“Per ignota destinazione”
Sulla storia delle deportazioni nei Lager nazisti Biblioteche civiche torinesi (gennaio-febbraio 2012) Primo incontro, lunedì 9 gennaio 2012 Claudio Vercelli [email protected] Copyright Claudio Vercelli
Il contesto
L’Europa del primo Novecento secolo delle masse La produzione e il consumo “fordista” Il nazionalismo e la centralità degli Stati mono-etnici La frattura delle due guerre mondiali Il lungo tornante della “seconda guerra dei trent’anni” (1914-1945) La nascita e lo sviluppo del totalitarismo
Perché secolo delle masse?
la massa come nuovo soggetto storico, dotato di una fisionomia e logica non riducibile alla somma dei suoi componenti ma dotato di una propria specifica dinamica di comportamento, percezione ed emozione in grado di assorbire in sé l’individuo e gestirlo secondo modi di pensare e di agire individualmente non possibili La massa è dotata di valori che pongono in parziale dissoluzione quelli liberali (individuo). Tra questi: l’unità da identificazione autoritaria, la forza derivante dalla compattezza, sicurezza da certezze indiscutibili, cultura da semplificazione standard, autorità del numero…
Una citazione…
«La guerra ha chiamato in masse proletarie a gran voce alla ribalta. Ha spezzato le loro catene. Le ha straordinariamente valorizzate. Una guerra di masse si conchiude col trionfo delle masse [ ...]. Se la rivoluzione borghese del 1789 — che fu rivoluzione e guerra insieme — aprì le porte e le strade del mondo alla borghesia che aveva fatto un suo lungo e secolare tirocinio, la rivoluzione attuale, che è anche una guerra, sembra schiudere le porte dell’avvenire alle masse che hanno fatto il loro duro tirocinio di sangue e di morte delle trincee […] Si apre nella storia un periodo che potrebbe definirsi “della politica delle masse, o dell’ipertrofia democratica”»
tratta da…
Benito Mussolini sul “Popolo d’Italia”, 5 e 18 marzo 1919 (cit. in Angelo Tasca, Nascita e avvento del fascismo, Bari, Laterza 1965, vol. I, pp. 18-19)
Alcune parole chiave
Massificazione/unità/azione Catarsi/mutamento radicale Potenza/autoaffermazione Cambiamento/selezione/miglioramento
Alcune mappe per contestualizzare il tema sul piano dello spazio geopolitico
L’Europa di fine Ottocento
L’Europa del 1914
L’Europa del 1919
La comparazione
Un altro aspetto: il Mediterraneo
1. L’espansione dell’Impero Ottomano
2. La sua progressiva dissoluzione
L’impatto della Prima guerra mondiale
Nei termini di:
Sconvolgimenti geopolitici di tutti gli assetti europei e mediterranei Di mutamenti nelle culture materiali delle società europee
Da considerare:
La violenza e la brutalizzazione dei costumi di vita L’esercito di leva e la vita di trincea L’impatto su società ancora perlopiù contadine La mobilitazione collettiva L’economia di guerra Il superamento della divisione tra civile e militare La tecnologizzazione del confronto bellico Il forte investimento ideologico
Quattro elementi che ritorneranno
Il filo spinato
Il ricorso al gas
Il trattamento dei civili come obiettivo militare
La folla «anonima»
Le questioni aperte
La dissoluzione dei “grandi imperi” L’affermazione dello Stato nazionale mono-etnicismi e apparati amministrativi L’evoluzione demografica e l’intensa urbanizzazione La questione delle frontiere e delle minoranze I processi di modernizzazione e la risposta delle élite dirigenti locali L’evoluzione economica, il declino britannico e l’ascesa statunitense Il confronto tra il modello liberale e il modello socialista La frattura rivoluzionaria del 1917
La “nazionalizzazione delle masse”
è la fusione dei valori e degli ideali nazionali in un sistema comune – ossia condiviso - alla maggioranza delle classi medie e in grado di poter coinvolgere e influenzare anche le masse popolari; richiama le questioni del consenso, della partecipazione ai processi decisionali e il ruolo dello Stato nel guidare le scelte collettive e individuali; Indica tendenziale omogeneità di gusti, scelte comportamenti è la costruzione di un ethos (carattere/temperamento) condiviso La “nazione come rivoluzione”
In un contesto che propende per la omogeneizzazione…
si pone il problema delle “minoranze” e delle sue possibili soluzioni
Il concetto di minoranza è in sé ambiguo e va inteso storicamente e culturalmente 1. Tutela delle minoranze. 2. Modifica dei confini. 3. Assimilazione 3.1. dispersione della minoranza, mediante la deportazione interna nel territorio dello Stato, al fine dell’assimilazione [ucraini in Polonia, 1947];
4. Spostamento forzato: 4.1. espulsione forzata fuori dei confini dello Stato [tedeschi dopo il 1945; palestinesi nel 1948-49];
4.1.1. scambio: l’opzione 4.1. è attuata da due Stati confinanti che si scambiano parti della propria popolazione [Grecia e Turchia 1922-23; India e Pakistan 1947-49]; 4.2. deportazione «strategica»: spostamento di una minoranza lontana dai confini dello Stato, durante o in vista di una guerra. Può coincidere con 3.1. [tedeschi ed ebrei in Russia, 1915-17; finlandesi, tedeschi, polacchi, coreani, popolazioni turche del Caucaso in URSS, 1935-1945]; 4.3. deportazione repressiva: la deportazione è il mezzo per controllare un territorio colpendo una popolazione non assoggettata completamente allo Stato, spesso in stato di rivolta permanente contro di esso [ceceni in URSS, 1944];
5. sterminio della minoranza (genocidio) [ebrei nell’Europa occupata dai nazisti, 1941-1945]; 5.1. genocidio-deportazione: genocidio attuato mediante e contemporaneamente a una deportazione: Armeni nell’Impero Ottomano, 1915.
