Trimestrale tecnico-economico dell’Associazione Provinciale Allevatori

ttaa nnvveennuu bbee e!! eessttaatte

Anno XI - N. 2/99

ta nvenu be e! sommario estate sommario Nella foto: Rosella Cominetti

EDITORIALE Casa comune: un progetto per il prossimo triennio 3 Dott. Palmiro Villa

Attualità Rinnovo delle cariche 4

La lettera di Gino Prevediamo il tempo? 6

Sentirete parlare sempre più di... Aflatossine 7 Bianca Vanden Heuvel Trimestrale tecnico-economico Tecnica a distribuzione gratuita Cellule somatiche: come affrontare il problema 9 Editore: Giovanni Poli ASSOCIAZIONE PROVINCIALE ALLEVATORI Via Bergamo, 292 - 26100 Dal Servizio Controllo Mungitrici Tel. 0372.419311 Direttore responsabile: Impianto di mungitura 11 GIOVANNI TAGLIAFERRI Ercolino Pini Direzione, redazione, amministrazione: Via Bergamo, 292 - 26100 Cremona Servizio Gestione informatizzata Tel. 0372.419311 Cincinnato 13 Progetto Grafico: UP - STEFIGRAF Via Alfeno Varo, 27 - Cremona Tel. 0372.463635 Siamo stati a casa di... Copertina: UP - STEFIGRAF Cominetti A.C.E.A. a Vescovato 19 Via Alfeno Varo, 27 - Cremona Tel. 0372.463635 Impianti: ALPHAPAGINE Sezione suini Via Marmolada, 19/A - Cremona Risultati e trasferte 22 Tel. e Fax 0372.430637 Stampa: FANTIGRAFICA Via S. F. d’Assisi, 19 - Cremona Tel. 0372.416701 Tecnica Pubblicità: UP - Uggeri Pubblicità Silomais: prepariamoci fin da ora a farlo bene 23 Via Massarotti, 51 - Cremona Domenico Barile Tel. 0372.20586 r.a. - Fax 0372.26610 TARIFFE PUBBLICITÀ (a colori): 1 Storia illustrata pagina L. 800.000, ⁄ 2 pagina L. 450.000 piede L. 350.000, piedino L. 250.000 In un tempo antico... (2° episodio) 25 1 2 2 ⁄ 2 colonne L. 300.000, ⁄ 3 piede L. 275.000 1 Pietro Rizzi ⁄ 2 colonna L. 150.000

Registrato al Tribunale di Cremona Tiratura 4.000 copie - Sped. in abb. postale - Art. 2, comma 20/c, legge 662/96 - Filiale di Cremona in data 1-4-1988 al N. 207 del Registro Stampa Benvenuto e complimenti!!!

Siamo lieti di dare il benvenuto agli allevatori che hanno aderito ai CONTROLLI FUNZIONALI nel periodo tra il 10/03/1999 ed il 31/05/1999:

VAILATI CAMILLO Agostino, Domenico ed Elia Azienda Vailati – DOMINONI Giacomo, Antonio e Gianfranco Cascine Falconera e Bosco – STANGA Santo e Pietro Cascina Casa Civile – Acquanegra 2 Cremonese BERTI Giuseppe Azienda Berti –

9 EREDI di SEGHIZZI Angelo 9 9

1 Giuseppe

O Cascina Palazzinetta – Grumello N

G Cremonese ed Uniti U I G

2 MORONI Angelo, Pietro, Angelo

. n e FINOLI Agostino Facciamo i complimenti ai seguenti AGRICOLA PANDOLFA s.r.l. Cascina Livia – allevatori per aver aderito al S.A.T.A. Cascina Pandolfa – GANDOLFI Aristide (Servizio di Assistenza Tecnica agli LAMERI Cesare e Ugo Cascina Pandolfa – Allevamenti, col contributo finanziario Azienda Lameri – BRIGNANI Luigi e figli della Regione Lombardia): ARISI Giuseppe Cascina Casotte – Azienda Montanara – Vescovato MAZZOLARI Eligio e figli Azienda Collegio – Grontardo CROTTI Fratelli Azienda Dosso – Grumello Cr. ed Uniti BARBAGLIO Angela ed eredi MORETTI M.A. SIRINI Rosa Cascina Colombara – Cascina Castello - SOZZI Gianfranco, Bortolo, N.B.: Per informazioni sui Servizi Agostino e Francesco Tecnici S.A.T.A. si può telefonare in Cascina Vecchia di Mezzo – ufficio al numero 0372/419309.

“PREMIO AGRUMELLO ’99” - Anche l’APA di Cremona, in occasione della fiera di Grumello Cremonese “FierAgrumello ’99”, che si è tenuta tra il 9 e il 12 aprile scor- so, è stata insignita del “Premio Agrumello 99” a riconoscimento del suo prezioso operato nel nostro mondo rurale. Il presidente dott. Palmiro Villa ed il direttore dott. Giovanni Tagliaferri ci hanno rappresentati in quell'occasione e tutti ci sentiamo ono- rati dall’assegnazione di tale premio.

Premio “AGRUMELLO 1999”

A.P.A. - ASSOCIAZIONE PROVINCIALE ALLEVATORI della Provincia di Cremona

presidente Palmiro Villa N.B.: Facciamo presente a coloro che ancora non sono iscritti ai controlli Per la sensibilità alle problematiche funzionali che per informazioni e chia- del settore e per l’attenzione rimenti in merito si possono rivolgere profusa a tutti gli allevatori cremonesi, al sig. BODINI Odoardo. Per contattarlo telefonicamente: per i quali è punto di riferimento, ufficio 0372/419311, e per la costante presenza sul territorio.

abitazione 0372/621188, Premio AGRUMELLO per le espressioni Il Presidente Il Sindaco di valorizzazione dell’ambiente rurale auto 0335/8012698. Grumello Cremonese, 10-11 aprile 1999 EDITORIALE

CASA COMUNE: un progetto per il prossimo triennio

__ __

Ringrazio il Consiglio per la fiducia accordatami con la riconferma alla presidenza. 3 Affronto questo impegno in prosecuzione di un periodo già abbastanza lungo di Pre- sidenza, per realizzare un obiettivo a cui ho sempre creduto profondamente e che i nostri 9 9 9

Soci e le Organizzazioni Professionali hanno affidato al neo eletto Consiglio dell’APA: I’ac- 1 O corpamento degli Enti zootecnici cremonesi. N G U I G

Il compito è meno facile di quanto si possa pensare e richiede una coerenza di compor- 2

. tamenti da parte di tutti i soggetti interessati. L’Associazione Provinciale Allevatori è uni- n taria in quanto svolge attività delegate dallo stato e quindi rappresenta anche tutte le componenti; le Associazioni di prodotto che in un solo caso – quello del latte – sono uni- tarie; altre ancora – carne e suini – non sono uniche. Ritengo che, per una questione di coerenza, sia necessario che tutte le Associazioni di pro- dotto si unifichino per dare poi il via al progetto di aggregazione della “Casa comune”, un’u- nica struttura organizzata che fornisca i servizi ai vari momenti: all’APA come momento tec- nico e alle Associazioni di prodotto come momento economico; ognuno con i propri organi amministrativi e decisionali e la propria autonomia dal punto di vista delle competenze; il tut- to collegato, come dicevo, in una entità unica che organizzi e fornisca i servizi in comune. La nuova entità operativa finalizzata a svolgere i servizi deve considerare tutti i momenti e le esigenze delle varie componenti con pari dignità. Penso che questa sia la strada più semplice per realizzare una soluzione concreta tenen- do ben presente che il soggetto al quale ci rivolgiamo è sempre il medesimo, cioè l’alle- vatore che ci richiede di evitare doppioni, appesantimenti burocratici, conflitti di compe- tenze e di privilegiare le collaborazioni e le sinergie con l’obbiettivo di raggiungere la mas- sima efficienza ai minimi costi. Dal punto di vista logistico, oggi l’APA ha vicino la Associazione Produttori Latte: bisogna però fare in modo che non ci sia solo un rapporto di vicinanza fisica instaurando una vera e propria collaborazione effettiva sulla organizzazione dei servizi. L’ulteriore ampliamento della sede dell’APA è stato deciso proprio in previsione di uno svi- luppo delle Associazioni Zootecniche, di un lavoro comune in una stessa struttura: da par- te mia e del nuovo Consiglio c’è tutto l’impegno per realizzare questo proposito strategi- camente importante. Sono convinto che a Cremona vi siano i presupposti e le possibilità per raggiungere tale obiettivo. Palmiro Villa Attualità Rinnovo delle cariche

