Napoli Nobilissima
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
RIVISTA DI ARTI, FILOLOGIA E STORIA NAPOLI NOBILISSIMA VOLUME LXXVII DELL’INTERA COLLEZIONE SETTIMA SERIE - VOLUME VI FASCICOLO I - GENNAIO - APRILE 2020 RIVISTA DI ARTI, FILOLOGIA E STORIA NAPOLI NOBILISSIMA direttore segreteria di redazione La testata di «Napoli nobilissima» è di proprietà Pierluigi Leone de Castris Stefano De Mieri della Fondazione Pagliara, articolazione Federica De Rosa istituzionale dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Gli articoli pubblicati direzione Gianluca Forgione su questa rivista sono stati sottoposti a valutazione Piero Craveri Gordon M. Poole rigorosamente anonima da parte di studiosi Lucio d’Alessandro Augusto Russo specialisti della materia indicati dalla Redazione. redazione referenze fotografiche ISSN 0027-7835 Rosanna Cioffi Aranjuez, Palacio Real, inv. 10022318: p. 38 Un numero € 38,00 (Estero: € 46,00) Nicola De Blasi © Archivio dell’arte/Pedicini fotografi: Abbonamento annuale € 75,00 (Estero: € 103,00) Carlo Gasparri pp. 4, 52 Gianluca Genovese Beaulieu, National Motor Museum, redazione Girolamo Imbruglia collezione Lord Montagu of Beaulieu: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa Fondazione Pagliara, via Suor Orsola 10 Fabio Mangone pp. 19 (in alto), 20 (in alto), 41 80131 Napoli Marco Meriggi Luigi Coiro: pp. 16, 26-27 (autorizzazione [email protected] Riccardo Naldi alla pubblicazione del MiBACT-Direzione Giulio Pane regionale Musei Campania), 46-47, 49-52 amministrazione Valerio Petrarca Londra, National Gallery: p. 21 prismi editrice politecnica napoli srl via Argine 1150, 80147 Napoli Mariantonietta Picone Madrid, Real Academia de Bellas Artes Federico Rausa de San Fernando: p. 76 Pasquale Rossi Ministero per i Beni e le attività culturali Nunzio Ruggiero e per il turismo - Direzione regionale Carmela Vargas (coordinamento) Musei Campania - Fototeca: pp. 18 Francesco Zecchino (sinistra), 20 (in basso), 25, 39 (sinistra) Monaco di Baviera, Alte Pinakothek: p. 22 redazione direttore responsabile Napoli, Archivio Storico Municipale: pp. luigi coiro Arturo Lando 35, 36, 40 art director Registrazione del Tribunale Parigi, Bibliothèque nationale de France, enrica d'aguanno di Napoli n. 3904 del 22-9-1989 département EstamApes et photographie, AG-170-GRAND ROUL: pp. 18 (destra), grafica comitato scientifico 39 (destra); GE C-6031.987: p. 34 franco grieco e dei garanti Richard Bösel finito di stampare Caroline Bruzelius nel maggio 2020 Joseph Connors Mario Del Treppo stampa e allestimento Francesco Di Donato officine grafiche Michel Gras francesco giannini & figli spa napoli Paolo Isotta Barbara Jatta arte’m Brigitte Marin è un marchio registrato di Giovanni Muto prismi Matteo Palumbo certificazione qualità Paola Villani ISO 9001: 2015 Giovanni Vitolo www.arte-m.net stampato in italia © copyright 2020 by prismi editrice politecnica napoli srl tutti i diritti riservati Sommario 5 Aggiunte e proposte per Iacopo della Pila e il sepolcro di Giovanni Cavaniglia in Santa Maria di Monte Oliveto a Napoli Riccardo Naldi 17 La Fortuna (di Canart) e il ritrovamento di un possibile resto della fontana «dei Quattro del Molo» Pierluigi Leone de Castris 32 L’Architettura dell’«Abbondanza». Nuove fonti per i magazzini dell’annona a Napoli Fabrizio Ballabio 45 Palazzo Firrao: Its Iconography and Epigraphy Revisited Horst Steinke 56 De Sanctis e il Circolo Filologico. Topografia della cultura nella Napoli postunitaria Nunzio Ruggiero Note e discussioni 66 Giulio Pane Un adito-manifesto: il portale ed il portone del palazzo di Diomede Carafa 75 Vittorio Bonetti Quadri di Luca Giordano nella Real Academia de Bellas Artes de San Fernando di Madrid 78 Adriano Ghisetti Giavarina Recensione a Palazzo Donn’Anna. Storia, arte e natura, a cura di P. Belli, 2017 1. Iacopo della Pila, Madonna con il Bambino fra i santi Giovanni Evangelista e Girolamo; figura giacente di Giovanni Cavaniglia, scudi araldici della famiglia Cavaniglia (con al centro una epigrafe dedicatoria a Garzia Cavaniglia, successivamente aggiunta e non pertinente con il personaggio defunto), frammenti del Sepolcro di Giovanni Cavaniglia. Napoli, chiesa di Santa Maria di Monte Oliveto (ora di Sant’Anna dei lombardi). 