Il Trovatore
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Il trovatore Dramma in quattro parti Libretto di Salvadore Cammarano Musica di Giuseppe Verdi PERSONAGGI Il Conte di Luna baritono Leonora soprano Azucena mezzosoprano Manrico tenore Ferrando basso Ines soprano Ruiz tenore Un Vecchio Zingaro basso Un Messo tenore Compagne di Leonora e religiose, famigliari del Conte, uomini d’arme, zingari e zingare L’avvenimento ha luogo parte in Biscaglia, parte in Aragona. Epoca dell’azione: 1409. Prima esecuzione assoluta: Roma, Teatro Apollo, 19 gennaio 1853 (Revisione a cura di David Lawton, University of Chicago Press, Chicago; Editore Casa Ricordi, Milano) ATTO PRIMO ella dischiude i rai, e chi trova d’accanto a quel bambino?... Parte prima: Il duello Famigliari e Armigeri Chi? favella. Chi? chi mai? [1. Introduzione] Ferrando SCENA PRIMA (con mistero) Atrio nel palazzo dell’Aliaferia: porta da un lato Abbietta zingara, fosca, vegliarda!... che mette agli appartamenti del Conte de Luna. Cingeva i simboli di maliarda! E sul fanciullo, con viso arcigno, Ferrando e molti famigliari del Conte, che giac- l’occhio affiggea torvo, sanguigno! ciono presso la porta: alcuni uomini d’ar mi pas- D’orror compresa è la nutrice! seggiano in fondo. Acuto un grido all’aura scioglie; ed ecco, in meno che labbro il dice, i servi accorrono in quelle soglie, Ferrando e fra minacce, urli, percosse (ai famigliari vicini ad assopirsi) la rea discacciano ch’entrarvi osò. All’erta, all’erta! Il Conte n’è d’uopo attender vigilando, ed egli Famigliari e Armigeri talor, presso i veroni Giusto quei petti sdegno commosse! della sua cara, intere L’insana vecchia lo provocò! passa le notti. Ferrando Famigliari (raccontando) Gelosia le fiere Asserì che tirar del fanciullino serpi gli avventa in petto! l’oroscopo volea... (parlando) Ferrando Bugiarda! Lenta febbre del meschino Nel Trovator, che dai giardini move la salute struggea! notturno il canto, d’un rivale a dritto Coverto di pallor, languido, affranto ei teme! ei tremava la sera, il dì traeva in lamentevol pianto... Famigliari (con terrore) Dalle gravi Ammaliato egl’era! palpebre il sonno a discacciar, la vera storia ci narra di Garzia, germano (Famigliari e Armigeri inorridiscono) al nostro Conte. La fattucchiera perseguitata Ferrando fu presa, e al rogo fu condannata: La dirò: venite ma rimanea la maledetta intorno a me. figlia ministra di ria vendetta! Compì quest’empia nefando eccesso... (i famigliari eseguiscono) Sparve il fanciullo, e si rinvenne mal spenta brace, nel sito istesso Armigeri ov’arsa un giorno la strega venne, (accostandosi pur essi) e d’un bambino... ahimè!... l’ossame Noi pure! bruciato a mezzo, fumante ancor! Famigliari Famigliari e Armigeri Udite, udite. Oh scellerata! oh donna infame!... Del par m’investe ira ed orror! (tutti accerchiano Ferrando) (alcuni) E il padre? Ferrando Di due figli vivea padre beato Ferrando il buon Conte de Luna; Brevi e tristi giorni visse! fida nutrice del secondo nato Pure ignoto del cor presentimento dormia presso la cuna. gli diceva che spento Sul romper dell’aurora un bel mattino non era il figlio; ed a morir vicino 6 bramò che il Signor nostro a lui giurasse Famigliari, poi Armigeri di non cessar le indagini... Ah! fûr vane! D’un gufo!... Armigeri Ferrando E di colei non s’ebbe Con occhio lucente guardava, guardava! contezza mai? Il cielo attristando d’un urlo feral... Allor mezzanotte appunto suonava... Ferrando Nulla contezza... Oh! dato Famigliari, poi Armigeri mi fosse rintracciarla Guardava!!! un dì! (una campana suona improvvisamente a di stesa Famigliari la mezzanotte) Ma ravvisarla potresti? Ferrando, Famigliari e Armigeri (con sùbito soprassalto) Ferrando Un grido! Calcolando gli anni Ah! sia maledetta la strega infernal! trascorsi... lo potrei. (odonsi alcuni tocchi di tamburo. I famiglia ri Armigeri vanno verso la porta. Gli uomini d’armi accorro- Sarebbe tempo no in fondo) presso la madre, all’inferno spedirla. [2. Cavatina] Ferrando SCENA SECONDA All’inferno! Giardini del Palazzo: sulla destra, marmorea (cupo assai) scalinata che mette agli appartamenti; la not te è inoltrata, dense nubi coprono la luna. È credenza che dimori ancor nel mondo l’anima Leonora ed Ines. perduta dell’empia strega (sempre più cupo), Ines e quando il cielo è nero Ché più t’arresti? L’ora è tarda; vieni: in varie forme altrui si mostri! di te la regal donna chiese, l’udisti? Famigliari, poi Armigeri (con terrore) Leonora È vero! È ver!... Un’altra notte ancora senza vederlo! Armigeri Sull’orlo dei tetti alcun l’ha veduta!... Ines In upupa, o strige talora si muta! Perigliosa fiamma tu nutri! Oh! come, dove Famigliari la primiera favilla In corvo tal altra, più spesso in civetta, sull’alba in te s’apprese? fuggente al par di saetta! Leonora Ferrando Ne’ tornei: v’apparve Morì di paura un servo del Conte, bruno le vesti ed il cimier, lo scudo che avea della zingara percossa la fronte! bruno e di stemma ignudo sconosciuto guerrier, che dell’agone Armigeri, poi Famigliari gli onori ottenne: al vincitor sul crine Ah! morì!... il serto io posi!... Civil guerra intanto arse: nol vidi più, come d’aurato sogno, (tutti si pingono di superstizioso terrore) fuggente immago, ed era volta lunga stagion... ma poi... Ferrando Apparve a costui, d’un gufo in sembianza, Ines nell’alta quiete di tacita stanza! Che avvenne? 