COMITATO DIRETTIVO A.P.A. VILLA DR. PALMIRO Presidente Associazione Provinciale Allevatori CAFFI GIANFRANCO Vice Presidente Associazione Provinciale Allevatori MAZZOLARI M. TERESA Vice Presidente Associazione Provinciale Allevatori GALLI DR. GIACOMO Consigliere Associazione Provinciale Allevatori CHIOZZI BARTOLOMEO Consigliere Associazione Provinciale Allevatori MAINARDI GIUSEPPE Consigliere Associazione Provinciale Allevatori 4 PIZZAMIGLIO DR. MARCO Consigliere Associazione Provinciale Allevatori FOLLI ERNESTO Consigliere Associazione Provinciale Allevatori CROTTI DR. RICCARDO Consigliere Associazione Provinciale Allevatori 9 9

9 BILONI ROBERTO Consigliere Associazione Provinciale Allevatori 1

O RUGGERI DR. OSVALDO Presidente Collegio Sindacale N G U

I CAZZAMALI FRANCESCO Sindaco G

2

COMPIANI DARIO Sindaco . n MONDINI PIETRO Presidente Onorario BELLOTTI PIERALFREDO Probo - Viro PEDRONI ETTORE Probo - Viro MAESTRONI MARIO Probo - Viro

SEZIONE SUINICOLA PROVINCIALE SEZIONE PROVINCIALE EQUINI FERRARI VITTORIO Presidente QUAINI GIUSEPPE Presidente CAFFI ALBERTO Vice Presidente CAFFI GIANFRANCO Consigliere SPOLDI PAOLO Vice Presidente DELLA ZOPPA M. VITTORIA Consigliere BERTA DAVIDE Consigliere DUCHI ANTONIO Consigliere GALLI COSTANTE Consigliere FOLLI ERNESTO Consigliere MILANESI FRANCESCO Consigliere GHILARDI ANTONIO Consigliere SACCHELLI ANGELO Consigliere NICOLETTI MARIO Consigliere

QUOTE LATTE SEZIONE PROVINCIALE RAZZA BRUNA Almeno fino al 31/03/2008 gli allevatori dovranno rispettare OLIVIERI GIUSEPPE Presidente i vincoli produttivi. Nel 2003 ci sarà una revisione dell’intero CACCIA DOMINIONI EMANUELE Consigliere meccanismo “al fine di consentire all’attuale sistema di sca- dere dopo il 2006”. (da “Informatore Zootecnico”) MAINARDI GIUSEPPE Consigliere Rinnovo dellecariche “International DairyShow” Chi fosseinteressato può contattare alpiùpresto un viaggiodelladurata di unadecinagiorni MARTUCCI MICHELANGELO Probo - Viro - Probo Viro Presidente - Probo CollegioSindacale Sez.F.I. Viro - Probo F.I. Sez. Sindaco PresidenteA.P.A. Prov.le Ass. Consigliere Allevatori Sez. F.I. F.I. Sez. Sindaco PIZZAMIGLIO AUGUSTO MARTUCCI MICHELANGELO Prov.le F.I. Sez. Ass. Allevatori Consigliere Prov.le Ass. Consigliere Allevatori Sez. F.I. CERVI CIBOLDIERNESTO ViceProv.le Ass. AllevatoriSez.F.I. Presidente BALESTRERI GIROLAMO LAZZARI ViceProv.le ALESSANDRA Ass. AllevatoriSez.F.I. Presidente BERTONI ALESSANDRO DONINI LUIGI Prov.le Ass. Presidente Allevatori Sez. F.I. F.I. VILLA Sez. PALMIRO Allevatori Prov.le Ass. Consigliere PINOTTI LUIGI OLIVIERI GIUSEPPE GALLI ERNESTO CACCIA DOMINIONI EMANUELE STANGA EZIO SORDINI PIERO CAFFI GIANFRANCO SEZIONE PROVINCIALERAZZAFRISONAITALIANA Stiamo organizzando Fiera diMADISON, e il10ottobre1999. tra il30settembre (tel. 0372/29747). in occasionedella che sisvolgerà gli ufficiC Posti limitati! in USA AFRI Pr obo -Viro Attualità 5 n. 2 GIUGNO 1999 n. 2 GIUGNO 1999 6 tempo, haattivatol’emissionequoti- dà. ci chelatecnologiamoderna porto abilità, dobbiamoapprofittaresup- del tali gna. Però,intantocherecuperiamo glio ivarilavoridicampa- programmare queste antichecapacitàperpoterme- menti meteorologici. s i la naturaeisuoicicli,sapevaleggere menotecnologizzatocon rapporto un va viene. come come gliantichi...prenderlo necessità (tel.0372/419309). Il ser 2000. aprile prorogato al 1° è gli allevamentigiàinpossessodiautorizzazione,iltermine per mentre, 1999, ottobre 1° il entro Utilizzazione Agronomica il Pianodimento maadessoobbligati,devonopresentare di Gli allevamentiesistenti,spr DI UTILIZZAZIONEAGRONOMICA(PUA-PUAS) TERMINI PERLAPRESENT PREVEDIAMO ILTEMPO? egni del tempo e prevedere i cambia- egni deltempoeprevedere La RegioneLombar di belloriappropriarsi Sarebbe èche,quandol’uomoave- Certo arrabbiare! Dobbiamoperòfare arrabbiare! Eh sì,iltempoavoltefaproprio vizio agr onomico dell’APA èadisposizionepereventuali dia, giàda ovvisti diautorizzazioneallospan zi dicuipossiamodisporre! servi- i utile conoscere sempre è fuori; lettino meteorologico. arriverete sia ad ottenere l’inviodelbol- dallavocedicorte- fornite le istruzioni seguendo 02/26415401: re il numero S sioni deltemposullanostraregione. vizio MeteoERSALchevidaràleprevi- tirete il risponditore telefonicodelSer- facendosen- il02/26417449: numero telefono al che tuttipossiamoascoltare diana diunbollettinometeorologico e, invece,aveteilfax,potetechiama- La letteradiGino Provate e cosanesalta vedrete Saluti atuttiicolleghiagricoltori, AZIONE DEIPIANI GINO - Sentirete parlare sempre più di... AFLATOSSINE Le micotossine __ di Bianca Vanden Heuvel __

