IDEE ED ESPERIENZE

Kosovo e sicurezza L’approccio globale della missione NATO a guida italiana KFOR XIX

Francesco FIGLIUOLO Federico COLLINA

a complessità degli scenari ope- Il carattere rativi in cui muovono le prin- multidimensionale della Lcipali missioni di gestione delle gestione della crisi è crisi, di ricostruzione e stabilizzazione, diventato il tratto saliente pone sempre più in evidenza la necessità di un nuovo approccio di una stretta sinergia tra i vari attori, mi- globale ed integrato litari e civili, appartenenti alle Organiz- della NATO: zazioni Internazionali ed alle istituzioni il Comprehensive locali che insistono nel teatro operativo. L’Alleanza Atlantica ha quindi promosso Approach. un nuovo modo di affrontare le sfide alla sicurezza, ponendo in evidenza che non possono più essere fronteggiate global- mente da un’unica istituzione, ma solo in una cornice di istituzioni interdipendenti ed interconnesse. In quest’ottica, NATO, 32 33 e sicurezza

Nazioni Unite (ONU), Organizzazione per interlocutori internazionali dell’Alleanza la Sicurezza e la Cooperazione in Europa Atlantica ( Partnership for Peace ed UE), dei (OSCE), Unione Europea (UE) e Consi- quali si cerca di anticipare le necessità e glio d’Europa rappresentano, nell’ambito gli obiettivi di possibili azioni coordinate, dell’ordinamento internazionale, attori nell’ambito della gestione di una situazio- che si completano e concorrono insieme a ne di crisi dove la Comunità internazio- definire un nuovo sistema di sicurezza co- nale sia chiamata ad intervenire. Il COPD operativa 1. In occasione del Vertice di Riga costituisce la sintesi del Comprehensive del 2006, è stata enunciata la Comprehen- Approach alla gestione della crisi, intesa sive Political Guidance (CPG) dell’Alleanza nella sua complessità quale scenario ca- Atlantica, documento programmatico che ratterizzato da un numero elevatissimo analizza gli scenari dei successivi 10-15 di attori che interagiscono in molteplici anni, individuando le capacità che i Pa- dimensioni (militare, politica, economica esi alleati devono sviluppare e le misure e sociale). La comprensione della crisi e, da attuare al fine di fronteggiare le nuove più ancora, la possibilità di gestirla impli- minacce globali poste dal terrorismo, dal- cano un approccio decisamente articolato la proliferazione delle armi di distruzione «...che richiede pensiero laterale, analisi di di massa, dagli Stati falliti, dall’accesso domini non solo militari e soprattutto una a tecnologie dual use e dalla distruzione condivisione di conoscenza e di informa- delle risorse vitali. Al riguardo, nel sum- zioni mai prima d’ora ritenuta necessa- mit di Bucarest del 2008, i Capi di Stato e ria..» 2. di Governo hanno discusso un piano di proposte pragmatiche per una generale L’approccio globale nella missione revisione del modo di pensare alle opera- KFOR XIX zioni militari, di pianificarle e condurle, in Nel corso della missione KFOR XIX, nel prospettiva di una loro armonizzazione periodo settembre 2014 - agosto 2015, la in un più vasto e comprensivo piano di situazione generale di sicurezza in Koso- interventi e risposte di carattere politico, vo, pur in un quadro di fragilità, è sempre economico e sociale, oltre che militare. rimasta alquanto stabile, mostrando an- In sintesi, il carattere multidimensionale che importanti segnali di distensione. Ciò della gestione della crisi è diventato il trat- a dispetto del fatto che ai problemi ancora to saliente di un nuovo approccio, globale irrisolti si sia aggiunta negli ultimi anni ed integrato: il Comprehensive Approach . una grave crisi economica ed occupazio- In tal senso la NATO ha cominciato ad ag- nale. Tale stabilizzazione è stata frutto giornare la propria dottrina già dal 2010, dell’impegno delle istituzioni del Kosovo, quando è stata elaborata la prima bozza dei rappresentanti della Comunità inter- della Comprehensive Operations Planning nazionale, ma anche dell’attività operati- Directive (COPD). La direttiva ha subito va di KFOR che ha continuato a svolgere modifiche successive e conserva un ca- la sua azione imparziale a favore della po- rattere divulgativo ed aperto ai principali polazione kosovara, indipendentemente 34 dall’appartenenza etnica, dal credo reli- operazione è focalizzata sul processo lo- gioso e dalle differenze di genere. cal capacity building del nord del Kosovo, Attualmente lo sforzo principale di KFOR con azioni volte a sostenere ed a moni- è nel nord del Kosovo, a maggioranza ko- torare il processo di integrazione della sovaro-serba, il cui simbolo è la città di regione nelle strutture amministrative Mitrovica, divisa in due amministrazioni, e giudiziarie centrali. L’integrazione del separate dal fiume Ibar, che rispecchiano nord presuppone il favore della minoran- la differente distribuzione etnica della po- za kosovaro-serba qui residente e, più in polazione: Mitrovica Sud, a maggioranza generale, la ricomposizione delle tensioni kosovaro-albanese (circa 80.000 abitanti) inter-etniche che proprio da questa re- e Mitrovica Nord a maggioranza koso- gione possono divampare, per estender- varo-serba (circa 20.000 abitanti). Qui è si a macchia di leopardo nelle altre parti presente anche l’Ufficio Amministrativo del Kosovo, ponendo a rischio diretto la di Mitrovica Nord (MNAO, i.e. Mitrovica stessa sicurezza delle isolate comunità North Administrative Office ), istituito nel religiose serbo-ortodosse, monitorate co- maggio 2012 dall’autoproclamata Repub- stantemente da KFOR. Una seconda li- blica del Kosovo, come soluzione ad inte- nea di operazione, support to International rim per garantire la governabilità della cit- Community , ha l’obiettivo di assicurare il tà. L’Ufficio aveva il compito di acquisire le massimo sostegno ai numerosi attori della competenze di UNMIK per trasferirle in Comunità internazionale, impegnati nella seguito ad una municipalità, creata trami- stabilizzazione del Paese. In sintesi, siner- te libere elezioni amministrative 3. gia e coordinamento fra organizzazioni Nel KFOR Operational Plan , una linea di civili e strumento militare sono necessari 35 Kosovo e sicurezza

