Studiosi Del Comprensorio Di Villafranca Di Verona

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Studiosi Del Comprensorio Di Villafranca Di Verona STUDIOSI DEL COMPRENSORIO DI VILLAFRANCA DI VERONA A cura di Ezio Filippi VERONA · 2019 © ACCADEMIA DI AGRICOLTURA SCIENZE E LETTERE DI VERONA Palazzo Erbisti - Via Leoncino, 6 - 37121 Verona Tel. 045/8003668 E-mail: [email protected] http://www.aaslvr.it ISBN 978-88-86168-28-1 Finito di stampare nel mese di maggio 2019 presso Mani Grafi che snc Via C. A. Dalla Chiesa, 3 37060 Mozzecane (VR) PRESENTAZIONE L’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona accoglie con piacere questa pubblicazione, frutto del lavoro di un gruppo di validi studiosi del comprensorio di Villafranca, che dimostrano l’amo- re per la loro terra risalendo alle origini di tanti luoghi e tante istitu- zioni, ripercorrendone ab imis fundamentis la nascita ed il divenire. Si tratta quindi di un tassello fondamentale per la conoscenza e la valorizzazione di un territorio cosi importante e fecondo. Merito dell’impresa, oltre che a ciascun Autore, va attribuito senz’altro all’ideatore e coordinatore, il professor Ezio Flippi, mem- bro emerito di questa antica Accademia che la serenissima Repubbli- ca volle fondare nel lontano 1769 per favorire gli studi ed il progresso in territorio scaligero, con uno slancio quindi al sapere ed all’appro- fondimento di cui il prof. Ezio Filippi ha colto l’intimo signifi cato. Il lettore attento troverà la trama su cui sono intessute tante vi- cende storiche, i cui epigoni si vedono anche oggi e saprà scorgere, quindi, un signifi cato che va oltre l’osservazione superfi ciale della realtà circostante. Nel ringraziare tutti per l’impegno e la dedizione auspico che il futuro prossimo sia costellato di iniziative come questa, volte a salvaguardare le proprie radici per preparare un futuro migliore e consapevole. Il Presidente dell’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere Claudio Carcereri de Prati INTRODUZIONE Quattro anni fa tra le memorie di questa Accademia è uscito un volume intitolato Studiosi di Villafranca di Verona. Il titolo ripren- deva quello di una seduta pubblica del Corpo Accademico nel quale giovani studiosi di Villafranca di Verona avevano presentato i frutti delle loro ricerche che, in generale, erano il riassunto delle loro tesi di laurea. In altre occasioni avevo presentato degli studiosi in pubbliche sedute, sicché fu messa assieme una serie di lavori pregevoli che meritava di essere pubblicata: ne è uscito un volume di una certa consistenza. Nel presentare il volume manifestavo soddisfazione nel constata- re che la mia passione per lo studio e per la diffusione della cultura nella società avevano un nuovo mezzo, il nuovo volume “villafran- chese”, per soddisfarla. E proseguivo riconoscendo che anche nei comuni vicini c’erano persone che andavano incitate ed aiutate a valorizzare i loro talenti. Chiudevo il breve scritto augurandomi che in futuro fosse possibile maturare altre esperienze del genere, magari allargate a studiosi di altri comuni. Pur attraverso diffi coltà crescenti ho potuto soddisfare quel mio desiderio e mettere assieme una serie di studi e ricerche più numerosa dell’altra. Otto comuni costituivano il distretto di Villafranca: studiosi di sette comuni hanno dato i loro contributi. Non mi è stato possibile trovare collaboratori a Castel d’Azzano. Spero che sarà per un’altra volta. In questa raccolta di saggi ci sono comuni rappresentati da un solo studioso (Mozzecane, Nogarole Rocca, Vigasio e Sommacam- pagna), un comune lo è da due (Valeggio sul Mincio, considerando che i tre coautori hanno dato un solo contributo); c’è Povegliano Veronese con tre rappresentanti, e c’è Villafranca con un gruppetto di studiosi. Ciò è dipeso sia della mia incompleta conoscenza degli studiosi del distretto, sia dalla disponibilità degli stessi. Nell’ordinare i contributi nel volume mi sono attenuto alla lettera iniziale del cognome degli autori. I temi trattati sono vari, pur essendo in prevalenza da natura umanistica. Maria Vittoria Adami propone alla nostra attenzione le 8 caratteristiche umane e gli scritti fi losofi ci di Lucia Nutrimento, e fa sapere che essa ha lasciato una serie di scritti inediti degni del nostro interessamento. Lorenzo Antonini, innovando lo studio delle visite pastorali dei vescovi, utilizza quelle del vescovo Giberti per ricavare notizie e dati per fare un quadro della società del primo Cinquecento. Alessandro Beghini si sofferma su sottili questioni tra la fi losofi a e la teologia. Da parte sua Antonio Benedetti affronta lo studio del castello di Villafranca fruendo delle ricerche archeologiche fatte negli ultimi anni. Paolo Bertezzolo tratta un aspetto del pensiero di quel personaggio complicato e diffi cile che fu il servita padre Davide Ma- ria Turoldo. L’unico naturalista del gruppo, Ernesto Cavallini, sulla base delle sue ricerche e della letteratura esistente, analizza la fauna vertebrata nel territorio villafranchese e i cambiamenti avvenuti nel tempo. Luca Dossi esamina le difese naturali di un territorio - le valli - e le opere murarie erette dall’uomo per difendere il Veronese dal Mantovano. Da parte mia