Nell’ambito della nutrizione ani- aumentata produttività degli ani- essiccazione incompleta. Gli insilati male il problema delle MICO- mali. Questa determina da una parte infine, date le condizioni del materiale TOSSINE è relativamente recente per la necessità di una razione più ab- di partenza, elevato tasso di umidità quanto molte patologie connesse all’in- bondante per cui, a parità di concen- e contenuto in sostanza nutritiva, 7 gestione di alimenti ammuffiti siano trazione, l’ingestione di una mag- sono un substrato ideale per un note da moltissimo tempo. gior quantità di micotossine dall’al- massiccio sviluppo di funghi e Con il termine “micotossine”, tra soprattutto se non si è fatto tra una maggior sensibilità a qual- muffe 9 9 cui si annoverano le AFLATOSSINlE, si è siasi alterazione degli alimenti. nessun trattamento antimicotico. 9 soliti indicare un gruppo di Anche l’evoluzione delle tecniche Le manifestazioni conclamate di 1

sostanze O

prodotte da o colturali e di allevamento ha portato in intossicazione che possono determi- N tossiche microfunghi G U muffe in determinate condizioni meta- alcuni casi alla formazione di un am- nare anche la morte dell’animale sono I G

boliche. Si tratta di composti la cui fun- biente più favorevole allo sviluppo comunque rare, tuttavia le micotossi- 2

. zione negli organismi che le producono delle micotossine. Si consideri come cosi possono recare notevoli danni n non è ancora stata completamente chia- esempio la scelta così spesso effet- agli allevamenti rallentando la crescita rita ma che presentano una indubbia ca- tuata di diminuire le lavorazioni profon- e lo sviluppo degli animali alimentati ratteristica comune: una volta formatisi de del terreno con il conseguente per- con derrate inquinate. Le micotossine sono difficilmente eliminabili. Questi manere di residui dell’annata pre- determinano infatti numerosi problemi composti sono infatti termostabili e cedente che possono diventare dei pe- soprattutto perché l’allevatore prima fotostabili oltre che acidoresistenti. ricolosi focolai per nuove infestazioni o di capire l’origine esatta del problema Da quando nel 1960 si verificò in ancora l’allungamento del ciclo coltura- si accorge di un calo delle performan- Inghilterra un gravissimo caso di conta- le del mais con raccolta più tardiva ces produttive senza sapere esatta- minazione da micotossine che provocò del prodotto, in una stagione nella mente come intervenire. Tra gli ef- la morte di oltre centomila tacchini si è quale le condizioni atmosferiche facili- fetti di una intossicazione da mi- posto l’accento sul problema dell’inge- tano l’insediamento di specie fungine cotossine si annoverano una non stione degli alimenti inquinati. sulla pianta. perfetta funzionalità epatica ed un Quando presenti oltre certi limiti, Anche le nuove tecniche di con- conseguente calo della produzione le micotossine possono indurre sia servazione dei foraggi, come l’insila- lattea, anomalie del metabolismo del- negli animali sia negli esseri umani che mento, se da una parte hanno deter- la vitamina D da cui fragilità ossea ed le ingeriscono delle intossicazioni det- minato indubbi vantaggi economici, dal- una depressione del sistema im- te micotossicosi, malattie non conta- l’altra richiedono una più attenta e meti- munitario. giose e solitamente insensibili ai tratta- colosa gestione da parte dell’allevatore. Le aflatossine oltre ai suddetti menti medicamentosi. Gran parte delle La crescita dei funghi, che effetti possono indurre anche morte muffe rinvenute sulle sementi e sugli in- può avvenire in campo prima dell’in- embrionale e problemi riproduttivi. silati sono tuttavia innocue per la salute silamento ma anche durante la con- Le prime contaminazioni da afla- degli animali anche se inevitabilmente servazione, e la presenza delle mico- tossine furono riscontrate a carico delle segno di deterioramento e degrado del- tossine sembrano comunque correlate farine di arachidi ma, Aspergillus flavus l’alimento oltre che causa di minore ap- a tre cause essenziali che sono: ed Aspergillus parasiticus, i funghi princi- petibilità e digeribilità della razione. a) la fase fenologica della pianta, pali responsabili della loro produzione, L’acuirsi dell’interesse di questi b) la virulenza del fungo, possono proliferare e produrre metaboli- ultimi anni rispetto a queste problema- c) I’influenza dell’ambiente. ti tossici anche su mais, frumento, orzo, tiche connesse alla presenza di mico- La combinazione di questi tre fat- riso e sorgo. Le condizioni ambientali più tossine negli alimenti per uso zootecni- tori determina l’infezione ed il tipo di favorevoli per la produzione di queste tos- co è sicuramente imputabile a diversi micotossine prodotte. sine si hanno con elevate umidità relati- fattori ma primariamente al fatto che La contaminazione interessa tut- ve (intomo all’85%) e temperature com- solo di recente è stato possibile indivi- ti gli alimenti ma tra i più colpiti vi prese tra 25° e 30° C. duare la causa di queste patologie. sono i cereali, in particolare quando In particolare è stata trovata Solo negli ultimi anni si sono infatti avu- la fine del ciclo vegetativo coincide con una aflatossina nel latte di vacche e ti a disposizione strumenti adatti per stagioni caratterizzate da un elevato di scrofe alimentate con derrate isolare queste sostanze che sono atti- tasso di umidità e frequenti sbalzi contaminate da aflatossine per cui è ve a concentrazioni bassissime, dell’or- di temperatura. Le farine proteiche comunque importante sottolineare la pe- dine dei milligrammi per chilogrammo sono molto sensibili all’attacco tossi- ricolosità di queste sostanze non solo se non addirittura inferiori. geno delle muffe e problemi si hanno per l’animale ma anche per l’uomo, Tra i motivi della maggiore diffu- anche con i foraggi aziendali soprattut- fruitore ultimo della maggior parte del sione si può annoverare innanzitutto la to quando la raccolta sia awenuta ad prodotti zootecnici. L’aflatossina M1 è l’aflatossi- contaminazione tramite i tratta- na che è stata identificata nel latte menti chimici. delle vacche nutrite con alimenti che Viene, inoltre, fatta una aggiun- contenevano aflatossina B1. Anche se ta al punto 1 dell’allegato del prece- Tecnica la aflatossina M1 è meno tossica della dente regolamento (CE) n. 194/97, a aflatossina B1, essendo essa un con- proposito dei “Contaminanti di origine taminante del latte e dei suoi derivati, agricola”: è qui che troviamo riferi- Aflatossine cioè di prodotti destinati all’alimenta- mento al latte. zione umana, bisogna assolutamente Per il prodotto “Latte (latte evitarne in essi la sua presenza. crudo, latte destinato alla fabbrica- ... per questo tipo di sostanze Avendo, alcuni Stati della Unio- zione di prodotti a base di latte, latte non esiste alcuna soglia al di sotto ne Europea, adottato o prevedendo alimentare trattato termicamente, della quale non si riscontrino effetti di adottare certi limiti massimi per le quali definiti dalla direttiva negativi, non si può fissare quindi una aflatossine in alcune derrate alimen- 92/46/CEE del Consiglio, del 16 giu- dose giornaliera ammissibile, non è tari e considerando che tale dispa- gno 1992, che stabilisce le norme possibile eliminare completamente in rità tra i vari Stati membri è capace sanitarie per la produzione e la com- assoluto lo sviluppo delle muffe che le di provocare distorsioni della concor- mercializzazione di latte crudo, di lat- producono e quindi la loro presenza renza, I’UE ha emanato il regola- te trattato termicamente e di prodot- nelle derrate alimentari. Bisogna, per- mento (CE) n. 1525/98 del 26 ti a base di latte)” stabilisce un con- ciò, incoraggiare tutti gli sforzi intesi a luglio 1998, finalizzato a modifica- tenuto massimo ammesso di migliorare le condizioni di produzione, re il reg. (CE) n. 194/97 che stabili- aflatossina M1 pari a 0,05 mi- 8 di raccolto e di stoccaggio per dimi- sce i tenori massimi per alcuni con- crogrammi/kilogrammo, mentre nuire lo sviluppo delle muffe stesse. taminanti presenti nei prodotti ali- per il modo di prelevamento dei cam- Il gruppo delle aflatossine com- mentari. L’adozione di tali modifiche, pioni e per il metodo analitico di rife-