La Kosovo Force (KFOR) è una forza militare internazionale a guida NATO, responsabile dell’ordine e della pace in Kosovo, regione inizialmente am- ministrata dall’ONU, con la missione UNMIK ( United Nations Interim Ad- ministration Mission in Kosovo ) e che ha dichiarato unilateralmente la propria indipendenza dalla Serbia il 17 febbraio 2008. La KFOR entrò in Kosovo il 12 giugno 1999, due giorni dopo l’adozione, da parte del Consiglio di Sicurezza, della Risoluzione 1244. All’epoca il Kosovo stava affrontando una grave crisi umanitaria, con scontri quotidiani tra le forze militari del- la Repubblica Federale di Jugoslavia e le forze paramilitari dell’Esercito di liberazione del Kosovo, Ushtria Clirimtare e Kosoves (UCK). La tensione tra i gruppi etnici era molto alta, così come il numero delle vittime degli scontri, soprattutto civili, con quasi un milione di profughi che avevano lasciato la regione. In tale contesto la missione KFOR aveva il compito di proteggere la popolazione civile e assicurare il ritiro delle forze militari jugoslave nel rispetto degli accordi di Kumanovo che sanciva il ritiro dell’esercito e della polizia jugoslava dal Kosovo e la contestuale cessazione dei bombarda- menti della NATO sulla Repubblica Federale di Jugoslavia. Nel periodo di massima partecipazione, il numero delle truppe KFOR ha raggiunto le 50.000 unità, provenienti da 39 paesi (della NATO e non). A se- guito del generale miglioramento delle condizioni di sicurezza sul terreno, il contributo si è gradualmente ridotto, sino ad attestarsi attualmente sulle 5.000 unità (per un totale di 31 paesi contributori).

Il Gen. Figliuolo - Com. KFOR XIX - con i militari portoghesi della KFOR Tactical Reserve 36 se non inevitabili per il successo di questa fallì per la mancanza delle condizioni di missione. Le dinamiche di tali linee ope- sicurezza. rative verranno approfondite attraverso Un secondo tentativo, nel 2012, ebbe esito l’analisi di alcuni case study , riconducibili analogo. La questione è stata riproposta alla missione KFOR XIX. nel 2014, quando è stato istituito un Co- mitato organizzatore che, sotto la guida Case study 1: Prevenzione di tensioni dell’allora Ministro della Kosovo Security inter-etniche in occasione della Force 4 (KSF), Agim Ceku, ha fissato la data commemorazione di Isa Boletini, dell’evento al 28 novembre dello stesso simbolo della lotta ai Serbi anno, giorno dell’indipendenza dell’Al- bania. Il Comando di KFOR, allo scopo di Isa Boletini (al secolo Isa Peci) nacque il 15 garantire il rispetto del mandato (e quin- gennaio 1864 nel villaggio di Boletin (Mu- di un ambiente sicuro in tutto il Kosovo) nicipalità di Zvecan, nel nord del Kosovo), ha analizzato le possibili conseguenze di dove ancor oggi si trova la casa della fa- questo evento, individuando i seguenti miglia Boletini, vicinissima al monastero elementi di rischio: serbo-ortodosso di Sokolica. Isa Boletini • la cerimonia si prestava a una facile stru- combatté contro l’Impero Ottomano, fu mentalizzazione politica, per il collega- tra i principali esponenti del movimento mento diretto della figura di Isa Boletini per l’indipendenza dell’Albania e sosteni- ai sentimenti nazionalistici pan-albanesi, tore dell’ideale della Grande Albania, cioè diffusi in gran parte dell’elettorato delle di uno Stato indipendente che riunisse in principali forze politiche del Kosovo (Par- sé tutti i territori abitati dalla popolazio- tito Democratico per il Kosovo, PDK, e ne di etnia albanese. Fu nominato Mini- Lega Democratica per il Kosovo, LDK); stro della Guerra dell’Albania e combatté • la cerimonia si sarebbe svolta nelle muni- anche contro i Serbi durante la Prima cipalità del Nord, dove poteva comporta- Guerra Mondiale, rimanendo vittima di re escalation di violenza inter-etnica, per un’imboscata tesagli dalla gendarmeria possibili opposizioni e reazioni da parte montenegrina a Podgorica (Montenegro), dei kosovaro-serbi; il 23 gennaio 1916. Per queste ragioni, Isa • nel mese di novembre 2014 la tensione Boletini, proclamato “eroe del Kosovo” nel era già elevata a causa degli esiti del- 2004 da Ibrahim Rugova, è considerato la partita di calcio Serbia-Albania del 14 dai Kosovari di etnia albanese un simbo- ottobre 2014, sospesa per disordini dopo lo della lotta contro i Serbi e ha un posto che un drone aveva sorvolato lo stadio di di rilievo nell’immaginario nazionalistico Belgrado, portando una bandiera raffigu- collettivo. rante, assieme ai confini etnico-geografi- La prima proposta di una cerimonia uf- ci della Grande Albania 5, le immagini di ficiale di sepoltura dei resti dell’eroe nel Ismail Kemali e Isa Boletini, i più rappre- villaggio natale Boletin fu avanzata dalle sentativi esponenti dell’indipendenza al- autorità kosovare nel 2004 ma il progetto banese dall’Impero Ottomano; 37 Kosovo e sicurezza

