Report Annuale 2014
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in collaborazione con con il patrocinio di N Partnership e! Convenzioni FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA DI MILANO PICCOLO TEATRO DI MILANO - TEATRO D’EUROPA ELFO PUCCINI TEATRO D’ARTE CONTEMPORANEA TEATRO FRANCO PARENTI FESTIVAL DEI 2MONDI DI SPOLETO In copertina particolare di Cinderella di Palnk Foto di Giovanna Marino e Stefano Taccucci ! ! ! ! ! È passato poco più di un anno dalla conferenza stampa nel foyer del Teatro Coccia. Quel pomeriggio il SC IMPRESA SOCIALE ONLUS ! Sindaco disse che era un momento di grande gioia, Anno Accademico perché non sempre capita di poter annunciare la 2013/2014! nascita di una scuola. Aveva ragione. 1° dalla fondazione ! Questo primo anno passato insieme è stato un anno di in collaborazione con! lavoro e impegno ripagati da grandissima felicità. Compagnia della Rancia Volevamo costruire insieme una Scuola che in Italia Fondazione Teatro Coccia ! ancora non esisteva e volevamo farlo nella nostra città. con il patrocinio di! Volevamo far nascere un luogo di incontro, formazione, Comune di Novara condivisione della cultura e dell’amore per il Teatro. Provincia di Novara ! Abbiamo trovato un’Amministrazione concreta, un partnership e convenzioni Sindaco lungimirante, un Assessore alla Cultura con! innamorato del territorio e una Direttrice sempre Fondazione Teatro alla Scala di Milano disponibile ed entusiasta. A loro, per primi, vanno i Piccolo Teatro di Milano nostri ringraziamenti: ad Andrea Ballarè, Paola Turchelli Teatro d’Europa e Renata Rapetti. Senza di loro tutto ciò non sarebbe Elfo Puccini Teatro d’Arte Contemporanea stato possibile, così come non lo sarebbe stato senza il Teatro Franco Parenti sostegno e l’appoggio di Saverio Marconi e Michele Festival dei 2Mondi Renzullo e della Compagnia della Rancia. di Spoleto ! Un grazie particolare a Silvana Sateriale, aiuto Direttore Artistico! infaticabile e amica sincera, e a tutto il personale della Marco Iacomelli! Fondazione Teatro Coccia. Direttore Organizzativo! Soprattutto dobbiamo ringraziare voi, i nostri studenti, e Andrea Manara le vostre famiglie, i docenti e i collaboratori, che avete ! condiviso questi mesi insieme. Mesi di studio, di lezioni, Coordinatore Didattico! Davide Ienco di incontri, di amicizie, di genitori e nonni in attesa, di !compiti a casa svolti prima e dopo i corsi. !Questa è la vostra scuola. Vivetela! Andrea, Davide e Marco 3 Corsi e Attività Formative ANNO ACCADEMICO 2013/2014 Corsi Professionali! Corso Triennale per Attori del Teatro Musicale Corsi Open! Recitazione Ragazzi Adulti Musical Elementari/Medie Superiori/Adulti Canto Danza Classica Propedeutico II Preaccademico Base II Preaccademico I-II Accademico III Accademico Superiore Punte Intermedio Punte Avanzato Passo a Due Intermedio Passo a Due Avanzato Tecnica Maschile Danza Modern Jazz Modern Jazz I Modern Jazz II Danza Contemporaneo Contemporaneo I Contemporaneo II Danza Tip Tap Masterclass!! ! Masterclass per Attori del Teatro Musicale! Masterclass per Danzatori Seminari!! ! Seminario di Light Design! Summerschool!! Summerclass per Attori del Teatro Musicale! Incontri con…!! ! Macbeth! Norma Tosca Il Lago dei Cigni 5 Da Rodopis a Cenerentola! !Cenni sulla fortuna di un motivo fiabesco! di Roberto Tagliani ! ! ! Bìbidi, bòbidi, bù!... e la fata – una vecchina dal viso simpatico e un po’ svampita – trasforma d’emblée una semplice zucca in una scintillante carrozza. Quando si pensa a Cenerentola, l’immaginario corre subito al cliché del personaggio uscito dalla matita di Walt Disney nel 1950, ispirato alla riscrittura di Marc Davis della fiaba di Perrault: la fanciulla graziosa e modestina, con la chioma troppo bionda, morbida e compatta per rimanere a lungo una semplice sguattera. Eppure, Cenerentola è qualcosa di più di questo. L’origine della fiaba è molto antica: taluni la fanno risalire alla Cina imperiale della dinastia Tang (IX secolo), presso la quale si diffonde la storia di Yeh- Shen, la fanciulla dai piedi più piccoli del regno, raccontata da Tuan Ch’ing-Shih; altri la riconnettono alla vicenda dell’etera Rodopis, ambientata durante la XXVI dinastia dell’Antico Egitto (VII sec. a.C.) e giuntaci attraverso le testimonianze di Erodoto, Strabone e Claudio Eliano: una fanciulla alla quale un’aquila ruba un sandalo, facendolo poi cadere tra le pieghe del mantello del Faraone; il sovrano, conquistato dalla grazia della calzatura, fa cercare la fanciulla a cui appartiene per sposarla. Non è improbabile che il motivo sia passato dal Medioriente alla Cina lungo la Via della Seta; tuttavia, non possiamo riconoscere quale dei due testi abbia influenzato maggiormente la sua diffusione nella cultura Paul Gustave Doré occidentale. Illustrazione per Come ogni fiaba che vanti natali tanto