9 prende diverse sostanze di varia tossi- tra le altre cose, impone il rimento indica la Direttiva 98/53/CE

9 divieto 9

1 cità e, fra di esse, l’aflatossina B1 è di miscelare tra loro prodotti della Commissione, del 16 luglio

O (cancerogena-genotossi- 1998. In quest’ultima la Comunità

N la più tossica conformi ai limiti massimi con G ca). Per ragioni di sicurezza è necessa- (qualcuno Europea dà agli Stati membri la pos- U prodotti non conformi I G

rio, perciò, limitare nelle derrate alimen- potrebbe pensare di recuperare cer- sibilità di recepire le disposizioni 2

. tari il contenuto sia della aflatossina te derrate alimentari contaminate di- date in essa entro il 31 dicembre n B1 che il contenuto globale delle luendole con altre che non lo sono o 2000. aflatossine (B1, B2, G1 e G2). lo sono poco!) e proibisce la de- Pietro Rizzi Tecnica

RICONOSCIMENTO AGENTI Cellule somatiche: PRIMARI DI MASTITE CAUSE DIRETTE: come affrontare I MICRORGANISMI. Agenti primari di mastite clinica (presenza di anomalie nel latte) o sub- il problema clinica (aumento delle cellule somatiche rispetto a valori ritenuti significativi per la sanità della mammella e che vengono __ __ Giovanni Poli fissati sulle 200.000/ml / vacca.) sono i microrganismi mastitogeni, i quali Nel numero precedente abbiamo fattori condizionanti riguardanti le ope- in base a determinate caratteristiche sottolineato che l’innalzamento razioni, l’ambiente, la vacca, (aspetti vengono classificati in contagiosi e 9 dei valori di cellule somatiche ricono- già considerati) e cause dirette indica- ambientali. sce diverse cause che interagiscono te nei microrganismi che andremo ora CONTAGIOSI

tra di loro. Queste sono differenziate in a trattare. 9 9

La fonte principale di contagio 9 1

sono le vacche con mammelle infette. O N

Tali microrganismi si diffondono durante G U

CONTAGIOSI I

la mungitura tramite il latte (infetto); pe- G

2

netrati in mammella, non necessaria- . mente danno mastite clinica, ma instau- n rano infezioni subcliniche di lunga durata. I più comuni sono: lo Streptococcus aga- lactiae e lo Staphilococcus aureus.

Streptococcus agalactiae: germe gram-positivo, ospite obbligato della mammella la quale diventa pertanto il “serbatoio” da cui il germe diffonde. Può trovarsi così su superfici che hanno avu- to recente contatto con latte infetto: guai- ne di mungitura , mani del mungitore. Vi- telli che sono stati alimentati con colostro LA FONTE PRINCIPALE DI CONTAGIO SONO LE VACCHE INFETTE. infetto, possono trasmettere il germe ad altre vitelle tramite succhiamento dei ca- I GERMI SI DIFFONDONO SOPRATTUTTO DURANTE LA MUNGITURA. pezzoli. L’assenza di una buona profilassi Streptococcus agalactiae (gram+): la sola riserva sono le mammelle infette e di efficaci misure di controllo, portano ad una rapida diffusione dello Str. aga- (latte infetto). La diffusione può aversi tramite tutto ciò che è venuto lactiae nella mandria. Una “cattiva” mun- recentemente a contatto con latte infetto: gitura, in un allevamento infetto, può es- MANI DEL GUAINE DI LETTIERA sere il fattore che condiziona l’aumento di MUNGITURA MUNGITORE mastiti cliniche le quali si presentano so- litamente con coaguli di aspetto catarrale con mammella “sgonfia” o moderata- mente infiammata.

Staphilococcus aureus: germe gram-positivo, si trova nell’ambiente ed VITELLE alimentate con latte in particolare localizzato sulla pelle dei o colostro infetti possono contagiare capezzoli, da qui può penetrare all’in- le coetanee tramite succhiamento. terno degli stessi, favorito da lesioni o maltrattamenti dello sfintere. Dopo aver colonizzato il canale del capezzolo, risa- le in mammella, dove “attacca” i tes- suti che producono latte, instaurando quasi sempre una infiammazione croni- ca. Tale infiammazione è caratterizzata L’INCOMPLETA o CATTIVA MUNGITURA possono sfociare in casi clinici!!! da elevati valori cellulari (mastite subcli- nica) in genere intervallati da sintomi cli- Staphilococcus aureus (gram+): può vivere comunemente sulla pelle dei capezzoli, ma colonizza e si moltiplica nel canale del capezzolo, specialmente in caso di LESIONI SULL’ORIFIZIO DEL CAPEZZOLO. nici non acuti in cui si riscontra un mo- derato gonfiore con presenza di coaguli La diffusione può aversi tramite: nei primi spruzzi di latte. Raramente è possibile riscontrare gravi casi di masti- te peracuta. La trasmissione dello GUAINE DI STRACCI PER Staph. aureus parte generalmente da MUNGITURA LAVAGGIO/ASCIUGATURA latte di mammelle infette tramite le guai- DELLE MAMMELLE ne e le mani del mungitore, grandi re- sponsabilità vanno ricercate anche in scarse misure igieniche, specialmente per quanto concerne la lettiera e l’uso di stracci sporchi per la preparazione della mammella stessa. Attenzione andrebbe MANI DEL posta durante le operazioni di mungitura MUNGITORE allo scivolamento delle guaine, percepi- bile col caratteristico rumore di aspira- zione dell’aria.

AMBIENTALI La fonte principale di contagio è Inoltre il germe può entrare in mammella l’ambiente dove le vacche vivono. Tali 10 durante lo scivolamento delle tettarelle microrganismi aggrediscono la mam- (classico il rumore di risucchio), mella nell’intervallo fra le mungiture e tramite goccioline di latte inquinato che durante il periodo di asciutta. Solita-

9 possono forzare lo sfintere ed entrare 9 mente danno mastite clinica acuta, ma 9

1 nella cisterna del capezzolo.

in diversi casi mastite subclinica tem- O

N poranea (rialzo cellulare momentaneo) G Solitamente l’infezione è cronica con fasi sub-cliniche e fasi cliniche U

I con risoluzione spontanea. Anche per

G con moderato gonfiore, fiocchi ai primi spruzzi.

2 essi è possibile la cronicizzazione del-

. n La CURA ANTIBIOTICA è resa DIFFICILE dalla presenza di l’infezione. I più comuni sono: Strepto- TESSUTO CICATRIZIALE!!! cocchi e Coliformi.

Streptococchi: germi gram-positivi, tra cui ricordiamo lo Str. uberis e lo Str. dysgalactiae . Esprimono la loro poten- zialità infettante nelle stalle sovraffolla- te, nei momenti di elevata umidità am- bientale, nell’eccessivo uso di acqua per la pulizia di mammelle sporche, se- guito da una non corretta asciugatura. Danno mastiti cliniche caratterizzate da infiammazione del quarto, latte scolo- rato, presenza di coaguli.

Coliformi: germi gram-negativi, tra cui ricordiamo l’E. coli, la Klebsiella, la Serratia . Sono germi caratteristici del- la lettiera i quali si manifestano nella loro carica infettante soprattutto in esta- te grazie alla loro massiccia presenza nel periodo caldo-umido. Possono pe- netrare in mammella anche durante le scorrette operazioni di mungitura. L’E. coli è il più conosciuto per la caratteri- stica gravità della mastite clinica: la mammella si presenta “gonfia”, dura, dolorante; il secreto del quarto colpito non è più latte, ma una sierosità gial- lastra; la produzione viene sospesa; spesso vi sono sintomi generali ,come elevata temperatura corporea, blocco della ruminazione, scariche diarroiche. Tale germe colpisce solitamente vacche buone produttrici e nel primo periodo della lattazione.