Si afferma anche un fenomeno novecentesco, il totalitarismo
1. concentrazione del potere in capo ad un'oligarchia inamovibile e politicamente irresponsabile 2. imposizione di una ideologia ufficiale 3. presenza di un partito unico di massa 4. controllo delle forze operanti nello Stato (polizia) ed uso del terrore 5. completo controllo della comunicazione e dell'informazione Ne deriva il superamento della distinzione tra pubblico e privato
Gli elementi del potere totalitario sono:
l'ideologia enunciata in termini assoluti, esclusivi; il terrore legalizzato e giustificato con promesse chiliastiche; il controllo capillare d'ogni sfera politica e sociale attraverso l'oppressione e la minaccia, la paura e la costrizione; la creazione di ‛uomini nuovi' per il nuovo e perfetto ordinamento totalitario;
e ancora…
la negazione d'ogni conflitto avvenire e, conseguentemente, la repressione d'ogni opposizione a favore dell'unità ideologico-politica e dell'efficienza tecnico-funzionale infine, quale fondamento e giustificazione di questa estinzione d'una brutalità inaudita della libertà individuale, l'equazione, tanto basilare quanto fittizia, fra governo oligarchico-dittatoriale e interessi della ‛totalità', della ‛comunità nazionale' o della classe operaia e contadina
Ovvero
1. Un'ideologia ufficiale, che si pretende onnicomprensiva ed esclusiva e poggia in parte sul rifiuto dei valori tradizionali e sull'esecrazione del passato, in parte sull'evocazione di attese millenaristiche nei confronti del futuro.
2. Un movimento di massa centralizzato, politicamente monolitico, livellato, che si
presenta come il portatore d'una politicizzazione e integrazione il più possibile totali dei cittadini e d'un superamento della società divisa in classi: meta da raggiungere o attraverso il monopolio politico d'una classe, con l'esclusione delle altre, o con l'assorbimento di tutti i gruppi nella cosiddetta “comunità nazionale”.
2 bis In realtà, il movimento totalitario è e resta rigidamente e gerarchicamente organizzato sotto una guida rigorosamente autoritaria, in quanto partito di Stato e unico titolare del potere politico.
3. Il pieno controllo di tutti i principali mezzi di comunicazione e di coercizione. Sotto questo aspetto emerge con particolare nettezza la differenza rispetto alle forme precedenti di dittatura, con le loro più modeste possibilità tecniche di ‛allineamento' e d'intimidazione.
Il totalitarismo è:
1. Regime reazionario di massa: omologazione della collettività governo dispotico nel nome della “nazione” leaderismo cesaristico il “duce” partecipazione attiva ai rituali di massa del potere consenso passivo mobilitazione permanente della collettività populismo radicale ampio ricorso agli strumenti di mobilitazione del consenso
2. Una rivoluzione conservatrice:
identità tra dittatura e rivoluzione brusca rottura con il passato (fino all’annullamento, anche violento, della memoria), per un futuro radioso (o ripresa-rilancio di ciò che del passato celebra ed esalta l’azione presente che lo porta a compimento) privilegiare l’azione, l’atto, il gesto “naturalizzare” il nuovo sistema, regime, ordine politico (dichiarando innaturale ogni diversità) progetto di un mutamento antropologico “nuovo ordine”, “l’uomo nuovo”
il popolo diventa Nazione: la sua complessità sociale è ridotta all’unità ideale e astratta di nazione intesa come unica e assoluta dimensione lo Stato da mezzo diventa fine: coincide con il popolo- nazione, si presenta come sua unica autentica essenza, esclude ogni divergenza il capo – duce è il vertice unitario ed espressione corale delle masse
Il totalitarismo comporta:
la sacralizzazione della politica Il credo politico come fede Il ricorso alle liturgie di massa L’esaltazione mistica dell’azione e della violenza La costruzione del nemico
La costruzione del nemico implica…
Dire che la nazione è omogenea e avrà futuro solo se si depura di ciò che gli è estraneo (logica dell’amico/nemico) richiamo e rilancio di pregiudizi diffusi, alimentando luoghi comuni e stereotipi negativi raccolti da molte fonti, modificati nella direzione della semplificazione e genericità, allo scopo di costruire il nemico che verrà indicato come responsabile dei mali
costruzione e alimentazione di paure, ansie con parallela indicazione della soluzione nel male che va eliminato, il nemico riconosciuto collettivamente come tale
le paure non sono determinate e delimitate (sarebbero risolvibili) ma radicali e indifferenziate: minacciano gli interessi vitali del popolo la politica come salvezza, dimensione che si impone dunque come sovrana, assoluta e totale la pianificazione, attraverso burocrazia pubblica, dell’eliminazione di ciò che è “altro”, non recuperabile, nemico: la sua eliminazione è purificazione della “nuova società”.
