COMUNE DI CANDIOLO

CITTA' METROPOLITANA DI TORINO D.Lgs 114/98, L.R. 28/99 e s.m.i., D.C.R. 59 - 10831 del 24/03/2006 integrata e modificata dalla D.C.R. 191-43016 del 20/11/2012

ai sensi degli artt. 13-14 della DCR 191-43016 del 20/11/2012 PROGETTO UNITARIO DI COORDINAMENTO LOCALIZZAZIONE PERIFERICA NON ADDENSATA DI TIPO L2 Strada Provinciale n. 140

Redazione: STUDIO MELLANO ASSOCIATI Relazione Illustrativa del PUC ARCHITETTURA URBANISTICA C.so , 56 - 10133 TORINO COMUNE DI CANDIOLO - DCR 191-43016 del 20/11/2012

Progetto Unitario di Coordinamento L2- Strada Provinciale n. 140

INDICE

Premessa______1 PARTE A – Piano Unitario di Coordinamento ______3 Capitolo I - Inquadramento ______3

1.1 IL TERRITORIO COMUNALE DI CANDIOLO 3

1.2 GLI INDIRIZZI COMUNALI 5

1.3 INQUADRAMENTO DELL’AREA 5 Capitolo II – Analisi delle disposizioni sovracomunali ______7

2.1 NUOVO PIANO TERRITORIALE REGIONALE - D.C.R. N. 122-29783 DEL 21 LUGLIO 2011 7

2.2 PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE 10

2.3 PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE 13 Capitolo III – La programmazione comunale ______21

3.1 RISPONDENZA ALLE INDICAZIONI DELLA NORMATIVA COMMERCIALE 21

3.2 COMPATIBILITÀ CON IL PIANO REGOLATORE GENERALE 24 Capitolo IV – Analisi della rete distributiva ______30

4.1 AREA DI RIFERIMENTO COMMERCIALE SOVRACOMUNALE 30

4.2 L’OFFERTA COMMERCIALE A CANDIOLO 34 Capitolo V – La proposta di progetto del P.U.C. ______35 Capitolo VI – Indicazioni del P.U.C. ______38

6.1 ADEGUAMENTO DELLA DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE 38

6.2 AREE DI SOSTA 38

6.3 MITIGAZIONE DEGLI INTERVENTI 39

6.4 MODALITÀ DI INTERVENTO – COMPETENZE/OBBLIGHI 39 Parte B – Valutazione di Compatibilità Ambientale ______40 Capitolo VII – Caratteristiche ambientali del territorio comunale e delle aree interessate dalla localizzazione L2 ______40

7.1 - ATMOSFERA 40

7.2 - ACQUE SUPERFICIALI 44

7.3 - ACQUE SOTTERRANEE 44

7.4 – SUOLO E SOTTOSUOLO 45

7.5 – VEGETAZIONE, FLORA E FAUNA 48

7.6 - PAESAGGIO 48

7.7 - RUMORE 48

7.8 - VINCOLI 50 Capitolo VIII - Impatti ambientali e opere di mitigazione individuati ______51

8.1 - IMPATTO SULLA QUALITÀ DELL’ARIA 51

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7.2 – IMPATTO SULLE ACQUE SOTTERRANEE 52

8.3 - IMPATTO SUL SUOLO 52

8.4 – IMPATTO SULLA VEGETAZIONE, FLORA E FAUNA 53

8.5 - IMPATTO SUL PAESAGGIO 53

8.6 - IMPATTO ACUSTICO 53

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PREMESSA

Il Comune di Candiolo ha approvato, con la D.C.C. n. 34 del 27 novembre 2012, i criteri di sviluppo commerciale locale ai sensi di quanto previsto dall’art. 8, comma 3 del d. lgs. 114/98 e dalla l.r. n. 28/99 e s.m.i. della Regione Piemonte, sulla base degli indirizzi contenuti nella D.C.R. 563-13414 del 29-10-1999 e s.m.i.. Contro le scelte operate in quella deliberazione, ed in particolare con i contenuti dell’art. 12, a seguito di ricorso di parte interessata, una sentenza del TAR Regionale - Seconda Sezione - n. 01072/2013 ha stabilito che sull’area “I2-3” in virtù del P.E.C. approvato dal Comune di Candiolo con D.C.C. n. 36 del 24 maggio 2011 si prefigurava già un possibile sviluppo anche commerciale dell’area stessa; di qui l’annullamento della D.C.C. n. 34/2012 nella parte in cui non individuava tale area come localizzazione di sviluppo commerciale semiperiferico di tipologia L2 senza addurre specifiche motivazioni. Alla luce della pronuncia del Tribunale Amministrativo Regionale e del conseguente riconoscimento di diritti commerciali esistenti sull’area “I2-3” l’Amministrazione Comunale ha verificato la sussistenza dei requisiti per il riconoscimento di una Localizzazione L2 con un’apposita “valutazione ex-ante”, ai sensi di quanto previsto nell’art. 14 della soprarichiamata D.C.R. regionale. Successivamente il Comune ha proceduto con D.C.C. n. 3 del 30/03/2015 all’approvazione degli indirizzi generali dei nuovi Criteri di Programmazione urbanistico-commerciale per l’insediamento del commercio al dettaglio in sede fissa, all’interno dei quali veniva individuata una localizzazione urbano periferica non-addensata di tipo L2, in corrispondenza dell’area di piano regolatore generale “I2-3”. Con la Variante parziale n.6 al PRGC vigente (D.C.C. n.55 del 30/11/2015) l’Amministrazione ha infine provveduto al recepimento dei nuovi Criteri commerciali sullo strumento urbanistico, apportando delle variazioni alle tavole di piano e alla specifica scheda normativa dell’area I2-3.

Tutto ciò premesso, la redazione del presente documento, che costituisce il Progetto Unitario di Coordinamento di cui all'art. 14 comma 4 lett. b) della DCR 191-43016, ha come obiettivo la conduzione di un’indagine puntuale sulla Localizzazione commerciale urbano-periferica non addensata di tipo L2, individuata lungo la Strada Provinciale n.140. Gli aspetti di seguito approfonditi sono orientati a definire le problematiche riscontrabili sull’area e gli indirizzi atti alla loro risoluzione. In particolare, sulla base degli indirizzi della circolare regionale, sono stati analizzati i seguenti aspetti: • indicazioni relative alle esigenze infrastrutturali; • indicazioni relative all’organizzazione funzionale dell’intera area in ordine al sistema della viabilità e degli accessi; • indicazioni in ordine al posizionamento e dimensionamento delle aree destinate al soddisfacimento del fabbisogno di posti auto di cui all’articolo 25 della DCR 59/2006 e delle aree a standard di cui all’art. 21 della L.R. 56/1977 s.m.i., in modo da soddisfare quanto prescritto relativamente alle nuove singole possibili proposte di insediamenti commerciali;

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• indicazioni degli elementi di mitigazione/compensazione necessari per rendere compatibile dal punto di vista ambientale l’ambito individuato.

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PARTE A – PIANO UNITARIO DI COORDINAMENTO

CAPITOLO I - INQUADRAMENTO

1.1 Il territorio comunale di Candiolo

Il territorio comunale di Candiolo è localizzato a sud del capoluogo piemontese, in un territorio prevalentemente pianeggiante. La superficie di estensione è pari a 11,9 km2, con una popolazione residente al 31/12/2014 di 5.705 abitanti e una densità abitativa di 479,4 ab/km2. Candiolo confina con i comuni di , , , e None. Il territorio comunale risulta servito da due principali strade provinciali: la SP 140, principale asse di attraversamento nord-sud del territorio comunale, e la SP 142. È inoltre presente una linea ferroviaria collegante Candiolo a Torino.

Candiolo è stato classificato, nell’allegato 2 della D.C.R. n. 563-13414 così come modificato e integrato dalla D.C.R. n. 347-42514, dalla D.C.R. n. 59-10831 e dalla D.C.R. n. 191-43016 del 20.11.2012, come comune intermedio della rete secondaria, appartenente all’area di programmazione di Torino. I comuni intermedi sono i comuni non turistici con popolazione superiore a 3.000 abitanti e non compresi nella rete primaria. Si pongono in posizione gerarchica intermedia tra i comuni minori e i comuni della rete primaria; offrono servizi non quotidiani ma di minor portata rispetto a quelli dei comuni in posizione gerarchica superiore.

La struttura commerciale del comune di Candiolo, così come rappresentata dai criteri commerciali comunali vigenti, può essere riassunta nei seguenti punti: • la rete degli esercizi di vicinato si può considerare sostanzialmente stabile, con una lieve flessione positiva degli ultimi anni; • sono presenti 3 medie strutture di vendita, mentre non si rilevano grandi strutture di vendita; • al commercio in sede fissa si aggiunge 1 mercato settimanali di circa 58 banchi, che costituisce elemento di attrazione anche per i comuni limitrofi.