(Sul prossimo numero il dott. Giovanni Poli parlerà di “Programmi di controllo”) Dal Servizio Controllo Mungitrici Impianto di mungitura

Continuiamo nella serie di articoli che il nostro mungitura veloce con stabilità di vuoto è quello alternato, che permette di mun- tecnico coordinatore del SCM dell’APA-CR ha gere 2 quarti alla volta sia destro/sini- stro che anteriore/posteriore. scritto per la rivista “Professione Allevatore”, la Il comando elettrico dei pulsatori quale ce ne concede gentilmente la pubblicazione. permette di controllare con precisione la frequenza di pulsazione, cioè la se- quenza dei cicli di mungitura/massaggio __ __ Ercolino Pini in un minuto. Questo parametro ha i pro- pri limiti minimo e massimo tra le 55 e Nel prosieguo dell’analisi dei com- re del capezzolo e di estrarre il latte dal- le 65 pulsazioni al minuto. Con frequen- ponenti l’impianto di mungitura la mammella tramite il canale del capez- ze troppo basse si rischia di prolungare 11 consideriamo ora due elementi importan- zolo. Nel corso degli anni è il componen- eccessivamente la mungitura dell’ani- ti come il pulsatore ed il regolatore del te che ha subito più trasformazioni, in male e di sottoporlo ad uno stress ec- 9 vuoto ed il parametro fondamentale del si- particolare con l’applicazione dell’elet- cessivo causato dal protrarsi dell’appli- 9 9 stema cioè la riserva di vuoto. tronica. I parametri che caratterizzano il cazione del vuoto al capezzolo. Allo stes- 1 O

suo funzionamento sono: la frequenza so modo con frequenze elevate non si N G U PULSATORE: È il componente che ed il rapporto di mungitura. Si è pas- riuscirebbe a svuotare completamente il I

• G capezzolo, durante la fase di mungitura,

sostituisce il lavoro manuale dei mungi- sati da quelli a pulsazione simultanea a 2

. tori di 35/40 anni fa. Infatti la sua azio- quella alternata, ed in alcuni casi a quel- ed a riempirlo e decongestionarlo al suc- n ne applicata alla guaina, permette di la sequenziale. Il sistema di pulsazione cessivo massaggio. Ci si troverà in una aprire/chiudere continuamente lo sfinte- più diffuso e che più si adatta ad una situazione intermedia di non mungitura e mungitura, perché in caso di anomalia no essere posti verso la sala di mungi- solamente quel gruppo ha un funziona- tura, rispetto alla posizione della valvola mento irregolare e non due o più gruppi o di scarico. Se l’impianto è provvisto di peggio ancora tutta una fila di mungitura. vasi misuratori va montato a monte (ver- Per un corretto funzionamento è so la pompa) della derivazione della con- necessario tenere puliti gli ingressi d’a- duttura di lavaggio, che fornisce il vuoto ria (fessure o spugnette o filtri-carta), per la mungitura. In sala senza vasi il controllare periodicamente i tubi gemel- sensore può essere montato sulla cala- lari di pulsazione (che dal pulsatore van- ta al vaso terminale, perché da quel pun- no al gruppo di mungitura) e sostituire to passa tutto il vuoto di mungitura. Si massaggio che, come nel caso prece- tutti i corti tubi di pulsazione (che dal deve tenere conto che il sensore può es- dente, prolungherà il tempo della mungi- gruppo vanno alla guaina) ogni volta che sere montato ad alcuni metri di distanza tura stessa. La scelta di una corretta fre- sono forati o screpolati. Nelle sale di dalla valvola, mentre la presa d’aria va quenza aiuta l’animale a rispondere in mungitura è consigliabile fare installare posta entro 70/80 cm. dalla stessa. I re- modo naturale agli stimoli dello stru- una conduttura per la presa d’aria dei golatori con sensore interno vanno in- mento. Un pulsatore elettronico od elet- pulsatori con filtro unico per una miglio- stallati sulla conduttura verso l’impianto, trico rispetta più facilmente questo para- re manutenzione degli strumenti ed una se è lontano dalle pompe, o sull’alzata metro, anche se l’ultima generazione di insonorizzazione dell’ambiente di lavoro. dalla pompa se l’impianto è compatto. pulsatori pneumatici hanno molto miglio- Questi strumenti devono mantenere il li- rato la costanza della frequenza. • REGOLATORE DEL VUOTO: è lo vello di vuoto dell’impianto entro una Il rapporto di mungitura espri- strumento che deve controllare il livello oscillazione di –2 KPa. 12 me la percentuale della fase di mungitu- di vuoto dell’impianto e mantenerlo co- È molto importante mantenere ra e della fase di massaggio all’interno stante durante tutte le operazioni di puliti i filtri o le griglie da cui viene aspi- di un ciclo di pulsazione. La scelta di un mungitura. Dopo essere passati da quel- rata l’aria. Periodicamente bisogna far corretto rapporto permette un completo li a molla a quelli a peso, si sono ormai 9 smontare e pulire l’intero regolatore per 9

9 svuotamento della cisterna del capezzo- diffusi su tutti i tipi di impianto quelli verificare le membrane ed i fori interni. Il 1 lo ed un buon rilassamento dello stesso Questo tipo di regola- O servo-assistiti. buon funzionamento del regolatore ga- N

G con riempimento per la mungitura suc- tore ha una sensibilità ed una rapidità di rantisce di sfruttare al meglio il parame- U I cessiva. La gamma di possibili rapporti intervento tale per cui riesce a stabiliz- G tro più importante dell’impianto: la riser-