logica politica totalitaria e produzione sociale della distanza (che annulla o indebolisce la pressione della responsabilità morale) , dell’indifferenza, dell’invisibilità e dell’insensibilità morale («il superamento della “pietà animale”» Bauman)
“Per ignota destinazione”
Sulla storia delle deportazioni nei Lager nazisti Biblioteche civiche torinesi (gennaio-febbraio 2012) Secondo incontro, lunedì 16 gennaio 2012 Claudio Vercelli [email protected]
Il progetto
Cos’era il «nuovo ordine europeo» nazista e quali erano le concrete intenzioni legate alla germanizzazione e alla arianizzazione del Continente
Definire prima di tutto i caratteri del fascismo
Un fenomeno continentale gli Stati interessati sono, l’Italia, la Germania, il Portogallo, l’Austria, la Spagna, l’Ungheria, la Romania, le Repubbliche baltiche Si ispirano al suo modello movimenti politici in Francia, Norvegia, Finlandia, Polonia, Belgio e in Olanda
Il fascismo è una matrice ideologica e politica…
Che si propone come un modello di organizzazione sociale alternativo tanto alla democrazia parlamentare quanto al comunismo di tipo sovietico Che si dispone come un sistema non tanto autoritario quanto totalitario: è nella sua ambizione pensarsi (e realizzarsi) come tale Ciò implica il superamento della soglia di divisione/separazione tra pubblico e privato
Definire il fascismo come:
Fenomeno moderno e di massa Ricorso ad un esecutivo dispotico Depoliticizzazione della collettività Riduzione della politica ad atto di fede e a ritualismo collettivo Rifiuto di alcune delle idee-forza della contemporaneità: eguaglianza, indisponibilità dei diritti individuali, principio di maggioranza e di tutela delle minoranze, il confronto politico e la sintesi dialettica
Il fascismo valorizza.
La gerarchia (fondata sulla “naturale” ineguaglianza degli esseri umani) La società organicistica (l’adesioni delle singole parti al tutto: ognuno ha un “posto” che è immutabile) La prevalenza del gruppo sul singolo La prevalenza dello Stato sulla società La sacrificabilità dell’individuo nel nome della “nazione”, “razza” o “popolo” Un aggressivo nazionalismo versus il conflitto politico e sociale interno alle società
E ancora…
L’esaltazione degli aspetti tecnologici e dello sviluppo tecnico asserviti ad una politica di potenza
In sostanza, intende essere…
Un regime reazionario di massa Una rivoluzione conservatrice, fatta da élites moderne Un fenomeno terzista, ossia alternativo al liberalismo come al comunismo Di fatto risultò essere l’unione di idee gerarchiche e antiegualitarie con modelli organizzativi moderni
Il nazismo tedesco si caratterizzò in quanto…
Movimento elettorale e di mobilitazione di massa Basato sul “Führerprinzip” Hitler come perno degli interessi di un complesso sistema di poteri All’atto della presa del potere (1933) sciolse tutti i governi locali e centralizzò il comando politico Proclamò la fine del pluripartitismo Fuse la polizia con le milizie di partito Procedette al repentino “allineamento” delle pubbliche amministrazioni Istituì i campi di concentramento
Di fatto istituì uno stato di emergenza permanente
Attraverso la spasmodica mobilitazione della collettività Il ricorso alla logica amico (identico)/nemico (diverso) La militarizzazione della vita pubblica L’enfatizzazione dello spirito cameratesco unione di omologhi in un clima da caserma e trincea
Da ciò derivò un processo di “radicalizzazione cumulativa”
Che si riversò sui due ambiti più importanti del regime: la politica razziale e l’espansionismo verso l’Est
L’antisemitismo…
…da diffuso pregiudizio popolare divenne politica di Stato Supportata da una ideologia politica e sostenuta da argomentazioni “scientiste” Da ciò derivò il razzismo biologico
Sul piano della politica estera…
…il regime rifiutò il principio della sicurezza collettiva e della negoziazione e uscì dalla Società delle Nazioni (1935) Dal 1935, violando i trattati di pace, promosse una politica di riarmo che l’anno successivo si tradusse nella rimilitarizzazione della Renania, Dal 1937 si adoperò per annettersi l’Austria e la Cecoslovacchia
Il nuovo ordine europeo
Era sia tema propagandistico che il tipo di organizzazione che si definì tra il 1939 e il 1943 dalla guerra italotedesca Si definiva per la sottomissione degli Stati europei alla Germania Vi era una gradazione dal basso verso l’altro: 1. colonie interne (Governatorato generale in Polonia, Protettorato di Boemia e Moravia, territori sovietici); 2. Stati vassalli, sia ad occupazione militare (Belgio, Francia occupata, Serbia e Grecia) che con governo autonomo (Vichy, Danimarca, Norvegia, Olanda e Croazia; 3. Alleati (Finlandia, Slovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria)
Il mutamento geopolitico tra il 1938 e il 1944
Una cartografia
La Seconda guerra mondiale: L'Asse nazifascista 1939
La Seconda guerra mondiale: le direttrici dell'espansione dell'Asse
La Seconda guerra mondiale: il colpo alla Francia, 1940
La Seconda guerra mondiale: la massima espansione dell'Asse 1941/42
Di corredo, ad Oriente… le direttrici di espansione del regime del Sol Levante
Il momento di massima espansione (1942)
Il controllo dei territori si avvaleva di…
Repressione sistematica delle dissidenze, l’oppressione politica e il ricorso alla violenza di Stato Il concorso dei collaborazionisti, élite politiche, intellettuali, economiche disposte ad assecondare il regime di occupazione nazista Lo sfruttamento brutale delle risorse materiali e della manodopera La ristrutturazione demografica, su base razziale, dei territori assoggettati
“Per ignota destinazione”
Sulla storia delle deportazioni nei Lager nazisti Biblioteche civiche torinesi (gennaio-febbraio 2012) Terzo incontro, lunedì 30 gennaio 2012 Claudio Vercelli [email protected]
La prassi
Le persecuzioni, le deportazioni e lo sterminio nel Terzo Reich. Dalle detenzioni amministrative all’assassinio di massa tra il 1933 e il 1945.
