Devesi Riconoscere Che Andrea Sabatini

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Devesi Riconoscere Che Andrea Sabatini Devesi riconoscere che Andrea Sabatini ‘[…, sorta di] napoletano Raffaello […,] più di ogni altro dà a divedere nell’operato suo certe qualità veramente meridionali; in ispecie un modo spontaneo e facile di esprimere i concetti pittorici che lo qualifica per un vero improvvisatore dotato di un naturale senso artistico e di felici ispirazioni, alle quali egli sa dar corpo con grazia non comune [Gustavo Frizzoni, 1878] pierluigi leone de castris andrea sabatini da salerno il raffaello di napoli a Paola Referenze fotografiche Ringraziamenti Molajoli” e la Biblioteca “E.Capocelli” dell’Università Suor Orsola Benincasa coordinamento editoriale Le immagini che illustrano L’autore ringrazia per l’aiuto di Napoli, la Bibliotheca Hertziana, maria sapio questo libro sono state fornite ottenuto, in particolare per la la Biblioteca Nazionale Centrale e sono pubblicate per gentile concessione e la realizzazione e la Biblioteca dell’Istituto di redazione concessione del Ministero per i Beni di immagini utilizzate in questo Archeologia e Storia dell’Arte di luigi coiro e le Attività Culturali ed il Turismo lavoro, nonché per il permesso Roma, il Kunsthistorisches Institut (Soprintendenza Archeologia, a pubblicarle, il Soprintendente e la Biblioteca Nazionale Centrale art director Belle Arti e Paesaggio del Comune architetto Luciano Garella e i dottori di Firenze, la Biblioteca del Centro enrica d’aguanno di Napoli, Museo e Real Bosco di Ermanno Bellucci, Laura Giusti, Ida Storico Culturale di Gaeta, la Witt Capodimonte, Soprintendenza per Maietta ed Angela Schiattarella Library di Londra, la Fototeca della impaginazione il Polo Museale della Campania, della Soprintendenza Archeologia, Fondazione Federico Zeri presso franco grieco Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Comune l’Università di Bologna, l’Archivio Belle Arti e Paesaggio delle di Napoli, il Direttore dottor di Stato e l’Archivio del Museo province di Salerno e Avellino, Sylvain Bellenger e i dottori Paola Filangieri di Napoli, l’Archivio della Soprintendenza Archeologia, Belle Giusti, Marina Santucci, Ornella Badia di Cava de’ Tirreni, l’Archivio Arti e Paesaggio del Comune di Agrillo, Angela Cerasuolo e Marco dell’Abbazia di Montecassino e, in Roma, Soprintendenza Archeologia, Liberato del Museo e Real Bosco di quest’ultimo archivio, in particolare Belle Arti e Paesaggio per le Capodimonte, il Soprintendente don Mariano dell’Omo. province di Frosinone, Latina e Rieti, dottor Anna Imponente e i dottori Ringrazia infine gli altri amici e Soprintendenza Archeologia Belle Sergio Liguori, Fernanda Capobianco, colleghi che in vario modo hanno Arti e Paesaggio della Basilicata), Lucio Fiorile e Lucio De Matteis della agevolato o reso possibile questo del Ministero dell’Interno – Fondo Soprintendenza per il Polo Museale lavoro: Serenella Greco, Salvatore in copertina Edifici di Culto, dell’Alte Pinakothek della Campania, il Soprintendente Milano, Luigi Coiro, Erasmo Vaudo, Andrea Sabatini da Salerno Bayerische Staatssammlungen di dottor Francesca Casule e i dottori Federica De Rosa, Riccardo Naldi, Adorazione dei Magi Monaco di Baviera, del Museo del Lina Sabino e Carmine Zarra della Stefano De Mieri, Luciano Pedicini, particolare Prado di Madrid, del Museo Pushkin Soprintendenza Archeologia, Belle Cristiana