2 zare il vuoto in ogni tipo di impianto. Ve va dal 50/50 al 70/30. Se il primo è sta- va di vuoto. . n to abbandonato perché troppo lento, ne sono di due tipi: con sensore in- quelli intermedi 60/40 e 65/35 sono terno e con sensore esterno. I primi, • RISERVA DI VUOTO: rappresenta quelli di gran lunga più diffusi. Essi con- internamente, hanno una serie di mem- la capacità d’aria che viene scaricata dal sentono una buona velocità di mungitura brane dotate di piccoli fori per cui perce- regolatore durante il funzionamento del- sulla stragrande maggioranza delle bovi- piscono le variazioni di vuoto nella con- l’impianto e che serve a compensare le ne ed a fine mungitura i capezzoli si pre- duttura e le compensano aprendo o chiu- situazioni anomale che si dovessero ve- sentano rosei e non arrossati o conge- dendo la membrana di scarico dell’aria. rificare (cadute dei gruppi, soffiature al stionati. In alcuni casi viene scelto il I secondi hanno un sensore vero e pro- momento dell’attacco o a fine mungitu- 70/30 per velocizzare ancora di più la prio collegato tramite un tubo alla valvo- ra, ...). Essa dipende dalla portata delle mungitura, ma questo riduce troppo la la di scarico od una presa d’aria sulla pompe, dai consumi d’aria dei compo- fase di massaggio e può creare problemi conduttura collegata alla valvola di rego- nenti e dalla sensibilità del regolatore. ai capezzoli od alla mammella. Nell’ulti- lazione. Il posizionamento del regolatore Questo parametro non è rilevabile senza mo periodo si trovano pulsatori alternati riveste una notevole importanza per il un’attrezzatura apposita, normalmente anteriore/posteriore con rapporto diffe- buon funzionamento dello stesso e per in dotazione ai tecnici delle A.P.A., ma si renziato più spinto sui quarti posteriori una buona risposta durante la mungitu- può avere una verifica attendibile con solitamente più carichi di latte. Nell’in- ra. Il posto più indicato per installare un una operazione semplice. Con l’impianto tenzione questo accorgimento dovrebbe sensore o la presa d’aria od il regolato- in funzione ed i gruppi chiusi, o meglio portare contemporaneamente a fine re stesso è su un tratto di conduttura di- ancora tappati, aprire completamente in mungitura mammelle con produzioni sbi- ritta senza curve o “T” nei pressi, ma aspirazione 1/4 dei gruppi per impianti lanciate sui quarti. In realtà ciò non av- che siano ad una distanza di almeno fino a 24 gruppi od 1/5 per dimensioni viene perché lo stimolo a cui reagisce 60/70 cm. da esso. Infatti nelle curve, maggiori. Verificare che il livello di vuoto l’animale è unico e si rischia di conge- specie se molto strette, e nei “T” l’aria dell’impianto non scenda di oltre 2 KPa stionare i quarti più produttivi. subisce delle turbolenze che possono dal vuoto di taratura. Il riferimento va ve- In ogni caso deve essere installato inibire la sensibilità dello strumento. rificato sul vuotometro dell’impianto po- un pulsatore per ogni gruppo di Inoltre il sensore o la presa d’aria devo- sto sulla conduttura del vuoto. offerti dalloinformatico. strumento offerti icasione perapprezzare vantaggi personal computerpuòessere l’oc- Cr cinnato sito Internet sul mo levideatedipresentazione più snelloedefficiente. Vi mostria- programma tuita daCINCINNATO, GAIA (GestioneAIA)vieneorasosti- della stalla.Lavecchiaprocedura gramma digestioneinformatizzata c he è stato presentato il nuovo pro- nuovo il he è stato presentato emona. Perchinonhaancorail zazione dell’APAnoto rende L ’ufficio tecnicodiinformatiz- ’ufficio predisposto dall’APApredisposto di www.apa.cr.it\cin- Servizio GestioneInformatizzata Servizio 13

n. 2 GIUGNO 1999 n. 2 GIUGNO 1999 14 15 n. 2 GIUGNO 1999 n. 2 GIUGNO 1999 16 17 n. 2 GIUGNO 1999 n. 2 GIUGNO 1999 18 alla vitadi campagna. ciò allacaricapertor giorni dallanominarinun- intrionfo,asedici portato sbaragliato inemici e ri monte Algido,dopoaver assediato dagliEquisul cor soc- per fu elettoDittatore il suocampicello.Nel458 dino continuavaadarare tr nomina aConsole,men Nel 460a.C.ricevettela e l’austeritàdeicostumi. famoso perlasemplicità dellaRepubblica, primordi dei Personaggio romano Quinctius L.Cincinnatus) Cincinnato LucioQuinzio e comemodestoconta- CINCINNATO? r ere ilconsoleMinucio ere ... chi era chi ... nare - - Siamo stati a casa di... Cominetti A.C.E.A. a Vescovato

__ __

reno sono coltivate in funzione della stalla: 350 pertiche a medica, 300 pertiche a mais da trinciato e 150 per- 19 tiche a mais da granella. L’azienda Cominetti è dotata di 9

impianto di essiccazione del fieno in 9 9 balloni: l’erba, falciata con falcia-condi- 1 O N

zionatrice, resta in campo poco più di G U I

24 ore qualora, al momento di affie- G

2

narla, il tempo sia sfavorevole. Nella . n loro gestione, in questo modo, i Comi- netti tendono a valorizzare il proprio la- voro ed il proprio capitale. Avendo a di- sposizione un buon fieno e del buon si- lomais, risulta più facile integrare la ra- zione: a completamento vengono ac- Tre erano i fratelli COMINETTI somministra, ma poi si unisce nel la- quistati panello di soia, seme integra- (ora sono due, Sandro ed Emiro) voro a Celeste ed Alberto che sono im- le di cotone, nucleo per integrazione che, nell’azienda “Albere” a Vescovato, pegnati, soprattutto, nella gestione dei proteica, integratore mineralo-vitamini- allevavano circa 60 vacche da latte. campi. Circa ottocento pertiche di ter- co e bicarbonato. Grazie al loro lavoro cui si è aggiunto quello dei figli, l’azienda ha potuto rag- giungere dimensioni ragguardevoli e ri- sultati produttivi importanti. Angelo, Celeste, Egidio e Alberto hanno scelto di lavorare in azienda. Angelo si occu- pa della mungitura e, con lo zio Emiro, della gestione della mandria. Egidio, ogni mattina prepara la miscelata e la n. 2 GIUGNO 1999 20 Dati APA 1998. Dati APA Dati della PRODUZIONE di LATTE1998. al consegnatoallaLatteriaCa’de’Stefanirelativi primi 90 giorni divita.All’uscitadalle giorni 90 primi singole dovelevitellepassanoilor da Cominettigabbiette di è attrezzata ogni voltavengonobenlavati.L’azien- e consecchimunitidipoppatoioche somministrato appenamunto,tiepido dallamandria.Illatteviene esubero mi gior oebe909 .533 166 157 204 219 183 125 3.30 3.34 181 3.36 3.24 219 3.14 3.15 3.25 135 3.16 3.18 3.13 3.19 3.26 3.61 3.30 960.93 3.24 959.24 3.30 916.35 903.01 3.29 967.74 989.33 Dicembr 3.26 Novembre 1058.69 Ottobre 1096.38 Settembre Agosto Luglio 1117.64 Giugno Maggio Aprile Marzo Febbraio Gennaio otolt rsnicis e ao%% 1ºparto % % per capo chiuse presenti controllate aceVch atzoiPouin rsopoen Età media proteine grasso Produzione Lattazioni Vacche Vacche I vitelli, dopo il colostro dei pri- dei I vitelli,dopoilcolostro 8 0 5 .2 g30 ,12a2m 2a 3,21 3,08 9.824 kg 150 104 181 ni, ricevonoillattepr 8.334 .1156 3.31 3.48 889.13 e Mese odotto in Latte inq.li 035 .631 146 3.18 3.06 1083.58 7.734 .4261 3.24 3.44 973.07 o la, nel recinto dellemanzedaingravi- recinto nel la, latodellastal- dall’altro passare a te manzette di unanno dietà,pron- circa ticato esterno dellastallasonoormai box successivi. infondoalpor- Arrivati crescononei vengonofattipassare sani, vivaciche mano man e robusti: Glianimalicrescono in produzione. dellamiscelatadellevacche parte una fieno al 6 mesidietàricevonooltre tagliato a10cmdilunghezza.Dopoi efienodigraminacee per la crescita telle svezzatericevonounconcentrato vi- le pi inboxconlettierapermanente: piccoligabbiette vannoaformare grup- Grasso in% rtiei Cell.Som.x1000 Proteine in% tora sperimentando. sperienza elacuiefficacia stanno tut- che iCominettisisonofatticonl’e- feconde. Èunaconvinzione,questa, ad essere troppo grasseemeno porti evitare eccessivo appetito le loro il che ferire lemanzeper presto “prendere” di pre- artificiali,seminazioni afferma lo C.,chesioccupaappuntodellein- cioè trai13e15mesidietà.Ange- e corporea struttura giunto unacerta manze vienefattaquandohannorag- di riposoacuccette. (doveAngelocolpisce!),conzona dare La primafecondazionedelle pr mente piùr scelte genetiche,simostranoattual- degli animaliche,dopoopportune lastruttura sta selettivohapremiato il deiCominettidalpuntodivi- lavoro dell’Allevamento, viGenetico al Profilo che l’APA mandaogni6mesie relati- dai tabulatigi medidistallariportati ogr esso, insiemeadaltrimigliora Come si può vedere daiCome sipuòvedere punteg- obusti er esistenti. Questo - fessionalità egrandeimpegno. stalla ecampivengonogestiticonpr diallevatoriedagricoltori: lavoro loro capacità cheiCominettimettononel mente da attribuire allapassionee e 16nelfebbraio1999. ne manze:12nel1997,231998 allavenditadibuo- arrivare di zienda all’a- menti gestionali,hapermesso Il traguardo raggiuntoèsicura- o - lavor buon di augura un proseguimento migliori salutiaisignoriFestaried scusandosiporgeLa redazione i sono mediamente160. della rivista:levaccheinmungitura precedenteazienda nelnumero dedicatoaquesta nell’articolo mungiturasegnalato erroneamente Rettifichiamo ildatodeicapiin e GiampaolodiOffanengo FESTARI Vito, Ezio Azienda o. 21