Una cronologia
1933 30 gennaio Dopo che i grandi gruppi industriali e finanziari ritirano l'appoggio al gabinetto Schleicher, il presidente Hindenburg affida la carica di Cancelliere ad Adolf Hitler. 28 febbraio Con l'incendio del Reichstag vengono emanate le prime leggi repressive contro gli avversari del nazionalsocialismo e il decreto sullo stato di emergenza permanente
5 marzo Ultime elezioni in clima di violenze e terrore: la NSDAP ottiene il 43,9 per cento dei suffragi, i suoi alleati tedesco nazionali 1'8 per cento. 20 marzo Apertura del Lager di Dachau 23 marzo Il Reichstag amputato vota i pieni poteri a Hitler. 31 marzo Prima legge contro l'autonomia dei Länder. 1 aprile Boicottaggio contro le attività ebraiche.
7 aprile La legge per l'epurazione della burocrazia introduce la discriminazione contro gli ebrei. 26 aprile Istituzione della Gestapo 10 maggio Rogo dei libri per "purificare la cultura tedesca" 22 giugno-5 luglio Scioglimento e/o auto-scioglimento di tutti i partiti del sistema di Weimar. 14 luglio La NSDAP è proclamata unico partito consentito; legge per la tutela della razza dalle malattie ereditarie. 20 luglio Concordato con la Santa Sede.
1934 27 febbraio Legge sull'ordinamento del "lavoro nazionale". 26 aprile La Gestapo autorizzata a procedere ad arresti in "Custodia preventiva". 30 giugno Resa dei conti con le SA e uccisione di Röhm. 2 agosto Alla morte di Hindenburg Hitler diventa anche presidente del Reich.
1935 Inizio della persecuzione contro omosessuali e testimoni di Geova 16 marzo Reintroduzione della coscrizione obbligatoria. 15 settembre Leggi di Norimberga contro gli ebrei.
1936 Apertura del Lager di Sachsenhausen (Berlino) In occasione delle Olimpiadi, massiccio internamento di zingari a Marzahn vicino a Berlino 7 marzo Il Reich rioccupa la Renania smilitarizzata a Versailles. 17 giugno Heinrich Himmler nominato Reichführer delle SS e capo della polizia. 28 luglio Primo intervento di aerei tedeschi in Spagna. 9 settembre Viene deciso il piano quadriennale per l'economia di guerra.
23 ottobre Conclusione dell'Asse Roma Berlino. 25 novembre Stipulazione del Patto anti-Comintem con il Giappone. 1 dicembre La Hitlerjugend diventa l'organizzazione statale della gioventù.
1937 Apertura del Lager di Buchenwald (vicino a Weimar) 5 novembre Conferenza di Hitler con i capi militari: direttive per l'invasione dell'Austria e della Cecoslovacchia
1938 4 febbraio Sostituzione dei capi militari e del ministro degli esteri in vista della preparazione bellica. 12 marzo Annessione (Anschluss) dell'Austria. Apertura di Mauthausen, in Austria (nei pressi di Linz). Apertura di Neuengamme (vicino ad Amburgo). Apertura di Flossenbürg, (in Alta Baviera). 30 settembre Il Patto di Monaco riunisce i territori dei Sudeti alla Germania. 9 novembre "Notte dei cristalli" e pogrom contro gli ebrei. 1938-1942: i lager non sono più concepiti come luoghi di rieducazione mediante il lavoro, ma come strumenti per finanziare l’apparato SS. 1939 15 marzo Invasione e distruzione della Cecoslovacchia. 22 maggio Conclusione del Patto d'acciaio con l'Italia. 23 agosto Conclusione del Patto di non aggressione con l'Urss. Apertura di Ravensbrück, campo femminile (vicino a Berlino) 1 settembre Aggressione della Polonia e inizio della seconda guerra mondiale.
1940 Apertura del campo di Moringen, presso Gottinga, per giovani devianti 20 maggio Apertura di Auschwitz I (inizialmente per prigionieri polacchi) 14 giugno La Wehrmacht entra a Parigi. 1941 22 giugno Inizio dell'aggressione all'Unione Sovietica. (giugno-dicembre) circa 3.000.000 di soldati sovietici vengono presi prigionieri, ammassati in campi improvvisati, lasciati di fatto senza cibo. 12 dicembre Decreto "Notte e nebbia" 1942 20 gennaio La conferenza di Wannsee coordina le direttive per la "soluzione finale della questione ebraica”. aprile Oswald Pohl (responsabile amministrativo dei lager gestiti dalle SS) propone a Himmler di integrare il lavoro dei detenuti nello sforzo bellico. 1942-1944: deportazione di 2.800.000 lavoratori coatti dall’URSS e di 2.500.000 di polacchi in Germania, per la produzione bellica.