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Figura 1 – Estratto tavola A "Riqualificazione territoriale, tutela e valorizzazione del paesaggio", Nuovo PTR

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1.2 Gli indirizzi comunali

Con l’approvazione dei propri Criteri commerciali, il Comune di Candiolo ha fissato alcuni indirizzi programmatici relativi alle politiche per lo sviluppo della rete commerciale comunale. In particolare l’Amministrazione Comunale ha ritenuto opportuno muoversi sulle seguenti linee di azione: a) favorire lo sviluppo e la valorizzazione delle funzioni commerciali e di servizio nell’ambito urbano centrale costituito dal Centro Storico e dalle zone limitrofe attraverso il riconoscimento di specifici Addensamenti Commerciali; b) contribuire al rafforzamento della rete commerciale locale, consentendo una adeguata flessibilità nella individuazione di Localizzazioni Commerciali urbane non addensate attraverso lo strumento della possibilità del riconoscimento in sede di domanda autorizzativa, nel rispetto di parametri prefissati e delle destinazioni d’uso previste dal P.R.G.C.; c) procedere al riconoscimento di un’area di sviluppo commerciale della tipologia “Localizzazioni L2”, ai bordi del tessuto residenziale, in posizione di testata rispetto all’ambito urbano, in virtù di diritti pregressi riconosciuti; d) favorire la possibilità di uno sviluppo di medie strutture di vendita, nell’ambito delle zone di sviluppo commerciale, ma anche la salvaguardia delle caratteristiche ambientali dei relativi ambiti territoriali nel rispetto della tabella di compatibilità di cui all’art. 17 della D.C.R. n. 563- 13414/99 s.m.i.; e) incentivare attraverso il ricorso agli strumenti di flessibilità nell’ambito del P.R.G.C. il recupero del patrimonio immobiliare e lo sviluppo delle attività commerciali nell’ambito dell’Addensamento storico rilevante A1; f) non procedere al riconoscimento di ulteriori zone di sviluppo in ambito semiperiferico, tenendo conto dell’ampia possibilità di scelta per i consumatori già offerta dalla rete commerciale, dell’ampia gamma di tipologie distributive, e del conseguente livello di concorrenza già presente in tutto il bacino di prossimità del comune; g) salvaguardare la prevalente e primaria vocazione industriale e artigianale delle aree “I”(ad eccezione della “I2-3” in quanto su quest’ambito a seguito delle previsioni dello specifico PEC e della relativa convenzione urbanistica sottoscritta dal Comune in data 21 luglio 2011, nonché della sentenza del TAR viene riconosciuta una L2), escludendole dall’inserimento in zone di sviluppo commerciale, e conseguentemente limitando l’insediamento degli esercizi commerciali alla tipologia “esercizi di vicinato”.

La presente localizzazione L2, di cui agli obiettivi c) e g) riportati sopra, si pone pertanto quale potenziamento dell’offerta di servizi commerciali a supporto dell’intero territorio del comunale, nel rispetto dei parametri previsti dalla normativa regionale.

1.3 Inquadramento dell’area

L’area individuata si localizza all’incrocio tra la Strada Provinciale n. 140 e la Strada Provinciale n. 142, ai bordi dell’abitato di Candiolo in un contesto di aree produttive prevalentemente artigianali, che risultano in gran parte già edificate. Il tratto di S.P. 142 costituisce la recente variante al vecchio

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tracciato, passante per il centro di Candiolo, e coincide con il “Corridoio Anulare Esterno” indicato nella tavola 4.2 del P.T.C.2, che collega in maniera rapida il Comune di Candiolo alla Tangenziale Sud e all’Autostrada A55. L’area ad oggi si presenta libera da edificazioni. La sua posizione privilegiata la pone come area di massima fruibilità da parte degli abitanti comunali ma anche dei flussi di traffico esistenti verso Torino e tra i comuni dell’iterland sud del capoluogo regionale.

Figura 2 – Individuazione dell’area in oggetto su foto aerea

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CAPITOLO II – ANALISI DELLE DISPOSIZIONI SOVRACOMUNALI

Nella redazione della presente Progetto Unitario di Coordinamento si è fatta particolare attenzione agli indirizzi contenuti nei seguenti principali piani sovraordinati: • Piano Territoriale Regionale, approvato con D.C.R. n. 388-9126 del 19/06/1997 e sostituito dal nuovo Piano Territoriale Regionale (PTR - approvato con D.C.R. 122-29783 del 21/07/2011) ad eccezione delle norme di attuazione relative ai caratteri territoriali e paesistici (artt. 7, 8, 9, 10, 11, 18bis e 18ter) che continuano ad applicarsi fino ad approvazione del PPR; • Piano Paesaggistico Regionale (PPR - adottato con D.G.R. n.53-11975 del 04 agosto 2009 e da tale data in salvaguardia); • Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Torino (PTC 1), adottato dal Consiglio Provinciale con D.C.P. n. 621-71253 in data 28/04/1999 ed approvato dal Consiglio Regionale con D.C.R. n. 291-26243 in data 01/08/2003; • Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale 2 (PTC 2), adottato dal Consiglio Provinciale con D.C.P. n. 26817 del 20 luglio 2010 ed approvato dal Consiglio della Regionale con D.C.R. n. 121- 29759 del 21 luglio 2011 (Variante al PTC 1).

2.1 Nuovo Piano Territoriale Regionale - D.C.R. n. 122-29783 del 21 luglio 2011

Il PTR costituisce il quadro degli indirizzi per il governo del territorio, ad ogni livello, per la programmazione regionale di settore, la programmazione negoziata, i piani di sviluppo delle grandi reti di servizi, che la Regione integra per garantire un quadro conoscitivo coordinato e coerente con l’evoluzione delle esigenze. Nasce per essere elemento di governo del territorio della Regione e per essere strumento di indirizzo per l’attività delle Province piemontesi quali nuovi soggetti competenti per la pianificazione territoriale a seguito dell’entrata in vigore della legge 142/90 sulla riforma delle autonomie locali. Il piano ha una natura d’indirizzo, di inquadramento e promozione delle politiche per lo sviluppo socioeconomico e territoriale sostenibile (si consulti a questo proposito l’Allegato B alla Relazione Illustrativa “Piani sovraordinati – Piano Territoriale Regionale” che riporta un estratto della Tavola di progetto del P.T.R.). Il territorio regionale è analizzato e interpretato dal PTR secondo una logica scalare. Si parte dal livello dei Sistemi locali, per passare ai Quadranti e alle Province, fino alle reti che a livello regionale e sovra regionale connettono i sistemi territoriali tra loro. Il Piano Territoriale Regionale individua unità territoriali di dimensione intermedia tra quella comunale e quella provinciale costituenti il livello locale del PTR denominate Ambiti di Integrazione Territoriale (AIT). Gli AIT sono costituiti da insiemi di comuni gravitanti su un centro urbano principale e rappresentano ambiti ottimali per la pianificazione strutturale locale, per costruire processi di copianificazione e strategie di sviluppo condivise. L’importanza di questa visione del territorio regionale deriva dal fatto che, a questa scala locale, è possibile evidenziare le relazioni di prossimità tra fatti,

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azioni e progetti che coesistono e interagiscono negli stessi luoghi. L’AIT cui appartiene il Comune di Candiolo è il numero 9 e fa capo al comune di Torino.

Figura 3 – Estratto tavola A "Riqualificazione territoriale, tutela e valorizzazione del paesaggio", Nuovo Piano Territoriale Regionale

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Per l’AIT 9 "Torino" il nuovo PTR definisce le principali strategie di intervento su scala sovra comunale, di cui si riportano le principali indicazioni relative agli indirizzi di gestione, tratte dalle NTA del Piano, e riconducibili al territorio comunale di Candiolo.

“Riqualificazione territoriale: • Cooperazione e co-pianificazione intercomunale, che assicuri un efficace e condiviso governo dell’intero territorio metropolitano e delle reti di servizi corrispondenti • Patrimonio, qualità ambientale, coesione, sicurezza: tutela, gestione e fruizione allargata dei beni pubblici, in particolare di quanto costituisce il patrimonio naturale e paesaggistico (Colline di Torino e di Rivoli, parchi periurbani, fasce fluviali, corridoi ecologici, progetto Torino città delle acque), quello storico-architettonico (centro storico di Torino, e altre residenze sabaude ecc), museale e culturale (distretto culturale centrale e rete museale esterna). • Promozione della qualità architettonica e urbanistica dei nuovi interventi insediativi. Governo intercomunale dell’espansione periurbana, riqualificazione ambientale e riassetto dalla frangia di transizione urbano-rurale (progetto Corona Verde, parco della collina, quadrante nord, eventuale parco agricolo nel quadrante sud: interventi coordinati con gli AIT confinanti); misure a difesa dei suoli agricoli e a sostegno dell’agricoltura e della zootecnia periurbana; regolazione delle attività estrattive in terreni alluvionali e ripristino ambientale delle cave esaurite. • Risparmio ed efficienza energetica (edifici, riscaldamento e climatizzazione, trasporti, teleriscaldamento, cogenerazione, campo fotovoltaico). Riduzione dell’inquinamento atmosferico,

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messa in sicurezza idraulica delle fasce fluviali, specie nei tratti urbani; gestione e controllo della qualità ambientale delle acque superficiali e sotterranee; bonifica dei siti contaminati e ricupero delle aree dismesse; predisposizione di strutture efficienti per la gestione dei rifiuti solidi urbani.