n. 2 GIUGNO 1999 n. 2 GIUGNO 1999 22 Inoltre, sonotre i soggetti che potrebbero ottenere lastessa qualifica: intuttaItaliahannoraggiuntountalerisultato. quattroverri Quest’ultimo haunindicegeneticodi+4.00:indiecianniselezionesoltanto profitto nel lavoro selettivo! nellavoro profitto con di continuare Complimentandoci conisuddetti allevatori,auguriamoloro 1 ottenendoiseguentirisultati: L.W. razza di Duroc, e scrofette 4 di pi grup- 2 con e scrofa, una e verro un con2soggettidirazzaDuroc, partecipato ha L L’Az. Agr. FERRARICarlo,Vittorio ePaolodiVailate hanno esposto14capisceltitraimigliorideirispettiviallevamenti. di ReggioEmilia,tenutasidal29aprileal2maggio,conduesuoiassociatiche La SezioneSuinidell’AP Suinicola diReggioEmilia alla MostraInternazionale TRASFER CR43050 CR42237 CR42151 CR42459 CR42378 CR40031 In questiprimimesidel1999sono WhiteLarge razza della Italiana. nealogico Suinieriguardanti verretti Ge- Libro al risultatisonostatiraggiuntidanostriassociatiaderenti Importanti RISULTATI CONTROLLIGENETICI 1 3 seguenti risultati: White, eunaLarge Duroc una e dirazzaDuroc 2ottenendo2 verri scrofe, i CR39869 la qualificadiverri“abilitatiallaI.A.”pubblica: 3 scrofette Duroc; nelconcorso nazionalegruppi 3° nellasezionefemmine dirazzaDuroc; 2° di razzaL.W. nella categoria mesi scrofe14-18 nellasezionefemmine dirazzaDuroc, 1° 1° ’Az. Agr. ZUCCOTTIAbramo,Francesco, BattistaeMichelediSalvirola ° ° ° ° nella categoriascr nella categoriascr nella categoriaver nel concorsonazionalegr e Anselmo–Soncino. dell’allevamentoMazzettiFlorindo,Giuseppe,Vincenzo proprietà di Rivarolo delRe; dell’allevamentoAgricolaCa’RossadiFlisiLuigi eC.– proprietà di Cremonese edUniti; Sesto – Paolo e Enrico dell’allevamento Spoldi Lorenzo, di proprietà –; e Alberto Gianfranco Caffi di dell’allevamento Az. Grande Agr.proprietà di La e Michele–; dell’allevamentoZuccottiAbramo,Francesco,Battista proprietà di Stefani –Vescovato; dell’allevamentoLatteriaSocialeCooperativadiCàde’ proprietà di di proprietà dell’allevamento Crotti Emanuele e Mauro – . – Emanuele e Mauro Crotti dell’allevamento proprietà di ri 10-12mesidirazzaDuroc; ofe 10-14mesidirazzaDuroc; ofe 14-18mesidirazzaDuroc; A èstatapr T A VINCENTE uppi scr esente alla Mostra Internazionale Suinicola esente allaMostraInternazionale quattro isoggettichehannoottenuto ofette L.W Sezione Suini .. ha partecipato con partecipato ha Libr italiani selezionatiall’inter terà diveder questo cipermet- organizzatori: svoltodagli to dell’ottimolavoro zionale” ottenutadaITALPIG, frut- di quest’annoèlaqualifica“Na dellestesserazze.Lanovità verri edun’esposizionedi drace eDuroc nale Scr laMostraNazio- che comprenderà manifestazione suinicolaITALPIG anchequest’annola Latte, siterrà delBovinoda Fiera Internazionale che,nell’ambitodella Ricordiamo l’APA diMantova. ricata saràiltecnicodel- tutelato. Lapersonainca delcircuito facenti parte disuini danti laproduzione zia PARMA QUALITÀriguar- mento dapar inalleva- ziati icontrolli giugno’99sonoini- dal 1° Si comunicacheapartire o GenealogicoSuini. ofette diRazzaL.W e imigliorisoggetti te dell’Agen- no del ., Lan - - - Tecnica Silomais: prepariamoci fin da ora a farlo bene I primi a “lavorare” sono i co- liformi, batteri aerobi, che già ini- ziano a fermentare gli zuccheri for- Considerazioni e consigli mando acido acetico, anidride car- bonica, alcool e in quantità minore acido lattico. __ Domenico Barile __ Compito fondamentale della prima fase è bruciare tutto, o qua- si, l’ossigeno rimasto così da far partire i batteri lattici che fer- 23 mentando tutti gli zuccheri produ- cono acido lattico. Queste fer- 9

mentazioni fanno del- 9

sì che il pH 9 la massa e, 1

cali fino a 3,6/3,7 O N

in ambiente così acido, batteri, G U I

muffe e lieviti non potranno svilup- G

2

parsi consentendo al prodotto . n una lunga conservazione. Questa premessa spiega il perché il trinciato deve essere molto ben compresso e chiuso ermeticamente il più rapida- mente possibile: il materiale ve- getale appena trinciato è ancora vivo e respira, consumando l’ossi- geno che così non resta più dispo- Il silomais è un alimento di- Ma per capire quali errori nibile per i coliformi. venuto quasi irrinunciabile vanno evitati nell’insilamento, Infatti, se la presenza di aria per bilanciare una razione per bovi- cerchiamo di comprendere come fa è troppo elevata nella prima fase ne da latte. un “mucchio di mais trinciato” a con- aerobica, la temperatura sale trop- Le sue caratteristiche positi- servarsi per un anno senza alterarsi. po per l’eccessivo consumo di idra- ve sono dovute al fatto che è im- L’insilamento si può dividere ti di carbonio (gli zuccheri) e, rag- battibile come resa di produzione; in due fasi: una prima aerobica giunta la soglia dei 50°C, vedremo pur contenendo una quota di con- cioè che avviene in presenza di os- rapidamente inibirsi e morire i pre- centrato, si può considerare un sigeno e una seconda anaerobica ziosi batteri lattici compromettendo foraggio e quindi aiuta a non sbi- cioè in assenza di ossigeno. irreversibilmente le corrette fer- lanciare il rapporto foraggio/con- La prima fase che parte non mentazioni. centrati della razione; è basso di appena viene chiuso il silo è breve, Attenzione a 52°C muoio- proteine ma alto di energia e 3-4 giorni, ma fondamentale per la no tutti i lattobacilli sia quelli anche questo aiuta chi formu- buona riuscita del prodotto. che la natura ci ha “regalato” sia la una razione. Tutte queste caratteristiche positive vengono ovviamente man- tenute a condizione che il pro- dotto risultante dall’insilamen- to sia eccellente. Tutti purtroppo conosciamo i problemi legati alla somministra- zione di un trinciato scadente in qualità e conseguentemente con presenza di muffe, lieviti e, peggio, tossine. Fig. 1 quelli che eventualmente abbia- mo acquistato e aggiunto, magari con del glucosio, al momento del- l’insilamento. Quindi attenzione a spendere dei soldi in lattobacil- li: possono aiutare ad accelerare le fermentazioni e quindi a far raf- freddare prima il trinciato, ma non sono un alibi per far 24 male il lavoro perché non fanno miracoli. sato e sigillato che verrà consu- Infine, è bene ricordare Mettiamo in atto, invece, tut- mato per primo evitando così di che la sostanza secca ideale 9