1943 31 gennaio La sesta armata tedesca capitola a Stalingrado. 18 febbraio Goebbels proclama la "guerra totale". 25 agosto Himmler è nominato ministro dell'interno del Reich. 28 agosto apertura di Dora-Mittelbau per la costruzione sotterranea dei razzi V1 e V2. 9 settembre Dopo la capitolazione dell'Italia la Wehrmacht inizia l'occupazione del territorio dell'ex alleata.
I numeri dell’internamento nei KL, Konzentrationslager
1933 luglio: 26.700 1934: 8mila 1935 – 1936: 5mila 1937: 8mila 1938. 24mila (3.500 “criminali di professione”, 10mila “asociali”, 35mila ebrei dopo la KN, poi in buona parte rilasciati) 1939: 25mila (al 1° settembre sono 22mila)
1940 – 1941 – 1942: 60mila
1943: 224mila detenuti 1944: 350mila 1945: 700mila Nb: da rilevare l’elevato flusso di entrate/uscite prima del 1939; inoltre non sono compresi i circa 600mila/800mila IMI, internati militari italiani e i prigionieri di guerra sovietici Fonti: Pierre Ayçoberry, La società tedesca sotto il Terzo Reich, trad. it. Lindau, Torino 2005 e François Bedarida, Laurent Gervereau, La deportation: le systeme concentrationnaire nazi, Biblioteque de documentation internationale contemporaine, Nanterre 1995
Il sistema Lager
I modelli di Lager: Dachau
1. Main Camp Road 2. Barracks 3. Roll Call Place 4. Gate into Camp 5. Administration Building 6. Disinfection Hut 7. Green House 8. Barbed wire fence 9. Six guard towers 10. Bunker (prison) 11. Crematorium and Gas Chamber
Buchenwald
Sachsenhausen
Auschwitz I
A-Villa del comandante del campo B-Case della guarnigione del campo C-Uffici del comandante del campo
D-Uffici dell'amministrazione del campo E-Ospedale delle SS F-Uffici della Sezione politica (Gestapo) G-Registrazione dei nuovi prigionieri H-Cancello di ingresso con la scritta Arbeit macht frei (il lavoro rende liberi) I-Cucine KI-Camera a gas e crematorio I L-Magazzini, garages e laboratori M-Magazzini per gli oggetto depredati ai deportati e luogo di custodia del gas Zyklon B
N-Pozzi per i cadaveri e luoghi di esecuzioni O-Luogo dove suonava l'orchestra del campo all'uscita e al ritorno dei deportati dal lavoro forzato P-Lavanderia R-Posto di guardia delle SS S-Il muro nero, dove venivano uccisi i prigionieri tramite fucilazione o con un colpo di pistola alla nuca 1-28-Baracche dei prigionieri 11-Blocco della morte, dove risiedeva il Sonderkommando del crematorio I e dove erano detenute le persone prima dell'uccisione 10-Blocco di medicina sperimentale, dove il dott.Clauberg sperimentava sui detenuti la sterilizzazione 24-Blocco al cui piano inferiore abitava l'orchestra dei detenuti ed al cui piano superiore era il bordello del campo 20-21-Infermeria dei detenuti
Auschwitz II, Birkenau
A-Ingresso principale e torre del corpo di guardia BI-Settore I BII-Settore II BIII-Settore III, in costruzione e mai terminato (soprannominato Messico perché gli internati di questa zona, che erano gli ultimi arrivati al campo, spesso vi pernottavano all'aperto, avendo solo una coperta per il freddo). Vi erano circa 10.000 internati, per la maggior parte provenienti dalle deportazioni dall'Ungheria BIa-Lager femminile, in funzione a partire dall'agosto 1942 BIb-Il primo settore ad essere costruito, in funzione dal marzo 1942. Fu all'inizio Lager maschile. Dal 1943 divenne parte del Lager femminile.
BIIa-Area della quarantena BIIb-Campo delle famiglie degli ebrei provenienti dal ghetto di Theresienstadt. Erano 5006 persone. Ne morirono 1040 di stenti in 6 mesi. I sopravvissuti furono tutti condotti alle camere a gas il 7 marzo 1944, esattamente 6 mesi dopo il loro arrivo (solo 70 prigionieri in giovanissima età furono risparmiati). La baracca 30 di BIIb era il famigerato blocco sperimentale. BIIc-Dal 16 maggio 1944, campo degli ebrei provenienti dall'Ungheria BIId-Campo maschile con internati di diversa provenienza BIIe-Dal 26 febbraio 1943, campo degli zingari BIIf-Area di stazionamento degli internati ammalati (Infermeria), alle dipendenze, fra gli altri, di J.Mengele.