• il breve preavviso tra l’annuncio del Co- terminato, come primo intendimento di mitato organizzatore e la data dell’evento, KFOR, quello di promuovere, presso il circa un mese, avrebbe potuto causare la- Comitato organizzatore, il posticipo dell’e- cune nell’organizzazione della sicurezza. vento, al fine di approfondire il quadro in- Alla luce di queste valutazioni, il Coman- formativo necessario per la sua migliore dante di KFOR ha deciso di intraprende- gestione. re un’azione di shaping focalizzata sugli Al riguardo, in successive riunioni di co- organizzatori dell’evento, affinché, attra- ordinamento, il Comandante di KFOR verso le loro decisioni, minimizzassero i ha condiviso informazioni e approfondi- rischi di tensioni inter-etniche, durante lo menti con il c.d. Quintetto per il Kosovo 6 e svolgimento della celebrazione. A tal fine, il Rappresentante Speciale del Segretario i Key leader engagement, condotti in pri- dell’ONU e Capo della missione UNMIK, ma persona dal Comandante della forza Farid Zarif. L’azione del Comandante di NATO, sono stati improntati a massima KFOR si è quindi tradotta in un successivo prudenza ed equilibrio, in considerazione e più vasto piano di interventi concertati del fatto che il mandato di KFOR impone con i massimi rappresentanti della Comu- di agire con imparzialità, nel rispetto delle nità internazionale, che hanno esercita- decisioni politiche interne al Paese. to opportune azioni di convincimento e Alla luce degli elementi emersi durante lo moral suasion sul Comitato organizzatore. studio del problema operativo, è stato ela- Quest’ultimo ha infine deciso di riman- borato il concetto d’azione, basato su un dare la cerimonia, in prima battuta, al approccio multi-fattoriale, volto cioè a te- 15 gennaio 2015 (giorno di nascita di Isa nere nella dovuta considerazione tutte le variabili del problema (sociali, politiche e culturali) e a sfruttare ogni risorsa dispo- nibile in grado di influenzare gli eventi. Tale approccio ha consentito di moltipli- care lo sforzo di KFOR, coinvolgendo in una strategia comune molteplici attori presenti nel Teatro di operazioni, unita- mente alle loro risorse umane e materiali. KFOR ha operato secondo una strategia concentrica, volta ad indirizzare le linee d’azione dei vari attori verso l’obiettivo Boletini) e, successivamente, al 10 giugno comune (lo svolgimento delle celebrazio- 2015 (16° anniversario della fine dei bom- ni in totale sicurezza e senza tensioni in- bardamenti della NATO in Kosovo). ter-etniche), in modo sinergico e coordi- Al fine di evitare qualsiasi strumentaliz- nato, con effetti mutually reinforcing . zazione politica dell’evento, in chiave na- Lo scarso preavviso di circa un mese sul- zionalistica, è stato necessario interagire lo svolgimento della celebrazione ha de- direttamente con l’ambiente politico cen- 38 trale kosovaro, molti esponenti del quale ziale di KFOR, estranea all’organizzazio- erano membri del Comitato organizzato- ne della cerimonia, ma pronta a garantire re. In quest’ottica il Comandante di KFOR le condizioni di sicurezza nel Nord del ha avviato un’intensa serie di contatti con Paese durante lo svolgimento della stessa. diversi membri del Governo, tra i quali il Un altro elemento di successo nella stra- Vice Primo Ministro e Ministro degli Af- tegia di KFOR è stato il coordinamento fari Esteri, Hashim Thaci, il Ministro per attivo con le altre organizzazioni di sicu- l’Integrazione Europea, Haki Collaku, e il rezza operanti in Kosovo: Kosovo Police Ministro delle KSF, Haki Demolli. Peral- (KP) ed EULEX 8 (organizzazione respon- tro, il medesimo argomento è stato ogget- sabile), rispettivamente prima e seconda to di attenzione anche a margine del pri- ad intervenire in caso vi sia la necessità di mo incontro ufficiale del Comandante di preservare la sicurezza interna e l’ordine KFOR con il Primo Ministro, , pubblico, in una scala di reazione che pre- nel gennaio 2015. vede la risposta di KFOR in extrema ratio , Analoghi Key leader engagement e meeting quale third responder. Tale coordinamento

sono stati condotti con rappresentanti po- si è reso necessario per pianificare e con- litici locali, in primis il sindaco di Mitrovica durre le operazioni in modo efficiente e Sud, Agim Bathiri, attivo membro del Co- coordinato. Un importante elemento fa- mitato organizzatore, ma anche i sindaci cilitatore al riguardo è stata la partecipa- delle quattro municipalità del nord a mag- zione del personale di KFOR alle riunioni gioranza kosovaro-serba 7, che sono stati del Comitato organizzatore, presieduto informati e rassicurati sull’operato impar- dal Ministro delle KSF e composto anche 39 Kosovo e sicurezza

dai rappresentanti dei Comandi regionali di informazione hanno ripreso le dichia- della Kosovo Police . Inoltre, sono stati mol- razioni del Sindaco di Mitrovica Sud, Agim to proficui i meeting periodici fra i rappre- Bathiri, che contestava la scelta delle Isti- sentanti di KFOR e di EULEX, a livello dei tuzioni kosovare di aver assecondato le Vice Capo missione, e quelli convocati per pressioni della Comunità internazionale la specifica esigenza. Questi, infatti, han- per evitare lo svolgimento della celebra- no permesso di acquisire altri dati infor- zione nel Nord del Kosovo, chiamando mativi, in virtù del continuo rapporto di in causa, al riguardo, anche la mancata collaborazione in essere fra la KP ed EU- autorizzazione da parte di KFOR. Data LEX, che svolge nei confronti della polizia la generalità e la scarsa precisione di tali locale attività di Monitoring, Mentoring e dichiarazioni, non aderenti alla realtà, Advising . per il fatto che l’u- Infine era inevi- nica restrizione tabile che l’evento che KFOR abbia suscitasse il forte mai posto, relati- interesse dei me- vamente le moda- dia. La strategia lità di svolgimento mediatica adottata della cerimonia da KFOR può esse- nel nord del Koso- re schematizzata vo, fosse esclusi- in tre fasi. Nella vamente relativa prima lunga fase di all’impiego delle preparazione della KSF che, negli in- cerimonia, costellata da numerosi rinvii, tendimenti del Comitato Organizzatore, KFOR ha seguito una politica mediatica avrebbero costituito una scorta d’onore reattiva, dialogando con Comunità inter- del feretro di Boletini 9, il Comandante di nazionale ed Istituzioni locali esclusiva- KFOR ha deciso di non rispondere diret- mente su questioni legate alla sicurezza tamente al Sindaco, né personalmente dell’evento ed al di fuori delle sedi media- né a mezzo stampa, affidando al Coman- tiche. In questo frangente, inoltre, le noti- dante del Joint Regional Detachment-Nord zie di stampa riguardanti la celebrazione (JRD-N) il compito di chiarire con lo stesso non erano frequenti e soprattutto non la posizione della missione NATO. chiamavano in causa il ruolo di KFOR. Successivamente, il Sindaco Bathiri ha ri- La seconda fase è stata aperta dall’inat- lasciato ulteriori dichiarazioni agli organi teso annuncio delle autorità governative di informazione, riportando, in maniera kosovare ed albanesi di seppellire i resti di esatta, il contenuto del colloquio con il Isa Boletini in Albania, a Valona. Comandante del JRD-N e rettificando le Tale decisione è rimbalzata a metà maggio precedenti. Infine, la terza e ultima fase è nella stampa locale con una certa accele- stata avviata a seguito dei ripensamenti razione, ancor più quando gli stessi organi del Comitato organizzatore che, in ultimo, 40 ha deciso di effettuare la sepoltura nel vil- della comunità kosovaro serba del nord, laggio di Boletin, nel Nord del Kosovo. e ribadendo il ruolo di third responder in Al riguardo, alcuni media hanno riporta- materia di sicurezza, per invitare tutte le to che KFOR avrebbe scortato il feretro parti a collaborare affinché la manifesta- fino alla sede della sepoltura, cosa eviden- zione si svolgesse senza inutili tensioni. temente non vera e potenzialmente dan- Le celebrazioni si sono tenute infine nosa per l’immagine di imparzialità della dall’8 al 10 giugno, giorno della cerimo- missione. Il COMKFOR ha deciso pertan- nia conclusiva e dell’inumazione a Bole- to di passare a una politica mediatica atti- tin. Le forze KFOR hanno seguito tutte va, rilasciando una dichiarazione ufficiale le celebrazioni monitorando da vicino la a mezzo comunicato stampa, nella quale situazione con gli assetti non cinetici dei è stato chiarito che le unità di KFOR non Joint Regional Detachment 11 ed impiegan- avrebbero scortato il feretro e che l’uni- do elicotteri e velivoli a pilotaggio remoto ca limitazione posta, relativamente allo rispettivamente con funzioni ricognitive svolgimento della cerimonia nel Nord del e di Imagery Intelligence 12 . Le forze di ma- Kosovo, fosse la mancata autorizzazione novra sono state schierate presso hot spot alla KSF di scortare i resti di Boletini. Con e punti sensibili, costituendo dispositivi di il citato comunicato 10 , il Comandante di pronta reazione nelle aree coinvolte dalle KFOR ha preso le distanze dall’evento, celebrazioni. salvaguardando il carattere di imparzia- La cerimonia in onore dell’eroe albanese lità della missione, soprattutto agli occhi Isa Boletini si è conclusa senza incidenti 41 Kosovo e sicurezza

