L'ora È Confusa E Noi Come Perduti La Viviamo

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L'ora È Confusa E Noi Come Perduti La Viviamo «L’ORA È CONFUSA E NOI COME PERDUTI LA VIVIAMO» Leggere Pier Paolo Pasolini quarant’anni dopo a cura di FRANCESCA TOMASSINI e MONICA VENTURINI 2017 Università degli Studi Roma Tre «L’ORA È CONFUSA E NOI COME PERDUTI LA VIVIAMO» Leggere Pier Paolo Pasolini quarant’anni dopo a cura di FRANCESCA TOMASSINI e MONICA VENTURINI 2017 Coordinamento editoriale: Gruppo di Lavoro Edizioni: © Roma, dicembre 2017 ISBN: 978-88-94885-60-6 http://romatrepress.uniroma3.it Quest’opera è assoggettata alla disciplina Creative Commons attribution 4.0 International Licence (CC BY-NC-ND 4.0) che impone l’attribuzione della paternità dell’opera, proibisce di alterarla, trasfor- marla o usarla per produrre un’altra opera, e ne esclude l’uso per ricavarne un profitto commerciale. Immagine di copertina: Roma 2017, Matteo Minnella. Sommario PREMESSA di Simona Costa 5 PREFAZIONE 7 PASOLINI SAGGISTA TRA PASSIONE E POLEMICA FABIO PIERANGELI, «C’è troppa violenza su Roma. Non c’è più un fiore che sbocci in questa periferia». Da Petrolio all’orazione funebre di Casarsa 13 FILIPPO LA PORTA, Quando canta la cicala. L’idea - tragica, antistorica, dionisiaca - di felicità in Pasolini 31 ROBERTO SALSANO, Passione e critica in una sui generis descrivibilità di descrizioni 39 LA QUESTIONE DELLA LINGUA PAOLO D’ACHILLE, L’italiano per Pasolini, Pasolini per l’italiano 53 CLAUDIO GIOVANARDI, Il romanesco di Pasolini fra tradizione e innovazione 73 ANDREA VIVIANI, Il volto nel nome. Evocazioni antroponimiche nei romanzi romani di Pasolini 87 ALTRE FORME DI SPERIMENTAZIONE: TRA CINEMA E TEATRO ANGELA FELICE, Narcisi, Turchi, fanciulli, elfi, ‘frus’. Mitologie della gioventù nel Pasolini friulano 103 FRANCESCA TOMASSINI, Tra teoria e scrittura. La sperimentazione drammaturgica di Pasolini 119 STEFANIA RIMINI, The Imitation Game. Variazioni del personaggio-Pasolini fra scena e schermo 135 RILEGGERE LA POESIA GIUSEppE LEONELLI, Introduzione alle Ceneri di Gramsci 151 MONICA VENTURINI, «Dove l’Italia sogna»: la patria perduta nella poesia di Pasolini 157 Indice dei nomi 175 Premessa Gli Atti che qui si pubblicano sono frutto di un Convegno tenutosi il 10 e 11 dicembre 2015 all’Università di Roma Tre, presso il Dipartimento di Studi Umanistici, con il patrocinio della Commissione nominata dal Ministero dei Beni Culturali onde promuovere le iniziative culturali per il quarantennale della scomparsa di Pasolini. Tale incontro nasce da una pregressa rete di rapporti interuniversitari, dimostratasi, nel tempo, particolarmente vivace e feconda anche per le aperture critiche prospettate ai giovani in formazione. Il Convegno è stato infatti un ulteriore, basilare momento di confronto fra generazioni diverse, creando un serratissimo dialogo fra studiosi dal consolidato prestigio scientifico e più giovani ricercatori, già comunque in possesso di una corretta e sicura metodologia. La gratitudine va a quanti hanno dunque reso possibile un colloquio estremamente interattivo: dai colleghi delle università romane (oltre a Roma Tre, Roma “La Sapienza” e Roma “Tor Vergata”), agli altri specialisti pasoliniani provenienti dalle Università di Bologna, Padova e Catania e dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia. Il quadro che ne deriva non può e non vuole proporsi come esaustivo, ma certo fa emergere e amplia la ricchezza di un dibattito critico inesaurito che ha impresso una svolta essenziale nel nostro Novecento letterario. Per l’organizzazione e realizzazione di questo progetto, si ringrazia anzitutto il Dipartimento di Studi Umanistici e in particolare il Direttore, prof. Mario De Nonno, che ha sostenuto e promosso tale iniziativa. I ringraziamenti comprendono ovviamente tutti coloro che si sono spesi, a vario titolo, nell’organizzazione del convegno, dal personale tecnico amministrativo del Dipartimento di Studi Umanistici ai molti giovani che hanno prestato la loro opera per la buona riuscita dell’iniziativa: dai curatori dei presenti atti a quanti hanno dato più nell’ombra il loro appoggio e i loro suggerimenti. 