2.2 Piano Paesaggistico Regionale

Il PPR rappresenta lo strumento principale per fondare sulla qualità del paesaggio e dell’ambiente lo sviluppo sostenibile dell’intero territorio regionale. L’obbiettivo principale del Piano Paesaggistico Regionale consiste nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio paesaggistico, naturale e culturale. Questo obbiettivo in coerenza con il Piano Territoriale Regionale si persegue promuovendo concretamente la conoscenza del territorio regionale, dei suoi valori e dei suoi problemi, delineando un quadro strategico di riferimento e costruendo un apparato normativo tale da responsabilizzare i poteri locali, presidiare i valori del territorio e migliorare l’efficacia delle politiche pubbliche. Il PPR colloca il territorio di Candiolo all’interno dell’Ambito di Paesaggio numero 36 “Torinese” e vi riconosce l’unità di paesaggio numero 3623 “Vinovo, , Candiolo”.

Tra le linee di azione che il PPR si pone per tale ambito citiamo: • ridisegno dei fronti edificati, con mitigazione degli impatti, degli effetti barriera e delle alterazioni dei paesaggi d’ingresso e lungo strada; • riqualificazione del sistema degli spazi pubblici urbani con il completamento della rete dei parchi periurbani e dell’accessibilità ciclopedonale dell’intero territorio e la connessione tra parte interna ed esterna del paesaggio metropolitano; • riqualificazione del sistema delle fasce fluviali con eliminazione degli impatti determinati dagli impianti produttivi e dalle aree degradate; • conservazione e valorizzazione delle aree rurali e degli aspetti residui dell’impianto storico (cascine, canalizzazioni, lottizzazioni) intercluse tra le urbanizzazioni lineari o dequalificate; • valorizzazione dei contesti delle emergenze monumentali, • rievidenziazione dei nuclei storici e dei sistemi di cascine di impianto medioevali, inglobati nell'urbanizzazione diffusa; • integrazione dei progetti di restauro e valorizzazione con i propri contesti, o con trame estese delle rispettive matrici politiche, istituzionali o religiose storiche.

Inoltre, per gli aspetti più propriamente naturalistici e agroforestali: • le terre a bassa capacità protettiva dovrebbero essere gestite secondo linee agronomiche che considerino il rischio di inquinamento delle falde; • la pianificazione urbanistica dovrebbe controllare le espansioni disordinate delle aree insediative e infrastrutturali, salvaguardando e ripristinando la rete ecologica, salvando anche le minori “Stepping Stones” e le unità produttive agricole accerchiate;

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• sarebbe opportuno adottare azioni di maggiore valorizzazione fruitiva dei territori evoluti su substrato morenico; • al fine di migliorare la qualità delle formazioni boscate planiziali e collinari, la gestione dovrebbe mantenere o ricreare i boschi con struttura e composizione il più possibile naturale.

Figura 4 – Estratto Tavola P3, Piano Paesaggistico Regionale

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Figura 5 – Estratto Tavola P4.14, Piano Paesaggistico Regionale

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2.3 Piano Territoriale Provinciale

Il P.T.C. 2, Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Torino, è redatto con riferimento al quadro legislativo e normativo nazionale e regionale. In particolare è conforme alle disposizioni del D.Lgs. 267/2000 e della legge regionale 56/77 come modificata dalla legge regionale 457/94 ed attua le disposizioni del Piano Territoriale Regionale. Il P.T.C. 2 si attua mediante l’adeguamento dei P.R.G.C. comunali e intercomunali o tramite i Piani Paesistici e di settore. La normativa è articolata in indirizzi, direttive e prescrizioni, cioè in disposizioni che assumono valenza ed efficacia crescente e che possono essere anche valide per un periodo determinato, nell’attesa di un adeguamento della pianificazione o nell’attesa dell’adozione di un Piano di settore. a) Indirizzi: costituiscono norme di orientamento per l’attività di pianificazione della Provincia e dei Comuni, nonché degli altri soggetti interessati al presente piano; gli strumenti di pianificazione e programmazione provinciale, sub-provinciale e comunale, nonché le loro varianti, provvedono ad una loro adeguata interpretazione ed applicazione alle specifiche realtà locali, tenendo conto di tutti gli elementi contenuti nelle norme del PTC. Gli Indirizzi del PTC 2 si articolano in Direttive e Prescrizioni.

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b) Direttive: costituiscono norme operative che debbono essere osservate nell’attività di pianificazione e di programmazione provinciale, sub-provinciale e comunale, nonché negli atti amministrativi regolamentari degli enti locali e di diritto pubblico dalle quali è possibile discostarsi solo motivando le ragioni delle proprie scelte diverse. c) Prescrizioni: costituiscono norme vincolanti e si riferiscono ad elementi del piano individuati e delimitati nelle tavole o a categorie di beni individuabili in base alle loro caratteristiche fisiche distintive; le prescrizioni prevalgono automaticamente nei confronti di qualsiasi strumento di pianificazione o di programmazione alla scala provinciale, sub-provinciale e comunale.

Figura 6 – Estratto Tavola 2.1, PTCP2

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Figura 7 – Estratto Tavola 2.2, PTCP2

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Figura 8 – Estratto Tavola 3.1, PTCP2

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Figura 9 – Estratto Tavola 3.2, PTCP2

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Figura 10 – Estratto Tavola 4.1, PTCP2

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Figura 11 – Estratto Tavola 4.2, PTCP2

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Figura 12 – Estratto Tavola 4.3, PTCP2

L’area in cui ricade la localizzazione L2 in oggetto, non risulta sottoposta a vincoli ambientali, né a vincoli paesistico e storico – culturali, come si evince anche dalla tavola Tav. 3.2 - Sistema dei beni culturali: centri storici, aree storico-culturali e localizzazione dei principali beni del PTCP2 Per quanto riguarda la mobilità e la presenza infrastrutturale, si fa rimarcare la presenza del “Corridoio anulare esterno” coincidente con la SP. 142, che lambisce l’area L2 e che rappresenta una viabilità di “Livello 2 – viabilità principali o adduttori radiali all’A.M.T.”.

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CAPITOLO III – LA PROGRAMMAZIONE COMUNALE

Con D.C.C. n. 3 del 30/03/2015 il Comune di Candiolo ha approvato gli indirizzi generali dei nuovi Criteri di Programmazione urbanistico-commerciale per l’insediamento del commercio al dettaglio in sede fissa. In tali criteri viene individuata in corrispondenza dell’area di piano regolatore generale vigente I2-3 una localizzazione commerciale urbano periferica non-addensata di tipo L2, oggetto del presente PUC. Tutto ciò premesso si riportano di seguito i contenti principali che sono stati sviluppati nella Relazione per l’adeguamento dei commerciali, al fine di favorire un miglior inquadramento della localizzazione commerciale proposta all’interno dell’offerta commerciale e normativa di Candiolo. Per ulteriori approfondimenti si rimanda pertanto alla sopracitata relazione.

3.1 Rispondenza alle indicazioni della normativa commerciale

Il Comune di Candiolo, riferendosi ai criteri stabiliti per il riconoscimento degli addensamenti e delle localizzazioni commerciali stabiliti dall’art 12 della D.C.R: 191-43016 del 20/11/2012, e verificando i parametri stabiliti dalla sopraccitata Delibera ha individuato sul proprio territorio comunale: − N.1 ADDENSAMENTO COMMERCIALE DI TIPO A1; − N.1 ADDENSAMENTO COMMERCIALE DI TIPO A4; − N.1 LOCALIZZAZIONE COMMERCIALE DI TIPO L2. L’Amministrazione comunale non ha ritenuto opportuna l’individuazione di localizzazione commerciali di tipo L1 sul proprio territorio comunale. L’autoriconoscimento di tali localizzazioni è comunque garantito, previa verifica dei parametri di cui al comma 4, lettera a) dell’art. 14 della D.C.R. n. 191- 43016/2012.

In particolare relativamente alla Localizzazione commerciale L2, gli indirizzi regionali definiscono le condizioni per le quali è possibile riconoscere le localizzazioni L2, quali aree che non hanno le caratteristiche per essere classificate A.1, A.2, A.3, A.4 ed L1 e che non sono intercluse tra esse, ubicate in prossimità del centro abitato ed anche immediatamente all’esterno e preferibilmente lambite o percorse da assi viari di primo livello. Tali aree sono candidate ad ospitare attività rivolte al servizio dei consumatori nel quadro del processo di riqualificazione urbana. Nel rispetto di tali direttive, pertanto, l’Amministrazione ha individuato un polo commerciale esterno al tessuto residenziale, in grado di integrare l’offerta commerciale.