e con la piena soddisfazione degli orga- città, tre ragazzini kosovari di etnia alba- nizzatori e dei numerosi rappresentanti nese avevano perso la vita scivolando nel della Comunità internazionale che, sin da fiume Ibar mentre giocavano. La stampa novembre 2014, avevano manifestato il locale, manipolando l’evento, aveva in- timore che questo evento potesse essere formato l’opinione pubblica sostenendo fonte di nuove tensioni interetniche. che i bambini erano caduti nel fiume per fuggire da un inseguimento da parte di Case study 2: Fiume Ibar, coetanei di etnia serba. L’episodio aveva operazioni di ricerca di un giovane determinato forti disordini pubblici che disperso da Mitrovica si erano estesi in tutto il Ko- sovo, richiedendo il massiccio intervento Il giovane diciassettenne Sead Alushi, di di KFOR. A Prizren, chiese e simboli reli- etnia kosovaro-albanese, scompare il 10 giosi legati alla popolazione di etnia serba aprile 2015, nella città di Mitrovica. Se- ortodossa, venivano presi d’assedio ed in- condo le prime notizie di stampa, Alushi cendiati 13 . avrebbe tentato di rubare un cane sulla Al fine di evitare una possibile escalation sponda Nord del fiume Ibar, assieme a di tensione inter-etnica, il Comandante due amici. di KFOR ha svolto un’azione di shaping I tre giovani, scoperti dal proprietario sui principali stakeholder , i sindaci delle dell’animale, si sarebbero dati alla fuga due municipalità di Mitrovica e la diret- lungo la sponda del fiume. Dopo alcune trice della MNAO, Adrjiana Hodzic, con ore però, Alushi diviene irrintracciabile, l’intento di assicurare, da parte loro, la da cui l’ipotesi di una caduta nel fiume, più responsabile divulgazione delle infor- dove effettivamente viene ritrovato sen- mazioni agli organi di stampa, scevra da za vita dopo 17 giorni di ricerche. manipolazioni politiche e pregiudizi di ca- La scomparsa del giovane Alushi racchiu- rattere inter-etnico. de un elevato potenziale di rischio per la E’ stato, in breve tempo, condiviso e dif- missione: nel marzo 2004, nella stessa fuso, presso l’opinione pubblica locale,

42 un preciso quadro informativo secondo prudenza, tenendo in considerazione il ri- il quale l’episodio, seppur inserito in una schio di escalation di tensione inter-etnica, serie di scontri tra bande rivali di etnia per la possibile reazione al loro impiego diversa, kosovaro-albanese e kosova- sul fiume Ibar da parte della comunità ko- ro-serba, verificatisi tra il 9 ed il 13 di apri- sovaro-serba, anche a fronte delle attuali le 2015, era da ascriversi all’ambito della pretese di parte kosovaro-albanese - e di micro-criminalità e della delinquenza gio- stampo nazionalistico - che vorrebbero la vanile, come comprovato dagli esiti delle più rapida attuazione del programma di indagini condotte dalla polizia kosovara e riforma del settore di difesa e di sicurezza, da EULEX. con la trasformazione delle KSF in Forza KFOR è inoltre intervenuta attivamente Armata. nelle operazioni di search and rescue , at- Contestualmente all’impiego delle KSF, il tivando, nei pressi del fiume Ibar, dove si Comandante di KFOR ha quindi deciso di riteneva che il giovane fosse scomparso, rilasciare preventivamente un comunica- una sala operativa con funzioni di coor- to agli organi di stampa, con l’obiettivo di dinamento con EULEX, KP e KSF. Le KSF, chiarire la liceità della sua autorizzazione in particolare, sono state autorizzate dal e specificando compiti e mandato delle Comandante di KFOR, su esplicita richie- stesse unità di ricerca kosovare. sta del Comandante Regionale della KP di In sintesi, stretti e costanti scambi di in- Mitrovica Nord, ad intervenire con nu- formazioni ( i.e. intelligence gathering ) ed clei di sommozzatori nelle ricerche 14 . Al attività di moral suasion sui principali sta- riguardo, le valutazioni sull’impiego delle keholder hanno consentito la migliore ge- KSF sono state condotte con la massima stione operativa dell’evento ed il rilascio 43 Kosovo e sicurezza