C-Case della guarnigione delle SS del campo e loro quartier generale D-Magazzini in cui venivano conservati tutti i beni rapinati agli internati. Il settore era soprannominato Canada, perché vi si trovava ogni genere di beni E-La Rampa. Piattaforma di arrivo dei treni, dove avveniva la selezione fra gli ebrei destinati alle camere a gas e quelli che erano internati nel campo e smistati ai vari settori F-Docce (Sauna), dove venivano spogliati tutti i nuovi arrivati al campo G-Pozzi ed aree in cui venivano bruciati i corpi all'aria aperta H-Fosse comuni dei prigionieri di guerra russi I-Prima camera a gas provvisoria (la Casa rossa) J-Seconda camera a gas improvvisata (la Casa bianca)
KII-Camera a gas e crematorio II KIII-Camera a gas e crematorio III KIV-Camera a gas e crematorio IV KV-Camera a gas e crematorio V L-Latrine e lavabi comuni
NB Il sistema di numerazione delle baracche dei settori BIIc, BIId e BIIe era lo stesso del settore BIIb
I Vernichtungslager
Numero stimato di vittime nei maggiori Kl/Vl
Auschwitz-Birkenau (Pl) 1.100.00 Bełżec (Pl) 434.500 Bergen Belsen (Gr) 35.000 Chełmo (Warthegau-Pl) 152.000 Dachau (Gr) 32.000 Gross-Rosen (Pl) 40.000 Koldichevo (Bl) 22.000 Majdanek (Pl) 78.000 Mauthausen (Au) 120.000 Natzweiler/Struthof (Fr) 12.000 Neuengamme (Gr) 56.000
Plaszow (Pl) 8.000 Sobibor (Pl) 167.000-250.000 Stutthof (Danzica) 65.000 Terezin (Cs) 33.000 Treblinka (Pl) 700.000/800.000 Totale stimato 2.631.500–3.237.500 Vanno aggiunti in morti al campo di Jasenovac (600.000) e 1.300.000 fucilati dagli Einsatzgruppen oltre ad un ampio numero di assassinati in altri Lager (ad esempio al campo di Maly Trostenets in Bielorussia, dove almeno 65,000 ebrei furono uccisi mentre un numero variabile tra i 100.000 e i 400.000 non ebrei subì la stessa sorte)
Operativamente i Vl si dividevano in:
(1) Aktion Reinhardt extermination camps: Treblinka, Sobibor, Belzec, where prisoners were promptly killed upon arrival. Initially, the camps used carbon monoxide gas chambers; at first, the corpses were buried, but then incinerated atop pyres. Later, gas chambers and crematoria were built in Treblinka and Belzec; Zyklon-B was used in Belzec.
(2) Concentration–extermination camps where some prisoners were selected for slave labor, instead of immediate death; they were kept alive as camp inmates, available to work wherever the Nazis required. These camps — including Auschwitz, Majdanek, and Jasenovac — later were retrofitted with Zyklon-B gas chambers and crematoria, remaining operational until war's end in 1945.
(3) Minor extermination camps such as Sajmiste in Serbia, Maly Trostenets in the USSR, Janowska, in Poland, and Gornija Rijeka, initially operated as prisons and transit camps, then as extermination camps late in the war, using portable gas-chambers and gas vans. Gas vans were initially developed at the Chelmno extermination camp, before being used elsewhere
I “temi” dei Lager
L’arresto Il viaggio Le procedure di imprigionamento Il Lager e il Block Il risveglio L’appello e l’Appellplatz Il lavoro e l’Arbeitskommando La fame e il pane I pidocchi e i parassiti Le selezioni Il camino e i crematori
La lingua del campo e la sua funzione La violenza quotidiana e la sopraffazione Il filo spinato I “neri” e i “versi”: le SS e i Kapos La speranza, il desiderio, la disperazione e l’annichilimento I sogni e i pensieri I “musulmani” e la morte Uomini e donne I cancelli e la liberazione Il ritorno
“Per ignota destinazione”
Sulla storia delle deportazioni nei Lager nazisti Biblioteche civiche torinesi (gennaio-febbraio 2012) Quarto incontro, lunedì 6 febbraio 2012 Claudio Vercelli [email protected]
Alcuni volumi di orientamento
Uno studio di caso
Le peculiarità delle singole deportazioni, da quelle politiche a quella razziale, e la vicenda dei testimoni di Geova imprigionati nei Lager tedeschi.
