Il Cinema “Troppo” Politico Di Elio Petri
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Il cinema “troppo” politico di Elio Petri di Andrea Zennaro A trent’anni dalla scomparsa, Elio Petri con - ni di gavetta, inizia a dirigere film suoi: non della società civile, il potere che reprime tinua a rimanere un personaggio scomodo usa i metodi rivoluzionari della Nouvelle Va - sempre e comunque i più deboli. L’incontro della storia culturale italiana, inspiegabil - gue , ma gira in modo tradizionale attuando con Ugo Pirro per la stesura della sceneggia - mente relegato a capro espiatorio, a scheletro il mutamento all’interno del meccanismo fil - tura, tratta dal romanzo di Leonardo Sciascia nell’armadio della coscienza comune nel mico. A ciascuno il suo , si rivelerà poi fondamenta - contesto di un controverso periodo storico Già con il suo primo lungometraggio, L’as - le nella carriera di Petri: il loro incontro pro - con il quale non si sono fatti ancora i conti. sassino del 1961, incappa nelle restrizioni durrà opere stilisticamente innovative e dai La sua militanza di sinistra, iniziata in giova - della censura che negli anni a venire gli ren - contenuti esplosivi. ne età e proseguita per tutta la vita col suo ci - derà la vita impossibile: l’ambiguo ispettore Mentre altri registi, a lui contemporanei, pre - nema, pur con i suoi alti e bassi (l’indigna - di polizia, interpretato da Salvo Randone, feriscono abbandonare il terreno minato del zione per i fatti d’Ungheria del 1956), lo non piace per il suo modo sregolato di segui - cinema politico, Petri resta coerente, portando porterà, durante la carriera registica, a difen - re le indagini. Ma è proprio questa perdita il genere verso un’astrazione autoriale postmo - dere aspramente i suoi ideali, entrando in d’innocenza nei confronti delle istituzioni la derna, quasi metafisica: solo dopo l’insuccesso collisione anche con i sostenitori di un tem - grande innovazione insita nel cinema di Pe - de I giorni contati tenta una strada più com - po. Più volte viene infatti attaccato dai criti - tri a livello contenutistico. Gli attori sono merciale con il produttore Dino De Laurentis ci della sua stessa parte politica: da ricordare maschere tragiche e distorte che interpretano che non volle produrgli I mostri , troppo anti- a tal proposito l’episodio del 1971 a Porretta personaggi dalle origini umili in una società democristiano, optando per Il maestro di Vige - Terme quando il regista Jean Marie Straub corrotta e alla deriva; il suo attore feticcio, vano al quale stava lavorando Dino Risi; ma si invocò la distruzione de La classe operaia va più che un Gian Maria Volonté, straordina - tratterrà di un episodio isolato. in paradiso considerato reazionario. rio e istrionico, è sicuramente Salvo Rando - Nonostante sia stato pluripremiato a livello Approda al cinema come sceneggiatore e ne alter ego del regista. internazionale e riconosciuto quindi come aiuto regista di Giuseppe De Santis per Ro - In tutti i suoi film persiste un germe auto - autore di primo livello, nel nostro paese è ca - ma ore 11 , per il quale realizza un’inchiesta biografico che rivela le origini proletarie (la lata una coltre di oblio sulla sua figura: mol - giornalistica, divenuta poi un libro: già in figura del padre stagnino che ritorna più vol - ti suoi film sono letteralmente scomparsi novembre questo lavoro si denota una forma di scrittu - te), l’ossessione per la morte sempre dietro dalla circolazione, non esistendo né su sup - ra che travalica la visione neorealista del “pe - l’angolo ( I giorni contati ma soprattutto l’ul - porto video né meritando alcun passaggio dinamento” zavattiniano, giungendo ad una timo film testamento, auto-prodotto con televisivo. Viva, invece, e attuale più che 2012 ricerca attiva sul campo all’interno di un Giannini, Buone notizie ), la disfatta della mai, la sua opera necessita di un’opportuna e contesto di cinema popolare. Dopo dieci an - classe politica responsabile della distruzione utile rivisitazione. Il talento di Mr. Hoffman di Cristina Morello Volto abbastanza convenzionale, all’appa - differenti tra loro ma uguali nei limiti, nei miglia Savage ), l’organizzatore di rapine renza bonario. Biondiccio, grassoccio, oc - difetti e nei (pochissimi) pregi. Ciascuno, (Onora il padre e la madre ), il sacerdote accu - chialuto. Un tipo normale, insomma. O per faccia della stessa medaglia umana ma, allo sato di molestie e di pedofilia ( Il dubbio ), lo lo meno, lontano da quel cliché di divo così stesso tempo, ognuno differente dall’altro. stralunato deejay ( I Love Radio Rock ), l’uo - diffuso nel cinema hollywoodiano. Ecco perché Hoffman è stato anche definito mo che dirige la campagna elettorale di un Eternamente confinato in ruoli secondari e “il Mr. Ripley del cinema contemporaneo”: senatore ( Le