Nell’individuazione della Localizzazione commerciale L2 sono state quindi verificate le disposizioni dell’art.14, comma 4, lettera b) della D.C.R: 191-43016 del 20/11/2012., di seguito riportate:

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PARAMETRO VALORE D.C.R. PER I VALORE VERIFICATO COMUNI INTERMEDI Ampiezza raggio della perimetrazione Y.2 m. 1.000 m. 1.000 entro la quale calcolare i residenti Numerosità dei residenti entro il raggio di X.2 1.500 residenti >1.500 cui al parametro Y.2 Distanza stradale massima dalla perimetrazione del nucleo residenziale di J.2 m. 500 m. 0 cui al parametro Y.2 Dimensione minima della Localizzazione H.2 MIN mq. 15.000 mq. 15.333 Distanza minima da altro addensamento W.2 m. 1.000 m. 930 urbano A.1, A.2

(*)L’ordine di grandezza dei parametri X.2, H.2 e W.2 si intende soddisfatto anche con valori ridotti di non più del 20% rispetto a quelli indicati . I Comuni possono derogare: 1) ai parametri Y.2 e J.2 per non più del 40%, dandone giustificazione con motivata relazione; 2) al parametro W.2 dopo aver dimostrato, dandone giustificazione con motivata relazione, che non esistono altre soluzioni possibili o che, se esistono, sono peggiori.

Come si evince dalla tabella sovrastante, soltanto il parametro W.2 risulta inferiore ai limiti previsti, ma comunque all’interno dell’intervallo di flessibilità ammesso dalla normativa, pertanto tutti i parametri imposti dalla normativa vigente si intendono rispettati.

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Figura 14 – Parametri di riconoscimento della localizzazione

Si riporta inoltre la Tabella di compatibilità predisposta dal Comune.

TABELLA 4 Tipo di comune: COMUNI INTERMEDI CON MENO DI 10.000 ABITANTI

TIPOLOGIA ADDENSAMENTI LOCALIZZAZIONI SUPERFICIE DI DELLE VENDITA STRUTTURE A.1. A.4 L.1. L.2. (mq) DISTRIBUTIVE VICINATO Fino a 150 SI SI SI SI (1) M-SAM1 151-250 SI SI SI NO M-SAM2 251-900 SI SI SI NO M-SAM3 901-1500 NO NO SI SI M-SE1 151-400 SI SI SI SI M-SE2 401-900 SI SI SI SI

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M-SE3 901-1500 NO NO SI SI M-CC 151-1500 SI NO SI SI G-SM1 1501-4500 NO NO SI (4) NO G-SM2 4501-7500 NO NO NO NO G-SM3 7501-12000 NO NO NO NO G-SM4 >12000 NO NO NO NO G-SE1 1501-3500 NO NO NO SI (2) G-SE2 3501-4500 NO NO NO NO G-SE3 4501-6000 NO NO NO NO G-SE4 >6000 NO NO NO NO G-CC1 Fino a 6000 NO NO SI (2) SI G-CC2 6001-12000 NO NO NO NO G-CC3 12001-18000 NO NO NO NO G-CC4 >18000 NO NO NO NO

A1 = Addensamenti storici rilevanti A4 = Addensamenti commerciali urbani minori (o deboli) L1 = Localizzazioni commerciali urbane non addensate L2 = Localizzazioni commerciali urbano-periferiche non addensate

NOTE: (1) Solo nei centri commerciali compatibili con la presente tabella (2) Solo fino a mq. 3.000 (4) Solo fino a mq. 1.800

3.2 Compatibilità con il Piano Regolatore Generale

Il vigente PRGC del Comune di Candiolo, risalente al 1989 ma oggetto di più varianti, anche successive all’emanazione della l.r. n. 28/99 e s.m.i. nonché della D.C.R. n. 563-13414/99 e s.m.i., non individua aree a precipua e specifica destinazione di “commercio al dettaglio” ma ammette la funzione commerciale sia nelle aree residenziali di tipologia “B” e “T” a servizio dei residenti, sia in aree con destinazione prevalentemente produttiva, artigianale e terziaria contraddistinte con la lettera “I”. Nello specifico la zona su cui insiste la localizzazione commerciale urbano-periferica non addensata di tipo L2 è individuata dal PRGC vigente quale zona industriale I, sub-ambito I2-3.

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Figura 15 – Sovrapposizione della Localizzazione L2 con il PRGC vigente

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Figura 16 – Tabella di zona dell’area I2-3 del PRGC vigente

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CAPITOLO IV – ANALISI DELLA RETE DISTRIBUTIVA

4.1 Area di riferimento commerciale sovracomunale

Candiolo è stato classificato, nell’allegato 2 della D.C.R. n. 563-13414 e come modificato e integrato dalla D.C.R. n. 347-42514, dalla D.C.R. n. 59-10831 e dalla D.C.R. n. 191-43016 del 20.11.2012, come comune intermedio della rete secondaria, appartenente all’area di programmazione di Torino. L’area di programmazione di Torino è un’area molto vasta comprendente 34 Comuni, per un totale di oltre 1.500.000 abitanti. In tale ambito Torino, quale centro attrattore, esercita un grande influenza in quanto l’offerta commerciale esistente lo colloca quale polo principale a livello regionale.

Figura 17 – Area di programmazione di Torino

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COMUNE LIVELLO GERARCHICO AREA DI PROGRAMMAZIONE

TORINO polo Torino intermedio Torino intermedio Torino, subpolo Torino intermedio Torino CANDIOLO intermedio Torino CASELLETTE minore Torino subpolo Torino intermedio Torino polo Torino intermedio Torino subpolo Torino subpolo Torino LA LOGGIA intermedio Torino LEINI' intermedio Torino MONCALIERI polo Torino NICHELINO polo Torino NONE intermedio Torino ORBASSANO polo Torino intermedio Torino, Chieri intermedio Torino intermedio Torino, Chieri intermedio Torino RIVOLI polo Torino minore Torino, Cirié ROSTA intermedio Torino minore Torino subpolo Torino polo Torino intermedio Torino VENARIA subpolo Torino minore Torino VINOVO intermedio Torino intermedio Torino

L’analisi dell’area di programmazione fa emergere il ruolo predominante del capoluogo piemontese rispetto al resto dei comuni inseriti nell’area di programmazione. Le dinamiche commerciali proprie di Torino non risultano confrontabili con quelle degli altri comuni limitrofi, in quanto il livello gerarchico risulta di gran lunga superiore.

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Al fine di determinare un’area di riferimento commerciale sovracomunale e un bacino di utenza dell’offerta commerciale comunale è stata ipotizzata una rete urbana commerciale il cui epicentro è costituito dal Comune di Candiolo. Tale rete è rappresentata attraverso il rilevamento delle isocrone dei tempi di percorrenza con mezzi pubblici e/o privati, che si possono convenzionalmente assumere come limiti spaziali dell’autocontenimento ‘ottimale’ della domanda. Il parametro che influenza la dimensione di queste aree circolari è quello del tempo di percorrenza per il raggiungimento del centro del paese. Si è ritenuto plausibile considerare un bacino di utenza con tempo limite accettabile per raggiungere la destinazione di 20’ minuti primi. Per la definizione delle distanze in chilometri e dei tempi si è utilizzato un programma informatico che indica la distanza stradale più breve possibile da percorrere con mezzo privato. Va precisato che il programma, ovviamente, non tiene conto della variabile rappresentata dalla congestione del traffico. L’immagine seguente evidenzia l’isocrona dei 20 minuti (linea blu) tra il comune di Candiolo e i comuni intorno e il livello gerarchico di ogni comune, secondo quanto stabilito dalla DCR 191-4301.

Figura 18 – Isocrona dei 20 minuti del bacino di utenza di Candiolo

Al fine di determinare i reali competitori commerciali del Comune di Candiolo si riportano nella tabella sottostante i comuni compresi all’interno della fascia isocrona, con l’individuazione, per colonne, delle caratteristiche dell’offerta commerciale di ogni comune.

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SUP. SUP. N° TOT. N° TOT. N° TOT. N° TOTALE TOTALE LIVELLO POPOLA- ESERCIZI MEDIE GRANDI ESERCIZI COMUNE MEDIE GRANDI GERARCHICO ZIONE DI STRUTTU- STRUTTU- COMMER- STRUTTU- STRUTTU- VICINATO RE RE CIALI RE RE CANDIOLO intermedio 5.679 24 3 968 0 0 27 polo 29.147 461 32 19.926 1 4.550 494 COLLEGNO polo 50.057 655 19 13.605 5 41.192 679 MONCALIERI polo 56.884 920 52 41.112 6 30.782 978 NICHELINO polo 48.381 662 31 22.866 1 8.900 694 ORBASSANO polo 23.050 301 12 10.158 1 4.500 314 RIVOLI polo 49.037 728 21 15.354 2 10.950 751 TORINO polo 902.137 16.453 683 410.173 19 85.313 17.155 BEINASCO subpolo 18.241 183 15 10.534 3 14.440 201 GRUGLIASCO subpolo 38.067 402 26 19.738 4 26.050 432 intermedio 8.584 34 2 2.650 0 0 36 intermedio 6.204 69 9 8.474 0 0 78 intermedio 9.210 105 6 2.997 0 0 111 LA LOGGIA intermedio 8.871 48 7 4.845 2 4.572 57 NONE intermedio 8.039 97 5 4.424 1 3.184 103 intermedio 18.412 147 1 2.136 0 0 148 PISCINA intermedio 3.421 28 4 1.150 0 0 32