4 | Aggiunte e proposte per Iacopo della Pila e il sepolcro di Giovanni Cavaniglia in Santa Maria di Monte Oliveto a Napoli Riccardo Naldi Un paio di contributi, l’uno dedicato a Iacopo della Pila manufatti destinati a testimoniare la magnificenza e la glo- da Milano, l’altro alle modificazioni subite dagli arredi della ria del committente e del suo casato. Cresciuto guardando chiesa di Santa Maria di Monte Oliveto1, hanno determinato dapprima agli scultori attivi tra Roma e Napoli (massime un rifiorire di studi intorno allo scultore e al monastero be- Isaia da Pisa), poi definitivamente conquistato dalla gra- nedettino di Napoli. Nel primo dei due lavori, oltre a un’ap- zia e dall’eleganza di Domenico Gagini, Iacopo della Pila pendice in cui venivano pubblicati in extenso alcuni docu- fu maestro nell’esecuzione di lavori un po’ ripetitivi negli menti già individuati da Gaetano Filangieri, ma da questi schemi compositivi, ma di sicuro affidamento per la tecnica resi noti solo in forma di regesto2, erano presentate due sta- esecutiva e per la bontà dei materiali utilizzati. «Qualità e tue raffiguranti la Prudenza e un’altra rilavorata come la Fede industria», se vogliamo trasferire alle opere dello scultore (in origine la Temperanza), entrate a far parte delle collezioni la felice endiadi coniata da Roberto Longhi5. della Certosa e Museo di San Martino a Napoli (figg. 6, 8). Iacopo della Pila è documentato nella capitale aragonese Nel secondo, veniva fatto osservare, per la prima volta dal 1471 al 1502. Fece parte di quella fervida e popolosa co- su base documentaria, che nella navata centrale della chiesa lonia di scultori lombardi stabilitisi a Napoli nella seconda di Santa Maria di Monte Oliveto vi era stato un coro, chiuso metà del Quattrocento, all’interno della quale si segnalano da un muro, poi andato smontato e abbattuto subito prima altre personalità di rilievo come Domenico Gagini, Pietro di del 13 ottobre 1568 e che quindi le trasformazioni dall’edi- Martino da Milano, Francesco di Cristofano da Milano, Tom- ficio e, insieme, dei relativi apparati decorativi, non erano maso Malvito da Como e suo figlio Giovan Tommaso6. Nulla cominciate alla fine del Seicento sotto la direzione dell’abate sappiamo finora di un’eventuale attività condotta da Iacopo Silvestro Chiocca, come si era sempre creduto in base alla nella sua terra d’origine, anteriormente al suo trasferimento testimonianza di Carlo Celano, bensì circa un secolo prima3. a Napoli. La prima notizia che lo riguarda è la commissione, Il riflettore nuovamente puntato su Iacopo della Pila, la nel 1471, della tomba dell’arcivescovo Nicola Piscicelli, con- cui fortuna storica aveva conosciuto momenti di gloria tra servata nel Duomo di Salerno. L’opera propone lo schema gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso4, ha portato strutturale che sarà tipico di molte sepolture progettate nella a riconsiderare l’apporto dato dallo scultore – e, potremmo bottega di Iacopo, con le statue-cariatidi delle Virtù che sor- aggiungere, imprenditore nei traffici del marmo bianco di reggono il sarcofago a cassa rettangolare, decorato sulla fron- Carrara e di altri materiali lapidei – a quella ricca e diver- te da clipei con immagini a mezzobusto della Madonna con il sificata produzione di arredi (sepolcri, tabernacoli, portali Bambino e santi, e chiuso in alto dalla lastra con la figura gia- ed elementi architettonici di vario genere) particolarmente cente del defunto. Nel 1473 il maestro lombardo è al servizio graditi alla nobiltà napoletana e, più in generale, del Regno. del re Ferrante, per il quale esegue alcune fontane (perdute) Grazie alla capacità produttiva di una bottega ben organiz- e, nel 1481, il bellissimo tabernacolo eucaristico nella cappella zata come quella capeggiata dal maestro lombardo, l’aristo- di Santa Barbara in Castel Nuovo, di una delicatezza che non crazia ebbe la possibilità di procacciarsi, a prezzi accessibili, sarebbe spiaciuta allo stesso Domenico Gagini7. | 5 Lavora a più riprese al servizio di una famiglia di origine si custodiva il sepolcro del figlio Giovanni12. Il fraintendi- valenzana strettamente legata alla casa aragonese, i Cavani- mento di Causa fu originato dall’esistenza di un’epigrafe, glia, conti di Troia e di Montella, eseguendo il sepolcro di ad evidenza posteriore rispetto ai resti del sepolcro, nella Giovanni (morto nel 1473) in Santa Maria di Monte Oliveto quale si indicava come dedicatario della sepoltura Garzia a Napoli e quello di Diego (morto nel 1481) nella chiesa del Cavaniglia. Già Francesco Scandone, attento studioso delle convento di San Francesco a Folloni presso Montella (Avel- memorie storiche di casa Cavaniglia, aveva fatto notare lo lino), incorniciato entro una maestosa architettura a baldac- scambio di identità e ricondotto correttamene i resti di Mon- chino (fig. 17). Costantemente in rapporto con esponenti di te Oliveto al contesto della smembrata tomba di Giovanni13. rango della grande feudalità meridionale, Iacopo esegue Dell’originario sepolcro si conservano la figura giacente del la tomba di Diomede Carafa in San Domenico Maggiore8 defunto, una lastra che fungeva da fronte del sarcofago, con e quella di Tommaso Brancaccio, commissionata nel 1492 e tre clipei in bassorilievo raffiguranti San Giovanni Evangelista montata nella medesima chiesa. Nel 1494 gli viene