Romalli, Paola Fiore, Napoli, Quadreria dei Girolamini di Mosca, dello State Hermitage di Arti e Paesaggio delle province Vittorio Sgarbi, Furio Rinaldi, San Pietroburgo, delle Diocesi ed di Salerno e Avellino; il dottor Francesco Zecchino, Antonio Arcidiocesi, dei musei e degli altri Andreas Schumacher e la Direzione Lombardo, Fabio Speranza, Nicola enti competenti o privati possessori. dell’Alte Pinakothek, Bayerische Longobardi, Francesco Virnicchi, Le foto alle pp. 35, 110, 112, 115, 197, Staatssammlungen, di Monaco di David Pollack, Claudio Palma, 199, 204-205 sono di Luciano e Marco Baviera; la Direzione del Museo Antonio Denunzio, Isabel Richards, Pedicini/Archivio dell’Arte, Napoli. Le del Prado; la dottoressa Viktoria Simone Colalucci, Aurelio Talpa, foto alle pp. 6, 69 e in copertina sono Markova e la Direzione del Museo Maria Sapio, Enrica D’Aguanno. di Fabio Speranza. Pushkin di Mosca; il dottor Vladimir Matveyev e la Direzione dello State Hermitage Museum di San Pietroburgo; Stephanie Fletcher, Ryerson & Burnham Libraries (The Art Institute of Chicago); l’Arcidiocesi arte’m di Napoli ed in particolare monsignor è un marchio registrato di Eduardo Parlato, monsignor prismi Salvatore Fratellanza, il dottor Gioacchino Palma e l’architetto certificazione qualità Daniela Rinaldini; la Diocesi di ISO 9001: 2008 Nola ed in particolare la dottoressa www.arte-m.net Antonia Solpietro. Ringrazia altresì gli archivi, le stampato in italia biblioteche e le fototeche nei quali la © copyright 2017 by ricerca in massima parte si è svolta, prismi i loro direttori e il loro personale: la editrice politecnica napoli srl Biblioteca Nazionale, la Biblioteca tutti i diritti riservati Universitaria, la Biblioteca “B. sommario 7 1. Le fonti, i documenti, 129 6. Gli anni venti, il ritorno il dibattito critico a Raffaello e la collaborazione della bottega 25 2. La formazione 179 7. Gli ultimi anni e l’attività per 53 3. Il tempo di Buccino l’ordine benedettino 85 4. Il legame con Cesare da Sesto 221 Regesto dei documenti al Sud 227 Bibliografia 111 5. L’incontro con Machuca e il “raffaellismo di fronda” 233 Indice dei nomi 237 Indice dei luoghi 1. Le fonti, i documenti, il dibattito critico Fra tutti i pittori meridionali del Cinquecento Andrea da sino ad anni recenti, e in parte ancora copre, le vicende Salerno è forse l’unico – o comunque davvero uno dei po- artistiche del secolo forse più sfortunato nella conoscenza chi – per il quale può avere un senso parlare di “fortuna della storia dell’arte del Meridione d’Italia, di quello che, critica”. Sebbene infatti accomunato a molti dei suoi col- di contro ai vari ed esaltati “secoli d’oro”, potremmo forse leghi e rivali degli stessi anni dall’indifferenza e dunque definire come il “secolo di ferro”. dalla muta condanna vasariana implicite nell’assenza dal- Si potrebbe anzi dire che la pittura del Cinquecento meri- le Vite di una qualsivoglia menzione della sua esistenza1, dionale ha molto stentato a togliersi di dosso la figura di pure la precoce menzione del suo nome da parte del Sum- Andrea Sabatini come quella di suo unico rappresentan- monte – nella sua lettera del 1524 a Marcantonio Michiel te autorizzato, se ancora nella Storia dell’arte italiana del – come quello di uno dei pochi artisti locali che a quel Venturi il classicismo raffaellesco del salernitano finiva tempo, in stretto contatto coi tanti “forestieri” e colle ope- per estendersi e per caratterizzare