RIVALTA DI intermedio 19.874 202 16 19.238 3 11.600 221 TORINO intermedio 3.795 24 1 386 0 25 intermedio 10.804 126 9 7.028 0 135 intermedio 3.339 27 1 319 0 28 TROFARELLO intermedio 11.028 111 3 1.839 1 3.557 115 VINOVO intermedio 14.628 127 3 954 0 0 130 VOLVERA intermedio 8.837 59 2 1.726 0 0 61

CASTAGNOLE minore 2.256 6 2 606 0 0 8 PIEMONTE minore 1.831 16 0 0 0 0 16 minore 1.056 12 1 280 0 0 13 minore 929 5 0 0 5

PIOBESI minore 3.764 29 4 1.650 0 0 33 TORINESE

VIRLE minore 1.176 8 0 0 0 0 8 PIEMONTE 1.366.7 TOTALE 38 22.069 970 625.136 49 249.590 23.088

Dati: Osservatorio Regionale del Commercio, 2015

Come evidenziato dalla figura e dalla tabella sovrastante, nel bacino di utenza di Candiolo sono presenti 7 comuni polo e 2 comuni subpolo, verso i quali è concentrato prevalentemente il flusso commerciale. Sono poi presenti ulteriori 14 comuni intermedi e 6 comuni minori. Nello specifico si evidenzia come la rete commerciale del Comune di Candiolo sia posta in condizione di debolezza rispetto ad altri comuni

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di pari livello gerarchico, in quanto l’offerta commerciale comunale è costituita esclusivamente da esercizi di vicinato e da alcune medie strutture di vendita di piccole dimensioni.

4.2 L’offerta commerciale a Candiolo

Gli esercizi commerciali di Candiolo, in base ai dati aggiornati al 2015 e forniti dagli uffici competenti, risultano essere pari a 24, di cui, 7 alimentari, 16 non alimentari e 1 misti. Sul territorio comunale di Candiolo sono presenti inoltre 3 medie strutture, mentre non sono presenti grandi strutture di vendita. L’offerta commerciale comunale è poi integrata da 8 attività appartenenti alle “categorie speciali” e 14 pubblici esercizi. Per l’analisi dettagliata dell’offerta commerciale esistente sul territorio comunale si rimanda a quanto contenuto all’interno della Relazione dei Criteri di Programmazione urbanistico-commerciale per l’insediamento del commercio al dettaglio in sede fissa vigenti.

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CAPITOLO V – LA PROPOSTA DI PROGETTO DEL P.U.C.

Il Progetto Unitario di Coordinamento relativo alla Localizzazione urbano-periferica non-addensata di tipo L2 definisce il quadro di riferimento sia per gli interventi infrastrutturali, sia per le valenze commerciali dell’area. La verifica della idoneità dell’area, oltre che dai parametri urbanistici citati, viene fatta dipendere dalla capacità della dotazione infrastrutturale, attuale e di progetto, di garantire adeguati livelli operativi di servizio. La definizione dello scenario di traffico futuro viene effettuata in base alla Determinazione Regionale n.204 del 18 luglio 2007 “Indicazioni di procedimento per il riconoscimento di addensamenti commerciali extra urbani arteriali A5 e di localizzazioni commerciali urbano periferiche non addensate L.2”. Per la determinazione del traffico indotto si rimanda integralmente a quanto contenuto all’interno dello studio sull’impatto viabilistico, Allegato A al presente documento, di cui costituisce parte integrante.

Si riportano di seguito i dati saglienti di progetto derivanti dalla proposta progettuale del PEC approvato e dall’analisi del sistema viario.

Superficie territoriale dell’area urbanistica I2-3 22.100 mq Superficie dell’area su cui insiste la Localizzazione L2 15.500 mq Superficie dell’area a servizi S1-3 6.600 mq Indice territoriale (It) 0,22 mq/mq Superficie Utile Lorda insediabile nell’area I2-3 (SUL) 4.862 mq Superficie Utile Lorda commerciale massima nell’ambito (SULcom) 2.500 mq Superficie di vendita massima ipotizzabile 1.800 mq Superficie da destinarsi a servizi comm (100% slp - L.R. 56/77) 2.500 mq Totale fabbisogno posti auto area L2 (C ) 150 p/a numero posto auto parcheggi pubblici 84 p/a numero posto auto parcheggi privati 66 p/a

La Tavola 2 – Proposta di progetto del presente Progetto Unitario di Coordinamento sotto riportata evidenzia tali dati quantitativi

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B

A C

Figura 19 – Estratto della Tavola 2- Proposta di progetto del PUC

La tavola sopra riportata identifica la definizione di due sub-ambiti all’interno dell’area I2-3, uno a destinazione artigianale e l’altro a destinazione commerciale. La proposta di progetto individua le aree a servizi e localizza un’ipotesi di individuazione dei posti auto necessari all’attuazione dell’intervento, secondo quanto richiesto dall’art. 21 della L.R. 56/77 e dall’art. 25 della D.C.R. 191-43016/2012. La tavola evidenzia inoltre il sistema viabilistico dell’area e le opere di adeguamento e potenziamento della viabilità esistente (S.P.140), così da assicurare l’attivazione delle L2 nel rispetto degli adeguati standard viabilistici. In particolare: A. L’accesso alla localizzazione commerciale avviene dalla S.P. n. 140. Su tale viabilità è prevista la realizzazione di una corsia di canalizzazione per l’ingresso e l’uscita dei mezzi leggeri. Parimenti sullo stesso tratto di S.P. 140, la realizzazione della corsia di canalizzazione è integrata da un dissuasore a segnaletica stradale orizzontale e verticale (rif. simbologia lettera A) volta ad impedire la svolta a sinistra dei mezzi leggeri (clienti) nella direzione della rotonda sulla S.P. 142 (ingresso/uscita 1). B. È previso l’innesto di una strada privata a uso pubblico sulla S.P. n. 140 e localizzata a est del lotto d’intervento. Tale viabilità viene destinata al traffico di mezzi pesanti, per il carico/scarico delle merci dell’esercizio commerciale, nonché per l’accesso al comparto artigianale. Questo innesto (contraddistinto dalla lettera B) posto in posizione ancora esterna al limite di centro

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abitato (rif. simbologia lettera C) fungerà da ingresso merci ad orari prestabiliti da definire con la locale Autorità. C. In corrispondenza dell’interno di via , è prevista una rotatoria in sostituzione dell’attuale slargo, al fine di regolamentare e migliorare lo smistamento dei flussi. Tale rotatoria, classificabile come mini-rotatoria secondo il D.M. 19 aprile 2006, è caratterizzata da una corona giratoria di 7 m, diametro esterno di 23 m ed isola centrale in parte sormontabile per le manovre dei veicoli pesanti.

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CAPITOLO VI – INDICAZIONI DEL P.U.C.

Le analisi condotte nel presente documento e le valutazioni in merito alla compatibilità viabilistica contenute nell’allegato A mettono in evidenza alcune indicazioni linee guida per l’attuazione della localizzazione commerciale urbano-periferica di tipo L2, all’innesto tra la S.P. n 140 e la S.P. n. 142.

6.1 Adeguamento della dotazione infrastrutturale

Le analisi relative all’impatto viabilistico derivato dalla realizzazione della localizzazione hanno messo in evidenza come gli assi viari di accesso al centro urbano e i grandi nodi di raccordo con la viabilità extraurbana siano in grado di assorbire l’incremento della domanda di trasporto senza presentare evidenti fenomeni di stress o di congestione con LOS critici (classe E o F). Tuttavia il PUC prevede la realizzazione di una mini rotatoria in corrispondenza dell’interno di via Pinerolo al fine di regolamentare e migliorare lo smistamento dei flussi. La realizzazione di tale intervento sulla viabilità esistente dovrà essere definita da appositi accordi con la P.A. che deciderà i tempi e i modi di attuazione. In fase di progettazione dell’intervento dovrà essere verificata l’opportunità del mantenimento della fermata dell’autobus di linea e una sua eventuale rilocalizzazione, di concerto con l’Amministrazione comunale. Gli ingressi e le uscite della nuova area commerciale dovranno essere definiti mediante la creazione di controviali o strade di arroccamento.

Le geometrie e le caratteristiche dei manufatti proposti per l’adeguamento infrastrutturale saranno definite in funzione dei limiti di utilizzo commerciale delle aree libere indicati dalle norme tecniche di attuazione. Obiettivi degli interventi di adeguamento e potenziamento della dotazione infrastrutturale sono: - il miglioramento della sicurezza sulla rete stradale; - la moderazione delle velocità veicolari; - la riduzione dei punti di conflitto; - la razionalizzazione degli accessi e delle uscite dai varchi laterali; - una miglior protezione degli utenti deboli della strada.

6.2 Aree di sosta

Le aree di sosta della localizzazione commerciale dovrà seguire i seguenti indirizzi: - Posizionarsi negli specifici ambiti pertinenziali; - Definire la dotazione a standard in base all’art.21 della L.R.56/77 e s.m.i., della Legge 122/89 e dell’art.25 della DCR 191-43016 del 20 novembre 2012; - Soddisfare la dotazione di standard senza possibilità di monetizzazione o altre soluzioni alternative;

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- Definire un sistema di accessi che separi i percorsi di conferimento delle merci da quelli di fruizione dei parcheggi clienti secondo quanto indicato dalla normativa commerciale.