Idi di Marzo ) sono solo alcune molto spesso scomodi, Philiph Seymour un attore capace di impersonare qualsiasi delle straordinarie sfumature recitative che Hoffman ha fatto dei personaggi negativi, ruolo cogliendone l’essenza profonda (su Hoffman ci ha regalato nella sua lunga car - sovente terribilmente antipatici, il suo bi - tutti, lo scrittore Truman Capote in A sangue riera, divisa tra cinema e teatro. glietto da visita. E ha anche rivelato il suo freddo di Bennett Miller). Il talento di Mr. Hoffman diventa una sorta grande talento: saper trasformare completa - Un talento premiato con importanti ricono - di specchio che riflette le altrettante diverse mente se stesso a seconda dei personaggi, fa - scimenti - dall’Oscar nel 2005 ( A sangue sfumature non solo di ogni uomo ma dell’in - cendosi notare in ruoli più o meno margina - freddo ) alla recente Coppa Volpi alla Mostra tera società. Un’occasione in più per (ri)sco - li. Ecco che l’infermiere del corale Magnolia , del Cinema di Venezia ( The Master di Paul prire al Candiani, in novembre, che sotto l’assistente di Lebowski ( Il grande Lebowski ), Thomas Anderson) - e molte più numerose un’aria così apparentemente normale e bo - John Savage ( La famiglia Savage ) sono dei candidature. naria può anche nascondersi il lato più oscu - perfetti ritratti dell’uomo contemporaneo, Il figlio che accudisce l’anziano padre ( La fa - ro dell’anima umana. Mondovisioni: il cinema che rischia di Sergio Fant Giunta alla sua quarta edizione, approda an - classificabile che è arrivato a causare una cri - nuova vita, dal lavoro e dalle famiglie. Di che a Venezia (al Giorgione, ogni mercoledì, si diplomatica tra Liberia e Danimarca. Ri - questi tempi però a rischiare non sono solo i dal 31 ottobre al 19 dicembre) la rassegna schiano e hanno subito una dura repressio - singoli, magari dai margini delle nostre so - Mondovisioni – I documentari di Internazio - ne, in un caso che con meno enfasi sulla cietà, ma sono interi paesi ad essere in peri - Anno XXVI n. 6 novembre 2012 nale , ospitata dal Circuito Cinema Comuna - stampa internazionale ha anticipato quello colo, addirittura intere istituzioni sovrana - Autorizzazione Tribunale di Venezia le d’intesa con l’Associazione MetriCubi, in delle Pussy Riot, i membri di Voina Art zionali come l’Unione Europea, minacciata n. 1070 R.S. del 5/11/1991 collaborazione con CineAgenzia e la rivista Group, creativi e impavidi oppositori del re - da un colossale fallimento finanziario e cul - dIRETToRE RESPonSAbIlE Roberto Ellero Internazionale. La nuova selezione presenta gime russo, i filmati delle cui performance turale, complici le lobby che pilotano la po - otto recenti(ssimi) documentari da tutto il senza compromessi sono al centro di Tomor - litica comunitaria, come dimostra la tenace Mensile edito dal Comune di Venezia mondo, scelti nei migliori festival, intorno row . Come loro rischiano il carcere gli attivi - inchiesta sul campo The Brussels Business . Assessorato alle Attività Culturali Circuito Cinema Comunale ad alcuni dei temi più cari al popolare setti - sti di Anonymous che in We Are Legion: The Ma rischiamo anche tutti noi, soprattutto di manale: attualità, diritti umani, informazio - Story of the Hacktivists raccontano storia e non saperne mai abbastanza della complessi - REdAzIonE E AMMInISTRAzIonE ne e libertà di espressione. Ma se dobbiamo strategie del movimento rivoluzionario nato tà del mondo che ci circonda, ad esempio di Palazzo Mocenigo, San Stae 1991 individuare un tratto dominante di questa on-line e poi sceso nelle piazze, e che si sono come uno stato che si dichiara democratico 30135 Venezia selezione, allora sembra essere quello del ri - schierati contro governi, corporation e Scien - quale Israele possa aver instaurato e gestire tel. 041.5241320, fax 041.5241342 schio: il rischio che si corre continuando a tology in nome della libertà in rete. Rischia - da decenni un sistema legale come quello http://www.comune.venezia.it/cinema/ [email protected] prendere posizione, informare e sfidare nor - no la censura poliziesca i blogger e citizen grazie al quale mantiene l’occupazione dei me e sistemi, anche in situazioni in cui do - journalist cinesi che grazie alle nuove tecno - territori palestinesi. Lo denuncia The Law in dIRETToRE Roberto Ellero minano violenza e censura. Rischiano la vita logie e ai social media sfidano gli organi di These Parts , che insieme agli altri sette docu - REdAzIonE noemi battistuzzo i redattori del settimanale Zeta protagonisti informazione ufficiali e il controllo del go - mentari di questa edizione di Mondovisioni HAnno CollAboRATo A quESTo nuMERo : di Reportero , che in Messico si ostinano a verno, come racconta High Tech, Low Life . ci offre la preziosa occasione di scongiurare Paolo dalla Mora, Sergio Fant, Giorgia Gallo,