remoti, Cenerentola di Charles Cenerentola si diffuse in centinaia di redazioni differenti: Perrault (1862) la versione più nota in Occidente si fonda su 7 ROBERTO TAGLIANI Cendrillon ou la petite pantoufle de verre (1697) di Charles Perrault (1628-1703) che, secondo il costume dell’epoca, aveva riadattato e consegnato al mondo aristocratico e altoborghese della Francia seicentesca una storia già narrata dal novelliere campano Giambattista Basile (1566-1632), i cui tratti costitutivi mostrano molte comunanze con le antiche narrazioni poc’anzi ricordate. Un’altra celebre versione, Aschenputtel o Aschenbrödel, si deve al lavoro di ricerca dei fratelli Grimm, pubblicato nella celebre antologia Kinder- und Hausmärchen (1812-1822). La trama della fiaba è arcinota: una bella giovine, orfana di entrambi i genitori, è schiavizzata dalla seconda moglie del padre e dalle figlie di lei; con l’aiuto di una fata, prende parte a una festa di corte, dove conosce il principe ereditario; il giovane se ne innamora, la rintraccia grazie alla scarpetta da lei smarrita e la sposa. Il fulcro originario della leggenda gira attorno a un oggetto magico che permette l’agnizione della fanciulla perseguitata, mutandone radicalmente le sorti: tale oggetto è, nella maggior parte delle versioni, la famosa Moritz von Schwind! Ciclo di affreschi su scarpetta; ma in alcune redazioni esso è sostituito da Cenerentola (1852-1854) un anello o da un braccialetto. La scarpina è di cristallo soltanto nella versione di Perrault (e in quelle da essa derivate): originariamente era di vaio, un roditore simile all’ermellino, della cui pelliccia era rivestita la scarpina; la variante si originò dall’equivoco tra le forme francesi omofone verre, ‘vetro’, e vair, ‘vaio’. Nelle redazioni raccolte dai fratelli Grimm, invece, la scarpetta è talvolta di seta e d’argento (1819), talaltra d’oro (1857). Come ogni fiaba che si rispetti, non manca dell’elemento magico, di norma affidato alla fata madrina; in alcune versioni, tuttavia, essa è sostituita dalla presenza fantasmatica o evocata (magari da apparizioni animali, in forma d’uccello) della madre di Cenerentola. Anche nelle versioni che presentano la fata, tuttavia, si può affermare che la figura rappresenti soltanto un ‘sostituto magico’ e simboleggi l’aiuto della madre buona per contrastare la crudeltà della matrigna. 8 DA RODOPIS A CENERENTOLA L’antropologia culturale ci insegna che la fiaba è un medium universale che rispecchia il sapere più intimo e ancestrale di ogni cultura. Ma la fiaba è anche uno strumento per l’interpretazione della realtà: per questo si presta ad essere riascoltata, riletta e riadattata all’esperienza personale del narratore. Nel suo tramandarsi di generazione in generazione, subisce dei cambiamenti: si arricchisce di particolari perdendone altri, assume forme diverse a seconda del luogo in cui si trova, pur mantenendo la propria struttura-base. Si stima che le versioni di Cenerentola siano oltre trecento; in ciascuna di esse è evidente l’atto di ‘appropriazione’ antropologica dei fatti narrati, grazie al quale ogni gruppo sociale e ogni popolo ha rimaneggiato alcuni elementi della fiaba, in modo da rievocare la stessa situazione generale adattandola a contesti differenti; per questo non può darsi, in senso stretto, una filologia della fiaba, perché ogni narrazione genera un testo nuovo e autonomo. Sono soprattutto i secoli XIX e XX che ripropongono il soggetto della fiaba in molte forme, dal teatro alla musica, dalla danza al cinema. Celeberrimi sono, ad esempio, i melodrammi La Cenerentola di Gioachino Rossini (1817) e Cendrillon di Jules Massenet (1895); ma altrettanto noti sono i balletti Cenerentola di Boris Margaret MacDonald Vietinghoff-Scheel (1893), Aschenbrödel di Johann Mackintosh! Strauss figlio e Josef Bayer (1901), a tacere del Cenerentola (1917) notissimo Cenerentola di Sergej Prokof’ev (1940-1945). La fiaba ha dato vita anche a numerose riscritture teatrali, tra le quali ricordiamo almeno le italiane La gatta Cenerentola di Roberto De Simone (1976) e Dodici cenerentole in cerca d’autore di Rita Cirio (1991). Non è mancata al soggetto una vasta e precocissima diffusione cinematografica, fin dai tempi del muto, a partire dalle Cinderella di George Nichols (1911) e di James Kirkwood (1914). Ma sono davvero tante le ‘cenerentole’ del grande schermo, da quella di Pierre Caron (1937) a quella di Fernando Cerchio (1948), da quella protagonista del musical La scarpetta di vetro di Charles Walter (1955) a quella de La meravigliosa favola di Cenerentola di Süreyya Duru 9 ROBERTO TAGLIANI (1971); molto note sono anche la Cenerentola di Robert Iscove (1997), la Cenerentola per sempre di Beeban Kidron (2000), la Cinderella Story di Mark Rosman (2004) (seguita da Another Cinderella Story di Damon Santostefano del 2008). Nel 2015 è annunciata