7 Leonora Leonora Ascolta! Di tale amor ecc. Tacea la notte placida ... ah sì, per esso morirò! e bella in ciel sereno, la luna il viso argenteo Ines mostrava lieto e pieno; (c. s.) quando suonar per l’aere, (Non debba mai ecc.) infino allor sì muto... dolci s’udiro e flebili (ascendono agli appartamenti) gli accordi d’un liuto, e versi melanconici [3. Scena, Romanza e Terzetto] un Trovator cantò. Versi di prece, ed umile SCENA TERZA qual d’uom che prega Iddio; Il Conte. in quella ripeteasi un nome... il nome mio... Conte Corsi al veron sollecita... Tace la notte! Immersa Egli era, egli era desso! nel sonno è certo la regal Signora, Gioia provai che agl’angeli ma veglia la sua Dama! Oh Leonora! solo è provar concesso! Tu desta sei, mel dice Al core, al guardo estatico da quel verone tremolante un raggio la terra un ciel sembrò! della notturna lampa... Ah! l’amorosa fiamma Ines m’arde ogni fibra! Ch’io ti vegga è d’uopo... Quanto narrasti di turbamento che tu m’intenda... Vengo... A noi supremo m’ha piena l’alma!... Io temo! è tal momento!... Leonora (cieco d’amore avviasi verso la gradinata: odonsi Invano... gli accordi d’un liuto; egli si arresta) Ines Il Trovator!... Io fremo! Dubbio, ma tristo presentimento in me risveglia quest’uomo arcano! Manrico (la voce del Trovatore) Tenta obliarlo... (fra le piante) Leonora Deserto sulla terra, Che dici? Oh basti! col rio destino in guerra, è sola speme un cor Ines al Trovator! Cedi al consiglio dell’amistà... Cedi! Conte Oh detti! Io fremo!... Leonora Obliarlo! Ah! tu parlasti Manrico detto, che intender l’alma non sa... (c. s.) Di tale amor che dirsi Ma s’ei quel cor possiede, mal può dalla parola, bello di casta fede, d’amor che intendo io sola, è d’ogni re maggior il cor s’innebriò! il Trovator! Il mio destino compiersi non può che a lui dappresso... Conte S’io non vivrò per esso, Oh detti!... Oh gelosia!... per esso io morirò! Non m’inganno... Ella scende!... Ines (da sé) (si avvolge nel suo mantello) (Non debba mai pentirsi chi tanto un giorno amò!) 8 SCENA QUARTA Conte Leonora e il Conte. Se un vil non sei, discovriti... Leonora Leonora (correndo verso il Conte) Ohimè! Anima mia! Conte Conte Palesa il nome... (Che far!) Leonora Leonora (piano a Manrico) Più dell’usato Deh! per pietà!... è tarda l’ora!... io ne contai gl’istanti co’ palpiti del core!... Alfin ti guida Manrico pietoso amor fra queste braccia... (sollevando la visiera dell’elmo) Ravvisami: Una voce Manrico io son! (fra le piante) Infida! Conte Tu!... Come! (nel tempo stesso la luna mostrasi dai nugo li, e Insano! Temerario! lascia scorgere una persona di cui la vi siera D’Urgel seguace, a morte nasconde il volto) proscritto, ardisci volgerti a queste regie porte? SCENA QUINTA Manrico Manrico e detti. Che tardi? Or via, le guardie appella, ed il rivale Leonora al ferro del carnefice (riconosce entrambi e gettasi a’ piè di Man rico) consegna. Qual voce!... Ah! dalle tenebre tratta in errore io fui! Conte (agitatissima) Il tuo fatale A te credei rivolgere istante assai più prossimo l’accento, e non a lui... è dissennato! Vieni! A te, che l’alma mia sol chiede, sol desia... Leonora Io t’amo, il giuro, t’amo Conte! d’immenso, eterno amor! Conte Conte Al mio sdegno vittima Ed osi? è d’uopo ch’io ti sveni! Manrico Leonora (sollevandola) Oh ciel!... t’arresta... Ah! più non bramo!... Conte Conte Seguimi... Avvampo di furor! Manrico Leonora Andiam... Io t’amo!... Leonora Manrico (Che mai farò?) Ah! più non bramo!... 9 Archivio Storico Ricordi © & C. S.r.l. Milano www.archivioricordi.com Il trovatore. Atto primo, introduzione. Partitura autografa di Giuseppe Verdi, 1853 (Milano, Archivio Storico Ricordi). 10 Conte ATTO SECONDO Seguimi... Parte seconda: La gitana Manrico Andiam! [4. Coro e Canzone] Leonora (Un sol mio grido perdere SCENA PRIMA lo puote!) M’odi!... Un diruto abituro, sulla falda d’un monte della Biscaglia: nel fondo, quasi tutto aperto, arde un Conte gran fuoco. I primi albori. No! Di geloso amor sprezzato Azucena siede presso il fuoco. Manrico le sta di- arde in me tremendo il foco... steso accanto (sopra una coltrice ed,) avviluppato Il tuo sangue, o sciagurato, nel suo mantello; ha l’elmo a’ piedi e fra mani la ad estinguerlo fia poco!..