di dichiarazioni improntate alla collabo- zionalizzati dalla Repubblica Federale di razione, precise e prive di qualsiasi deriva. Jugoslavia nel 1946 e ritornarono nelle L’attenzione mediatica sul caso è andata proprietà ecclesiastiche nel 1998, per ef- progressivamente scemando sino al ri- fetto di una donazione da parte dell’allora trovamento del corpo del ragazzo, il 27 presidente della Repubblica Federale Ser- aprile 2015. La prova dell’eccellente si- ba, Slobodan Milosevic. Dopo l’intervento nergia creatasi tra le controparti è stata della NATO nel 1999, la municipalità di evidenziata dalla generale partecipazione Decane ha revocato i diritti di proprietà alle esequie del giovane a cui hanno preso dei terreni, nonostante le direttive di parte sia istituzioni kosovare-serbe sia ko- UNMIK in senso contrario. La comunità sovare-albanesi nonchè comuni cittadini monastica ha così deciso di intrapren- di ambo le etnie. dere un’azione legale nei confronti della municipalità presso la Corte Suprema del Case study 3: Kosovo, la cui giurisdizione è stata esclusa Costruzione di un ponte Bailey nella con verdetto del luglio 2015 e rimessa alla municipalità di Decane Corte Municipale di Pec. In un contesto di difficile integrazione, Uno dei compiti di KFOR da inizio man- una simile controversia costituisce un dato, quello di proteggere i siti religiosi motivo di facile manipolazione, sfrutta- serbo-ortodossi del Kosovo, è stato gra- bile in chiave politica per attrarre l’eletto- dualmente rilevato dalla KP, sulla base del rato kosovaro-albanese su questioni mar- miglioramento dei rapporti tra comunità catamente nazionalistiche ed innalzare i religiose e popolazione kosovaro-albane- toni del confronto in chiave inter-etnica. se e del livello di preparazione ed efficien- A ciò si aggiunga che la Comunità mona- za raggiunto dalla stessa polizia kosovara. stica di Visoki Decani segue con una certa Il monastero di Visoki Decani è l’ultimo apprensione la recrudescenza del fonda- sito che rimane ancora sotto diretta pro- mentalismo islamico, sull’onda del cre- tezione delle forze della NATO, specifica- scente fenomeno dei c.d. foreign fighter , tamente sotto comando italiano, che svol- ovvero Extremists Claiming Affiliation to gono nell’area attività di pattugliamento Islam nell’area balcanica 15 . Nel mese di dinamico, garantendo una pronta reazio- ottobre 2014, le proprietà esterne al mo- ne in caso di diretta minaccia. nastero sono state oggetto di graffiti in- A tenere ancora alta l’attenzione di KFOR neggianti ad ISIL 16 ed UCK, fatto che ha nell’area sono i complessi rapporti tra la destato forti preoccupazioni da parte del- comunità monastica e la municipalità lo- la Comunità internazionale e che ha com- cale kosovaro-albanese, complicatisi per portato un potenziamento dei dispositivi via di una disputa sulla proprietà di circa di protezione e sorveglianza da parte di 24 ettari di terreno, esterni al monastero. KFOR. Nonostante le indagini abbiano di- Detti terreni, storicamente appartenenti mostrato che i graffiti sono stati realizzati alla Chiesa Serba ortodossa, furono na- da avventati giovani kosovaro-albanesi, 44 non sono state completamente escluse cale, con ritorni positivi da un punto di ipotesi di una più complessa macchinazio- vista turistico giacché non solo il valore ne volta a destabilizzare il clima delle già artistico e religioso del sito, ma anche lo complesse relazioni tra la comunità mo- stupendo contesto ambientale in cui il nastica ed il contesto socio-politico locale. monastero è ubicato, rappresentano for- In questo delicato quadro di relazioni, tissime attrattive sia per visitatori locali KFOR, assieme alla Comunità interna- che internazionali. L’idea del ponte è stata zionale, ha cercato lo sviluppo di un dia- accolta con grande favore della Comuni- logo propositivo tra locali istituzioni e tà internazionale, in primis , da UNMIK, il comunità monastica e avviato progetti di cui Capo missione, Farid Zarif, ha messo cooperazione civile e militare, al fine di a disposizione circa 15.000 Euro per la dimostrare che tolleranza e collaborazio- realizzazione delle opere complementa- ne sono presupposti imprescindibili per lo ri al ponte (spalle in cemento armato e sviluppo e la crescita di tutta la comunità raccordi alla viabilità). L’indisponibilità di di Decane, indipendentemente dall’ap- unità del genio di KFOR per il montaggio partenenza etnica e dalla professione di della struttura ha aperto l’ipotesi di un fede dei suoi membri. intervento delle KSF, con unità opportu- Tra questi c’è il progetto di un ponte Bai- namente “mentorizzabili” da un team di ley , messo a disposizione dall’Esercito Ita- istruttori dell’Esercito italiano. Assunta liano per esigenze di