vespasiano numerose opere architettoniche e ur- del secolo, di importanti testimonianze architetto- banistiche proseguono alacremente, per essere in- niche (le porte medievali, la Palazzina della Paleo- terrotte di colpo alla sua morte. Sabbioneta in una mappa del XVIII secolo. Si vedono la cinta muraria ancora integra e la rocca (Mantova, Archivio di Stato, Catasto Teresiano ). A DESTRA , Sabbioneta nel 1944 in una foto aerea della RAF (Roma, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, Aerofototeca Nazionale). Lo spazio urbano, diviso in trentaquattro isolati rio, un bottegaio che l’aveva acquistata dalla Regia regolari attestati su un asse mediano di attraversa- Camera Austriaca. Nell’abitato, caratterizzato da mento, viene delimitato tra il e il da una vie porticate, si trovano altri famosi monumenti: il cinta muraria stellata, l’elemento che più di altri ha Teatro Olimpico, costruito “all’antica” da Vincenzo mantenuto una forza evocativa. Il centro politico, Scamozzi tra il e il , e la Chiesa dell’Inco- religioso e amministrativo del borgo è Piazza Duca- ronata, che diverrà il Pantheon del Duca. le, su cui si affacciano il Palazzo Ducale e la chiesa Se si esclude la Rocca, il borgo di Sabbioneta è parrocchiale di Santa Maria Assunta. Poco distan- rimasto praticamente intatto dall’età di Vespasia- te, sulla Piazza d’Armi, vengono eretti il Palazzo del no all’inizio del Novecento, quando i primi timidi Giardino ( ) e la Galleria degli Antichi ( - sentori della modernità spingono gli amministrato- ), casino ducale e edificio destinato ad ospitare ri a favorire l’attraversamento della cittadina, sino SOTTO , Sabbioneta oggi, le collezioni d’arte della famiglia Gonzaga. Questi allora regolato dalle porte gonzaghesche, aprendo vista da nord est, con il regolare reticolo dei lotti ultimi edifici fronteggiavano la Rocca, della quale è due nuovi varchi nelle mura, uno a nord ( ) e edilizi. rimasta traccia solo nelle mappe storiche: la struttu- uno a sud ( ), proprio all’altezza delle nuove ra venne atterrata nel ad opera del proprieta- scuole sorte sul sedime della Rocca. Già dal si tutela del paesaggio e dei centri storici discuteva della demolizione completa delle mura , argomento causa di divergenze tra l’amministrazio- ne comunale e la Soprintendenza ai Monumenti veronese, divise sulle ipotesi di trasformazione del borgo, tra necessità di sviluppo del centro urbano ed esigenze di tutela di un patrimonio storico co- sì rilevante. Il novembre la Giunta Comunale di Sabbioneta aveva proposto all’approvazione del Consiglio Comunale un preciso documento sulla necessità di abbattimento delle mura: Il risanamento di Sabbioneta, formando parte pre- cipua del nostro programma d’azione, la Giunta, appena insediata, si è subito data cura di rialzare le sorti di questa povera Cittadina facendo allestire dall’Egregio Ingegnere Comunale Signor Beduschi Cavour il progetto dell’abbattimento delle mura che Sabbioneta, PRG del 1975. Previsioni di piano per le aree esterne al centro storico. A DESTRA , Sabbioneta, PRG del 2000. Indicazione delle possibili trasformazioni all’interno della città murata. SOTTO , Sabbioneta, Piano Particolareggiato Centro Storico del 1999. Rilievo cingono, a ridosso dell’abitato cittadino, soffocando- dei lotti adiacenti a ne ogni possibilità di proficua espansione, di incre- piazza Ducale. mento economico e costituendo esse una ragione di insalubrità. Di fronte al pronunciamento di Alessandro Da Lisca, Soprintendente ai Monumenti, che il ottobre aveva dichiarato che “le mura costi- tuiscono ancora, salvo lievi modificazioni, la cinta creata da Vespasiano, hanno notevolissimo interes- se storico e sono uno degli elementi essenziali del carattere che la singolarissima Città Gonzaghesca può ancora serbare”, si finiva per ammettere che, benché “la demolizione del castello che costituiva, senza alcuna incertezza, la parte veramente storica e artistica delle fortificazioni, ha tolto il vero carat- tere delle nostra mura e ne ha reso possibile un più ampio atterramento […] anziché tutte le mura, basterebbe, per ora, abbatterne un settore, quello settentrionale. Così verrebbe salvato il carattere alla Città e nel medesimo tempo aperta una nuova arte- ria alla sua vita avvenire”. Ci si era dunque limitati, nel , al sacrificio di un tratto di circa duecento metri nella porzione settentrionale della cinta, al- l’altezza del nuovo varco verso Mantova. Sabbioneta giunge quindi pigramente sino al- l’ultimo conflitto modiale, quando viene immor- talata, ancora interamente racchiusa nelle mura, in una celebre foto aerea della RAF . Gli anni Sessanta portano i primi sconvolgi- menti al tessuto urbano e al territorio circostante. Sabbioneta non è ancora dotata di un Piano Rego- latore e nemmeno di un semplice Piano di Fabbri- cazione. Dalla metà degli anni Sessanta una nuova strada di circonvallazione permette finalmente alla statale Mantova-Parma di evitare il borgo monu- mentale, mentre una caotica congerie di condo- mini, villette e piccoli insediamenti commerciali e artigianali sorge lungo i principali assi di comu- Sabbioneta, Piano nicazione che escono dall’abitato. La stagnazione Particolareggiato economica, la crisi irreversibile dell’agricoltura e il Centro Storico del 1999 Indicazione conseguente fenomeno migratorio dalla cittadina delle possibili verso i principali centri industriali lombardi limi- trasformazioni. Isolato tano fortunatamente l’ampiezza dei fenomeni di n. 19, via Gherardo trasformazione. da Sabbioneta, via Nel - Piero Gazzola , Soprintendente ai Rodolfini, via Galleria. Monumenti delle Province di Verona, Mantova e Piante e prospetti. Cremona, propone Sabbioneta come caso di studio all’interno del corso postuniversitario del Centro In- ternazionale di Studi per la Conservazione e il Restau- ro dei Beni Culturali (ICCROM). La pubblicazione che ne consegue costituisce una delle più avanzate riflessioni della cultura urbanistica italiana di que- gli anni sulla salvaguardia delle piccole città d’arte . Sottolineando gli errori più riprovevoli che hanno interessato Sabbioneta nella prima metà del secolo, “ispirati a un malinteso spirito di ammodernamen- to”, Gazzola rileva contestualmente l’inadeguatezza degli strumenti di controllo e gestione delle trasfor- mazioni delle emergenze storiche vigenti in quel pe- riodo, a fronte di uno sviluppo della tecnica e delle esigenze di una società in trasformazione. La So- printendenza si era impegnata sin dal Dopoguerra per “il restauro e la rianimazione degli edifici mo- numentali”: il Palazzo del Giardino con la Galleria degli Antichi, il Teatro Olimpico, trasformato in cinematografo (!), la chiesa dell’Assunta e la chiesa