esamino la più antica pianta del centro abitato di Villa- franca e i problemi connessi al documento che la raffi gura. Giordano Franchini, da parte sua, analizza l’attualità del pensie- ro di fra’ Luca Pacioli, padre della ragioneria. Ilaria Malini, studiosa dell’arte, si sofferma sull’opera di un pittore divenuto villafranchese e poco conosciuto. Italo Martinelli esamina i Templari nella storia e nel Veronese, spinto anche dal ritrovamento di un sarcofago in Vero- na che potrebbe essere la tomba di un gran maestro di quell’ordine. Da parte sua Eugenia Mazzali si sofferma su un tratto della storia del mondo rurale quali furono le Cattedre ambulanti che cercarono di istruire gli agricoltori. Elisa Piccoli, Francesco Varesano e Andrea Volpi, laureati in ar- chitettura, trattano dell’utilizzo conveniente di un tratto del Mamaor, zona militare dismessa e trasferita in proprietà al comune di Valeggio. Marino Rama affronta un argomento sottile quale fu il misticismo di un fi losofo - ed altro - Giuseppe Rensi, non credente. Denny Sgaravato, laureatosi da poco, affronta un argomento qua- si nuovo riguardante le malattie mentali che colpirono i combattenti della prima guerra mondiale e le loro cure nel manicomio di Padova. Anche gli ultimi due autori, in ordine alfabetico, trattano argo- menti differenti. Umberto Tellini porta la nostra attenzione su un oratorio che esisteva in località Varana (Nogarole Rocca) nella quale 9 si trovava il bosco concesso come uso civico agli antichi abitanti di Villafranca. Dell’oratorio rimane la statua di San Donato. Lino Turrini, da parte sua, si sofferma su un problema complesso affrontato nei secoli dai Valeggiani, quale fu l’irrigazione dell’ arido loro territorio, problema che fu risolto intorno al 1950. Ogni autore ha scelto l’argomento che gli era congeniale e lo ha trattato con piena libertà di metodo e di pensiero. A ciascuno di loro va il mio ringraziamento per avere partecipato a questa impresa che mira alla diffusione della cultura. Ezio Filippi MARIA VITTORIA ADAMI BREVE SAGGIO SU LUCIA NUTRIMENTO ANTIFASCISTA, INSEGNANTE E FILOSOFA VERONESE INTRODUZIONE Intelligenza fuori dall’ordinario, puntigliosa e acuta. Carattere so- brio e modesto, non amante degli orpelli e poco propenso a esibirsi, nella convinzione di potersi affermare con le sole armi del merito e della competenza. Spirito teso per un’intera esistenza allo studio e alla febbrile ricerca fi losofi ca, quanto all’insegnamento e alla coerenza ai propri principi applicata nella custodia del valore supremo: la libertà dell’uomo e dell’intelletto. Nel pantheon delle fi gure notabili verone- si relegate immeritatamente nell’oblio c’è senz’altro la professoressa Lucia Nutrimento (4 luglio 1911-12 dicembre 1959). E il tentativo di questo saggio, come traspare sin dal titolo, è quello di delineare una prima ricostruzione di una donna di elevate capacità che ha pagato 12 MARIA VITTORIA ADAMI il fi o di un’epoca poco avvezza a rendere onore a competenze fem- minili. Facendo loro spazio, ma non troppo. Ammirandole, ma con paternalismo. Al punto da farne perdere completamente la memoria. Per questo la ricerca che mi accingo a presentare è partita da un punto zero - essendo stati davvero pochi i riferimenti bibliografi ci da accostare a ricordi familiari e di chi ha conosciuto Lucia - proceden- do man mano in una lenta scalata sugli appigli forniti dal materiale degli archivi storici degli enti che hanno avuto un qualche legame con Nutrimento: l’Accademia di agricoltura, scienze e lettere, dove ho mosso i primi passi con Chiara Contri della biblioteca e con il pro- fessor Ezio Filippi; la Società letteraria, alla quale ho avuto accesso grazie alla professoressa Daniela Brunelli, presidente dell’istituzione che ha fornito alla giovane Lucia uno strumento determinante per il suo riscatto intellettuale garantendole una borsa di studio per tutti gli anni di università; il liceo ginnasio statale Scipione Maffei, dove sono stata accompagnata dalla dottoressa Maria Rosa Dolce; l’Università di Padova dalla quale hanno risposto sollecitamente alle mie richieste Marco De Poli e Donatella Mazzetto. Ha aperto, infi ne, un mondo in gran parte ancora da esplorare - da qui il titolo del saggio che si propone come un primo approccio a questa fi gura - l’archivio privato della famiglia Tommasi-Zavetti- Cordioli nel quale sono custoditi carteggi, manoscritti, documenti e parte dei preziosi diari scritti dalla professoressa tra il 1933 e il 1959 e contenenti il suo pensiero fi losofi co in continua evoluzione fi no all’ultimo giorno di vita. In tal senso ho un obbligo di riconoscenza nei confronti di chi mi ha aperto la porta di casa: l’avvocato Gilberto Tommasi e la moglie Emanuela Zavetti, unica erede di Nutrimento. Emanuela e la cugina Pia Cordioli hanno dato un entusiastico impul- so a questa ricerca convincendomi che far riaffi orare esempi positivi e silenziosi, che mai fecero vanto del proprio sacrifi cio, da un lato è utile per le giovani generazioni, dall’altro restituisce a Verona un tassello della sua storia culturale perché la città renda omaggio a chi non ha l’aiuto della toponomastica per essere ricordato1.
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