6.3 Mitigazione degli interventi

La procedura di verifica di assoggettabilità a VAS della variante parziale n.6 ha individuato prescrizioni specifiche finalizzate alla mitigazione e compensazione degli interventi sull’area I2-3. Tali indicazioni sono riportate sulle Norme Tecniche di Attuazione di PRGC e come tali hanno valore prescrittivo. La Valutazione di Compatibilità Ambientale sviluppata nel presente PUC individua più nel dettaglio alcune indicazioni, la cui attuazione costituisce la condizione minima per conseguire la compatibilità ambientale delle previsioni del PUC. Pertanto anche le indicazioni riportate nel capitolo VIII della parte B – Valutazione di Compatibilità Ambientale hanno valore prescrittivo. Nella fase di attuazione degli interventi tali prescrizioni saranno ulteriormente approfondite in rapporto alle condizioni oggettive presenti.

6.4 Modalità di intervento – competenze/obblighi

Le nuove iniziative immobiliari e commerciali dovranno essere soggette a specifici Permessi di Costruire, previa redazione di variante al PEC così da adeguare lo stesso alle prescrizioni dei criteri commerciali vigenti ed alle puntuali indicazioni di adeguamento infrastrutturale definite dal presente PUC. Sarà posto a carico dell’intervento commerciale previsto all’interno della localizzazione Urbano periferica L2 l’attuazione di tutte le previsioni di adeguamento infrastrutturale descritte alle lettere A, B, C, del precedente Capitolo V. Al fine di garantire il coordinamento tra lo strumento attuativo e la realizzazione delle opere infrastrutturali, il progetto preliminare delle opere relative alla minirotatoria, prevista in corrispondenza di via Pinerolo, dovrà essere presentato insieme alle opere di urbanizzazione dello strumento urbanistico esecutivo. Qualora la realizzazione del solo comparto artigianale anticipasse quello a destinazione commerciale, sarà data facoltà all’operatore proponente il PEC di realizzare solo gli interventi di cui alla lettera B, demandando quelli descritti alle lettere A, C, alla contestuale realizzazione del Comparto commerciale. Affinché l’opportunità operativa sopr’anzi descritta di adeguamento infrastrutturale in due fasi risulti effettivamente operativa, dovrà essere puntualmente richiamata nella Convenzione del PEC e idoneamente rappresentata e garantita; in assenza di disposizioni regolamentari tutti gli interventi di adeguamento saranno a carico del primo intervento edificatorio previsto all’interno dell’L2.

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PARTE B – VALUTAZIONE DI COMPATIBILITÀ AMBIENTALE (art. 27 comma 1 D.C.R. 191-43016/2012)

CAPITOLO VII – CARATTERISTICHE AMBIENTALI DEL TERRITORIO COMUNALE E DELLE AREE INTERESSATE DALLA LOCALIZZAZIONE L2

L’area oggetto della localizzazione L2 è situata all’incrocio tra la S.P. n. 140 e la S.P. n. 142, a sud- ovest dell’abitato di Candiolo. L’area, identificata quale zona produttiva dal PRGC vigente, attualmente risulta libera da edificazioni ed è posta in continuità con alcuni fabbricati artigianali esistenti, subito al di fuori del perimetro di centro abitato comunale. La superficie della localizzazione L2 si estende per circa 15.000 mq ed attualmente risulta adibita a seminativo. Infatti, al di là del limite tracciato dalla S.P. n. 142, inizia l’area agricola vera e propria del territorio comunale di Candiolo. Pur essendo al di fuori del perimetro di centro abitato la zona costituisce un continuum con l’edificato, così come anche riconosciuto dalla zonizzazione di PRGC, e si connota quale “porta” sud-ovest di Candiolo. Di seguito si analizzano le principali caratteristiche ambientali del territorio comunale e dell’area oggetto della localizzazione L2.

7.1 - Atmosfera

Il Piano Regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell’aria ha classificato il territorio comunale in zona 3p, quindi in “zona di piano”. Tale zona comprende i Comuni nei quali i livelli di uno o più inquinanti comportano il rischio di superamento dei valori limite o delle soglie di allarme. Le principali fonti d’inquinamento presenti sul territorio comunale di Candiolo sono costituite soprattutto dai processi di combustione, nei quali ha un ruolo predominante il trasporto su strada come appare dalla tabella di seguito allegata. In essa sono riportati i contributi dei diversi settori emissivi rispetto agli inquinanti1.

CO2 CO Nox SO2 PM10

Combustione non industriale 25,4% 29,4% 5,3% 48,0% 16,3% Combustione nell'industria 8,1% 0,5% 2,6% 15,3% 0,1% Processi produttivi 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% Estrazione e distribuzione combustibili 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% Uso di solventi 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% Trasporto su strada 70,2% 66,2% 82,5% 29,5% 76,0% Altre sorgenti mobili e macchinari 2,9% 3,5% 9,0% 6,3% 2,8% Agricoltura 0,0% 0,0% 0,6% 0,0% 3,3% Altre sorgenti e assorbimenti -6,6% 0,4% 0,0% 0,9% 1,5%

1 I dati sono riportati in valori percentuali e sono relativi al rilevamento 2010. Fonte IREA – Sistema Piemonte.

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La principale sorgente di CO2 è rappresentata dal trasporto su strada (70,2%), seguita dalla combustione non industriale (25,4%, dovuta soprattutto a vecchi impianti di riscaldamento), la combustione nell’industria (8,1%). Le altre sorgenti mobili e macchinari contribuiscono in maniera decisamente minore con il 2,9%. La principale sorgente di CO è rappresentata dal traffico veicolare (66,2%), in particolare dai gas di scarico dei veicoli a gasolio per autotrasporto e a benzina, seguita dalla combustione non industriale (29,4%, dovuta soprattutto a vecchi impianti di riscaldamento). Altre fonti, decisamente di minore importanza per entità di emissione, sono altre sorgenti mobili e macchinari, la combustione nell’industria, e altre sorgenti e assorbimenti. Il maggior contributo all’inquinamento da biossido di azoto e derivati fotochimici è dovuto al trasporto su strada (82,5%). Al secondo posto e al terzo troviamo le altre sorgenti mobili e macchinari (9%) e la combustione non industriale (5,3%). Le altre fonti contribuiscono in modo secondario. La principale fonte del biossido di zolfo sono i processi di combustione non industriale (48%). Al secondo posto vi è il traffico veicolare (29,5%, in particolare dai veicoli con motore diesel). Una quantità più bassa di biossido di zolfo nell’aria proviene da combustioni nell’industria (15,3%) e altre sorgenti mobili e macchinari (6,3%). Il materiale particolato ha origine prevalentemente dal trasporto su strada (76%). Seguono i processi di combustione non industriale (16,3%), mentre sono secondari i contributi degli altri settori emissivi.

CO2

Combustione non industriale 2,9% 0,0% 0,0% Combustione nell'industria

Processi produttivi 70,2% 25,4% Estrazione e distribuzione combustibili

Uso di solventi

Trasporto su strada 8,1%

Altre sorgenti mobili e macchinari

Agricoltura 0,0% 0,0% Altre sorgenti e assorbimenti 0,0%

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CO

Combustione non industriale 3,5%

Combustione nell'industria 0,0% 0,4% Processi produttivi 66,2% Estrazione e distribuzione combustibili 29,4%

Uso di solventi

Trasporto su strada

Altre sorgenti mobili e macchinari

Agricoltura 0,5% 0,0% 0,0% Altre sorgenti e assorbimenti 0,0%

NOx

Combustione non industriale

Combustione nell'industria

Processi produttivi 82,5%

Estrazione e distribuzione combustibili 9,0%

Uso di solventi 5,3% 0,6% Trasporto su strada 0,0% Altre sorgenti mobili e macchinari 2,6% 0,0% 0,0% Agricoltura 0,0%

Altre sorgenti e assorbimenti

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SO2

0,0% Combustione non industriale 0,0% 0,0% Combustione nell'industria 15,3% 29,5% Processi produttivi

Estrazione e distribuzione combustibili 6,3% Uso di solventi

Trasporto su strada 48,0% 0,0% 0,9% Altre sorgenti mobili e macchinari

Agricoltura

Altre sorgenti e assorbimenti

PM10

Combustione non industriale

Combustione nell'industria 76,0% Processi produttivi

Estrazione e distribuzione combustibili 2,8%

Uso di solventi 16,3% 3,3% Trasporto su strada 1,5% Altre sorgenti mobili e macchinari

Agricoltura 0,0% 0,1% Altre sorgenti e assorbimenti 0,0% 0,0%

Il trasporto su strada si configura, quindi, come la principale fonte di inquinamento che caratterizza il territorio comunale ed è generato, in primo luogo dal traffico dei mezzi presenti e in seconda battuta dai veicoli leggeri. Si può affermare che una parte significativa derivi dal traffico di passaggio sulle due principali Strade Provinciali (n. 140 e n. 142). Il traffico autoveicolare è responsabile della immissione in atmosfera dei prodotti della combustione dei motori, delle polveri che si liberano dall’usura dei freni,

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dei pneumatici e del manto stradale e infine degli idrocarburi che vaporizzano dai serbatori dei veicoli.