I numeri dell’internamento nei KL, Konzentrationslager
1933 luglio: 26.700 1934: 8mila 1935 – 1936: 5mila 1937: 8mila 1938. 24mila (3.500 “criminali di professione”, 10mila “asociali”, 35mila ebrei dopo la KN, poi in buona parte rilasciati) 1939: 25mila (al 1° settembre sono 22mila)
1940 – 1941 – 1942: 60mila
1943: 224mila detenuti 1944: 350mila 1945: 700mila Nb: da rilevare l’elevato flusso di entrate/uscite prima del 1939; inoltre non sono compresi i circa 600mila/800mila IMI, internati militari italiani e i prigionieri di guerra sovietici Fonti: Pierre Ayçoberry, La società tedesca sotto il Terzo Reich, trad. it. Lindau, Torino 2005 e François Bedarida, Laurent Gervereau, La deportation: le systeme concentrationnaire nazi, Biblioteque de documentation internationale contemporaine, Nanterre 1995
Una sequenza fotografica sull’evoluzione storica dei Kz
Oranienburg, Berlino (1933)
Oranienburg, Berlino (1933)
Dachau, 1934
Sachsenhausen, 1937
Buchenwald, 1937
Auschwitz I
Auschwitz II, Birkenau
Auschwitz III, Buna Monowitz
I Vernichtungslager
Numero stimato di vittime nei maggiori Kl/Vl
Auschwitz-Birkenau (Pl) 1.100.00 Bełżec (Pl) 434.500 Bergen Belsen (Gr) 35.000 Chełmo (Warthegau-Pl) 152.000 Dachau (Gr) 32.000 Gross-Rosen (Pl) 40.000 Koldichevo (Bl) 22.000 Majdanek (Pl) 78.000 Mauthausen (Au) 120.000 Natzweiler/Struthof (Fr) 12.000 Neuengamme (Gr) 56.000
Plaszow (Pl) 8.000 Sobibor (Pl) 167.000-250.000 Stutthof (Danzica) 65.000 Terezin (Cs) 33.000 Treblinka (Pl) 700.000/800.000 Totale stimato 2.631.500–3.237.500 Vanno aggiunti in morti al campo di Jasenovac (600.000) e 1.300.000 fucilati dagli Einsatzgruppen oltre ad un ampio numero di assassinati in altri Lager (ad esempio al campo di Maly Trostenets in Bielorussia, dove almeno 65,000 ebrei furono uccisi mentre un numero variabile tra i 100.000 e i 400.000 non ebrei subì la stessa sorte)
Ancora sulla questione del numero delle vittime
Ebrei: 4.194.200 (Gerard Reitlinger) 5.100.000 (Raul Hilberg) 6 milioni (Wolfgang Benz), dal 1938 al 1945 Non ebrei circa 5 milioni di cui: 3.300.000 sovietici, dal 1941 al 1945 1.100.000 politici, dal 1933 al 1945 200.000 500.000 zingari (Günther Lewy) 9.000 omosessuali 2.250 testimoni di Geova (Paolo Piccioli, Detlef Garbe) 60.000 100.000 disabili e portatori di handicap mentali (Aktion T4), entro il dicembre 1941 + diverse migliaia nella Aktion 14F13 (Benno Müller-Hill, Ernst Klee)
I metodi di assassinio - Gas Van
I pogrom (Kovno, Lituania)
Gli Einsatzgruppen
Le camere a gas e i forni crematori
I “temi” dei Lager
L’arresto Il viaggio Le procedure di imprigionamento Il Lager e il Block Il risveglio L’appello e l’Appellplatz Il lavoro e l’Arbeitskommando La fame e il pane I pidocchi e i parassiti Le selezioni Il camino e i crematori
La lingua del campo e la sua funzione La violenza quotidiana e la sopraffazione Il filo spinato I “neri” e i “versi”: le SS e i Kapos La speranza, il desiderio, la disperazione e l’annichilimento I sogni e i pensieri I “musulmani” e la morte Uomini e donne Le “marce della morte” I cancelli e la liberazione Il ritorno
I prigionieri dei Lager
Le categorie
I politici Gli “asociali” e i devianti Gli omosessuali I testimoni di Geova Gli zingari L’Aktion T4 I prigionieri di guerra sovietici Gli Imi I religiosi e il clero
“Per ignota destinazione”
Sulla storia delle deportazioni nei Lager nazisti Biblioteche civiche torinesi (gennaio-febbraio 2012) Quinto incontro, lunedì 13 febbraio 2012 Claudio Vercelli [email protected]
La memoria e la negazione della storia
Revisionismo, riduzionismo, negazioni e politiche della memoria. Come si può costruire un ricordo condiviso di quel passato?
Distinguere bene il senso delle parole
Revisionismo Riduzionismo Negazionismo Memoria Storia Comparazione Parificazione Banalizzazione trivializzazione Sacralizzazione cristallizzazione
Partire da due grandi “famiglie”
Il revisionismo e il negazionismo
Cos’è il revisionismo
Nella storiografia, il revisionismo può essere: il riesame critico di fatti storici, sia per il venire alla luce di nuove evidenze, sia come reintepretazione delle informazioni esistenti. L'assunto alla base è che la tradizione nel riportare gli eventi storici possa non essere del tutto accurata, rifiutando l'assioma che una data tradizione storica sia valida una volta per sempre e non più sottoponibile a critica scientifica. L'uso negativo del termine revisionismo si riferisce invece all'illegittima manipolazione della storia per scopi politici, quali il revisionismo dell'Olocausto. In questo caso è sinonimo di “negazionismo”
Ernst Nolte e la “polemica storiografica
L’assunto di base…
Il gulag come “il prius logico e fattuale” del lager Polemica anticomunista Revisione della storia del Novecento in chiave conservatrice centralità della Germania “Superare i sensi di colpa” “Denazificare” la storia tedesca
Cos’è il negazionismo
La definizione di negazionismo dell'Olocausto, o impropriamente revisionismo dell'Olocausto, si applica ad un insieme di posizioni esprimenti dubbi radicali circa l’effettività dello sterminio di massa degli ebrei
Così l’Enciclopedia Treccani
Negazionismo è il termine con cui viene indicata una corrente antistorica e antiscientifica del revisionismo la quale, attraverso l'uso spregiudicato e ideologizzato di uno scetticismo storiografico portato all'estremo, non si limita a reinterpretare determinati fenomeni della storia contemporanea ma, specialmente con riferimento ad alcuni avvenimenti connessi al fascismo e al nazismo (per es., l'istituzione dei campi di sterminio nella Germania nazista), si spinge fino a negarne l'esistenza.