carattere operativo la piena adesione del Ministro delle KSF (rendere più snelli ed efficaci i pattuglia- all’impiego di dette unità e muovendo dal- menti delle unità motorizzate di KFOR la certezza della fattibilità tecnico-finan- attorno al monastero) ma che in effetti ziaria dell’opera, il Comandante di KFOR sarebbe potuto servire anche per un ge- ha proposto il progetto ai leader politici e nerale miglioramento della viabilità lo- religiosi di Decane, fungendo da mediato- 45 re nel raggiungimento di un’intesa bilate- presupposti per il coinvolgimento del Mi- rale per la realizzazione dell’opera. Già ad nistero delle KSF e delle Istituzioni locali inizio ottobre 2014, nell’occasione dell’i- nella realizzazione dell’opera. Inoltre, i naugurazione di un tratto della viabilità rappresentanti di KFOR hanno presenta- interna alle proprietà del monastero, pro- to il progetto nell’ambito del Comitato di getto finanziato dal Contingente italiano, sovrintendenza e tutela delle c.d. Special il Comandante di KFOR aveva avviato le Protective Zones 17 , presieduto dal Rap- intese tra l’Abate del monastero, Padre presentante speciale dell’UE in Kosovo, Sava Janjic ed il Sindaco di Decane, Ra- Samuel Zbogar, rafforzando il consenso sim Selmanaj, per il completamento del della Comunità internazionale attorno piano di viabilità dell’area, proponendo all’iniziativa. Per contro, KFOR ha cerca- l’installazione di un ponte Bailey , cedibile to di sensibilizzare i leader politici locali dall’Esercito italiano. Nel mese di maggio kosovaro-albanesi sull’importanza del 2015, il progetto è stato mostrato nella sua progetto, utile a ricomporre le fratture tra compiutezza progettuale ed organizza- la municipalità di Decane e la comunità tiva al Vescovo di Raska-Prizren, Theo- Serbo-ortodossa, in prospettiva di un ge- dosjie Sibalic, guida spirituale della Comu- nerale rilassamento dei toni del confron- nità serbo-ortodossa del Kosovo, che lo ha to. Al riguardo, il Comandante di KFOR accolto con grande favore. Al riguardo, lo ha avviato proficui e positivi incontri con stesso Vescovo ha dimostrato la massima il Sindaco di Decane e con Ramush Ha- disponibilità per l’impiego delle KSF nelle radinaj, leader del partito ‘Alleanza per il attività di montaggio del ponte, ponendo i futuro del Kosovo’ (AAK) che nell’area di 46 Decane rappresenta la principale espres- militari e civili, presenti nell’ambien- sione del voto dell’elettorato. A conferma te operativo, implicando, da parte loro, dell’unità di intenti raggiunta con le auto- un’assunzione di responsabilità ed un rità politiche e religiose, il 18 maggio 2015 contributo fattivo nei limiti delle proprie il Sindaco di Decane, Rasim Selmanaj, e possibilità, in funzione del proprio ruolo l’Abate del monastero, Padre Sava Janjic, e della propria posizione sociale. Questo hanno siglato presso Villaggio Italia - sede modus operandi di creare sinergie tra- del Multinational Battle Group West a gui- sversalmente alla società ed ai comparti da italiana - un accordo che costituisce il militari e civili di Istituzioni locali e Mis- documento programmatico per l’imple- sioni militari e civili attive nel Paese non mentazione del progetto. Il montaggio del può escludere il contributo delle donne, ponte Bailey presso il monastero di Deca- nonché delle fasce più giovani della so- ne è stato realizzato nel mese di giugno cietà (ragazzi/e), relegate nel passato al 2015, con rapidità di intervento da parte mero ruolo di vittime dei conflitti, sen- delle unità delle KSF e sotto la supervisio- za alcun ruolo attivo nella risoluzione ne di un team di istruttori proveniente dal delle crisi. Al riguardo, la prospettiva di 6° Reggimento Pionieri di Roma. I lavori genere ha fatto il suo ingresso nelle di- sono stati preceduti da una complessa fase namiche delle missioni militari e civili di approntamento, che ha visto il materia- a partire dal 2000, quando il Consiglio le da ponte affluire in Kosovo in meno di di Sicurezza delle Nazioni Unite votò la un mese, con un trasporto intermodale Risoluzione sulle donne, la pace e la si- strada-mare avviato in Patria dal 6° Reg- curezza (UNSCR 1325 21 ), documento che gimento Pionieri e concluso dal Gruppo riconosce esplicitamente l’impatto della di Supporto di Aderenza del Contingente guerra sulle donne ed il contributo delle nazionale in Teatro operativo. L’inaugura- stesse nella risoluzione dei conflitti per zione del ponte, avvenuta il 13 luglio 2015 una pace durevole. alla presenza dei massimi rappresentan- ti della Comunità internazionale e delle massime autorità politiche e religiose in Kosovo, è stata presieduta dal Generale Francesco Paolo Figliuolo, Comandante di KFOR e dall’Ambasciatore Italiano in Ko- sovo, S.E. Andreas Ferrarese.