9 to quello che può servire per eli- aprire prematuramente la trincea del trinciato da insilare è in- 9 1 minare aria dalla massa. principale (fig.2). torno al 32% valutabile empiri- O

N Va bene la rapidità del lavoro G Sigilliamo rapidamente la camente da una pianta ancora ver- U I dei terzisti ma, attenzione: se in G trincea e poniamo del peso so- de con granella appena fuori dalla

2

azienda arriva troppo prodotto ine- per fare aderire il telo a tutta . pra n vitabilmente non si avrà il tempo la massa: bene i pneumatici, se di pressarlo a sufficienza. consentito, la ghiaia o la terra, an- Evitiamo l’uso di trattori che se quest’ultima è sempre fon- con gomme troppo larghe (an- te di possibili inquinamenti dovuti tiaffondamento) che pressano a pioggia, vento o movimenti del meno di quelli con gomme stret- telo. te. (fig.1). In certi casi, per ovviare al Optiamo sempre per trincee problema di buchi nella copertura strette e lunghe in modo da provocati da animali è consiglia- avanzare rapidamente con il fronte bile la sovrapposizione di una evitando prolungate e dannose rete anti-grandine che le ditte esposizioni all’aria del silomais produttrici confezionano anche su una volta aperta la trincea. misura della trincea e che può es- Non superiamo in altezza sere riutilizzata per anni. Per le Fig. 3 i muri della trincea perché inevi- cornacchie è sufficiente spruz- tabilmente non verrà pressato il zare sul telone un po’ di prodot- maturazione lattea. Se si entra in prodotto troppo vicino ai bordi pro- to usato come repellente per la se- campo, evitando le file più esterne, vocando quintali di scarto. Piut- menza, diluito in acqua, con una e dopo aver “scartocciato” e spez- tosto consiglio, se possibile, di pompa da giardinaggio, sarà un ef- zato a metà una pannocchia, con- fare un mucchio a parte ben pres- ficace deterrente. trolliamo che la linea bianca del grano sia circa a metà (fig.3). Un trinciato troppo secco sarà difficile da pressare per- ché tenderà inevitabilmente a “ri- gonfiarsi”. In questo caso cer- chiamo di trinciare il più fine possibile. Un buon silomais è fonda- mentale per il buon andamento della stalla quindi non trascuriamo nulla per non avere poi brutte sor- prese difficili da gestire. A questo punto buon lavoro e incrociamo le dita per l’unica inco- Fig. 2 gnita: il tempo. __ Tutta salute!!! lafameaumenta! il vitellocorreesaltae... quando ilfigliodiGinòtloliberanelcortile, Certoèchesaràaffamato:da avrà cura. lo ritroveràperchélamogliediGinòtne al pascolo;saperesperienzacheritorno nemmeno faticaasepararsidaluiperandare Nonfa grande curaperilsuonuovonato. In untempoantico... Come tuttelebuonemadri Tèra ha iPer Rizzi Pietro di __ Storia illustrata ( °episodio) 2° 25

n. 2 GIUGNO 1999 n. 2 GIUGNO 1999 26 sorta dimedaglia. una messo unaltromarchio, gliverrà sua mascolinità, inizierà adaresegnidella quando saràpiùgrandeed riconoscimento sull’orecchio; piccolo vienefattounsegnodi Al accertarne lanascita. stati inviatiduetestimoniper campionessa equindisono del vitellomaschiodellasua siglio deiSelettorilanascita Ginòt hasegnalatoalCon- abbondante esostanziosoe, ben nutritiseilfienostoccatoè no usciredall’invernoinforzae esperienza cheglianimaliposso Ginòthafatto sto aprimavera. sandolo inmododaarrivare giu- dovrà esseresomministratodo tenuta neirecintiedilforaggio freddi lamandriadovràessere Neiquattro mesipiù verno. falciata efattaessiccareperl’in il tempoincuil’erbapuòessere La stagionecaldaavanza edè troppo duri. foglie econglisteli non non troppomatura, riccadi l’erba deveessere f fare delbuonfieno,sache alciata per - - - (1- ilfiume Oglio) informazioni. qualcosa dipiùchesemplici questa volta Gèpinhada dirgli ... ma formazioni interessante scambiodiin con Ginòtognivoltac’èun appassionato allev AncheGèpinèun me. (1)del grandefiu- affluente villaggio anorddelfiume di cammino Gèpin: abitaadungiorno ceve lavisitadisuocugino Ginòtri- grande pianura, do ilsolerendepiùcaldala Come tutteleestati, inunpiccolo , atore e quan - - proprio lavoro”. sulla propriaintelligenzaesul come te,sadipotercontare dere incoraggiamentodachi, sa Ginòt–mabisognapren- costa spessodeisacrifici–pen- re, unprogettodarealizzare testa unobiettivodaraggiunge- chiacchierare. facilmente qualcunoconcuiberee frequentare ilmercatodovesitrova perde tempoadandareapescao non cheprocedonoacaso, vatori, operazione: adifferenzadialtrialle- Ginòt hagrandecuraperquesta “Eh sì,averein 27

n. 2 GIUGNO 1999 n. 2 GIUGNO 1999 28 (continua sul prossimo numero con“Il lungoviaggiodiGépin”) numero prossimo sul (continua sorpresa! punto e, viaggio inunterritorio cheluiconoscefinoaduncerto Inizia, anche dasolo. ingradodisuperarequalsiasi difficoltà uomo robusto, Gépinèun procurarsi delcibofrescoall’occorrenza. Gli serveilminimoindispensabileperdifendersi eper tello piùgiovane chepuòbadareai pratiealbestiame. Acasalasciaunfra- no lapartenza:andràdasolo. decidedianticipare diqualchegior- Gépin, Così, gio. no Gépinchenonpotràaccompagnarlonellungoviag Mandaadirealcugi- sua famigliaealsuobestiame. andare conGépin:deverestareacasabadarealla Ginòtpensasubitochenonpotrà rente enonpassa. halafebbrericor- lamogliediGinòtsiammala, ... perciò, loa el tgoedl’ramtr,un nella stagionedell’erbamatura, allora, sa anchedidoversiaspettare qualche rcdne Andava versolepiccolemontagneasuddelgrandefiumee precedente. di montagne(2):erapassatodalsuovillaggiosoltantoilquartoluna Gli raccontadiaver incontratounviaggiatorecheveniva daoltrelegran- I giornipassano stabilito Ginòtloraggiungerà. deve sistemaretuttoprimadipartire:altempo cugino Dopo qualchegiornodipermanenzadal (2- le Alpi) gio estarannoviapertuttaunaluna. tiranno subitodopol’ultimoraccoltodiforag- stuzzicailoroanimi:par- diverso dalproprio, ma me dallecaratteristichelattiferespiccate, L tagne. se dalleverdivalli chestaoltrelegrandimon- nasce inloroildesideriodiandarequelpae- animali eiduecuginiprestosientusiasmano GèpindescriveaGinòtgli belli erobusti. portava consétrecapidibestiamedalatte, - Gépin rientraalsuovillaggioperché , ’idea diandareaprenderedelbestia- , i la oicniun,ma... vori continuano,