Secondo tali posizioni il genocidio degli ebrei da parte della Germania nazista non sarebbe mai avvenuto, mentre il "mito" dell'Olocausto non sarebbe altro che una gigantesca messinscena, funzionale alla demonizzazione del Terzo Reich, alle politiche sotterraneamente perseguite dai circoli ebraici mondiali, alla creazione e alla difesa dello Stato d'Israele
La manomissione del linguaggio
I sostenitori di queste teorie si descrivono in genere come persone che chiedono prove e come "storici revisionisti", ossia che pretendono di rivedere alla radice gli studi attuali, che essi chiamano spregiativamente in vari e coloriti modi, quali "olocaustomania“[R. Faurisson], "menzogna olocaustica“ [A. Butz], "sacra vulgata olocaustica“ [C. Mattogno]
L'uso del termine "revisionismo" viene contestato dalla comunità scientifica, che vi vede un tentativo di occultare dietro un termine dal legittimo uso accademico (revisionismo storiografico) un'operazione di minimizzazione e negazione di fatti acquisiti.
I negazionisti rifiutano queste espressioni, ritenendole spregiative e fuorvianti, visto che essi sostengono di non negare nulla, ed hanno pertanto coniato provocatoriamente la parola "sterminazionisti" (ovvero "coloro che credono che lo sterminio sia avvenuto") per descrivere l'intero consesso degli storici mondiali.
Le tesi principali dei negazionisti odierni sono che
a) la «soluzione finale del problema ebraico» proclamata dal nazismo consisteva nell’emigrazione e non nello sterminio; b) non ci furono gassazioni e comunque un programma di sterminio di massa non poteva tecnicamente svolgersi nei termini in cui si dice invece che si sia consumato; c) la maggior parte degli ebrei scomparsi emigrarono in Usa e nell’Urss, facendo poi perdere le proprie tracce;
d) i pochi ebrei giustiziati dai nazisti lo erano in quanto criminali; e)l’ebraismo mondiale perseguita preventivamente chiunque intenda svolgere un lavoro di critica delle fonti sulla Shoah; f) non vi sono prove coerenti del genocidio ma solo una serie di dichiarazioni, testimonianze, memorie tra di loro contraddittorie o indimostrabili; g) vi sono contraddizioni insanabili nei calcoli demografici della storiografia ufficiale; h) l’onere della prova, come in ogni costruzione indiziaria, sta dalla parte degli accusatori, definiti come tali «sterminazionisti».
Inoltre….
a) le testimonianze ebraiche sono menzognere o comunque poco o nulla credibili poiché a priori di parte; b) i mezzi di informazione sono in mano agli ebrei; c) si deve procedere ad una lettura letterale della documentazione nazista quando questa menziona operazioni in atto con linguaggio allusivo, metaforico o cifrato; le carte delle organizzazioni e dei funzionari nazisti vanno quindi interpretate aderendo al linguaggio, senza nessuna indagine semantica su testi la cui natura è – invece - in genere quella di occultare la realtà affermando altro;
E ancora…
d) ci si deve adoperare ad una interpretazione metaforizzante laddove i documenti risultano invece incontrovertibilmente netti ed inequivocabili nelle loro affermazioni; e)le fonti e i documenti anteriori alla liberazioni di Auschwitz sono inattendibili; f) i diari e i documenti di prima mano relativi ai metodi nazisti sono rubricati regolarmente come dei falsi; g) lo sterminio è dichiarato impossibile per ragioni “tecniche”.
Quindi…
Non è mai esistita la volontà nazista di sterminare gli ebrei ma piuttosto di rinchiuderli nei Kl. Gli ebrei avevano mosso guerra alla Germania. Non c’è prova dell’esistenza di camere a gas. Il numero degli ebrei morti durante la Seconda guerra mondiale è stato volutamente contraffatto. La “menzogna olocaustica” serve per giustificare i “crimini” di Israele e degli Stati Uniti
La radice: la teoria del complotto
L’evoluzione del negazionismo…
trova il proprio "capostipite" il francese Paul Rassinier, politico socialista, partigiano antinazista, e internato nei campi di concentramento di Buchenwald e Mittelbau- Dora. I primi testi di critica della cosiddetta verità impostasi a Norimberga, apparvero già negli anni immediatamente seguenti il termine della Seconda Guerra Mondiale, ad opera dell'ex collaborazionista francese Maurice Bardèche nel dopoguerra, amico personale di Rassinier. Negli anni Settanta si è affermata la figura di Robert Faurisson
Paul Rassinier
Robert Faurisson
Il punto focale del movimento negazionista è costituito dall'Institute for Historical Review (fondato nel 1978 negli Stati Uniti). Tale istituto ha pubblicato un periodico e organizzato congressi, cui negli anni hanno partecipato persone quali il direttore dell'istituto Mark Weber, David Irving, Robert Faurisson, Ernst Zundel, Jürgen Graf, David Cole. Fra questi, il britannico Irving è senza dubbio la personalità più conosciuta. Dello stesso istituto è membro il più noto negazionista italiano Carlo Mattogno
David Irving
Il discorso negazionista in Medio Oriente