Gino Strada, Storia Di Un Medico Di Confine
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42 Culture MARTEDÌ 10 NOVEMBRE 2009 loro, ma cercando di colpire la popo- lazione civile usando armi che pro- Gino Strada, storia vochino mutilazioni piuttosto che la morte. Perché un morto lo si pian- ge, un mutilato invece lo devi man- tenere, consuma risorse ed ener- gie». Da qui la lotta senza frontiere a di un medico di confine quelle armi stupide, e allo stesso tempo devastanti, che sono le mine antiuomo. Da oggi in libreria un libro di Lancisi ripercorre la vita del chirurgo: le origini Di questa scelta non si è mai penti- to: «È stato proprio in mezzo a que- a Sesto San Giovanni, il ’68, la nascita di Emergency, la battaglia pacifista... sto orrore, in queste situazioni estre- me dove adesso sei vivo, ma tra un minuto potresti saltare in aria, che Foto Ansa ho scoperto il senso dei rapporti ve- Da oggi è in liberia Gino Strada. Dal- ri, la forza di un’amicizia, il valore la parte delle vittime (Piemme) di della solidarietà concreta». E, so- Mario Lancisi. Il libro ripercorre la prattutto, la spinta per andare avan- vita di Strada: dalle origini a Sesto ti. Un medico di Latina, uno che era San Giovanni alla nascita nel 1994 stato con lui nel Kurdistan iracheno, di Emergency fino alla battaglia paci- ha raccontato a Giovanni Cerruti fista del 2002. Anticipiamo per genti- del Corriere che se Gino «avesse con- le concessione dell’editore un brano. tinuato a fare il chirurgo sarebbe og- gi tra i più bravi del mondo. E tra i più ricchi. Invece, come tutti i dotto- ri di Emergency, con l’anzianità di L’anticipazione missione ha raggiunto il massimo MARIO LANCISI già da anni, 4 mila euro». GIORNALISTA Nel 1992 il nome di Strada rim- balza per la prima volta sui giornali. ino Strada si laureò in Repubblica riporta la notizia che medicina nel 1978 e una granata ha colpito un operatore successivamente si è G specializzato in chirur- Via da Milano gia d’urgenza con peri- odi di permanenza all’università di «In Pakistan sono Stanfort negli Stati Uniti, di Pitt- venuto a contatto con sburg in Gran Bretagna e al Groote Schuur Hospital in Sud Africa. In Ita- la «malattia guerra» lia lavora al Policlinico di Milano, poi va a Bergamo e infine a Rho. Con la Croce Rossa Nel 1988 la svolta. Strada decide In Afghanistan dove di applicare la sua esperienza di chi- cura i civili feriti rurgia di urgenza all’assistenza e al- la cura dei feriti di guerra. «Un gior- dalle mine antiuomo no - spiega - non ce l’ho più fatta. Ho sentito il bisogno di scoprire l’altra del Tg1, Enrico Cappozzo, mentre faccia del mondo. Non fuggivo da riprendeva l’assalto dei radicali isla- un’inquietudine interiore. Sono ca- mici di Hekmatyar. Con lui c’erano pitato in Pakistan, e lì sono venuto a l’inviato del Tg1 Paolo Di Giananto- contatto con quella strana, affasci- nio e Franco Nerozzi del settimana- nante malattia che è la guerra. Tor- le televisivo Tg7. Insieme raggiun- nato a Milano mi sentivo un estra- gono l’ospedale della Croce Rossa neo, un turista. Così ho deciso di ri- Internazionale di Kabul. «L’interven- partire, di andare dove potevo esse- to è stato breve. Cappozzo è stato re utile», racconta. operato da un chirurgo italiano, Gi- no Strada, che passa la vita negli Così Gino decide di lasciare Mila- Gino Strada uno dei fondatori di Emergency, in un ritratto del 2002 ospedali della Croce Rossa sui cam- no per andare a fare il chirurgo di pi di guerra», scrive Repubblica.E guerra. Per scelta, per passione, per- Strada commenta: «Ho estratto tut- ché come dice lui stesso «provavo ti. E mi sembrava di svolgere un’attivi- medici al confine con l’Afghanistan. ti i frammenti della granata, sono ot- un generico desiderio di rendermi tà incomparabilmente più utile, il Dal 1989 al 1994 la Croce Rossa lo timista sulla guarigione». Poi ag- più utile e insofferenza per certi che, non c’è motivo di negarlo, mi fa- manda in Etiopia, Tailandia, Gibuti, giunge, riguardo ai feriti in maggio- meccanismi di potere, per condizio- ceva “sentire bene”. Ho la fortuna di Somalia, Perù, Bosnia-Erzegovina. ranza civili, colpiti da bombe e pal- namenti che sentivo estranei ma fare questo lavoro soprattutto perché Lavora in condizioni precarie, sem- lottole vaganti: «Ne abbiamo ricove- che sembravano ineliminabili dalla mi piace», racconta Gino a Davide Pe- pre in emergenza. I suoi pazienti so- rati 250, e non possiamo prenderne professione che avevo scelto. Poi landa. Così Gino fa domanda alla Cro- no soprattutto civili: bambini, donne, più di trecento, neanche se riempis- non mi è stato possibile tornare sui ce rossa per svolgere un’esperienza di anziani. I più feriti dalle mine antiuo- simo i gabinetti», dice Strada. È il miei passi: avevo visto troppo dolo- sei mesi in aree di conflitto. La doman- mo. «I signori della guerra - ricorda - 1992, in nuce ci sono già tutte le ra- re, troppe ingiustizie, la dignità e i da viene accolta e Gino viene destina- hanno trovato che forse è più sicuro gioni che due anni dopo porteranno diritti umani troppe volte calpesta- to al Pakistan, dove c’era bisogno di fare la guerra non massacrandosi tra alla nascita di Emergency.❖.