7.2 - Acque superficiali

Il reticolato idrografico naturale è rappresentato dal Torrente Chisola il quale delimita il limite comunale meridionale con un alveo tipo caratterizzato da un canale di deflusso non molto incassato e prevalentemente rettilineo. Il reticolato idrografico artificiale è rappresentato principalmente dal Canale del Molino che attraversa il territorio comunale da ovest verso est. La dinamica di entrambi i corsi d’acqua ha causato allagamenti in occasione degli eventi alluvionali più intensi. L’area in oggetto non è interessata da reticolo idrografico superficiale.

7.3 - Acque sotterranee

Si riporta di seguito un estratto di quanto contenuto nell’analisi della Relazione Geologica Integrativa della Variante strutturale n. 3 ex Lr 1/2007 al PRGC vigente. “Il modello idrogeologico di riferimento per il territorio comunale ricalca, nei suoi tratti generali, quello tipico della pianura torinese e può essere schematizzato con la sovrapposizione di una coltre di depositi continentali di varia natura, ma essenzialmente alluvionali, su di un substrato costituito da sedimenti di origine marina, il cui assetto morfologico-strutturale condiziona direttamente lo spessore della serie sovrastante. Dal punto di vista geoidrologico, la circolazione idrica attraverso i depositi avviene generalmente per porosità, mentre l'alimentazione degli acquiferi avviene per infiltrazione diretta degli apporti meteorici e per perdita dai corsi d'acqua soprattutto al loro sbocco vallivo ma anche nel percorso di pianura. […] Per quanto riguarda l’andamento della superficie piezometrica della falda idrica di tipo libero, il deflusso avviene lungo una direzione orientata essenzialmente da nord-ovest verso sud-est con un gradiente idraulico medio i = 3÷5 ‰, mentre l’intero territorio è caratterizzato da valori di soggiacenza rilevati in regime di magra (marzo 2012) decisamente in prossimità del piano di campagna (talora anche inferiori al metro), più frequentemente attestati entro i 3.00 m da esso. La potenzialità della falda superficiale (Complesso Superficiale) è caratterizzabile dal valore medio di trasmissività Tm = 2.10 * 10-2 m 2 /s corrispondente al valore Tm = 1814 m2 /giorno circa, mentre quella del sistema acquifero impostato nel sottostante Complesso Villafranchiano evidenzia un valore di trasmissività inferiore, seppur del medesimo ordine di grandezza Tm = 1.20 * 10-2 m 2 /s corrispondente al valore Tm = 1037 m2 /giorno circa. Con riferimento a Kràsny (1993), tali valori sono entrambi riferibili alla classe di magnitudo I “Molto alta” per valori di T > 1000 m2 /giorno, indicativi di falde di importanza regionale in grado di soddisfare, in prima approssimazione, fabbisogni di normale entità”.

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7.4 – Suolo e sottosuolo

Si riporta di seguito un estratto di quanto contenuto nell’analisi della Relazione Geologica Integrativa della Variante strutturale n. 3 ex Lr 1/2007 al PRGC vigente. “Il territorio comunale di Candiolo si estende per circa 12 km2 a sud del capoluogo di provincia, dal quale dista una ventina di chilometri. […] Il contesto geolitologico nel quale è inserito il territorio comunale è piuttosto omogeneo e tipicamente di ambiente alluvionale fluviale. La sua porzione più meridionale è interessata dalla presenza, rilevati di pochi metri rispetto a quelli dell’alveo attuale del Torrente Chisola, dei depositi generalmente ghiaioso-ciottolosi con frazione fine sabbioso-limosa: riferibili come età all’Olocene medio-superiore, essi costituiscono le aree di naturale espansione e divagazione del corso d'acqua. La quasi totalità del territorio è invece interessata dalla presenza dei depositi ghiaiosi in matrice sabbioso-argillosa riferibili al Pleistocene medio e più precisamente al periodo glaciale rissiano (Fluviale Riss-flR ). Questi sedimenti fanno parte di un esteso e complesso sistema di terrazzi rilevati rispetto al livello basale della pianura piemontese e separati l'uno dall'altro da una serie di scarpate di varia altezza, le quali tendono ad annullarsi procedendo dal margine alpino verso la Collina di Torino”. L’analisi della Carta della Capacità d’uso della Regione Piemonte pone questa zona in Classe II. La destinazione specifica è quella a Seminativo, come evidenziato dalla tavola sotto riportata in estratto2.

2 Tav. 1 VAS, Variante strutturale n. 3 ex Lr 1/2007 al PRGC vigente

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Figura 20 – Estratto della carta di pericolosità geomorfologica comunale

Pericolosità idrogeologica La Carta di sintesi comunale della pericolosità geomorfologica colloca la zona della localizzazione L2 in

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Classe IIa. Tali zone sono le “Aree in cui la pericolosità geologica deriva dalla presenza di falda acquifera molto superficiale, con soggiacenza, anche stagionalmente, a 3m”.

Figura 21 – Estratto della carta di pericolosità geomorfologica comunale

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7.5 – Vegetazione, flora e fauna

L’area oggetto della Localizzazione L2 si trova al limitare di una zona urbanizzata in cui la pressione antropica ha modificato l’originaria struttura naturale. Pur presentandosi quale area libera da edificazioni, la zona risulta un lotto intercluso tra l’area artigianale adiacente e i tracciati viari circostanti. L’area attualmente risulta utilizzata per attività di tipo agricolo a seminativo. Non sono presenti specie di tipo arboreo. La pressione antropica sull’area in esame ha portato ad una riduzione degli habitat, senza effettiva possibilità di una loro riaffermazione.

7.6 - Paesaggio

Il Piano Paesistico Regionale (PPR) ha inserito il territorio comunale di Candiolo nell’ambito di paesaggio n. 36 “Torinese”, Unità di paesaggio n. 3623. Tale ambito è classificato come “IX - rurale/insediato non rilevante alterato”, ovvero una zona di territorio nella quale si riscontra la “compresenza di sistemi rurali e sistemi insediativi più complessi, microurbani o urbani, diffusamente alterati dalla realizzazione, relativamente recente e in atto, di infrastrutture e insediamenti abitativi o produttivi sparsi”. La Carta della Capacità d’uso della Regione Piemonte pone questa zona in Classe II. Tra le “Viabilità storica e patrimonio ferroviario” sono stati individuati la SS13 Torino-Pinerolo e il tratto della rete ferroviaria storica. Come “Patrimonio rurale storico” è stata riconosciuta la SS33 per Candiolo. Tra i “Belvedere, bellezze panoramiche, siti di valore scenico ed estetico” sono stati individuati l’asse prospettico di sud, il fulcro naturale del Parco di Stupinigi e il profilo paesaggistico della SR23 nei pressi di Stupinigi. Tra le “Aree rurali di specifico interesse paesaggistico” sono state individuate le Aree agricole nei pressi dei Tenimenti di Stupinigi e la Fascia alberata del torrente Chisola. I beni suddetti sono localizzati sul territorio comunale distanti dall’area oggetto della presente valutazione. Tra le “Aree degradate, critiche e con detrazioni visive” sono stati segnalati gli Stabilimenti industriali di Candiolo.

7.7 - Rumore

Comune di Candiolo ha approvato il Piano di zonizzazione acustica con DCC n. 58 del 22/10/2004, che ha attribuito specifici limiti per l’inquinamento acustico ad ogni porzione del territorio comunale, con riferimento alle classi definite nella Tabella A del DPCM 14/11/97 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”. L’area interessata dal PdR è classificata in Classe IV – Aree di intensa attività umana. Secondo la classificazione del D.P.C.M 14/11/97, la Classe IV corrisponde ad “Aree urbane interessate

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da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie, aree portuali e aree con limitata presenza di piccole industrie”. I valori dei limiti massimi del livello sonoro equivalente (Leq in dBA), relativi alle classi di destinazione d’uso del territorio di riferimento sono riportati nella tabella seguente.

Limiti D.P.C.M. 14.11.1997 Limite Limite Limite Limite diurno notturno diurno notturno Classi di destinazione (6-22)) (22-6) (6-22)) (22-6) d’uso del territorio Emissione Emissione Emissione Emissione Lc [dB(A)] Lc [dB(A)] Lc [dB(A)] Lc [dB(A)] Classe acustica IV 60 50 65 55

Figura 22 – Estratto piano di Zonizzazione acustica comunale

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7.8 - Vincoli

Vincoli paesaggistici L’area oggetto del PUC non è sottoposta a vincolo ai sensi del D.lgs. 42/04 (Cfr. Figura 2.8/I). Vincoli architettonici e monumentali Nell’area non sono presenti edifici con vincoli architettonici e monumentali. L’area inoltre non rientra nella tutela della legislazione per “presenza di beni storici, artistici, archeologici, paleontologici”. Vincolo idrogeologico Sull’area non agiscono vincoli idrogeologici.