Case study 4: La prima Gender Conference di KFOR

L’applicazione del comprehensive appro- ach richiede il coinvolgimento a 360° di tutti gli attori, internazionali e locali, 47 Kosovo e sicurezza

A testimoniare quanto la prospettiva di re i risultati della missione, nell’ambito di genere abbia assunto un ruolo significa- un atteso miglioramento delle condizioni tivo nella missione, è stato l’incontro del 1 di stabilità e sicurezza del paese e del- dicembre 2014 del Comandante di KFOR la libertà di movimento (i.e. Secure And con l’Ambasciatrice Marriet Schuurman, Safe Environment e Freedom of Move- Rappresentante Speciale del Segreta- ment , capisaldi della missione di KFOR). rio Generale della NATO per le donne, Proprio alle donne e al ruolo assunto la pace e la sicurezza. Nell’occasione il dalle stesse in Kosovo nell’ambito delle COMKFOR ha delineato un punto di si- Istituzioni locali e delle Organizzazioni tuazione circa l’implementazione della e Missioni internazionali qui operanti, UNSCR 1325 nell’ambito della missione è stata dedicata la prima Gender Confe- KFOR XIX ed evidenziato che la prospet- rence della storia di KFOR, ospitata pres- tiva di genere permea il modo di conce- so la base di , il 17 giugno 2015. pire e condurre le operazioni sul campo Per l’occasione sono state invitate quali oltre che costituire un importante trait relatrici personalità femminili di primis- d’union con le Istituzioni locali, che ve- simo piano (*) che, partendo dall’esperien- dono donne occupare posizioni di vertice za personale, hanno condiviso esempi di istituzionale, e con le Organizzazioni e le successo da cui trarre indicazioni di ca- Missioni internazionali (UNMIK ed EU- rattere operativo, al fine di armonizzare LEX), in cui personale femminile opera lo sviluppo del Paese con le prospettive e con successo nei nevralgici ambiti con- l’uguaglianza di genere, nel rispetto del- nessi alla ricostruzione ed allo sviluppo la sensibilità posta al riguardo da tutta la del Paese (i.e. Security Sector Reform, De- Comunità internazionale. La conferenza mobilization, Disarmement and Reintegra- è stata anche oggetto di un’edizione spe- tion, Climate Change Policies, etc. ). ciale del KFOR Chronicle, la rivista della Al riguardo, è proprio la presenza di qua- missione NATO in Kosovo. lificato personale nell’incarico di Gender Advisor , nello special staff del COMKFOR, ad assicurare che le prospettive di genere siano prese in considerazione tanto nei (*) Adrjiana Hodzic, Direttrice dell’Ufficio ammini- strativo di Mitrovica Nord, il Colonnello Elmina processi di pianificazione delle operazio- Mahmuti, Presidente dell’Associazione delle donne ni, quanto di monitoraggio e valutazione presso la Kosovo Police, il Colonnello Irfete Spahiu, degli effetti attesi (i.e. gender mainstrea- Comandante del Centro Addestramento e Dottri- na della , Mimoza Hasani ming ). A tal fine, il Gender Advisor svilup- Pllana, Responsabile dei diritti dell’infanzia presso pa continui e costanti rapporti con omo- il Ministero dell’Educazione, Njomza Emini, mem- loghe funzioni (c.d. gender focal point ) bro dell’Assemblea parlamentare e responsabile della Commissione salute, lavoro e social welfa- attive presso le varie articolazioni delle re, Isabelle Servoz Gallucci, a capo dell’Ufficio del Istituzioni locali, delle Organizzazioni e Consiglio d’Europa in Pristina, Joelle Vatcher, Vice Capo Missione di EULEX. delle Missioni internazionali, fornendo un contributo sostanziale per interpreta- 48 Adrjiana Hodzic è la Direttrice dell’Ufficio Amministrativo di Mitrovica Nord (c.d. Mitrovica North Administrative Office, MNAO), dove ha ricoperto precedenti incar- ichi di rilievo, quale capo progetto per la costituzione della nuova Municipalità. É stata anche coordinatrice delle politiche di gestione dei flussi migratori, nell’amb- ito dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni a Pristina. Con quattro anni di esperienza nell’attuale incarico dirigenziale, la Hodzic è indis- cutibilmente un punto di riferimento per tutta la Comunità Internazionale, data la sua vasta ed approfondita conoscenza delle Istituzioni locali e della legislatura locale. In occasione della Gender Conference ha così concluso il proprio inter- vento: «Nessuno avrebbe mai creduto che una piccola donna come me potesse raggiungere risultati importanti in un ambiente così pieno di incertezze ed in una così delicata fase di transizione per il Nord del Paese. Credo che la chiave di successo, nell’ambito della mia organizzazione, sia stata la qual - ità messa in campo parimenti da uomini e donne. Ho un messaggio per le donne: non ricerchiamo semplicemente i nostri spazi in termini di poltrone disponibili, non occupiamo posizioni nell’ammin- istrazione solo perché ci spetta un certo numero di queste. Dobbiamo investire anzitutto in noi stesse e ricercare l’uguaglianza di genere sul piano della qualità che siamo in grado di mettere in campo, sul valore della nostra educazione, della nostra professionalità, della nostra dedizione al lavoro e della nostra onestà intellettuale…». CONCLUSIONI I case study trattati dimostrano come co- La situazione di sicurezza del Kosovo è ordinazione, cooperazione e compren- minata da forti fattori di volatilità, non sione tra KFOR, missioni civili e missioni ultimo la divampante crisi economica ed diplomatiche (sia di Stati che di Organiz- occupazionale che ha portato, nei primi zazioni Internazionali) ed istituzioni lo- mesi del 2015, ad un esodo di massa dei cali siano condizioni imprescindibili per cittadini kosovari 18 , di cui la maggior par- la soluzione delle problematiche connes- te giovani che, delusi nelle aspettative di se alla sicurezza del Kosovo. Quest’ul- un futuro nel proprio Paese, hanno var- tima appare, infatti, influenzata da un cato illegalmente le frontiere alla volta ampio spettro di fattori interdipendenti dei paesi dell’Unione Europea. che rende l’impiego del solo strumento Il generale malcontento era già sfociato, militare non più sufficiente, da solo, per nel mese di gennaio, in due forti prote- risolvere con successo l’acuirsi di una ste organizzate dai movimenti politici di possibile crisi. opposizione contro la leadership del pa- L’approccio integrato, per garantire la ese, accusata di piegare le istituzioni ad stabilità del complesso scenario locale, interessi personali e di partito e di non evidenzia l’assenza di un netto confine aver preso provvedimenti per contene- tra azione militare e civile, riflettendo il re l’aumento generalizzato dei prezzi, in paradigma della stretta interdipenden- primis quelli per la fornitura di energia za tra sicurezza e sviluppo del Paese. In elettrica. sintesi, se non può esserci sviluppo senza Gli organizzatori hanno cercato, inoltre, sicurezza, allo stesso tempo non può esi- di mobilitare le masse, attorno a stori- stere sicurezza se non viene garantito lo che frizioni con la minoranza kosova- sviluppo. ro-serba, reclamando animatamente le 49 Kosovo e sicurezza

dimissioni del ministro Aleksandar Ja- delle Istituzioni locali. La missione KFOR blanovic 19 e portando alla ribalta la spi- è pertanto inscindibile dal contributo di nosa questione della privatizzazione del EULEX per la costituzione di uno stato complesso industriale Trepca 20 a Mitro- di diritto in Kosovo, come da quello della vica. In questo articolato quadro sociale, Comunità internazionale, il cui dialogo lungi dall’escludere il potenziale rischio continuo con le istituzioni locali stimola di escalatio n di tensioni interetniche in iniziative e programmi per rilanciare il un’area che ha vissuto una gravissima Paese da un punto di vista socio-econo- crisi umanitaria, è evidente che il proble- mico. ma della sicurezza del Paese non è solo In sintesi, la complessità dello scenario dipendente dalla presenza rassicurante sin qui rappresentato, pone tra le nuove di una forza militare garante della pace sfide di questa missione l’apertura all’a- ma anche, legato alla capacità delle Isti- nalisi di domini non solo militari e lo tuzioni locali di avviare un piano di rifor- sviluppo di relazioni orizzontali esterne, me strutturali necessarie ad assicurare i utili a tastare il polso della situazione ed servizi fondamentali per la ripresa eco- orientare le decisioni operative dei co- nomica (infrastrutture e trasporti, pub- mandanti. blica amministrazione, sanità pubblica), Sul piano tattico, ciò si traduce in un’e- la creazione di posti di lavoro e, in sintesi, voluzione capacitiva intelligence-driven , il rilancio del Paese. dove acquisiscono rilievo le funzioni In- Il successo della missione KFOR risiede telligence, Surveillance, Target Acquisition quindi nella capacità dei suoi vertici stra- and Reconnaissance , ed il ruolo degli as- tegici di rafforzare una solida partnership setti non cinetici, a diretto contatto con con la Comunità internazionale, in ma- la popolazione ( Liaison and Monitoring niera tale da armonizzare obiettivi e pia- Team ), deputati a fornire costantemente nificare interventi sinergici a supporto l’aggiornamento del quadro informativo.