un po’ tutto il secolo, re importate specie da Roma, promettevano di adeguare se a cavallo tra Otto e Novecento il suo nome ancora co- il loro linguaggio all’auspicata svolta classicista e verso priva e incorporava del tutto le figure e le opere di artisti la “maniera moderna”, e più tardi la rapida crescita di a lui vicini, come Criscuolo, Ierace e Tesauro, e se, in fin stima e di statura negli elogi delle fonti seicentesche e poi dei conti, la prima ed unica mostra dedicata in quest’ulti- nella Vita a lui dedicata da Bernardo De Dominici – dove mo trentennio alla pittura di quel “secolo di ferro”, quella sarebbe assurto dapprima a “condiscepolo” e poi ad al- voluta dallo stesso Giovanni Previtali a Padula nel 1986, lievo diretto del Sanzio – , la sua canonizzazione dunque s’intitolava significativamente ad Andrea da Salerno nel Ri- a vero “Raffaello” di Napoli nelle parole del biografo set- nascimento meridionale3. tecentesco, ed ancora il suo precoce recupero critico nel Il primo ricordo di Andrea nella letteratura, nelle fonti, secondo Ottocento – dai documenti editi da Caravita a è – come si diceva – dei suoi stessi anni e per bocca di Filangieri al primo serio profilo e corpus tentati dal Friz- un suo contemporaneo, l’umanista ed accademico ponta- zoni – e il consolidamento di conoscenze effettive, fuori niano Pietro Summonte, il quale, scrivendo nel marzo del dalla leggenda dedominiciana, già nel primo Novecento, 1524 al suo corrispondente veneziano Michiel, e in base con Ortolani, Venturi, Ceci e De Rinaldis, tutte queste cir- alle insistenti richieste di quest’ultimo, un agile resocon- costanze, insomma, fanno di Andrea un caso a sé stante to “delle cose spettanti alla pittura, scalptura, architetura dentro quella che Giovanni Previtali definiva la “questio- e monumenti dell’onorata vetustà” nella città di Napoli, ne meridionale”2, dentro cioè a quell’ombra lunga di ap- concludeva la parte appunto sulla pittura – stretta fra la pannamento, svalutazione ed ignoranza che ha coperto sua prima “rinascita” con Cimabue e specie con Giotto ed LE FONTI, I DOCUMENTI, IL DIBATTITO CRITICO 7 a pagina 2 a pagina 6 1. Andrea Sabatini da Salerno 2. Andrea Sabatini da Salerno (su parziale disegno di Cesare Adorazione dei Magi da Sesto?) particolare Madonna col bambino e i Santi Napoli, Quadreria dei Girolamini Matteo e Giovanni Evangelista particolare Napoli, Museo di Capodimonte il felice “rinovarsi [in essa de] la antiquità”, del gusto clas- possuto trovare”; “In Santo Dominico [è] una cona, dove sico, con Mantegna, Bellini e Raffaello, con le loro opere è Nostro Signore levato dalla croce e posto in un lenzolo, giunte sino a Napoli e con la venuta al Sud dei loro sodali di mano del Mantegna, al quale, come sapete miglior di Cesare da Sesto e Polidoro da Caravaggio – con una frase noialtri, è tenuta assai la pictura, poiché da lui cominciò a sui più meritevoli, a suo avviso, e meglio indirizzati fra rinovarsi la antiquità, ad cui successe il vostro Ioan Belli- gli artisti locali: “Sono oggi alcuni de’ nostri che comin- no”; “Poria ancora in questa parte nominarvi molte porte ciano con buona indole: Andrea di Salerno e Stefano di marmoree d’ecclesie, molti sepolcri fatti per nostri re pas- Caiazza, con altri”4. sati: però sono di mal disegno, ancorché siano ricchi di Molto si è scritto sul fatto che a quella data, nel 1524, An- molto marmo.
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