5 S. COSTA Il ringraziamento si estende a tutti gli amici e colleghi che si sono immediatamente ritrovati nell’impostazione di questo convegno e che hanno arricchito, come relatori o presidenti di sessione, le giornate romane di un dialogico scambio culturale, i cui esiti sono affidati, senza bisogno di ulteriori commenti, a queste pagine: dimostrazione del rigore e della passione interpretativa che rende le ricerche in ambito umanistico un terreno così vivo di scambi e confronti e le nostre università i luoghi eletti, nonostante tutto, ad alimentare e sostenere nuove ricerche proiettate nel futuro. Simona Costa Roma, 23 ottobre 2017 6 Prefazione «L’ora è confusa, e noi come perduti la viviamo…», mi mormoravi, amaro, disilluso di ciò che hai avuto per dieci anni dentro, così chiaro che tra mondo e mente quasi era un idillio. […] E io… io cedo: posso soltanto appassionarmi, come sempre: pazzo, ché dovrei tacere, non offrire il fianco, non confessare che sono un ragazzo, ancora, eternamente indifeso; che non sempre la passione è grazia. (P.P. Pasolini, Una polemica in versi) Nel 1956, sulla rivista «Officina», Pasolini pubblica Una polemica in versi, attacco esplicito alle posizioni dei comunisti e del loro settima- nale «Il Contemporaneo». Ne nasce un dibattito nell’ambito del quale Fortini interviene, nel numero successivo, con la poesia Al di là della speranza – «Non ti dico speranza. Ma è speranza. / Questa parola che ti porgo è niente, / la sperde il giorno e me con essa» – poi pubblicata in Poesia e errore. Si tratta, come è noto, di una fase estremamente dif- ficile e delicata nei ‘destini generali’ della vita politica italiana, quando ancora, però, era possibile un confronto fra intellettuali che avesse un peso e un valore nella vita culturale del momento da tutti riconosciuto. I versi citati, tratti da Una polemica in versi, ben riassumono le diverse ‘anime’ pasoliniane: la poesia è linguaggio assoluto, la politica il terreno del confronto, il linguaggio la chiave d’interpretazione di un mondo 7 F. TOMASSINI, M. VENTURINI in trasformazione. Dal 1956 – anno cruciale per l’Europa in cui fatti di enorme portata storica cambiano il volto della politica nazionale e internazionale – al 1975 – anno della morte di Pasolini – si concentra una parte importante dell’esperienza artistica pasoliniana che, seppure contraddittoria, tormentata e discussa, rappresenta oggi, senza alcun dubbio, un tassello prezioso quanto essenziale del nostro Novecento. Nel corso degli anni immediatamente successivi al suo omicidio, si assiste ad una profusione di convegni, dibattiti, articoli e pubblicazioni sul cosiddetto ‘scandalo Pasolini’, sull’omosessuale controverso, sulle ombre di un delitto atroce, che non sempre ha giovato alla conoscenza e all’approfondimento del suo pensiero. In seguito, la mitografia del personaggio popolare e scomodo è andata sovrapponendosi sempre più alla figura dell’intellettuale e dello scrittore: la parola scritta del poeta e il vigore unico della scrittura del saggista sono stati spesso sovrastati da un processo agiografico che ha risposto prevalentemente alle richieste pubblicitarie dell’editoria di mercato. L’attenzione nei confronti dell’opera del poeta friulano ha cono- sciuto più recentemente, nel corso degli ultimi due decenni, un’au- tentica esplosione d’interesse nei confronti di tutte le aree della polie- drica ed inesausta attività artistica di Pasolini, che ha reso necessario rileggere e ‘ricollocare’ la sua figura nel panorama novecentesco: basti pensare alla problematica pubblicazione di Petrolio nel 1992 e all’am- pia e articolata edizione per i Meridiani Mondadori di Tutte le opere di Pasolini, suddivisa in dieci volumi. Perché fossero riconosciute la grandezza e la complessità della scrittura pasoliniana è stata necessaria, come scrive Fernando Bandini nel saggio introduttivo al volume dei Meridiani, Tutte le poesie, una lettura critica ‘integrata’, attenta alla «totalità dell’opera» e in grado di «fare i conti con la eterogeneità delle esperienze che la contraddistinguono nel corso degli anni». Le molte- plici contraddizioni disseminate in tutta la sua opera, infatti, come è stato ampiamente dimostrato, se da una parte negano la possibilità di una lettura critica univoca, dall’altra rappresentano la più profonda matrice strutturale e l’elemento dinamico della sua scrittura. Nella ricorrenza del quarantennale della sua morte, dunque, e in tale prospettiva aperta e problematica, abbiamo ritenuto necessario riportare al centro del dibattito culturale la questione del rapporto tra lettura critica e opera pasoliniana. Da qui è nata la volontà di organiz- zare un convegno che ha visto la partecipazione di importanti studiosi della materia, di diverse generazioni e scuole che, attraverso interventi 8 «L’ORA È CONFUSA, E NOI COME PERDUTI LA VIVIAMO» inediti, hanno avviato un’attenta e originale rilettura dell’intera offi- cina pasoliniana, nel tentativo di privilegiare il testo rispetto al gesto, trovando in essa materia su cui misurare indagini linguistiche e lette- rarie. Le giornate di studio – tenutesi all’Università di Roma Tre, il 10 e l’11 dicembre 2015 e articolate in nuclei omogenei – di cui questo volume raccoglie gli atti, rappresentano una conferma dell’inesauribile vitalità dell’opera pasoliniana che continua a svelarsi in nuove ed ine- dite risonanze, delineando una mappa culturale ed «emotiva», come l’ha definita Walter Siti, basata su un’estrema «mobilità dei testi» ed un’elaborazione per fasi che allontana sempre più
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