50 1. Per approfondimenti si rimanda a LUCIOLLI Fabrizio W., Organizzazioni Internazionali per la sicurezza, Centro Alti Studi per la Difesa, Ed.2014, p.4. 2. Per approfondimenti si rimanda a DE ANGELIS A., La dinamica dei sistemi complessi, gli effetti e gli obiettivi nella pianifi- cazione delle operazioni militari, in Informazioni della Difesa, periodico dello Stato Maggiore della Difesa, n. 6/2012, p.15. 3. L’Ufficio, a seguito dell’elezione di Goran RAKIC, quale sindaco di Mitrovica Nord, nel novembre 2013, sta progressivamen- te riversando le proprie competenze nella nuova municipalità. 4. La Kosovo Security Force (KSF) è stata istituita nel 2011, come forza multi-etnica, con compiti di risposta alle crisi, di prote- zione civile e neutralizzazione di ordigni esplosivi. Tale forza, addestrata dalla NATO con la missione Nato Advisoring and Mentoring Team (NLAT), opera su tutto il territorio kosovaro fatta eccezione nelle aree di etnia kosovaro-serba, a Nord del fiume Ibar, a meno di espressa autorizzazione della NATO. Tale restrizione è dovuta essenzialmente alla matrice etnica della KSF, per la quasi totalità costituita da kosovaro-albanesi. Al riguardo, l’inclusione delle minoranze è un punto fondamentale del Programma di Riforma del Settore strategico di sicurezza, costituendo un requisito indispensabile per la trasformazione della KSF in Forza Armata. 5. Comprensivi quindi di regioni che non fanno parte dello stato albanese, ovvero Kosovo, parte del Montenegro, della Mace- donia, della Grecia e della Serbia. 6. Nel 1994, Stati Uniti, Russia, Francia, Gran Bretagna e Germania danno vita al Gruppo di Contatto (Contact Group) per i Balcani, con lo scopo di trovare una soluzione diplomatica alla situazione della Ex Jugoslavia. Nella versione attivata nel 1998, per la crisi del Kosovo, l’Italia entra nel Gruppo di Contatto dove, assieme ad USA, Gran Bretagna, Francia e Germa- nia, costituisce il Quintetto dei Paesi NATO che affianca la Russia (QUINT). Nel marzo 2011, con l’avvio del dialogo Belgra- do-Pristina patrocinato dall’Unione Europea, si è di fatto determinata una divergenza tra Russia e QUINT nell’ambito del Gruppo di Contatto sulle politiche di partenariato nell’area balcanica. 7. Mitrovica Nord, Leposavic, Zubin Potok e Zvecan. 8. La missione EULEX, European Union Rule of Law Mission in Kosovo, è stata istituita dall’Unione Europea per suppor- tare le autorità del Kosovo (autoproclamatosi stato indipendente il 17 febbraio 2008) nella costituzione di uno Stato di diritto. L’azione di EULEX è incentrata principalmente nella riforma della magistratura, nel monitoraggio della polizia e nel contrasto alla criminalità. 9. Decisione adottata in forza di una facoltà assegnata al COMKFOR dal Segretario Generale della NATO e comunicata a suo tempo alle autorità governative kosovare. La restrizione è dovuta essenzialmente alla matrice etnica della KSF, per la quasi totalità costituita da kosovaro-albanesi, che rende problematico un loro impiego nel Nord del Paese per la possibile ostilità da parte della comunità kosovaro-serba. Cfr. nota 6. 10. Disponibile sul sito KFOR, in www.aco.nato.int/kfor/news-room/press-releases/ksf-diving-unit-to-operate-in-mitrovi- ca-municipality--.aspx. 11. Unità con compiti di situation awarness in tutto il Kosovo, attraverso un continuo contatto con le Istituzioni locali e la popolazione. 12. Imagery Intelligence. 13. In sole 48 ore si è registrato un bilancio pesantissimo: 19 civili morti, circa 900 feriti, oltre 4.400 kosovaro-serbi evacuati da KFOR per sottrarli alla violenza dei kosovaro-albanesi, 29 edifici religiosi serbo-ortodossi e un migliaio di abitazioni distrutte. 14. Cfr. Nota 6. 15. Secondo ricerche condotte da metà gennaio ad oggi dal Kosovar Center for Security Studies, KCSS, nell’ambito dei paesi con presenza di ECAI il Kosovo si colloca all’ottavo posto con 232 casi confermati ed una media di circa 125 foreign fighter per milione di abitanti. Al riguardo, il 13 marzo 2015, l’Assemblea kosovara ha approvato in seconda lettura il disegno di legge per la prevenzione della partecipazione dei cittadini kosovari a conflitti armati internazionali, a dimostrazione del forte impegno delle Istituzioni in Kosovo al contrasto del fenomeno. 16. Islamic State of Iraq and the Levant. 17. Il c.d. Implementation Monitoring Committee, IMC, costituisce un organo di vigilanza sull’implementazione della legge sulle c.d. Special Protected Zones, che regola lo sviluppo territoriale di aree di particolare valore dal punto di vista culturale, arti- stico e religioso, tra cui il monastero di Decane. Il comitato è stato istituito nel 2013, in base all’art.4 del citato disposto nor- mativo e prevede tra i suoi rappresentanti il Rappresentante Speciale dell’UE, il Capo missione OSCE, i vertici della Chiesa serbo-ortodossa ed i Ministri della Cultura e dell’Ambiente dell’autoproclamata Repubblica del Kosovo. 18. Il picco si è raggiunto a gennaio, quando circa 30.000 cittadini hanno lasciato il Kosovo, facilitati da organizzazioni crimi- nali, dietro pagamento di cifre pro-capite tra i 250 ed i 1.000 Euro. Nel mese di marzo è stata osservata la diminuzione del fenomeno, con il rientro coatto di cittadini kosovari cui è stata negata la richiesto di asilo politico da parte degli Stati europei. 19. Il Ministro per le Communities and Returns, di etnia kosovaro-serba, aveva rilasciato dichiarazioni ritenute offensive dalla comunità kosovaro-albanese di Gjakova, a seguito di aggressioni subite da pellegrini serbi nella stessa municipalità, in occa- sione del Natale ortodosso. Il Primo Ministro Isa Mustafa ha dimesso Jablanovic il febbraio 2015. 20. Complesso minerario e siderurgico sull’orlo del fallimento per deficit non più sostenibili. Al fine di evitare il licenziamento in tronco di circa 2.700 dipendenti, il Governo ha proposto un emendamento alla legge sulla riforma delle imprese pubbliche, prevedendo l’esclusione della Trepca dall’elenco di quelle da privatizzare. Al riguardo, si è sviluppato un contenzioso con il Governo Serbo che, non riconoscendo lo status del Kosovo, rivendica i propri diritti di proprietà sul complesso minerario, proveniente dal patrimonio federale della Ex Jugoslavia. 21. La risoluzione estende a tutte le Parti in conflitto e alle Parti “terze” gli impegni derivanti dalla c.d. Convention on the elim- ination of all forms of discrimination against women (CEDAW), elaborata dalle Nazioni Unite e ratificata dall’Italia il 10 giugno 1985, quali la piena partecipazione delle donne nei processi decisionali a tutti i livelli, il ripudio della violenza contro le donne, l’esigenza della loro protezione e la valorizzazione delle loro esperienze. Kosovo e sicurezza

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