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CAPITOLO VIII - IMPATTI AMBIENTALI E OPERE DI MITIGAZIONE INDIVIDUATI

Nei successivi punti si analizzano le trasformazioni delle componenti ambientali analizzate derivanti dall’attuazione della localizzazione L2.

8.1 - Impatto sulla qualità dell’aria

Il traffico indotto dalla localizzazione commerciale L2, pari a 150 veicoli in più nell’ora di punta rispetto allo scenario attuale. Tuttavia, i veicoli indotti dalle attività presenti sarebbero modo gli stessi veicoli che allo stato attuale dell’offerta distributiva, sono obbligati al pendolarismo commerciale verso i Comuni limitrofi. In questo caso non è il numero dei veicoli in movimento a generare l’impatto quanto la loro concentrazione in una relativamente ristretta area di territorio: infatti, laddove oggi i potenziali veicoli indotti si distribuiscono sul territorio per raggiungere determinate tipologie commerciali collocate lungo diverse direttrici, in futuro con la realizzazione delle nuove attività commerciali, gli stessi veicoli graviteranno sulla localizzazione di Candiolo. Si produrrà, quindi, un impatto atmosferico che, in senso assoluto, è abbastanza simile a quello già in atto, ma che dal punto di vista delle concentrazioni relative è maggiore nel secondo caso. Infine si fa rilevare si fa rilevare che l’ambito interessato è esterno al centro abitato ed è localizzato in posizione aperta, ben ventilata, distante dal centro abitato e da recettori potenzialmente sensibili. Le possibili soluzioni proponibili per la riduzione dell’inquinamento atmosferico a carico del trasporto su strada possono essere così riassunte: - sistemazioni dei nuovi parcheggi con idonee alberature e isole verdi; - pianificazione della pulizia e del lavaggio periodico degli spazi di movimentazione; - inserimento di verde di arredo nelle aree private e lungo il fronte che prospetta sulla S,R, 460; - utilizzo di materiali fotocatalitici per il rivestimento di superfici murarie; - impiego di elementi drenanti rinverditi per gli stalli dei parcheggi; - utilizzo di “tetti verdi” sulle coperture. Riguardo agli interventi a carico degli impianti di riscaldamento degli edifici si dovrà mettere in atto quanto previsto dalla normativa di settore e dalle disposizioni dello “Stralcio di Piano per il riscaldamento ambientale ed il condizionamento” specificati nel paragrafo relativo alla qualità dell’aria. Per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici si potrà valutare anche la realizzazione di coperture verdi sugli edifici in luogo delle normali coperture. Infatti, è stato ormai dimostrato che con tale sistema è possibile conseguire importanti risparmi sia per il riscaldamento invernale sia per il rinfrescamento estivo, oltre ad altri risultati quali: l’assorbimento di CO2, la riduzione dell’effetto “isola di calore”, la produzione di ossigeno.

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7.2 – Impatto sulle acque sotterranee

Come è stato già rilevato, il sistema idrico superficiale non risulta intercettato dalle nuove previsioni e quindi non subirà nessuna modifica, quindi, il potenziale impatto potrebbe riguardare solamente:

- la qualità delle acque superficiali e sotterranee; - il deflusso delle acque superficiali. Per quanto riguarda la qualità delle acque il problema deriva sostanzialmente dalle acque di scolo superficiale che dovranno essere raccolte e trattate prima di essere immesse nei corpi idrici. La creazione di nuove superfici impermeabilizzate (anche se di limitata estensione) necessita di un sistema che sia in grado di smaltire l’incremento di portata che si verrebbe a generare rispetto alla situazione attuale. L’impatto potrà essere minimizzato prevedendo la raccolta delle acque meteoriche (cfr. art. 146 comma 3 del D.lgs 152/2006) e l’utilizzo di queste per usi diversi da quello potabile. Anche la realizzazione di “coperture verdi” contribuisce alla regimazione del deflusso delle acque piovane. La presenza di aree verdi e l’utilizzo di materiali semipermeabili nelle aree di sosta e nella viabilità interna alla localizzazione L2 consentirà di mantenere una quota di deflusso naturale delle acque meteoriche, evitando così di sovradimensionare la fognatura bianca e, conseguentemente, di sovraccaricare il reticolo idrografico superficiale. Per quanto concerne gli scarichi dei reflui, i nuovi edifici previsti potranno essere allacciati alla rete fognaria esistente lungo l’asse stradale. Per quanto concerne le acque sotterranee, un potenziale impatto potrebbe verificarsi nelle fasi di cantiere per la realizzazione delle opere previste (edifici e urbanizzazioni) a seguito dello sversamento accidentale di sostanze inquinanti.

8.3 - Impatto sul suolo

Non si prevedono impatti significativi in merito alla stabilità del suolo, trattandosi di un suolo pianeggiante e con buone capacità geotecniche. Tuttavia, la progettazione dei nuovi edifici dovrà tenere conto della natura dei terreni di fondazione. L’approvvigionamento dei materiali necessari per la realizzazione dell’opera e gli interventi relativi agli scavi comporteranno la movimentazione di limitati volumi di materiali; si dovranno adottare azioni appropriate per mitigare tale problematica e soprattutto garantire il riutilizzo del terreno di scotico. In particolare lo strato da accantonare sarà variabile a seconda delle caratteristiche pedologiche del suolo e dovrà coincidere con gli orizzonti fertili. Il materiale dovrà essere accantonato e preservato durante il periodo delle lavorazioni al fine di prevederne il riutilizzo al termine delle stesse. Qualora non possa essere previsto il riutilizzo del suolo nell’ambito del progetto o per gli eventuali volumi in eccesso, occorrerà comunque prevederne il riutilizzo in cantieri limitrofi in ambito comunale o sovracomunale. Lo stoccaggio del terreno di scotico dovrà avvenire con modalità tali da preservarne, quanto più possibile, la fertilità e le caratteristiche chimico-fisiche e microbiologiche.

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8.4 – Impatto sulla vegetazione, flora e fauna

L’impatto su questa componente è limitato dal fatto che l’area agricola non presenta aspetti rilevanti per quanto riguarda la vegetazione e la fauna.

8.5 - Impatto sul paesaggio

L’area oggetto della localizzazione L2 non ricade in ambiti soggetti a vincoli paesaggistici, pertanto non è interessata dal rilascio preventivo dell’autorizzazione Paesaggistica E’ necessario tuttavia che in considerazione della valenza periurbana del contesto si evitino errori che nel passato hanno portato all’edificazione di edifici di scarsa valenza architettonica ed estetica, contribuendo non poco all’incremento del degrado complessivo delle periferie urbane. In merito alle caratteristiche del progetto delle aree esterne, si ritiene che la progettazione del verde debba essere indirizzata in modo tale che sia curato l’impatto visivo con opportuni interventi di mitigazione tra cui: - la collocazione di cortine verdi; - l’utilizzo se necessario di recinzioni a siepi vive; - l’ inserimento di alberature nei parcheggi per realizzare un migliore inserimento ambientale; - la scelta di essenze con particolare valenza paesaggistica; - l’ impiego di elementi drenanti rinverditi per gli stalli delle auto dei parcheggi ed elementi drenanti pieni per i corselli dei parcheggi e per gli spazi di movimentazione dei carichi, in luogo dell’asfalto.

8.6 - Impatto acustico

L’insieme delle strutture che potranno insediarsi nell’ambito della localizzazione L2 potranno prevedere l’impiego di strumenti e macchinari in grado di generare emissioni acustiche nell’area circostante (centrali termiche, impianti di trattamento aria, evaporatori, ecc.). La componente sonora di maggiore impatto per strutture di questo tipo è, comunque, legata al traffico veicolare indotto. La definizione di queste emissioni e delle relative misure di mitigazione dovrà essere oggetto di successivi approfondimenti da effettuare ai sensi della normativa vigente da parte dei privati promotori. È possibile ipotizzare che i nuovi edifici producano localmente un limitato rumore di fondo, dovuto essenzialmente al funzionamento dei macchinari interni, ai gruppi di refrigerazione e alle macchine operatrici in movimento nelle aree di pertinenza. In fase di progettazione della nuova localizzazione bisognerà prevedere l’impiego di gruppi di refrigerazione esterni a bassa emissione acustica per l’impianto di condizionamento e riscaldamento dei locali, grazie ai quali si potranno registrare emissioni del tutto trascurabili. Una fonte più importante di inquinamento acustico potrebbe essere il movimento delle auto nelle aree a parcheggio, considerando il parcheggio stesso come “sorgente superficiale”. Questo tipo di sorgente

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inciderà in maniera trascurabile sui valori finali grazie alla bassa velocità di percorrenza dei veicoli all’interno degli stessi. Ad interventi avvenuti, in corrispondenza della localizzazione L2, si potrà immaginare che la situazione acustica non sia peggiorativa rispetto alla situazione attuale che si riscontra lungo il margine della S.P. 412. Ogni specificità in materia di impatto acustico dovrà essere meglio analizzata in fase di redazione dei progetti edilizi delle nuove strutture commerciali.

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